8.11.2010
Direttive di trasporto in Europa: l’Italia si muova, stiamo perdendo il treno Fino a poco tempo fa, ritenevo che in Italia l’85% delle merci viaggiasse su ruota; oggi, nuove statistiche pubblicate dal Sole24Ore, informano che siamo passati al 90%. D’altronde, è sufficiente percorrere la A24 da Trieste verso Venezia per rendersene conto: questa arteria è ormai al collasso, così come la quasi totalità della rete autostradale italiana; da noi solo il 9,4% delle merci viaggia su ferrovia, mentre la media europea si attesta intorno al 17%. E tende a crescere. Le ragioni sono da ricercare nella priorità che abbiamo sempre voluto dare allo sviluppo delle autostrade, nella mancanza di investimenti significativi nel campo delle infrastrutture logistiche ed in una certa “pigrizia” delle nostre ferrovie, peraltro ora accusata di voler diminuire linee, scali merci e materiali rotabili. In Europa invece si corre: mentre in Italia i vari progetti per le nuove direttrici che dovrebbero rendere est ed ovest, nord e sud più “vicini”, restano bloccati per mancanza di fondi (e anche di serietà e capacità ), nel resto d’Europa sono già iniziati i lavori per direttrici che attireranno traffici che oggi passano sulle nostre autostrade. La crisi degli ultimi due anni non ha fatto altro che mettere ulteriormente in luce crepe che esistevano già da tempo, ma è evidente che il nostro immobilismo porterà ulteriori danni ad un grado di competitività italiana già fortemente compromessa. Gli investimenti necessari alla creazioni delle nuove direttrici che ci riguardano passano di poco i 100 miliardi di euro e sembra che la disponibilità di questi fondi sia di poco superiore ad un terzo. La Commissione Europea esercita pressioni e minaccia sanzioni se non ci adeguiamo al ritmo degli altri membri della Comunità . Il Commissario ai Trasporti Siim Kallas, però, afferma che entro il 2050, le ferrovie avranno in Europa un ruolo determinante. Ma.. e fino ad allora? Continueremo a correre in autostrada circondati da mastodonti da 50 tonnellate, a vedere bestioni su innumerevoli assi consegnare pacchetti nei centri delle città , rilasciando scarichi mefitici (per dirne una…), oppure cominceremo invece a pensare seriamente a soluzioni alternative? Una di queste soluzioni consiste nella creazione di grandi aree dedicate alle operazioni di gestione delle merci in arrivo e partenza, che offrano servizi camionistici, ferroviari e di magazzino, con fenomeni di terziarizzazione avanzata; aree di raccolta per i grandi traffici in arrivo di cui poi la gran parte può essere smistata o distribuita attraverso l’uso di mezzi più piccoli e meno inquinanti. E viceversa. Non sono investimenti da poco, ma certo più abbordabili di quelli sopra menzionati; tecnicamente complessi, ma non impossibili. Va tenuto conto dell’interesse dell’utenza e della possibile partecipazione attiva del mondo produttivo, a causa dei miglioramenti nella qualità della vita e degli interessanti risparmi in termini economici e di risorse. Nel frattempo, aspettiamo fiduciosi il 2050.
fonte: http://www.buongiornoslovacchia.sk/index.php/archives/8432
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