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LA RICHIESTA DI AMNESTY INTERNATIONAL AI GOVERNI EUROPEI
15.11.2010

‘GIUSTIZIA PER LE VITTIME DEI PROGRAMMI CIA DI RENDITION E DETENZIONI SEGRETE’. LA RICHIESTA DI AMNESTY INTERNATIONAL AI GOVERNI EUROPEI
In un rapporto pubblicato oggi, dal titolo ‘Segreti smascherati: le
crescenti prove della complicita’ dell’Europa nelle rendition e nelle
detenzioni segrete’, Amnesty International ha chiesto ai governi europei
di garantire giustizia alle vittime dei programmi della Cia di rendition
illegali e detenzioni segrete che hanno dato vita a sparizioni, torture e
maltrattamenti.

Nel rapporto, l’organizzazione per i diritti umani elenca le piu’ recenti
prove della complicita’ dei paesi europei nelle attivita’ condotte dalla
Cia nel contesto della lotta al terrorismo, all’indomani degli attacchi
dell’11 settembre 2001 negli Usa.

‘L’Unione europea ha profondamente fallito nel far assumere agli stati
membri le loro responsabilita’ per le violazioni dei diritti umani a loro
carico’ – ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’Ufficio di Amnesty
International presso le istituzioni europee. ‘Sono violazioni accadute in
Europa. Non possiamo consentire che l’Europa si aggiunga agli Usa nella
creazione di un ‘territorio esente da responsabilita’’. Anche se il vento
sta girando e alcuni paesi avviano indagini, c’e’ molto altro ancora da
fare’.

Un certo numero di persone e’ stato sottoposto a trasferimenti illegali,
sparizioni forzate, torture e detenzioni segrete. In alcuni casi, non e’
ancora noto dove si trovino. Ogni vittima di rendition intervistata da
Amnesty International ha dichiarato di essere stata sottoposta a torture o
maltrattamenti durante la detenzione.

‘Nessuno dovrebbe venir meno alle responsabilita’ per i trasferimenti
illegali, le sparizioni forzate, le torture e le detenzioni segrete
avvenuti nel contesto delle operazioni dirette dalla Cia. I governi
nazionali hanno l’obbligo legale di garantire che chi ha commesso queste
violazioni risponda del suo operato’ – ha proseguito Beger.

Organizzazioni intergovernative, come il Consiglio d’Europa, l’Unione
europea e le Nazioni Unite, hanno avuto un ruolo determinante
nell’indagare sulle violazioni dei diritti umani collegate ai programmi
Cia di rendition e detenzioni segrete.

Dopo quanto emerso dai loro rapporti, le inchieste sulla complicita’ degli
stati o procedimenti legali nei confronti di singoli imputati hanno avuto
luogo o si stanno svolgendo in vari paesi, tra cui Germania, Italia,
Lituania, Macedonia, Polonia, Regno Unito e Svezia.

‘In alcuni paesi riscontriamo passi avanti verso l’accertamento delle
responsabilita’. L’occasione non va perduta. Il troppo spesso ripetuto
mantra della ‘necessita’ del segreto di stato al fine di proteggere la
sicurezza nazionale’ non puo’ essere usato come schermo per l’impunita’’ -
ha sottolineato Beger.

Casi segnalati nel rapporto

La Germania e’ stata complice nella detenzione segreta di Muhammad Zammar,
interrogato da funzionari tedeschi mentre era detenuto in Siria nel
novembre 2002. Questi ultimi hanno ammesso che Zammar e’ stato torturato
nelle prigioni siriane. Nonostante un’inchiesta del parlamento tedesco su
questo e altri casi, Zammar deve ancora ricevere giustizia.

L’Italia ha condannato in primo grado diversi agenti statunitensi e
italiani per il loro ruolo nel sequestro di Abu Omar, avvenuto nel
febbraio 2003 a Milano. L’uomo venne trasferito illegalmente in Egitto,
posto in detenzione segreta e, secondo il suo racconto, sottoposto a
torture. Tuttavia, i casi relativi alle responsabilita’ di un certo numero
di alti funzionari statunitensi e italiani si sono risolti, sempre in
primo grado, con un ‘non luogo a procedere’ sulla base del segreto di
stato e dell’immunita’ diplomatica. Il pubblico ministero ha presentato
appello contro tali decisioni. Nel frattempo, l’asserita necessita’ da
parte dell’Italia della protezione dei ‘segreti di stato’ continua a
ostacolare la giustizia.

La Lituania ha ammesso l’esistenza di due prigioni segrete. Questi siti
sono stati visitati nel giugno 2010 da una delegazione del Comitato
europeo per la prevenzione della tortura, la prima visita da parte di un
organismo indipendente di monitoraggio in una prigione segreta della Cia
in Europa. L’inchiesta in corso, secondo Amnesty International, deve
garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere del loro operato.

La Macedonia avrebbe offerto collaborazione nella detenzione illegale e
nella successiva rendition in Afghanistan, ad opera della Cia, del
cittadino tedesco Khaled el-Masri. Questi ha denunciato la Macedonia di
fronte alla Corte europea dei diritti umani. Quest’organismo dovrebbe
pronunciarsi per la prima volta su un caso riguardante la presunta
complicita’ di uno stato membro del Consiglio d’Europa nei programmi della
Cia. La Macedonia continua a negare che i suoi funzionari abbiano agito
illegalmente.

In Polonia, nel luglio 2010, l’Ufficio della guardia di frontiera ha
rivelato che sette aeroplani operanti nell’ambito del programma di
rendition della Cia, la maggior parte dei quali con passeggeri a bordo,
atterrarono all’aeroporto di Szymany, nei pressi di una possibile prigione
segreta a Stare Kiejkuty. A settembre, il procuratore generale ha
confermato che stava indagando sulla denuncia di Abd al-Rahim al-Nashiri,
il quale ha affermato di essere stato sottoposto a detenzione segreta in
Polonia. A ottobre gli e’ stato riconosciuto lo status di ‘vittima’. Si
tratta del primo riconoscimento di questo genere nel contesto delle
rendition.

La Romania e’ ritenuta aver ospitato una prigione segreta della Cia.
Continua a negare totalmente, sebbene siano emerse nuove prove sul suo
coinvolgimento nel programma di rendition.

La Svezia e’ sotto accusa per non aver indagato appieno sulla rendition
operata dalla Cia, nel dicembre 2001, di Ahmed Agiza e Mohammed al-Zari in
Egitto. Nonostante un risarcimento, il governo non ha dato ai due uomini
piena ed efficace riparazione.

Il Regno Unito ha annunciato nel luglio 2010 l’avvio di un’inchiesta sul
coinvolgimento di funzionari britannici nei presunti maltrattamenti di
cittadini detenuti all’estero da parte di servizi segreti stranieri. Il
governo ha anche ammesso che gli Usa hanno utilizzato il territorio
britannico per i voli delle rendition.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 15 novembre 2010

Il rapporto ‘Segreti smascherati: le crescenti prove della complicita’
dell’Europa nelle rendition e nelle detenzioni segrete’ e’ disponibile in
lingua inglese all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/paesi-europei-complici-Cia-devono-garantire-giustizia-a-vittime-rendition
e presso l’Ufficio stampa di Amnesty International Italia.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it

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