Welfare Italia :: Forum Invia ad un amico Statistiche FAQ
20 Aprile 2024 Sab                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links
Anne Frank
Wayaka Indian friend's
Lisa 6-1-77
Flash Vela d'Altura: diporto sostenibile e vela responsabile
Radio Uno Toronto Canada
La gemma dell'architettura cremonese
PdCI Sardegna
Resistenza in Toscana
Emigrazione Notizie
AGNESE cantautrice per la Pace







baronio
16.06.2003 17:35
Bertinotti deve prendere atto

La sconfitta di Bertinotti è stata cocente...Deve prendere atto che così la sinistra perde..O si trova l'unità su poisizioni moderate o diversamente Berlusconi governerà ancora per 20 anni.
Luigi

baronio
15.07.2003 16:51

Che dite di questa riflessione...?
Ciaooo
Luigi

Romano Prodi e la coalizione da ricostruire
ULIVO, NON BASTA UN CAPO NELL’OMBRA
di ANGELO PANEBIANCO
dal Corriere - 15 luglio 2003


Chi si preoccupa per le sorti del fragile bipolarismo italiano guarda oggi soprattutto a quanto avviene nel centrodestra, ai conflitti fra le sue componenti, ai seri rischi di paralisi che corre l'azione di governo. Ma la comprensibile attenzione per le divisioni della maggioranza non dovrebbe fare dimenticare che il futuro della politica italiana dipende anche da quanto accade nell'area dell'opposizione. L'opposizione vive da troppo tempo in una condizione schizofrenica. Da un lato, essa conosce perfettamente, e da gran tempo, il nome del leader, del capo politico a cui, quasi certamente, si affiderà, e che dovrà guidarla in vista delle elezioni politiche del 2006. Dall'altro, si comporta come se quel nome le fosse sconosciuto, come se la «designazione tacita» del leader non fosse mai avvenuta. Né, per conseguenza, si è ancora impegnata a riorganizzare, in funzione di quel nome, la coalizione di centrosinistra. Tutti sanno, e tutti i dirigenti del centrosinistra ammettono privatamente, che Romano Prodi è il leader cui verrà affidato il compito di guidare il centrosinistra. Ma, ufficialmente, si comportano come se ciò non fosse vero o, per lo meno, come se il problema non li riguardasse.
C'era, naturalmente, fino a poco tempo fa, una spiegazione per tanta riservatezza: dipendeva dalla carica che Romano Prodi riveste, dal suo ruolo di presidente della Commissione europea. Si trattava di non mettere in imbarazzo Prodi in Europa, investendolo troppo in anticipo di una funzione di leadership incompatibile con i suoi compiti europei.
Ora, però, si avvicina il momento in cui la carica andrà a scadenza (Prodi lascerà la presidenza europea nell'autunno del 2004) e la riservatezza ha sempre meno senso. Soprattutto, la mancata designazione ufficiale del leader, candidato a sfidare Silvio Berlusconi nelle prossime elezioni politiche, impedisce al centrosinistra di lasciarsi alle spalle l'immagine che fin qui ha dato di sé, di una confusa accozzaglia di gruppi eterogenei e rissosi, uniti solo dall'ostilità per Berlusconi, ritarda il momento della costruzione di una coalizione più compatta, unita dietro a un leader, e pronta a presentare al Paese una proposta di governo.
Oggi, il centrosinistra, sotto la guida di Piero Fassino e di Francesco Rutelli, appare rianimato. Sia i successi ottenuti alle elezioni amministrative sia le divisioni insorte nella maggioranza, sono state boccate d'ossigeno per l'opposizione. Ma ci sono almeno due ragioni per le quali è auspicabile che il centrosinistra metta fine a tutte le sue esitazioni, designi ufficialmente Prodi come leader e, in attesa del suo ormai prossimo ritorno, cominci a lavorare per fare della coalizione una credibile alternativa di governo. La prima ragione, che riguarda direttamente l'interesse del centrosinistra, ha a che fare con la circostanza che, ancorché poco probabile, il ricorso a elezioni anticipate non può essere del tutto escluso (del resto, ne ha parlato lo stesso Fassino). E se elezioni anticipate ci fossero, sarebbe difficile per il centrosinistra affrontarle senza essersi preparato per tempo.
La seconda ragione ha a che fare con una esigenza, diciamo così, «sistemica». Coalizioni compatte sono necessarie al fragile e precario bipolarismo italiano. Se il centrosinistra si darà la coesione che gli serve e che solo una chiara scelta sulla leadership può garantirgli, questo sarà di aiuto per la nostra democrazia in una fase in cui le spinte centrifughe manifestatesi nella maggioranza sembrano preannunciare una nuova fase di frammentazione parlamentare e di tentazioni trasformistiche. Inoltre, un centrosinistra più compatto, e reso competitivo dalla scelta del leader, potrebbe finalmente mettere paura al centrodestra obbligandolo a ridare slancio all'azione di governo.

Redazione1
15.07.2003 17:07
Che ne dite di Panebianco?

Che ne dite di Panebianco?
Romano Prodi e la coalizione da ricostruire
ULIVO, NON BASTA UN CAPO NELL’OMBRA
di ANGELO PANEBIANCO
dal Corriere - 15 luglio 2003
Chi si preoccupa per le sorti del fragile bipolarismo italiano guarda oggi soprattutto a quanto avviene nel centrodestra, ai conflitti fra le sue componenti, ai seri rischi di paralisi che corre l'azione di governo. Ma la comprensibile attenzione per le divisioni della maggioranza non dovrebbe fare dimenticare che il futuro della politica italiana dipende anche da quanto accade nell'area dell'opposizione. L'opposizione vive da troppo tempo in una condizione schizofrenica. Da un lato, essa conosce perfettamente, e da gran tempo, il nome del leader, del capo politico a cui, quasi certamente, si affiderà, e che dovrà guidarla in vista delle elezioni politiche del 2006. Dall'altro, si comporta come se quel nome le fosse sconosciuto, come se la «designazione tacita» del leader non fosse mai avvenuta. Né, per conseguenza, si è ancora impegnata a riorganizzare, in funzione di quel nome, la coalizione di centrosinistra. Tutti sanno, e tutti i dirigenti del centrosinistra ammettono privatamente, che Romano Prodi è il leader cui verrà affidato il compito di guidare il centrosinistra. Ma, ufficialmente, si comportano come se ciò non fosse vero o, per lo meno, come se il problema non li riguardasse.
C'era, naturalmente, fino a poco tempo fa, una spiegazione per tanta riservatezza: dipendeva dalla carica che Romano Prodi riveste, dal suo ruolo di presidente della Commissione europea. Si trattava di non mettere in imbarazzo Prodi in Europa, investendolo troppo in anticipo di una funzione di leadership incompatibile con i suoi compiti europei.
Ora, però, si avvicina il momento in cui la carica andrà a scadenza (Prodi lascerà la presidenza europea nell'autunno del 2004) e la riservatezza ha sempre meno senso. Soprattutto, la mancata designazione ufficiale del leader, candidato a sfidare Silvio Berlusconi nelle prossime elezioni politiche, impedisce al centrosinistra di lasciarsi alle spalle l'immagine che fin qui ha dato di sé, di una confusa accozzaglia di gruppi eterogenei e rissosi, uniti solo dall'ostilità per Berlusconi, ritarda il momento della costruzione di una coalizione più compatta, unita dietro a un leader, e pronta a presentare al Paese una proposta di governo.
Oggi, il centrosinistra, sotto la guida di Piero Fassino e di Francesco Rutelli, appare rianimato. Sia i successi ottenuti alle elezioni amministrative sia le divisioni insorte nella maggioranza, sono state boccate d'ossigeno per l'opposizione. Ma ci sono almeno due ragioni per le quali è auspicabile che il centrosinistra metta fine a tutte le sue esitazioni, designi ufficialmente Prodi come leader e, in attesa del suo ormai prossimo ritorno, cominci a lavorare per fare della coalizione una credibile alternativa di governo. La prima ragione, che riguarda direttamente l'interesse del centrosinistra, ha a che fare con la circostanza che, ancorché poco probabile, il ricorso a elezioni anticipate non può essere del tutto escluso (del resto, ne ha parlato lo stesso Fassino). E se elezioni anticipate ci fossero, sarebbe difficile per il centrosinistra affrontarle senza essersi preparato per tempo.
La seconda ragione ha a che fare con una esigenza, diciamo così, «sistemica». Coalizioni compatte sono necessarie al fragile e precario bipolarismo italiano. Se il centrosinistra si darà la coesione che gli serve e che solo una chiara scelta sulla leadership può garantirgli, questo sarà di aiuto per la nostra democrazia in una fase in cui le spinte centrifughe manifestatesi nella maggioranza sembrano preannunciare una nuova fase di frammentazione parlamentare e di tentazioni trasformistiche. Inoltre, un centrosinistra più compatto, e reso competitivo dalla scelta del leader, potrebbe finalmente mettere paura al centrodestra obbligandolo a ridare slancio all'azione di governo.

Redazione1
16.07.2003 19:24
La fantaguerra

LA FANTAGUERRA
L’andamento di questa guerra mi suona come un incontro di boxe truccato.
E quindi mi vien voglia di fantapoliticare, ma non troppo.
Bush, prima di inziare la campagna Iraqena, parla con Saddam.
“Caro Hussein, con l’11 settembre si sono create le premesse e le evidenti giustificazioni per dar corso, cosa che sai benissimo, a quanto già da qualche anno avevamo programmato circa il riassetto del mondo arabo e il controllo delle risorse energetiche.
L’Afghanistan è cosa fatta e Bin Laden con qualche scaramuccia continua a giustificare la nostra permanenza in loco.
Troviamo anche noi un accordo, del resto l’embargo è durato sufficientemente a lungo per consentirti l’accumulo di qualche risparmio: rispolveriamo, dal dimenticatoio di decenni, il fatto che tu detieni armi di distruzione di massa, batteriologiche e gas, e cominciamo a fare pressione sull’ONU per una risoluzione che giustifichi come sacrosanto il nostro intervento armato a scopo preventivo. Se l’ONU dovesse insistere con gli ispettori, ovviamente non si deve trovare nulla di serio, mentre noi cercheremo di comprarci la maggioranza in consiglio di sicurezza.
Abbiamo già pronto, per ogni evenienza, anche lo slogam di una guerra per la liberazione del popolo iraqeno dalla tua dittatura. Comunque, indipendentemente da quanto dovessero decidere e fare le nazioni Unite noi manterremo ferma la nostra posizione interventista.
Anche se a te non interessa, e tutto sommato neanche a me personalmente, ma ho un’immagine democratica da difendere, vorrei pattuire una guerra leggera:
con meno della metà degli uomini effetivamente necessari e fatta di bombardamenti intelligenti, ovvero mi dirai tu cosa e quando colpire. Le bombe devo proprio usarle e per effetto scenico di maggior credibilità e perché hanno una data di scadenza ormai vicina. Tu dovrai opporre una resistenza più formale che sostanziale, non dovrai minare e far saltare i ponti utili all’ avanzata, non dovrai ovviamente far saltare le dighe né minare strade e aeroporti, non far volare i tuoi aerei e dare alla contraerea una consistenza sporadica in modo che le tv riprendano il volo dei miei aerei sulle tue città. Ti concedo al massimo un paio di Kamikaze con cui paventare una minaccia diffusa che tu contribuirai ad alimentare con numeri esorbitanti di volontari suicidi pronti a immolarsi. Qualche morto ci sarà, ma solo di irriducibili patrioti, sia tuoi che miei, che per te andranno in paradiso e che io seppellirò con tutti gli onori, bandiere, fanfare e medaglie. Eventuali effetti collaterali di civili morti e feriti renderanno l’asprezza degli scontri più credibile.
La vera guerra la faremo attraverso le televisioni e la stampa con un programma di propaganda volta ad esaltare, se del caso inventare, azioni mirabolanti, eroiche, con scambi pesanti di accuse e controinformazioni: per esempio farmi liberare una soldatessa ferita e prigioniera dei tuoi, mentre io potrei abbattere qualche mio elicottero di cui potresti assumertene la paternità. Per rendere più credibili le asperità dei combattimenti credo sia opportuno pianificare anche qualche ferito, pazienza se anche morto, tra gli inviati delle varie testate editoriali.
Il chirurgo plastico per rendere irriconoscibili te e le persone a te vicine, che tu desideri, dovrebbe essere di tuo gradimento; è uno dei migliori e anche fidatissimo per cui ti prego di risparmiarlo, dopo l’intervento andato a buon fine: potrebbe servire ancora. Credo indispensabile trovare il cadavere di almeno un tuo sosia e uno per ciascuno delle persone oggetto del nostro programma protezione. Per il DNA non ti devi preoccupare chè le analisi saranno effettuate da persone competenti e a me vicine.
So che mi stai registrando e hai tutte le carte che vuoi per smascherarmi e quindi puoi stare assolutamente tranquillo per goderti un meritato riposo.
Se mi dai il tuo ok da domani procedo.
Mi hai già risposto che ti basta un mese per organizzare le registrazioni tv, l’intervento chirurgico e tutto il resto per l’uscita dal paese? Allora io intanto comincio e ci vediamo appena finito tutto.
Un sincero abbraccio in segno della gratitudine per tutto quello che hai fatto e farai per noi.”

Non vorrei sembrare cinico citando il detto “chi muore tace e chi vive si da pace”, ma se questa guerra passa non perdiamo di vista Bush e la sua politica che potrebbero rendere ancora più credibile questa fantaipotesi.
PENNAdOCA
08.04.2003

Redazione1
19.11.2003 20:50
Kill Bill di Quentin Tarantino

Kill Bill di Quentin Tarantino
Cinema puro, piacere degli occhi, squisite citazioni a tutti i grandi del film giallo con concessioni all’horror…
Le critiche positive si sprecano intorno a Kill Bill, ultimo film di Tarantino.
Che schifezza.
Banale, scontato, noioso, dove vuol far sorridere contaminando il genere d’azione è sopra le righe, forzato, innaturale.
La parodia è un’altra cosa, Tarantino è un onesto manovale del cinema (e la sua filmografia lo dimostra), sopravvalutato da una certa generazione di critici ai quali bisogna per forza allinearsi per non essere dichiarati out.
Il film si liquida con poche parole: non ha i tempi, le invenzioni di Hitchcock, non ha l’intelligenza e la sensibilità di Truffaut (quello dei gialli), non sa stupire, affascinare, in una parola trasmettere qualcosa allo spettatore.
Non bisogna avere paura di uscire dal coro, un film non ci deve piacere perché lo ha deciso il “critico”, Kill Bill è un mediocre film e basta.
di Danilo Ramirez

Redazione1
19.11.2003 21:01
Cludio Fava ci racconta...

claudio fava sull'unità del 31 ottobre ci racconta di un decreto
raccapriciante. sulla g.u. del 25 luglio 2003 è stato pubblicato un
decreto del 13 giugno 2003 del nostro caro ministro martino che di
concerto
con i cari ministri frattini, pisanu, tremonti e marzano ha
deciso di dotare le forze armate di materiali d'armamento "idonei a
determinare danni alle popolazioni o agli animali, a degradare
materiali o a danneggiare le colture e l'ambiente...".
come riferisce fava e come si può facilmente verificare al seguente
indirizzo:
http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/gazzetta171.htm
e in particolare alle pagine 9, 17, 18, 19 ci stiamo procurando tra
l'altro
sabrin, soman, tabun e persino il famoso "agente arancio".
risulta che paolo cento ha presentato una accurata interrogazione
alla quale
palazzo chigi ha risposto con un imbarazzato silenzio.
dice fava "come fai a giustificare l'acquisto di agenti chimici e
biologici
in aperta violazione con la legge italiana (l.185/90) e a
mezza dozzina di convenzioni internazionali che abbiamo sottoscritto?".
la cosa incredibile è che tutto questo è passato nel silenzio più
assoluto!
vi invito a far circolare la notizia il più possibile.

elena

Redazione1
19.11.2003 21:49
L'infelicità, l'invidia e le reti Mediaset

L'infelicità, l'invidia e le reti Mediaset
Ai primi di novembre 2003 uno studio sulle popolazioni europee poneva gli italiani al primo posto per quanto riguarda la dichiarazione di infelicità.
A metà novembre l'assurdo delitto di Firenze: una donna uccide un'altra donna perché ne invidia la felicità; il solito studio conferma che un italiano su cinque è affetto da invidia.
Infelicità e invidia, perché due sentimenti così negativi assillano gli italiani?
Torniamo indietro agli anni 80 quando irrompe sul mercato delle emittenti televisive il sistema Fininvest.
L'Italia è l'unico paese europeo in cui la televisione pubblica è affiancata con uguale forza economica da un gruppo privato.
Potrà apparire ardito il paragone ma secondo me i due problemi sopra indicati hanno da qui l'origine.
Dal 1980 la realtà degli italiani è duplice.
Ce n'è una pubblica, abbastanza aderente al paese reale.
Ce n'è una virtuale che presenta il paese non com'è ma come potrebbe essere nel sogno.
Un paese fittizio, irreale, nel quale ha successo solo chi è bello e ricco, nel quale i principi a cui si deve adeguare il consumatore (non lo spettatore) sono quelli del superfluo, dell'inutile, dell'acquisto continuo.
Ed ecco che una metà degli italiani si adegua a questo standard.
E non può che essere infelice perché non ha tutto quello che le reti Mediaset gli ordinano di comprare.
E non può che essere invidiosa di chi invece quei prodotti, assolutamente indispensabili, se li può permettere.
Coerente e diabolica la rete Mediaset ha bandito la cultura dalla propria programmazione: teatro, cinema, musica, pittura, arte, letteratura, scienza.....sì qualcosa ma sempre con un occhio alla spettacolarizzazione, all'impoverimento ed alla pubblicità.
La cultura non paga, lo sanno tuti coloro che vogliono soggiogare una folla.
Nulla di più pericoloso che stimolare le intelligenze: poi la gente pensa e chissà cosa ti combina.
Pensiamo noi anche per voi, basta che compriate.
Il risultato è l'imbarbarimento della società italiana, la chiusura a riccio, la perdita di quegli aspetti del carattere italiano che procuravano ammirazione e riconoscimento in tutto il mondo.
La creatività, l'improvvisazione, la capacità di risolvere i problemi con l'immaginazione, ma anche la solidarietà (magari tra vicini di casa), la simpatia, il gusto per il bello.
Li stiamo perdendo rosi dall'invidia gli uni per gli altri. Appiattiti dalla mediocrità della televisione. Di un certo tipo di televisione
Danilo Ramirez.

Redazione1
19.11.2003 21:53
Firma del documento del "Comitato Torquato Secci" sull'abolizione del Segreto

Nonostante il lungo procedimento giudiziario in più fasi e in più direzioni, il mistero non è stato svelato, la verità non è stata scoperta, le tenebre non sono state diradate, eppure non ci troviamo nella sfera dell'inconoscibile. Si tratta di un mero fatto, che appartiene in quanto tale alla sfera del conoscibile, per cui se pure non sappiamo chi è stato, sappiamo con certezza che qualcuno è stato. Non faccio congetture, non avanzo alcuna ipotesi. Mi limito a rievocare il sospetto rimasto dopo la conclusione del processo che il segreto di Stato sia servito a proteggere il segreto dell'anti-stato. Risalgo alla strage di Piazza Fontana (...) perché la degenerazione del nostro sistema democratico è cominciata da lì, cioé dal momento in cui un arcanum, nel senso più appropriato del termine, è entrato imprevisto e imprevedibile nella nostra vita collettiva, l'ha sconvolta, ed è stato seguito da altri episodi non meno gravi rimasti altrettantop oscuri" (Norberto Bobbio)

Alla Camera dei Deputati, nella persona del suo Presidente
Al Senato della Repubblica, nella persona del suo Presidente
Al Presidente della Repubblica, quale garante e custode della Costituzione e
titolare di poteri di impulso per la sua attuazione

I sottoscritti, costituitisi nel "Comitato Torquato Secci, per l'abolizione del Segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo", ritengono inammissibile che in uno Stato democratico le decisioni del potere politico possano restare segrete, specie quando si deve appurare la verità sulle stragi, primario indeclinabile interesse della democrazia, come governo di popolo.
Il Segreto di Stato, in questo caso, lungi dal tutelare l'integrità della Repubblica e le istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento, come lo motivano alcuni giuristi, "è, come afferma Torquato Secci, l'indimenticabile, coerente, libero e forte presidente dell'Unione dei familiari delle vittime della Strage di Bologna del 2 agosto 1980, unostrumento della violenza e la violenza deve essere fermata subito"; per questo è intollerabile che la giustizia cerchi con grande fatica la verità e che il governo la ansconda, o che anche sembri solo nasconderla, condizionando tutti i processi per strage con la frequente opposizione del Segreto di Stato.
La proposta di Legge, di seguito richiamata, che va contro il terrorismo e che non pesa una lira nel bilancio dello Stato, intende conferire alla magistratura la pienezza dei suoi poteri di indagine, di accertamento e di decisione nei processi penali che riguardano i fatti criminosi maggiormente pericolosi per l'ordine democratico e quindi "eversivi dell'ordine costituzionale" e che, come tali, " in nessun caso possono essere oggetto di Segreto di Stato" (secondo quanto già disposto dall'art. 12, 2° comma, della Legge 24 ottobre 1977, n. 801, che istituisce e regola i servizi di sicurezza).
Essa, però, ha, purtroppo, dormito per anni nei cassetti del Parlamento, mettendo in luce una incredibile passività, una assoluta insensibilità ed una sconcertante latitanza degli organi più qualificati dello Stato, indicative della chiara mancanza di volontà di eliminare il terrorismo delle stragi. E la resistenza passiva del Parlamento si è posta in netta antitesi con alcuni principi fondamentali della Costituzione (art.1, 2° comma, art.50 ed art.71, 2°comma), oltre a violare lo stesso Regolamento parlamentare (art.72, 1°comma).
Su queste basi, gli scriventi, preso atto che anche le pochissime proposte di legge di iniziativa parlamentare sulla grave questione indicata, sono, fino ad oggi, rimaste lettera morta, soprattuttto per una inspiegabile inazione sopravvenuta degli stessi proponenti, chiedono, esercitando il loro diritto di petizione costituzionalmente garantito (art.50), come espressione della loro sovranità (art.1, 2° comma), che gli organi in indirizzo si attivino con urgenza, congruamente e decisamente, ai diversi livelli istituzionali, perché venga discussa ed auspicabilmente approvata la proposta di legge di iniziativa popolare (già finita nelle secche del Palazzo), qui di seguito riportata, che così si articola, come fu, a suo formulata, dal magistrato Marco Ramat, che subito aveva compreso gli elementari desideri dei famigliari delle vittime delle stragi, nonché di tutti i democratici che oppongono la esigenza ineludibile della massima trasparenza agli "arcana imperii" di qualunque genere:

"Abolizione del Segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo"

Articolo unico:

"dopo l'art.15 della Legge del 24 ottobre 1977, n. 801, è inserito il seguente: art.15 - bis, che così dispone: il segreto di Stato non può essere opposto in alcuna forma, nel corso di procedimenti penali relativi:

a) ai reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione di ordine democratico;
b) ai delitti di strage previsti dagli articoli 285 e 422 del Codice penale".


Contattare promotore del "Comitato Torquato Secci": AVV. Giosué Calabria:
339/8234298

Redazione1
22.11.2003 18:39
Chi ci salverà dal terrorismo ?

"CHI CI SALVERA' DAL TERRORISMO?"
di Cuccu44
Cari lettori, il terrorismo è sempre più padrone della storia contemporanea. Oggi altri 25 morti negli attentati di Istanbul. Una strage che colpisce nel profondo chi crede fortemente nella pace. Ahimè, quest'ultima sempre meno sentita come strada maestra nei rapporti tra stati. Credo che oramai la situazione internazionale stia degenerando verso un punto di " non ritorno". I kamikaze non si possono fermare questa è la realtà. Sono dei folli senz'anima, che attaccano senza alcuna remora morale. Folli burattini nelle mani di burattinai ancor più pazzi! La guerra in Irak è stato un pessimo errore e dietro gli attentati di oggi c'è sicuramente un opposizione a questo conflitto, ma non credo solo questo. Gli odierni attentati, nascondono un piano ben più vasto. Un progetto preciso per destabilizzare l'area mediorientale e sospingere i paesi di quest'ultima contro gli Stati Uniti, percepiti come invasori!La mia è solo un ipotesi come tante. L'unica realtà è che il terrorismo potrebbe colpire anche l'Italia ed allora sarebbero grossi guai. Non mi sembra che si stia prendendo in seria considerazione quest’ipotesi. Non è espellendo un "fantomatico Imam" che il pericolo attentati svanisce. La realtà come sempre è diversa. Bisogna comprendere che l'atteggiamento di leggerezza verso il problema Mediorientale, potrebbe trascinare il mondo verso un conflitto di portata mondiale. Magari senz’armi nucleari ma contro un nemico invisibile e particolarmente terribile che di nome fa "Al Qaeida"! Ipotesi allarmiste che oggi, ahimè, trovano riscontro nei troppi morti ammazzati. Cadaveri che qualcuno fa ancora finta di non vedere, in nome di un imperialismo assassino che non fa altro che fomentare il sacrificio di folli “martiri senz’anima”!
Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova

Redazione1
22.11.2003 19:06
ANTONIO DI PIETRO E LA POSIZIONE DI IDV IN MERITO ALLA QUESTIONE IRAQ..

Cari amici,
vorrei illustrare la posizione dell'Italia dei Valori sull'Iraq alla luce della situazione che si è venuta lì a creare.
Eravamo, siamo e restiamo contrari alla guerra come soluzione dei conflitti. Ce lo impone la Costituzione e ce lo suggerisce la nostra coscienza.
La scelta di Bush di combattere con mano militare il terrorismo, invece che con azioni mirate di polizia giudiziaria, si è rivelata fallimentare e velleitaria. Invece che spegnere il fuoco ha alimentato i tizzoni ardenti del fondamentalismo islamico.
L'assecondamento del nostro governo alla politica guerrafondaia americana è stato solo una piaggeria berlusconiana che abbiamo pagato e stiamo pagando a caro prezzo. La cara vecchia Europa aveva ed ha ben altre potenzialità per far sentire la sua voce e imporre il suo ruolo che deve essere quello di "paciere" dello scacchiere mediorientale, non di "spalla" allo strapotere militare americano.
Per fare ciò ovviamente dobbiamo come prima cosa - noi Stati europei - essere tutti uniti per avere la forza politica di imporre agli USA di fare un passo indietro e cedere il comando militare dell'azione di contrasto al terrorismo ad una forza multinazionale (l'ONU, appunto). Il tributo di sangue versato dai nostri soldati ci dà oggi la forza morale per pretenderlo.
Dobbiamo poi rivedere le ragioni profonde della nostra partecipazione alla spedizione in Iraq. Non ha alcun senso aver mandato dei soldati "fine a se stessi". Non possiamo comportarci né essere considerati come una "forza di occupazione" (certamente i nostri militari non si sentono tali, ma è anche necessario che non siano così percepiti dalla popolazione locale).
Insomma i soldati possono e devono avere solo una funzione di ausilio e di difesa di ben altre guarnigioni che dobbiamo mandare in Iraq (tutti insieme noi dal mondo occidentale europeo): medici, pontieri, genieri, assistenti umanitari, esperti di cooperazione e di ricostruzione, derrate alimentari, sostegno finanziario e così via.
Ci vuole solidarietà invece del "pugno duro", proprio per non alimentare l'irredentismo disperato di chi non ha niente per vivere e alla fine preferisce morire facendosi saltare per aria in mezzo alla folla. Questo "giro di volta" non vuol dire "abbandono della postazione" dopo aver subito la perdita di tanti soldati. Anzi, vuol dire maggiore partecipazione e impegno ma per un fine diverso: non più quello di "paggetti" agli ordini di Bush ma di protagonisti della ricostruzione e della pace.
Bisogna cioè evitare di restare imprigionati nella morsa tra l'adesione acritica alle scelte unilaterali della presidenza Bush ed il rischio dell'abbandono dell'Iraq al caos che creerebbe ulteriori condizioni ideali per il terrorismo.
Se vi è una ragione che motiva oggi la presenza dell'Italia (e dell'Europa) in Iraq, questa risiede non già e non più nelle scelte iniziali del governo (che è stata e resta una scelta sbagliata) ma, piuttosto, nel "fatto nuovo" generato dall'errore della guerra, unilateralmente e pregiudizialmente decisa dalla presidenza Bush; ora quella regione è diventata una terra di raccolta, un terreno fertile per il terrorismo che la comunità internazionale non può ignorare. Non possiamo perciò lasciare "il vuoto". La guerra ha prodotto nuovi rischi, nuovi mostri, senza aver sconfitto e cancellato quelli manifestatisi l'11 settembre.
Dobbiamo inoltre - proprio come Unione e Comunità europea - adoperarci per riconsegnare al più presto "l'Iraq agli iracheni". Nei primi giorni della effimera "vittoria sul campo" delle truppe americane non è stato un bello spettacolo vedere alcune multinazionali che già si accapigliavano per spartirsi il bottino del petrolio e per conquistare le migliori commesse per costruire ponti, strade e ferrovie.
Insomma, l'Iraq sembrava una carcassa di animale abbattuto su cui subito si accingevano ad abbuffarsi i famelici avvoltoi del "dio denaro occidentale".
Riconsegnare l'Iraq agli iracheni vuol dire ridare a quel popolo la sovranità sulla loro terra e la possibilità di autodeterminarsi. Vuol dire far tornare la democrazia in quel paese. E la democrazia non si costruisce con le bombe ma con il consenso.
Le bombe generano solo odio che a sua volta produce terrorismo e rivalsa: una spirale senza via d'uscita che rischierebbe di spingerci tutti verso la terza guerra mondiale (definitiva per l'umanità, viste le grandi armi di distruzione di massa che nel frattempo ci siamo costruiti).

Antonio Di Pietro
Presidente
Italia dei Valori

Redazione1
22.11.2003 20:39
I comunicati dei Girotondi e Movimenti

Cari amici,
vi invio il comuniato dei Girotondi sulle decisioni prese nell'ultimo convegno nazionale che si è tenuto a Roma gli scorsi 15 e 16 novembre.
Come leggerete gli spunti di riflessione sono molteplici e vari i temi toccati, nonchè i contributi che sono stati dati dalle varie associazioni, tra cui anche quelli di Communitas 2002, che ha partecipato all'incontro, dando il proprio supporto.
Cordialmente
Alessandro Rizzo
Direzione Communitas 2002
COMUNICATO 1
Girotondi e movimenti si sono ritrovati in Assemblea Nazionale il 15 e 16 novembre a Roma.
Numerosa la partecipazione, presenti 70 gruppi provenienti da tutta Italia.
E’ stato deciso di creare un gruppo di referenti su base regionale che assicuri la circolarità delle informazioni, delle proposte e la organizzazione delle iniziative.
I referenti che scaturiranno da assemblee territoriali da tenere entro novembre, saranno affiancati dai responsabili dei siti di igirotondi.it e centomovimenti.it.
Durante il dibattito è emersa la contrarietà sul metodo seguito per la formazione delle liste “unitarie” per le europee che è decisamente al di sotto dello spirito emerso dal Manifesto per l’Europa di Prodi. In particolare è stata sottolineata la esclusione dalla discussione e dal processo decisionale della cittadinanza attiva e dagli stessi aderenti ai partiti promotori.
Si sono inoltre decise alcune iniziative per i prossimi mesi:
Apertura immediata di un’amplia riflessione all’interno dei movimenti su un progetto che possa diventare proposta politica.
Organizzazione del seminario sull’Europa e le elezioni europee che si terrà il 10 e 11 gennaio 2004, con la partecipazione paritetica delle tre componenti esplicitamente citate dal manifesto Prodi (esponenti della società civile, movimenti e tutti i partiti dell’opposizione). Il seminario sarà preceduto da una serie di incontri territoriali con tutte le forze dell’opposizione.
Mobilitazione straordinaria con iniziative di girotondi attorno alle principali sedi regionali della RAI nel giorno dell’eventuale approvazione della Legge Gasparri, per ribadire la nostra opposizione.
Adesione alla Giornata della Giustizia indetta dalla Associazione Nazionale Magistrati e sostegno alla assemblea che si terrà a Roma il 22 novembre al Teatro Brancaccio.
Mobilitazione nel caso in cui la Corte Costituzionale il 9 dicembre si pronunci a favore della legittimità del Lodo Schifani
COMUNICATO 2
Nell’esprimere il nostro dolore per la strage di Nassiryia e la perdita di tanti militari e civili italiani, sottolineiamo che la solidarietà umana non deve conoscere frontiere e che le migliaia di vittime di quel conflitto, irakene, statunitensi, inglesi e di altri paesi meritano tutto il nostro compianto, così come le vittime ebree dell’odiosa strage antisemita alle sinagoghe di Instanbul.
Auspichiamo che la tragedia di Nassiryia non semini nel nostro paese sentimenti di rivalsa e di odio ma induca piuttosto a riflettere sull’errore che è stato commesso scegliendo di prendere parte ad una illegale invasione.
Non ci sarà pace in Irak finchè chi vi ha portato la guerra non lascerà all’ONU il compito di gestire la crisi.
E’ necessario un immediato ritiro delle truppe italiane come primo passo in questa direzione.
Pertanto nell’aderire alle manifestazioni di sabato 22 novembre indette in tutte le città italiane dai social forum, invitiamo a tornare ad esporre alle finestre le bandiere della pace.
Assemblea nazionale dei Girotondi e dei Movimenti



Redazione1
23.11.2003 15:35
Help....dalla sorella di un ragazzo innamorato.......di una ragazza russa....

Salve!
Mi chiamo Simona, ho 35 anni e vivo in provincia di Roma. Scrivo su incarico di mio fratello Mimmo, che ha il computer fuori uso. All'incirca due anni fa, nel corso di una vacanza in Egitto, ha conosciuto una ragazza di Mosca e se ne è innamorato. Il sentimento è stato subito condiviso e così tra loro è iniziato un rapporto fatto di SMS e telefonate. A causa della distanza si sono visti poche volte, credo in tutto sei. Una volta si sono recati a Parigi, tre è venuta lei in Italia e due è andato lui in Russia. Ora sono arrivati ad un punto di stallo. Vorrebbero capire se sono fatti sul serio l'uno per l'altra, ma non sanno come fare. Abbiamo provato a chiedere informazioni agli organi competenti, ma non abbiamo capito molto. La soluzione migliore sarebbe quella di far venire la ragazza (si chiama Eugenia) qui in Italia, visto che mio fratello ha un lavoro ed una casa di proprietà. Desideriamo trovare un modo legale per affrontare la faccenda, che non sia il matrimonio. Questo in quanto entrambi sentono la necessità di approfondire la reciproca conoscenza, prima di fare un passo così importante. Visto che la fidanzata è altamente qualificata, mio fratello ha contattato parecchie ditte, al fine di procurarle un contratto che le facesse ottenere il visto, ma nessuno si è fidato ad assumerla "a scatola chiusa". Avevamo anche pensato ad iscriverla all'università, perchè parla bene l'italiano e le piacerebbe conoscere meglio la nostra cultura. In questo modo potrebbe entrare in Italia, e per quanto tempo? Mistero sempre più fitto! Per dirla in parole povere, siamo alla ricerca di un modo per far stare Mimmo ed Eugenia insieme, per un tempo di almeno sei mesi, prima di prendere decisioni definitive. L'ultima carta che ci giochiamo è questa: ho effettuato una ricerca su internet e ne ho ricavato qualche indirizzo, tra cui il vostro, nella speranza di poter avere un pò d'aiuto (informazioni, consigli, altri indirizzi). Ci sono altre due cose che dovete sapere, per capire meglio la situazione. La prima è che la ragazza in questione è in possesso di un visto d'ingresso business, che le scadrà i primi di Aprile. La seconda è che mia madre e mio padre hanno delle piccole imprese in proprio e potrebbero offrire ad Eugenia un contratto part-time, se questo fosse utile per aiutarla. Chiedo scusa se ho spiegato la situazione con parole inadeguate, ma sono una persona semplice ed ho fatto del mio meglio! Spero con tutto il cuore che vorrete prendere in considerazione il caso di Mimmo, cittadino onesto, ma molto................innamorato!
famigliarotelli@libero.it

Redazione1
23.11.2003 15:40
Vietato fumare

Gentile redazione le mando questo semplice scritto Veda se Ritiene utile
pubblicarlo, grazie.

Le sigarette,il rispetto, la libertà, e la tutela della salute.
Libertà, si calcola che i fumatori italiani siano tra i 15 e 18 milioni,
circa un terzo della popolazione, si può fumare per strada, nei posti all'
aperto, dentro in casa e tutti i luoghi dove non esiste divieto. Questo non
è sicuramente proibizionismo. In ogni caso non bisogna mai dimenticare che
la propria libertà finisce laddove inizia quella altrui. Questo spazio può
essere esiguo, ma è l'unico che ci permette di vivere con gli altri senza
litigare.
Salute pubblica. I dati dicono, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il
tabagismo provoca il cancro. Montagne di ricerche scientifiche e di numeri
lo confermano, quattro milioni di morti l'anno nel mondo e in Italia
novantamila morti l'anno. Si rischia che aumentino ancora se non saranno
prese misure preventive. La gente andrebbe educata a tutelare la propria
salute, il valore della vita deve essere al primo posto nella scala dei
valori. Tuttavia se una persona vuole continuare a fumare, lo faccia , basta
che non invada il campo degli altri. E qui subentra il ruolo delle
istituzioni, compito della sanità pubblica ed offrire un'adeguata,
informazione sulle conseguenze e tutelare le persone che rifiutano la via
tabagista. Stato e famiglia. La lotta al tabacco è una priorità, visti i
costi di vite umane, economici, ambientali. Secondo me non basta estendere i
divieti ai bar ai ristoranti, come prevede la legge che entrerà in vigore
nel 2004, occorrono campagne di prevenzione. Una strategia di lungo respiro,
è il caso di dirlo, non possiamo accontentarci di una giornata l'anno contro
il fumo di sigarette, seppur importante. Bisogna capire che servono
investimenti, avendo ben chiaro il solito ritornello, ciò che si spende oggi
sarà risparmiato domani. I medici ascoltare i loro consigli, ma non
prenderli come esempio negativo, anche loro fumano, quindi, non ha senso. Un
terzo dei camici bianchi è tabagista, nella media naturalmente. E poi si sa,
i medici sono scrupolosi verso i pazienti, pessimi nella cura di se stessi.
Con loro è una battaglia persa in partenza. Comprendo il disagio di chi è
fumatore, si crede un po' accerchiato. Pertanto un appello, su questo
problema, evitiamo le crociate contro le fumatrici e fumatori. Ma, anche le
false battaglie di libertà dei tabagisti. Cari cittadini cerchiamo, tutti
insieme con spirito propositivo e costruttivo di fare qualcosa in più, per
costruire una società, più rispettosa della vita, più libera dalle
dipendenze, dove la salute sia più tutelata, per una società migliore, dove
ci sia più cultura della vita, più salute per tutti i cittadini. Allora per
fare questo ci vuole, da parte delle istituzioni, da parte del governo, un
progetto, un programma, con l'obiettivo più vita e più salute. Il progetto
deve comprendere: la scuola che faccia informazione, ed educazione alla
salute, negli ospedali e posti di cura, gli operatori diano il buon esempio
di comportamento, a non fumare nelle strutture pubbliche, in televisione
promuovere, trasmissioni di informazione dei danni che provoca alla salute
il fumo di sigarette e come si può evitare, i giornali utilizzare ogni
giorno una piccola parte del loro spazio per informare sul danno alla salute
di chi fuma sigarette, le istituzioni, il Governo, il Ministro della Sanità
assieme alle regioni, alle A.S.L, elaborare un piccolo opuscolo informativo
ed educativo, da fare arrivare in ogni famiglia italiana, (sarebbe molto più
utile della lettera del Governo sulla finanziaria 2004), che faccia sapere
loro i danni che provoca il fumo di sigarette alla salute dei fumatori ma
anche dei non fumatori con il fumo passivo, informare i cittadini dei grandi
vantaggi alla salute per tutti se non si fuma.
Tutto questo con l'impegno di tutti si può e si deve fare per raggiungere l'
obiettivo, più salute e vita per tutti i cittadini.
Lena Francesco via provinciale,37 24060 Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
23.11.2003 15:47
Protestare contro la censura di Antonio Di Pietro

Proteste contro la censura televisiva.

I Girotondi e Movimenti hanno organizzato una giornata di protesta contro la censura.
Più di 20 città collegate

In tutta Italia la mobilitazione è in corso per organizzare manifestazioni con collegamenti in diretta dall'Auditorium di Roma (Sala Santa Cecilia) domenica prossima, 23 novembre per assitere allo spettacolo di satira e di protesta che vedrà, tra gli altri, interventi di Sabina Guzzanti, Marco Travaglio, Paolo Rossi, Curzio Maltese, Dario Fo, Daniele Luttazzi, Beppe Grillo.
In collaborazione con ArcoIris Tv, dalle ore 20.30 partirà la diretta sui canali di Emi.li Tv (Hot Bird 13° Est, Frequenza: 12.673 Mhz, Polarizzazione: verticale, Symbol rate: 27.500 Ms/sec) che rimanderà lo spettacolo sui megaschermi preparati in tantissimi Teatri, Cinema, locali, circoli ARCI e sale pubbliche di più di 19 città (per l'elenco dettagliato vedi sotto *).
Per far fronte alle spese del collegamento satellitare è stata lanciata una sottoscizione popolare aprendo un conto corrente presso la filiale di Padova di Banca Etica con le seguenti coordinate: ABI 05018, CAB 12100, C/C n. 511891, intestato "Arci - Ora basta!".
Ci saranno collegamenti con Radio Popolare (tutto il circuito), Radio Città Futura Roma, Novaradio Firenze.
Invitiamo tutti i cittadini e le cittadine italiani a partecipare a questa mobilitazione poichè riteniamo che sia un modo efficace per dare solidarietà alla Guzzanti, e una civile testimonianza del nostro NO AD OGNI FORMA DI CENSURA e per la piena libertà di espressione, di parola, di informazione

Redazione1
24.11.2003 22:04
Le fate ignoranti

Le fate ignoranti (2001) di Ferzan Ozpetek
“Un film più che discreto in tutti i sensi, in delicato equilibrio tra cadenze di commedia e soprassalti di dolore…”
Un film sopravvalutato al punto tale da ricevere ben 4 nastri d’argento, povero cinema italiano (?).
Al di là della tendenziosità del messaggio: i “diversi” sono più sinceri, più famiglia, mentre nella normalità borghese, impersonata da una spentissima Margherita Buy, si cela solo la falsità e l’inganno.
Dicevo al di là della tendenziosità del messaggio che generalmente non va considerato perché i film non sono temi da svolgere ma narrazioni della vita e quando fanno i didascalici già perdono tutto il loro fascino.
Ma al di là di tutto questo Le Fate Ignoranti viene gabellato per cinema impegnato solo perché tratta temi apparentemente scomodi per la società tradizionale.
Non basta a farne un film di peso, un film di valore, in fondo potremmo solo definirlo (per essere politicamente scorretti) un film di finocchi delicati.
Faccio un esempio di cinema trasgressivo e scomodo: Umnberto D., dove Vittorio De Sica racconta con coraggio implacabile la dura vita di un pensionato nell’Italia del dopoguerra ma credo che Ozpetek si sia fermato molto , molto prima.
Danilo Ramirez

Redazione1
25.11.2003 18:56
Chi è l'inviato di Striscia la Notizia...

Signor Direttore,

Sarà Selvaggio, mitico inviato ?lumbard? di Striscia la Notizia, si stacca
nel ricordo da altri personaggi per il suo rimarcato ?incredibbbbbile?.

Anche a me viene da usarlo se penso al dopo processo di Cesare Previti.

E? infatti in pieno svolgimento un vasto tentativo mediatico di far passare
Previti come ?assolto? e dunque innocente.

E? qui che mi viene da utilizzare il termine ?incredibbbbile !!?: ma come,
mi chiedo, l?ex ministro della Difesa in due processi è riuscito a raccogliere
due condanne: una ad 11 anni di carcere, l?altra a 5 anni ... e sarebbe
innocente !!??

E che condanne! L?ultima per aver gestito un sistema di corruzione di giudici
presso il Tribunale di Roma! (reato che, per odiosità e gravità, metterei
appena dopo la pedofilia e l'omicidio).

Se penso poi che il presidente del consiglio non ha trovato di meglio che
confermargli solidarietà nonostante la condanna, non so se ridere o piangere.

A meno che si tratti di una solidarietà ?obbligata?. Diceva quel tale che
a pensar male si fa peccato ma, quasi sempre, ci si azzecca!

Tutto sommato la vera cosa ?incredibbbile? è che gente di tal fatta abbia
in mano le redini del Paese!

Adriano Ferrazza


Redazione1
25.11.2003 21:41
Con Sabina contro il regime...

Con Sabina, contro il regime
di Paolo Flores d’Arcais e Francesco Pardi

Se poteva sussistere ancora qualche dubbio sulla natura del berlusconismo in quanto “Regime delle illibertà” le scorse settimane dovrebbero averlo fatto evaporare anche presso i più ottimisti e propensi al dialogo. La prima rete Rai ha infatti mandato in onda un “Porta a porta” (registrato), in cui Giuliano Ferrara ha definito l’Unità “un foglio linguisticamente e tecnicamente omicida”. La terza rete Rai ha invece cancellato un programma di Sabina Guzzanti che ha riproposto due fatti (si noti bene: fatti!) risaputi da tempo, ma ignoti a chi ha nella tv la sua unica fonte di informazione: che l’Italia, in quanto a libertà giornalistico-televisiva, è al 53° posto nel mondo (dietro a Colombia e Madagascar, ci sembra), e che la pubblicità delle marche leader sui quotidiani è crollata verticalmente, mentre le inserzioni delle stesse marche sulle tv berlusconiane sono aumentate in modo vertiginoso.

Bando alle ciance, perciò: Sabina è stata censurata non tanto per i suoi pezzi di satira, ma per aver ricordato alcune modeste verità di fatto, scomodissime per un potere che si regge (sempre più zoppicante) solo sulla dispiegata menzogna. Questo regime non poteva tollerare che per altre cinque domeniche, benché in piena notte e anche solo per pochi minuti, Sabina potesse rivelare qualche piccolissima verità sui processi di Berlusconi, sulla guerra di Bush, sulle condizioni dei lavoratori e dei pensionati, e insomma sulla realtà nuda, senza propaganda berlusconiana e senza slalom da inciucio.

Sabina il suo messaggio domenica prossima lo trasmetterà comunque: alle 20,30, all’Auditorium di Roma, nella sala grande da 2700 posti, e con un megaschermo nel piazzale/cavea che ne tiene molte migliaia. In molte città italiane i girotondi e i movimenti hanno già organizzato un collegamento in contemporanea, in teatri, cinema o piazze con megaschermo. Saranno tante “piccole” (ma poi non tanto) feste di protesta, per gridare tutti insieme, da un capo all’altro della penisola, con Sabina e i tanti colleghi che le hanno manifestato solidarietà e parteciperanno al suo spettacolo, il corale “ora basta!” di tutti i democratici alla censura e alla menzogna.

Ecco perché è importante che ciascuno si mobiliti, si faccia promotore, trascini gli amici a Roma o nelle città collegate, rompa con il suo impegno (le e-mail, le catene telefoniche, i “messaggini”) il muro di silenzio che tv e stampa vogliono far calare su questa iniziativa. Non pieghiamoci alla censura, e non facciamoci lobotomizzare dall’indifferenza. La somma dell’impegno di ciascuno sarà infinitamente più forte del silenzio di regime di televisioni e carta stampata. I siti www.centomovimenti.it e www.igirotondi.it stanno già operando per coordinare tutte le iniziative.

Circa 150 parlamentari delle opposizioni hanno protestato contro il bavaglio videocratico che ha colpito Sabina oggi, come ieri Biagi, Luttazzi, Santoro e tanti altri. Non è questo che impressiona, però. Che un democratico trovi insopportabile la censura dovrebbe appartenere all’universo delle cose ovvie. Colpisce, anzi angoscia, che circa 250 parlamentari delle opposizioni risultino tuttora, sull’argomento, latitanti o disattenti. Che la censura possa diventare qualcosa di ammissibile nell’orizzonte di una democrazia liberale, magari con la più lurida delle argomentazioni ipocrite, quella secondo cui la libertà di espressione, per non tralignare in libertà di offendere, esige una “licenza de’ superiori”: l’imprimatur, insomma.

Perché per le offese c’è il codice (penale e civile), la possibilità di denunciare per diffamazione, di querelare. Ma sarà un giudice a decidere. Pretendere di anticipare il giudizio con una censura politica è concepibile solo per una mentalità antiliberale. Tipica, non a caso, di chi vuole abrogare l’indipendenza della magistratura, oltre che mettere la mordacchia all’informazione libera. Le due cose si tengono, infatti. E sommate si chiamano REGIME.

fonte : Movimento Università-Opinione - muoge@libero.it

Redazione1
29.11.2003 22:17
L' UNIONE FA LA FORZA (se non sono solo parole) di Antonio Di Pietro

Cari amici,
a forza di insistere i nodi vengono al pettine. Sin da quando Prodi lancio' l'idea di una lista unitaria per le Europee, noi sospettammo subito che qualcuno ci avrebbe messo il cappello sopra, appropriandosi della proposta per far passare nell'opinione pubblica la presupposizione che quella lista avrebbe rappresentato l'insieme del centrosinistra (con il malcelato scopo di indurre cosi'gli elettori a votarla senza farsi tante domande).
Noi, invece, eravamo e siamo convinti che una lista unitaria sia veramente tale se comprende veramente tutti e non solo coloro che si sono appollaiati prima sul trespolo in via elitaria ed autoreferenziale, escludendo gli altri (le segreterie dei DS ma soprattutto dello SDI e della MARGHERITA). Allora li abbiamo messi alla prova ed anche noi abbiamo dato la nostra disponibilita'. Apriti cielo: no, Di Pietro no, l'Italia dei Valori mai! Ma allora perche' hanno lanciato lo slogan "Uniti per unire"? Unire chi? Tutti coloro che ci stanno o solo chi pare e piace a loro? E come pensano che si possa fermare l'anomalia Berlusconi se non ci si mette tutti insieme?
Per fortuna la nostra proposta - che, ribadiamo, e' sempre valida e tale rimarra' fino all'ultimo giorno utile - sta cominciando a fare breccia nelle menti piu' lungimiranti di molti esponenti politici e soprattutto della societa' civile e dei Movimenti. La riprova e' la netta presa di posizione a favore delle nostre tesi ampiamente riportata oggi su l'UNITA' che vi prego di leggere e che ad ogni buon conto vi riporto qui di seguito. Vi e' pubblicato innanzitutto un lungo editoriale di Nando Dalla Chiesa dal significativo titolo "DI PIETRO, IO DICO SI', SI' E ANCORA SI'" e poi un "APPELLO" gia' firmato - per iniziare - da parlamentari e da cittadini e personalita'. Vi prego di leggerlo e, se ne condividete lo spirito ed il contenuto, potete sottoscrivere l'appello, inviando anche voi la vostra adesione alla redazione de L'Unita' (fax: 06.69646217, email: politica@unita.it <mailto:politica@unita.it>).

Ecco cosa c'e' scritto oggi su l'Unita':

APPELLO DEGLI ON.LI MATTIOLI, SCALIA, MANCONI, DE ZELUETA, DALLA CHIESA, CALZOLAIO dal titolo "NESSUNA PREGIUDIZIALE, NESSUNA ESCLUSIONE":
".Le parole dei leader alle assemblee di sabato scorso dei DS, della Margherita e dello SDI, riunite per discutere la proposta di lista unitaria per le elezioni europee avanzata da Romano Prodi, ci avevano in qualche modo incoraggiato ma i documenti conclusivi di quelle assemblee lasciano molti margini all'ambiguità. Come ci si può ritenere, infatti, in marcia verso quella nuova identità politica - un nuovo Ulivo ampio e aperto, capace di parlare alla società civile, ai suoi movimenti, e alle sue associazioni: e, soprattutto, di ascoltarli - richiesta dalla proposta di Prodi, se non si da nemmeno seguito a quella sua raccomandazione: "lista aperta a tutti fino all'ultimo .e anche dopo?" Infatti, invece di tentare di convincere chi ha detto di no, si continua a mantenere un'inaccettabile pregiudiziale nei confronti di Di Pietro e dell'Italia dei Valori che, a gran voce, hanno chiesto di partecipare alla lista unitaria.
Questo ci sembra un cattivo inizio, gravido delle conseguenze negative che abbiamo segnalato nel saluto che abbiamo rivolto alle assemblee di sabato scorso - concludono gli esponenti del Movimento Ecologista - e per questo ci rivolgiamo a tutti parlamentari del centro sinistra, tutti quelli che vogliono per davvero la "casa comune", perché ottengano un mutamento di rotta, un'immediata rimozione di atteggiamenti che, dividendo anzi che unire l'opposizione, sono sintomo del non aver compreso fino in fondo l'emergenza democratica nella quale ci troviamo e, al tempo stesso, un pessimo viatico per il confronto con la società civile."


EDITORIALE DELL'ON.LE NANDO DELLA CHIESA
"IL CONVITATO DI PIETRO"
"... Ma perché Di Pietro no? Perché respingere l'Italia dei Valori fuori dai confini (della lista unitaria per l'Europa), quasi fosse una flottiglia di immigrati indesiderabili?
Più passano i giorni e più questa domanda rischia di diventare uno dei nuovi misteri gloriosi del centrosinistra italiano. Più si gira per il paese e più si sente rimbalzare questo interrogativo accalorato nelle riunioni, nelle assemblee, negli incontri di movimento e di partito.
Già: perché Di Pietro no? La spiegazione dell'ostracismo in teoria c'è.
Lapidaria. Ferrea. lnvalicabile. Semplice come per un bambino capriccioso:perché lo Sdi non vuole. Il fatto è però che questa spiegazione - stando a quel che si vede negli incontri -non riesce a essere per nulla persuasiva. Non solo. Finisce pure per rovesciare sulla lista unitaria, sul suo significato, sulla sua immagine, una ipoteca maligna.
Che sarebbe interesse di tutti smontare nel più breve tempo possibile. Ma andiamo con ordine. Il veto dello Sdi, bisogna dirlo, appare a tutti un atto pre-politico, frutto di una ruggine privata che il popolo dell'Ulivo non è più disposto a consentire a nessuno di elevare a ragione collettiva. Proprio a nessuno, nemmeno a chi ha molto più potere e voti dello Sdi. Se Prodi lancia l'idea di una lista unitaria dell'Ulivo per le elezioni europee, e Di Pietro, che è fuori dall'Ulivo, dichiara la sua adesione al progetto, non è forse questo - così ragionano gli elettori - un segno del tutto positivo? Un segno incoraggiante sulla strada di una sempre più ampia unità nel centrosinistra? E perché mai dopo avere visto i guasti devastanti prodotti dalle divisioni, dopo avere sperimentato (in Italia e perfino nel mondo) a che cosa portano i rancori o le rivalità addobbate di ideologia, dovremmo ricadere nella cultura dei recinti, dei dispetti, degli orgogli infranti?
In effetti, una volta che si scelga coraggiosamente di abbandonare il principio, tipico del proporzionale, secondo cui "divisi si prende di più!", non si capisce perché non andare fino in fondo e realizzare la coalizione più estesa possibile.
Il veto, il veto. Lì si torna nei dibattiti. E giustamente su di esso ci si interroga. Talora con foga. Intendiamoci. Lo Sdi ha molti meriti politici. Tutti dobbiamo essere grati a questo partito, ai suoi dirigenti, ai suoi militanti (che non sono solo sulla carta) per avere tenuto una parte del mondo socialista - la più qualificata, tra l'altro sul versante del centrosinistra. Chi ha seguito con attenzione la vicenda politica sa anche quanto questa scelta strategica sia costata in energie, rinunce e perfino in legami di amicizia. E tutta, la gratitudine per questo partito, il significato che a si riconosce alla sua presenza nell'Ulivo (che va ben al di là dei numeri), non possono essere la premessa per abdicare alle proprie responsabilità; la premessa per negare la precedenza assoluta all'interesse generale. Tanto più che (vogliamo parlarne a finalmente?) nemmeno le ragioni del "rancore di partito" appaiono davvero e storicamente fondate.
Perché se è vero che si va sempre più diffondendo l'abitudine di riscrivere la storia secondo gli estri e i bisogni inventivi del momento, va pure ricordato che a Milano il crollo elettorale del Psi alle elezioni dell'aprile '92 non fu dovuto a Di Pietro e ai suoi colleghi (come oggi convenzionalmente si ripete) ma agli elettori in carne e ossa. Salvo il caso di Mario Chiesa, infatti, nessun esponente di spicco socialista era stato ancora raggiunto da avvisi di garanzia quando si andò alle urne. Anzi, negli ambienti più intransigenti la procura di Milano venne accusata di avere atteso le elezioni prima di fare scattare i provvedimenti a carico degli esponenti cittadini del Psi per non incidere sull'esito del voto. Si mormorò insomma che i magistrati avessero quasi riservato un'attenzione indebita alle ragioni elettorali del partito. Calunnie, certo. Fatto sta che furono cittadini, per i fatti loro, con il loro libero voto, a provocare il crollo dei consensi.
Può non piacere, fa male pensarlo, ma fu così. Dunque, non Di Pietro alle origini del declino. E nemmeno Di Pietro colpevole di avere dolosamente perseguito reati inesistenti visto che un bel po' di reati (e non sempre i minori) commessi dalla classe politica dell'epoca furono poi certificati in modo definitivo dalla giustizia italiana. E allora? Di Pietro alieno, estraneo per cultura e temperamento ai filoni vecchi e nuovi del riformismo? Sì, questo è vero. Di Pietro non è un portatore di cultura riformista. Non lo è almeno nella accezione più diffusa del termine. Propone un suo impasto culturale, nel quale si riflette una piccola ma significativa porzione dei cittadini italiani, a quanto pare l'equivalente dei consensi elettorali di verdi e comunisti italiani insieme, a quanto pare il doppio o il triplo dei consensi dei socialisti italiani.
Un impasto di legalitarismo, di buon senso, di antipolitica. Più compatibile con la sinistra che con la destra, almeno nell'Italia di Berlusconi. E che però c'è, e va inserito (e aspira a inserirsi) in un progetto riformista coerente come quello di Prodi per l'Europa. Non organico alla cultura dell'Ulivo, ma nemmeno alieno. Tanto che lo stesso Di Pietro fece parte del governo Prodi in un ruolo non marginale. E allora? E allora quel veto sembra affondare in una combinazione inestricabile di storia e psicologia, perfino (sia detto senza offesa ) in dimensioni psicanalitiche. Così come vi affondava dopo il '96 il rifiuto tenace dei socialisti di entrare nell'Ulivo, egemonizzato dai Ds e imbottito di giustizialismo; o - successivamente - l'astio verso i movimenti del 2002, fatti uguali per decreto alle fiaccolate un po' qualunquiste di dieci anni prima. Quel groviglio di storia e psicologia va affrontato con il massimo di rispetto, nell'interesse di tutto il centrosinistra.
Ma, altrettanto nell'interesse di tutto il centrosinistra, esso non può bloccare ciò che è nella coscienza del popolo dell'Ulivo e che si sta facendo strada a passi sempre più decisi. E in fondo: non è la richiesta di adesione di Di Pietro alla lista unitaria la più grande e rumorosa delle autocritiche, l'abiura più netta e più rotonda rispetto a una scelta di separatezza, di orgoglioso isolamento? L'abiura di un isolamento che prese le mosse proprio dal rifiuto di riconoscersi nel governo di Giuliano Amato, indicato come il simbolo più eminente (e insopportabilmente ambiguo) dell'esperienza craxiana-socialista? Non si pretende dai socialisti di far propria la parabola evangelica del figliol prodigo. Ma alla loro intelligenza politica si può chiedere di sapere valorizzare una propria vittoria. E di farlo nell'interesse di tutti, guadagnandosi così sul campo un'ulteriore ragione di riconoscenza?
Il veto, infatti, oltre a essere privo di senso politico, rischia anche di danneggiare irreversibilmente l'immagine e il senso della grande, storica scelta che si è compiuta pochi giorni fa in contemporanea a Bologna, Roma e Napoli. Bisogna ricordarlo? C'è stato chi, davanti alla proposta unitaria di Prodi, per calcolo elettorale e puro istinto di sopravvivenza ha risposto di no nel giro di un minuto. Comprensibile. Meno comprensibile però è che poi venga rovesciata sui tre partiti che hanno risposto positivamente a quell'appello l'accusa di volere - essi - dividere, soprattutto quando, al loro interno e tra di loro, la scelta dell'unità è stata gravida di discussioni, di sofferenze vere, di contraddizioni trasparenti. E tutta via, se il "no, tu no" risposto a Di Pietro continuerà a riecheggiare con la forza di un boato, quell'accusa di volere tracciare fossati nella sinistra apparirà credibile.
E paradossalmente una scelta unitaria porterà sulla sua pelle il marchio della divisione.
Paradossalmente, ancora, una scelta unitaria sarà l'alibi perfetto per chi preferisce difendere i suoi piccoli numeri. Paradossalmente, infine, una scelta unitaria darà testimonianza di un costume politico che, appena può, antepone gli interessi o gli umori di partito all' Italia dell'Ulivo e dei suoi elettori."

Antonio Di Pietro

Redazione1
29.11.2003 22:20
"FINI L'EX-NEOFASCISTA? " di Cuccu44

"FINI L'EX-NEOFASCISTA? "

di Cuccu44



Cari lettori, Gianfranco Fini, segretario di AN, con il suo viaggio in Israele credo abbia completamente cambiato la storia politica della nostra nazione. Ha fatto un passo particolarmente importante, che credo vada completato con l'eliminazione della fiamma tricolore dal simbolo del partito d'Alleanza Nazionale. Ammiro il gesto di Fini ma vorrei chiedergli: perché l’ha fatto così tardi? Perché queste parole arrivano solo dopo molti anni dal suo insediamento? Lui, fedele delfino di Almirante, dovrà rispondere con estrema chiarezza alle grida di disappunto dei "fascistissimi" del suo partito, Alemanno, Tremaglia, Storace, la Mussolini, per citarne solo alcuni. Il Duce ed il suo fascismo sono forse da oggi un po' più pezzi di storia passata, anche se ancora troppi retaggi del ventennio, rimangono a ricordare quei brutti anni pieni di immenso decadentismo socio-politico e socio-culturale! Rimangono in Italia ancora troppi facinorosi che inneggiano al Duce ed al suo fascismo delle masse. Basta ricordare Forza Nuova. Senza dimenticare alcune Stragi di Stato fatte da militanti neo-fascisti. L'Italia fa fatica a dimenticare il suo passato. I nostri vecchi raccontano la loro guerra al fascismo mentre i nostri giovani a volte, neppure sanno cosa ha rappresentato per l'Italia. A questo punto sono curioso di vedere cosa accadrà ancora. Dell'onorevole Fini non mi fido! Troppi colpi di scena si stanno aggirando nella sua vita politica ultimamente; tra questi non si può dimenticare la proposta del voto agli immigrati. Chissà che non sia solo una manovra demagogica per spostare un po' più nel mezzo il baricentro politico del suo partito e magari rubare a Forza Italia voti e premierato.....! Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova

Redazione1
29.11.2003 22:22
Non sono più un malato, sono un fallito

In attesa che il Centro psicosociale, con i suoi tempi lunghi decida del mio
destino lavorativo - se ne avrò uno - Mi giunge spontanea una riflessione.
Ci sono persone, come me, che non hanno avuto una possibilità concreta dalla
vita. Ma siccome non sono riuscito a lavorare tre anni di seguito _-Facevo
supplenze. Non sono più un malato, sono un fallito. Ai falliti si danno 228
euro al mese, e bisogna dire grazie. I medici del c p s ci tengono a
bloccare ogni mia iniziativa personale, facendomi ricadere nella
depressione, ma no niente eufemismi..Sconforto e Disperazione. Tra poco
lavoro svolto, molto mobbismo e un futuro precario o nullo, devo lottare per
tornare ad amare la vita. Il fallito è amato da un sito letterario, ha
pubblicato e forse pubblicherà ancora, immagino il mio "caro" psichiatra,
cosa riuscirebbe mai a scrivere, o la commissione invalidi...
Cordiali Saluti
Vittorio Farina

Redazione1
29.11.2003 22:24
L’OMELIA DEL CARDINALE RUINI

Anticipando l’annuncio della Parola di Dio otto secoli prima di Cristo il profeta Isaia così condannava la violenza e la guerra: «Con le loro spade costruiranno aratri e falci con le loro lance; nessun popolo prenderà più le armi contro un altro popolo né si eserciteranno più per la guerra». E questa Parola poi venne e fu esplicita: «Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati Figlio di Dio … Amate i vostri nemici … Perdonate fino a settanta volte sette … Rimetti la tua spada al suo posto, poiché tutti quelli che mettono mano alla spada, di spada periranno». Un messaggio che duemila anni dopo è stato riproposto al “mondo contemporaneo” dal Concilio Vaticano II che ha condannato l’uso delle armi per “imporre il proprio dominio su altre nazioni” ed ha definito «delitto contro Dio e contro la stessa umanità ogni atto di guerra che comporti la distruzione di città o di regioni e dei loro abitanti». Insegnamento questo con forza ripreso da Giovanni Paolo II che ha ripetutamente condannato senza riserve l’intervento armato in Iraq e che ha recentemente ricordato come per combattere guerre e terrorismi il mondo non abbia bisogno di “muri” ma di “ponti”.

Nella omelia funebre per le diciannove vittime di Nassiriya il cardinale Ruini, riferendosi all’Iraq e ai terroristi che stanno insanguinando quella terra, ha sorprendentemente così interpretato il messaggio evangelico e l’insegnamento della Chiesa sulla guerra e la violenza: «Non fuggiremo davanti a loro, anzi li fronteggeremo con tutto il coraggio, l’energia e la determinazione di cui siamo capaci. Ma non li odieremo, anzi non ci stancheremo di far loro capire che tutto l’impegno dell’Italia, compreso il suo coinvolgimento militare, è orientato a promuovere una convivenza umana in cui ci siano spazio e dignità per ogni popolo, cultura e religione». Sono affermazioni che per il loro tono, stile e contenuto risultano ostiche a quanti non si attendono dalla Chiesa contrapposizioni frontali, esaltazioni del coraggio ed ostentazioni di energia ma esortazioni alla resipiscenza, al ravvedimento, alla giustizia e al perdono con la costruzioni di “ponti” in ogni direzione ed anche verso quei «terroristi assassini» ai quali in un contesto del tutto diverso Paolo VI tempo addietro si rivolse significativamente chiamandoli «uomini».

Ma le parole del cardinale sorprendono anche perché avallano la missione militare definendola orientata a promuovere la pace. Argomento questo assai debole perché se la pace era ed è senza dubbio nel cuore e negli intenti delle diciannove vittime e di tutti i nostri militari, la missione in sé, oggettivamente e politicamente riguardata, non presenta certo connotati di pace né come tale viene avvertita dalle popolazioni irachene. E ciò perché la guerra angloamericana contro l’Iraq non è terminata ma continua (lo ha ammesso persino Tony Blair ricevendo Bush), perché questa guerra ha ottenuto l’esplicito consenso del governo italiano e perché la nostra missione militare è strettamente connessa ad un intervento armato non difensivo ripudiato dalla nostra Costituzione ed illegittimo per il diritto internazionale che consente solo in via urgente e provvisoria il diritto di autotutela mentre affida la sicurezza collettiva ed il mantenimento della pace alle Nazioni Unite prevedendo l’impiego della forza solo sotto un comando internazionale facente capo al Consiglio di sicurezza.

Sorprende poi che Ruini, parlando del coinvolgimento militare italiano, abbia espresso un giudizio prettamente politico su una questione che alla luce del Concilio appartiene alla «autonomia delle realtà temporali» e cioè, in questo caso, alla autonoma responsabilità della politica segnata per sua natura dal confronto anche duro fra scelte diverse ed opinabili. Spiace poi che egli, nell’esprimere questo giudizio, non abbia considerato come quel terrorismo che ha ucciso i carabinieri ed i soldati italiani ha trovato (e mille voci l’avevano previsto) proprio nella guerra approvata dal nostro governo grande alimento e vigore i cui effetti sono sempre più tragicamente sotto gli occhi di tutti. E duole infine che il Presidente della CEI, nel modellare alcuni importanti passaggi della sua omelia sulla marcata ritualità patriottica dei funerali, non abbia tenuto conto del turbamento che certe sue espressioni avrebbero arrecato alla sensibilità dei tanti credenti che si riconoscono nelle parole di una famosa lettera scritta da don Milani quasi quarant’anni addietro: «Anche la patria è una creatura cioè qualcosa di meno di Dio, cioè un idolo se la si adora. Io penso che non si può dar la vita per qualcosa di meno di Dio. Ma se anche si dovesse concedere che si può dar la vita per l’idolo buono (la patria), certo non si potrà concedere che si possa dar la vita per l’idolo cattivo (le speculazioni degli industriali)». Come quelle appunto che hanno ad oggetto il petrolio iracheno.
Brindisi, 24 novembre 2003
Michele DI SCHIENA

Redazione1
29.11.2003 22:27
Dopo la strage di Nassiriya che fare?

Firma l´appello della Tavola della pace
Cari Amici,
all’indomani della tragedia di Nassiriya, la Tavola della pace rilancia un forte appello all’impegno per la pace in Iraq proponendo al Parlamento, al Governo e a tutte le forze politiche di imprimere una chiara svolta nell’azione politica internazionale dell’Italia.
Il documento “L’Italia per l´Iraq: ripartiamo dall’Onu” propone che l’Italia s’impegni a sostenere il rapido rientro dell’Onu in Iraq e a mettere fine all’occupazione anglo-americana (il solo modo per interrompere la spirale della violenza e creare le condizioni per una vera transizione verso la democrazia).

Ciò che noi proponiamo non è il disimpegno ma un diverso e migliore impegno. Non più a sostegno delle potenze occupanti ma a sostegno dell’Onu. In questo senso l’Italia deve scegliere se continuare a sostenere il disegno americano o se cambiare strada e investire sull’Onu.

Vi invitiamo a sostenere questa proposta inviando subito la vostra adesione al documento e promuovendo la sua più ampia diffusione.

Il nostro appello (che potete leggere nel nostro sito www.tavoladellapace.it) si conclude invitando tutte le donne e gli uomini di buona volontà a gridare insieme, il prossimo 10 dicembre 2003, 55° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Mai più violenza, mai più guerra, mai più terrorismo”. Fateci sapere quali iniziative intendete assumere.
In attesa di ricevere un segno del vostro interesse, vi inviamo i più cordiali saluti
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della Pace
Perugia, 25 novembre 2003

Redazione1
30.11.2003 09:27
Positivo rinnovo del contratto sanità. di Cesare Damiano

Sanità/contratto: Damiano, “Positiva preintesa. Diritto contrattazione diventi regola per settore pubblico”.
“Finalmente dopo 23 mesi di trattative e di scioperi è stata siglata la preintesa per il rinnovo del CCNL dei lavoratori della sanità.
Nei mesi scorsi avevamo avuto modo di incontrare le OO.SS. sindacali del settore ed esprimere la nostra condivisione rispetto alla rivendicazioni della categoria. Le ragioni che stavano alla base del diritto al rinnovo contrattuale hanno prevalso sull’atteggiamento di chiusura portato avanti in questi lunghi mesi del Governo”.

Lo afferma Cesare Damiano, responsabile Lavoro della Segreteria nazionale Ds.

“Con questo rinnovo – prosegue Damiano - non solo si costruisce una normativa idonea ad affrontare la modernizzazione del settore rispetto ai bisogni dell’utenza, ma si da’ una risposta anche se tardiva all’andamento del costo della vita ed alla riduzione del potere d’acquisto dei redditi da lavoro”.

“Ci auguriamo – conclude il responsabile Lavoro - anche che per tutto il settore pubblico inizi una nuova fase nella quale, da parte del governo, il diritto alla contrattazione sia considerato una regola”.

Redazione1
2.12.2003 22:25
Noi siamo passati a Linux

Domenica 30 novembre alle ore 15 si è tenuto, presso la biblioteca del
Comune di Salò, la prima edizione del Linux Day organizzato dal Garda Linux User Group (GardaLug) col patrocinio del Comune di Salò e
dell'Associazione Culturale La Corte.

Che obbiettivo si prefigge il Gardalug con questa manifestazione,
rivolta ad un pubblico curioso di conoscere il mondo del Software Libero
e di GNU/Linux?

Ecco cosa ci rispondono i responsabili del Lug:

“Quanto aziende o enti pubblici, quante scuole o quanti privati
sarebbero disposti a rifornirsi di materiale per l'ufficio (macchine o
cancelleria) esclusivamente ed incondizionatamente da un unico
fornitore? Veramente pochi.

Invece questo è quello che avviene ogni giorno per quanto riguarda il
software che governa i nostri computer e gestisce i nostri dati.

In questi ultimi anni, però, una valida alternativa sta raccogliendo
sempre maggiori consensi da parte di realtà private e anche da parte
delle pubbliche amministrazione di diversi paesi: GNU/Linux.

GNU/Linux è un sistema operativo disponibile per diverse piattaforme
hardware, al suo sviluppo attualmente contribuiscono migliaia di
programmatori sparsi in tutto il mondo rilasciando liberamente le
sorgenti dei programmi realizzati.”


Durante l'incontro sono stati illustrati i concetti principali relativi
alla licenze d'uso che regolano i diritti d'autore sul software, e sono
stati presentati (tramite l'impiego di alcuni dei programmi più diffusi)
diversi esempi di utilizzo di questo sistema come postazione di lavoro.

Inoltre sono stati messi a disposizione del pubblico tre computer per
sperimentare l'utilizzo di GNU/Linux in prima persona, e sono stati
distribuiti dei CD “live” al pubblico curioso di provare a casa questa
“rivoluzione informatica” senza dover installare niente.

Hanno partecipato, in qualità di relatori, anche alcuni membri del
vicino LUG di Brescia. L'incontro è stato articolato in otto interventi
a copertura delle principali tematiche concernenti il software libero.
Per ulteriori informazioni visitare il sito www.gardalug.linux.it oppure
scrivere a info@gardalug.linux.it.
Cordiali Saluti
Daniel Di Stasio
Responsabile Informatica Associazione La Corte
Responsabile GardaLug

P.S.: Il materiale fotografico e vari loghi saranno disponibili sul sito
del GardaLug al seguente indirizzo: http://gardalug.linux.it/linuxday
dopo le ore 21 di lunedì 1/12/03.
--
**********************
Noi siamo passati a Linux!!
**********************
Associazione Culturale La Corte
Via Seriola 35 - 25087 Salò BS
tel. 0365/22012 - e-mail: info@lacorteweb.it www.lacorteweb.it

Redazione1
2.12.2003 22:27
Sergio Staino e David Riondino presentano

Venerdì 5 dicembre, ore 21.00, Auditorium -Palestra Istituto Mattei,
via Traverso, Conselve ( Padova)

SERGIO STAINO e DAVID RIONDINO
presentano
Gli Angeli del cortile ( Einaudi)
di Adriano Sofri e Sergio Staino

nell'ambito della rassegna" Incontri con l'Autore 2003-2004"
promossa dall'Assessorato alla Cultura
e organizzato da Bruna Coscia.
ingresso libero

Questa è un’altra storia di Natale.
Nelle storie di Natale ci sono spesso gli angeli, come è giusto.

Anche in prigione ci sono gli angeli.

Soprattutto in prigione. Ce n’è bisogno.

Dormono nei cortili dell’aria, perché vivono d’aria, e in cella non ce n’è tanta.

Dunque, tutto comincia nel cortile…

Nelle incantevoli tavole a colori di Isabella e Sergio Staino, un nuovo “racconto di Natale” di Adriano Sofri. Scritto in origine per essere letto in carcere la notte di Natale, come quello pubblicato per il Natale 2002. Gli anni passano, infatti.

Redazione1
6.12.2003 08:38
La disuccupazione per Maroni

"LA DISOCCUPAZIONE PER MARONI"
di Cuccu44
Cari lettori, secondo il Ministro Maroni, in Italia vi sarebbero solo "2.000.000" (due milioni!) di disoccupati. Questo, sempre secondo il signor Ministro, pare sia un gran risultato. Il migliore dal 1992! Sembra quasi una presa in giro. Due milioni di persone senza lavoro sono tantissime. Certamente sono calate in rapporto ad altri anni, ma non mi pare una gran vittoria. Soprattutto vorrei chiedere al padano Maroni, perché non dice chiaramente che all’interno della percentuale di occupati sono stati inseriti anche i precari senza un contratto a tempo indeterminato. Le cifre credo falsino la realtà, infatti, quest'ultima è fatta d’altri numeri. L'unico tipo di contratto che può permettere un futuro più o meno tranquillo è quello a tempo indeterminato! Ahimè, quest'ultimo, è sempre meno utilizzato. Dal 24 ottobre, data d’entrata in vigore della Riforma Biagi, la situazione di precarizzazione dei lavoratori è peggiorata ulteriormente. Il Professor Biagi, pace a lui, ha ideato una riforma pessima e straziante per i lavoratori. Una riforma lontana dai problemi del lavoro, ma vicina al volere del padronato! Urlare facili statistiche è facile e demagogico, ma sono i numeri reali quelli che contano. I lavoratori oramai hanno sempre meno certezze e meno garanzie. Proprio in questi giorni il governo parla di modifiche alla legge sugli scioperi! Forse il cavaliere vuole eliminare anche quest’ultima forma di protesta civile? Per capire il mondo del lavoro, bisogna innanzitutto comprendere che i lavoratori sono persone e non solo numeri di matricola, anche se ultimamente la tendenza è proprio questa! Le statistiche, invece, sono strumenti al servizio dei media e dei politici, per raccontare alla gente comune le solite bugie di Regime! La disoccupazione c’è e si vede! Cuccu44, sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova.

Redazione1
6.12.2003 08:41
Le "parole di Fini"

Anche l’ultima sortita di Fini sulle radici fasciste del suo partito è stata nuovamente accolta con una retorica di consensi, a destra e sinistra, che nuoce all’intelligenza prima ancora che alla politica.

Trasmetto l’ultimo articolo di Michele DI SCHIENA che argomenta il dissenso svelandone l’ennesima operazione di facciata.

Chiunque volesse utilizzare l’articolo per confrontarsi o volesse diffonderlo è autorizzato.

Giancarlo CANUTO A SINISTRA Movimento Politico Antiliberista Brindisi

LE “PAROLE” DI FINI

Il centrosinistra politico e quello culturale dei tanti commentatori ed opinionisti avevano qualche settimana addietro commesso l’errore di attribuire alla sortita dell’on.le Fini sul voto agli immigrati un rilievo che certo non meritava. Si trattava infatti, come ha poi confermato il disegno di legge costituzionale che ad essa ha fatto seguito, di una iniziativa essenzialmente propagandistica che non poteva in alcuno modo alleggerire l’odioso carico di pregiudizi, di rifiuti e di offese alla dignità umana che la legge Bossi-Fini sta riversando sull’umanità dolente degli stranieri non comunitari che miseria e guerre spingono sul nostro territorio. Errore questo che si è ripetuto con diabolica perseveranza all’indomani della svolta “antifascista” operata in Israele dal leader di AN che ha definito nefande le leggi razziali del ’38 ed ha condannato il fascismo come “male assoluto”.

E’ invero un errore quello di porre al centro del dibattito politico le ormai frequenti dichiarazioni “democratiche” e “moderate” di Fini così come dare peso alle sparate di Bossi, alle rivalità tra il leader della Lega e quello di AN, alle compassate esternazioni “terziste” dell’on.le Casini, alle ricercate battute ed ai semplicistici sillogismi di Follini, ai contrasti e alle convergenze all’interno della maggioranza, agli equilibri ed ai riassetti nella Casa delle libertà e alle ipotesi sul futuro politico del cavaliere. E’ un penoso rito “antico ed accettato” che era in voga nella peggiore prima repubblica e che serve oggi a distogliere l’attenzione della gente dai gravi problemi del Paese a tutto vantaggio di una maggioranza che giorno dopo giorno li aggrava e che in alcune sue componenti veste i panni di coscienza critica per rubare la scena all’opposizione ed appannarne la visibilità.

Una maggioranza questa che mortifica la coscienza democratica del Paese operando scelte ed adottando provvedimenti di enorme gravità: dalla legge sul falso in bilancio alla legge Cirami, dalla riforma che precarizza all’estremo il lavoro alle politiche di attacco ai salari e alle pensioni che stanno provocando impoverimenti di massa, dalle riforme costituzionali che rischiano di frantumare il Paese aggravandone gli squilibri alla riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario rivolta a colpire la libertà e l’autonomia della magistratura, dalla politica sanitaria che indebolisce il servizio pubblico per privilegiare il privato ad una riforma scolastica che applica all’istruzione la medesima logica, dalla incostituzionale legge Gasparri che consolida ed ingigantisce lo strapotere berlusconiano sull’informazione ad una politica estera dissennata e servile che giustifica la guerra di Bush contro l’Iraq e disastrosamente coinvolge in essa i nostri militari ed il nostro Paese.

Ma torniamo alle parole di condanna del fascismo pronunciate da Fini a Gerusalemme per chiederci se questa sua ultima sortita si possa considerare in qualche modo una vera svolta. A ben guardare si è trattato di parole e solo di parole perché le decisioni e i fatti contraddicono quelle parole e stanno a dimostrare che vi è nella sostanza continuità culturale e politica tra le scelte che fece a suo tempo “la casa del padre” e quelle che fa oggi “la casa dei figli” con una determinazione che non lascia intravedere, se non agli ingenui, apprezzabili cambiamenti di rotta. Si rassicurino perciò la Mussolini, Storace e Tremaglia: la satira pessimistica di un vecchio adagio dice che Dio ha dato agli uomini la parola perché possano nascondere il loro pensiero. E della parola, dopo un lungo tempo di sostanziale silenzio, il vice presidente del Consiglio si sta ora servendo a dismisura per accreditare la sua immagine ed indirettamente quella del centrodestra.

C’è allora da chiedersi quali politiche avrebbe messo in atto oggi quel fascismo del “padre” in una situazione interna ed internazionale radicalmente mutata. Non avrebbe certo pensato di fare qualche marcia su Roma, né di usare come mezzi persuasivi l’olio di ricino ed il manganello e neppure di mandare tranquillamente a casa il Parlamento così come non avrebbe inseguito il sogno dell’impero, non si sarebbe vantato di poter “spezzare le reni” a qualche vicino stato europeo e non avrebbe costituito un “asse” con la Germania di Schroeder per fare a mezzo mondo, Stati Uniti compresi, una guerra disastrosa pensando di vincerla. Oggi quel fascismo avrebbe invece fatto più o meno ciò che sta facendo questo governo di Fini e di Berlusconi: avrebbe colpito diritti essenziali, avrebbe cercato di mortificare i sindacati, avrebbe tentato di mettere sotto controllo i mezzi di informazione, avrebbe puntato ad indebolire la magistratura, si sarebbe adoperato per criminalizzare il dissenso e per reprimere la protesta mandando anche qualche gerarca nelle caserme dei carabinieri per seguire da vicino le operazioni a tal fine disposte, sarebbe stato ostile non agli ebrei d’Israele amici degli americani ma agli arabi che si oppongono all’egemonia occidentale, avrebbe considerato superiore (“uber alles”) la nostra civiltà ed inevitabile lo scontro fra civiltà, si sarebbe legato a doppio filo al carro di Bush ed avrebbe condiviso la guerra preventiva trascinando in essa il nostro Paese e stracciando l’art. 11 della Costituzione repubblicana.

Chissà perché viene alla mente la saggezza evangelica, illuminante anche in ambiti diversi da quello propriamente religioso, per la quale i falsi profeti vanno riconosciuti dai loro frutti. Forse perché i frutti rovinosi di certe politiche sono oggi davvero sotto gli occhi di tutti.

Brindisi, 4 dicembre 2003

Michele DI SCHIENA

Redazione1
7.12.2003 13:22
Film : Le invasioni barbariche....

Le invasioni barbariche

Titolo originale: Les Invasions Barbares
Nazione: Canada/Francia
Anno: 2002
Genere: Drammatico
Durata: 112'
Regia: Denys Arcand
Sito ufficiale:
Sito italiano: www.bimfilm.com/leinvasionibarbariche/


Cast: Remy Girard, Stéphane Rousseau, Dorothee Berryman, Louise Portal, Dominique Michel
Produzione: Daniel Louis, Denise Robert
Distribuzione: Bim
Uscita prevista: Cannes 2003
05 Dicembre 2003 (cinema)

Trama:
Rèmy, cinquant'anni, divorziato, si trova all'ospedale. L'ex moglie Louise, chiama il figlio Sébastien a Londra per convincerlo a tornare a casa in questo momento. Sébastien prima esita, poi parte per Montreal per aiutare la madre e sostenere il padre..
----------------------------
Le invasioni barbariche
Così come le invasioni barbariche segnarono inevitabilmente il declino dell'impero romano, allo stesso modo i "barbari" di oggi travestiti da uomini d'affari in doppio petto, consacrati ai soldi e alla tecnologia - che conducono una vita frenetica e omologata - stanno minando quella civiltà occidentale che, secondo il regista, è cominciata con Dante e Montaigne.
Seguito ideale de "Il declino dell'impero americano", film di denuncia del 1986 contro un "regime" (quello americano appunto) che si è imposto come dominatore assoluto del mondo intero, questa opera di Arcand racconta di Remy, un professore colto e impegnato, e dei suoi ultimi tragici giorni. Egli ha vissuto un'esistenza sregolata, da libertino, ha amato tutti i piaceri della vita, dell'arte e della cultura, ha inseguito ideali che spesso lo hanno deluso ma che non ha mai abbandonato. Sulla soglia della cinquantina scopre di avere una malattia terminale, ma si scopre anche solo, abbandonato da amici e figli. La ex-moglie Louise, che nonostante i tradimenti gli è sempre rimasta vicino, convince il figlio Sébastien, con un carattere ed una vita diametralmente opposti a quelli di Remy a tornare a Montreal per sostenere suo padre. Il ragazzo, affermato agente finanziario, scuote tutto il sistema ospedaliero per agevolare gli ultimi giorni di Remy, e riesce persino a riunire intorno al letto del padre un'allegra brigata di amici del professore, composta da funzionari, docenti, alunni, tossicomani e studenti, nonché di ex amanti.
Sferzante, cinico, diretto, il film mostra uno spaccato di vita comune a molte persone. Nonostante il tema portante sia quello di una grave malattia, non scade mai nella banalità. Racconta la vita così come è, ricca di dolori e allegrie, di passioni e rinunce. Tocca le corde della commozione ma non si dimentica che anche nei momenti più cupi basta una frase detta in un certo modo per farci sorridere. Tratta argomenti "scottanti" come quello della droga da usare per fini terapeutici, quello dell'eutanasia, quello della corruzione e della mala sanità. Temi che sembrano prettamente italiani, ma che a ben vedere sono sopranazionali. Malgrado la tristezza che sempre accompagna la fine di una esistenza, il film è un canto di lode alla vita stessa, e soprattutto un inno alla giovinezza: è un cantico nei confronti di un periodo ricco di speranze, sogni, illusioni. Non è facile congedarsi da chi si è amato, non è facile accettare di andarsene e non poter più tornare, non è facile pensare che tutto continuerà anche senza di noi, eppure nonostante il rimpianto per non avere cercato mai il senso profondo delle cose, il professore si congeda da tutti consapevole dei propri errori ma non rinnegando la propria natura.
La sceneggiatura, giustamente premiata al Festival di Cannes si avvale di dialoghi sapientemente costruiti, colti, ricchi di citazioni e richiami letterari (che spaziano da Platone, Seneca e Dante fino a opere contemporanee come "Se questo è un uomo" e "Arcipelago Gulag"). Non mancano neppure i rimandi cinematografici, primo fra tutti, quello all'opera di Augusto Genina "Cielo sulla palude", in cui un'eterea Ines Orsini interpreta Santa Maria Goretti.
Per chi ha voglia di sorridere senza dimenticare di riflettere.

Teresa Lavanga

fonte: www.filmup.com

Redazione1
7.12.2003 14:40
Droga: proibire è inutile

DROGA: PROIBIRE È INUTILE, È UN PROBLEMA DI EDUCAZIONE
Il vicepresidente del consiglio ha proposto un’iniziativa legislativa per un regime più repressivo in materia di assunzione di droghe, leggere o pesanti che siano, otre che, ovviamente, del loro spaccio.
I contenuti non cambiano: la galera per tutti, consumatori e non, con l’unificazione delle tabelle tra droghe pesanti e leggere. Avremo così condanne da otto a venti anni anche per uno spinello (con il conseguente aumento del numero dei carcerati).
Fini dunque prosegue lungo la strada proibizionista già percorsa da decenni: quella che ha prodotto più droga (maggiore diffusione delle sostanze, e nuovi tipi di sostanze psicoattive), più morti, più mafia e più AIDS.
Quella stessa linea che invano hanno perseguito i maggiori paesi avanzati, che pur ricorrendo ai più rigidi e complessi sistemi di controllo, non sono riusciti a ridurre, non diciamo a vincere, lo spaccio di tali sostanze e queste resteranno come grave minaccia della gioventù anche per i prossimi anni. L’esponente d’Alleanza Nazionale con una certa ambiguità spazia con indifferenza tra la modernità del voto amministrativo agli immigrati e della legalizzazione della prostituzione alla guerra santa contro lo spinello. Con la stessa disinvoltura si distanzia dalle malefatte del ventennio fascista rinnegandone le leggi razziali contro gli ebrei, per poi riprenderne la stessa cultura becera di un fascismo che aveva l’ossessione razzista dei gay e dei drogati, considerati come frutti marci, della depravazione democratica. Fini non si accorge che la democrazia si fonda essenzialmente sui processi di modernizzazione della vita sociale. Non si accorge che la legislazione repressiva è illiberale e oscurantista. Come ridicolo destinato alla più smodata trasgressione è il concetto della modica quantità, che se fosse applicato all’alcolismo e tabacchi (che in tema di dipendenza battono ogni droga leggera) porterebbe alla chiusura di tutte quelle attività commerciali come enoteche, tabacchi, osterie, oltre al crollo della produzione vinicola nazionale.
Questo segnale è stato captato anche in Gran Bretagna dove hanno riclassificato la marijuana come sostanza non estremamente dannosa poiché lo spinello da meno assuefazione delle sigarette o dell’alcol.
Gli effetti del proibizionismo assoluto sono noti a tutti. Non eliminano il fenomeno della droga, anzi lo accentuano. Proprio dalla consapevolezza di tale problema è nata la teoria dell’antiproibizionismo. Se, malgrado ogni sforzo non si riesce ad impedire che la droga giunga sul “mercato” perché non legalizzarla? Si avrebbe il vantaggio di sconfiggere le organizzazioni criminali, che dalla droga traggono un guadagno quasi incalcolabile. Ma si avrebbe soprattutto il vantaggio di evitare la persuasione, il proselitismo.
Secondo gli esperti, la mancanza di una pena per l’uso personale non porterà ad un aumento del consumo o del numero dei singoli consumatori di marijuana.
Combattere la droga sì ,ma nel modo giusto e soprattutto nel pieno rispetto della democrazia. Il vero problema di fondo, molto più vasto e complicato da risolvere, è quello di un ormai diffusa cultura dell’illegalità miope di principi e valori. Ed è proprio qui che il governo deve fare la sua lotta più grande. Educare soprattutto i giovani con forti opere di sensibilizzazione, spiegare loro i pericoli a cui vanno incontro. Spesso s’iniziano ad usare stupefacenti come mezzo d’aggregazione e di svago, perché il problema della droga nasce anche dal cattivo utilizzo del tempo libero e del malessere che ne comporta.
Su un tema così delicato, ancora una volta, il governo, intende proporre una battaglia ideologica che non solo non risolverà il problema, ma anzi lo aggraverà. Restiamo fiduciosi sperando che su temi di questa natura alla fine la ragione e la cultura laica e liberale possano prevalere.
FORTUNATO GITTO


fonte: www.psi2000.it/ATO GITTO

Redazione1
7.12.2003 14:48
SODDISFAZIONE PER DECISIONE DELLA CASSAZIONE SULLA CONFORMITA DELLA RICHIESTA DI REFERENDUM

Cari Amici,
è con grande soddisfazione che Vi informiamo che oggi la Suprema Corte di Cassazione ha decretato la validità e la conformità a tutti i requisiti di legge della richiesta di referendum abrogativo del "Lodo Maccanico" presentata da I.D.V.
In particolare è stato ampiamente raggiunto e superato il quorum delle 500.000 firme.
Basti pensare che delle circa 950.000 firme depositate la Cassazione ne ha esaminate 610.000, trovandone ben 582.000 valide, dopodichè, essendo ampiamente superato il quorum, ha interrotto il controllo.
Questo significa che solo il 3% delle firme raccolte non è stato considerato valido, per qualche vizio di forma e, quindi, che le firme valide depositate erano sicuramente più di novecentomila.
Un vero record, insomma. Sia perché non si era mai verificato prima un così modesto scarto di firme, sia perché non erano mai state depositate in precedenza un così grande numero di firme valide.
Un record di cui tutti noi dobbiamo essere orgogliosi e che testimonia la presenza e la capacità di organizzazione del nostro partito in tutto il territorio nazionale.
Cosa succederà adesso?
Innanzitutto è importante che questa decisione sia intervenuta prima del 9 dicembre, data in cui la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla Costituzionalità dello stesso Lodo Schifani".
La Corte Costituzionale, ora, potrà infatti affrontare la questione con ancora maggiore serenità. Sapendo che quasi un milione di italiani ha già validamente sostenuto la richiesta di referendum abrogativo".
Possiamo quindi cominciare a sperare che le ore di questa legge vergogna siano ormai contate e che la Corte Costituzionale, in prima battuta, dichiarandone l'incostituzionalità, oppure, in seconda battuta, gli stessi cittadini italiani, col voto referendario, cancellino dall'ordinamento una legge sbagliata, inutile ed immorale".
E se, alla fine, il referendum si celebrerà, dobbiamo sapere che sarà necessaria la massima unità ed impegno di tutte le forze dell'opposizione e della società civile per ottenere un risultato positivo.
Ed è a questo obiettivo che da oggi, incessantemente, Italia Dei Valori lavorerà, mettendo a disposizione di tutto il paese civile questa battaglia di democrazia, che non può e non deve restare appannaggio di una sola forza politica ma diventare patrimonio comune di tutte quelle forze che credono ancora nei valori della Costituzione e nel principio dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, anche se il cittadino in questione è l'uomo più ricco e potente del Paese.

On. Antonio Di Pietro
Avv. Massimo Donadi

Redazione1
7.12.2003 14:53
Ieri Radio Londra, oggi internet...

Movimento Università-Opinione
muoge@fastwebnet.it
L’etica della responsabilità pubblica, il valore della scienza e della coscienza.

Ieri Radio Londra, oggi Internet
Se qualcuno riponeva ancora qualche speranza nel berlusconismo, oggi ha più di un motivo per ricredersi. I meno abbienti pagano più tasse mentre i ricchi ne pagano di meno (o non ne pagano affatto). Lo stato sociale è progressivamente smantellato: la scuola pubblica è sempre più penalizzata, la sanità è in gravissime difficoltà, tanto che alcuni enti ospedalieri dovranno vendere gli immobili ai privati. Il lavoro è sempre più precario e molte garanzie dei lavoratori sono abolite. Il patrimonio storico artistico è messo in vendita. La qualità della vita peggiora. I poveri e gli esclusi sono drammaticamente in aumento.
La nostra classe politica al governo mostra sempre di più il suo vero volto autoritario. Gravissimi sono gli attacchi alla libertà di informazione. Le ultime vergognose censure sono inconcepibili in una democrazia moderna. La legge Gasparri sancirà la normalizzazione di questo mostruoso monopolio TV. E' una legge truffa, perché con il digitale (che potrebbe anche non avere diffusione) si promette la liberalizzazione dell'informazione nel futuro per negarla oggi a tutti noi che utilizziamo una TV tradizionale. La libertà di informazione deve essere garantita oggi, non rimandata sine die. Pensate la beffa: su satellite doveva andarvi una delle tre reti di Berlusconi (la Cassazione aveva disposto in tal senso) ma Gasparri vi manda le altre reti (che oggi neanche esistono).
Questo governo sta rovinando il nostro Paese. E come se tutto ciò non bastasse, questo governo, ossequioso del neo-imperialismo americano, ha fatto entrare in guerra l'Italia senza che gli Italiani se ne accorgessero.
Questo è regime. Non vediamo i carri armati, d'accordo, ma l'offensiva contro di noi, popolo che si vorrebbe bue, ricorre ad armi moderne, quelle mediatiche, che condizionano il popolo e lo plagiano.
Come possiamo difenderci da tutto questo?
Primo di tutto non dobbiamo farci illusioni.
Se siamo in questa situazione lo dobbiamo in parte al governo precedente che ha avuto l'irrimediabile torto di non promulgare una legge contro il conflitto di interessi. Adesso non ci resta che lottare perché il diritto prevalga contro chi usa le Istituzioni per il bene di pochi. La storia ci insegna che le dittature mai sono state scalzate da libere elezioni. A volte sono crollate per autodistruzione, è vero, ma non possiamo sperare solo in una tale soluzione liberatoria. Anche noi dobbiamo e possiamo fare la nostra parte.
L'unico modo per mandare Berlusconi a trascorrere il tempo sdraiato nei verdi prati della sua villa di Arcore, a meditare sulle sue nefandezze, è con i mezzi mediatici a noi accessibili, per dare corpo a quello in cui crediamo, i valori etici e civili in primo luogo. Possiamo parlare tra di noi e alimentare reti di comunicazione dirette, da persona a persona. Disponiamo di un mezzo moderno, Internet, per ricevere ed inviare messaggi, accedere a siti che ci informano o che ci consentono di vedere e ascoltare quello che ci è negato dalla TV di Stato, come la satira dei fratelli Guzzanti, che oggi è disponibile su www.igirotondi.it.
E' una nuova forma di resistenza. Durante la guerra di liberazione i civili si dotavano di una radio per ascoltare Radio Londra, così oggi possiamo dotarci in massa di un computer per essere correttamente informati, per non piegarci a questa neo-dittatura mediatica. Sappiamo che molti non posseggono ancora un computer. Spieghiamo loro come lo si usa e non ci perderemo più di vista, in linea con l'invito di Nanni Moretti del settembre 2002.
Fateci sapere che cosa ne pensate.
Alessandro Morelli, Giorgio Di Liberto, Angelo Abbondandolo
Genova, 2 dicembre 2003

Ringraziamo tutti per gli incoraggiamenti e i contributi che riceviamo. Anche questa volta, per ragioni di spazio, possiamo pubblicarne soltanto una parte. Particolarmente significativo è l'intervento del Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, che ha il coraggio di esprimersi ufficialmente e che conferma la linea adottata da Università-Opinione, ossia che i rappresentanti delle Istituzioni hanno il diritto/dovere di pronunciarsi quando le istituzioni sono minacciate.

Visto l'interesse sollevato per gli interventi di chi sta dall'altra parte, qui di seguito ne pubblichiamo un certo numero.



Dal Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino
Ho ricevuto la Vostra e-mail del 13 ottobre scorso e sento il dovere, in qualità di Presidente della democratica Provincia di Pesaro e Urbino che ho l'onore di rappresentare, di esprimere le mie considerazioni.
Anch'io non posso astenermi dal giudicare arroganti le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Berlusconi e rimango oltremodo perplesso al pensiero che simili esternazioni giungano proprio da chi ha il compito di rappresentare il Governo italiano.
Nessun rappresentante istituzionale credo abbia mai avuto parole simili per il nostro Paese nei confronti del quale in ogni circostanza si atteggia a "salvatore" .
Forse sfugge al nostro Presidente del Consiglio, sempre proiettato a bloccare l'Italia mettendo al centro questioni riguardanti interessi privati, che suo precipuo compito dovrebbe essere quello di promuovere l'incontro di tutte le forze democratiche e favorire la ricerca di un compromesso che, nelle diversità ed identità, affermi il bene comune.
Forse non gli è ben chiaro che, fare politica, significa assumere come ottica del pensare la polis, vale a dire la totalità dei cittadini e dunque pensare e agire di conseguenza secondo il criterio del bene comune, difficilmente raggiungibile con l'abile promozione della propria immagine o con facili slogan!
I miei più cordiali saluti.
F.TO SEN. PALMIRO UCCHIELLI - Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino p.ucchielli@provincia.ps.it

Da Milano
Cari Amici, Grazie di esistere e di dedicare parte del vostro tempo a tenerci informati, a tenere sempre viva e desta l'attenzione su ciò che succede, a non lasciarci passivamente assuefare a questo irreale e paranoico tran-tran di vita quotidiana ...Inoltre, non fate troppo caso se vi rispondiamo in tempo reale o no o addirittura taciamo. Voi siete per noi una fonte di energia ed un anti-depressivo formidabile !! Io sono più che convinta che quelli che vi leggono e concordano con le vostre proposte sono molto, molto di più di quelli che poi ve lo comunicano o con una mail o a voce.
Purtroppo, i nostri ritmi frenetici di vita sempre più americanizzata ci fanno sempre anteporre altre priorità; dedicare una decina di minuti ad una sana, pura (nel senso che non riguardi direttamente il nostro lavoro, i problemi familiari, la salute etc., ) riflessione...quasi quasi lo consideriamo un lusso che non possiamo permetterci! Ed invece questo è un errore sempre, e soprattutto ora , nel contingente periodo con questo governo e questo premier. Fare finta di niente, come se ciò che accade non riguardasse concretamente noi, ma astrattamente gli italiani, forse è un modo di dare supporto, anche se involontario, proprio a coloro a cui a parole vorremmo contrapporci.
Pertanto, ancora grazie. D'altra parte , è scontato che chi vi risponde ringraziandovi, è in linea con il vostro sentire. Bisognerebbe a mio avviso cercare anche di coinvolgere facendolo ragionare (nel senso di far uso della sua ratio) chi nel 2001 si è espresso in altro modo. Vedo che ogni tanto ricevete mail di risposta da chi sta dall'altra parte. Ma sono generalmente solo per ribadire (ottusamente) prese di posizione acritiche,...parlano come il loro feticcio per slogan .... non rispondono punto per punto ad una obiezione ma partono in quarta con frasi fatte, trite e ritrite (Schifani è il loro maestro ?). Come si può fare per farli ragionare nel senso etimologico della parola ? Ora i miei dieci minuti sono terminati !! Un caro saluto
Giovanna Berruti giovanna.berruti@unimi.it

Da Milano
noto con disappunto di non essere stata cancellata dalla mailing list come Lei gentilmente mi aveva assicurato. Inoltre facendo riferimento alla Sua ultima email non trovo corretto che Lei dica che è immorale votare per Berlusconi e non trovo neppure corretto dire che "siamo stati plagiati". Come fa ad essere così sicuro di essere nel giusto Lei, se-come mi fa intendere- chi è plagiato non sa di esserlo? Pensavo che in Italia vigesse la libertà di opinione, invece mi sento dare dell'immorale e della plagiata.
Perchè non può accettare di buon grado che non tutti abbiano le Sue idee politiche?
Livia Fabbrini studesk6@mail.polimi.it

Da ?
è sempre con enorme piacere che leggo a appoggio le tue email riguardanti questo governo-barzelletta.
Ho sempre odiato le presentazioni, per questo non volermene se mi limiterò a poche righe per introdurre la mia persona.
Mi chiamo Margherita Frau. Basta dire che rabbrivisco davanti al potere, ma per questo non abbasso la testa davanti al "capo".
Ognuno di noi ha la possibilità di entrare a far parte della storia... perchè la storia siamo noi, le nostre menti pensanti e le nostre anime combattenti davanti a tutto ciò che è indignazione. I nostri grandi eroi, quelli che cambiarono il mondo armati solo di ostinazione ci insegnano oggi a fare appello alla moralità e alla coscienza ormai sepolta da false ambizioni e voglie di trasformare il sistema attuale. Siamo qui mossi dalla vergogna nell'assistere al presente. Si faccia prima un passa indietro, ci si volti a guardare indietro, ci si volti a guardare dritto negli occhi personalmente e dire: "Vinceremo".
La storia ci è stata regalata da loro stessi.. è per loro dunque.. per tutti quelli che ci hanno insegnato il significato di onore e coraggio che bisogna farsi avanti... è per la storia stessa.
Margherita Frau margheritafrau@fastwebnet.it

Da Napoli
Non so se Berlusconi cadra' presto. Fino a questo momento il suo governo e' quello piu' longevo (dopo quello di Craxi) tra quelli che la repubblica abbia mai avuto. Sono lieto di comunicare questa notizia ai sostenitori di Mastella e Castagnetti.
Giovanni Zarone gzarone@cds.unina.it

Da Verona
Vi ringrazio per messaggi, che leggo con piacere e sollievo.
Anche se, a dire il vero, un po’ mi angoscia questo nostro dibatterci fra mille dubbi: parlare? Tacere? Paranoia? Strategia? Una cosa è certa: il “signor B” e i miseri figuri che lo circondano stanno facendo venire a galla il peggio del paese. Non ricordo in tutta la mia esistenza, neppure nei momenti di maggior conflittualità, tanta impotenza, disprezzo, astio, rabbia e, per chiamare le cose col loro nome, odio nell’assistere a questa commedia di omuncoli gogoliani che giocano con la storia. Del resto, rileggiamo proprio il geniale Gogol’:
“[…] Il diavolo ha ormai fatto la sua comparsa nel mondo senza maschera. Lo spirito della superbia ha smesso ormai di mostrarsi sotto diverse sembianze e di spaventare gli uomini superstiziosi, e s’è mostrato nel suo vero aspetto. Fiutando che il suo dominio viene riconosciuto, ha smesso ormai anche di far complimenti con gli uomini. Con arrogante impudenza ride in faccia a quegli stessi che lo accettano; detta al mondo le leggi più stolte che siano mai state dettate finora, e il mondo lo vede e non osa disobbedire. […] Cosa significano queste strane autorità, che si sono formate indipendentemente da quelle legali, influssi estranei, bastardi? […] Uomini oscuri, che nessuno conosce, che non hanno pensieri e convinzioni sincere, governano le opinioni e i pensieri di uomini intelligenti, e una pagina di giornale, riconosciuta da tutti menzognera, diviene l’occulto legislatore di chi neppure la rispetta. Cosa significano tutte queste leggi illegittime che apertamente, sotto gli occhi di tutti, va tracciando la forza impura salita dall’inferno, e il mondo tutto lo vede e, come stregato, non osa muovere un dito? Cos’è mai questa tremenda beffa ai danni dell’umanità! […]” (Brani scelti dalla corrispondenza con gli amici, 1847).
Ma forse questi non si meritano nemmeno il paragone con il diavolo. Troppo onore… Penso spesso che il buon Gogol’, se tornasse fra noi, troverebbe materiale per regalarci un altro capolavoro, una splendida seconda puntata aggiornata della sue “Anime morte”…
Un abbraccio a tutti,
Cinzia De Lotto (Università di Verona) diellequattro@tiscalinet.it

Da Bologna
E la sinistra che c... ha fatto quando ha governato? Chi sceglie m... diventa m... (per il principio della riduzione della dissonanza cognitiva). Io alle ultime elezioni non ho votato e voi? Se sì mi fate pena!
MR

Da Udine
Bene, vedo che un po' alla volta c'è un risveglio delle opinioni e delle coscienze dopo la sbornia elettorale seguita alle promesse da marinaio. Dobbiamo impegnarci tutti a segnalare le malefatte di questo governo delle cui conseguenze, temo, ne risentiremo per un bel po' sul piano dell'economia e del prestigio internazionale. Dovremo rimboccarci le maniche e rifare sacrifici, su questo non ho dubbi.
Vorrei esternare ancora una preoccupazione: l'insistenza di certe segnalazioni sul mal governo presso l'opinione pubblica potrebbe sortire a lungo andare un effetto contrario alle aspettative: rassegnazione, o peggio, rifiuto della gravità della situazione. Credo che sia
indispensabile anche per noi una vera e propria strategia della comunicazione. Soltanto nominare e parlare male di "quello", dire sempre e soltanto di no senza che i partiti del centro-sinistra riescano a far giungere alla gente proposte alternative, che senza dubbio esistono, temo che non potrà bastare. E poi, non dimentichiamolo, "quello" può fare i suoi comodi perché può contare sull'appoggio di certi partiti e di certi interessi!
Roberto Mariconda Roberto.Mariconda@Libero.it

Da Bologna
sono stanco di dover cestinare le sue continue intemperanze e farneticazioni. La legge non garantisce l'importunare il prossimo. Le sue non sono informazioni, ma esternazioni di una mente contorta. La prego di smetterla di inviarmele. Grazie
RF


Da Bologna
Risposta a G. Z.di Napoli, pubblicata nel ns: messaggio n° 27
Vorrei ricordare all'autore della lettera firmata G. Z. che gli Italiani, dopo sessant'anni di riconquistata libertà e di democrazia (frutto del tanto sangue versato e dei molti lutti subiti proprio da quella parte politica che vai a liquidare come "stalinista" o " filo cubana "), devono ora accontentarsi di scrivere solo opinioni silenziose a mezzo posta elettronica (…e per fortuna che qualcuno ha lanciato l'iniziativa!).
Se ti è sfuggito, ti faccio infatti notare che i TG nazionali non mandano più in onda notizie reali, ma solo ciò che vuole chi, tanto libertariamente si è confezionato, appena nominato, le Leggi per la sua impunità; i "sovversivi" Santoro e Biagi non si vedono più, neanche per sbaglio.
Tutto è puramente e strumentalmente vantaggioso solo a Berlusconi.
Inoltre, al posto di vere Leggi, discusse - votate - approvate, siamo pieni delle famose " Deleghine ", cui succedono i veloci e sintetici Decreti Legislativi, con i quali il Governo si permette, tra l'altro, di cambiare completamente volto al nostro Paese: così - su due piedi - un Nuovo Stato Sociale, una Nuova Scuola (quella vera però solo per i figli dei ricchi) un nuovo Mercato del Lavoro.
Lascia perdere, dunque, la RIFORMA dei nuovi Ordinamenti Didattici, su cui tutti penso concordino che vada fatta una vera seria analisi nel merito.
Pensa piuttosto che vivi in un Paese dove si pensa di punire i MAGISTRATI, gli Operai possono pure respirare per tutta la vita amianto senza neanche un'indennità, dove la Scuola Pubblica sta diventando sempre più un residuo che va affossato!
Se ti riesce, rifletti e dacci una mano anche tu a tornare al più presto al rispetto dei veri Valori Legali.
Alessandra Maltoni maltoni@scform.unibo.it

Da Torino
Lei, come tutti gli altri avete il pieno diritto di aderire e professare le ideologie che più ritengono opportune. L'unica cosa che mi secca è vedere come il mondo universitario sia tutto monopolizzato da una cultura di sinistra. Sono proprio stanca. Forse urlate e scalpitate tanto perchè temete di perdere i privilegi acquisiti. Forse sarebbe meglio preoccuparsi di come è strutturata la ricerca all'interno della nostra università, di come vengono organizzati i fantomatici concorsi pubblici...E mi fermo qui.
CC

Da ?
da tempo ricevo i tuoi messagi che leggo sempre con molto interesse e vorrei ringraziarti.
Ammetto di essere uno dei tanti milioni d' italiani che si sono fatti prendere in giro da Berlusconi, perche' l' ho votato. Ho seguito anch' io il consiglio di Montanelli.
Comunque spero solo che arrivi molto presto il giorno della liberazione. Purtroppo allora avro' un' altro problema, ossia che sinceramente non sapro' a chi dare la mia fiducia.
Daniele Negro daniele.negro@fastwebnet.it


Da Napoli
Al peggioramento dell'economia, della sanità pubblica, dell'istruzione, del fisco, settori motori di una sperabile ribellione da parte di una fetta dei creduloni (non penso molti) e dei compartecipi speranzosi di fare buoni affari, si deve sempre ricordare ed aggiungere un più grave danno dovuto all'ulteriore abbassamento della moralità nei comportamenti riguardanti la cosa pubblica, danno conseguente a tutte le leggi pro evasori e pro violatori di norme.
Anche se nel fondo spero (soprattutto in Milano), la ragione mi dice che dovremo godercelo ancora per molto, a meno che non faccia un'ulteriore grave caduta.
Esporre il tricolore mi sembra un'ottima proposta
Lelio Della Pietra lelio.dellapietra@unina.it

Da Genova
un sentito grazie per l'impegno e l'informazione. Mi permetto di dissentire sulla proposta relativa all'esposizione della bandiera italiana. specialmente dopo le immagini televisive che mi propongono la manifestazione di a.n. a milano, non voglio essere confusa con loro, ne con chi attualmente appoggia ad esempio l'invio delle nostre truppe in iraq al seguito degli usa ed espone la bandiera italiana. Io continuo a esporre le mie due bandiere di pace. Un caro saluto
Elena Picco elena.picco@lettere.unige.it

Da Genova
Complimenti per la vostra iniziativa...vorrei solo esprimere la mia stima per l'onorevole Follini e per l'onorevole Casini che non meritano di appartenere ad un governo del genere (nonostante nessuno li abbia obbligati). Ma si sa con il bipolarismo, spesso, si formano coalizioni in cui non si ha in comune proprio niente...
Lorenzo claudia.minetti@fastwebnet.it

Da Bologna
innanzitutto congratulazioni e ringraziamenti per i vostri periodici messaggi: aiutano tanto a non sentirsi soli, specie di dinosauri in
attesa d'estinzione per lasciar posto a imbonitori, lacche', veline e quant'altro.
Vorrei insistere sul punto seguente, che vi pregherei, se possibile, di amplificare ed evidenziare nel futuro:
la situazione della ricerca italiana e' veramente ipercritica, da due anni sono bloccate le assunzioni dei vincitori di concorso, migliaia di
giovani ricercatori (il meglio, la crema per il futuro del nostro paese) devono campare di espedienti per sopravvivere o cercare riparo
all'estero, tipo perseguitati politici, i progetti di interesse nazionale per la fisica cofin 2003 (il raggruppamento disciplinare di
cui faccio parte e' il FIS02) sono stati brutalmente tagliati, per esempio quasi tutti quelli per la fisica delle interazioni fondamentali
e delle alte energie, sono praticamente tutti annullati i contratti che permettevano il soggiorno biennale di studiosi stranieri nell'ambito
delle collaborazioni internazionali dell'istituto nazionale di fisica nucleare, il piu' importante ente di ricerca per la fisica, recando un
danno gravissimo alla ricerca e mettendo tanti illustri studiosi straniere nella spiacevolissima condizione di dovere interrompere
precipitosamente un progetto di lavoro avviato.
Tutto cio' mentre il governo vara decreti spalma debiti per le societa' di football fiscalmente inadempienti per cifre astronomiche con bilanci falsi e truccati, mantiene ed aumenta la presenza militare in Iraq e Afganistan a sostegno di occupazioni militari ingiuste e odiose, vara condoni di ogni genere perfino su terreni colpiti da incendi dolosi. Penso che si debba gridare tutti forte perche' si e' otrepassato ogni limite.
Roberto Soldati Roberto.Soldati@bo.infn.it

Da ?
L'aria che respiriamo ha bisogno che Berlusconi cada, l'acqua che beviamo ha bisogno che Berlusconi cada, l'energia tutta ha bisogno che Berlusconi cada, e che dire dei nostri figli (compresi quelli che non sono di nazionalità italiana) se Berlusconi non cadrà? EBBENE SI. BERLUSCONI CADRA'.
Libero Pensiero ori_avogadri@hotmail.com

Da Pisa
Berlusconi cadrà? Se la "sinistra" continua a comportarsi come si sta comportando, fioi a quando il "centro-sinistra" (o l'Ulivo, come preferite) continua a comportarsi esattamente come la Casa della Libertà litigando su tutto, veramente possiamo credere che al voto gli elettori preferiranno l'Ulivo a Berlusconi? Io penso che preferiranno stare a casa (almeno i giovani educati al qualunquismo; per noi vecchi è diverso, siamo abituati a votare e ci sembrerebbe di commettere un delitto. Ricordiamo sempre lo slogan del 1948: chi si astiene vota DC. Se lo avessimo adoperato per il referendum dell'articolo 18 ........). In ogni modo speriamo di poter esporre il tricolore il prima possibile! Credo però che "resistere" non basti più, ora bisogna "combattere" o, almeno, non litigare: e voi, come Movimento Università-Opinione, almeno cercate di combattere?
Francesco Paolo Bonadonna bonadonna@dst.unipi.it

Continuate a scriverci. Con grande soddisfazione constatiamo che i contributi ricevuti sono sempre più numerosi, e questo ci incoraggia a proseguire nella nostra iniziativa.







Redazione1
10.12.2003 21:28
"LA CRIMINALITA' HA UCCISO 666 VOLTE". di Cuccu44

"LA CRIMINALITA' HA UCCISO 666 VOLTE"
di Cuccu44
Cari lettori, una ricerca Eurispes (noto Istituto di Ricerca Italiano) pubblicata in questi giorni, afferma che negli ultimi 5 anni la criminalità organizzata ha ucciso ben 666 volte. Un dato allarmante quanto tragico. Un segnale preciso che evidenzia quel "vuoto istituzionale" nei confronti del problema criminalità! Centinaia di morti divisi tra Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Regioni ad alto rischio criminale dove spesso, se non sempre, la parola Stato non ha alcun valore. Un quadro, quello dell'Eurispes, sconvolgente e deprimente. Proprio oggi Ciampi, all'interno della sua visita ufficiale in Campania, ha parlato di una forte reazione alla camorra ed a tutta la criminalità organizzata, che dev'essere sviluppata dalle istituzioni e dalla popolazione locale. Ahimè dimentica che è proprio lo Stato, che lui rappresenta, a non reagire come dovrebbe al problema mafioso. La reazione potrebbe esserci solo se le "sempre nominate Istituzioni", sì adoperassero per reprimere il problema alla radice. Così non è! Proprio oggi, sfruttando il Lodo Schifani voluto fortemente da Berlusconi, è stato deciso che alcuni tabulati telefonici comprovanti la probabile associazione mafiosa dell'onorevole dell'Utri (Forza Italia), non potranno essere utilizzati a tal fine! Ecco: questa è la legalità in Italia! Ciampi dimentica che i primi nemici dello Stato sono proprio in Parlamento. Mafiosi compresi! La pulizia morale oramai è difficile da trovare. La criminalità ha ucciso 666 volte perché conosce bene la debolezza delle istituzioni e soprattutto sa bene che lo Stato, spesso nei suoi livelli più elevati, è colluso con essa! Questa è la verità che va urlata a gran voce, senza remore e senza retorica! 666 morti sulla coscienza di tutti, da Nord a Sud senza distinzioni. Ma soprattutto sulla coscienza incivile di quella parte d’Istituzioni che colluse e mafiose, collaborano alla disfatta civile e morale di questo nostro paese…………pare riuscendoci! Cuccu44, sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova

Redazione1
10.12.2003 21:37
Embriore proclamato santo per legge

Fecondazione assistita: l'embrione proclamato santo per legge contro le donne e la vita.
I Radicali di sinistra: quando la "libertà di coscienza" dei politici uccide la libertà e i diritti dei cittadini
Si rimane veramente colpiti alla disinvoltura con cui, anche nelle file del centro-sinistra, i vari politici catto-clericali spacciano come legittima scelta "di coscienza" il voto favorevole a norme oscurantiste e misogine come quelle della legge sulla fecondazione assistita.
Non riusciamo proprio a comprendere e avallare un esercizio della "buona coscienza" di taluni politici, se questo deve significare l'eliminazione dell'agire "secondo coscienza" dei cittadini, soffocando la libertà di scelta e il diritto all'autorealizzazione, anche attraverso la costruzione di quella genitorialità che, senza la fecondazione assistita, sarebbe irrealizzabile per le coppie esposte a problemi di fertilità. Come Radicali di sinistra, riteniamo che la coscienza non c'entra proprio nulla con quel voto.
E' in gioco un principio fondamentale: quella laicità che rende sostanziale la democrazia e le pari opportunità. Ci auguriamo che la legge sulla fecondazione assistita non diventi il primo passo di una serie di provvedimenti proibizionisti imposti all'ordine del giorno dal centro-destra con la complicità dei democristiani dell'Ulivo.
Sono già in discussione nelle aule parlamentari norme come: coprifuoco sulle discoteche, proibizione della prostituzione in luoghi pubblici, legge ultrarepressiva sulle droghe e via dicendo. Si vuole in sostanza imporre una clericalizzazione dell'ordinamento italiano trasformando in legge l'intera agenda politica della gerarchia ecclesiastica verso un neo-oscurantismo di stampo medievale. Spiace che persone intelligenti dell'area di centrosinistra al fine di giustificare la grave frattura all'interno dell'Ulivo dicono che questi sono temi non "politici".
Questo, non solo è evidentemente falso, ma è degradante del ruolo stesso del legislatore. Viene infatti da chiedersi quale sia il compito primario della politica in un sistema liberale, se non quello di aggiornare e far progredire il concetto stesso di libertà. Ci spiace soprattutto constatare che i temi delle libertà, dei diritti civili, della laicità dello Stato non vengono considerati dall'Ulivo nel suo complesso come elementi chiave di confronto politico e programmatico per costruire un'opposizione e un'alternativa reale al governo clericale e autoritario di Berlusconi. Nello stesso "Manifesto per l'Europa" di Prodi non esiste alcun riferimento, alcun segnale che prenda le distanze da quell'etica di Stato fondante dell'attuale governo di destra.
Un'alternativa di sinistra, anche riformista, non può che essere costruita a partire dai diritti, il problema delle legalizzazioni, dell'eutanasia clandestina, delle cellule staminali embrionali inutilizzate, delle droghe e delle terapie proibite, delle forme di convivenza e di famiglia non riconosciute.
Una sinistra che non pone al centro del proprio dibattito il diritto di essere liberi e la qualificazione laica delle istituzioni decide di abdicare alla sua funzione storica, sociale e sociologica.
Questa sinistra non si farebbe carico -come dovrebbe- della qualità della vita dei cittadini, dei deboli, dei malati, ma degli embrioni, proseguendo il disegno di sacralizzazione, e in nome di essi immolare la libertà e la vita.

Radicali di sinistra . libertari laici ecologisti
. sede Via dei Ramni, 4 00184 Roma
. web www.radicalidisinistra.it
. e-mail info@radicalidisinistra.it

Redazione1
10.12.2003 21:39
Presunzione di indecenza di Marco Travaglio

PRESUNZIONE DI INDECENZA
Di Marco Travaglio
Ci avevano assicurato che la legge anti-intercettazioni
e anti-tabulati, approvata in giugno insieme
al lodo Maccanico-Schifani, non era fatta per
questo o quell¹imputato eccellente. Era una norma
di civiltà. Infatti ieri è stata applicata per la
prima volta al sen. eurodep. preg. imp. Marcello
Dell¹Utri per far cestinare dal Tribunale di Palermo
le intercettazioni e i tabulati telefonici a suo
carico nel processo in corso a Palermo per concorso
esterno in associazione mafiosa. Il senatore
da esportazione, pregiudicato (per false fatture)
e imputato (per mafia), avrà subito rivolto
un pensiero riconoscente aMarco Boato, relatore
del pregevole provvedimento che gli consente
di liberarsi di alcune prove fondamentali. Naturalmente,
se dovesse essere assolto, le televisioni
di regime (tutte) e la stampa di regime (quasi
tutta) scriveranno che «è crollato il teorema di
Caselli», che «ora è chiaro il complotto politico
giudiziario ordito per colpire Berlusconi», che
«anche lui era innocente dopo anni di calvario».
Nessuno ricorderà il piccolo dettaglio delle prove
abolite per legge dalla Casa della Libertà Provvisoria,
con la gentile collaborazione di alcuni
partiti dell¹Ulivo (Udeur, Sdi e Verdi alla Boato).
Perché così, diciamo, le assoluzioni vengono meglio.
La legge, intitolata «norme attuative dell¹articolo
68 della Costituzione» (riformato nel 1993
senza che nessuno, per dieci anni, sentisse alcun
bisogno di approvare nuove leggi), è in realtà
una truffa linguistica per mascherare una realtà
indecente: anziché «attuare» l¹articolo 68, che
regola le guarentigie dei parlamentari, si è provveduto
ad estenderle a dismisura. Imponendo ai
giudici di chiedere il permesso al Parlamento per
utilizzare tabulati telefonici degli apparecchi dei
parlamentari (cioè gli elenchi delle telefonate in
entrata e in uscita) e le cosiddette «intercettazioni
indirette», cioè le telefonate intercettate sulle
utenze di indagati non parlamentari che parlano
con parlamentari. Se unmafioso chiama un parlamentare
e viene intercettato, per utilizzare la
registrazione ci vuole l¹ok del Parlamento. E, se il
Parlamento non risponde, il giudice non ha strumenti
per indurlo a farlo: deve aspettare pazientementemesi,
anni, finché il processo riposerà in
pace per prescrizione. Nel caso di Dell¹Utri, l¹indecenza
è ancor più indecente: qui si cestinano
tabulati e intercettazioni indirette di telefonate
con noti malavitosi, che erano stati regolarmente
prelevati quando la legge non imponeva alcuna
autorizzazione. Perché ora si crea una situazione
davvero avvincente. Per i tabulati raccolti
dopo la legge, il giudice chiede alle Camere il
permesso di utilizzarli, e spera in bene. Per i
tabulati raccolti prima della legge - «non essendosi
prevista, da parte del legislatore, alcuna disciplina
transitoria che consenta di mantenere integri
gli atti già acquisiti nei procedimenti in corso
» - non si può chiedere un¹autorizzazione «ex
post», visto che sono già nel fascicolo del processo.
Dunque, non resta che il cestino.
Guardacaso, il senatore Dell¹Utri rientra proprio
in questa seconda fattispecie. E, siccome lo
statista siciliano è uomo molto fortunato, il Tribunale
di Palermo - noto covo di toghe rosse -
ha deciso di cancellare anche la deposizione del
vicequestore Gioaccchino Genchi, che aveva «incrociato
» telefonate e tabulati dimostrando vari
contatti con vari farabutti. Come non fosse mai
avvenuta.
Se l¹abolizione delle prove non dovesse bastare,
c¹è pronto il collega Lino Jannuzzi, anche lui
pregiudicato e dunque senatore della Repubblica,
che conduce una solitaria campagna di salvataggio
pro-Dell¹Utri imperniata su un nuovo,
rivoluzionario principio giuridico: siccome un
maresciallo della Dia che sei anni fa aveva indagato
su Dell¹Utri è stato arrestato per fatti commessi
sei mesi fa, allora Dell¹Utri è innocente. Come
imputare a Dell¹Utri - argomenta - certe amicizie
mafiose, tipo il cosiddetto stalliere Mangano,
quando gli stessi pm si servivano di unmaresciallo
che poi li ha traditi? Domanda suggestiva.
Senonché i pm hanno reclutato il maresciallo
presso la Guardia di Finanza quando era al di
sopra di ogni sospetto. Dell¹Utri reclutò Mangano
in ambienti un po¹ meno rassicuranti, quando
aveva già una fedina penale lunga così (c¹è chi
insinua che l¹abbia reclutato apposta). È del tutto
casuale il fatto che il pm Ingroia stia per
pronunciare la requisitoria contro Dell¹Utri.
«Sempreché - avverte Jannuzzi - Ingroia nel frattempo
non finisca a sua volta inquisito a Caltanissetta
». Come si permetta un senatore della
Repubblica di auspicare l¹incriminazione di un
magistrato onesto, e sulla base di quali accuse,
non è dato sapere. Ma Jannuzzi, si sa, è un garantista.
Altrimenti chiedeva la fucilazione.

Redazione1
10.12.2003 22:36
Per la libertà..di Deo Fogliazza

Carissimi,

da mercoledì pomeriggio 3 dicembre i Cittadini per l'Ulivo di Milano sono impegnati, insieme con i movimenti milanesi, a tenere accesa la fiaccola della speranza nel presidio davanti alla RAI di corso Sempione.

La dimostrazione, pacifica e civile, andrà avanti ad oltranza, giorno e notte, in attesa della decisione del Presidente della Repubblica sulla legge Gasparri.

Numerosi gli attestati di solidarietà che stanno arrivando sia dal mondo politico e sindacale, sia da quello artistico, giornalistico e culturale, ma soprattutto dalle centinaia di persone che portano anche generi di conforto. E, con il freddo che fa, ce n'é parecchio bisogno! Anche i dipendenti Rai di Milano dimostrano simpatia verso la manifestazione.

Ieri, insieme ad una delegazione del Comitato 'Cremona per l'Ulivo' ed anche a nome della nostra Rete, ho portato al presidio la nostra vicinanza e la nostra solidarietà.

Sarebbe simpatico e produttivo se da parte delle Associazioni e dei Comitati aderenti ai Cittadini per l'Ulivo si esprimesse ancor più vicinanza agli amici impegnati nel presidio.

Chi fosse nella possibilità, potrebbe recarsi al gazebo rosso posto in Corso Sempione all'ingresso della Rai a firmare il registro della solidarietà.

Chi invece ne fosse impossibilitato potrebbe raggiungere il gazebo con email, indirizzando un messaggio di sostegno a Mirella Strani, coordinatrice dei Cittadini per l'Ulivo di Milano, al seguente indirizzo email: mirellastrani@yahoo.it Oggetto: 'Teniamo accesa la fiaccola della speranza'

Grazie, saluti ulivisti
Deo Fogliazza
Coordinatore Rete Cittadini per l'Ulivo

Redazione1
11.12.2003 20:59
lista unitaria di Prodi

Cari naviganti,
Raccogliamo l'appello di Romano Prodi e lavoriamo insieme per convocare a Roma il 13 e 14 febbraio 2004 la Convenzione per la lista unitaria alle elezioni europee. Le adesioni all'appello possono essere comunicate anche allo 06695191 fax 0669781764
Aderisci anche tu
http://www.listaunitaria.it

Redazione1
11.12.2003 21:48
Caro Facchi........la lotta è dura....

“Caro Facchi- mi diceva un anziano operaio della Pirelli, seduto davanti ad uno dei cancelli della fabbrica- sei giovane, ma devi conoscere una regola, di cinque parole, che si impara con gli anni e può evitare cocenti delusioni: la-lotta-non-è-polenta!! “
Cosa vuol dire?
Semplice: la polenta è calda, piace, e se la accompagni con due fette di salame ed un buon bicchiere di vino, quando la fai arrivano tutti.
La lotta, invece, è dura, richiede sacrificio, fa quasi sempre freddo e, se la fai, rischi di ritrovarti solo, o con pochi matti come te.

Chiaro?

Cara, vecchia cultura operaia: forse un po’ alla buona, ma inequivocabile nel suo significato.

“Ma come- chiedevo io, ancora acerbo- facciamo assemblee con cinque-seimila lavoratori che votano compatti per il blocco delle merci e poi, davanti alle portinerie, al freddo, di notte, ci ritroviamo in sette o otto?”

Si chiamava processo di delega, ci autodefinivamo avanguardie, punte avanzate del movimento e forse esageravamo.

Certo, però, con quelle battaglie, condivise da molti anche se fatte da pochi, con quei sacrifici, abbiamo cambiato molto del modo di vivere in fabbrica ed abbiamo ottenuto risultati capaci di segnare un’epoca: ci sentivamo forti, perché sapevamo di avere dietro di noi i lavoratori, pronti a sostenerci con la mobilitazione, i grandi cortei, gli scioperi epici.

Perché mai questo amarcord, questo tuffo in una storia così lontana nel tempo, ma ancora tanto viva dentro di me?

Perché in questi giorni sto un po’ rivivendo quel clima.

Il presidio davanti alla sede della Rai di c.so Sempione mi riporta a quei tempi ed a quelle domande.

Stiamo vivendo un’esperienza davvero straordinaria, con centinaia di cittadini che passano per portarci la propria solidarietà, qualche genere di conforto, una battuta, a volte un ringraziamento.

Sto conoscendo compagni ed amici che sono felice di incontrare e con i quali credo e spero di poter fare molte cose in futuro.

Stiamo sperimentando forme di solidarietà che parevano scomparse dai modi della politica, e invece eccole riemergere, ecco venir fuori il cuore di chi sa di lottare per qualcosa di giusto.

Domenica, insieme ad una settantina di persone, ho potuto vivere lo straordinario momento di un concerto di Roberto Vecchioni.

Pensate, un concerto senza impianto voce, senza amplificatori, con il freddo ingeneroso che faceva dimenticare le parole al grande cantante e gelare le dita al chitarrista: eppure, la sensazione netta di vivere uno di quegli attimi irripetibili, che resteranno dentro.

Grazie alla immensa bravura ed alla umiltà di Vecchioni, ma grazie anche al bel clima che univa tutti noi presenti.

Questa sera, un altro grande momento con Francesco Baccini, che ci ha regalato un’ora di grande musica.

Stiamo prendendo tanto freddo ma, come vedete, arrivano anche le soddisfazioni.

Certo, lasciatemi dire, che fatica!

La Milano democratica, con i suoi partiti, i sindacati, le associazioni, i movimenti, le parrocchie, le bocciofile, le radio di sinistra e tutto quanto volete voi……..forse questa Milano potrebbe dare qualcosina di più.

Ecco, allora, riapparire un filo di amarezza.

A rincuorarmi torna allora alla mente la frase del vecchio operaio della Pirelli e la consapevolezza di rappresentare il pensiero di gran parte del paese: non abbatterti, caro compagno, sai bene che la lotta non è polenta!!

Comunque, se queste poche righe avessero, in qualche modo, risvegliato il vostro interesse o la vostra voglia di partecipazione, allora non negatevi nulla, venite, sia di giorno che di notte, alla Tenda Rossa ed unitevi a noi che, detto sottovoce, ne abbiamo tanto bisogno!!!

Vi apettiamo.



Stefano Facchi

Responsabile provinciale dei Cittadini per l’Ulivo
p.s.
La Tenda Rossa non è un covo poco rassicurante, ma, molto più semplicemente, un gazebo di colore rosso montato davanti alla sede Rai che ci consente di ripararci dalle intemperie.

Redazione1
12.12.2003 21:35
12 dicembre 1968: la strage di piazza Fontana

LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA. A TRENTAQUATTRO ANNI DALL’ATTENTATO, UN PENTITO AIUTA A FAR LUCE SU RESPONSABILI E MANDANTI
Non sono bastati trentaquattro anni per far luce su quel 12 dicembre del 1969 che cambiò la storia d’Italia. La strage di Piazza Fontana con il suo triste bilancio di 17 morti e 88 feriti è ancora appesa al filo della giustizia. Invecchiati e sempre più dimenticati, i familiari delle vittime e i componenti il Comitato antifascista contro il terrorismo hanno sfilato anche quest'anno in un corteo muto da piazza della Scala a piazza Fontana. Ma la celebrazione intitolata la “Memoria di Milano” ha un motivo di speranza in più: il processo d’appello contro Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, dirigenti del gruppo neofascista di Ordine Nuovo, già condannati all'ergastolo, in primo grado. Da questo ennesimo processo, che si è aperto a ottobre 2003 e di cui si attende sentenza per i primi mesi del 2004, dipende l'ultima occasione per la verità. Il passato riaffiora e anche se ormai questa strage ha i capelli bianchi, per dirla col titolo di uno dei tanti libri che ne raccontano i fatti, la vicenda pesa sulla democrazia d'Italia. Quelle indagini dirottate sulla pista anarchica, quella pagina scura che travolge le vite dell'anarchico Pinelli e del commissario Calabresi, quell'arresto inutile che taglia le gambe al ballerino Pietro Valpreda. E’ solo l'inizio. Ci vorranno mesi prima che gli inquirenti si indirizzino verso gli ambienti dell'eversione nera. Quella veneta, in primo luogo. Errori e depistaggi, informatori e politici. L'inchiesta travolge tutti e non coinvolge nessuno. Fino al 30 dicembre 2001. E' a questo punto che, dopo oltre trent'anni, un rimpallo di competenze tra Roma e Milano, una nuova inchiesta e otto processi, si arriva alla sentenza. I giudici milanesi accolgono le richieste del pubblico ministero Guido Salvini e infliggono tre condanne all'ergastolo: al medico veneziano Carlo Maria Maggi, all'imprenditore veneto Delfo Zorzi (ora residente in Giappone, paese di cui è diventato cittadino con il nome di Roi Hagen) e all'estremista di destra Giancarlo Rognoni. Secondo l'accusa Zorzi sarebbe l'autore materiale della strage di piazza Fontana, il medico veneziano Carlo Maria Maggi il mandante, mentre Giancarlo Rognoni avrebbe offerto il supporto logistico. I giudici che hanno firmato la condanna non hanno dubbi nel sostenere che la strage, che aprì la stagione del terrore in Italia, fu ideata, organizzata e materialmente eseguita dai fascisti della cellula veneta di Ordine Nuovo. In tutto, 850 pagine di motivazioni della sentenza, per sostenere che il quadro delle prove raccolte ''è solidissimo'', che la strage è stata voluta e che i pentiti Carlo Digilio e Martino Siciliano sono credibili. Siciliano da quattro udienze sta raccontando ai giudici della Corte d'Assise d'Appello le responsabilità di Ordine Nuovo, di Delfo Zorzi, di Carlo Maria Maggi e di Giancarlo Rognoni. Perché solo ora, chiedono i giudici? Lui risponde semplicemente: “Avevo rimosso il ricordo di una cosa tanto efferata. Ci ho messo un po’ a ricordare”.
http://www.tibinet.it/
Email : redazione@tibinet.it

Redazione1
13.12.2003 23:01
Lettera al Presidente del Consiglio Provinciale Gianni Riccò

Lettera al Presidente del Consiglio Provinciale Gianni Riccò

Il Consiglio Provinciale? La maschera della degradazione! Preferisci?
Sapete cogliere solo ciò che è stata una descrizione Pirandelliana di un cittadino in consiglio Provinciale; eppure molti condividevano, te compreso, la battuta da me detta in Provincia prima della tua uscita dalla maggioranza: "Questo è uno psicodramma!" Dalla tua comunicazione traspare la vostra banalità che diviene, per effetto elettivo, istituzionale. Nulla invece avete da eccepire sui contenuti veri presenti nella mia lettera come ad esempio il vuoto e l'assenza di leadershep politica, di chi ha visione, sintesi, autorevolezza. L'assenza di un vero dialogo politico. Un lavoro di qualità da tempo richiesto e represso per le logiche di consenso e lottizzazione. Una critica, la mia, derivante proprio dalla conoscenza del valore istituzionale, dalla pochezza del valore rappresentativo, dalla mediocrità e inattualità delle modalità di comunicazione. Devo dirti quello che già sai? Di come avvengono le candidature? Di come si cerca la rappresentanza dei luoghi? Di come vengono assegnati incarichi, lavori? Del servilismo al potere economico finanziario? Di come viene preparato un programma elettorale? Tutte le volte il cittadino deve rammentarvi la maschera della degradazione di cui è anche responsabile!
Siete voi che deprimete e fate cadere in basso le istituzioni, siete voi incapaci di svolgere un ruolo di primato della politica. Quante volte hai risposto come Presidente o come Consiglio, alle mie proposte, ai progetti presentati? Erano solo spunti da reprimere o da inserire nei tuoi discorsi: questo si chiama cannibalismo cognitivo! Eppure a ciò che voi ritenete una offesa, e per me è purtroppo cruda realtà, non avete perso tempo, avete risposto in modo sollecito. Perché invece la propositività individuale o collettiva è repressa dalla pratica dell'ignoro istituzionale o dalla banalizzazione dei contenuti? Se democrazia è governo del popolo e il popolo viene tenuto all'oscuro, gli viene celata la possibilità di visione, beh, io penso che non vi sia democrazia, è la finzione, è la maschera della degradazione politica.
Non ci sono più le categorie sorpassate della destra o della sinistra, se non nel pensiero nostalgico, ma il farsi dell'uomo universale nella simbiosi biotecnologia. La politica assume le condizioni a rete neuronale che la società della tecnica e l'economia delle conoscenze impongono. La politica nel bene comune non può esimersi dal coltivare un presente gravido di futuro! Non può esserci spazio per la cultura nostalgica se non per i suoi valori essenziali o nel passaggio storico. Non penso si possa rifondare o far rivivere ciò che ha fatto il suo corso, che ha fallito o è stato fatto fallire, una ideologia fallita anche perché interpretata da un sistema e da una classe politica degenerata. In politica non vi è possibilità di replica ancor di più se vi è identificazione tra partito e ideologia: se vi è stato chi è fallito come partito ancor peggio è stato chi è naufragato anche come sistema ideologico. E questo nel rispetto di quei valori che ogni sistema lascia alla storia.
La decadenza del pensiero politico del centro si traduce in decadenza etica politica in periferia. Se nei "palazzi" di Roma si arranca nella ricerca di un modello politico, in periferia si assiste al degrado dell'abbandono politico e alla crescita del mercantilismo fazioso sostenuto dal retaggio ideologico; qui è la crisi degli uomini politici, non della politica! Più frequento questi personaggi parmigiani della politica e più rimango deluso, e fra questi ci sei anche tu ovviamente: le logiche di potere e della convenienza sopra ogni cosa, volete andare o restare al potere per occuparlo, non per la liberazione culturale. Lo squallido è che viene praticata attraverso lo spaccio della politica della solidarietà e della assistenza sociale che rimangono la carota utopica per l'esercizio del consenso. Non si votano i saperi, ma i favori. Avete sostituito la mediazione politica con quella commerciale, il compromesso costruttivo con l'inciucio. Capisco perché di fronte alla vostra arroganza prevale il desiderio di lasciare di molti, perché si assiste all'abbandono della gente ai vostri partiti, alla politica. Avete gli occhi foderati di consenso e affari, non andate oltre una visione miope di squallida politica mercantilistica e di interesse di potere. Sapete riconoscere solo i poteri forti ai quali vi genuflettete peggio dei pellegrini francigeni per un tozzo di pane (li vi era almeno la fede o la condizione). Un pane a caro prezzo per il cittadino visti gli attuali emolumenti! Siete rancorosi, pavidi e privi di autorevolezza. Capaci solo di una politica da Bar. Dipendenti nati, dipendenti di partiti che non vi sono più, proprio perché partiti! Senza la loro copertura sareste signor nessuno. Avete sposato l'autoritarismo sterile, inutile concesso da organizzazioni corrotte e colluse, avete adoperato con l'ideologia le persone e questo la gente l'ha capito anche perché vi siete piegati ai lori vizi o servigi per il voto di scambio. Avete ridotto nell'immaginario collettivo la politica da cosa nobile a cosa misera e questo è il danno arrecato alla civiltà. Caro Riccò il tuo lei è fuori luogo, potrei rimandarti un "Ella" ma non lo faccio perché ho rispetto della persona, non più del politico che rappresenti. Non lamentarti più con me di come sei trattato dai tuoi compagni di corso, non lamentarti più della pochezza del Consiglio Provinciale, non lamentarti più dell'incapacità di progettualità. Siete tristi e miseri culturalmente e umanamente soprattutto, e questo è ciò che fa più male. Non andare più a commemorare chi ci ha lasciato dicendo che non è stato capito, compreso! Se la storia non assiste l'intelligenza, è inutile. Saresti ridicolo ai miei occhi.
Ho fatto bene a rinunciare agli innumerevoli tuoi inviti a pranzo: mangiar insieme è un rito che per me significa rispetto e stima reciproca per la persona con cui si condivide il cibo. A tavola ci vuoi star bene, è dove spesso nasce l'amicizia, l'invenzione, l'avventura, e le idee prendono forma. E sentivo che ciò non era possibile con te, ma non ci volevo credere. Così come non lo è con chi antepone gli interessi alla verità. Io non sono un compagno di merende!
Essere laici non significa essere incapaci di autoanalisi. Siete solo capaci di far critiche al sistema senza passare da quella personale. E' da lì invece che viene il cambiamento. Persone capaci di generare valore, capaci di sfidare poteri forti e collusi, capaci di andare oltre un interesse personale, capaci di interpretare i nuovi corsi, capaci di bene comune, capaci di visione.
Gianni, in questi anni di frequentazione politica, come indipendente -perché incapace di darmi come dipendente, è un vizio o una virtù di nascita- penso che tu abbia potuto comprendere il mio pensiero. Io credo di aver capito il tuo e mi lascia amareggiato; il tuo potenziale non va oltre la turbolenza sporadica ed è represso dal contingente. Pensavo che il tuo potenziale avesse alla lunga la meglio sulla tua o del tuo partito/coalizione convenienza, pensavo potessi essere capace di pensiero libero. Ma vedo che hai abdicato per interesse. Certo forse sei un po' scomodo per i tuoi, ma ti sopportano in cambio di una manciata di voti. Non ti vogliono per quel che sei, ma per quello che rappresenti. Triste vero? Eppure da anni ti presti al gioco. E quando la tua rappresentazione o copertura politica sarà sostituibile o insignificante sarai nessuno per loro, come già sei potenzialmente. Ma tu sei capace di sopportare questo e altro provocando ogni tanto un po' di turbativa che loro squassano con uno starnuto.
Ti saluto deluso e amareggiato, ma rafforzato nelle mie idee di indipendente, di non schierato politicamente. Un conto è schierarsi nel momento elettorale per la scelta di rappresentanza o di governo, un conto è schierarsi a prescindere, dietro le bandiere ideologiche in nome delle quali si pratica e si sono svolti "crimini e misfatti".
Una domanda: pensate veramente tu e il tuo Presidente f.f. di rappresentare l'espressione della leadershep politica del parmense, avere le credenziali e l'autorevolezza per condurre il nostro territorio nella società delle conoscenze e a svolgere un ruolo di primo piano in Europa? Ecco io vorrei che questa domanda costituisse la base della discussione delle coalizioni politiche nelle scelte sulle candidature per le nuove leadershep che la nostra Provincia si appresta a eleggere nella prossima tornata elettorale. Pensa che a questo punto più che ai partiti spero nei poteri forti della città, che consapevoli delle difficoltà incalzanti e delle necessità qualitative di alto profilo, forse vi costringeranno a fare scelte anche impopolari. Chi è capace di consenso ed è consapevole di profili di qualità dovrebbe adoperarsi, spendersi perché possa emergere una nuova classe dirigente. Bisogna saper rompere col passato, nel rispetto dei valori. Il digitale è rottura col lineare, così come l'industriale fu la rottura col rurale. Entrambi sono preceduti dalla parola rivoluzione: forse vorrà dire qualcosa! Ma no, state tranquilli, purtroppo, la prossima campagna elettorale sarà solo un cartello politico e non di qualità, a sostegno del graziato di turno. Il sottoscritto, in estate scrisse che l'industria alimentare di derivazione animale, di cui il nostro territorio è largamente interprete, avrebbe avuto seri problemi, e i nostri capitali direttamente o indirettamente erano a rischio. Mi sono battuto pubblicamente perché questo pensiero fosse ascoltato, ma nessuno di voi politici osò sostenere, pur comprendendola, questa tesi. I fatti oggi mi danno ragione. Di fronte all'evidenza siete schiavi del contingente, incapaci di pensiero libero. Ero solo con molti amici da diverse parti d'Italia. E' così che continuerò, da voi non mi aspetto nulla, se non una folgorazione dalla miseria intellettuale e civile. Mi sembra umano sperare nell'"avvento" miracoloso. Buon Natale!

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma, 10 dicembre 2003
SORGENTI
via Damiano Chiesa 1 43100 Parma tel 329 5917508 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
13.12.2003 23:06
Ancora il triciclo...di Antonio Di Pietro

Cari amici,
questa mattina si è svolta una riunione dei vertici del triciclo (Ds-Margherita-Sdi) dedicata, a quanto riferito dalle agenzie, proprio alla partecipazione o meno dell'Italia dei Valori alla Lista Unitaria.
Il timore manifestato soprattutto dai Ds è che possa coagularsi intorno a noi tutto il mondo che va dai girotondi fino ad un certo associazionismo pacifista ed anche cattolico. Il rischio, avrebbe osservato Fassino, è che alla fine la pseudo-lista unitaria del triciclo finisca per apparire quel che è e cioè la lista dei 'notabili'. Evidentemente anche loro si sono accorti che il nuovo potrebbe essere rappresentato meglio dalla lunga lista degli esclusi. Da qui la loro idea di limitarsi a rimuovere il veto su IDV per bloccare sul nascere l'aggregazione che si sta realizzando tra i Movimenti e delle Associazioni.
Insomma i notabili del Triciclo sono spaventati dalla convergenza che si sta attuando tra L'Italia dei Valori, i Movimenti, le Associazioni, i Girotondi e la società civile per la costituzione di una vera lista unitaria per le europee, alternativa a quella posticcia ed imposta dalle segreterie di partito dello stesso Triciclo. Fanno bene a preoccuparsi, giacchè rappresentano il vecchio che si oppone al nuovo.
Ma non si illudano di poter sterilizzare questa iniziativa semplicemente annettendo questo o quell'altro personaggio (che si chiami Di Pietro , Occhetto, Flores D'Arcais, Veltri, ecc.) o più semplicemente chiedendo all'Italia dei Valori di entrare sic et simpliciter nel loro listone di oligarchi.
Il giorno che noi di IDV saremo chiamati per davvero a partecipare alla lista unica, ci presenteremo ma non da soli, bensì insieme a tutte le altre componenti, Girotondi, Movimenti, associazioni e società civile, che si stanno battendo per dare avvio alla "Costituente per il Nuovo Ulivo".
Insomma è necessario far capire a questi signori che sono partiti in modo sbagliato (con un tricilclo appunto) e che invece bisogna prendere un treno di personalità e di nuove professionalità per raggiungere l'obiettivo della credibilità e della più completa inclusione nella coalizione.

Antonio Di Pietro
Presidente Nazionale
Italia dei Valori

Redazione1
13.12.2003 23:09
Film: Da qunado Otar è partito

Da quando Otar è partito
È più forte chi ha la pazienza e la perseveranza di aspettare o chi ha il coraggio di partire? La nonna Eka, la mamma Marina e la figlia Ada, vivono a Tblissi, in Georgia in un vecchio appartamento, dove spesso mancano la luce e l'acqua. I sogni e le speranze di ognuna cozzano sempre più spesso con la dura realtà quotidiana e si ravvivano solo quando Otar, l'adorato figlio di Eka, manda notizie e qualche soldo dalla Francia, dove è emigrato in cerca di fortuna. Un giorno però le notizie che giungono da Parigi sono infauste: Otar è morto in un incidente. Per non dare un dispiacere all'anziana Eka, Marina e Ada fanno di tutto per nascondere la tragedia. A partire da questo momento, però, le loro vite subiranno una radicale trasformazione che giungerà a compimento quando Eka scoprirà la verità.
Nato in seguito ad una collaborazione che la Bertuccelli (nota documentarista) ha avuto con Otar Iosseliani, il film ci propone un paese attraente e ricco di contraddizioni, un paese la cui storia è stata spesso dolorosa e di cui i cittadini ne risentono ancora oggi. La precarietà del quotidiano si riscontra in molte scene. Un senso di oppressione e di claustrofobia si ha soprattutto quando si ritraggono le tre donne in casa, con l'acqua e la luce che vanno e vengono e questa figura assente ma ingombrante di Otar, cui tutto è riferito. Eka Marina e Ada sono tre donne caparbie ma estremamente affettuose, ognuna a suo modo cerca di risparmiare all'altra dolori e sofferenze, si curano a vicenda, si coccolano, si vogliono bene. Il loro è un micro cosmo autosufficiente, in cui gli uomini come entità fisiche entrano appena. Essi sono relegati in quel particolare luogo che è la memoria, dove sono signori e padroni. Vengono idealizzati, criticati, a loro si rivolgono imprecazioni, suppliche, ma essi sono sempre al di fuori dalla vita reale, quasi come le antiche divinità pagane. Otar è il fulcro di ogni discorso, eppure non si vede mai, se non in una fotografia. La sua è una presenza costante, anche se non fisica e paradossalmente diventa più tangibile proprio quando arriva la notizia della sua morte.
Ricco di disperazione ma anche di speranza, contraddittorio eppure a suo modo coerente, questo lungometraggio ha assicurato alla regista numerosi premi a partire dal Gran Premio della Settimana Internazionale della Critica di Cannes fino al Premio Margherite Duras, senza dimenticare il premio Michel D'Ornano, assegnatole al Festival du Cinema Americani di Deauville.

Teresa Lavanga
fonte: www.filmup.com/

Redazione1
13.12.2003 23:11
Dobbiamo essere contro questa finanziaria....

Gentile Redazione le mando questo mio scritto Veda se ritiene utile
pubblicarlo, grazie
Cari cittadini dobbiamo, essere contro questa legge finanziaria 2004, fatta
di condoni, che vanno a premiare gli evasori, penalizzando i cittadini
onesti, e sicuramente anche i conti pubblici.Tagli alle risorse per
finanziare i servizi sociali, alla ricerca, alla scuola pubblica. Una
finanziaria che contiene anche la delega di controriforma delle pensioni,
calo dei contributi INPS per le imprese, che andrà a colpire in particolare
i giovani, la loro pensione sarà più bassa, ma andrà a colpire anche chi è
gia in pensione. Riduzione dei finanziamenti agli enti locali,(comuni,
province, regioni) che saranno cosi costretti a tagliare i servizi sul
territorio, e aumentare le rette, nuovi aumenti di addizionali IRPEF, e di
ticket sanitari.
Una risposta e venuta dai lavoratori e pensionati e disoccupati, il
06/12/2003 a Roma con la manifestazione,organizzata da, CGIL, CISL, UIL, una
manifestazione bellissima, allegra, combattiva,un grande fiume di uomini
donne, giovani, anziani, hanno attraversato le strade nel cuore di Roma, con
cartelli striscioni bandiere, di mille colori, slogan, musica, comizi,
spiegando al governo di centrodestra, che la pensione non è un regalo ,ma
che è stata sudata, che il lavoro è un diritto fondamentale, e che l'Italia
è in declino e ha bisogno di una finanziaria, che faccia riprendere l'
economia, che non si possono negare ai cittadini sanità, assistenza, servizi
sociali essenziali, che la nostra Italia e la nostra democrazia, merita dei
ministri migliori. I sindacati CGIL CISL UIL hanno ritrovato l'unità d'
azione, la loro gente la forza dell'unità, l'opposizione è finalmente più
unita e in prima linea, e dalla parte dei lavoratori,pensionati
disoccupati,cittadini più deboli, con quelli che non si arrendono, e
vogliono stare insieme al centrosinistra per vincere.quel giorno della
manifestazione, bellissimo, colorato, sereno, civile, tranquillo, è la
dimostrazione che questo paese ha ancora speranza, e posso dire a gran voce
cero anch' io quel giorno . Cari cittadini giovani e meno giovani,
difendiamo il nostro futuro, sollecitiamo una modifica alla finanziaria, che
favorisca la ripresa , lo sviluppo dell'economia, che punti all'innovazione,
alla ricerca, la formazione, ,che sia ripristinata una politica dei redditi,
faccia ricuperare il potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, che
faccia tornare sotto controllo prezzi e tariffe, in particolare i beni di
prima necessità.
La scuola pubblica, che il diritto allo studio sia veramente garantito a
tutti, la sanità pubblica, che il diritto alla salute sia garantito a tutti
i cittadini, la previdenza, che garantisca una pensione dignitosa a tutti i
pensionati, l'assistenza, che sia applicata la legge di riforma, promovendo
sul territorio, una rete di servizi per i bisognosi, per i più deboli,
anziani, disabili. Cari cittadini dobbiamo pretendere anche un' informazione
più plularista, più libera, più democratica.
Tutto questo sarà possibile, continuando e aumentando la nostra
partecipazione, a iniziative, manifestazioni, e con la voglia di cambiare in
meglio questa nostra società, e credere fino in fondo a una società più
equa, più solidale,più tollerante, più democratica, più rispettosa dell'
altro, in una società con più giustizia sociale e con più diritti per tutti
i cittadini, in una società più giusta.
Lena Francesco via provinciale,37 24060 Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
14.12.2003 15:01
Ulivo e lista unitaria

Vi inviamo di seguito il primo resoconto sintetico dell'incontro che
l'esecutivo della nostra Rete ha avuto con i segretari nazionali dei quattro
partiti aderenti alla Lista Unitaria.

-----------------------

A causa di problemi tecnici di accesso alla rete internet e di tempi
disponibili, rinviamo a domani un resoconto completo dell'incontro.

Presenti all'incontro: Fassinio, Rutelli, Boselli e Sbarbati.
Per noi: Deo,Lella, Marina, Alessandra, Chicco, Michele, Francesco e il
Prof. Scoppola.


GIUDIZIO SINTETICO:

Incontro non formale, franco, clima costruttivo, conclusioni interlocutorie
ma anche operative.
Anzitutto un ottimo risultato di accreditamento per la nostra Rete: siamo
stati chiamati ad aprire come primi interlocutori, la serie di incontri con
associazioni e movimenti.
Le due comunicazioni introduttive, di Fassino e Deo, hanno condiviso
un'analisi dell'importanza della proposta di Prodi come "nuovo inizio" e
rilancio dell'Ulivo, oltre che di spessore europeista, ed anche la necessità
di un percorso estremamente aperto (Fassino ha parlato di "cantiere
aperto").
Abbiamo evidenziato la insanabile contraddizione tra la conclamata apertura
e il persistere di inaccettabili veti pregiudiziali. I veti non sono
formalmente stati rimossi, ma abbiamo introdotto riflessioni responsabili
sulla necessità di ricondurre tutto il confronto alle tematiche
politiche-programmatiche.
Abbiamo avanzato la nostra proposta di costituire un Comitato Promotore per
la Lista unitaria, chiamando, SENZA ALCUNA COOPTAZIONE, tutti i soggetti e
le forze interessate.
I partiti pur non assumendola formalmente, l'hanno condivisa come strumento
del percorso da sottoporre anche agli altri intelocutori.
Al termine di questo primo "giro", dopo le feste, i partiti chiameranno
tutti i disponibili ad un nuovo confronto sulla base di un documento
politico di sintesi; incontro
che per noi dovrà far decollare il Comitato Promotore.

Chiude internet point a Termini, ci sentiamo domani.

Un abbraccio ulivista.
Alessandra, Chicco e Deo

Redazione1
15.12.2003 18:16
Di Pietro...noi siamo per la lista unitaria

Cari amici,
il dibattito sull'essenza e la reale consistenza della lista unitaria, varata da alcuni partiti del centrosinistra, sta avviandosi ad una svolta di chiarimento.
Finalmente qualcuno - Fassino per l'occasione - all'interno della "Lista mini-unitaria del Triciclo" ha alzato la voce per dire basta al "veto" di quelli dello SDI. Non aveva e non ha alcun senso infatti una simile arrogante presa di posizione giacche' nessun elettore del centrosinistra capirebbe perche' mai si vara una lista elettorale all'insegna del motto "Uniti per unire" e poi si esclude chi, come l'Italia dei Valori, è disponibile al dialogo.
L'On.le Fassino, però', nonostante gli sforzi di buona volonta' espressi oggi nelle sue interviste, sembra non avere ancora compreso quale sia la vera questione che noi poniamo, che non e' "Di Pietro sì', Di Pietro no" (anche perché noi, con il nostro partito, abbiamo voti sufficienti per fare da soli).
Il problema e' un altro e speriamo che Fassino e gli altri dirigenti del Triciclo se ne rendano conto: non possono essere esclusivamente loro, nel chiuso delle loro segreterie, a decidere chi deve salire e chi deve scendere, che programmi e destinazione dare al progetto e chi devono essere i passeggeri.
Ha ragione percio' il segretario della CGIL Epifani quando dice che bisogna azzerare tutto e ricominciare daccapo. E' esattamente quello che vogliamo fare anche noi (a meno che non ci costringano a fare altrimenti). Il nostro obiettivo non è quello di sponsorizzare l'imbarco di questo o quel personaggio (oggi Di Pietro, domani chi sa chi) tanto per tacitare gli animi e addormentare le coscienze. Noi vogliamo che tutto il vasto e variegato mondo dei Movimenti, Girotondi, associazioni, portatori di interessi diffusi, personalita' illustri e cittadini comuni possano dire la loro - all'interno ed insieme ai partiti sia chiaro e non contro di loro - per dar vita ad una "Costituente per un nuovo Ulivo", da cui scaturisca innanzitutto un programma di Governo (italiano ed europeo) comune e condiviso e poi - solo poi - l'individuazione (collegiale e corale e non per grazia ricevuta) dei migliori candidati per raggiungere gli obbiettivi prefissati.
E' su questa questione, quindi, che invitiamo i responsabili piu' accorti dell'Ulivo - e consideriamo certamente Fassino fra questi - a voler riconsiderare i loro passi e confrontarsi con noi per rimettere tutti insieme - noi e loro - i blocchi di partenza per terra e dar vita ad un "nuovo inizio"della Lista unitaria.
Proprio per dar corpo a questo invito - ed anche per dar seguito all'impegno di rivederci che ci eravamo reciprocamente presi - noi e il Comitato per la Costituente del nuovo Ulivo invitiamo l'On.le Fassino ad incontrarci nuovamente per ridiscutere sia i tempi per l'avvio della Costituente (anticipandoli secondo noi a prima delle elezioni europee) sia a ricominciare daccapo e su base piu' democratica e coinvolgente l'esperienza della Lista unitaria. Facciamo ancora in tempo se ci mettiamo un po' di buona volonta' e non cediamo al ricatto di chi proclama "o noi o loro".

Antonio Di Pietro
Presidente Nazionale
Italia dei Valori

Redazione1
17.12.2003 22:39
Incontro Di Pietro e Boselli

Insieme con Di Pietro
Cari amici,
vi informo che domani, giovedì 18 dicembre, alle ore 20,30 su La7 Antonio Di Pietro, presidente nazionale dell'Italia dei Valori, si confronterà in un faccia a faccia con Enrico Boselli, presidente dello SDI.
La discussione moderata da Giuliano Ferrara e Barbara Palombelli, verterà sul tema della lista unitaria e dei veti dei partiti del triciclo sull'ingresso di IDV.

Ufficio Stampa Nazionale
Italia dei Valori

Redazione1
17.12.2003 22:42
Lettere dall'Europa

Lettere dall’Europa
Di Ignazio Juan Patrone, Magistrato Presidente di MEDEL (Associazione dei Magistrati Europei)
Povera Europa ! Dunque dovrà fare a meno, chissà ancora per quanto tempo, di una Costituzione.
La Presidenza italiana non ha ritenuto neppure di dover fare uno sforzo di mediazione ulteriore, ha preso atto dei dissensi sul sistema di voto ed ha rispedito tutti a casa già il sabato pomeriggio (la domenica mattina giocava il Milan !) .
Non è stato neppure stilato un calendario di massima per continuare la CIG durante il prossimo semestre, che del resto sarà guidato da un Paese, l'Irlanda, da sempre su posizioni scettiche; senza considerare che alcuni Paesi, tra i quali la Spagna, stanno per andare alle urne e che a giugno si voterà tutti per il Parlamento europeo.
Evidentemente, l'aver portato a Parma la sede della futura Agenzia per l'alimentazione è stato messo sullo stesso piano del Trattato costituzionale, se B. ha parlato di "trionfo" del semestre italiano.

Ma non si tratta solo di questo e credo che, ironie su prosciutti e formaggi a parte, dal suo punto di vista il Cavaliere abbia buone ragioni per gioire. Al governo italiano le istituzioni comunitarie non sono mai piaciute, le ha messe in crisi ogni volta che ha potuto, ha preferito perseguire una politica estera appiattita su quella dell'amministrazione Bush, prendendo qualche iniziativa solo per stringere rapporti con Putin. Nessuna, dicasi nessuna, iniziativa è stata presa per favorire la pace in Medio oriente dove, anzi, è stato dato esplicito consenso persino al muro di Sharon. Il patto di stabilità è stato messo cinicamente in crisi, ma non perché esso è fondato su parametri superati e deflazionistici, ma perché non piace l'idea di uno strumento di controllo reciproco delle politiche di bilancio, che si preferisce lasciare alla creatività del Tremonti di turno.
Della cooperazione giudiziaria dirò qualcosa la prossima volta, ma è notorio che si pensa che è roba da "toghe rosse".
Quindi, davvero, è stato il trionfo della linea di chi vuole un'Europa più ampia geograficamente ma più limitata politicamente, che non disturbi, anzi sostenga, la politica guerrafondaia dell'amico americano, e che costituisca, a tutto voler concedere, un'area di libero scambio di merci e servizi, senza impicciarsi degli affari interni di ogni singolo Paese.
Niente federalismo, insomma, e per chissà quanto tempo ancora.

La sinistra europea ed italiana dovrebbe interrogarsi sul proprio fallimento. Ha seguito passivamente la destra economica e politica su tutti i terreni, ha tenuto un profilo bassissimo e compromissorio su tutte le opzioni federaliste, non ha saputo neppure elaborare e presentare in Convenzione un "manifesto" comune che fosse capace di legare insieme le varie componenti nazionali e comunitarie e non ha sostenuto con la dovuta forza nemmeno alcune delle proposte della Commissione Prodi, che pure facevano parte di un pacchetto moderato assai. In altre parole non ha saputo tenere assieme quel tanto di tradizione socialdemocratica che può far argine alla politiche neoliberistiche, una politica che non solo non ha pagato, ma ha finito per favorire B., Aznar e Blair.

E la sinistra-sinistra, che probabilmente in buona parte oggi condivide la soddisfazione di chi ha voluto il fallimento, dovrebbe a sua volta chiedersi se, invece di riproporre ad ogni pie' sospinto qualche manifestazione per la pace per una impossibile ripetizione del movimento del 15 febbraio, è capace, qui ed ora, di elaborare un altro modello che non sia astratto ed irrealizzabile in partenza, o se invece preferisce continuare a blaterare di Europa "dei popoli" tra le risate dei sovranisti, che nulla hanno da temere e tutto da guadagnare da simili scempiaggini.

E ora ?
La lotta "per la Costituzione" resta aperta, anzi apertissima, anche se il fallimento totale della Convenzione costituisce indubbiamente un passo indietro gravido di conseguenze.
Continuo a ritenere falsa e pericolosa l'affermazione che, intanto, si possa andare avanti così, con i Trattati vigenti, a tempo indefinito. I giuristi, in particolare, devono essere preoccupati per la tenuta dei principi sui quali si è potuta fondare, sino ad ora, l'Unione, fra i quali quelli della diretta applicabilità del diritto comunitario e della sua prevalenza sulle fonti nazionali.
Siamo certi che reggeranno ? o al contrario non spunterà una Corte regolatrice nazionale che utlizzerà quelli che la Corte cost. italiana ha chiamato i "controlimiti", aprendo così un conflitto dagli esiti imprevedibili ?

Redazione1
17.12.2003 22:44
Vogliamo riconquistare Milano

Sabato 20 dicembre, dalle ore 10 alle 13, al Pallido di Milano, prima, importante manifestazione di apertura della campagna elettorale del Centro sinistra:

vogliamo riconquistare la Provincia di Milano!!

Partire con il piede giusto è già una cosa molto importante e, per realizzare l’obiettivo, bisogna che sabato mattina ci siano proprio tutti: i convinti, gli scettici, i delusi ed anche i contrari e gli incazzati.

Proprio a questi ultimi un accorato appello: le nostre battaglie sulle primarie e sulla partecipazione hanno lasciato più di un segno, aprendo un dibattito all’interno di questo mondo dei partiti che solo un occhio superficiale potrebbe definire impermeabili; aprendo un dibattito, dicevo, che, più che un pertugio, mi pare aver creato una voragine tra le logiche tutte interne dei soliti noti ed un corpo militante (anche dirigente) sempre più interessato a sperimentare nuove forme di democrazia e partecipazione.

La stessa vicenda di queste ore, in cui Ciampi ha respinto al mittente la legge Gasparri, ci dimostra, però, come non sia mai la stessa cosa, pur tra mille contraddizioni, avere rappresentanti istituzionali democratici anziché Berlusconi ed i suoi amici manolesta.

Forza, allora.

Dibattito interno vivo, serrato, anche duro: ma tutti insieme, senza esitazioni, contro la Colli e contro questo centro destra ignorante e spocchioso.
A sabato.
Stefano Facchi

Redazione1
17.12.2003 22:47
Ciampi boccia la Gasparri

"CIAMPI BOCCIA GASPARRI"
di Cuccu 44
Cari lettori, Ciampi il silenzioso, finalmente ha parlato ed ha rimandato al mittente la legge Gasparri. Un atto importante poiché una volta di più è messo in evidenza l'aspetto illiberale che la legge nasconde. Ciampi parla apertamente di contraddizioni con alcune scelte della Corte Costituzionale. Particolarmente importante è il riferimento al pericolo per il pluralismo dell'informazione nonché al pericolo per una troppo elevata concentrazione pubblicitaria nelle mani di poche persone. Berlusconi da parte sua ha subito affermato che Mediaset da questa legge non guadagna un centesimo, ma che anzi ne verrebbe addirittura influenzata negativamente! Una burla enorme ed un’ipocrisia di facciata che non ha eguali!La legge Gasparri è nata per riformare il settore delle telecomunicazioni a favore del Premier e del suo impero radio-televisivo-giornalistico! Chi dice il contrario racconta bugie. Lo stesso Gasparri ha affermato che analizzerà con la serenità del caso, le precisazioni del Capo dello Stato. A questo punto nasce spontanea una domanda: Gasparri sapeva di un eventuale contrasto con alcune decisioni della Suprema Corte? Possibile che un Ministro non sapesse? Difficile da credersi. Piuttosto credo che il governo sapesse di queste problematiche ma abbia fatto finta di nulla. A questo punto staremo a vedere come sarà modificata la legge. Vedremo quale “escamotage” troverà ancora il governo per far passare l'ennesima legge privata! Nel contempo spero che Ciampi si svegli definitivamente dal suo letargo e cominci a mettere in pratica quello che è il suo principale impegno: difendere la Repubblica e la Costituzione! CUCCU44,SEMPRE IN PRIMA LINEA!!!(CUCCU44@FREEMAIL.IT)
N.B.: CUCCU44 è WALTER LANARO - GENOVA

Redazione1
19.12.2003 22:31
Parmalat: costituire una public company

SORGENTI
Parma tel 329 5917508 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

UN COMITATO PROMOTORE PER LA COSTITUZIONE DI UNA PUBLIC COMPANY ALIMENTARE DI PARMA
PRONTA A RILEVARE LE EVENTUALI DISMISSIONI DEL GRUPPO PARMALAT

Non entro certo nelle polemiche del dopo e del prima, ma sono attento ai valori economici, sociali, culturali, del patrimonio collettivo presenti nel gruppo Parmalat. La storia di Parma è ricca di realtà economiche che purtroppo hanno trovato altre strade, la cui mente strategica si è spostata altrove e quando è successo, poco hanno lasciato, per non dire nulla, del valore prodotto nel territorio dai loro fondatori o dagli imprenditori locali che si erano succeduti. Non è corretto fare nomi, ma chi conosce la storia economica di Parma sa che quanto dico corrisponde a verità.
Oggi si è di fronte al più importante gruppo alimentare italiano e qui a Parma una riflessione in merito si dovrà pur fare, sia politicamente, sia economicamente. Ognuno faccia la sua parte, è la cosa migliore e se vogliamo farlo sappiamo che ne abbiamo le capacità e le risorse. Cosa propongo? La costituzione di una Public Company Alimentare con risorse finanziarie diffuse, ma con una partecipazione di capitali di tutto il territorio, una presenza significativa di risorse e saperi locali che siano in grado di elaborare un progetto di business e un progetto di fattibilità di acquisizione di eventuali dismissioni. Il mio è un progetto e un appello a tutte le forze politiche, istituzionali e economiche locali, alle intelligenze imprenditoriali e manageriali, affinché non si assista allo spezzatino a tempi brevi o medi e noi qui ad aspettare lo spoglio, come è già capitato. Ciò non può e non deve più accadere. Il ruolo di Parma in Europa non lo permette! L'impresa è anche un bene collettivo, di cui a volte l'imprenditoria si dimentica, ma una collettività intelligente deve saper cogliere ed essere presente in modo attivo quando i problemi si presentano. L'indifferenza sarebbe solo foriera di danno. Non penso minimamente ad un intervento di supporto o assistenziale, che i corsi abbiano i loro corso, ma i valori debbono essere tutelati ed eventualmente acquisiti se in procinto di cambiar aria o direzione. Il Movimento Sorgenti si è mobiltato e ha ritenuto di dar vita fin da ora ad un comitato promotore aperto, per la costituzione della Public Company Alimentare di Parma che sia in grado di stabilire fin da subito un dialogo con l'attuale management del Gruppo Parmalat, con chi detiene pacchetti di controllo e di partecipazione nella capogruppo o nelle controllate, per intervenire qualora vi fossero le condizioni per farlo. Tutto questo senza voler creare tensioni in un momento così delicato, ma per essere vigili alle evenienze, propositori attivi di interessi pubblici nello stato di crisi. E' una idea/proposta che mi auguro venga valutata con le adeguate attenzioni in tutte le sedi, che venga sostenuta; un'iniziativa che ritengo necessaria per non disperdere un nostro valore, un nostro patrimonio. Deve essere tutelato il personale, perché sarebbero drammi individuali e familiari, che non vogliamo accadano, un carico sociale che dovremmo comunque affrontare; devono essere tutelati conoscenze, relazioni e valori che una volta dismessi non ci apparterrebbero più. E se è vero che dobbiamo creare generatori di ricchezza per il territorio, è altresì vero che dobbiamo anche dotarci degli strumenti necessari per la valorizzazione dei patrimoni presenti o di intervento nello stato di crisi temporanee. Dobbiamo essere capaci di conservare i centri decisionali oltre che essere di attrazione per nuove economie o istituzioni. Ritengo che all'interno del Gruppo Parmalat esistano valori immateriali, industriali, di ricerca, distribuzione e mercato che non possono essere dispersi. Vi è ad esempio uno dei più importanti poli storici industriali europei di frutta e vegetali con produzioni anche per multinazionali di conserve e bevande.
La riservatezza che per ora mi obbliga nei confronti di chi ha ritenuto di seguirmi in questa proposta, che vede coinvolta anche una importante banca d'affari italiana, mi impone per ora di non andare oltre. Sono però disponibile con chiunque voglia personalmente affrontare o approfondire un confronto su questa ipotesi di lavoro e mi auguro in breve tempo di poter ufficializzare i componenti del nucleo promotore che ha condiviso l'idea e che rimane comunque aperto a chi riterrà questa proposta condivisibile.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma 19 dicembre 2003

N.B. comunicazione inviata per conoscenza al dottor Enrico Bondi

Redazione1
19.12.2003 22:33
Trasporti Pubblici e contratti..

TRASPORTI PUBBLICI E CONTRATTO"
di Cuccu44
Cari lettori, la protesta dei dipendenti dei trasporti pubblici non tende a placarsi. Una lotta sacrosanta che tutti i lavoratori dovrebbero difendere. Qui a Genova è stato iniziato uno sciopero ad oltranza, che infastidisce certamente chi usa il mezzo pubblico per spostarsi, ma che spero possa servire come inizio di una protesta ben più ampia. E' arrivato il momento di puntare i piedi contro il padronato. Gli stipendi sono sempre più bassi mentre i prezzi dei beni in genere sono aumentati ovunque! Ci sono contratti che per otto ore al giorno di duro lavoro, prevedono circa 600 euro al mese! Questo è quello che prende un magazziniere dell'IperCoop di Genova! Un esempio, tra mille che si potrebbero fare. Bisogna agganciare i salari all'inflazione reale e non a quella "falsa" programmatica. Le previsioni giocano sulla pelle dei lavoratori. Bisogna ristabilire la Scala Mobile, anche se magari su principi diversi. Bisogna ridare dignità al lavoro, cominciando con l'adeguare tutti gli stipendi ad un minimo contrattuale di almeno 900 euro netti al mese. Sempre poco, ma già meglio. La vita costa troppo in rapporto agli stipendi attuali. Vorrei chiedere a qualche parlamentare di vivere con pochi euro al mese come un semplice operaio od impiegato. Gli onorevoli vivono con parecchi milioni mensili e certo non potranno mai capire che significa la parola povertà. Il sistema lavoro in Italia non va! La riforma Biagi è stata la fatidica ciliegina sulla torta. Un regalo ai datori di lavoro contro la dignità dei lavoratori e a favore di un Italia sempre più povera e precaria. I sindacati hanno fallito! L'inesistente sinistra ha dimenticato le masse lavoratrici! Oramai i lavoratori devono auto-tutelarsi ed allora avanti a bloccare l'Italia intera! Cuccu44,sempre in prima linea!!! (cuccu44@freemail.it)

n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova


Redazione1
19.12.2003 22:36
ControCritica: la meglio gioventu'

LA MEGLIO GIOVENTU’
Tutti ne hanno scritto, voglio farlo anch’io non fosse che per lo sforzo di essermene sorbite 4 puntate televisive.
Il lungo film di M.T.Giordana si propone senza via di scampo al paragone con due bei film del cinema italiano, “La famiglia” e “C’eravamo tanto amati”, entrambi di Ettore Scola.
Ne sembra quasi la naturale continuazione: comincia laddove questi finiscono oppure si sovrappongono per un breve periodo storico.
Fare questo paragone è piuttosto impietoso per “La meglio gioventù” che ne esce con le ossa rotte perché è alterno, presenta momenti medio alti ma anche cadute rovinose.
I riferimenti storici, la ricostruzione di costumisti e truccatori è piuttosto carente, non possiamo vedere i protagonisti negli anni sessanta pettinati come si usa oggi. Inutile mettere auto d’epoca, vestiti, precisione nelle ambientazioni, nel mobilio, nel piccolo particolare quando i volti escono da una rivista attuale.
Incongruenze di narrazione parecchie: una bambina non può entrare nelle carceri italiane, una professoressa non entra in pensione quando vuole abbandonando la cattedra, ecco, questi errori gli sceneggiatori di Scola non li facevano. Ero prevenuto verso Rulli e Petraglia (autori de La Piovra, sic!) e la loro mano ha colpito pesante anche qui. Il cinema è un’altra cosa, devono ancora studiarlo e impararlo.
Fastidiosi perché appiccicati i richiami ai grandi fatti della storia italiana, sono appiccicati al racconto con piaggeria, guarda quanto siamo bravi, ci dicono gli autori. Spesso il film sembra un documentario promozionale sulla bella Italia con quelle inquadrature, sempre uguali, delle città.
Infine piuttosto forzata questa famiglia i cui appartenenti attraversano nel bene e nel male tutti i grandi temi del paese. Ma come? Proprio tutti parenti dovevano essere? Terroristi, medici, idealisti, poliziotti, banchieri……però.
Ma bisogna parlare anche un pochino dei pregi.
Gli elementi affettivi sono spesso centrati.
Possiamo riconoscere davvero tutti un pezzo di storia della nostra famiglia ed in questo si può evidenziare un elemento di bravura, di sensibilità.
Troviamo la capacità di riferirsi alla vita quotidiana, ai piccoli fatti che la compongono. Di questi fatti il film è ricco e presenta quei momenti poetici che sa dare solo di chi sa anche fare del cinema.
La discontinuità de “La meglio gioventù” sta nel continuo ondeggiare tra il bel cinema e la televisione standardizzata.
Di quello ha i pregi, di questa i difetti.
Daniele Ramirez

Redazione1
19.12.2003 22:38
Autority Alimentare Europea

SORGENTI
via Damiano Chiesa 1 43100 Parma tel 329 5917508 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

AUTHORITY ALIMENTARE EUROPEA

A seguito della recente assegnazione dell'Authority europea alimentare a Parma il movimento Sorgenti chiede che venga aperta una consulta territoriale permanente espressione del luogo, istituzionalmente riconosciuta, affinché l'opportunità di divenire città istituzionale del circuito europeo possa essere elaborata nella consapevolezza di una collettività impegnata nello sviluppo della propria identità. Al di là delle sedi operative e delle infrastrutture richieste per la presenza dell'importante istituzione, compito che sarà gestito da un comitato esecutivo ad hoc, è fondamentale che il territorio di Parma colga l'occasione per proiettarsi nella nuova dimensione, sappia sviluppare un progetto culturale, sociale, economico e urbanistico qualitativo che consenta un divenire collettivo di città d'Europa. L'Authority non può essere concepita solo come un'insieme di infrastrutture e servizi funzionali alle Istituzioni, ma deve essere un mezzo per consentire a Parma di coltivare una sua nuova identità.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Redazione1
20.12.2003 19:35
Film:Buongiorno, Notte

Buongiorno, Notte
Un film del genere essenzialmente presenta un solo rischio: essere orribile. Se comunque si evita questa trappola, il risultato sarà sempre mediamente buono, poichè si vanno a toccare le corde della memoria, dell'indignazione o dei sogni perduti. Comunque ci si muove il pubblico resterà colpito. In ogni caso rivedere oggi i filmati d'epoca, a cavallo tra il bianco e nero e il colore, di un periodo vissuto quando ancora ero troppo giovane, lascia in bocca un sapore molto particolare e ci ricorda che forse non è ancora passato abbastanza tempo per avere il dono dell'imperturbabilità documentaristica.

La visione di Bellocchio del rapimento Moro è politicamente distaccata. Non ci troviamo di fronte ad un documento di denuncia, ad una condanna o ad una giustificazione. Abbiamo di fronte a noi i fatti vissuti attraverso gli occhi di Chiara (Maya Sansa / La meglio gioventù), la brigatista/carceriera del "Presidente", come viene costantemente chiamato.
Essenziale nella scelta di Bellocchio è l'umanizzazione dei carcerieri, il parallelo tra le loro vite da reclusi, da soldati (come si considerano), e la necessità di mantenere, soprattutto Chiara, una vita normale sul suo posto di lavoro convivendo con i dubbi che man mano si fanno strada dentro di lei.
Un Moro rassegnato, quello che ci restituisce il film, ormai conscio di essere stato abbandonato e di essere lo strumento con cui lo Stato intende sollevare l'opinione pubblica contro le BR. Un martire annunciato di una classe politica che per mantenere la presa sull'Italia non ha mai fatto sconti a nessuno e non si è mai posta scrupoli. D'altronde lo stesso Moro, reo di aver "aperto a sinistra", ben conosce i meccanismi di cui era manovratore.
Rapitori anche loro prigionieri degli ideali che si trovano comunque costretti a compiere un gesto in cui forse non credevano più, ma che per mantenere "credibilità" devono portare a termine.
Scandalizziamoci, inorridiamo o comunque pensiamo e poi chiediamoci quante differenze ci sono tra i terroristi di ieri e di oggi.

Un'ultima riflessione che esula, ma che certi filmati mi hanno tristemente riportato alla mente. Spesso sono sempre le scorte quelle che pagano il prezzo più alto alle quali facciamo sempre dei bellissimi funerali. Peccato che basti una settimana per scordarci non solo i loro nomi, ma anche la loro esistenza. Persone che per due lire mettono a rischio la vita, spesso indipendentemente dai loro ideali. Mi chiedo alla fine chi siano i veri "martiri".

La chicca:
nella scena della seduta spiritica si scorgono alcune persone del club intente a giocare a carte sullo sfondo. Tra questi lo stesso Bellocchio.

La frase:
"Ognuno deve morire, ma non tutte le morti hanno lo stesso significato."

Valerio Salvi
fonte: http://www.filmup.com/

Redazione1
21.12.2003 08:32
Ai volontari Auser di Vigevano

Ai Volontari ed Associati
Tradizionalmente l'avvicinarsi della fine dell'anno è l’occasione per lo scambio d’auguri e per una valutazione della nostra / vostra attività ed impegno nell'anno passato, oltre a proposte per il futuro.
Anzitutto voglio porgervi i miei personali, e di tutto il Direttivo, Auguri di buone feste, di un Buon 2004 di pace e di tanti momenti felici a tutti voi e ai vostri cari.
Nel 2003 l'Auser e cresciuta come numero d’aderenti, abbiamo raggiunto i 1000 associati.
E' cresciuta con l'attività in tutta la nostra azione: sono aumentate le persone che abbiamo trasportato per le terapie, cure, visite mediche, per le "cure termali", ecc..
E' aumentato in numero di partecipanti ai vari momenti di svago, ballo, gite, soggiorni climatici, spettacoli.
Si è incrementata l'attività del "Fontanino"; si è attivata la nostra iniziativa "Ti portiamo a fare la spesa"; è continuato il nostro impegno nella cura del verde, i giardini, la chiusura dei cimiteri.
Un fatto importante, di questi giorni, è l’apertura del nuovo “Centro Sociale Anziani” in Via Sacchetti da parte dell’Amministrazione Comunale, del quale vi sarà una gestione unitaria.
Questo risultato è conseguente ad un forte impegno da parte dell’Auser, che in questi mesi (anche anni) ha creduto, insistito, mobilitato, per la sua realizzazione.
Siamo consapevoli che l’area del disagio sociale e personale, della solitudine, del bisogno, riguardante in particolare gli anziani, è ancora vasta e crescente.
In ogni modo crediamo che il nostro / vostro operare, ha contribuito ad alleviare, aiutare migliaia di persone e le loro famiglie; crediamo di avere contribuito (un poco) a migliorare la qualità della vita delle persone.
Il 2004 ci vedrà impegnati a proseguire le nostre attività, per migliorare ed aumentare la nostra azione.
Nei mesi di gennaio / febbraio inizierà ad operare il progetto “Filo d’Argento”, di cui ti alleghiamo una breve sintesi degli scopi e modi d’avvio del servizio.
Quest’attività richiede la presenza di altri volontari per accogliere le richieste d’aiuto che telefonicamente ci saranno inviate.
A tale scopo vi chiediamo di aiutarci nell’individuare donne, uomini, che vogliano dedicarci parte del proprio tempo.
Segnalate i nominativi di queste persone al Presidente Fornasari Domenico, Lavatelli, Ferrari.
Infine vi comunico che il Direttivo propone a tutti i volontari e associati, la possibilità di abbonarsi al giornale “La Barriera” con soli € 6,00 per l’anno 2004.
Questo giornale negli anni precedenti, ad alcuni di voi era inviato su indicazione e contributo dell’associazione.
Per avere lo sconto (l’abbonamento costa € 10,00) comunicateci i nominativi, l’Auser provvederà ad integrare la differenza. Riteniamo che questa testata sia un ottimo mezzo di comunicazione e conoscenza anche della nostra realtà associativa.
Infine ricordiamo che è iniziata la campagna tesseramento per l’anno 2004, la quota associativa è di € 11,00.
Informiamo che sarà contattato telefonicamente da un nostro incaricato (Zanetti Mario) chi non avesse ancora provveduto al rinnovo.
Ringraziandovi per l’attenzione vi rinnovo i miei auguri e un amichevole e fraterno saluto.
Vigevano, 19.12.03
Il Presidente
Fornasari Domenico



Redazione1
21.12.2003 18:15
Toscana: primarie regolamentate

"Primarie regolamentate e stop alle preferenze"

Il capogruppo dei Ds in Consiglio regionale, Paolo Cocchi, spiega la posizione sui nodi elettorali della discussione sul nuovo Statuto della Regione.
"La Toscana sia la prima regione d'Italia ad approvare una legge che regolamenta e disciplina le elezioni primarie". E' la proposta del Gruppo Ds del Consiglio regionale in relazione ai lavori del nuovo statuto della Regione e della legge elettorale collegata. "La riforma della legge elettorale dovrebbe essere una sintesi soddisfacente fra bipolarismo e pluralismo della rappresentanza. L'abolizione della preferenza rafforza il bipolarismo. - spiega il Capogruppo Ds Paolo Cocchi - Infatti consentirà di spostare la competizione sui programmi e nei confronti degli schieramenti avversari. Il meccanismo esistente costringe invece i candidati di uno stesso partito ad una battaglia interna che uno dei più illustri costituzionalisti del nostro paese, Paolo Barile, definì "una forma di cannibalismo politico". Senza dimenticare che questo sistema comporta lievitazioni sensibili dei costi delle campagne elettorali. "D'altra parte non ha senso sostenere che senza preferenze non si abbiano sistemi elettorali democratici: altrimenti questo argomento dovrebbe essere usato prima di tutto contro le elezioni del Parlamento Italiano. - continua Cocchi - Semmai da tempo pensiamo che la partecipazione e la condivisione dei processi di selezione dei candidati dovrebbero essere garantiti da una legge regionale che regolamenti e disciplini le elezioni primarie. "E' bene poi ricordare - aggiunge Agostino Fragai - che ci sino alcuni altri grandi temi, legati alla riscrittura della carta fondamentale della Regione, sui quali continuerà il nostro impegno. Penso per esempio - conclude Fragai - ai nuovi diritti che, secondo noi, dovrebbero trovare cittadinanza, da quello di voto per i cittadini extracomunitari sino al riconoscimento delle nuove famiglie".

Redazione1
22.12.2003 21:04
Censurato il Papa

Il messaggio per la giornata della pace
GIOVANNI PAOLO II:
LA FORZA DEL DIRITTO COME VIA PER LA PACE
di Michele DI SCHIENA
Quando le parole del Papa sui grandi temi della pace e della giustizia sociale suonano poco gradite agli orecchi dei nostri governanti, agli amici senza riserve della Casa Bianca e dei “signori” dell’informazione, ecco che queste parole vengono ignorate dalla politica che conta, non trovano adeguato spazio sulla grande stampa, sfuggono all’attenzione degli opinionisti “benpensanti” e restano fuori dai salotti televisivi dei Vespa e dei Costanzo. E sì, perché ci sono forze politiche ed aree culturali che professano un cattolicesimo di facciata con vocazioni di potere e dedito alla pratica mercantesca di concedere alla Chiesa vantaggi “temporali” e di assecondarla in qualche questione di principio per apparire meritevoli di benevolenza e sostegno sul piano elettorale facendosi perdonare i grandi peccati in materia di politica economica e militare, peccati non solo teologicamente ma anche letteralmente “mortali” perché offendono la vita ed i diritti inviolabili dell’uomo.

Ebbene, questo cattolicesimo senza anima, che si serve dei sentimenti religiosi per metterli a frutto nel grande bazar della politica nostrana, quando si trova di fronte a messaggi pontifici che condannano la guerra, invocano il rispetto del diritto internazionale e denunciano lo scandalo di politiche responsabili della fame e delle sofferenze in danno di tanta parte dell’umanità, allora questo cattolicesimo si rifugia nella distrazione e si chiude nel silenzio come sta facendo in questi giorni dopo la presentazione da parte del cardinale Renato Raffaele Martino del messaggio pontificio per la giornata mondiale della pace che sarà celebrata il 1° gennaio 2004.

Con il suo messaggio sul tema “Un impegno sempre attuale: educare alla pace” il Papa si rivolge questa volta anche agli “uomini e donne … tentati di ricorrere all’inaccettabile strumento del terrorismo” e lo fa con parole che condannano tale mezzo di lotta ma non le ragioni della lotta dal momento che egli esorta i terroristi a rinnegare l’utilizzo di un metodo che compromette “alla radice la causa per la quale” combattono. Ma c’è di più: Giovanni Paolo II afferma che per vincere il terrorismo il “pur necessario ricorso alla forza” non può mai giustificare la rinuncia ai principi dello stato di diritto ed al rispetto dei fondamentali diritti dell’uomo. Esso deve poi essere “accompagnato da una rigorosa e lucida analisi delle ragioni soggiacenti agli atti terroristici” e da un impegno inteso a rimuovere “le cause che stanno all’origine di situazioni di ingiustizia dalle quali scaturiscono sovente le spinte agli atti più disperati e sanguinosi”. E’ un insegnamento questo che si pone a distanze siderali dal quel baldanzoso e militaresco “noi li fronteggeremo” pronunciato dal cardinale Ruini nella sua omelia per i funerali delle vittime dell’attentato di Nassirija e si muove in direzione diametralmente opposta a quella della politica di Bush e del nostro governo.

Ma andiamo al cuore del messaggio pontificio che è la denuncia della “tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del diritto” e che proclama il valore del diritto internazionale come strada maestra per assicurare la pace. Quel diritto internazionale che si fonda sul grande principio di civiltà per il quale “pacta sunt servanda” e che, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, ha avuto la sua espressione più alta ed autorevole nelle intese con le quali gli Stati hanno dato vita all’organizzazione e allo statuto delle Nazioni Unite con l’introduzione di un sistema incentrato sul divieto della forza. Un divieto con due sole eccezioni: quella del diritto naturale alla legittima difesa, da esercitarsi in via provvisoria e rigorosamente nei modi previsti dalle Nazioni Unite, e quella del sistema di Sicurezza Collettiva che demanda al Consiglio di Sicurezza (e non quindi ad altri organismi, Nato compresa) la responsabilità per il mantenimento della pace con possibili interventi di contingenti armati di diversa nazionalità ma sempre sotto un comando facente capo al medesimo Consiglio. L’Onu poi – nel pensiero del Papa – necessita di una appropriata riforma che ne assicuri l’efficace funzionamento ma conserva piena e preziosa validità anche perchè ha contribuito a promuovere il rispetto della persona umana, la libertà dei popoli e lo sviluppo, ideali questi che sono oggi largamente diffusi e condivisi.

Per il suo contenuto profeticamente alternativo rispetto alle politiche dominanti in Occidente e nel nostro Paese il messaggio sulla pace di Giovanni Paolo II è un documento-guida per tutti coloro, credenti e non credenti, che lavorano per un “nuovo mondo possibile” fondato non sulla forza ma sul diritto, un diritto interno ed internazionale che riconosca, tuteli e promuova i diritti fondamentali di ogni uomo e di tutti gli uomini. Ci sono allora le condizioni perché il prossimo 1° gennaio possa essere vissuto come la giornata della Pace non solo dai cristiani ma anche da tutti gli uomini di “buona volontà”.

Brindisi, 19 dicembre 2003

Redazione1
24.12.2003 13:43
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà.

Cari naviganti,
"l'anno che sta arrivando tra un anno passerà.", direbbe Lucio Dalla. Niente di più vero. E così, eccoci qui a fare il bilancio dell'anno appena trascorso.

Tra le cose buone mettiamo: le elezioni amministrative, la ritrovata unità sindacale, la campagna Ninos, Scanzano Ionico, l'allargamento dell'UE, la riforma Castelli che non è passata, il patto di Ginevra, la lista unica, Ciampi che non firma la Gasparri, le feste de "l'Unità", Iride TV, .

Tra quelle cattive: il terrorismo, la guerra in Iraq, la strage di Nassiriyah, la legge Schifani, la finanziaria 2004, i condoni (fiscale ed edilizio), l'inflazione reale e quella percepita, la riforma delle pensioni, il semestre italiano di presidenza europea, la crisi della Fiat, la devolution, la gestione della Rai, la legge Moratti.

Noi abbiamo cercato di approfondire questi ed altri temi con impegno e passione, segnalandovi ciò che ci sembrava più importante, nella speranza di avervi offerto uno strumento utile ed un servizio di informazione efficace.

Sappiamo che voi tutti ci seguite con l'attenzione e l'interesse di un pubblico sensibile, critico e partecipe alle vicende, non solo politiche, del nostro paese e del mondo intero, e questo ci gratifica e ci spinge a fare sempre meglio.

Vi auguriamo di trascorrere buone feste e un sereno 2004.

www.dsonline.it

A presto
la redazione web

Redazione1
24.12.2003 15:49
Torchio a Vimercate: positivo il bilancio dell'Anci

ANCI LOMBARDIA: TORCHIO A VIMERCATE POSITIVO BILANCIO DI FINE D’ANNO DELLE ATTIVITA’


Gli auguri natalizi sono stati formulati ai dirigenti degli organi elettivi di ANCI Lombardia ed al personale di ANCI e di Ancitel Lombardia in due manifestazioni tenutesi nei giorni scorsi a Cologno Monzese ed a Vimercate.
Il presidente Torchio, i vice presidenti Mele e Clerici, il direttore di ANCI Lombardia Pellegrini e di Ancitel Lombardia Citerni unitamente al sindaco di Cologno Milan, ed al presidente dell’Agenzia dei Segretari Gelpi hanno affrontato le problematiche di attualità degli Enti Locali, dalla Finanziaria recentemente approvata con i suoi dolorosi tagli alla stagnazione o forse all’arretramento del processo di decentramento federale dello Stato, ai rapporti con la Regione in particolare per quanto riguarda la nuova legge urbanistica ed i provvedimenti legati all’associazionismo sovraccomunale con particolare riferimento ai piccoli comuni.
Il 2003 è stato un anno di grandi attività, ha detto il presidente Torchio, sotto tutti i profili con un forte incremento della presenza dell’Associazione nei vari problemi emersi a livello regionale, nazionale ed europeo.
Al brindisi con il personale al Faro di Vimercate nella tradizionale conviviale prenatalizia Torchio ha espresso a tutti i collaboratori il più fervido ringraziamento per i lusinghieri risultati ottenuti sia attraverso Ancitel Lombardia che, ha raggiunto più di tre miliardi delle vecchie lire di fatturato estendendo il reticolo dei servizi di pregio al sistema ricco e articolato dai comuni e dagli Enti Locali lombardi operando nel campo della formazione, dell’informazione, dell’assistenza tecnica e sindacale.
Il direttore di Ancitel Lombardia Massimo Simonetta ricambiando gli auguri a nome del personale e ringraziando della fiducia ha sottolineato l’impegno per la prossima edizione di Risorse Comuni che si terrà alla Fiera di Milano dal 27 al 29 gennaio p.v. e le molte iniziative in programma per il prossimo anno.

Redazione1
24.12.2003 16:04
Fondo Anziani. Il Governo congela la proposta

Fondo per la Non Autosufficienza - il Governo congela la proposta di legge - Francesco Paolo Viti de Angelis

La notizia ci preoccupa, ma a quanto pare il Governo ha rinviato l'esame in Aula della PdL sulla non autosufficienza dopo le perplessità sollevate dalla Commissione Bilancio, dal Ministero dell' Economia e dal Ministero della Salute.
Questo stop è una grande sconfitta per molti milioni di cittadini Italiani ed è molto grave che questa iniziativa venga presa dal Governo proprio al temine dell'anno europeo dedicato alla disabilità.
Questo atteggiamento dimostra la scarsa attenzione dell'Esecutivo alle Politiche Sociali ed abbandona al proprio destino quelle famiglie italiane, circa il 7%, quotidianamente alle prese con la non autosufficienza, cittadini il cui reddito medio non permette il riconoscimento del diritto all'esenzione ma assolutamente non in grado di sostenere il costo di tale assistenza.
Confidiamo in un auspicabile rapido ripensamento anche perché questo "vuoto" ci allontana dall' Europa e non è opportuno anzi è assurdo che questo avvenga durante il semestre italiano di presidenza europea.
Francesco Paolo Viti de Angelis

Redazione1
25.12.2003 11:45
Buone feste amici

Buone feste, amici.
Non dimenticheremo, per festeggiare, le tante cose che ci siamo detti
con questi messaggi settimanali.
Sono state, spesso, cose non belle, davvero non festose.
Ma ciò che ci tiene in contatto, il senso stesso di Emergency, è di
dire che altro da quello che vediamo è possibile.
Costruiamo e conduciamo ospedali perché le ferite e le malattie siano
la vigilia della guarigione e della salute.
La sofferenza che conosciamo non è un destino immutabile, ma felicità
possibile.
La disperazione dev'essere - può essere - la vigilia della speranza.
Questo, infine, è il contenuto del nostro comune agire; questo il
contenuto degli auguri che ci scambiamo.
Per questo il festeggiare si addice alle cose che facciamo e diciamo.
Buone feste, amici.
Emergency

Redazione1
31.12.2003 08:20
Buon anno a tutti i lettori. di luigi boschi

Per ricordo alcuni estratti, anche inediti, di miei articoli del 2003.
Buon 2004 a tutti i lettori. Luigi Boschi

Il crescente disagio sociale relativo alla mancanza di abitazioni idonee ad accogliere persone, famiglie, nuclei conviventi a costi contenuti sta divenendo una piaga sociale della società post industriale: un impedimento alla realizzazione della persona e della collettività. Si è generata una filiera della vergogna che coinvolge tutti: dai possidenti terrieri e immobiliari, ai piccoli proprietari, ai subaffittatori; dagli speculatori affaristi, ai professionisti, agli operatori compiacenti. Una società ripiegata sulla miseria economica che depreda i suoi componenti e consente l´usura sulla prima casa. Uomini senza visione, divenuti ciechi inconsapevoli, ammorbati dall´egoismo edonistico. Comportamenti poi che si riversano sullo Stato Sociale e sulla Sanità, considerati discariche per subumani, conseguenze costose di politiche improvvide e di strategie economiche senza rispetto dei valori sociali e di convivenza. La quantità e la complessità di servizi sociali richiesti è la testimonianza palese di un sistema di disagio e di difficoltà crescenti. Si deve andare oltre il remunerato e l´assistito, la qualità della vita passa attraverso la comprensione, la qualità delle forme di vita, la dignità delle persone, l´espressione delle potenzialità individuali e collettive, la politica preventiva. Si assiste invece a uno Stato produttore di assistiti patologici, generatore di una vera e propria catena di povertà in cui l´elemosina diviene lavoro; persone ridotte a strumento per la sopravvivenza di imprese e dei servizi collegati. Anziché favorire lo stato di relazione qualitativa con sé e con gli altri si spingono le persone verso consumi senza senso distruttori di civiltà e benessere psicofisico. (da: Casa)

...Ci si lamenta per la mancanza della classe dirigente: anche lei Sindaco fa parte di coloro che non ha permesso, attraverso un potere oligarchico locale, lo sviluppo di una nuova e diversa classe dirigente. Lei ne è responsabile come altri suoi colleghi. Dov´era quando si proponevano nuove iniziative che avrebbero creato i presupposti per la generazione dell´impresa culturale? Dov´era quando dovevano essere sostenute iniziative strategiche per il territorio e che avrebbero aperto la città all´economia della conoscenza? Lei è responsabile così come il padre nel film l´attimo fuggente, che continuando a reprimere il figlio nelle sue potenzialità espressive ne causò il suicidio. Non è forse compito delle Istituzioni valorizzare le potenzialità, le culture, le risorse? Dice Chomsky: "La democrazia funziona nella misura in cui gli individui sono in grado di partecipare significativamente alla vita della sfera pubblica pur coltivando nello stesso tempo i propri interessi individuali e collettivi...potremmo dire che i cittadini, nella terminologia del pensiero progressista moderno, devono essere spettatori e non attori della scena politica".
Ovvia, Sindaco, non si lanciano strali, senza i dovuti mea culpa, sottraendosi, consapevole delle responsabilità e dei giochi di potere locale, a cui partecipa e che impediscono la espressione delle potenzialità individuali e collettive. (da: Il motore politico batte in testa)

...Un signore che inforcava la sua bicicletta nel sole sulla via che porta in Piazza Duomo; l'arco di via Bruno Longhi era la cornice. "Non si fermi a Parma..!" mi disse. Il suo viso e il suo ciuffo ribelle ritmavano il suo parlare di sotto i baffi. Lo stavo a ascoltare incredulo di trovare ingegno, spirito e giovinezza in quell'uomo non più giovane d'anni, che sorrideva incupito. La gestualità delle mani col suo parlare..."Lei mi ricorda...", gli dissi,...Lui sorrise quasi turbato, mi ricordava...persone che avevo avuto modo di conoscere! E fra battute e opinioni, abbassando il timbro di voce con tono gioviale, ma di raccomandazione, indirizza a me:
"Ma Lei cosa fa qui, torni a Milano. Vede, io sto qui perché sono obbligato. Facevo il giornalista al Giorno, sono stato corrispondente da..." Parlava ritmato e modulava le tonalità con la maestria di un attore in scena, ma era vero. (da: Baldo)

...L'industria alimentare di derivazione animale presenta limiti di sostenibilità che deve preoccupare non poco il nostro territorio la cui economia in tale settore, come si sa, è consistente. Invece, senza mettersi minimamente in discussione, si crede che un sistema economico basato sulla alterazione e distruzione della vita animale sia sostenibile e abbia un crescita futura. Per non parlare poi delle implicazioni sulla salute e sull'ambiente.
...Attenzione! Se le aziende che insistono su questo sistema insostenibile, sono finanziate pesantemente dal sistema creditizio e quindi dal risparmio collettivo, quale sicurezza avrà il nostro patrimonio economico individuale? Sappiamo tutti come spesso gli istituti di credito abbiano sostenuto junk bond! Questi sistemi economico/finanziari basati sull´annientamento della vita animale sono finanziati quindi dai nostri risparmi e sostenuti dall´ignoranza dei nostri consumi. Tutto ciò che è violenza e crudeltà messi a sistema non possono essere alimentati! (da: Siamo alla frutta)

...La ricerca della qualità invece indirizza al virtuosismo, l´esercizio delle proprie abilità, la ricerca armoniosa di sé con gli altri, un´arte troppo spesso dimenticata e soffocata per la prostituzione servile. Lo vediamo nello sport cosa ha portato la competizione, lo vediamo nell´economia...Un sistema che sta producendo un decadimento etico individuale e collettivo, un collasso delle relazioni, divenute, quando ci sono, pericolose! I sistemi basati sulla competizione non possono che collassare, non riescono a modificarsi perché producono rifiuto esponenziale ossia energia non più disponibile. E non si può sopravvivere soffocati dai rifiuti e dall´inquinamento. E qui inizia la sicumera della richiesta di sicurezza! ... E si innesta il circolo vizioso! Forse voluto.
Un sistema basato sul consumo e non sulla valorizzazione, produce disastri. Valorizzare è dare significato e senso all´azione, significa trasformare consapevolmente energia da uno stato all´altro, qualificando la nuova armonia che si andrà a generare, non adoperarsi colpevolmente per la distonia.
...è la politica che col supporto del mondo scientifico deve ritrovare l´energia etica smarrita per ridare le città ai cittadini, renderli partecipi e consapevoli della progettualità urbana. (da: Un´energia etica politica per una politica energetica)

...La decadenza del pensiero politico del centro si traduce in decadenza etica politica in periferia. Se nei "palazzi" di Roma si arranca nella ricerca di un modello politico, in periferia si assiste al degrado dell´abbandono politico e alla crescita del mercantilismo fazioso sostenuto dal retaggio ideologico; qui è la crisi degli uomini politici, non della politica!
...Se la storia non assiste l´intelligenza, è inutile.
...Non ci sono più le categorie sorpassate della destra o della sinistra, se non nel pensiero nostalgico, ma il farsi dell´uomo universale nella simbiosi biotecnologia. La politica assume le condizioni a rete neuronale che la società della tecnica e l´economia delle conoscenze impongono. La politica nel bene comune non può esimersi dal coltivare un presente gravido di futuro!
...Un conto è schierarsi nel momento elettorale per la scelta di rappresentanza o di governo, un conto è schierarsi a prescindere, dietro le bandiere ideologiche in nome delle quali si pratica e si sono svolti "crimini e misfatti". (da: Lettera al Presidente del Consiglio Provinciale Gianni Riccò)

...Quando la tattica prevale sulla tecnica e sul virtuosismo è la noia, che per l´effetto cronico del tempo si tramuta in paranoia.
...L´attuale Consiglio Provinciale di Parma? Uno psicodramma, frequentato da psicopatici, molti nicoticomani, sotto effetto da psicofarmaco. Una bouvette locale di intrecci economici particulari ricoperta da pseudopolitica. Altro che modelli di sviluppo collettivo locale! A Parma d´altra parte con venti anni di anticipo abbiamo precorso "mani pulite" di Milano: chi non ricorda lo scandalo edilizio!
...Non si capisce perché il cittadino può essere ripreso da telecamere nascoste nel suo fare privato in luoghi pubblici e chi dovrebbe occuparsi di cosa pubblica non debba essere ripreso nel suo dovere istituzionale derivante dal mandato popolare. (da: Psicopatologia politica)

... A Felino sono rimasti i salami dopo aver perso l´IGP del salame.
...Son pronti comunque i musei del cibo, che arrivando con venti anni di ritardo, anziché essere funzionali al marketing territoriale lo sono per l´archeologia alimentare; costituiranno infatti la memoria storica locale di ciò che non sarà più! (da: I salami di Felino)

...E´ già difficile sopportare e vedere persone che si alimentano con prodotti che generano la fame nel mondo, ancor peggio è spingere gli indigenti ad alimentarsi con prodotti responsabili dello stato di miseria. E´ come far nutrire gli affamati degli affamati: anche qui vige la regola che lo stesso produce se stesso, purtroppo! (da: Banco alimentare)

...si preferisce lo spettacolo o lo spot e allora non c´è comunicazione, c´è solo performance. E la civiltà della performance è dopata.
..."La prima casa diritto di civiltà". Per una coalizione che si chiama "casa delle libertà" non dovrebbe essere poi così difficile il problema. Per ora, nella speranza di poterla avere a punti, la casa, sembra che una nota marca di prodotti italiani stia incrementando il proprio fatturato per il disguido, che si è creato tra i consumatori, dalla promessa pubblicitaria: "dove c´è..., c´è casa". (da: Bossishow)

...Si invoca la partecipazione, citando la famosa frase Kennediana "cosa posso fare io per il mio paese, per la mia città?" Se qualcuno risponde all´appello, se solo si azzarda a farlo, pronti a scaricarlo nei meandri burocratici, a meno ché non faccia parte del circuito oligarchico del potere. L´ascolto non è più nemmeno insegnato a scuola, immaginiamoci nel dialogo tra adulti sordi per interessi! Depensanti e yesman cercasi per prossime elezioni!...Sono figure richieste come le veline...e sono stati messi in campo pure comitati di "saggi" per l´headhunting. (da: Crepuscolo delle idee)

...Guerra è morte. Guerra è violenza. Guerra è distruzione. Non c´è dignità se c´è guerra. Non c´è umanità se c´è guerra. Dove c´è guerra non c´è politica.
Non c´è Istituzione se c´è guerra, non c´è Stato se c´è guerra. Eppure sono gli Stati che dichiarano la guerra! Nel sangue e nella guerra sembra che gli Stati si rivitalizzino. Oggi non c´è più una guerra di campo, in trincea, ma un genocidio. L´uomo, un potenziale cadavere senza significato!
...Molti gridano Pace e coltivano la guerra anche inconsapevolmente, anche coi loro consumi quotidiani, anche col loro linguaggio, anche col loro comportamento. Quando si esclude dal dialogo, quando si distruggono volutamente, consapevolmente uomini, famiglie, culture, quando si emarginano saperi, intelligenze, quando si pratica il potere arbitrario, quando si deprimono le diversità, quando si coltiva il discredito, la lottizzazione, il malaffare, le tangenti, le corruzioni, lo sfruttamento, la disperazione, lì si annidano le culture della guerra, dell´odio, del terrorismo. Lì c´è lo Stato delinquenziale di cui destra e sinistra in tutto il mondo si nutrono, in una gara al primato nella globalizzazione economico-finanziaria.
...Si assiste alla decadenza delle diplomazie, al primato dei servizi segreti, di sicurezza, al degrado etico collettivo. E´ la conseguenza di una politica succube del potere di una oligarchia economico finanziaria internazionale che domina. (da: Guerra o Pace)

...Piazzale della Pace presenta oggi: da una parte il bivacco, dall´altra una prociutteria in architettura senza senso; da una parte la sciatteria dei rifiuti take away, dall´altra i rituali dell´abbuffata edonistica; insomma una "drogheria" a comparti dove imperversano dosi e varianti di gusto!
...la mercificazione della città prevale e riduce i valori storici a quinte teatrali per la messa in scena dello spot. (da: La Pace per i porci)

Parma è un territorio vocato alla lunga conservazione, ne ha fatto una cultura di eccellenza, a cui nemmeno il pronto soccorso può sottrarsi. C´era la pasta fresca e l´hanno fatta secca a lunga conservazione. C´era il latte fresco e hanno inventato l´UHT a lunga conservazione, addirittura se non ha 20 giorni non è fresco! C´erano le verdure, la frutta fresca e ne han fatto conserve e succhi. Non dispiace inoltre conservare congelando e surgelando, anche per conto terzi. Ci sono poi i salumi tipici, a lunga conservazione ovviamente. Il re dei formaggi, minima conservazione due anni. Un territorio ricco di ambienti a lunga conservazione anche il carcere di massima sicurezza con Pazienza. Fiere specializzate nell´esposizione della conservazione: dall´antico al modernariato. Vorreste che il Soccorso presso l´Ospedale fosse pronto? No, impossibile, non appartiene al DNA cittadino: c´è il soccorso, si, ma a lunga conservazione, sai quando entri, da paziente, ed esci, pronto, solo quando sei divenuto impaziente. La tradizione, se c´è, la conservi, in tutto. (da: Soccorso Pronto a Parma?)

...Si scopre solo ora, in queste occasioni particolari, la mancanza di un evoluto terziario professionale che avrebbe vivacizzato e arricchito socialmente il territorio, dotandolo anche di organizzazioni in grado di far dialogare la nostra città col mondo; ma non lo si è voluto. Qui si è preferito e si preferisce pensare all´allevamento animale, al maiale autoctono, alla speculazione edilizia, al processo produttivo...tutto il resto è complemento, decorativismo! (da: Parmigiani e Parmigianino)

Il giorno della memoria è il giorno della tragedia indelebile causata agli ebrei, ai bambini, agli anziani, ai deboli, ai diversi, ai portatori di handicap, ai malati di mente, ai gay, dalla malvagità umana nazista e fascista, è il giorno del ricordo delle tragedie storiche e attuali prodotte nel mondo dalla prepotenza, dal potere arbitrario, dalla malvagità, dalla corruzione, dall´interesse economico, dall´ignoranza. Le immagini dei campi di concentramento devono essere affiancate alle shoah compiute nel mondo: in Cina, in Russia, in America latina, in Africa, in Jugoslavia, in Italia, agli stermini coloniali spagnoli, francesi, tedeschi, inglesi, al genocidio indiano nell´America del Nord, alle tragedie del Vietnam...
Ho visto un vecchio Papa andare in giro per il mondo a chiedere perdono; non ho visto Capi di Stato farlo; ma a promuover guerre sì. Eppur si dice che i governi sono costituiti per la felicità dell´uomo!
Non permettiamo che il giorno della memoria diventi il giorno del ricordo, della stupida ripetizione di una storia senza fine. Troppo spesso i politici han detto basta, e si è continuato invece imperterriti nella violenza. (da: Shoa)

...Dove era tutta questa classe dirigente locale che avrebbe dovuto tutelare, sostenere, incentivare le nuove culture raccomandate e indicate anche dalla Presidenza del Consiglio Italiano? Dove erano queste menti lungimiranti, lautamente remunerate, che avrebbero dovuto indirizzare lo sviluppo del territorio? L´operazione culturale però è riuscita, ed era ciò che mi interessava, "Digitalcity" è sta fatta, con mille difficoltà, anche postume per chi l´ha organizzata. Tutto ciò nonostante gli ostacoli posti dalla prepotenza dei tirannosauri locali, che hanno preferito deprimere saperi, capacità e impedire così lo sviluppo delle nuove culture emergenti. Le comunità virtuali prodotte e Digitalcity sono e rimarranno la testimonianza storica della miopia della classe dirigente locale. Chi ne paga le conseguenze è la collettività, che avrebbe dovuto avere e non ha avuto le aperture al nuovo, e chi, portatore di idee innovatrici, ha creduto nell´impegno culturale nel proprio territorio ed è stato consapevolmente ignorato e boicottato. Una classe dirigente colpevole di aver depresso potenzialità e che magari si pavoneggia, oggi, per ridicole presenze in rete.
...sono significative della banalità progettuale con cui la P.A. affronta la rivoluzione digitale e la sua conseguente trasformazione. Una classe dirigente incapace, a distanza di tempo e di fronte alla evidenza dei fatti, di riconoscere gli errori e di porvi rimedio, che continua a sostituire, compiacente, la meritocrazia col nepotismo. Devo aggiungere altro? (da: Digitalcity e i Tirannosauri)

...Le città che si pongono un ruolo Europeo, non possono vivere di economia nostalgica o sul segno del passato. Sono città che devono avere, devono trasmettere un senso, avere l´energia dell´orientamento.
...L´urbanistica è quel sapere che può orientare la nostra speranza di vivere e convivere in un contesto desiderato, in città, luoghi, paesaggi ricchi di luce propria.
...L´urbanistica però al di là del pensiero culturale specifico, della filosofia che determina il farsi, il prodursi e il disfarsi di un ambiente, e di conseguenza la formazione di personalità, di collettività, coinvolge considerevoli interessi economici, produce una conflittualità, che se non pone le basi su saperi, su di una cultura etica e democratica, diviene campo di lavoro per le più sconsiderate nefandezze, per l´esercizio di un potere arbitrario senza confini. Conosciamo tutti gli ecomostri, siamo tutti al corrente delle lotte a colpi bassi (termine forse da educande!) per l´aggiudicazione degli appalti, siamo consapevoli degli abusi che avvengono sui cantieri. Luoghi dove si frantuma il sogno democratico "il riconoscimento della nostra dignità" -Fukuyama- per far posto, secondo Nietzsche, "al governo della mediocrità, espresso dalla società borghese".

...La rete siamo noi. L´uomo da sempre si è attrezzato per vivere: con arnesi nell´era contadina, con macchine nell´era industriale, col digitale nell´era della globalizzazione. Interfacce tecnologiche lo liberano alleviandogli la fatica, sottraendolo alla ripetizione, moltiplicandogli le potenzialità culturali e di espressione. I tempi di risposta della P.A. sono inadeguati. Oggi stiamo solo informatizzando la P.A, per convenienza economica più che per il desiderio di servizio. Il passo successivo sarà quello dove tutti parteciperemo alla costruzione della P.A. Il politico perde in potere discrezionale e determina la qualità del sistema cognitivo diffuso on line a cui partecipa con la collettività alla produzione di conoscenza. La collettività che acquista in potere interrogativo, tempestività di risposta e di potenzialità espressiva. Non si interroga un politico, ma un sapere connesso collettivo.
...Se la Provincia è la rete, i comuni costituiscono i nodi. La Provincia come rete, è governo e coordinamento dei sistemi e dei flussi. E´ l´Istituzione territoriale di sviluppo, governo e coordinamento delle reti di: telecomunicazione, viaria, idrica, economica, culturale, energetica, ecc. I Comuni come nodi di una rete, costituiscono il governo delle potenzialità locali. I Comuni sono i nodi connessi dove le potenzialità locali si esprimono e si manifestano collegati ad una rete che si qualifica proprio grazie all´espressione del potenziale cognitivo, sociale, finanziario dei singoli nodi. (da: qualità urbanistica)

...Il nuovo avrebbe destabilizzato il vecchio; oggi il vecchio non è capace di generare il nuovo. C´è un agitarsi convulso per non perdere posizioni e capacità competitive. Ma i processi culturali sono lenti perché richiedono l´interiorizzazione diffusa dei contenuti e l´evoluzione di una nuova identità, generata da una nuova pluralità di soggetti. Non basta dichiararsi per essere! E allora si assiste alla discrasia tra progetti, eventi voluti e la cultura territoriale. Non si possono pretendere dalla collettività cambiamenti radicali quando non si è stati capaci di riconoscere o sostenere quelle potenzialità, quelle culture e visioni che avrebbero generato il nuovo. La miopia di comando la si paga poi con manovre difficili, impossibili, a volte inutili. (da: Comune on line)

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

tel 329 5917508 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
31.12.2003 08:23
Che dirà Ciampi ? di cuccu44

COSA RACCONTERA’ CIAMPI ALL’ITALIA?"
di Cuccu44
Cari lettori, domani sera il Presidente Ciampi parlerà alla nazione intera. Chissà cosa racconterà. Chissà se ricorderà i problemi veri di questa nostra terra. Spero che nella sua noiosa "omelia", parli di quei fatti che hanno sconvolto l'intera Italia in quest'anno oramai alla fine. Vorrei ricordasse tutti i morti di mafia, compreso quel bambino di Brindisi morto ammazzato per caso, senza il diritto di giocare libero per strada. Vorrei ricordasse i nostri soldati morti in Irak e pure quel povero albanese morto a Genova sotto le macerie di un palazzo crollato. Chiaramente lavorava in nero! Vorrei ricordasse il caso Parmalat con migliaia d’operai che rischiano il posto a causa di un pessimo padrone. Vorrei che Ciampi ricordasse quelle situazioni che hanno colpito dentro l'animo un po' tutti. Spero che non si metta a sponsorizzare un ottimismo che oramai è molto lontano dalla realtà in cui viviamo e che sarebbe meglio lasciare ai soli spots pubblicitari. I problemi ci sono e deve parlarne senza remore. Parlare solo delle "solite" cose belle, non serve a nessuno. Il popolo non è stupido, conosce la realtà in cui si trova. La retorica non serve a nessuno. Ciampi ha il dovere morale e costituzionale di tutelare il "buon nome" di quest’Italia. Ahimè così non sta facendo. Tace sonnacchioso tra le mura del Quirinale lasciando alla politica il compito di "stuprare" ogni giorno di più la nostra patria. Invece di pensare alla grazia al terrorista Sofri, pensi a difendere la gente comune, con i suoi problemi comuni, che poi sono i problemi di milioni di persone. Ciampi è sempre più Presidente di una nazione che non c'è! Questa è la realtà, ed allora signor Presidente si svegli e parli chiaro senza più false ipocrisie! Cuccu44, sempre in prima linea!!! (Cuccu44@freemail.it)
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova


Redazione1
31.12.2003 18:32
RaiNews24 è costretta a ridurre fortemente la produzione

Scusate se mi introduco nelle vostre caselle di posta elettronica, ma credo che questa notizia sia degna di essere esaminata.

Un altro punto storico di infromazione interessante, fornito e soprattutto aggiornato rischia di ridurre il suo palinsesto e i suoi servizi, tra i più seguiti, per causa di un mancato rinnovo da parte della RAI di 5 contratti giornalistici.

Il servizio pubblico informativo rischia veramente il collasso a favore del colosso privato Mediaset: un favoreggiamento del concorrente voluto dal potere esecutivo.

Auguro a tutti voi, cogliendone l'occasione, un Felice Anno Nuovo di pace e di solidarietà.

Comunicato stampa dei sindacati giornalisti RAI:

Il mancato rinnovo da parte della Rai di 5 contratti giornalistici per la redazione Internet del Canale costringe RaiNews24 a ridurre fortemente la produzione.

Dal 1° Gennaio 2004 pertanto il sito di Rainews24 fornirà 3 notiziari al giorno, alle ore 8.00, 14.00, 20.00, con le principali notizie della giornata, nonché lo streaming in diretta della trasmissione televisiva del Canale, oltreché delle News.

Ci scusiamo con il pubblico sperando di poter riprendere presto la normale produzione multimediale.
alessandro.rizzo@flashnet.it <alessandro.rizzo@flashnet.it>

Redazione1
2.01.2004 18:08
Il muggito del mondo

Il muggito del mondo

Una falsificazione industriale su scala internazionale non la si produce da soli e nemmeno coi ragionieri locali. Non c'è solo la mucca pazza, che è vero, ma tutto l'allevamento finanziario internazionale era ed è infestato per il doppaggio praticato. La chiamano finanza creativa! Il knock-out, è tra gli ultimi derivati, fatale, sembra, per la sopravvivenza degli stessi mercati finanziari (vedi Soros). Quali erano le sicurezze che consentivano ai peones di Collecchio le scorribande criminalfinanziarie? Perché sono saltate le coperture? Dello sbarco in Cina e nei Paesi dell'Est cosa ne è stato? Erano stati raggiunti importanti accordi? E in Sud America, negli Stati Uniti? Calisto aveva raggiunto un importante intesa con qualche altra multinazionale che avrebbe rotto gli equilibri internazionali? E' possibile in 15 giorni far piazza pulita del primo gruppo alimentare italiano? Qualcosa deve essere detto in merito. Le sciagurate avventure finanziarie quali finalità avevano? Cosa stava facendo il Cavaliere Bianco? Quale sgarro ha commesso per essere costretto al muro in pochi giorni e dover scoprire il castello di carte false, modalità condivisa, forse, con altri nel mondo della finanza? Voleva, ma non gli è riuscito, farsi forse accreditare nei circuiti deficitari internazionali per cui crediti enormi vengono pagati sempre più spesso aprendo altre linee di credito al debitore? Quali alleanze strategiche stava raggiungendo? Chi si è voluto colpire oltre a Tanzi? Quali gli intrecci politici nazionali e internazionali? Ora la Magistratura non si limiterà alla cronaca dei fatti e all'elenco dei reati, ma ci svelerà le eventuali connessioni, farà luce sullo scenario delle cordate finanziarie internazionali, sugli equilibri che governano sistemi economici globali, sui poteri occulti e i poteri malavitosi. Spero non si ricondurrà tutto ad un crac per la dissennatezza speculativa finanziaria da principianti che ha coinvolto il sistema industriale Parmalat? Se la finanziarizzazione è l'inevitabile sorte del sistema dei consumi di massa, si vorranno porre le condizioni per la trasparenza e la sicurezza almeno informativa per gli investitori? O il risparmiatore deve essere il finanziatore fesso strutturale per la pirateria finanziaria? Se un titolo è come un prodotto sullo scaffale, vorremo dotarlo di comprensiva e idonea etichetta sugli ingredienti e sul produttore? O il risparmio deve essere fatto fuori come al casinò! Si dovrà pur sapere se si gioca alla roulette o si acquistano titoli la cui validità è garantita dal sistema politico del Paese? Non si può mettere sullo stesso piano e nello stesso listino, titoli la cui oscillazione di valore non dipende dal mercato ma dalla truffa praticata. Il sistema politico, di credito e finanziario di un Paese civile e democratico deve essere responsabile e garante dell'informativa e dell'etica economica della propria Borsa, del proprio listino titoli, oggetto di investimento del risparmio pubblico. "Oggi -scriveva Sombart- il valore di ogni agire economico è la mancanza di scrupoli"; la corruzione pervade la società e si dirama silenziosa "ed è proprio ciò -aggiunge M.Fini- che dà all'aristocrazia del denaro, la nobiltà del XX secolo, un inconfondibile tratto di volgarità.del resto i legami fra denaro e prostituzione sono strettissimi".
Parma come Chicago 150 anni dopo. Il grugnito dell'universo si è trasformato in muggito! Vacche del mondo ribellatevi, ora o mai più! Certo, voglio toccare anche questo tasto delicato, impopolare, ma bisognerà iniziare a discuterne, non possiamo continuare a nasconderci il problema, avere così il tempo per porvi rimedio, trovare soluzioni adeguate. L'eventuale collasso del sistema costerà comunque meno della sua insostenibilità sotto l'aspetto etico, salutistico, ambientale, economico, sociale. La zootecnia intensiva industriale è una bomba a orologeria innescata nella globalizzazione dei consumi. Chi deve essere indennizzato, anche economicamente, per la miopia politica, lo sia, ma occorre dare una nuova visione, occorre un cambiamento radicale che non sarà indolore, ma è diventato necessario, non è più prorogabile. E' ormai noto, inoltre, che parte della comunità scientifica e numerosi nutrizionisti sostengono che il latte, così come le proteine di derivazione animale, faccia male; ora anche gli economisti e gli operatori finanziari concorderanno: il collasso prima della verità! Sapevate che è molto alta l'incidenza di cancro al seno, in chi consuma latte e latticini, così come di calcoli ai reni e alla cistifellea, di osteoporosi, asma, arteriosclerosi e infarti? Sostiene Steve Gagné (Energetics of food, Spiral Sciences) che "l'uso eccessivo che si è fatto del latte e dei suoi derivati ha già provocato l'indebolimento del sistema immunitario dell'uomo, della sua costituzione fisica e del suo carattere e ci vorrà molto tempo per cancellare le cicatrici che questi alimenti hanno lasciato su almeno tre generazioni". Il latte viene definito un "omicida silenzioso" perché provoca malattie che si sviluppano silenziosamente, senza che la vittima ne abbia la minima consapevolezza. Il comportamento in ambito salutistico sembra in linea con quello finanziario! Qualcuno dovrà iniziare a dirglielo quindi a questi allevatori, ignari e incoraggiati ad allevar mucche, così come agli industriali del latte e derivati che distribuiscono veleno all'umanità assistito dall'economia publica! Il crac Parmalat sarà l'inizio di altri crac nel settore? Così come furono abbandonate le stock yards a Chicago, sarà così anche per gli asettici impianti della bianca bevanda? Si imporrebbe invece una riconversione ad altra produzione! Per esempio il latte di soia, di riso, di mandorle e tutti i loro derivati.
Il finto latte, non poteva che generare una finzione finanziaria ossia una falsificazione. Come dice Bertolt Brecht se la birra non è più birra anche i sigari non sono più sigari. Parafrasando si potrebbe dire che se il latte non è più latte anche la finanza non è più finanza. Mentre i primitivi tendevano a valorizzare, nell'era industriale si svalorizza per consentire il consumo riproducendo una parodia decrescente all'infinito. Poi implode e crolla. La cultura industriale di massa produttrice della parodia contadina, non può che generare una falsificazione anche finanziaria industriale, dove il fax della Bonlat delle Cayman si trova nello stesso ufficio a Collecchio con quello della Parmalat e la Bank of America è parte di un disco fisso di un computer (il vero valore di una banca unitamente al suo sistema di intelligenza virtuale, il resto sono costi sociali) sempre made in Collecchio: banking without bank e comunicazione in tempo reale! L'atteggiamento criminoso d'altra parte cavalca e rivela spesso l'obsolescenza del vecchio e l'imperfezione del nuovo. Se come dice la Forrester il mercato finanziario è un traffico in cui si compra e si vende ciò che non esiste, Tanzi ne è l'interprete: finanza immaginaria virtuale globale. Un sistema industriale garantito da una finzione finanziaria; ma la simulazione finanziaria necessita poi di quella industriale e si spiegano le vendite inesistenti di latte in polvere a Cuba. E operazione dopo operazione si entra in un looping autodistruttivo. Se nel gergo si chiama finanza creativa, quella di Collecchio, però, la definirei artistica. Nell'era della globalizzazione non c'è però declino, ma collasso, rapido, repentino! Ed è ciò che è avvenuto. Ciò che resta ora è un'"opera incompiuta" postindustriale. Artisti da "Stangata atto due" made in Collecchio; a Robert Redford però andò meglio. Qualcosa, forse, non ha funzionato. Qualcuno ha deciso che la corsa della Parmalat doveva essere bloccata, si doveva fare bottino, forte poi della conoscenza illegale praticata dal gruppo finanziario di Tanzi. In questi casi rimanere scoperti, senza le dovute protezioni equivale a suicidarsi.
Eppure qualcuno lo nominò Cavaliere, altri gli diedero la Laurea Honoris Causa, altri gli diedero il premio Sant Ilario, lo fecero Presidente dell'Ordine Costantiniano, la stampa lo celebrava, i politici lo corteggiavano.oggi tutti a spander merda. Ma dove sono quelli che prima lo onoravano? Io non ho mai avuto rapporti con lui, li avevo cercati, ma inutilmente, per iniziative che ritenevo importanti per Parma. Avrei voluto proporgli progetti nell'ambito dell'economia delle conoscenze, ma capisco ora perché non sono mai stato degnato di risposta, menché meno di incontro. Avevi voglia di proporre la comunicazione on line, la Biennale di Cybercultura, la Scuola del cinema digitale, progetti culturali! Loro a Collecchio erano già oltre. Là si tenevano lezioni di alta finanza artistico virtuale; o forse, mi stimava troppo, devo pensare, e non voleva coinvolgermi nella sua trappola, che riservava agli amici del cenacolo! In un recente convegno sul distretto agroalimentare a Langhirano (6 dicembre) il suo braccio destro di un tempo del marketing diceva che c'erano dei numeri uno a Parma ed era per questo che la città avrà un futuro e tra questi numeri uno c'era la Parmalat. Lo stesso manager, ricordo, qualche anno prima, mi presentò un imprenditore edile locale, dal cognome leguminoso, per un importante progetto in Russia: fu un bidone totale! Capita, soprattutto nelle migliori frequentazioni. Io, terminato il suo intervento, a Langhirano, mi accostai all'ex marketing manager director e gli dissi: "forse è vero quello che lei dice, ma è altrettanto vero che i numeri uno corrono un rischio, quello di diventare numeri due; non solo ma non è detto che il latte sia un numero uno nell'alimentazione, anzi parte della comunità scientifica ne sottolinea la sua dannosità. Forse è più strategica la Parmalat nel comparto vegetali e frutta che danno origine a conserve, bevande, minestre. Perché abbandonarono, gli dissi, il suo Pais mentre lo stesso prodotto targato con marca diversa e preparato negli stessi stabilimenti ha successo? Mi sorrise, annuì e disse: "sa là sono matti" e se ne andò. Ora mi chiedo, manager, consiglieri, sindaci, revisori, è possibile che nessuno sapesse nulla della taroccatura finanziaria che sembra durasse da 15 anni? Il carisma di Tanzi e della sua squadra di "simulatori" aveva tale potere? E così anche per il sistema bancario, il sistema dei controllori, il mondo finanziario, quello politico? Nessuno sapeva? Chi dava questa certezza di copertura a Tanzi?
C'è chi come il sottoscritto da anni sostiene che la città è governata da un manipolo di persone, un'oligarchia che gestisce il potere nel territorio. Nelle mie osservazioni al PTCP (piano territoriale di coordinamento provinciale) si legge: "Vorrei in primo luogo far rilevare la mia piena condivisione su due aspetti presenti nel documento che costituiscono punti di debolezza e di depressione del nostro territorio. Consapevolezza diffusa e mai rilevata in un documento pubblico amministrativo e di cui la classe dirigente si è resa colpevole:
La presenza del modello oligarchico. Sistema che ha depresso il territorio e reso difficile il dialogo, la partecipazione, lo scambio e la condivisione di culture emergenti. Ha prodotto una società permeata da conformismo, perbenismo, un rapporto amico/nemico, incapacità di dialogo critico costruttivo.
Una economia che richiede un basso livello culturale, incapace di valorizzare il capitale cognitivo e di conseguenza un graduale impoverimento del tessuto sociale.
Come uscire da questa situazione attualmente sempre più presente? Non bastano le rilevazioni denunce. Ora la classe politica deve intervenire per creare le condizioni di cambiamento". Così scrivevo.
Sembra che il cambiamento a Parma stia avvenendo, non per impegno o merito di una nuova classe politica illuminata, ma a seguito di un "disguido" finanziario avvenuto nelle isole Caymann. Quando si dice che un battito d'ali di farfalla in Occidente scatena un uragano in Oriente! In tribuna d'onore a Parma si cambia! L'uragano Caymano sta stravolgendo posti di comando strategico: presidenza della Fondazione, Presidenza di una Banca, Presidenza Ente Fiere, incarichi e direzioni all'Unione Industriali, equilibri politici locali, il sistema informativo, le partecipazioni in diverse aree di business; forse anche il sistema di governo? Un improvviso sconvolgimento prodotto dall'uragano Caymano. Nell'oligarchia cittadina però viene a mancare un contropotere, oggi si va verso, forse, una monocrazia totale, salvo un auspicato quanto necessario risveglio intellettuale e della energia latente collettiva stanca di essere preda dell'orgia o di predatori foresti. Certo l'Authority rigenererà Parma, ma i patrimoni, se ci sono, devono essere tutelati: conoscenze, relazioni e valori una volta dismessi non ci apparterrebbero più. E se è vero che dobbiamo creare generatori di ricchezza per il territorio, è altresì vero che dobbiamo anche dotarci degli strumenti necessari per la valorizzazione dei patrimoni presenti o di intervento nello stato di crisi temporanea. Dobbiamo essere capaci di conservare i centri decisionali oltre che essere di attrazione per nuove economie o istituzioni. Ora il passaggio di Parmalat a Public Company è d'obbligo! Tanzi ha usato il denaro nel suo valore d'uso, non come bene, ma per creare capitale prima inesistente. I bond emessi dalla Parmalat costituiscono la copertura simbolica di garanzia il cui valore per i sottoscrittori non potrà oggi essere realizzato. Se è vero che il denaro è un credito promesso, Tanzi ha trasformato una promessa in capitale. Il problema è che il capitale generato è, forse, di gran lunga inferiore al debito contratto. Se vi è stata una perdita del credito acquisito non vorrei che ora vi fosse anche una perdita del capitale. Qual era l'obiettivo di Tanzi, l'uomo che ha generato dal nulla 7 miliardi di euro di fatturato annuo e un debito pare di 13, 37.000 dipendenti e 140 impianti industriali nel mondo? Non credo fosse quello di finire a San Vittore depredando i risparmiatori. "La capacità del denaro -dice Massimo Fini- di crescere come un tumore sul corpo che gli ha dato vita sino ad invaderlo completamente, soffocarlo e distruggerlo, deriva dalla sua natura squisitamente tautologica, dalla sua attitudine ad autoalimentarsi, diventando così un fine, un fine ultimo, un fine che non ha altri fini al di fuori di se stesso. E poiché il denaro è un sacco vuoto, un puro Nulla, il suo fine non ha mai fine, si pone in un futuro irraggiungibile, trascinando con sé, in questa corsa verso il niente, l'uomo". Se a questo aggiungiamo i possibili ricatti subiti derivanti dalla conoscenza della illegalità praticata dal Gruppo, e la pressante involuzione economica, penso che in questa descrizione vi si possa ritrovare un verosimile, attuale, profilo di Tanzi.
Chi ha messo però denaro, ossia una promessa di credito futuro, pensando a un interesse, si è trovato capitalizzata la propria liquidità nel "Buconero". Chi doveva vigilare e tutelare il pubblico risparmio doveva intervenire e se non lo ha fatto lo deve fare adesso! Tanzi ha applicato il sistema di Stato! Pochi ricordano che c'è chi è divenuto Presidente dopo aver fatto perdere all'Italia 50.000 miliardi di vecchie lire. Politici, boiardi e burocrati non possono meravigliarsi di ciò che è per loro pratica quotidiana. Cosa ha fatto lo Stato italiano? Qualcuno deve forse ricordare il debito pubblico accumulato? E non viene scaricato costantemente sui suoi cittadini? Eppure ogni cittadino versa tasse dirette e indirette, ma si trova in cambio servizi scadenti e un debito in crescita. Eppure ogni spesa dovrebbe avere, per la costituzione, la garanzia di copertura finanziaria. I governi però usano la svalutazione e l'inflazione per diminuire il valore del denaro e quindi del proprio debito. Un'azienda sorta fin dalle sue origini con le attenzioni statali e politiche non poteva che prendere esempio da chi la foraggiava e si faceva foraggiare. Parmalat è il risultato dell'attuale etica politica, non imputabile certo a Tanzi, lui è l'espressione del contesto che l'ha generato: se lui è la mela marcia, i frutteti finanziari sono impestati, in particolare quelli dei paradisi fiscali dove le holding gestiscono, nascondono, lavano e riciclano il malcolto, dove occorrerebbe una buona potatura, disinfestazione e isolamento delle produzioni per il pericolo di contaminazione. Quali e quanti sono stati i partiti, le organizzazioni/associazioni, i gruppi religiosi, le Pubbliche Amministrazioni, le iniziative culturali, i dirigenti in visita, con desideri orgiastici, che hanno attinto dalla mucca di Parma? Muuh! Vai con la Cowopolis. Si pensava proprio che tutte le risorse della Parmalat provenissero dai diversi confezionamenti della mungitura del latte? E lui, il Patron, era disposto a tutto, da rapace finanziere a prodigo finanziatore a collezionista di imprese in dismissione pur di realizzare il Polo Alimentare più importante d'Italia, di valore Europeo e forse stava iniziando a pensare le strategie per quello internazionale. Tanzi ha trasformato una promessa di credito in capitale, la cui entità, Bondi il supermanager dallo stile alla Cuccia, incaricato prima da Tanzi, poi dal Governo dovrà ora stabilire. A proposito quale è la remunerazione del nuovo gruppo dirigente e il budget di spesa per i mandati di consulenza? Sarà possibile mantenere a Parma, la sede decisionale del patrimonio industriale accumulato, trasformando, con garanzie istituzionali, ad esempio, il debito finanziario e di bilancio in capitale, così da dar vita a una auspicata Public company alimentare, verificato che il sistema industriale abbia una sua validità e capacità di business? Non ne varrebbe forse la pena, vista l'internazionalizzazione del gruppo? O vi sarà solo spezzatino? Sarà Bondi un nuovo Mattei nell'alimentare, capace di rigenerare e far crescere un gruppo alimentare italiano nel mondo? O sarà un manager che si limiterà alla gestione delle dismissioni preda delle imprese avvoltoio, pronte a portare a casa il bottino? O sarà un semplice ordinatore di conti cosa comunque ardua vista l'opera dei predecessori? Sapremo, come sistema Parma, esser capaci di reazione dignitosa e orgogliosa per tutelare e rilanciare un nostro patrimonio alimentare? Pietro Barilla sosteneva che bisognava farsi su le maniche e guardare avanti, e aggiungerei, visti i tempi, metterci tutte le risorse cognitive e creative possibili, dandosi dignità etica economica.
Nella quiete dopo la tempesta forse si capirà! Quando i fari dei media non saranno più puntati si vedrà forse più chiaro. Ma ciò non interesserà a nessuno, se non ai risparmiatori o ai creditori, ai fornitori, agli economisti. E' ora, che si deve essere presenti! Dopo sarà troppo tardi: i rapinatori avran fatto il loro bottino garantiti dal sistema di Stato. E allora sangue e arena ancora una volta avranno alimentato l'intrattenimento popolare.e così Parmalat passerà alla storia, agli archivi di Stato. Anche se critico, sono però ottimista per natura e auspico, mi auguro un altro epilogo. La storia però insegna e si ripete: così come c'è stato il caso Mattei, Sindona, Calvi, Rizzoli, Bonomi, Gardini, Cagliari.ora ci sarà anche quello Tanzi. E' il sistema "Italicus" incapace di verità! Non sarà forse che i crac finanziari e le guerre sono i mezzi che alimentano le finte democrazie di Stato? La vera democrazia nelle società complesse si persegue attraverso la condivisione di principi etici e la consapevolezza della responsabilità individuale e collettiva, l'apertura alla società della tecnica e all'economia delle conoscenze. Questi improvvisi terremoti finanziari sono di fatto precisi segnali dei grandi cambiamenti sociali in atto determinati proprio da questi fattori. L'Europa ci ha appena assegnato la nostra nuova identità territoriale: città delle conoscenze alimentari; diveniamone capaci interpreti.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Parma tel 329 5917508 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma 02 gennaio 2004

Redazione1
3.01.2004 08:58
Aderiamo all'appello di Prodi per la lista unitaria

COMMUNITAS 2002 ADERISCE ALL'APPELLO DI PRODI
"L'EUROPA E' UN SOGNO E UN PROGETTO"

La difesa della democrazia e del senso alto ed etico della politica spinge
verso l'indispensabile convergenza di tutte le forze politiche del
centrosinistra, dei movimenti, della società civile e delle associazioni,
che sia finalizzata, nel breve, alla difesa dei diritti costituzionali di
libertà, di giustizia e dei diritti sociali conquistati in anni di impegni
sindacali e popolari e messi in pericolo dall'attuale governo di
centro-destra. Il progetto di lungo periodo è quello di un'Europa unita non
solo come sogno, ma come ideale concreto ed attuabile, una volta rimediati i
guasti della Presidenza di turno italiana dell'UE che non è stata in grado
di portare a compimento la Costituzione Europea ed ha determinato gravi
fratture all'interno delle politiche comunitarie.

Communitas 2002 si rende disponibile a diventare attrice a pieno titolo per
favorire le più ampie convergenze programmatiche nel quadro della proposta
lanciata nei mesi scorsi dal Presidente della Commissione Europea Romano
Prodi. In questa ottica va trovato un punto di equilibrio nel rispetto
delle diverse componenti culturali aggregate e aggregabili, per realizzare
un programma ed un luogo politico unitario non solo in funzione delle
prossime elezioni europee.

A questo ipotesi, "L'Europa è un sogno e un progetto", la nostra
Associazione aderisce nella finalità di un'inclusione non omologante di
tutti i soggetti, nel rispetto delle singole differenze culturali e
storiche, patrimoni preziosi ed arricchenti, che prospettino un cambiamento
politico della situazione attuale, interna e internazionale, nella
costruzione di una società comunitaria solidale.

Siamo convinti che il dialogo e il confronto, per raggiungere questo fine
strategico, è fin da oggi non solo auspicabile, ma certamente indispensabile
per la condivisione di un percorso unificante.

Direzione Communitas 2002

Milano, 20 Dicembre 2003

Redazione1
5.01.2004 11:00
In sicilia rinasce la rosa riformista

NASCE LA SEZIONE DELLA FGS A BARCELLONA POZZO DI GOTTO: GLI AUGURI DEI SOCIALISTI RIFORMISTI
Si è costituita Domenica 9 Novembre a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) una sezione della Federazione Giovanile Socialista (FGS), organizzazione collegata al partito dei Socialisti Democratici Italiani (SDI).
Nel corso del primo incontro, dopo ampio dibattito, è stato eletto segretario per acclamazione Felice Scarpaci, giovane studente universitario, nonché nuovo vice – segretario provinciale della FGS. Fanno parte del direttivo della FGS Sebastiano Fazio, Matteo Perdichizzi , Fortunato Gitto, Natale De Gaetano, Giuseppe Cicala, Antonino Grillo, Giuseppe Foti, Francesco Raimondo, Miriam Volante, Silvia Costanzo, Antonio Alizzi, Sebastiano Bambaci, Giovanni Torre, Giovanni Mirabile.
Numerosi sono stati gli interventi e le adesioni dei giovani. “Siamo soddisfatti” – dichiara Fortunato Gitto, uno dei promotori – “anche perché siamo riusciti già ad essere presenti in città con un manifesto sul teatro Mandanici e sul Liceo Scientifico che è frutto del lavoro di un gruppo di giovani che vogliono stimolare il dialogo con tutte le forze politiche della città”.
La sede della FGS è aperta ai giovani che vogliono impegnarsi a un confronto di idee come affrontare i tanti problemi esistenti nella città di Barcellona Pozzo di Gotto. I Socialisti Riformisti intendono collaborare con questa nuova realtà dei giovani socialisti della provincia di Messina per proseguire il percorso già proficuamente avviato con la FGS della Sicilia e formulano pertanto i migliori auguri ai compagni barcellonesi.
I SOCIALISTI RIFORMISTI SICILIANI
via XX Settembre n°62 – 90141 Palermo
Telefono: (+39) 380/7173055
Fax: (+39) 02/700425897
Sito web: http://www.psi2000.it/
E-mail: socialisti@blu.it – info@psi2000.it

Redazione1
6.01.2004 12:09
Pacchi bomba di Stato?

“PACCHI BOMBA DI STATO?"
di Cuccu44
Cari lettori, quella dei pacchi bomba sembra quasi diventata una triste abitudine di qualcuno. Altri ordigni sono arrivati oggi a tre diversi europarlamentari. A questo punto la situazione diventa ancor più caotica. Già dopo l'attentato a Prodi, tutto il mondo politico nazionale ed europeo si era allarmato, ed oggi è ancor più emozionato per questo nuovo attacco a tre rappresentanti del Parlamento Europeo. Chi si nasconde dietro queste manifestazioni di follia? In Italia si parla di gruppi anarco-insurrezionalisti. Stupidi facinorosi, che già si sono fatti "sentire" con i loro ordigni in passato! Siamo proprio sicuri però, che dietro questi nuovi attentati si nascondano le mani terroriste degli anarchici? Se fosse invece "strategia della tensione"? L'Italia la conosce molto bene e non solo l'Italia! Magari è stato un attacco per destabilizzare fin dall'inizio la "quasi" nata Costituzione Europea. Le mie sono solo ipotesi, ma basate sul nostro passato molto recente e sui molti dubbi degli inquirenti circa la matrice degli attentati. D'altra parte gli organi istituzionali europei, tanto più con la nuova Carta Costituzionale in dirittura d'arrivo, saranno sempre più il vero motore anche delle politiche nazionali. Almeno questo è l'intento dei politici. Spero che le inutili polemiche lascino spazio all'azione investigativa dei vari stati, Italia in testa, visto che dal nostro paese sono partite le varie lettere bomba. Gli attentatori vengano arrestati presto, sperando che dietro le bombe non si nascondano i fatidici "servizi segreti di stato"!
Cuccu44, sempre in prima linea!!!(cuccu44@freemail.it)
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova
Nota della redazione: La tesi è molto ardita e come tutti i teoremi debbono essere dimostrati. Pubblichiamo la lettera di Cuccu44 l'idea di libertà che abbiamo...Attenzioen però non scambiare una lucciola per una lanterna..Rischiamo di andare fuori pista e favorire l'avversario...

Redazione1
6.01.2004 12:16
Film: Il paradiso all'improvviso

Il paradiso all'improvviso

Titolo originale: Il paradiso all'improvviso
Nazione: Italia
Anno: 2003
Genere: Commedia
Durata:
Regia: Leonardo Pieraccioni
Sito ufficiale: www.ilparadisoallimprovviso.it


Cast: Leonardo Pieraccioni, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Angie Cepeda, Anna Maria Barbera
Produzione: Levante
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 19 Dicembre 2003 (cinema)

Trama:
Uno scapolo incallito è fiero della sua vita da single e non la scambierebbe con nessuno fino a quando...
Il paradiso all'improvviso
Si sa, gli uomini non sono fatti per il matrimonio, loro sono spiriti liberi, vorrebbero volare di fiore in fiore e non fermarsi mai su nessuno per troppo tempo. A volte però arriva quell'imprevisto che si chiama amore e allora (...almeno per un pò) le cose cambiano. Solo che, finchè l'imprevisto non si manifesta, loro sono sicuri di essere appagati e guai a contraddirli...
Lorenzo (Leonardo Pieraccioni - Il principe e il pirata) realizza effetti speciali per il cinema e la televisione. È un single felice e soprattutto convinto. Ha due amici Taddeo Borromini (Alessandro Haber - La vita come viene) e Giandomenico Bardella (Rocco Papaleo - Il pranzo della domenica) che sono due nobili col vizietto della scommessa. Un giorno Lorenzo viene chiamato per un lavoro ad Ischia, dove si reca insieme alla sua aiutante Nina (Anna Maria Barbera - Zelig). Qui conosce Amaranta (Angie Cepeda - Pantaleon e le visitatrici), una ragazza bellissima che vuole organizzare un romantico weekend per il fidanzato che sta per tornare da un lungo viaggio. Lorenzo e Nina organizzano tutto l'occorrente, ma il fidanzato di Amaranta non arriva.
In cucina gli ingredienti sono spesso gli stessi, e ciò che fa la differenza fra un piatto ed un altro è il modo in cui viene preparato l'impasto. È un segreto che a quanto pare non conoscono solo i buoni chef, ma anche i registi. Ancora una volta nella ricetta proposta da Pieraccioni per il cenone di Natale troviamo una bella donna sudamericana (nel caso specifico la stessa Colombiana che aveva fatto perdere la testa al ligio Pantaléon Pantoya in "Pantaleon e le visitatrici"), un luogo incantevole (anche se questa volta non nell'amata Toscana, ma Ischia) e un protagonista impacciato; ancora una volta il risultato finale è un dolcetto di marzapane, zuccherino e di bell'aspetto. Questa volta però si aggiunge maggiore attenzione alle modalità dell'impasto e un pizzico di cinismo in più, che proprio come il sale nell'albume, consente di montare a neve una commedia che altrimenti assomiglierebbe ad una maionese impazzita. Buon ritmo, battute a profusione, musichette ammiccanti o romantiche (a seconda della situazione), qualche vestito d'epoca, un pò di rivisitazione storica, qualche impostazione teatrale ed ecco qua, buon appetito! Per contorno si servono un cammeo di Ceccherini in versione ragazzo innamorato e una scoperta esplosiva del cabaret televisivo.
Sorprende il Pieraccioni canterino, ma ancora di più sorprende il Pieraccioni "maturo", che si lascia alle spalle amici gigioni e "pesci innamorati". Tutto sommato il risultato non dispiace, ma siamo ormai lontani dalla freschezza e dalla comicità de "I laureati" e "Il ciclone".

Teresa Lavanga

Redazione1
10.01.2004 21:23
Il doge di Genova

"CLAUDIO BURLANDO,IL NUOVO DOGE DI GENOVA"
di Cuccu44
Cari lettori, Genova è appena entrata a pieno titolo nella lista delle capitali della cultura europea e già questo grandioso evento è stato rovinato, a tradimento, dalla solita brutta politica. Claudio Burlando, ex-ministro, ex-sindaco di Genova, ed ex-inquisito per i lavori delle colombiane, domani, approfittando dell’inaugurazione della sua neonata associazione " Il Maestrale", incontrerà Romano Prodi per un convegno sull'Europa. Fin qui nulla di grave se non per il fatto che Burlando, approfittando della sua posizione politica, ha fatto stampare sugli inviti per il convegno, il simbolo di Genova 2004. Un atto grave, tanto più se si pensa che la politica non ha nulla a che vedere con Genova Capitale della Cultura. L'ex-sindaco di Genova si è scusato dicendo che ha fatto richiesta "orale" al Sindaco Pericu (ex-teardiano ed ex-craxiano!). Quest'ultimo da buon uomo di partito, ha "annuito"! La destra minaccia vendetta. Già stasera al concerto benefico con Josè Carreras, alcuni esponenti di spicco del centro-destra non parteciperanno. Circa Burlando, è triste vedere come uomini dediti solo alla "Kultura" di partito, non abbiano rispetto per le regole, anche quelle più elementari. Bastava fare domanda "scritta" e richiedere il patrocinio del Comitato per Genova 2004. Ahimè, la politica è abituata a non chiedere mai (tranne i voti al momento giusto!). Soprattutto a Genova, dove i DS oggi e prima il PCI, sono da sempre padri e padroni di questa città! Genova ha l'occasione di riscattare la sua immagine sorniona e superba. L'importante è che i soliti uomini di partito, come sempre lontani dalla realtà, lascino le catene che ancora imbrigliano quest’antica città! Il Doge Burlando permettendo! Cuccu44,sempre in prima linea!!! (cuccu44@freemail.it)





n.b.. cuccu44 è Walter Lanaro - Genova

Redazione1
10.01.2004 21:25
6 minuti di informazione con Di Pietro

Cari amici,
sono lieto di informarVi che anche noi siamo riusciti ad ottenere un piccolo ma significativo spazio di comunicazione politica in una televisione privata a copertura pressochè nazionale.

Dal 12 gennaio 2004, ogni sera dal lunedì al venerdi alle 22,20 su ODEON :
6… con Di Pietro
ovvero 6 minuti di informazione, fair play e politica dalla parte del cittadino, del consumatore, dei soggetti sociali più deboli ed indifesi.

Ufficio Stampa
Italia dei Valori

Redazione1
10.01.2004 21:27
Film:intervista a Leonardo Pierracioni

IL PARADISO ALL'IMPROVVISO
Intervista a Leonardo Pieraccioni e Angie Cepeda
di Teresa Lavanga

Arriva dal fondo della sala ridacchiando e salutando simpaticamente chi gli va incontro. Si siede al tavolo delle conferenze attorniato dai suoi amici-colleghi e inizia un monologo per spiegare il perché di questo film. Lui è Leonardo Pieraccioni, puntuale come ogni anno con il suo film di Natale.

"Prima che iniziate con le domande, voglio dire che sono contento di aver fatto questo film per quattro motivi. I primi due sono nel film stesso e sono: una visione particolare dell'amore, (che spero di essere riuscito a trasmettere), e la suprema scommessa che ogni uomo fa con se stesso, ossia il matrimonio. Gli altri due sono relativi a questione private che però hanno a che fare con i protagonisti del film. Il primo è che sono felice perché posso finalmente annunciare che Haber aspetta un figlio (no, non lui, ma la sua compagna), il secondo è che ho ufficialmente chiesto la mano di Angie e per giovedì avrò una sua risposta!"

Ci spiega la scelta dei partner per questo film?
"Ho scelto Haber e Papaleo perché li ritengo entrambi attori con doti diverse ma ugualmente straordinarie e perché sono miei amici da molti anni e mi piaceva l'idea di ricreare un rapporto di amicizia nel film partendo da un'amicizia reale. Per quanto riguarda Anna Maria Barbera, ho voluto fare una scommessa. Io sono fondamentalmente un clown bianco, quello che prende gli scappellotti e i calci, lei è un clown rosso, quello col nasone finto, padrone della scena. È un'attrice piena di talento e poesia, che buca lo schermo televisivo. Ho voluto vedere se riusciva a bucare anche quello cinematografico, e secondo me ho visto giusto".

Signorina Cepeda, cosa sapeva di Pieraccioni prima di lavorare con lui?
"Non lo conoscevo, ma sapevo che era tremendo! Quando sono venuta in Italia ho visto "Il ciclone" e ho capito che lavorare con lui poteva essere un'occasione buona per farmi conoscere dal pubblico italiano e fare qualcosa di leggero e divertente".

Pieraccioni, perché di nuovo una bellezza straniera?
"È stato un caso. Io ho cercato in Italia un'attrice adatta alla parte, ma non l'ho trovata. Poi un giorno Tullio Kenzic mi ha detto di guardare "Pantaleon e le visitatrici", in cui recitava una ragazza bellissima e molto brava. Sono andato al cinema con la mia fidanzata di allora e sono rimasto folgorato dalla bellezza di Angie. Solo che alla mia ragazza dissi: sì, è carina ma niente di eccezionale! Quando decisi di contattarla mi resi però conto che era più facile trovare Saddam che lei. Era sempre in giro per la Colombia... chissà quali altre attività ha laggiù!!!"

Redazione1
10.01.2004 22:02
Il bello si Parmala deve ancora venire.

DI PIETRO SU PARMALAT: IL BELLO DEVE ANCORA VENIRE...

"VORREI SAPERE QUANTI PARTITI HANO PRESO SOLDI DA TANZI"


Cari amici,
sul caso Parmalat, da ex addetto ai lavori, vi dico che il bello deve ancora venire perché tutto quel che è accaduto non poteva accadere se non ci fossero state persone che hanno tenuto gli occhi bendati...
E ''occhi bendati'' ci sono stati nelle strutture della Banca d'Italia, della Consob, nelle strutture di vigilanza delle singole banche che, quando prendono il risparmio del cittadino, hanno il dovere di agire nell' interesse della collettività e non del cliente. Ci sono dei dirigenti di banca che finiscono per essere anche dirigenti dell'azienda alla quale concedono il fido in un conflitto di interessi inestricabile. Tutto questo e' avvenuto in quanto ci sono state delle coperture.
E non parlo solo del caso Parmalat, ma mi riferisco anche al caso Cirio e al caso Merkel, in Abruzzo, dove la Carichieti ha finanziato per un terzo dei propri fondi pensioni proprio quella ditta.
I magistrati non sono senza colpe, ma la gente non può prendersela con chi ha fatto, invece, il proprio dovere.
Ho sempre sostenuto che sia un errore pensare che siccome uno e' giudice e' al di fuori di qualsiasi critica. E' certo che anche a Parma ci doveva essere una connivenza, un occhio bendato anche da parte di chi doveva fare questi controlli, perché anche lì ci sono stati esposti e segnalazioni. Ma non ce la possiamo prendere con quei due giovani magistrati che finalmente hanno agito.
Per quanto riguarda poi l'intervista di oggi a ''Il Corriere della Sera'' del segretario dei Ds, Piero Fassino, nella quale il leader della Quercia sostiene che Bankitalia ''non si tocca'', per me Fassino sbaglia.
Abbiamo un sistema di controllo che non funziona e quindi dobbiamo prima vedere chi dolosamente o per colpa grave non lo ha fatto funzionare, ed attivare verso di lui una responsabilità contabile, disciplinare, civile e laddove ci siano gli estremi anche penale. Mentre per il futuro bisogna attivare una struttura di controllo reale con poteri paragiudiziari e con personale di investigazione che non e' stato dato.
Sono poi curiosissimo di sapere quali sono i politici che hanno preso i soldi dal gruppo Tanzi. Perché ho già saputo che soldi regolarmente iscritti li ha presi Forza Italia, ma mica solo Forza Italia, conoscendo quel sistema chissà quanti altri li hanno presi a 360 gradi...


Antonio Di Pietro

Redazione1
16.01.2004 19:04
Giallo Parmalat......

Giallo Parmalat
Lui l´ha fatto, ma gli altri l´hanno voluto. Il rosso Parmalat diviene un giallo...Parma. Nel nome il destino. Provo a tracciarne una possibile trama.
Il sistema industriale Parmalat era divenuto funzionale alla dimensione finanziaria del Gruppo. La capacità produttiva e distributiva era usata, con gli strumenti della finanza creativa (più corretto dire artistico-virtuale), nelle sue potenzialità di generazione finanziaria. Le unità produttive erano divenute ormai la giustificazione per la falsificazione, produttrice di liquidità da immettere nel circuito. Un sistema industriale al servizio del potere finanziario-politico. I costanti acquisti di fatturato, acquisizioni, incorporazioni di società decotte, erano necessari per continuare a drenare liquidità dal sistema del credito e d´altra parte forse, ripianare per loro crediti inesigibili, ottenere risorse governative contro "favori", ecc. Parmalat era divenuta parte di un circuito vizioso che si alimenta con la decadenza etica, con la competizione doppata, col cannibalismo finanziario. Tanzi stesso quindi era divenuto sistema d´uso, così come lui poi usava i prestanome, la filiera produttiva e i compiacenti in conflitto professionale o di interesse. Era un sistema, io penso, in cui tutti sapevano e si usavano reciprocamente. Ad un certo punto Tanzi non era più necessario, è caduto in disgrazia, ossia non aveva le coperture necessarie per restare nel circuito, era stato sufficientemente spremuto e lui non garantiva più una adeguata capacità di spremitura, non presentava un appeal per la razzia del risparmio, per muovere quantità di denaro, ma era divenuto un costo, quindi, lo hanno scaricato, e lo hanno espulso, sfilandogli tutto il gruppo alimentare, riducendo lui e il suo clan di fatto a unici colpevoli; mi ripeto: se la mucca è pazza, ed è vero, l´allevamento internazionale finanziario è impestato. Sarebbe interessante l´analisi delle operazioni finanziarie fatte e in corso, i collegamenti...Così come si insiste sulla cronaca della gestione del gruppo, di come erano falsificati i dati, nulla si dice sulla attività finanziaria praticata, sulle distrazioni e l´utilizzo della liquidità, sulla speculazione internazionale, sulle operazioni knock-in e knock-out. Chi ha tratto beneficio dalle disinvolte operazioni finanziarie? A quanto ammontano? Chi garantiva le coperture? Quanto ha reso Tanzi alla finanza internazionale? E´ nell´intreccio politico internazionale e nella dimensione finanziaria che si svela il giallo Parmalat. E´ nelle pieghe e negli intrecci politico internazionali, nei retroscena di possibili alleanze, che si può conoscere il vero crac, il resto è "patacca", che si manifesta tale solo quando il re è messo a nudo, a seguito di un cambiamento di potere e nel conseguente collasso strutturale del sistema generato. E´ un esempio di come il potere ha usato la catena umana della decadenza etica e la getta, dopo essersene nutrito, rifiuto, in discarica. Massimo Fini: "oggi le bieche multinazionali appaiono come degli inoffensivi topolini di fronte ai mercati finanziari, ai debiti esteri, alla globalizzazione delle Banche, dei capitali e dei mercati dei capitali, insomma di fronte al volume mondiale del denaro che, non più agganciato a nulla, neanche alla fragile gruccia dell´oro, ha assunto dimensioni colossali e asservisce a sé la politica di Stati e governi. Peggio: la annulla". Nelle società finanziarie internazionali si muovono quantità di denaro ad una velocità tale che le manovre finanziarie degli Stati sono solo un complemento speculativo.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Parma tel 329 5917508 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma, 15 gennaio 2004


Redazione1
18.01.2004 11:48
Serve un Ulivo unito

Gentile Redazione Le mando questo mio semplice scritto veda se ritiene
utile pubblicarlo, grazie
Ai partiti del centrosinistra, all'ulivo, alla società civile, ai girotondi,
ai movimenti, alle associazioni, a tutti quelli che vogliono contribuire a
costruire un grande, progetto politico unitario, per governare gli enti
locali, l'Italia, e l'Europa. Un invito a fare presto a mettersi d'accordo
e
Mettiamocela tutta per farsi, veramente del bene, dobbiamo essere uniti in
un progetto di governo, per le prossime elezioni amministrative ed europee,
e poi per le politiche. costruire soprattutto un programma per fare del bene
ai cittadini italiani ed europei. Salvare difendere e migliorare lo stato
sociale italiano, la scuola pubblica, il diritto all'istruzione sia
garantito a tutti i cittadini, la previdenza che sia garantita una pensione
dignitosa a tutti i pensionati di oggi e futuri, la sanità che il diritto
alla salute sia garantito a tutti i cittadini con uguaglianza di
trattamento, l'assistenza che sia sviluppato sul territorio una rete di
servizi per le persone più deboli. in questo nostro progetto dobbiamo
metterci tutti un forte impegno avendo bene in mente l'obiettivo da
raggiungere, fare stare bene e meglio di ora i cittadini più bisognosi,
dagli ammalati, agli anziani, ai disabili, ai disoccupati, ai bambini, ai
pensionati.solo se faremo del bene a loro ci faremo del bene anche a noi.
Facciamo presto a costruire un bel programma, perché i tempi stringono per
le elezioni amministrative ed europee, e poi da quel programma stabilire
delle priorità e fare una chiara sintesi in pochi punti, e impegnarsi fino
in fondo per diffonderlo, utilizzando tutti i mezzi di informazione a noi
disponibili, ma soprattutto andare in mezzo alla gente a discuterlo,ad
ascoltare i loro suggerimenti, i loro pareri, e per capire i loro bisogni,
forza amici che sono sicuro che ce la faremo a fare del bene agli italiani,
a noi stessi, con la lista unitaria, si vince.

Lena Francesco via provinciale,37
24060 Cenate Sopra Bergamo




Redazione1
24.01.2004 17:26
Il nuovo messia......di Cuccu 44

"BERLUSCONI: IL NUOVO MESSIA"

di Cuccu44
Cari lettori, Silvio Berlusconi alla Convention per i dieci anni di Forza Italia, di cose ne ha raccontate molte. Un discorso pieno di sorrisi e tante bugie. Soprattutto mi ha fatto sorridere il suo parlare del Comunismo come una forza ancora vitale. Berlusconi pare si sia fermato a molti anni fa, quando ancora esisteva l'Unione Sovietica. Una paura del Comunismo che non ha alcun senso, ma che ha riscaldato l'enorme platea del Palazzo dei Congressi. Berlusconi ha parlato di Forza Italia come unico partito in grado di garantire il pluralismo a questa nostra Italia. Quale pluralismo signor Cavaliere?Quello delle sue reti televisive forse? Basta riflettere per un attimo sulla legge Gasparri e la risposta è subito pronta. Forza Italia ha portato al potere il nordista Bossi, vergogna d'Italia e lontanissimo dagli ideali di patria unita che invece dovrebbero essere nel Dna di un partito politico oltre che della società intera! Il Cavaliere avrebbe fatto bene a raccontare alla sua gremita platea, perché si trova sotto processo per corruzione e cosa c'entra con alcuni racconti di pentiti di mafia! Berlusconi ha portato al potere il peggio che si poteva chiedere ad un uomo politico. Il suo è un governo di riciclati DC e PSI, ma non solo. In realtà il Cavaliere rappresenta il passato anche se racconta il contrario. Singolare è che abbia letto un intervento dell'amico Don Baget Bozzo, poco prete ma molto politico. Un articolo sulla giustizia rossa che Berlusconi, con la solita retorica, ha sfruttato per fare l'ennesimo attacco ai fatidici togati comunisti. Il Cavaliere, farebbe bene a scendere nella realtà della gente comune, comprendendo una volta per tutte, che il governo non è un luogo da cui prendere in giro le persone che si dovrebbe rappresentare! Cuccu44, sempre in prima linea!!! cuccu44@freemail.it
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - Genova



Redazione1
24.01.2004 17:29
Lista unitaria e lista Di Pietro

Cari amici,

si e' felicemente concluso ieri un lungo braccio di ferro
che contrapponeva noi dell'Italia dei Valori a coloro che ponevano assurdi
e irrazionali veti alla nostra partecipazione alle prossime elezioni europee
in uno spirito unitario con gli altri partiti del centrosinistra. La
"quadratura del cerchio" e' stata possibile anche grazie all'opera di
mediazione e di ricucitura portata avanti dai Girotondi e dei Movimenti che
hanno dato vita alla convention dello scorso 10 e 11 gennaio a Roma ed
all'opera di convincimento di Achille Occhetto.

Per meglio spiegare cosa e' successo bisogna partire da una
premessa di chiarezza e di schieramento: l'Italia dei Valori e' una forza
politica che - dopo attente riflessioni - ha deciso di stare e voler restare
all'interno del centro sinistra per le seguenti specifiche ragioni:

1. accettiamo pienamente lo spirito bipolare delle moderne democrazie
parlamentari rappresentate su base maggioritaria, spirito che impone delle
scelte nette: o stai da un parte o stai dall'altra;

2. preferiamo dialogare (e se necessario discutere animatamente) con il
centro sinistra sia perché dall'altra parte c'e' una larga fetta di classe
dirigente da cui e' meglio stare alla larga, sia - soprattutto - perché da
questa parte v'e' un'azione politica comunque più attenta alla tutela dei
diritti delle persone, alla difesa dei più deboli, alla realizzazione di uno
stato sociale più solidale e più avanzato;

3. vogliamo appoggiare il centro sinistra per le prossime elezioni
politiche nazionali "a prescindere": vale a dire che lo faremo prima ancora
di sederci sul tavolo delle trattative politiche elettorali. Ciò perché
riteniamo prioritario, per la democrazia, liberare al più presto il paese
dall' anomalia berlusconiana (che noi consideriamo l'anticamera di un regime
totalitario).

Ciò premesso, si tratta ora di vedere quale possa essere il nostro ruolo
all'interno della coalizione giacché, da più parti, siamo stati per troppo
tempo percepiti come un "problema", invece di quel che vorremmo essere: una
"risorsa". Ci hanno rimproverato in particolare di essere "giustizialisti",
populisti e massimalisti; viceversa di non essere riformisti. Ma e' vero
tutto ciò ? Certo, noi sulla questione morale e sulla difesa della legalità
non transigiamo (il nostro impegno concreto per far abrogare con un
referendum il famigerato lodo Schifani lo sta a dimostrare ). Sì, sui temi
della legalità siamo intransigenti e non vogliamo scendere a nessun
compromesso, neanche se a chiedercelo fossero gli amici del centrosinistra
(è per questa ragione che abbiamo espresso forti critiche alle mancate
riforme sulla giustizia nella scorsa legislatura). Ma questo, per una
coalizione progressista che s'ispira al rispetto delle regole e della
deontologia politica, e' un difetto o un pregio? Non deve essere questo un
impegno primario per una coalizione che vuole e deve differenziarsi dal
"centrodestra berlusconiano" proprio sui valori della legalità?

Ciononostante siamo stati spesso così bistrattati che addirittura non siamo
stati ammessi nemmeno a partecipare alla costituenda lista unitaria voluta
da Romano Prodi e rilanciata dai Girotondi lo scorso 11 gennaio. Il che -
come poi si e' visto - non e' di per sé un gran guaio (salvo l'umiliazione
personale che abbiamo dovuto subire) ed anzi potrebbe essere addirittura un
vantaggio per la coalizione (come auspicato da tutti i partecipanti all'
"incontro di pacificazione" fra l'Italia dei Valori e gli amici della "lista
unitaria" promosso dai Girotondi e andato a buon fine) atteso che - per le
elezioni europee - vige il sistema elettorale "proporzionale puro", sistema
che non mette assolutamente in discussione la forza e l'unita' della
coalizione). Questa "ulteriore lista" che ci accingiamo a varare, quindi,
avviene in accordo con gli altri partiti del centrosinistra (che ce lo hanno
addirittura espressamente richiesto) e non in contrapposizione ad essi.
Insomma finalmente noi dell'Italia dei Valori non veniamo piu' considerati
un problema ma una risorsa! Certo, avremmo preferito partecipare da subito
all'esperienza della Lista unitaria ma, atteso il veto persistente nei
nostri confronti, bisognava arrivare ad una soluzione di responsabilità per
evitare di spaccare la coalizione e renderci tutti meno credibili all'
elettorato in un momento di estremo bisogno di unitarietà per battere il
Governo di Berlusconi. Insomma vi e' stato da parte nostra un gesto di
maturità politica e spero che ciò venga compreso e ricompensato dagli
elettori.

Il nostro impegno, ora - in vista della prossima competizione elettorale
europea - e' di coinvolgere anche la società civile (e per essa tutto il
vasto e variegato mondo dei movimenti, girotondi, associazioni, portatori di
interessi diffusi, personalità illustri e cittadini comuni) per contribuire
a dar vita a quella che Achille Occhetto ha rilanciato come "Costituente per
un nuovo Ulivo", da cui scaturisca innanzi tutto un programma di Governo
(italiano ed europeo) comune e condiviso e poi - solo poi - l'individuazione
(collegiale e corale e non per grazia ricevuta) dei migliori candidati per
raggiungere gli obbiettivi prefissati.

Per questo abbiamo dato esplicito mandato a taluni rappresentanti dei
Girotondi e dei Movimenti di varare una sorta di "primarie online"
(www.italiadeivalori.it) per permettere, a chiunque ne abbia voglia, di
indicare il candidato preferito da inserire nelle liste. Noi da parte nostra
ci impegniamo ad inserire nella nostra Lista fino al 75% di coloro che
verranno segnalati in tal modo dai cittadini (sempre che gli interessati
siano disponibili e speriamo che fra essi ci siano molte donne). Facciamo
questa scelta di "apertura reale" perché c'e', sul versante della società
civile, un'altra Italia fatta di passione civile e di partecipazione
democratica le cui istanze di rinnovamento della politica e cambiamento
della società non devono spaventare le segreterie dei partiti ma essere
valorizzate in uno sforzo autenticamente unitario. Noi dell'Italia dei
Valori vogliamo dare vita e voce a quest'altra Italia con la consapevolezza
che la politica italiana, dopo aver conosciuto la deriva illiberale di
Berlusconi e dei suoi sodali, ha bisogno di un "nuovo inizio" e che questo
processo non può essere appannaggio di un gruppo ristretto di addetti ai
lavori, ma deve coinvolgere quanti, in questi mesi ed anni, hanno riempito
le strade e le piazze del Paese facendo rinascere la speranza.



Antonio Di Pietro
Presidente Italia dei valori






_______________________________________________
Per cancellarsi da questa newsletter :
www.antoniodipietro.it/newsletter_delete.php

Sito internet : www.italiadeivalori.it

Sede Operativa :
Via Felice Casati 1/A ang. Corso Buenos Aires 20124 Milano (MI)
Tel. 02/45498411 Fax 02/45498412

Sede Nazionale:
Via dei Prefetti 17 - 00186 Roma
Tel. 06/6840721 - Fax 06/68132711

Email:
segreteria@italiadeivalori.it

Redazione1
24.01.2004 17:31
O così o Bondì di Luigi Boschi

SORGENTI
Parma tel 329 5917508 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

O Così o Bondì
Crac Parmalat: stupefacente per i poteri forti

Impoverimento etico individuale e collettivo alimentato da affarismo e speculazione: questi sono i geni di un sistema cancerogeno ripiegato su se stesso, che non ha futuro se non nella conflittualità sociale, se poi è dotato di conformismo e perbenismo il danno è irreparabile.
Parma una città governata (ma non è l'unica) da un potere ristretto dominante che impedisce attraverso il controllo economico finanziario e la proprietà della comunicazione, un reale sviluppo e circolazione del libero pensiero, della creatività, delle conoscenze, della autodeterminazione democratica, delle nuove forme economiche. Una città abitata da "tengo famiglia" consenzienti. Un potere colluso con i poteri istituzionali capace di efferate azioni per la sua autoperpetuazione. Una borghesia incapace di pensiero indipendente, di sostenere nuove visioni, un proletariato incapace di reazione, intellettuali a servizio. Parma una leadershep e una classe dirigente partorita nelle lottizzazioni e nei circoli degli affari, che ha saputo generare anche azioni criminose all'ombra del prosciutto, del culatello, del grana, dei tortelli, della malvasia. Non è il mio un attacco alle persone, ma al sistema che degenera anziché rigenerarsi.

Anno 1998. Così il Sindaco Ubaldi rispose ad una mia intervista che gli feci durante la campagna elettorale, che lo vide poi eletto sindaco.
-Domanda. Non le sembra che in questa città si siano affidati sempre incarichi lottizzati e soprattutto non vi è stato un ricambio generazionale? E se vi è stato, è stato di facciata con adepti o discendenti?
-Ubaldi. Si è vero. Questa è una città che si è chiusa troppo spesso in ristrette oligarchie è diventata una città autoreferenziale si è illusa di essere al centro del mondo, si è illusa che i conflitti dovessero essere sopiti attraverso la riduzione ai minimi termini delle cause di conflitto, anziché attraverso una loro elaborazione, un loro superamento. Cioè cosa è avvenuto in questa città: si è cercato continuamente di trovare non delle sinergie creative tra le varie forze, istituzioni, gruppi e altro ma si è cercato di trovare un equilibrio che stava in piedi eliminando tutte le parti di dissenso o di interferenza. Morale: l'accordo era un accordo ai minimi termini. Un accordo al mino comun denominatore e quindi questo ha portato a quella depressione che è depressione di peso politico -questa è l'unica città che da anni non ha nemmeno un assessore regionale- perché io dico o ha elaborato un gruppo dirigente di imbecilli, di incapaci, o ha elaborato un gruppo dirigente inetto o comunque senza colonna vertebrale. Dicevo prima che non le è stato nemmeno reso il diritto di esprimere i propri rappresentanti politici, una città che si è fatta soffiare le principali occasioni di sviluppo, anche da città vicine, proprio perché non ha un gruppo dirigente all'altezza della situazione.
-Domanda. L'isolamento delle menti, la privazione del dialogo sono crimini contro la civiltà in una società orientata nel futuro alla comunicazione, all'informazione, ai saperi.
Parma, una città malata in cui prevale la logica "amico-nemico", in cui il dialogo è stroncato, in cui vige la pratica dell'isolamento, in cui la denuncia è il mezzo di sopraffazione. Una città dove i poteri occulti che governano vogliono soccombenti e non menti creative.
-Ubaldi. Lei ha toccato due temi, quest'ultimo su cui io posso dire che obiettivamente non è che Parma sia una città priva di cervelli e di intelligenze, dico che si è creato un sistema che tende a soffocare largamente le intelligenze vivaci o creative che possono esserci e che tende quindi a omogeneizzare il tutto in quella logica da minimo comun denominatore per cui ogni cosa che eccella o emerga e possa fare ombra viene in qualche modo compressa.
Questa è una città molto salottiera che ama molto adularsi, guardarsi allo specchio più che a lavorare. Ora prendiamo il problema del disagio giovanile che c'è. Ora più di un terzo dei ragazzi che frequentano la scuola media superiore non la portano a termine. E' il segno di un disagio, di una dispersione di risorse umane e professionali notevoli, in una città tra l'altro che incomincia ad avere penuria di risorse umane, professionali, giovani, e rispetto alla quale la città si diverte a fare convegni, ricevimenti, salotti ma che non produce nulla di operativo, ma nulla.

Parma 2004. Condivido il messaggio di cambiamento auspicato del sindaco Ubaldi a Sant Ilario, così come condividevo la sua analisi del '98. Gli riconosco altresì abilità politica e competenza nelle politiche per le autonomie locali. Non mi convincono invece le motivazioni addotte per la rinascita locale. Avrei preferito che questo messaggio fosse mosso da un'esigenza di cambiamento culturale, da una consapevolezza etica, anziché a seguito del collasso dei poteri forti della città per il crac Parmalat, in cui la città ha mostrato al mondo il ridicolo, l'insensatezza del proprio sistema di governo. Il sindaco conosceva bene la storica cultura oligarchica che governa da sempre il nostro territorio, conosceva bene le insostenibilità derivanti da conflitto di interessi o professionale (penso a volte anche appoggiato nonostante le dichiarazioni) che oggi si sono rese palesi e che vanno ben oltre quelle note. E' una cultura che si annida anche nei ruoli meno conosciuti, ma il cui conflitto almeno professionale è certo. Cosa si dovrebbe dire poi delle lottizzazioni a scapito della meritocrazia! Perché non vi è mai stata una reale volontà di cambiamento prima del crac? Perché solo oggi queste dichiarazioni, quando vi era già la consapevolezza di un sistema antidemocratico? Nulla si è fatto. Ora si proclamano di nuovo le intenzioni. Non si può pensare a un progetto etico per la città come se fosse parte della "città cantiere"! Effetto Authority? Bene, ma sono perplesso sulla reale volontà e capacità di cambiamento, quando questo non nasce da una maturazione culturale, ma da collasso di sistema. A distanza di sei anni purtroppo le intenzioni del Sindaco sono rimaste tali. Se nemmeno il primo cittadino è riuscito a rimuovere ciò che già conosceva, quali poteri occulti ostano il cambiamento? Il cambiamento si attua se si svelano le condizioni che lo impediscono. Non è che possa essere ricondotto a Parmalat. Semmai questa ne ha tratto vantaggio, lo ha sostenuto, ma è l'anima "nascosta" di Parma che deve essere svelata, altrimenti vi sarà solo restaurazione. Facce nuove al servizio del vecchio sistema. E non è solo questione di regole! E' la visione etica che deve alimentare il potere democratico.
La decadenza etica la si pratica quotidianamente quando non si sostiene l'ascolto, la comprensione, la tolleranza, le culture, la libertà, la condivisione, la partecipazione, il rispetto, la valorizzazione e si esercita invece il potere arbitrario, quando si esclude, quando si emargina, quando si deprimono le menti, quando si favoriscono le lottizzazioni, quando si deprime la meritocrazia, quando si depotenziano i saperi, quando non si pone rimedio ai torti fatti e si distruggono volutamente, consapevolmente uomini, famiglie, culture, quando si deprimono le diversità, quando si coltiva il discredito, il malaffare, le tangenti, le corruzioni, il sopruso, la soprafazione, lo sfruttamento, la disperazione, anche quando si tace consenzienti...Di questo si nutrono infatti le finte democrazie in una gara al primato nella globalizzazione economico-finanziaria che nel distruggere le espressioni, cannibalizza, poi, anche se stessa.
Si sarebbe dovuto premiare, sostenere il talento, la creatività, l'intelligenza, la solidarietà, che costituiscono il potenziale rigenerativo e il capitale cognitivo della nostra società. Incoraggiare e coltivare questi valori si traduce nell'incremento del patrimonio di una collettività, renderla competitiva a livello internazionale; soffocarli e reprimerli è compiere un crimine contro la vita. Se la ricerca scientifica, le nanotecnologie, il digitale, le telecomunicazioni, l'energia da fonti rinnovabili, la ricerca spaziale costituiscono le principali aree strategiche di sviluppo futuro, come e dove si colloca Parma? La sua economia ha subìto gravi perdite industriali e finanziarie, non sostituite, (è lungo l'elenco) e non ha saputo o voluto indirizzarsi verso l'economia delle conoscenze, ma continua a celebrarsi in quella nostalgica. Un distretto alimentare, ad esempio, dei salumi, generatore di ricchezza, ma incapace di dar vita a una fondazione o a un polo scientifico tecnologico! Ma questo è il limite della cultura industriale e politica del Paese, che ha sempre considerato la ricerca scientifica un optional decorativo. E' così che si è favorito il colonialismo culturale. Oggi in piena epoca postindustriale pur in presenza di ricchezza non c'è sviluppo perché non si è investito nelle conoscenze. Proprio noi patria del Rinascimento!
Per divenire città che conta in Europa bisogna saper coltivare nuovi contenuti, e contenitori, valorizzare le pluralità e gli incontri di saperi unitamente alla divulgazione delle tradizioni, senza dimenticare la cultura della solidarietà. Aprirsi al mondo non è vivere nelle ristrette logiche indigene o appagarsi con le celebrazioni foresti. L'Europa è un nuovo divenire collettivo di persone e conoscenze che ricercano nuovi orizzonti. E se lo stesso produce se stesso, noi abbiamo bisogno di rinascere. Parma deve ritornare a vivere, ritrovare la vivacità e il gusto del dialogo e delle relazioni, liberarsi dalla morsa di un ristretto potere dominante che la soffoca, che produce conformismo o lo scontro amico/nemico. Condivido e rispetto l'onestà intellettuale e le dichiarazioni politiche del Sindaco, ma resto in attesa dei fatti. Avrebbe dovuto dare maggior spazio, a mio avviso, a nuovi contenuti, avrebbe dovuto dare maggior peso al valore delle idee, liberare i talenti in termini culturali, finanziari, sociali, umani, per avere una società/città in rete, aperta al mondo. Si è preferito investire nell'hardware piuttosto che nel software. Si è preferito consentire l'oppressione delle potenzialità, il privilegio della speculazione, sull'espressione dei saperi. Quando il potere finanziario, istituzionale, della comunicazione sono la stessa cosa e sono gestiti da un ristretto gruppo di comando siamo in presenza di una realtà che emargina se non sei dei loro, mette al confino se non ti presti, pone le condizioni per il degrado individuale, per il privilegio, per la corruzione; vengono represse le forze innovatrici, e si è prevaricati dall'impoverimento etico collettivo, mascherato dal benessere effimero della attuale borghesia, incapace di sostenere, contraddicendo la sua identità storica, le nuove energie creative, l'impegno politico, i percorsi innovatori e riformatori, dedita invece alla speculazione, ai propri interessi, che si cela la verità per il privilegio personale e si autoconvince di vivere in una città libera e a dimensione della persona. Quale persona? Che ne è rimasto del pensiero illuminato dei Bertolucci, Bertoli, Colombi Guidotti, Barilla, Carboni, Gaibazzi, Mattioli, Micheli, solo per citarne alcuni. O Parma, è la città di burattini e burattinai, di cui Ferrari col suo teatro ne propone da sempre una ironica e sarcastica parodia? Altro che Parma verdiana, una gran cassa economica immeritata! Verdi, nato da genitori piacentini, partorito per caso a Busseto, fu celebrato a Milano, non a Parma, città che ripudiò tanto da costruire la sua casa a S. Agata. E' un vizio storico quello di deprimere le menti da vivi e celebrarle da morti o impotenti. Solo se vi sarà rinascita etica individuale vi sarà un rinascimento di Parma. L'Università, l'Authority, il Collegio Europeo, le Fondazioni, la nostra storia costituiscono i pilastri per Parma città d'Europa, città, come ci è stato assegnato, delle conoscenze alimentari: sono le fondamenta su cui rinascere nell'era postindustriale e del capitale finanziario. Un rinascimento animato dall'etica, dalla comprensione delle etiche, aperto all'economia delle conoscenze e della tecnica, in cui la politica ritrovi la sua indipendenza, le forze economiche siano spinte da obiettivi di eccellenza, di valorizzazione dell'ambiente e forti siano i valori della solidarietà. E allora si che sarà una città a dimensione di persona, tra le capitali d'Europa.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma, 21 gennaio 2004


Redazione1
24.01.2004 17:55
Noi avevamo capito...di Antonio Di Pietro

Cari amici,

è dalla scorsa estate che noi, ignorantoni dell'IDV (in buona compagnia,
comunque), andavamo cianciando nelle piazze e sulla stampa che il
lodo-Schifani altro non era che il lodo-salva Berlusconi. Una legge fatta su
misura per sottrarre un imputato eccellente al giusto processo.

Questa nostra visione da ignoranti, era stata confortata dalle brutte
reazioni dei colti della casa delle libertà, dopo la decisione della Corte
Costituzionale.

Avevamo, perfino, letto (evidentemente male) che la Consulta aveva, con la
dichiarazione di incostituzionalità, arrogantemente sovvertito la
democrazia, offendendo il Parlamento.

Ci eravamo e ci siamo sbagliati.

A denunziare il nostro errore è un articolo sul Giornale del 15 scorso (pag.
8). Vale la pena leggerlo:


«Si torna in aula. E i primi a mostrare serenità sono proprio i legali del
premier (...) Insomma, può anche sembrare un paradosso ma Pecorella e il suo
collega Niccolò Ghedini paiono quasi ringraziare la Consulta per la chance
offerta: potranno dimostrare l'innocenza di Silvio Berlusconi in Tribunale.
Percorella, in particolare, si era sempre opposto al Lodo, considerando
intempestivo il momento in cui le Camere si erano interessate al tema. Di
più, riteneva inopportuno un intervento legislativo che avrebbe impedito, di
fatto, al Cavaliere, di difendersi nel merito.

È andata come è andata, la paura di sprofondare in un periodo di instabilità
giudiziaria proprio in coincidenza col semestre di presidenza italiana nella
Ue ha prevalso sulle altre considerazioni e il Parlamento ha approvato lo
scudo. Ora la Corte Costituzionale restituisce il premier al Tribunale di
Milano».


Insomma, finalmente, Berlusconi può tirare un sospiro di sollievo;
finalmente è stato cancellato quel deleterio lodo che le cattive
opposizioni, avevano in tutta furia approvato per impedire al Cavaliere di
dimostrare la sua cristallina innocenza.

Sono stati mesi di sofferenza per Berlusconi ed ora finalmente (lo dice il
Giornale, organo di stampa a lui vicinissimo) si torna in Tribunale, grazie
alla Corte Costituzionale che, sintonizzandosi sulle aspettative frustrate
del Cavaliere, ha rimosso quel perfido scudo (ed elmo) che la perfida
opposizione gli aveva, con violenza, imposto.

E noi non lo avevamo capito!

Così come non avevamo capito che Di Pietro, sotto sotto, ci ha fatto
lavorare per Berlusconi perché il referendum era proprio il Cavaliere a
volerlo, qualora la Consulta avesse perfidamente sancito la costituzionalità
dello scudo anti-Berlusconi.


Antonio Di Pietro
Presidente
Italia dei valori


Luigi Li Gotti
Responsabile Nazionale
Dipartimento Giustizia IDV

Redazione1
24.01.2004 22:12
La Corte Costituzionale ha ragione..

Communitas 2002 condivide pienamente e sottoscrive le varie dimostrazioni di appoggio della difesa dell'autonomia dell'organo giudiziario della Corte Costituzionale che, nello spirito delle regole fondanti della nostra democrazia e della nostra Repubblica, assicura la legittimità di atti che vengono emessi dall'organo legislativo.
La sentenza emessa ieri dalla Corte Costituzionale concorda con la necessaria difesa dei principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e di obbligatorietà dell'azione penale e processuale, messe in grave pericolo dagli articolati del Lodo Schifani, che assicura impunità per coloro che assumono le cinque alte cariche dello stato, unico beneficiante il Presidente del Consiglio dei ministri.
L'indipendenza dell'ordinamento giudiziario deve essere difesa e tutelata in nome di una democrazia e di un necessario equilibrio tra i poteri istituzionali dello stato.

Redazione1
24.01.2004 22:16
Partito Unico....ilresponso del referendum

AL QUESITO: "IL PARTITO UNICO DEL CENTROSINISTRA E' LA SCELTA GIUSTA PER
LE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE?" HANNO RISPOSTO 1000 LETTORI CON LE
SEGUENTI RISPOSTE;
- 115 SI
- 698 NO
- 187 NON SO
LA REDAZIONE DI MONDONUOVONEWS VI RINGRAZIA PER L'ATTENZIONE CHE CI
RISERVATE

Sito consigliato:
UnSitoAlGiorno: i migliori siti recensiti per te.
Clicca qui: http://www.webbificio.com/UnSitoAlGiorno

Redazione1
25.01.2004 12:32
Salviamo il patrimonio

Salviamo il Patrimonio
Con una serie di leggi, decreti e altri artifici lo Stato sta preparando il terreno per divorare se stesso svendendo il nostro patrimonio pubblico. Dopo la patrimonio spa la infrastrutture spa la scip - che ha permesso di vendere immobili di interesse pubblico con procedura d’urgenza – è diventato codice il silenzio assenso. La necessità di fare cassa mette in pericolo il nostro patrimonio artistico storico culturale e ambientale se, nel ridottissimo tempo di tre soli mesi, le Soprintendenze non riusciranno a indicare per ogni bene il perché non è vendibile e a comunicarlo al Ministero. Se questo non avverrà, lo Stato considererà il silenzio un assenso tacito alla vendita di qualunque bene non risulti espressamente salvaguardato dalle soprintendenze. Ma sappiamo tutti in quale situazione si verranno a trovare le soprintendenze di fronte a un carico di lavoro così enorme e a tempi tanto ridotti. Il patrimonio culturale italiano è diffuso capillarmente sul territorio e anche i “beni minori” sono ricchi della storia e della cultura che ci appartiene come popolo. La distinzione tra beni “maggiori” e “minori” mina le basi della nostra tradizione e della nostra cultura. La politica di decentramento che ha riportato opere anche molto importanti (come i Bronzi di Riace) nel luogo d’origine per creare una rete diffusa di fruibilità rischia seriamente con questa legge di trasformarsi in serio pericolo per un patrimonio che si intendeva destinato ad arricchire il nostro territorio e che non si intendeva certo sottrarre alla salvaguardia dello Stato e alla sua messa in valore per tutti i cittadini. Ma il pericolo riguarda tutto il nostro patrimonio, dai palazzi storici a intere isole, parchi, coste che potranno essere oggetto di speculazioni private. Cosa rimarrà ai nostri figli? Sicuramente non avranno più tutto quello che ci è stato tramandato e a cui avrebbero pieno diritto. Avranno in eredità invece una serie infinita di danni che rischiano con questa legge di essere irreparabili.

___________________________
I Movimenti, le Associazioni, i Girotondi interpretando i sentimenti di preoccupazione dei cittadini si mobilitano per sollecitare e sostenere le Soprintendenze rimaste ultimo baluardo a difesa dei Beni Culturali e Ambientali la cui proprietà è di tutto il popolo italiano e di cui il Governo deve essere il tutore, perché non ne è il proprieterio e quindi non ne deve poter disporre secondo meschine logiche di bottega.

In allegato troverete una lettera aperta da sottoscrivere e inviare sia in forma cartacea che elettronica.

Per sottoscrivere e segnalare la propria volontà di partecipazione all’operazione Salviamo il Patrimonio è stato aperto un indirizzo elettronico che è:
salviamoilpatrimonio@inmovimento.it
Per trovare gli indirizzi della Soprintendenze della propria Regione, seguire il seguente itinerario:
www.beniculturali.it
Il ministero
Organigramma
Organi periferici
Le soprintendenze regionali
Qui si troveranno i nomi, gli indirizzi, i telefoni/fax, le e-mail.
E’ bene che ogni gruppo mandi sia come gruppo che personalmente il maggior numero di lettere possibile, associando e coinvolgendo anche le locali Associazioni istituzionali (FAI, Italia Nostra, Legambiente etc.), per far sentire la nostra preoccupazione e il nostro sostegno che saranno crescenti e dovranno arrivare a forme di protesta clamorose (vogliamo pensare a girotondi intorno al Colosseo e/o alla Torre di Pisa?).
Tutti i Gruppi sono invitati a dare il massimo risalto possibile all’operazione e a pubblicizzarlo come meglio credono.
Perché da domani, anzi da oggi, tutti dobbiamo mobilitarci per
Salvare il Patrimonio
Gennaio 2004
Le Associazioni, i Movimenti, i Girotondi
Communitas 2002 Milano - Roma

Redazione1
27.01.2004 20:40
La memoria e il revisionismo

"LA MEMORIA E IL REVISIONISMO"
di Cuccu44
Cari lettori, oggi in tutto il mondo si ricorda ciò che è stato l'olocausto degli ebrei. Una giornata piena di significato e di profonde riflessioni. Sull'olocausto sono stati scritti milioni di libri e sono state pronunciate miliardi di parole, ma ahimè questa tragedia umana, non è ancora percepita da tutti come qualcosa di cui vergognarsi. Basta guardare le nostre vie e notare quelle brutte svastiche sui muri, le quali denotano una forte ignoranza culturale ma anche un segnale reale di qualcosa che non funziona nelle moderne democrazie! L'antisemitismo nel mondo è ancora molto forte. D'altra parte le stesse democrazie moderne, in testa quella italiana, lasciano sopravvivere formazioni filo-fasciste e neo-naziste senza alcuna preoccupazione! In Italia basta ricordare la vergogna di Forza Nuova! Tollerata a tal punto che può permettersi di manifestare tranquillamente per le strade delle nostre città. Basta guardare alla compagine governativa nazionale per scovare l'ex-camicia nera Tremaglia Ministro della Repubblica. Questa è realtà! L'olocausto è stata una tragedia enorme che deve rimanere per sempre scolpita nei nostri cuori. Oltre sei milioni di persone assassinate in nome di una folle ideologia. Le ideologie hanno spesso portato alla guerra, ecco perché le più radicali vanno confinate in un angolo, senza remore. Lo Stato ha il dovere morale di "abolire per legge" tutti quei gruppi estremisti, che ancora inneggiano al fascismo e al nazismo. Invece ecco riapparire il fatidico revisionismo, nemico della storia ed in questo caso della democrazia. Certe tragedie non possono essere "revisionate" dall'ipocrita politica. L'olocausto è una realtà la cui colpa principale è del nazismo ma anche molto delle democrazie occidentali del tempo, le quali a mio parere hanno atteso troppo prima di un decisivo intervento! Il mondo chieda scusa al popolo ebreo, ma questa volta senza ipocrisia!

Cuccu44,sempre in prima linea!!! (cuccu44@freemail.it)
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro


Redazione1
27.01.2004 20:53
OLocausto di A.Di Pietro

Cari amici,
il fiorire di cerimonie, di testimonianze, di ricordi sulla Shoah, la
condanna per tutti i carnefici e la pietà per tutte le vittime ci impongono
alcune considerazioni
· non è con l'impegno di un giorno che si possono mettere in pratica
i Valori di uguaglianza, di fraternità, di rispetto dei diritti della
persona in grado di impedire il ripetersi degli orrori dell'Olocausto. Solo
attenzione vigile, determinazione incrollabile e dedizione continua
potranno mettere l'Umanità intera in grado di compiere un percorso di pace
e di convivenza civile e prospera,
· "confinare" un lodevolissimo obiettivo a una sola "giornata della
memoria" può apparire unicamente un cinico gioco delle parti, nel quale la
retorica della peggior specie prende il posto della riflessione e
dell'analisi pacata e corretta sulle cause che hanno determinato eventi che
non vogliamo vedere più,
· dove comincia l'intolleranza? Parole troppo grosse e pronunciate
irresponsabilmente sono l'esca migliore per la demonizzare l'avversario
politico. Dovremo invece tutti ricordare che chi la pensa in modo diverso
dal nostro non è un nemico,
· insieme agli Ebrei, nei campi sono morti zingari, omosessuali,
dissidenti politici, sacerdoti che volevano un mondo diverso ed erano
disposti a combattere per realizzarlo. Ricominciare da dove hanno finito e
continuare sulla strada che essi ci hanno indicato è il modo migliore per
non ricordarli invano.
E' triste constatare che ancora oggi in molte parti del mondo nascono idee e
si verificano fatti che si rifanno a quelli passati e che oggi non possiamo
più tollerare. L'Europa allargata, nata anche dalle ceneri e dall'impegno
contro la barbarie nazista, deve lottare perché i Valori dei nostri Grandi
Padri diventino patrimonio ideale comune e modo di vivere reale in tutte le
parti del mondo.
Antonio Di Pietro
Presidente Nazionale IDV
Giorgio Calò
Portavoce Nazionale IDV

Redazione1
27.01.2004 21:09
I radicali di sinistra e la giornata della memoria

Radicali di sinistra . libertari laici ecologisti . www.radicalidisinistra.it
Giornata della Memoria 2004, l'Italia è desta
I Radicali di sinistra lanciano due iniziative concrete per la Memoria
Nella Giornata della Memoria i Radicali di sinistra lanciano un appello, perché sia ricostruita la memoria storica del nostro Paese, offesa da sessant'anni di vergognosa dimenticanza, politicamente voluta e protetta, attraverso due prime iniziative:
. La RAI mandi in onda Fascist legacy
Un vergognoso silenzio steso dai mass media italiani è quello relativo al documentario "Fascist legacy" realizzato dalla BBC nel 1989, che tratta dei crimini commessi dagli italiani durante il fascismo in Africa orientale e nei Balcani. Acquistato e tradotto in italiano dalla RAI, non è mai trasmesso.
>> Per saperne di più e firmare l'appello online >> http://www.radicalidisinistra.it/i/campagne/memo04/action/fl.htm
. Per il Parco della Memoria
Per la realizzazione ad Alatri, dove sorgono ancora i muri perimetrali, le garitte e le baracche del campo di concentramento, un Parco della memoria a perenne testimonianza dei valori della pace e di rispetto delle differenze
>> Per saperne di più e firmare l'appello online >> http://www.radicalidisinistra.it/i/campagne/memo04/action/pdm.htm
segnaliamo inoltre:
. Memoria
Prima di arrischiarsi a "riabilitare", in nome di un malinteso patriottismo e di una assolutoria "riconciliazione nazionale", chi allora fece "un'altra scelta" rispetto a quella dei partigiani antifascisti, bisognerebbe recuperare intanto la memoria di ciò che spesso è stato volutamente nascosto e insabbiato.
>> Per saperne di più >> http://www.radicalidisinistra.it/i/campagne/memo04/memo.htm
. Dossier
La memoria negata sui 258 campi di concentramento italiani
>> Per saperne di più >> http://www.radicalidisinistra.it/i/campagne/memo04/dossier/index.html
. campagne
visita la nostra sezione campagne
:: www.radicalidisinistra.it/i/campagne.htm
. community
Ti aspettamiamo nella sezione community: dibattito, forum, sondaggio del mese
:: www.radicalidisinistra.it/interaktiv/community.html
:: forum [link diretto] http://webtool.html.it/servizi2/forum/newtopic.asp?forumid=10304
. interagisci
collabora con noi :: www.radicalidisinistra.it/2003/action.htm
segnala il nostro sito :: www.radicalidisinistra.it/interaktiv/yourfriends.htm
invia le cartoline :: www.radicalidisinistra.it/i/e-cards.htm
--------------------------------------------------------------------------------
Radicali di sinitra . libertari laici ecologisti . www.radicalidisinistra.it

Redazione1
27.01.2004 21:26
Communitas 2002 con Prodi

COMMUNITAS 2002
aderisce alla Convenzione del 13 - 14 febbraio con Romano Prodi

Communitas 2002 ha da tempo espresso la sua piena adesione al manifesto di Romano Prodi "L'Europa è un sogno e un progetto", in vista delle prossime elezioni europee.
I principi espressi nella piattaforma delineata dal Presidente della Commissione sono la sintesi degli ideali federali, sociali e culturali su cui si dovrà fondare una futura comunità europea democratica, da sempre proposta delle forze progressiste e riformiste degli stati aderenti all'Unione.

In Italia, in vista di una maggiore incisività dell'azione di resistenza quotidiana per la difesa della democrazia repubblicana e del senso etico della politica, oggi gravemente vilipesi dall'attuale governo, è urgente creare un confronto positivo e propositivo tra tutte le anime aderenti al centrosinistra allargato, con la partecipazione autonoma e indispensabile dei Movimenti, delle Associazioni e delle rappresentanze della società civile e culturale, espressioni vitali della comunità.

E', quindi, iniziato il percorso politico unitario, da tempo auspicato da coloro che, come noi abbiamo sempre espresso, avvertono come primaria la tutela dei principi costituzionali di libertà, di giustizia e di solidarietà, che ci troverà uniti nel contrastare una destra xenofoba e antieuropea, generatrice di una società di divisioni e di emarginazione e precarietà.
E' opportuno che il cammino intrapreso apporti a una finale proposta equilibrata, risultato di un confronto attivo, in un'ottica di strategica convergenza di obiettivi, tra le attuali componenti del Nuovo Ulivo e quelle di carattere più radicale, dai Movimenti New Global alle rappresentanze sindacali autonome, per delineare un modello di società alternativo, fondato sui valori di legalità e di uguaglianza.

La nostra associazione si rende, pertanto, disponibile a partecipare in forma attiva e diretta alla Convenzione di Roma del 13 - 14 febbraio 2004 prossimi con la presenza del Presidente della Commisione UE, Romano Prodi, avvertendo questo come primo momento di una "Costituente dell'Ulivo" in vista delle elezioni europee, prossima scadenza elettorale di fondamentale importanza e rilievo politico in vista della rivincita del centrosinistra e di un suo futuro ritorno a essere classe dirigente del Paese.
Le diversità oggi esistenti a livello culturale e storico tra le varie componenti, attrici in primo piano di questo iter politico, non devono essere ostacolo al raggiungimento di un programma condiviso, ma, certamente, devono essere considerate come plus valore imprescindibile, sostanziale e ideale, per l'elaborazione del medesimo.

L'Ulivo e il centrosinistra devono essere il luogo politico ideale di una sintesi valoriale per un progetto che stemperi personalismi ed estremismi velleitari e supporti con forza innovativa la realizzazione di una piattaforma programmatica vincente.
La convenzione del 13 - 14 febbraio deve essere caratterizzata dallo spirito di dialogo e di analisi tra soggetti politici con pari dignità e con eguale diritto di essere protagonisti nella costruzione di questo progetto. Nessuna realtà può supporre di essere portarice unica e ufficiale di una verità assoluta, ma deve essere stimolatrice di confronto propositivo e costruttivo.
Communitas 2002 partecipa con entusiasmo a questo laboratorio politico, unica strada possibile per poter riportare la rappresentatività della parte sana e onesta della società al governo del Paese.

Direzione Communitas 2002

Redazione1
27.01.2004 21:33
Controriforma della Giustizia

Cari amici,
è stata di recente approvata dal Senato la controriforma dell'
ordinamento giudiziario, ora essa dovrà andare alla Camera per l'
approvazione finale.
Contro di essa hanno espresso subito molte perplessità i magistrati. Anche
noi dell'Italia dei Valori siamo contrari. Condividiamo, invece, le
argomentazioni di merito avanzate dall'associazione Nazionale Magistrati
(ANM) che per mezzo di uno dei suoi più esperti rappresentanti, Claudio
Castelli ( ripeto Claudio, e non Roberto che invece è il Ministro della
Giustizia che ha proposto il contestato progetto di legge) ha denunciato i
pericoli a cui la Giustizia va incontro.
In pratica, per l'ANM e i giudici, con questa controriforma si allontana
anche per il cittadino la possibilità di avere un giudice cui rivolgersi
contro i soprusi dei potenti. Viene realizzato un mutamento radicale ed in
peggio degli assetti della magistratura che si riverbererà sulla vita di
tutti.
Il testo approvato, lungi dal costituire una risposta ai gravissimi problemi
della giustizia, contiene un attacco senza precedenti alla giurisdizione e
alla stessa qualità della nostra democrazia. Esso infatti mette in
discussione profili fondamentali dello status dei singoli magistrati e la
stessa indipendenza della giurisdizione al punto da costituire un rischio
per l'equilibrio della democrazia. In particolare ciò è evidente per gli
effetti della gerarchizzazione delle procure e per la conseguente
possibilità di controllo dell'azione penale, senza alcun vantaggio per i
cittadini, che avranno un servizio sempre più inadeguato da parte di
magistrati distratti dalla preparazione di inutili concorsi e che non
vedranno valorizzate le proprie specializzazioni e capacità. Ma il modo con
cui è avvenuta questa approvazione è fatto davvero desolante.
Da un lato continuano ipocriti 'appelli al dialogo e dall'altro in cinquanta
minuti vengono cancellati con un emendamento approvato in Commissione ( ed
ora ribadito in Senato) i diritti civili di associazione, di partecipazione
e di espressone del pensiero dei magistrati ed in poche ore di dibattito
parlamentare, vengono cancellati decenni di elaborazioni e proposte della
cultura giuridica. Nessuna delle proposte alternative avanzate dall'A.N.M.
sono state neppure prese in considerazione.
L 'auspicio di riforme condivise ed approvate con il più ampio consenso,
lanciato nel messaggio di fine anno dal Presidente della Repubblica è stato
bellamente ignorato. A questo punto abbiamo un dovere che non possiamo
eludere di testimonianza e di mobilitazione, perché il problema è davvero di
tutti. Come i temi dell'informazione non sono problema (solo) dei
giornalisti, i problemi della giustizia riguardano tutti i cittadini.
Antonio Di Pietro
Presidente Italia dei Valori

Redazione1
6.02.2004 22:01
Enzo Biagi Senatore a Vita

Enzo Biagi senatore a vita.

Antonio Brancatelli - Messina.

Redazione1
6.02.2004 22:22
L'euro conviene

L’EURO CONVIENE"
di Cuccu44
Cari lettori, in questo periodo si sente parlare spesso di Caro-Euro. Credo sia innegabile che da quando è entrato in forza l'Euro, il costo della vita è “paurosamente” rincarato. Prima di giudicare la moneta unica come singola colpevole, bisognerebbe ragionare un po' più approfonditamente e chiedersi come mai tutti i prezzi sono pressoché raddoppiati. I signori baristi ad esempio mi dovrebbero spiegare come mai prima il cappuccino costava circa millecinquecento lire ed oggi quasi duemila lire. E' forse aumentato il prezzo del latte? Non credo proprio! La verità è che l’unica cosa che è aumentata, è l’avidità di certe categorie di speculatori legalizzati, i commercianti per l’appunto! Le statistiche parlano chiaro, i prezzi sono rincarati, mentre il potere d'acquisto degli stipendi, sempre bassi, è chiaramente diminuito. Berlusconi ha affermato in televisione più volte, che il rincaro c'è stato solo per certi prodotti. Il Cavaliere dimentica, che lui la spesa non va a farla, ma ci manda i suoi domestici, con le sue carte di credito milionarie! La sua realtà è fantasia da libro delle fiabe, mentre la realtà, quella vera, è un altra. La colpa maggiore credo sia dei commercianti in primo luogo, ma anche fortemente del governo, che non ha vigilato e continua a latitare sul controllo dei prezzi al consumo. Non servono leggi eccezionali contro il caro vita, ma solo il buon senso e soprattutto la buona fede di voler fare qualcosa di credibile. Inoltre per certi beni primari, come latte, pane, farina, si torni a prezzi politici imposti. Certi beni non devono cadere nelle maglie della speculazione. L'Euro credo sia stato un ottimo traguardo, ma come sempre sfruttato dai soliti furbi per arricchirsi. Il governo faccia qualcosa di credibile o viceversa lasci il posto ai più capaci! Cuccu44,sempre in prima linea!!!

n.b.: cuccu44 è Walter Lanaro - cuccu44@freemail.it

Redazione1
6.02.2004 22:39
Pace in medio oriente

Cari amici,

l'Italia dei Valori ha aderito, sin dalla sua costituzione, al Comitato di
Appoggio all'Accordo di Ginevra per la Pace in Medioriente ed il nostro
partito è stato invitato a partecipare alla prima riunione organizzativa,
tenutasi a Roma il 28 gennaio u.s, e alla quale erano presenti anche una
ampia ed articolata rappresentanza dei partiti dell'Ulivo, dei sindacati e
di varie associazioni aderenti al Comitato. L'incontro è stato coordinato da
Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medio
Oriente), il quale, dopo un breve richiamo ai contenuti e alla rilevanza
dell'incontro del 18 Dicembre in Campidoglio con Yossi Beilin e Yasser Abed
Rabbo, primi firmatari dell'Accordo di Ginevra, ha introdotto alcuni temi
programmatici per avviare un processo di pubblicizzazione nel nostro paese
dell'Accordo attraverso attività, manifestazioni ed eventi di vario tipo. E'
stata ribadita l'assoluta necessità di mantenere una struttura leggera di
coordinamento, ma, nel contempo, è stata evidenziata la necessità di
acquisire un minimo di mezzi economici per sostenere il Comitato. Il
dibattito che è seguito all'introduzione di Cingoli ha affrontato vari temi
ed ha portato alle seguenti considerazioni ed attività da svolgere nel
breve, medio e lungo periodo:

· Al Comitato hanno aderito per ora soltanto i partiti dell'Ulivo e
Rifondazione, ma è emersa la volontà, condivisa dalla maggior parte dei
presenti ed anche da me in rappresentanza dell'Italia dei Valori, di
coinvolgere anche i partiti della maggioranza di Governo al fine di non
connotare attraverso una sola parte politica un processo di pace che deve
necessariamente prescindere dall'appartenenza politica e che deve porsi come
azione prioritaria il raggiungimento degli obiettivi di pace dell'Accordo di
Ginevra. Inoltre, l'iniziativa di Ginevra, che ricevuto l'apprezzamento ed
il sostegno di personalità come il presidente americano Bush, Colin Powell,
Tony Blair, Romano Prodi, Kofi Annan, non può essere riconducibile ad una
logica di schieramento interno, Ulivo contro CdL. Considerata anche la
rilevanza e l'incidenza presso i rispettivi governi Israeliano e Palestinese
che gli estensori dell'Accordo si aspettano da manifestazioni ed eventi di
sostegno in altri paesi, ha sicuramente maggiore peso ogni segno di supporto
all'Accordo se proveniente dal mondo politico italiano nel suo insieme.
Molti, come chi scrive, non si fanno illusioni in proposito (l'Accordo di
Ginevra è stato firmato a Dicembre durante il semestre italiano di
presidenza europea, ma il governo italiano lo ha praticamente ignorato), ma
è comunque opportuno tentare di allargare il consenso politico anche ad
altre forze oltre quelle dell'Ulivo e Rifondazione.

· Oltre ad esprimere una generale ed unanime disapprovazione alla
costruzione del muro in Cisgiordania, in quanto ulteriore elemento di
divisione, il Comitato ravvisa quantomeno che il muro non si debba
realizzare sul territorio Palestinese, oltre i confini del 1967. La
costruzione del muro si pone pertanto in posizione antitetica rispetto allo
spirito ed ai contenuti dell'Accordo di Ginevra, che fa riferimento ai
confini del 1967, e lo indebolisce nelle sue premesse essenziali. L'On.
Calzolaio (DS) comunica che in Commissione Esteri è stato dato unanime
parere favorevole perché si discuta a febbraio in Parlamento sulla questione
del muro e si possa pervenire ad una mozione di appoggio all'Accordo di
Ginevra. Il 23 febbraio ci sarà il pronunciamento della Corte de L'Aia sulla
costruzione del muro e sarebbe opportuna anche una più chiara presa di
posizione del Parlamento Europeo. A tale proposito sarebbe pertanto
auspicabile anche da parte dei parlamentari europei italiani un segnale di
contrarietà al muro.

· Il Comitato conviene che è necessario rendere disponibile, oltre al
testo originale in inglese anche una traduzione integrale in italiano dell'
Accordo di Ginevra. Attualmente alcuni partititi, tra cui l'IDV, hanno
riportato sul proprio sito oltre al testo originale anche una sintesi in
italiano, resa a suo tempo disponibile dalla redazione de l'Unità, ma la
complessità del testo originale e la non facile lettura (50 pagine con
riferimenti geografici e situazioni logistiche specifici e molto
dettagliati) suggeriscono di produrre anche una sintesi di poche cartelle,
possibilmente concordata con Beilin e Rabbo, da stampare, assieme al testo
integrale in un libretto che andrebbe distribuito alle manifestazioni
organizzate dal Comitato e ad associazioni e scuole interessate. La
complessità degli accordi richiede anche una fase di formazione di persone
che possano intervenire ai seminari di approfondimento e che siano in grado
non solo effettuare una mera illustrazione tecnica degli accordi, ma anche
di trasmetterne lo spirito e la consapevolezza che la pace in Medioriente è
possibile e che l'Accordo di Ginevra è un valido strumento, condiviso da
ampi settori della popolazione Israeliana e Palestinese, per pervenire a
questo obiettivo.

· Molti degli intervenuti ritengono che, per una maggiore diffusione
dell'Accordo di Ginevra nel territorio italiano, sia opportuno costituire
una rete di comitati cittadini, almeno nelle città più grandi, per la
realizzazione di iniziative locali. Personalmente ho dato la mia
disponibilità ad esplorare la possibilità di costituire a Firenze un
comitato cittadino di appoggio all'Accordo aperto a tutti i partiti,
movimenti ed associazioni interessati con l'obiettivo di coinvolgere le
istituzioni locali, Comuni, Province, Regione, nel processo di diffusione
dell'Accordo attraverso la loro adesione al Comitato e la collaborazione
nell'organizzazione di seminari di approfondimento, eventi e manifestazioni
di supporto. Il Comitato ritiene preferibile che tali iniziative vedano
coinvolte tutte le forze politiche che sostengono l'Accordo, ma che possano
anche essere organizzate da singoli soggetti politici.

· Il Comitato è concorde sulla proposta di organizzare a Roma una
grande evento-spettacolo che potrebbe tenersi in concomitanza con le
manifestazioni per il 1 Maggio, se si troveranno gli opportuni accordi con
gli organizzatori e i necessari spazi, o in altra data, probabilmente a
Luglio o a Settembre. Ovviamente, la data del 1 Maggio si fa preferire per
la visibilità che le manifestazione offre e per le tematiche che oltre a
quelle tradizionali del lavoro saranno rivolte anche alla pace. Sebbene
attualmente l'attenzione sia principalmente concentrata sulla situazione in
Iraq, il tema della manifestazione potrebbe essere allargato all'intero
Medio Oriente e quindi dare spazio anche all'Accordo di Ginevra.
Indipendentemente dalla data in cui si terrà questo evento-spettacolo si
prevede una presenza, almeno in video, di Beilin e Rabbo, e musicisti
affermati italiani. Io ho suggerito di invitare anche artisti Israeliani e
Palestinesi che potrebbero suonare anche uno o più brani musicali assieme.

· Infine è stato suggerito che il Comitato si attivi per avviare le
procedure burocratico-amministrative che consentano la raccolta di fondi
provenienti sia da donazioni spontanee che dalle manifestazioni.
Antonio Di Pietro
Presidente Nazionale IDV
Paolo Billi
Dipartimento Tematico
"Europa e Rapporti Internazionali"

Redazione1
6.02.2004 22:57
Salviamo l'Italia

Proposte programmatiche per il tavolo della lista unitaria
Communitas 2002 chiede con determinazione che il tema della difesa dei Beni Culturali e Ambientali, messa a così grave rischio dalla politica miope ed affaristica dell'attuale Governo, venga considerato una priorità della intera collettività nazionale, e ciò prima che tale patrimonio sia disperso o venduto solo per “far cassa”.
Va attentamente valutato se sia lecito vendere ciò di cui non si è proprietari, ma solo custodi a favore delle future generazioni. Di questo aspetto della attuale politica della maggioranza potrebbe essere investita in primis la Corte Costituzionale Italiana per palese violazione dell'art. 9 della Costituzione che recita: "la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".
Quindi tutela, non vende.
Ma un eventuale intervento futuro della Corte potrebbe arrivare troppo tardi.
Va quindi conseguentemente, anzi prioritariamente, analizzato sin da ora la pretesa “proprietà” di cui pensa di essere titolare l'attuale Governo che dispone di beni che sono patrimonio “della Nazione” tutta, e non di una sua parte e che non possono essere conferiti a piacimento a Società per azioni, siano esse pubbliche o a partecipazione statale Patrimonio S.p.A e Infrastrutture S.p.A.) o addirittura private.
La cancellazione di queste leggi-vergogna, che squalificano il nostra Paese davanti al mondo intero, deve diventare un obbiettivo primario

Redazione1
8.02.2004 12:07
I film: Big fish ,Il pianeta delle scimmie ,Il mistero di Sleepy Hollow

I film: Big fish ,Il pianeta delle scimmie ,Il mistero di Sleepy Hollow

NOME: Tim Burton
ALL'ANAGRAFE: Timothy William Burton
DATA DI NASCITA: 25/08/1958
SEGNO ZODIACALE: Vergine
LUOGO DI NASCITA: Burbank, California, Usa
PROFESSIONE: Regista, Produttore, Sceneggiatore, Attore
SITO UFFICIALE: www.timburton.com
---------------------------------------
30 gennaio 2004 - Conferenza stampa
Intervista a Tim Burton
di Valeria Chiari

Il regista più visionario d'America è tornato. Tim Burton sbarca a Roma per presentare la sua ultima fatica, l'intricata storia di Edward Bloom e del suo mitico viaggio tra la realtà e la fantasia con il quale si snoda l'essenza della vita. Interpretato da Albert Finney, Ewan McGregor, Jessica Lange e Billy Crudup, il nuovo film di Burton commuove ed emoziona, parlando con i toni della commedia del mistero che è la personale concezione della vita di ognuno di noi.

Non deve essere stato molto facile riuscire a trovare gli interpreti giusti per un film così curiosamente fantastico come "Big Fish"?
No infatti, e sono stato davvero molto fortunato. Per una storia così complessa era fondamentale trovare degli attori che potessero arrivare al limite e magari anche superarlo. Tra l'altro non abbiamo girato le scene in sequenza e questo era un ulteriore ostacolo da superare. Hanno dovuto creare la completezza dei personaggi da un insieme di pezzi. Difficile come fare un puzzle.

Cosa l'ha spinta a scegliere una storia così particolare?
Il fattore scatenante è stato sicuramente la morte di mio padre, e il conseguente desiderio di dire delle cose che sentivo dentro ma che mi era difficile esprimere. E poi la nascita di mio figlio: entrambi gli eventi mi hanno spinto ad affrontare un tema complicato come quello del rapporto tra padre e figlio. Ma anche e soprattutto quello del rapporto tra realtà e fantasia.

C'è infatti nella figura del padre una grande tendenza alla fantasia mentre in quella del figlio un deciso desiderio di realtà. In quale dei due si rispecchia di più?
Direi in quello del padre sebbene riesca a comprendere il desiderio di verità del figlio. Anche io mi sono nutrito di fantasia pur conservando un rapporto molto profondo con la realtà. Credo che in fin dei conti sia difficile riuscire a definire con precisione il limite che divide la realtà dalla fantasia. Ognuno di noi ha un diverso modo di percepire entrambi, ed è proprio questo diversa percezione l'aspetto interessante in "Big Fish".
Uno dei protagonisti ad un certo punto afferma di essere stato salvato dall'amore. Pensa che sia veramente possibile che l'amore possa salvarci?
Il personaggio del padre ha certamente una idea molto romantica dell'amore e della vita in genere. Personalmente però non credo che ci sia qualcosa nella vita che possa salvarci, se non noi stessi. A dire il vero non credo neppure che ci sia qualcosa da cui essere salvati.

Guardando alla sua carriera di regista c'è spesso della malinconia nei suoi film come anche nei suoi protagonisti. Qui invece c'è una forte presenza gioiosa.
Secondo me non c'è veramente solo gioia o solo tristezza. I personaggi dei film come le persone nella vita sono un miscuglio di malinconia e di vitalità, di dolore e di felicità. Certamente in "Big Fish" prevale uno spirito più positivo che in "Edward Mani di forbici" o magari in "Batman". Mi piace sia il divertimento che la tristezza e io mi ritengo un pessimista ottimista.

Cosa può anticiparci del suo prossimo film?
In realtà niente perché sono ancora nella fase della pre-produzione e non mi piace parlare con troppo anticipo delle cose che faccio. Posso solo dire che in "Charlie e la fabbrica di cioccolato" ci sarà parecchia cioccolata e che Johnny Depp ne sarà il protagonista.

Redazione1
8.02.2004 16:53
la voce di Di Pietro

Caro amico, cara amica,
come ben saprai da qualche tempo anche il nostro movimento, non senza
sacrifici, si è dotato di una sua "voce".
Il nostro giornale "Orizzonti Nuovi" da oggi offre anche un servizio in più!
E' possibile, infatti, visitare subito il nostro giornale on-line sul nuovo
sito di www.orizzontinuovi.org più aggiornato e con delle novità (puoi
accedervi direttamente dalla home page del nostro sito www.italiadeivalori.it)
Nell'augurarti buona navigazione ricordiamo che si può contribuire al
progetto abbonandosi al nostro quindicinale cartaceo
www.orizzontinuovi.org/index.php?pagina=abbonamento.htm
Orlando Vella
Direttore Orizzonti Nuovi

Redazione1
8.02.2004 18:32
No all'alta voracità

Guardate sul nostro sito da mercoledi prox le ultime novità sulla linea alta velocità o alta capacità... Ma sicuramente ALTA VORACITA'...
Da anni le associazioni che si oppongono alla devastazione della valle di Susa denunciano la presenza nelle nostre montagne di Uranio e Amianto in grandi quantità che se lasciate nella montagna non destano pericolo, ma se costruiscono due tunnel di 54 km ( tratta interazionale ) + 60 km circa ( tratta nazionale ) sicuramente lo smarino pieno di rocce inquinanti verranno portate alla luce e quindi sparsi su tutta la provincia di torino e grazie ai forti venti che notoriamente spazzano la Valle di susa creeranno dei seri problemi a più di 3.000.000 di abitanti della Valle di susa,Città di Torino,e prov. di Torino...
Senza contare il rischio idrogeologico delle falde acquifere di tutta la Valle di Susa circa 100 km...
Insomma un vero disastro...
Chiediamo aiuto a chi avesse voglia o sia direttamente interessato a casi analoghi al nostro...
Grazie

Piercarlo Cotterchio
Presidente Legambiente valsusa

www.legambientevalsusa.it
presidente@legambientevalsusa.it

Redazione1
8.02.2004 18:45
Rilanciare i Comitati di Prodi

Cari amici,
si avverte, in quest´avvio di campagna elettorale, la volontà di ricostruire i mesi di un´esperienza già vissuta: il biennio 95/96 in cui tutto un popolo si riunì nei Comitati per "l´Italia che vogliamo" che sono stati di valore rilevantissimo per la vittoria dell'Ulivo 96.
Ora, col Manifesto "L´Europa: il sogno, le scelte", si ha il quadro delle riflessioni di Romano Prodi, stese alla luce dell´ esperienza svolta alla Presidenza della Commissione e proposte come piattaforma elettorale a tutti coloro che, condividendole, potessero dare vita ad una singola Lista di candidature. Stavolta speriamo che nascano i Comitati per "L'Europa che vogliamo".
Per questo siamo al salto in avanti nella necessità di valorizzare tutte le risorse oggi interessate e disponibili.
Così lunedì sera alle 20,30, presso il Jolly Marina Hotel al Porto Antico di Genova si terrà l´Assemblea genovese per la Lista unitaria Ds, Margherita, SDI e Repubblicani europei, a cui sono invitati caldamente tutti coloro che sono pronti a collaborare.
Personalmente e come "Rete dei Cittadini per l'Ulivo" abbiamo deciso nell'Assemblea di Roma del 1° febbraio [vedete al nuovo sito http://www.cittadiniperlulivo.com] di fare compagna elettorale ovunque insitendo sulla necessità di puntare alla Costituente per l'Ulivo. Il 10.2 a Roma ripartirà questo cammino. L'assemblea di lunedì speriamo riavvii anche a Genova tale progetto.
C'è un punto su cui voglio personalmente esprimermi pubblicamente, perchè sento che se è importante il legame unitario di scelta tra le forze della Lista unitaria, è ancora più importante che ciscuno di noi si pronunci nel merito: per ciò che posso giudicare io, vorrei che in Parlamento ci fosse un netto pronunciamento di pace, e quindi di rientro delle forze militari italiane dai terreni di guerra.
Questo è un segnale molto netto che vorrei pervenisse a tutti, perchè solo così - con una netta presa di posizione per la pace e la riconversione "dalle spade ai vomeri" - credo si possano mantenere anche non solo il diritto ma anche un'autorevole responsabilità per condividere i tavoli della "ricerca ulivista" con quelle forze che si sono pronunciate decisamente in questo senso (a mio avviso giustamente) e con le quali difficilmente riusciremmo a ricucire uno strappo lacerante.
Quasi negli stessi giorni di Roma, si svolge ad Assisi il Seminario nazionale della Tavola dalla Pace [http://www.tavoladellapace.it]: mi auguro che i messaggi che arriveranno siano in sintonia...
Cordialmente,
Angelo Cifatte
uff. 010-5573779
casa 010-5701274
cell. 333.4891234

Redazione1
8.02.2004 18:47
Renato Soru Presidente della Sardegna

Ho letto, sul sito www.soruforpresident.org , che pure mi ha variamente ospitato, l' articolo di Bruno Caria; incisivo compendio fra il comunicato stampa del dottor Soru e del mio intervento, censurato dall' Unione e da i sardi net (vi figura solo nell' escamotage del forum) ma avendo scritto io come Comitato informazione e libertà per l' Ulivo, quindi come uno degli organizzatori : Rete dei Cittadini dell' Ulivo ed Associazione Innova, avrei gradito che fosse stata chiarita la posizione drastica contro la presa di posizione dello Scalas. Avendogli scritto come "ex collega" non volevo dimostrargli piaggeria, ma affermare che un altro alto ufficiale delle ff.aa. , non beceramente succubo di informazioni riferite, era in pieno disaccordo con la sua presa di posizione; ad ogni buon conto vi rispedisco l' intervento già censurato a tutto oggi (almeno alle 02 e 30 del mattino, dall' Unione sarda e da I sardi net.
Tanto vi dovevo,
cordialmente
Vincenzo A. Romano
Coordinatore del Comitato "Cittadini Informazione e Libertà per l' Ulivo"
Rete dei Cittadini per l' Ulivo

Redazione1
9.02.2004 13:11
Raccolta firme

Salviamo la foresta dell'Amazzonia.....

Cari amici,
se non avete ancora acquistato il vostro appezzamento di terreno
sulla Luna, questo vi può riguardare...
Il congresso brasiliano vota ora un progetto che ridurrà del 50% la
Foresta Amazzonica. Questa petizione vi ruberà un minuto, ma PER FAVORE,
mettete i vostri nomi in fondo alla lista ed inviatela. La zona da
disboscare rappresenta 4 volte la grandezza del Portogallo e sarà
principalmente utilizzata per l'agricoltura ed i pascoli per il
bestiame.
Tutto il legno deve essere venduto ai mercati internazionali da grandi
società multinazionali sotto forma di tronchi.
La verità è che il suolo della Foresta Amazzonica è inutile senza la
foresta.
E' molto acido e la regione è soggetta a frequenti inondazioni.
A tutt'oggi più di 160000 Km quadrati disboscati nella stessa maniera
sono abbandonati e hanno iniziato il processo di desertificazione. Il
disboscamento ed il trattamento del legno su questa scala liberano
nell'atmosfera quantità enormi di carbonio, che attualmente sono
racchiuse nel legno, accentuando così l'effetto serra ed i cambiamenti
climatici.
Non possiamo lasciar fare!
Copiate per favore il testo in un nuovo E-Mail, scrivete il vostro nome
completo nella lista qui sotto ed inviate ad ogni persona che conoscete.
Se foste la 400.a persona a firmare, per favore inviate una
copia a Fsaviolo@openlink.com.br

01 - Fernanda de Souza Saviolo - Rio de Janeiro - RJ
02 - Nara Maria de Souza - Rio de Janeiro - RJ -
03 - Julio Cesar Fraga Viana - Rio de Janeiro - RJ-
04 - Monica Grotkowsky Brotto -Sao Paulo - SP -
05 - Mauricio Grotkowsky Brotto - Sao Paulo
06 - Ricardo A.Corrallo - SP
07 - Sunny Jonathan - SP
08 - Leonardo Larsen Rocha - SP
09 - Evandro Sestrem - SP
10 - Marco Aurlio Wehrmeister - Blumenau - SP
11 - Angela Maria Gonalves - Blumenau -SP
12 - Alessandra Bernardino- Blumenau -SP
13 - Pedro Carstens Penfold - Rio deJaneiro - RJ -
14 - Annelena Porto Delgado - S*o Paulo-
15 - Erica Couto -S*o Paulo -
16 - Elaine Couto- S*o Paulo - SP
17 - Tatiana de Almeida Voivodic - S*o Paulo
18 - Solange B Furlanetto - S*o Paulo /SP !
19 - Marcos deSouza Mello - S*o Paulo /SP
20 - Eliane Santiago - S*o Paulo/ SP
21 - Carlos Alberto Dantas Junior - Rio de Janeiro RJ
22 - Carlos Alberto Dantas Junior - Rio de Janeiro RJ
23 - Daniel Rodrigues da Cruz - Rio deJaneiro / RJ
24 - Gabriella Gaida - Rio de Janeiro -RJ
25 - Ceclia Silva Teixeira Pinto - RJ -03/06/75
26 - Tania Santos Miguel
27 - Celso Henrique Diniz Valente deFigueiredo -RJ
28 - Marcelo Lopes Rheingantz - Rio de Janeiro - RJ
29 - Rodrigo Tassinari de Oliveira - Rio de Janeiro
30 - Andr Lobato Pinheiro - Rio deJaneiro - RJ
31 - Ismael dos Santos Silva - RJ -
32 - Gustavo Alexandre Caetano Correa -RJ -
33 - Juana Varella Barca de Amorim - Rio de Janeiro
34 - Nara Faria Silva Rio de Janeiro-RJ-
35 - Isabella Jaggi S*oPaulo- SP -
36 - Diana de Andrade Freitas - Rio de Janeiro -RJ>
37 - Karina Dourad! o - S*o Paulo -
38 - Pablo Genuncio Garcia - Rio de Janeiro -
39 - Fabola Morais de Lucca - S*o Paulo
40 - Alexei Morais de Lucca - S*o Paulo - SP -
41 - Renata Regina Roxo - S*o Paulo - SP -
42 - Fernanda Teixeira - S*o Paulo - SP -
43 - Patricia Freitas - S*o Paulo - SP
44 - Cintia Regina K*rner -Alemanha - DE -
45 - Wolfgang K*rner - Alemanha - DE
46 - Roseani Vieira Rocha - San Francisco - CA
47 - Angela Ichimura - S*o Paulo - SP
48 - Assunta Viola - Sao Paulo - SP
50 - Marina Amaral - Alemanha - DE
51 - Fabian Rodrigues Caetano - Sao Paulo - SP -
52 - Luciana Cabrera- Santa Barbara- Ca
53 - Andrea Torres- Lahaina, Hawaii
54 - Carla Duarte- New York, NY
55 - Sergio Goes - New York, NY
56 - Itaal Shur - New York, NY
57 - Hiroyoku Sanada-New York, NY, US
58 - Marianne Ebert-new york, NY, US
59 - Gloriana M. Calhoun - New York, NY
60 - Roger Jazilek - New York, NY
61 - Cheryl To - New York, NY
62 - Judy Mercer - Paris, France
63 - Evelyne Pouget- Woodstock, NY
64 - Hera-Woodstock, NY
65 - Nicos Peonides - Cyprus - New York NY
66 - Fiona Cousins - New York, NY
67 - Alistair Millington - London, UK
68 - Edgar Craggs - Bristol, UK
69 - Chris Hastie - Nottingham, UK
70 - Adam Barley - Bristol, UK
71 - Dawn Morgan - Bristol, UK
72 - Lottie Berthoud - Bristol, UK
73 - Julia Simnett - Bristol, UK
74 - Lindsey Colbourne - Bath, UK
75 - Wendy Lawton - Bath, UK
76 - James Friel - Birmingham, UK
77 - Sylvia Magyar - Budapest, Hungary
78 - Danco Uzunov - Budapest Hungary
79 - Vladimir Jurukovski - New York, USA
80 - Laste Stojanovski - Auckland, New Zealand
81 - Katerina Rusevska - Skopje,Macedonia
82 - Snezana Pesic -Kragujevac,Yugoslavia
83 - Sladjan Pavlovic - Beograd, Yugoslavia
84 - Jelka Crnobrnja-Isailovic -Belgrade,Yugoslavia
85 - Begoqa Arano-Brussels, Belgium
86 - Brendan Kelly-Brussels, Belgium
87 - Rafael Marquez-Madrid, Spain
88 - Ignacio De la Riva-Madrid, Spain
89 - A. Townsend Peterson -Lawrence,Kansas
90 - Anita Gamauf-Vienna, Austria
91 - Desmon d Allen-Tokyo, Japan
92 - Krys Kazmierczak, London, UK.
93 - Anand Prasad, Denmark
94 - Pauline McLeod, York, UK
95 - Lee Casey, Harrogate, UnitedKingdom
96 - Sibylle Rhovier, Bournemouth, UK
97 - Raphael Masse, Cereste, France
98 - Simon Frydman, Paris, France
99- Godefroy Devevey, Dijon, France
100 - cZcile devevey, QuZtigny, France
101 - Muriel Aupy, Dijon, France
102 - Myriam Morghad, Bordeaux, France
103 - MZmin Julie, Toulouse, France
104 - AmZlie Delavault, Poitiers, France
105 - Charlotte Prosperi, Poitiers,France
107 - Laure Doutreleau, Poitiers,France
108 - Claire Chouzenoux,Poitiers,France
109 - AurZlie Tricoire, Paris, France
110 - Anne-Claire SZrZzal, Paris,France
111 - Ir_ne SZrZzal Gallais, Poitiers,France
112 - Trianneau LZa, Poitiers, France
113 - Trianneau Christian, citoyen du Monde de Poitiers en
France.
114- Enriquez-Sarano Fleur, Paris, France
115- Ahadji Nathalie, Paris, France
116- SUCHAIRE Eric ,Villeneuve St Georges, France
117- Fabien Chevallier, Boinville le Gaillard, France
118- Thierry Louis Carron, Limas, France
119- Mikel Estrin, Castro Valley,California
120- Pierre Alardin, La Louvi_re, Belgium
121- Marie ThZr_se Alardin, Mo/oocon, France
122- Christian DUPRAT, Mo/oocon, France
123- Alexandre GAREL, conjux, France
124- Yannick BORGEL, Lyon, France
125- Henriette TORRALBA PELEGRIN, Lyon, France
126- Jean-Michel ROSA, Lyon, France
127- Fleurine GAUGE, Lyon, France
128- marion vallet, lyon, france
129- floriane vallet, lyon, france
130- Camille Vilain, Lyon, France
131- ChloZ Rouveirolles, Montrouge-Paris, France
132- Yann Conchaudron, Montrouge-Paris, France
133- Pierre Lantuejoul, Montrouge-Paris, France
134- Marion Rozenbaum, Montrouge-Paris, France
135- Catherine Rozenbaum, Montrouge-Paris, France
136- Eric Havard, Bonneuil sur Marne - France
137- Jean-Michel Payet, Combs la Ville, France
138- Raphaele Heliot , Villepinte, France
139- CZline Veyssi_re, Saint-Denis, France
140- Ludovik Bost, Saint-Denis, France
141- Karine Louilot, Bordeaux, France
142- Pierre Goutti, Bordeaux, France
143- Christine Abdelkrim-Delanne, France
144- Michel Collon, Belgique
145- Cristina Contramaestre, Roma, Italia
146- SZverine Delrieu, Paris, France
147- Ludovic Roux, Stockholm, Sweden
148- Catherine Jordy, Strasbourg, France
149- Anne-Claire Cieutat, Strasbourg, France
150- Yann VZronneau, Strasbourg, France
151- Jo`lle Kuhne, Engenthal, France
152- Guylaine Dionne, Montreal, Canada
153- Silvio Manfredi, Montreal, Canada
154- StZphane Lebeau, MontrZal, QuZbec, Canada
155- Anne Provencher, MontrZal, QuZbec, Canada
156- AndrZe Martin, MontrZal, QuZbec, Canada
157- Isabelle Poulin, MontrZal, QuZbec, Canada
158- fdith Grenon, MontrZal, QuZbec, Canada
159- Sylvie Vachon, MontrZal, QuZbec, Canada
160- CZline Charbonneau, QuZbec, Canada
161- Denis Falardeau, MontrZal, QuZbec, Canada
162- Line St-Amour, MontrZal, QuZbec, Canada
163- Lisette Parent, Repentigny, QuZbec, Canada
164- Sylvie Parent, Queretaro, Mexico
165- Maximiliano Sainz, Cholula, Mexico
166- Brigitte DIBI, Sherbrooke, QuZbec, Canada
167- MZlanie LagacZ, Sherbrooke, QuZbec, Canada
168- Virginie Paquin, MontrZal
169- Ralph Maingrette, MontrZal
170- RZjean Villeneuve, Alma, QuZbec, Canada
171- Claude Dufour, Cap-Rouge, Canada
172- Martine Dufour, Montreal, Canada
173- Jocelyn Fortier, Montreal, Canada
174- GZraldine Philippin, Montreal, Canada
175- Dominique Routhier, MontrZal, Canada
176- Genevi_ve Faubert, Rigaud, QuZbec, Canada
177- Christine Faubert, Rigaud, QuZbec, Canada
178- Isabelle Arcand, Rockland, Ontario, Canada
179- SZvrine Calande, Gatineau, QC, CND
180- Maryse Chartrand, Bourget, Ontario, Canada
181- Cindy Miron, Orleans, Ontario, Canada
182- Denis Huberdeau, QuZbec, Canada
183- Marjolaine Letendre, QuZbec, Canada
184- Gerard Leboeuf, QuZbec, Canada
185- Mario Lemay, Saskatchewan, Canada
186- Yvon LeveillZ, QuZbec, Canada
187- HZl_ne Brunet, MontrZal, QuZbec, Canada
188- Marie Brunet, L'Anse St-Jean, Canada
189- Fiona Clarke, Plymouth, Devon, UK
190- AndrZ-Denis CTMtZ, Plymouth, Devon, UK
191- Alexandre Lemay, Quebec, Canada
192- Pierre-Luc Bareil, Chambly, Canada
193- Anne-marie Lareau, Chambly, Canada
194- Aurelee Lareau, chambly, canada
195- Jean-Sebastien Roy, Montreal, Canada
196- Anne-Marie Doiron, Montreal, Canada
197- Jean-SZbastien SenZcal, MontrZal, Canada
198- Antoine Fortin, MontrZal, QuZbec, Canada
199- Diane Fortin, Longueuil, Canada
200- Joane Bilodeau, Chicoutimi, Canada
201- Marie-Claude Asselin, Chicoutimi, Canada
202- Rachel Asselin, Jonqui_re, Canada
203- Nadine Beaumont, Jonqui_re, Canada
204- Marie-Claire Laforce, MontrZal, Canada
205- Jean-Claude Drapeau, MontrZal, Canada
206- Chantal Drapeau, QuZbec, Canada
207- Mario Morneault, QuZbec, Canada
208- Colette Gervais, QuZbec, Canada
209- Carl Sigouin, Quebec, Canada
210- Stephanie Payette, Hull, Canada
211- Marie-Lou Payette, QuZbec, Canada
212- Denise Normandeau, QuZbec, Canada
213- Ronald Hachey, QuZbec, Canada
214- Marie-Emmanuelle CTMtZ, QuZbec, Canada
215- Jean Benoit, QuZbec, Canada
216- AndrZe Goulet, QuZbec, Canada
217- Mona Goulet, QuZbec, Canada
218- Richard Laverdi_re, QuZbec,Canada
219- Maria Cristina Lorenzato, Sao Paulo/QuZbec
220- Marcia Lorenzato, Sao Paulo/Bruxelles, Belgique
221- Yvon Doyle, Bruxelles, Belgique
222- Ana Luiza Avellar - Belo Horizonte
223- Ariane Dossier - Paris, France
224- Pascaline Hoarau - Paris, France
225- Lucie Labreuille - Paris, France
226- Guillaume Dubruel - France
227- Pierre ROULLIER - Epinay-sur-Seine - France
228- Patrice Desenne, Montreuil, France
229- Isabelle Huchet- Le Perreux- France
230- Sugeeta Fribourg Paris France
231- Jean-Yves Aizic - Nantes - France
232- Mathieu Drujon - La Roche sur Yon - France
233- Emilie MZnard - Granada - Espagne
234- Pierre-Yves Douet
235- Mourad Dine - London, UK
236- Jean Fran ois Martine, Madrid, Espagne
237- Roland Guiragossian, Tunis, Tunisie
238- Boutros Boutros-Ghali, Le Caire, Egypte
239- Khaled Selim - Le Caire, Egypte
240 - Cherif loutfi - Le Caire - Egypte
241- Talaat Badrawi - Le Caire - Egypte
242- Pierre Bastien - Paris - France
243- Luisa de Orleans e Bragan a - Madrid - Espa-a
244- Cristina de Baviera - London - U.K.
245- Sandra Romito - London - UK
246- Giorgio Marini - Verona - Italie
247- Silvana Giordani, Rovereto (TN) - Italy
248 - Franco Azzolini, Ala (TN) - Italia
249 - Claudio Festi, Nomi (TN) - Italia
250 - Cristina Wegher, Nomi (TN) - Italia
251 - Lorenzo Peroni, Rovereto (TN) - Italia
252 - Cinzia Zeni, Rovereto (TN) - Italia
253 - Rossaro Tiziana, Rovereto (TN) - Italy
254 - Girodo Domenico, Alpignano (TO) - Italy
255 - Garelli Antonio - Moncalieri (TO) - Italy
256 - Calitri Vincenza - Moncalieri (TO) - Italy
257 - Fiorenti Concetta - Moncalieri (TO) - Italy
258 - Moreo Sabino - Moncalieri (TO) - Italy
259 - Luca Davico - Torino - Italy
260 - Osvaldo Pieroni - Rende (CS) - Italy
261 - Ada Cavazzani - Rende (CS) - Italy
262 - Giovanni Tocci - Rende (CS) - Italy
263 - Carmen Messinetti - Crotone (KR) - Italy
264 - Roberta Rossi - Crotone (KR) - Italy
265 - Laura Fantini - Crotone (KR) - Italy
266 - Raffaella Primiani (Campobasso) - Italy
267 - Raffaella Casagrande - Bologna - Italy
268 - Alberto Casagrande - Bologna - Italy
269 - Fabrizio Ungarelli - Bologna, Italy
270 - Anna Tartarini - Bologna, Italy
271 - Liliana Scotti - Bologna, Italy
272 - Severino Ghini, Bologna, Italy
273 - Antonio Nanetti, Bologna, Italy
274 - Silvia Nanetti, Bologna, Italy
275 - Gian Maria Cannara Malan, Milano, Italy
276 - Ezia Bianco, Milano, Italy
277- Mario De Cataldo-Italy
278- Amelia Beltramini - Italy
279- Adriana Sartori - Pavia, Italy
280 - Carlo Silvani - Fortunago (Pv), Italy
281 - Silvana Barani - Fortunago (Pv), Italy
282 - Maria Di Trani - Pavia, Italy
283 - Antonio Lanzetti - Pavia, Italy
284. giovanna silvani ?Kloten svizzera
285. peter adler- Zurigo, svizzera
286-Saverio Cortigiano Trieste-Italia
287-Angela Tiziana Torrente-Varese-Italy
288-Mara Balla ? Milano Italy
289-Maurizio Meloni ? Milano Italy
290-Ida Papetti-Pavia-Italy
291-Salvo Criffò-Pavia-Italy
292-Bruno Balsamo-Chiavari-Italy
293-Roberta Galli-Chiavari-Italy
294-Diego Paleari-Milano-Italy
295-Daniela Paleari -Milano -Italy
296-Lorenzo Inglese - Milano Italy
297-Fabrizio Scirli - Gallarate (VA) Italy
298- Riccardo Nichetti Stanghellini - Milano- Italy
299- Tiziana Capitani - Milano - Italy
300 - Paola Longhi - Milano - Italy
301 - Chiara Stoppa - Biella - Italy
302- Paola Mattasoglio - Dorval, PQ, Canada
303-Paola Colasanti - Brescia - Italia
304-Silvia Colasanti - Desenzano del Garda ( Bs ) - Italia
304-Gian Carlo Storti- Cremona -Italia

Redazione1
9.02.2004 21:31
Anche a Perugia ci stiamo muovendo

Cari amici,
vi informo che anche a Perugia ci stiamo muovendo.
Abbiamo organizzato per venerdì 20 febbraio l'iniziativa nostra con i DS
Margherita e SDI per sostenere la lista unitaria e promuovere il Comitato
promotore.
Siamo chiari nel sostenere come questo sia l'inizio del cammino verso la
Costituente dell'ulivo, nella sua forma migliore che è stata quella del
1996.
A prestio, Alba Cavicchi

Redazione1
9.02.2004 21:40
Un sito unico della rete..

Carissimi ulivisti in rete, abbiamo ora almeno tre siti riferibili
all'Ulivo: ulivo.it per l'Ulivo ufficiale, il sito dei CpU e il comitato
Suez. Giustamente, siamo reciprocamente linkati. La mia proposta e` che le
redazioni dei tre siti mettano non solo i link permanenti ai siti cugini,
ma anche dei link, magari temporanei, a singole pagine o iniziative che
ritengano interessanti per i propri frequentatori (con il dovuto credito).
La redazione di un sito segnala alle altre redazioni se ha qualcosa di
particolarmente appetitoso, dopodiche`, in completa autonomia editoriale,
ciascuno decide se fare un link e come (un link con icona, per esempio,
e` piu` accattivante).
Lo scopo e` quello di aumentare in sinergia i contenuti dei singoli siti,
di creare una comunita` piu` integrata, di favorire il dialogo.
Segnalo subito, da Suez, una pagina che mi pare ben fatta. Si tratta delle
"discussioni" (http://www.ulivoselvatico.org/politica/Discussione.htm),
dove si interviene su temi diversi. In queste settimane si discute
dell'intervento del prof. Lipari all'assemblea dell'1 febbraio. La
discussione non e` in forma di forum. Gli interventi vengono raccolti
dalla redazione e messi in rete con una immagine che li rappresenti. Si
parte dal presupposto che gli interventi siano pochi.
Saluti carissimi e ulivisti,
Nicola
PS se ho dimenticato qualcuno, fatemi sapere.
--
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Nicola Arcozzi
dipartimento di matematica
universita' di Bologna
piazza di porta San Donato, 5
40127 BOLOGNA
arcozzi@dm.unibo.it

Redazione1
10.02.2004 21:18
Giudici allo sciopero

"GIUDICI:SI ALLO SCIOPERO"
di Cuccu44

Cari lettori, il clima già rovente tra giudici e governo è da ieri ancora più incandescente, dopo le parole del segretario dell'Anm, Fucci. Quest'ultimo, credo a ragione, ha parlato di una deriva fascista che il governo con la sua riforma della giustizia vorrebbe imporre al terzo potere dello Stato. E' oramai da troppo tempo che Berlusconi e la sua formazione di governo, tentano in più modi di mettere il bavaglio alla magistratura. Credo sia palese e mi stupisco di come qualcuno dica ancora che non sia così. La destra chiama all'appello Ciampi. Quest'ultimo, secondo Calderoli (Lega Nord), dovrebbe intervenire duramente a difesa del governo e del Parlamento, per mettere fine a quest’ennesimo attacco dei giudici. Invece, sarebbe bene che Ciampi uscisse finalmente dal suo vergognoso silenzio e come Presidente del Csm, nonché come garante dei valori costituzionali, affermasse con estrema chiarezza che la magistratura va tutelata e rispettata e non regolarmente attaccata. Berlusconi, è chiaro che sta facendo di tutto di più per togliere potere a quei "malati mentali" dei giudici (così come lui stesso li ha chiamati!), che in ogni modo starebbero tentando di mandarlo nelle patrie galere. Una strategia chiara, quella del Cavaliere, cui non bisogna piegarsi. La magistratura non sta facendo altro che difendersi da una serie di attacchi spropositati e vergognosi. Ben venga allora lo sciopero sia reale sia virtuale. La sinistra da parte sua faccia sentire la sua oramai flebile voce, e difenda a tutti i costi l'indipendenza della magistratura e le sue giuste prerogative! La deriva di cui parla Fucci, si chiami come si vuole, esiste realmente. Basta solo rendersene conto senza ipocrisia! Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - cuccu44@freemail.it

Redazione1
15.02.2004 13:08
Lista Prodi..un brutto inciucio

LISTA PRODI: UN BRUTTO INCIUCIO"

di Cuccu44

Cari lettori, oggi si riunisce in una grande convention di presentazione, la nuova Lista Prodi che alle prossime europee, secondo Fassino, dovrebbe diventare il primo partito! Credo che Fassino pecchi di ottimismo. La lista Prodi parte già molto male. Molte componenti dell'Ulivo originale, infatti, non appartengono a questa nuova compagine politica. Prodi è una persona che al governo ho avuto modo di apprezzare, ma a questo punto non più! I soliti politicanti: fassino, d'alema, castagnetti, boselli, si sono schierati nei fatti contro quella richiesta di cambiamento che da più parti è arrivata. A cominciare da quella base, che io amo definire la società civile, che avrebbe voluto maggior dibattito e soprattutto elezioni primarie per scegliere i candidati. Si sa, il potere logora e così "la banda Prodi" ha deciso di fregarsene altamente e di andare avanti comunque, usando i soliti metodi di spartizione dei candidati! I leaders del listone hanno fatto guerra a Di Pietro, quasi come fosse un “allucinato” viste le sue proposte. Tra queste l'appoggio al referendum sul Lodo Schifani. Vedremo cosa sarà in grado di fare la lista unitaria, ma certo con il suo atteggiamento, ha già perso in principio molti voti, tra cui il mio! Sarebbe bene poi che il neo-clericale Rutelli, la finisse di mostrare in pubblico la sua faccia da "prete mancato" e invece di predicare ogni giorno il "vogliamoci bene" cominciasse a contrastare duramente l’operato del governo! La sinistra con questa nuova via tracciata dal listone, ha definitivamente perso credibilità se mai ne aveva ancora. La gente comune aspetta fatti non "escamotage elettorali" per fregare qualche voto in più. Nel programma dove sono questi fatti? L'Europa ha bisogno di federalisti ed europeisti convinti, non deve diventare un contenitore di "politici di professione"...........cosa che ahimè, già sta accadendo! Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro.

Si autorizza l'eventuale pubblicazione della presente lettera in ogni modo e con ogni mezzo.

Redazione1
15.02.2004 14:49
Il film...In America

In America

Titolo originale: In America
Nazione: Irlanda/GB
Anno: 2003
Genere: Drammatico
Durata:
Regia: Jim Sheridan
Sito ufficiale: www2.foxsearchlight.com


Cast: Paddy Considine, Samantha Morton, Sarah Bolger, Emma Bolger, Djimon Hounsou
Produzione: Arthur Lappin, Jim Sheridan
Distribuzione: 20th Fox
Data di uscita: 06 Febbraio 2004 (cinema)

Trama:
Johnny, Sarah e le loro due figlie, emigrano dall’Irlanda a New York all’inseguimento di un sogno. Trascinata dall’ingenuità, dalla speranza e dalla fede delle due bambine, la famiglia sarà in grado di trovare la forza di vivere e di amarsi nuovamente.
-----------------------------------------
Opinioni
Dolcissimo.E' un film molto dolce, uno di quei film di cui si ha bisogno ogni tanto, quando si sono accese le luci mi sono ritrovata con gli occhi pieni di lacrime, magari scontato in certi passaggi, ma veramente da vedere..
Wemustbleed, 22 anni, Brescia. (7 Febbraio 2004)

Un film dolcissimo... :Molto bello, ben fatto, recitato benissimo, realistico, triste, un film dolcissimo che ha un'anima, perché ti fa affezionare ai personaggi e tifi per il loro "successo" fino alla fine...bella la frase con la dedica alla fine del film, fa supporre che si tratti di un film autobiografico.
Andrea, 19 anni, Catania (CT).

Redazione1
15.02.2004 16:18
Secondo me dorme?

Secondo me dorme con gli occhi aperti...
Sbaglio? Forse si....Magari sta pensando alla Sardegna,,,,,chissà ..Ciaooo
Luigi

Redazione1
15.02.2004 17:38
Invito al Presidente Ciampi

Roma,07/02/2004
Preg.mo Sig
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
CARLO AZELIO CIAMPI
QUIRINALE
0100 ROMA


Sig.Presidente ,sono Bruno Berardi ,Presidente dell’associazione Nazionale Famigliari vittime del terrorismo “Domus Civitas”Roma ,in occasione dell’anniversario dell’uccisione da parte delle brigate rosse,del mio genitore Maresciallo d PS Berardi Rosario ,che ricorre il 10 Marzo 2004 ,ha organizzato insieme ad altre associazioni di ex combattenti ,e di vittime militari e civili,una messa a ricordo del sacrificio di tutti coloro che hanno offerto la vita in difesa della Patria e delle ISTITUZIONI .
Tutto ciò,anche alla luce degli ultimi avvenimenti a riguardo anche della ossessiva richiesta da parte di alcuni parlamentari che la stimolerebbero ad attivarsi ,nella concessione della grazia ,al Sig Adriano Sofri , personaggio, mi permetto di ricordarglielo che e stato giudicato,in tutti i gradi di giudizio e da un tribunale democratico,colpevole di un reato molto grave,mandante dell’uccisione di un rappresentante dello Stato,che Voi adesso rappresentate degnamente.
Per tanto tutte queste associazioni Le chiedono di non firmare nessun atto di grazia a chi non si é neanche pentito, affinché i nostri eroi non si rivoltino nella tomba e non siano morti inutilmente .

P.S.
La messa si celebrerà presso la Parrocchia Romana
di Gesù divin Maestro
Via Montiglio ,presso l’ospedale cittadino del Gemelli
Il 10 Marzo 2004
Associazione Nazionale Famigliari Vittime del Terrorismo
“Domus Civitas”
Il Presidente
Bruno Berardi
cell 3295340474
mail brunoberard@tiscalinet.it

Redazione1
16.02.2004 20:22
Buon compleanno all'Unità

Gentile Redazione, Le mando questo mio semplice scritto, veda se ritiene
utile pubblicarlo, tante grazie .
BUON COMPLEANNO ALL'UNITA'
Festeggio l'ottantesimo compleanno dell'Unità, con gran gioia ed
entusiasmo,e con l'Unità tra le mani leggendola, come faccio ogni giorno
da 25 anni .Dico grazie all'Unità di esistere, ha per me contribuito in
Italia ad informare e formare i cittadini, a fare crescere unità nella
gente, ha saputo dire tante verità, ha contribuito alla crescita culturale,
a far aumentare la libertà, ad arricchire la nostra democrazia in Italia.
Per me è un compleanno molto dignitoso, giovanile, grintoso, sincero,
allegro, e con i bravissimi dirigenti che l'Unità ha oggi e piena di vita,e
di buone prospettive, e di un lunghissimo futuro.
Per me l'Unità vuole dire contribuire a costruire un futuro sempre migliore
per tutti i cittadini, perché Unità vuole dire amore, vita, confronto,
tolleranza, solidarietà, uguaglianza, ma soprattutto pace, pane, lavoro,
libertà.
Lena Francesco Via Provinciale,37
24060 Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
16.02.2004 20:24
Lista unitaria...le mie perplessità

LISTA UNITARIA: LE MIE PERPLESSITA'

Qualcuno dice che la nuova forza unitaria, il cui nome non esiste e non è configurabile con nessuna esprienza europea storica in quanto non si chiamano socialdemocratici, nè socialisti, nè popolari, nè liberali, ma solamente Uniti per l'Europa, frase bella che vuole dire tutto e niente, potrebbe acquisire il 32% dei voti e dei consensi e che questo rappresenterebbe il 90% dell'elettorato complessivo delle realtà che aderiscono all'Ulivo complessivo, meglio chiamarlo oggi come oggi, viste le vicende ultime, centrosinistra allargato.
Ma se la lista unita - non è unitaria, è unita, perchè di fatto ha ridotto ad unum, le diverse culture che stanno al centro del centrosinistra - raccoglie questo dato, vuol dire che complessivamente il centrosinistra numericamente potrebbe rischiare di non vincere, in quanto 32 + 10 % circa è uguale a 42 % circa: questo dato non è il dato necessario matematicamente per vincere la competizione contro il centrodestra.

Ricordo storicamente le esprienze del passato, di tentativi di ridurre ad un unico listone diversità culturali, magari affini idealmente, ma diverse perchè differenti ne erano le impostazioni valoriale, progettuale, programmatica, sociale di riferimento. Ricordo il mitico Fronte Popolare, che apportò meno voti dei voti sommati del PSI e del PCI; ricordo la bicicletta socialista con i socialdemocratici, che fu una vera sconfitta; ricordo le esprienze di liste unitarie tra PCI e PSIUP che apportarono meno consensi di quelli previsti dalle più grigie previsioni; ricordo, infine, l'esperienza del girasole, un vero fallimento, un aborto politico, l'esprienza della Margherita che, seppure assimilante forze omogenee, ha prodotto un consenso elettorale inferiore alle aspettative, soprattutto dopo la caduta della novità elettorale di Rutelli candidato.

Potrebbe essere, invece, la volta buona? L'eccezione che conferma la regola? Potrebbe e me lo auguro, non c'è dubbio alcuno; ma credo che lo stato attuale economico e sociale del Paese richieda qualcosa di più dei soliti e interessanti discorsi, come quelli fatti ieri a Roma, teorici, di elevato grado intellettuale, pieni di passione, ma improntati sull'apologia dell'Europa e del futuro istituzionale di una battaglia volta soltanto ad anteporsi al berlusconismo affaristico e illiberale.
Le persone chiedono fatti concreti. Vogliono sapere se sulla previdenza siamo concordi a difendere l'aspetto pubblico dell'istutito, con una riforma che razionalizzi la spesa previdenziale, ma non la affossi a favore di istituti privati accessibili soltanto a pochi. Vogliono sapere se i diritti sociali possono corrispondersi anche per i lavoratori atipici, senza futuro, senza sicurezza civile. Vogliono sapere se ci si opporrà a votare a favore del proseguimento dei trasferimenti economici per supportare la protreazione dell'occuazione illegittima e abusiva, da parte delle truppe di alcuni stati occidentali, in primisi l'Italia, di un popolo, quale quello iracheno, privato della propria autodeterminazione, cercando, invece, di battersi affinchè la sovranità ritorni sotto l'egida dell'ONU e dei cittadini del luogo, sovrani assoluti del proprio stato. Vogliono sapere dal nostro schieramento di riferimento se la sanità sarà ancora pubblica, se l'istruzione sarà difendesa nel suo carattere pubblico e laico, se l'ambiente sarà tutelato con forza e determinazione contro uno sviluppo capitalistico senza regole e senza limiti. Vogliono avere delle risposte, non delle magnifiche coreografie illuminanti e scenografiche di un teatro piacevole, ma privo di una spinta e di una prospettiva progettuali.

Le risposte a tali quesiti non sono state ancora date, che la lista unitaria per ora non è riuscita a dare e non ha dato, affossandosi in uno sterile antagonismo, certamente condivisibile in toto, all'attuale dirigenza dettata dalla dittatura della maggioranza di centrodestra. Da queste risposte dipende la vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni, in quanto si deve cercare di individuare e di progettare che cosa si dovrà fare dopo aver vinto le elezioni ed essere ritornati al governo del paese.

Che cosa faremo? Proporremo la riforma del sistema previdenziale ed elimineremo le pensioni d'anzianità, come Rutelli ha sventolato qualche settimana fa, ponendo sindacati e centrosinistra in forte divisione? Proporremo di appoggiare gli interventi militari in terre lontane per favorire i disegni strategici di coloro che appoggiano gli interessi economici e finanziari delle grandi lobby per la costruzione dei famosi corridoi di transazione del petrolio e delle risorse energetiche? Proporremo di mantenere le attuali leggi che annientano il carattere democratico e civile del nostro stato, svuotando di contenuto sostanziale la nostra Carta Costituzionale, magari apponendo correzioni senza prevederne la totale abrogazione, come qualcuno aderente e fondatore della lista unita asserisce da tempo? Penseremo di garantire l'ingresso deregolato dei privati nell'ambito della ricerca scientifica di modo che si potranno avere futuri lavoratori ad uso e consumo degli imprenditori dei distretti industriali di appartenenza dell'ateneo, privandoli di una base formativa europea e universale? Penseremo di approvare una legge che non leda gli interessi corporativi di controllo diretto del 90% dei media telelvisivi dell'imprenditore leader del centrodestra, garantendogli la possibilità di ricandidarsi alla guida del Paese come nostra alternativa e assomando, così, su di sè un eterno conflitto d'interessi? Penseremo di approvare la rifmra del sistema radiotelevisivo concependo un terzo polo in mano al solito imprenditore magnate, totalmente abiurando il riconoscimento che esiste un popolo, quello delle televisioni locali, municipali e di strada che rivendicano da anni un proprio legittimo spazio nell'etere e nell'ambito della comunicazione satellitare?

Se questi sono i temi che proporremo, rimanendo supini alle richieste della grande imprenditoria, direi che partiamo con il piede sbagliato, partiamo con forte deficenza di innovazione e di alternativa nei contenuti.

Ma la lista moderata unita cercherà di accattivarsi le simpatie dell'elettorato fluttuante, lasciando scoperto il grande elettorato di sinistra, che è, per dati alla mano, l'elettorato che si astiene maggiormente oggi come oggi. Essere alternativi a questo modello non vuol dire essere contro; non vuol dire dire no a ogni cosa: vuol dire fare proposte diverse, nettamente diverse da quelle che un ipotetico "moderatismo" ci spinge a fare, che cerca di non accattivarsi il consenso dell'imprenditoria, che, seppur illuminata, imprenditoria italiana rimane e come imprenditoria italiana vuole comprarsi il programma dello schieramento vincente, affossandone l'autonomia politica.
Le proposte sono state fatte su diversi temi: abbiamo proposto diverse questioni che hanno trovato unito l'Ulivo. Da qualche tempo qualcuno propone qualcosa che spacca l'Ulivo: propone l'astensione sul voto per il finanziamento dell'operazione di occupazione militare in Iraq da parte delle truppe USA e degli stati servi della gleba, tradendo chi ha manifestato in piazza per dire no a una guerra ingiusta, d'aggressione e di prevaricazione militare ed economica; propone l'eliminazione graduale delle pensioni d'anzianità, dando un calcio a chi si è opposto in piazza al disegno scellerato presentato da questo centrodestra illiberale e affaristico; propone l'appoggio a una legge, quale quella sulla fecondazione assistita, che riduce la donna a un vero e proprio strumento nelle mani degli interessi della famiglia e priva di autodeterminazione e di libertà di scelta.
Ma chi rappresenterà il popolo pacifista, il popolo dei lavoratori precari, autonomi e professionisti, il popolo dei pensionati, il popolo degli studenti, il popolo dei ricercatori, delle donne in lotta per una loro reale emancipazione, degli omosessuali in attesa di una legge che riconosca a loro la possibilità di costituire una coppia con gli stessi diritti di quella di diritto? Chi rappresenterà il popolo delle famiglie del vecchio ceto medio, oggi sempre più povero? Chi rappresenterà e si farà carico di queste istanze sociali e ideali presso la compagine di un futuro governo alternativo del Paese? Chi? La lista unita? La lista moderata unita? La lista che annienta simboli che erano diversi, perchè diversi idealmente, perchè diversi concettualmente, perchè diversi culturalmente? E questo era l'Ulivo, il progetto fondato da Prodi nel 1995? Direi proprio di no. Mi sembra proprio che sia necessario riflettere perchè la strada appare abbastanza complicata.

C'è bisogno di cambiare veramente e di proporre qualcosa di nuovo, di radicalmente nuovo. Porsi accondiscendenti verso un programma che potrebbe essere accattivante per una parte dell'elettorato che vota centrodestra ma che potrebbe votare centrosinistra perchè interessato a questo o quell'altro tema programmatico specifico, non assicura di certo la vittoria. Non assicura la vittoria in quanto rischieremo di non avere questo consenso ricercato e rischieremo di perdere il consenso di questa fetta di popolazione, che rimarrebbe priva di risposte concrete.
Non sono radicale, ma certamente sono convinto che si vince se uniti, rispettando le differenze perchè le differenze sono sostanzialmente un surplus per tutto lo schieramento. Non sono radicale, ma sono convinto che si vince soltanto se ci si pone come reale alternativa al centrodestra, partendo dalla questione morale, in primis. Si deve partire da quella esigenza di cercare di apportare una soluzione a quel male delle coscienze, che viene decretato e definito dall'attuale maggioranza con arroganza e rendendo legittimo l'illegittimo, legale l'illegale.
La questione morale deve spingerci a considerare un fatto imprescindibile: abrogare le leggi della vergogna, una volta arrivati al governo del Paese e non pensare, ammorbati da un senso di riformismo fine a se stesso e senza singificato, di aggiustare tali atti in alcuni punti, ammorbidendone gli effetti devstanti, che tali rimarrebbero.
Non sono radicale, ma vorrei solamente che si proponga un programma forte e chiaro nei contenuti e che dia risposte concrete al bisogno popolare della cittadinanza.
Penso che parlare soltanto dell'avversario ci renda alquanto limitati nella visione progettuale e politica; e questa limitazione potrebbe produrre alcuni danni che sarebbero, per esempio, configurabili nella mancanza della capacità di costruir eun programma compiuto.
Il centrosinistra può farcela, ma non escludendo le forze che compongono realmente questo schieramento; non affossandone la complessità politica, perchè è ricchezza, è un patrimonio che, una volta dissipato, non potrebbe produrre più quella visione complessiva e completa della realtà sociale.
Possibilità per raggiungere questo obiettivo sono ancora aperte: il centrosinistra può vincere le elezioni e me lo auguro vivamente. Ma penso che sia decisamente necessario partire da queste riflessioni per non compiere dei passi che non sono certamente passi in avanti, ma sono passi rischiosi che potrebbero non giovare al disegno complessivo, in un'ottica di esclusione e non di inclusione, in un'ottica che corrisponde alla logica: chi sta con noi è con noi chi sta fuori è fuori; ossia sta con noi chi accetta il nostro programma che proponiamo, mentre sta fuori chi non accetta il nostro programma e le nostre condizioni, ovverso aderire alla lista unica. Questi presupposti sarebbero errati e sarebbero degli errori senza possibile correzione. Il programma deve essere costruito dall'apporto di tutti e tutti devono poter avere la possibilità di coesistere nel disegno di un centrosinistra nuovo, allargato, forte e unitario. I tempi sono fecondi, non perdiamoci in sterili discussioni e in sterili proposte. E' il momento di fare un progetto modello di una società e di un'Italia che alza la testa e vuole cambiare.

Alessandro Rizzo

Redazione1
17.02.2004 21:24
Milano sempre atipica

"Milano sempre anticipa", diceva Salvemini un secolo fa. Forse è vero anche oggi. Per questo può essere utile a tutti, meneghini e non, accendere una lampadina da 100 watt e far luce sulla privatizzazione "sostanziale" dell'Aem, l'azienda elettrica milanese.
Il sindaco Albertini è senza soldi, Silvio non gli sgancia neanche un nichelino e quindi ha deciso di vendere un ulteriore 17,6% del gioiello di famiglia (il 49% è già stato ceduto cinque anni fa). Il Comune diventerà socio di minoranza ma, attraverso una serie di modifiche statutarie da approvare con il consenso dei due principali azionisti privati Atel e Edison, manterrà ugualmente la maggioranza nel Consiglio di amministrazione.
Il centrosinistra ha espresso compatto il proprio dissenso:
1. non serve intaccare il patrimonio, il bilancio del Comune permette altre manovre, è meglio emettere un bond;
2. le modifiche statutarie sono un modo artificioso di manipolare i principi fondamentali della democrazia azionaria, in aperto contrasto con la normativa interna e comunitaria.
Più in profondità, noi rosabianchisti di "persona e comunità" - segnatevi questa sigla! - abbiamo colto l'occasione per riproporre alcuni dubbi sull'intero processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali.
a. Se queste attività, gestite da manager in gamba con criteri di efficienza e di efficacia, producono utili, perché tale rendita deve finire nelle tasche dei privati? Perchè non deve rimanere nelle casse della collettività, in modo da evitare aumenti delle tasse e/o tagli dei servizi comunali?
b. In una fase particolarmente difficile per l'industria italiana, perché vendere un altro pezzo pregiato che volerà quanto prima all'estero? Perché l'energia italiana deve finire nelle mani dei francesi o degli svizzeri?
c.Siccome ci sentiamo più poveri e insicuri, e il deficit elettrico del giugno scorso e il black-out di fine settembre hanno posto in chiara evidenza la situazione di estrema fragilità e vulnerabilità in cui versa il nostro sistema elettrico (situazione mai capitata dal dopoguerra in poi), non è il caso di prevedere che la gestione di questo servizio pubblico fondamentale resti in mano pubblica?
Domande secche che chiedono risposte nette, a livello nazionale, da parte dell'Ulivo new look (che non può ridursi ad una destra light).
Nel nostro album di famiglia resta lì, ben in vista, il ritratto di Enrico Mattei. Cinquant'anni fa fondò l'Eni, impostò una politica di autonomia energetica dell'Italia e instaurò nuovi rapporti con i paesi petroliferi mediorientali e nordafricani in contrasto con la politica delle grandi compagnie americane. Morì il 27 ottobre 1962 in un incidente aereo e le cause non furono mai chiarite. Ora vive e lotta insieme a noi!

Un saluto affettuoso
g.

------------------

Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano - indipendente ds

Redazione1
18.02.2004 20:58
Vigevano...il mio Sindaco ideale è

Voglia di partecipare? Proponi il tuo sindaco ideale

IL MIO CANDIDATO È...

Quando mancano veri leader, quelli acclamati e richiesti, quelli che si guadagnano i gradi sul campo, nelle lotte, nelle battaglie, con le idee e le soluzioni ai problemi, ci si sente smarriti. Tanti polli e niente galli. Questa è un po’ la situazione di quasi tutte le forze politiche italiane e non solo. Allora si inventano soluzioni. Vecchie per alcuni, originali e nuove per altri. Le primarie (pratica per scegliere il candidato di uno schieramento che dovrà competere col candidato dello schieramento opposto), negli Stati Uniti da sempre è il metodo adottato sia dai conservatori che dai democratici, per indicare chi, nel proprio raggruppamento, dovrà sfidare l’avversario. In Italia, alcune forze politiche (con diverse modalità e fantasie del caso) le hanno applicate per individuare il proprio candidato a Sindaco o Presidente di Provincia. Addirittura c’è chi giura che questo dovrà essere il metodo per scegliere i candidati alle prossime elezioni politiche. Sicuramente se fatte bene possono essere una buona prassi democratica per allargare la partecipazione.

Ma nei cittadini-elettori quanta voglia c’è di essere preventivamente coinvolti per scegliere i propri rappresentanti? Noi della Barriera ce lo siamo chiesti ed allora abbiamo pensato di avviare una modesta indagine, senza presunzione di scientificità. Nella nostra città si voterà esattamente fra un anno per eleggere un nuovo sindaco ed un nuovo consiglio comunale. A noi è venuta voglia di provare a tastare il polso dei nostri concittadini, aprendo le consultazioni.

A partire da questo mese ognuno potrà indicare nominativi-candidature con o senza motivazioni. Con il prossimo numero (in edicola il 13 marzo), inizieremo a pubblicare la lista dei "candidati" segnalatici e indicheremo dove trovare le "urne".

Le preferenze per "Il mio candidato sindaco ideale per Vigevano" possono essere spedite o consegnate direttamente alla nostra redazione (Via Mons. Berruti 2 - Vigevano) oppure inviate a mezzo fax (0381 695995) o E-mail (redazione@labarriera.it).
SEGNALA IL TUO SINDACO IDEALE
Nome
Cognome
Eventuali motivazioni

Redazione1
18.02.2004 21:25
No alla presenza militare in Iraq ....Di Pietro

Al sig. Direttore
Le ragioni del nostro “NO” alla presenza militare italiana in Iraq
Caro Direttore,
ho seguito con attenzione e rispetto la convention della cosiddetta “Lista per l’Ulivo” dei giorni scorsi e con altrettanta attenzione e rispetto noi dell’Italia dei Valori e tutti i promotori della “Lista Di Pietro - Occhetto - Società civile” intendiamo confrontarci con loro durante la prossima campagna elettorale. Siamo tutti convinti che l’avversario politico da battere e’ e resta il centrodestra di Berlusconi. In questo senso raccogliamo e facciamo nostro l’appello lanciato in tal senso dall’Unita’ nei giorni scorsi. Intendiamo pertanto confrontarci con gli amici (e compagni, direbbe Occhetto) del “listone” sui temi concreti del programma elettorale e non su scaramucce personali che oramai dobbiamo lasciarci dietro le spalle (ma tra questi non possiamo metterci anche la riprovevole esclusione dell’Italia dei Valori dall’iniziativa unitaria giacché non di fatto personale si tratta ma di un modo spiccio per scrollarsi di dosso la presenza di un partito che sulla questione morale non intende fare sconti a nessuno).
Ed e’ proprio su una prima questione di merito di fondamentale importanza (ma altre ne seguiranno) che intendiamo differenziare la nostra azione politica dagli altri (amici del vecchio Ulivo e avversari della casa delle Libertà). Mi riferisco alla posizione da assumere a proposito del rifinanziamento della missione militare italiana in Iraq (e più, in generale, del ruolo e della funzione del nostro intervento in quella regione). Diciamo subito che noi eravamo contrari all’invio delle nostre truppe sin dal primo momento. Ancor più lo siamo ora. Primo, perché - attenendoci al dettato della nostra Costituzione - ripudiamo la guerra come strumento di risoluzione di conflitti internazionali (e tale ci e’ apparsa sin alle prime battute l’incursione americana in Iraq, anche se spacciata come estrema ratio per prevenire un imminente - ed inesistente, come poi si e’ visto - attacco universale con fantomatiche armi chimiche e di distruzione di massa). Secondo perché ritenevamo e riteniamo che non avesse e non abbia alcun senso inviare in quel paese - senza l’avallo dell’ONU - “truppe di occupazione” (perché tali sono a tutti gli effetti le forze militari ivi presenti e così sono denominate da tutte le norme di diritto internazionale). Terzo - e quì sta l’attualità della reiterazione del nostro “no” alla guerra – perché non si capisce più a che titolo e per quale ragione ora dovremmo continuare a stare in quel pantano senza un ruolo ed una funzione ben precisi. Quale politica militare il nostro governo sta portando avanti? Siamo in Iraq senza essere ne’ carne ne’ pesce: ne’ come avanguardia di un vasto contingente internazionale a guida ONU per portare avanti “un’azione multilaterale per la stabilizzazione e ricostruzione dell’area” (soluzione che pure non ci avrebbe trovato consenzienti ma che almeno avremmo capito) ne’ per essere di concreto aiuto alla popolazione locale (e’ praticamente impossibile organizzare una valida catena di aiuti umanitari stante la totale instabilità politica, l’assenza di qualsiasi ordine pubblico ed il conseguente enorme rischio di quotidiani attentati). Insomma a noi sembra che i nostri valorosi militari in Iraq - nelle condizioni attuali - non possono fare altro che stare lì tutto il giorno a proteggersi da altri attentati dopo quello drammatico già avvenuto (e sulle cui responsabilità, a mente più serena ed a tempo debito, bisognerà pure riflettere perché forse qualche faciloneria di troppo nelle disposizioni di Comando potrebbe pure esserci stata).
Ciò premesso, riteniamo certamente un comportamento irresponsabile quello del Governo di continuare a finanziare e mantenere la missione italiana in Iraq (vivacchiando in attesa che qualcuno o qualcosa tiri fuori le castagne dal fuoco e facendo gli scongiuri affinché nel frattempo non ci scappi ancora il morto). Ma consideriamo pure una “pilatesca furbata” l’ultima trovata dei tre partiti della lista unitaria (DS, SDI, MARGHERITA) di abbandonare l’aula al momento del voto sul rifinanziamento della missione. Un raggruppamento unitario come quello appena costituitosi nel centrosinistra - con legittime (e per noi auspicabili) ambizioni a governare il futuro del paese - non può, sin dalla prima uscita pubblica, rinunciare a far capire ai cittadini (ed agli elettori) che strada sceglie e che decisioni prende in relazione ad un evento di politica internazionale di così primaria importanza. E’ deplorevole l’atteggiamento rinunciatario che si vuole adottare. Per non evidenziare i contrasti profondi che vi sono tra loro sul tema della guerra in Iraq (e, più in generale, su quello della sudditanza agli Stati Uniti) i partiti della Lista unitaria fanno come gli struzzi: mettono la testa sotto la sabbia uscendo fuori dall’aula al momento del voto in modo che ognuno poi possa andare per televisione ed “adattare a proprio uso personale” la versione da dare a tale gesto. Il tutto all’insegna del “salviamo capra e cavoli”, ovvero “facciamo vedere che siamo tutti uniti anche se non lo siano così almeno gli elettori abboccano e ci votano e chi se ne frega se intanto in Iraq si muore piu’ ora che e’ scoppiata la pace che prima che c’era la guerra”.) Un comportamento del genere ci sembra “politicamente scorretto” e lo denunceremo all’opinione pubblica segnalando il nome di quei parlamentari che vi faranno ricorso affinché alle prossime elezioni l’elettorato ne possa tener conto. Il nostro Parlamento ha bisogno di personalita’ che abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e non di politicanti che ricorrono al trucco per non farsi valutare.

Antonio Di Pietro - Presidente Italia dei Valori
(email: segreteria@italiadeivalori.it)

Redazione1
19.02.2004 21:14
Giochi di potere e politica della finzione

Giochi di potere e politica della finzione

D) Quattro mesi e poi si vota?
B) Ormai prevale la tattica al virtuosismo politico. L'elettore è un complemento strumentale per il potere. Ciò che conta è gestire le leve di comando, consentire alle lobbies rappresentate di fare i loro affari, (vedi anche accuse del Premier in verifica!!!) e non l'impegno per il bene comune, né coltivare un vivace dibattito politico attraverso cui sviluppare la qualità collettiva della polis, il pensiero comunitario. Non solo si è persa la visione strategica, ma pure la funzione di compensazione sociale con cui conciliare valori e interessi.

D) Caduta di stile?
B) Caduta di contenuti e di uomini che si prestano, avvalendosi di leggi e sistemi consenzienti.

D) Sia a livello nazionale che locale?
B) Non cambia. Ma è possibile parlare di ineleggibilità o incompatibilità? Occorreva la direttiva europea? Non è già di per sé inconcepibile in una società ad alta complessità avere o concorrere per più incarichi? Oppure è plausibile proporre ancora candidati bandiera dimissionari all'indomani delle elezioni? Tutto questo è la dimostrazione evidente del blocco di potere oligarchico e autoreferenziale, esercitato dalla classe politica.

D) E a Parma?
B) Le sembra serio che a così poca distanza non si sappia chi l'elettorato andrà a votare? Le sembra giusto che i cittadini non conoscano il programma e la possibilità di elaborarlo, compararlo, a così poco tempo dalle elezioni? Le votazioni perciò sono vissute dalla gente come se fossero un ostacolo incidentale, o, per ottenere favori personali. Per chi vi opera invece si apre un vero e proprio mercato. Ha presente il calcio e il mercato calciatori? La serie e le categorie, le squadre? Il debito, anche quello in comune.

D) Forse esagera?
B) La verità è che non si eleggono più né politici, né ideologie, ma lobby di potere. Ma forse è sempre stato così.

D) Chi decide?
B) Intanto chi governa avrebbe dovuto già dichiarare almeno il candidato! Poi Ubaldi. E' lui che deve sciogliere le riserve. L'attuale suo peso politico in ambito locale gioca un equilibrio strategico.

D) Cioè?
B) Deve dire se si candiderà alle Europee, o alle prossime Regionali come Presidente. Ma ciò che lui vorrebbe, non dipende ovviamente solo da lui, vuoi per equilibrismi, vuoi per scelte che cadono dall'alto. Per queste due cariche Ubaldi ha bisogno dei voti anche dei DS e della Margherita, cosa che ha già avuto nelle elezioni precedenti, qui però l'intesa non può fermarsi a Parma, visto l'ampio collegio territoriale. Se vi sarà il pass per l'Europa o altro la contesa politica per la Provincia potrebbe assumere toni più soft.

D) Si, ma la Provincia?
B) Lei sa che Ubaldi potrebbe presentarsi anche in Provincia in quanto non incompatibile. Alla faccia però del pluralismo! Non credo che lo farà. La Provincia è una scelta conseguente agli accordi politici per le Europee e le Regionali, anche se chi governa mi ripeto avrebbe dovuto già presentarsi ufficialmente. Cosa succede in America in Inghilterra dove il maggioritario fa scuola?

D) E per i Sindaci?
B) Se parliamo di quelli per il capoluogo rientrano nelle logiche di suddivisione regionale tra i partiti.

D) Quello che dice è grave?
B) Il voto perde molto del senso democratico e si trasforma in una scelta: o così o pomì. Siamo in tema, mi sembra! Si vota il rappresentante dell'oligarchia, altro che elezione diretta!

D) Ne va della credibilità politica?
B) Siamo alla finzione della democrazia rappresentativa, maggioritaria o proporzionale che sia. In Italia si vuole fare il maggioritario senza passare dalle primarie. E quindi i voti pesano per le lottizzazioni che determinano la contrattazione politica. Guardi gli incarichi distribuiti: pura meritocrazia!!! E' in atto un mostro elettorale: scelte secondo le logiche proporzionali (conventicole locali e decisioni nazionali, sopra la testa della gente), poi voto con le modalità del maggioritario. Risultato? Una indecenza rappresentativa. Una caduta di democrazia. Stando così le cose non vedo perché non si debba accettare il 40% proposto da Berlusconi. Così avremo demandato il potere completamente nelle mani dei partiti, dentro e fuori dal Parlamento. Forse potrebbe essere uno strumento per arrivare al maggioritario. E' quello che si vuole! Il centro destra dichiara le intenzioni, il centro sinistra le vuole, ma vorrebbe salvare la faccia.

D) Lei è per il maggioritario o per il proporzionale?
B) Intanto sarebbe opportuno che fossero proposti i sistemi nella loro completezza in ambito nazionale e locale e non in un ibrido senza senso. Nel maggioritario si perde in democrazia e si acquista in governabilità. Forse per la nostra cultura proporzionale si sarebbe dovuto insistere su quella e migliorarne il modello. Abbiamo perso molto tempo in questo passaggio e siamo ancora in mezzo al guado. Maggioritario o proporzionale sono comunque un transito per l'autodeterminazione democratica.

D) Come uscire da questa spirale?
B) La società della tecnica, la responsabilità individuale e l'etica della gioia: la politica dovrebbe liberare «potenza piena di desiderio» che è virtù e saggezza (Spinoza). Forse dopo un periodo di sonno il pensiero etico conosce un risveglio. Comunque o si ritrova la strada dell'etica e indipendenza politica o sarà sempre più la lobby di potere finanziario che determinerà i governi. Vi sono politici capaci di interpretare le tendenze e cavalcarle, e vi sono politici (pochi) che cercano nuove visioni, interpretano una responsabilità sociale per non cadere nel conflitto professionale, personale...oltre a quello di interessi. L'impegno politico risponde a logiche diverse da quelle dell'impresa economica, ogni tanto varrebbe la pena ricordarlo. Ciò non toglie che nei sistemi organizzati vigono regole economiche e di qualità alle quali non ci si può sottrarre. La responsabilità individuale non è demandabile. Oggi l'obiettivo primario è quello economico, se non si riesce a spostare l'attenzione, fare in modo che le persone trovino la propria dignità e autorealizzazione attraverso altri obiettivi sarà solo guerra sociale e decadenza etica. Ovviamente non mi riferisco al reddito in funzione del costo del vivere. Assistiamo purtroppo a un processo di povertà di ritorno, oltre all'analfabetismo.

D) In ambito locale come le sembra la lotta?
B) Gli equilibri in politica sono sempre molto precari. Attualmente, il centro destra per aspirare al governo mi sembra molto Ubaldi dipendente, nel senso della sua persona e lista civica, mentre il centro sinistra è riuscito nel perseguire la politica del malcontento: se candideranno uno della Margherita molti DS voteranno il candidato di Ubaldi; se candideranno un DS molti della Margherita faranno lo stesso. Cose già viste. Nel centro sinistra parlano di pluralismo di voci e praticano l'oligopolio di potere; invitano alla partecipazione e praticano la conventicola. A Parma poi i post comunisti non sono ancora stati sdoganati. E questo è anche colpa loro...Poi guardi, perché "Uniti nell'Ulivo" non si presenta anche nelle Elezioni Provinciali? Il progetto politico nazionale, potrebbe consentire una maggiore possibilità di progetto politico locale. La mono candidatura dei candidati cosiglieri nei collegi alle Provinciali, permetterebbe anche una strategia elettorale in linea con il maggioritario ed inoltre costituirebbe una significativo test politico a livello nazionale. Credo che se su questa linea si muovessero i vertici a livello nazionale ciò ridurrebbe anche la litigiosità locale. Potrebbero infatti bilanciare il potere del Presidente con quello del Consiglio. Un'analisi che come indipendenti ci possiamo permettere.

D) Perché è così drastico?
B) Non sopporto la falsificazione, pensi quando diviene sistema! E' la politica della finzione che diviene poi falsificazione. Tanzi l'ha rivelato: 7/8 organi di controllo baipassati oltre alle connivenze. Cossiga è stato esplicito penso! Vi è stata una, dico una dimissione? Il caso Parmalat è la rappresentazione dell'attuale decadenza etica del Paese e il primato del risultato economico immediato! E' la politica perseguita in tutti i Paesi cosiddetti evoluti. Sa qual è il nuovo nel crac Parmalat?

D) Mi dica?
B) Il ruolo del digitale nel crimine finanziario. Se è vero che favorisce la velocità e la globalizzazione, consente anche la rintracciabilità del percorso del denaro. Questo aldilà di tutti i sistemi di controllo, divoratori di risorse e di fatto telecomandati. Il denaro è una informazione economica; se l'informazione è digitale, i sistemi economo/finanziari possono essere sotto controllo basta volerlo! Se non lo si fa è perché vi è interesse a non farlo, diverrebbero trasparenti. E' ancora una volta l'esempio di come la tecnica si serve del capitale per il suo primato e non viceversa.

D) Quindi?
B) Per combattere l'attività criminosa cosa si fa di solito? Si mette in luce! E'una scelta politica.

D) Perché non si fa?
B) Il vertice è l'espressione della cultura del Paese, probabilmente o il paese non sa che può accendere la luce o non la vuole affatto. Ha mai visto il film di Kusturica: "Underground"? Esprime la vera cultura della classe politica, la sua anima.

D) Sull'Authority?
B) Vorrei che «Parma Europa» non fosse solo una trasmissione televisiva, ma fosse un pensiero etico ed estetico. Auspico la costituzione da parte delle Istituzioni di un luogo di incontro, sviluppo, raccolta progettuale. Parma è divenuta città delle conoscenze alimentari, capitale d'Europa. E' una identità che cambia. Abbiamo l'opportunità di sviluppare un grande progetto, sta a noi essere capaci di farlo. Bisognerebbe attivare e far convergere le migliori menti da tutto il mondo per pensare il nuovo. L'Università di Parma avrà un ruolo chiave nel cambiamento, spero ne sia all'altezza. Ad esempio, vorrei vi fosse il coraggio per una qualità architettonica diffusa che non vedo praticare, aldilà di spot sporadici. La gente dovrà elaborare una nuova dimensione. Si diventa città di indirizzo. E' una potenzialità che non si può disperdere. Ciò richiede una grande collegialità partecipativa, di cui non vedo per ora le intenzioni. Una città di provincia che diviene capitale d'Europa! E' forse la prima nuova capitale nell'era digitale! Tutta da costruire, in tutti i sensi. Purtroppo non vedo quell'entusiasmo che meriterebbe. Per troppi anni i processi culturali della città sono stati depressi o non adeguatamente sostenuti.

D) Cosa suggerisce?
B) L'economia delle conoscenze non è decorativismo. Bisogna investire in cultura, in ricerca, nelle scienze moderne, nelle arti, coltivare luoghi in cui queste forme di potenziale individuale e collettivo possano esprimersi nella loro capacità economica. Ma qui si preferisce l'economia nostalgica, anche perché è la cultura della classe dirigente.


N.B. Intervista apparsa sul periodico online www.alicenonlosa.it Cordialità Luigi Boschi

Redazione1
19.02.2004 21:16
Sempre i soliti....di Angelo Cifatte

Al Senato l'astensione equivale a VOTARE NO.
Alla Camera c'è il VOTO SI' = VERDE; il VOTO NO = ROSSO; il VOTO BIANCO = ASTENUTO

La Lista Prodi condivide pochissime, parziali, non per l'iraq, ragioni del sì, e l'ha già fatto in Senato concediamo pure il "dimostrando responsanìbiltà".

Alla Camera, il valore della scelta "contro" non può che esprimersi nettamente con un chiaro NO.

Non dobbiamo pensare che le perplessità ni degli uni si pieghino alle ragioni degli altri: è di tutti assieme la scelta ideale e politica per il NO, sintesi delle ragioni di tutti.

Solo così - aspetto non irrilevante - si può riaffermare l'unità ideale e politica con tutto il centrosinistra e prepararci coerentemente alle Manifestazioni del 20 marzo...

Angelo Cifatte
uff. 010-5573779
casa 010-5701274
cell. 333.4891234

Redazione1
29.02.2004 10:18
Lettera aperta al parlamentare di centro-sinistra

gentile redazione le mando questo mio scritto veda se ritiene utile
pubblicare.
grazie.
Lettera aperta al Parlamentare di centrosinistra.
Le scrivo per chiederle di votare affinché la missione militare e civile
. Iraq non venga rifinanziata: nonostante l'uso dell'espressione
"missione umanitaria" si tratta di una missione sotto il comando di una
forza di occupazione, nel quadro di un'operazione di guerra specificamente
vietata dalla nostra Costituzione.
Si unisca alla maggioranza della popolazione italiana, si faccia portavoce
dei milioni di bandiere di pace che ancora sventolano dai balconi delle
nostre città. Faccia un gesto che contribuisca con chiarezza a
ripristinare la legalità internazionale. Saremo in tanti, ma proprio
tanti, a camminare al suo fianco.
Mai una guerra fu tanto contestata, prima ancora di essere scatenata, al
suo solo annuncio, come la guerra all'Iraq. Oggi, gli stessi massimi
responsabili di quella guerra riconoscono che l'accusa delle "armi di
distruzione di massa" che l'Iraq avrebbe posseduto, era priva di
fondamento; lo stesso Segretario di Stato degli USA, Colin Powell, ammette
che forse la guerra non era necessaria. Sono tutte cose che Lei sa, non
può non saperle, vista la responsabilità di cui è investito. Le chiedo di
considerarle, serenamente ma responsabilmente.
Le forze di occupazione non riescono a garantire la sicurezza nemmeno a sé
stesse, e di fatto tutelano solo un numero ristretto di presidi economici,
militari e delle comunicazioni, oltre agli impianti di estrazione
petroliferi. Tutte le infrastrutture civili sono esposte all'abbandono e
al saccheggio, nell'indifferenza o nell'assenza delle forze di
occupazione. Gli approvigionamenti alimentari, l'erogazione di acqua
potabile e luce elettrica, i servizi sanitari, tutto è compromesso e
deficitario. Queste cose da sole non fanno la libertà, ma senza tutte
queste cose, quale popolo può dirsi libero? Senza queste cose la vita è
quotidiana sofferenza ed umiliazione.
E' amaro e tragico doverlo ammettere, per chi crede nella democrazia e ha
in odio la dittatura -e sono certo che in questo io e Lei coltiviamo
profondamente gli stessi sentimenti- è amaro doverlo ammettere, dicevo, ma
la popolazione irakena oggi sta peggio di quanto non stesse sotto il
regime di Saddam Hussein: vive molto peggio. E anche chi, nella variegata
società civile irakena, era nei primi mesi di occupazione "rimasto alla
finestra", oggi si oppone con forza crescente alla occupazione. E' tempo
di ammetterlo: in Iraq non c'è nessuna "missione di pace".
Non c'è nessuna "forza" di pace, se non quelle (la cui "forza" poggia sull
'umanità e sulla natura preziosa del servizio che prestano a comunità
bisognose), dei volontari civili umanitari, delle strutture di
cooperazione impegnate nella ricostruzione di infrastrutture civili o nei
presidi elementari di sanità, in quelle di monitoraggio sul rispetto dei
diritti umani. Saprà che l'ultimo voto in materia del Parlamento di cui
Lei fa parte, ha tolto risorse a questo tipo di interventi -cioè alla
cooperazione internazionale delle Organizzazioni Non Governative- per
riversarle sulla missione militare (chiamandola "di pace"). E' un errore,
è una beffa, è una grave e imperdonabile offesa alla giustizia e alla
verità. La prego di fare ciò che è in suo potere, perché il nostro
Parlamento cancelli quell'errore, ponga fine alla complicità italiana nell
'umiliazione del popolo irakeno e nella copertura di una guerra e di una
occupazione ingiuste e disgraziate.
Non c'è nessuna "missione di pace" in Iraq: non prenda, il Parlamento, in
giro con leggerezza e cinismo gli italiani, non prenda in giro con
leggerezza e cinismo i militari tuttora là impiegati e le loro famiglie,
non prenda in giro il sentimento della maggior parte dei cittadini
italiani, amanti della democrazia, della pace, della solidarietà, ed
alieni a ogni comportamento o pregiudizio coloniale o neocoloniale.
Le chiedo scusa per la lunghezza, che le avrà sottratto un po' del suo
tempo, ma credo che comprenderà. Per chi non ha voluto ascoltare voci che
potevano -lo comprendo- parergli di parte, c'erano quei milioni di
bandiere a ricordarlo per mesi e mesi: le ragioni della pace e della non
aggressione sono le ragioni della maggior parte degli Italiani.
Per tutti questi motivi, Le chiedo un voto che sia NO alla guerra, NO all'
ulteriore coinvolgimento italiano in una occupazione ingiusta e nefasta.
NO a compromessi ambigui (astensioni o uscita dall'aula) che guardino agli
equilibri fra partiti, alle alchimie verbali, e neghino la realtà, e le
responsabilità che essa comporta. Non tradisca questa richiesta. Non
deluda l'attenzione con cui io -e tanti, come me e con me- guardo a ciò
che il Parlamento dirà e a ciò che verrà deciso.
La ringrazio.
francesco lena
via provinciale,37
24060 Cenate Sopra (BG)

Redazione1
29.02.2004 10:42
Per l'affitto e la casa popolare

ITALIA DEI VALORI ADERISCE ALLA GIORNATA NAZIONALE

PER L'AFFITTO E LA CASA POPOLARE


Cari amici,
L'Italia dei Valori - in adesione all'iniziativa della Consulta della Casa
dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e dei sindacati degli
inquilini - ha scritto un lettera aperta ai Presidenti di Camera e Senato
nonché al Presidente del Consiglio affinché la casa non sia più un'
emergenza.

Alle predette autorità sono state fatte le seguenti specifiche richieste:


1. più soldi per il sostegno all'affitto e ai buoni casa;

2. più case in affitto a costi sostenibili;

3. più fondi per le case popolari per avere meno sfratti;

4. concreti aiuti agli inquilini a rischio sfratto degli enti previdenziali,
privatizzati e delle grandi proprietà;

5. Parlamento e Governo più vicini ai Comuni nel rispondere ai diritti
fondamentali della persona.

Antonio Di Pietro

Presidente Italia dei Valori
Email:
segreteria@italiadeivalori.it

Redazione1
29.02.2004 12:50
Ulivo,futuro in costruzione

ULIVO, FUTURO IN COSTRUZIONE L'0rganizzazione e il programma della lista, la costituente della coalizione L'indice di Amato e il centralino unitario Lavori in corso sotto le fronde dell'Ulivo: la lista Prodi ha preso casa, il tavolo del programma è partito e la costituente muove i primi passi. E fra tante situazioni in movimento forse è bene mettere un po' d'ordine. A due mesi dall'inizio della campagna elettorale "ufficiale" tutto l'Ulivo ritrova l'unità al tavolo presieduto da Scoppola e studia come dar vita a un nuovo soggetto «ampio e plurale». Gli "unitari" intanto mettono radici e scrivono l'agenda. Adesso serve solo un po' di cuore in più. di CHIARA GELONI Non è sempre facilissimo di questi tempi, nemmeno per gli ulivologi più esperti, capire quale riunione si sta svolgendo, a quale progetto si sta lavorando, a quale livello ci si sta incontrando. Raccontano alcuni del giro ristretto che anche Rutelli e Fassino in alcuni momenti dell'immediata vigilia della Convenzione della lista Prodi, nel correre da un palazzo romano all'altro si sarebbero chiesti almeno una volta, sia chiaro solo per un attimo, a quale riunione stavano andando. È che molto si muove in questi giorni sotto le fronde dell'Ulivo. Molti cantieri sono aperti. E forse non fa male mettere un po' d'ordine. Scoppola e il cantiere della costituente Decidere di partire, alla vigilia della convenzione della list
a Prodi e nel pieno della polemica sul simbolo tra "unitari" e non, era sembrata una mezza pazzia. E non tutti avevano preso sul serio la decisione di farlo. Probabilmente sbagliavano: Pietro Scoppola, al quale è stata affidata la presidenza del gruppo di lavoro preparatorio, due sere fa ha incontrato rappresentanti di tutta la coalizione, dalla Margherita (Parisi) ai Ds (Chiocchetti), allo Sdi (Villetti), a Luigi Marino del Pdci, ai Verdi. C'erano anche - superate le polemiche del primo momento, quando avevano rimarcato di non essere stati invitati alla riunione che ha investito Scoppola - Achille Occhetto e un dirigente dell'Italia dei valori. C'erano Giovanni Bachelet (per Libertà e giustizia), Paolo Sylos Labini, Massimo Scalia e altri rappresentanti di associazioni e movimenti. Il presidente ha avuto il mandato di mettere per iscritto una bozza in tre punti (percorso verso l'assemblea costituente, regole per il funzionamento del soggetto Ulivo, identità) entro il 9 marzo, data della prossima riunione. Obiettivo dichiarato: insediare formalmente il comitato promotore della costituente dell'Ulivo prima dell'inizio "ufficiale" della campagna elettorale (grosso modo all'inizio di maggio), anche per "ammortizzare" lo scatenarsi della concorrenza tra le diverse liste della coalizione, inevitabile col sistema proporzionale. Idea di fondo: incardinare la nascita del nuovo soggett
o scoppolianamente de&#64257;nito «ampio e plurale» sulla costituzione di elenchi provinciali (o più probabilmente di collegio) dei cittadini elettori dell'Ulivo, &#64257;nalizzati non solo, sul modello americano, all'esercizio delle primarie ma anche alla partecipazione e all'elaborazione di idee. Avremo i «Cittadini dell'Ulivo», li ha già etichettati Scoppola, convinto che da questa scelta organizzativa di fondo discenderanno regole e identità. Piazza Santi Apostoli e il cantiere della lista Luci e ombre. Perché sì, in piazza Santi Apostoli la lista Prodi ha preso casa: è lì che s'è svolta, l'8 febbraio, la riunione di Fassino, Rutelli, Boselli e Sbarbati con Romano Prodi che ha preso la decisione de&#64257;nitiva sul simbolo, ed è lì che si incontrano di continuo i "soci fondatori": i quattro segretari («molto più spesso di quanto si sappia», assicura un frequentatore), i tesorieri, gli uomini-comunicazione. È lì che stanno arrivando i manifesti e il resto del materiale elettorale che sarà disponibile dalla prossima settimana (prenotazioni sul sito www.listaunitaria.it oppure www.unitinell'ulivo.it). È lì che arrivano le prime telefonate (di persone che stanno promuovendo comitati spontanei e vogliono organizzare manifestazioni, chiedono la presenza dell'uno o dell'altro dirigente nazionale e sembrano piuttosto indifferenti al partito di provenienza, racconta chi risponde).
Ed è lì che s'è insediato un gruppetto di una decina di "organizzativi" distaccati dai partiti: la struttura è operativa, il centralino è collegato a una quarantina di interni, presto tutte le scrivanie saranno occupate. Però, come dire, ancora non c'è il cuore. Un comunicatore unico, qualche funzionario con licenza di decidere senza dover rappresentare una quota di provenienza forse segnerebbero il salto di qualità. E nelle stanze di piazza Santi Apostoli se n'è parlato, per ora senza decidere. C'è ancora qualche resistenza e un po' di tempo per superarle. Non moltissimo, però. Amato e il cantiere del programma Si lavora già da qualche giorno, col "metodo Amato": pochissime riunioni, molte e-mail, telefonate, messaggi. Molti contatti sono ancora da prendere, e Giuliano Amato non ha gradito affatto che qualche nome sia &#64257;ltrato e sia andato sui giornali. La prima mossa è stata mettere giù un indice delle questioni e delle priorità, che forse domani diventeranno i capitoli del programma della Lista Prodi. L'idea è quella di chiedere idee e ri&#64258;essioni a un ampio "giro" di tecnici e di politici, poi di farle sintetizzare e mettere per iscritto da un gruppo più ristretto, venti-trenta persone (forse non proprio tutti giovani come avrebbe voluto Amato: i partiti, si sa, hanno le loro esigenze...), in modo che sia pronto per l'inizio di aprile. Ma ci saranno anche cons
ultazioni con esponenti dei partiti europei, associazioni, categorie economiche e società civile, perché, dicono quelli di piazza Santi Apostoli, il nostro è «il programma di tutti», fatto, come al Palalottomatica, ascoltando «l'Italia vera». Gran parte del lavoro sarà oscuro e «non molto sexy», come ha detto Amato qualche giorno fa. Ma se andrà in porto l'idea di poter fare una consultazione con un paio di personaggi "molto" mediatici («gente tipo Bill Gates», dicono quelli della lista, negando che questo sia il bersaglio vero) si penserà a un paio di seminari semipubblici. Amato, coordinatore politico, lavorerà in stretto contatto con un vero e proprio coordinatore "tecnico": l'ex pro-rettore della Bocconi ed editorialista del Corriere della sera Francesco Giavazzi.europaquotidiano.it

Redazione1
29.02.2004 12:55
Il garantismo assolve carretta

IL GARANTISMO ASSOLVE CARRETTA"
di Cucu44
Cari lettori, il pluriomicida Ferdinando Carretta sta per tornare in libertà. Uccise padre, madre e fratello ed oggi, secondo i giudici, sarebbe in grado di tornare nel contesto sociale e vivere una vita normale. In un intervista rilasciata alla Rai, il Carretta ha detto di aver pagato quello che doveva pagare ed ora è pronto a tornare nella società, chiaramente con la possibilità di poter sfruttare i soldi risparmiati dai genitori, circa un miliardo di vecchie lire! Inoltre pretende di tornare nella casa di Parma, dove ha vissuto proprio con i genitori ed il fratello assassinati! Richieste folli di un omicida, che oggi lo Stato sta per liberare. Non sono un perito, né tanto meno un giudice, né tanto meno un giustizialista a tutti i costi, ma i periti del tempo mi dovrebbero dire come si può giudicare un uomo incapace di intendere e di volere, per un reato accaduto ben dieci anni prima. La legge in Italia è sempre stata dalla parte di chi commette il reato, questo è particolarmente evidente. In nome di un garantismo ipocrita, sono stati liberati violenti criminali, mafiosi, e quant'altro offre il panorama criminale nazionale. Sarebbe il caso, che uomini come Carretta finissero in carcere a vita senza troppi se e ma. Invece di depenalizzare in modo irresponsabile, il Parlamento approvi leggi severe verso i criminali e tuteli di più le vittime. Casi Carretta vanno severamente puniti, anche per evitare facili simulazioni e soprattutto facili guadagni a danno di innocenti genitori, i quali hanno covato il loro amore nei confronti di un "mostro omicida". Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro

Redazione1
29.02.2004 15:44
Programma della Tenda della Pace a Sanremo

PROGRAMMA DELLA TENDA
2 - 6 MARZO 2004

MARTEDI 2 MARZO
- Arrivo della Carovana della pace
Ore 17.00 - Inaugurazione della Tenda con Tom Benettolo (Presidente nazionale ARCI)
- Riverse Mansion in concert
Ore 18,30 - Presentazione video "Speculum life" di Oscar Marchisio con Maffia Soundsystem djs.
Ore 20,30 - Spazio Sanremo Social Forum: Vittorio Agnoletto ed il Comitato "Piazza Carlo Giuliani"


MERCOLEDI' 3 MARZO
Ore 15,30 - Spazio Associazione "Cantami, o diva": slam poetry e gruppo di lettura con Wladimiro Amadeo.
Ore 17.00 - Spazio "Libera": in anteprima nazionale, Franco Carli legge e presenta il racconto "La polvere magica" di Jole Garuti (Referente di Libera per l'Educazione alla Legalità), inserito nel libro "Cybertà", "Visioni possibili di una realtà futura", a cura di E. Biondi e M.G. Mazzocchi, ed. Scheiwiller - Milano dicembre 2003.
Ore 18,30 -
Ore 19,30 - Spazio "Emergency"; proiezione del film "Arcobaleno nel deserto".


GIOVEDI' 4 MARZO
Ore 17.00 - Spazio CGIL CISL e UIL:
Incontro con la delegazione dei Lavoratori delle Twin Towers.
Ore 18,30 - Presentazione di PeaceReporter, giornale online sul tema della pace.
- Spazio SIAM: marcia dei ciechi (40 musicisti da tutta Italia lungo le vie della città per il riconoscimento dei diritti).


VENERDI' 5 MARZO
Ore 14,30 - Spazio Collettivi studenteschi "Spartaco" e "La Fenice": Assemblea pubblica autogestita sul tema: "Riforma Moratti: strategie per combatterla".
Ore 17.00 - Spazio SLC:
"L'informazione in Italia " con Paolo Serventi Longo (Segretario Nazionale FNSI), Fulvio Fammoni ( Segretario Nazionale SLC-CGIL), Michele Santoro (giornalista)
Ore 20.00 - Spazio Sanremo Social Forum: spettacolo della compagnia teatrale "Tanghiash" intitolato "Due donne di provincia", tratto da un testo di Dacia Maraini.
- Spazio Lavoro: manifestazione lavoratori delle poste.


SABATO 6 MARZO
Ore 11.00 - Spazio bambini: giochiamo alla Pace. Arriva il Ludobus - in collaborazione con l'associazione "Cantami, o diva"
- Spazio ARCI: "Giornata del Provinciale" attività promosee dai Circoli della provincia a cura di ARCI Nuova Associazione ed ARCI Servizio Civile.
Ore 15.00 - Spazio "Liberamente suoniamo le idee": rassegna di gruppi musicali emergenti. Suoneranno: So Many, Electroterrier, Articolp 18, Euforia, Jazz in Duet, Reverse Mansion, Feedback e Suonatori di frodo.
Ore 18,30 - Spazio "Suoni e Colori": danze della tradizione occitana.

----------------------------------------

Saranno presenti banchetti informativi di Arci Servizio Civile, Sanremo Social Forum, Italia Cuba, Pensionati CGIL CISL UIL, Auser-Filo d'argento, Libera, Emergency.

Durante tutto il periodo di apertura della tenda saranno inoltre presenti gli stands del commercio equo solidale a cura delle associazioni: Sottosopra, Garabombo e Terra dove andare.

maggiori informazioni sul sito
e programma day by day
www.tendadellapace.net

Redazione1
29.02.2004 15:52
I professionisti della politica di Cuccu44

" I PROFESSIONISTI DELLA POLITICA "
di Cuccu44
Cari lettori, Berlusconi in una delle sue solite stravaganti interviste, si è messo ad attaccare, senza mezze parole, i professionisti della politica, i quali secondo il cavaliere siederebbero esclusivamente a sinistra. Berlusconi ha certamente ragione quando parla di onorevoli che amano fin troppo la loro poltrona. Dimentica però che "professionisti della politica" si trovano certamente a sinistra, ma molti anche a destra. Dovrebbe ricordarsi che nella coalizione che presiede, si trovano personaggi come l'onorevole Gianni de Michelis, inquisito ed amico di Craxi, il quale “risiede” in Parlamento da varie legislature. Senza dimenticare i vari riciclati della Democrazia Cristiana e di tutto il pentapartito che hanno trovato “asilo” nelle fila della Casa della Libertà. Al di la delle facili critiche, Berlusconi, che da quando è al governo ha fatto varie riforme e leggi private, ne faccia finalmente una seria che affermi una volta per tutte, che non si può essere eletti in Parlamento per più di due legislature. Questa sarebbe l'unica riforma utile per mandare a casa i troppi professionisti della politica, i quali a questo Parlamento hanno portato e stanno portando solo miseria morale! Non credo che nessuno farà mai una tale proposta, basta solo ricordare i lauti stipendi milionari dei nostri parlamentari e tutte le agevolazioni di cui godono. Queste si che sono situazioni vergognose che andrebbero sanate. Chissà perché, gli aumenti di stipendio sono sempre votati all'unanimità! Che il cavaliere di colpo voglia fare il moralista, mi pare alquanto ridicolo. Da una parte o dall'altra, sono tutti professionisti della politica, e certo non fanno il bene del nostro paese, ma curano solo i loro affari privati. Berlusconi compreso! Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro.

Redazione1
1.03.2004 13:38
Badanti clandestisne

Risolviamo il problema delle "badanti clandestine"

Mi rivolgo a tutte le forze politiche per sottoporre un problema che in più occasioni

( sui giornali, nei dibattiti) è stato con forza evidenziato e che, secondo me, necessita di una risposta positiva perché interessa molti cittadini appartenenti ai diversi orientamenti politici.

Si tratta della presenza nel nostro paese di numerose badanti clandestine.

La passata sanatoria ha sanato situazioni pregresse ( 400.000 badanti regolarizzate) ma da allora la richiesta di badanti è continuata in modo costante e sappiamo che il canale delle quote annuali è assolutamente insufficiente a soddisfare la richiesta.

Le badanti, attraverso un passaparola di conoscenti già collocate nel nostro paese o con forti pagamenti a organizzazioni , arrivano nel nostro paese con il classico permesso turistico (molto facile da ottenere soprattutto nei paesi dell’Est), si fermano poi a lavorare diventando così clandestine relegando se stesse e i loro assistiti in una situazione di drammatico isolamento.( senza dimenticare il danno per la collettività per il mancato versamento di contributi da parte di queste lavoratrici)

Per questo credo sia opportuno che tutte le forze politiche si facciano carico di questo forte disagio convinta come sono che una proposta risolutiva di questa realtà verrebbe compresa dall’opinione pubblica che ormai o per esperienza diretta o indiretta apprezza il lavoro prezioso di queste lavoratrici straniere.

E’ ormai riconosciuta dalla società che le badanti svolgono un ruolo di assistenza e di cura insostituibili; i servizi sul territorio sicuramente sono molto di aiuto, di supporto,ma non possono garantire quella presenza costante e continuativa che invece queste persone offrono.

La passata sanatoria non ha creato allarme nell’opinione pubblica,non ci sono state proteste per una presenza così massiccia di queste lavoratrici straniere in quanto è stato riconosciuto l’importanza del loro lavoro per molte famiglie .

Tutte le forze politiche , pur con tempi diversi, hanno dovuto affrontare il problema e hanno valutato assolutamente legittima la loro regolarizzazione.

Aspettare una nuova sanatoria lasciando nel frattempo sia le badanti, sia gli assistiti ,sia le famiglie in una situazione di così grande insicurezza , ansia e solitudine non è solo ipocrita ma irrispettoso .

La clandestinità sta nuovamente dilagando ( tutte le associazioni che lavorano con gli stranieri possono confermare questa realtà) ; la politica deve affrontare questo problema con proposte concrete perché il destino di tanti nostri anziani deve interessare tutta la società.

Vanno create le condizioni affinché questo incontro fra domanda e offerta,su bisogni così importanti per molte famiglie, avvenga alla luce del sole e in modo soddisfacente per entrambi i contraenti.

Alla luce di queste valutazioni suggerisco 3 proposte :

1) affidare alll’Ufficio Provinciale del Lavoro un canale di assunzione per le badanti differenziato, sganciato dal meccanismo delle quote.

2) dare la possibilità a chi viene nel nostro paese con il permesso turistico di poter richiedere un regolare permesso di soggiorno se, alla scadenza del permesso turistico, è in grado di presentare un regolare contratto di lavoro come badante ( di almeno un anno).

Durante il periodo concesso loro dal permesso turistico avrebbero l’opportunità di conoscere,entrare in relazione con alcune situazioni famigliari con cui un domani potrebbero stabilire un rapporto di lavoro.

Non dimentichiamo che il lavoro di cura famigliare è difficile, delicato e dovendo diventare un rapporto intimo ha bisogno di tempi per una reciproca conoscenza e accettazione, per l’elaborazione di emozioni e questo periodo potrebbe essere prezioso al fine di stabilire in prospettiva un rapporto di lavoro più sereno e rassicurante sia per la badante che per l’assistito e i suoi famigliari.



3) istituire di nuovo la figura dello " sponsor" prevista dalla precedente

normativa in tema di immigrazione.

Ho provato, alla luce della mia piccola esperienza , ad avanzare alcune

soluzioni riguardo ad un problema così complesso .
Ho sentito il bisogno di inviare le mie riflessioni a tutte le forze politiche nella speranza che su certe tematiche scatti una convergenza ideale e morale che possa portare ad una convergenza politica.
Ringrazio per l’attenzione

e-mail: lucia.vainer@virgilio.it

Redazione1
1.03.2004 13:39
Badanti: condivido pienamente

Condivido pienamente la riflessioni da Lei fatte circa il broblema delle "badanti".

Rientra certamente in uno dei temi scottanti della regolarizzazione dei cittadini stranieri, che in questi ultimi anni
sono diventati particolarmente numerosi.
Il tema della clandestinità, scottante, deve essere fatto proprio da tutte le rappresentanze politiche, in particolare
da quelle di centro sinistra, da sempre le più sensibili.

Le proposte evidenziate sono interessanti. Sarà mio impegno tradurle in discussione negli organismi del mio partito
al fine di portare un contributo, che insieme ad altri, sia finalizzato alla risoluzione di questo importante argomento.

E' gradita l'occasione per inviarLe un cordiale saluto con gli auguri di buon lavoro.

Federazione Cremonese
Socialisti Democratici Italiani
Il Segretario
Angiolino Tolomei

Redazione1
6.03.2004 17:01
Il capitalismo è in bancarotta,,,

"ITALIA: CAPITALISMO IN BANCAROTTA"

di Cuccu44
Cari lettori, sono ormai mesi che in Italia si parla della situazione Parmalat, e di quel "fiancheggiamento" che le banche avrebbero attuato per arricchirsi in modo illecito. Per ora il coinvolgimento delle banche non è ancora del tutto chiaro, ma lentamente sta venendo alla luce un quadro, oserei dire "criminale", senza precedenti. Il problema Parmalat deve far ragionare profondamente gli italiani e tutta la classe politica, su dove stia andando la nostra economia, la quale si vanta d’essere tra le otto più importanti del mondo! Tremonti, da parte sua, annaspa nelle parole, mentre il quotidiano "Libero" di Vittorio Feltri, sta pubblicando da giorni notizie attinenti ad un certo coinvolgimento politico nel caso Parmalat. Callisto Tanzi, pare abbia pagato cifre con vari zeri a noti personaggi politici e non, tra cui Casini, Alemanno, Giuliano Ferrara, solo per citarne alcuni. Il Ministro Alemanno ha confermato che è vero, ma solo per ciò che riguardava un finanziamento ad una rivista agricola, e comunque non sapeva nulla circa la provenienza Parmalat di quei soldi! Difficile crederci! Una cosa è certa, chi ci sta rimettendo sono i risparmiatori, i quali hanno investito in Parmalat i loro pochi risparmi. Non si può dimenticare il caso Cirio, altra vergogna nazionale, con Cragnotti in carcere. Siamo di fronte ad uno sfascio totale, sia finanziario sia morale. Il capitalismo italiano credo stia fallendo e lentamente le sue crepe stanno venendo alla luce. Molto spesso l'economia, è stata oggetto di saccheggio da parte della politica e d’imprenditori poco accorti come in questo caso. Chissà come finirà ma una cosa è certa: la corruzione, politica e morale, in questa nostra nazione non è mai finita e soprattutto, manca la volontà politica di estirparla definitivamente.

N.B.: la vecchia e-mail cuccu44@freemail.it non è più in funzione. Si prega di utilizzare la nuova: cuccu44@SoftHome.net

n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro



Redazione1
6.03.2004 22:49
No alla missione in Iraq

gentile redazione le mando questo mio scritto veda se ritiene utile
pubblicare.
grazie.
Lettera aperta al Parlamentare di centrosinistra.
Le scrivo per chiederle di votare affinché la missione militare e civile
. Iraq non venga rifinanziata: nonostante l'uso dell'espressione
"missione umanitaria" si tratta di una missione sotto il comando di una
forza di occupazione, nel quadro di un'operazione di guerra specificamente
vietata dalla nostra Costituzione.
Si unisca alla maggioranza della popolazione italiana, si faccia portavoce
dei milioni di bandiere di pace che ancora sventolano dai balconi delle
nostre città. Faccia un gesto che contribuisca con chiarezza a
ripristinare la legalità internazionale. Saremo in tanti, ma proprio
tanti, a camminare al suo fianco.
Mai una guerra fu tanto contestata, prima ancora di essere scatenata, al
suo solo annuncio, come la guerra all'Iraq. Oggi, gli stessi massimi
responsabili di quella guerra riconoscono che l'accusa delle "armi di
distruzione di massa" che l'Iraq avrebbe posseduto, era priva di
fondamento; lo stesso Segretario di Stato degli USA, Colin Powell, ammette
che forse la guerra non era necessaria. Sono tutte cose che Lei sa, non
può non saperle, vista la responsabilità di cui è investito. Le chiedo di
considerarle, serenamente ma responsabilmente.
Le forze di occupazione non riescono a garantire la sicurezza nemmeno a sé
stesse, e di fatto tutelano solo un numero ristretto di presidi economici,
militari e delle comunicazioni, oltre agli impianti di estrazione
petroliferi. Tutte le infrastrutture civili sono esposte all'abbandono e
al saccheggio, nell'indifferenza o nell'assenza delle forze di
occupazione. Gli approvigionamenti alimentari, l'erogazione di acqua
potabile e luce elettrica, i servizi sanitari, tutto è compromesso e
deficitario. Queste cose da sole non fanno la libertà, ma senza tutte
queste cose, quale popolo può dirsi libero? Senza queste cose la vita è
quotidiana sofferenza ed umiliazione.
E' amaro e tragico doverlo ammettere, per chi crede nella democrazia e ha
in odio la dittatura -e sono certo che in questo io e Lei coltiviamo
profondamente gli stessi sentimenti- è amaro doverlo ammettere, dicevo, ma
la popolazione irakena oggi sta peggio di quanto non stesse sotto il
regime di Saddam Hussein: vive molto peggio. E anche chi, nella variegata
società civile irakena, era nei primi mesi di occupazione "rimasto alla
finestra", oggi si oppone con forza crescente alla occupazione. E' tempo
di ammetterlo: in Iraq non c'è nessuna "missione di pace".
Non c'è nessuna "forza" di pace, se non quelle (la cui "forza" poggia sull
'umanità e sulla natura preziosa del servizio che prestano a comunità
bisognose), dei volontari civili umanitari, delle strutture di
cooperazione impegnate nella ricostruzione di infrastrutture civili o nei
presidi elementari di sanità, in quelle di monitoraggio sul rispetto dei
diritti umani. Saprà che l'ultimo voto in materia del Parlamento di cui
Lei fa parte, ha tolto risorse a questo tipo di interventi -cioè alla
cooperazione internazionale delle Organizzazioni Non Governative- per
riversarle sulla missione militare (chiamandola "di pace"). E' un errore,
è una beffa, è una grave e imperdonabile offesa alla giustizia e alla
verità. La prego di fare ciò che è in suo potere, perché il nostro
Parlamento cancelli quell'errore, ponga fine alla complicità italiana nell
'umiliazione del popolo irakeno e nella copertura di una guerra e di una
occupazione ingiuste e disgraziate.
Non c'è nessuna "missione di pace" in Iraq: non prenda, il Parlamento, in
giro con leggerezza e cinismo gli italiani, non prenda in giro con
leggerezza e cinismo i militari tuttora là impiegati e le loro famiglie,
non prenda in giro il sentimento della maggior parte dei cittadini
italiani, amanti della democrazia, della pace, della solidarietà, ed
alieni a ogni comportamento o pregiudizio coloniale o neocoloniale.
Le chiedo scusa per la lunghezza, che le avrà sottratto un po' del suo
tempo, ma credo che comprenderà. Per chi non ha voluto ascoltare voci che
potevano -lo comprendo- parergli di parte, c'erano quei milioni di
bandiere a ricordarlo per mesi e mesi: le ragioni della pace e della non
aggressione sono le ragioni della maggior parte degli Italiani.
Per tutti questi motivi, Le chiedo un voto che sia NO alla guerra, NO all'
ulteriore coinvolgimento italiano in una occupazione ingiusta e nefasta.
NO a compromessi ambigui (astensioni o uscita dall'aula) che guardino agli
equilibri fra partiti, alle alchimie verbali, e neghino la realtà, e le
responsabilità che essa comporta. Non tradisca questa richiesta. Non
deluda l'attenzione con cui io -e tanti, come me e con me- guardo a ciò
che il Parlamento dirà e a ciò che verrà deciso.
La ringrazio.
francesco lena
via provinciale,37
24060 Cenate Sopra (BG)

Redazione1
6.03.2004 23:14
Anticipazioni sul Orizzonti Nuovi

ANTICIPAZIONI DAL PROSSIMO NUMERO DI ORIZZONTI NUOVI

Alla conferenza stampa di presentazione molti della societa' civile e dei
movimenti
Europee, lista aperta. Ecco il nuovo simbolo
I due leader: "Non rinunciamo all'ulivo, ma vogliamo rilanciarlo"

Rifinanziamento truppe in Iraq, il Triciclo disattende i pacifisti e non
vota.
Il vero motivo della presenza italiana a Nassirya

"Lo spirito vero dell'Ulivo e' unire"

La senatrice Zulueta spiega le vere ragioni per cui ha lasciato i ds

Questi e tanti altri argomenti trovi subito sul nostro giornale on-line (n.
5 anno 3 del 2/3/2004) sul nuovo sito di www.orizzontinuovi.org

più aggiornato e con delle novità (puoi accedervi direttamente dalla home
page del nostro sito www.italiadeivalori.it )

Nell'augurarti buona navigazione ricordiamo che si può contribuire al
progetto abbonandosi al nostro quindicinale cartaceo.
www.orizzontinuovi.org/index.php?pagina=abbonamento.htm

Orlando Vella
Direttore editoriale Orizzonti nuovi


Redazione1
6.03.2004 23:17
Sorveglianza Speciale

Sorveglianza Speciale

Cari e care,
questo testo verrà presentato alla stampa lunedì, in modo da stare sui
giornali prima del 10 marzo, quando il Tribunale di Venezia deciderà in
merito alla sorveglianza speciale per Luca Casarini.
I primi firmatari di questo appello rivolgono un invito a tutti e a tutte
affinchè, nonostante il poco tempo, si riescano a raccogliere tante e
significative firme di esponenti di movimenti, di società civile, della
politica, della cultura e delle istituzioni.
Invio questo testo all'indirizzario del Gruppo di continuità, del Comitato
fermiamo la guerra, alla lista dei Fori Sociali. Per favore, fatelo girare
all'interno di altre mailing list e dei vostri indirizzari.
Le firme devono arrivare alla mail:
giuseppe.caccia@comune.venezia.it
entro sabato sera.

Cari saluti
raffaella bolini
--------------

Il prossimo 10 marzo il Tribunale di Venezia si pronuncerà sulla richiesta
di applicazione della misura della sorveglianza speciale per anni due,
proposta dal Questore a carico di Luca Casarini.
La "sorveglianza speciale" è una misura di polizia che, pur non prevedendo
alcun procedimento penale con i suoi tre gradi di giudizio, risulta
pesantemente limitativa delle libertà personali: obbligo di residenza nel
proprio comune, ritiro del passaporto e della patente di guida, obbligo di
firma in Commissariato più volte al giorno, divieto di frequentare alcuni
luoghi e ambienti, vincoli di orario di uscita e rientro alla propria
abitazione, limitazioni alla comunicazione e così via, in maniera del tutto
discrezionale.
Si tratta di una provvedimento, direttamente derivato dal Codice Rocco, dal
Testo unico di legge sulla Pubblica Sicurezza e dalla legislazione speciale
costruita dal regime fascista, previsto dalla Legge Scelba del ´54 e la cui
applicazione viene motivata dall´elevata
"pericolosità sociale" del soggetto, tanto che negli ultimi decenni era
stata utilizzata prevalentemente nei confronti di personaggi legati alla
criminalità organizzata di stampo mafioso.
A Luca Casarini viene contestata l´organizzazione e la partecipazione a
decine e decine di iniziative di disobbedienza civile contro il modello
neoliberista di globalizzazione, contro la guerra, per la difesa di diritti
sociali, il suo ruolo attivo nei movimenti sociali degli ultimi anni.
Si possono condividere o meno le sue idee e le forme di lotta con cui
vengono affermate, ma sta di fatto che misure fortemente limitative della
libertà personale di Luca Casarini vengono richieste nei suoi confronti,
senza che sia stato condannato per alcun grave reato e unicamente sulla base
della sua incessante attività politica e sociale, svoltasi tutta alla luce
del sole e con piena assunzione di responsabilità.
L´applicazione della "sorveglianza speciale" nei confronti di un noto
oppositore politico dell´attuale Governo costituirebbe perciò un precedente
gravissimo: come cittadini, democratici, donne e uomini impegnati nelle
Istituzioni siamo seriamente preoccupati da
questa iniziativa e da che cosa una tale decisione significherebbe dal punto
di vista dei diritti e delle libertà, degli spazi di espressione e di
agibilità democratica nel nostro Paese.

Primi firmatari: Gianfranco Bettin, Sandro Bergantin, Beppe Caccia, Massimo
Cacciari, Roberto D´Agostino, Mara Rumiz, Luana Zanella
Per ulteriori adesioni:
mailto: giuseppe.caccia@comune.venezia.it
---------------------------------------------------------

Redazione1
6.03.2004 23:47
PRENDE IL VIA HANDY BANK

PRENDE IL VIA HANDY BANK:
un progetto della Fondazione culturale Responsabilità Etica per favorire l’accesso ai servizi bancari on-line alle persone disabili.
Primo appuntamento a Baone, in provincia di Padova, venerdì 5 e sabato 6 marzo.
Prende il via in questi giorni Handy Bank, un progetto della Fondazione culturale Responsabilità Etica, promossa da Banca Etica: si tratta di un percorso di formazione riservato a persone con disabilità fisica e sensoriale per favorirne l’accesso ai servizi bancari on-line.

Il percorso è articolato in quattro giornate di lezione: le prime due sono previste venerdì 5 e sabato 6 marzo a Baone, in provincia di Padova, presso l’Ostello “Colli Euganei”; le seconde, nella stessa sede, venerdì 26 e sabato 27 marzo. I servizi di Internet Banking sono apparsi fin dall’inizio una soluzione al problema dell’accessibilità e del rapporto delle persone disabili con le istituzioni bancarie, in realtà il loro utilizzo spesso non è così semplice o immediato. Per questo il programma del corso promosso dalla Fondazione Responsabilità Etica prevede una parte teorica relativa alle varie forme di banca on-line, ai problemi di accessibilità, agli ausili e alle tecnologie disponibili, e più in generale alla corretta gestione del rapporto bancario, e una parte pratica che approfondisce l’utilizzo concreto degli strumenti attraverso una serie di esercitazioni pratiche.

L’obiettivo è di fornire ai partecipanti l’opportunità di sperimentare personalmente le competenze apprese e di valutare e utilizzare i servizi on-line offerti dalle banche. Il progetto Handy Bank prevede nei prossimi mesi un analogo percorso formativo in Calabria.
Con invito alla pubblicazione
Ufficio stampa Banca Etica
Chiara Schiavinotto (cell. 340 5311835)
Koiné Comunicazione
E mail ufficiostampa@bancaetica.org

Redazione1
7.03.2004 12:31
Genova, processo ai no-global

GENOVA: PROCESSO AI NO-GLOBAL"

di Cuccu44
Cari lettori, a Genova è iniziato il processo a 26 no-global accusati di devastazioni e saccheggi nei giorni del G8. Un processo importante che si sta celebrando in un clima di forte tensione. Sono arrivati a Genova migliaia di manifestanti assolutamente contrari a questo processo. Sarebbe sbagliato condannare tutto il mondo no-global, ma certo a Genova, in quel maledetto luglio del 2001, non sono stati solo i black-bloc a devastare la città. Basta ricordare cos’è successo in Piazza Alimonia, per capire l'importanza di fare chiarezza su quei tristi giorni. Il Comune di Genova ha deciso di costituirsi "parte civile" in questo processo e credo abbia fatto bene. Credo fosse doveroso che i rappresentanti politici di questa città, facessero un passo del genere. Rifondazione Comunista pare che non abbia gradito e vergognosamente ha annunciato una crisi politica. Su Genova e soprattutto sul G8 sono state dette troppe parole ed ora è bene passare ai fatti, cominciando a processare i responsabili delle devastazioni ma non solo. Sarebbe fondamentale indire una Commissione d'inchiesta parlamentare sui fatti di Genova. Ci sono certamente grosse responsabilità da parte di alcune frange dei no-global, ma credo che la maggior parte di colpe vada attribuita alle forze dell'ordine e al governo che non ha saputo gestire un tale evento. Non sono ansioso di vedere dei condannati o degli assolti. Sono solo ansioso di capire perché nei giorni del G8, il diritto in questa città ha cessato di esistere! Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro
Si autorizza l'eventuale pubblicazione della presente lettera in ogni modo e con ogni mezzo.

Redazione1
7.03.2004 16:17
Emergency a Roma il 20 marzo

Pullman da Milano per manifestazione 20 marzo a Roma

Emergency sta organizzando pullman da Milano per la manifestazione mondiale per la Pace di sabato 20 marzo a Roma.
Partenza da P.le Lotto alle ore 24.00 di venerdì 19 marzo - Partenza da Roma per il ritorno alle ore 24.00 di sabato 20. Costo approssimativo 30 euro a/r.
Iscrizioni da martedì 9 marzo fino a giovedì 18 (esclusi sabato e domenica) presso la sede di Emergency in via Orefici 2 -dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 17.00 alle 19.00.
Possibili anche prenotazioni telefoniche e informazioni al n. 02881881 o via e-mail a nicogiaco@fastwebnet.it
pagamento quota tassativamente entro martedì 16 marzo, presso la sede, pena perdita della prenotazione.
Si prega di lasciare un recapito telefonico.

Man mano che verranno organizzati i pullman anche dalle altre città,
le indicazioni verranno inserite sul sito www.emergency.it, nella
sezione "incontri e news".
-----------------------------------------------------

Redazione1
7.03.2004 16:19
Far abbassare il prezzo della benzina

Ho ricevuto la proposta che segue, inviatami dal Co.Re (Consumo Responsabile), che mi sembra meriti di essere diffusa e ascoltata, tanto più che a provare non ci si rimette niente. Se invece dovesse avere successo, sarebbe una grande vittoria dei cittadini "in rete solidale"!
Rosalba Bonacchi

COME AVERE LA BENZINA A META PREZZO
"Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere: possiamo far abbassare il prezzo della benzina ai colossi del petrolio, senza dover rinunciare ad acquistare benzina!

Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amici. E' un'idea geniale!

Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.10 euro al litro. Possiamo far abbassare il prezzo solo se ci muoviamo insieme, in modo intelligente e solidale. Ecco come.


Posto che l'idea di non comprare la benzina un determinato giorno ha fatto ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi, si tratta solo di un pieno differito, perche alla fine ne abbiamo bisogno), c'e un sistema che invece li farà ridere pochissimo, purche agiamo in tanti.


La parola d'ordine e: colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli.

I petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia tra 0,95 e 1 euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far
loro scoprire che il prezzo conveniente è la meta.

Ormai i consumatori hanno scoperto che possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende, basta che decidano di usare il potere che hanno.

La proposta è che, da qui alla fine dell'anno, non si compri piu benzina delle due piu grosse compagnie, SHELL e ESSO, che peraltro ormai formano una compagnia unica.

Se non venderanno piu benzina, saranno obbligate a calare i prezzi. E se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre dovranno per forza adeguarsi.

Per farcela, p erò, dobbiamo essere milioni di clienti di Esso e Shell, in tutto il mondo.

Questo messaggio, proveniente dalla Francia, è stato inviato a una trentina di persone; se ciascuna di queste aderisce e a sua volta lo trasmette a...diciamo una decina di amici, siamo a trecento.

Se questi fanno altrettanto, siamo a 3000, e cosi via. Di questo passo, quando questo messaggio sara arrivato alla... settima "generazione", avremo raggiunto e informato trenta milioni di consumatori!

Inviate dunque questo messaggio a dieci persone, chiedendo loro di fare altrettanto.
Abbiamo calcolato che, se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo sensibilizzare circa 300 milioni di persone in otto giorni.
E' certo che, ad agire cosi, non abbiamo niente da perdere, non vi pare?

Redazione1
7.03.2004 16:33
No all'ennesimo boicottaggio...

ANOMALO BICEFALO E ORA BASTA:
L'ENNESIMO BOICOTTAGGIO!!
L'ULTIMA VOLTA DI DARIO E FRANCA
Con loro Paolo Flores d'Arcais, Marco Travaglio e Claudio Castelli

Eccoci di nuovo, siamo alle solite.
Alla quarta edizione di Ora Basta, la manifestazione contro la censura nata dall'esclusione di Raiot di Sabina Guzzanti, che si è svolta con grandissimo successo di pubblico a Roma, Milano, Napoli è che abbiamo programmato a Milano, domenica 7 marzo con lo spettacolo Anomalo Bicefalo di e con Dario Fo e Franca Rame HA SUBITO L'ENNESIMO BOICOTTAGGIO!
A Roma, il 23 novembre il sito www.igirotondi.it (che pubblicizzava l'iniziativa) rimase per tutti i 4 giorni precedenti l'evento COMPLETAMENTE BLOCCATO. Le scuse presentate dal provider dove eravamo ospitati (lavori in corso) sembrarono più scuse che reali problemi. Nonostante questo 50 città collegate in diretta, 3.ooo presenti all'Auditorium e 15.000 fuori davanti al maxischermo.
A Milano il 14 dicembre NESSUN GIORNALE NAZIONALE (a parte lìUnità) parlò dell'iniziativa ed il sever sul quale era ospitata la mailing list grossa dei Girotondi (20.000 persone...) non funzionava per inspiegabili motivi. Nonostante questo più di 7.000 persone presenti dentro e fuori al Palalido e centinaia di migliaia di persone sparse nelle 100 città collegate.
A Napoli, il 25 gennaio, il solito BOICOTTAGGIO DEI GIORNALI NAZIONALI (questa volta nenache l'Unità...) e 10.000 persone dentro e fuori il Palalido per una serata memorabile di spettacolo, musica e protesta.
Ed eccoci all'iniziativa del 7 marzo: è cominciata da 3 giorni la prevedita e NESSUNO DEI POSTI INDICATECI DALLA SOCIETA' CHE STA CURANDO LA DISTRIBUZIONE DEI BIGLIETTI HA ANCORA INIZIATO LA VENDITA, uno dei siti della prevendita online è STANAMENTE BLOCCATO (www.boxtickets.it) mentre è ancora funzionante l'altro: http://www.ticketweb.it/index.php?page=14&evento=3729.
A questo punto ci dobbiamo dare da fare tutti quanti, per far girare questa mail per gridare forte il nostro NO A TUTTI I TENTATIVI DI CENSURA!
Perchè Dario Fo e Franca Rame vogliono chiudere la trionfale tournè di Anomalo Bicefalo nella loro città.
E QUESTA SARA' L'ULTIMA VOLTA CHE SARA' POSSIBILE VEDERLI DAL VIVO.
E noi abbiamo deciso di incentrare l'ultimo appuntamento di Ora Basta sul loro spettacolo, riveduto e corretto. Con l'aggiornamento su tutte le vicende legate alla querela di Dell'Utri. Un altro tentativo di censura, dopo quelli (riusciti) nei confronti di Sabina Guzzanti, Michele Santoro, Daniele Luttazzi, Enzo Biagi, Rosalia Porcaro, Marco Travaglio....
Sarà proprio Marco Travaglio, insieme a Gianfranco Mascia ad intervistare il Dott. Claudio Castelli, segretario di Magistratura Democratica, e Paolo Flores d'Arcais, direttore di Micromega, intrattenendo per la prima mezzora la platea del Filaforum. Poi spazio allo spettacolo di Dario e Franca.
Promosso dal Coordinamento Lombardo dei Girotondi e dei Movimenti insieme Atlantide Tv, ARCOIRIS TV e con la collaborazione dell'ARCI, BancaEtica, CGIL, di Art. 21 e di Megachip
Il video dello spettacolo è coprodotto da Atlantide Tv e Planet


MILANO - Filaforum di Assago
Domenica 7 marzo dalle ore 16.30
PER TUTTE LE CITTA' COLLEGATE E PER LA TV:
(in differita) DALLE ORE 20.30

Informazioni su www.igirotondi.it

Redazione1
7.03.2004 16:36
No alla Guerra in Iraq di Deo Fogliazza

Rete dei Cittadini per l'Ulivo
Comitato esecutivo nazionale

Roma, 1 marzo 2004


Situazione in Iraq, voto in Parlamento per il rifinanziamento delle missioni
italiane, manifestazione per la pace del 20 marzo: su questi temi il
Comitato Esecutivo della rete dei Cittadini per l'Ulivo ha approvato il
seguente documento.


Sulla questione del finanziamento della missione italiana in Iraq l'Ulivo, a
suo tempo, si é espresso negativamente, con un voto unitario, esplicito,
fermo e motivato.

Da allora ad oggi non sono accaduti fatti tali da indurre una modifica di
quelle posizioni.

Sullo scacchiere internazionale ci sono altre vicende nelle quali truppe
italiane sono presenti in funzione di pace e per le quali l'Ulivo ha dato il
proprio assenso motivato.

Il Parlamento, in queste ore, é chiamato a decidere del rifinanziamento
delle missioni all'estero delle nostre truppe.

In riferimento a ciò i Cittadini per l'Ulivo sono per confermare le
posizioni già assunte: si alle missioni di pace già approvate, no alla
missione in Iraq che non va confusa con le prime, essendo invece missione
inserita in una situazione di guerra d'aggressione, preventiva e priva di
ogni copertura da parte dell'ONU.

Insomma, o si modifica del tutto il quadro nel quale si inserisce la
presenza italiana in Iraq, oppure non c'é alternativa al rientro in Patria.

Mentre ribadiamo il nostro "no" al rifinanziamento della missione e
chiediamo che vengano ritirate le truppe belligeranti, chiediamo anche che,
in maniera coordinata, vengano insediate forze di pace che, sotto l'egida
delle Nazioni Unite, favoriscano un'azione di accompagnamento dell'Iraq
verso la stabilità politica e verso una transizione democratica di cui sia
veramente protagonista il popolo iracheno.

Dalla maggioranza parlamentare l'Ulivo deve pretendere il rispetto dei
diritti della minoranza che - come in ogni democrazia avanzata - deve essere
messa nelle condizioni di esprimere con completezza le proprie posizioni.

Se, al contrario e come al solito, il centro destra farà prevalere i propri
interessi di parte, presentando un ordine del giorno blindato, allora
l'Ulivo non potrà che prenderne atto e, denunciando l'ennesima prepotenza
subita, dovrà far prevalere il no al rifinanziamento della missione in Iraq.

Quel voto sarà l'occasione per una vasta e capillare campagna di
informazione con la quale l'Ulivo riuscirà a spiegare agli italiani le
giuste e sacrosante motivazioni che stanno alla base di detta posizione e la
ferma volontà di chiedere al governo una svolta nella politica
internazionale che consenta di restituire l'iniziativa all'ONU nella
complessa questione irachena. La nostra rete è a disposizione dell'Ulivo per
dare un contributo in questa direzione.

In forza di queste argomentazioni, la rete nazionale dei Cittadini per
l'Ulivo intende aderire alla manifestazione per la pace che avrà luogo il
prossimo 20 marzo a Roma, convinta che il popolo della pace sia e debba
mantenersi multiverso, plurale, non riconducibile ad un solo orientamento
culturale e che le differenze non debbano scandalizzare né indurre a
rotture, tanto meno lasciare spazio a delegittimazioni reciproche, ma - al
contrario - debbano essere vissute come risorse positive per l'intero
movimento.
Deo Fogliazza
Coordinatore

Redazione1
7.03.2004 16:40
Una buona notizia...di Mariuccia Minelli

Una buona notizia.... segnalata da Mariuccia Minelli - Cremona- mariuccia.minelli@e-cremona.it


Comunicato stampa Rete Lilliput / Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Ufficio Stampa Rete Lilliput: Cristiano Lucchi 339/6675294 -
<mailto:ufficiostampa@retelilliput.org>ufficiostampa@retelilliput.org
CNMS: Francuccio Gesualdi 050/826354
Coop, vince la campagna lillipuziana, torna l'etichetta trasparente
4.000 mail e due settimane di tempo. Così la Campagna "SpronaCoop" ha
convinto Coop Italia
Firenze, 27 febbraio - Sono bastati 15 giorni e oltre 4000 email per
garantire il successo della Campagna "SpronaCoop", promossa dal Centro
Nuovo Modello di Svliluppo e da Rete Lilliput lo scorso 9 febbraio.
Attraverso l'invio di email a Coop Italia, "SpronaCoop" chiedeva al
colosso
della distribuzione italiana di reintrodurre l'etichetta trasparente sui
prodotti a marchio Coop. Un'etichetta che permetta ai consumatori di
conoscere il nome del produttore e quindi di poter esercitare il diritto
di
scelta verso quelle merci compatibili con i propri principi etici. Con il
recente restyling del proprio marchio infatti Coop Italia aveva deciso di
togliere questa indicazione garantendo in prima persona il rispetto degli
standard sociali adottati, grazie alla certificazione SA8000. Oggi con una
decisione del consiglio di amministrazione, Coop Italia ha accolto le
critiche che erano state mosse e ha deciso di reintrodurre, nei tempi
tecnici compatibili con la sostituzione delle etichette, il nome del
produttore.
"Prendiamo atto di questa decisione, che rappresenta per noi un momento
importante nel percorso del consumo critico italiano" ha commentato
Francuccio Gesualdi, animatore di "SpronaCoop", una campagna attivata da
una rete di cittadini e associazioni impegnate per la costruzione di
un'economia equa, solidale e sostenibile a livello locale e globale. La
campagna è coordinata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo aderente alla
Rete Lilliput, che in Italia ha lanciato il consumo critico come strumento
di pressione nei confronti delle imprese per indurle a comportamenti
sociali e ambientali più responsabili.
Info http://italy.peacelink.org/spronacoop/

Redazione1
7.03.2004 17:46
Terra di Confine...intervista a kevin Coster

Speciale - Conferenza stampa "Terra di confine"
Intervista a Kevin Costner
di Valeria Chiari

Alla sua terza opera come regista, Kevin Costner torna a parlare del west e dei cowboys che lo popolavano, raccontando una storia di amicizia, vendetta e di amore.
Ambientato nello sconfinato paesaggio delle praterie, "Terra di confine" si avvale anche dell'interpretazione di uno dei grandi del cinema d'oltre oceano, Robert Duvall, che infila il cappello e rimonta in sella per interpretare Boss Speramann proprietario di una mandria e abile pistolero. Paladino delle giuste cause, Boss insieme all'amico e socio Charley (Costner), sarà costretto ad affrontare ancora una volta la violenza, scontrandosi con un gruppo di pistoleri che tengono in pugno una piccola cittadina di frontiera.
Tra i protagonisti anche Annette Benning, la donna che conquisterà il cuore del solitario e malinconico Charley.

In questi ultimi anni Hollywood sembra piuttosto restia a produrre e a realizzare film western. Lei invece mostra di prediligere questo genere. Perché?
La maggior parte dei film americani di genere western prendono spunto e si sviluppano su dei cliché e il pubblico, che non è stupido, non vuole vedere solo un gruppo di attori con il cappello da cowboy. Vuole identificarsi con i personaggi e vivere un'avventura attraverso le loro passioni e le loro gesta più o meno eroiche. È quello che io stesso voglio vivere quando mi trovo seduto in un cinema. Quei personaggi ci mostrano come vorremmo o come dovremmo comportarci nelle difficoltà davanti alle quali la vita ci mette di fronte.

Decisamente anticonformista e controcorrente, in termini di economia produttiva però?
Si, tutta la mia carriera si è costruita in questo modo, controcorrente come dice lei. Non ho mai scelto in funzione della popolarità o del guadagno. È per questo che invece di fare "Balla coi lupi 2", o "Bodyguard 2" ho preferito rischiare con film come "Waterworld", e colgo l'occasione per sottolineare che quest'ultimo film non è stato affatto il flop di cui tutti i giornali hanno scritto, al contrario. Dei 200 milioni di dollari spesi il film ne ha incassati esattamente il doppio. La vera, grande scommessa è fare un film che potrebbe piacere al pubblico, rischiando che poi invece non piaccia. Resta il fatto che mi considero un narratore, il mio lavoro è raccontare storie e non diventare una celebre star.

Controcorrente anche rispetto al panorama politico attuale che non vede di buon occhio lo spirito bellico americano...
È vero. Ho girato questo film sapendo benissimo che avrei potuto andare incontro al malanimo sia degli stessi americani, sia degli europei che considerano l'America un paese di persone che si comportano ancora come dei cowboy. Ma alla fine credo sia un film più che mai appropriato, e non avrà successo per questo motivo.


Redazione1
17.03.2004 22:06
La Lega dei Comuni con l'Anci

STRAGI MADRID: GIOVANELLI (LEGAUTONOMIE) ADERISCE APPELLO ANCI PER
UNA RISPOSTA UNITARIA AL TERRORISMO

Roma, 12 marzo 2004 – Oriano Giovanelli, sindaco di Pesaro e presidente di Legautonomie (associazione che riunisce più di 2.500 enti locali), fa proprio l’appello del presidente dell’ANCI Leonardo Domenici a favore di una manifestazione contro il terrorismo da tenersi nei prossimi giorni a Roma.

“Riteniamo che in questo momento debba giungere dal nostro Paese un forte segnale di coesione contro il terrorismo internazionale e che si debba prendere una posizione netta che unisca forze politiche, istituzionali, sociali, culturali ed economiche. L’appello di Domenici va senz’altro raccolto. Sarà un gesto importante ma non resterà l’unico. Da oggi ogni amministratore locale proseguirà ancora più decisamente sul proprio territorio il lavoro per promuovere la pace e la democrazia. E’ un impegno che richiederà lo sforzo di tutti. Il nostro ci vedrà accanto allo stato e ai cittadini”.

Redazione1
18.03.2004 20:56
Con i manifestanti del 20 marzo....

Gentile Redazione Le mando questo messaggio per tutti i manifestanti del 20
marzo 2004 in occasione della manifestazione contro la guerra, e giornata
mondiale della pace, non potendo partecipare,vorrei essere presente con
questo mio semplice pensiero,veda se ritiene utile pubblicarla, grazie.
Pace, lavoro e solidarietà.
un semplice pensiero per la pace amore, amore, amore,
per i diritti, e per la solidarieta',
diritto al lavoro per tutti, diritto a una pensione dignitosa per tutti i
pensionati, diritto a una Sanita' che fuzioni bene e uguale per tutti i
cittadini, diritto a una scuola pubblica, e il diritto allo studio sia
garantito a tutti, diritto a un ambiente pulito e sano per tutti.
ma, soprattutto: pace, pace, pace, per tutti i cittadini del mondo.
ciao a tutti sono con voi e la storia siamo noi.
Francesco Lena Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
18.03.2004 20:58
Giu' il cappello, su l'elmetto

Giù il cappello, su l'elmetto?

L'11 marzo spagnolo fa temere un 11 giugno italiano. Il terrore diventa epidemico e ormai non c'è più rumore in metropolitana che non ci faccia pensare all'attentato arabo (non a caso sono diminuiti i passeggeri). Ieri il pm Stefano Dambruoso, titolare delle inchieste sul radicalismo islamico, ha detto, al termine della sua audizione al Copaco (il Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di stato), che a Milano è "accertata la presenza di mujaheddin combattenti disposti al sacrificio della vita anche come kamikaze".

Se aumenta a dismisura il pericolo e la paura, che si fa? Erezione di frontiere e barriere e fili spinati in ogni contrada?
La difesa, secondo il partito democratico mondiale (che va da Kerry a Zapatero), si articola su alcuni punti: efficace azione di vera "polizia", di competente e abile intelligence; messa al bando del concetto di guerra preventiva e abbandono dell'unilateralismo americano; salvaguardia dei diritti umani e quindi delle soluzioni tipo Guantanamo; legittimaziome e guida Onu della presenza in Iraq. Tutto bene se però, nel frattempo, non si dimentica di passare all'attacco: la secolarizzazione dell'Islam, attraverso un piano di lotta alla miseria con distribuzione gratuita di grande quantità di vino e salame. Nessuno al mondo può resistere a un buon bicchiere di rosso e a un piatto di felino!
Per scacciare l'odio e sciogliere i cuori bisogna offrire non cose da usare, ma cose da godere (la distinzione tra uti e frui è di quel grande nordafricano di nome Agostino). Prendete e mangiate, prendete e bevete... L'esperienza di mangiare e godere insieme porterà alla scomparsa dei fantasmi (i fantasmi non sono i morti, certo che no, sono i vivi quando si lasciano bendare da avarizia e invidia) e farà intravedere la bellezza della pace.

La pace è quel baccanale orgiastico dove non vi sia un partecipante sobrio.

Buona primavera
g.

----------
Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano - indipendente ds

Redazione1
18.03.2004 21:07
Zucchero dal Peru'

ZUCCHERO DI CANNA INTEGRALE E BIOLOGICO DAL PERU’

SI ALLARGA LA GAMMA DI PRODOTTI EQUOSOLIDALI MONDOVERO

Bologna, 18 marzo 2004. Zucchero di canna “bio” proveniente dal Perù. E’ questa la nuova referenza di Mondovero da pochi giorni in vendita nella grande distribuzione, che va ad arricchire la linea di prodotti equosolidali - biologici e convenzionali – composta da caffè, tè nero e verde, miele, cacao e cioccolato certificati da TransFair Italia, il marchio di garanzia del commercio equo e solidale.

Il nuovo prodotto è un pregiato zucchero di canna integrale, biologico, prodotto nella Sierra del Piura, nel Perù settentrinale, da Cepicafè, un’organizzazione che riunisce 51 cooperative per un totale di 2.200 piccoli produttori. Geograficamente la Sierra de Piura si colloca nella versante occidentale della catena andina, ed è caratterizzata da condizioni climatiche e del suolo uniche. Lo zucchero è ottenuto da una prima spremitura della canna e da un successivo riscaldamento del liquido che ne deriva: un procedimento minimo che permette di mantenerne inalterato il contenuto di sali minerali. Particolarmente ricco di magnesio e potassio, questo panela risulta quindi essere un ottimo reintegratore naturale.

Commercializzato finora in Perù, con Mondovero “sbarca” nel mercato europeo. Commercializzato da Mediterrabio, verrà distribuito in Gs, Carrefour e Naturasì in confezioni da 500 grammi (al prezzo di vendita al pubblico di 1,70 euro) e, per garantire alle comunità legate a Cepicafè una ulteriore possibilità di sviluppo, verrà confezionato direttamente sul posto. Un plus che si va ad aggiungere alla maggiorazione del prezzo di mercato, alla continuità nei contratti e al prefinanziamento, ossia le garanzie di Flo, l’ente di certificazione internazionale del commercio equo e solidale rappresentato in Italia da TransFair Fairtrade.

Con questa nuova referenza Mondovero - azienda che raggruppa l’esperienza e le professionalità di Conapi, il Consorzio Apicoltori e Agricoltori-Biologici Italiani, di Pompadour e di CoInd nella lavorazione di materie prime provenienti dal Sud del mondo - inaugura la stagione della tipicità agricola ed alimentare. Si tratta infatti di un prodotto che privilegia l’unicità della provenienza territoriale, lavorato in un’area ben determinata da singole cooperative di contadini secondo il metodo dell’agricoltura biologica e rispettando l’ambiente, le persone e il loro lavoro.

Un approccio, questo, profondamente innovativo per l’ambito alimentare del commercio equo e solidale, fortemente voluto da Mondovero per restituire intatti al consumatore il gusto, il sapore e la qualità di alimenti realizzati a partire da ecosistemi dalle caratteristiche climatiche e morfologiche uniche.



Per informazioni sui prodotti Mondovero: Mediterrabio, via Idice 299, 40050 Monterenzio (BO), tel. 051/6540211, mondovero@mediterrabio.com, www.mondovero.it.







NB: E' disponibile, su richiesta, la foto in alta risoluzione.













Ufficio stampa Mondovero

Mariagrazia Bonollo, Koinè Comunicazione

Tel. 348 2202662

koine@koinecomunicazione.it


******************************
koiné comunicazione
viale della repubblica 193/I
31100 Treviso
tel 0422 420888
fax 0422 314922
koine@koinecomunicazione.it

Redazione1
18.03.2004 21:15
Aldo Moro, vittima di chi?

ALDO MORO, VITTIMA DELLO STATO"
di Cuccu44

Cari lettori, era il 16 marzo 1978 quando lo statista Dc, Aldo Moro, fu sequestrato dalle Brigate Rosse. Sul suo rapimento si sono scritte parole su parole, si sono fatti convegni e conferenze, ma una cosa è certa, i veri responsabili, quelli occulti appartenenti alle istituzioni, sono ancora liberi. Chi ha voluto la morte di Moro? Perché nessuno ha fatto qualcosa di credibile per salvarlo? La storia, quella vera, parla chiaro, Moro si poteva salvare. Il suo rapimento era ormai una “quasi certezza”. Lo Stato però decise di non fare nulla, ma anzi pezzi delle Istituzioni si sono adoperati per inquinare le indagini. I responsabili occulti sono vari: la Cia, i servizi segreti italiani, alcuni elementi delle forze dell'ordine e certamente la politica, Dc in particolare. Moro era favorevole all'apertura a sinistra e per questo si decise la sua eliminazione. Credo sia la verità a cui il processo, che pare debba riaprirsi, dovrebbe arrivare. Lo Stato non ha voluto salvare Aldo Moro mentre ha fatto di tutto, nel 1981, per salvare dalle Brigate Rosse Ciro Cirillo, Assessore Regionale in Campania. Quest'ultimo, rimase nelle mani dei terroristi solo tre mesi, grazie all'aiuto determinante della camorra di Raffaele Cutolo e grazie ai soldi, circa un miliardo e mezzo, che lo Stato elargì ai terroristi. Due pesi e due misure, ed un morto di troppo! Sarebbe bene che i rappresentanti del governo, invece di pronunciare tanti discorsi ipocriti sull'uomo Aldo Moro, cercassero di arrivare a quella verità che tutti aspettiamo con ansia. In questo nostro paese, i responsabili delle stragi chissà perché non si trovano mai, e quando si trovano sono assolti (ad esempio per Piazza Fontana). Aldo Moro fu ucciso dal sistema questa è l'unica verità. Le Brigate Rosse furono solo il braccio esecutivo di un progetto criminale: quello dello Stato!
Cuccu44,sempre in prima linea!!!
n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro





Redazione1
25.03.2004 21:24
I 32 punti del programma della Margherita

Cari amici,

ho letto i 32 punti che formeranno la piattaforma del Congresso della
Margherita, come pubblicati su Europa di venerdì.

Vorrei quindi partecipare al dibattito, cominciando dai punti che
condivido.

Anzitutto condivido l'idea di fare una piattaforma, un'agenda, come ho più
volte sollecitato e come, in modo forse disorganico, ho cercato di fare
con le mie lettere; tuttavia leggendo, non si sfugge all'impressione che,
ancora una volta, si insegua.

Prima di addentrarmi nei singoli punti, vorrei osservare che manca un'idea
guida, che faccia da architrave alle varie proposte: mi pare che sia il
concetto della solidarietà circolare (della comunità verso la persona e
della persona verso la comunità), da me più volte più volte espresso e che
trova la sua formulazione nell'art. 4 secondo comma della Costituzione
(nei principi fondamentali!), che non a caso viene immediatamente dopo il
diritto al lavoro "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le
proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che
concorra al progresso materiale o spirituale della società": noto
incidentalmente che, per esempio, ogni intervento in materia di pensioni
trovi in quest'articolo il suo fondamento più saldo.

Bene dunque l'idea del n. 4 (welfare famigliare, anche se mi pare un po'
fumosa e bisogna vedere l'applicazione (come si sa il diavolo si annida
nei dettagli).

Nel complesso bene il n. 5 sulle pensioni, specie per la parte dei
lavoratori "discontinui e precari".

Numero 6, ("una piena e buona occupazione") speriamo bene.

Ottimo il numero 7 ("contratti nazionali, ma anche territoriali ed
aziendali"), ci sarà da convincere la CGIL, ma mi pare che l'idea sia
abbastanza nel DNA della CISL; per connessione qui manca qualsiasi
accenno, neppure problematico all'art. 46 della Costituzione (".....la
Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e
nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende"), per il
quale probabilmente vale lo stesso accenno di cui sopra circa il DNA;
sempre per connessione manca anche un accenno alla necessità di attuare
l'art. 39 della Costituzione, che parla della registrazione dei Sindacati,
anche se qui il DNA dei sindacati è contrario, ma credo che sia necessario
almeno parlarne.

Non male (escluso l'orribile titolo in inglese) il numero 12 sulla scuola,
manca tuttavia un cenno all'art.34 della Costituzione, che oltre a sancire
l'obbligatorietà e la gratuità dell'istruzione inferiore per almeno 8
anni, dice "i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto
di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende
effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed
altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".

Nel complesso bene, anche se generico il n.15, dove peraltro, dove si dice
che bisogna tutelare il patrimonio di prodotti tipici e colture locali,
manca un accenno al fatto che bisogna opporsi all'opera di distruzione di
tali prodotti attraverso i regolamenti europei che consentono pressoché a
chiunque di usarne il nome.

Bene il numero 25 "riforma delle istituzioni, guai a dissestare il paese",
che critica le intenzioni del Governo, omettendo però di precisare che
queste intenzioni vanno in senso diametralmente opposto ai principi
liberaldemocratici; bene anche perché è l'unico punto (salvo errori) in
cui è citata la Costituzione.

Ottimo, forse il punto migliore, il numero 27 "verso un servizio civile
nazionale", che sostanzialmente prevede l'istituzione di un servizio
civile obbligatorio di 4-6 mesi (presumo per maschi e femmine e senza
esenzioni di sorta), ma, come al solito, manca l'aggancio alla
Costituzione (art. 52 "la difesa della Patria è sacro dovere del
cittadino"), perché difesa della Patria non si fa solo con le armi, ma
anche, per esempio difendendone la bellezza, che è il nostro più grande
patrimonio; tuttavia la cosa, di grandissime potenzialità positive, deve
essere organizzata bene, e non sarà facile.

Passando alle carenze, cominciamo dalla politica estera.

Diceva il mio compianto professore di storia e filodsofia del Liceo che
per capire la storia bisogna anzitutto conoscere la geografia (uno dei più
bei temi di maturità che ricordi diceva sostanzialmente che la storia di
un paese è scritta nella sua geografia); l'Italia è in mezzo al
Mediterraneo, area con le tensioni che sappiamo, è la nazione al mondo che
ha i maggiori interessi in questo mare, possibile che la parola
Mediterraneo; neppure appaia (e sì che Prodi nel suo testo recente aveva
fatto ampi riferimenti)? l'Italia è a due passi dai Balcani, possibile che
non si parli di Balcani? l'Italia ha vincoli storici e culturali col
Sudamerica, che sta attraversando un periodo del tutto nuovo, nello sforzo
di affrancarsi dal dominio culturale, economico e politico degli Stati
Uniti, possibile che sembra che gli estensori del documento non ne abbiano
mai sentito parlare? è poi del tutto generico il numero 1 sull'Europa e
largamente incompleti i numeri 28 e 29, che trattano del rapporto con gli
Stati Uniti: fermo restando che ciò che ci unisce è maggiore di quello che
cui divide, tuttavia manca la consapevolezza che ogni rapporto futuro si
deve basare sull'eguaglianza fra le due parti e siccome, alla fine, la
parte militare ha un peso notevole nello stabilire l'eguaglianza, sarà
necessario aumentare le spese relative.

Di nuovo a proposito della geografia, l'Italia è fra i paesi al mondo col
maggiore rapporto fra lunghezza delle coste e superficie (ad occhio dopo
Cile, Norvegia e i vari stati insulari), dalle navi passa la maggior parte
del commercio mondiale, possibile che nel n. 18 (piano energetico) non si
parli delle autostrade del mare e nel n. 20 (infrastrutture) di porti e
navi?

Al n. 11 (fisco) manca ogni accenno al mantenimento della progressività,
sotto attacco del Governo, e che invece è strumento di una equa
redistribuzione della ricchezza, come espressamente previsto dall'art.53
della Costituzione.

Al n.17 (sport) non c'è la consapevolezza che il doping non lede solo il
principio della lealtà sportiva, ma è stato causa di numerose morti (il
triste caso di Pantani è solo il più recente di una lunga serie): perché
non si promuove una seria indagine in materia? per esempio prendendo gli
sportivi degli anni '60 e '70 a livello professionistico (i cui nomi sono
noti, basta prendere la Gazzetta dello Sport) e poi andarli a cercare uno
per uno e vedere quanti sono morti (poiché si tratta di persone al massimo
di 65 anni, dovrebbero essere tutti vivi, salvo incidenti stradali e
cancro) e per questi andare a vedere perché: la prima cosa per intervenire
è conoscere; inoltre il testo non nasconde una certa voglia di intervento
della politica, grave errore, anche con le migliori intenzioni, si lasci
che lo sport di base continui ad essere basato sul volontariato, la mano
pubblica faccia gli impianti e si tenga fuori dallo sport.

Al numero 22, le professioni, assieme ad alcune cose buone, manca tuttavia
la consapevolezza che nelle professioni sono le più forti corporazioni che
ci siano in Italia (è logico, probabilmente gli estensori ne fanno parte);
per esempio non si potrebbe cominciare a cambiare dai notai (anche con
riferimento al n.10 semplificare la vita degli italiani)? Per connessione
reintervengo sul n.12 (istruzione) per dire che non si dice una parola sul
fatto che, specie in alcune facoltà, i professori hanno il loro principale
interesse nell'attività professionale, lasciando le briciole agli studenti
(probabilmente, se fossero tutti come il professor Andrioli che ho
recentemente citato, l'Università sarebbe anche migliore).

Errore blu all'art.16: l'ignoto estensore ha scritto che "l'eccezionale
bellezza ......d'Italia (....) è un assetto strategico e decisivo";
l'infelice aveva in mente la parola inglese "asset", che vuol dire bene
(nel senso patrimoniale): un errore del genere squalifica il tutto, specie
in un paragrafo che tratta di patrimonio culturale.

Il N. 26 sulla giustizia ha parti buone (i primi 5 paragrafi, incluso
l'accenno alle ferie, che però in una graduatoria di priorità sono verso
il numero 757) e una brusca scivolata nel sesto paragrafo che alla fine
mette sotto controllo la Magistratura: lo so che bisogna far sentire ai
magistrati che, come per ognuno di noi, "gli esami non finiscono mai", ma
l'idea di farli dipendere in qualche modo dal Governo è da aborrire: al
primo Congresso della DC, 24-27 aprile 1946, nella relazione Gonella era
scritto: "1) Bisogna escludere ogni ingerenza del Governo sulla nomina,
carriere e trattamento economico dei magistrati; 2) gli alti magistrati
potrebbero essere eletti da corpi della magistratura". Il problema è serio
ma con gli slogan populistici (e tanto meno facendo il controcanto a
Berlusconi) non si risolve, anzi.

Salvo errori ed omissioni, gli altri paragrafi sono un po' generici e
tutti da riempire di contenuti.

Critica di fondo: in un periodo in cui la maggioranza pensa di cambiare la
Costituzione, parla di Costituzioine sovietica e pensa anche di cambiarne
la prima parte, mentre il Presidente della Repubblica quotidianamente ce
ne ricorda il valore, è molto grave che in un documento congressuale di un
partito di opposizione la Costituzione non sia citata, se non una volta di
sfuggita, mentre dovrebbe essere il nostro faro.

Mentre scrivevo questa lettera ho riguardato il documento Gonnella sopra
citato; esso giganteggia di fronte a questo documento e ci dice come si fa
politica e si coagula il consenso, ma erano altri tempi ed altri uomini.

Voto complessivo 6 -- di incoraggiamento.

Un caro saluto.

Piero Stagno



Redazione1
26.03.2004 18:24
No al decreto salva calcio

Gentile Redazione le mando questa mia lettera Veda se ritiene utile
pubblicarla, grazie.
No al decreto salva calcio.
Io dico un no secco al decreto salva calcio con i soldi della collettività,
con i soldi pubblici, se mai il calcio a bisogno di, dimagrimento,di
trasparenza, di moralizzazione.
Dico si a decreti mirati salva lavoro, salva stato sociale, salva vita per
le persone più deboli, salva sanità ,previdenza, assistenza, scuola.
Con tanti settori produttivi e aziende in crisi in Italia, il governo di
centrodestra, pensa al decreto salva calcio, e secondo me fa molto poco per
salvaguardare i posti di lavoro di tanti cittadini e per garantire uno
stipendio dignitoso a chi il posto di lavoro c'è là. Ancora meno viene fatto
per dare un lavoro ai disoccupati, quando ci vorrebbe una politica di
investimenti e di sviluppo per creare nuovi posti di lavoro, e che il
diritto al lavoro sia garantito a tutti.
Sullo stato sociale in Italia il governo di centrodestra a me sembra che
continui con la politica dello smaltellamento, dei tagli, sulla sanità
pubblica, sulla previdenza, sull'assistenza, sulla scuola, sulla ricerca,
tagli anche ai finanziamenti agli enti locali e di conseguenza sui servizi
ai cittadini.
Quando invece secondo me ci sarebbe bisogno di decreti, normative, di
provvedimenti, di una politica onesta seria e di grande impegno, perché la
sanità pubblica sia migliorata, e il servizio sanitario nazionale mantenga,
i suoi principi di unità, principi universalistici, di solidarietà, e il
diritto alla salute sia veramente garantito a tutti i cittadini in uguale
misura .
Fra qualche mese arriverà l'estate 2004, mi chiedo e chiedo quanti
investimenti, quanti decreti, quante normative sono state fatte per mettere
in atto una politica di attenzione alla persona debole, di prevenzione, di
riabilitazione, di ricupero, per cercare di potenziare
migliorare,qualificare, i servizi sociali sul territorio? Per salvare vite
umane? Anziani, malati, disabili i più deboli?
Ci siamo già scordati la morte di 8 mila anziani del 2003, per caldo
torrido, ma anche per la carenza e l'incuria dei servizi sociali sul
territorio.
Io sono una persona onesta e sono fiero di esserlo, sento il dovere di
pagare le tasse nella giusta misura, e vorrei che tutti i cittadini lo
facessero, però vorrei anzi voglio che le mie tasse vengano appunto
adoperate per avere dei servizi sociali pubblici, ed efficienti, una rete
di servizi sul territorio migliori, e per tutti i cittadini, in particolare
e sopratutto per i più deboli, per farli stare meglio, per salvare vite
umane, perché per me il valore della vita deve essere messo al primo posto
nella scala dei valori. Perciò dico con forza che vorrei decreti salva vita,
non salva calcio, decreti per avere una società più solidale,più giusta, una
società che faccia stare meglio i più deboli.
Lena Francesco via provinciale,37
24060 Cenate Sopra Bergamo


Redazione1
26.03.2004 18:27
Unità e cambiamneto a Brindisi di Michele di Schiena

UNITA’ E CAMBIAMENTO
ANCORA POSSIBILI NEL CENTROSINISTRA?

Brindisi, 25 marzo 2004 di Michele DI SCHIENA

Si è mortificato lo spirito delle Assemblee popolari dell’Universal che, all’insegna del motto “cambiare rotta”, avevano indicato al centrosinistra la via da seguire per uscire dalla grave situazione determinatasi dopo la caduta della Giunta Antonino a seguito delle inchieste giudiziarie tuttora in corso che avevano aperto sulla politica locale un inquietante scenario. Si era detto e si era convenuto che quei dirigenti i quali avevano commesso gravi errori politici (le eventuali responsabilità penali sono altra cosa e vanno valutate in sede propria) avrebbero dovuto fare un “passo indietro” dal ruolo dominante avuto di fatto nella politica di centrosinistra (e non solo nei termini riduttivi di rinunzie a candidature personali) per favorire l’unità di tutte le forze progressiste ed una radicale innovazione nei metodi e negli obiettivi programmatici. Ed in questa ottica l’Assemblea dell’Universal del 23 gennaio scorso aveva espresso, sia pure con dei limiti, una Commissione unitaria (partiti e società civile) col compito di formulare le direttrici programmatiche e di individuare i candidati a Sindaco di Brindisi e a Presidente dell’Amministrazione provinciale per poi sottoporre queste scelte all’approvazione di una successiva assemblea popolare col rilancio della partecipazione come metodo caratterizzante la nuova fase politica. Un lavoro che avrebbe potuto allargare l’unità fino ad allora registrata.

Quanti si erano spesi per scongiurare qualunquistici terzi poli comunque denominati e per far compiere all’intero schieramento progressista un auspicato salto di qualità devono oggi esprimere la loro delusione e la loro amarezza. E ciò perché proprio quei dirigenti del centrosinistra politicamente responsabili di una dannosa e fallimentare esperienza amministrativa che aveva aggravato la situazione ambientale ed occupazionale dimostrandosi incapace di progettare un nuovo modello di città e di sviluppo, ebbene proprio quei dirigenti che avrebbero dovuto dar prova di un “ravvedimento operoso” hanno invece, chi in primo piano e chi in posti di regia, preconfezionato (forse da tempo) e sostanzialmente imposto una candidatura a Sindaco di Brindisi che, pur nel sentito apprezzamento delle qualità personali dell’interessato, è apparsa alla maggioranza dei componenti della Commissione, e non solo ad essi, inaccettabile per il metodo che l’aveva generata e per un oggettivo difetto di novità. Ne è seguita la fine traumatica di detta Commissione che avrebbe dovuto anche dare un pregnante contributo alla conduzione della campagna elettorale.

Risulta allora chiaro che il problema centrale non è quello (pur rilevante) delle qualità personali di questo o di quel candidato ma è un altro e cioè quello se il centrosinistra sia oggi in grado o meno di dare a Brindisi, città dove per ovvi motivi è più pressante l’esigenza di cambiamento, un segnale forte ed inequivocabile di discontinuità rispetto al recente ed anche meno recente passato. Un tale segnale non si è voluto dare e perciò, dopo qualche tattica apertura verso candidature notoriamente inesistenti, si sono pregiudizialmente respinte tutte le proposte che potevano dare corpo e forza alla necessaria svolta, a partire da quella tendente a portare “una donna alla guida della città”, formulata in modo aperto e con la indicazione di alcune persone di elevate qualità morali e professionali impegnate da anni sul versante sociale. Si è anche a cuor leggero recato pregiudizio alla prestigiosa candidatura a Presidente della Provincia del senatore Gaglione. E siffatte scelte, condite dal malinconico ricorso a vecchie pratiche del gioco politico, hanno mandato in frantumi l’unità e accantonato l’atteso rinnovamento.

E’ ancora possibile ritrovare unità e innovazione? Temiamo che il tempo sia oramai scaduto salvo il caso di un vero e proprio recupero in “zona-Cesarini”. Un recupero che sarebbe forse possibile se l’avv. Vincenzo Guadalupi con generosità e lungimiranza rinunciasse alla sua candidatura e se i due maggiori partiti locali di centrosinistra traducessero subito in fatti politici concreti alcune sagge dichiarazioni come quelle più volte rese dal senatore Gaglione e quella recentissima del segretario pugliese dei DS Michele Bordo il quale il 23 marzo – e quindi dopo le ultime scelte in questione - ha detto testualmente: “A Brindisi si è chiusa definitivamente una fase politica cominciata nel momento in cui il centrosinistra ha deciso di condividere l’esperienza di governo di Giovanni Antonino … Chiedo a tutto il centrosinistra di Brindisi di ritornare a dialogare per superare le divisioni delle ultime settimane e giungere così all’individuazione di candidature, sia alla carica di Sindaco che a quella di Presidente della Provincia, unitarie e condivise”. Una ricetta questa da prendere sul serio se si vuole davvero contrastare con efficacia lo schieramento di destra.



COMUNICATO CON CUI ABBIAMO ABBANDONATO
LA COMMISSIONE LA NOTTE DEL 19 MARZO 2004

La Commissione espressa dall’Assemblea dell’Universal il 23 gennaio scorso ha dovuto registrare il suo fallimento per la ferma decisione dei gruppi dirigenti dei DS e della Margherita di predeterminare e sostenere fino alle estreme conseguenze una candidatura a Sindaco di Brindisi che la maggior parte delle altre forze politiche e dei rappresentanti della società civile hanno ritenuto, aldilà delle apprezzabili qualità della persona interessata, inaccoglibile per ragioni di metodo e perché non tale da esprimere quelle esigenze di innovazione da tempo richieste e divenute pressanti dopo il fallimento politico delle ultime esperienze amministrative segnate dalle note inchieste giudiziarie tuttora in corso.

Prendiamo atto che da parte dei dirigenti dei due maggiori partiti dell’area progressista si è operata una precisa scelta e cioè quella di privilegiare su ogni altra ragione l’intendimento di dare un segnale di sostanziale continuità col passato nei metodi e nei contenuti politici ignorando nei fatti la domanda espressa col motto “cambiare rotta” accolto solo formalmente nell’accettazione di alcune linee programmatiche che, in siffatta situazione, appaiono destinate a rimanere lettera morta.

La gravità della situazione venutasi a determinare viene confermata dall’orientamento espresso dal senatore Gaglione di ritirare la sua candidatura da Presidente della Provincia in difetto di una ritrovata unità resa impossibile dalla ostinata determinazione degli indicati gruppi dirigenti che ha pesato in negativo sui lavori della Commissione. E l’atteggiamento del senatore Gaglione fa preventivamente giustizia di un possibile “scaricabarili”, malinconico gioco al quale la vecchia politica fa spesso ricorso. Sta di fatto che questa lamentata ostinazione è divenuta, a nostro avviso, col passare dei giorni una vera e propria forza centrifuga che ha mandato in frantumi la coalizione con un danno politico che nessuna eventualità di ballottaggio e nessun esito elettorale potrà in breve tempo eliminare.

Allo stato dobbiamo dire con grande amarezza che sono venute meno le condizioni per la prosecuzione del nostro servizio all’interno della Commissione ma dobbiamo dire anche di avere comunque fatto una buona semina, in termini di sensibilizzazione democratica, i cui frutti positivi non tarderanno a maturare. Ciascuno dovrà assumersi ora le proprie responsabilità come noi lo stiamo facendo anche con questa nota E dovranno farlo pure quelle forze, politiche e della società civile, che hanno operato preventivi ed estemporanei ritiri aventiniani indebolendo all’interno della Commissione le posizioni di coloro che si sono impegnati a fondo per favorire il cammino verso gli obiettivi dell’unità e del rinnovamento. Obiettivi che, se subiscono oggi a Brindisi una mortificazione, rimangono pur sempre le direttrici fondamentali da seguire, specialmente in questa fase della vicenda italiana, per portare avanti un progetto alternativo a quello fallimentare e disastroso della destra berlusconiana. Continueremo perciò a dare il nostro contributo per il successo delle liste di sinistra e di centrosinistra ma lo potremo fare solo senza assunzione di corresponsabilità politica e nel ruolo marginale nel quale siamo stati di fatto relegati.

Brindisi, 20 marzo 2004

Giancarlo Canuto - Mario Carolla - Michele Di Schiena - Ennio Masiello





Redazione1
27.03.2004 13:49
Film: La grande seduzione

La grande Seduzione

Titolo originale: La grande Seduction
Nazione: Canada
Anno: 2003
Genere: Commedia
Durata: 110'
Regia: Jean-François Pouliot
Sito ufficiale:
Sito italiano: www.bimfilm.com/lagrandeseduzione


Cast: Raymond Bouchard, David Boutin, Benoit Brière, Pierre Collin, Lucie Laurier, Bruno Blanchet
Produzione: Roger Frappier, Luc Vandal
Distribuzione: Bim
Data di uscita: 26 Marzo 2004 (cinema)

Trama:
A Saint-Marie-La Mauderne, un piccolo villaggio di fieri pescatori, gli abitanti sono purtroppo costretti a vivere con gli aiuti governativi. Dopo la partenza del sindaco verso la grande città, Germain, un uomo semplice, decide di prendere in mano la situazione. Un filo di speranza è costituito da un'impresa che intende aprire una piccola fabbrica proprio nella loro località, ma affinché questo si realizzi, Germain deve attirare un medico in quel minuscolo villaggio. L'occasione arriva il giorno in cui un giovane medico giunge a Sainte-Marie-La-Mauderne per soggiornarvi per un mese intero. A quel punto Germain, consapevole del fatto che quell'uomo costituisce la loro unica speranza di salvezza, si mette in moto per trasformare la piccola località in un villaggio da sogno per questo medico forestiero.

Redazione1
28.03.2004 14:37
Communitas cresce

Sono particolarmente lieto di informarvi che oggi 27 Marzo 2004 è stato costituito il circolo Communitas 2002 di Ivrea. Questo ampliamento dell'Associazione è di grande significato in quanto nesce nell'ambito naturale in cui 50 anni fa si sviluppò il movimento di Comunità di Adriano Olivetti da cui la nostra Associazione trae ispirazione.
Il circolo Communitas 2002 di Ivrea è coordinato da Matteo Olivetti, già nostro socio. Matteo è un noto architetto che opera ad Ivrea nel settore dell'edilizia innovativa, ma è anche un designer che ha presentato opere che sono state premiate in sede europea.
Credo quindi di interpretare il sentimento di tutti i soci nell'inviare a Matteo l'augurio di buon lavoro per costruire una realtà concreta e proiettata nel futuro sociale di Ivrea, traendo ispirazione e forza dalle idee fondanti di Communitas 2002 a lui ben note e dense di passione civile.
Quanto prima daremo indirizzi e recapiti della nuova sede.
Angelo Salvatori

Redazione1
29.03.2004 21:16
Camorra e far west a Napoli

"CAMORRA E FAR WEST A NAPOLI"
di Cuccu44
Cari lettori, Annalisa Durante, la ragazzina colpita da un proiettile in un agguato di camorra a Napoli, è morta! L'ennesimo innocente, che muore ammazzato dalla mano assassina della camorra. Nello stesso agguato altre due donne sono rimaste ferite, ma poteva essere una vera strage. La camorra da sempre spadroneggia nei quartieri napoletani, imponendo la sua legge violenta. Lo Stato da parte sua, non ha mai preso in seria considerazione il fenomeno camorristico. Basta leggere le cronache passate, per trovare molti nomi di innocenti ammazzati in agguati di camorra.Un nome tra tanti è quello di Silvia Ruotolo, uccisa nel 1997 nel quartiere Arenella mentre camminava con la figlioletta. A Napoli ed in tutta la Campania, vige un vero e proprio "Stato nello Stato", una situazione da "Far West" che solo gli ipocriti fanno ancora finta di non vedere. In uno stato democratico e civile, non si dovrebbe permettere un assassinio come quello che ha coinvolto la povera Annalisa, invece in Italia, grazie a leggi iper garantiste (per i criminali), e soprattutto grazie alle troppe connivenze malavitose con la politica (basta leggere gli atti della commissione parlamentare antimafia), si permette alla criminalità organizzata di fare le “veci” dello Stato. Il Ministro Pisanu ha inviato a Napoli il Vice Capo della Polizia, mentre il Sindaco di Napoli, ha convocato d'urgenza il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Tutto da copione, cose già viste troppe volte in passato ma che non sono servite a niente. Contro la camorra ci vuole la massima repressione a cominciare dall'uso dei militari. I nostri soldati inviati inutilmente in Irak, sarebbe stato meglio inviarli a controllare le vie di Napoli! E' inutile urlare allo scandalo. La morte di Annalisa è da addebitare moralmente allo Stato, il quale da una parte s’indigna e dall'altra se ne lava le mani! Cuccu44,sempre in prima linea!!!


n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro

Redazione1
18.04.2004 19:17
Quale fine per gli ostaggi ?

QUALE FINE PER GLI OSTAGGI?"
di Cuccu44

Cari lettori, sul destino dei tre ostaggi italiani ancora nelle mani dei terroristi iracheni, non si sa ancora niente. Tutti speriamo in una loro liberazione anche se credo appesa ad un filo. Le lacrime dei familiari devono colpire nel profondo tutte le coscienze civili di questo nostro paese, rendendolo, almeno in quest’occasione, unito e solidale! Ho letto che per il governo la liberazione dei tre ostaggi è il problema primario a cui far fronte, ma allora vorrei chiedere al Cavaliere cosa ci faceva nella sua villa in Sardegna quando Quattrocchi è stato ucciso, ed ancor più vorrei sapere, come ha potuto il Ministro Frattini partecipare a "Porta a Porta" benché già sapesse della morte del giovane!Domande a cui il governo deve dare risposte chiare! E' bene a questo punto, che tutti i civili italiani in Irak tornino in patria. La situazione è fuori controllo, morte e disperazione sono le uniche realtà che si possono trovare in abbondanza in Irak. Al di la della sacrosanta preoccupazione per i nostri connazionali rapiti, vorrei porre una domanda ai familiari degli ostaggi: perché i loro cari hanno deciso un mestiere tanto pericoloso?Cosa ci facevano in Irak?Perché decidere di rischiare la propria vita per lavoro? Domande lecite su cui bisogna riflettere. Nel loro mestiere la possibilità di essere rapiti o uccisi è reale. Ciò va detto per completezza di cronaca, sennò si lascerebbe la verità a metà. Spero che l'appello inviato ai terroristi tramite la televisione, possa colpirli nel loro cuore portando alla liberazione degli ostaggi. Gli unici responsabili di tutta questa tragica situazione in Irak, sono quei politici che dalle loro stanze dorate, mandano giovani soldati a morire per una democrazia che con le armi non si potrà mai raggiungere! Cuccu44,sempre in prima linea!!!

n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - cuccu44@softhome.net

Redazione1
18.04.2004 19:45
Per i nostri soldati in Iraq

Per i nostri soldati
In Iraq per tutti i
Giovani e per la
PACE

È nato un fiore
Tra mille cose cattive
Nel deserto del
terrore
È nato un fiore
Accanto a un cannone
Ed un ragazzo
E la sua canzone.
Mettete dei fiori
nei vostri cannoni
sparate l'amore
date emozioni
è nato un fiore
lì sulla luna
che aspetta di essere
l'ultimo essere
a poter dire
che guerra infame
è nato un fiore
in ognuno di noi
nel nostro cuore
aspetta il coraggio
e non la morte
di un altro fiore
basta la guerra
non è creativa
distrugge solo
è troppo cattiva
non fate la guerra
fate l'amore
questo vi chiedo
con tutto il cuore
Francesco Lena Bergamo

Redazione1
18.04.2004 20:42
La petizione donne dell'ANPI

petizione donne dell'ANPI
La Storia è chiaramente soggetta ad interpretazioni ma i fatti per fortuna testano fatti: chi ha ucciso resta un assassino e chi ha tradito resta un traditore.

Andate a leggere e, se credete, a firmare al sito indicato
http://www.anpi.it/dichiarazioni/donne_180304.htm

LETTERA APERTA

On. STEFANIA PRESTIGIACOMO
Ministro delle Pari Opportunità
Via Barberini, 38 00187 ROMA


Onorevole Ministro,

abbiamo letto, con meraviglia unita a sconcerto, le
espressioni con le quali, nella Presentazione al
primo volume di Italiane, ha ritenuto opportuno non
soltanto ringraziare tutte le figure femminili
ricomprese nei tre tomi dell'opera, ma sostenere che
a queste figure, nessuna esclusa, "Tutta l'Italia
deve un grazie".

Ci sia permesso di dissentire.

Il Suo Ministero, evidentemente non riteneva di fare
opera storica. Infatti a nessuno è mai venuto in
mente di "ringraziare" tutti i personaggi che hanno
avuto un posto nella storia, la quale annovera anche
qualche presenza problematica, tanto per fare un
paio d'esempi, da Caino a Hitler. L'intento, quindi,
era sicuramente quello di offrire all'opinione
pubblica biografie di donne la cui vicenda si possa
considerare esemplare e degna di essere ricordata.
Lo scrive Lei stessa in termini espliciti: "In
queste 200 donne, ricche e povere, del nord e del
sud, raffinate e incolte, belle e meno belle, umili
e proterve, sensuali e angelicate, in tutte risiede
la forza e l'intelligenza. Ed il merito di avere
contribuito, clamorosamente o impercettibilmente,
alla crescita collettiva delle donne, alla loro
evoluzione, alla loro coscienza d'essere
protagoniste".

Siamo curiose di sapere a quali titoli rientrino
nell'ambito delineato figure come quella di Claretta
Petacci. Con tutta la pietas per l'esito tragico
della sua vita, non ci pare si possa sostenere che
da lei sia derivato un contributo all'evoluzione
delle donne. La sfortunata amante del duce
apparteneva a una famiglia di noti profittatori -
tutti gli storici sono concordi nell'affermarlo -
che misero a buon frutto la relazione della loro
congiunta. L'unico titolo che le si può riconoscere
è quello della fedeltà al suo uomo. Ma questa è una
qualità che si ritrova, purtroppo, anche in figure
tutt'altro che commendevoli, come alcune donne della
mafia.

Fatichiamo anche a comprendere l'inserimento di
Rachele Guidi, moglie di Mussolini. Le due
curatrici, Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, ci
parlano di lei in questi termini: "... Rachele
Mussolini, moglie appartata che costituisce il
modello della popolana italiana capace di affrontare
con coraggio e dignità la buona e la cattiva
sorte...". Per la verità "donna Rachele", come
veniva chiamata, non fu molto appartata, incline
com'era a costruire attorno a sé una specie di corte
di fedelissimi e tutt'altro che aliena dal
partecipare a intrighi politici e a stringere
stretti rapporti con i nazisti, come è confermato
anche da documenti emersi di recente, tra cui la
denuncia ai tedeschi di quel prete romagnolo, reo di
avere fatto una predica non in linea con le esigenze
del regime, il quale, arrestato il 6 dicembre 1943,
gustò le delizie di una "villeggiatura" a Dachau.

Ma non ritiene, Onorevole Ministro, che il tipo
della popolana italiana evocato sia rappresentato
molto più adeguatamente da altre figure, tra cui la
contadina Genoveffa Cocconi, madre dei sette
Fratelli Cervi? Ma Genoveffa, chissà perché, non è
stata ritenuta degna di menzione tra le oltre
duecento donne di Italiane.

A proposito di "intelligenza", evidentemente sono
state considerate doti anche l'intelligenza con il
nemico e il collaborazionismo, tanto da accreditare
la biografia di Piera Gatteschi, presentata
trionfalmente dal Secolo d'Italia come "... la
mitica comandante del primo Corpo militare femminile
istituito in Italia: il Saf, le Ausiliarie della
Rsi".

Ma il culmine, la raccolta patrocinata da Lei e
dalla Presidenza del Consiglio, a spese dei
contribuenti italiani, l'ha raggiunto con Luisa
Ferida. A quanto si apprende dalle dichiarazioni di
Anna Foa, che ha curato la relativa voce, di questa
donna si sottolineano nell'opera tutte le
responsabilità, che non sono poche perché la Ferida,
con il marito Osvaldo Valenti, era sicuramente
collegata alla famigerata banda Koch, formata dai
peggiori criminali e torturatori della repubblica di
Salò. Le prove di questo collegamento sono
inoppugnabili. Non capiamo quindi perché dovremmo
ringraziarla. Né possiamo ringraziarla per altre
circostanze, dato che gli stessi storici propensi a
tesi assolutorie, scrivono che i due, Valenti e la
Ferida, finirono nel "buco nero" della banda Koch
forse più per ragioni di comune consumo di morfina,
eroina, cocaina e simili che per motivazioni
politiche. Commendevole anche questo?

Tanto abbiamo ritenuto doveroso dirLe mentre, nel
salutarLa cordialmente, Le confermiamo che le donne
che hanno partecipato alla Resistenza sono
disponibili a collaborare ad ogni iniziativa che sia
rivolta davvero a fini di promozione.

Il Coordinamento Femminile
dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia

Roma

Redazione1
19.04.2004 09:12
Ha ragione il Papa !!

18/4/2004
Cari amici,
Permettemi anzitutto di esprimere la mia più totale adesione a quanto il
Papa ha detto oggi all'Angelus sulla drammatica e tristissima vicenda dei
nostri connazionali rapiti in Iraq: le parole "Vi supplico...."
provenienti da un'autorità religiosa di tale livello dovrebbero smuovere i
cuori, tale almeno è la speranza di tutti.

A riprova (se mai ce ne fosse bisogno) della drammaticità della situazione
leggo sul numero di ieri di Europa (il giornale della Margherita) quanto
segue:

"......Il Cardinale Martino ha ricordato che nell'Iraq di Saddam Hussein i
Cristiani vivevano in un regime di relativa libertà di coscienza (nota
mia: la cosa era ben conosciuta e da me più volta ricordata). ..il
risultato è che nei territori controllati dai curdi, sede storica del
cristianesimo e del monachesimo caldeo, ora i cristiani sono uccisi e i
monasteri distrutti (nota mia: la stessa cosa sta succedendo in Kosovo).
Persino in Israele, dove da decenni vige una legislazione contro il
proselitismo cristiano non dissimile da quella in vigore nei paesi
islamici, ai religiosi ed alle religiose cattoliche impegnate nelle scuole
e negli ospedali in Terra Santa il governo non sta rinnovando il permesso
di soggiorno: un altro passo verso la cancellazione della presenza
bimillenaria dei Cristiani nella terra di Cristo....."

Sono notizie che fanno pensare.

C'è qualcuno che ne sa di più?

Un caro saluto.

Piero Stagno

Redazione1
19.04.2004 09:14
Viza Zapatero

Zapatero ritira le truppe !
Fassino ha detto che questa volta ci deve proprio pensare.
Viva Zapatero!
Viva Zapatero!
Viva Zapatero!
Viva Zapatero!
Eccetera.
rino sanna

Redazione1
19.04.2004 09:38
Con i pensionati in piazza per il carovita

"PENSIONATI IN PIAZZA CONTRO IL CAROVITA"
di cuccu44
Cari lettori, i pensionati sono scesi in piazza contro il carovita e la riduzione del potere d'acquisto delle loro pensioni. Una battaglia sacrosanta che va appoggiata senza se e senza ma. Il problema delle pensioni da fame, credo sia un tema su cui la politica dovrebbe finalmente riflettere seriamente. Invece il Cavaliere, pensa a risanare l'economia del paese, tagliando i ponti festivi ai lavoratori e facendo pagare meno tasse ed imposte ai più ricchi. Ma dov'è la giustizia sociale? I poveri sono sempre di più e i pensionati sempre più abbandonati nella loro miseria. L'economia andrebbe aiutata diversamente, cominciando all'opposto a far pagare di più i ricchi e meno i poveri e quelli che non raggiungono una certa soglia di reddito. In questo modo i consumi potrebbero aumentare nuovamente e l'economia forse riprendersi. Se un pensionato prende un milione al mese o poco più, potrà spendere ben poco è inutile raccontare il contrario. Le spese sono tante, gli affitti troppo esosi, senza dimenticare i servizi che sono tutti aumentati, compresi quelli essenziali come gas, luce, acqua e telefono. Per certi beni bisognerebbe tornare ai prezzi politici, per evitare vergognose speculazioni sulla pelle delle fasce più deboli.Il governo invece all'opposto, ha aumentato la pressione fiscale sulle fasce meno agiate e con la politica della "no tax area", sta facendo pagare più Irpef alle fascie medio basse!Questa è realtà, non le bugie raccontate da Tremonti e dal governo. I pensionati hanno il diritto di avere i servizi essenziali gratuiti e soprattutto di avere una vecchiaia dignitosa, senza dover "tirare la cinghia" fino alla morte!



Cuccu44,sempre in prima linea!!!


n.b.: Cuccu44 è Walter Lanaro - cuccu44@softhome.net
Si autorizza l'eventuale pubblicazione della presente lettera in ogni modo e con ogni mezzo.






Redazione1
19.04.2004 10:05
Film: la passione di Cristo

La passione di Cristo

Titolo originale: The passion of the Christ
Nazione: Usa/Italia
Anno: 2003
Genere: Drammatico
Durata: 130'
Regia: Mel Gibson
Sito ufficiale: www.thepassionofthechrist.com


Cast: James Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Ivano Marescotti, Rosalinda Celentano, Claudia Gerini, Sergio Rubini
Produzione: Bruce Davey, Mel Gibson, Stephen McEveety
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 07 Aprile 2004 (cinema)

Trama:
Il film rivive le ultime 12 ore compresa la crocifissione di Gesù Cristo.
----------------------------
La passione di Cristo
La via scelta da Mel Gibson per raccontare le ultime ore della vita di Gesù Cristo è quella del realismo. L'accusa, quindi, di aver ecceduto nelle scene di violenza, indugiando su particolari ripugnanti e nauseanti, suona un pò falsa, se non ipocrita. Raccontare di come si moriva, quasi duemila anni fa, inchiodato ad una croce di legno dopo essere stato fustigato con fruste alle cui estremità sono appesi pietre e chiodi, non è certo un'operazione da commedia brillante ed il nasconderne le pene e le laceranti conseguenze non sarebbe stato coerente con gli intenti del regista ed attore australiano. Che il lavoro di Gibson sia improntato ad un realismo storico quanto culturale - pur in presenza di alcune apparizioni sataniche di dubbio gusto - lo testimoniano anche le scelte di far recitare gli attori in aramaico e latino (con sottotitoli, per fortuna) e di ascrivere ai centri di potere nella Palestina di allora - i Romani, i Farisei, la corte di Erode - la responsabilità per la morte, terrena, di questo figlio di falegname giunto dalla Galilea. Non è detto che sia andata proprio così, ma certamente è uno scenario possibile e, tra l'altro, quello più accreditato. Più che un film antisemita, come accusato da qualcuno, sono del parere che è un film contro il potere del quale mette a nudo la fredda e inscalfibile logica della ragion di Stato: il mantenimento dell'ordine per i Romani, la protezione della proprie posizioni di predominanza intellettuale per i Farisei, la conservazione dei privilegi di una corte lubrica e sfrenata per Erode.
L'operazione intellettuale messa in atto da Gibson mi sembra tutto sommato riuscita. Come detto, l'opera ha una sua coerenza ed una linea guida dalla quale il regista e sceneggiatore (assieme a Benedict Fitzgerald) non si discosta. Però, forse, proprio in questa adesione totalizzante all'assunto ideologico del copione, il film incontra i suoi limiti. La mancanza di una volontà poetica, od anche solo estetizzante, tarpa le ali ad un'opera che oltre al ribrezzo per il rumore degli arti spezzati avremmo voluto ricordare anche per qualche vibrazione interna che il dramma di un uomo crocifisso - per salvare l'umanità intera - avrebbe dovuto suscitare. Gibson ci prova, ma sono pochi momenti. Ci riferiamo alla scena in cui gli anziani del sinedrio decretano la condanna a morte di Gesù o all' "Ecce homo" urlato da un Pilato esterrefatto dalla ferocia della folla, o al composto e nobile dolore di Maria interpretata dalla bravissima attrice rumena Maia Morgenstern.
Per il resto, la storia marcia spedita nei suoi binari senza tentennamenti o dubbi di sorta. Così come il Cristo di Jim Cavaziel ("La sottile linea rossa") che non sembra nutrire soverchie speranze circa la sua sorte e porta la Croce fino all'ultimo sospiro sofferente. Attorno a lui si muovono i personaggi - ora disperati, ora impauriti, ora inermi. Molti di questi sono interpretati - date le location italiane (Cinecittà e la città vecchia di Matera ) - da attori di casa nostra: Monica Bellucci (Maria Magdalena), Mattia Sbragia (Caifa), Luca Lionello (Giuda), Rosalinda Celentano (Satana), Sergio Rubini (Disma). Tra questi anche Claudia Gerini - capace di una maschera drammatica che, confessiamo, non gli conoscevamo - nel ruolo di Claudia Procura, moglie di Pilato, l'unica, tra i romani dominatori, a provare pietà nei confronti del condannato a morte.
Gli altri romani, le truppe imperiali, sono composte da una marmaglia sghignazzante ed oltraggiante, sadica ed insensibile: prodromi della futura inarrestabile decadenza?

Daniele Sesti
-------------------------------------

Redazione1
19.04.2004 11:23
Viva la Pace

Se avessi...

di Victor Jara

Se avessi...
Se avessi un martello
Lo batterei al mattino
Batterei alla sera
Per tutte le città
"attenti al pericolo"
dobbiamo riunirci
per poter difender
la pace
Se avessi una campana
Suonerei al mattino
Suonerei alla sera
Per tutte le città
Attenti al pericolo
Dobbiamo riunirci
Per poter difender
La pace
Se avessi una canzone
Canterei al mattino
Canterei alla sera
Per tutte le città
Attenti al pericolo
Dobbiamo riunirci
Per poter difender
La pace
Adesso ho un martello
E ho una campana
E ho una canzone da cantare
Per tutte le città
Martello di giustizia
Campana di libertà
E una canzone di pace.

Victor Jara


ALESSANDRO RIZZO

Redazione1
22.04.2004 20:24
Prima le primarie

Nel ricordarvi che fra i prossimi appuntamenti c'è anche la presentazione in piazza cairoli alle 18 del 24 aprile a velletri di patrizio saraceni candidato a sindaco ,vorremmo rubarvi un pò di tempo con alcune considerazioni. come saprete il comitato di cittadini per l'ulivo "velletri fuori dalla palude"circolo Volontè aderendo al comitato nazionale per le primarie si attiverà perchè nei prossimi appuntamenti elettorali,pensiamo alle regionali e poi alle politiche ,i cittadini possano scegliere i propri candidati attraverso le primarie.a questo proposito ci siamo permessi di fornirvi un piccolo florilegio di articoli che riguardano le primarie svoltesi in varie parti d'italia.come forse saprete il nostro comitato all'inizio dell'autunno scorso aveva proposto di utilizzare questo strumento anche qui,ci furono fornite alcune motivazione sul perchè non ci sarebbe stata la la possibilità di tenere le primarie. poichè abbiamo cercato un approccio laico ,diremmo quasi "scientifico",verso la politica crediamo che le scelte e le spiegazioni vadano giudicate sulla base dei fatti concreti, per cambiarle se necessario.fra i partiti veliterni vi era chi sosteneva che non c'era tempo ,vi ricordo autunno 2003, come vedrete dagli articoli dei giornali,della Stampa e del Corriere della sera non certo giornali comunisti,le primarie si sono svolte in questi ultimi mesi .C'era inoltre chi ,app
arentemente ,entusiasta per il bilancio partecipato,temeva che la "nomenklatura"prendesse il sopravvento e fosse preferibile una scelta fra pochi magari spaccati.Almeno dalle esperienze qui sotto riportate questo pericolo sembra scongiurato ,come anche quello delle divisioni.l'analisi non sarebbe completa se ,per onestà intellettuale,non parlassimo di quella che ,in parte ,è stata anche una nostra perplessità,il rischio ,cioè, di scarsa affluenza .come si vede se questa eventualità si fosse manifestata il problema non sarebbe da attribuire certo allo strumento ,le primarie,ma ,eventualmente ,all'arretratezza della società civile veliterna ,nel qual caso,però,sarebbe stato meglio conoscere lo stato della nostra città senza cullare pericolose illusioni .scusandoci per esserci dilungati vi auguriamo buona lettura PRIMARIE / L'esperimento vicino a Pisa. Mario Segni studia il modello: ineccepibile
Peccioli, al voto per scegliere il candidato sindaco
DAL NOSTRO INVIATO
PECCIOLI (Pisa) - Capita, qualche volta, che ti sia chi con mano Inattesa lanci un sasso nello stagno. Per passare alla storia, o per convenienza personale o per creare un'onda nelle acque Immobili e vedere l'effetto che fà. Non sappiamo se a Peccioli, Comune di 1630 anime, qualcuno abbia pensato alla storia o ai casi suoi, ma un sasso è stato lanciato, cercando di riempire di contenuti la parola -primarie-. Vocabolo usato e abusato Del linguaggio politico, soprattutto a sinistra. Che vorrebbe significare che prima di andare a un qualsiasi tipo di elezione i candidati a quelle stesse elezioni debbono essere scelti dalla base. Ma è proprio della paròla «base» che i partiti non hanno mal trovato la giusta definizione.Si tratta degli iscritti al partito, o di iscritti e simpatizzanti, o degli elettori in generale? Nel dubbio, non si fa nulla e non si perde potere. " A Peccioli forse passeranno alla storia, perché le primarie, invece, le hanno inserite nel 1999 nel programma della lista di centrosinistra «Peccioli-futura» e quindi-dopo la vittoria con il 62%- addirittura nello statuto comunale. Ma a molti deve essere sembrato il solito espediente elettorale, tipo «tanto poi non se ne fa niente>>
. Pecccioli è un antico paese etrusco su un cocuzzolo e domina un'ampia vallata. Le case hanno quasi tutte la facciata rifatta, grazie al contributi a fondo perduto del Comune, si mangia benissimo, ai fa dell'ottimo vino e dell'olio magnifico, c'è una discarica comunale che crea ricchezza e un museo di icone che ha reso famoso questo piccolo paese anche a New York, In Kansas, a San Pietroburgo dove le immagini sacre sono state esposte. Caso strano non sono arrivati ancora gli inglesi. Rari gli extracomuni-tarì, come rari sono i fenomeni di piccola delinquenza e di droga. Insomma, una specie di oasi, dove regna da quindici anni Renzo Macelloni, sindaco diessino che qualche dispiacere sta dando al suo parti to. Perché è ormai fuori controllo. Non sono piaciute queste primarie a una parte del DS, come non le ha gradite parte della Margherita, partiti che hanno disertato il voto di ieri. «Ma c'è chi ha fatto di peggio -racconta il sindaco-. Nelle caselle della posta di molti residenti sono stati lasciati i fac-simile della scheda con la scritta "Per votare bisogna pagare".
Macelloni con altri «resti dell' Ulivo", però, è andato avanti come un panzer. E come previsto dallo statuto - a spese del Comune - Ieri una buona parte dell'elettorato si è presentato nelle sette sezioni aperte tra le dieci e le venti per scegliere, fra tre, il candidato sindaco e, fra trentatré, i candidati al consiglio. Ma c'era anche la possibilità di aggiungere altri nomi che non fossero tra quelli indicati. Si è votato per una lista, rna tutte avrebbero potuto usufruirne. Mario Segni (uno che di sassi lanciati nello stagno se ne intende) da tempo sta studiando una proposta di legge per le primarie, che vorrebbe anche per l'elezione diretta del premier. «Abbiamo fatto esaminare da due esperti costituzionalisti quanto hanno fatto qui - ha spiegato ieri- e non c'è nulla da eccepire. Quindi con Bartolo Ciccardini, in rappresentanza del Comitato per le primarie, ieri si è precipitato a Peccioli per vedere da vicino.
Fuori la vicina al Polo, non interessata, fuori la lista di Rifondazione, non interessate, spaccato il centrosinistra, c'era un certo timore che le primarie di «Peccioli futura» si trasformassero in un flop. Ma al pomeriggio, quando davanti al seggi c'era la fila e i giovani scrutatori hanno chiesto di essere ripagati almeno con una pizza «perché non ci fermiamo un attimo>>, i promotori sono apparsi raggianti. A sera, il risultato insperato: su poco più di quattromila aventi diritto, hanno votato in milleduecentoquarantotto, Indicando Silvano Orecchi, della Margherita, come candidato sindaco. E il <<re Mida delle discariche» - come è stato soprannominato il sindaco - ha tirato un sospiro di sollievo. Anche se Macelloni non era tra i candidati. Lui pensa già ad «esportare» il suo modello. Moltissimi sindaci sono interessati. Il 24 c'è un convegno a Bologna per fare il punto. Però, Macelloni va oltre. Grazie alle innumerevoli iniziative è popolarissimo in tutta la provincia e 1ì punta con una lista tutta sua, con candidati tutti suoi. Scelti, però, senza primarie.

Sergio Stimolo
Alpignano, "primarie" nel centrosinistra Pinzi (Margherita) sorpassa Andreotti (DS) "Un risultato al di sopra di ogni più rosea aspettativa". Ferdinando Palmieri, segretario dei DS di Alpignano, non sta più nella pelle, alle primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra si sono presentati in 1.643, tra sabato e domenica scors. Anche se dalle urne è uscito il nome di Luca Pinzi, proposto dalla Margherita, per lui è un successo. "Ne aspettavamo al massimo un migliaio" sottolinea Palmieri. E Pinzi ha svettato con 653 preferenze, seguito da Andreotti dei DS con 575 e da Agrimano dei Verdi con 395. Solo una ventina le schede bianche o nulle. Al Al voto sono stati chiamati i simpatizzanti dei DS, Margherita, Verdi, Rifondazione comunista, Lista Di Pietro e Comunisti italiani. "Se la nostra base sono circa 6 mila elettori -spiega Pinzi- quasi un terzo è venuto per decidere il candidato. E non entravano e uscivano come si fa durante le elezioni, ma facevano domande, volevano il nostro programma, si presentavano. Quello che mi ha colpito sono stati i tanti giovani venuti". E questa si pensa di esportarla. "Abbiamo fatto un esperimento ed è riuscito -ammette Palmieri- ora siamo sicuri che questo è il nome voluto dalla città e non dalle segreteria". Ora si pensa al programma. "Abbiamo distribuito un questionario e aspettiamo le risposte per costruire un progetto di città
insieme a chi ci ha votato" dice Pinzi. Ma tre punti sono fermi : viabilità, manutenzione ordinaria e rigore nelle spese. Per quanto riguarda il nuovo municipio, Pinzi è possibilista "Non è stato deciso nulla" afferma. Intanto i suoi ex avversari sono galvanizzati. "E' stato un ottimo risultato -sottolinea Agrimano- per un partito piccolo come il mio è stato un successo". "La forte affluenza è la dimostrazione che tutti e tre erano potenziali sindaci" sottolinea Palmieri. Ma Luigi Liccardi, ex assessore diessino candidato sindaco sostenuto da liste civiche, è perplesso. "I DS sono stati puniti per aver mandato a casa l'ex sindaco Accalai - sbotta - ora tocca alle segreterie provinciali evitare qui una Baghdad politica". "Nessuno schiaffo al partito - conclude Palmieri - E ora basta con le polemiche, voglio godermi questo successo".

Primarie Ds a Cavriago, Delmonte batte Loriana Paterlini
Avvincente testa a testa: la spunta il funzionario Agac con 984 voti contro i 938 del sindaco uscente

CAVRIAGO (RE) - Vincenzo Delmonte, ex sindaco del Pci negli anni Ottanta e funzionario di Agac, ha vinto le primarie promosse dai Ds a Cavriago per sostenere la sua candidatura contro il sindaco uscente, sempre Ds, Loriana Paterlini (nella foto). Lo spoglio delle schede si è concluso alle 16.40 dopo un appassionante testa a testa, che ha visto alla fine prevalere per un pugno di preferenze - 984 voti a 938 - Delmonte: una dozzina le schede bianche o nulle. Un successo risicato che certo non esprime una investitura entusiasta al 'nuovo' rappresentato da Delmonte e tantomeno una bocciatura al mandato portato a termine da Loriana Paterlini. Lo spoglio - che Emilianet ha seguito in diretta - è stato incerto dall'inizio alla fine, tanto che a metà scrutinio Loriana Paterlini era in vantaggio di una quindicina di voti.
A uscire davvero vincente da questa consultazione è semmai lo strumento delle primarie che, utilizzato per la prima volta in provincia, ha riscosso grande successo portando ben 1.934 cittadini alle urne, grazie anche a un serrato confronto tra due distinti blocchi dei Ds cavriaghesi senza esclusione di colpi.

Torreggiani: confortate le indicazioni del Comitato direttivo
" Il risultato delle primarie ha confortato le indicazioni del Comitato Direttivo dei DS di Cavriago: Vincenzo Delmonte sarà il candidato a sindaco che i Democratici di Sinistra proporranno alla coalizione - commenta Marco Torreggiani, segretario comunale dei DS di Cavriago - L'esperienza delle primarie ha visto una straordinaria (in tutti i sensi) partecipazione di massa dei cittadini alla vita del paese, che si sono interessati al futuro di Cavriago. Nei prossimi giorni riprenderemo a lavorare per costruire nel paese un'ampia convergenza programmatica con le altre forze dell'Ulivo e ricercando una collaborazione con Rifondazione Comunista. Alleanza programmatica da costruirsi sulle cose da fare per un paese migliore, non sotto la pressione di elezioni primarie. Ragioneremo, lavoreremo, per garantire al paese un futuro tranquillo per superare le incomprensioni di questi giorni. Ringrazio tutti i cittadini che hanno partecipato alla consultazione primaria dei DS per la scelta del candidato sindaco".

Marchi: ora si recuperi l'unitarietà
"Quasi 2mila elettori alla primarie organizzate da un partito in un paese di 9mila cittadini è un fatto politico enorme sul piano della partecipazione. Le avessimo fatte a Reggio Emilia, ora l'Ulivo avrebbe meno difficoltà - è il commento di Maino Marchi, segretario provinciale Ds - Nello steso tempo è chiaro che o ci sono regole ben definite o le primarie rischiano di provocare rotture insanabili. Nel caso di Cavriago l'assemblea di venerdì ha già posto le condizioni per evitare questo rischio. Mi auguro che a Cavriago si recuperi subito un rapporto fortemente unitario nei DS e si lavori per costruire una coalizione dell'Ulivo con Rifondazione Comunista. Il risultato evidenzia come si siano confrontati due candidati forti e autorevoli. Gli elettori hanno riconosciuto l'impegno di Loriana Paterlini, sindaco uscente, e l'innovazione progettuale da lei portata avanti con forza, di cui la ringrazio. Vincenzo Delmonte, vincitore delle primarie, con cui mi congratulo, ha ottenuto un ampio consenso che dimostra il suo radicamento nella comunità di Cavriago di cui è già stato sindaco negli anni Ottanta. Ha ottenuto una forte legittimazione per la prossima campagna elettorale, che lo vedrà alla guida dei DS e, mi auguro, di una lista di Centrosinistra".

blog www.ulivovelletri.splinder.it
per non ricevere più queste e mail inviateci una risposta con oggetto cancellatemi




Redazione1
22.04.2004 20:25
Un Film sulla Resistenza

Un Film sulla Resistenza
La quarantasettesima di Bertoli ne costituisce il soggetto

Il Movimento Sorgenti in occasione degli incontri sulle iniziative per il 60 della Resistenza Italiana ha proposto alle Istituzioni di Parma e alle Associazioni della Resistenza un progetto per la memoria storica e la sensibilità collettiva verso questo periodo che ha visto Parma -medaglia d'oro) impegnata in modo determinante su questo fronte. "Abbiamo chiesto -precisa Boschi- che le Istituzioni si mobilitino per la realizzazione di un film sulla Resistenza a Parma. L´ampia letteratura presente, il materiale storico, ma in particolare il romanzo la "Quarantasettesima" di Ubaldo Bertoli, così come "Boogie Woogie" di Mario Rinaldi costituiscono le fonti su cui sviluppare un progetto che rimanga nella letteratura cinematografica italiana, costituisca un documento visivo di divulgazione popolare di verità storica, contribuisca alla memoria di chi ha combattuto, sia di riconoscimento per tutti coloro che, oggi anziani, hanno partecipato alla storia, lavorato affinché questi ricordi non venissero cancellati dal tempo.

Movimento Sorgenti
Tel 329/5917508 e-mail luigi.boschi@libero.it


Redazione1
26.04.2004 16:03
Quale 25 aprile ?

QUALE 25 APRILE?"
di Cuccu44
Cari lettori, anche quest'anno la Festa della Liberazione ha aperto un ampio dibattito sul suo significato. Ci sono state varie manifestazioni e molti discorsi patriottici da parte dei rappresentanti delle istituzioni. Le manifestazioni in ricordo del 25 aprile, sono sacrosante e di fondamentale importanza per non dimenticare il nostro passato, ma oltre i proclami e le deposizioni di corone d'alloro, è fondamentale che il valore di questa festa nazionale, entri definitivamente nel Dna del popolo italiano e soprattutto dei politici che siedono in Parlamento. Ho sentito parlare troppe volte di revisionismo e di storia falsata da una certa scuola faziosa. Il fascismo è stato un periodo di grande decadenza morale e sociale, questo è innegabile per chiunque. La dittatura mussoliniana ha portato il nostro paese alla guerra ed ha abolito ogni libertà. Il valore civile della data appena festeggiata, va insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado, facendo si che ogni studente possa sapere cosa rappresenta questa festa tanto importante. L'educazione civica è una materia di fondamentale importanza che però, volutamente, viene troppo spesso tralasciata. L'educazione è l'unico modo per creare studenti e cittadini coscienti del valore della storia. Se nascono facinorosi filo fascisti come gli appartenenti a Forza Nuova, forse bisogna chiedersi se non sia anche colpa dello Stato, che con grande ipocrisia, pone corone d'alloro sulle tombe dei nostri martiri il giorno prima, assolvendo il giorno dopo chi, senza rispetto, offende il popolo italiano e la sua memoria! Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
26.04.2004 16:04
IRAQ:il sonno della ragione

IRAQ: IL SONNO DELLA RAGIONE
di Michele Di Schiena
E’ proprio vero: il sonno della ragione genera mostri. Il “no” alla guerra contro l’Iraq era stato gridato dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica mondiale nelle numerose e straordinariamente partecipate manifestazioni nelle quali si era espressa una mobilitazione popolare senza precedenti nella storia; quel “no” si era fatto severo monito nelle accorate parole del Pontefice e nei molti interventi di autorevoli personalità religiose, morali e culturali; era stato quel dissenso pronunciato con estrema chiarezza dalle espressioni di gran lunga prevalenti della comunità internazionale per bocca del segretario generale dell’Onu Kofi Annan e dei leaders di importanti Paesi europei (come la Francia e la Germania), della Russia, della Cina e di quasi tutti gli stati arabi compresi quelli legati agli Stati Uniti da consolidati rapporti di amicizia.

Mille voci si erano levate per invitare alla prudenza e alla riflessione; per fare appello alle ragioni del buon senso e della responsabilità; per invocare il rispetto dello Statuto dell’Onu e del diritto internazionale; per segnalare i rischi tremendi di un intervento che avrebbe potuto aprire la strada a quel conflitto tra religioni e civiltà a cuor leggero evocato da Bush in America e da Berlusconi in Italia; per prospettare le tragiche conseguenze che quella dissennata guerra avrebbe avuto in termini di vite spezzate, di mutilazioni, di sofferenze e di devastazioni; per far presente che l’intervento militare, utile solo al vampirismo bellico, avrebbe danneggiato l’economia mondiale facendo crescere la fame e l’indigenza nei Paesi poveri e peggiorando ovunque le condizioni di vita e di lavoro dei ceti sociali più deboli.

Ma c’è di più: numerose, puntuali e convincentemente motivate erano state le previsioni, fra le quali spiccava quella del leader egiziano Mubarak, per le quali l’attacco all’Iraq avrebbe ulteriormente destabilizzato l’area mediorientale ed avrebbe soprattutto rafforzato il terrorismo invece di indebolirlo e di farlo arretrare. Appelli, ammonimenti, proteste, preghiere, corali invocazioni di pace: tutto è stato vano. La guerra dell’arroganza e dell’ostinazione è stata scatenata e tutte, proprio tutte, le tragiche previsioni si sono puntualmente avverate fra la sorpresa di certi uomini politici e di taluni commentatori nostrani la cui ipocrisia è pari solo alla loro impudenza. Ed in questa drammatica situazione che vede il mondo sull’orlo di un baratro, il nostro Governo, che aveva disinvoltamente sin dall’inizio avallato la guerra di Bush e che si era poi messo al servizio del “grande fratello” americano mandando i nostri soldati in Iraq sotto il comando delle forze di occupazione, non vuole oggi guardare in faccia la realtà, non fa autocritica, non corregge gli errori commessi, censura gli atti di responsabilità del nuovo governo spagnolo e baldanzosamente conferma il suo schieramento in favore di un intervento armato strumentalmente motivato da ragioni (prima il possesso di armi di distruzione di massa e poi la collusione tra il governo iracheno ed il terrorismo) che sono risultate, per sostanziale ammissione anche degli stessi governi di Washington e di Londra, prive di qualsiasi fondamento e platealmente mendaci.

Resta così l’Italia non solo favorevole ma anche al servizio di una guerra tuttora in corso, illegittima per il diritto internazionale, falsa nelle sue ostentate giustificazioni e deleteria per la lotta al terrorismo; una guerra che non può certo esportare in Iraq libertà e democrazia ma che sta regalando a quel martoriato Paese eccidi, rovine ed iniquità di spaventose dimensioni. Ed è in questa ottica che vanno riguardate, al di là della cortina fumogena alzata da certe strumentali suggestioni nazionalistiche e patriottarde, le responsabilità del governo Berlusconi e della maggioranza che lo sorregge per quanto è accaduto e quanto può ancora accadere ai nostri militari in Iraq, ai nostri concittadini che devono in quel Paese vivere e lavorare e a tutti gli italiani esposti al crescente rischio di attentati a causa di scelte sconsiderate e dannose, non condivise dalla maggioranza degli italiani e condannate senza appello da quella nuova “superpotenza” disarmata che è il movimento mondiale per la pace.

Un movimento, quello appunto per la pace, col quale dovrà fare i conti il nostro imperturbabile e sorridente Presidente del Consiglio che, a fronte dei drammi e delle ansie che stiamo vivendo in questi giorni di sbigottimento e di orrore, sa solo dire, scegliendo peraltro il momento meno opportuno anche per le conseguenze negative che le sue parole possono avere sul destino dei nostri connazionali presenti in Iraq, che i contingenti militari italiani resteranno comunque in quel Paese dopo il prossimo 30 giugno. Ed è penosamente significativo che l’onorevole Berlusconi si sia esibito in tale muscolosa dichiarazione poco dopo essersi fregate le mani per la soddisfazione di essere il suo governo rimasto nell’Europa continentale, dopo la defezione spagnola, il migliore alleato della Casa Bianca. Sarà “vera gloria” ? Ai cittadini di questo angosciato e sbalordito Paese la … facile “sentenza”.

Brindisi, 23 aprile 2004





Redazione1
27.04.2004 09:23
Se la vedano loro

Vi sembra possibile che in queste ore si possa assistere al post-intervista a Bilancia lasciando che "se la vedano loro"?
Quando domenica sera, pochi minuti prima del TG1, ci siamo subiti l'intervista a Bilancia, "per ricercare le radici del male" (o qualcosa del genere) abbiamo subito capito che eravamo di fronte al fondo...
Ma per dare un segnale dell'insopportabilità della situazione non basta lamentarsi: occorre dare sostegno alla Presidente Lucia Annunziata che si è scontrata frontalmente col Direttore generale Cattaneo (che dice che non ne sapeva nulla fino alle ore 17; mentre ieri i giornali erano già pieni!) e chiedere non solo il suo allontanamento, ma anche quello di un conduttore che pare lunedì abbia registrato tale intervista e dopo sei giorni l'ha messo in onda a quel modo... Solo così la protesta, l'indignazione ed il segnale che non è possibile continuare con tale tv possono pervenire ai milioni di telespettori che devono ricordarsi dell'ultima pagina di tale conduzione da cui è indispensabile risalire.
Angelo Cifatte

Redazione1
27.04.2004 09:27
No alla tortura...di Communitas

NO ALLA TORTURA !!
Si resta senza parole per l'indignazione a causa della votazione in aula
dell'emendamento leghista riguardante la licenza di torturare purchè"una
volta sola". Dopo i fatti del G8 e lo stato di allerta in cui vive
l'Italia
per ragioni di sicurezza, queste deliberazioni della maggioranza al
governo
non ci lasciano tranquilli. In un paese come l'Italia che dal '700 con
Beccaria è stato di esempio al mondo intero per la difesa dei diritti
umani,
non si può accettare che un voto ignobile e sconsiderato ci faccia venir
meno alle regole da noi accettate della Convenzione Internazionale
dell'Onu
del 1984 e al dettato della nostra Costituzione. Ha forse qualcosa a che
vedere questo voto con l'imminente esame della legge Gasparri al Senato?
Communitas 2002 deplora la continua e ripetuta manomissione dello stato di
diritto tentata dalla Casa delle Libertà, ricattata dalla Lega, e chiede
un
impegno di tutte le forze democratiche perché l'Italia non faccia un passo
indietro nel rispetto dei diritti umani e torni a essere di esempio per la
giustizia delle sue leggi.
Quindi torniamo a una giustizia giusta e non invochiamo una
giustizia-fai-da-te.

Communitas 2002

Redazione1
27.04.2004 09:58
L'Incubo Amerikano

Carissime formichine della lista,
sempre per riflettere
Giovedì 22 aprile 2004 alle 23.55
Su RAI 3
Uazzamerica?
Ma che cos'è l'America?
di Paola Salzano
C'era una volta, programma di Silvestro Montanaro, torna con un ciclo
di documentari dedicati agli Stati Uniti D'America.
La caduta delle borse, la crisi della nuova economia; la flessibilità
del mercato del lavoro sul modello della multinazionale Wal-Mart
(contratti a termine sottopagati e divieto di sindacalizzazione per i
lavoratori); l'aumento del divario sociale prodotto dalla
detassazione per i grandi capitali e la privatizzazione dei servizi,
dove a pesare sulle tasche e il futuro dei cittadini sono soprattutto
i tagli alla sanità.
Negli Stati Uniti il ceto medio rischia di scomparire mentre per
molti la prospettiva rimasta è quella del lavori al nero, lavori
manuali, pesanti, fino ad oggi riservati alle minoranze ancora in
attesa del permesso di soggiorno.
Esiste ancora il sogno americano? C'era una volta vi accompagna in
un viaggio tra nuovi ricchi e nuovi poveri, alla ricerca di quella
promessa di successo e carriera alla portata di tutti che ha reso
grande l'America.
Un reportage desolante tra la gente che sebbene di 'buona voltontà' e
spirito di sacrificio di fronte alle avversità esistenziali, più
forti della voltantà di potenza, crollano senza che ci siano alcuna
rete di sicurezza dello stato a salvarli.
E' il caso di una fioraia che aveva già un lavoro sottopagato e che
quindi non poteva permettersi la detrazione della assicurazione
malattie che si ritrova con un cancro al colon.
E' il caso dei lavoratori della Lewis mandati tutti a spasso senza
alcun ammortizzatore socialie, dunque alla fame. Tutti negli USA
possono dalla sera alla mattina ritrovarsi barbone.
Ecco l'amara realtà d goggi lasciata dal sogno americano !
Due considerazioni:
1) che queste trasmissioni siano oggetto di replica ad oltranza con
un grande corollario di dibattiti fatti giorno dopo giorno di qui
alle prossime elezioni europee e che continuino fino alle elezioni
politiche del 2006.
2) Ulivo italiano, internazionale socialista e internazionale
liberale si incontrino con il Partito Democratico degli USA per
aprire il fronte USA per i diritti sociali dei cittadini americani e
di tutto il mondo intero a seguire dopo gli USA quelli dell'America
Latina e così via, Asia, Africa.

Insomma dibattiamo e impegniamoci su qualcosa di sostanzioso !
Luigi Fasce
PS
Da una prima sommaria indagine la trasmissione non l'ha vista
nessuno! Dalla rabbia c'è da mangiarsi il fegato !

--
Luigi Fasce
luigi@fasce.it

Redazione1
27.04.2004 10:00
La Resistenza di Ubaldo Bertoli

La Resistenza di Ubaldo Bertoli

"Ma Tu non sei di qui -esordiva Ubaldo- non Ti ho mai visto prima". E in effetti non c'eravamo mai visti, né conosciuti. Un amico con cui spesso cammino per le strade della città per assaporarne gli umori e per scoprirne i luoghi inediti, me lo presenta. Un signore che inforcava la sua bicicletta nel sole sulla via che porta in Piazza Duomo; l'arco di via Bruno Longhi era la cornice. "Non si fermi a Parma..!" mi disse. Il suo viso e il suo ciuffo ribelle ritmavano il suo parlare di sotto i baffi. Lo stavo a ascoltare incredulo di trovare ingegno, spirito e giovinezza in quell'uomo non più giovane d'anni, che sorrideva incupito. La gestualità delle mani col suo parlare..."Lei mi ricorda...", gli dissi,...Lui sorrise quasi turbato, mi ricordava...persone che avevo avuto modo di conoscere! E fra battute e opinioni, abbassando il timbro di voce con tono gioviale, ma di raccomandazione, indirizza a me:
"Ma Lei cosa fa qui, torni a Milano. Vede, io sto qui perché sono obbligato. Facevo il giornalista al Giorno, sono stato corrispondente da..." Parlava ritmato e modulava le tonalità con la maestria di un attore in scena, ma era vero.
Il sole allunga l'ombra di una figura; "Ciao Zanardi", gli dice, e con una battuta sul restaurato dell'Antelami lo salutava con la mano e gli parlava col sorriso. "Devo andare, è tardi, mi aspettano a casa." E si allontanava incurvandosi sulla bicicletta che riusciva a mimetizzare con la sua figura. E´ così che ho conosciuto Ubaldo Bertoli, l´autore della "Quarantasettesima".
Pochi giorni dopo sono in un ufficio di un palazzo "storico" di Parma e sento nel corridoio una voce che mi sembrava di ricordare: entra, è lui Bertoli; quando mi vede immediatamente, "ma sei ancora qui?" prende un pezzo di carta, una penna e inizia a disegnare, con un tratto continuo senza togliere la punta dal foglio, un suo ritratto col secchiello, su una spiaggia... Saint Tropez scriveva sul bagnasciuga
Piazza Garibaldi, Baldo attraversava con l'inseparabile bicicletta le strisce; lo vedo e lo saluto accompagnando la mia mano alla sua spalla e gli propongo una coppa di bianco frizzante; "Si andiamo, appoggio questa ferraglia, sai quel bar che ha dato da bere a tutta Parma" mi dice e camminiamo per un pezzo di via Cavour diretti poi in piazza Steccata:
"ho mangiato in questi giorni un minestrone con castagne e...poi un arrosto e patate cotti nel testo.. devi venire una volta";
" si chiamami -dice Baldo-, vengo...Ma questa città, la vedi, guarda io...ci sono dei delinquenti, dei mascalzoni che siedono in certi posti..." e mi raccontava il suo pensiero di ritorno al catenaccio. "Vado in Ghiaia adesso devo andare a far la spesa..."
Ubaldo, un uomo creativo capace di verità, mediata, da una raffinata scrittura e da un tratto, un segno di getto che interpretava la vita ed esprimeva l'animo delle persone.
Un anno prima della morte i notabili burocrati gli danno il premio S. Ilario, che lui fa mandare a ritirare dalla figlia. Stava già male. E' si, il vero premio è quello di aver fatto senza quel riconoscimento...o beffa! Lui, Baldo, non ha mai smesso di fare la Resistenza, ha continuato a scrivere il suo romanzo dal vero.
Luigi Boschi

Parma 23 aprile 2004

Redazione1
27.04.2004 12:09
Solidarietà agli ostaggi in Iraq

La solidarietà del Comitato Nazionale di Uniti nell'Ulivo ad ostaggi e militari italiani in Iraq.

Si é insediato lunedì 19 aprile, a Roma, nella sede di Piazza SS. Apostoli 73, il Comitato Nazionale della Lista "Uniti nell´Ulivo", presieduto da Romano Prodi.

Del Comitato sono stati chiamati a far parte dirigenti politici dei partiti che hanno dato vita alla Lista Unitaria ed esponenti del mondo della cultura, delle professioni, dell´imprenditoria e dell´associazionismo. Ne fa parte anche Deo Fogliazza, cremonese, Coordinatore dell'Esecutivo nazionale dei Cittadini per l'Ulivo

Ha introdotto i lavori una breve relazione di Romano Prodi mentre Giuliano Amato ha illustrato la bozza di Programma, frutto di un lavoro di confronto e di ascolto svolto nelle scorse settimane attraverso numerosi incontri con categorie economiche, sindacati, giovani, donne ed intellettuali.

Il Comitato Nazionale della Lista Uniti nell´Ulivo, ha poi affrontato la difficile situazione internazionale, con particolare riferimento all'evolversi della vicenda irakena ed ai preoccipuanti sviluppi della tensione tra Israele e palestinese.

Nel Comunicato finale viene espressa "solidarietà ai connazionali presi in ostaggio in Iraq, alle loro famiglie e ai militari italiani che operano in condizioni così critiche. Una guerra sbagliata ha alimentato il terrorismo che pretendeva di sgominare. E una gestione disastrosa del dopoguerra alimenta la tensione in tutto il Medio Oriente. Chi ha sbagliato non può arrogarsi l´amministrazione politica e militare dell´Iraq. La svolta operata dal nuovo governo spagnolo rafforza l´unità dell´Europa. L´Unione Europea deve esercitare una forte pressione internazionale perché sia esplorato ogni spazio, nell´ambito delle Nazioni Unite, per il ripristino della legalità internazionale. Deve passare all´Onu la gestione politica e militare della transizione in Iraq".

Redazione1
27.04.2004 13:35
W il 1° Maggio

W IL PRIMO MAGGIO 2004 A tutti pace pace e ancora pace
La pace è un fiore di tanti colori che attira farfalle di speranza e di
sogni. FRANCESCO LENA DA BERGAMO

Redazione1
27.04.2004 18:51
Un anno di Ulivo

Cari Amici,
vi comunichiamo che il nostro blog: www.ulivovelletri.splinder.it ha raggiunto in poco più di un'anno le 50000 visite. Nel ringraziare tutti coloro che ci hanno visitato, viinviamo un articolo sul fenomeno blog.
Per chi ce lo chiederà invieremo via mail il nostro libro "un'anno d'ulivo".
saluti Dal Comitato Dei Cittadini per l'Ulivo "Velletri fuori dalla palude" Circolo Gian Maria Volontè.

IL FENOMENO BLOG
C'è un fenomeno nuovo che si sta espandendo nella grande rete di Internet: i blog. Un mezzo nato, come tanti miracoli del web, dall'idea geniale di due ragazzi "smanettoni" negli Stati Uniti e che, nel giro di poco tempo, si è rivelata una nuova moda. Oggi potrebbe rappresentare un'importante opportunità per chiunque voglia avere uno spazio personale su Internet, senza costi, autorizzazioni o difficoltà.
Si tratta di un servizio gratuito che permette di pubblicare, con poche semplici operazioni, dei testi su una pagina internet.
La moda del "Blogger", che genera come risultato il Blogring non sono altro che un'azione atta a inserire dati quotidianamente su una pagina web, tanto da trasformarla in una specie di "diario" professionale, personale o colloquiale. Può essere redatto da una o più persone. Sebbene possa apparire un'idea banale e scontata, il successo del Blogger è stato, e lo è attualmente, esponenziale e sotterraneo.
In questo caso il passaparola dei primi "bloggatori" è stato il vero motore di questo boom. Sempre più spesso le persone che esercitano l'arte del blogging , inseriscono link tra le righe e url ad altri blogger fino a creare i blogring. Un'ottima rappresentazione di meta-Comunità Virtuali.
I meccanismi di unione e aggregazione affiliativa è casuale e spontanea, basata su cicli incrementativi dettati dal semplice passa-parola ed ad un naturale e personale riconoscimento in un interesse comune e condiviso.
Ma affinché si possa raggiungere una massa critica della Comunità Virtuale è necessario che esista almeno nella fase potenziale uno zoccolo duro minimo sulla base del quale poter costruire le fasi successive ed evolutive. Il fenomeno del Blogger ha potuto contare su questo zoccolo duro, poiché un numero sufficiente di persone, i c.d. "First Mover", hanno dimostrato la pratica e i vantaggi impliciti o espliciti del "blogging", stimolando l'interesse di altri potenziali partecipanti che fino a quel momento avvano manifestato il tipico profilo comportamentale da spettatore.
I primi, i "First Mover" sono frequentemente anche dei leader, nomi noti nella rete o in altre Communities, che grazie alle proprie azioni, riescono a trascinare o a stimolare/incuriosire altri navigatori-potenziali partecipanti. I grandi vantaggi sono, dunque, la velocità, la facilità d'uso e la possibilità di scrivere e pubblicare da qualsiasi computer del mondo semplicemente collegandosi al sito di blogger. la blog-community italiana si sta dimostrando una realtà creativa e in espansione, un'invasione "goccia a goccia" di idee e di parole che si espande nella Rete. Ne fanno parte molti giovani, webdesigners e professionisti della new economy o italiani all'estero per lavoro o per studio, ma anche studenti, giornalisti, e semplicemente persone con molta voglia di scrivere.

le persone che hanno un weblog tendono ad essere iper-curiose e quindi ad essere molto aggiornate, e i weblog possono diventare una risorsa preziosissima". Al decano dei bloggatori Cavedoni si deve anche il termine 'blogorroico', divenuto ormai quasi di uso comune per chiunque voglia descrivere la verbosità dei blog. Ma quali sono i requisiti di un tipico 'blogorroico'? "Certamente chi ha un weblog deve essere appassionato di ciò di cui scrive. Non importa che l'autore non sia Hemingway o che il sito non abbia una grafica all'ultimo grido, l'importante e' che sia appassionante tenerlo aggiornato". Max Boschini, webdesigner, ideatore della rivista-internet di 'webculture' Pioggia Acida, ribadisce: "Penso che essere bloggatori sia un modo come un altro per tirare fuori quello che si ha dentro, per fermarsi a riflettere sulle cose. Quindi strumento utile a terzi ma fondamentale per chi scrive". Fabrizio Ulisse, ha invece lanciato blogo.net, un blog collettivo che ospita confronti e discussioni tra bloggatori. E secondo lui ci sono precisi motivi dietro all'espansione dei blog nel web nostrano: "le due indistruttibili caratteristiche genetico/culturali del popolo italiano: parlare di se, e farsi gli affari degli altri, siamo cioè un popolo ciarliero e impiccione. Due caratteristiche, queste, che trovano nel blog la loro più limpida sintesi ed esaltazione".
Leonardo Tondelli ha centrato il suo blog su uno stile giornalistico-politico, ed è stata memorabile la sua cronaca ora dopo ora durante i giorni della contestazione al G8 di Genova. Una delle caratteristiche dei weblog è proprio il linguaggio a metà tra il diario e il giornalismo. "I blog mi hanno fatto conoscere una comunità di persone che si sono 'riconciliate' con la lingua italiana, dimostrando di saperla usare per raccontare storie, esprimere sentimenti e (quel che più conta) suscitare interesse nel lettore". Tra le nuove entrate nel mondo dei blog troviamo anche il giornalista del Corriere della sera Claudio Sabelli Fioretti, che usa la sua pagina per un costante dialogo con i suoi lettori: "L'aspetto diaristico-giornalistico mi piace ma si corre il rischio dell'autismo: come si fa ad entrare in comunicazione con gli altri? Quale è il sistema per farsi conoscere? Per avere degli interlocutori? Ma in fondo non è il problema di blog ma di tutta la rete. Io ho avuto la vita facile, ma solo perché ho un mio giro di estimatori (e di detrattori). Ma gli altri?". In ogni caso, bastano poche semplici operazioni e una buona dose di creatività per avere il proprio spazio libero nella Grande Rete, scoprendo e facendosi scoprire da altri navigatori-lettori.
un elemento molto caratterizzante dei blog italiani, è la passione politica se confrontassimo un blog americano, (o inglese, o tedesco, ecc.), con uno italiano, senz'altro in quest'ultimo ci troveremmo molti più riferimenti alla politica. Così come ci troveremmo molti più riferimenti alla cucina (vedi FriedMix, "fritto misto").

Internet è virale. Spedisci contenuto e se è buono tende a propagarsi, in altri cervelli e altre lingue. Anche oltre i numeri apparenti. Attenzione: internet è un cosa molto più seria di quello che si creda. Se spari un cavolata poi paghi le conseguenze. La credibilità te la giochi su un messaggio o su un post. L'Internet italiana è ancora troppo giovane per ponderare bene pesi e misure. . Sulle comunità non esiste superbia, o ego a lungo termine. Solo a breve.

La viralità funziona anche all'inverso. Ti genera feedback (dato che la rete è bidirezionale). Quindi: opinioni e fatti sì, ma anche ascolto e flessibilità....e correzioni continue (qui sta una delle maggiori innovazioni dello strumento, che è poi solo un desktop publishing di rete. Ma se sai cosa è un giornale di carta, dove un errore resta in eterno un errore , lo capisci e lo eviti....).Il fenomeno dei blog negli Stati Uniti ha gia generato i propri eroi, guru e profeti. Personaggi come Rebecca Blood, David Winer, Doc Searls, Dan Gillmore, Glenn Fleishman e J.D. Lasica sono diventati delle autentiche star e punti di riferimento non solo del mondo blog ma anche del mondo dei media tradizionali i loro blog sono cliccati quotidianamente da migliaia di utenti e questo è¨ un fatto che neppure i media tradizionali più riottosi possono tenere nascosto. Questi personaggi hanno conquistato la loro popolarità a furor di popolo, grazie al consenso ottenuto per ciò che scrivono liberamente nei propri blog. Paradossalmente il segreto del loro successo è¨ riscontrabile nello scrivere con la mentalità di chi lo fa prima di tutto per se stesso, per diletto, senza l'ossessione dell'audience, del consenso, delle vendite. In una parola: con la mentalità di chi non ha nulla da perdere. Questa libertà di espressione, avvolta dallo stile e dallo spirito tipico di chi dice ciò che pensa in
modo naturale, semplice ed efficace, senza mediazioni e filtri, muove il tam tam dei lettori e genera, quasi senza volerlo e provocarlo, ciò che i media tradizionali cercano sempre di ottenere con fatica e assillo: una buona audience. Quasi incredibile la storia di Rebecca Blood, oggi autrice di successo e ospite fissa di tutti maggiori talk show televisivi americani grazie al suo blog. Ma nel suo blog di che parla? E qui viene l'incredibile. Parla della sua quotidianità. Il modo di fare informazione dei blog, democratico, pluralista, completo, visionabile a 360 gradi, riscontrabile in tempo reale, può essere alternativo o complementare al modo di fare informazione, limitato, filtrato, selezionato, censurato, parziale e postdatato, dei media tradizionali. Sono situazioni importanti, perchè per la prima volta il giornalismo amatoriale dei blog si misura e compete con il giornalismo tradizionale.

AVVERTENZA.per tutto il periodo elettorale le mail che riguarderanno iniziative elettorali porteranno nell' oggetto la scritta elettorale (esempio elettorale conferenza)per distinguerle dalle altre comunicazioni ,così chi non è interessato può direttamente cancellarle.

Redazione1
27.04.2004 19:10
Il programma di Amato su Internet

Sul sito della Lista Unitaria è presente la stesura definitiva del programma di "Uniti nell'Ulivo" redatto da Giuliano Amato, consultabile all'indirizzo: http://www.unitinellulivo.it/doc_politici/dettaglio.asp?id_doc=14982
Per iscrivervi alla newsletter della Lista unitaria o per consigliarla ai vostri amici: http://www.unitinellulivo.it/servizi/newsletter.asp Per cancellarvi dal servizio: http://www.unitinellulivo.it/servizi/newsletter.asp

Redazione1
1.05.2004 14:40
Ustica, tutti assolti di Cuccu 44

USTICA:TUTTI ASSOLTI!"
di Cuccu44
Cari lettori, la terza Corte d’Assise di Roma ha assolto tutti gli imputati circa i presunti depistaggi sulla strage di Ustica. L'unica nota positiva è che è stato comunque affermato che i generali dell'aeronautica, Ferri e Bartolucci, non dissero tutta la verità sulla presenza d’altri velivoli nei cieli di Ustica in quel maledetto 27 giugno 1980. Una magra consolazione visto che comunque gli imputati sono stati assolti! Nei cieli di Ustica morirono 81 persone, tutte vittime innocenti che non hanno ancora avuto giustizia. Qualcuno ha parlato di una bomba, altri di un problema strutturale dell'aereo, ma la verità più accreditata, parla di un missile lanciato contro l'aereo. Una strage che si poteva evitare e che oggi non ha ancora dei colpevoli ufficiali. Quelli ufficiosi li conosciamo tutti bene, i generali appena assolti, gli Stati Uniti d'America, e qualche nostro politico del tempo che ha preferito la via dell'omertà "di Stato"! Quella notte nei cieli di Ustica, vi fu una battaglia aerea mai confermata, ma che portò all'abbattimento del Dc 10 Itavia!Sarebbe bene che la magistratura arrivasse a condannare chi, tra i politici del tempo, non collaborò alle indagini. Sui reati di strage non vi può essere alcun segreto di stato. La nostra classe politica, invece di portare corone d'alloro sui luoghi delle stragi, sarebbe meglio che facesse qualcosa di credibile per arrivare a capire chi, con tanta ferocia, ha abbattuto quell'aereo con tanti innocenti a bordo!E'chiaro che su Ustica, c'è stata e c'è ancora grande omertà da parte delle istituzioni italiane e statunitensi. Di bugie ne hanno raccontate già troppe e credo sia arrivata l'ora di dare una risposta a quei familiari delle vittime, che dopo oltre vent'anni, aspettano ancora la oramai "abbandonata" giustizia! Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
1.05.2004 15:12
Parma calcio e classe dirigente..di Luigi Boschi

Parma calcio
Lezioni di stile alla classe dirigente

L'ottenimento del commissariamento e lo stato di insolvenza del Parma calcio per 309 milioni di euro ha risanato e messo in salvo il club gialloblu. L'opera di Bondi porta fatti non parole. Se pochi giorni fa sportivi e amministratori pubblici lanciavano velate polemiche a Enrico Bondi, per la poca loquacità, oggi farebbero bene a rivedere le loro posizioni e a ringraziare per l'opera da lui fin ora svolta, che con una comunicazione certo essenziale, ma evitando di generare inutili illusioni, ha ottenuto risultati concreti. E' stato abile a tenere la rotta in acque tormentose e con non poche persone che iniziavano a dare segnali di insofferenza. Una persona che con il suo modo rigoroso, austero, quasi monacale, con la sua visione molecolare e d'insieme (è un chimico specializzato in finanza di impresa), catapultato in un crac finanziario e industriale internazionale, è stato in grado, in cinque mesi, di prender conoscenza dei fatti, di mantenere il processo industriale, di presentare un piano di risanamento e sviluppo, di assicurarsi credibilità gestionale, di mettere la squadra di calcio nelle migliori condizioni per affrontare il prossimo campionato e l'eventuale cessione a nuova proprietà. In questo c'è un patrimonio economico e sportivo di Parma che Bondi ha saputo gestire. I tifosi domenica farebbero bene a manifestare allo stadio la loro palese gratitudine a una persona che con i fatti e poche parole ha ribaltato una posizione molto compromessa per il calcio a Parma. Sono espressioni popolari di stima e affetto che penso farebbero bene a chi se li merita. Certo tutti hanno dimostrato responsabilità, Prandelli, i giocatori, Baraldi, ma Bondi con la sua capacità e credibilità ha saputo dirigere un buona orchestra che stava andando fuori tempo. Forse Bondi non ha bisogno di comunicare o farsi propaganda perché non ha bisogno di consenso. Lui il consenso ce l'ha già. Glielo ha dato il sistema finanziario e quello politico eletto. E' un esempio di stile alla Cuccia, che Parma dovrebbe forse apprendere. Anche questa pronta, velata critica denigratoria, che non ha scosso però di un millimetro Bondi, è parte di una classe dirigente di cui ci si lamenta, subito pronta ad imbraccare il populismo senza tener presente il contesto, senza riconoscere le difficoltà affrontate da questo manager, in transito per Parma, a cui dovrebbero essere attribuiti semmai meriti. Si è anche cercato di insinuare una polemica sulla retribuzione. Beh, farebbe bene qualcuno a guardarsi in casa e comparare per grado di complessità le remunerazioni riconosciute a persone e manager per incarichi pubblici. In stile parmigiano, invece, subito pronti a rilevare critiche solo per la mancanza di comunicazione, soprattutto salottiera. E pensare che sono state vendute tre banche locali senza dir nulla! Dove erano i nostri amministratori allora? Per la comunicazione al cittadino non mi sembra che le Istituzioni meritino la medaglia, anzi giustamente Massimo Fini, ha ricondotto i cittadini, per la considerazione in cui sono tenuti, a sudditi. Un esempio? Vediamo come la visione strategica dei nostri amministratori, e non solo di Parma, ha saputo sviluppare negli anni la qualità urbanistica e architettonica delle città, ha saputo tutelare il patrimonio artistico, rurale e paesistico, ha saputo coltivare diritti di civiltà come la prima casa per tutti, la sanità e le sue risorse (vedi gestione Ospedale di Parma). Tutto invece nella totale disinformazione che deresponsabilizza la persona e consente le pratiche di potere discrezionale. Un esempio forse, quello di Bondi, di capacità e responsabilità, di come dovrebbe essere gestita anche la "cosa pubblica".

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
tel 329 5917508 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma 29 aprile 2004

Redazione1
1.05.2004 15:25
Impegno contro la Mafia del Conapi

L’impegno contro la mafia della cooperativa Placido Rizzotto, socio Conapi, sul palco del 1° maggio bolognese

Bologna, 29 aprile 2004. Ci sarà anche Gianluca Faraone, giovane presidente della cooperativa sociale Placido Rizzotto Libera Terra, sul palco delle manifestazioni per il 1° maggio a Bologna.

La cooperativa, che aderisce al Consorzio Apicoltori e Agricoltori-Biologici Italiani, è uno degli esempi più significativi di imprenditoria antimafiosa. Un impegno condiviso fino in fondo dai soci del Conapi, che proprio per questo nel novembre scorso hanno eletto Faraone, che ha 29 anni, membro del consiglio di amministrazione del Consorzio.

Il giovane rappresentante della Placido Rizzotto è stato invitato dai sindacati confederali bolognesi sul palco, che sarà allestito in piazza Maggiore, proprio per raccontare l’impegno contro i poteri forti e l'illegalità in Sicilia.

La cooperativa, composta da 13 soci (di cui 3 svantaggiati), nasce infatti dal Progetto Libera Terra promosso dall’associazione Libera, dalla Prefettura di Palermo, dal Consorzio Sviluppo e Legalità (composto dai comuni di Corleone, Monreale, Piana degli Albanesi, San Cipirello e San Giuseppe Jato), da Italia Lavoro, Sudgest e Sviluppo Italia e si concretizza grazie alla legge 109/96 che prevede la confisca dei beni di provenienza mafiosa e il loro riutilizzo a fini di promozione sociale. L’obiettivo è quello di rendere produttivi 180 ettari di terreno in abbandono confiscati ai boss della provincia di Palermo. L’attività più importante della cooperativa, al momento, è quella agricola: coltivazione di grano (che diventa un’ottima pasta grazie alla lavorazione dei maestri pastai dell'Antico Pastificio di Corleone), ceci, vino, meloni, piante officinali e miele. Grazie a Legacoop e all’associazione Libera, la Placido Rizzotto ha stipulato un contratto con CoopItalia per la fornitura di pasta, spaghetti e maccheroni. Il metodo di coltivazione scelto sin dall'inizio è quello biologico e le produzioni sono tutte artigianali, al fine di garantire la bontà e la qualità dei prodotti che conservano il sapore antico della tradizione siciliana.

Un’attività, quella della Placido Rizzotto, che il Conapi non poteva non appoggiare. Leader nazionale per la produzione di miele biologico, il Consorzio conta su una base sociale di 1.300 soci e annovera fra i suoi membri anche agricoltori biologici e cooperative di altri continenti operanti nel commercio equo e solidale. La sua filosofia produttiva si fonda sulla qualità delle produzioni, sulla valorizzazione dell’identità e del protagonismo dei produttori, nonché sull’integrazione sociale ed ambientale dell’attività imprenditoriale.

I prodotti Libera Terra della cooperativa Placido Rizzotto saranno in vendita in piazza Maggiore a Bologna in un stand di Libera, Associazioni nomi e numeri contro le mafie.

Ufficio stampa
Mariagrazia Bonollo – Koiné Comunicazione
koine@koinecomunicazione.it - 348 2202662

Redazione1
1.05.2004 15:44
Elezioni Europee di Luigi Boschi

Elezioni Europee

Il Movimento Sorgenti precisa le motivazioni che l'hanno portato al sostegno in Europa dei "Repubblicani - Liberal Sgarbi "il partito della bellezza e della ragione":
a) Sostenere il gruppo Parlamentare Europeo ELDR (Liberali, Democratici e Riformisti Europei) curatori tra l'altro del rapporto che ammonisce sui pericoli per la democrazia provocati dalle concentrazioni dei mezzi d'informazione e il richiamo specifico all'Italia votato dalla maggioranza a Strasburgo, mentre PPE e destra non hanno partecipato al voto. L'unico Partito politico italiano collegato all'ELDR è il Partito Repubblicano.
b) Condividiamo il progetto di tutela del patrimonio culturale
c) Condividiamo il pensiero Repubblicano Liberale Democratico Europeo
d) In Europa riteniamo opportuno sostenere questo gruppo parlamentare (3^forza politica) per non lasciarci opprimere dai due grandi gruppi PPE e PSE. Ci interessa infatti che i valori del pensiero Liberale Democratico non si perdano anche in Europa visto, purtroppo, l'attuale inesistenza in Italia, banalizzati tra l'altro da un sistema maggioritario incompleto che deprime la democrazia.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
tel 329 5917508 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
2.05.2004 19:15
Europa e Tortura di Communitas 2002

Europa
L’Europa unita ha allargato i suoi confini nella pace e nella gioia comune. Rallegriamoci e ringraziamo chi, con un lungo e prezioso lavoro e con grande lungimiranza politica, ha reso possibile questo sogno. L’Europa unita ha dato al mondo l’esempio che per aprire le porte,creare nuovi confini, far cadere gli ultimi muri, non sono necessari la guerra le bombe la tortura la sopraffazione dell’altro. Rallegriamoci che popoli che ci sono così vicini per cultura e tradizioni, e che solo la terribile storia del Novecento aveva separato da noi, abbiano scelto liberamente e consapevolmente di condividere nella pace, nel dialogo, nella collaborazione un futuro comune di pace e di benessere. La data del 1 maggio 2004 resterà nella storia soprattutto per questo. E’ dunque indispensabile che la Costituzione della nuova Europa – come richiesto con forza da Communitas 2002 e auspicato nel documento programmatico della Lista Uniti nell’Ulivo – indichi esplicitamente il rifiuto della guerra, della tortura, della sopraffazione come strumenti per risolvere i conflitti, facendo valere la parte migliore della sua cultura e la comune speranza in un futuro migliore per tutti.
Tortura
Hanno il sapore di una macabra parodia di una guerra che aveva preteso di “esportare la democrazia” le immagini delle torture in Irak. Che nelle stesse stanze dove faceva torturare i suoi avversari l’antico dittatore abbattuto soldati di due grandi democrazie possano averne continuato gli orrori è la riprova della degradazione provocata dalla guerra. Perché la guerra insegna a creare il nemico e a vederlo solo come un bersaglio con cui ci si può anche ‘divertire’ perché è stato cancellato come persona umana. Ma democrazia vuol dire prima di ogni altra cosa rispetto per i diritti umani di tutti. Rifiutare la guerra la tortura la sopraffazione sugli altri diventa allora il primo dovere di cui la nuova Europa deve farsi carico memore del suo tragico passato ma anche della migliore tradizione della sua cultura.
Mariantonia Liborio
COMMUNITAS 2002
2 Maggio 2004

Redazione1
21.05.2004 21:02
Regioni e Welfare: i voti degli italiani

"Regioni e Welfare: i voti degli italiani"
Esce il nuovo libro dell'Associazione Nuovo Welfare

La prossima settimana uscirà il nuovo libro dell'Associazione Nuovo Welfare, il terzo della collana Social Monitor, contenente la seconda parte della ricerca "Quale welfare per l'Italia delle regioni".
Con questa pubblicazione si conclude l'indagine, promossa in collaborazione con Unicab, sulle percezioni e le opinioni degli italiani riguardo ai temi del welfare regionale.
Dopo aver chiesto ai cittadini di indicarci la loro idea di welfare e le loro priorità, pubblichiamo oggi i loro giudizi sull'impegno delle proprie Regioni nelle politiche di protezione sociale.
Vi ricordiamo che si tratta della più vasta ricerca sul tema mai realizzata, condotta con oltre 20.000 interviste (circa 1000 per regione), che focalizza l'attenzione sulle opinioni dei cittadini, gli utenti del sistema di welfare.

Associazione Nuovo Welfare
www.nuovowelfare.it
Piazza di Pietra, 26
00186 - Roma
Tel 0669923377 Fax 066798452
info@nuovowelfare.it

Redazione1
21.05.2004 21:18
Il sommario del nuovo numero di Nuovi Orizzonti

IN QUESTO NUMERO DI ORIZZONTI NUOVI

«Ritiro immediato delle nostre truppe»

Antonio di Pietro e Achille Occhetto invitano il "Triciclo" a impegnarsi in tutte le sedi opportune per il rientro degli italiani

Reportage dall’Uzbekistan

di Niccolò Rinaldi

Impegno per lo sviluppo, Italia al quindicesimo posto nell’aiutare i paesi in via di sviluppo

di Paolo Billi

Prezzo della benzina alle stelle, Ci vuole maggiore concorrenza

di Umberto Lacchetti

Redazione1
23.05.2004 14:23
Giovani, soldati e pace

Per i nostri soldati
In Iraq, per tutti i
Giovani e per la
PACE

È nato un fiore,
Tra mille cose cattive
Nel deserto del
terrore,
È nato un fiore,
Accanto a un cannone
Ed un ragazzo
E la sua canzone.
Mettete dei fiori
nei vostri cannoni,
sparate l'amore
date emozioni
è nato un fiore,
lì sulla luna
che aspetta di essere
l'ultimo essere,
a poter dire
che guerra infame.
è nato un fiore,
in ognuno di noi
nel nostro cuore,
aspetta il coraggio
e non la morte
di un altro fiore,
basta la guerra
non è creativa
distrugge solo
è troppo cattiva,
non fate la guerra
fate l'amore
questo vi chiedo
con tutto il cuore
Francesco Lena Via Provinciale ,
37 24060 Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
27.05.2004 21:31
I morti iracheni e l'informazione

Gentile Redazione Le mando questo mio scritto Veda se ritiene utile
pubblicarlo , grazie.
I morti iracheni e l'informazione.
Seguiamo con buona speranza, la sorte dei nostri prigionieri in Iraq. L'
Italia intera ha partecipato commossa al dolore per la perdita dei nostri
soldati a Nassiriya, le pagine dei nostri giornali e telegiornali, sono
piene delle sofferenze causate dalla guerra.Pochi parlano o scrivono dei
quindici o ventimila mila morti Iracheni, militari civili, donne, bambini.
Già il fatto che non si sappia la cifra esatta ci dice la poca
considerazione che abbiamo della vita altrui. Non sono forse uomini come
noi, con i loro affetti, i loro dolori? Pensiamo che una mamma irachena non
soffra per la perdita per del proprio figlio come una mamma italiana? Quanti
saranno veramente i terroristi tra quelle migliaia e migliaia di morti? Ci
avevano raccontato che era una questione di vita o di morte per l'Occidente
in quanto il regime di Saddam era in grado di colpire con armi di
distruzione di massa i nostri paesi. Di fronte alla constatazione che armi
di distruzione di massa non c'erano ci dicono che, si, comunque abbiamo
abbattuto una dittatura , poi ci accorgiamo che i soldati americani anzichè
la democrazia esportano una loro visione di prepotenza, di superiorità della
loro cultura (chissà che senso di superiorità per una donna americana tenere
al guinzaglio un soldato iracheno) la democrazia è prima di tutto verità,
trasparenza, libertà, e rispetto dei diritti umani. Questo è solo quello che
riusciamo a sapere. Chissà quali altre violenze, sofferenze gratuite, quante
morti sotto torture e quanti innocenti, non documentate da fotografie,
inflitte a persone che avevano la sola colpa di essere iracheni soldati di
leva o solo sospetti di terrorismo. I nostri? Il nostro governo ha ottenuto
dal parlamento la via libera per una missione di pace in Irag, ci ricordiamo
bene le parole del premier e di alcuni suoi ministri che ci raccontavano che
i nostri soldati avrebbero scortato i convogli con gli aiuti umanitari,
avrebbero aiutato gli iracheni nell' emergenza sanitaria eccetera eccetera,
e noi ce li immaginavamo a distribuire viveri e medicinali, "mettete dei
fiori nei nostri cannoni " come diceva la vecchia canzone, invece non passa
giorno che i nostri soldati non siano impegnati in sparatorie con poca
differenziazione degli invasori americani e inglesi, ( quelli che vogliono
mettere le mani sul petrolio e averlo sotto controllo). Perché restare
ancora quando è ormai chiaro che anche quelli che avevano sofferto e patito
sotto Saddam non ci vogliono più? Ritirare i nostri soldati in queste
condizioni è un dovere per l'Italia. Poi io dico con forza che ero, sono, e
sarò sempre contro ogni tipo di guerra, ero, sono, e sarò sempre per la pace
per tutti i cittadini del mondo.Invito tutti ad esporre sui balconi delle
nostre case in tutta Italia il 4 giugno 2004 in occasione della visita di
Bush in Italia per far sentire il nostro deciso dissenso alla guerra.
Facciamo vedere i bellissimi colori dell'arcobaleno della bandiera della
pace e far sentire che non servono i muscoli ma tanto rispetto della
persona.
Lena Francesco Via Provinciale,37
24060 Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
27.05.2004 21:39
La Politica lassù nel Loggione.

La Politica lassù nel Loggione.
Incontro in tre atti con Luigi Boschi

Atto I

Cosa ne pensa dell´appello di Azzali?
"Chi non lavora non mangia, chi lavora mangia?" Proprio dalla classe dirigente dell´Unione Industriali di Parma arriva questo appello, frutto, sembra, di uno studio commissionato al MIT? Già Celentano al San Remo di qualche tempo fa cantava "Chi non lavora non fa l´amore" e seppur simile, la cosa suonava meglio ed è costata meno. In coro tutta la classe dirigente si unisce incolpando i parmigiani di parmigianite ossia di non lavorare e di non studiare a sufficienza.
Dal loggione della politica locale sento: "I gh´àn un bél bècch ad fér. Chilòr i vrisòn impichè p´r aria cmé i parsùtt."

Ma il problema esiste?
Certo, però dobbiamo dirla tutta: in primo luogo il problema sono loro, la classe dirigente. Secondo, il problema oggi è perché lavorare? Per non arrivare con lo stipendio a fine mese? Per mantenere con lauti stipendi una classe dirigente incapace? Per consentire a una imprenditoria miope di fare i propri loschi affari? Per aumentare la disparità, l´emarginazione? Per produrre povertà? Per consumare inutilità che alimentano etiche economiche belliche e di schiavismo? Per dissipare capitali? Per il disastro ambientale? Per prostituirsi psicologicamente tutti i giorni e prestarsi a svolgere lavori idioti senza futuro? Qualcuno venga a dire il perché, venga a motivare la depressione sociale che ha prodotto. Droghe, alcool, prostituzione, psicofarmaci, malattie depressive, sono lì coi loro numeri reali. E´ una economia che in Italia sta producendo 15 milioni di poveri. Se si vuole continuare così! Altro che servizi sociali!
Dal Loggione: "Al màt Sicuri l´è stè un gràn precursòr, a gh´vrìs dè la lavrea ad honorem e al Sant Ilèri"

La povertà è in crescita in tutto l´Occidente
Le rispondo con le parole di Vittorio Nozza direttore della Caritas Italiana. Diceva in una intervista su Repubblica: "Una famiglia che lavora ha il diritto di vivere in un contesto di garanzie, non di precarietà. Ha diritto ai servizi non alla carità. Vediamo famiglie fragili, in balia del futuro incerto, esposte alla più piccola crisi, e politiche familiari che non fanno più argine alla deriva. Si dice che questa è modernità, è flessibilità. Ma c´è da chiedersi fino a quando si possa accettare un ordine delle cose che condiziona la produzione della ricchezza ad una corrispondente produzione di povertà."
Io non avrei nulla da aggiungere, mi basta.

Il lavoro...
Il lavoro è finito, l´uomo è libero. Si tratta invece di rendere economico l´espressione delle proprie potenzialità, del proprio agire, del proprio desiderio. Ed è cosa diversa, mi consenta!!
Ma è ciò che non si vuole. E´ questo che può spostare il senso, anzi i sensi, ridare significato, anche se molto impegnativo, alla vita; certo con maggiori difficoltà. E non è detto che non vi possa essere spazio anche per il lavoro, per chi preferisce questa soluzione, ma diventa una scelta dell´individuo. Oggi l´economicismo propone un lavoro che impoverisce la persona e ha ridotto a unico obiettivo sociale il risultato economico, insoddisfacente per molti, anzi abbiamo visto che sta generando una povertà diffusa e sta mandando in vacca tutto, non solo l´Occidente, ma anche i Paesi che si lasciano trascinare da questa corrente che presto produrrà un uragano. Se non si portano correttivi urgenti sarà un vortice distruttivo per tutti. Si produce un contesto da Pulp Fiction, poi però si chiede sicurezza! E il problema casa?

Certo la casa?
Quella in atto è usura. La prima casa è un diritto di civiltà. L´autorealizzazione dell´uomo passa attraverso la disponibilità della casa così come le diverse forme di convivenza. La prima cosa che l´animale uomo si è cercato è stata la tana. Il cibo era dappertutto, fino alla sua privatizzazione. Non può esistere una politica della famiglia, di nuclei conviventi o semplici individui senza casa. Invece attraverso l´indigenza e un mercato drogato di cui la Pubblica Amministrazione è complice, si alimentano solo patrimoni individuali e interessi d´affari. Più che trovare soluzioni, mi sembra che oggi vi sia la propensione a produrre il bisogno.

Sempre così diretto?
I necrofili dell´economia locale che in questi giorni continuano a cantare il de profundis per il nostro territorio dovrebbero dimettersi, perché sono i responsabili del disastro prodotto. Non hanno ascoltato né sostenuto i portatori di nuove idee, coloro che cercavano di costruire economie del sapere e far capire l´impoverimento del tessuto sociale che era in atto. Non si può seminar patate e raccoglier frumento!
La nostra classe dirigente compresi i "sottcaldéra" e i porta borse (e ce ne sono molti), sono responsabili e dovrebbero dimettersi. I parmigiani invece con masochismo continuano a votarli e riconfermar loro le poltrone. E´ così che godono!

Potrebbe arrivare però nuova imprenditoria da fuori?
Oggi si cerca ciò che non si è voluto per ignoranza e controllo di potere. Non si è cercato di sostenere il nuovo quando le barriere di entrata erano possibili, si è preferito puntare solo sul vecchio che ora produce solo se stesso a fatica, senza crescita; è la stagnazione fisiologica di tutte le economie che non si rinnovano. Le risorse economiche sono state preda di chi ha sabotato l´economia delle conoscenze. Quando c´erano i mezzi si sono bruciate risorse e menti creative. Oggi di fronte a alte barriere di ingresso si fanno enunciazioni e si cerca l´imprenditoria foreste, perché qui è stato sterminato il pensiero innovatore. Qui sono abituati al già pronto, al preconfezionato. I parmigiani sono ridotti a coloni di servizio!
Cosa dovrebbe essere richiesto oggi a coloro che hanno impedito il nuovo? Sono responsabili di un danno enorme! Cosa da "class action"
Il loggione mormora: "J´en sfiatè. I `n gàn pu ed vòza e l´òpra l´è apén´na cminsèda!".

Classe dirigente e burocrati locali...
Sa cosa le propongo?

Mi dica?
Potremmo esportarne un po´ dei "nostri" e importare classe dirigente Finlandese, Danese, Francese. Non siamo in Europa? Favoriamo gli scambi: mandiamoli là i "nostri" a far godere, se li vogliono, anche loro, i Danesi, i Norvegesi, i Tedeschi.

L'imprenditoria ha gravi colpe secondo lei?
Si. Più che imprenditori sono prenditori. Oggi se non hanno i finanziamenti a fondo perduto per lo stabilimento, se non hanno la ricerca sviluppata dall'Università e quindi pagata con risorse pubbliche, se non hanno la formazione con i contributi regionali (e poi non la fanno), se non hanno la rottamazione per l'invenduto, se non hanno il lavoro precario (oggi ci sei domani no e te lo dico dopodomani), se non hanno i tassi bancari agevolati e le linee di credito sovrastimate rispetto al capitale d'impresa, se non hanno l'innovazione tecnologica assistita, se non hanno tutte quelle iniziative pubbliche garantite per competere, (la chiamano ancora competizione!) non c'è ombra di imprenditoria. Per non parlare del nero, del sommerso, delle tangenti, del riciclaggio...Infatti nonostante tutto questo "ben di Dio" quando questi nostri imprenditori vanno all'estero prendono sonori schiaffoni; pochissime sono le imprese capaci di competere sul mercato internazionale.

Non ha mezze misure?
Guardi dico questo con amarezza. Ho una tradizione imprenditoriale di famiglia alle spalle e mio cugino Paolo è stato uno dei primi imprenditori italiani a tenere relazioni internazionali con le multinazionali. Mi ricordo quando, pur con grandi sacrifici, chi lavorava nell´imprese riusciva a farsi una casa, mandar i figli a scuola, comprar l´auto, riusciva a progettare un futuro per sé e la sua famiglia. Si elaborava un miglioramento del tessuto sociale. Oggi non arrivi a fine mese e se ti va bene paghi l´uso dei beni, non pensi certo all´acquisto; al futuro poi non ci pensi affatto altrimenti vai in depressione. C´è l´indebitamento per l´uso non per la proprietà. Di questo passo arriveremo a comprare il pane a rate. Certo era una società semplice e non complessa, ma penso che si stia andando verso una conflittualità sociale voluta. E chi si occupa della cosa pubblica ha gravi responsabilità. L´economista Paul Krugman sostiene che vi è una politica di distribuzione dei redditi che produce disuguaglianze sociali pericolose; in America sono paragonabili a quelle degli anni venti. Questo "fenomeno" sociale è abbinato ad una incredibile concentrazione di ricchezze che unitamente a quella dei mass media governano il mondo. "La vera novità -dice- è l´ascesa di una Destra molto dura sulla scena politica. Questo è il fatto dominante degli ultimi anni. Quest´ala destra radicale è vicina a consolidare sotto il suo controllo tutte le leve del potere. Il grande interrogativo che dobbiamo porci è questo: se ce la faranno, o se ci sarà una reazione di rigetto dell´opinione pubblica".

E a Parma?
E' ancora orfana di Pietro Barilla. Inoltre è stata beneficiata da risorse improprie. Coloro però che oggi praticano lo "scaricabarili" sono inaffidabili. Sindaco compreso che usufruì non poco del credito in varie forme concesso dalla Banca del Latte.
Dal Loggione arriva: "Se i du Brasè i podisson parlar!"

Il digitale non ha avuto molto spazio?
I tempi di risposta della Pubblica Amministrazione sono stati inadeguati. Pensi cosa è stato sottratto alla collettività nell´area del digitale applicato alla Pubblica Amministrazione. Pensano ancora di vender servizi e non hanno capito che devono costruire ambienti virtuali dove le persone convivono, si autorealizzano e i servizi se li autoproducono. Mentre viene impedita una vera comunicazione digitale. La strategia di sviluppo del digitale non è stata recepita volutamente né dal Comune, né dalla Provincia. Si vedrebbero diminuire il loro potere discrezionale. Si sono limitati all´intrattenimento o alla teleburotica. Non hanno poi i nostri politici la cultura del linguaggio digitale. Pensano di usare il cinema con il linguaggio radiofonico. Il Comune nel web è inesistente, la Provincia però ha investito molto in "e-decorativismo" digitale, tanto da ricevere i riconoscimenti proprio da quegli organi nazionali che hanno impedito lo sviluppo della rete connettiva e collettiva. Vede, gli assessori dovrebbero adoperarsi, nell´ambito delle deleghe assegnate, per valorizzare le risorse umane presenti sul territorio e il contesto in cui operano, mentre si preoccupano di celebrare se stessi e i loro funzionari, dissipando spesso risorse pubbliche.

Lei pensa che il digitale cambierà radicalmente la burocrazia?
Il politico perderà in potere discrezionale e determinerà la qualità del sistema cognitivo diffuso on line a cui partecipa con la collettività alla produzione di conoscenza. La collettività acquisterà quindi in potere interrogativo, tempestività di risposta e di potenzialità espressiva. Non si interrogherà un politico, ma un sapere connesso collettivo. E´ questa la costruzione dell´intelligenza connettiva diffusa. La Pubblica Amministrazione diviene un immenso documento distribuito in costruzione continua, in perpetua riorganizzazione.
La Provincia come "rete", è governo e coordinamento dei sistemi e dei flussi. E´ l´Istituzione territoriale di sviluppo, governo e coordinamento delle reti di: telecomunicazione, viaria, idrica, economica, culturale, energetica, ecc. I Comuni come "nodi" di una rete, costituiscono il governo delle potenzialità locali. I Comuni e Provincia divengono il "valore connettivo" dove le potenzialità locali si esprimono e si manifestano collegati ad una rete che si qualifica proprio grazie all´espressione del potenziale cognitivo, sociale, finanziario dei singoli nodi.

Lei è stato un antesignano nel settore?
Si, ma gli innovatori non sono graditi, perché destabilizzano il potere. Nel programma elettorale del ´98 di Ubaldi non c´era un rigo sul digitale a Parma. Io realizzai nel ´96 alcuni progetti editoriali on line, prime testate digitali in Italia, nel ´98 proposi il progetto "Comune on line" e realizzai nel ´99 a Parma la prima Biennale di cybercultura con una partecipazione di esperti da tutto il mondo. Volevo connettere la tradizione di Parma con i tecnosaperi e le tecnoscienze del futuro. Risultato? L´indifferenza, non solo non venni ascoltato, ma fui emarginato dai tavoli di lavoro successivo. Quando sento oggi questi farabutti ignoranti riempirsi la bocca di internet...Hanno negato il diritto di accesso, attraverso l´uso del potere arbitrario, sul diritto intellettuale con produzione di danno biologico, economico e sottrazione di un bene alla collettività. Dov´è poi il principio di sussidiarietà?

E' di pochi giorni la presentazione della banda larga?
Appunto! La Regione presenta oggi la banda larga e spenderà 50 MLD di lire nei prossimi due anni per 218 km di fibra ottica in Provincia e collegamenti con ponti radio.
L´Italia è il fanalino di coda in Europa col 2,5% di penetrazione, l´Olanda ha il 10%, la Svezia 11%. La media Europea è al 4,5%. Forse nel 2006 potremo avvicinarci ai loro standard. Questo per le pari opportunità! Con l'arrivo del Mit l'Irlanda è divenuto da Paese di pastori al più avanzato in innovazione tecnologica e oggi vanta il miglior reddito pro capite degli Stati Europei. Mai che lor signori della cosa pubblica, anzi piazzisti della cosa pubblica, ci dicano, ci informino dei modelli adottati nei Paesi di eccellenza o cosa propone la Ricerca. Ci vendono quel che è di loro interesse, reso pubblicamente finanziabile attraverso le lobby economiche, e noi ce lo dobbiamo bere e pagare. E´ così che coltivano la cultura critica collettiva!

Il Pubblico ha delle responsabilità?
Il privato nel digitale è stato bloccato dalla politica nefasta del Pubblico. Pensi che per un certo periodo, anziché adoperarsi nella formazione, qui a Parma, se lo trovava concorrente sul mercato. Lei crede che si sarebbero costruite auto se il pubblico non avesse realizzato le strade? Poi in Italia il pubblico ha prodotto le strade e le auto, ma questa è altra cosa.
Siamo di fronte a una classe dirigente che ha impedito per stupidità e interessi di parte lo sviluppo del digitale, della ricerca, così come altri settori. E non si può confondere, come fa qualcuno la ricerca di base con quella applicata. Si pensi solo che Parma ha avuto la prima Tv commerciale d´Italia. Guardi cosa ne ha fatto Berlusconi, guardi cosa ne ha fatto tutta insieme l´imprenditoria di Parma! Probabilmente eravamo di fronte a quozienti di intelligenza diversi. Ricordo sempre le parole e l´amarezza dello scomparso Carlo Drapkin.

Pensa che Parma avrebbe potuto avere un ruolo diverso?
Con le risorse economiche di questo territorio, che hanno alimentato le Tv commerciali, le qualità professionali presenti, costretti a emigrare, vedi artisti, creativi e giornalisti, con l´Università, l´Istituto d´arte, il Conservatorio, avremmo potuto svolgere un altro ruolo nel settore della Tv commerciale e anche nell´economia delle conoscenze a Parma, ma è mancata l´intelligenza dell´imprenditoria che non ha sostenuto e voluto questi progetti d´impresa, presenti, ma, ripeto, non adeguatamente sostenuti. Si è preferito comprare pubblicità e saperi, alimentando altre economie. Era meno destabilizzante per l'equilibrio locale. D'altra parte in Italia abbiam comprato i film americani e stranieri dimenticandoci della produzione italiana, così abbiam fatto morire il cinema italiano; costava meno comprarli e soprattutto c´era più interesse!

Si ma Milano...
Vede, mentre Milano connette, qui si sconnette deprimendo le potenzialità individuali. Se a Milano l´imprenditoria è stata capace di terziarizzarsi, qui è rimasta al palo della ripetizione di massa della cultura contadina. Se il primario (l'agricoltura) non avesse subito la trasformazione dell'innovazione tecnologica, quindi dei saperi, quindi del terziario, staremmo ancora con l'atro a mano. E' il terziario che ha adottato l'agricoltura non viceversa. L´uomo da sempre si è attrezzato per vivere: con arnesi nell´era contadina, con macchine nell´era industriale, col digitale nell´era della globalizzazione. Interfacce tecnologiche lo liberano alleviandogli la fatica, sottraendolo alla ripetizione, moltiplicandogli le potenzialità culturali e di espressione. Severino: "la tecnica è la capacità infinita di realizzare scopi incrementando la potenza dell´uomo". E questo qualche dirigente con studi classici e docenza alle spalle dovrebbe riconoscerlo anziché sparar sentenze populiste! Poi, che ne è stato della ricerca, dell´innovazione? Dove siamo nelle aree strategiche come le nanotecnologie e le biotecnologie. Pensiamo veramente che il futuro sia nel distretto del colesterolo e dell´obesità?

Un desiderio politico
Ridare entusiasmo a questo territorio con notevoli potenzialità culturali mai adeguatamente sostenute. In America sono due trentenni che hanno ideato e porteranno Google in Borsa!
Qui sembra che le idee non servano a niente e questo alla lunga deprime le persone, impoverisce il tessuto sociale, fa ristagnare l´economia.
E´ in atto poi un processo di sola mercificazione delle idee che è distruttivo. Fulvio Papi: "Assistiamo allo scomparire, quasi senza traccia, del fare senza calcolo, con un uso dell´intelligenza estraneo alla razionalizzazione del comportamento...viviamo il sentimento di una perdita epocale, quella del fare con senso ma senza interesse".
In Loggione si dice: "Anche la polènta, `na volta, a t´la sentìv a cinquanta mètor; adèsa gnàn in t´al piat". (continua)

Parma 19 maggio 2004

Movimento Sorgenti
338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it


Redazione1
27.05.2004 22:24
La poltrona del confessionale....

la POLTRONA del confessionale del gf4 all’asta per LA LIla
Torino, 26 maggio 2004. La LILA, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, lancia su www.ebay.it un’asta di solidarietà a partire dal 4 giugno. La ormai famosissima poltrona del Grande Fratello sarà l’oggetto desiderato da conquistare partecipando all’evento.
Dal 4 al 11 giugno sul sito on-line www.ebay.it (sotto la sezione Beneficenza) inizierà un’asta i cui proventi sono destinati a sostenere l’attività che la LILA porta avanti ormai da anni: informazione, prevenzione, solidarietà e difesa dei diritti in relazione al mondo della sieropositività all’HIV.
La poltrona originale del confessionale del Grande Fratello, quella ormai famosissima su cui i ragazzi della casa hanno confessato i propri stati d’animo e nominato gli altri partecipanti, a partire dall’offerta di 1 euro potrà diventare un complemento d’arredo unico e originale nella casa di chi, aggiudicandosi l’oggetto all’asta, avrà inoltre aiutato concretamente a sostenere la lotta all’AIDS.
In Italia è stimato un numero approssimativo di 110.000 persone sieropositive all’HIV: tra queste circa la metà non sa di esserlo: solo la costante attività delle associazioni dà oggi concretezza alla lotta contro il virus.
La LILA ringrazia Casamania by Frezza per la gentile concessione.

Per informazioni: Anna Lia Guglielmi – Uff. stampa LILA Nazionale tel. 011 4310922, 348 0183527

Redazione1
28.05.2004 15:56
I manifesti della politica

"I MANIFESTI DELLA POLITICA"
di Cuccu44
Cari lettori, le elezioni europee si avvicinano ed i nostri politici si stanno facendo già ammirare sui muri delle nostre città. Ho letto alcuni manifesti elettorali e devo dire che sono alquanto ridicoli. Il Cavaliere ha incollato la sua faccia "liftata" in ogni angolo delle nostre città, utilizzando il suo solito metodo delle cifre o delle cose, a suo dire, fatte dal governo che presiede. Come può un cittadino qualsiasi, cioè la maggioranza della popolazione, capire cosa significano quelle percentuali o quei numeri a tre zeri?Da parte sua Fini dice di avere solo un pensiero:l'Italia. Intanto però siede al tavolo con la Lega nordista di Bossi. Sgarbi da parte sua, con la sua solita presunzione, parla di partito della bellezza. Quale bellezza?Forse la sua?L'Ulivo invece ha messo il “faccione” di Prodi accanto a frasi poco credibili e tra queste in particolare quella riguardante la guerra sbagliata in Irak!Ma non è stato il partito di Fassino e compagni a non voler votare a favore del ritiro immediato delle nostre truppe?Al di la dei soliti manifesti, credo che l'Europa stia a cuore a pochi. La politica italiana è completamente abbandonata alle sue "beghe" interne, per poter pensare a quel fantastico progetto che è l'Europa. I giornali ne parlano poco, la televisione altrettanto. Nella classe politica italiana manca ancora quel senso europeista, che invece dovrebbe essere preminente in vista della costituzione europea. Basta analizzare le candidature per vedere quanta superficialità è stata utilizzata nella scelta dei candidati, attori e cantanti lanciati nella mischia per andare ad occupare un posto a Bruxelles. Spero che il popolo non si faccia "raggirare" dalle false promesse e dalle cifre "inesistenti" dei manifesti elettorali. L'Europa non ha bisogno di cantastorie e menestrelli di regime, di quelli è già pieno il nostro Parlamento! Walter Lanaro cuccu44@softhome.net
Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
28.05.2004 16:04
La fiducia sulle pensioni

"LA FIDUCIA SULLE PENSIONI"
di Cuccu44
Cari lettori, il governo ha deciso di imporre la questione di fiducia sulla riforma delle pensioni. Il Senato ha già votato a favore ed ora tocca alla Camera. Credo sia una scelta assai grave, vista anche l'importanza fondamentale che ha il settore previdenziale per ogni paese democratico. Il governo ha deciso di imporre il suo veto, su un eventuale dibattito che si sarebbe potuto svolgere democraticamente in Parlamento. Oramai siamo abituati alla "spavalderia" dell'esecutivo in carica, il quale per il problema lavoro, ha saputo solo attuare riforme vessatorie per tutta la classe lavoratrice italiana. Ha iniziato con la vergognosa riforma Biagi per arrivare oggi a quella sulle pensioni. Una riforma del genere, andrebbe votata e discussa dopo un ampio e democratico confronto con le parti sociali, cercando di capire anche il loro punto di vista. Invece ecco che sta per essere votata una riforma che cambierà totalmente la struttura previdenziale del nostro paese e i primi interessati, i lavoratori, non potranno esprimere il loro parere sacrosanto. Su una riforma del genere, bisognerebbe fare dei referendum aziendali e poi un referendum nazionale, per contare i contrari e i favorevoli. Confido nel Presidente Ciampi sperando che non firmi questa miserevole riforma, la quale è nata monca di un fondamentale elemento: la dignità verso i lavoratori! Il "ceto" lavoratore italiano, oramai lavorare è un privilegio di pochi, è sempre più precario e denudato dei suoi fondamentali diritti. Questo governo ha osato troppo e la cosa più grave, è che l'opposizione continua a latitare!
Walter Lanaro cuccu44@softhome.net
Cuccu44,sempre in prima linea!!!
Si autorizza l'eventuale pubblicazione della presente lettera in ogni modo e con ogni mezzo.

Redazione1
31.05.2004 09:26
Berlusconi attacca i partitini di Cuccu44

BERLUSCONI ATTACCA I PARTITINI"
di Cuccu44
Cari lettori, Silvio Berlusconi ha affermato in modo netto e deciso che alle
prossime elezioni europee sarebbe bene non votare i piccoli partiti. Subito
si è gonfiata una grande polemica, gli alleati di minor conto, numericamente
parlando, come Udc e Lega, hanno alzato la voce chiedendo spiegazioni. Il
Cavaliere, come spesso ha fatto, ha subito smentito e spiegato che intendeva
i partitini del centro sinistra. Difficile da credersi, credo oramai chiaro
per tutti, che il Cavaliere ha un continuo delirio di onnipotenza. Lo sanno
bene anche i suoi alleati che però per interessi di partito, fanno finta di
niente. Circa i partitini, Berlusconi dimentica che è la legge elettorale
attualmente in vigore, che smentendo i suoi fautori, ha portato alla
moltiplicazione delle compagini politiche in Parlamento. Invece di fare
demagogia, il Cavaliere farebbe bene ad abolire una volta per tutte la quota
proporzionale del nostro sistema elettorale creando un sistema maggioritario
plurinominale con elezioni primarie obbligatorie. Invece il Premier guarda
nostalgicamente al proporzionale puro, sistema che in Italia ha creato solo
problemi. Berlusconi ha fatto riforme inutili e per fini privati,
dimenticandosi di quelle realmente utili al paese come appunto la legge
elettorale. La passerella d'Assago non servirà al Cavaliere per accaparrarsi
voti alle prossime elezioni, e forse chissà, che proprio quei partitini
tanto disprezzati alla fine non saranno i veri vincitori delle elezioni
europee!
Walter Lanaro
cuccu44@softhome.net
Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
1.06.2004 18:39
Questa notte......ho pensato di...

Questa notte, prima di rientrare a casa, ho pensato bene di fare un giro per la mia città, con lo scopo di dare una occhiata ai manifesti elettorali.

La città in cui vivo si chiama Cologno Monzese e, se non sbaglio, dopo Cinisello Balsamo, è il paese più importante dove si voterà il prossimo 12 giugno, con i suoi quasi 50.000 abitanti.

Non, quindi, un piccolo paesino di provincia.

Ero già di cattivo umore per cose mie, ma mi ha preso subito una morsa allo stomaco nel vedere il prodotto della rissosità e della miopia politica: decine e decine di manifesti con i simboli delle ben 25 (venticinque!!) liste presenti con una decina di candidati al ruolo di sindaco, dei quali ben 3 (tre!!) del centro-sinistra.

E vai con le foto dei candidati, con gli slogan originalissimi.

Assieme a questo popò di manifesti, c’erano poi quelli della provincia, naturalmente uguali a tutto il resto del territorio (inutile quindi perdersi in descrizioni).

Ma la botta più forte è stata nel constatare che, in tutto questo baillame, NON HO TROVATO NEPPURE UN MANIFESTO DELLA LISTA UNITI NELL’ULIVO!!

Prima mi sono detto: sarà solo in questo gruppo di tabelloni, vedrai che in altri quartieri e nel centro non è così.

Con la mia moto ho quindi girato tutta la città, ottenendo sempre lo stesso risultato: NEPPURE UN MANIFESTO DELLA LISTA UNITI NELL’ULIVO!!

La domanda, allora. è la seguente: quante Cologno vi sono in giro per l’Italia?

Siamo sicuri che, a livello periferico, si sia compreso bene che stiamo giocando una partita importantissima?

Non è che qualcuno remi contro, sperando che il 14 giugno possa scattare il “rompete le righe” tornando alla situazione di prima?

L’unica cosa che posso auspicare, a questo punto (ed io ne sono convinto) è che la situazione vera è rappresentata dalle migliaia di persone presenti sabato scorso in fiera e dalle centinaia di iniziative che vengono promosse sul territorio.

Si tratta di spendere tutte le energie perché partiti, associazioni e volontari facciano arrivare ovunque un appello alla mobilitazione generale e le situazioni come quella sopra descritta vengano considerate soltanto come spiacevoli episodi.

Agli amici Cittadini per l’Ulivo che si riconoscono nel percorso di Uniti nell’Ulivo, una raccomandazione: cerchiamo di essere presenti e, là dove dovessero verificarsi situazioni simili a quella di Cologno, non esitiamo ad armarci di scopa e colla per colmare la lacuna.

Per aspera, ad astra.
Stefano Facchi



Redazione1
1.06.2004 18:42
La Politica lassù nel Loggione.Atto II (2^parte)

La Politica lassù nel Loggione.
Incontro in tre atti con Luigi Boschi

Atto II (2^parte)

La montagna parmense?
Finché la montagna in Italia non avrà un proprio regime fiscale, uno specifico Istituto di credito e una rete di mobilità virtuale e fisica efficiente sarà tutto inutile. Il riequilibrio passa attraverso queste forme che potrebbero ridefinire il contesto e l'ambiente. Nel 2000 presentai un progetto integrato di piano per la montagna. Devo dire che molti di quei punti sono oggi in realizzazione o in progettazione, ovviamente si son ben guardati dal coinvolgermi.
Credo inoltre si sarebbero dovute sostenere maggiormente le iniziative agroambientali, ossia l'agricoltura rivolta per curare e gestire: a)ambienti per fauna e flora selvatica; b)produrre habitat per specie di interesse conservazionistico. Si sono però scoraggiati i ritiri seminativi e oggi le misure economiche a sostegno dell'agroambiente sono mortificanti.

E' al corrente di "malefatte"?
Le cito alcuni esempi che mi sono cari, ma ben altri e maggiori sono i disastri prodotti:
-A Tiedoli, in un paesaggio splendido, su una sorgiva (da cui si deve estrarre giornalmente l'acqua con un getto di 10 litri al secondo), a fianco di una frana, a mezzacosta di una montagna, cosa è stato costruito? Una discarica che incombe Magrano e Ostia parmense. E si sta aprendo la sesta buca! Si stanno spendendo miliardi, anche con palificazioni, per non far franare questa montagna di rifiuti. E' questo il modo per valorizzare la montagna? Per incrementare l'insediamento, residenziale? Per far sì che la gente si senta "protetta" da un possibile disastro? O la montagna è un luogo da riempire di rifiuti...tanto è disabitata!
-La Val Baganza risulta completamente dimenticata: non viene nemmeno più citata. Eppure esiste, ha dato vita ad una ricca economia agroalimentare. Il nome non risulta inserito in nessuna delle due comunità montane. E' la conseguenza della spartizione dei comuni della stessa vallata ad una o all'altra comunità senza alcun rispetto per le logiche di identità storica e geografica di valle: oggi per la politica è inesistente!
-A Vairo, da anni viene denunciata una situazione insostenibile da un punto di vista ambientale, una puzza e un inquinamento incredibile causato dal liquame di 600 maiali maltenuti in un allevamento al centro paese, con tampa annessa, realizzata e utilizzata senza collaudo.
-L'acqua del Taro una volta balneabile è oggi improponibile almeno fino a Bedonia.
-Il disastro paesistico, l'icuria boschiva e fluviale, la distruzione dell'architettura rurale.
Le sono sufficienti?
Il Loggione: "N'a volta t'andäve in montagna pär l'aria bógna, incò pr'i rifiut; i dízon ch'jen pr'i fónz!"

La Diga di Vetto?
Penso che una scelta che dovrebbe essere tecnico scientifica sia stata sufficientemente strumentalizzata dai politici. Vorrei invece che fosse una commissione scientifica indipendente, non pagata dai costruttori, ad esprimersi sulla necessità di realizzazione.

Quale ruolo, identità futura per la Montagna Parmense?
Oggi si limita la montagna a una proposta di servizio per la pianura che è inaccettabile, non strategica, che priva la montagna di ogni autonomia economica e di sviluppo reale, la riduce a servizio per una economia che non le appartiene. In cambio di che? Di transito turistico e di decorativismo paesaggistico? La montagna non sta elaborando una sua nuova identità dopo la morte della civiltà contadina. La Montagna rappresenta oggi un valore abbandonato con una economia di sopravvivenza. E' sotto agli occhi di tutti. Le amministrazioni locali e il privilegio personale hanno fatto disastri e distrutto paesaggi. Bisogna salvare le identità e si deve però anche progettare e immaginare il futuro. Si parla di recupero del passato, ma si pensa poco al futuro, se non in forma speculativa e si dà per scontata la colonizzazione dei saperi e dei luoghi cercando di insediare un modello che nulla ha a che fare con quell'ambiente. La Montagna deve essere connessa, collegata e accessibile, forme necessarie per dar vita a iniziative tese a sviluppare un contesto favorevole, luoghi da abitare e non essere abbandonati o semplicemente transitati. La Montagna deve essere aiutata a ripensarsi. L'ambiente costituisce la ricchezza naturale con cui i saperi devono interagire per forme di ritorno positivo di qualità di vita ed economico. I sindaci poi chiamino e ospitino artisti, favoriscano l'insediamento di centri di ricerca. Avevo proposto al Presidente del Parco dei Cento Laghi una scuola per il documentario e la fotografia naturalistica: la risposta? Non lo ho più sentito!

Due iniziative per la montagna?
L'Oasi del Silenzio e il Parco delle Frane.

Capisco l'oasi del silenzio, ma il parco delle frane?
Provi a comparare due fenomeni naturali come la frana e un vulcano. Provi a vedere che tipo di economia si è sviluppata sul vulcano. E perché non si potrebbe realizzare sulla frana? Immagini un parco naturale delle frane di portata internazionale, con centri di studio, attività formativa, preventiva, di sperimentazione, di sistemi di rilevazione tecnologica; si potrebbero formare specialisti di geologia delle frane per tutto il mondo. Anche la frana se valorizzata e non celata può generare un suo interesse: oltre a quello geologico è una espressione artistica naturale in continua mutazione; ha un suo valore cognitivo e economico. Si potrebbe creare un turismo sul dissesto geologico, idrogeologico, sui cambiamenti morfologici naturali, sulla vita delle frane, sulla memoria storica degli eventi, sulla fauna presente. E invece la stupidità della classe dirigente compiacente con l'imprenditore e col populismo cosa fa? Uno stabilimento sulla frana. E quando viene giù, come è venuto, lo paghiamo noi.
Il Loggione: "S'j'isson dè a lor, a cui ed Cornì, col ch'j'an spez par la frana, a pens ch'j'ìeron dispost a andèr via e lasèrog a lor tutt al paéz"

In Europa?
Lei sa cosa ha risposto il Commissario Monti alla mia domanda: "qual è la posizione della sua Commissione a seguito del voto positivo dell'Europarlamento sul rapporto della liberale olandese Johanna Boogerd-Quaak sulla pericolosa concentrazione dei media e in particolare la concentrazione in Italia del potere mediatico, economico, politico?"

Mi dica?
"Non è di nostra competenza." E la sua Commissione si occupa della concorrenza, delle concentrazioni. La motivazione addotta è che questo problema riguarda il "pluralismo". Lei poi mi capisce che non si può dar torto al Loggione che sostiene "J'en dei Commision d'afèri?
Ritengo comunque che non sia oltremodo procrastinabile la necessità di una politica economica e il diritto societario Europei, così come mi auguro venga concertata al più presto una politica della solidarietà Europea. La sfida etica degli Europei non può non essere sostenuta da una adeguata politica sociale.

Alcuni progetti per Parma che lei ritiene importanti?
La prima casa per tutti e una politica sociale preventiva e proattiva. Questo è il primario. Poi: a) un grande piano ambientale che comprenda energia a idrogeno e da fonti rinnovabili, risanamento delle acque, reti idriche e fognarie, un innovativo progetto di smaltimento rifiuti con recupero energetico a zero emissioni; b) una politica qualitativa urbanistica, architettonica, paesistica e di recupero rurale, valorizzazione dei percorsi fluviali; c) una qualificata e distribuita rete di mobilità virtuale e fisica; d) il nodo intermodale mediopadano; e) un sistema sanitario efficiente; f) una fondazione per lo sviluppo, la ricerca e l'innovazione; g) una agenzia artistica per la valorizzazione e promozione delle arti; h) il Palazzo delle nazioni; i) l'esposizione alimentare internazionale; l) il tavolo di concertazione permanente socio-culturale sullo sviluppo in Europa di Parma e Provincia.

Un'opera strategica?
Il nodo intermodale mediopadano: stazione, aeroporto, autostrada, automezzi di trasporto collettivo e privato interconnessi, unitamente alla connettività a banda larga .

Un suo progetto in particolare che ritiene strategico per Parma?
Il Palazzo delle Nazioni. Una politica estera per Parma, un luogo dove promuovere e coltivare la pratica e la memoria storica dei gemellagi nazionali, europei, internazionali. Un luogo dove sviluppare istituzionalmente gli affari esteri della città, un'area da destinare a esposizioni permanenti tematiche, per nazione. Non un luogo fieristico, ma dove accogliere le culture e le economie mondiali con possibilità di presentazione dei loro saperi, delle loro arti, dei loro prodotti. Un luogo di work shop, seminari, relazioni culturali, diplomatiche. Un luogo dove far incontrare le cucine internazionali. Una vetrina sul mondo che potrebbe coniugarsi e interagire con il Collegio Europeo, con la secolare tradizione universitaria. Un luogo sede e di incontro per Consolati e Ambasciate.
Certo un'iniziativa ambiziosa, ma necessaria per far decollare culturalmente, socialmente, economicamente questa città in Europa, nel mondo. Questa città ha bisogno di un luogo dove fare pratica di politica internazionale, dove le idee indigene possano incontrarsi e confrontarsi con le menti foreste.
Il Loggione: "An gh'è gnent'da dir, al pù l'è färos sintìr".

Dove realizzarlo?
Un'ipotesi: ristrutturare Palazzo Enel attualmente vuoto e in attesa di riconversione d'uso. L'edificio comodo per la facilità di accesso e in particolare per la vicinanza con la Ferrovia, potrebbe essere ristrutturato e rientrare nella logica di sviluppo del nuovo progetto Bohigas.

Un suo slogan, per la Provincia, la sintesi del suo pensiero politico?
"Conoscenza e Solidarietà: aprirsi al futuro è aprirsi al mondo!"

Cosa ne pensa di quello di Civiltà Parmigiana: "Un'altra Provincia è possibile"?
Risponde il Loggione: "Si sertamént collà d'affäri. Ag piasrìs féria lor e mìga lasèria fär a chiätòr".
(continua)

Parma, 19 maggio 2004

Movimento Sorgenti
tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
2.06.2004 08:07
Ulivo in Europa

Lella Massari –Propone-

VADEMECUM PER L'ELETTORE ULIVISTA ALLE EUROPEE

SEGNALARE CON IL VOTO TUTTE E TRE LE PREFERENZE

UNA PER UN CANDIDATO DEL PARTITO CHE CI E' PIU' VICINO

UNA IMMANCABILMENTE PER UNA DONNA

UNA PER UN CITTADINO SICURAMENTE DELL'ULIVO

SCEGLIERE IN OGNI CASO PERSONE VERE

PORTIAMO L'ULIVO NELLA NUOVA EUROPA
-----------------------------
Condivido la proposta di Lella e quindi quella di Crippa che avevo già
promosso presso la rete dei cittadini per l'ulivo della provincia di
grosseto. Stefano Goracci
--------------------------------

Redazione1
2.06.2004 08:52
Arcolbaleno di Pace. di Lena Francesco

Sposta in: Posta in Arrivo Archivio Foto Pubblicare Pubblicato Risposte Sent Cestino



Messaggio 2 of 3 (Nuovo)



Da: "Lena Francesco" <lena.f@libero.it>
To: "Welfare Cremona News" <info@welfarecremona.it>
Date: 01 giu 2004, 22:44:30
Subject:

--------------------------------------------------------------------------------







Gentile Redazione Le mando questo mio scritto Veda se ritiene utile
pubblicarlo , grazie.
I morti iracheni e l'informazione.
Seguiamo con buona speranza, la sorte dei nostri prigionieri in Iraq. L'
Italia intera ha partecipato commossa al dolore per la perdita dei nostri
soldati a Nassiriya, le pagine dei nostri giornali e telegiornali, sono
piene delle sofferenze causate dalla guerra.Pochi parlano o scrivono dei
quindici o ventimila mila morti Iracheni, militari civili, donne, bambini.
Già il fatto che non si sappia la cifra esatta ci dice la poca
considerazione che abbiamo della vita altrui. Non sono forse uomini come
noi, con i loro affetti, i loro dolori? Pensiamo che una mamma irachena non
soffra per la perdita per del proprio figlio come una mamma italiana? Quanti
saranno veramente i terroristi tra quelle migliaia e migliaia di morti? Ci
avevano raccontato che era una questione di vita o di morte per l'Occidente
in quanto il regime di Saddam era in grado di colpire con armi di
distruzione di massa i nostri paesi. Di fronte alla constatazione che armi
di distruzione di massa non c'erano ci dicono che, si, comunque abbiamo
abbattuto una dittatura , poi ci accorgiamo che i soldati americani anzichè
la democrazia esportano una loro visione di prepotenza, di superiorità della
loro cultura (chissà che senso di superiorità per una donna americana tenere
al guinzaglio un soldato iracheno) la democrazia è prima di tutto verità,
trasparenza, libertà, e rispetto dei diritti umani. Questo è solo quello che
riusciamo a sapere. Chissà quali altre violenze, sofferenze gratuite, quante
morti sotto torture e quanti innocenti, non documentate da fotografie,
inflitte a persone che avevano la sola colpa di essere iracheni soldati di
leva o solo sospetti di terrorismo. I nostri? Il nostro governo ha ottenuto
dal parlamento la via libera per una missione di pace in Irag, ci ricordiamo
bene le parole del premier e di alcuni suoi ministri che ci raccontavano che
i nostri soldati avrebbero scortato i convogli con gli aiuti umanitari,
avrebbero aiutato gli iracheni nell' emergenza sanitaria eccetera eccetera,
e noi ce li immaginavamo a distribuire viveri e medicinali, "mettete dei
fiori nei nostri cannoni " come diceva la vecchia canzone, invece non passa
giorno che i nostri soldati non siano impegnati in sparatorie con poca
differenziazione degli invasori americani e inglesi, ( quelli che vogliono
mettere le mani sul petrolio e averlo sotto controllo). Perché restare
ancora quando è ormai chiaro che anche quelli che avevano sofferto e patito
sotto Saddam non ci vogliono più? Ritirare i nostri soldati in queste
condizioni è un dovere per l'Italia. Poi io dico con forza che ero, sono, e
sarò sempre contro ogni tipo di guerra, ero, sono, e sarò sempre per la pace
per tutti i cittadini del mondo.Invito tutti ad esporre sui balconi delle
nostre case in tutta Italia il 4 giugno 2004 in occasione della visita di
Bush in Italia per far sentire il nostro deciso dissenso alla guerra.
Facciamo vedere i bellissimi colori dell'arcobaleno della bandiera della
pace e far sentire che non servono i muscoli ma tanto rispetto della
persona.
Lena Francesco Via Provinciale,37
24060 Cenate Sopra Bergamo




Redazione1
2.06.2004 18:17
La Chiesa cattolica diventa sempre piu' invadente. di Luigi Fasce

"In particolare, nel volume viene notato come la Chiesa si ponga, per
il suo alto magistero e per la profonda influenza culturale che ha
sempre esercitato in alcune aree del Paese, come un potere para-
istituzionale significativo e rilevante, mentre l'incidenza dei
governi sui temi sociali si è rilevata - al confronto - dotata di
minore incisività."(Alberto Martinelli, Antonio M.Chiesi, La società
italiana, Laterza, Roma-Bari 2002)
---------------
Proposta

Mi sembra che dopo l'SOS di Michele Serra La sfida tra religioni che
esclude i laici con l'articolo del 13 aprile 2004 su La Repubblica
(altro che delizioso articolo -secondo Scalari - mentre invece è lui
a fare nichilismo poetico con la sua risposta sull'Espresso del 29
aprile 2004), sia proprio arrivato il momento almeno di ORGANIZZARE
un serio dibattito sull'argomento.
Quindi, propongo a Welfare Italia l'apertura di uno specifico Forum
sulla cultura laica.
Con i seguenti quesiti di partenza
1) E vero o non è vero che in Italia la Chiesa Cattolica diventa
sempre più invadente ? Direi persino soffocante. D'altra parte sembra
trovi condivisione da parte del potere politico (tanto di destra che
di sinistra) e dal potere mediatico, Attualmente per ogni argomento
trattato, dalla scienza alla politica l'esperto è sempre un prete,
sia prete di strada o principe della chiesa poco importa. Come mai
siamo arrivati a questi punti ?
Emblematico tra mille altri esempi possibili il seguente che
fortunatamente ha trovato pronta e adeguata risposta (da Il Corriere
della Sera -30/04/2004)
"Monsignor Caffarra mette sotto accusa il laicismo moderno e da
Bologna lancia una sfida
di Gian Guido Vecchi -
"L'arcivescovo: Eco e Vattimo cattivi maestri"La cultura dominante ha
reso impossibile l'educazione". La replica di Cacciari: "Un discorso
ingiudicabile"
A monsignor Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, la cultura laica
moderna non piace granché. Di più: il successore del cardinale Biffi
lancia una "sfida educativa", invoca una "radicale e totale
alternativa" alla posizione della "cultura oggi dominante, la
cosiddetta post-modernità". E tra i cattivi maestri che ne sarebbero
campioni mette pure Umberto Eco e Gianni Vattimo, peraltro in ottima
compagnia assieme a Jean-Paul Sartre e Friedrich Nietzsche. Per forza
che le cose vanno male, "pensate al successo dei romanzi di Eco". Ma
che hanno combinato i nostri? L'arcivescovo di Bologna lo ha spiegato
ieri, durante un convegno ("A scuola di valori in parrocchia") del
Centro Sportivo Italiano dedicato all'educazione. L'essenziale è che
"la cultura oggi dominante ha reso impossibile l'educazione".
Caffarra cita una frase di don Giussani, "mai come oggi l'ambiente ha
avuto a disposizione strumenti di così dispotica invasione delle
coscienze; oggi più che mai l'educatore, o il diseducatore sovrano, è
l'ambiente con tutte le sue forme espressive". Perché l'atto
educativo, argomenta l'arcivescovo, "è possibile solo se si pensa che
possa esistere un rapporto dell'uomo con la realtà". E invece la
cultura attuale, sostiene, "è dominata dalla negazione di quel
rapporto originario: non esiste una realtà da interpretare, esistono
solo delle interpretazioni della realtà sulle quali è impossibile
pronunciare un giudizio veritativo, dal momento che esse non si
riferiscono a nessun significato obiettivo". Così "siamo chiusi
dentro al reticolato delle nostre interpretazioni del reale, senza
nessuna via d'uscita verso il reale medesimo: poiché "non ci sono
fatti, ma solo interpretazioni", come diceva Nietzsche, diventa
impossibile dare un giudizio di verità su di esse". Va da sé che
quando l'arcivescovo parla di "verità" e di "apertura costitutiva
della persona alla realtà" punta al trascendente: la cultura moderna,
dice, "estingue ogni desiderio verso un "oltre"", arriva a "estenuare
e censurare" la "domanda radicale che dimora nel cuore dell'uomo". Il
progetto educativo "post moderno" sarebbe quindi "riassunto dalla
affermazione di Vattimo: "vedere se riusciamo a vivere senza nevrosi
in un mondo in cui Dio è morto"". È nella "dissoluzione del reale"
che sta la vera "malattia mortale" dei giovani. E l'arcivescovo ne
rintraccia alcune conseguenze pratiche. Il matrimonio, anzitutto: "Se
l'essere uomo o donna non possiede un senso obiettivo, non si vede
perché debba chiamarsi matrimonio solo l'unione fra l'uomo e la
donna. In sostanza, la sessualità ha il significato che tu decidi di
attribuirle". Sempre in tema di sesso, Caffarra parla di
"dissoluzione del senso di libertà nella pura scelta" e nell'"assenza
di impegno" e aggiunge: "È significativo il modo in cui viene
trattata l'educazione sessuale: informare in modo tale che uno possa
fare della sessualità ciò che vuole senza averne danni fisici - ad
esempio l'Aids". Per il "gaio nichilismo contemporaneo" inoltre "ogni
opinione deve essere rispettata" e "non ha senso che mi chieda e ti
chieda se ciò che pensi sia vero o falso, semplicemente è più utile
che ciascuno tolleri ciascuno, sulla base del principio che la mia
libertà non si scontri con la tua". E così via: idee che faranno
discutere. Anche se, per la verità, un filosofo come Massimo Cacciari
non ritiene ne valga la pena, tutto sommato: "Temo che il vescovo non
abbia capito nulla del discorso di Nietzsche, senza contare questo
affastellare discorsi fraintesi di diavoli e acque sporche... Cosa
c'entra Eco con Sartre, con Vattimo? Un discorso di questo genere è
ingiudicabile dal punto di vista di una elementare educazione
filosofica: l'idea che il pensiero di Nietzsche sia la negazione
della possibilità di attingere alla realtà può dirlo soltanto uno che
abbia letto il Bignami, ma un Bignami scritto male".
Cacciari ha pubblicato di recente Della cosa ultima (Adelphi), una
riflessione radicale fra filosofia e teologia.
È noto come un pensatore laico aperto al senso religioso e al
pensiero cristiano. Ma il peggio, fa capire, è proprio questa
ostilità verso una cultura laica vista come un blocco unico: "Secondo
me quei libri non li ha letti. Fa male che ci siano uomini di Chiesa
che non riescono a fare i conti con l'effettiva complessità della
filosofia e della cultura contemporanea. Che credono che la filosofia
sia riducibile a un Vattimo in sedicesimo, un Nietzsche in
trentaduesimo. È disperante che nella grande Chiesa ci siano persone
come il cardinale Martini, che queste cose le sa benissimo e,
insieme, posizioni totalmente cieche e vuote di fronte alla tragicità
e alla complessità della cultura contemporanea, anche quella atea. E
dove collocherebbe Husserl? Gli pare forse che un Heidegger si possa
ridurre a un gioco di interpretazioni fine a se stesso, quando parla
della filosofia come custodia dell'essere?".Tutto è un po' più
complicato: "Il vescovo si renda conto che gran parte della filosofia
contemporanea, in assoluto accordo con la fisica, non dice affatto
che le interpretazioni si chiudono in se stesse eccetera. Filosofia e
scienza dicono che non si dà realtà senza interpretazione, che quando
tocchi una cosa devi essere consapevole che in quella cosa ci sei
anche tu. E questo non è un giochetto dei filosofi, è anche il
discorso di Heisenberg e Gödel, della fisica contemporanea. Non
capirlo significa porsi agli stessi livelli dei peggiori
antigalileiani di quattro secoli fa" "

2) Elementare che qualcosa non va, e va presto chiarito soprattutto
per rimettere a posto le lancette dell'orologio. Personalmente, come
laico di mente ma a mio modo spirituale, ritengo che si sia arrivati
a questo punto per un patologico complesso di fattori politici:
a) caduta dell'ideologia comunista - atea per definizione -
radicalmente anticlericale - determinata dalla alleanza in nome della
Libertà paradossalmente tra potere cattolico (solidarismo-
conservatore) e potere liberista-protestante USA (non importa se a
conduzione Repubblicana o Democratica, durante il periodo della
guerra fredda negli USA si sono succeduti presidenti dell'uno e
dell'altro partito).
b) sconfitto in nome della libertà il sistema comunista nemico di
religione e capitalismo è superata anche la necessaria alleanza tra
Vaticano-Chiesa Cattolica e liberismo capitalista USA. Il Papa può
finalmente scagliarsi contro il liberismo-edonistico-consumistico
(valore di base la Libertà) suo antico avversario, quello che a forza
ha liberato - ahimé - la Chiesa-Stato Pontificio, da più di un
secolo, dal fardello del potere temporale. Sebbene sia pur
tardivamente riconosciuto attualmente dai cattolici più assennati
come una vera e propria benedizione per la Chiesa che ha reso
possibile la fine di guerre fratricide (fa eccezione l'Irlanda del
Nord) e dunque l'attuale pacifica convivenza tra religioni diverse,
prime di tutte in Europa, America e Russia, dei diversi tronconi
cristiani: cattolicesimo, cristiani ortodossi russi e greci,
anglicanesimo, protestantesimo, ma tant'è il rigurgito è in atto da
parte della Chiesa cattolica l'unica tra tutte le religioni cristiane
ad avere conservato il potere temporale fino ai giorni nostri,
seppure concentrato in pochi metri quadrati dello Stato del Vaticano.
Lo Stato del Vaticano, che non è uno stato folcloristico, ma uno
Stato Teocratico con monarchia elettiva (dall'élite dei Cardinali)
ancora più conservatore delle Repubbliche islamiche e dell'ex Tibet.
E il Papa non è in esilio come il Dalai Lama ! Ha abolito la pena di
morte solo da circa 30 anni. Ha ambasciatori e posto all'ONU.

Dunque, in questa fase storica, pur sempre congiunturale, tra la fine
del comunismo ateo e il transito tra due opposti modi di interpretare
il sistema liberaldemocratico
- via dal volto truce liberista + neocon USA (che non coincide in
termini di conservazione di valori religiosi protestanti con quelli
conservatori della Chiesa Cattolica)
- - via dal volto umano liberalsocialista UO
si incunea il pensiero neocon della Chiesa cattolica; questa volta
(dopo aver sconfitto il nemico comunista con l'aiuto determinante
delle potenze liberaldemocratiche ), si accinge ora a colpire il
sistema liberaldemocratico occidentale, anch'esso incompatibile con
visione di società e pensiero sociale della Chiesa cattolica. E
questo non tanto per gli aspetti mercantilistici (sebbene la
dittatura Pinochet insegna che il neoconservatorismo cattolico e
liberismo mercantile siano alla lunga incompatibili) ma soprattutto
per il valore della libertà individuale che esso inevitabilmente
induce. Libertà individuale criticata come edonismo individuale.
Ma la libertà individuale di pensare e di decidere per il proprio
destino non è da intendersi solo in versione materialista, edonista,
consumista. E' soprattutto libertà di scelta della propria visione
del mondo anche in termini di spiritualità. Non a caso abbiamo
assistito alle moderne scomuniche da parte della Chiesa Cattolica nei
confronti dei movimenti new age, ma anche contrarietà per le
conversioni al buddismo.
Il teologo cattolico tedesco Kung: un'opinione su questo papato - ha
affermato che questo Papa in politica estera ha ben operato ma in
politica interna (alla Chiesa cattolica) è stato un disastro. Il
Concilio Vaticano II è stato praticamente dissolto. Sicuramente si è
arrestata la democratizzazione della Chiesa Cattolica. E nessuno dice
nulla. I laici, i Protestanti e il Popolo dei cosiddetti Cattolici
Democratici sono muti, sordi e ciechi.
Dunque per il momento la Chiesa cattolica sta svolgendo una
potentissima azione politica conservatrice tesa al recupero dei
valori della più retriva cattolicità. Mentre il liberalesimo
democratico (pensiero debole) nell'attuale contorcimento conflittuale
tra versione liberista e liberalsocialista cerca, sbagliando di
grosso, l'appoggio nella Chiesa cattolica. Non si accorge che la
Chiesa cattolica di questo Papa gli resta avversa. Se da una parte il
valore della solidarietà è un punto di convergenza tra sinistra e
Chiesa cattolica, d'altro canto, sul fronte
Progressismo/Conservazione si respingono fortemente. In quanto la
sinistra, anche nella sua versione più moderata (liberalsocialista) è
radicalmente progressista mentre la Chiesa cattolica è fieramente
conservatrice. Ma se la Chiesa cattolica cerca alleati nel fronte
liberista di centrodestra si accorge che se condivide i valori di
conservazione: ordine, autorità, tradizione religiosa, ecco che ne
deve subito prendere le distanze in quanto anche liberisti, ovvero
individualisti, consumisti, edonisti. I neoconservatori di Bush sono
protestanti e quindi perfettamente compatibili con il liberismo.
Mentre la Chiesa cattolica con visione ecumenica (totalizzante) e
ancora Stato Teocratico non può accettare la sua subordinazione allo
Stato laico foss'anche quello di Bush.
Sebbene la Chiesa cattolica sia destinata nei tempi lunghissimi a
riformarsi in senso democratico, attualmente persegue assurdamente la
sua seconda controriforma, questa volta contro il settecentesco
pensiero liberale.
E in Italia, le forze politiche, tanto di destra (ma è normale) che
di sinistra (è proprio anormale), dell'unico Stato europeo con
debolissima cultura liberaldemocratica si presta bene (ancora meglio
che la Polonia), a tentare questa oscurantistica avventura per la
riconquista del primato del pensiero cattolico in Europa.
E' urgente che la sinistra recuperi saldamente il bandolo della
matassa ovvero il pensiero laico-liberale (libertà di pensiero) che
l'illuminismo gli ha consegnato. Poi sappia rapidamente separare la
pula dal grano ovvero il liberalsocialismo dal liberismo.
E' la Chiesa cattolica che deve progredire in senso democratico così
come hanno già fatto i suoi fratelli separati delle Chiese
Evangeliche e umilmente cedere definitivamente il primato del potere
temporale così come è già avvenuto da lungo tempo per il le Chiese
Evangeliche, la Chiesa Anglicana, quella Ortodossa. Tutte Chiese
libere (non Stati!) in liberi Stati.
--
Luigi Fasce
luigi@fasce.it

Redazione1
4.06.2004 16:50
Ma è questa la sinistra?

piazzale LORETO,IL TRICICLO,CICCIOBELLO ED IL GIRELLO

SE E' QUESTA LA SINISTRA CHE AVANZA...

Tutto terminò a piazzale LORETO!
Tutto ricomincerà con il TRICICLO?
E come la mettiamo con la BUROCRATIA!
Riusciremo mai a disfarcene?
Il MOVIMENTO dei LAVORATORI dov'é?
E' il fantasma dell'opera! Credo di saperlo dov'é.
E' prigioniero dei partiti politici e delle sue guardie carcerarie
a controllo dei futuri 40 anni di sfruttamento,
cioè CONFEDERALI & CODAZZO,
essi guardano sott'occhio i 28.000 miliardi all'anno
di liquidazioni che vogliono cogestire con i datori di lavoro.
Il MOVIMENTO é debole e frastornato perchè
infestato dai parassiti pseudo RIFORMISTI,
sono più questi pidocchi e zecche che lo stanno uccidendo
che le mazzate dei padroni ai quali rispondono questi immondi insetti!
RIFORMISTI IRRIFORMABILI!
Ci vuole altro che il MINUETTO ed i GIROTONDI del TRICICLO.
UNO,DIECI,CENTO SCIOPERI GENERALI.

SE E' QUESTA LA SINISTRA CHE AVANZA...

Annaspa arranca per salire su quell'ambito inespugnato
desiderio dell'infanzia irrealizzato...
finalmente é sul tripudio,l'emozione lo avviluppa...
man tremanti sul manubrio,piedi incerti sui pedali...
é insicuro...non avanza...si aggroviglia ed or s'inclina...
e s'abbatte capatosta,picchia forte al suol la fronte.
Gigantesco un bombolone...ora pare un'unicorno,
urla,strepita e dimena,già pietoso FORTEBRACCIO lo raccatta
e per farlo un pò svezzare nell'attrezzo quadriruote or l'infila,
ma lui rosso per la stizza ancor s'agita e balbetta
ed allor per chiuder scena un ciucciotto gli s'imbocca
e con avida suzione lui lo stringe e si consola...
e s'immagina in un carro cingolato e pur blindato
ove con gli elemetti in testa potrà insieme ai RIFORMISTI
fare fuoco a chi non accetta!

by Camillo COPPOLA,
e-mail: camillo.coppola@tin.it
militante dello SLAI COBAS per l'AUTORGANIZZAZIONE
di Pomigliano d'Arco(Napoli)
già licenziato della EXIDE ITALIA s.r.l. di CASALNUOVO di Napoli.

Redazione1
4.06.2004 17:20
La Politica lassu' nel loggione. Atto II (1^ parte)

La Politica lassù nel Loggione.
Incontro in tre atti con Luigi Boschi

Atto II (1^ parte)

Non si può dire che il Comune di Parma non si sia rinnovato?
Sono anni ormai che si investe in appalti per la città, ma i parmigiani si sono impoveriti, le cose per i parmigiani sembrano andar peggio, l'economia ristagna, il nuovo viene impedito, i giovani sono relegati al precariato. Nessuno che si ponga queste riflessioni? Ci viene propinato un decorativismo scenico che favorisce solo la rapina per delega. Più che politici sono operatori di cartelli d'affari. La città soffre di un male interno, su cui non si è posto mano, e si agisce sugli imbellattamenti coreografici. Ed è proprio questa l'illusione, il mangime per polli, attraverso cui il potere si autoperpetua. Lei sa perché mentre qui si installavano semafori, in Inghilterra si facevano le rotonde?
Siamo orfani della politica! Questi politici non parlano più alla società, ma sono connessi solo al sistema degli affari. Dobbiamo incominciare a chiederci se gli ospedali sono per i malati o per i medici, se le scuole sono per gli studenti o per gli insegnanti, se le città insomma sono dei cittadini o invece sono funzionali agli appalti da distribuire. Se il cittadino chiede non ci sono mai le risorse.
Il Loggione: "Par nuätor j én sempòr al vintiséz dal mez"

Della Metropolitana leggera cosa ne pensa?
Vorrà dire del Tram? Metropolitana è un modo per confondere le idee alla gente. Si tratta di Tram moderni. Subito dal Loggione: "I vrisson fär pasär n'äzon pr'un cavall da corsa".
Condivido l'idea di migliorare il sistema di trasporto pubblico collettivo con mezzi e soluzioni più efficienti. Non condivido però né il progetto presentato, né il tracciato. Ad esempio perché l'attraversamento della città non viene realizzato sotto il lungo Parma? Ha senso la collocazione della stazione sotto Piazzale della Pace e un'altra a 200 metri in via Garibaldi? Per non parlare dei costi e della sua gestione: sappiamo come vanno gli appalti pubblici, se va bene raddoppiano; noi a Parma ne sappiamo qualcosa
Dov'è il progetto integrato di mobilità collettiva sul territorio? Da tempo sostengo che è necessario un sistema di trasporto pubblico Nord-Sud, Est-Ovest e Circolare, unitamente a strade dotate di tecnologie mobili, a collegamenti più efficienti con la periferia, con i paesi della provincia e piattaforme logistiche commerciali. Il trasporto collettivo è in aumento in tutte le città. Si tratta di concepirlo nel disegno urbanistico. Cosa che non viene fatta a Parma. Il piano di mobilità deve essere concepito come un sistema intelligente di soluzioni integrate capace di gestire le complessità, le esigenze di comunicazione di una collettività aperta, di esaltare e preservare le qualità ambientali, di tutelare le esigenze dei residenti.
Qualcuno poi mi dovrà spiegare invece perché vi siano strade (esempio via Bixio) che devono sopportare oltre 500 autobus al giorno; perché nelle periferie e nelle nuove urbanizzazioni non vi sono marciapiedi idonei per i pedoni (costretti in fila indiana), possibilmente sotto porticati, percorsi mobili, piste ciclabili e corsie preferenziali per il trasporto collettivo.

Sulle infrastrutture?
Telecomunicazioni e mobilità collettiva assumono un ruolo strategico. E' mancato un vero progetto organico infrastrutturale di mobilità e telecomunicazione territoriale. La sua qualità, non solo la sua realizzazione, oggi è strategica. L'importanza e la priorità di un trasporto urbano, provinciale, regionale e di collegamento alle reti nazionali, non può più essere rimandato. Le caratteristiche riconosciute o assunte dalla città e dal territorio provinciale esigono una progettazione organica sistemica. Essere città e territorio dell'Authority, universitario, della musica, dell'arte, fieristico, enogastronomico, dello sport, di eventi, turistico, unitamente ai suoi aspetti industriale/artigianale produttivo e commerciale, comporta un costante aumento dei flussi di persone e manca un serio piano soprattutto di mobilità collettiva. Le infrastrutture per trasporto veicolare individuale riproducono se stesse con un effetto di immobilità, collasso e inquinamento ambientale. Lo sviluppo delle infrastrutture è stato inadeguato rispetto all'aumento costante di mobilità.
Questo vorrebbe dire concepire luoghi abitati, aperti alle ricchezze del territorio, rinvigorire i paesi della Provincia, spesso ridotti a dormitori, alleggerire la viabilità cittadina, diminuire l'inquinamento ambientale, sostenere e valorizzare le differenze locali; porre le condizioni quindi per evitare l'abbandono della Montagna e della Bassa, e creare anche là nuove opportunità di sviluppo.

L'Authority alimentare è arrivata?
Il merito per l'Authority? Guardi mi conceda questa battuta: Lavagetto, l'ex sindaco!

Cosa?
Certo, chi è stato accusato di immobilismo? Qui a Parma c'era tutto da fare, parlo di infrastrutture. Se ci fossero state non avremmo avuto questo vantaggio. E' la lobby dei costruttori che ha ottenuto l'Authority non quella degli alimentaristi, unitamente ad una serie di circostanze volute e fortunose. L'immagine alimentare di Parma è stata strumento per un altro obiettivo. Non pensa sarebbe costata forse meno farla a Milano, a Torino, a Firenze. Sarebbe bastato acquistare un palazzo o due, le infrastrutture c'erano già, così come le Università e i centri di Ricerca. Sono appalti e ricchezza che si spostano dalle tasche pubbliche in quelle private di chi produce le opere e le manutiene. Al territorio rimane l'infrastruttura da utilizzare e gestire se il tessuto sociale è in grado di farlo, altrimenti è come avere una Ferrari per carraie: costosa e inutile. E' una grande opportunità l'Authority, ma può divenire anche un cappio al collo e funzionale, ripeto, solo al sistema degli appalti. Ciò che è grave, è che si parla solo di infrastrutture, e si tace invece sullo sviluppo del tessuto sociale, non c'è un vero tavolo di dialogo con la città, con tutto il territorio provinciale legato alle ipotesi di cambiamento di identità, di pensare l'evoluzione della nostra comunità in Europa. E' solo un'elite, dalla parvenza rappresentativa, che decide.
Il Loggione: "Felice incó a Pärma, al ne gh'é che lu Ubäldi, al fa coll ch'al vol coj sold ad chjätor"

L'Europa ci ha dato una bella mano?
Ho già detto che l'Europa ci ha dato un obiettivo: città delle conoscenze e sicurezza alimentari. Sta a noi progettare e realizzare questi valori come identità e nell'immaginario collettivo unitamente ai valori storici che già ci sono riconosciuti. Le città che si pongono un ruolo Europeo, non possono vivere solo di economia nostalgica o sul segno del passato. Sono città che devono avere, devono trasmettere un senso, avere l'energia dell'orientamento. I falsi orizzonti sono come le speranze disattese, traducono i sogni, in illusioni. Progettare il nostro territorio significa invece avere sogni e capacità per tradurli in realtà con Istituzioni pronte all'ascolto, alla valutazione di fattibilità.
Si vorrebbe insomma partecipare alla progettazione e condividere lo sviluppo del luogo che abitiamo e che determina pesantemente la nostra condizione di felicità. Una città infelice è una città depressa senza futuro, incapace di esprimere il proprio potenziale. I politici invece, connessi solo agli affari, continuano a imporre dall'alto le loro scelte. Si subisce senza possibilità di intervento. Ci faccia caso: quando le risorse vengono assegnate sono anche già destinate.
Il Loggione: "J én propria bräv a spéndor! I gh'an tutt la mdaja. I gh'an ancora da rivär i sold e in gh'én bele pu"

Lei è un vegetariano?
Si, vegano: ossia non mi alimento con prodotti di derivazione animale. Lo sono divenuto. La mia è stata una scelta etica. Non sono però un fondamentalista e rispetto le diverse scelte.

Come riesce a convivere con l'economia locale?
Quella che pongo infatti è una riflessione politica. Vorrei si aprisse un tavolo di confronto su questi temi perché le tendenze danno segnali preoccupanti per questa economia. Più di una previsione dà, questi consumi in calo e fra vent'anni, i vegetariani superare gli onnivori, e allora? Sappiamo tutti che le economie territoriali hanno cambiamenti di rotta lenti; se non inizieremo ora a porci il problema si andrà ad esaurimento e si assisterà impotenti al collasso. Le persone devono sapere, devono conoscere, poi scelgono. Le scelte di massa per ignoranza sono fatali e la storia ce lo insegna. Però si preferisce non informare, non adoperarsi per una conoscenza diffusa. E' così che si limita volutamente la coscienza critica. E' un modo per manipolare i sudditi e limitar loro la categoria di cittadini.
Il Loggione: " A gh' vriss un bél nozén par digerìr"

Quali sono le motivazioni per questa sua scelta?
Con l'irruzione degli allevamenti intensivi si è rotto ogni fattore di equilibrio e indugio. La prevalenza del pensiero finanziario in ogni processo ha unificato animali e persone riducendoli ad un unicum generatore di ricchezza. La dignità di vita dei primi e la salute dei secondi sono complementi insignificanti. Spero che l'Authority su questo intervenga. Ho apprezzato molto i contributi del professor Romano e del professor Calabrese al Cibus di quest'anno. Il primo sul valore della dieta mediterranea collegato al problema dell'obesità in Italia (i bambini più obesi d'Europa), l'altro sul "dovere" da parte dell'industria alimentare di produrre un cibo con tutte le caratteristiche nutrizionali essenziali e necessarie per la salute di tutti, di coloro soprattutto che hanno redditi bassi e non solo per i pochi ad alto reddito. La salute è un bene individuale e tutti devono poterla coltivare; è una responsabilità distribuita e non delegata ai soli Ministeri. Solo in chiave economica il danno prodotto dal consumo alimentare sbagliato è enorme, se aggiungiamo poi quello ambientale e sociale ci rendiamo conto dell'importanza, del valore, della responsabilità nelle scelte individuali.
Il Loggione: "Invéci d'andar a tävla at' pas dala farmacia"

Quindi?
Parlo come politico e non come vegetariano. Ritengo che non si possa pensare di continuare ad alimentare l'uomo con massicce dosi di grassi e proteine animali. Anche l'OMS ha lanciato l'allarme. L'industria alimentare di derivazione animale presenta limiti di sostenibilità che deve preoccupare non poco il nostro territorio la cui economia in tale settore, come si sa, è consistente. Ma qui monocultura docet! Senza mettersi minimamente in discussione, si crede che un sistema economico basato sulla alterazione e distruzione della vita animale, che distrugge l'ambiente, causa anche il cancro e altre malattie, affama i popoli poveri, sia sostenibile, abbia un crescita futura e sia strategico.Vorrei che i fatti mi contraddicessero, ma purtroppo non è così. E chi sa e non dice nulla è responsabile del disastro prossimo futuro. Le faccio un altro esempio:

Continui?
Si sono adoperati lor signori per informare e istruire i piccoli commercianti che la grande distribuzione sarebbe stata la fine per molti di loro? Li hanno aiutati a darsi forme organizzative, associative, logistiche diverse? No, e se è stato fatto, l'hanno fatto male. Si sono adoperati invece per favorire l'ingresso dei grandi "media commerciali". E oggi chi ne paga le conseguenze? Loro i piccoli commercianti che hanno anche corrisposto contributi economici per avere il danno subito. Le associazioni di categoria hanno venduto i loro servizi, ma la fine dei piccoli commercianti sarà la fine anche loro, se non per le attività di lobby. Lei pensa che la Wal Mart, Carefur, la stessa Coop abbiano bisogno di queste faraoniche organizzazioni di settore?
Il Loggione: "L'é cme zibìr 'n aperitìv a von ch'l'é drè morìr 'd fama"

Il panorama che prospetta non è entusiasmante?
Con questa classe dirigente c'è da essere preoccupati, dedita com'è al mantenimento delle posizioni dominanti e incapace di orientarsi al futuro. Lei sa che i lavori e i servizi del terziario sono tutti in precariato. Molti sono già stipendi sociali. Banking without bank, penso che da solo sia emblematico e rappresentativo.
Il Loggione: "I gh'ciàpon cme chi du órob ch'i fävon il bastonädi"

Quel che lei pone è quindi una alta responsabilità sociale individuale?
E' una via obbligata. Quali politiche future dopo il collasso delle carni? Perché non si apre un dibattito pubblico sulla sostenibilità del sistema locale, delle politiche future del Distretto Agroalimentare Parmense? Può essere ritenuto ancora strategico e oggetto di contribuzioni pubbliche un comparto industriale alimentare di derivazione animale i cui prodotti nella piramide alimentare non sono ritenuti essenziali, nutrizionalmente dannosi, ambientalmente, socialmente e economicamente insostenibili? Perché non si pongono le basi per un centro di ricerca per nuovi prodotti alimentari e non solo funzionale all'esistente? Si vuole entrare nell'economia delle conoscenze o si preferisce rimanere in quella nostalgica e dei processi di massa della parodia contadina?
Dal Loggione: "A pära ch'i vójon fär i parsùtt ad soia, e i salam col seitan. Aj gozén n'gh pèr miga véra; j'en dispost a coltiver i camp gratis e i ciaprissòn la basa tut el siri. T'l' immaginet che spetàcol?".

L'economia dei nostri prodotti tipici?
Non è con le operazioni estive in Piazza della Pace che si promuove e si tutela il prodotto tipico di Parma. Qui non si va oltre la forma autocelebrativa compassata.
Bisogna distinguere i prodotti tipici artigianali a bassa tiratura, dai prodotti tipici industrializzati con produzione di massa seppur controllata. Esempio? Il Culatello e il Prosciutto Parma. Del primo se ne producono 32.000 pezzi l'anno, del secondo 9.000.000 e altri 10.000.000 di non marchiato Comprende la differenza?
Il Loggione: " At'pol dàr zò al cor, con tutt chi parsùtt chi da magnèr!"

Mentre lei proporrebbe?
I problemi sono nei prodotti tipici industrializzati per le loro alte tirature. Abbiamo già adesso dei problemi, si immagina produrre qui i prosciutti per i cinesi? E' il similare più che la contraffazione il vero concorrente. Ritengo si debba andare verso la distinzione a) "original" ristretto alla zona di origine; b) "licenced" prodotto in altre aree o Paesi, soggetto però alla tutela di un consorzio, al collegamento con una marca del luogo d'origine e con royalty che regolano il sistema economico.
Questa ipotesi, estesa a tutti i prodotti tipici industriali, potrebbe vedere Parma come sede dell'Ente pubblico detentore delle proprietà dei brevetti dei prodotti tipici in Europa. E' una ipotesi di lavoro, come altre, da valutare nella sua possibilità realizzativa che consentirebbe di coniugare tipicità, contaminazioni culturali, sviluppo mercati, ma soprattutto difesa commerciale del "food made in Europe".

E invece?
Ciò che è stato fatto è la concentrazione produttiva industrializzata nel luogo di origine e lasciato il potere contrattuale del mercato del consumo in mano ad altri che oggi dirigon le danze. Una produzione quindi soggetta alla concorrenza del similare e indebolita nell'identità per l'industrializzazione che il prodotto ha subito. Una filiera si sa è replicabile, soprattutto quando si è anche esportatori delle tecnologie produttive, imprese alle quali non si può certo limitare il mercato. Se un prodotto tipico subisce il processo tecnologico industriale, non è contenibile nell'area d'origine, perché ne ha perso i presupposti e ne ha assunto altri. Si tratta semmai di proteggerne economicamente i valori. E' un altro esempio del primato della società della tecnica su quella del capitale, che pensava di utilizzare la tecnica, mentre ne subisce le conseguenze in quanto è la tecnica che si avvale del capitale per il suo primato.
I prodotti tipici, anche se industrializzati, rimangono comunque prodotti culturali. La tutela di un prodotto culturale passa attraverso le regole dell'economia delle conoscenze. Ma forse di queste cose non si è mai voluto parlare e chi lo faceva veniva deriso e forse ancora oggi.
Il Loggione: "N'a volta al brod al gh'èva al savor, incò t'al but via cme la fus acua bojùda"

Dall'alimentare alla sanità.
Un passaggio obbligato!

L'ospedale?
Quel che è successo a Parma è uno scandalo. A seguito del mio esposto, so che sono in atto ancora le indagini. Penso che dovrebbe essere fatta chiarezza, i cittadini dovrebbero sapere di chi sono le responsabilità per i ritardi, per il raddoppio del costo (300 miliardi di lire), per il decadimento qualitativo sanitario. Le pare possibile fare tagli sulla salute pubblica e bruciare tutte queste risorse della collettività per un ospedale che quando sarà finito sarà vecchio e con un elevatissimo indice di costo realizzativo? E chi era preposto era anche lautamente remunerato! Non solo, ma queste persone, che hanno speculato sulla salute pubblica, devono rimanere impunite e lasciate a replicare?
Guardi l'industria farmaceutica come ha strumentalizzato la salute!
Sempre in ambito sanitario, lei sa che sembrerebbe esista un certo carteggio tenuto ben custodito sulla speculazione economica praticata da alcuni dei "nostri" sulla scintigrafia mammografica? Una volta scoperti, pare vi siano state espulsioni (tenute celate) e, a seguito di pressioni, sembra che l'aspetto economico sia stato ripianato dalla società che era stata coinvolta. Ma il cittadino non dovrebbe sapere chi ha tratto o cercato di trarre un improprio guadagno speculando sulla sua salute?
Il degrado della sanità è indice di degrado di civiltà.
Il loggione: "A gh'è chi dróva la sanitè cme la fus 'na betonjiera!"

A Fidenza però.
L'operazione condotta invece da Pinelli a Fidenza penso meriti di essere apprezzata e considerata tra le iniziative migliori condotte sul territorio dalla Direzione sanitaria locale. Un ospedale realizzato dal progetto, ai finanziamenti, dalla realizzazione, alla sua apertura in quattro anni, dotato di interessanti tecnologie e soluzioni logistiche, con costi, si dice, contenuti nella media di efficienza economica.

L'innovazione, la ricerca scientifica?
Non vantiamo certo dei primati. E' la politica che deve valorizzare il pensiero scientifico, fonte, per ricaduta, del processo economico e di capitale cognitivo diffuso. La ricerca scientifica si concentra in qualche luogo del mondo e i programmi non dipendono solo dal dinamismo dei loro responsabili, ma dai finanziatori. La mancata attività di ricerca in Italia, ma anche in Europa, è una responsabilità politica che oggi paghiamo. Abbiamo disperso il potenziale di energia cognitiva, un capitale troppo spesso sottovalutato. Si è preferito d'altra parte profondere risorse nella ripetizione industriale fine a se stessa che assicurava energia immediata, quella economico finanziaria, l'energia pronta da bruciare, capace di generare grandi ricchezze concentrate e rilasciare rifiuti sottoforma di povertà incrementali distribuite nel mondo.
Il Loggione: "La ricerca in Italia? A gh'è pù sug in t'un mez limon schisè"

E voi come Movimento come vi siete mossi?
Se trasformare energia significa passaggio da uno stato ad un altro, la politica deve pensare a modelli eticamente sostenibili e renderli praticabili. Noi come Movimento politico, ci siamo sempre adoperati per liberare energie represse, saperi sepolti, progettualità utopica. Potenzialità spesso considerate marginali, depotenziate volutamente, ridotte, a volte, a rifiuti. Il tempo ci ha dato ragione anche se il potere politico non ci riconosce i meriti delle idee e della visione, continuando ad escluderci dai tavoli di lavoro. Sono crimini contro il diritto intellettuale o se preferisce, potere usurpatore.

Sulla responsabilità sociale dell'impresa?
Se i centri di ricerca aprono i loro cassetti gran parte dell'industria italiana chiude!
Si ricorda poi? Sana competizione si richiedeva: già un controsenso lessicale! Come può essere sano uno che accetta la competizione? Restare sani in un processo di contaminazione virale generale è un miracolo, e ciò non risulta per ora nelle facoltà dell'uomo. Di "collaborazione qualitativa" invece c'è necessità! Un'utopia per il pensiero economicista. Poi però ci si lamenta se all'ospedale non troviamo l'infermiera disponibile, o il medico migliore, pronti a dedicarsi al di là della remunerazione
E' sì, la competizione porta all'alterazione, alla dimenticanza di solidarietà e responsabilità tra il "genere", perché si tende alla mercificazione dei valori etici. Per non parlare poi di ciò che tutti sappiamo.E allora le organizzazioni perdono l'orientamento etico e sono in balia dell'instabilità economica e della lottizzazione politica. Ed è quello che oggi accade. "La caduta degli dei", grande film di Visconti.

Assistiamo anche alla caduta dei consumi?
Un sistema basato sul consumo e non sulla valorizzazione, produce disastri. Valorizzare è dare significato e senso all'azione, significa trasformare consapevolmente energia da uno stato all'altro, qualificando la nuova armonia che si andrà a generare, non adoperarsi colpevolmente per il disastro posticipato.
Ma un processo qualitativo di valorizzazione passa attraverso una distribuzione delle conoscenze per rendere consapevoli, condivise -per quanto possibile- e diffuse, le scelte. E questo è costoso, è impegnativo. Più semplice nell'immediato, risulta l'uso strumentale delle risorse in funzione di un economicismo collegato ai beni/servizio di consumo, che però distruggendo le relazioni, perché le distrugge, alterando i ritmi di vita, necrotizzando le organizzazioni, restituisce solo rifiuti. Da più parti ormai si sostiene che bisogna immaginare un modo di vivere che sia diverso dall'attuale, più accettabile e praticabile. Questo di adesso, forse, non lo è più. Sono persuaso che dobbiamo immaginare nuovi modelli, in cui la ricchezza è la qualità, non la competizione.

Non le sembra vi sia un abuso nei discorsi sulla qualità?
Lessicalmente si, non nei fatti. La ricerca della qualità indirizza al virtuosismo, l'esercizio delle proprie abilità, la ricerca armoniosa di sé con gli altri, un'arte troppo spesso dimenticata e soffocata per la prostituzione servile. Lo vediamo nello sport cosa ha portato la competizione, lo vediamo nell'economia.Un sistema che sta producendo un decadimento etico individuale e collettivo, un collasso delle relazioni, divenute, quando ci sono, pericolose! Una povertà crescente. I sistemi basati sulla competizione non possono che collassare, non riescono a modificarsi perché producono rifiuto esponenziale ossia energia non più disponibile. E non si può sopravvivere soffocati dai rifiuti e dall'inquinamento. E qui inizia la sicumera della richiesta di sicurezza!! E si innesta il circolo vizioso! Forse voluto. Vediamo economie di Paesi che producono consapevolmente emarginazione, perché funzionale al potere e ai consumi di massa.

Rifiuti, Energia e la Turbogas?
Qui si apre un discorso complesso. Indirizzarsi verso l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili non è solo un cambiamento tecnologico, ma un cambiamento sociale. L'energia, non è un prodotto senza identità, ma costituisce un fattore di elevata identità di un luogo. Quale cambiamento sociale si genererebbe in questa città, in questa provincia, se si viaggiasse a idrogeno, se si usassero fonti rinnovabili, se i rifiuti fossero trasformati in materiale inerte e in energia a zero emissioni, se si esercitasse la pratica della bioedilizia, se il trasporto collettivo fisico e virtuale fosse prioritario, qualitativo e sistemico, se ci fosse un pensiero progettuale integrato delle reti biotecnologiche, se si praticasse una reale mobilità culturale ambientale. Voi pensate che tutto questo sia un progetto utopico? No, non lo è. Forse oggi è utopico sostenere il contrario! Io penso che ciò sia politicamente sostenibile, scientificamente praticabile, economicamente vantaggioso. Ma ciò viene impedito da interessi d'affari.
Diviene strategico l'"Osservatorio Territoriale Scientifico", per la governance, indispensabile in una società ad alta riflessività, risultato della crescente complessità per l'indirizzo scientifico assunto dall'Occidente. Solo una energia politica pulita può generare una politica energetica ecocompatibile e viceversa; e qui, sì, che si innesta il circuito virtuoso. Ma prevale ancora il primato delle corporazioni su quello della scienza.

Per i rifiuti?
Nell'area dei rifiuti penso vi sia la necessità di migliorare la sensibilità e la cultura collettiva, l'autonomia del sistema di raccolta, gestione e trasformazione dei rifiuti organici e inorganici attraverso una soluzione progettuale di rete urbana e provinciale unitamente a impianti tecnologicamente avanzati per la trasformazione di energia. Sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani mi permetterei di dire che la separazione degli "stati di rifiuto" deve avvenire nelle case e incanalata nel "processo a rete di valorizzazione urbana", non riversata nei cassonetti che mi ricorda tanto quando si gettava dalle finestre in strada le scorie organiche. Il tritarifiuti, ad esempio, installato nelle abitazioni, potrebbe essere una soluzione in tale direzione per la frazione organica dell'RSU.
Certamente andranno riviste le reti fognarie, gli impianti di depurazione. Questa è d'altra parte la nuova logica strutturale a rete del modello urbano. Molte reti sono inesistenti, altre obsolete, però costituiscono parte del sistema tecnologico di base su cui si sviluppa la convivenza urbana.
Ci sono le visioni, ci sono i mezzi, ci sono gli obiettivi: è la politica che col supporto del mondo scientifico deve ritrovare l'energia etica smarrita per ridare le città ai cittadini, renderli partecipi e consapevoli della progettualità urbana.

Non mi ha risposto sulla Turbogas?
Credo che prima si debba fare una distinzione di base tra attività strategica aziendale della nuova multiservizi e le unità produttive. Solo una volta definito l'assetto strategico, seguirà il piano industriale e non viceversa. Io non penso che si farà la turbogas a Parma. Penso invece che la licenza per la produzione di energia serva al Comune come credito da far pesare nella difficile composizione dell'assetto societario della società multiservizi con le altre province. Si vorrà convenire che costa meno aggiungere un camino a Piacenza, che è già tra le principali aree produttrici di energia in Emilia, dove l'innovazione tecnologica produrrebbe anche un miglioramento ambientale, piuttosto che a Parma dove si avrebbe invece un decadimento in tal senso. Le economie di scala dovranno pur essere tenute presenti in una società che si pone efficacia e efficienza produttiva e in competizione? E qui entriamo nelle privatizzazioni, di come sono state mal gestite.

Lei cosa proporrebbe?
Vi sono dei servizi di base che devono essere gestiti con la politica del minor costo possibile, non del miglior risultato economico. Sono servizi di convivenza civile territoriale senza i quali oggi non è possibile pensare di vivere. Pur nella logica della miglior gestione economica, l'obiettivo è renderli al miglior costo e non invece per il miglior profitto, tanto da pensare anche alla quotazione in borsa. La strada, a mio avviso, era quella di un azionariato composto da fondazioni che hanno come obiettivo il bene di un territorio e nello stesso tempo una attenta conduzione economica, non semplici azionisti economici che vogliono giustamente il massimo profitto dall'impiego dei loro capitali. E così dovrebbe essere anche per gli ospedali e le scuole.

Mi sembra che lei sia molto critico sull'urbanistica di Parma?
Più che urbanistica è la pratica della betoniera. Non è più l'urbanistica che governa il piano edilizio, ma è l'edilizia che governa il piano urbanistico. E così si frantuma il sogno democratico "il riconoscimento della nostra dignità" per far posto "al governo della mediocrità speculativa".
L'urbanistica è quel sapere che può orientare la nostra speranza di vivere e convivere in un contesto desiderato, in città, luoghi, paesaggi ricchi di luce propria; allo stesso tempo coinvolge considerevoli interessi economici, produce una conflittualità, che se non pone le basi su saperi, su di una cultura etica e democratica, diviene campo di lavoro per le più sconsiderate nefandezze, per l'esercizio di un potere arbitrario senza confini. Conosciamo tutti i tempi della "lenzuolata", siamo tutti al corrente delle lotte sulle aree, per l'aggiudicazione degli appalti, siamo consapevoli degli abusi che avvengono sui cantieri...Quel che è grave è che il politico si presta!

Ma da un punto di vista qualitativo?
Lo sviluppo urbanistico di Parma è mediocre, manca il coraggio di una architettura innovativa, manca il disegno strategico della città e lo sviluppo della sua identità. Il patrimonio storico e ambientale ereditato non è valorizzato dal piano urbanistico prodotto in cui è palese l'assenza di un progetto qualitativo. Certe periferie sono testimonianze di uno scempio voluto! Certe nuove realizzazioni in aree strategiche sono la speranza decaduta di un nuovo corso di architettura nella città. Ci sono quartieri dove la socializzazione è riservata ai supermarket!

Non le sembra di chiedere troppo?
E' un cambio di marcia necessario se non vogliamo continuare a coltivare la depressione, l'esclusione, l'impoverimento culturale. E' la qualità dell'antropizzazione ambientale che determina la qualità di vita. Le città sono strati storico culturali conviventi, civiltà che si sviluppano in un processo di contaminazione continua. Bisogna avere il coraggio di sperimentare soluzioni; si deve avere l'orgoglio di lasciare l'impronta culturale generazionale. Manca invece un disegno di insieme, la progettazione di quartieri completi, differenziati, con proprie caratteristiche che consentano la relazione, la crescita culturale e sociale. Prevale lo studio di insediamento su quello della qualità di vita che si andrà a generare. Con le pratiche attuali si costruiscono luoghi senza vita: "non luoghi" (Marc Augé) adatti solo per il transito, per non essere abitati. Vi è una proliferazione di questi. Prevale la cultura del pieno al vuoto e si riduce lo spazio immaginario, del sogno; aumenta il delirio da ansietà di privazione, anche di spazio, di complessità ambientale non adeguatamente tecnoassistita.

Manca la cultura del paesaggio?
E quasi inesistente. Il paesaggio diviene fondamento di attrazione e scelta di residenza nello sviluppo della economia delle conoscenze dove aumenta la richiesta di mobilità, indotti da una residenza a bassa stanzialità temporale. L'individuo diverrà quindi molto più mobile rispetto agli attuali stili di vita, preferirà cambiamenti frequenti di ambienti e luoghi, per il suo benessere, per il suo immaginario, di conseguenza residenze che richiederanno case costruite con arredi strutturali di base. L'uomo libero è leggero, mobile, collegato con interfacce tecnologiche a saperi connessi e diffusi, non porta con sé le collezioni da raccoglitore (quello era l'uomo stanziale, così ridotto dal "peso delle cose"), ma tecnologie che gli consentono l'aumento esponenziale delle proprie potenzialità. Persona, ambiente e la connection machine. Le nuove frontiere tecnologiche consentiranno sorprendenti sistemi di telecomunicazione cognitiva online: la nostra mente discrezionale sarà connessa alla memoria di conoscenze in continuo processo. Il digitale è il codice di intesa con la mente, l'azione non è più dipendente da un dovere, ma da un desiderio.

Dalla natura al digitale?
Nel '98 a Lavagetto, consapevole dell'arretratezza nel digitale in cui versava il Comune di Parma, gli proposi la lettura del libro di De Rosnay. Senta cosa dice: "una nuova vita germoglierà sulla terra; una macrovita alla scala del pianeta, in simbiosi con la specie umana. Questa vita ibrida, al tempo stesso biologica, meccanica, elettronica, sta nascendo. Noi ne siamo le cellule. Parliamo di economie, mercati, strade, reti di comunicazione o autostrade elettroniche, ma si tratta degli organi e dei sistemi vitali di un superorganismo che sta emergendo e già esiste allo stato primitivo: il Cibionte. Un essere organico e inorganico sovrassisto dalla logica chimica e matematica." Dal Jurassico al Cibionte!
Il Loggione: "Et sintù chi j'en drè progetèr di cantant col chip in gola; ogni teator al'j a programa cme 'l vól" (continua)

Parma 19 maggio 2004

Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
4.06.2004 18:07
Lo sbarco dei liberatori

"LO SBARCO DEI LIBERATORI"
Di Cuccu44

Cari lettori, il 6 giugno 1944 gli alleati sbarcarono in Normandia per liberare l'Europa dal nazi-fascismo. Una data storica che ogni uomo dovrebbe ricordare e saper apprezzare. Tre milioni di uomini sbarcarono in Normandia per liberare altri uomini, altri soldati, e per liberare tutti quei paesi da troppo tempo sotto il potere nazista. Gli alleati persero circa 120 mila uomini, tutti eroi da ricordare ed onorare. Quel 6 giugno 1944 la storia cambiò completamente, iniziava un nuovo cammino che tra le sue pur evidenti contraddizioni, portò l'Europa sulla strada della democrazia. Quanti danno ancora valore a quell'evento?Quanti sentono fortemente nel cuore quella fantastica storia che fu la liberazione d'Europa?Troppo spesso le cronache sono riempite di facili critiche demagogiche di alcuni poco "intelligenti" personaggi politici. Un amicizia, quella con gli Stati Uniti, che l'Italia non può e non deve dimenticare anche se è ben altra cosa l'essere sudditi degli Usa!Da troppo tempo questa è la realtà purtroppo. La politica di Bush è decisamente criticabile, è solo un folle con la voglia di far guerra al mondo. La storia però non va stravolta a causa di "brutti esempi". Alla storia va dato il suo giusto valore, al di la della propria idea politica. Porterei alcuni personaggi della sinistra più ottusa, a visitare i cimiteri americani sparsi per l'Italia. Quelle migliaia di croci bianche devono far riflettere e far capire anche ai più anti-americani, che se la rappresentanza politica statunitense è in pessime mani, non bisogna condannare la storia ed un popolo, ma anzi cominciare a riflettere e capire che se oggi esiste la democrazia in Italia, si deve anche a quei soldati, che insieme ai partigiani, hanno seminato la libertà e la pace che poi l'ideologia ha sradicato e trascinato in un angolo buio chiamato “guerra fredda”!

Walter Lanaro

cuccu44@softhome.net

Redazione1
5.06.2004 13:44
La politica lassu nel loggione. Atto III di Luigi Boschi

La Politica lassù nel Loggione.
Incontro in tre atti con Luigi Boschi

Atto III

Parliamo delle elezioni Provinciali.
Le sembra un modo democratico di come vengono proposte oggi le candidature a seguito dell'iniziativa di quel figlio dell'ex Presidente della Repubblica? Il maggioritario senza le primarie è come un orto senz'acqua. L'aridità è l'anticamera della desertificazione.
Il Loggione: " Pù che pajàs l'é 'na pajasäda!"

Ha dato la stura però alla nuova classe dirigente del Paese?
Guardi, dovrebbe essere interdetto a quel sardo di fare politica! E' il padre della defunta seconda repubblica. Certo gli italiani non hanno versato copiose lacrime per la perdita; forse la non riuscitissima qualità delle figure elette ne ha lenito il dolore. Dopo questi "leader" eletti, della seconda e della terza, si rimpiangono quelli della prima. Non vorrà paragonare, per citarne alcuni, De Gasperi, Togliatti, ma anche i più contemporanei Cossiga, Andreotti, Berlinguer, Almirante a questi qui? Per Cossiga ho particolare simpatia; è uno dei pochi che sa di politica e la continua a fare. In modo apparentemente distaccato.e con quale stile! Ha visto come ha trattato Masera, Brunetta in diretta? E condivido la sua osservazione fatta a Bertinotti sullo stalinismo. E' una persona preparata, acuta e ironica.e con diversi scheletri negli armadi, credo! Ho la sbobinatura del suo intervento a Parma in veste di gatto Felix.Ma si ricorda quando diede a D'Alema il bambolotto di marzapane a seguito del Berlusca pensiero che i comunisti mangiavano i bambini? E il Presidente picconatore? Col gesto poi di rimborso alla Parmalat e l'incontro con Tanzi in carcere ha liquidato di fatto questi pseudopolitici della seconda e terza Repubblica. Dei locali invece! Si ricorda cosa diceva Sciascia a proposito di uomini? Lascio a lei interpretare la mia classificazione di questi qui. Ci sono persone che avrebbero grandi opportunità di crescita politica, mentre non vedo risultati degni in relazione alle esperienze in corso. Cresce però l'individualismo, la faziosità, la piaggeria, la convenienza, non la cultura politica e di statisti. Lei vede qualcuno con aspirazioni e qualità da statista?
Il Loggione: "La clasa la n'é miga acua; sì, e al lat al n'é miga petroli!"

Perché siamo nella terza Repubblica?
Si, col 2001. Ciampi ha permesso che si votasse di fatto il potere esecutivo attraverso il rinnovo del potere legislativo! O è reato contro la Costituzione e andava perseguito (il codice prevede l'arresto immediato), o è cambiata sostanzialmente la Costituzione con un colpo di mano, con l'assenso del Presidente della Repubblica, che in qualità di custode e garante ha legittimato il cambiamento sulla modalità di voto della consultazione elettorale. Si è votato infatti direttamente per il Presidente del Consiglio, poi nominato formalmente dal Presidente della Repubblica. Non so se le è chiaro? La Carta Costituzionale su cui si fonda la convivenza degli italiani recita diversamente; è stata modificata tacitamente attraverso l'assenso consenso della Istituzione della Presidenza della Repubblica, degli Organi di controllo costituzionale, dei Partiti, ossia delle espressioni cosiddette rappresentative democratiche popolari. Mi chiedo cosa ci stanno a fare gli italiani? O rientra anche questo nella delega elettorale?

Si, so che lei si è battuto su questo tema, ma ritorniamo a Parma, come vede il confronto?
Per la logica dell'alternanza dovrebbe essere Lisi, per la logica di equilibrio democratico Bernazzoli. Lei se lo immagina Lisi contestare Ubaldi come fece Borri, a ragione, sul piano regolatore? Lei se lo immagina Lisi denunciare Ubaldi per disastri ambientali?
Poi finché la Destra e la Sinistra continueranno a non far politica, ma preferiranno la gestione d'affari, pronte, per il consenso, a contendersi l'imbarco di qui o di là di Ubaldi, lui farà quel che vuole a Parma. Soprattutto in questo periodo caratterizzato da grandi appalti pubblici.
Il Loggione: "Ubäldi l'é cme 'na préda in t'un stagn ad cärpi, i pess i s'divärton a girärogh d'intórna!"

Ubaldi quindi.
Il Loggione continua e si anima: "Al gh'à al trombòn facil!"
Non ho ancora letto il loro programma elettorale, non conosco qual è il progetto di Lisi né quello di Bernazzoli. Il progetto comunque ce l'ha Ubaldi. Aumentare il suo potere politico per competere con gli altri poteri forti della città e cercare forse un nuovo equilibrio, un cambiamento dell'attuale assetto storico di potere oligarchico che governa Parma e che ha anche portato la nave contro l'iceberg. Non condivido però i modi e il pensiero. Non vedo poi crescere attorno a lui una cultura meritocratica o di apertura democratica. Anzi! Yes men a tutto campo. E quindi si cade nella restaurazione dello stesso. E lui poi è molto abile nel gestire il guinzaglio con cui tiene i suoi adepti. D'altra parte lo stesso produce se stesso. Lui evita persone che potrebbero crescere e adombrare la sua "statura" politica. Ma lei crede davvero che io pensi di essere rappresentato da certi suoi assessori? Ma va là.Con questo non sono a sottrargli meriti che ha, ma sono anche molto critico per la sua prepotenza, cinismo, mancanza di dialogo e soprattutto di partecipazione. "La folla è femmina." lo diceva anche Sordi nella parodia, si ricorda? Ubaldi considera i cittadini dei sudditi. I cambiamenti maturano invece se si coltiva una cultura diffusa, non se imposti dall'alto. Direi che ha adottato come stile dirigismo e decisionismo non mediati da alcuna capacità di ascolto, partecipazione, coinvolgimento: sono le pratiche tipiche del potere individuale o oligarchico. Questo comportamento non solo stimola la violenza, ma nell'era della "rete come sapere" è asociale. Mi ricorda poi nell'uso della propaganda, dei media e del decorativismo scenico il linguaggio di regime. Qualche politologo ha già parlato sulla democrazia di regime. Mi sembra che Ubaldi interpreti perfettamente la parte.
Il Loggione grida: "la misjòn politica incò l'é gnùda 'na komisjòn d'afäri!"

Non ha una immagine positiva dell'Ubaldi pensiero?
Ubaldi è una persona di cui non ho né stima, né fiducia, ciò non toglie che sia abile, furbo e scaltro. Prepotenza e potere arbitrario sono i suoi stupefacenti quotidiani per gestire la stupidità della parvenza democratica. Ricatta dal '98 una Destra pavida, incapace di crescere da sola, con gli appalti (di cui si nutre), qualche posto ben remunerato (sempre efficaci) e la partecipazione illusoria al potere politico, che infatti non ha. Analizzi bene le deleghe distribuite e non potrà che darmi ragione. La tiene poi sempre in scacco sotto minaccia del possibile cambio d'alleati. Per me è uno stalinista-nazifascista, usa la destra come zerbino, tratta i cittadini come zombi con la demagogia e il populismo, riserva alla borghesia un contesto orgiastico godereccio, unitamente a salassate finzioni culturali e poi la fustiga senza risparmio. Non vede poi l'analogia tra Stalin chiamato il costruttore e la città cantiere di Ubaldi?
Sempre il loggione suggerisce: "Ubäldi l'à scambjè i pramzàn par 'na pónta ad formàj, al'ja raza indò 'l vól!"

Civiltà Parmigiana?
E' un bidone aspiratutto! Ha il merito di aver utilizzato bene lo spazio che si era creato in ambito locale, dopo il declino dei partiti nazionali. Chi mi conosce sa che ho simpatia verso questa forma di civismo in politica, anche se ormai le liste civiche sono sorpassate, non svolgono più infatti il ruolo per cui erano nate e mostrano i limiti dovuti alla loro strumentalizzazione.
Dal Loggione: "Italia o Spagna, basta ch's'magna! An l'at ancorà capìda?"

In effetti quasi tutti i Comuni ormai presentano liste civiche
La proliferazione di liste, di fatto anonime, nei Comuni, sta creando solo caos. La gente non ci capisce più niente. Sono divenute liste civetta, attraverso cui i candidati tentano di mascherare la loro area politica. Tornando però a Civiltà Parmigiana, ciò che non condivido è la loro prassi: la riduzione a gestione d'affari ciò che invece poteva essere un nucleo importante di maturazione politica locale, un laboratorio innovativo. E' un "komitato elettorale", di fatto, che si riunisce in occasione delle votazioni. Han ridotto tutto a gestione di "konsenso e affari", come i partiti tradizionali. Quindi, non c'è nulla di nuovo. Non vedo molte persone di levatura politica al suo interno, e, i pochi che forse meriterebbero attenzione, sono demotivati. Con i gerarchi provinciali si va poco lontano! Usano il bastone e la carota come sta facendo l'attuale loro leader. Usa l'Autority come carota e col bastone dice ai parmigiani che sono dei fannulloni e degli incapaci, che il loro modo di lavorare è ridicolo e sorpassato; e lui, in qualità di fustigatore se ne tira fuori, come se in tutti questi anni di partecipazione al governo del territorio, non ne fosse responsabile. E', a mio avviso, tra i maggiori responsabili di questo stato di cose. E' tra coloro che hanno impedito il nuovo e favorito il vecchio. Forse aveva interessi da difendere!
Il Loggione: "At visst, a gh'é dil listi ch'i päron di certificat ad famìja: al marì e la mojéra; al pador e la fjòla; a gh' manca al nonòn e po i s' metton coj pe sotta la tävla e i fan Nadäl!"

Condivide la critica di Ubaldi sull'uso del nome Parma?
E lui cosa fa? Prende l'immagine sacra del Duomo e la usa come simbolo della sua città cantiere.e della speculazione sugli appalti, per non parlare di quel che avviene nei cantieri!! Forse avran bisogno della protezione divina!
Dal Loggione: "Al gh'à fat la céza còmda: un sign ad crosa subitt, prima e dop al pchè!"
Poi, guardi, non più tardi dello scorso agosto Ubaldi ha sostenuto pubblicamente che Parma deve identificarsi nel Prosciutto Parma e il Prosciutto Parma deve identificarsi nella città di Parma. E avevamo già avuto il prosciutto alla diossina! La predica quindi parte da un pulpito sbagliato. Contestai duramente Ubaldi in quell'occasione sia per la sostenuta banalizzazione di una identità politico culturale di Parma con quella consumistica di prodotto, sia per l'uso improprio di quell'area storica pubblica (Piazzale della Pace), sia per i prevedibili danni arrecati al manto erboso, il cui rifacimento, poi, è stato realizzato anche con risorse pubbliche visto che il Consorzio, che ha pagato il ripristino (75.000 euro), riceve ingenti finanziamenti annuali da Regione e Ministeri Statali. Pensi che il budget dell'iniziativa è sforato di 2 miliardi: i 3 previsti sono divenuti 5. Inoltre sollevavo pubblicamente il problema politico (una manifestazione con partecipanti da tutt'Italia che i media locali hanno volutamente sottratto alla cronaca), e le future negative ripercussioni economiche circa l'insostenibilità dell'industria alimentare di derivazione animale per problemi etici, ambientali, sociali, economici, sanitari; un'economia, come ho già detto, che vede Parma fortemente coinvolta, di cui non si vuol però parlare così da arrivare al collasso senza avere poi alternative. E denunciavo forti preoccupazioni. Ma il sindaco se ne guardava bene, dal prendere almeno in considerazione questa posizione. Ciò che gli interessava era il consenso politico che gli sarebbe derivato. Poi gli è arrivato il boomerang Parmalat e la crisi economica in cui versano i produttori del Prosciutto Parma, che ha visto coinvolto lo stesso Presidente del Consorzio. Guarda caso entrambi espressione dell'industria alimentare di derivazione animale! E lui cosa fa? Prende le distanze per il danno di immagine, quando fino a ieri ha cavalcato l'onda. Non so con quale senso, con quale coraggio!
Dal Loggione: "Al bàla in t'al mànogh!"

Cosa ne pensa della sinistra "sgangherata" a detta di Ubaldi?
Se la Sinistra è sgangherata, la Destra è servente; viene usata da Ubaldi come i famosi "rotoloni", per poi finire nella sua "tazza" di Civiltà Parmigiana. L'attuale sinistra è vero ha difficoltà a trovare una sua nuova identità, una sua autorevolezza, che non vada oltre il sociale, un modello politico alternativo che non cada nel confronto ragionieristico amministrativo. Ma è apprezzabile, e penso sia riconosciuto, lo sforzo di evoluzione e di cambiamento in corso. Certo difficile perché è dura da togliere la crosta Jurassica! Un trapasso ostico e reso palese dalle difficoltà incontrate dalla Lista unica presentata in Europa e non alle Provinciali ad esempio. La destra invece fa quello che ha sempre fatto: fare affari con il consenso ottenuto in vari modi (subappalti) dalla sinistra. E' la spinta neoliberista senza attenzione alla solidarietà sociale che preoccupa! I negativi effetti sociali in molti Paesi che hanno adottato questa linea è evidente. E' il pensiero politico europeo, purtroppo, che oggi soffre per sudditanza quasi coloniale! Il principio che vale per ogni società è quello di superare lo stato di natura, l'"homo homini lupus". Il primo diritto di ogni uomo -sostiene André Glucksmann- è quello di lottare contro l'inumanità della sua condizione. Non è l'idea di un bene supremo che mobilita gli uomini, ma la resistenza al male. L'uomo deve sempre avere la possibilità di difendere la propria dignità, pur nella consapevolezza della sua relatività.
Io penso che "conoscenza e solidarietà" devono viaggiare in equilibrio, perché sono i cardini di crescita per una società libera, democratica, responsabile, ad alta riflessività in cui le diversità costituiscono un valore mentre le disparità e l'emarginazione sociale sono i prodromi del conflitto sociale, che devono quindi essere rimossi e non alimentati. Ciò comunque che accomuna oggi la Destra e la Sinistra è il politichese, la partitocrazia, la lottizzazione, la spartizione degli affari. Ecco perché sono poi "lo stesso"!
Non si discute più di modelli sociali, ma solo di economia. Non si discute più della felicità dell'uomo, ma di come far diventare sempre più ricchi pochi. Non si può continuare con questa politica ragionieristica e della sottrazione.
Il Loggione: "A cla Manon chì, a gh' mancäva alméno tri did!"

Lisi?
Non si trattiene il Loggione: "Ubäldi al vriss tutt i pramsàn col braghi lisi, mo dòpa al crac dal lat i gh'j an belé lési!" Ma corre Ubaldi o Lisi? Mi sembra che Ubaldi stia cercando un'elezione per interposta persona. Anche questo non è una novità in politica. Se è Lisi il candidato, non lo conosco. Non ho mai avuto modo di avere con lui, in questi anni, un dialogo politico. Ha preferito negarsi. La mia è una conoscenza indiretta per la sua attività amministrativa svolta.
In Loggione: "I dizòn che a chilù a gh'piäz l'ópra d'la betonjiéra; a pära che da lè la téna su tutt al teàtor!"

Bernazzoli?
La prima volta che ho sentito fare il suo nome, non fu piacevole. Sostenne infatti, per logiche di partito, quel minus habens del sindaco di Felino che, con i suoi compagni di merende, boicottò e cercò di impedire l'edizione 2001 della "Settimana Felinese", cosa al contrario valutata positivamente dal Presidente del Consiglio Provinciale Gianni Riccò (PCI). Quell'edizione era da me organizzata, dopo che il Comune, con un appello pubblico, richiedeva collaborazione e contributi esterni. Poi decidettero che in quell'anno i Felinesi non avrebbero dovuto avere la loro festa annuale estiva: era un rito che durava da 39 anni. Io non capivo il perché e non mi rassegnai a far dipendere una iniziativa popolare dai "tiramenti" di una giunta locale incapace. Non vi erano ragioni plausibili. La feci lo stesso. Volli organizzarla anche senza il loro assenso; e fu la "Rivoluzione del Cremino made in Felino". Me ne fecero di tutte, ma il progetto culturale ebbe la meglio sulla prepotenza degli ignoranti al potere. Mi lasci però dire qualcosa su Felino dove i candidati sono tre persone che invece conosco da tempo e tutte con qualità.

Poi lei è nativo di Felino?
Si. A Felino il problema è nella dirigenza politica che ha governato direttamente o indirettamente il paese, non nella scelta dei candidati sindaco che ritengo abbiano tutti e tre ottime qualità personali e professionali. Le dirò, che li avrei visti bene insieme tutti e tre contro i lestofanti che da troppi anni, usando l'ideologia, hanno reso un paese ricco senza qualità urbanistica e con una grande povertà culturale e sociale. Vede questa è la debolezza delle persone che non uniscono le loro forze, ma si piegano alla stupidità della partitocrazia, e i lestofanti, per interessi di parte, separano, dividono anziché unire e impediscono la formazione di una nuova classe dirigente locale. In questa tornata elettorale, a Felino si sta giocando una partita sporca e il merito di questo è di Ubaldi. Non vado oltre!
Il Loggione: "'N'é miga a Flén indò i dizòn ch'j'apjon robè aj sinngor?"

Torniamo a Bernazzoli
Forse da un punto di vista elettorale i nemici li avrà più in casa che fuori!
Da troppo poco tempo conosco Bernazzoli sia come politico, sia come amministratore. Devo ammettere che mi ha concesso un incontro a differenza di Lisi che mi ha volutamente evitato. Comunque non ho mai avuto neanche con Bernazzoli un vero dialogo politico. Certamente per lui Fontanellato è stata una buona palestra d'inizio, così come l'investitura ottenuta da Borri, dopo Peri, o l'incarico di Presidente facente funzioni. Ma questo non è sufficiente per capire il suo vero pensiero politico e non solo l'abilità amministrativa che ha dimostrato di avere.
E in loggione: "Al vräva arfär al pont ad Brooklynn, mo pr' adés i gh' fan arfär coll dal Tär; i l'àn apén 'na fnì mo l'éra soltant 'na próva!"

Non si sbilancia?
Dai primi sondaggi sembra in vantaggio Bernazzoli. Sarà però una sfida che si risolverà con uno scarto minimo. Poi, non avendo avuto con entrambi un reale dialogo politico e non avendo una conoscenza personale, cosa vuole che le dica? Io non faccio parte delle loro frequentazioni. Quindi.Solo quando uno è insediato e gestisce il potere delegato per la durata del mandato si capisce cosa ha nella testa, qual è il suo progetto e allora se ne comprende l'abilità politica. Prima è campagna di consenso elettorale. E' dopo aver ottenuto il consenso popolare, che si vede veramente chi è. Li si vede come gestisce la sua energia personale, se saprà lasciare un segno di valore, costruirsi una identità e una immagine politica. Dipenderà poi molto dalla squadra di cui si avvarrà il Presidente eletto, se saprà dare entusiasmo e visione al territorio malato di acuta parmigianite secondo Ubaldi, inconsapevole forse di averla anche lui causata.

Che partito vede in difficoltà a Parma
La Margherita, penso, resterà con qualche petalo in meno! Chi non ha condiviso la linea gestionale di partito probabilmente voterà per altre formazioni politiche, non un partito che di fatto è commissariato per incapacità della sua classe dirigente. E per fortuna che era stato nominato un comitato di saggi per la miglior gestione in vista elettorale! Pur sostenendo Bernazzoli, eviteranno la preferenza e se la daranno sarà per altre liste: Socialisti-Repubblicani-Liberali, Ds, Verdi, Di Pietro-Occhetto; alcuni potrebbero pure sostenere Lisi e quindi scegliere Civiltà Parmigiana, lo han già fatto con la Soliani, ricorda? Sono curioso di vedere cosa accadrà dopo, in preparazione delle elezioni regionali? Cosa ne sarà della discussione politica che si dovrà aprire tra i loro dirigenti, coloro che hanno fatto il danno (i nomi sono noti) e coloro che l'hanno subito (Pagliari), con i loro candidati sindaco ottenuti come materiale di scambio politico (esempio di democrazia partecipata popolare!) e i "tentacoli" affaristici. Se non sarà così, beh, si vede che ho una visione limitata e quindi fanno bene gli attuali dirigenti a continuare a prendere a prosciuttate in faccia il proprio elettorato. Ho già detto mesi fa: "dopo Borri il vuoto": la botanica a Parma ha svolto il suo corso. La verità è che si fanno cartelli politici per spacciare elezioni che producono costosi "poltroni numerati".
Il Loggione: " Votär? J'àn scambjè al dovér pr'un piazér par lor!"

Di Democrazia Europea e D'Antoni?
E' Cavitelli che scoraggia alla politica. D'Antoni come segretario di un partito nazionale, in questa attuale palude elettorale istituzionale, si gestisce come può. E' legittimo cambiar coalizione. Pensi però Cavitelli, fino a ieri consigliere provinciale contro Bernazzoli, contro i finanziamenti per la celebrazione della Resistenza -è agli atti il suo intervento in Consiglio Provinciale- poi, per una scelta di strategia politica D'Antoni decide di spostare il suo Movimento nell'area dell'Ulivo, e Cavitelli espressione di Democrazia Europea a Parma, entra in lista come indipendente in Margherita a favore di Bernazzoli. Quale credibilità può avere? Era l'unico candidato possibile di Democrazia Europea? Quale elettorato può rappresentare? E' la farsa! No, sarebbe intelligente. E' l'uso meschino della politica per interessi di parte fregandosene della collettività. Mi piacerebbe sentirlo in un comizio: cosa deve dire ancora uno come lui in politica? Dopo la Lega uno, dopo la Lega due, dopo Democrazia Europea, dopo UDC, è rimasto a culo nudo come in Senato. Solo che qui ci mette la sua faccia.
Il Loggione: "Sì, sta bén; e torna indrè cuand a t'ciamaremma nuätor!"

Concorda con l'articolo di Molossi sui giornalisti impegnati in politica?
Si, in gran parte, tanto è vero che da quando ho deciso di impegnarmi in politica con obiettivi anche elettorali o istituzionali e non solo culturali, mi sono astenuto dalla mia attività di comunicazione e giornalismo, ritenendo l'impegno politico assunto personalmente in conflitto professionale con la mia attività. La libertà di pensiero e d'azione avrebbe subito ostacoli. Non solo, ma non ho nemmeno rinnovato l'iscrizione all'Ordine.
Non condivido invece la possibilità di non ritorno e le motivazioni addotte da Molossi. Innanzitutto perché ogni giornalista purtroppo è oggi "obbligato" sulla linea editoriale della proprietà, quindi è di parte per il fatto stesso di appartenere a una testata o ad un'altra. Si potrà forse dire che vi sono giornali meno di parte di altri, ma non neutri, dove si cerca l'obiettività. Ogni testata ha la sua obiettività, quella della parte in cui sta. Poi la pubblicità è fortemente condizionante, lo sappiamo tutti il ruolo che svolge. Sulla comunicazione però vorrei dire un'ultima cosa.

Cioè?
E' di Mario Perniola: "La comunicazione è l'opposto della conoscenza. E' nemica delle idee perché le è essenziale dissolvere tutti i contenuti. L'alternativa è un modo di fare basato su memoria e immaginazione, su un disinteresse interessato che non fugge il mondo, ma lo muove.Oggi si sostituisce l'educazione e l'istruzione con l'edutainment, la politica e l'informazione con l'infotainment, l'arte e la cultura con l'entertainment, la parvenza democratica diviene democratainment.La nostra età non sarebbe affatto caratterizzata dal tramonto delle ideologie, ma semmai da una loro semplificazione e banalizzazione estrema che fa cadere l'aspetto concettuale a favore dell'emozionalità.L'essenziale è cominciare a sottrarsi nelle piccole come nelle grandi cose a quel pensiero unico che pretende di appiattire sotto il suo rullo compressore dell'economia ristretta e quantitativa, tutti gli aspetti dell'esistenza". Io la trovo condivisibile!

Perché non si è candidato?
E' la partitocrazia che non mi vuole. Lei ha letto il documento pubblico che abbiamo proposto ai candidati Presidente! Non abbiamo avuto risposta, quindi siamo "Loggionisti". Per me è sufficiente questo loro agire per capire il grado di ascolto. E' il consenso elettorale per la gestione del potere: questo è il loro unico obiettivo. Il nostro Movimento non è ancora una organizzazione radicata sul territorio e si limita quindi a un'espressione di opinione. Poi lei lo sa, sarei destabilizzante in quanto rappresenterei l'interesse collettivo, non la fazione, o il particulare speculativo del cittadino o gli interessi di lobby di potere se sganciati da un bene comune. E questo i nostri politici non lo vogliono perché devono autoperpetuare il loro modello: più che il bene comune coltivano l'interesse personale.
Preferisco quindi, per ora, coltivare idee e progetti; sono le idee che muovono il mondo. Le persone impegnate nella Pubblica Amministrazione dovrebbero sostenere e partecipare per dar valore alle idee e a chi le ha pensate, non adoperarsi invece per il culto della persona, come invece accade oggi o peggio al furto dei progetti e alla loro banalizzazione adattandoli alle linee di finanziamento comunitarie, nazionali, regionali. Il furto intellettuale è un crimine, quindi.

Un ruolo inedito per il politico attuale?
E' il mio! Questa mia posizione è imbarazzante, difficoltosa, lo so, perché ti porta allo scontro con i poteri costituiti, che non amano né gli innovatori, né le innovazioni, né il rispetto della proprietà intellettuale. E così non riesci ad avere le informazioni, altro che trasparenza! Lei sa i soprusi che vengono compiuti nell'urbanistica? Bisogna avere coraggio per sostenere questa parte, non tutti sono disposti a rischiare la loro micca quotidiana! Io sì, e questo dà fastidio. Alla gente poi hanno messo il para occhi e li hanno dotati di specchietto retrovisore. Gli hanno fatto perdere la visione. Si fanno meno pensieri.dicono!
Poi ha mai sentito i coccodrilli dei politici per i loro colleghi post morte. Soprattutto quando si incolpano di non averli capiti.Ecco quello è veramente il vomito!
Il Loggione: "Guärda che la gènta l'à voté par Baraba, miga pr'al Sgnor?"

Ma allora non prendete parte?
Non capisco perché dovremmo prender parte noi, quando la nostra posizione non è inclusa, ma è tenuta volutamente esclusa dalla parvenza democratica. Noi, la nostra proposta, l'abbiamo fatta chiara e resa pubblica, aspettiamo risposte o proposte.
Il Loggione: "Il parnìzi bjanchi j'én in estinsjon!"

Ma lei cosa vorrebbe fare se la chiamassero?
Vorrei occuparmi come ho già scritto, della comunicazione, della innovazione tecnologica, delle relazioni internazionali in chiave politica. Saprei dare una svolta, saprei cosa fare, saprei dare, penso, un contributo alla collettività in questo ambito che conosco per esperienze professionali. Ma loro vedrà non me lo permetteranno pur sapendo che avrei un potenziale da esprimere e le credenziali necessarie. La loro idiozia partitocratrica deciderà diversamente! E allora continueremo la lotta.
Il Loggione mi dice: "S'ant gh'è miga di sant in Paradiz, a t'stè frèssch. Mo a ti a t'piäs pu i Maznadjér o la Mèssa da Rechjem?"
La politica è morta, così come è morto il teatro, la poesia, il cinema, le città.Esistono solo circuiti finanziari-consumistici gestiti da oligarchie politico economiche e criminali!!
Oggi sembra -dice Marc Augé- che il solo dovere sia quello di consumare. Bisogna consumare per poter continuare a consumare. I consumatori sono in qualche modo indici di se stessi. Non viviamo nel mondo dell'abbondanza, ma in quello dei cocci, delle eccedenze distrutte e dei modelli superati.
E' della partitocrazia poi la riduzione dei politici all'esercizio della prepotenza sull'intelligenza. E i "mercanti in fiera", sono sempre pronti a respingere il viandante verso il basso costringendolo verso il sentiero del vizio anziché della virtù, immergerlo nelle selve delle pratiche ricattatorie e del non ritorno. Speriamo che Virgilio ci aiuti a ritrovare l'etica e l'estetica perduta. L'umanità ne ha bisogno!

Un filosofo contemporaneo in cui si ritrova?
Emanuele Severino. Senta cosa scriveva anni fa sulla società della tecnica: "Il tramonto che porta verso la civiltà della tecnica passa attraverso il grigiore crescente della fase in cui si sta lasciando il vecchio, ma il nuovo non è ancora maturo. Oggi viviamo visibilmente circondati dall'ottusità, dalla volgarità e dalla superficialità, che però non stanno sospese nel vuoto, ma sono i parassiti delle ideologie al tramonto e delle forme immature che la maturazione della nuova forma di civiltà toglie di mezzo. L'ottimismo riguarda comunque la capacità del processo in atto di arrivare alla meta, alla configurazione matura della civiltà della tecnica."
Ho sempre trovato questa sua interpretazione del presente che stiamo vivendo molto efficace e in linea con quanto io stesso ho potuto constatare e vivere in prima persona. Mi piace ricordare infatti il mio incontro personale con De Kerckhove (connective intelligence) e lo scienziato Kevin Warwick (chip sottocutaneo) qui a Parma, li accompagnavo per i luoghi della città. Due intellettuali che interpretarono anticipatamente la rivoluzione digitale. Andammo a cena una sera dal vecchio buon Cerati, un'altra da Romeo. Pensi che né il Sindaco, né il Rettore, né il Presidente della Provincia, né i Presidenti delle Associazioni, né le imprese vennero ad incontrarli, a conoscerli durante la Biennale di Cybercultura, pur consapevoli della rivoluzione tecnologica in atto. Nemmeno l'ospitalità fu data loro. Quando si parla di classe dirigente! Non dovrebbero essere loro a dare la visione, le linee strategiche, gli indirizzi su cui si sviluppa la progettualità del territorio, la cultura di sussidiarietà del luogo, l'interazione col cittadino? Vede il grave non è solo nella mancanza di stile civico e nemmeno nel non aver saputo cogliere il nuovo in tempo (già di per sé imperdonabili), ma l'ignoranza di non saper riconoscere gli errori commessi e porvi rimedio, nel non saper riconoscere il danno arrecato, nel perseverare, con ostinazione da regime, nel tenere isolato chi ha sostenuto e creduto in quei saperi. Questa è la classe dirigente di Parma. Le è sufficiente! Quando il sindaco parla, mi sembra di sentire la sua "opera buffa".
Senta il Loggione cosa dice: "Dòpa chil tre botillj chi, arvemma la cuärta, mo l'bvemma in-t-l'andär a ca. L'é mag'e magari a catèmma n'a cuälca lussa ch'a s'compagna. A mi a m' pjäz sémpor la Travjata! Tant lor i fan coll ch'i vólon e nuätor coll ch'a podemmà: i la ciàmon democrazia! Vot veddor che Stalin e Mussolini i podrisson dvintär, col témp, di principjant?"(fine)

Parma 19 maggio 2004

Movimento Sorgenti
tel 338 7152065 luigi.boschi@libero.it

Redazione1
8.06.2004 13:28
La caduta degli dei...di Luigi Boschi

La caduta degli dei

Se i centri di ricerca aprono i loro cassetti gran parte dell´industria italiana chiude!
Ricordate? Sana competizione si richiedeva: già un controsenso lessicale! Come può essere sano uno che accetta la competizione? Restare sani in un processo di contaminazione virale generale è un miracolo, e ciò non risulta per ora nelle facoltà dell´uomo. Di "collaborazione qualitativa" invece c´è necessità! Un´utopia per il pensiero economicista. Poi però ci si lamenta se all´ospedale non troviamo l´infermiera disponibile, o il medico migliore, pronti a dedicarsi al di là della remunerazione
E´ sì, la competizione porta all´alterazione, alla dimenticanza di solidarietà e responsabilità tra il "genere", perché si tende alla mercificazione dei valori etici. Per non parlare poi di ciò che tutti sappiamo...E allora le organizzazioni perdono l´orientamento etico e sono in balia dell´instabilità economica e della lottizzazione politica. Ed è quello che oggi accade. "La caduta degli dei", grande film di Visconti! Un sistema basato sul consumo e non sulla valorizzazione, produce disastri. Valorizzare è dare significato e senso all´azione, significa trasformare consapevolmente energia da uno stato all´altro, qualificando la nuova armonia che si andrà a generare, non adoperarsi colpevolmente per il disastro posticipato.
Ma un processo qualitativo di valorizzazione passa attraverso una distribuzione delle conoscenze per rendere consapevoli, condivise -per quanto possibile- e diffuse, le scelte. E questo è costoso, è impegnativo. Più semplice nell´immediato, risulta l´autoritarismo (fatto passare per delega democratica) e l´uso strumentale delle risorse in funzione di un economicismo collegato ai beni/servizio di consumo, che però distruggendo le relazioni, perché le distrugge, alterando i ritmi di vita, necrotizzando le organizzazioni, restituisce solo rifiuti. Da più parti ormai si sostiene che bisogna immaginare un modo di vivere che sia diverso dall´attuale, più accettabile e praticabile. Questo di adesso, forse, non lo è più. Sono persuaso che dobbiamo immaginare nuovi modelli, in cui la ricchezza è la qualità, non la competizione. Questo sì è un tema di cui la politica deve farsi carico. Si preferisce invece discutere sull´operato delle betoniere!
Lessicalmente forse vi è un abuso nei discorsi sulla qualità, ma non è così nei fatti. La ricerca della qualità indirizza al virtuosismo, l´esercizio delle proprie abilità, la valorizzazione dell´altro, la ricerca armoniosa di sé con gli altri, un´arte troppo spesso dimenticata e soffocata per la prostituzione servile. Lo vediamo nello sport cosa ha portato la competizione, lo vediamo nell´economia...Un sistema che sta producendo un decadimento etico individuale e collettivo, un collasso delle relazioni, divenute, quando ci sono, pericolose! Una miseria crescente. I sistemi basati sulla competizione non possono che collassare, non riescono a modificarsi perché producono rifiuto esponenziale ossia energia non più disponibile. E non si può sopravvivere soffocati dai rifiuti e dall´inquinamento. E qui inizia la sicumera della richiesta di sicurezza!! E si innesta il circolo vizioso! Forse voluto. Vediamo economie di Paesi che producono consapevolmente emarginazione, perché conveniente e funzionale al potere e ai consumi di massa. Vi è una scelta consapevole di creare miseria, non povertà. La povertà ha una sua dignità, è una antica nobiltà. E´ l´ambiente miserabile invece che opprime le menti. Siamo passati dagli schiavi salariati alla miseria programmata! Un precariato disumano che attenta costantemente l´equilibrio e la dignità individuale. Miseria e inclinazione alla emarginazione, sono le condizioni che producono individui predisposti inconsapevolmente, direttamente o indirettamente, ai grandi consumi di prodotti di largo consumo e succombenti dell´industria dell´intrattenimento, sistemi entrambi gestiti dal capitale trasnazionale orbitante. Persone spesso inconsapevoli che divengono quindi, con il loro agire quotidiano, con i loro consumi i sostenitori economici del sistema che li opprime. Non solo, ma sono facilmente preda per impieghi malavitosi, si prestano alle esigenze del potere (missioni militari, lavoro precario, ecc) e non avendo nulla a cui tenere, non votano più, sono distaccati dalla gestione amministrativa e politica del Paese. Diviene più facile così per l´élite, sempre più protetta e scortata, il controllo del potere. Poi si innesca il terrorismo, divenuto strumento di business internazionale, alimentato dal sistema economico/finanziario con le armi e con una società di persone predisposte alla violenza. Alla atavica violenza si aggiunge una attuale violenza sofisticata. Così una classe politica consapevole e consenziente, ripiegata sul sistema economico finanziario, incapace di generare un virtuosismo sociale, si perpetua per la paura sociale prodotta, attraverso il sangue delle politiche di terrore e di guerra...o per l´illusione di un sogno promesso. Vogliamo chiamarla qualità? Si è generato un sistema perverso che non può che collassare? L´alternativa è la rottura, ed è ciò che il digitale porta in sé geneticamente (il frattale sostituisce il lineare, così come la diretta la differita), ma il potere politico/finanziario ha fino ad oggi impedito il suo divenire, proprio perché destabilizzante. Il digitale non è uno strumento è un ambiente. Anche la qualità di un ambiente virtuale ricade sulla consapevolezza e responsabilità etica, sulla volontà e qualità politica. Quando il nuovo è impedito, la decadenza ne è la conseguenza.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Parma 8 giugno 2004

Sorgenti: tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it


Redazione1
12.06.2004 15:04
Priomarma Hotel di Luigi Boschi

PROPARMA HOTEL!

Quando un circolo nasce sportivo e si trasforma in speculazione edilizia! E' quanto sta per accadere alla "PRO PARMA" spa società proprietaria dell'area, degli immobili e degli impianti che sono concessi in affitto al "Circolo Sportivo Pro Parma" nato per consentire anche a fasce popolari di esercitare pratiche sportive usufruendo di un circolo sportivo attrezzato, così come fasce di persone benestanti potevano permettersi circoli privati tipo Mariano, Castellazzo, ecc.
Lo scopo della Società e del Circolo era infatti quello di consentire una accessibilità popolare e quindi economicamente contenuta agli impianti sportivi.
Una sconsiderata gestione della società ha portato a un elevato indebitamento (che oggi ammonta ad oltre 700 milioni) e quindi a una difficoltà economica della stessa. Non sono più sufficienti le quote annuali (sempre più crescenti), di accesso agli impianti e alle aree attrezzate, per i singoli soci, ma diviene necessario un intervento straordinario per mantenere efficiente la struttura e ripianare l'indebitamento. L'innalzamento della quota annuale, in atto da alcuni anni (1996) ha portato come primo effetto a un allontanamento graduale dei soci più deboli economicamente, venendo meno quindi agli scopi sociali iniziali, di conseguenza a un cambiamento dell'azionariato unitamente a modifiche statutarie che preoccupano non poco alcuni soci storici.
Ora il Consiglio di Amministrazione della società Pro Parma spa ha chiesto all'Amministrazione del Comune di Parma di poter avere un cambio di destinazione d'uso di una parte dell'area (6.000 mq) in modo da poterla vendere come area edificabile per albergo. L'agibilità di tutto il complesso è stata concessa solo nel 2002 dopo che il Circolo funzionava dal 1973. Se ne deduce che vi è stata una certa "tolleranza" della Pubblica Amministrazione giustificata forse dalla vocazione del Circolo con fini sportivi, ma popolari. Strano a dirsi, ma a distanza di poco tempo dall'ottenimento dell'agibilità sono iniziate le pratiche per il cambio di destinazione d'uso dell'area.
Ora capisco che è molto allettante per un albergo poter usufruire di impianti sportivi adiacenti alla propria area, ma sinceramente mi sembra improponibile che un circolo sportivo popolare possa essere sfruttato per speculazioni edilizie. Così come mi sembra abbastanza grave che amministratori pubblici e progettista dell'iniziativa siano anche soci della Pro Parma spa che, se otterrà il cambio di destinazione d'area, diverrà un albergo con relative speculazioni come tutti sappiamo.
Perché si dovrebbe premiare poi una gestione che, in particolare quella in carica dal 1996, ha penalizzato i più deboli, non ha mai tenuto conto delle motivazioni che ispiravano questo circolo sportivo e che con un operato contraddittorio non ha perseguito gli scopi del possibile risanamento economico?
Visto lo scopo popolare e sociale originario della Società e del Circolo, visto la situazione economica, visto l'operato e i cambiamenti proposti dall'attuale Consiglio di Amministrazione, non potrebbe essere auspicabile per l'interesse dei soci storici un commissariamento della Società e del Circolo per la verifica di eventuali responsabilità? Sarebbe poi apprezzabile da parte della Pubblica Amministrazione una presa di conoscenza su quanto sta accadendo per tutelare chi subisce il danno da questa eventuale speculazione e porre rimedio a una iniziativa che deve rimanere con scopi popolari. Ma forse, purtroppo quando gli affari chiamano solo affari rispondono e gli scopi sociali sono solo un ricordo del passato, anzi del trapassato!

Parma, 9 giugno 2004

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
19.06.2004 14:11
Film Festival a Lodi

NEWS
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica
Piazza Broletto, 4
26900 Lodi
Tel.0371 421391 Fax 0371 421313
E-mail: info@apt.lodi.it
-----------------------

LODI CITTA’ FILM FESTIVAL COMUNE DI LODI
CINEMA SOTTO LE STELLE
Cortile del Teatro alle Vigne, Via Cavour 66 Lodi
21 giugno – 26 agosto 2004
giugno e luglio inizio spettacoli ore 21,30 - agosto inizio spettacoli ore 21,15
apertura cassa ore 20,30
Lunedì 21 giugno – SOTTO FALSO NOME regia R. Andò 105’
Martedì 22 giugno – LOST IN TRASLATION.L’AMORE TRADOTTO regia S. Coppola 103’
Giovedì 24 giugno – MI PIACE LAVORARE regia F. Comencini 95’
Lunedì 28 giugno – CALENDAR GIRLS regia N. Cole 106’
Martedì 29 giugno – L’ODORE DEL SANGUE regia M. Martone 100’
Mercoledì 30 giugno – LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA regia P. Webber 99’
Giovedì 1 luglio – L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ DURA regia C. Verdone 106’
Lunedì 5 luglio – MONA LISA SMILE regia M. Newell 123’
Martedì 6 luglio – CATERINA VA IN CITTA’ regia P. Virzì 90’
Mercoledì 7 luglio – IL GENIO DELLA TRUFFA regia R. Scott 115’
Lunedì 12 luglio – LE INVASIONI BARBARICHE regia D. Arcand 99’
Martedì 13 luglio – 21 GRAMMI regia A.G. Inarritu 121’
Mercoledì 14 luglio – PRIMA TI SPOSO POI TI ROVINO regia J. Coen 101’
Giovedì 15 luglio – AGATA E LA TEMPESTA regia S. Soldini 118’
Lunedì 19 luglio – NON TI MUOVERE regia Sergio Castellitto 125’
Martedì 20 luglio – BIG FISH regia T. Burton 130’
Mercoledì 21 luglio – THE MOTHER regia R. Michell 108’
Domenica 25 luglio – MASTER & COMMANDER regia P. Weir 134’
Lunedì 26 luglio – IL MIRACOLO regia E. Winspeare 103’
Martedì 27 luglio – MYSTIC RIVER regia C. Eastwood 136’
Mercoledì 28 luglio – L’EREDITA’ regia P. Fly 107’
Giovedì 29 luglio – L’ULTIMO SAMURAI regia E. Zwick 154’
Lunedì 2 agosto – 3MSC: TRE METRI SOPRA IL CIELO regia L. Lucini 102’
Martedì 3 agosto – IL SIGNORE DEGLI ANELLI.IL RITORNO DEL RE regia P. Jackson 204’
Giovedì 5 agosto – BUONGIORNO NOTTE regia M. Bellocchio 103’
Venerdì 6 agosto – KITCHEN STORIES regia B. Hamer 94’
Sabato 7 agosto – RITORNO A COLD MOUNTAIN regia A. Minghella 154’
Lunedì 9 agosto – CHE NE SARA’ DI NOI regia G. Veronesi 105’
Martedì 10 agosto – TUTTO PUO’ SUCCEDERE regia N. Meyers 123’
Giovedì 12 agosto – MONSTER regia P. Jenkins 109’
Martedì 17 agosto – THIRTEEN-13 anni regia C. Hardwicke 101’
Mercoledì 18 agosto – PER SEMPRE regia A. Di Robilant 96’
Giovedì 19 agosto – LA MACCHIA UMANA regia R. Benton 103’
Sabato 21 agosto – TERRA DI CONFINE regia K. Costner 130’
Lunedì 23 agosto – PRIMO AMORE regia M. Garrone 92’
Martedì 24 agosto – TI DO I MIEI OCCHI regia I. Bollain 116’
Mercoledì 25 agosto – ELEPHANT regia G. Van Sant 78’
Giovedì 26 agosto – DOPO MEZZANOTTE regia D. Ferrario 90’


Biglietto unico 4,50
In caso di pioggia i film saranno proiettati nella Sala Grande del Teatro alle Vigne

Info : tel. 3292331504
E-mail: stampalodifest@libero.it Per visitare il sito web dell'evento CLICCA QUI


Altre manifestazioni sono segnalate nel sito www.apt.lodi.it

Redazione1
19.06.2004 15:02
L'italia vince con il delptapiano

Per la terza volta la Nazionale italiana di deltaplano ha conquistato il titolo mondiale della classe "Ali Rigide" durante i Campionati che si sono conclusi a Greifenburg & Berg in Austria. Seguono nell'ordine le rappresentative della stessa Austria e della Francia.
La squadra italiana era formata da Christian Ciech, di Folgaria (Trento), Alessandro Ploner, di S.Cassiano (Bolzano), Franco Laverdino, torinese, Luca Comino, di Mondovì, Onorio Marsella, di Frosinone Ettore Grossi, di Ravenna, e diretta dal varesino Flavio Tebaldi, assistito dal "veterano" Angelo Crapanzano.
Dopo sei prove valide e due annullate a causa delle cattive condizioni meteo, le incertezze della classifica si sono dileguate alla nona ed ultima prova, lungo un percorso di 165 km. Sotto un cielo costellato di nubi a quote comprese tra i 2600 e i 3100 m, Christian Ciech vola coraggiosamente solo davanti a tutti, senza curarsi di amministrare l'esiguo vantaggio accumulato nei giorni precedenti. Il trentino taglia il traguardo tre minuti prima del compagno Alex Ploner e mezz'ora avanti il francese David Chaumet, l'unico che poteva impensierire gli azzurri. Importante per il successo di squadra il quarto posto di Franco Laverdino in questa manche.
L'ottima prestazione è confermata anche nella classifica individuale, dove Christian Ciech ed Alessandro Ploner sono rispettivamente primo e secondo davanti al francese David Chaumet ed all'austriaco Anton Raumauf. Per Ciech è il secondo oro mondiale dopo quello di Chelan (USA) nel 2002, mentre Ploner lo vinse in Sierra Nevada (Spagna) nel 2001. In entrambe le occasioni l'Italia vinse il titolo.
Un altro primato tricolore: molti degli 80 piloti, provenienti da 13 nazioni per questi mondiali, volano con ali di produzione italiana, precisamente "Athos" e "Stratos", due modelli di deltaplani tecnicamente avanzati, dotati di grande efficienza e velocità superiore ai 100 km/h. Queste caratteristiche permettono di coprire distanze notevoli, tanto che il record mondiale è attestato a 700 km ed i Mondiali in Austria prevedevano tracciati tra i 120 e 213. La differenza sta nel fatto che per un record di distanza libera non v'è obbligo di percorso, mentre le gare di volo libero, in deltaplano o parapendio, assomigliano alle regate veliche, vale a dire che il pilota deve aggirare determinati punti salienti del territorio, detti "boe", prima di atterrare in "meta", cioè al traguardo. L'aggiramento delle boe è confermato dal GPS che ogni pilota ha in dotazione.

Gustavo Vitali
Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
www.fivl.it - vitali.stampa@fivl.it
tel/fax 035 577536 - 335 5852431
Segreteria FIVL: tel. 011 744991 - fax 011 752846

per altre informazioni sulla X-MAX contattare
Flavio Tebaldi - 347 3435570 - dclaveno@tin.it - http://dclaveno.com
http://www.xmax.it/Austria_WC_2004/Austria_2004.htm
Sito ufficiale
http://www.drachenflieger.at/html/eng/index-eng.html

Note per la redazione
Foto e tutti i nostri comunicati stampa all'indirizzo:
http://www.fivl.it/almanacco/testi/xpaginacomstampa.html

paolofasce
25.06.2004 13:08
Lettera di Nando dalla Chiesa al Corriere della Sera su Tom Bentollo.

Caro Mieli,
ho provato amarezza, amarezza vera, nel vedere le poche righe con cui il "Corriere" ha dato notizia della morte di Tom Benetollo, il presidente dell'Arci. Per molte ragioni. Una di riconoscenza per l'uomo, impegnato senza interruzione per quasi trent'anni sulla grande frontiera della pace, e per quindici in una vitalissima funzione di guida per centinaia di migliaia di persone. Un impegno per la pace totalmente non violento: intelligente, generoso, mai ideologico, faticoso (una fatica di cui alla fine Tom è morto...), speso tra Bosnia, Iraq, Palestina, Israele, Cuba, Sahara e ovunque ve ne fosse bisogno, in una sequenza incessante di iniziative, anche rischiose. Una seconda ragione riguarda il ruolo totalmente minore che in controluce viene assegnato alla società civile. L'Arci è la più grande organizzazione di volontariato laico del paese, e conta molti più iscritti di ogni partito politico, anche grazie al lavoro e alle scelte di Benetollo. Posso pensare che qualunque esponente di partito appena conosciuto avrebbe ottenuto maggiori attenzioni, nella notizia, nel ricordo, nel giorno dei funerali? La terza ragione, e qui mi fermo, è che c'è davvero un abisso tra il sentimento di smarrimento e di dolore che ha attraversato un'intera, larga fascia di opinione pubblica e quel minuscolo spazio di giornale (che non ha caratterizzato, sia chiaro, solo il "Corriere"). La realtà vera, la realtà virtuale: sempre li' si torna... E non è confortante.
Un cordiale saluto,
Nando dalla Chiesa

Redazione1
26.06.2004 17:07
Infrastrutture e Metropolitana di Luigi Boschi

Infrastrutture e Metropolitana

Vorrei intervenire sul progetto della cosiddetta "Metropolitana leggera". Di fatto è un Tram, si tratta di Tram moderni, ma di Tram! Metropolitana è un modo per confondere le idee alla gente.
Condivido l´idea di migliorare il sistema di trasporto pubblico collettivo, con mezzi e soluzioni più efficienti. Non condivido però né il progetto presentato, né il tracciato. Ad esempio perché l´attraversamento della città non viene realizzato sotto il lungo Parma? Potrebbe trovare così una possibile valorizzazione anche il sottopasso del Ponte Romano. Ha senso la collocazione della stazione sotto Piazzale della Pace e un´altra a 200 metri in via Garibaldi? Per non parlare dei costi e della sua gestione, poco si è detto. E´ a tutti noto come vanno gli appalti pubblici, se va bene raddoppiano; noi a Parma ne sappiamo qualcosa! (vedi ospedale)
Dov´è il progetto integrato di mobilità collettiva sul territorio? Da tempo sostengo che è necessario un sistema di trasporto pubblico Nord-Sud, Est-Ovest e Circolare, unitamente a strade dotate di tecnologie mobili, a collegamenti più efficienti con la periferia, con i paesi della provincia e piattaforme logistiche commerciali. Il trasporto collettivo è in aumento in tutte le città. Si tratta di concepirlo nel disegno urbanistico. Cosa che non viene fatta a Parma. Il piano di mobilità deve essere concepito come un sistema intelligente di soluzioni integrate capace di gestire le complessità, le esigenze di comunicazione di una collettività aperta, di esaltare e preservare le qualità ambientali, di tutelare le esigenze dei residenti.
Qualcuno poi mi dovrà spiegare invece perché vi siano strade (esempio via Bixio) che devono sopportare oltre 500 autobus al giorno o i 1000 di piazzale Corridoni; perché strade del centro storico non siano dotate di tecnologie mobili; perché sia nelle periferie che nelle nuove urbanizzazioni non vi sono marciapiedi idonei per i pedoni (costretti in fila indiana), possibilmente sotto porticati, percorsi mobili, vere piste ciclabili (non sottratte ai pedoni), indipendenti rispetto alle strade veicolari, e corsie preferenziali per il trasporto collettivo.
Telecomunicazioni e mobilità collettiva assumono un ruolo strategico. E´ mancato a Parma un vero progetto organico infrastrutturale di mobilità e telecomunicazione territoriale. La sua qualità, non solo la sua realizzazione, oggi è strategica. Le caratteristiche riconosciute o assunte dalla città e dal territorio provinciale esigono una progettazione organica sistemica. Lo sviluppo delle infrastrutture è stato inadeguato rispetto all'aumento costante di mobilità. Le infrastrutture per trasporto veicolare individuale riproducono se stesse con un effetto di immobilità, collasso e inquinamento ambientale. L´importanza e la priorità di un trasporto urbano, provinciale, regionale e di collegamento alle reti nazionali, non può più essere rimandato.
Anche nella comunicazione in "rete", se è vero che la Regione presenta oggi la banda larga e spenderà 50 miliardi di lire nei prossimi due anni per 218 km di fibra ottica in Provincia e collegamenti con ponti radio, è altresì vero che l´Italia è il fanalino di coda in Europa col 2,5% di penetrazione, l´Olanda ha il 10%, la Svezia 11%. La media Europea è al 4,5%. Forse nel 2006 potremo avvicinarci agli attuali loro standard. Questo per le pari opportunità!
Una tale visione di mobilità territoriale vorrebbe dire concepire luoghi abitati, aperti alle ricchezze del territorio, all´economia delle conoscenze, rinvigorire i paesi della Provincia, spesso ridotti a dormitori, alleggerire la viabilità cittadina, diminuire l'inquinamento ambientale, sostenere e valorizzare le differenze locali; porre le condizioni quindi per evitare l'abbandono della Montagna e della Bassa, e creare anche là nuove opportunità di sviluppo. Essere città e territorio dell´Authority, universitario, della musica, dell´arte, fieristico, enogastronomico, dello sport, di eventi, turistico, unitamente ai suoi aspetti industriale/artigianale produttivo e commerciale, comporta un costante aumento dei flussi di persone e manca attualmente un serio piano soprattutto di mobilità collettiva fisica e virtuale.
E poi, mai che lor signori della cosa pubblica, ci dicano, ci informino, a seguito dei loro viaggi, pagati da noi, dei modelli adottati nei Paesi di eccellenza o cosa propone la Ricerca. Ci vendono invece, come piazzisti della cosa pubblica, quel che è di loro interesse, reso pubblicamente finanziabile attraverso le lobby economiche, e noi ce lo dobbiamo bere e pagare. E´ così che coltivano la cultura critica collettiva! Non dovrebbe essere tra i compiti dell´assessorato alla cultura promuovere iniziative in tal senso?
Progettare il nostro territorio significa avere sogni e capacità per tradurli in realtà con Istituzioni pronte all´ascolto, alla valutazione di fattibilità. Si vorrebbe insomma partecipare alla progettazione e condividere lo sviluppo del luogo che abitiamo e che determina pesantemente la nostra condizione di felicità. I politici invece, troppo spesso connessi solo agli affari e a un comportamento autoreferenziale, continuano a imporre dall´alto le loro scelte. Si subisce senza possibilità di dialogo, di intervento costruttivo. Fateci caso: quando le risorse vengono assegnate sono anche già destinate. Ciò che è grave, è che si parla solo di infrastrutture, e si tace invece sullo sviluppo del tessuto sociale, non c'è un vero tavolo di dialogo con la città, con tutto il territorio provinciale legato alle ipotesi di cambiamento di identità, di pensare l'evoluzione della nostra comunità in Europa. E´ solo un´elite, dalla parvenza rappresentativa, che decide. E questo deprime la collettività. Una città infelice è una città depressa senza futuro, incapace di esprimere il proprio potenziale.
L´Europa ci ha dato una bella mano, ci ha dato un obiettivo: città delle conoscenze e della sicurezza alimentare. Sta a noi progettare e realizzare questi valori come identità e nell´immaginario collettivo unitamente ai valori storici che già ci sono riconosciuti. Le città che si pongono un ruolo Europeo, non possono vivere solo di economia nostalgica o sul segno del passato. Sono città che devono avere, devono trasmettere un senso, avere l´energia dell´orientamento. Attenzione però ai falsi orizzonti, sono come le speranze disattese, traducono i sogni, in illusioni.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Parma, 25 giugno 2004

Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
27.06.2004 08:37
Parma: verifica politica di Luigi Boschi

Parma: verifica politica

Questa prodotta da Ubaldi è una crisi politica, pratica, di progetto europeo.
a) Politica. Si è resa necessaria una rendicontazione degli accordi politici e di programma a quasi metà mandato. Una verifica iniziata prima delle elezioni, ma che le modalità di conduzione della campagna elettorale e i risultati ottenuti hanno imposto.
b) Pratica. Si è aperta una critica sull´attività svolta dai singoli assessorati anche in funzione post elettorale, in particolare per Civiltà Parmigiana.
c) Progetto Europeo. Vi è una riflessione sulla composizione della Giunta del Comune capoluogo concomitante con la costituzione della nuova Giunta provinciale. Due organi istituzionali che dovranno trasformare Parma da città di provincia a città istituzionale europea. Questo comporta: 1) realizzare progetti infrastrutturali dotati di ingenti risorse economiche (1.500/1.700 MLD) da gestire nella loro ripartizione e programmazione esecutiva. Significa innanzitutto ripartizione degli appalti in chiave politica e assessori fidati che devono gestire i flussi finanziari e gli equilibri in corso d´opera, senza colpi di testa che possano compromettere il normale progress lavori (a questo troppo spesso si è ridotta la politica); 2)il progetto culturale europeo di città e territorio di cui per ora si lamenta l´assenza.
Ridurre l´Authority a impegno politico infrastrutturale e per la gestione di appalti è deludente e mortificante per l´intelligenza individuale e collettiva. Diviene necessario invece aprire un tavolo di lavoro istituzionale aperto ai saperi per progettare insieme un nuovo ambiente connesso e collegato a dimensione europea dove le potenzialità individuali e di gruppo trovino soddisfazione realizzativa. L'Authority non può essere ridotta a sola opportunità per la lobby dei costruttori!

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma, 26 giugno 2004

Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
27.06.2004 08:47
Europea Master di Paolo Manzelli

EUROPEAN MASTER on KNOWLEDGE ECONOMY MANAGEMENT .(MKEM-Project Idea)
By : Paolo Manzelli LRE@UNIFI.IT
à To the potential partners interested to start for joining and growing up cluster between University and Industry , for developing an European co-operation on “MKEM” proposal.
Premise :
The Industrial economy loses competitiveness all over the world and Knowledge Economy Development can be a catalyst to new profitable trans-national “chain-value creation”where the focus of multi- purposes business is enclosed on the contents innovation and the dynamic management skills for building creative strategies in a context of cultural net-working innovation about continuous and flexible change of post industrial society
Therefore the European Master on K-Economy , will organize a multidisciplinary study courses, to generate and to share knowledge and best practices between University and Industry as well as it is required to implement the knowledge management on the priority themes of the contemporary KNOWLEDGE &WORK - PARADIGM-SHIFT
The “MKEM” will be a cognitive introduction and implementation e. management working in the innovative context of Knowledge-Social-Economy European Development. . The Knowledge-based Social Economy (KSEED) will develop on the basis of re-thinking in a future perspective three fundamental subject matters, i.e., e-economy, e-commerce, e. govern , e.learning , all based on NEW THEORY OF NET-WORKING GROWTH ,focused on the new productivity of knowledge management of "not tangible products”.
Therefore the challenge of the Project idea “MKEM” is to create a cultural and cognitive infrastructural ITC co-organised by means integrated European grouping , among University and Industry, oriented to improve the transition based on networking inter-nationalisation of k- economy, and aiming to enhance new approaches on globalisation of commerce/trade, finance trough intellectual “e. work” management innovation ; thereby accelerating “e-business” and “e-commerce” and new politics of “e. governance” , for improving European Knowledge Economy expansion, emphasising Net. learning and knowledge sharing through “virtual communities co-organizations”.
à CORE IDEAS:
What is the K- economy or knowledge for developing K-Society ?
What we means when we talk about the K- economy !:
a) we're talking about a world in which people are able to “e.work” at distance with their brains instead of their hands. (Brain-workers) for improving “Not tangible” sectors of K-economy.
b) we’re looking to a world in which communications technology creates a new relationship between “competition and co-operation”, based on networking relationship and agreements for a sustainable future.
c) we’re thinking that a world wide quality of k-society living innovation, where addressing the major societal needs, is more important than the industrial mass production.
d) we’re like to organize skills based on sharing method to generate knowledge sustainable dynamics, as it is necessary in a world where the technological &scientific change is very speedy
- Starting from the above key considerations the focus of change of K-Economy concerns the delocalization of the production systems, so that the decentralization of decision making as an inevitable consequence; this because the communications and processing power are cheap, and time to take management decisions is becoming very short, at the same time that networked extended enterprises span the globe.
Therefore the “MKEM” proposal will develop a K-Economy Knowledge management into a distance Net-.Learning methodology of teaching, for empowering skills of decision makers at various levels and improving K-Economy for the contemporary European K-Society
“MKEM” - MISSION:
The Mission for planning the MKEM is to create an European on-line lifelong learning Master, to favour the cooperation in Knowledge Social Economy , among European Industry and University aiming to acquire the necessary equipment, concepts, skills and also develop challenging perspectives needed for the world wide competitiveness on knowledge economy sustainable development.
For this mission it is considered an important challenge to produce a Master Plan to “e.training” the new generation professionals and also develop an life long learning management innovation, aiming to ensure that the European Knowledge Society can be implemented thought a cognitive construction of the research and developmental management skills of the emerging “k-economy “issues..
With those mission and goals the “MKEM”. Virtual Training enterprise can be very important for improving a new vision of “knowledge social economy growth” enhancing a new program of “KSEED “–of cognitive based activities in a way that “Non-Tangible” sector of Intellectual capital grows quickly and bigger.
Principal Study subjects of the collaborative on line “MKEM” will be : 1)- e-business delocalized networking strategies; 2) -social information plans management; 3)- innovation management on organisational business communication.
Note: A more definite PROGRAMME CONTENT will be co-organized and revised by the partners.
à “MKEM” Plan will be organized in a Mutual e-Learning strategy into :
a)- European Core Module based on excellent lessons and lectures on “K-Economy “issues for knowing international documents and European policy perspectives ; b)- National Modules will be based on sharing best practices in long-life net.learning management on ”k-economy” ; c)- on demand special- modules and units based on distributed sources of knowledge management in various fields of “Business intelligence”.; d)- Web-Publication and dissemination of Research Dissertations realized by participants.
- Teaching Methods and Technology
- After Core Intensive Module based on general lectures, and the organisation of the e.learning web distributed materials, participants will be co-organized in appropriate “virtual national seminar groups” co-ordinated with a tutorial assistant, where the emphasis will be focused on interactive discussion and confrontation and sharing of research materials and documents. .In addition some special international virtual classes will take place via Internet tools and teleconferencing approaches that will allow to all the participants to an international private access to specialist lectures and seminars...
Bibliog.-LINK on LRE/EGO-CREANET ideas on Virtual e.Learning University:: http://www.edscuola.it/archivio/lre/blues3.html ; http://www.edscuola.it/archivio/lre/blues3.html; http://www.edscuola.it/archivio/lre/blues.ppt

N.B.
-Finally I would like to receive your kind comments to this preliminary proposal

Redazione1
29.06.2004 20:36
Ce l'abbiamo fatta...da Milano

Caro Silvano
non ti preoccupare per me, l'importante è che abbiamo vinto. D'altronde in
Liguria ho preso voti in 4 province, pochi, ma ci sono, e deve essere
senz'altro merito delle tue "fotocopie" perchè io, a parte una lontana
parente di mio marito che vive a Genova, non ho relazioni nella tua
bellissima regione. Gli abbracci te li spedisco subito perchè ancora non so
se potrò venire a Roma (problemi famigliari e la mia famiglia è stata
trascurata troppo). Ciao.
Mirella

Cara Mirella come ben sai abbiamo vinto anche noi a Sanremo e ti garantisco
che è una cosa eccezzzzzionale!Mi spiace che i tuoi compagni di qui malgrado
mie raccomandazioni ed indicazioni non ti abbiano votata, uno solo che
conosco personalmente lo ha fatto!Un pò poco per 1300 fotocopie che ho fatto
a mie spese e distribuito in giro alla gente mentre i partiti non facevano
quasi niente.Pazienza, và bene così.Ci vediamo a Roma per un caloroso
abbraccio. Silvano Toffolutti

CE L'ABBIAMO FATTA. MILANO E' NOSTRA.
Carissimi tutti
stanotte è stata una notte indimenticabile. Voglio subito comunicare tutta
la felicità e l'emozione provata a tutti voi, rendervi partecipi della
nostra gioia. Eravamo sudati, ridevamo e piangevamo insieme, insomma,
abbiamo fatto CASINO. Ma se questi sono i casini che ben vengano. Un
abbraccio a tutti
Mirella Strani

Redazione1
29.06.2004 21:11
Abuso di potere in Italia

Questa notizia s’ha da sapere. AIUTATECI A DIFFONDERLA.

Nel sito delle Massaie Improvvide Veronesi trovate i links per leggere la Risoluzione n. 1387 (2004) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, di ieri, giovedì 24 Maggio:

«Monopolizzazione dei media elettronici e possibilità di abuso di potere in Italia».

Intuibile il contenuto: l’Assemblea Parlamentare manifesta la sua preoccupazione per la situazione anomala italiana. Gli stati dell’Assemblea Parlamentare hanno il dovere di «salvaguardare e promuovere il pluralismo dei media». Si fa riferimento al «controllo senza precedenti sul mezzo di comunicazione più potente in Italia», all’ «anomalia da una prospettiva ‘anti-duopolio’», si parla di «violazioni di limiti anti-trust». L’Assemblea Parlamentare si dice estremamente preoccupata dell’immagine negativa che l’Italia mostra a livello internazionale a causa del conflitto di interessi.
Seguono le richieste dell’Assemblea Parlamentare al Parlamento Italiano e al Governo Italiano.

Nel nostro sito, i link per leggere la Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (in inglese e in francese).

www.massaieveronesi.net


E perchè non se ne parla, in Italia, di questa Risoluzione? Vi sembra normale?

Redazione1
29.06.2004 21:34
Incredibili affermazioni di Berlusconi

lettera indirizzata ai soli indirizzari "politici"
23/6/2004
Cari amici,
Ho letto, come tutti, le incredibili affermazioni (incredibili nel senso
che non avrei immaginato che potesse giungere a tale bassezza) del
Presidente del Consiglio sui supposti brogli elettorali; ho poi visto le
flebili dichiarazioni della nostra dirigenza e mi sono veramente
indignato, perché mi sarei aspettato una risposta di ben altro livello.
Ma come? il presidente del Consiglio, col prestigio della sua carica, dice
che le elezioni sono truccate, quindi minando radicalmente la fiducia del
popolo nel fatto più importante del vivere civile di un paese democratico
e noi stiamo sostanzialmente zitti?
La risposta deve essere politica e potrebbe persino arrivare ad una
mozione di sfiducia, che dovrebbe avere questi passaggi: il Presidente del
Consiglio dice che le elezioni sono truccate su vasta scala (lo abbiamo
sentito tutti), se questo è vero, ne avrà prove concrete, con nomi ed
individuazioni dei seggi elettorali, li denunci quindi alla Magistratura,
perché siano applicate le severe pene previste dalla Legge, se non ha
queste prove e sparacchia nel mucchio, mina la fiducia del popolo della
democrazia per suoi interessi e quindi non è degno di guidare la nostra
Patria.
Un caro saluto.
Piero Stagno

Redazione1
29.06.2004 21:43
Chip sottopelle,prime sperimentazioni

Chip sottopelle, prime sperimentazioni

Un commento poco rassicurante: presto saremo tutti schedati?

A Barcelona c'e' un club di lusso, il Baja Beach, in cui hanno abolito il denaro. Lo usi una volta sola - e ce ne vuole parecchio - quando t'iscrivi. Un medico, con un attrezzo apposito, t'installa un chip piccolissimo (come un chicco di riso) sottopelle.
C'e' tutto la' dentro: chi sei, come fai, cosa vuoi - soprattutto il tuo conto in banca. Da quel momento, hai svoltato: entri, passi allo scanner e sei un signore. Non paghi niente, non devi chiedere niente, non devi aspettare. Ci pensa a tutto il chip.

Il chip e' una parte di te - anzi, tu sei lui. Lo produce un'azienda che si chiama "Soluzioni Applicate". Secondo me avra' successo; anzi, alla fine, saremo tutti chippati. Con chip di serie A, serie B e serie C; quelli di serie A e serie B avranno un sacco di diritti, e persino il voto; quelli di serie C s'attaccheno. Come succede adesso: ma tutto informatizzato, magari con la lucina - verde se sei Vip, gialla per i Consumatori, altrimenti rossa - che sbarlucica sottopelle a indicare di che rango sei.


Riccardo Orioles

[ZEUS News - www.zeusnews.it - News, 22-06-2004]

Redazione1
30.06.2004 21:15
Quale maggioranza?

Qualche giorno fa ,il Professor Sartori scriveva sul Corriere della Sera; Quale maggioranza? Se analizziamo il dato elettorale di questi ultimi 10--12 anni, ebbene scopriamo che chi vince,non è per propri meriti ma bensì per i demeriti di chi perde....aggiungiamo la crisi dei partiti e poi della democrazia incompiuta! Potrei fare tanti esempi ma per economia di tempo vorrei continuare la mia analisi.L'attuale sistema elettorale è un perfetto ibrido! Ho sempre lottato per il proporzionale , ma oggi alla luce di quanto esposto credo che tutti quanti dobbiamo lottare,per un cambiamento culturale e l'unica strada del cambiamento, non può che essere la confederazione dell'ulivo ...cercando nuove forme di partecipazione popolare...una vera e propria rivoluzione culturale...ma il popolo e i partiti saranno pronti? Cordiali saluti Piero Lorenzi

Redazione1
4.07.2004 11:54
Liacità,pre-requisito dello Stato..di Luigi Fasce

Il circolo Indro Montanelli ((www.circoloindromontanelli.it), nella
piena consapevolezza che stiamo attraversando un periodo storico in
cui sono in serio pericolo i principi e i valori specifici della
modernità, primo tra tutti principio di LAICITA' pre-requisito dello
stato moderno liberaldemocratico, al fine di meglio difendere tale
fondamentale principio fonte di ogni altra LIBERTA' individuale, di
gruppo, associativo, religioso, culturale, sociale, politico

PROPONE


1. Fare un elenco di ogni aggregazione, associazione, circolo, ecc.
che si riconosca nel principio di LAICITA';
2. mettere in rete telematica quante più realtà territoriali è
possibile;
3. costituire un coordinamento nazionale rappresentativo dell'AREA
LAICA
4. dotare tale coordinamento di un esecutivo con un portavoce
nazionale
3. Creare un osservatorio per la vigilanza del rispetto della laicità
in Italia e nell'U.E: (O.V.L).


All''Osservatorio (O.V.L.) si dovranno inviare tutte le segnalazioni
di fatti, eventi e sproloqui che si ritengono lesivi della laicità
in base a Costituzione Italiana e alla Costituzione Europea.
Ognuno degli aderenti, oltre a inviare dal territorio di appartenenza
le segnalazioni potrà ovviamente formulare proprie risposte.
Su fatti clamorosi o emblematici (cito solo lo sproloquio del
cardinal Caffarra a Bologna, giustamente rampognato immediatamente da
Cacciari - vedi intera vicenda su nostro sito
www.circoloindromontanelli.it) il portavoce dell'esecutivo nazionale
potrà prendere immediatamente posizione. Compito dell'Esecutivo
nazionale sarà quello di formulare il disegno complessivo in cui
muoversi e presentare un programma da realizzare i a medio e medio
breve periodo.
L'esecutivo nazionale per promuovere la cultura laica può organizzare
(cosi come resta di
iniziativa di tutti le singole realtà territoriali ) conferenze,
dibattiti, ecc., ecc., per promuovere la cultura laica (che non vuol
dire assolutamente cultura atea-materialista) ecc.
Ecco fatta la nostra proposta.
Non stiamo a sottilizzare troppo sul tipo di organizzazione, meglio
poco che, come è la situazione attuale, niente. Sto pensando in
analogia alla rete dei cittadini per l'Ulivo.
Inoltre non riteniamo di essere noi del circolo Indro Montanelli il
contenitore di tutto quanto proposto in quanto nostro impegno
primario è sviluppare la cultura politica. Tuttavia assolutamente
consapevoli che non c'è sviluppo alcuno di cultura politica senza
base di cultura laica e visti gli attuali eventi, saremo comunque
della partita se si riesce a decollare.
Intendiamo con questo che se non ci fosse altra struttura che possa
accollarsi il gravoso lavoro di accoglimento delle segnalazioni, in
ultima istanza, ci mettiamo a disposizione a fare questo tipo di
lavoro. Meglio però se c'è una realtà più specificatamente centrata
sulla tematica (www.Italialaica.it - www.welfareitalia.it -
www.criticaliberale.it o altro) che si prenda questo impegno.
Mentre siamo disponibili a fare la nostra parte a livello di
esecutivo nazionale qualora ciò fosse ritenuto utile.
Luigi Fasce - cell.339 1904417

PS
Avrei già subito una segnalazione da fare, qui di Genova, c'è
l'incontrastato Bertone che va giù di mazza e esorta i politici a
palesare la propria fede . cattolica!
--
Luigi Fasce
luigi@fasce.it

Redazione1
5.07.2004 10:57
Dopo sconfitta di Milano , Berlusconi è finito.

La sconfitta di Milano
Dopo la sconfitta di Milano, penso che Berluscono è finito.
I politici di plastico come lui, si rovinano da soli e stancano alla gente.
Promessi vuote, bugiarde ripetute, popolismo del Terzo Mondo, una
politica economica sbagliata e fascista, i conti pubblici: un bucco nero ecc. ecc.
Ed anche a fatto legge soltanto per il suo benessere
Berlusconi debbe vergognarse di quello che a fatto de l`Italia
Ma gl`italiani non sono stupidi, è un popolo
intelligente,che col suo lavoro ha portato l`Italia a essere una delle più
importante potenze del mondo.
Perció Berlusconi a perso queste elezione e perderà anche le prossime
Ah, dimenticava ¡ Addio Tremonti , vatene presto!.
Siamo nel principio della fine di questo governo fascista
Noemí Paviglianiti


paolofasce
8.07.2004 14:11
Indro Montanelli su Il Corriere

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/07_Luglio/08/Indro.shtml

Redazione1
11.07.2004 13:42
Litigano sia il centro-destra che il centro-sinistra

Cari amici,
scusate la sintesi e l'ironia, entrambe eccessive.

I partiti del centrodestra litigano fra di loro su cose abbastanza
comprensibili e comunque di grande interesse per i cittadini,
i partiti del centrosinistra litigano fra di loro su cose
francamente incomprensibili ai più e di nessun interesse per i
cittadini.
E noi CpU cosa abbiamo detto e/o abbiamo fatto? Cosa diciamo e/o cosa
facciamo? Siamo ancora ...la coscienza critica.. dei partiti
dell'Ulivo?
Ricordiamo Monte S.Savino?..... Non mi pare.

Ho partecipato in qualità di delegato romano alla riunione del nostro
Coordinamento nazionale.
Nella sala un lungo tavolo per l'Esecutivo, che non fa nessuna
autocritica
per i mesi scorsi, che anzi ..assume la Presidenza dell'incontro.
Di fronte il Coordinamento,...che non coordina, ma è
.sostanzialmente...coordinato.!
La contraddizione/confusione , non solo in termini, ma anche operativa
diviene ogni giorno più..stridente..
L'Esecutivo/Presidenza rimanda queste problematiche ad un altra
riunione
del Coordinamento in settembre.
Tanto non c'è fretta!!!

Che fatica e quanto improba! Ascoltare giustificazioni e/o lunghe
analisi
politologiche e/o testimonianze, da cui nessuno ..enuclea.. critiche
(costruttive) chiare e forti
da trasmettere ai partiti affinchè si migliorino.
Alla ..Presidenza..va bene tutto. Sento lamenti perchè nessuno ci
ascolta.
Cosa dovrebbero ascoltare
se non diciamo nulla?

Ma non siamo la ..coscienza critica..dei partiti dell'Ulivo? Non
siamo la
cerniera fra i cittadini ed i partiti? Cosa ci eravamo detti a Monte
S.Savino?
Dei .".Cittadini per l'Ulivo".. nell'approccio di ..troppi di noi...è
rimasto solo ..".per l'Ulivo", comunque si comportino i suoi
dirigenti
(altrochè grido di dolore Moretti).
Non disturbate i manovratori dei partiti ..sembra proporre..
..il nostro Esecutivo.

Il prodotto finale del caldissimo incontro..è stato l'appello per la
costituente, preparato dall'Esecutivo (che probabilmente vi è
già pervenuto), che ripete ciò che Prodi aveva scritto nella lettera
alla
Repubblica del 15 giugno ed invita a sottoscrivere l'appello. Poi il
tutto
verrà
dato a Prodi! Siamo per l'Ulivo!! ..e Prodi..lo saprà!!
Il valore aggiunto del Coordinamento è stato inversamente
proporzionale alla
temperatura della sala che sfiorava i 40 gradi! Dunque.....quasi
zero.

Ma il problema non sta piuttosto nei partiti!?
Ma non abbiamo nulla da chiedere ai partiti dell'Ulivo e/o del
centrosinistra?
Nulla! A si!.., da un intervento è emersa (obtorto collo) una
richiesta ai
partiti
dell'Ulivo ad occuparsi anche un po' del merito,
di far capire ai cittadini cosa li unisce e cosa li divide.
Perchè non basta proclamare che quelli della CdL non si metteranno mai
d'accordo,
anche perchè non è così! Per altri due anni si metteranno d'accordo
ed i
cittadini, quelli che non ci hanno votati, continueranno a non capire
granchè di quello che vorrebbe fare il centrosinistra.
Per alcunia desso..e ci tengono a dirlo...
le cose vanno bene. Ma mi sembrano un po'
meno..cittadini..e un po' più ...politici e/o candidati!
Ma come mai le voci critiche non vengono..raccolte..?

Avete per caso sentito qualche... cittadino... che
ha apprezzato molto l'iniziativa di Prodi per la lista unitaria ed il
Manifesto per l'Europa (tanto alto, quanto preoccupante la distanza
degli
obiettivi in esso contenuti dalla realtà italiana e dai comportamenti
dei
nostri politici), dire poi che la realizzazione che ne hanno fatto i
quattro
partiti è stata ..una schifezza..; avete per caso criticato il veto
posto
all'ingresso nella cosiddetta lista unitaria di un partito, l'Italia
dei
valori, che condivideva
sostanzialmente il Manifesto di Prodi per l'Europa; avete criticato la
posizione ondivaga della lista unitaria sulla guerra in Iraq; siete
critici
sulla.. totale.. assenza del programma della lista unitaria per
l'Europa; siete consci delle continue critiche che provengono da..
cittadini
...a proposito della mancanza di chiarezza su cosa di diverso
avrebbe fatto
il centrosinistra (o almeno i partiti
dell'Ulivo) sulla Giustizia, sul riordino del sistema radiotelevisivo
(legge
Gasparri), sulla scuola ..ecc.; siete critici sulla fine che ha
fatto il
documento del gruppo di lavoro del Prof. Scoppola sulla Costituente
(cioè
nessuna fine perchè i ..partiti .., non lo sostengono affatto),
siete critici voi
o gli amici che rappresentate su......ecc..ecc...(.la lista potrebbe
essere
molto lunga).......;
avete trovato anche voi desolanti molti interventi televisivi sul
merito
dei problemi;
ritenete urgentissimo che i partiti del centrosinistra ..si diano
una mossa.. per cercare di unire tutto il centrosinistra attorno ad un
programma di base o che almeno provino a farlo;
pensate che tutte queste
carenze e molte altre abbiano contribuito a mantenere in piedi un
governo ed una maggioranza, che in un altro paese europeo "normalmente
democratico" avrebbero subito una perdita di voti molto più
sostanziale(ad
Aznar,
una persona seria, è bastata l'amicizia del nostro.....!!!,un po'
scherzo..ma...) a favore di...qualunque
alternativa più credibile del nostro attuale centrosinistra?

O va bene così?
Lasciamo che il centrosinistra si riproponga ..immutato.. a tentare
di
raccogliere il testimone?

Tutto ciò noi Cpu ce lo diciamo fra di noi e poi ci allineamo
"ossequiosamente alle gerarchie prestabilite" (questa espressione era
contenuta in una E-mail di un ..cittadino.. per l'Ulivo).

Nelle nostre riunioni c'è poco di ...civile..e molto della vecchia
politica.
L'obiettivo di troppi sembra sia quello di ..non disturbare i
manovratori.

Il conflitto di interessi non è un'invenzione per far fuori
Berlusconi, è
una diffusa realtà che affligge il nostro paese molto, ma molto più
di
altri......

Teniamolo presente al prossimo Coordinamento e/o Assemblea.
Bruno Drioli
(Crescita etica e civile)
---------------

Caro Bruno Drioli e care formichine tutte,
a proposito del notro ruolo di 'coscienza critica'nei confronti dei
partiti.
Non sarebbe il caso di mettere all'ordine del giorno lo strano
comportamento della Margherita o meglio dell'asse Rutelli-Marini-De
Mita. Perchè ha un bel dire di fare per la costituente senza però
non dire neppure ah su quanto sta avvenendo all'interno della
Margherita ideata per essere l'Ulivo seppure in formato ridotto,
nata DL ovvero liberaldemocratica, trasformatasi in PPI + Rutelli e i
i rutelliani ?
Oltre a questo invito alla riflessione forse, meglio che il prossimo
coordinamento nazionale faccia una profonda riflessione sul tipo di
Ulivo che vogliamo, con quale identità politica (ma non doveva essere
il riformismo ? rappresentato dalla Lista dell'Ulivo per l'Europa
!)sul nostro ruolo fortemtne critico dell'attuale situazione e se
del caso cominciare a parlare di qualche cambiamento delle nostre
rappresentanze all'interno del coordinamento e dell'Esecutivo.
Discutiamone, discutiamone, discutiamone.
Luigi Fasce circolo Indro Montanelli, sempre più Ulivista sempre
meno DL Margherita .


--
Luigi Fasce
luigi@fasce.it

Redazione1
14.07.2004 07:59
Sistemare p.zza Ambrosoli a Milano

Mozione presentata dai consiglieri comunali Giovanni Colombo e Gianfranco
Lucini e approvata stasera all'unanimità
Sistemazione di Piazza Ambrosoli

Il Consiglio Comunale di Milano
· premesso che l'Amministrazione comunale ha intitolato una piazza a
Giorgio Ambrosoli, "eroe borghese", coraggioso commissionario liquidatore
della Banca Privata italiana ucciso venticinque anni fa, l'11 luglio 1979,
da un killer arrivato direttamente dagli Stati Uniti su mandato del
bancarottiere Michele Sindona;
· considerato che tale piazza ha un aspetto alquanto spoglio, vista
l'assenza di elementi di pregio, e soffre la presenza di troppe macchine;
· ritenuta l'importanza di creare in città dei "luoghi della
memoria" in ricordo dei "giusti" che di fronte al male e all'illegalità,
hanno testimoniato, anche a rischio della vita, il proprio attaccamento alla
verità e alla giustizia;
· ritenuto che i "luoghi della memoria" possano servire soprattutto
ad indicare modelli di comportamento alle nuove generazioni;

impegna il Sindaco e la Giunta comunale
a provvedere ad una adeguata sistemazione dell'arredo di Piazza Ambrosoli,
anche attraverso un apposito concorso di idee, affinché tale luogo ricordi
ai cittadini milanesi la bellezza di una vita spesa per il bene comune.

12 luglio 2004
-----------------------------
Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano - indipendente ds

Redazione1
15.07.2004 19:00
In merito alla lettera di alcune persone di Bologna, di Viscardi

Mi sento chiamato in causa dalla mail di una parte del gruppo Bolognese
perché ne ho fatto parte anche io fin dai primi minuti e perché lo conosco
molto bene.
Ma soprattutto perché sono uno dei referenti del gruppo sullo statuto.

Partirei dai fatti e cioè proprio dello statuto.
Sono giorni che invio mail al gruppo di Bologna per chiedere di lavorarci
sopra e proporre modifiche (le ho conservate tutte preciso) .
Le molte telefonate non le ho registrate. Ho ricevuto via mail solo risposte
evasive ed offensive (conservo pure queste).
Ho in queste comunicazioni dato sempre ampie rassicurazioni che la bozza
di Statuto del movimento in attuale elaborazione nel gruppo di lavoro era
stata ampiamente corretta ed aveva del tutto PERSO E CANCELLATO le parti
criticate da parte di quel gruppo bolognese. Le stesse critiche ribadite
pretestuosamente in questa ultima missiva. A nulla è valso: si sono pure
rifiutati di vedere la bozza. Perché?

Il gruppo originale di Bologna tra i cui fondatori era il sottoscritto,
si è dimezzato per il comportamento di alcune persone. Preciso che almeno
3 persone di quel gruppo originario appoggiano l'iniziativa di sabato e
domenica e saranno presenti a Roma per fondare il Movimento dei cittadini
per le primarie aperte e per legge. Tra questi il sottoscritto.

Pasquino è una risorsa nazionale ed un mio amico. Si è detto disposto a
lavorare al testo della legge questa estate per aiutarci ad essere pronti
per la raccolta firme questo autunno.

Non raccogliere il bellissimo appello all'unità di Gigi Calesso, non intervenire
per discutere dopo giorni e giorni che si cerca di ricucire con questo gruppo
bolognese ... non mostra certo spirito costruttivo e volontà di dialogare.
E? un aut aut, o con noi o contro di noi. Lo dimostra anche la mail appena
ricevuta. Perché questo atteggiamento di non dialogo? E' solo una questione
di nome? La parola Movimento al posto di quella comitato?? Tutto qua il
problema???

Infine sull'utilizzo del sito e della posta. Questi strumenti sono stati
creati e pagati per dare uno strumento a tutto il gruppo nazionale. Nella
lettera del gruppo bolognese viene rivendicata la proprietà di questi strumenti
e l?utilizzo esclusivo. Questo atteggiamento .. lo trovo davvero scorretto
e mortificante? soprattutto per una persona che ha messo molto impegno nello
sviluppo di questo sito internet.

Mi dispiace solo per queste persone perché evidentemente non hanno compreso
che anche il loro contributo poteva essere utile all?iniziativa di sabato
e domenica a Roma.

Matteo Viscardi
339-3261078

Redazione1
15.07.2004 19:06
Grazie Piero, di Daniele Brunetti

Grazie Piero per il contributo che verrà sicuramente preso in
considerazione prima dell'incontro di sabato e domenica prossimi, so che
è una delle questioni più importanti e che si sta analizzando.
Mi auguro che tu possa essere qui a Roma.
Nel frattempo ti invito a prendere contatto direttamente con i referenti
sulla legge, per email o telefono.

Ti ricordo che proposte ed emendamenti sono sempre bene accetti, come
avrai visto anche leggendo l'ordine del giorno nell'ultimo messaggio
inviato.

Cordialmente
Daniele Brunetti

Redazione1
15.07.2004 19:09
Sottoscrivo quello detto da Brunetti.

Caro Borla, sottoscrivo quanto detto da Brunetti.
Aggiungo che proprio non mi risulta che la tua idea delle primare facoltative
sia stata del tutto scartata. Ci sono casi in cui si è pensato di indire
le primarie - quello sempre - ma non celebrarle. La questione è appunto
oggetto di dibattito, al quale ti invito a continuare a partecipare.
Sulle informazioni ne sai quanto noi che ci scriviamo e telefoniamo, come
puoi tranquillamente fare tu. Mi pare che quando ti sei fatto vivo ti si
è sempre dato ascolto e risposte... ergo.

Per tutto questo il tuo atteggiamento mi risulta incomprensibile.

Fai come credi del resto.

Matteo Viscardi

Redazione1
15.07.2004 19:11
Non parteciperò alla iniziativa di Roma

Non parteciperò alla iniziativa di Roma, come non ho firmato
il manifesto licenziato dall'assemblea di Bologna del 24
aprile. Il risultato dell'assemblea bolognese, la
discussione che è seguita (per altro di difficile
comprensione, perché mi sembra di capire che ha avuto
sviluppo anche in altre sedi) e la scissione in due del
movimento fanno capire che siamo molto lontani dall'
obiettivo: creare un movimento della società civile per
mettere al centro dell'attenzione politica il tema delle
primarie. L'idea di raccogliere le firme per la
presentazione di una legge ad iniziativa popolare era ed è
ambiziosa, prima di tutto per la mobilitazione di forze che
è necessario suscitare, poi perché è impossibile pensare di
"costringere" la classe politica a votare una legge che va
contro sé stessa senza costruire delle alleanze con parti,
appunto, del medesimo ceto politico. Rispetto a questo
ambizioso progetto si è percorsa la strada (a mio modo di
vedere sbagliata) dell'inutile complessità, immaginando
scenari tutti teorici. Eravamo un piccolo gruppo (e oggi?
Quanti hanno sottoscritto il manifesto? Quanti hanno aderito
all'iniziativa di Roma?) che poteva avvantaggiarsi proprio
di questo elemento, movendosi agilmente per la realizzazione
di pochi ma significativi punti. Per esempio la nascita di
un comitato scientifico con nomi autorevoli che oltre alla
stesura del disegno di legge, era propedeutico alla
creazione di consenso verso la nostra iniziativa: anche se
si era in pochi, si poteva realizzare questo obiettivo.
Viceversa c'è chi pensa ad un disegno di legge fatto in
casa! Per non parlare dei rapporti che vanno tessuti se si
vuole allargare la partecipazione e, quindi, il peso
politico dell'iniziativa: è pensabile costruire rapporti,
alleanze sulla base di una discussione inutile, quanto,
assurda sullo "statuto" o su una fantomatica struttura?
Pensiamo veramente di essere attrattivi? A mio modo di
vedere andavano definiti quei pochi punti essenziali, e
necessari, a definire i confini, gli obiettivi della nostra
azione sui quali, appunto, lavorare per l'adesione di
cittadini (firme), di comitati (raccolta firme) e sui quali
ricercare le alleanze necessarie. Stendo, poi, un velo
pietoso sui "personalismi", di cui anche le mail che
continuano ad arrivare sono una dimostrazione. In
conclusione le mie sono valutazioni che mi inducano a non
far parte di questa iniziativa, i fatti diranno chi ha
ragione. Per quanto mi riguarda se ci fosse un ripensamento
e la volontà di ricominciare su basi diverse dichiaro fin da
ora la mia disponibilità a dare il mio modesto contributo.
In ogni modo faccio gli auguri a chi prosegue su questa
strada.

Enzo Lodesani
Modena

Redazione1
15.07.2004 19:14
Ecco il punto chiave

Riprendo un mio precedente messaggio sul testo De Simone, cercando di approfondire il punto chiave.

I partiti sono associazioni, quindi entità autoregolate e ad accesso autolimitato (per definizione, "di parte"). Il loro apporto può logicamente concretizzarsi in idee, attività, proposte di intervento, proposte di candidati.
L'art. 49 cost ne riconosce il ruolo nel determinare la politica nazionale (ossia: rende detto ruolo regolabile, esercitabile anche altrimenti, ma non comprimibile con legge)
Non vedo come, su questa base, un partito possa essere obbligato ad accogliere, come portatori delle sue idee, nelle sue liste e sotto i suoi simboli, persone designate da una generalità di elettori ma sgradite alla maggioranza dei suoi aderenti (e per essi ai suoi dirigenti)
D'altra parte, per l'art. 51, l'accesso alle cariche elettive può essere limitato al possesso di requisiti (non aver riportato certe condanne, non ricoprire certi incarichi) o legato a fatti materiali (raccogliere certe firme, anche riportare certi voti in una primaria), ma non certo condizionato a opinioni soggettive (quella di un determinato partito, o di un organo amministrativo)
Volendo primarie aperte, questa contraddizione non può essere ignorata, a rischio incostituzionalità, e può essere risolta :
- a priori, riservando ai partiti medesimi la formazione di rose di concorrenti alle consultazioni primarie
- a posteriori, consentendo ai partiti di negare il proprio simbolo a candidati usciti vincitori dalle primarie (eventualm. consentendo ad essi candidati ricusati di presentarsi sotto nuove denominazioni e simboli)
- con altre soluzioni intermedie di compromesso

Le preferenze -nelle elezioni a scrutinio di lista- si mantengono o no ?
Se si mantengono, il passaggio per le primarie non vale la spesa
Se non si mantengono -nel senso che l'ordine di precedenza che ne risulta è vincolante- si ricade nel dilemma che precede.

Cordialità
PB

Redazione1
15.07.2004 19:15
Abbiamo deciso di non aderire

Abbiamo deciso di non aderire all'iniziativa di Roma.

Se siete interessati a sottoscrivere il seguente documento, potete farcelo sapere entro le 13,30 di oggi.

Ci scusiamo per il poco tempo di preavviso e vi chiediamo di farci avere in ogni caso il vostro parere.

Cordialmente

Francesco Delli Santi, Serafino D’Onofrio, Giovanni Militerno, Alessandra Sciarrino, Valerio Serra, Antonio Travaglini

----ooo----

Perché non aderiamo al "Movimento dei Cittadini per le Primarie"



Abbiamo ricevuto la proposta di adesione a un costituendo "Movimento dei Cittadini Italiani per le Primarie Aperte e per Legge", un percorso diverso rispetto a quello avviato il 27 marzo e il 23 e 24 aprile a Bologna.

Non aderiremo, in primo luogo perché crediamo sia più utile continuare a costruire un luogo di confronto, di studio e di proposta fra le tante realtà che in questi anni hanno promosso o sostenuto l’introduzione di sistemi di selezione democratica delle candidature. Quello che insieme abbiamo chiamato Comitato Promotore per le Primarie.

Il 24 aprile abbiamo proposto di affidare ad un Comitato di Studio, a cui ha aderito fra gli altri il professor Gianfranco Pasquino, l’elaborazione di una o più ipotesi di proposte di legge, di regolamenti da inserire negli statuti degli enti locali e di regolamenti volontari.

Questa scelta la riteniamo ancora valida.

Non possiamo inoltre aderire a associazioni e movimenti governati da organismi anacronistici, in cui ci sono soci di serie A e di serie B (art. 3 dello statuto) e cariche a vita (i garanti previsti all’art. 13). Non riusciamo a immaginare un solo criterio che renda accettabile questo tipo di proposte, e sicuramente se ci fosse non sarebbe compatibile con la democrazia.

Con cordialità.

Francesco Delli Santi, Serafino D’Onofrio, Giovanni Militerno, Alessandra Sciarrino, Valerio Serra, Antonio Travaglini

P.S.

Per comunicare con il Comitato Promotore per le Primarie il cui sito è www.perleprimarie.org, si possono usare gli indirizzi info@perleprimarie.org e gruppo@perleprimarie.org

Informazioni sul Movimento dei Cittadini Italiani per le Primarie Aperte e per Legge ci pare di capire sono reperibili presso il sito www.primarie.org

Redazione1
15.07.2004 19:26
Ricevo da Gigi.....

Ricevo da Gigi che mi chiede di girarla al gruppo....

Ai sottoscrittori del Manifesto per le Primarie,
a tutti gli interessati,

le elezioni europee ci hanno consegnato una situazione politica in cui alla
conferma chiara della scelta bipolare da parte degli elettori si contrappongono
le ?nostalgie di prima repubblica? di componenti significative della classe
politica che lavorano, più o meno dichiaratamente, per superare quel regime
dell?alternanza che faticosamente si va affermando nel Paese.

La nostra scelta di impegno per l?introduzione in Italia per legge delle
elezioni primarie aperte diventa - in questa situazione - ancora più urgente
per dare risposta alla richiesta di trasparenza e partecipazione degli elettori,
per contribuire ad evitare la concretizzazione di tentativi di controriforma
che allontanino ulteriormente i cittadini dai momenti decisionali.

Diventa quindi importante - a mio avviso - che la proposta delle primarie
sia pubblica fin da settembre, quando riprende l?attività politica dopo
la pausa estiva, e possa entrare subito nell?agenda politica, fin dalle
feste nazionali di partito di fine estate e dalla riapertura dei lavori
parlamentari. Ugualmente ritengo vadano sostenute con decisione tutte le
altre iniziative che mirano a rafforzare, anche con forme nuove, la partecipazione
dei cittadini alla vita politica.

Una urgenza - quella dell?introduzione delle primarie - che, peraltro, non
deve farci commettere l?errore di scelte frettolose sul piano culturale
e giuridico o che rischino di pregiudicare rapporti importanti con personalità
del mondo accademico che possono sostenere con grande autorevolezza la proposta
delle primarie aperte.

E? importante, in questo momento, che sappiamo raccogliere tutte le persone
e le risorse che si sono rese disponibili negli incontri di Bologna e che,
nel prossimo incontro di Roma, siamo tutti disponibili - sia sul piano dell?organizzazione
della nostra iniziativa politica che dei contenuti della proposta di legge
- ad ulteriori integrazioni e modifiche.

Sono convinto, infatti, che molte questioni (di metodo e di merito) che
possono averci visti su posizioni diverse, si possano consapevolmente ricomporre
se si fa prevalere l?interesse generale del servizio agli elettori, ai quali
occorre finalmente rendere disponibili diritti costituzionali finora negati.
Solo con un impegno comune ed unitario per le primarie possiamo contribuire
all?ambizioso progetto di ricomporre il rapporto di fiducia reciproca fra
cittadini, istituzioni e politica che è stato duramente segnato in quest?ultimo
decennio di storia del nostro Paese.

In sostanza, la necessità - che pur avverto chiaramente - di porre con determinazione
la questione delle primarie nel dibattito politico italiano non può farci
sacrificare sull?altare della fretta l?altrettanto essenziale dovere che
abbiamo di inclusione, di chiamare a raccolta tutte le energie disponibili
intorno ai punti di riferimento condivisi a Bologna.

Dobbiamo però anche - secondo me - compiere i passi in avanti necessari
perché, a settembre, la proposta delle primarie aperte sia realmente disponibile
all?opinione pubblica e perché in autunno possa iniziare la raccolta di
firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare, con un
nuovo incontro nazionale che potrebbe svolgersi, dopo Bologna e Roma, in
un?altra città.

In questo spero che tutti coloro che hanno condiviso i principi e gli obiettivi
della dichiarazione di intenti ?Prima le primarie? si impegnino per contribuire
in questi giorni alla buona riuscita della riunione dei giorni 17 e 18 a
Roma, perché anche questo incontro possa costituire una tappa importante
del percorso impegnativo che ci aspetta per raggiungere l?obiettivo che
tutti abbiamo in comune.

A presto

Luigi Calesso



Redazione1
15.07.2004 20:15
Analisi sull'appello da sottoscrivere di Nicola Sereni

Carissimi tutti,

spero di non distogliervi troppo dalle vostre attività,
ma mi sembra corretto sottoporvi una riflessione
documentale sul procedere dell'iniziativa della Rete
per l'Appello da sottoscrivere.
Vi allego una piccola "analisi" definita Casareccia (però è basata su fatti)
fatta sui primi 330 aderenti (il dato è di tre giorni fa).
Valutiamola insieme e mettiamoci un po' più di impegno.
Vi comunico e ringrazio Marnetto inoltre perchè anche su Suez
è veicolato in modo incisivo l'appello.
Andrebbero coinvolti altri siti.
Se mi fate avere indirizzi o nominativi da contattare posso farlo io.
Vedete voi, l'importante che non lasciamo cadere la cosa ...per ferie.

Ciao,
Nicola Serini
------------------------

Premessa:
Dal sito della Lista Unitaria risulta che le adesioni censite a suo tempo per la stessa Lista furono:

Adesioni telematiche ……………………………………………… 2.076
Opinion Leader (da Dalema a Benigni )………………………… 149
===========
TOTALE Complessivo ………………… 2.225

· è evidente che è un dato effimero però…resta un dato, per noi può essere un buon punto di riferimento…spendibile mediaticamente - da superare naturalmente.
· Quindi…organizziamoci:

Questo è quello che risulta da una “analisi …casareccia” fatto su 330 adesioni.

PROVINCE NON ATTIVE
Opinion Leader 45 =========
ABRUZZO ¯ AQ, PE, TE ,
BASILICATA ± ====
CALABRIA ¯ CZ, KR, VB,
CAMPANIA ± BN,
EMILIA ROMAGNA ± FE, FO, RI,
FRIULI VENEZIA GIULIA ¯ TS, PN,
LAZIO + FR,RT, VT,
LIGURIA ¯ IM, LS,
LOMBARDIA + BS, LECCO,MN, PV, SO,
MARCHE ¯ PS,AP,
MOLISE ¯ CB,
PIEMONTE ± BIELLA,VC, VERBANIA,
PUGLIA ± FG, TA,
SARDEGNA ¯ NU, OR,
SICILIA ¯ PA, AG, CL, CT,EN,RG, SR,
TOSCANA + LI, MS, PRATO,
TRENTINO ALTO ADIGE ¯ BZ,
UMBRIA ¯ ====
VALLE D’AOSTA nulla AOSTA
VENETO ¯ BL, RO, TV,
ESTERO ±

Si può dedurne che:
· tutte le Regioni sono presenti
· solo 56 province su 103 sono rappresentate
· molti del CN non hanno dato adesioni – nemmeno personali –
· Gli opinion leader sono il 14% (su base 330) - comunque troppo pochi
Per raggiungere almeno l’obiettivo in premessa che è spendibile cioè ….. 2.500 adesioni
è necessario che TUTTI I COMPONENTI IL CN aderiscano e coinvolgano
oltre alla loro Realtà di riferimento qualche altra nella Regione.
Che si attivino tavoli a convegni, feste, incontri ecc.
Che si solleciti gente di visibilità a sottoscrivere (chi può …. dia una grande mano,
magari indicando a qualcuno dell’esecutivo chi contattare).

· vi faccio notare che alcune province censite tra le attive lo sono magari (per decoro non le evidenzio)SOLO con una due adesioni (diciamo che neanche la moglie o il marito ci si è preoccupati di coinvolgere... ) – inoltre mancano adesioni anche da componenti l’Esecutivo!!!!

Redazione1
15.07.2004 20:19
Una bella Feesta dell'Ulivo di Silvano Toffolutti

Caro Stefano ti ammiro per la capacità organizzativa e ti invidio per il successo divulgativo che da ciò trai per la nostra rete. Il 7 ed 8 agosto a Camporosso (vicino a Ventimiglia,) facciamo come lnel 2003 la Festa dell'Ulivo ed in tale occasione si potrebbe organizzare qualche cosa con te. Il 21 ne parlerò ad una riunione preparatoria, poi ci sentiamo ed eventualmente faccio un salto da te a Mondovì o viceversa. Grazie e ciao Silvano Toffolutti

Cari amici,
il Coordinamento dell'Ulivo di Mondovì ha organizzato, nell'anno 2003, un ciclo di incontri sui momenti più significativi della storia d'Italia, dal titolo "Paesaggio Italiano - sei nodi della storia repubblicana che segnano l'essere cittadini del nostro paese." I relatori, poi, sono stati d'eccezione: Andrea Manzella, Sergio Zavoli, Stefano Sicardi, Livia Turco, Carlo Federico Grosso, Nicola Tranfaglia, Piercamillo Davigo, Giorgio Benvenuto, Giuseppe Fioroni, Gianfranco Morgando, Rocco Sciarrone ed Oscar Luigi Scalfaro.

L'iniziativa, targata 'Ulivo' (un unicum in Italia), ha riscosso notevole successo sia nella nostra provincia (ne è stata prova tangibile la massiccia partecipazione) sia nell'ambiente ulivista nazionale.

Abbiamo così deciso di farla diventare un libro, edito dalla casa editrice Dell'Orso di Alessandria, di diffusione nazionale. "Paesaggio Italiano" avrà l'onore di essere introdotto da una bella prefazione di Romano Prodi ed uscirà nei primi giorni di settembre.

E' nostro intento, nel giro di 12-15 mesi, organizzare alcune conferenze stampa di presentazione in giro per l'Italia. Per fare ciò c'è, però, bisogno del vostro aiuto. Se qualche comitato fosse interessato ad organizzarne una, può contattarmi direttamente al 347/8789426 o all'indirizzo stetarolli@yahoo.it. Come organizzatori invieremo una bozza di locandina o manifesto che il comitato organizzatore potrà decidere di stampare. Oltre a noi curatori, se la località lo permette, si cercherà di far intervenire almeno un autore.

Se qualcuno, invece, fosse interessato esclusivamente ad acquistare qualche copia del libro (124 pag., 12 €), può contattarmi agli stessi recapiti.

Aspetto con fiducia 'ulivista'

Stefano Tarolli

Redazione1
15.07.2004 20:30
No allo " sbiadimento" del nostro ruolo, di Claudio Marinali

Cari tutti, sono contento che finalmente qualcuno stia rilanciando la mail
di Ernani Carrada della scorsa settimana.
Come Bruno ben sa il ruolo dei CpU e' uno degli argomenti che maggiormente
pesa negli esecutivi e nei coordinamenti di Roma; personalmente ho notato
uno sbiadimento crescente del nostro ruolo culminato (in special modo a
Roma) con l'impossibilita' da parte nostra di incidere nella vita politica
del centrosinistra; i singoli Comitati svolgono un ruolo eccezionale ma
quando il livello sale e si passa a livello di coordinamento il risultato
langue. E' talmente chiara la crisi che la rete sta vivendo (da ormai
parecchi mesi) che il coordinamento della provincia di Roma si riunira' a
settembre per una intera giornata (fuori citta') per riflettere a riguardo.

Nel frattempo per alimentare la discussione condivido con voi alcune
riflessioni che da settimane mi girano in testa.

Ritengo che i CpU devono:

1) non rimanere appiattiti sulle dinamiche di partito perche' a noi non
debbono interessare: se cominciamo a cercare i colpevoli della crisi
dell'Ulivo riscontreremo che sono tutti colpevoli, e poi?

2) manifestare tutto il nostro disappunto, ma non con sterili comunicati che
seppur importanti non servono a nulla, ma fisicamente in piazza:
ricordiamoci che il successo dei girotondi (oggi in quanti gruppi si sono
divisi?) nacque dallo schiaffo di moretti a Piazza Navona. Unita', unita',
unita' deve essere il nostro grido, il nostro fine.

3) chi milita all'interno di un partito deve portare piu' ulivo possibile
all'interno di quella formazione e non il contrario: avro' certamente un
visione romantica della politica (vi assicuro che cosi' non e') ma sarebbe
opportuno che al primo sentore di candidatura e/o se ci fosse la voglia di
candidarsi non si continui a ricoprire un ruolo nell'organizzazione;

4) dobbiamo sostenere la Costituente dell'Ulivo ricordandoci che i nostri
interlocutori non sono soltanto i partiti ma anche gli elettori;

5) darci pochi obiettivi e ben precisi; personalmente sarei portato ad avere
un unico obiettivo che si chiama Ulivo. Se cominciamo a disquisire di Pace,
Guerra, Lavoro, Giustizia, Immigrazione distraiamo le nostre energie da
quell'obiettivo che propedeuticamente andrebbe poi a risolvere tutti gli
altri problemi. Dovremmo manifestare contro i rigurgiti proporzionali.
Dovremmo manifestare per un tavolo programmatico che veda da subito tutti i
leader del centrosinistra a convergere intorno ad un programma;

6) sapere che legge elettorale, legge sul finanziamento dei partiti,
l'assoluta assenza di democrazia in TUTTI i partiti e lo smodato
personalismo sono i veri motivi della crisi politica del nostro paese
ovviamente sommato ad una generale analfabetizzazione della popolazione ed
ad una conseguente assenza/carenza di classe dirigente;

Queste sono alcune delle riflessioni e dei pensieri che ho in mente, ma per
piacere non mi rispondete che bisogna attendere le decisioni del
coordinamento nazionale o che urlare unita' potrebbe essere troppo audace in
resenza di una lista che gia' si dichiara unitaria o perche' un partito
potrebbe sentirsi troppo stretto.

ciao a tutti

Claudio Marinali


ringrazio Bruno, che non conosco e me ne dispiaccio, perché nonostante il
tempo di vacanze ha saputo essere lucido ed esprimere quello che alcuni di
noi più non dicono perché sono stanchi di essere i soliti ingenui
rompiballe.
Da parte mia ho aspettato con ansia il risultato di questo incontro romano
sperando che mi svelasse il segreto nascosto
dell'accettazione silenziosa di una situazione piatta e debole , come si
presenta in questo momento la proposta Prodi, che pure ci aveva fatto
sognare.
giuro che la voglia di rimandare tutto agli esami di riparazioni di
settembre è in agguato in tutti noi.
ha ragione Bruno:dove sono i cittadini per l'ulivo e in cosa si
differenziano dalle logiche di partito?
se ci sono difficoltà parliamone e almeno mettiamole in evidenza, non
scappiamo nascondendoci dietro la vittoria delle elezioni(nel mio paese la
sinistra ha clamorosamente perso suicidandosi in piazza davanti agli occhi
di tutti per non cedere alla tentazione di cambiare).
io ci sto a rimettere tutto in gioco e voi?
Daniela
FINALE PER L'ULIVO

Redazione1
15.07.2004 20:39
La scuola islamica di Milano

La scuola islamica di Milano

questa è una lettera che sto diffondendo fra i miei amici; la invio perché penso che ci si debba interrogare anche su questioni di fondo anziché solo sugli schieramenti.
12/7/2004

Cari amici,
quando ho letto che a Milano una scuola aveva deciso di fare una classe solo di studenti islamici sono sobbalzato ed ancora di più quando ho letto le giustificazioni del preside e consiglio d'istituto.

Ma davvero è così debole la fede nel pluralismo che vacilliamo davanti a chi vuole un mondo uniforme?
Ma davvero questi insegnanti, che pure sono persone che hanno studiato, non si sono resi conto che in tal modo mandavano un segnale del tutto negativo ai musulmani?

Essi infatti fanno capire che noi non siamo sicuri che ci siano (come detto il 4 luglio 1776) "verità evidenti per se stesse, che gli uomini sono stati creati uguali e che hanno ricevuto dal loro creatore certi diritti inalienabili, fra i quali la vita, la libertà e la ricerca della felicità": questa classe infatti nega che ci sia l'uguaglianza e la libertà ed implicitamente neppure la ricerca della felicità, perché si nega il confronto. ...

Non rispondo all'articolo di Stagno, sul quale pure avrei molto da dire, ma rispondo alle tue considerazioni.

L'esperimento della scuola Milanese è un esperimento da discutere, ma non da scartare a priori.
Quei ragazzini islamici che ora frequentano la scuola pubblica italiana, coi programmi di una scuola pubblica normale, sia pure in una sezione "speciale", sono ragazzi cui in altro modo non sarebbe stato consentito di frequantare alcun tipo di scuola superiore.

Questo esperimento può essere il primo tentativo di integrazione in una scuola normale, perché la classe sarà speciale, ma è inserita in un contesto di una normale scuola pubblica, ed i ragazzi impareranno a convivere anche coi giovani delle altre classi.

Del resto, molti paesi esteri hanno loro scuole private, francesi, inglesi e tedesche, per non parlare delle nostre scuole confessionali.

Questi ragazzi islamici sono invece inserite nella scuola pubblica, e seguiranno il programma di tutti i ragazzi italiani.

Mi sembra quindi che si tratti di un esperimento del quale val la pena discutere, ma che non può essere scartato a priori.

Quanto a Stagno, una sola cosa vorrei sottolineare: il suo integralismo lo porta a ritenere che sia giusto che nella scuola italiana ci siano elementi di cattolicesimo, compreso il crocifisso sul muro: ho l'impressione che sia lui a non aver chiaro il concetto di laicità, e il concetto di parità tra tutte le religioni, non credenti compresi, nella scuola e nello stato.

Se il suo fosse - e spesso lo è - l'atteggiamento dominante, sarebbe lui ad indurre chi cattolico non è a criticare la scuola italiana, ed a desiderare di poter evitare almeno i suoi aspetti più integralisti.

Grazie, comunque, di aver aprto il dibattito.

Annarosa

Redazione1
15.07.2004 20:43
Ancora sulla scuola islamica

compresa una risposta di Umberto Eco a Magris.

dal Corriere - 12 luglio 2004
ISTITUTO AGNESI
Preside controcorrente, dal volontariato alle merendine bio

Il messaggio più bello, quello che lo ha fatto commuovere, gli è arrivato ieri pomeriggio da un suo studente, «una testa calda che voleva sempre occupare la scuola». Un sms sul cellulare: «Sono con te!». Il preside dell'istituto Agnesi, Giovanni Gaglio, famoso a Milano fin dal 1977, quando i suoi studenti occuparono il Parini per difendere la sua cattedra, non ha più un filo di voce. «Sono stanco», confessa. «Sabato ho finito con la maturità, nel frattempo si è scatenato questo putiferio sulla classe islamica. Ma non cambiamo idea, andiamo avanti con il nostro progetto». Il suo studio è pieno di giornali, di ritagli. «Ecco - dice sfogliando le pagine - mi accusano tutti. Sono pronti a scagliare la pietra, ma cosa hanno fatto per questi ragazzi? Hanno trovato un'alternativa valida per evitare che smettano di studiare? No, hanno solo mosso critiche nei confronti dell'Agnesi». Un'offesa, per lui che dell'Agnesi, da quando è arrivato nel 1997, ha voluto fare una scuola laboratorio. Perché Gaglio è il preside dello sportello regionale del volontariato, del «non interroghiamo di lunedì: i ragazzi la domenica si devono rilassare», delle merendine biologiche per una corretta educazione alimentare, dell'indirizzo di scienze delle comunicazioni, unico in Italia, dell'«ora di legalità» per chi ha occupato la scuola. Progetti che hanno sempre fatto discutere, dividendo insegnanti, genitor
i, intellettuali. Scherza Gaglio: «Un mio amico mi ha chiesto: "te li cerchi con il lanternino i guai?". «Ma io non cerco guai, ho solo voluto affrontare un problema reale». Ne sono arrivati tanti di messaggi, gli Avanti così», i «Giovanni, sei impazzito?», i consigli e le obiezioni. Ma c'è una critica che fa più male delle altre: «Quella degli esponenti regionali di Rifondazione, piena di pregiudizio. Dalla Lega mi aspettavo certe reazioni, ma da loro no». Eppure, per uno che è abituato a essere nel centro del mirino, le polemiche di questi giorni non sono troppo feroci. «I momenti difficili sono stati altri», ricorda. Come quel lontano novembre del '77 quando gli studenti chiesero con un'occupazione la fine «del carosello dei professori», difendendo il professore di italiano e latino, il giovane siciliano di Patti, Giovanni Gaglio. O anche il marzo 2001, quando i cartelloni usati durante la lezione di educazione sessuale finirono in onda su Tele Lombardia: c'erano attaccate le domande sul sesso fatte dai ragazzini di seconda. «Quelli sì che sono stati brutti momenti», sorride. E si prepara per la prossima battaglia.
Ananchiara Sacchi


IL PROVVEDITORE
"Il ministro sta con me, mi sentirei sotto accusa se non mi fossi mosso in questa direzione"
Dutto: io non farò dietrofront
Il ghetto vero era in via Quaranta
la Moratti Con lei c´è sempre grande collaborazione, è stata informata di ogni nostro passo
il buonismo Non nego che ci sia, ma c´è anche molta serietà. Arriveremo all´integrazione
FABIO ZANCHI

Non fa marcia indietro Mauro Dutto, il direttore scolastico regionale. Lo scandalo, per lui e per il preside dell´Agnesi, non sta nella classe islamica che infuoca il dibattito in città. «Il vero ghetto è in quell´isola di incomunicabilità che sta in via Quaranta. Una realtà che andava consegnata al dialogo. A tutti i costi. Può darsi che noi non siamo riusciti a trovare la soluzione migliore in assoluto - replica Dutto ai suoi critici - ma si può sempre migliorare, se tutti si impegnano a dialogare e ragionare con disponibilità». Tutto intorno a lui, e all´Agnesi, l´istituto dello scandalo, il mondo pare marciare al contrario. La Lega, da sempre contraria all´integrazione, organizza balletti con veli davanti a Palazzo Marino. I cattolici, da sempre aperti al dialogo, sfoderano ragionamenti da laici e insistono perché quella classe venga smantellata prima ancora dell´apertura dell´anno scolastico. Lui, Dutto, prende tutto quanto sta accadendo con calma estrema. E più il dibattito si affolla di protagonisti chiassosi, più il direttore abbassa i toni: «Noi abbiamo la coscienza di aver lavorato a lungo con serietà. Pronti a cambiare, se qualcuno ci indicherà soluzioni più valide».

«Bisogna che sia chiara una cosa. Il ghetto non lo abbiamo fabbricato noi. Se c´è un ghetto, è in via Quaranta». Direttore Dutto, la offendono le cose che sta leggendo in questi giorni sulla stampa? «E perché mai? Ho letto con molto interesse le posizioni di tutti. Il dibattito mi pare di alto profilo. Erano anni che non si discuteva tanto seriamente della convivenza tra culture diverse». Sta sostenendo che avete costruito il caso Agnesi solo per stimolare il dibattito? «No. Ma è vero che abbiamo voluto sollevare il problema, dopo esserci fatti carico della questione». La questione della classe islamica? «No, della situazione inaccettabile della scuola coranica di via Quaranta. Una comunità chiusa, non comunicante con l´esterno. Una realtà dove da sette, dieci anni c´è gente che si muove con il pullmino a vetri schermati. Essere entrati in contatto con loro è stato un passo molto importante». Adesso però si è scatenato il pandemonio. Lei è sotto accusa, il preside dell´Agnesi pure. «Le assicuro che mi sentirei molto più sotto accusa se non mi fossi mosso. Se avessi chiuso gli occhi di fronte al ghetto di via Quaranta». Parla così perché si sente spalleggiato dal ministro Moratti? A proposito, il via alla classe islamica è venuto da Roma? «Con il ministero c´è grande collaborazione. Loro sono stati informati sempre di quel che stavamo facendo. Ma la decisione l´abbiamo presa no
i, nell´intento di fare un passo avanti rispetto a una condizione di non comunicabilità». E oggi ritenete di potervi dichiarare soddisfatti, nonostante la Lega organizzi la danza dei sette veli davanti a Palazzo Marino e An, che è al governo con la Moratti, chieda che Dutto e il preside Gallo diano conto delle proprie scelte davanti alla commissione Cultura? «Io trovo che sia positivo che le forze politiche si interessino a problemi come questo. Noi abbiamo tutto l´interesse che si continui a discuterne. Non abbiamo alcuna ricetta definitiva in tasca». Vuol dire che la classe islamica non è istituita una volta per tutte?
«Proprio così. Questo è un punto al quale noi siamo arrivati dopo un lungo lavoro che ci ha permesso di rompere la barriera del silenzio con via Quaranta. Se qualcuno ci proporrà soluzioni più accettabili e percorribili, saremo felici di farle nostre». Una delle obiezioni che vi si fa è che, passata la classe islamica,qualsiasi comunità religiosa vi potrà chiedere di fare altrettanto. Stabilito il precedente, come potrete rispondere di no? «L´obiezione è del tutto ragionevole. Ma vorrei ribadire che questa risposta è stata data a un caso concreto, peculiare. Già un anno fa dissi ai responsabili di via Quaranta che quella situazione non
poteva esistere. Come si può pensare che un ragazzo possa crescere a Milano all´interno di un percorso totalmente precluso all´esterno?». Già, però avete trasferito quella fetta di realtà all´interno di una scuola. Il professor Rumi, e in genere tutto il mondo cattolico, vi accusa di aver creato un ghetto del buonismo, che non ha nulla a che vedere con la tolleranza e la laicità che dovrebbe avere la scuola statale. «Non nego che ci sia un aspetto di buonismo nell´occuparsi della sorte di questi venti ragazzi. Ma c´è anche molta serietà, gliel´assicuro. Quanto alla cosiddetta classe islamica, il nostro obiettivo è quello di portarla all´integrazione».
In che modo? «Facendo studiare a quei ragazzi, che ora sono rinchiusi in un´enclave coranica, i nostri programmi, le materie previste dalla nostra scuola, non dalla loro». Professore, ammetterà anche lei che la scuola statale per prima ha un obbligo civile e morale, quello di garantire a tutti i cittadini l´eguaglianza, senza distinzione di sesso, nazionalità o religione. E che di fronte a quella classe qualche dubbio sia legittimo. «Certo. Ma se lei ha delle persone che vivono una realtà come quella che le ho descritto, dovrà fare di tutto, anche l´impossibile per farle uscire dal ghetto dell´incomunicabilità. Questa è la ragione che ci ha mosso. Poi scopriremo che si sarebbe potuto fare meglio. Non voglio apparire né troppo flessibile, né troppo relativista, ma le assicuro che sarò ben contento se alla fine troveremo soluzioni condivise, anche se queste saranno diverse da quella cui siamo arrivati noi». Ai suoi critici cosa vorrebbe dire? «Solo due cose. Primo: studiate bene il punto di partenza. Secondo: mettetevi con noi a capire come agire. Noi siamo solo interessati a trovare la soluzione più efficace».

LE IDEE
La scuola di Milano e il negoziato tra le culture
Umberto Eco
da Repubblica - 13 luglio 2004

Il principio fondamentale che regola ? o dovrebbe regolare - gli affari umani, se si vogliono evitare conflitti e incomprensioni, o inutili utopie, è quello della Negoziazione. Il modello della negoziazione è quello del bazar orientale: il venditore chiede dieci, tu vorresti dare al massimo tre e tre proponi, e quello rilancia a nove, tu sali a quattro, quello scende a otto, tu ti spingi a offrire cinque e quello ribassa a sette. Finalmente ci si mette d´accordo su sei, tu hai l´impressione di avere vinto perché hai aumentato solo di tre e quello è sceso di quattro, ma il venditore è egualmente soddisfatto perché sapeva che la merce valeva cinque. Alla fine però, se tu eri interessato a quella merce e lui era interessato a venderla, siete abbastanza soddisfatti entrambi.
Il principio della negoziazione non governa solo l´economia di mercato, i conflitti sindacali e (quando le cose vanno bene) gli affari internazionali, ma è alla base stessa della vita culturale. Si ha negoziazione per una buona traduzione (traducendo perdi inevitabilmente qualcosa del testo originale, ma puoi elaborare soluzioni di recupero) e persino per il commercio che noi facciamo delle parole, nel senso che tu ed io possiamo assegnare a un certo termine significati difformi, ma se si deve arrivare a una comunicazione soddisfacente ci si mette d´accordo su un nucleo di significato comune sulla base del quale si può procedere ad intendersi.
Per alcuni piove solo quando l´acqua scende a catinelle, per altri già quando si avvertono alcune goccioline sulla mano ma se, quando problema è se scendere alla spiaggia o meno, ci si può accordare su quel tanto di "piovere" che fa la differenza tra andare o non andare al mare. Un principio di negoziazione vale anche per l´interpretazione di un testo (sia esso una poesia o un antico documento) perché, per tanto che ne se ne possa dire, davanti a noi abbiamo quel testo e non un altro, e anche un testo è un fatto. Così come non si può cambiare il fatto che oggi piova, non si può cambiare il fatto che I promessi sposi inizia col "quel ramo del lago di Como", e a scrivere (o intendere) Garda invece di Como si cambia romanzo. Se, come dicono alcuni, al mondo non ci fossero fatti ma solo interpretazioni, non si potrebbe negoziare, perché non ci sarebbe alcun criterio per decidere se la mia interpretazione è migliore della tua.

La scuola di Milano e il negoziato tra culture

Si possono confrontare e discutere interpretazioni proprio perché le si mettono di fronte ai fatti che esse vogliono interpretare. Raccontano le gazzette che un ecclesiastico disinformato mi avrebbe recentemente annoverato tra i Cattivi Maestri perché io sosterrei che non esistono fatti ma solo interpretazioni. Non fa problema il Cattivo Maestro (luciferinamente vorrei esserlo ma, crescendo in età e sapienza, mi scopro vieppiù un Pessimo Alunno), ma è che in molti miei scritti ho sostenuto esattamente il contrario, e cioè che le nostre interpretazioni sbattono continuamente la testa contro lo zoccolo duro dei fatti, e i fatti (anche se spesso sono difficili da interpretare) sono lì, solidi e invasivi, a sfidare le interpretazioni insostenibili. Mi rendo conto di avere fatto un giro troppo lungo per tornare al mio concetto di negoziazione, ma mi sembra fosse necessario farlo. Si negozia perché, se ciascuno si attenesse alla propria interpretazione dei fatti, si potrebbe discutere all´infinito. Si negozia per portare le nostre interpretazioni divergenti a un punto tale di convergenza, sia pure parziale, da potere insieme fare fronte a un Fatto, e cioè a qualcosa che è là e di cui è difficile sbarazzarsi. Tutto questo discorso (che poi porta al principio che bisogna venire ragionevolmente a patti con l´inevitabile) nasce a proposito della decisione presa da un liceo milanese di
istituire, su richiesta dei genitori immigrati, una classe di soli alunni musulmani. Il caso appare bizzarro perché ci vorrebbe poco, ad essere ragionevoli, a mettere metà alunni musulmani in una classe metà nell´altra, favorendo la loro integrazione coi loro compagni di altra cultura, e permettere a quei loro compagni di comprendere ed accettare ragazzi di una cultura diversa. Questo tutti vorremmo, se vivessimo nel migliore dei mondi possibili. E´ tuttavia un Fatto che il mondo in cui non viviamo non è il migliore di quelli che potremmo desiderare, anche se per alcuni teologi medievali Dio stesso non poteva concepirne uno migliore, e quindi dovremmo accontentarci di questo. Mi accade sempre di essere al cento per cento d´accordo su quanto scrive il mio amico Claudio Magris (via, per non compromettermi e non mettere lui nell´imbarazzo, diciamo al novantanove virgola novantanove) ma vorrei avanzare alcune obiezioni al suo articolo apparso ieri sul Corriere della Sera. Il suo ragionamento, in termini di Dover Essere, è impeccabile. Ricordando che la decisione è stata determinata dal fatto che i genitori dei ragazzi hanno posto in sostanza un aut aut, o si fa così o non li mandiamo a scuola, Magris commenta che «questa richiesta di chiudersi in un ghetto, che avrebbe potuto essere avanzata da un razzista invasato da odio antimusulmano, è un´offesa a tutti, anche e in primo luogo
all´Islam, che rischia così, ancora una volta, di essere identificato con le sue più basse degenerazioni?. Perché deve essere terribile, scandaloso, ripugnante per essi avere un compagno? o compagna? di banco cattolico, valdese, ebreo o né battezzato né circonciso?... Il pluralismo - sale della vita, della democrazia e della cultura? non consiste in una serie di mondi chiusi in se stessi e ignari l´uno dell´altro, bensì nell´incontro, nel dialogo e nel confronto?». Sono naturalmente disposto a sottoscrivere queste osservazioni, tanto che da alcuni anni insieme ad altri amici e collaboratori mi sforzo di alimentare un sito Internet dove si danno consigli agli insegnanti di ogni razza e paese per portare i loro ragazzi alla mutua comprensione e accettazione della diversità (si può trovare il sito su Kataweb oppure presso l´Academie Universelle des Cultures) - e naturalmente per comprendersi e accettarsi a vicenda bisogna vivere insieme. Questo certamente dovrebbe essere fatto comprendere anche ai genitori che hanno preteso per i loro bambini l´autosegregazione ma, non conoscendo la situazione specifica, non so sino a che punto queste persone siano permeabili alle argomentazioni di Magris, che faccio mie. L´unico punto su cui obietto a Magris è l´affermazione che questa richiesta fosse «irricevibile» e che «non avrebbe dovuta essere nemmeno presa in considerazione bensì lasciata
cadere nel cestino». Si può dare ascolto a una richiesta che in linea di principio offende le nostre convinzioni? Queste nostre convinzioni riguardano il Dover Essere (un essere che, siccome non è ancora, sta sempre al di là, e per questo suscita dibattito infinito e infinite interpretazioni). Ma il dibattito sul Dover Essere, nel caso in discussione, si scontra con un Fatto, che, come
tutti i Fatti, non deve essere discusso. Di fronte a un fatto come un´eruzione vulcanica o una valanga non si pronunciano giudizi di merito, si cercano rimedi. Il fatto a cui siamo di fronte è che una comunità di genitori (a quanto pare egiziani) ha detto alla scuola «o così, oppure i ragazzi non vengono». Non so se l´alternativa sia mandarli a studiare in Egitto, non farli studiare affatto o fornire loro un´educazione esclusivamente musulmana in qualche forma privata. Escludendo la prima possibilità (che eventualmente potrebbe piacere alla Lega: ci sbarazziamo di questi mocciosi e li rimandiamo a casa - versione addolcita del "meglio ucciderli sino a che sono piccoli"), la seconda sarebbe deprecabile perché sottrarrebbe a questi giovani immigrati il diritto a una educazione completa (sia pure per colpa dei genitori e non dello Stato). Rimane come ovvia la terza soluzione, che ha il triplice svantaggio di essere del tutto ghettizzante, di impedire a questi ragazzi di conoscere la cultura che li ospita, e probabilmente di incrementare un isolamento fondamentalista. Inoltre non si sta parlando di educazione elementare, per fornire la quale potrebbero anche mettersi insieme dei genitori volonterosi, ma di educazione liceale, e dunque di cosa un poco più complessa. A meno che non si istituiscano scuole coraniche equiparate alla scuola pubblica, cosa possibile visto che lo è per le
scuole private cattoliche ma, almeno per me, non troppo auspicabile, se non altro perché rappresenterebbe un´altra forma di ghettizzazione. Se i fatti sono questi e queste le alternative, allora si può comprendere la decisione della scuola milanese, risultato di una ragionevole negoziazione. Visto che a rispondere di no i ragazzi andrebbero altrove, o da nessuna parte, si accetta la richiesta, anche se in linea di principio non la si condivide, e si sceglie il minor male, sperando che si tratti di soluzione transitoria. I ragazzi rimarranno in classe soli tra loro (il che è una perdita anche per loro) ma in compenso riceveranno la stessa istruzione che riceve un ragazzo italiano, si potranno familiarizzare meglio con la nostra lingua e persino con la nostra storia. Siccome non sono degli infanti ma dei liceali, potrebbero ragionare con la loro testa e fare i dovuti confronti, e persino cercare autonomamente contatto coi loro coetanei italiani (o cinesi, o filippini). Nessuno ci ha ancora detto che la pensino esattamente come i loro genitori. Inoltre, visto che si tratta di un liceo dove si studiano tante materie e tante dottrine, se gli insegnanti saranno bravi e delicati, gli studenti potranno apprendere che nel nostro paese ci sono certe credenze, certi costumi, certe opinioni condivise dai più, ma non sarebbe male anche consigliar loro di leggere alcune pagine del Corano,
per esempio quelle in cui si dice «Crediamo in Dio, e in ciò che ci ha rivelato, e in ciò che ha rivelato ad Abramo, a Ismaele, a Isacco, a Giacobbe, alle Tribù, e a quel che è stato detto a Mosé e a Gesù, e in quel che è stato dato ai profeti del Signore: non facciamo nessuna differenza tra di loro? Quelli che praticano l´ebraismo, i cristiani, i sabei, chiunque ha creduto in Dio e nel giorno ultimo e compie opera buona, avranno la loro ricompensa presso il Signore? Gareggiate dunque nelle buone opere. Tutti ritornerete a Dio, che allora v´informerà su ciò su cui divergete? E non disputate con le genti del Libro se non nel modo più cortese, eccetto con quelli di loro che agiscono ingiustamente, e dite: "Crediamo in ciò che è stato fatto scendere a noi e in ciò che è stato fatto scendere a voi: il vostro Dio e il nostro Dio sono uno"». Come e cosa potranno pensare questi ragazzi dopo alcuni anni di vita, separata sì, ma pur sempre nel quadro della cultura ospite, non lo sappiamo, per l´ovvia ragione che l´avvenire è nel grembo di Allah. Ma probabilmente il risultato sarà più interessante che se fossero vissuti in una scuola privata e doppiamente ghettizzata. Tutti aspiriamo al meglio ma abbiamo tutti imparato che talora il meglio è nemico del bene, e dunque negoziando si deve scegliere il meno peggio. E chissà quante di queste negoziazioni non si dovranno fare in futuro per ev
itare il sangue in una società multietnica. Accettare il meno peggio, sperando che non diventi costume, non esclude che ci si debba battere per realizzare il meglio anche se, come è ovvio, il meglio non essendo un fatto, bensì un fine, rimane oggetto di molte interpretazioni.

Redazione1
15.07.2004 20:49
Indipendenza americana

Cara Annarosa e cari tutti,

non so proprio cosa rispondere se non ripetere quanto scritto ieri,
sperando che questa volta sia letto.

Inizia
"siccome comunque in qualche modo sono stato accusato di integralismo
anch'io, ricordo che dopo aver richiamato la dichiarazione di indipendenza
del 4 luglio 1776, ho richiamato i primi 10 emendamenti della Costituzione
degli Stati Uniti (1791) il primo dei quali dice:" Congress will make no
law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free
exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or
the right of the people peacefully to assemble, and to petition the
government for a redress of grievances (il Congresso non farà alcuna legge
per stabilire una religione o proibirne l'esercizio; o per limitare la
libertà di parola o della stampa; o il diritto del popolo di radunarsi
pacificamente per chiedere al governo di rispondere a proteste)".

Come si possa accusare di integralismo uno che richiama il principio della
separazione fra Stato e Chiesa è cosa che mi sfugge.
Finisce

Più di così non so cosa dire.

Il principio della separazione fra Stato e Chiesa (fra religione e
politica: fu detto" mostratemi un denaro. Di chi è questa effige e
l'iscrizione? risposero: di Cesare; ed egli disse: rendete dunque a Cesare
quello che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio" - Luc. 20, 24-25) è un
principio acquisito nella civiltà occidentale da più di 200 anni.

Con la storia della scuola islamica di Milano il Crocifisso non c'entra
assolutamente niente, c'entra invece il complesso di inferiorità che
qualcuno ha verso gli integralisti musulmani e l'insicurezza che qualcuno
ha verso i nostri principi, fra i quali spicca che gli uomini sono stati
creati da Dio uguali, del tutto negato dalla condizione di inferiorità in
cui in certi ambienti musulmani (non in tutti) sono tenute le donne, come
è chiaramente dimostrato dalla richiesta di questi genitori integralisti:
ripeto ancora, il principio dell'uguaglianza non è negoziabile.

Un caro saluto.

Piero Stagno

Redazione1
16.07.2004 19:19
Primarie:il dibattito continua

Ecco! Fermiamoci o cambiamo argomento.
Prima le primarie o prima le coalizioni?
Noi siamo per la seconda che ho scritto.
Ma anche per strade diverse speriamo di incontrarci.

Lella Massari
----------------------------------
Rete dei cittadini per l¹Ulivo

Il Coordinamento Nazionale della Rete dei Cittadini per l¹Ulivo ha riunito a Roma domenica 04 Luglio i rappresentanti di tante associazioni uliviste sparse nel nostro territorio.
La discussione, incentrata sulla consapevolezza che questo è il ³momento delle scelte² per l¹Ulivo, è stata spinta dall¹entusiasmo di quanti hanno contribuito attivamente ai risultati elettorali di Giugno nelle loro città, comunicandoci la soddisfazione per i consensi raccolti e per le esperienze costruite sull¹ascolto ed il dialogo aperto con i cittadini.
Le incertezze, le ambiguità, le divisioni che ancora abbiamo visto nella esperienza diffusa della Lista Uniti nell¹Ulivo e che permangono nel centrosinistra, oggi devono essere superate.
Per tutti noi la lettera di Romano Prodi del 15 giugno contiene gli obiettivi e gli strumenti per costruire l¹Ulivo che si candida autorevolmente alla guida del Paese.
Per tutte le nostre Associazioni è il momento di agire, di far sentire la voce di tanti cittadini che in quel programma si riconoscono e che chiedono a Romano Prodi di realizzarlo entro l¹autunno 2004
Per questo raccoglieremo le adesioni degli eletti e degli elettori dell'Ulivo all'appello che segue e le consegneremo a Romano Prodi come risultato di una mobilitazione politica che deve rimanere aperta e viva in un momento così importante per l'Ulivo e per il Paese.

Il Coordinamento nazionale della Rete dei Cittadini per l'Ulivo.
---------------------------------------------
Sono del tutto d'accordo con Enzo e Massimo di Velletri. Anch'io trovo che l'assenza di alcune condizioni - prima fra tutte la costituzione di un Comitato scientifico di alto profilo - e il tempo impiegato a creare strutture rigide e complesse, vadano nella direzione opposta a quella che ritenevo indispensabile per avviare un serio lavoro di sensibilizzazione attorno al tema delle primarie.

Peccato che anche in questo caso i personalismi e l'ipertrofia di molti ego abbiano impedito un percorso semplice, lineare ed efficace.

Per ora, ritengo più opportuno tirarmi da parte, non condividendo la strada che si è intrapresa. In attesa che le condizioni per riprendere il discorso si ripresentino.

Manuela Faccani - Ravenna
---------------------------------------------
andiamo ai dossier: ma, ahimé, non avrò il tempo per leggerli tutti, ai
dossier ai dossier. Però, riduciamo la circolazione di e-mail: mi intasate
il PC:
GP
--------------------------------
Non ci sono le condizioni: mi associo anche io a quanto detto da enzo a queste condizioni non
ci sono le basi. massimo nanni velletri
--------------------------------------------------------------------------------
Abbiamo deciso di non aderire all'iniziativa di Roma.
Se siete interessati a sottoscrivere il seguente documento, potete farcelo sapere entro le 13,30 di oggi.
Ci scusiamo per il poco tempo di preavviso e vi chiediamo di farci avere in ogni caso il vostro parere.
Cordialmente
Francesco Delli Santi, Serafino D’Onofrio, Giovanni Militerno, Alessandra Sciarrino, Valerio Serra, Antonio Travaglini
----ooo----
Perché non aderiamo al "Movimento dei Cittadini per le Primarie"
Abbiamo ricevuto la proposta di adesione a un costituendo "Movimento dei Cittadini Italiani per le Primarie Aperte e per Legge", un percorso diverso rispetto a quello avviato il 27 marzo e il 23 e 24 aprile a Bologna.
Non aderiremo, in primo luogo perché crediamo sia più utile continuare a costruire un luogo di confronto, di studio e di proposta fra le tante realtà che in questi anni hanno promosso o sostenuto l’introduzione di sistemi di selezione democratica delle candidature. Quello che insieme abbiamo chiamato Comitato Promotore per le Primarie.
Il 24 aprile abbiamo proposto di affidare ad un Comitato di Studio, a cui ha aderito fra gli altri il professor Gianfranco Pasquino, l’elaborazione di una o più ipotesi di proposte di legge, di regolamenti da inserire negli statuti degli enti locali e di regolamenti volontari.
Questa scelta la riteniamo ancora valida.
Non possiamo inoltre aderire a associazioni e movimenti governati da organismi anacronistici, in cui ci sono soci di serie A e di serie B (art. 3 dello statuto) e cariche a vita (i garanti previsti all’art. 13). Non riusciamo a immaginare un solo criterio che renda accettabile questo tipo di proposte, e sicuramente se ci fosse non sarebbe compatibile con la democrazia.
Con cordialità.

Francesco Delli Santi, Serafino D’Onofrio, Giovanni Militerno, Alessandra Sciarrino, Valerio Serra, Antonio Travaglini
----------------------------------------------

Redazione1
16.07.2004 19:44
La proposta di regolamento del Mov.Citt.per le Primarie

REGOLAMENTO della ASSEMBLEA COSTITUENTE del
MOVIMENTO DEI CITTADINI ITALIANI PER LE PRIMARIE, APERTE E PER LEGGE
Roma, 17 e 18 Luglio 2004


PREMESSA

1) Il presente Regolamento è relativo all’Assemblea Costituente del Movimento dei Cittadini Italiani per le Primarie, Aperte e per Legge..
2) Questa proposta di Regolamento deve essere intesa come una guida utile per incontri informali tra cittadini interessati alle Primarie ed in particolare per l’Assemblea Costituente del Movimento. Solo a costituzione del Movimento avvenuta e con l’approvazione del relativo Statuto si potrà avere a disposizione un Regolamento esteso e particolareggiato, attualmente non possibile trattandosi di assemblee in assenza di organismi giuridicamente costituiti.
3) La redazione attuale è stata costruita tenendo conto dei Regolamenti della Camera e del Senato italiani, del Parlamento Svizzero e di alcune realtà a carattere associativo come l’AGESCI e la Rete Civica di Milano.
4) Per la redazione definitiva del Regolamento d’Assemblea e di un Regolamento Generale del Movimento proponiamo che, in occasione della costituzione del Movimento, si individui una Commissione per il Regolamento a tal fine dedicata.
5) Ogni proposta d’integrazione e modifica è ben accetta, purché vengano tenuti presenti i criteri di semplicità e fruibilità immediata che ci siamo proposti nell’ottica di dover applicare queste regole ad un’assemblea informale.


REGOLAMENTO

art. 1 (Partecipazione all'assemblea costituente)
Possono partecipare all'Assemblea costituente con potere di voto tutti coloro che si riconoscono nei principi esposti nel Manifesto del costituendo Movimento e pertanto anche nel documento varato in occasione dell’Assemblea svoltasi a Bologna il 24 Aprile 2004 e che siano in regola con il pagamento della quota di partecipazione. Tutti costoro sono definiti nel presente Regolamento come “gli Aderenti”.
E’ facoltà degli Aderenti che non possano essere presenti in assemblea inviare in rete, in area pubblica destinata allo scopo, comunicazione sui temi all’ordine del giorno nonché farsi rappresentare da altri soci.
Non é ammesso rappresentare più di una persone per delega.
E' ammessa la partecipazione di persone non partecipanti al Movimento, a discrezione del Presidente, previa comunicazione, almeno dieci giorni prima della data fissata per l'assemblea.
Il Presidente ha facoltà di ammettere auditori non Aderenti anche durante l’Assemblea. Costoro possono partecipare ai lavori dell’Assemblea e delle Commissioni qualora siano in regola con il pagamento della quota di partecipazione, con diritto di sottoporre quesiti ed interventi per iscritto all’Ufficio di Presidenza dei lavori, ma senza diritto di voto (vedi glossario alla voce “Domanda presentata dai Cittadini non Aderenti”).
Trattandosi di una Assemblea Costituente, non è ammesso voto per delega.

art. 2 (convocazione)
L’Assemblea Costituente è convocata dal gruppo proponente, cui spetta l’organizzazione.
L’atto di convocazione è inviato a tutti i partecipanti almeno cinque giorni lavorativi prima della riunione, anche a mezzo telematico e preceduto, almeno dieci giorni prima di tale data, da un preavviso di convocazione.
È valida anche la convocazione effettuata mediante invio di messaggio in rete in area pubblica destinata allo scopo.
L’atto di convocazione presenta le ragioni della convocazione ed il relativo ordine del giorno, nonché annuncia il luogo e l’ora della medesima.
L’Assemblea non potrà essere fissata né convocata durante il mese di agosto e negli ultimi dieci giorni di dicembre.

art. 3 (Ufficio di Presidenza dell'assemblea)
L’Assemblea è presieduta dall’Ufficio di Presidenza, costituito da tre Aderenti: Presidente, Vice-presidente e Segretario.
Il Presidente presiede i lavori (vedi glossario alla voce “Presidente”). Il Vice-Presidente, su richiesta del Presidente, modera i lavori o sostituisce il Presidente o il Segretario in caso di una loro temporanea assenza. Il Segretario redige il processo verbale in forma sintetica dei lavori dell'assemblea.

art. 4 (Verbale dell'assemblea)
Il verbale può essere raccolto anche mediante registrazione audio analogica o digitale.
I documenti presentati a qualsiasi titolo in Assemblea devono essere acclusi al verbale e pertanto è richiesta copia da consegnare al Segretario contestualmente all’intervento.

art. 5 (Procedura d’avvio dell’Assemblea Costituente a cura del Presidente provvisorio)

5.1 Ufficio di Presidenza provvisorio.
In prima seduta l’Assemblea è aperta da un Presidente provvisorio, nominato dal Gruppo organizzatore, che apre i lavori con la lettura dell’Ordine del Giorno e presiede l’elezione del Presidente definitivo della prima sessione dell’Assemblea Costituente.

5.2 (Nomina del Presidente).
Il Presidente Provvisorio chiede all’Assemblea se la conferma come Presidente dell’Assemblea o se esistano altri candidati. Se vi sono più candidati il Presidente provvisorio chiede loro di presentarsi all’Assemblea chiedendo poi a quest’ultima di eleggere il Presidente con votazione a scrutinio palese. Qualora nessuno dei candidati raggiunga la maggioranza assoluta dei voti degli Aderenti, si procede ad un ballottaggio tra i due candidati che hanno conseguito il maggior numero di voti ed è eletto Presidente chi ottiene la maggioranza dei voti validi. Nel caso in cui nel ballottaggio si verifichi una parità di voti tra i due candidati, è eletto il candidato più anziano di età. Il candidato vincente, accettata la Presidenza, ne assume tutti i poteri.

5.3 (Impegno formale del Presidente).
Il Presidente eletto è tenuto a rispettare e far rispettare l’Ordine del Giorno (vedi il Glossario alla voce: “L’Ordine del Giorno”) ed in particolare la rapida approvazione di questo regolamento.
Il presente articolo non è emendabile né cassabile.

5.4 (Elezione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Costituente).
Il Presidente eletto, come primo atto, deve completare l’Ufficio di Presidenza. Chiede, pertanto, all’Assemblea di indicare e votare tra gli Aderenti chi ricopra l’uffici di Vice-Presidente e di Segretario, procedendo con già previsto per l’elezione del Presidente al comma 5.2.
S’intende così costituito l’Ufficio di Presidenza di cui all’art. 3.

5.5 (Durata in carica dell’Ufficio di Presidenza).
La Presidenza è esercitata per tutta la durata dell’Assemblea se inferiore alle sei ore o per una intera sessione di lavoro (vedi Glossario alla voce: “Sessione di Lavoro”). Nella successiva sessione di lavoro, che è avviata dal precedente Ufficio di Presidenza in funzione provvisoria, l’Ufficio di Presidenza è rinnovato con nuova votazione con le stesse modalità di cui ai commi precedenti.
I Membri dell’Ufficio di Presidenza decadono nei casi previsti dal presente regolamento all’art. 9 ed in caso di mozione di sfiducia votata dalla maggioranza degli Aderenti partecipanti. In tal caso, il Presidente provvede senza indugio al rinnovo della carica di Presidente come da procedure previste previsto al comma 5.2 del presente articolo.

art. 6 (Avvio dei lavori)
Una volta eletto l’Ufficio di Presidenza, il Presidente dà inizio ai lavori e dà lettura del presente Regolamento che sottopone ad un breve dibattito (presentazione di integrazioni e modifiche per iscritto) e che metterà ai voti da parte dell’Assemblea per la sua approvazione.
.
art. 7 (Discussione)
Ciascun punto all'Ordine del Giorno è sottoposto alla discussione dell’Assemblea.
La discussione è moderata dal presidente dell’Assemblea.
Il Presidente ha facoltà in qualunque momento di incaricare il Vicepresidente di assumere le funzioni di Moderatore e può riprenderle in qualsiasi momento.
Per favorire il massimo di partecipazione, si stabilisce in tre minuti il tempo massimo per ogni intervento.
Solo in occasione d’una Mozione d’Ordine (vedi il Glossario alla voce “Mozione d’Ordine”) per gli interventi a favore e contro il tempo è stabilito in cinque minuti .
Il Presidente attribuisce la parola a quanti lo chiedano, revocandola nei casi in cui l’intervento superi la durata prevista.
Il Presidente ha facoltà di concedere all’oratore un prolungamento del tempo per l’importanza dell’argomento o ragioni procedurali.

art. 8 (Votazione)
Al termine della discussione su ciascun punto all'ordine del giorno, il Presidente, quando previsto o necessario, dichiara aperta la votazione.
La votazione viene espressa per alzata di mano.
Il punto viene approvato a maggioranza semplice.

art. 9 (Candidature, metodo di voto ed elettorato attivo)
Le candidature per le cariche di rappresentanza del Movimento possono essere presentate anche mediante invio di un messaggio in area pubblica, sia essa in rete o in sede Assembleare destinata allo scopo, a partire dal preavviso di convocazione e sino all'apertura dei lavori dell’Assemblea.
Lo stesso procedura avrà luogo qualora di debbano eleggere eventuali rappresentanti in commissioni di lavoro.
Anche per le elezioni delle cariche la votazione viene espressa per alzata di mano.
I rappresentanti sono eletti a maggioranza semplice degli aventi diritto al voto presenti in assemblea.

art. 10 (Eleggibilità)
Ogni Aderente può essere eletto o nominato alle cariche dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea ed a quelle di rappresentanza ed operatività del Movimento.
Sono ineleggibili coloro che, al momento dell’elezione, siano già membri di partiti politici o eletti a cariche pubbliche o lo siano stati fino a cinque anni prima, in caso di elezione delle cariche etiche del Movimento (garanti), o fino a due anni prima nel caso di cariche esecutive o di rappresentanza.
Le cause di ineleggibilità che siano sorte in un momento posteriore alla elezione si considerano cause di incompatibilità.

art. 10 (chiusura dell’assemblea)
Al termine della discussione e della votazione di tutti i punti all’ordine del Giorno, il Presidente dichiara chiusa l’Assemblea.

art. 11 (esecuzione delle decisioni dell'assemblea)
L’esecuzione delle decisioni dell'Assemblea Costituente e la pubblicazione del Verbale della stessa Assemblea sono curati dagli Uffici di Presidenza delle sessioni, congiuntamente al gruppo organizzatore.

art. 12 (norme transitorie e finali)
Si allega il Glossario per una interpretazione trasparente ed univoca delle regole descritte. Pertanto, il Glossario è parte integrante del presente Regolamento.
Le norme e le procedure relative alla gestione delle commissioni o di gruppi di lavoro sono citate a parte nell’Ordine del Giorno non riguardando, a nostro parere, il profilo generale del regolamento dell’Assemblea e pertanto verranno presentate all’inizio dei lavori delle Commissioni.
Il presente regolamento entra in vigore a seguito della sua approvazione da parte dell'Assemblea Costituente del 17 luglio 2004.
Il gruppo organizzatore dell’Assemblea Costituente curerà la pubblicazione e/o la diffusione in Rete del presente regolamento e delle modifiche decise dall’Assemblea stessa in ossequio allo spirito del Manifesto, nonché dello Statuto del Movimento approvato e nel rispetto delle normativa vigente.


GLOSSARIO
Allegato al Regolamento dell’Assemblea Costituente del “Movimento dei Cittadini Italiani Per Le Primarie, Aperte e Per Legge”

Assemblea Costituente
Autorità che esercita il potere supremo del Movimento, fatti salvi i diritti dei Cittadini e delle Istituzioni garantite dalla Repubblica Italiana. Quale organo supremo esercita il potere legislativo e di governo del Movimento a livello nazionale e ha inoltre il compito di eleggerne i rappresentanti , di determinare le linee generali e i settori di attività dell’ Assemblea nazionale ed esercitare l’alta vigilanza su tale attività.

Dibattito Libero
Nel dibattito libero (categoria I) tutti gli iscritti al Movimento hanno diritto di prendere la parola.

Dibattito Organizzato
Durante il dibattito organizzato (categoria II) il diritto di prendere la parola è limitato ai relatori delle commissioni, ai rappresentanti di organizzazioni civili e ai relatori esterni invitati.

Dibattito Ridotto
Nel dibattito ridotto (categoria III) il diritto di chiedere la parola è limitato ai relatori delle commissioni, ai rappresentanti di organizzazioni civili e ai relatori esterni invitati presentano proposte.

Divieto Di Ricevere Istruzioni
Principio secondo cui i membri dell’Assemblea votano senza istruzioni da parte di cittadini organizzati, delle istituzioni, dei partiti politici o delle associazioni.

Discussione
L’Assemblea non può discutere né deliberare su argomenti che non siano all'ordine del giorno, tranne i casi previsti dalla nota seguente riguardante l’ordine del giorno.

Domanda Interlocutoria
In Assemblea al termine di ogni relazione i membri del Assemblea possono porre all’oratore una domanda breve e precisa su un determinato punto dell’intervento. L’oratore risponde immediatamente.

Domanda Presentata Da Cittadini Non Aderenti
Domande, proposte, critiche o reclami da parte di un cittadino non iscritto al Movimento.
I cittadini non iscritti presenti al dibattito hanno il diritto di presentare domande per iscritto, indirizzate al Presidente, ma non possono pretendere che queste siano esaminate né durante i lavori, né dopo. L’Assemblea è tenuta unicamente a prenderne atto.
Il Presidente ha facoltà di renderle pubbliche e inserirle nel dibattito se valutate di interesse per il Movimento e i lavori in corso.
Nella pratica tuttavia le Presidenze si attiveranno per esaminare e rispondere a tutte le domande ricevute se possibile nei giorni successivi.
A questo fine le domande devono contenere gli estremi del richiedente e un recapito (e-mail) ove trasmettere le risposte.

Iscrizioni A Parlare.
1. Sugli argomenti compresi nel calendario dei lavori, i cittadini si iscrivono a parlare di norma dopo l'inizio dei lavoro, tramite alzata di mano o messaggio scritto al Presidente.
2. In mancanza del calendario dei lavori, le domande di iscrizione a parlare possono essere presentate direttamente dai cittadini alla Presidenza.
3. Il Presidente nel concedere la parola segue l'ordine delle domande, con facoltà di modificare l’ordine in caso di necessità.
4. Il cittadino iscritto nella discussione, che sia assente quando viene il suo turno, decade dalla facoltà di parlare. I cittadini possono scambiare tra loro l'ordine di iscrizione, dandone comunicazione alla Presidenza.
5. Coloro che intendono fare dichiarazioni, comunicazioni o richieste all'Assemblea su argomenti non iscritti all'ordine del giorno, debbono previamente informare per iscritto il Presidente dell'oggetto dei loro interventi e possono parlare soltanto se abbiano ottenuto espressa autorizzazione e per un tempo non superiore ai tre minuti.

Maggioranza
Si distingue tra:
1. maggioranza assoluta: più della metà dei voti emessi.
2. maggioranza relativa: maggior numero di voti, ma non necessariamente più della metà.
3. maggioranza semplice: maggioranza assoluta che non deve adempiere condizioni supplementari per avere validità (ossia la maggioranza supera la metà del numero di votanti).
4. maggioranza qualificata: maggioranza assoluta che deve adempiere condizioni più severe (per es. deve superare i due quinti o un terzo dei voti).

Mozione
La mozione incarica l’Assemblea di presentare un disegno di atto deliberativo o di prendere un provvedimento. La mozione è presentata da uno o più aderenti. Viene votata alla fine della discussione il cui termine viene stabilito dal Presidente.

Mozione D’Ordine
La mozione d’ordine può riferirsi a tutti i temi che concernono la procedura o l’ordine nella sala dell’Assemblea (ad es. interruzione del dibattito, modifica dell’ordine del giorno, proposta di rivenire su un determinato articolo o capitolo). I cittadini possono presentare una mozione d’ordine in ogni momento. Se necessario, il Presidente dell’Assemblea tratta immediatamente la mozione d’ordine mettendola ai voti chiamando a parlare un cittadino a favore ed uno contro.
Il Presidente può respingere una mozione definita d’ordine dal proponente se questa non contiene nessuno dei criteri di ordine o procedura sopra descritti.
Il Presidente può riunire due o più mozioni d’ordine qualora ritenga che il loro significato sia simile o sovrapponibile.
Terminata la votazione della mozione d’ordine il Presidente proseguirà la discussione secondo l’elenco di coloro già iscritti a parlare.

Ordine Del Giorno
L'espressione viene usata per designare l'elenco dei vari argomenti che l'Assemblea deve discutere nel corso della seduta e il loro ordine di precedenza: mentre quest’ultimo può essere modificato («inversione dell'ordine del giorno») per decisione del Presidente o su proposta dei due terzi dell’ Assemblea e, se del caso, con votazione per alzata di mano, per discutere o votare argomenti che, invece, non siano all'ordine del giorno è necessario che l'Assemblea, a maggioranza dei due terzi dei presenti, adotti una decisione in tal senso. Tale esclusione degli argomenti che non figurano all'ordine del giorno, predisposto sulla base degli atti di organizzazione dei lavori, trova la sua ragione nell'esigenza di garantire la regolarità e la certezza dei lavori.
L'ordine del giorno generale è la pubblicazione che riporta tutti i gli atti che attendono di essere esaminati dall'Assemblea o dalle Commissioni.
Alla fine di tutti i lavori, il Presidente dell’ultima sessione affida il compito della redazione dell’ordine del giorno della seduta successiva al costituendo Coordinamento Nazionale.

Presidente
Il Presidente rappresenta l’Assemblea e regola l'attività di tutti i suoi organi, facendo osservare il Regolamento. Sulla base di questo, dirige la discussione e mantiene l'ordine, giudica della ricevibilità dei testi e delle mozioni, concede la facoltà di parlare, pone le questioni, stabilisce l'ordine delle votazioni e ne proclama i risultati. Sovrintende alle funzioni attribuite ai Moderatori ed ai Segretari. Assicura, impartendo le necessarie direttive, il buon andamento dell'Amministrazione dell’Assemblea.
Il Presidente interviene nel dibattito iscrivendosi a parlare e cedendo contestualmente la presidenza al vicepresidente fino al termine del suo intervento.

Procedure Di Voto
Insieme di norme che definiscono l’ordine in cui le proposte sono sottoposte agli aderenti riuniti in sessione e le modalità di voto. La procedura è la seguente:
- le proposte cui nessuno si oppone sono considerate adottate;
- sulle proposte multiple si vota separatamente;
- le proposte che si riferiscono alla stessa parte di testo o che si escludono reciprocamente possono essere contrapposte nella stessa votazione. l’Assemblea può decidere nella stessa votazione anche su due proposte che propongono quesiti diversi, ma che dal profilo del contenuto presentano due visioni politiche differenti;
- se in merito a uno stesso oggetto in votazione si è in presenza di più di due proposte, esse sono messe in votazione a due a due fintanto che se ne possano contrapporre solo due; si vota dapprima sulle proposte che presentano la più piccola divergenza contenutistica e poi, progressivamente, sulle rimanenti, in modo da risalire a quelle con la divergenza maggiore.
Se non si può determinare un chiaro ordine di votazione secondo questi criteri, si vota dapprima sulle proposte dei cittadini iscritti a parlare, poi su quella della Presidenza se esistente.

Sessione Di Lavoro
Per sessione di lavoro s’intende una riunione dell’Assemblea che copra un arco di tempo non superiore alle 6 ore.

Redazione1
16.07.2004 19:48
Paesaggio italiano..organizza

Paesaggio italiano........
Caro Silvano,
dobbiamo organizzare qualcosa per settermbre, perchè Paesaggio Italiano sarà disponibile solo dal 5 di settembre. Se posso, sarò, comunque presente alla festa dell'Ulivo.
Aspetto tue nuove.
Stefano

Caro Stefano ti ammiro per la capacità organizzativa e ti invidio per il successo divulgativo che da ciò trai per la nostra rete. Il 7 ed 8 agosto a Camporosso (vicino a Ventimiglia,) facciamo come lnel 2003 la Festa dell'Ulivo ed in tale occasione si potrebbe organizzare qualche cosa con te. Il 21 ne parlerò ad una riunione preparatoria, poi ci sentiamo ed eventualmente faccio un salto da te a Mondovì o viceversa. Grazie e ciao Silvano Toffolutti

Cari amici,
il Coordinamento dell'Ulivo di Mondovì ha organizzato, nell'anno 2003, un ciclo di incontri sui momenti più significativi della storia d'Italia, dal titolo "Paesaggio Italiano - sei nodi della storia repubblicana che segnano l'essere cittadini del nostro paese." I relatori, poi, sono stati d'eccezione: Andrea Manzella, Sergio Zavoli, Stefano Sicardi, Livia Turco, Carlo Federico Grosso, Nicola Tranfaglia, Piercamillo Davigo, Giorgio Benvenuto, Giuseppe Fioroni, Gianfranco Morgando, Rocco Sciarrone ed Oscar Luigi Scalfaro.

L'iniziativa, targata 'Ulivo' (un unicum in Italia), ha riscosso notevole successo sia nella nostra provincia (ne è stata prova tangibile la massiccia partecipazione) sia nell'ambiente ulivista nazionale.

Abbiamo così deciso di farla diventare un libro, edito dalla casa editrice Dell'Orso di Alessandria, di diffusione nazionale. "Paesaggio Italiano" avrà l'onore di essere introdotto da una bella prefazione di Romano Prodi ed uscirà nei primi giorni di settembre.

E' nostro intento, nel giro di 12-15 mesi, organizzare alcune conferenze stampa di presentazione in giro per l'Italia. Per fare ciò c'è, però, bisogno del vostro aiuto. Se qualche comitato fosse interessato ad organizzarne una, può contattarmi direttamente al 347/8789426 o all'indirizzo stetarolli@yahoo.it. Come organizzatori invieremo una bozza di locandina o manifesto che il comitato organizzatore potrà decidere di stampare. Oltre a noi curatori, se la località lo permette, si cercherà di far intervenire almeno un autore.

Se qualcuno, invece, fosse interessato esclusivamente ad acquistare qualche copia del libro (124 pag., 12 €), può contattarmi agli stessi recapiti.

Aspetto con fiducia 'ulivista'

Stefano Tarolli

Redazione1
16.07.2004 19:52
Meglio tardi che mai: viva la sincerità

Meglio tardi che mai: viva la sincerità!

Io sono per la prima che hai scritto: "prima le primarie"... come, del
resto, è scritto nel manifesto (o lettera di intenti) approvata a
Bologna.
Sono sicuro che come liberi cittadini sicuramente ci incontreremo
nuovamente.

Saluti
Daniele Brunetti
--------------------
Ecco! Fermiamoci o cambiamo argomento.
Prima le primarie o prima le coalizioni?
Noi siamo per la seconda che ho scritto.
Ma anche per strade diverse speriamo di incontrarci.

Lella Massari

Redazione1
16.07.2004 19:55
Le prossime iniziative sulle primarie

In merito ai due prossimi importantissimi appuntamenti:

Sabato 17 e Domenica 18 Luglio 2004: ASSEMBLEA COSTITUENTE del MOVIMENTO
DEI CITTADINI ITALIANI PER LE PRIMARIE, APERTE E PER LEGGE.


INVITO TUTTI A COMUNICARE, anche solo telefonicamente, LA PROPRIA
PRESENZA all'Assemblea, sia che ciò sia possibile in ambedue le giornate
o solo in quella di Sabato 17 Luglio o della sola Domenica 18 Luglio.

Ricordo che in particolare la MATTINATA DEL 18 sarà IMPORTANTISSIMA in
quanto si svolgeranno le VOTAZIONI, sia degli eventuali emendamenti su
Statuto e testo della Legge, sia per l'elezione delle CARICHE SOCIALI
del Movimento.

Purtroppo, come riscontrerete dal Regolamento, in un'Assemblea
Costituente non è serio dare deleghe a terzi. Perciò è strettamente
necessaria la propria PRESENZA PERSONALE.

L'appuntamento di Sabato è confermato con avvio della registrazione alle
ore 11, onde poter ritirare e leggere i documenti prima dell'inizio dei
lavori, previsti alle 14.
Difatti, dovendo procedere seriamente e nel rispetto degli orari
fissati, si darà per scontato che all'inizio dei lavori i documenti
messi a disposizione di tutti (e che saranno comunque inviati anche in
rete entro domani sera) siano stati letti e perciò si possa su di
essi discutere con cognizione di causa, per poi prendere le opportune
decisioni di voto l'indomani mattina, PUNTUALMENTE dalle ore 9.


_____________________________________________

CENA SOCIALE di Sabato 17 Luglio
_____________________________________________

Chi fosse interessato a partecipare alla Cena Sociale del costituendo
Movimento, può prenotarsi con una propria e-mail a Daniele Brunetti
daniele.brunetti@libero.it o con telefonandogli al 347.3806213 entro e
non oltre le ore 20:00 di Venerdì 16 Luglio.

La Cena, al costo di 16 (Euro Sedici), si svolgerà Sabato 17 alle 20:30
presso lo stesso centro congressuale dove si svolge l'Assemblea
Costituente.


_____________________________________________

LUNEDI' 19 LUGLIO: DEPOSITO DELLA LEGGE
_____________________________________________

La cerimonia del deposito del TITOLO della LEGGE D'INTRODUZIONE DELLE
PRIMARIE APERTE NEL SISTEMA ELETTORALE ITALIANO presso la SUPREMA CORTE
DI CASSAZIONE, è fissata Lunedì 19 Luglio alle ore 10.

Chi è interessato a comparire tra i cittadini firmatari di tale atto
devono attenersi alle seguenti due prassi:

1) inviare entro domani alle ore 15:00, via e-mail o via fax i seguenti
dati personali:
- NOME,
- COGNOME,
- Comune ed indirizzo di Residenza.
- Tipo del Documento d'Identità (Carta d'identità, passaporto, ecc.)
- Numero del Documento d'Identità,
- Ente emittente del Documento d'Identità,
- Scadenza del Documento d'Identità.
Questo consentirà alla Corte di preparare fin da domani pomeriggio,
venerdì, il Verbale di Deposito e perciò di accelerare le procedure di
rito.

2) trovarsi al raduno dei Cittadini firmatari fissato dalle ore 09:15
alle ore 09:45 all'angolo di Piazza Cavour con Via Cicerone o nel bar
vicino all'angolo.
Alle ore 09:45, tassativamente, il gruppo si recherà all'ingresso del
Palazzaccio (Palazzo di Giustizia) dall'altro lato della Piazza Cavour,
per accedere a tempo debito essendo stati preparati tutti i passi per
coloro che avranno comunicato i propri dati.



Grazie a tutti ed a presto.

Guido De Simone

Redazione1
17.07.2004 19:23
Un nuovo numero di orizzonti nuovi

IN QUESTO NUMERO DI ORIZZONTI NUOVI
IL PUNTO
Esecutivo Idv
Il giorno 9 e 10 luglio presso l'hotel Continental di Rimini, si è tenuto l'esecutivo nazionale dell'Idv, al fine di una valutazione più completa e complessiva delle ultime elezioni europee e di discutere il progetto politico programmatico del partito.

Il presidente Idv: “La coalizione era nata dalla preclusione nei nostri confronti”
“In Europa staremo coi liberaldemocratici”
Conferenza stampa sul futuro della lista Di Pietro-Occhetto

Il governo Berlusconi promette meno tasse
La Standard & Poor's ha declassato l'Italia, riducendo il giudizio da "AA" a "AA-"
Il rischio è quello di sospendere gli investimenti, proprio nel momento in cui sembra delinearsi un inizio di ripresa.

Questi e tanti altri argomenti trovi subito sul nostro giornale on-line (n. 14 anno 3 del 16/7/2004) sul sito di www.orizzontinuovi.org più aggiornato e con delle novità (puoi accedervi direttamente dalla home page del nostro sito www.italiadeivalori.it )

Nell'augurarti buona navigazione ricordiamo che si può contribuire al progetto abbonandosi al nostro quindicinale cartaceo. www.orizzontinuovi.org/index.php?pagina=abbonamento.htm

Orlando Vella
Direttore editoriale Orizzonti nuovi

Redazione1
17.07.2004 19:27
Il ghetto islamico è sempre uno sbaglio !!

Il ghetto islamico è sempre uno sbaglio!!!!
Il progetto della scuola Agnesi di Milano di istituire una classe speciale
riservata a studentii islamici egiziani è giustamente naufragato. La buona
volontà dimostrata dal preside e dagli insegnanti nel tentativo di
assecondare l'istanza dei genitori e di frenare l'abbandono scolastico si è
spinta troppo in là, scivolando in una soluzione inaccettabile.

Il ghetto è sempre uno sbaglio, sia quando viene imposto come un'infamia sia
quando viene preteso come un diritto. "Il pluralismo - sale della vita,
della democrazia e della cultura - non consiste in una serie di mini mondi
chiusi in se stessi e ignari l'uno dell'altro, bensì nell'incontro, nel
dialogo e nel confronto; l'endogamia - fisica, culturale, religiosa -
produce facilmente il cretinismo e altri fenomeni degenerativi" (C. Magris).

Gli islamici accettino dunque di entrare nella scuola pubblica, di
diventare compagni di banco di cattolici, ebrei, atei, agnostici, di fare
lo sforzo di confrontarsi con la cultura della nazione in cui hanno deciso
di vivere. Attraverso la contaminazione dei diversi nasceranno pure nuove
sintesi per il futuro. Siamo infatti tutti in viaggio verso l'inedito, verso
mondi spirituali e culturali ancora sconosciuti e le fatiche che
sperimentiamo sono le doglie del parto.

Purtroppo continua ad esserci una minoranza di islamici che non intende
comportarsi in questo modo e che si intestardisce nella richiesta di
recinti identitari. Costoro mostrano di non essere qui per integrarsi nel
sistema, ma per contrapporsi ad esso, forse per sostituirlo. Uno Stato laico
(e non anemico), democratico (e non lassista) ne prende dolorosamente atto
ma non molla.
-------

Consiglio a tutti la lettura integrale dell'articolo di C. Magris, Corriere
della sera del 12 luglio:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/07_Luglio/12/liceo_magris.s
html

Buone vacanze
Giovanni

Redazione1
17.07.2004 19:49
Non ci sarò

Sono del tutto d'accordo con Enzo e Massimo di Velletri. Anch'io trovo che l'assenza di alcune condizioni - prima fra tutte la costituzione di un Comitato scientifico di alto profilo - e il tempo impiegato a creare strutture rigide e complesse, vadano nella direzione opposta a quella che ritenevo indispensabile per avviare un serio lavoro di sensibilizzazione attorno al tema delle primarie.

Peccato che anche in questo caso i personalismi e l'ipertrofia di molti ego abbiano impedito un percorso semplice, lineare ed efficace.

Per ora, ritengo più opportuno tirarmi da parte, non condividendo la strada che si è intrapresa. In attesa che le condizioni per riprendere il discorso si ripresentino.

Manuela Faccani - Ravenna

Redazione1
20.07.2004 21:05
Scuola islamica:non è un ghetto!!

La Corte Costituzionale è già stata onvestita del problema, ed ha sentenziato che il crocefisso va tolto ogniqualvalta qualcuno lo chieda.

Quanto ai cani di Pavolv, quando ero bambina c'era un detto:
"Chi lo dice lo è"
Forse questo vale anche in questo caso.
Annarosa

Caro Piero e cari tutti,
il problema del crocefisso e quello della classe (non della scuola)
islamica, sono problemi distinti.
Se vuoi che discutiamo sul crocefisso, facciamolo pure: da parte mia,
sono assolutamente contraria all'esibizione di simboli religiosi in una
scuola laica, quindi sono contraria a che il crocefisso sia presente sui
muri delle scuole e in generale dei luoghi pubblici: mi sembra un limite
alla laicità dello stato ed un'offesa ai credenti di altre religioni e ai
non crdenti, che dovranno sentirsi cittadini di serie B.
Tu scrivi: "esiste una legge (il decreto del 1923 più volte citato sulla
stampa di oggi) che dice (giusto o sbagliato che sia) che nelle scuole ci
va il Criocifisso"
Ricorda che in quella legge c'è scritto che nelle scuole deve essere
affissa anche l'effige del re e la bandiera dei savoia: se fai riferimento
a quella legge, dovresti chidere che venga applicata integralmente.
Che poi tu mi porti, in favore della presenza del crocefisso sui muri,
la parola di un Cardinale, mi sembra fuorviante: mi meraviglierei proprio
che un Cardinale chiedesse di toglierlo!
Ma qui non stiamo parlando di crocefissi: stiamo parlando del tentativo
di fare una classe "speciale" per ragazzi islamici che avevano prima - si
tratta di una prima liceo, non di una scuola elementare - frequentato solo
la scuola coranica, e quindi avevano difficoltà ad integrarsi in una
classe normale, anche per difficoltà nell'uso della lingua italiana.
Questi ragazzi, senza la "classe speciale" non verrebbero iscritti
affatto nella scuola, e quindi verrebbe tolta loro la possibilità di
proseguore gli studi e di integrarsi meglio nella comunità e nella cultura
italiana.

Si tratterebbe di un esperimento, e come tale andrebbe valutato, e non
cancellato apriori.
I ragazzi seguirebbero i normali programmi della scuola italiana, e
sarebbero inseriti in una scuola italiana pubblica: sarebbero quindi
continuamente a contatto coi ragazzi delle altre classi, diminuirebbe il
loro isolamento, e, se l'esperimento avesse successo, penso che gli stessi
ragazzi dopo un anno più o meno, chiederebbero di essere inseriti nelle
classi normali.

La rapidità con cui la Moratti è intervenuta a bloccare l'esperimento mi
sembra un cattivo segno: non ha voluto un tentativo (un compromesso, come
dice Umberto Eco) per facilitare l'integrazione dei ragazzi islamici di
nazionalità egiziana nella cultura italiana.

Non è questo il metodo migliore?
Può essere.
Ma non parliamo di segregazione, perché l'obiettivo è proprio l'opposto.
Parliamo piuttosto di sezione "speciale" per ragazzi con difficoltà
particolari.
Un tentativo di questo genere è stato fatto negli anni '60, ma non ha
avuto successo. Non è detto quindi che abbia successo anche in questo
caso, ma perché non provare?

Gli islamici, di cultura molto diversa dalla nostra, hanno particolari
difficoltà, oltre alla rigidità delle famiglie, ad inserirsi nella nostra
cultura.
Un esperimento che cerchi di facilitarli va sperimentato.
Se non avrà successo, trattandosi di un esperimento, verrà sospeso.
Perché tanto accanimento prima ancora che l'esperimento abbia inizio?
E' da questo accanimento che si trae l'impressione di un "integralismo
cattolico" e si scivola a parlare di crocefissi.

Comunque, la Moratti ha deciso, e a te piace la sua decisione.
Invece di affermare che per una volta la Moratti ha fatto una cosa
giusta, perché non ti chiedi se forse non sbagli tu, a concordare con la
Moratti, che fino ad ora di cose giuste mi pare non ne abbia fatte, o ne
abbia fatte ben poche?

Annarosa
----------------------

Cara Annarosa e cari tutti,

intervengo ancora sperando di mettere meglio a fuoco l'argomento, che
è certo più importante di molti altri che hanno appassionato la lista.
Ho visto che Annarosa si concentra sul problema del Crocifisso, come
pure l'articolo della Repubblica da lei riportato e come pure anche Furio
Colombo sull'Unità di ieri (come ho ascoltato a Prima Pagina ieri
mattina).
A me pare che questo sia indizio di uno scambio fra il marginale e
l'essenziale: è un po' come quando uno indica la luna e l'interlocutore
guarda il dito.
Il fatto del Crocifisso non c'entra niente con l'opposizione alla
classe ghettizzata: il fatto è che la scuola ghettizzata è uno sbaglio in
sé, perché rinnega oltre 200 anni di storia, in cui abbiamo creduto
nell'uguaglianza degli uomini, che la scuola ghettizzata nega in radice
(come pure nega la separazione fra religione ed organizzazione dello
stato, in quanto è l'espressione di un integralismo allo stato puro).
Allo scopo di chiarire cosa penso della questione, ripeto
assolutamente marginale, del Crocifisso, in calce vi riporto un lettera da
me scritta, quasi un anno fa, alla mailing list della Margherita.
Un caro saluto.
Piero Stagno
---------------
ecco la lettera alla mailing list della Margherita, che a sua volta
riprende concetti che avevo svolto un altro anno prima.

26/10/2003
Cari amici,
ho visto gli interventi di oggi sull'argomento.
a mo' di introduzione, mi permetto di ripetervi quanto scrivevo in
lista su argomento analogo più di un anno fa (28settembre 2002).
".....Allo scopo di contribuire ad un approfondimento del dibattito,
mi permetto di riportarvi la sintesi di un'intervista del cardinale Tucci,
così come pubblicata dal Popolo di ieri. ...dice dunque il Cardinale:
"l'esposizione del Crocifisso non è offensiva per nessuno che abbia un
minimo di apertura culturale...., la maggioranza che si riconosce in
qualche misura nel Crocifisso è molto più ampia di quella parte della
popolazione italiana che aderisce alla Chiesa; ha diritto, questa
maggioranza di essere rispettata; questo è fondamentale.....Però va anche
spiegato....che cos'è il Crocifisso, perché spesso, soprattutto i
Musulmani, lo intendono in modo che non corrisponde a quello che noi
pensiamo... occorre far capire cosa dice questo segno sul quale è
costruita la nostra cultura....è il segno del Dio che ha compassione di
noi, accetta la debolezza umana, apre tutti uno all'altro e quindi crea la
relazione della fraternità". Il cardinale poi contesta "l'opinione di
qualche pen
satore cattolico, che dice il Crocifisso deve starci....come simbolo
dell'identità occidentale contro il fondamentalismo islamico....".
L'idea di un Crocifisso "contro" appare al Cardinale inaccettabile:
tuttavia "abbiamo anche il diritto di difenderci contro chi irride questo
simbolo.....non è accettabile che si dileggi...ciò che è sacro per i
cristiani".
Ciò premesso, sull'argomento e cioè sul giudice dell'Aquila che
avrebbe imposto di togliere il Crocifisso da una scuola, a me pare:
a) l'articolo 101 della Costituzione dice: "i giudici sono soggetti
soltanto alla legge", quindi non possono disapplicarla.
b) esiste una legge (il decreto del 1923 più volte citato sulla stampa
di oggi) che dice (giusto o sbagliato che sia) che nelle scuole ci va il
Criocifisso
c) L'art. 1 della Legge Costituzionale 9/2/1948 n. 1 e l'articolo 23
della Legge 11/3/1953 n.87 dicono (vi risparmio i testi, ma fidatevi) che
quando in un giudizio sia necessario applicazione una legge, per la quale,
a richiesta di una parte sia eccepita la illegittimità costituzionale ed
il giudice ritenga l'eccezione manifestamente infondata, gli atti sono
rimessi alla Corte Costituzionale per la decisione di costituzionalità. La
rimessione può anche essere decisa d'ufficio dal giudice, anche in assenza
di eccezione delle parti.
d) quindi come è stato rilevato da più parti, l'unico modo di
procedere sarebbe stato di rimettere gli atti alla Corte costituzionale.
e) Consapevolmente o no il giudice dell'Aquila ha fornito ulteriori
munizioni alla campagna di delegittimazione della Magistratura promossa
dall'attuale Governo (Castelli, probabilmente ignaro che l'unico modo di
cambiare gli atti dei giudici è l'appello, ha già promesso un'ispezione).
Un caro saluto
Piero Stagno

Redazione1
23.07.2004 20:35
Ufficio di premierato per Prodi

Aggiungo che il problema per Prodi è sempre lo stesso di anni fà quando mi
sono opposto alla fusione con la Margherita. Prodi non ha un suo gruppo, non
ha seguito organizzato. Nella fase attuale l'unica possibilità vera per Lui
è la nascita di un ufficio di premierato come avevamo progettato a Monte San
Savino. Gustavo Pasquali

Redazione1
23.07.2004 21:38
Lavoro atipico

Dal sito www.nuovowelfare.it

La dimensione incerta del lavoro atipico

La dimensione incerta del lavoro atipico

Il 13 Luglio scorso è stata presentata, in occasione di un convegno, la nuova ricerca promossa dall'Associazione Nuovo Welfare, insieme con Nidil - Cgil e Spi - Cgil, sul mondo del lavoro atipico.
L'obiettivo di questo progetto è di contribuire a delineare i contorni, in alcuni casi non ben definiti, di una realtà fatta di persone che vivono la loro condizione lavorativa con molte difficoltà, tanti problemi, ma anche con un forte senso di fiducia nel futuro.
Una specifica sezione della ricerca è dedicata ai collaboratori, alle loro condizioni lavorative e di vita, ai loro bisogni professionali e di tutela sociale, al loro futuro pensionistico. In questa parte, sono state realizzate in particolare delle simulazioni inedite sul loro destino previdenziale.
Nel sito è possibile scaricare integralmente la ricerca e consultare la rassegna stampa relativa.

Associazione Nuovo Welfare
www.nuovowelfare.it
Piazza di Pietra, 26
00186 - Roma
Tel 0669923377 Fax 066798452
info@nuovowelfare.it

Redazione1
23.07.2004 21:44
Non non mi sono dimenticata....di Mirella Strani

No Nicola, non è una dimenticanza e neppure una scelta: la mia è una "non
scelta". Possiamo chiamarla, se preferite, posizione d'attesa. Sono in
attesa di sapere alcune cose sia da Romano Prodi (continuo a ritenerlo
l'unico leader capace di mettere insieme una coalizione) e dai CpU. La
lettera che il Professore ha scritto all'indomani delle elezioni europee è
diventata, nel frattempo, carta straccia. Secondo alcuni dovrebbe "sporcarsi
le mani" e partecipare, ma partecipare a che? Alle bizze di alcune
primedonne, agli intrighi dei palazzi di alcuni partiti, alle loro dispute
interne e di corridoio, dove tutti, ma proprio tutti, anche i più
sconosciuti, stanno trovando un po' di visibilità. No, secondo me Romano
Prodi dovrebbe dirci quale è ormai la sua idea di Ulivo o di coalizione,
rivista e corretta alla luce di nuovi avvenimenti. Il 1996 è lontano, nel
frattempo le condizioni della politica italiana sono cambiate, in peggio
sicuramente, e le condizioni del paese sono tragicamente sull'orlo di un
baratro, quindi una correzione è necessaria. Le ultime elezioni sono state
chiare, il centrosinistra è premiato quando si presenta veramente unito e
rispettoso delle identità di tutti fin dall'inizio, quando presenta
candidati seri , capaci e credibili, quando c'è un programma costruito
insieme a tutti, fattibile e concreto. Non voglio sentir parlare di
"cerchi", "tre ciambelle" o altre amenità del genere. Non c'è tempo.
Speravo, confidavo che i CpU si facessero portavoce di questa urgenza, che
rivolgessero il loro appello direttamente a Romano Prodi, chiamandolo, unico
interlocutore, a farsi carico e messaggero di quel rinnovamento per cui noi,
CpU, siamo nati e abbiamo ragione di esistere: l'unità del centrosinistra.
L'unico appello che mi sento di lanciare in questo momento è:
PROFESSORE SI SGANCI DA TUTTO E PARLI. NON E' VERO CHE IL SUO RUOLO
ISTITUZIONALE GLIELO IMPEDISCE, E' ORMAI ALLA FINE DEL SUO MANDATO , NEI
PROSSIMI GIORNI IL SUO SUCCESSORE SARA' UFFICIALE E, D'ALTRONDE, L'HA GIA'
FATTO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE, INFISCHIANDOSENE DI QUELLO CHE DICEVA
IL CENTRODESTRA. RIAFFERMI CON VIGORIA E PRESTIGIO LA SUA LEADERSHIP, CI
PRESENTI LE SUE IDEE PER UN PROGETTO PER L'ITALIA, CONVOCHI LEI UNA GRANDE
CONVENZIONE DEL CENTROSINISTRA, IMPEDISCA I VETI E I CONTROVETI, ASCOLTI LE
PROPOSTE E LE POSIZIONI DI TUTTI E NE FACCIA UNA SINTESI. QUELLO CHE NE
NASCERA' SARA' LA PROPOSTA DEL CENTROSINISTRA PER IL FUTURO DELL'ITALIA.
Mirella Strani

Redazione1
23.07.2004 21:46
Cara Mirella...è un peccato...di Bruno Drioli

Cara Mirella,
non mi sento di condividere tutto ciò che scrivi, ma mi sento di ribadire
(come ho già scritto in una recente E-mail) che
il tipo di cose che dovremmo dibattere e ..proporre... noi CpU sono quelle
che tu affronti, e di ribadire anche che dovremmo darci un'organizzazione
in grado di favorire questi dibattiti e ..veicolare..le conclusioni verso
chi di dovere,...Prodi..i partiti...i cittadini...
Un'esempio di ..proposta..da cittadino.. da veicolare atttraverso i
CpU....ai partiti...
La babilonia di chiacchere e di proclami a cui assistiamo
è....vegognoso...Il centrodestra almeno fa riferimento a delle cose non
condivisibili ma abbastanza comprensibili, il centrosinistra si limita a
dichiarazioni....ingenue..e ..quasi fastidiose...!
Quando sento dire o vedo scrivere da politici del centrosinistra (p.e.
Fassino..) e/o da giornalisti anche di orientamento ulivista (p.e. Stefano
Folli), che Berlusconi.....non si rende conto...che...gli italiani ..ecc.
ecc. mi sento insultato! E' mai possibile che qualcuno pensi realmente che i
leader del centrodestra e Berlusconi in particolare....non si rendano
conto....(e che questo messaggio venga trasmesso agli italiani).Si tratta
invece (semplificando un po' il discorso) di una lucida strategia per poter
perseguire ..a latere( a qualunque prezzo).... i veri obiettivi prioritari
del gruppo di potere che sta ridisegnando alcune regole della convivenza
civile per scopi personali (come un vestito su misura). Questo è sotto gli
occhi di ..molti (ma non di tutti).., e questo,....insieme con esempi
chiari dei fatti ..scandalosi..che stanno accadendo continuamente e.....con
delle proposte alternative ....sintetiche ma comprensibili ....andrebbe
comunicato... ai tanti italiani..meno informati..ecc....ecc.
Spero che dopo le vacanze saremo più costruttivi.

Bruno Drioli
(Crescita etica e civile)

Redazione1
31.07.2004 19:14
Apello Costituente Ulivo: superate le 1.100 firme.

Appello per la Costituente e per le Primarie dell'Ulivo lanciato dalla Rete dei Cittadini per l'Ulivo: al 31 luglio superate le 1.100 adesioni.

Prime firme: Lerner, Luciana Sbarbati, Giovanni Berlinguer, Trentin, Salvati, Ariemma, Scoppola, Toschi, Conconi, Santoro, Ferrarotti, Martini, Penati, Pasquino, Minniti, Rosy Bindi, Realacci, Ranieri.

Ed ancora: Manconi, Lipari, Martinelli, Kessler, Chiaromonte, D'Antona, Benvenuto, De Zulueta, Lettieri, Quartiani, Piloni, Barbini, Marongiu, Pittella, Rocchi, Pagano, Tonini, Angioni, , Armato, Fadda, Ceccherini, Cenni, Ceccuzzi, Mirabelli, Nannicini, Carli, Dal Moro, Ceriani.

Tra le firme: 40 docenti universitari di 18 diversi Atenei, 36 parlamentari, 4 Europarlamentari, 11 componenti il Comitato Nazionale di 'Uniti nell'Ulivo', personalità del mondo delle Regioni e delle autonomie locali, dell'Associazionismo, organizzazioni uliviste di base, cittadini.

Cliccando sull'indirizzo qui sotto, l'elenco completo in excel.


http://www.cittadiniperlulivo.com/wmview.php?ArtID=431

Redazione1
15.08.2004 08:15
Riapriamo il nucleare

L'ipotesi del Vice Ministro per le attività produttive, Adolfo Urso, di un
ritorno al nucleare ha scatenato l'interesse sul tema energia
dell'opinione pubblica italiana. Ne abbiamo avuto riscontro anche dalle e
mail e dalle telefonate dei nostri lettori. L'incidente alla centrale
nucleare giapponese e una recente intervista della scrittrice indiana
Arandhati Roy comprendente anche temi che riguardano l'ambiente e le fonti
energetiche (RAI news 24) ha rilanciato ulteriormente il dibattito.
Considerato l'interesse della nostra testata per questi argomenti, per
tutto il mese di Agosto daremo ampio spazio a tutti coloro che vorranno
manifestare le proprie opinioni con le proprie e mail.
Giovanni Frazzica
3332103185
www.mondonuovonews.com

Redazione1
15.08.2004 08:17
Occhio del cinema di Luigi Boschi

´OCCHIO DEL CINEMA

"L'Occhio del Cinema" è il nome del programma televisivo con Giuseppe Calzolari, che conversa sul cinema, con un intervento semplice e di coinvolgimento popolare. Autore Luigi Boschi.
Ogni puntata si compone di 2 parti.
a)La prima tematica: cinema all´aperto, neorealismo, il cinema francese, Hollywood; ma anche il cinema e la scuola, il cinema e la giustizia, il cinema e la politica, il cinema e la guerra, ecc.
b)La seconda: critica su un film, contestualizzazione, trama, breve commento condito con aneddoti o curiosità.
In entrambe le parti a supporto delle tesi, vi sono contributi video da film d´autore. Possibili incontri o videochiamate durante la conversazione con colleghi o operatori del settore.

E' girato e prodotto in digitale -commenta Luigi Boschi- con tecnologie di ampia diffusione. Non siamo certo andati alla ricerca delle migliori soluzioni tecnologiche, ma di quelle qualificate di ampia diffusione che il mercato offre. E' sui contenuti e sulla progettualità dell'idea che vogliamo lavorare. E' negli strumenti "poveri" che può esserci l'evoluzione. La tecnologia broadcast oltre ad avere costi per noi proibitivi ci impedisce la sperimentazione ed è lì invece che si genera il nuovo. Certo col broadcast ci sono più soluzioni e qualità, ma non sempre è possibile avvalersi di quelle tecnologie.

La puntata n°0, in programmazione per mercoledì 11 agosto alle 13,10 e replica in giorni successivi in seconda serata, come speciale su TV Parma, è un test di prova produttivo e di format. L'argomento tematico di questo numero è il cinema all'aperto a Parma, mentre la critica del film è riservata a "Aurora" di Murnau (1927), film muto di cui è stata restaurata la pellicola e che andrà in visione a Parma verso la fine agosto all'Astra.
Per Giuseppe Calzolari, Peppino, Hanphry Bogart lo soprannominò Pietrino Bianchi, il cinema è la sua vita. Davide Barilli lo ha descritto benissimo nel suo libro sui personaggi di Parma. Cominciò ad occuparsi di critica cinematografica nel 1950 quando firmava come redattore la rivista di Parma "Sequenze" edita da Maccari e diretta da Luigi Malerba. Poi è tra i direttori della collana edita da Guanda "Piccola biblioteca del cinema" (1951-1958) in compagnia di Bertolucci e Malerba. Ha curato una collana di monografie di attori del cinema (1955-1957) firmata insieme a Tullio Chezich per le edizioni SEDIT di Milano intitolata "Tascabile" del cinema. Per anni ha seguito come critico i festival internazionali da Cannes a Venezia per l´agenzia Aga di Roma e per numerosi quotidiani.
Nel 1978 ha pubblicato un´accurata ricerca sulle origini della critica cinematografica a Parma nei volumi "Parma vicende e protagonisti". Ha curato, nel 1985, la mostra e il volume "Il Portoghese Discreto" per ricordare Pietro Bianchi. Con Antonio Marchi ha collaborato ai molti documentari su Parma prodotti dal 1958 al 1961 dalla Cittadella film che aveva sede nella nostra città.
Ha scritto per i volumi "Parma e il Cinema", poi Bernardo Bertolucci l´ha chiamato a fare l´attore in "Prima della Rivoluzione", "La Tragedia di un Uomo Ridicolo" e "La Luna". Si è occupato di film per una serie di TV private e ha pubblicato i volumi su "I cinematografi di Parma" e anche sullo storico "Cineclub di Parma".

L'occhio del cinema
autore: Luigi Boschi
regia: Luigi Boschi, Marta Mambriani
riprese: Ezio Venturi, Marta Mambriani
montaggio e postproduzione: Angelo Boni Sforza
mixaudio: Studioveronica
produzione: Florance


FLORANCE
p r o d u c t i o n s

tel 338 7152065 e-mail: floranceproductions@libero.it

Redazione1
16.08.2004 07:50
Il terrorismo attaccherà l'Italia ?

"IL TERRORISMO ATTACCHERA' L'ITALIA?"

Cari lettori, in questi giorni sentiamo parlare di un possibile attacco all'Italia da parte del terrorismo internazionale. Un pericolo chiaramente effettivo e che va preso assolutamente sul serio. D'altra parte, perché mai il terrorismo dovrebbe salvare l'Italia dalla sua follia omicida visto anche il fatto che siamo alleati degli Usa nella guerra in Irak?Spero di sbagliarmi, ma se mai un attentato sarà fatto, tutti i morti saranno da "addebitare" al nostro governo il quale ha scelto la via della guerra e non quella della saggezza. Intanto in Irak gli americani, proprio in queste ore, stanno assaltando la città santa di Najaf, un affronto che sta costando la vita a moltissimi civili tra cui molte donne e bambini come sempre. Sadr è certamente un folle assassino ma attaccare una città santa islamica è stato uno sbaglio tattico da cui non potrà che arrivare morte. E' inutile che il nostro Ministro dell'Interno Pisanu continui a voler tranquillizzare a tutti i costi la cittadinanza, il pericolo di un grosso attentato in Italia è reale, lo dicono peraltro i servizi segreti di vari paesi tra cui il Pakistan. Siamo abbastanza difesi?Siamo abbastanza pronti a fronteggiare un tale attacco?Domande cui gli addetti ai lavori devono dare una risposta chiara, senza mezze parole e senza rassicurarci facendoci vedere in tv qualche poliziotto in più vicino le ambasciate. Il pericolo è serio ed ho la percezione che com’è già accaduto con gli attentati alle torri gemelle negli Usa, anche in Italia si stiano sottovalutando segnali reali di pericolo. Il nemico è invisibile e soprattutto ben organizzato, la cronaca conferma ciò ed i morti pure!
Walter Lanaro
cuccu44@softhome.net
Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
13.09.2004 15:59
Cosa sta avvenendo nell'Ulivo ????

da repubblica.it
Dopo le polemiche, riuniti i vertici della Margherita
Il presidente Ue: "Abbiamo fatto passi in avanti"
Faccia a faccia Prodi-Rutelli
Lunedì il confronto nell'Ulivo

ROMA - "Seri passi in avanti". Romano Prodi lascia la riunione del vertice
della Margherita e ostenta soddisfazione. Scioglie con parole positive il
duro scontro che da giorni si trascina con Francesco Rutelli. Uno scambio
di colpi che scuote la Margherita e l'Ulivo. "Abbiamo iniziato un percorso
- spiega Prodi - per una discussione bella e costruttiva, molto aperta".
Poi l'annuncio: lunedì prossimo si terrà una riunione con gli altri rappresentanti
della Lista unitaria. Sul tavolo le regole e gli organi della federazione.
"La Federazione - scandisce Prodi - parte, va avanti, si inizia un cammino
comune".
Rutelli, per il momento, non parla. E Prodi evita di scendere in polemica
con l'ex sindaco di Roma. Diatriba che si era aperta all'indomani del non
esaltante risultato delle europee, che era proseguita con l'irridente "bel
guaglione" rivolto da Prodi a Rutelli. Con quest'ultimo che aveva replicato:
"Sono attacchi personali e infelici". E aveva lanciato una proposta all'ex
presidente della Ue: "Suggerirei a Romano di candidarsi alle prossime suppletive,
di venire in Parlamento e di guidare da lì la battaglia dell'Ulivo e del
centrosinistra, così sarà più forte che in un anno speso tra convegni e
iniziative".
Con queste premesse si era aperta la riunione della Margherita di questa
mattina. Una sorta di resa dei conti, l'aveva definita qualcuno. Prodi da
una parte e Rutelli dall'altra. Faccia a faccia, dopo giorni di polemiche
e attacchi. Alla fine i toni sembrano essersi abbassati. Con Prodi che mette
l'accento sui "passi in avanti" fatti. Tutto chiarito, dunque? "I chiarimenti
non sono mai definitivi", replica Prodi.
(13 settembre 2004)
_______________________________________

Televideo - 13/09 13.48
Fassino su Ulivo: "finalmente si parte"
Fassino è soddisfatto per la decisione di Prodi di riunire lunedì i Segretari
della Lista Uniti nell'Ulivo (Ds, Margherita, Sdi e Repubblicani europei).
'Bene, finalmente si parte',commenta il Segretario Ds. Fassino indica 'tre
cose da fare' per dotare il centrosinistra di una proposta di governo credibile:
elaborare un programma; avviare la costituzione della 'federazione dell'Ulivo'
ed aprirla ad altri apporti; lanciare le primarie con Prodi candidato a
Palazzo Chigi. Servono, dice, anche 14 candidati per le Regionali.
_______________________________________

QUANTO RIPORTATO SOPRA DIMOSTRA CHE FORSE E' LA VOLTA BUONA...
MI CHIEDO SOLO SE NON FOSSE IL CASO, E SE NON SI POSSA LAVORARE IN QUESTI
GIORNI PERCHE' SI VERIFICHINO DUE COSE QUI ASSENTI:
1. L'APERTURA ALLE ALTRE FORZE, OLTRE AI QUATTRO RAPPRESENTANTI DELLA LISTA
UNITARIA: LA "FEDERAZIONE DELL'ULIVO" RISTRETTA NON CI STA ANCORA BENE...
PERCHE' NON APRIRSI SUBITO ANCHE AGLI ALTRI?....ALMENO TENTARE....
2. PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI, CI SARANNO LE SUPPLETTIVE: POICHE' SERVIRANNO
CANDIDATI PER TUTTA LA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA, QUALI CRITERI USARE?
A MILANO E A GENOVA, IN DUE COLLEGI, SONO STATI INDIVIDUATI DUE CANDIDATI
SOSTENUTI ANCHE PERCHE' INDIVIDUATI COL CRITERIO DEL FORTE "LEGAME COL COLLEGIO"
(anche se non necessariamente lì residenti); ALTROVE, PER ESEMPIO A NAPOLI,
COSA STA AVVENENDO?

Angelo Cifatte
Ufficio Tel. 010 5573779
Casa Tel./Fax 010 5701274
Cell. 333 4891234

Redazione1
13.09.2004 16:01
Ulivo a Mondivì.........

Cari amici ulivisti,

Vi informo nuovamente su di un'iniziativa dell'Ulivo monregalese.

Il Coordinamento dell'Ulivo di Mondovì - di cui faccio parte - ha organizzato, nell'anno 2003, un ciclo di incontri sui momenti più significativi della storia d'Italia, dal titolo "Paesaggio Italiano - sei nodi della storia repubblicana che segnano l'essere cittadini del nostro paese." I relatori sono stati d'eccezione: Andrea Manzella, Sergio Zavoli, Stefano Sicardi, Livia Turco, Carlo Federico Grosso, Nicola Tranfaglia, Piercamillo Davigo, Giorgio Benvenuto, Giuseppe Fioroni, Gianfranco Morgando, Rocco Sciarrone ed Oscar Luigi Scalfaro.

L'iniziativa, targata 'Ulivo' (un unicum in Italia), ha riscosso notevole successo sia nella nostra provincia (ne è stata prova tangibile la massiccia partecipazione) sia nell'ambiente ulivista nazionale.

Abbiamo così deciso di farla diventare un libro, edito dalla casa editrice Dell'Orso di Alessandria, di diffusione nazionale.
"Paesaggio Italiano" avrà l'onore di essere introdotto da una bella prefazione di Romano Prodi ed uscirà nei primi giorni di settembre.
Il testo sarà pronto per la fine di settembre.

E' nostro intento, nel giro di una decina di mesi, organizzare alcune conferenze stampa di presentazione in giro per l'Italia. Chi fosse intenzionato ad ospitarne una nei prossimi mesi, magari anche con la presenza di qualche relatore, può contattarmi via e-mail a questo indirizzo.

E' possibile inoltre prenotare alcune copie del libro.

Aspetto con fiducia ulivista

Stefano Tarolli
"Officina Ulivo - Mondovì"


--------------------------------------------------------------------------------

Redazione1
13.09.2004 16:03
A Milano si vota?

Scusate, ma a Milano si vota?

No, non intendo le elezioni suppletive nel collegio n. 3: lì si è già deciso, le segreterie dei partiti hanno fatto le loro trattative, hanno intavolato discussioni ma, alla fine, hanno trovato l’accordo sul candidato e, forse, sul simbolo da usare.

Lunedì, finalmente, i segretari dei partiti, e solo loro, si incontreranno per ratificare il tutto.

Le primarie? Il coinvolgimento della società civile? Il rapporto con le associazioni?

Ma no, calma.

Quelle sono solo “fregnacce romane”, sparate estive di un vecchio trombone come Romano Prodi che (detto in tutta franchezza), se vuole fare il leader della coalizione, farà bene a giungere a più miti consigli.

Lui e quei quattro matti dei Cittadini per l’Ulivo che, oltretutto, continuano ostinatamente ad usare questo nome ed a chiedere che si usi questo simbolo ormai obsoleto, superato, vecchio che, tuttalpiù, potrebbe interessare a qualche milione di italiani romantici che chiedono unità ma anche capacità programmatica a partiti, movimenti, associazioni, eletti nelle istituzioni.

Insomma, tutte quelle menate un po’ pallose che, alla fine, non fanno altro che disturbare il manovratore.

Detto questo, torno alla domanda iniziale: ma, a Milano, si vota?

No, non avete capito ancora, non mi riferisco neppure alle regionali del 2005: lì si tratta di un passaggio poco interessante, che non attira l’attenzione di alcuno.

Mi riferisco, invece, a quel dibattito accesissimo, a Milano non si parla d’altro, sulle elezioni comunali del 2006, sul dopo- Albertini.

Basta salire su un tram, entrare in un negozio, dal parrucchiere, o in un centro commerciale, per vedere che la gente (gli elettori) non pensa ad altro:

Ho sentito l’altro giorno ai giardinetti, un gruppo di vecchiette che se la raccontava: “hai sentito, forse si presenta Fedele Confalonieri” “Si- ha risposto un’altra, però Scalpelli, Carrubba ed altri stanno già preparando la lista civica, così gliela fanno vedere loro!!””E io ho saputo da mio nipote, che il candidato del centro sinistra federato (non confederato) e ricostituito, allargato a rifondazione e Di Pietro, sarà Ferruccio De Bortoli.””Ma faranno anche le primarie?- ha buttato lì la solita maligna, che pareva essere la più giovane del gruppo- guadagnandosi uno sguardo all’unisono (come fosse un solo occhio) dalle amiche; sguardo senza dubbio di rimprovero, misto a stupore e sdegno per la sfrontatezza”

Questa, lo sanno tutti, è la situazione in città.

E quindi, se non vi è angolo dove non si affronti il tema, è più che naturale che un giornale importante come Repubblica dedichi ogni giorno una pagina all’argomento, chiamando in causa i principali esponenti della vita politica di questa città.

Ed è ancora più logico che essi principali esponenti alimentino e tengano vivo il dibattito.
Possiamo tutti dormire sonni tranquilli: così come al collegio 3, le segreterie sono al lavoro e, certamente, faranno la scelta giusta.

Anche perché, quando parlano di società civile e di lista civica, mica si riferiscono alle migliaia di elettori che continuano ostinatamente e pervicacemente a far capire che voterebbero molto volentieri l’Ulivo, ma non sempre sosterrebbero i partiti che lo compongono (chiedere informazioni a Mannheimer ed agli istituti di sondaggio); nemmeno si riferiscono alle centinaia di associazioni presenti sul territorio, al mondo del volontariato, ai movimenti ed ai comitati.

No, l’asse (importante, senza dubbio, se considerato uno dei tanti, devastante se considerato l’unico) è con i “terzisti” che, da parte loro, fanno sapere di gradire moltissimo e di avere già in testa un percorso più che chiaro.

Naturalmente lo discuteranno in riunioni riservatissime con i segretari provinciali più Massimo Cacciari che è l’unico, insieme a Gad Lerner, ad avere diritto di cittadinanza e di parola in questo waltzerino delle idee nella Milano che conta.

Forse si sta partendo con il piede sbagliato e, con questo metodo, chissà, da qui a un anno e mezzo, quanti De Bortoli (che sarebbe un ottimo candidato) avremo bruciato.

Intanto, tra un pisolino e l’altro, fra qualche mese dovremo sbrigare la noiosissima pratica delle elezioni regionali.

Uhh, che noia!! Tiremm innanz.

Nessuno, però, disturbi i manovratori.



Stefano Facchi

Redazione1
13.09.2004 16:15
Sciopero della spesa

Prezzi: sciopero spesa e auto il 16 settembre
Manifestazione di Intesa Consumatori
(ANSA) - PALERMO, 12 SET - Sciopero della spesa e dell'auto il prossimo 16
settembre contro il caro-vita. L'iniziativa, e' organizzata dall' Intesa
consumatori. La manifestazione e' stata lanciata dal segretario nazionale
Codacons, Francesco Tanasi, secondo cui 'le famiglie italiane hanno speso
in media 1.612 euro in piu' dal 31 luglio 2003 al 31 luglio 2004'.'Le voci
di spesa che hanno subito maggiori 'ritocchi' - sostiene Tanasi - sono i
servizi bancari, i trasporti, sanita' e salute.

Redazione1
19.09.2004 11:26
Vairo ritornerà pulita? di L.Boschi

VAIRO RITORNERA´ PULITA?
risposta al sindaco di Palanzano

Montali, non meni il maial per l´aia! Rispetti i suoi cittadini prima e i liberi movimenti politici indipendenti; o si pone censore della libertà di pensiero, di opinione, di rappresentanza politica? Non sia ridicolo! La responsabilità del nostro Movimento per cause, progetti, visioni anche impopolari è da molti riconoscita e ben lo sa! Piuttosto sia lei responsabile, visto il ruolo istituzionale che ricopre, evitando "sbandamenti" di stile.

La vicenda della Porcilaia di Vairo è ormai antica, risale a diversi anni fa. "Polis", ancora settimanale, la rilevava penso nel 2000. Di liquame da allora ne è passato sotto i ponti!
Vedo inoltre che lei da navigato politichese non risponde ai temi sollevati, ma anziché limitarsi a dire che state prendendo iniziative che rispondono alle nostre istanze e a quelle dei cittadini di Vairo, cerca di denigrare chi ha lottato contro prepotenze e vandalismi ambientali, di cui il Comune in questi anni si è fatto complice.
-Non è forse vero che gli abitanti di Vairo si lamentano da anni dell´inquinamento della porcilaia?
-Non è forse vero che lei si era impegnato personalmente (ho testimoni) a rimuovere entro il 2002 l´allevamento di maiali?
-Non è forse vero che la falda acquifera sottostante la porcilaia risulta inquinata e l´eventuale bonifica richiederà venti anni almeno?
-Non è forse vero che la fontana del "Bosone" presenta un cartello con provvedimento comunale di non potabilità?
-Non è forse vero che nell´incontro tenuto a Vairo nell´estate del 2003 si era scusato di fronte a tutti i cittadini per il disagio e aveva di nuovo promesso la chiusura entro il 2003?
-Non è forse vero che anche il Senatore Vicini aveva compreso il malessere ambientale per gli abitanti e aveva promesso il proprio impegno per la chiusura?
-Non è forse vero che la tampa dell´allevamento non è in regola?
-Non è forse vero che vi sono state rilevazioni e sanzioni da parte degli organi competenti la sanità e la tutela ambientale nei confronti della Società?
-Non è forse vero che vi sono esposti in Procura con indagini in corso?
-Non è forse vero che lei stesso avalla l´inquinamento arrecato proponendo oggi la realizzazione di ciò che aveva già promesso nel 2002?
-Ci dica quanto è costato alla collettività in termini economici (contributi o agevolazioni pubbliche) la realizzazione dell´attuale caseificio e porcilaia? Chi la costruì (impresa e committente)? Quanto costerà (sempre alla collettività) la chiusura e la realizzazione della nuova opera? Chi la costruirà? Quanto costerà la bonifica dell´area, falda acquifera inclusa? Quanto costerà l´indennizzo agli abitanti di Vairo per il disagio e danno arrecato in questi anni dall´inquinamento ambientale di cui il Comune era a conoscenza.

Che oggi si sia arrivati a qualche risultato per il prossimo futuro, con delibere Comunali e della Comunità Montana, non può che far piacere a noi, ma soprattutto agli abitanti di Vairo, a cui abbiamo da sempre creduto e dato il nostro pieno appoggio. Preferiamo l´impopolarità alla demagogia e alla ricerca del consenso! Mi consenta infatti di sottolineare i tempi delle delibere: 28 e 19 aprile 2004; un po´ sospette vista l´imminenza delle successive elezioni.
Non sono le feste di montagna, a cui è sempre piacevole partecipare, ma è l´abuso del potere arbitrario da lei esercitato, Montali, causa delle sue "cantonate"; non cerchi di vedere negli altri i suoi difetti. Ne avremo certamente, ma l´opportunismo non ci appartiene, cosa di cui lei invece è maestro di "cantiere", da sempre! Il silenzio tipico delle valli di montagna, le avrebbe dovuto suggerire altre risposte.

Parma 11 settembre 2004
Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
19.09.2004 11:30
Porci e Balocchi di L.Boschi

PORCI E BALOCCHI

L'incontro sulla qualità del prosciutto: un autoincensamento senza un minimo di capacità critica, tanto da far dire a Gambarotta che "il Prosciutto Parma non fa notizia". E gli argomenti per cercare di porre qualche doverosa interrogazione c'erano. Non mi è sembrato però di buon gusto irrompere in quel consesso con domande o considerazioni imbarazzanti di fronte a una platea così compiacente, desiderosa solo di sentirsi dire ciò che voleva: che il prosciutto è buono, fa bene, bisognerebbe mangiarne di più, tutti i paesi del mondo dovrebbero mangiare prosciutto Parma; che la filiera non inquina l'ambiente, che lo Stato italiano dovrebbe concedere più contributi vista la qualità dell'opera, che i maiali sono sempre più felici di essere ben allevati, accuditi, macellati e di dare le loro cosce al mondo. Un distretto economico insomma esemplare, da sostenere. Un ambiente così autocelebrativo, e convinto che la salute vien dopo l'economia del porco, dimentico delle raccomandazioni dell'OMS, tanto da applaudire alla infelice battuta di Gambarotta sulla malattia cardiaca di Clinton, attribuita sembra alla cura dimagrante, omettendo l'ospite piemontese di dire che la dieta seguita dall'ex Presidente americano era iperproteica!

Pinocchio è un classico sempre di grande attualità, se non lo leggi, lo vedi nella quotidianità. Ecco, Langhirano col suo Festival del Prosciutto mi ricorda un po' il Paese dei Balocchi di Collodi, un divertimento continuo di massa in cui molti si celano la verità, ad altri inconsapevoli gli viene sapientemente manipolata e si trasformano.E c'è chi ne tira le fila per il solo tornaconto personale, con poca sensibilità, certamente con pochi scrupoli e senza porsi alcun problema, menché meno etico.
Forse sarebbe stato bene guardare ai problemi che stanno dietro l'angolo, cercare di sviluppare un'autoconsapevolezza sui limiti di un'economia industriale insostenibile sotto l'aspetto etico, ambientale, sociale, salutistico, economico; sarebbe stato opportuno discutere sul tessuto sociale che genera, sui problemi di un paese intero, Langhirano, che vive principalmente sulla mono economia del maiale.
Ritengo si sarebbe dovuto ad esempio aprire un più ampio dibattito su temi di attualità, come:
1.E' sostenibile la qualità edonistica dell'industria alimentare di derivazione animale senza tener conto della qualità etica?
2.Quale futuro per il prodotto tipico industriale di derivazione animale? Può avere ancora senso? Quali benefici e a quale prezzo? Chi subisce le conseguenze? E' una filiera industriale ancora sostenibile?
3.Economia strategica o marginale? E se è marginale perché è, ed è stata, così alimentata dagli "apparatici" a discapito di quella strategica?
4.Quale ruolo nella piramide nutrizionale?
5.Qualità di prodotto corrisponde a qualità della salute e dell'ambiente?
6.E' possibile continuare a mentire proponendo la parodia della tradizione contadina, con allevamenti lager, mangimi "forzati" e una produzione, in un piccolo territorio, di 25/30 milioni di prosciutti all'anno, tra Parma marchiati e similari? E probabilmente se ne vorrebbe fare ancora di più, come impone l'economia industriale!
7.Produttori o baliatori di cosce salate per la Grande Distribuzione, visto che è lei che governa il mercato del Prosciutto?

Riflessioni impossibili da porgere in quel convegno a carattere invece solo pubblicitario e demagogico. Capisco che il dibattito e un confronto vero risulti difficile da affrontare per chi opera nel settore ai vari livelli, nei vari ruoli, per gli esercenti commerciali, per gli stessi consumatori, ma credo sia doveroso per chi si occupa della cosa pubblica trattare anche temi impopolari, dare altre visioni possibili e non solo appoggiare le logiche da struzzo, di chi preferisce mettere la testa sotto la sabbia aspettando che il sistema crolli per esaurimento. Ma forse è la politica del consenso che prevale!
Senza cadere nei fondamentalismi o integralismi, credo invece nei percorsi che consentono la crescita della consapevolezza individuale: è la conoscenza che rende gli uomini liberi e responsabili; e questa è competenza politica.
Gandhi: "la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si misurano dal modo in cui essa tratta gli animali". Una buona meditazione per chi vive nell'isola del.maiale.
Sono convinto che cambiando alimentazione, cambieremmo in meglio, il nostro mondo. Siamo ciò che mangiamo da sempre, non è così? La proposta vegana va in questa direzione, perché non è una dieta alimentare, ma una scelta etica.

Parma, 7 settembre 2004

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
19.09.2004 11:33
Fuori i maiali da Vario di L.Boschi

FUORI I MAIALI DA VAIRO

Il Movimento Sorgenti chiede al Presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, al Vicepresidente con delega all'agricoltura Pier Luigi Ferrari e all'Assessore all'ambiente Giorgio Pagliari, di intervenire sulla annosa vicenda della porcilaia sita nel paese di Vairo che è fonte di inquinamento ambientale e causa gravi problemi di vivibilità nel paese, spesso circondato da odori insopportabili, generati dall'allevamento e dalla sua tampa irregolare sita nell'area cortilizia. Si chiede che l'argomento possa essere dibattuto in Consiglio Provinciale in modo che questo Organo Istituzionale Amministrativo sia informato e si esprima in merito. Si inoltra l'invito a Agostino Maggiali, consigliere eletto in quel collegio e Presidente del Parco dei Cento Laghi, che ben conosce la situazione, di farsi portatore in sede istituzionale dei problemi presenti con una eventuale interrogazione.

Il Movimento Sorgenti dal 2001 si è più volte rivolto al Sindaco di Palanzano Montali affinché prendesse iniziative idonee per la tutela dell'ambiente e dei cittadini. Fino ad oggi da parte della amministrazione comunale vi sono state solo promesse (chiusura entro il 2002), impegni, ma nessuna concreta iniziativa. Gli abitanti non sono più disponibili a vivere con una puzza vicino a casa, in un ambiente contaminato, le falde acquifere inquinate e conseguente spreco di una importante risorsa idrica. Anche nell'incontro a Vairo dello scorso anno promosso da Parmavalli sulla "qualità dell'acqua e dell'ambiente nella Val d'Enza", il sindaco Montali aveva rinnovato gli impegni assunti, si era rammaricato già per il ritardo e aveva promesso la chiusura della porcilaia entro il 2003 contestualmente all'avvio di un nuovo progetto: una stagionatura di formaggio Parmigiano Reggiano. Nell'incontro pubblico pure il Senatore Vicini in qualità di Presidente della Comunità Montana est oltre a concordare con le giuste rimostranze degli abitanti aveva garantito il suo impegno affinché fosse posta la parola fine a questa triste e datata storia di inquinamento ambientale di un antico paese della Valle dei Cavalieri.

Il Movimento Sorgenti fa rilevare che esistono esposti in merito presso la Procura della Repubblica di Parma e che l'allevamento è stato negli anni oggetto di segnalazioni e di sanzioni da parte degli organi competenti la tutela ambientale e sanitaria animale; sì perché gli animali sono tenuti pure male, spesso in sopranumero e in ambienti fuori dalle norme, già di per sé irriguardose della vita animale. Solo quindi l'ignoranza di persone senza alcuna sensibilità ambientale e civile può consentire ancora a un manipolo di bande economiche di agire per anni impuniti a degradare le acque e l'ambiente della Val d'Enza, contribuire allo spopolamento di un paese che, causa anche l'inquinamento, viene abbandonato ogni anno sempre di più, le case vecchie lasciate decadere, e l'impossibilità di avviare qualsiasi attività commerciale o turistica. Il liquame di Vairo non può essere oggetto di ricatto! Vairo deve essere pulita e ritornare ad essere fiera delle sue origini etrusche. La si deve smettere di usare la montagna come discarica!!

Il Movimento Sorgenti inizierà da subito una protesta informativa presso tutte le sedi deputate e sensibilizzerà tutte le Istituzioni nazionali, le associazioni animaliste, ambientali perché anche i cittadini di questo piccolo, storico paese siano tutelati nei loro diritti di vivere in un ambiente di per sé naturalmente ricco, deturpato per anni dall'insipienza amministrativa e da una inutile, miope speculazione economica che deprime l'ambiente.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma, 6 settembre 2004

Tel 338/7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
19.09.2004 11:36
Dove va la sanità di L.Boschi

DOVE VA LA SANITA´?

Vorrei prendere in considerazione fatti riguardanti i tre soggetti principali che compongono il sistema portante della struttura operativa sanitaria del nostro territorio. Tralascio volutamente i politici degli organi Istituzionalii (Regione, Provincia, Comuni) a cui riservo invece alcune considerazioni finali.

Azienda Ospedaliera: penso che dovrebbe essere fatta chiarezza. I cittadini dovrebbero sapere di chi sono le responsabilità per i ritardi e per il raddoppio del costo (600 miliardi di lire) dell´Ospedale Maggiore, per il decadimento qualitativo interno sanitario. Pare possibile fare tagli sulla salute pubblica e bruciare tutte queste risorse della collettività per un ospedale che quando sarà finito sarà vecchio e con un elevatissimo indice di costo realizzativo? E chi era preposto era anche lautamente remunerato! Chi sono i soggetti per ora impuniti che hanno condiviso e partecipato a questa diseconomia sanitaria? Chi sono queste persone, che hanno speculato sulla salute pubblica, rimaste impunite e lasciate magari a replicare? Non solo, ma gli sono stati dati anche premi economici per gli obiettivi raggiunti!! Dalla cronaca cittadina si rileva inoltre l'inadeguatezza del Prontosoccorso; infermieri della Medicina di Urgenza che chiedono di essere trasferiti per gli eccessivi carichi di lavoro; reparti, di cui mi sembra corretto non fare nomi, inadeguati, con ritardi tecnlogici e comportamenti che provocano l'irritazione pubblica. Vi è insomma un malcontento negli operatori, negli infermieri, che rende sempre più critica l´organizzazione e la sua qualità di servizio. Il sistema sanitario non propone rimedi e quello territoriale non interviene adeguatamente cercando soluzioni anche collaterali idonee.

Azienda sanitaria locale: partendo da un presupposto di buona fede e non volendo pensare alla coltivazione di scheletri nel cassetto, non riesco a capire come mai solo oggi si sia arrivati alle esternazioni di Pinelli. Credo si sarebbe dovuto fare chiarezza prima, quando era in carica. Mi chiedo perché non gli sia stato possibile farle o non abbia ritenuto allora, quando era direttore generale, di intervenire con un coinvolgimento politico di tutte le Istituzioni? Perché non è stato fatto? Così scrivevo su alcuni giornali online lo scorso maggio: "Sembrerebbe esista un certo carteggio tenuto ben custodito sulla speculazione economica praticata da alcuni dei "nostri" sulla scintigrafia mammografica. Una volta scoperti, pare vi siano state espulsioni (tenute celate) e, a seguito di pressioni, sembra che l´aspetto economico sia stato ripianato dalla società che era stata coinvolta. Ma il cittadino non dovrebbe sapere chi ha tratto o cercato di trarre un improprio guadagno speculando sulla sua salute? Il degrado della sanità è indice di degrado di civiltà". Pur non avendo prove, molti erano i politici e addetti ai lavori che da tempo conoscevano o alimentavano questa posizione. Perché, né in Consiglio Provinciale, nè in quello Comunale, non so in quello Regionale, non si sono fatte interrogazioni in merito? Perché allora tutti tacevano e solo oggi si chiede venga fatta chiarezza?
Se vogliamo poi passare sui tempi delle prestazioni di servizio sanitario richieste, sono adeguate alle esigenze? Non mi sembra! Mammografie, Ecografie, Tac, Risonanza magnetica per citarne alcuni non sembrano rispondere alla domanda!
Nota positiva è la realizzazione dell'Ospedale di Fidenza che si ritiene meriti di essere apprezzata e considerata tra le iniziative migliori condotte sul territorio dalla Direzione sanitaria locale. Un ospedale realizzato dal progetto, ai finanziamenti, dalla realizzazione, alla sua apertura in quattro anni, dotato di interessanti tecnologie e soluzioni logistiche, con costi, si dice, contenuti nella media di efficienza economica.

Università: è patologica la difficoltà di convivenza professionale, economica, organizzativa tra Cliniche Universitarie e Reparti Ospedalieri. Si deve lavorare molto ancora per un equilibrio sanitario ed economico che contemperi didattica, ricerca, assistenza. Capitolo a sé riguarda poi i concorsi a cattedra: è noto l´"affaire" sulla dermatologia parmigiana con due ricorsi al TAR e un esposto in Procura della Repubblica. Si ha l´impressione che la vicenda concorsuale abbia seguito logiche non trasparenti e precostituite, che l´esito del concorso abbia determinato la fuoriuscita dall´Ospedale e dalla Università di medici qualificati e che la perdita di queste risorse umane abbia prodotto un calo della qualità dell´assistenza fornita ai pazienti con malattie dermatologiche. Senza entrare nel merito di chi ha vinto il concorso, mi permetto di fare alcune considerazioni: a)Come mai l´anonimo Ateneo (Chi scrisse? Perché non si è firmato?) prende indebita posizione ("valutammo l´impact factor") sui lavori di una commissione che dovrebbe essere sovrana? b)Perché a seguito dell´esito del concorso su di un organico di 7 unità fra medici e amministrativi della Clinica dermatologica ben 4 si sono dimessi volontariamente o hanno chiesto il trasferimento in altra sede? Quale valutazione viene fornita dall´Azienda USL sulla percentuale dei ricoveri inappropriati per l´Unità Operativa della Clinica Dermatologica?

Sono solo alcune considerazioni, su fatti gravi, che coinvolgono la sanità territoriale nelle sue primarie organizzazioni che la compongono. Sono solo esempi di una dinamica organizzativa di cui traspare ben poco ai cittadini!! Una migliore sanità non può che passare nel far chiarezza nell´attuale sistema sanitario e nelle responsabilità di coloro che lo governano o l'hanno governato. Questo, è il dibattito da aprirsi in Consiglio Provinciale, come avevo richiesto, sede forse più idonea anche perché il Presidente della Provincia è Presidente della Conferenza Sanitaria Territoriale, ma pure in Comune, visto che il Sindaco è responsabile della sanità dei cittadini. Il dibattito però dovrebbe vertere sull´etica di servizio, sulla qualità del sistema, sulle responsabilità politiche, sul governo della sanità, sul declino in atto da anni, sugli impegni che ogni parte sociale e politica deve assumersi. Altre sedi sono invece deputate alla valutazioni di scorretti comportamenti soggettivi professionali o politici che siano...purché lo si voglia! Come far convivere però questo dibattito con la lottizzazione partitica senza criteri meritocratici?
Ora mi pare che la vicenda Pinelli si avvii verso una strumentalizzazione politica, anziché un confronto pubblico sulla qualità del servizio sanitario, sui correttivi da adottare, sull´etica politica. Non si tratta di malcostume individuale o di gruppo, ma di etica di sistema, qualità di servizio, responsabilità politica sanitaria. Che i partiti, di destra, di sinistra, di centro e di altre direzioni obsolete pratichino la lottizzazione sulla gestione della cosa pubblica è cosa risaputa, un male endemico che solo l'etica individuale può ridurrne i danni vista l'incapacità di andare oltre la partitocrazia; che venga esercitata una conduzione spesso inefficace e inefficiente, è altrettanto cosa nota. Diffido però anche di chi parla di intolleranza per l´ingerenza politica e sa che al sottoscritto fu impedito di organizzare una iniziativa culturale lo scorso dicembre perché "non ero conciliante con il governo locale!" Fui costretto a defilarmi per consentire comunque che il progetto avesse il suo corso. Questo mi fu detto testualmente da un assessore che agiva come portavoce. Lo scrissi, ma nessuno sollevò alcunché. Ora va bene l´influenza politica nella cultura, mentre non è tollerata nella sanità? Qualcuno dovrebbe riflettere, fare autoanalisi, prima di ergersi a paladino! Il sottoscritto ha poi diritti diversi da Pinelli?
Ripeto, ciò di cui si dovrebbe parlare nelle sedi istituzionali non è tanto sugli inadeguati comportamenti dei singoli, che un sistema qualitativo efficiente e efficace autoepura o marginalizza, quanto l´adozione da parte del sistema politico di comportamenti eticamente riprovevoli pagati a caro prezzo dalla collettività e divenuti insopportabili.
Quel che sta succedendo da anni a Parma nella Sanità è certo uno scandalo, un decadimento intollerabile; anche perché non vi sono casi isolati, ma comportamenti ormai diffusi, incentivati poi da una industria farmaceutica e da una speculazione economica inclini alla strumentalizzazione della salute!
In piazza si dice: "A gh´è chi dróva la sanitè cme la fus `na betonjiera!"

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma 30 settembre 2004
tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
19.09.2004 11:38
Elezioni o parodia rappresentativa? di L.Boschi

Elezioni o Parodia rappresentativa?

Maggioritario alle Amministrative, anche per i consiglieri. Proporzionale con sbarramento al 5% o maggioritario all'inglese alle politiche.

L´attuale sistema elettorale è da tutti considerato inadeguato, molti lo ritengono anche ridicolo. Un sistema che erode e intacca la serietà istituzionale (ma in Italia purtroppo le Istituzioni sono sostituite dai partiti!!) oltre che provocare la disaffezione e la denigrazione popolare verso la politica. Così come è necessario un ripensamento etico politico, si impone urgentemente la riforma elettorale, una necessaria semplificazione e stabilità poi nelle sue forme attuative, affinché vi possa essere una reale espressione politica popolare. Non si può pretendere che tutti si riprogrammino sulle modalità elettive, in particolare gli anziani, che vi sia dimestichezza diffusa con i vari sistemi di voto e una reale consapevolezza delle conseguenze derivanti dai complessi meccanismi, spesso contorti, o escamotage applicati.
Senza una diffusa comprensione elettorale non vi è reale rappresentanza democratica!
Insomma o si elabora un proporzionale con senso, comprensibile a tutti o si va verso un maggioritario secco. Tenderei personalmente a distinguere, anche nel sistema di votazione, le modalità elettive politiche da quelle amministrative. Potrebbe meritare qualche attenzione e riflessione, penso, l'abbinamento maggioritario per le amministrative, proporzionale con sbarramento al 5% per le politiche, con le candidature, per entrambe, soggette alle primarie (definendone le modalità), controbilanciando quindi il potere di governo con una reale pluralità informativa e con associazioni o organizzazioni non governative di peso. E forse questo contribuirebbe a ridimensionare un po' il potere dei partiti.
Di fronte alla complessità sociale la politica del dopo lavoro non è più sostenibile. Facciamo in modo che anche gli organi eletti amministrativi abbiano una attività permanente e non ridotta a sedute inutili, discussioni sterili, con remunerazioni a gettone di presenza e conseguenti votazioni scontate per indirizzo di coalizione. Riduciamo semmai il numero degli eletti, ma valorizziamo, responsabilizziamo e diamo dignità al ruolo. Si assiste spesso a sedute di Consiglio mortificanti!..che nulla hanno a che fare con la visione, l'indirizzo strategico del luogo amministrato. Facciamo in modo, ad esempio, che ogni collegio, nelle amministrative, esprima il proprio rappresentante nel consiglio e non, come avviene oggi nelle provinciali, dove spesso i collegi non sono neppure rappresentati e le persone perdono quindi i loro riferimenti. Oggi i cittadini sono costretti ad eleggere individui non scelti attraverso una partecipazione popolare, ma preconfezionati dai poteri oligarchici, dalle lobby, dalle conventicole, dagli intrecci di interesse. E´ questa l´evoluzione della cultura democratica? Questa è una presa in giro all´intelligenza delle persone!..anche forse per l'inattuale selezione della classe dirigente politica divenuta una farsa. La pluralità degli incarichi e il permanere della lottizzazione politica la dice lunga...E' pura lotta di potere per il potere, generatrice di un circo autoreferenziale, attraverso la finzione della rappresentanza democratica, del servizio alla collettività, del bene comune.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma 21 agosto 2004

Redazione1
19.09.2004 11:42
Fondazione Toscanini di L.Boschi

FONDAZIONE TOSCANINI: NON SI RISPONDE ALL'ETICA COL DIRITTO

A settembre, mi sembra, si dovrà nominare il "sovrintendente" della Fondazione Toscanini. Vedremo se i rappresentanti della Regione e delle Istituzioni eletti nel Consiglio di Amministrazione adotteranno le stesse logiche applicate con Pinelli. L'attuale sovrintendente è in carica da oltre venti anni!! Dal trombone alla sovrintendenza passando prima per la direzione generale.
Ora sappiamo tutti che gli incarichi ad aeternum, se non giustificati per meriti o necessità, non sono mai auspicabili in quanto generatori spesso di clientelismo, cronicizzazione organizzativa, potere arbitrario. Non sarà forse il caso della Toscanini, ogni riferimento a persone, fatti, organizzazioni, ovviamente, è puramente casuale, ma forse un nuovo vento potrebbe risvegliare gli animi ed evitare litigiosità finite anche in tribunale (vedi caso Rastelli) forse per troppo zelo e prepotenza.
Presidente De Rosa, le devo poi una risposta alla sua lettera che purtroppo non mi è stata ancora pubblicata. Vede, forse non ha compreso, che lei non è a me che risponde, né alle mie personali opinioni, ma ai lettori di uno radicato e storico giornale locale, di qualificati giornali online, che hanno ritenuto di pubblicare la mia opinione, e a un rappresentante di un Movimento, "Sorgenti", pubblicamente costituito, col quale mi firmo, e che rappresenta una pluralità di pensiero e di persone. Gli interrogativi e le riflessioni da me poste non sono poi riconducibili a una opinione personale, ma ad una opinione pubblica diffusa (riscontrabili dalle numerose lettere pubblicate) a cui la sua Fondazione non dà risposte esaustive come avrebbe dovuto da tempo. Non solo, ma nella sua lettera non vi è alcuna puntualità sui quesiti posti, anzi le sue considerazioni su aspetti formali e parziali confermano ancor di più le mie tesi. Non rilevo inesattezze nel mio testo, ma è la sua lettera invece che traduce in certezze le mie osservazioni a cui non si dà risposta. E non saranno le eventuali vie legali, da lei paventate, che possono esaurire le necessarie e dovute informazioni pubbliche. Non è con la minaccia del "diritto" che si risponde all'etica!

Ho visitato in internet il vostro sito, come da lei suggerito, (www.fondazione-toscanini.it, così anche altri potranno prenderne visione): certo la "burocratia" è bella tosta, non vi siete risparmiati!! Per una informazione completa pubblicate anche i bilanci, perché li omettete? Certo siete un ente privato, ma costituito da soci che in gran parte sono Istituzioni pubbliche, che utilizzano capitale pubblico, quindi una informazione su quanto ci costate, quali sono le vostre remunerazioni, quelle dei direttori d'orchestra, o i costi delle strutture, i finanziamenti annuali."dettagli" economici che sarebbe bene far conoscere prima di attivare una diffusa raccolta di fondi anche con sottoscrizioni di privati. O pensate invece che l'informazione economica involgarisca la Fondazione? In America, dove le Fondazioni rivestono una importanza sociale, la trasparenza gestionale per la capacità di raccolta fondi costituisce un fattore prioritario indispensabile. La capacità di raccolta si trasforma così in orgoglio locale!
Sul lessico: dicasi orchestrali coloro che suonano in una orchestra; ed è questa la contestualizzazione semantica presente nel mio articolo. Che siano poi per titolo tutti professori d'orchestra non ne impedisce l'uso, né sminuisce loro, né l'attività svolta. Non è certo il mio lessico, ma il vostro agire invece che spesso penalizza il pensiero artistico, anche di molti dei vostri professori d'orchestra. Sul suo desiderio poi per la propensione censoria ha già risposto la storia...Cosa direbbero Toscanini e Verdi! E' anacronistico che il Presidente di una fondazione culturale la invochi, senza esservene i presupposti, ma semplicemente per una richiesta di maggiore informazione pubblica, trasparenza gestionale e per un invito al dialogo tra i rappresentanti delle Istituzioni coinvolte. Non vorrei ci fosse più Toscanini nella parmigianità che nella sua Fondazione!

N.B. Estratto dal nuovo statuto (2004) della Fondazione Toscanini affinché i parmigiani possano conoscere di quali ampi poteri dispone il sovrintendente unitamente ai doveri amministrativi.
Art. 11 - Il Sovrintendente
1. Il Sovrintendente, nominato dal Consiglio di Amministrazione tra le personalità dotate di specifica e
comprovata esperienza nel settore dell'organizzazione musicale e che si sono distinte nei campi di attività in cui opera la Fondazione, dura in carica cinque anni. Egli cessa comunque dalla carica unitamente al Consiglio che lo ha nominato e può essere riconfermato. Il Sovrintendente dirige e coordina tutta l'attività della Fondazione, dei suoi servizi ed uffici e risponde per il suo operato e per quello dei collaboratori.
2. Il Sovrintendente:
a) predispone, di concerto con il Direttore Artistico e/o Musicale, nel rispetto del vincolo di bilancio, l'attività di programmazione artistica. I programmi devono essere accompagnati da proiezioni di spesa che ne dimostrino la compatibilità con il bilancio preventivo dell'esercizio in corso e degli esercizi per i quali si estende il programma di attività.
b) partecipa alla riunioni del Consiglio di Amministrazione senza diritto di voto;
c) esegue le deliberazioni del Consiglio di Amministrazione;
d) dirige e coordina, in rispetto dei programmi approvati e del vincolo di bilancio, l'attività di produzione artistica della Fondazione e le attività connesse e strumentali della stessa;
e) sottopone al Consiglio di Amministrazione, corredandoli con apposite relazioni, gli schemi dei bilanci
preventivi, annuali e pluriennali, economici e degli investimenti, nonché del bilancio consuntivo d'esercizio;
f propone al Consiglio di Amministrazione la nomina del Direttore Artistico e/o Musicale, scegliendoli tra musicisti di chiara fama e comprovata esperienza;
g) cura la tenuta dei libri e delle scritture contabili della Fondazione;
h) esercita i poteri eventualmente conferitigli dal Consiglio di Amministrazione;
i) formula proposte al Consiglio di Amministrazione per l'assunzione del personale e per l'adozione di
provvedimenti di sospensione, licenziamento o equiparati del personale.
3. Il Consiglio di Amministrazione può, in presenza di gravi motivi, revocare il Sovrintendente.
4. Il Sovrintendente non può accettare incarichi esterni senza autorizzazione del Consiglio di Amministrazione.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti

Parma, 02 agosto 2004
Tel 338/7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
19.09.2004 12:42
Il 12 ottobre avviversario scoperta America

Il 12 ottobre 1492-2004 Anniversario della scoperta dell'America.

Ho appreso oggi che in Liguria il 12 ottobre le scuole faranno festa.

No c'è, nei calendari gererali delle regioni, la motivazione della festività

sospetto che sia per la scoperta dell'america... se si conferma questa bella ipotesi propongo di impegnarci a rendere il 12 ottobre la festa del Centro e Sud America, magari insieme agli immigrati in Italia... è una realtà storica che ad essere "scoperti" per primi non furono gli Stati Uniti ma Bahamas, Cuba e zone limitrofe

che ne DITE?
Enrico Testino....
--------------------------------------------
Sospetto che sia per la scoperta dell'america... se si conferma questa
bella ipotesi propongo di impegnarci a rendere il 12 ottobre la festa
del Centro e Sud America, magari insieme agli immigrati in Italia... è
una realtà storica che ad essere "scoperti" per primi non furono gli Stati Uniti ma Bahamas, Cuba e zone limitrofe
è una realtà storica, infatti non si festeggia la scoperta degli Stati
Uniti d'America, bensì la scoperta dell'America....
Guido Parietti
------------------------

Redazione1
22.09.2004 19:33
Davide e Golia di L. Boschi

Davide e Golia
incontro con Luigi Boschi

L'industria della carne, una scelta economica sbagliata?
-E' quantomeno un ecocidio. Si è pensato di sviluppare industrialmente la cultura contadina e l'effetto è stato devastante, perciò insostenibile. E' sotto gli occhi di tutti. Un Kg di carne richiede 3.750 litri di acqua, da 7 a 14 Kg di alimenti vegetali; il 50% di cereali prodotti è per uso zootecnico di cui il 70% è prodotto nei paesi del Terzo Mondo, dove muoiono di fame; la concentrazione di liquame inquina l'ambiente, vedi in particolare le falde acquifere. E' scientificamente provato che l'alimentazione con grassi e proteine animali è causa di gravi patologie mediche. Le basta?
Pensi che in questo settore si sono finanziati a fondo perduto (cioè con risorse collettive) interi stabilimenti di trasformazione, macelli e allevamenti di privati. Insomma abbiamo regalato capitali a "prenditori" spesso senza scrupoli in cambio di un disastro. Ovviamente non abbiamo finanziato la ricerca, non abbiamo sostenuto le nuove professioni dell'economia delle conoscenze e oggi ne paghiamo le conseguenze. Sono scelte che la storia già dimostra esser state ridicole! Investimenti pubblici miliardari, per anni, in processi industriali per maiali, vacche, polli, con disastri ambientali...e i ricercatori a far la fame o costretti a emigrare! Ma si rende conto? Anche il web inventato a Ginevra è stato dimenticato dalla nostra classe dirigente per trent'anni, anche perché forse troppo impegnata a finanziare "la fabbrica degli animali".

Una visione poco edificante?
-Cosa è rimasto poi oggi della vita degli animali negli allevamenti lager e nei macelli di smontaggio? Lei sa che il processo di macellazione è stato precursore della linea di montaggio industriale dell'auto?

Economie locali a rischio?
-Se si prende in considerazione la piramide nutrizionale, vediamo che gli alimenti di derivazione animale ricoprono comunque un ruolo marginale. In quella vegana le proteine di derivazione animale sono sostituite da quelle vegetali. Questo riportato in chiave economica, significa economia marginale, non strategica. Il valore economico deriva dalla concentrazione del sistema che si è sviluppato in certe aree, come Parma. Ma il settore "industria alimentare di derivazione animale" non è strategico, è bene esserne consapevoli. Eppure è stato lautamente finanziato. Per il futuro prevedo cambiamenti radicali.
Diverso discorso deve essere fatto per quelle "produzioni di artigianato colto" (un'economia di nicchia)che dovrebbero insistere però su disciplinari che tengano conto anche della qualità etica, ambientale, sociale; inoltre andrebbero maggiormente tutelate, sono palesemente esposte al similare. Qui non sto parlando da vegano che è una scelta etica personale che mi auguro sempre più in espansione, ma in chiave politica. Quanto può essere sostenibile la qualità edonistica dell'industria alimentare di derivazione animale senza tener conto della qualità etica?


Un po' impopolare?
-Credo proprio di sì in particolare in terra emiliana, a Parma poi...Intravedo però timidi ripensamenti o perlomeno una certa attenzione. Si inizia a prender consapevolezza della insostenibilità dell'industria alimentare di derivazione animale sotto l'aspetto etico, ambientale, sociale, salutistico, economico. Riesce però difficile alle persone rivedere i loro costumi, i loro consumi. Poi l'ambiente non aiuta certo il cambiamento. Sono ancora pochi, anche se in aumento, i ristoranti, le trattorie, le tavole calde, le gastronomie che propongono menù vegani. Nei bar e nelle pasticcerie è praticamente inesistente la variante vegana. Si possono trovare solo rari forni. Perché non si devono poter consumare brioches, paste o torte con ricettazione vegana; cappuccini con latte di soia o riso; panini con legumi e vegetali? Negli esercizi pubblici dovrebbe esser d'obbligo almeno un minimo di prodotti vegani, almeno di quelli che potrebbero essere più richiesti. Perché chi ha fatto questa scelta deve essere messo spesso a disagio e sottoposto, diciamo, ad uno stress sociale? E' confortante vedere la scelta della catena dei ristoranti "Ciao" che ha introdotto piatti e alimenti vegetariani e vegani.

Da quando è diventato vegano?
-Vegetariano lo ero di fatto da circa 3/4 anni. Avevo ridotto naturalmente la carne. Ho scelto poi di essere vegano da circa due anni. E' stato un processo culturale, una presa di coscienza e conoscenza. Questo senza cadere negli integralismi o fondamentalismi. Mi trovo spesso a tavola con conoscenti, persone che sono onnivore; e sono io piuttosto che sopporto le loro provocazioni, devo argomentare le mie scelte. A volte sembra quasi che un comportamento responsabile sia una colpa!

Cosa si propone con i vegadinner?
-Divulgare la cultura vegana. E' una formula conviviale che mi auguro possa estendersi anche in altre città. Dieci incontri annuali a tavola con la cucina vegana, per far crescere la consapevolezza individuale su questa cultura alimentare, divulgarne la filosofia: alimentarsi con prodotti non di derivazione animale. E le assicuro che non vi è rinuncia. Anzi si riscoprono sapori e alimenti dimenticati, penalizzati dall'appiattimento del gusto e delle diversità conseguenza anche dei consumi che propone l'economia della carne. Essere vegan non è una dieta, né una moda, ma una scelta etica.
Significativo è stato l'appoggio a questa iniziativa da parte di numerose associazioni vegetariane, vegane, ambientaliste, animaliste. E' la dimostrazione concreta della divulgazione e della sensibilità su questo tema.

L'associazione culturale Operaprima?
-Operaprima si è sempre adoperata per sostenere e far conoscere le nuove tendenze culturali, le emergenze sociali: nuove professioni e comunicazione, il digitale, qualità urbanistica, la mobilità integrata, energia da fonti rinnovabili, la prima casa, alimentazione vegana...Sono temi che abbiamo sollevato a dibattito pubblico, provocato il confronto, proposto idee e progettualità.

Non avete avuto una adeguata attenzione?
-Diciamo che siamo stati antesignani inascoltati, poi copiati o deburati; nel senso che non siamo presenti almeno nei tavoli di lavoro sui temi che ci avevano visto anticipatori di tendenze con idee e proposte. Ma questa è la partitocrazia!

E' una accusa grave?
-Se il basso ascolto da parte dei privati può rientrare nell'ignoranza del mercato, la "disattenzione" da parte della macchina politica e burocratica è imperdonabile: stipendi sociali per uomini inetti! Non dovrebbero essere loro a dare le visioni, i nuovi indirizzi? Solo la stupidità di una classe dirigente incapace può alimentare un sistema industriale insostenibile. Sembra quasi che la politica non riesca a trovare risposte alle domande del nostro tempo! E da quanto tempo lo dico, pagandone le conseguenze direttamente. Lei sa che ho pagato duramente per le spinte innovative e per la progettualità diversa da quella sostenuta dall'establishment. Oggi tutti devono riconoscere che avevo ragione. Quel che è grave è che non hanno il buon senso di accettarlo e adoperarsi per porre rimedio al maltolto. Comunque il loro progetto economico e culturale è fallito perché incapace di rinnovarsi secondo le nuove esigenze e gli stili di vita dell'economia delle conoscenze, le nuove scienze, la società della comunicazione, le nanotecnologie, le biotecnologie, il digitale. E' una economia che non vuole il rinnovamento, ma l'esaurimento per collasso. E poi sentiamo i "pistolotti" del cambiamento, i richiami al Rinascimento...Impossibile finché ci sono loro!

Una visione pessimistica?
-No, ma doverosamente critica e severa nei confronti di chi ha remato contro! La loro perseveranza nel cercare il mio isolamento e il boicottaggio dei miei progetti, mi ha rafforzato, mi ha reso più libero.
Bisogna saper guardare avanti con nuovi occhi senza il retaggio delle ideologie del passato che arrancano e condizionano pesantemente il presente e il futuro. I nostri politici sembrano più dotati di specchietto retrovisore che di binocolo. Senta, cosa ne pensa di questa mia proposta?

Mi dica?
-Proporrei al Presidente della Provincia di Parma e al Sindaco della città capoluogo, di attivare una agenzia Istituzionale, anche congiunta, per la cultura e il turismo. Con un mandato preciso. Tutto il territorio ne sente la necessità... Ma non lo faranno, preferiscono pagare superparcelle a consulenti per il marketing territoriale! Sarebbe bene iniziare a sapere dopo due anni cosa hanno fatto e quanto ci è costato.

Lei si sentirebbe di assumerne l'incarico?
-Io non sono uomo di partito, né dei poteri forti; la sua è una provocazione! Lei sa come funzionano gli incarichi? Le rispondo comunque. Se mi chiamassero consapevoli della necessità e su una progettualità politica concordata l'accetterei. Declinerei se capissi che è solo una finzione paravento o un coordinamento operativo.

E' in programma, ho sentito, la nuova edizione del Vegetarianday?
-Il 19 maggio 2005 si terrà la seconda edizione del "Vegetarianday", vorremmo che divenisse per Parma un importante appuntamento annuale. Spero che le Istituzioni Comunitarie, Nazionali, Locali, l'Authority, l'Università siano disponibili a sostenere questa iniziativa, perlomeno come lo sono state per quelle dell'industria alimentare di derivazione animale.

Cosa dice la sua famiglia, nota per i salumi, di questa sua posizione?
-I legami affettivi non possono essere censori dell'animo critico; è il sale di ogni famiglia, o se vuole la pecora nera...Probabilmente ho preso dai miei antenati vegetariani. Lei si dimentica la Boschi Luigi & Figli, un fiore all'occhiello dell'economia parmense nelle conserve, minestre, bevande, succhi. Tra le prime industrie europee nella trasformazione del pomodoro. Poi mio cugino, per motivi di salute, ha preferito, tempo fa, cedere il controllo alla Parmalat e così oggi quel gioiello di impresa che lui aveva saputo abilmente forgiare, si è trovata coinvolta, non per imperizia finanziaria o economica, ma per la composizione azionaria e comportamenti "disinvolti" di qualche manager, nel ciclone, pur essendo un'impresa "sana". Quello che mi rincresce è non avere avuto la possibilità di impegnarmi vicino a lui, in quell'azienda storica di famiglia. Mi sarebbe piaciuto ma non mi è mai stata data la possibilità...e io non l'ho mai chiesto! C'è chi ha preferito manager alla Maini...

Redazione1
25.09.2004 14:40
Fiat....multinazionale che.....

Prenda l`impulso e scelgali entrano nella a:
WWW.NEGOCIOSOSCUROSFIAT.COM

E presto vedranno come le aziende multinazionali come FIAT, distruggono
milione nuovi pezzi de ricambio senza motivo, quei persi aumentano
intenzionalmente il loro, per lasciare presto al sussidio di richiesta al
mondo con imillonaire creditos, per avere quello justificatory per rifiutare
i migliaia degliimpiegati, destabilizzi il economia, mentre coniugano le
esportazioni in Europa del pezzi di ricambio in Argentina, giocando con
reintegros differenti con complicitá, certamente, degliimpiegati civili di
girata.
Sieri questo l`estremitá o il principio del fango che nascondono?

Redazione1
25.09.2004 14:44
Soru è attaccato dal centro sinistra

Cari Amici,
permettetemi di far presente che solo tre mesi or sono, i cittadini della Sardegna hanno scelto quale loro Governatore il Signor RENATO SORU che non tutte le segreterie del centrosinistra sardo volevano ma la gente SI.
Mi permetto di ricordarvi anche che l'innominabile ha speso diverse energie (di ogni tipo) per promuovere il suo delfino che invece è stato sonoramente sconfitto e nonostante ciò ogni giorno il Signor SORU, viene attaccato esclusivamente perchè ha scelto il centrosinistra e stà facendo cose da centrosinistra.
Dobbiamo esportare in tutte le regioni questi esempi positivi per la nostra gente, per il nostro elettorato che non appartiene ai partiti ma alle nostre coscenze.
Forza che tutti insieme possiamo stravincere (sparpagliati, subiremo ancora)
Gianni Sernagiotto
cittadiniperlulivo.sardegna.it

Redazione1
25.09.2004 14:51
Cementi replicanti di L.Boschi

CEMENTI REPLICANTI
dal Festival dell'architettura di Parma

Plaudo allo sforzo culturale dell'architetto Quintelli. Ma ai politici mi rivolgo. Non è coi festival che si fa la città, ma con la qualità dei progetti architettonici e urbanistici, con la trasparenza, il rigore, la visione dello sviluppo del territorio, con una mobilità intermodale reale, connessa, con la partecipazione collettiva dei saperi interconnessi: queste sono le espressioni politiche di qualità etica e volontà di impegno sociale.
Così come viene proposto mi sembra un paravento delle nefandezze compiute e in corso dagli "apparatici". E' il decorativismo per l'illusione, l'intrattenimento per la distrazione dalla realtà. L'esteticità progettuale poi non è, nella maggior parte dei casi, paragonabile alla produzione reale. Il pensiero teorico degli architetti non sempre ha la tenuta nella prassi, anzi è spesso ripiegato sulle esigenze di una committenza speculatrice. Prevale lo studio di insediamento su quello della qualità realizzativa e di vita che si andrà a generare.

Il patrimonio storico e ambientale ereditato di Parma non è valorizzato dal piano urbanistico e dalla qualità delle nuove architetture prodotte: è palese l'assenza di un progetto qualitativo. Certe periferie sono testimonianze di uno scempio voluto! Certe nuove realizzazioni in aree strategiche e interventi strutturali sono la speranza decaduta di un nuovo corso di architettura nella città. Ci sono poi quartieri dove la socializzazione è riservata ai supermarket! E' tale l'amore per la qualità urbanistica e architettonica in questa città, che pensarono bene di consentire la speculazione edilizia nel fossato perimetrale della fortezza Farnesiana: la Cittadella.

La città sta cambiando è vero, con perdita di identità; e il nuovo è simile ad altri luoghi. Cementi replicanti! Luca Pes: ''Non esiste più la citta' come fatto fisico, ma esistono immagini delle
citta'." Forse più d'attualità sarebbe stato il "Festival dell'Omologazione". Come produrre città similari senza identità, muoversi tra infrastrutture, cementificazioni e consumi: "nonluoghi" li chiama Marc Augé. Jack Tati ne diede una anticipazione e una interpretazione magistrale nei suoi film, ricordate Playtime? "La gente è triste -sosteneva Tati- nessuno fischietta più per strada (...) sarà sciocco, ma mi piacciono le persone che fischiettano per strada ed io stesso lo faccio. Credo che il giorno in cui non potrò più fischiettare per strada sarà una cosa gravissima".

Parma, 23 settembre 2004

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it


Redazione1
25.09.2004 14:53
Gli inciuci sconfiggono il centro sinistra !!

Cari amici e compagni,

al peggio non C'è mai fine ....!

L'altro giorno , in un ramo del Parlamento, alla maggioranza berlusconiana si è aggiunto il voto del Partito della Margherita rivolto alla militarizzazione del Corpo dei Vigili del Fuoco la cui tradizione "laico-democratica "(e non militare )affonda le proprie radici nel ruolo popolare dei Comuni d'Italia al servizio dei cittadini e rivolto alla tutela del territorio ( ecologia ).

Questo fa il paio con la strenua opposizione del Centro -destra alla smilitarizzazione del Corpo dei Finanzieri ( ecc . ecc. ).
Problema da tempo oggetto di numerose interrogazioni alla Camera ed al Senato della Repubblica.

Quello che ci indigna ,e ci fa " una profonda pena politica ", è il comportamento di una componente importante dell'opposizione ( la Margherita ) che vota con Berlusconi ( ?!) senza consultare adeguatamente le componenti ( singole ed organizzate- compresi i militari -) direttamente interessate ad una vera riforma Costituzionale. .

Questi "inciuci" portano ad inevitabili sconfitte del Centro-Sinistra...!

SVEGLIAMOCI ..............!Ugo Montecchi.

Redazione1
25.09.2004 19:41
Custodia cautelare di cuccu 44

"CUSTODIA CAUTELARE SOTTO INCHIESTA" di Cuccu44

Cari lettori, il Sindaco di Roccaraso Camillo Valentini si è suicidato e già tutti i soliti ipergarantisti di regime urlano allo scandalo. Tra costoro basta ricordare che si nascondono, come sempre, personaggi poco cristallini come Alfredo Biondi e la figlia del suicida Moroni già noto alle cronache di tangentopoli. Le solite facce che sfruttano ogni occasione per attaccare i giudici e la legalità. Per il sindaco di Roccaraso, il quale è stato arrestato con le gravi accuse di concussione e calunnia, provo umana pietà ma nulla di più. Il suicidio è l'arma peggiore per provare la propria innocenza ed anzi questo gesto farebbe credere ad una possibile colpevolezza del primo cittadino. La verità è che la corruzione non è finita ed anzi è ancora forte a tutti i livelli, soprattutto politici. La disonestà è parte integrante di certi personaggi noti e meno noti di questa nostra Repubblica. La politica sfruttando la sua posizione di potere ha "rubato" anch'essa contraddicendo la sua principale missione e cioè quella di fare esclusivamente il bene del paese. La custodia cautelare va usata con discrezione, ma certo non è possibile pensare di abolirla ed anzi in certe situazioni andrebbe sfruttata maggiormente. Per i corrotti ed i corruttori, la galera certo non è una pena così gravosa come alcuni politici vorrebbero farci credere. La differenza tra onesti e disonesti va segnata in modo netto e la galera per certi "ladri di professione" è l'unico mezzo per creare questo spartiacque fondamentale in un paese civile! Purtroppo in Italia non accade sempre questo e spesso, se non sempre, chi delinque rimane libero di agire e di sconvolgere quel senso civile che ancora permane in molti di noi. Walter Lanaro cuccu44@softhome.net

Redazione1
25.09.2004 19:44
Milano, proposta del gruppo Ulivista

ULIVO: CONSIGLIERE MILANO PROPONE GRUPPO RIFORMISTA - ULIVISTA

(ANSA) - MILANO, 24 SET - Un consigliere comunale indipendente eletto nella
lista dei Ds, Giovanni Colombo, lancia a Milano un appello ai colleghi del
centrosinistra affinché in Consiglio comunale formino il gruppo riformista -
ulivista. "Proprio nell'aula che ha sempre anticipato le evoluzioni
nazionali - spiega Colombo - è tempo di dare forma ad una forza che sia
motore e timone di una più ampia coalizione di tutte tutte le forze
riformatrici. Solo così saremo in grado di guadagnare la fiducia della
maggioranza degli elettori e di garantire successivamente la stabilità del
governo".
L'invito arriva, prosegue il consigliere indipendente, dopo la lettera di
Romano Prodi pubblicata su La Repubblica: "E' proprio venuto il momento di
sciogliere gli indugi, di svegliarci dal sonno", afferma Colombo. Il gruppo potrebbe essere
composto, nell'aula del Consiglio comunale di Milano, da almeno 15 eletti
(otto ds, sei margherita e la consigliere Gilardelli), "forse sedici -
prosegue Colombo - includendo Maurizio Baruffi, verde anomalo". Il
capogruppo potrebbe essere il consigliere Alberto Martinelli, attuale
coordinatore lombardo dell'Ulivo, affiancato da Fiano (capogruppo Ds) e
Fanzago (capogruppo della Margherita). (ANSA)
-------------------------------------------
Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano - indipendente ds

Redazione1
26.09.2004 13:46
Vota per le primarie di A.Cifatte

Si parla tanto del nostro ruolo e di primarie.
Lo scopo fondamentale di esse è favorire la partecipazione.
Già oggi è possibile partecipare ad un sondaggio telematico
al sito web http://www.ulivo.it
scegliendo tra i nomi proposti nello stesso: sotto la prima riga
bisogna cliccare Ulivonews, alla voce Sondaggi per poter scegliere.

E' in corso a Roma il Coordinamento nazionale della "Rete dei cittadini per l'Ulivo"
al cui sito http://www.cittadiniperlulivo.com si possono aggiungere firme
sotto l'Appello, inviandole a info@cittadiniperlulivo.com,
firme che verranno consegnate a Romano Prodi.

Contribuiamo a far crescere in queste ore i partecipanti...

Cordialmente,
Angelo Cifatte
333.4891234

Redazione1
30.09.2004 12:16
IV Guerra Mondiale di Luigi Boschi

IV GUERRA MONDIALE

Siamo tutti ostaggio delle élite di Stato che hanno deciso per noi! Si vuole alimentare lo scontro tra civiltà che è funzionale solo ai poteri. Scriveva Céline che gli Stati si nutrono del sangue per la loro autoperpetuazione e si rigenerano nelle guerre. C'è un uso strumentale, ideologico del morto, della morte, dell'ostaggio! Si alimentano le cause e le condizioni per dichiarare lo Stato di Polizia in cui vengono lesi i diritti acquisiti e cambiano le relazioni sociali.
Se è la Televisione che, come dice De Kerckhove, ci guarda, oggi è Internet che ci parla. Le guerre si vivono nel loro orrore e tragedia sui luoghi, si accendono e si spengono nei media. Si vuole il coinvolgimento emotivo, lo schieramento, si impone di prender parte: è il Thanatos Festival nel reality show della guerra, della guerriglia, del terrorismo.
Come si può chiedere alle persone ora cosa pensino sia giusto fare in Iraq? Da che parte stanno?
E' come, dopo aver buttato un pugno di sale in un piatto di minestra, pretendere che sia giusta di sale, pensare che non abbia spiacevoli variazioni di gusto o chiedere di togliere l'eccesso di sale nella pietanza. Si contaminano gli ambienti, e poi, si vorrebbe il parere popolare, nella più bieca finzione democratica, di come fare per decontaminarli! Sono i saperi che ci dovrebbero indicare preventivamente le dosi per i sapori o di come evitare le contaminazioni!
Perché non si interviene nel sistema del capitale finanziario orbitante, delle armi, della fame nel mondo? Eppure sono le fonti energetiche della guerra!
Emanuele Severino: "quando la fame diventa insopportabile e uccide milioni di persone, è inevitabile che, prima o poi, gli affamati che ancora hanno la forza di agire tentino di distruggere chi, essendo sazio, non consente loro di mangiare. Ed è inevitabile che, distruggendo e uccidendo, non provino alcun rimorso -specie quando son convinti che della loro povertà sono in gran parte responsabili i popoli ricchi".

Nei processi globali o si lavora di intelligence preventiva, capace di elaborare mirate strategie per agire nelle complessità o si subisce l'amaro effetto, unitamente a un lento, successivo processo di decontaminazione sempre in equilibrio precario: "i luoghi dell'agonia". Oppure è il collasso, l'abbandono, la distruzione, ambienti impestati dalle barbarie in cui la vita non ha più valore: "i luoghi della morte".
Le immagini delle sgozzature, così come le immagini delle torture, raccontano di cosa sono capaci i poteri, di come si riesce a trasformare uomini in seguaci feroci, di quale forza assassina guida la mano di quegli uomini, se ancora tali possono essere, di come sia troppo facile parlare di guerra standosene a casa protetti, di cosa la guerra è, cosa produce!

Io non ho i saperi, le competenze, gli elementi per dire cosa sia giusto fare in quei luoghi oggi, e con me penso molti altri, e ciò senza lavarsene le mani: ho scritto prima che si scatenasse la guerra il mio pensiero. Ma penso che la vita di ogni persona valga più della ragion di Stato (purtroppo è proprio la vita che ha perso valore nell'attuale politica economicistica).
Fu giusto il sacrificio di Moro per la ragion di Stato? Io penso di no, al di là delle successive diverse, discusse ricostruzioni e interpretazioni storiche che lasciano per lo meno perplessi sull'etica che guida la nostra classe politica; quando l'etica della forza, ossia la capacità di annientare le potenze antagoniste, prevale sull'etica della verità. E' un interrogativo globale, non solo locale!

L'attuale crescita esponenziale di conflittualità e violenza nel mondo non può essere paragonata alle ataviche lotte storiche dell'uomo. Micro e macro criminalità unitamente al dilagare di ostilità armate e conflitti locali e internazionali stanno producendo uno stato di guerra continua globale che non può essere affrontata nella banalizzazione dello scontro dove l'uomo è manipolato e usato. La prospettiva di questo passo è uno stato di guerra permanente a cui sarà sempre più difficile sottrarsi e che renderà la vita una militanza. Volgere l'indifferenza all'odio, non alimentarlo, è una strategia...difficile da accettare. Bisogna ritrovare l'umiltà della comprensione tra civiltà rose dalla ferocia, i valori della convivenza se non dell'amicizia tra persone, nella consapevolezza del valore unico della vita. Con l'etica della forza diveniamo tutti ostaggio di un odio voluto: le barbarie disumane si ibridano con le tecnologie nelle mani delle prepotenze del terrore e della guerra, si perde la forza della ragione, "giustizia e sviluppo solidale" urlati dal Papa divengono utopie di un altro pianeta.

Luigi Boschi
Movivemto Sorgenti
tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma, 25 settembre 2004

Redazione1
1.10.2004 13:34
La Consob diventerà Superconsob....

www.mondonuovonews.com mondonuovo-economia
Ad ottobre la Consob diventera' SuperConsob
Verra' recepita il prossimo ottobre dal Parlamento
italiano la direttiva europea sugli abusi finanziari. La
norma verra' inserita nella legge comunitaria 2004 con un
testo che non prevede deleghe governative, garantendone
l'immediata attuazione. Dal testo emerge una Consob con
poteri di ispezione, vigilanza e indagine fortemente
rafforzati ed indirizzati anche a soggetti non vigilati e
con nuovi poteri come quello della confisca deibeni e
dell'irrogazione delle sanzioni. L'emendamento sul market
abuse e' composto da nove articoli otto dei quali
contengono variazioni e integrazioni di riievo al Testo
unico della finanza in materia di segreto d'ufficio,
cooperazione, organizzazione e funzionamento dei mercati.


Sito consigliato:
Comparazione prezzi: risparmia online
Clicca qui: http://www.kompro.net

Redazione1
2.10.2004 13:58
Operaprima di L.Boschi

OPERAPRIMA
43100 Parma tel 338 7152065 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

L'associazione culturale Operaprima, col contributo organizzativo di FLORANCE events
presenta il II° appuntamento del

VEGADINNER
incontri conviviali con la cucina vegana

A cena con gli chef nei ristoranti di Parma: incontri con la cucina senza cibi di derivazione animale. Dieci incontri convivio all´anno con cadenza mensile (escluso agosto e dicembre). Gli chef locali proporranno la loro cucina con piatti vegani svelando un po' dei loro saperi, racconteranno lo spirito e le caratteristiche della loro cucina.
Dagli alimenti semplici a elaborati piatti: la cucina vegetariana vegana non è povera, anzi è ricca di idee, elementi, sapori, fantasia. Una cucina che scopre cibi e alimenti a volte dimenticati, che rende più sensibile il palato (e l'animo), che non produce danni e arricchisce il piacere di stare a tavola consapevoli di un'etica dei valori nei confronti di tutti gli esseri viventi, dell'ambiente, della salute. Una cultura che non esclude, ma include e rispetta le tradizioni.

Secondo incontro 2004/2005
Martedì 12 ottobre ore 20
Cena al ristorante "Orientale" piazza Garibaldi, Parma.
Richiesti prenotazione e prepagamento entro il 09 ottobre. Costo 35 Euro cad. Tel 0521 285819
Per informazioni: Tel 338 7152065. E-mail: vegadinner@libero.it

Menù

Aperitivo
Prosecco Chardonnay "Jeio" Bisol
Carciofi alle erbe fini
Cipolline in agrodolce
Pomodorini del sole di Puglia

Antipasto
Riso long & wild saltato con ortaggi
Rollè di melanzane grigliate in salsa di lattuga
Sfornatini di cous-cous e crema di zucca

A seguire
Orzotto alla zucca e radicchio rosso
Gnocchi di patate verdi gratinati al ragù di ortaggi
Patè di patate e carote con salsa di cipolle in agrodolce

Dessert
Pere speziate in salsa di cioccolato fondente

Zibibbo "Pellegrino"

Caffè con biscotti mignon

Vini
Prosecco Chardonnay "Jeio" Bisol
Sangiovese di Romagna superiore 2003 "Ceregio" fattoria Zerbina

Pane
Integrale, di soia e al sesamo

Chèf: Salvatore Del Sole

·Durante l'incontro interverrà la dottressa Luciana Baroni con una relazione "Benefici dell'alimentazione vegana" al termine della quale sarà disponibile per rispondere alle eventuali domande.
·Saranno esposte alcune opere di Gabriele Ferrari, che sarà presente al convivio.
Patrocini: AVI (Associazione Vegetariana Italiana), SSNV (Società Scientifica Nutrizione Vegetariana), Saicosamangi.info, Viverevegan, Movimento dei Consumatori; Adesioni: OIPA, ENPA, LIPU, LAV, PETA, UNA, LAC, OASI ANGELS, LEGAMBIENTE, WWF, LIFE

Parma 12 ottobre 2004

Luigi Boschi
(Presidente Operaprima)

Redazione1
6.10.2004 13:38
Rinpatri coatti : sono legittimi ?

4/10/2004

Cari amici,

a parte ogni valutazione sulla legittimità dei rimpatri coatti dei
clandestini alla luce dei trattati internazionali in materia,
di seguito due notizie di agenzia apparse oggi sul sito del Corriere della
Sera.

INIZIANO
04 ott 18:52 Immigrazione: non piu' in Libia ma a Foggia i 180
clandestini
PALERMO - Sarebbero stati annullati i rimpatri dei 180 clandestini che
questa sera avrebbero dovuto raggiungere Mitiga (Tripoli) in aereo.
Secondo indiscrezioni gli extracomunitari ospiti del centro di prima
accoglienza di Lampedusa potrebbero essere trasferiti al Centro di
permanenza temporanea di Crotone o Foggia. (Agr)

04 ott 20:15 Immigrazione: prosegue il programma di rimpatri
ROMA - Il programma di rimpatrio dei clandestini proseguira' anche nei
prossimi giorni come stabilito. Lo precisano fonti del ministero della
Difesa dopo che questo pomeriggio e' stata cambiata la destinazione dei
due aerei dell' Aeronautica militare che avrebbero dovuto trasportare un
centinaio di immigrati a Tripoli. I clandestini saranno invece trasportati
a Crotone. (Agr)
FINISCONO

Di queste notizie non c'è stata traccia nei telegiornali serali, né, a
questo momento (22.00) su Televideo.

Cosa è: il Corriere si inventa le notizie o c'è una forma di censura alla
RAI?

Un caro saluto.

Piero Stagno

Redazione1
6.10.2004 13:56
Vicini a Montali o a Vairo di L.Boschi

VICINI A MONTALI O A VAIRO

Regione Emilia Romagna, Comune di Palanzano, Provincia di Parma, Comunità Montana EST, NOE, NAS, ARPA, AUSL, Organi di Sicurezza, perché non intervenite con dovere istituzionale e impegno etico sulla porcilaia di Vairo e consentite invece da diversi anni a una società senza alcun scrupolo e remora di inquinare l´ambiente e creare disagio sociale?
Cosa aspetta Senatore Vicini ad intervenire come promesso pubblicamente sulla necessaria chiusura della porcilaia? La Comunità Montana non dovrebbe tutelare il patrimonio ambientale della Montagna, che costituisce il vero valore e non i 600 maiali maltenuti, come da verbali Azienda Sanitaria, che alimentano una tampa irregolare, procurano un inquinamento ambientale, costituiscono un disagio abitativo, un impoverimento della già depressa economia montana?
Perché Senatore Vicini non interviene come da sue competenze sulla improvvida gestione amministrativa locale? Come vede ancora una volta il Sindaco Montali non ha mantenuto quanto promesso e dichiarato alla stampa: "I lavori inizieranno entro la fine di settembre". Di quale anno verrebbe da chiedergli viste le sue reiterate promesse di chiusura dal 2001!
Lei Senatore conosce la situazione, è il suo collegio elettorale oltre che di Presidente della Comunità Montana, perché anche lei consente tale scempio naturale e questa dissennatezza amministrativa? Qual è il ricatto economico collettivo richiesto? Del tipo, se non ci date i soldi per il nuovo progetto (la formaggiaia) continuiamo a inquinare?
Presidente Bernazzoli cosa fa la Provincia? Perché permette il piano di spandimento del liquame, sapendo tra l´altro che vi è l´utilizzo di una tampa irregolare e asseconda questo agire senza rispetto verso le persone, l´ambiente, la società civile?
La Regione dov´è?
Procura, Noe, Nas, Arpa, Ausl, Istituzioni preposte alla tutela e sicurezza del patrimonio sociale cosa aspettate a sospendere lo scempio in atto? Perché dovete portare le persone allo scontro frontale, quando sarebbe possibile prevenire, avendo tutti gli elementi informativi e i poteri per farlo?
Non mi rivolgo a Montali perché il suo comportamento è eticamente riprovevole e amministrativamente corresponsabile del danno ambientale e sociale!
Se la pazienza e la temperanza sono virtù, ampiamente dimostrate da noi e in particolare dagli abitanti di Vairo, la perseveranza nell´assecondare chi consapevolmente compie sistematici danni all´ambiente e alla società è reato: divenite, se non lo siete già, anche voi complici di chi insensatamente agisce e quindi corresponsabili delle conseguenze derivanti da reiterate azioni delittuose.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma, 04 ottobre 2004



Redazione1
6.10.2004 13:58
Alta quota 2004

Anche il volo libero sarà presente alla prima edizione di "Alta Quota 2004", l'unica fiera dedicata alla montagna, in corso dall'8 all'11 ottobre presso il polo fieristico di Bergamo, nuova e bene attrezzata struttura che si sviluppa su una superficie di 170.000 mq.
In un'area geografica in gran parte montana e la cui popolazione, per cultura e tradizioni, registra un alto numero di appassionati di sport alpini, la rassegna si propone di diventare il punto d'incontro tra la montagna e il grande pubblico.
In questa ottica bene si inserisce il volo in parapendio e deltaplano che sfruttano per lo più le creste montane e le loro correnti d'aria ascensionali per librarsi in aria. In particolare il primo, derivato dal paracadute, fu un'invenzione di alpinisti francesi, mentre di tutt'altra origine è l'altro, originario dell'Australia e dapprima usato al traino di motoscafi.
Le ali d'oggi ben poco hanno in comune come prestazioni ed aspetto con i prototipi d'un tempo. Tecnologia ed accurati studi su materiali e profili alari hanno creato mezzi ben più efficienti, in grado di salire a quote notevoli e di percorrere distanze incredibili, basta pensare che il record mondiale in deltaplano si attesta a 701 km ed a 426 quello in parapendio, mentre la scorsa estate furono sorvolati Monte Bianco e Marmolada.
Scuole federali e siti di volo abbondano lungo tutto l'arco alpino. A Bergamo si insegna a volare sul costone della Roncola, sopra Palazzago, al Monte Farno in Val Gandino, al Monte Rena in Val Seriana e gli oltre 300 praticanti si incontrano un poco ovunque nelle valli e sui monti circostanti.
Ad "Alta Quota" volo libero, turismo, sport e artigianato si misceleranno in quattro giorni di festa ed occuperanno due padiglioni di 6500 mq ciascuno con al centro una struttura polifunzionale che ospita ingresso, uffici, ricevimento, ristorazione, due sale convegni di circa 500 posti e sala stampa. Non mancheranno gli appuntamenti con i professionisti e gli esperti del settore, coinvolti in convegni e forum tematici. Gli organizzatori promettono tanta neve e tanto spettacolo nell'area esterna di ben 14000 mq, dove i visitatori potranno sciare, pattinare o scalare in un vero e proprio parco della neve.

Gustavo Vitali
Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
www.fivl.it - vitali.stampa@fivl

Redazione1
6.10.2004 19:53
L'esemopio di Piero di G.Colombo

Milano, 4 ottobre 04, 23:30 - Mi manda Marrazzo - L'esempio di Piero pare contagioso. In Veneto si attende a minuti l'annuncio di Licia Colò (pochi lo sanno ma è nata alle falde del Monte Baldo). In Emilia Romagna l'uscente Vasco Errani lascerà il posto a Eugenio Ghiozzi, in arte Gene Gnocchi. In Liguria sia il Levante sia il Ponente invocano il ritorno a casa del savonese Fabio Fazio. In Piemonte viene data per certa la candidatura di Bruno Gambarotta, un po' stagionato (Asti 1937) ma pur sempre affidabile. La Lombardia arranca ma il vertice di oggi nel convento di Gazzada ha sfornato importanti novità. Preso atto dell'indisponibilità di Antonio Lubrano (napoletano, è vero, ma è il grande maestro di Marrazzo) e visto il mancato accordo sull'infedele Gad Lerner (come ci teneva il Gad!), si punterà su uno dei conduttori del Tigì Regionale. Ecco la rosa dei prescelti (in ordine alfabetico): Andreolassi Renato (inconfondibile la sua parlata bresciana), Bosco Andrea (quello che si occupa dei libri), Enzo Creti (un uomo un mito), Elena Golino (ci vuole almeno una bella donna), Paolo Pardini (ha tre grandi qualità: è mio amico, è bello e da giovane è stato scout). Neanche questa volta si faranno le primarie ("rito estraneo alle nostre tradizioni",hanno affermato in coro i segretari del centrosinistra e di rifo durante le conferenza stampa). La scelta verrà effettuata direttamente da una commissione composta dai "terzisti" Ferruccio De Bortoli, Sergio Scalpelli e Adriano De Maio ("così saremo sicuri che il prescelto piacerà ai moderati", hanno ululato all'unisono i segretari).
In un corsivo che esce domani la segreteria politica de La Repubblica dà il placet. "Scelta moderna e massmediaticamente efficace che dà un'immagine brillante del centrosinistra ambrosiano. Dopo la scelta di Zaccaria al collegio milano 3 per il senato, un altro bel colpo. Avanti così che vinciamo a mani basse".

"Noi farfalle si vive un giorno solo, ma alle sei di sera ne abbiamo già le palle piene" (Altan)
"Non tutto è perduto: restano i barbari" (Cioran)

Saluti affettuosi
Giovanni


-------------------------------------------

Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca
consigliere comunale di Milano - indipendente ds

Redazione1
9.10.2004 18:48
Vendere il Colosseo

www.mondonuovonews.com
VENDERE IL COLOSSESEO
In una intervista pubblicata dal quotidiano 'La Padania', rilanciata dall
'ANSA, il parlamentare leghista Giancarlo Pagliarini, intervenendo sulla
questione dei pedaggi, ha detto che ''si fa prima a vendere il Colosseo''
per far quadrare i conti pubblici.
PENSATE CHE SIA UNA PROPOSTA INDECENTE OPPURE CHE SE PO' FA'?
Fatemi sapere con le Vostre e mail
Giovanni Frazzica

Redazione1
10.10.2004 16:21
Genova al voto di cuccu 44


"GENOVA AL VOTO"
di Cuccu44



Cari lettori, tra pochi giorni a Genova si andrà a votare per le elezioni suppletive riguardanti un seggio alla Camera dei Deputati. E' facile prevedere uno scontro tra centro-sinistra e centro-destra, lasciando alle altre formazioni politiche solo le briciole di voto. In effetti non vedo altro scenario possibile. Mi lascia alquanto perplesso la scelta dell'Ulivo di candidare Zara ex presidente degli industriali genovesi. Una formazione che si richiama ai valori della sinistra e del socialismo dovrebbe evitare cadute di stile tali da mettere a disagio i suoi elettori. Certamente la scelta di Zara è l'ennesima prova di un centro-sinistra allo sbando senza più un anima di sinistra! Zara dovrebbe essere il candidato ideale di una formazione di centro-destra ed invece eccolo spuntare a difesa dei valori della sinistra. Immagino che con questa scelta di campo, i leaders dell'Ulivo vogliano recuperare quei voti degli indecisi che si sentono lontani dal centro-destra, ma che nel contempo si trovano a disagio nell'Ulivo. Credo che come sempre abbiano sbagliato ragionamento. Non sarà candidando un uomo del "padronato" che potranno raccogliere quel dissenso che urla oramai da molto tempo a favore di una svolta realmente di sinistra. Nella compagine ulivista oltre alle idee mancano anche gli uomini adatti a dirigerla. Se la scelta di Zara è il massimo che la sinistra ha potuto esprimere, la cosa è preoccupante e certamente non bisognerà stupirsi se l'anno prossimo alle regionali liguri vincerà di nuovo il centro-destra!
Walter Lanaro
cuccu44@softhome.net
Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
12.10.2004 20:17
Il nostro futuro

Cari amici,
sono..entusiasta..della corrispondenza fra ciò che sta accadendo e ciò che ho sempre ritenuto fosse la strada da seguire. Riassumo i punti principali:

-Prodi sarà pienamente disponibile solo in novembre ma ha già impostato le cose nel modo che.... molti cittadini...si aspettavano
-Non viene posto alcun accento sulla ...federazione/lista unitaria/grande ulivo/ulivo ecc......che nessuno riusciva più ad identificare in maniera univoca
-La Grande Alleanza Democratica (GAD) si è data dei tempi ragionevoli e condivisibili

Voglio quindi formulare una ulteriore proposta (ricordo che ho già inviato una E-mail il 6/10, che Vi allego, con delle proposte iniziali ) per la nostra assemblea.
Innanzitutto concordo con chi propone di tenerla al più presto (c'è una proposta di Marina Ligabue di farla entro novembre). Mi sento poi di proporre che il tema principale dell'assemblea (oltre naturalmente agli aspetti organizzativi ed alle elezioni del nuovo Esecutivo) sia " prossime azioni e/o attivtà dei CpU per facilitare la scelta condivisa di tutti i candidati della GAD".
Avrete infatti notato che nelle varie dichiarazioni si parla solo di elezioni del leader. Nostro dovere, per essere coerenti con la nostra storia è ...insistere...insistere...insistere...... su tutto ciò che può ...migliorare... la selezione dei candidati della GAD. Aiuteremo certamente Prodi e poi ...è quello il "sine qua non" di una crescita etica..
Bruno Drioli
(Crescita etica e civile)


P.S.
Il gruppo che sta preparando l'assemblea è operativo?

Redazione1
24.10.2004 18:50
La democrazia serve od è un lusso per i ricchi?

Breve ricapitolazione e punto della situazione.

Stiamo interrogandoci sulla domanda: "La democrazia serve o e' un lusso da
ricchi, una moda borghese o un puro inganno mediatico"? ("L'impostura della
democrazia", come dice Canfora nel suo libro il cui titolo induce a rimettere
i piedi nelle tracce della tradizione del '900 leninista)

E cioe': "A cosa serve la democrazia?" (oppure: "a cosa servirebbe, se ci
fosse?").
Ritengo di avere motivato la ragione che spinge a ritenere che la democrazia
serva in quanto:

A - tiene "svegli" i cittadini (che senno', se non convinti di dover essere
attivi nel difendere i propri interessi, si "fanno "fottere" e la societa'
intiera ne risente).

B - rallenta il processo (che e' tendenziale) che tende a trasformare i politici
di professione in una casta di gestori del potere, "alleati con i poteri
forti" a che, pertanto, finirebbero per fare solo gli interessi di questi
"poteri forti" e non dei cittadini (e cioe' non gli interessi della maggioranza,
che sono quindi gli interessi della societa').

Nel seguito penso anche di riuscire a spiegare che: 1) la democrazia serve
anche per creare un clima di solidarieta', di condivisione e di reciproca
fiducia (utile per tante cose ma anche indispensabile per il mercato, in
quelle societa' in cui questo esiste).

E poi anche che: 2) la democrazia serve per fornire INFORMAZIONE ai gestori
del potere, i quali (loro stessi, qualora volessero) possono avere difficolta'
a conoscere le esistenze sociali nei loro dettagli e nelle loro priorita'.

Poi verranno altre idee e proposte, anche CONCRETE, da sottopporre alla discussione.

Continua
Leonello Zaquini

Redazione1
24.10.2004 19:29
Il Movimento Sorgenti e le primarie di L.Boschi

Il Movimento Sorgenti e le Primarie

Il Movimento Sorgenti ha da sempre sostenuto la necessità delle "Primarie" come fondamento della democrazia, in quanto costituiscono la modalità di partecipazione elettorale per costruire insieme una vera "Democrazia Partecipata". Primarie Autonome dei Cittadini dove gli elettori partecipano con un potere uguale alla presentazione e alla scelta delle proposte per i programmi e i candidati. Non è più sostenibile, in quanto deprime i valori della democrazia e della convivenza civile, far derivare le scelte dalle decisioni di pochi nei loro conciliaboli. Tutti devono essere invece invitati ad avanzare le loro proposte, tutti possono essere candidati per attuarle. Quattro i punti cardine: a)conoscenza e informazione diffusa, b) proposte, c) scelta dei programmi e dei candidati, d) controllo e revoca.
Il Movimento Sorgenti presenterà, in conferenze pubbliche con simulazione operativa, il proprio modello di Primarie, collegato in particolare alle Amministrative, che riporta più potere ai cittadini e alle Istituzioni del Paese; progetto elaborato da un gruppo di studiosi e pubblicato dal Mulino ad opera di Vito Mondini.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma 18 ottobre 2004

Redazione1
25.10.2004 13:46
Ubaldi e la Democrazia Partecipata di L.Boschi

Ubaldi e la Democrazia partecipata

L'economia della betoniera sta a quella delle conoscenze come Ubaldi a WalMart.
Se Parma sarà "centro mondiale della logistica" (delirio provinciale da propaganda del Sindaco del Ducato, così come Parma con "Verdi al taglio" doveva divenire la Salisburgo italiana nella musica), Ubaldi non potrà esserne il sindaco; non per ineleggibilità da fine secondo mandato, ma perché Ubaldi non è WalMart. Il più grande gruppo mondiale distributivo applica infatti il "Commercio collaborativo" che si basa su "Previsioni congiunte". Modello esposto dal professor Shapiro a cui ho proposto, al termine del suo intervento nel convegno sulla logistica, di tenere seminari ai sindaci delle città, adattando alla politica questo indirizzo operativo...ne hanno bisogno!
Quando mai Ubaldi ha praticato la "collaborazione politica"? Quando mai Ubaldi ha sviluppato programmi partecipati, percorsi condivisi? Quando mai Ubaldi ha ricercato previsioni congiunte?
Per avere previsioni congiunte, bisogna avere visioni, conoscenze e progetti condivisi. E questo si chiama "democrazia partecipata". Quella di Ubaldi è invece "democrazia demandata". (in particolare per gli affari). Un ossimoro linguistico che si traduce in una banalizzazione della politica e spesso in città invivibili. Quando mai Ubaldi ha avuto visioni strategiche, condivise? Sinceramente non sembra vada oltre le pratiche della "Città cantiere" e anche qui con molte perplessità che il tempo rileverà. Basta oggi vedere le piste ciclabili realizzate e il sistema di trasporto merci urbano, per valutare la qualità logistica della città. Ubaldi dovrebbe ricordare poi che nella cultura di rete non esiste il "centro"; corretto sarebbe stato invece proporre Parma come "nodo di eccellenza nella logistica". Questo potrebbe essere più credibile: ma la sua approssimazione nel digitale è nota, quanto la sua capacità di far propaganda!
Logistica è architettura delle conoscenze, "connective intelligence", teorizzata da De Kerckhove nel '98, illustrata a Parma nell'Aula Magna dell'Università nel '99 durante Digitalcity, la prima Biennale di Cybercultura. Ma lui Ubaldi non c'era, così come non c'era la classe dirigente della città.
Se è con la rete che si governa, nella rete si collabora, perché si è collegati e tra colleghi si coopera e si sviluppano relazioni. E la città è un "Ecosistema", un complesso di reti biotecnologiche all'opera: il Cibionte per De Rosnay. Ma per Ubaldi la rete è ancora quella per i pesci, tipica della sua politica.
Pensate che il progetto sulla piattaforma logistica della città è stato realizzato e proposto da un taxista di Parma, 30 anni di esperienza nel campo, in causa oggi con il Comune di Parma e "Infomobility spa", la società partecipata dal Comune. Sembrerebbe abbiano fatto proprio il progetto, disconoscendone la paternità ideativa e progettuale all'autore. Non solo, ma quel taxista oggi sembrerebbe soggetto a forme di ritorsioni sulla possibile sospensione della concessione di licenza taxi merci. Non è finita: con quale coraggio si dichiara un progetto di logistica mondiale, e nello stesso tempo, il Consiglio Comunale vota nell'agosto 2004 "la volontà politica di non prevedere sul territorio la presenza di taxi merci", mentre nel progetto di Infomobility si legge che "il servizio di Taxi merci potrà essere configurato come una delle possibilità o un sottoinsieme del progetto "Taxi Merci" e "Transit Point", e, fate bene attenzione, il Comune presenta il progetto del taxista col nome "Bus shop" (una finzione di servizio di 15 giorni) per acquisire 200 milioni di finanziamenti pubblici. Che esempio di collaborazione!! E' questa l'etica della Pubblica Amministrazione?
I cittadini sono tenuti così in considerazione, che i loro progetti, che costituiscono un patrimonio collettivo, vengono boicottati, banalizzati o dimenticati; nell'era del digitale, non sono nemmeno organizzati in una "Banca del sapere locale". Sappiamo tutti che fine fanno! Eppure ogni economista sa che la crescita di un Paese dipende dall'accumulo, dal transito di conoscenza e dal capitale umano. Ruolo della politica e degli Amministratori dovrebbe essere quello di valorizzare il potenziale del territorio, non deprimerlo; ma il vero obiettivo di Ubaldi per Parma è individuare la sua nuova poltrona e come ottenerla. D'altra parte i proclami han fatto spesso storia in politica.

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it
Parma, 16 ottobre 2004

Redazione1
25.10.2004 13:49
A.Di Pietro sulla Riforma Elettorale

Oggetto: Di Pietro sulla riforma della legge elettorale

Caro direttore,
in questi giorni si parla di riforma della legge elettorale, noi dell’Italia dei Valori riteniamo auspicabile non abbandonare il principio del sistema elettorale maggioritario, ma su una base completamente diversa da quella attuale che – nei fatti – ha dimostrato i suoi limiti rispetto ai nobili obiettivi che si era proposto.
L’attuale sistema, infatti ha avvantaggiato una ristretta cerchia centralizzata di politici, che alla fine degli anni ’90 - a seguito del “vuoto di rappresentanza” verificatosi nei partiti tradizionali dopo l’opera di Mani Pulite, e’ arrivata al potere più o meno meritoriamente ed a volte solo avventurosamente. Costoro, chiusi nelle loro stanze ed al di fuori di ogni controllo democratico, si sono ora arrogati il diritto di decidere di volta in volta, a ridosso delle varie competizioni elettorali, chi deve essere candidato in questo o quel Collegio e quindi, di fatto, chi deve fare e chi no il parlamentare, giacché all’elettore, con l’attuale legge elettorale non resta altro che mettere una croce sulla coalizione che intende appoggiare, senza alcuna possibilità di influire sulla scelta del candidato stesso. Il cittadino elettore e’ così diventato solo un’entità numerica che serve per vincere le elezioni, non un soggetto politico a cui dover rendere conto. Auspichiamo pertanto una riforma complessiva del sistema elettorale, che trovi nelle “primarie” (quelle stesse invocate da Romano Prodi) un modo più democratico per coinvolgere i cittadini sin dalla scelta dei candidati.

On. Antonio Di Pietro
Presidente dell’Italia dei Valori

Redazione1
25.10.2004 14:09
Inaugurato Hospedale di Lashkar-gah

Nei giorni scorsi sono successe cose molto importanti per tutti noi di
Emergency (e non solo per noi): il 13 abbiamo inaugurato ufficialmente
l'ospedale di Lashkar-gah, e mentre la', nel deserto afgano, si teneva
la cerimonia ufficiale, qui a Milano e' arrivata una telefonata
dall'Iraq che diceva "Abbiamo trovato Mohammed!", il ragazzo iracheno
amputato a entrambi gli arti inferiori che Enzo Baldoni ci aveva
chiesto di poter assistere nel nostro Centro di Sulaimaniya.
Su "medici di guerra inviati di pace" e su "PeaceReporter" troverete
articoli, testimonianze, approfondimenti e fotografie.
www.emergency.it - www.peacereporter.net

Redazione1
28.10.2004 21:47
Giuseppe Torchio. A rischio la mission della Cassa Depositi e Prestiti

CASSA DEPOSITI E PRESTITI – Torchio: “A rischio la “mission” dell’Istituto
che deve restare un punto di forza negli investimenti dei nostri Comuni.

“La Cassa depositi dimostra che ci si sta allontanando sempre più dalla “mission” originaria di strumento operativo per il finanziamento degli Enti locali” Il grido d’allarme viene dall’on. Giuseppe Torchio, presidente della Consulta nazionale Anci dei piccoli Comuni e membro del Consiglio di amministrazione dell’istituto di via Goito.
“La seduta di mercoledì – afferma Torchio – ha evidenziato in maniera sempre più marcata che la Cassa depositi e prestiti sta sempre più diventando una sorta di Ministero delle partecipazioni statali, investendo in settori trainanti dell’economia e della Borsa. E così si discute di grandi numeri e grandi strategie. Al centro dell’operatività stanno le acquisizioni societarie: da Terna, a società che si occupa dei semiconduttori ed altro ancora. Ormai la Cassa è una lanciatissima Ferrari, ma ai comuni serve ben altro. Meglio sarebbe una affidabile utilitaria che li trasportasse fuori dalle secche dei tagli finanziari”.
“Invece non è così – prosegue Torchio - e nella stessa relazione della Cassa si evidenzia il crollo degli investimenti europei (-12,7% rispetto al 2003) che riguardano le province (-26,8), i Comuni capoluogo (-42%), i comuni non capoluogo (-18%). Un quadro molto negativo, che ha riscontri anche nelle altre nazioni europee, e che rischia di avere pesantissime ripercussioni innanzitutto sui piccoli Comuni. Noi seguiamo quest’onda, quando invece alla base della Cassa Depositi vi è una tradizione ultracentenaria di banca degli enti locali, per veicolare sugli investimenti pubblici il risparmio postale, ma non solo. Ora che le difficoltà per i Comuni si fanno più grosse viene progressivamente a mancare anche questo storico baluardo. Così proprio non va. Se ne sono accorti anche gli stessi costruttori edili che si stanno rendendo conto come i Comuni, per loro interlocutori importanti anche perché pagatori affidabilissimi, siano ormai nell’impossibilità di operare. Al contrario si deve sostenere tutto il processo di riqualificazione e riammodernamento dei nostri centri. Bisogna che la Cassa Depositi continui ad essere il fulcro di questa attività, magari anche trovando nuovi strumenti per gli enti locali, come già è stato fatto per i mutui del formale impegno. Si trovino soluzioni diverse, scadenze più lunghe, opportunità innovative, ma questa strada deve continuare, nell’interesse di tutti i cittadini”.

Redazione1
2.11.2004 11:31
Insieme contro il cementificio di L.Boschi

INSIEME CONTRO IL CEMENTIFICIO

Durante l'incontro pubblico del 29/10/2004 dei cittadini di Sorbolo che non condivono l'avvio del Cementifico si è costituito "INSIEME CONTRO IL CEMENTIFICIO", il tavolo di concertazione aperto a tutte quelle associazioni, organizzazioni, istituzioni che si oppongono alla realizzazione e all'avvio del Cementificio di Sorbolo.
" Se la maggioranza dei cittadini non vuole il cementificio, il cementificio non si fa". E' questo il punto centrale politico su cui si batterà il tavolo di lavoro neocostituito, senza trascurare le possibilità di agire con tutti i mezzi disponibili sotto gli aspetti tecnico industriale, ambientale, sociale, legale, concordando le azioni, ma non precludendo comunque il sostegno a iniziative che possono essere esercitate dai singoli soggetti componenti "Insieme contro il Cementificio".

La pertecipazione al Tavolo rimane aperta e attualmente l'adesione è stata data da: Comitato contro il cementificio, Cittadinanzattiva, Movimento dei Consumatori, Avere (ass.per i diritti dei cittadini). Coordinatore del tavolo di concertazione è stato nominato Luca Mori, responsabile della comunicazione e relazioni coi media Luigi Boschi.
L'assemblea dei partecipanti ha approvato lo sviluppo del seguente progress lavori:
a)l'accreditamento di "Insieme contro il Cementificio" presso il Comune di Sorbolo e la Provincia di Parma;
b)la raccolta firme dei cittadini contro il Cementificio presso il Municipio di Sorbolo e che attualmente conta circa 2.500 adesioni;
c) incontro in Prefettura, quale organo di rappresentanza locale del Governo Italiano, col Presidente Regione Emilia Romagna, il Ministro dell'Ambiente, per presentare le istanze dei cittadini;
d)proposta di un insieme di iniziative legali da intraprendere sotto l'aspetto penale, civile, amministrativo, non ché denuncia a Strasburgo;
e)costituzione di un consiglio tecnico scientifico;
f)raccolta fondi per le iniziative che si dovessero attivare con incarico di tesoriere a Mario Bacchi.

INSIEME CONTRO IL CEMENTIFICIO
Luigi Boschi
Tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
2.11.2004 11:32
Incontro su Cuba alla Statale di Milano

Carissime amiche, carissimi amici,
vorrei segnalarvi questo interessante incontro su Cuba organizzato per venerdì prossimo, 5 novembre, alle ore 15,30 presso l'aula 309 dell'Università Statale di Via Festa del Perdono 7. La presenza di rilevanti figure del mondo politico e diplomatico internazionale può essere oggetto di alto interesse e opportunità per confrontarsi sul tema del dibattito.

Fraterni saluti
Alessandro


Associazione CULTURA PROGRESSIVA

INCONTRO SU CUBA
Venerdì 5 novembre, ore 15.30 Aula 302
Università degli Studi di Milano - Via Festa del Perdono, 7

Presiede: Alessandro Rizzo
Comitato promotore dell’Associazione Cultura Progressiva


Interverranno:

Arnaldo CAMBIAGHI
Presidente nazionale onorario dell’Associazione Italia-Cuba


Sen. Gianfranco PAGLIARULO
Direttore de “la Rinascita della Sinistra”


E’ stato invitato S.E.

ARNALDO
MOLINA PEREZ
Console generale a Milano della Repubblica di Cuba

Redazione1
2.11.2004 11:49
A che serve la democrazia? di L.Zaquini

>+ + + + 6 + + + +

Un lettore (che preferisce non dire il nome) mi scrive:

La democrazia (rappresentativa, come quella sorta in Europa e Nordamerica
nel XX secolo) serve a costringere i governanti a tenere conto delle aspirazioni,
dei diritti e degli interessi dei governati quando prendono le decisioni
che li riguardano.
Questo accade perchè il sistema democratico-rappresentativo permette ai cittadini
di scegliere chi governerà per i prossimi 5 anni, mediante una competizione
tra aspiranti governanti che ha vincitori (maggioranza) e vinti (opposizioni).
Nè di più, nè di meno.
Nè infallibile governo del popolo e per il popolo, nè inutile farsa equiparabile
al dispotismo.

+ + + + +
Io ho risposto cosi':

* * * * * * *

Caro * * * *,
in sostanza concordo con quanto dici, e' questo uno degli scopi della democrazia:
costringere i governanti a tenere conto del parere dei cittadini.

Questo, nel loro difficile mestiere, gli pone una difficolta' in piu': tenere
conto di questo parere.

Ora pero' essendo (in sintesi) le cose esattametne come dici, e' naturale
che alcuni politici si siano specilizzati nell'influenzare questo parere
invece che (umilmente) "rispettarlo".
Inoltre accade che alcuni potenti gruppi di interesse che dispongono di mezzi
per influenzare l'opinione pubblica, possano "vendere" questa capacita' di
"creazione delle opinione pubblica" a politici in cambio di favori.

Pertanto puo' capitare che i nostri regimi democratici, forse perche' concepiti
per societa' dove le diversita' tra le persone erano limitate rispetto ad
oggi, finiscano con il NON fare gli interessi dei cittadini, ma gli interessi
di gruppi di potere (magari persino mafiosi, oppure ristrettamente finanziari,
oppure . . . . chi piu' ne ha piu' ne metta).

Che fare?
C'e chi dice (i cinesi per esempio: un miliardo e duecento milioni di persone)
che una cattiva democrazia puo' essere peggio di una ottima dittatura dove
i governanti sono SELEZIONATI anche essi (cerchero' di vedere come) ma in
modo diverso, e precisamente da un gruppo di "saggi" o di "cittadini migliori"
(magari sono pur sempre qualche milione di persone).

Alcuni invece, come il paese dove vivo io (che comunque e' un paese europeo:
comincia a pochi chilometri da Como, 30 Km da MIlano), dove danno maggiore
importanza alla democrazia.
Qui in Svizzera i governanti GOVERNANO, ma non fanno direttamente le leggi.
Il parlamento PROPONE le leggi, i cittadini le votano.

Si chiama democrazia DIRETTA (vado a votare anche io che sono cittadino straniero,
per le leggi cantonali, almeno una volta ogni due mesi in genere per 4 o
5 temi referendari).

Nella Repubblica veneta per esempio, invece si erano impegnati parecchio
per combattere le lobbies.
A loro dava fastidio se, per esempio, un funzionario pubblico col potere
acquisito con la carica si faceva i suoi interessi (o degli amici) e non
gli interessi della Serenissima.
(Strana preoccupazione, che avevano a quai tempi!).
Per combattere il fenomeno (o almeno per contrastarlo) avevano deciso che
per accedere ad una carica (compresa quella del Doge) non solo si doveva
essere eletti, ma anche ESTRATTI A SORTE!

Insomma: eleggevano un gruppo di POSSIBILI candidati e tra quelli era il
caso che decideva.
La povera Lobby doveva riuscire a occupare l'intera lista piazzandoci TUTTI
I SUOI UOMINI dentro. UN po' piu' difficile.
Ancreotti sarebbe riuscito a restare 50 anni "per caso" sempre al governo?
E guarda te che combinazione: proprio il PROPRIETARIO di un mucchio di canali
televisivi (ma proprio lui!) Tac, miracolo, vien ESTRATTO A SORTE, presidente
del consiglio. Ma che curiosa combinazione!
Queste botte di culo ai dogi della Serenissima non capitavano.

E noi, che fare?
Penso che di forme di democrazia ne esitano tante e ne possano esistere anche
di piu'.

Ogni sei mesi siamo confrontati con NUOVI PRODOTTI, . . . inforamtici, .
. . , tecnologici, ed altro.
Perche' la democrazia dovrebbe restare sempre la stessa? Unico prodotto umano
a non sentire l'evoluzione sociale o tecnologica?
Verra' forse un giorno dove ogni sei mesi avremo un miglioramento non solo
nella telefonia portatile, ma anche nelle forme della democrazia.

E come pare sensato che, presumibilmente, evolveranno questi "nuovi modelli"
di democrazia? Che tendenze e che forze li spingono? Ed in quali direzioni?

E noi cittadini, come vogliamo che evolvano?

Ecco di cosa intendo (passo, passo) occuparmi qui con voi.

Ciao.
Alla prossima.

Leonello

+ + + + +
Continua a 7
Leonello Zaquini

Redazione1
2.11.2004 11:51
Grazie per l'appello a Sansa di C.Abbondanza

Prima di tutto desidero ringraziarVi per l'desione all'appello-lettera aperta a sostegno di Adriano Sansa e dell'indipendenza e autonomia della Magistratura. Al momento siamo a 845 adesioni e sono giunte dichiarazioni, lettere, documenti di sostegno e prese di posizione pubbliche dell'ANM - Sez. Liguria, di Magistratura Democratica e del Movimento per la Giustizia.

Le adesioni individuali e collettive, le testimonianze di sostegno ed appoggio sono aggiornate sul sito www.genovaweb.org/appellosansa.html. Per massima trasparenza e perchè questo è l'unico strumento a nostra disposizione per rompere il silenzio e l'indifferenza della grandissima parte del mondo dell'informazione.

E' ormai certo che il Ministro Castelli ha in mano le motivazioni della Sentenza di assoluzione del CSM (che da pochi giorni è anche pubblicata sul sito) da diverse decine di giorni e quindi che la scusa di aspettare per poter leggere detti contenuti è priva di fondamento. Il blocco deriva unicamente per fatto personale e politico, lasciando in situazione
di paralisi persistente il Tribunale dei Minori di Genova.
Questo è gravemente confermato - se la notizia apparsa ieri su una testata giornalista risultasse confermata- dalla decisione della Lega Nord di promuovere una petizione di sostegno all'Ing. Castelli perchè blocchi definitamente la nomina di Adriano Sansa a Presidente del Tribunale dei Minori di Genova.

Il mancato concerto ad una nomina unanime del CSM (sede di autogoverno sancita dalla Costituzione) da parte di un Ministro per ragioni non tecniche bensì politiche (ovvero per il solo fatto che Adriano Sansa, al di fuori delle sue funzioni, ha esercitato il diritto inalienabile di libera, civile e motivata espressione della propria opinione), è un pericoloso sovvertimento dell'ordine costituzionale del Paese, che anticipa di fatto la Riforma dell'ordinamento giudiziario proposta (ma per fortuna non ancora approvata) dal Governo in carica.

Questa settimana dovrebbe essere quella decisiva per una soluzione che auspichiamo positiva. Per questo continuiamo a raccogliere le adesioni, inviandole giornalmente al Presidente della Repubblica quale presidente del CSM e garante della Costituzione.

Per le adesioni è sempre attivo il modulo on line sul sito (e in alternativa l'invio via a-mail a c.abbondanza@genovaweb.org).

Vi chiedo ancora uno sforzo per inoltrare la richiesta di adesione a tutti coloro che ritenete.

RingraziandoVi ancora e scusandomi per questa nuova richiesta di aiuto, resto a completa disposizione per eventuali comunicazioni e informazioni.

Cordiali saluti.

Christian Abbondanza

Redazione1
15.11.2004 16:52
Entro a gamba tesa di Daniela

Entro a gamba tesa nello scarno dibattito (qualcosa vorrà dire!)perché è bene che tutti sappiano cosa c'è nella testa e nel cuore di chi fa politica senza riserve e senza legami a qualche chiesa.
Parlo chiaramente per me e per il mio gruppo e rilevo che non c'è verso di appassionare le persone, anche quelle che si impegnano nelle battaglie, sul dibattito sulla FED o GAD.
Sono sigle e basta.
Fino a quando non si riempiranno di contenuti, i leaders non andranno tra la gente a dire cosa vogliono fare da grandi, con chi e come, saranno solo sigle.
SE penso che sono entrati nella margherita i più beceri socialisti, che speravamo spariti per sempre, ho ancor più difficoltà ad immaginare un futuro del centrosinistra.
Perché non si parla di questo, a voi va bene? pensate che se fischiettiamo facendo finta di niente nessuno se ne accorge?o andremo a raccogliere i voti anche per Manca e la Parenti?
Allora ricominciamo ad essere una associazione di cittadini, visto che il nome che portiamo è questo ed ai cittadini parliamo.
Non di GAD o di FED (potrei raccontare una favola ai miei nipoti con due personaggi che portano questo nome)ma di partecipazione, di povertà,di solidarietà, di costruzione della pace, di progetti di vita, di informazione, di legalità, di comunità, di salute, degli anziani.
La Livia Turco e la Rosy Bindi iniziano il loro giro per l'Italia per verificare la situazione degli ospedali e delle case di cura e per gli anziani e poi poter formulare un programma che parli alla gente.
Questo è da sostenere, da diffondere.
Prodi se vuole avere speranze di vincere deve mettere le ali ai suoi e farli volare in ogni angolo d'Italia a parlare dei problemi concreti della gente e ad ascoltare, più forse ad ascoltare e deve farlo in fretta, perché i tempi sono stretti.
La convergenza tra i partiti si troverà sulle proposte concrete, sui programmi frutto di una ampia consapevolezza dei problemi del paese e la loro possibile soluzione.
Noi, come Finale per l'ulivo partiamo il 16 dicembre con una serata dedicata ai consumatori:aumento dei prezzi, tasse, aiuti alle famiglie dalle amministrazioni, dalle associazioni dei consumatori.
Un discorso che inizia e che, se siamo capaci, potrà andare avanti così che , quando i candidati alle regionali domani, alle politiche dopodomani, verranno a chiedere il voto troveranno persone che chiederanno impegni precisi.
Proviamo a parlarne insieme?
Daniela

FINALE PER L'ULIVO

Redazione1
15.11.2004 16:54
Primarie a Milano il 20 novembre 2004

La richiesta di rinnovare le forme e i modi della partecipazione alla vita politica e pubblica sta diventando sempre più evidente e necessaria

Partecipazione, Democrazia Diretta, PRIMARIE...

Ma cosa significano? E, soprattutto, COME SI FANNO?

Sabato 20 novembre 2004
ore 14,30 - Auditorium di Via Petrarca, 9
Cologno Monzese (Mi)

ne parliamo con
Gianfranco Pasquino - Professore di Scienza Politica a Bologna, del Comitato Promotore Nazionale delle Primarie

Enrico Brambilla - Sindaco di Vimercate, esperienze di Bilancio Partecipativo

introduce
Mario Bresciani - coordinatore di Cologno Solidale e Democratica.

tutti i cittadini, la società civile, i movimenti e le forze politiche sono invitati a partecipare e intervenire

Cologno Solidale e Democratica
internet: www.colognosolidaledemocratica.net
e-mail: ciessedi@colognosolidaledemocratica.net

Redazione1
15.11.2004 16:59
Mancano solo gli espripri proletari di U. Montecchi

Con tutti i problemi che hanno le masse popolari ci mancano " gli espropri proletari " !!!!.

Cari compagni ed amici,
di forme di lotte sbagliate se ne conoscono molte da parte di componenti sociali ( da quelle che distruggevano i moderni telai tessili agli addetti ai trasporti del Cile ) ma, in questa situazione economico-sociale dell'Italia
in cui si dibattono le masse proletarie "vere" composte dai disoccupati, operai, pensionati in carne ed ossa ( ecc. ecc. ecc.), quella svolta a Roma dai cosiddetti disobbedienti , non solo è da deprecare ma , a mio avviso, deve essere definita demenziale.

Questo mio giudizio parte anche dalle reazioni delle forze del liberismo e della" disinformazia" berlusconiana che si è immediatamente attivata nel descrivere questa bravata come il modo d'essere della sinistra e dei No-Global ( !? ).

Almeno i potenti che governavano l'Italia del seicento ,descritti stupendamente dal Manzoni , in mezzo ai veri disperati ed affamati di Milano che assaltavano i forni pur rimanendo in carrozza dicevano al cocchiere " adelante Pedro con Judicio" ... !.
Cordialità da Ugo Montecchi

Redazione1
15.11.2004 17:00
Ca.RI.GE. Una vergogna di U.Montecchi

"La fondazione CA.RI.GE." una gestione vergognosa e faziosa.....!

Carissimi,
hanno fatto benissimo tutti i rappresentanti che, con atto di ribellione politico-morale , si sono dimessi dal consiglio di amministrazione della Fondazione Ca. Ri. Ge..

Hanno fatto altresi' benissimo il Sindaco di Genova dott. Pericu ,insieme al Presidente della Provincia dott. Repetto, a polemizzatre con presidente della Fondazione Lorenzelli in merito alla conduzione, faziosa e scopertamente di "DESTRA",
senza chiari e pubblici criteri di scelta nella distribuzione delle risorse per la realizzazione delle iniziative Statutarie di questa storica Istituzione.
A margine di questa giusta polemica voglio rendere pubblica la vicenda , grave e singolare , che hanno vissuto i dirigenti dell'Associazione per il innovamento della Sinistra- Sez. di Genova- per la realizzazione dell'iniziativa storico-culturale ( tra l'altro ben riuscita ) inerente il Convegno " sui 150 anni di realizzazioni e di lotte del Movimento Operaio genovese" ( L'iniziativa infatti si è svolta con successo il 29 e 30 Settembre 2004 alla Stazione Marittima g.c. dall'Autorità Portuale).

Ovviamente ,con notevole perdita di tempo, seguendo faragginose procedure burocratiche ( tra l'altro per presentare istanza si deve ancora usare la macchina da scrivere .... nell'era dei computer....! ) , procedure a dire il vero gentilmente spiegate da corretti e competenti funzionari della Fondazione , questa Associazione ha avanzato una richiesta di aiuto finanziario per la realizzazione della suddetta iniziativa : l'unica, relativa al tema, ammessa ed avanzata al Comitato Ge-Nova-04( ma da questo non finanziata).

In verità si sono finanziate e sponsorizzate iniziative( anche in queste ultime settimane del 2004), nell'anno della Cultura Europea , molto meno importanti di quella proposta dall'A.R.S.: tutto ciò anche con notevole sperpero di risorse pubbliche e private....!

Questa vicenda si è conclusa, con notevole sorpresa dei dirigenti dell'ARS, nell'arco di circa 15 giorni dalla domanda, con una lettera della Fondazione senza alcuna argomentazione ( atto "autocratico" ..? ) con un " NON POSSUM" e " NON FAS EST".

E tutto ciò avrebbe dovuto comportare un esborso della Fondazione , a favore dell'ARS , di alcune centinaia di euro....!

Quanto vi dovevamo su di una conduzione per lo meno unilaterale......! .
Cordialità da Ugo Montecchi dell'ARS di Genova.

Redazione1
17.11.2004 21:24
Fiducia nella Gad di B. Drioli

Caro Nando,

se affermazioni come:
- nel punto 1, "alla Gad nessuno cederà un bel niente .....................per sempre".
- nel punto 2, "per i candidati di collegio....non credo che i partiti ....della Gad....siano disposti a cedere un bel niente"

per te sono espressione di fiducia nel funzionamento della Gad, ...sono con te. Comunque il merito del mio messaggio non è contenuto nelle prime righe!

Cosa sono Gad e Fed lo hanno già spiegato persone molto ...competenti, a cominciare da Prodi, in varie occasioni . Che siano due cose diverse nessuno lo mette in dubbio! .

Sulle tecniche di ..lettura...veloce e di scrittura.....sintetica e possibilmente chiara ...possiamo parlare la prossima volta che ci incontriamo.

Su quel che riguarda invece il modo con cui i CpU si rapporteranno a Gad e Fed, pur avendo tutti, spero, gli stessi obiettivi, esistono opinioni diverse.
Rimando te e gli amici CpU alle mozioni che si stanno preparando (circolano in bozza) in ambito romano ed in ambito nazionale.

Bruno Drioli
(Crescita etica e civile)

Redazione1
17.11.2004 21:51
Siena, per le primarie si lavora di L.Massari

Carissimi.
credo che i Cittadini per l'Ulivo siano tutti interessati all'invito che segue per la novità del messaggio che comunica,voglio comunque aggiungere una mia piccola riflessione.
Fin dall'inizio del suo mandato fui chiamata da Claudio Martini a far parte del Coordinamento regionale di Toscana Democratica, come rappresentante di un''associazione ulivista ,"Le città dell'Ulivo di Siena".
Nel tempo ho potuto portare la voce anche delle altre realtà di base della toscana,sempre ispirate al progetto dell'Ulivo,con le quali costituimmo ULIVOINRETE . Da questa esperienza dell'Ulivo dei cittadini riuscimmo a muovere i primi passi verso la costituzione dei " Cittadini per l'Ulivo " e ciò avvenne ,come sappiamo,insieme ad altre analoghe realtà sparse in molte parti di Italia e, pur provenendo da percorsi anche diversi ,condividevano gli stessi intenti che sono alla base del nostro Manifesto e che sono tutelati dal nostro Statuto.
E' proprio dei Cittadini per l'Ulivo la voce che ho portato in Toscana Democratica negli ultimi due anni.
Nell'esperienza toscana i nostri obiettivi primari: l'unione fra le forze dell'Ulivo e la partecipazione dei cittadini , si sono realizzati. Aldilà delle sigle di federazioni e alleanze,tutti i partiti che storicamente costituiscono l'Ulivo siedono allo stesso tavolo del coordinamento e insieme a loro molte rappresentanze del mondo dell'associazionismo sociale e culturale e singole personalità. Una particolare collocazione vi hanno le associazioni Uliviste a cui è chiesto di portare la voce dei cittadini non iscritti ai partiti.
Oggi Martini ci invita a partecipare alla posa in opera della prima pietra di un programma per la Toscana che si vuole costruire tutti insieme partendo dal basso . E' l'inizio di un percorso che toccherà il territorio di tutte le province toscane
Così,'dopo il Regolamento del futuro Albo degli elettori ,dopo la legge regionale per le Primarie, oggi le consultazioni e il coinvolgimento dei cittadini per il programma della futura legislatura.
L' occasione c'è , ora tocca a noi partecipare.

Lella Massari

Redazione1
20.11.2004 14:21
Invito alla mobilitazione

IN V I T O A L L A M O B I L I T A Z I O N E

L’invito di Prodi a una mobilitazione generale contro la Legge Finanziaria per il giorno 11 Dicembre 2004, sta assumendo un significato più ampio.

La mancanza di certezze sul piano economico, sociale e politico sta incidendo in modo inquietante sulla vita dei cittadini che non riescono a programmare un futuro su basi accettabili e condivise.


L’allargarsi delle fasce di povertà, la perdita di competitività (il nostro Paese che era tra i 5-6 paesi più industrializzati, è stato sorpassato anche da piccoli stati africani), il continuo attacco allo stato sociale (scaricandone la responsabilità agli Enti locali), la pervicace volontà populistica di abbassare le tasse alle fasce alte di reddito a discapito di tutti i cittadini con il ritornello di far ripartire l’economia , lo stravolgimento della Costituzione con l’imposizione della devolution che esaspera i rapporti tra Nord e Sud, il continuo scontro con la Magistratura nel tentativo di asservirla all'esecutivo, sono solo alcuni tra i tanti elementi che caratterizzano l’opera di questo governo; governo che d’altro canto utilizza cinicamente una continua, reiterata opera di disinformazione (si chiama così oggi la menzogna) attuata attraverso il sistema dei media quasi completamente sotto il suo controllo.

Per questo la Società Civile, rappresentata dalle Associazioni, Movimenti e gruppi spontanei di cittadini, si affianca ai soggetti istituzionali per sollecitare la sensibilità di tutti a sostenere una mobilitazione che, prima che di piazza, sia delle coscienze.

Per questo ci ritroveremo tutti l'11 Dicembre a Milano per testimoniare che un’alternativa esiste, esiste un modo diverso di concepire l’azione di governo basata sulla solidarietà, sull’equità, sulla tassazione progressiva sui redditi (sancita dalla Costituzione), sulla certezza del diritto, sull’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, sul diritto al lavoro e non al precariato a vita, per una istruzione che sia pubblica e non asservita a poteri particolaristici.

Per questo ci mobiliteremo tutti insieme l'11 Dicembre, con Prodi, nella nuova Grande Alleanza Democratica.

Communitas 2002 - Milano – Roma – Napoli – Ivrea
Il Campo Catanzaro – Napoli – Roma
Gruppo ’94 Firanze
FuoricentroScampia Napoli
Il Corvo Napoli
Cittadini di Catanzaro
Nuova Comunità di Pesaro
Associazione Girotondi per la Democrazia
Finale per l’Ulivo Finale Ligure
ACSMAN Napoli
Associazione Città dell’Uomo Imola
La Città che vogliamo Napoli
Amicizia tra i popoli Napoli
Bloosmbury Napoli

Redazione1
27.11.2004 16:46
Robert Kennedy di Luigi Boschi

Seguaci

Robert Kennedy: "Ogni volta che un uomo lotta per un ideale o agisce per migliorare il destino degli altri o combatte contro l'ingiustizia, manda avanti una sottile onda di speranza. E queste onde alimentano una corrente che può spazzare via il più solido muro di oppressione e di resistenza.
Tempi sempre più duri per il coraggio, la tenuta etica e il pensiero libero critico. Sono sempre più numerosi i tengo famiglia, capaci sì di critica, ma latente, denigratori dietro le quinte unitamente però a un "giustificato", ripiegato asservimento. Si contengono il primato di crescita demografica con i saltatori sul carro dei vincitori, dotati di esemplare opportunismo diplomatico: Italia o Spagna purché se magna!
Sostiene il Vescovo Bocelli: "Rincorrere il comodo non costruisce mai niente. Sono le cose che costano fatica quelle che valgono".
Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
tel 338 7152065 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma 23 novembre 2004

Redazione1
27.11.2004 19:20
Napoli, città in guerra di Cuccu 44

"NAPOLI CITTA' IN GUERRA!"
di Cuccu44

Cari lettori, a Napoli continua la violenza assassina della camorra. E' di quest'oggi la notizia di un altro omicidio, un pregiudicato freddato in una pizzeria nel centro di Napoli. La violenza a Napoli non si placa e non saranno certo gli inutili vertici sull'ordine pubblico a cambiare il destino attuale della città, un destino fatto di malavita e violenza. E' arrivata l'ora di finirla di percepire il fenomeno camorristico come qualcosa di eccezionale. La camorra appartiene al Dna della città di Napoli e questo va detto una volta per tutte. Il Ministro Pisanu mi dovrebbe spiegare perchè il sottoscritto a Napoli-Secondigliano, zona a forte influenza camorristica, può tranquillamente passeggiare sotto la villa blindata del boss Di Lauro. Perchè quella villa non è stata confiscata?Possibile che le forze dell'ordine non sappiano, visto anche il fatto che una stazione dei carabinieri è molto vicina alla villa?Napoli subisce da sempre una violenza morale da parte dello stato, il quale non ha mai combattuto la camorra con forza adeguata. A Napoli c'è una guerra in corso e questa è l'unica realtà! Si prendano i provvedimenti adeguati cominciando ad inviare i militari, con poteri di polizia, in tutto il Sud Italia. Si potenzino le prerogative dei prefetti concedendo loro poteri "quasi" illimitati almeno nelle regioni con maggiore influenza mafiosa. E' inutile urlare allo scandalo se poi a Napoli vi sono sacche di popolazione sottomesse alla camorra e alla sua legge violenta. Se lo stato è assente la camorra fa presto a propagarsi, e in effetti così è successo. Chissà che non ci voglia un nuovo "Prefetto di ferro" il quale, come insegna la storia, già allora fu fermato nella sua azione moralizzatrice in nome della ragion di stato! Quella stessa ragion di stato che non concesse i mezzi necessari al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, poi trucidato dalla mafia!
Walter Lanaro
cuccu44@softhome.net
Cuccu44,sempre in prima linea!!!

Redazione1
29.11.2004 20:13
Appello Sansa, nuove iniziative

AGGIORNAMENTO E NUOVE INIZIATIVE

Le adesioni all'appello per Adriano Sansa e l'indipendenza della Magistratura continuano a crescere. Al momento sono 2428. Ieri si sono aggiunte le sottoscrizioni, tra gli altri, di: ANTONIO INGROIA, LEOLUCA ORLANDO e GIOVANNI IMPASTATO.

Venerdì prossimo, 3 dicembre, alle 17:30 a Genova, in Galleria Mazzini - lato teatro Carlo Felice -, si svolgerà una nuova 'passeggiata civile' per le legalità, con particolare riferimento al tema della lotta alle mafie e per presentare i progetti che porteremo avanti con la Fondazione Antonino Caponnetto.

Per un rilancio morale e culturale della lotta alle mafie, si promuove a Genova un Comitato Civile Antimafia, dove possano mettersi in rete associazione, comitati e singole persone che vogliono portare il loro impegno in questo delicato e fondamentale obietivo a Genova ed in Liguria.
Un particolare invito a docenti, studenti e genitori che vogliono aiutarci a riportare nelle scuole i temi della legalità e della cultura antimafia.
Chi vuole entrare in questa 'rete' è invitato a comunicarcelo (sempre a queata e-mail) in modo tale da poter costruire una mailing list aperta di discussione, confronto e coordiamento. L'invito è rivolto anche al di fuori dei confini regionali, in quanto potremmo passare le Vostre disponibilità alla Fondazione Antonino Capponnetto e quindi alle realtà operanti nel territorio.

Grazie dell'attenzione e cordiali saluti
Christian Abbondanza

Redazione1
29.11.2004 22:02
Ricomnciamo di A.Di Pietro e M.Santoro

Antonio Di Pietro e Michele Santoro
"Ricominciamo?" Napoli - Stazione Marittima -Venerdì 3 dicembre 2004 ore 17
Cari amici,
sono ormai lontane le immagini del Palavobis di Milano. Ma le
emozioni, l'entusiasmo, la straordinaria partecipazione popolare di quei
giorni non sono certo dimenticati. Dove sono finiti i girotondi, i
movimenti, le centinaia di migliaia di cittadini che, fuori dalle
organizzazioni di partito e dagli steccati ideoligici, erano scesi in piazza
e avevano scosso l'Italia?

Dopo aver fatto scelte diverse nella campagna elettorale per il Parlamento
europeo, vogliamo riaccendere il dibattito. Vogliamo aprire un confronto
libero per cercare strade e soluzioni che diano nuovamente voce a tutti
coloro che si sono battuti per i diritti, per la pace, contro i colpi di
mano sulla Costituzione e sulle istituzioni dello Stato.

Di fronte alla gravissima crisi economica, alla degenerazione della vita
civile e culturale del paese e alle scadenze elettorali che ci attendono,
occorre individuare i modi per incidere e dare un contributo reale al
rinnovamento della politica e ai criteri di scelta della nuova classe
dirigente.

Il nostro vuole essere un momento d'incontro e, prima di tutto, di
riflessione, non solo sull'esperienza che abbiamo vissuto e per non
disperdere il patrimonio acquisito, ma per chiederci come far pesare quell'
Italia ancora disposta a battersi per cambiare le cose.

"Ricominciamo?" vuole essere una proposta, un'opportunità per tutti coloro
che vogliono fare politica, che hanno deciso di impegnarsi, di non delegare.
Per tutti coloro che vogliono dare all'Italia un progetto alternativo per
ricominciare.
L'appuntamento è a Napoli, Stazione Marittima, venerdì 3 dicembre 2004 alle
17 insieme ad Annamaria Carloni, Nello Formisano, Aldo Masullo, Pancho
Pardi, Giuliana Quattromini e Marco Travaglio.

Redazione1
30.11.2004 18:43
Si mettono nuove tasse...di F.Lena

Ma quali tagli alle tasse se ne mettono di nuove

Nella Finanziaria 2005 si possono contare ben una decina di tasse in più

Ogni giorno i mezzi di comunicazione, giornali, televisione, radio,
sbandierano le promesse del governo sulla diminuzione delle tasse.Ma in cosa
consisterebbero questi tagli? Per ora, se guardiamo bene la legge
finanziaria 2005, si possono contare una decina di nuove imposte. Quindi,
mentre si continua a parlare delle promesse di diminuire le tasse, si
distoglie l'attenzione dei cittadini e si getta ombra sul fatto che ne
stiamo pagando sempre di più.Se il governo di centrodestra ha veramente
intenzione di diminuire le tasse dovrebbe incominciare col restituire quelle
pagate in più per effetto dell'inflazione: il cosiddetto fiscal drag e
rendere anche il 5% di I.R.P.E.F. pagato in più sul T.F.R.che, con la legge
Tremonti, è stato portato dal 18% al 23%. Un altro segnale lo potrebbero
dare poi abolendo i vergognosi ticket sulle confezioni dei farmaci,
introdotti dalle regioni governate dal centrodestra. E poi, lasciatemelo
dire, se si vuole veramente diminuire la pressione fiscale lo si faccia per
tutti, favorendo anche le fasce dei redditi più basse. A questo proposito c'
è bisogno di più impegno e di una maggiore attenzione verso le famiglie con
figli: bisogna incentivare le detrazioni fiscali, calibrarle sul costo dei
figli e aumentare anche gli assegni a favore del nucleo familiare. Sarebbe
auspicabile poi una maggiore attenzione verso quella larga fascia di
pensionati che non riescono ad arrivare a fine mese con la loro bassa
pensione. Insomma chi ci governa dovrebbe fare leggi che portino al
miglioramento delle condizioni di chi sta peggio dando priorità ai cittadini
più deboli, ai più bisognosi, agli ammalati, agli anziani, ai disabili, agli
handicappati, stanziando più finanziamenti agli enti locali e favorendo lo
sviluppo di una rete di servizi socio sanitari ed assistenziali sul
territorio. Perché il progresso di una Nazione lo si vede anche nelle
condizioni di vita dei suoi abitanti. Francesco Lena - Cenate Sopra Bergamo
(Bg)

Redazione1
3.12.2004 10:05
Aggiornamento appello Sansa

Aggiornamento ed Invito

Le adesioni all'appello a sostegno di Adriano Sansa e per l'indipendenza della Magistratura sono giunte al momento a 2.534. Una mobilitazione civile contro un'abuso di potere del Ministro Castelli, a danno del Tribunale dei Minori di Genova e del CSM che designò Sansa a Presidente del Tribunale stesso il 15 giugno scorso. Una rivolta morale, come lo sciopero nazionale dei magistrati dello scorso 24 novembre, contro una riforma dell'ordinamento giudiziario che ha il solo fine di asservire al Potere politico la magistratura per garantire a se ed ai propri amici l'immunità ed il libero arbitrio al di sopra della legge.

L'attacco a Sansa è palesemente l'esempio che il Ministro Castelli vuole dare di ciò che sarà la magistratura con l'entrata in vigore della Controriforma da lui portata avanti per conto del Cavaliere, portando il nostro Paese al di fuori del principio liberale della separazione dei poteri ed in evidente contrasto con la Costituzione Repubblicana.

Ad oggi al nostro appello non è giunta alcuna risposta da parte del Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e presidente del CSM. Ciò ci preoccupa, anche considerando che l'attacco sovversivo allo Stato, alle sue Istituzioni ed alla Costituzione, portato in queste settimane dal Governo Berlusconi, sta proseguendo senza tregua, in piena attuazione del piano eversivo della loggia massonica P2 di Licio Gelli.

Oggi il nostro Paese entra in un tunnel pericoloso in cui, se la Controriforma dell'ordinamento giudiziario verrà divulgata, avremo un Governo con il controllo - di fatto - progressivo della magistratura con svuotamento delle funzioni del CSM e quindi dell'autonomia ed indipendenza, oltre al controllo quasi assoluto dei mezzi di informazione e della maggioranza parlamentare figlia del conflitto di interessi. A ciò può aggiungersi l'approvazione sciagurata della riforma Costituzionale, con accentramento di buona parte dei poteri ad oggi del Parlamento e del Presidente della Repubblica nelle mani del Presidente del Consiglio.

Oggi, oltre all'approvazione della Controriforma da parte della Camera, si aggiunge, come ulteriore prova della volontà degli uomini di questa cosidetta destra di controllare e condizionare la Magistratura: la dichiarazione della terza carica dello Stato, il Presidente della Camera On. Casini, di stima e solidarietà a Marcello Dell'Utri - già pregiudicato ed oggi imputato per legami mafiosi - mentre i giudici chiamati a giudicarlo sono in Camera di Consiglio.

Occorre uno scatto di dignità dei cittadini per far sentire l'indignazione civile ed il dovere della rivolta morale di chi vuole difendere la nostra Democrazia, con i principi ed il dettato della Costituzione Repubblicana. Non possiamo cedere e non vogliamo arrenderci ad un destino da sudditi. Non hanno ancora vinto, e non sovvertiranno lo Stato, sino a quando persone libere, come noi e voi, avranno il coraggio e la forza di opporsi per l'interesse, non proprio, ma di tutti, del Paese.

Per dire questo saremo di nuovo in piazza con una Passeggiata Civile a Genova, venerdì 3 dicembre, alle ore 17:30 in Galleria Mazzini - lato Teatro Carlo Felice. Invitiamo tutti i cittadini ad essere con noi e chiediamo a tutti di inviare un e-mail al Presidente della Repubblica per esprimere il dissenso verso questa Controriforma, invitandolo a non firmarla, e di far sì che la nomina di Adriano Sansa sia resa effettiva.

Per queste stesse ragione invitiamo tutti i cittadini a far sentire questo sentimento profondo, proprio di quel senso dello Stato completamente assente negli uomini che ci governano, al Presidente della Repubblica affinché non firmi la Controriforma ed intervenga per sbloccare la nomina di Adriano Sansa. Il Presidente della Repubblica è rappresentante di tutti gli italiani, non di una parte, e deve garantire tutti e può rinviare alle Camere le leggi che non ritiene conformi allo spirito costituzionale. Può richiamare, anche un Ministro, al rispetto dei ruoli e delle leggi. Il Presidente della Repubblica ha ancora potere in Italia, addirittura può sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni.

Se ciascuno di noi mobiliterà altre 10 persone, da 2.534 diventeremo 25.340, e così via, questo movimento di indignazione civile diventerà tale che non potrà essere ignorato e che comunque porterà avanti una resistenza morale a difesa dell'indipendenza della magistratura e con essa della Costituzione, salvaguardia essenziale dei diritti di tutti i cittadini. Questo obiettivo è lo stesso per cui Adriano Sansa ha sempre, ed ancora, espresso la sua indignazione civile e morale, il medesimo per cui la quasi totalità dei magistrati hanno scioperato il 24 novembre, per la terza volta nella stessa legislatura. L'interesse è comune, la battaglia è di tutti, tutti dobbiamo agire.

Grazie dell'attenzione e cordiali saluti

Christian Abbondanza


l'indirizzo e-mail del Presidente della Repubblica è: presidenza.repubblica@quirinale.it

Redazione1
3.12.2004 10:06
No alla controriforma di Castelli

L'approvazione della cosiddetta Riforma dell'Ordinamento Giudiziario da parte della Camera provoca sgomento in tutti coloro che sono attenti ai reali problemi della Giustizia e che non vogliono una magistratura asservita al potere esecutivo e preoccupata solo dei concorsi che dovrebbero consentire la carriera.

Occorre un nuovo obiettivo di azione per contrastare l'operato di questo governo, preoccupato solo di mantenere il proprio potere, condizionando o eliminando ogni possibile fonte di dissenso.

Ci aspetta ora una dura lotta per salvare la nostra Costituzione Repubblicana: invitiamo tutti i magistrati a farsi portavoce delle ragioni con cui dovremo sostenere il NO nel Referendum cui saremo chiamati in base alla legge che regola le modifiche costituzionali. Sarà un impegno civile a difesa della democrazia.
Communitas 2002
_________________________________________________________________________________________

Redazione1
5.12.2004 14:54
Cara Unità di U.Montecchi

Cara Unità,
perchè non dedicate qualche servizio relativo , ad uno o più , congressi di Unione di base del D.S. ?
Mi spinge a chiedervi questo leggendo oggi - Domenica 5 Dicembre - a pag. 3 il vostro servizio in merito ad una singolare notizia :
il compagno Sergio Cofferati , Sindaco di Bologna, si reca nella sua Sezione di appartenenza, arriva appena in tempo per esprimere il suo voto ma non interviene e non vota ....!
Ma che bella notizia ....!
Fa notizia una "non notizia" mentre centinaia di migliaia di iscritti e militanti del D.S. si impegnano in un appassionato dibattito sulla politica anti-berlusconiana e sulle stesse sorti del loro Partito.
Grazie in anticipo e buon lavoro Ugo Montecchi
compagno militante dal 1958 nel Partito a Genova.

Redazione1
7.12.2004 13:34
Identità perduta di L. Boschi

IDENTITA' PERDUTA

E' come se si fossero persi il passato e il futuro, si vive solo nel presente. Domina l'impulso animale telecratico e si perde la poesia. Non c'è più la poesia nella quotidianità. E se c'è viene repressa, stroncata. La poesia non vive nella stupidità! Richiede l'anima, lo spirito, l'intelletto, la sensibilità. Un contesto divenuto ormai sconosciuto. Vi è un continuo attentato alla vita col discredito; una volontà di non far bene, ma subito male. Jankélévitch: "il bene è una cosa che occorre fare seduta stante, immediatamente...sempre subito, sempre ad ogni istante, ed in particolare in questo istante stesso, in questo momento, nel minuto stesso in cui lo diciamo. Domandare quando? è quindi ridicolo come domandare: per quanto tempo?"
Assistiamo invece al richiamo animale telegenico che riproduce l'uomo senza qualità. Si è perso il senso anche delle cose. Si è persa la loro provenienza, la loro storia, la loro identità. La consapevolezza etica è sepolta dall'edonismo, dall'economicismo, dal consumismo, fino all'annientamento del soggetto, divenuto in vita consumatoio, presente solo nei musei. Soggetti trasformati in oggetti che vivono nella loro fruizione reciproca, sostenitori della virtù della forza.
Il consumatore è motivato dal solo piacere edonistico non riesce più a vedere, a riconoscere, a capire. Non è dato infatti di comprendere, è stato falsato il piano cognitivo da un preciso, efficace sistema informativo dotato in particolare di radiazioni catodiche e pubblicità, capace di rendere "distratti" i consapevoli e manipolare gli inconsapevoli. Le relazioni sono impedite o soggette a rapina.
Dall'animale all'uomo: un cannibalismo sociale in atto, che nutre la partitocrazia, alimenta linee di processo funzionali all'attuale sistema del capitale finanziario orbitante. Vite in allevamento! Ciò che l'uomo fa con gli animali, lo fa anche coi suoi simili. Uno sterminio venduto come tutto naturale, necessario nei salotti delle vanità, delle vanterie, delle cerimonie, col loro cinguettio di conversazioni irreali e maldicenze. Caproni li chiamava "farabutti".

Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Tel 0521 285494 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma 07 dicembre 2004

Redazione1
7.12.2004 15:47
Critica all'Unità di Ugo Montecchi

Caro Furio Colombo,
critico l'Unità per il tipo di servizio (pag. 9 di oggi ) svolto sul problema dell'accoglienza e sulla forte , riuscitissima manifestazione :
per le vie di Roma si sono fatti sentire molte migliaia di cittadini italiani e, soprattutto, una grande massa di extracomunitari ( arabi, africani, cinesi, ecc. ecc. ...) contro la legislazione in atto per l'accoglienza cioè la legge Bossi-Fini e non solo......
Infatti nel servizio di Maristella Iervasi si oscura il fatto politico , a mio avviso gravissimo, che il D.S. non ha aderito ( insieme a molta parte del Centro Sinistra );
dei Sindacati ha aderito, ed ha partecipato con una qualificata delegazione , soltanto la FIOM-CGIL .
Queste assenze sono state da me apprese leggendo il servizio sul " Il Manifesto".

Mi domando se andassimo al Governo del Paese, battendo Berlusconi , su questi problemi che vogliamo fare?

Mi rammarico che, impegnato nel Congresso del D.S. , non ho potuto partecipare a questa bella Manifestazione.

Cordialità dal lettore Ugo Montecchi ( iscritto al P.C.I. dal 1958 e poi , ininterrottamente, iscritto al P.D.S. ed al D.S. di Genova ).

Redazione1
12.12.2004 19:23
Fiabe venute da lontano di Emergency

Sabato 18 e domenica 19 al Mercatino di Emergency a Milano
(largo Corsia dei Servi angolo corso Vittorio Emanuele) si terrà "Fiabe venute da lontano".
Anche questo weekend attori e animatori leggeranno per i più piccoli
le fiabe cambogiane e afgane: " Chi è il più forte" e
"l'albero incantato"; l'appuntamento è alle ore 16.
Al termine delle lettura i volontari di Emergency hanno preparato
racconti, musiche e immagini per introdurre i bambini alla conoscenza
dell'Afganistan e della Cambogia.

Redazione1
13.12.2004 20:54
Volontari uniamoci di R.Tortelli

Caro Nando,

non mi pare di conoscerti… come si legge dalla mia tagline io sono di Milano.

sono anche iscritta ai Cittadini… e anche ai DS. Ma quel che maggiormente conta e’ sono una volontaria per Prodi dal lontano ’95, responsabile dell’allora comitato per l’Italia che vogliamo della Cariplo (che ora non esiste piu’ assorbita da Banca Intesa…).

Fu proprio nel ‘95 che iniziai a fare politica in rete scoprendo, grazie alla mitica e storica mailing list Pro-Prodi, l’utilita’ di Internet per organizzare volontari… cosi’ ben presto ci costituimmo in Comunita’ per l’Ulivo www.perlulivo.it quando Romano era ancora Presidente del Consiglio e ci veniva a trovare e ringraziare quando, arrivando da tutta Italia, ci ritrovavamo a Bologna.

In questi ultimi anni eravamo entrati un po’ i letargo, con il Prof. a Bruxelles, ma ora che e’ tornato… ci ha dato il via e stiamo raccogliendo volontari. In rete perche’ e’ lo strumento meno costoso che ci sia…

Sabato sera ero da Gad Lerner e c’era con noi anche Deo Fogliazza e ho dato l’invito ad iscriversi anche a lui, e ovviamente anche a Gad e a Ritanna Armeni…

Oggi ci ha risposto un volontario anziano… ha 82 anni ed era iscritto al PCI gia’ dai tempi della scuola (durante il fascismo), non ci credevo… e gli ho telefonato. Il risultato e’ stato che mi sono commossa nel sentire il suo entusiasmo.



Ecco, e’ proprio di entusiasmo che abbiamo bisogno, nessuna briciola deve essere sprecata, dobbiamo riuscire ad allargare il nostro messaggio a tutti i nostri elettori per avere la forza di raggiungere il 1.000.000 di volontari di cui parlavi tu…e se qualcuno riceve il messaggio piu’ volte… e’ sempre meglio che beccarsi la faccia di Berlusconi in TV 50 volte al di’…



Ciao e buon lavoro… e venite a censirvi a www.perlulivo.it di lavoro ce n’e’ per tutti

rosanna



------------------------------------------
Rosanna Tortorelli - Milano
------------------------------------------

... che amo' sempre
lavoro, giustizia e liberta'
retaggio che mai non muore.
(dalla lapide funeraria di
Francescantonio Tortorelli 1812-87)

Redazione1
17.12.2004 20:26
Il crocifisso e la Corte Costituzionale

Corte Costituzionale e Crocifisso nelle aule: il miracolo della disinformazione. Una non-decisione è diventata per la Moratti un riconoscimento del "valore della tradizione cristiana e il crocifisso come simbolo di amore universale". I Radicali di sinistra: la scuola non è una parrocchia, al posto dei crocifissi mettiamo il Tricolore

Nella giornata di ieri la stampa, la TV, la radio e più in in generale tutti i mezzi di comunicazione italiani hanno prodotto un altro piccolo miracolo di disinformazione e travisamento delle notizie: stiamo parlando della sentenza della Consulta sul crocifisso.

L'unica azione del Garante della Costituzione è stata dichiarare "manifestamente inammissibile'' il ricorso in materia del Tar del Veneto, rispondendo che il ricorrente non poteva sollevare la questione (semplificando come se la Consulta avesse detto al TAR Veneto che l'oggetto del contendere è una "Questione di carattere amministrativo, non spetta a noi"). In sostanza nulla è stato deciso o avallato, e i Radicali di sinistra vedono nell'ordinanza la possibilità di continuare la lotta per la difesa per la laicitaà dello Stato -a partire proprio dalla scuola- fiduciosi per un esito finale positivo.

I mezzi di comunicazione hanno compiuto il miracolo e da una non-decisione, come in sostanza è per incompetenza quella della Consulta, hanno trasformato la vicenda in una "vittoria del crocifisso". Rarissime le analisi razionali ed i resoconti completi che dessero voce entrambe alle parti, cercando di spiegare cos'era fosse accaduto in realtà.

I Radicali di sinistra sottolineano l'inaccettabile comportamento della classe politica, incredibilmente allenata alle genuflessioni papaline ed altrettanto incredibilmente incapace di intendere un semplice atto amministrativo. Una non-decisione è diventata per la Moratti un riconoscimento del "valore della tradizione cristiana e il crocifisso come simbolo di amore universale" e per Volonté la "fine alle malcelate critiche laiciste nel nostro Paese". Il tutto nel silenzio delle opposizioni, che devono avere considerato la causa laica troppo poco importante, dimenticando che una scuola laica, pluralista e democratica è il fondamento di una società aperta e progredita, una società che non esclude, ma che include, una società dove la religione non viene pretesa e imposta, anche attraverso l'affissione di simboli di parte in luoghi pubblici, quindi frequentati da credenti e non.
Proprio perché la scuola non è una parrocchia, i Radicali di sinistra invitano a togliere i crocifissi e mettere al loro posto il Tricolore, unico simbolo di libertà e democrazia di tutti gli italiani.

Redazione1
17.12.2004 20:48
Girotondi di Napoli

GIROTONDI PER LA DEMOCRAZIA DI NAPOLI
PRESCRIZIONE NON EQUIVALE AD ASSOLUZIONE.
Non esiste “l’assoluzione per prescrizione”. Che lo dicano le televisioni di regime, non ci stupisce; ma che quasi quasi lo lasci intendere anche qualcuno

dell’opposizione ci fa infuriare. Il dispositivo di sentenza emesso dal Tribunale di Milano ha accertato la sussistenza del rapporto di corruzione tra il presidente del Consiglio e l’allora capo dei g.i.p. di Roma Renato Squillante.Grazie alle leggi ad personam e a vergognose tattiche dilatorie Berlusconi è riuscito a far decorrere il tempo sufficiente a far maturare, ancora una volta, la prescrizione.

Avevamo perfettamente ragione noi dei girotondi a mobilitarci contro le leggi vergogna e non già perché abbiamo la sindrome della “via giudiziaria all’alternanza”,

come incredibilmente oggi (11.12.04) scrive Massimo Giannini su “Repubblica”, che – non pago – torna sul ritornello che Berlusconi è “il legittimo presidente del Consiglio”.No, non lo è. E ciò sia perché era ed è ineleggibile (v. legge del 1957) a causa del noto conflitto di interessi, sia perché le sentenze degli ultimi tempi hanno dimostrato che l’acquisizione dell’impero mediatico grazie al quale è stato eletto è avvenuta con mezzi illeciti.

Quello che troppi continuano a non voler vedere è che noi non poniamo una questione giudiziaria, ma strettamente politica giacché nessuna democrazia può tollerare che un presidente del consiglio sia tanto compromesso, insieme con i suoi più stretti collaboratori (v. Previti e Dell’Utri), in vicende infamanti.

Altrettanto incredibile è che da più parti (fra cui Giannini, ibidem) si dica che il premier dovrebbe convincersi che la sentenza di ieri dimostra che “c’è un giudice

anche a Milano”, il che equivale a dire che giudice imparziale è solo quello che assolve o dichiara prescritti i reati.

E non dovremmo denunciare il degrado della democrazia italiana?

O forse preferiamo che lo faccia solo la stampa estera?

Giuliana Quattromini

Girotondi di Napoli

Redazione1
17.12.2004 20:52
Provaci ancora Sam

Provaci ancora Sam

Innovazione, Innovazione, Innovazione.Soprattutto le menti e il contesto. E' un concetto culturale prima ancora che commerciale o di processo. Non si innova comprando tecnologie, ma mutando il contesto. Dove sono i parchi tecnologici? Quanto investono le Fondazioni in ricerca o progettualità futura? Qual è la quota che le aziende investono in ricerca annualmente, quanto contribuiscono alla ricerca, quanto investono in formazione, reale!! non finzione per incassare finanziamenti? Qual è l'attenzione che viene riposta dalla P.A. al cambiamento culturale e alle spinte innovative? Qual è stato il loro contributo negli anni passati al sostegno dell'economia delle conoscenze? Qual è il programma di ricerca universitaria? E' prioritario alla didattica? Quale rapporto tra Università e impresa per la ricerca applicata? Qual è la reale volontà collettiva per il cambiamento, per l'espressione delle potenzialità individuali? Quando e quanto i partiti sono più vicini alla meritocrazia piuttosto che al regime partitocratico? Montezemolo:"I freni all'innovazione e le barriere burocratiche finiscono per premiare i più furbi e i meno onesti, invece che i più bravi e i più innovativi".
Se il Paese, un territorio, una città sapranno esprimersi adeguatamente su questi temi, forse, dico forse, vi potrà essere un cambiamento reale. Cosa contraria sarà solo colonizzazione tecnologica come è accaduto col digitale. E allora il cambiamento sarà acquisito dalla società della tecnica che lo imporrà, non passerà, finalmente!! perché ne ha la potenza, dalla discrezionalità della classe dirigente che invece ne impedisce lo sviluppo per assicurare a sé ai suoi adepti privilegi e profitti di una economia e di una società in declino, allo sbando. Mentre il capitale deve avvalersi della tecnica per sopravvivere, la tecnica si avvale del capitale per autoriprodursi (Severino). Il post umano sarà preferibile all'umano!

Luigi Boschi
Tel 0521 285494 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
31.01.2005 15:30
Ricordiamoci....di F.Lena

Gentile Redazione Le mando questo mio semplice scritto veda se ritiene utile
pubblicarlo,grazie

Bisogna sempre mantenere viva la memoria sul passato
L'apertura dei cancelli di Auschwitz rivelò definitivamente al mondo
l'orrore di un progetto folle, premeditato e pianificato che non deve essere
dimenticato perché sia a tutti di monito. Questo il senso più profondo della
Giornata della Memoria, importante per ricordare sia l'olocausto di milioni
di ebrei, sia l'eliminazione di tutto ciò che veniva considerato "diverso",
omosessuali, Testimoni di Geova, portatori di handicap, discriminazioni alle
quali purtroppo ancor oggi capita di assistere.
Le vittime dell'Olocausto, credo, non chiedano pietà; credo che, invece,
chiedano l'allontanamento di quell'indifferenza che, purtroppo, permette a
troppi giovani, ma non solo, di guardare a quelle orribili vicende con
pericoloso distacco.
Per scongiurare il rischio che il sacrificio di tanti innocenti cada nell'
indifferenza e nella dimenticanza, bisogna fare in modo che non si parli e
si ricordi quelle terribili atrocità, soltanto il 27 gennaio. Occorre tener
quelle vicende ben ferme e salde nelle menti e nei cuori di ognuno,con
iniziative concrete di informazione nelle scuole, nelle associazioni, con
tutti i mezzi di informazione, perché "il valore della memoria" rimane un
"elemento cruciale" per la "formazione delle nuove generazioni".
La "strategia della memoria" è impegno rivolto al presente e al futuro per
far in modo che le giovani generazioni odierne conoscano e ricordino per poi
tramandare, domani, la memoria ai loro figli e nipoti. Poiché senza memoria
non c'è futuro, il nostro impegno a mantenere viva la memoria rappresenta il
miglior antidoto contro il rischio che si ripetano quelle tragedie. che
hanno segnato la storia dell'Europa.
facciamo tutti veramente qualcosa in più, per costruire una società
migliore, di giustizia sociale , di libertà, in cui ci sia la pace per tutti
i cittadini del mondo.
Lena Francesco Via Provinciale,37 24060 Cenate Sopra Bergamo tel. 035
956434


Redazione1
31.01.2005 19:17
Le donne e la Gad di R.Schirò

www.mondonuovonews.com
ROMANO PRODI CON UN ARTICOLO PUBBLICATO SULL'UNITA' HA FATTO UNA GRANDE
APERTURA AL MONDO FEMMINILE. ABBIAMO RACCOLTO UNA DICHIARAZIONE DI ROSALIA
SCHIRO' CHE VEDE FAVOREVOLMENTE L'INIZIATIVA DEL LEADER DELL'ULIVO.

DICHIARAZIONE DI ROSALIA SCHIRO' *
Saluto con favore il titolo dell'articolo di Romano Prodi "la donne fanno
bene alla politica" riportato oggi sulla prima pagina dell'Unità. Ma non è
solo il titolo da valutare positivamente, anche se il rilievo che la sua
collocazione nel quotidiano diessino conferisce all'argomento è notevole e
denota, in qualche modo, una preventiva condivisione del tema trattato dal
Professore. E' importante sottolineare il taglio nuovo che Prodi intende
dare al rapporto donne-politica, denunciando quanto di sbagliato è stato
fatto in passato, anche dal Centro-sinistra, che ha cercato talvolta le
donne all'ultimo minuto per chiudere qualche lista o per includerle in
qualche giunta, magari al solo fine di garantirne l'estetica. Oggi un
Prodi maturo e consapevole, transitato da una prolungata esperienza
europea in cui, più che nella nostra per certi versi "piccola Italia", il
ruolo delle donne in politica viene esercitato ed apprezzato, si impegna a
coinvolgere le donne sin dalla fase della stesura delle piattaforme
programmatiche. Per chi non è alla ricerca di facili opportunità e di
avventure politiche, la strada proposta da Prodi per aprire la nuova
stagione politica che sta per iniziare appare come una via maestra. Ed è
l'unica strada politicamente corretta percorribile per tante donne, che
soprattutto nel mezzogiorno d'Italia, vogliono portare un contributo di
presenza e di idee ad una nuova fase politica che si caratterizzi con l'
affermazione di quei diritti che, per troppo tempo, sono stati elusi e
calpestati. Con ciò rendendo l'Italia della politica più povera e
disarmonica rispetto ad una condizione diversa cui l'avrebbe certamente
portata una più massiccia ed equilibrante presenza femminile.
*Consigliere provinciale della Margherita alla Provincia
regionale di Messina

MESSINA 26.1.2005

Redazione1
8.02.2005 18:10
Raccolta differenziata a Genova di U,Montecchi

Massmauger,
sulla RUMENTA pone non un problema ma "il problema" :
quando riusciremo progressivamente e, speriamo presto, a raggiungere l'80% di raccolta differenziata a Genova , questa rumenta " preziosa e selezionata" dove andrà a finire?
Molta ritornerà , come oggi , in discarica ?

Porsi questo, quale problema da risolvere oggi ,diventa cruciale e strategico poichè manca , purtroppo, sia da parte dei Comuni. delle Provincie e, soprattutto , della Regione Liguria una politica che stimoli ed incentivi gli industriali e/o gli imprenditori all'utilizzo ed alla trasformazione in nuovi prodotti di queste materie prime.

Materie prime che dovrebbero essere messe sul mercato tramite una Legge Regionale essendo un prodotto "pubblico" creato dalla paziente ed educata volontà dei cittadini che, tra l'altro", gratuitamente lo mettono a disposizione degli imprenditori ovviamente al fine di sfruttarle e trarne il giusto profitto.

A me risulta che solo per la plastica ed il vetro qualcosa, di embrionale e di questo tipo, già si faccia.

Se non si riesce a chiudere in questo modo virturoso il " CICLO DEI RIFIUTI molti cittadini e istituzioni operanti sul e nel ciclo rischiano di "lavorare per il Re di Prussia".

Cordialità da Ugo Montecchi
Associazione per il Rinnovamento della Sinistra)

Redazione1
12.02.2005 13:11
Campagna Cambio di Clima

Campagna Cambio di Clima
con il nostro Direttivo Regionale ed i Circoli di Vercelli e della Val Susa abbiamo pensato di organizzare, nell'ambito della settimana "di Kyoto", una iniziativa antinucleare che si svolgerà nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 febbraio.
La manifestazione avverrà in occasione del transito del convoglio nucleare diretto al famigerato impianto di riprocessamento di Sellafield, che partirà da Vercelli e attraverserà Torino e la Val Susa per arrivare in Francia e poi in Inghilterra.

NO al nucleare,
NO al riprocessamento,
NO ai convogli nucleari

LA STRADA PER KYOTO
NON PASSA DAL NUCLEARE!

Presidio antinucleare nonviolento davanti alle stazioni ferroviarie di Vercelli e di Avigliana (TO), dalle ore 21 alle ore 22 di domenica 13 febbraio, organizzato da Legambiente Vercelli e Legambiente Valle Susa

Al termine della manifestazione una delegazione continuerà il presidio fino al transito del treno che avverrà presumibilmente fra le ore 1.30 e le ore 2.30.
INTERVENIAMO NUMEROSI

BASTA!!!!!!!!!! LA VALLE DI SUSA .... HA GIA DATO....


NO AL TAV ...
NO AMIANTO...
NO NUCLEARE


Piercarlo Cotterchio
presidente circolo Legambiente Vallesusa
cell. 3351245577
e-mail : presidente@legambientevalsusa.it

Redazione1
12.02.2005 14:01
Un nuovo ordine mondiale di Johan Galtung

Le alternative per un nuovo ordine mondiale

Un famoso pianificatore del Pentagono (Ralph Peters, colonnello
dell'Esercito americano durante gli anni '80 e '90, ndr), ha affermato
che il fine delle Forze armate degli Stati Uniti sia quello di rendere
il mondo sicuro per favorire l'interesse commerciale e l'offensiva
culturale americana, aggiungendo: "Toward this end there will be a
fair amount of killing" ("Per questo scopo avremo un numero non
trascurabile di morti").

Per questo, a partire dal secondo dopoguerra, in seguito a 70
interventi militari, gli Stati Uniti si sono resi colpevoli della
morte di un numero di persone compreso tra 12 e 16 milioni.

Io non sono antiamericano: sono contro l'imperialismo americano, e
quindi contro la guerra che provoca. Nel 1980 ho sviluppato una teoria
sulla fine dell'impero sovietico che aveva come fondamento la
"sinergia delle contraddizioni sincronizzate" e che prevedeva il
crollo dell'Urss entro 10 anni, preceduto dalla caduta del muro di
Berlino. Nell'ex-Unione Sovietica erano presenti sei contraddizioni
sincronizzate: quella tra l'Unione Sovietica stessa e gli Stati
satelliti, tra la nazione russa e le altre nazioni dell'impero, tra
aree urbane e rurali, tra borghesia socialista e classe operaia
socialista, tra liquidità e mancanza cronica di beni di consumo, tra
miti e realtà. E' possibile che un sistema possa dominare con le
baionette una contraddizione, ma quando tutte crescono e tra di loro
si crea una sinergia, allora bisogna cambiare il sistema per evitarne
il crollo.

Due mesi prima rispetto alla mia previsione, nel novembre del 1989, è
stato abbattuto il muro di Berlino; subito dopo si è smembrato
l'impero sovietico. Al momento gli Stati Uniti hanno ben 15
contraddizioni. Cinque anni fa, nel 1999, ho azzardato che l'impero
americano non sarebbe andato oltre il 2025. Da quando è stato eletto
Bush, ho ridotto di cinque anni questa previsione: nelle teorie
sistemiche ciò si chiama "acceleratore di sistema".

Quando tra quindici o venti anni un presidente americano dichiarerà
alla televisione che gli Stati Uniti ritireranno le proprie truppe di
occupazione, elimineranno tutte le loro basi militari dislocate
all'estero, e parteciperanno alle Nazioni Unite come uno Stato uguale
a tutti gli altri, allora potremo prevedere due cose: o che
toglieranno il collegamento durante il suo intervento, o che ci sarà
un golpe militare fascista. Ciò è possibile. Siamo stati vicino a
questo negli anni '30, durante la presidenza Roosevelt.


Ciò che dobbiamo fare fin da ora, è insegnare al popolo americano i
valori dell'uguaglianza, far capire loro che non esistono popoli
scelti, che viviamo tutti sullo stesso pianeta e che insieme possiamo
migliorare le cose. Per fare questo c'è bisogno dell'Onu, non dominata
da una sola potenza e nemmeno da un Consiglio di sicurezza dotato di
poteri esclusivi.

- Gli americani non colgono il nesso strettissimo tra economia e
guerre.

Sono convinto che negli Usa ci sia bisogno di un processo pubblico di
verità e riconciliazione. E' importante ricordare che l'emancipazione
dei cittadini tedeschi dall'eredità del passato nazista è avvenuta
proprio in seguito a un percorso analogo che essi hanno compiuto non
soltanto grazie all'ammissione delle proprie colpe, ma anche grazie
alla pubblicazione di testi scolastici in cui la parola "Auschwitz"
ricorre molto spesso. In questo modo le generazioni che si sono
succedute hanno avuto la possibilità di capire e di imparare. Una
scossa positiva negli Stati Uniti favorirebbe il processo di
liberazione che sta avvenendo, ad esempio, in America latina, processo
che vedo destinato a sfociare nella costituzione degli Stati Uniti
dell'America latina, una nuova entità istituzionale e politica, ma
senza la bomba atomica.

- Un modello federativo per Africa e M. Oriente

L'idea di Abramo di indicare una terra promessa per un popolo eletto è
interessante, ma, come dicono gli arabi, nessuno ha firmato questo
patto, né esiste una registrazione o un rapporto stenografico che lo
attesti. Credo nella legittimità dell'esistenza di uno Stato
israeliano e di uno palestinese, ma non ritengo che la soluzione dei
"due popoli, due Stati" sia la migliore. Oltre a un "bilancio
militare" esiste anche un "bilancio di pace". Israele è troppo forte,
la Palestina troppo debole. Dovremmo piuttosto pensare a un modello
federativo, a creare cioè una comunità di Paesi mediorientali, di cui
facciano parte uno Stato palestinese riconosciuto, Israele, Siria,
Libano, Giordania e Egitto, e in cui proprio le nazioni arabe possano
rappresentare un legittimo contrappeso rispetto a Israele.

Dopo mille anni senza traccia alcuna di una cultura delle sinergie,
questa soluzione permetterebbe, sul modello della Comunità europea del
1958, l'affermazione di un'economia cooperativa, confini aperti per la
libera circolazione delle persone, oltre che degli investimenti,
nell'intera regione. Del resto, la pace in Europa occidentale non si è
fatta sulla base di un trattato tra Germania e Lussemburgo. E' stato
creato un contrappeso alla Germania, ed esso era rappresentato da
Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia e Italia.

Ho tenuto moltissimi seminari, conferenze, incontri in Medio Oriente,
e ho accumulato una lunga esperienza da cui ho tratto insegnamenti
preziosi.

Occorre agire dal basso, coinvolgendo in modo ampio e costante quante
più persone e gruppi possibili della società civile della regione,
perché discutano tra loro sul Medio Oriente in cui vorrebbero vivere.
La pace sta nel futuro, non in un dibattito senza uscita sulle colpe
del passato.

Il modello federativo che ho proposto per il Medio Oriente vale anche
per l'Africa centrale. Qui, dove è molto forte il peso
dell'imperialismo europeo, vedo infatti la possibilità della
costituzione di una confederazione bioceanica che comprenda Tanzania,
Uganda, Rwanda, Burundi, Rd Congo e Congo Brazzaville. Parlo di una
confederazione con confini aperti, dall'Oceano Indiano all'Oceano
Atlantico, attraversata da una ferrovia, a patto che non venga
costruita dagli europei: essi non conoscono la direttrice Est-Ovest,
ma solo quella Nord-Sud. Ciò rappresenta il loro "crimine geografico".
Il Sudafrica ha già fatto questo. Per quanto riguarda, inoltre,
l'intero continente, dobbiamo sostenere con forza il processo di unità
africana, fortemente osteggiato da Europa e Stati Uniti. Noi
occidentali non abbiamo alcun diritto di mantenere le divisioni, ma
solo il dovere delle scuse, della ricompensa e della verità nei
confronti delle popolazioni africane che abbiamo colonizzato e sfruttato.

- La terza guerra mondiale

Spostiamoci ora nella zona più delicata del mondo, quella che
comprende Cina, India e Russia. Proprio qui gli Stati Uniti stanno
preparando la terza guerra mondiale. Gli strateghi americani della
Casa Bianca e del Pentagono seguono una dottrina imperiale concepita
da un geografo britannico nei primi anni del '900, e che si può
sintetizzare così: chi domina l'Europa orientale domina l'Asia
centrale; chi domina l'Asia centrale domina l'isola mondiale (cioè la
regione che comprende Europa, Asia e Africa); chi domina l'isola
mondiale domina il mondo.

Questa tesi, evidentemente folle, gode di grande considerazione a
Washington. Essa viene riproposta nientemeno che nel più importante
documento che attesta l'attuale linea geopolitica americana, il
documento JCS570/2. Questo rappresenta la risposta all'interrogativo
di Roosevelt riguardo a quale linea di politica estera avrebbero
dovuto tenere gli Stati Uniti dopo la conclusione della seconda guerra
mondiale. L'esigenza era quella di rendere il mondo sicuro per i
commerci americani. A questo scopo furono individuate tre aree
geografiche su cui imporre un rigido controllo: l'Europa occidentale,
l'Asia orientale e l'America latina del nord. Il progetto fu
concretizzato e formalizzato attraverso la sigla di tre distinti
trattati militari, rispettivamente la Nato, l'Ampo e il Tiap. Tornando
alla regione di Cina, India e Russia, appare subito evidente che essa
presenta il 40% dell'intera popolazione mondiale e che si situa
precisamente nel bel mezzo dell'espansione della Nato, da una parte, e
dell'Ampo dall'altra. Se a questo poi aggiungiamo che gli Stati Uniti
stanno prendendo il controllo della regione grazie alla costruzione di
numerosi avamposti militari, ad esempio nelle repubbliche islamiche
dell'ex-Unione Sovietica, e che i tre Paesi in questione
prevedibilmente raggiungeranno un accordo per il controllo comune
della zona, avremo tutti gli elementi per comprendere la delicatezza
della situazione.

L'idea poi di fare dell'Afghanistan e dell'Iraq due Stati unitari è
un'illusione occidentale. Sul territorio iracheno convivono quattro
nazionalità: curda, turcomanna, sunnita e sciita. Su quello afghano
ben undici. Un modello federale è l'unica alternativa praticabile per
questi due Paesi.

Johan Galtung
Da "Missione Oggi" di febbraio
di Johan Galtung

Redazione1
12.02.2005 15:00
Evviva Milania di A.Alelotti

Caro/a milaniese,
innanzitutto un po’ di numeri ben auguranti: solo lo 0,4% di coloro che hanno ricevuto Milania via
e-mail ha chiesto la cancellazione. Viceversa, siamo stati letteralmente travolti da messaggi
positivi, da richieste di essere inclusi fra i milaniesi, e da una quantità già significativa di riflessioni
ed analisi (una delle quali pubblichiamo nella sezione "Lavori in corso").
Il vostro feedback è fondamentale perché ci permette di capire le direzioni di lavoro da intraprendere
e soprattutto perché l’accumulo di conoscenza è destinato ad essere canalizzato, oltre che sul
giornale, in futuro anche verso convegni e conferenze milaniesi. E’ stato quindi un inizio molto
incoraggiante che ci riempie di gioia, ma soprattutto di responsabilità verso una sfida di pensiero
partecipato che va sempre tenuta alta.
Con questo numero inauguriamo una serie di incontri volti a decifrare categorie di pensiero che
riteniamo essere molto utili per la nostra analisi. Abbiamo cominciato con Emanuele Severino
e la sua "civiltà della Tecnica", un confronto di idee molto alto che tuttavia riteniamo rivesta una
concretezza esistenziale maggiore di quanto a prima vista possa apparire.
Anche in questo secondo numero, per non appesantire il file, non vi inviamo completamente
la pagina 6. Manca un reportage fotografico dal titolo: "Il sapere vince". Si tratta di foto originali
che ci mostrano come la conoscenza sia la miglior arma competitiva di cui disponiamo: la
nostra vera materia prima (anche perché siamo troppo disincantati per fare i marines o i
kamikaze). Chi non riesce a trattenere la curiosità può comprare il Milania cartaceo nelle edicole di Milano.

Alla prossima

Alessandro Aleotti

Redazione1
12.02.2005 15:15
Questione terme e tubone di Piero Lorenzi

QUESTIONE TERME E TUBONE……IL TRASVERSALISMO GIOVA AI CITTADINI ?


Leggendo i giornali, vorrei esprimere alcune riflessioni e quindi mi chiedo:
Le singole scelte politiche,definite trasversali o Bipartisan,rappresentano sempre il bene della collettività?
Se così fosse,potremmo tutti quanti dire,che è migliorata la cultura e la coscienza politica.
Purtroppo, temo il contrario prendendo spunto dalla questione Terme,e dalla questione Tubone!
Mi spiego meglio,nell’ultimo consiglio comunale di Montecatini l’opposizione rifiuta giustamente di votare il documento relativo alla scissione della società delle Terme,che a me pare un’ autentica follia…Ma colpo di scena,l’ opposizione suggerisce al Sindaco Severi di trasformare il documento in una semplice comunicazione,il Sindaco ringrazia…..Perché è evidente,nella questione Terme,ci sono responsabilità TRASVERSALI…e quindi a nessuno conviene farsi del male in quanto ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio.
La stessa cosa,leggendo sempre l’articolo di Carletto Maltagliati che accusa la destra di “ Tacito accordo”,sul progetto Tubone….. ,ebbene ancora una volta regna la pace tra destra e sinistra,perché? Perché questo progetto rappresenta il volere del Gruppo Caltagirone e di acque S.P.A e anche quello degli industriali di Santa Croce,ma ci saranno veramente i benefici per la popolazione della Valdinievole? Io non ne sono sicuro e quindi,sono convinto aimè ancora una volta, del grande inciucio..! Come uscire da questa trappola infernale? Propongo,che tutti quanti, dovremmo pensare sul come ricostruire un nuovo modo di fare politica…,credo,che l’unica strada possibile sia quella della partecipazione vera, per esempio,io credo nelle primarie di coalizione, purtroppo il cittadino,sarà ancora una volta beffato e quindi alle prossime elezioni Regionali non solo non potrà esprimere la preferenza,ma non potrà partecipare nemmeno alle primarie di coalizione che sona cosa ben diversa dalle primarie di partito …
In sostanza, i partiti aumentano i il proprio potere, ma aumenta la disaffezione nei confronti della politica,dobbiamo assolutamente reagire e pensare al futuro.



Piero Lorenzi ex consigliere Provinciale


Per meglio interpretare questo articolo, vedere sempre sul sito Welfareitali ambiente;
Difendiamo il Padule di Fucecchio ….

Redazione1
16.02.2005 20:52
Tutti a Roma per Giuliana di Communitas

Communitas 2002 invita, insieme a tutti i cittadini consapevoli, alla più ampia partecipazione
Liberiamo Giuliana Sgrena
Manifestazione sabato 19 febbraio a Roma
Appuntamento a Piazza della Repubblica ore 14.00
“Non avrebbe voluto essere un simbolo, e invece lo è diventata. Non avrebbe voluto mai più vedere una guerra, e invece la guerra le è piombata addosso.
Giuliana Sgrena, “inviata di pace” per scelta e per cultura mostra, con la qualità del suo impegno, come è possibile capire e interpretare, raccontare con onestà ma al tempo stesso lottare con convinzione, attraverso la parola scritta, contro un insopportabile orrore.
Per questo salvare Giuliana, salvare la collega di Libération, Florence Aubenas, scomparsa a Bagdad deve riguardare tutti. Non è questo il momento delle divisioni e delle polemiche. Anche avendo idee diverse da Giuliana, dobbiamo tutti partecipare alla mobilitazione per salvarla.
Rifiutiamo la logica della paura, dell'intimidazione, della censura, dell'autocensura, della propaganda. I giornalisti “embedded”, arruolati, raccontano inevitabilmente solo una parte della verità.
Giuliana non lo è, e ha rischiato. Giuliana è una giornalista attenta e consapevole ed è una donna coraggiosa. Come tante colleghe e tanti colleghi.
Giuliana ci manda un messaggio: l'informazione resti in Iraq, per raccontare e capire. Ne vale la pena, i cittadini vogliono conoscere.
La libertà di fare informazione dalle zone di crisi, di guerra, sarebbe negata se venisse approvata anche dalla Camera, dopo il Senato, la riforma del Codice militare di pace, legge che prevede sanzioni penali e anche il carcere per i giornalisti che fanno informazione sulle missioni cosiddette "di pace" rivelando notizie non approvate dai comandi militari.
Sono queste le buone ragioni per le quali è importante esserci tutti, il 19 a Roma, alla manifestazione indetta dal manifesto”.
Prime firme:
Mariuccia Ciotta
Gabriele Polo
Paolo Serventi Longhi
Franco Siddi
Pierluigi Sullo
Roberto Natale
Silvia Garambois
David Sassoli
Furio Colombo
Antonio Padellaro
Angelo Salvatori
Simona Giovannozzi

Redazione1
16.02.2005 20:54
Milania va avanti di A.Aleotti

Caro/a milaniese,
l’esperimento di Milania va avanti e, oltre che sul giornale, è destinato prossimamente ad articolarsi su ulteriori superfici mediatiche e organizzative. Prima di procedere verso questo nuovo sviluppo, vale forse la pena di far aumentare un po’ la popolazione milaniese, oggi di poco inferiore alle 4.000 persone. Pensando ai Comuni tradizionali, vorremmo portare Milania, dalla prossima settimana, al rango di una cittadina di 10.000 abitanti. Sapete, uno di quei rari posti dove la qualità della vita è alta e l’agorà civico ancora funziona…
E’ per questo che vi chiediamo di segnalarci da uno a tre (di più solo in casi particolari…) nuove caselle postali elettroniche di aspiranti milaniesi cui inviare gratuitamente il nostro settimanale. I doveri della legge sulla privacy (ma soprattutto il buon senso) obbligano ad indicare persone che siano certamente interessate al nostro progetto (vale perciò la pena avvertirli). Questo numero di Milania vi arriva con un giorno di anticipo proprio per dare la possibilità ai gestori della nostra posta di aggiornare gli elenchi con i nominativi che ci invierete nei prossimi giorni.
Ma veniamo a questo terzo numero di Milania. Innanzitutto, come sempre per motivi di peso, Milania vi arriva privo della pagina fotografica (in questo numero è dedicata al paradosso comunicativo per cui alla crescita dell’informazione corrisponde un calo della comprensione della realtà) che potete tuttavia trovare acquistando il giornale nelle edicole di Milano. Dopo Emanuele Severino, abbiamo proseguito la nostra rubrica Incontridee, alle pagine 3 e 4, con Giulio Giorello, un filosofo della scienza che ci propone un interessante modello di "libertarismo civico". I commenti ai fatti della settimana e un articolo su "Identità e rappresentazione mediatica di Milano" di Stefano Rolando, completano questo numero.
Non smettete di mandarci indicazioni sulle tematiche da affrontare. Ne abbiamo bisogno.
Alla prossima
Alessandro Aleotti
direttore@milania.it

Redazione1
16.02.2005 21:05
Le auto della questura di Trento....sono ferme

Interrogazione presentata in data odierna dagli onn. Giovanni Kessler e Carlo Leoni, capogruppo DS in commissione affari costituzionali.
INTERROGAZIONE
On. KESSLER – Al Ministro dell’Interno -
Premesso che :

- il 13 febbraio scorso la stampa locale trentina pubblicava con rilievo un comunicato del S.A.P. di Trento che denunciava il fatto che alcune auto destinate alla Questura di Trento giacciono da tempo inutilizzate perché mancano i soldi per la loro immatricolazione;

- lo stesso comunicato invitava inoltre i cittadini a contribuire con una colletta al reperimento dei mezzi economici necessari per utilizzare le auto;

- in data odierna Denis Bertolini, consigliere regionale del Trentino Alto Adige, manifestava sulla stampa la sua solidarietà con la Polizia, esprimendo la sua intenzione di aderire alla colletta e sollecitando la Provincia Autonoma di Trento ad anticipare i fondi necessari alla Questura di Trento;

- la notizia delle carenze di mezzi della Questura di Trento ed ancor più la richiesta diretta ai cittadini di contribuire direttamente con denaro creano sconcerto nell’opinione pubblica trentina e sollevano dubbi sulle capacità organizzative ed operative della Polizia di Stato;

- l’adesione alla colletta da parte di un rappresentante istituzionale e la richiesta di intervento in materia della Provincia Autonoma inseriscono nella vicenda elementi di confusione e di provocazione che non contribuiscono alla soluzione dei problemi, deresponsabilizzando le autorità governative preposte;

Chiedono di sapere:

- quale sia la reale situazione nella dotazione dei mezzi di trasporto per la Questura di Trento e se corrisponda al vero la circostanza di veicoli inutilizzati per carenza dei fondi necessari alle immatricolazioni;

- quale sia l’opinione del Governo sulla raccolta di fondi tra i cittadini e su eventuali anticipo di fondi da parte della Provincia Autonoma di Trento.

On. Giovanni Kessler
On. Carlo Leoni
Roma, 15 febbraio 2005

Redazione1
16.02.2005 21:13
Società al colesterolo di L.Boschi

SOCIETA' AL COLESTEROLO

"La salute -dice Veronesi, lo scienziato, in una recente intervista sull'Espresso- dipende molto di più da ciò che mangiamo che da ciò che respiriamo. E questo vale soprattutto in campo oncologico". Propone la sua dieta anti cancro composta da verdure, legumi, frutta, cereali. Al bando grassi animali, niente carne, non necessaria al nostro sostentamento. "I vegetali ci mettono a disposizione tutto quanto occorre alla vita.Non mi va poi di soddisfare la gola a spese del dolore e della morte di altri animali".
Quale risposta dà l'industria di prodotti alimentari di derivazione animale allo scienziato, ex Ministro di Stato, fondatore dell'Istituto Tumori di Milano?
Perché in particolare negli ospedali l'alimentazione non è coerente con la deputazione salutistica del luogo?
Perché le mense delle scuole, delle strutture pubbliche, dei luoghi di lavoro, almeno non si adeguano a queste indicazioni?
Perché l'AUSL non svolge sull'alimentazione individuale e sulla cultura vegetariana una adeguata informazione e formazione? E sappiamo quanto sia alta l'incidenza delle malattie e conseguenti costi collettivi derivanti da una sbagliata alimentazione e costumi alimentari!
Il filosofo tedesco Feuerbach nel 1862, sosteneva che per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio. Vedete voi se è preferibile invece una società al colesterolo, solidale col cancro, impegnata in una folle corsa suicida!

Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail luigi.boschi@libero.it
Parma 15 febbraio 2005

Redazione1
21.02.2005 08:30
Vie le truppe dall'Iraq di W.Lanaro

"VIA LE TRUPPE DALL'IRAK"
di Cuccu44
Cari lettori, un altro soldato italiano è morto. Simone Cola, militare del contingente italiano a Nassiriya, è stato barbaramente ucciso dalla guerriglia irachena. Proprio in queste ore è tornata in Italia la salma che il Capo dello Stato ha onorato degnamente. E' inutile continuare a negare la verità:la guerra in Irak sta portando solo morte e distruzione e certo non porterà quella democrazia che solo una mente malata come quella di Bush poteva pensare di raggiungere con la guerra! Simone Cola, a cui va il mio più sincero pensiero, era un soldato e come tale è morto. A questo punto è inutile esprimere pensieri ipocriti, specialmente da parte dei soliti politici, un soldato va in guerra con il pericolo di morire nel cuore. Questa è la realtà. Berlusconi farebbe bene a far ritirare le nostre truppe così eviterà la morte innocente di altri nostri soldati! Invece la guerra continua ed il governo, come ha già affermato, rimarrà in Irak anche dopo le elezioni le quali si terranno a breve, ma che non credo porteranno quella stabilità di cui l'Irak avrebbe bisogno. Si dovrebbe lasciare il posto all'Onu ed ai caschi blu i quali sono nati anche per situazioni come quella irachena. Questo non è accaduto ancora e tutto è sottoposto alla volontà "imperialista" degli Stati Uniti, i quali in nome di una loro falsa democrazia vorrebbero trasformare il paese mediorientale in una loro colonia! La guerra da sempre porta morte e dolore eppure l'uomo continua ad usare la sua forza violenta per distruggere altri uomini. Una follia che andrebbe evitata a cominciare da chi come l'Italia "dovrebbe" ripudiare la guerra per Costituzione mentre invece ne fomenta la crescita portando alla morte i suoi figli innocenti, questa volta un certo Simone Cola!
Walter Lanaro
cuccu44@softhome.net

Redazione1
21.02.2005 12:24
Vegadinner alla Trattoria "Da Romeo" di L.Boschi

Grazie per l'attenzione informativa che vorrete riservare a questa nostra iniziativa. Luigi Boschi

VEGADINNER ALLA TRATTORIA "DA ROMEO"
Quinto incontro 2004/2005

Mercoledì 23 febbraio ore 20 presso la trattoria "Da Romeo" via Traversatolo 185 -Botteghino- Parma, si svolgerà il vegadinner, incontri conviviali con la cucina vegetariana vegana proposti dall'associazione culturale Operaprima, nell'ambito del progetto "Qualità della vita, qualità alimentare". Prima della cena l'azienda olearia Coppini proporrà una degustazione di olio.
Il professor Alberto Alinovi terrà una relazione "Ippocrate in Università e nell'Azienda Sanitaria".
Andrea Valenti esporrà alcune sue opere.
Richiesta la prenotazione. Costo 32 Euro cad. Tel 0521 641167
Per informazioni: Tel 333 7363604. E-mail: vegadinner@libero.it


Menù
Aperitivo
-Prosecco di Cartizze Villa Sandi
-Cavolo fritto

Antipasti
-Cipolle al balsamico e carciofi
-Crostini di olive e pomodori
-Polenta fritta
-Bruschette

A seguire
-Riso ai funghi
-Pasta di semola con verdure
-Sfornato di verdure gratinate in crosta di pane
-Cipolle ripiene con capperi
-Peperoni al balsamico
-Fagioli borlotti all'uccelletto
-Lenticchie al peperoncino

Frutta e Dessert
-Macedonia di frutta
-Sbrisolona

Caffè e Distillati

Vini
-Lambruscone -Caprari- vitigno Maestri;
-Morellino di Scansano -Moris;
-Passito Dindarello -Maculan

Pane
-Cinque cereali;
-Farro;
-Grissini ai semi di sesamo

chef: Paola Bocchi

·Patrocini: AVI (Associazione Vegetariana Italiana), SSNV (Società Scientifica Nutrizione Vegetariana), Saicosamangi.info, Viverevegan, Movimento dei Consumatori; Adesioni: OIPA, ENPA, LIPU, LAV, UNA, LAC, OASI ANGELS, WWF, LEGAMBIENTE, LIFE

*VEGADINNER: a cena con gli chef nei ristoranti di Parma; incontri con la cucina senza cibi di derivazione animale. Dieci incontri convivio all'anno con cadenza mensile (escluso agosto e dicembre). Gli chef locali proporranno la loro cucina con piatti vegani svelando un po' dei loro saperi, racconteranno lo spirito e le caratteristiche della loro cucina. Dagli alimenti semplici a elaborati piatti: la cucina vegetariana vegana non è povera, anzi è ricca di idee, elementi, sapori, fantasia. Una cucina che scopre cibi e alimenti a volte dimenticati, che rende più sensibile il palato (e l'animo), che non produce danni e arricchisce il piacere di stare a tavola consapevoli di un'etica dei valori nei confronti di tutti gli esseri viventi, dell'ambiente, della salute. Una cultura che non esclude, ma include e rispetta le tradizioni.

Parma, 23 febbraio 2005

Redazione1
21.02.2005 12:32
Denuncia contro il cementificio di L.Boschi

In data odierna 21 febbraio 2005, Luigi Boschi, in qualità di presidente del Movimento Sorgenti ha depositato presso la Procura del Tribunale di Parma esposto/denuncia in ordine alla realizzazione in corso del cosiddetto "Cementificio di Sorbolo" affinché la Magistratura voglia verificare se esistono motivi di reato o gravi colpe da parte di Persone, Direzioni o Organi/Organizzazioni private e della Pubblica Amministrazione competenti e/o collegati alla concessione e realizzazione dell'opera.
Si ritiene infatti che si potrebbero configurare eventuali, possibili scorrettezze di gestione nella presentazione del progetto e relative autorizzazioni di licenza di concessione, nella conduzione del cantiere, nonché di grave danno ambientale e economico per tutto il paese e di minaccia alla salute dei cittadini qualora il "cementificio" entrasse in funzione. L'opera, ad elevato impatto ambientale, trova da sempre l'avversità popolare che si è tradotta in forme di protesta pubblica e formazione di comitati locali che hanno attivato in vario modo azioni legali, interrogazioni comunali, proteste formali.

Movimento Sorgenti
tel 333 7363604

Parma 21 Febbraio 2005

Redazione1
22.02.2005 20:34
Voto NO a Pannella di L.Fasce

Cari amici di Welfareitalia, motivo il mio voto appena dato - NO a
Pannella - come segue.
E' un mio sfogo fatto già precedentemente alla lista di discussione
de La Rete dei Cittadini come potete ben vedere.

Fa seguito l'appello fatto da parte dei Radicali di Sinistra fatto
successivamente al mio sfogo, appello che è rimasto lettera morta
fino ad oggi mentre è notizia attuale che oggi pomeriggio pomeriggio
Pannella è ricevuto con tutti gli onori da Fassino e da Marini su
mandato di Prodi.
Cordialità.
Luigi Fasce

Caro Giancarlo Storti fanne l'uso che ritieni più opportuno


Care formichine,
che mestizia, un lungo elenco di Deputati e di Senatori della
Repubblica ,nonché esponenti di spicco di partiti di centrosinistra
(da quelli di centro, paradossalmente i cattolici Marini e Rutelli,
più coerentemente quelli laici e libertari Meccanico, Bianco,
Sbarbato, ma molto paradossalmente da parte di alcuni esponenti della

sinistra, ma forse sono quelli della sinistra convertiti al
liberismo. ma no . c'è anche Salvi socialdemocratico verace, dunque

si proprio paradossalmente) si pronuncia per aprire ai Radicali. Ai
radicali o al partito di Pannella ?
Proprio quel Pannella che da almeno 10 anni (non la tradizione del
pensiero radicale ovvero liberalsocialista) è rientrato perversamente

nel solco liberista duro e puro contrariamente a quando nel 1956
provocava la scissione (da sinistra) del Partito Liberale Italiano
(PLI) confindustriale!
La domanda di fondo e vale per tutti quindi è questa, i partiti del
centrosinistra vanno alla ricerca di personaggi come Pannella che da
50 anni hanno fatto della politica un potere personale o vogliono
acquisire giustamente spezzoni di culture politiche di centrosinistra

?
Se vogliono raccattare tutti i personaggi della politica possibili,
ovvero se siamo al calcio mercato della politica dove occorre
ingaggiare i protagonisti riciclati e obsoleti della politica di
qualunque schieramento e far loro indossare la maglia della nostra
squadra di centrosinistra, allora perché non ingaggiare anche La
Malfa, De Michelis, Bobo Craxi, La Ganga (il nome si è già sentito
ultimamente), ma anche l'ex Bondi, Ferrara, Cicchitto. Se si tratta
di questo basta alzare il prezzo.
In questa triste ipotesi cosa ne possono pensare quasi il 40% dei
sfiduciati cittadini non votanti ? Confermeranno definitivamente il
pensiero che già hanno: tanto sono tutti uguali ! la politica è
sporca. Cosa vado a votare a fare.
Altro discorso se si vuole acquisire i filoni di pensiero politico
che coerentemente sono collocabili a sinistra. Originariamente non
c'è dubbio che il Partito radicale è nato con caratteristiche
valoriali dei sinistra (liberali di sinistra), certamente laico,
progressista ma antiliberista. Ma anche il Nuovo PSI e il PRI di La
Malfa sono originariamente di sinistra. Mica glielo ha prescritto il
medico di tradire le loro radici di sinistra. Questioni di mero
potere hanno fatto scegliere a La Malfa (repubblicano) De Michelis
(Nuovo PSI) e Pannella - Lista Pannella-Bonino (una volta Lista una
volta Partito a seconda delle convenienze) di stare con la destra,
ovvero adottare politiche liberiste di destra.
Cosa sperano di recuperare i promotori di questo accordo con Pannella

per le elezioni regionali ? Ai radicali non è mai stato consentito di

organizzarsi territorialmente. Non sono presenti con il loro simboli
in nessuna Regione, Provincia e Comune. A Pannella non ha mai fatto
comodo creare un partito con estensione nazionale. Gli piace
l'oligarchia. Tutto centralizzato. Nella sua lucida follia gestisce
tutto. Che fanno allora gli iscritti al partito centrale pannelliano
che pure ci sono a livello territoriale ? Si sono iscritti a liste
locali le più varie, ma sostanzialmente collocate a destra. In
Liguria, l'unico esponente radicale che conosco è nel consiglio
provinciale nelle file di Liguria nuova (Castellaneta, prima
leghista, poi autonomista, ma sempre anti-sinistra) e sta con la
Destra all'opposizione. Attualmente questa lista ha già stilato il
patto con Biasotti ovvero i nostri avversari politici. E così credo
succeda in tutte le altre Ragioni italiane. I Pannelliani sono con la

destra e sono già in campagna elettorale per la destra. Ci sono già i

maxi manifesti con le loro facce. Sarebbe una bella bizzarria
politica se si riuscisse a fare l'accordo tanto anelato da tanti
illustri deputati e tutti questi esponenti locali mimetizzati nel
sottobosco della destra più bieca (molto di loro sono razzisti) ecco
che improvvisamente fuoriescono dai loro anfratti e si presentano
sotto qualche decoroso simbolo della coalizione di sinistra. Cito la
dichiarazione di Pecoraro Scanio su l'Unità: " Noi verdi saremmo
disposti a ospitare nelle nostre liste quei radicali legati alla
tradizione del socialismo libertario". Dichiarazione certamente fatta

in buona fede ma che non tiene in conto, meglio che non conosce, che

di socialisti libertari oggi come oggi non ce ne sono nel partito di
Pannella e C. Un po' di libertarismo sì, nel partito pannelliano c'è
rimasto, ma è azzerata completamente la componente socialista -
ovvero liberalsocialista - del pensiero radicale. In questi ultimi 10

anni Pannella ce ne ha fatte vedere proprio delle belle. E' stato
ancora più liberista dei liberisti di Forza Italia. Se vuole mettere
a disposizione le liste dei Verdi Pecoraro Scanio ai laici,
progressisti, liberalsocialisti ecologisti è meglio che si rivolga ai

Radicali di Sinistra (www.radicalidisinsitra.it).
Lo stesso vale per le elezioni Politiche del 2006. I pannelliani sul
territorio se ci sono, sono intruppati in liste di Destra. Come
possono votare e fare votare a sinistra ? E a livello di vertice, il
pensiero liberista di Pannella come si concilia con il valore della
solidarietà e quindi la tutela dei diritti sociali e dello stato
sociale universale ? Mah ?
Care formichine, non ditemi anche voi che dobbiamo occuparci solo di
recuperare i dispersi e non mettere becco in quello che fanno i
partiti. E' proprio mettendo il becco in quello che fanno o disfanno
alcuni esponenti dei partiti che possiamo recuperare a sinistra
qualche disperso della politica.
Buona politica a tutti.
Luigi Fasce

Redazione1
26.02.2005 21:58
Ligura, i problemi si aggravano di U.Montecchi

Carissimi amici e compagni/e, autorità,
mi rivolgo in modo aperto ed accorato, a partire dal Sindaco di Genova dott.Pericu e dal Presidente della Provincia dott. Repetto, per la preoccupante "china" in cui si involvono , aggravandosi, problemi, sempre più vitali per i cittadini della nostra Città e della Liguria.

Genova capoluogo che , non dimentichiamolo mai, rappresenta il più importante "motore" economico- sociale , nel bene e nel male, della Liguria.

Faccio esplicito riferimento a tre problemi , ritenuti da molti singoli cittadini e da molte Associazioni, di grande importanza strategica per Genova e la Liguria , questo al di là delle prossime elezioni, pur rilevanti, per il rinnovo del governo della nostra regione.

A proposito di elezioni , premetto che l'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra che mi onoro di dirigere ( con altri compagni) a Genova, ha sostenuto , nelle ultime elezioni per il Comune e la Provincia, la elezione di Pericu e di Repetto.

Oggi che stiamo definendo ,come Unione, Ulivo ed altre forze del Centro-Sinistra, il programma alternativo a quello di Biasotti per riconquistare il Governo della Liguria , ritengo tutti dobbiamo essere molto chiari soprattutto su i seguenti punti :

1°) Risanamento ambientale di molte aree industriali ,da tempo ritenute dal centro -sinistra , punti strategici per una nuova politica di sviluppo e di ampliamento occupazionale ad alta professionalità.

Tra queste aree spiccano, per dimensione, collocazione e qualità , quella attualmente occupata dal ciclo integrale siderurgico di Cornigliano gestito dgli industriali fratelli Riva, quella della Stoppani di Arenzano ed altreindustrie inquinanti di minori dimensioni.

E' noto che, per l' area a caldo di Cornigliano, dopo anni di lotte e di complesse trattative locali e nazionali , si è raggiunto un accordo ( Settembre 2004) che prevede

- la chiusura e lo smantellamento definitivo della Cokeria, dell'Alto Forno e della Acciaieria L.D. entro il 2004 ;

-il recupero di queste aree alla "mano pubblica" al fine dell'avvio di una appropriata "bonifica ambientale";-

il riuso e cessione di tali aree ad imprenditori che si impegnino in attività industriali "pulite" garantendo una adeguata e "buona" occupazione .

All'uopo si si è costituita una Società pubblica per la "Bonifica" alla cui presidenza si è nominato il prof. M.Carbone che tutt'ora attende il completamento del finanziamento da parte del Governo Berlusconi per l'operazione di" ripulitura ambientale" ( circa 60 milioni di €. di cui solo 15 già finanziati).

Questo accordo reca la firma del Sindaco Pericu, del Presidente della Provincia Repetto, dei Sindacati, della Regione e, soprattutto, per i finanziamenti necessari alla bonifica, quella del Governo Nazionale.

Una coerente politica industriale reclamerebbe una pressione adeguata sul Governo Berlusconi affinchè questo finanziamento arrivasse al più presto nelle casse di questa Società locale preposta alla bonifica :
ma, negli ultimi giorni ( ed in piena campagna elettorale) arrivano da Riva, dagli industriali Siderurgici e, a sorpresa ,dall'on. Burlando , altre proposte che vogliono cambiare la partita e usare un altro mazzo di carte....!

A questo brutto e pericoloso gioco gli Enti locali firmatari dell'accordo ci stanno oppure rivendicano coerenze ai vari livelli ?

Non ritengo che la domanda possa essere intesa come un vano "ossimòro" retorico .

2°) E' di queste ultime ore la decisione congiunta dell'AMIU con gli assessori all'Ambiente del Comune e della Provincia di Genova di raggiungere , sul nostro territorio, la percentuale di raccolta differenziata prevista dalla vigente legislazione .

Nel contempo nulla si dice sulla eventualità o meno di costruire un inceneritore dei riufiuti urbani prodotti a Genova e Provincia.

Parallelamente nasce "il giallo" ( e non credo sia uno scoop giornalistico del Secolo XIX ) dell'imboscamento misterioso delle raccolte differenziate che, faticosamente e diligentemente ,sono selezionate e portate negli appositi bidoni, dagli utenti ben educati.........!

Possibile che gli Enti Locali interessati e l'AMIU stessa non si accorga di questi vere e proprie azioni fraudolente e malavitose ?

Ormai non è più rinviabile un trasparente accordo e raccordo tra gli amministratori pubblici e gli
imprendidori ( soprattutto del settore industriale ) alfine di un adeguato uso di tali "materie prime " ( in virtù di come sono state "prodotte" dovrebbero definirsi di proprietà comune di tutti i cittadini ).
Cittadini che pagano alte tariffe all'AMIU per lo stesso smaltimento dei rifiuti urbani.

Il cittadino non può continuare ad essere "cornuto e bastonato".

3°) Genova è stata ,nel Luglio 2001 ,la Città europea testimone attiva di uno straordinario evento internazionale per la Pace organizzato dal Genoa Social Forum ( avevano aderito alla manifestazione circa 1.000 associazioni provenienti da ogni parte del Mondo).

Nella nostra Città, in quella occasione, sono avvenuti fatti gravissimi provocati da vandali " pilotati", che nulla avevano da spartire con quelle 1.000 Associazioni pacifiste laiche e religiose, e ,da parte di reparti di forze dell'ordine dirette da Ministri del Governo di C.D. appositamente venuti da Roma( Carabinieri, Finanzieri, ecc.), sono stati perpretrati atti di repressione di stampo fascista- cileno ( comprese vere e proprie torture nella Caserma di Bolzaneto ) nei confronti di giovani e cittadini "del Mondo", italiani ed europei .

In questo clima, artatamente organizzato, contro il movimento pacifista "n un altro Mondo è possibile",
un carabiniere ha sparato ed a ucciso in Piazza Alimonda il giovane Carlo Giuliani.

Finalmente, dopo 4 anni di accurate indagini della Magistratura , alcune decine di appartenenti alle cosiddette "forze dell'ordine", protagonisti di tali misfatti, sono sotto processo.

Il Sindaco di Roma Veltroni ha preso posizione per ricordare degnamente il giovane Carlo Giuliani : penso che il Sindaco di
Genova ( e il consiglio comunale), che ha vissuto direttamente quei tragici giorni, vorrà fare altrettanto.

Il Comune di Genova dedichi un cippo marmoreo a ricordo del giovane Carlo.
Sempre a disposizione di tutti gli interlocutori, in qualità cittadino Ligure " al corrente dei fatti", invio i più cordiali saluti.
Ugo Montecchi.

Redazione1
27.02.2005 17:25
Lettera all'Unione di F.Lena

Gentile Redazione Le mando questo mio scritto Veda se ritiene utile
pubblicarlo, grazie

Lettera aperta al centrosinistra, all'Unione, all'ulivo, ai movimenti, alle
associazioni di volontariato, alla società civile.
Facciamo che le parole siano sempre accompagnate da fatti concreti.
Vorrei fare alcune considerazioni. La prima è dobbiamo ricordarci che la
politica è servizio. Dobbiamo riscoprire che è la più alta forma di
responsabilità, di partecipazione, a cui siamo chiamati. Chiaramente la
politica intesa come ricerca del bene comune. Questo non vuol dire
semplicemente governare come tanti credono. E significa anche che tutti
siamo chiamati a farlo, non solo chi di fatto governa o amministra. Per
favorire la partecipazione dei giovani, occorre trovare la forza, la
passione e soprattutto la libertà per mandare avanti la ricerca del bene
comune.
La seconda è che le parole non perdano il loro significato vero, o riusciamo
a saldare le parole alla vita ( la vita alle parole ) oppure restano parole
vuote e dannose. Abbiamo bisogno di parole vere: se parliamo di pace,
abbiamo bisogno di pace positiva e basta; se parliamo di solidarietà deve
essere chiaro che non parliamo di elemosina; e lo stesso vale per i diritti,
la trasparenza, la legalità, la giustizia sociale. Siamo sommersi dalle
parole, convegni, assemblee, seminari, discussioni, che si fermano purtroppo
quasi sempre alle parole. Quello che abbiamo bisogno invece, sono buone
pratiche e soprattutto esempi concreti. Noi dell'Unione, del centrosinistra,
dell'ulivo, dobbiamo distinguerci dal centrodestra anche nel linguaggio,
nello stile dell'uso delle parole, nella correttezza, nel rispetto. Ad ogni
dire deve corrispondere il fare, perché la coerenza e il fare è la base
della giustizia. C'è un mare di parole che ci circondano, ma quello che c'è
veramente bisogno è che ad esse si accompagnino la continuità e la coerenza
del fare. La società civile si deve interrogare su questi temi senza fare
sconto a nessuno. La terza considerazione è che tutti noi dobbiamo
impegnarci per mettere il maggior numero di persone, in condizione di vedere
e non solo di guadare, di ascoltare e non solo di sentire, di capire e non
solo di sapere. (E le promesse di chi ci governa prenderle sempre con molta
cautela) in troppi vedono senza guardare, sentono senza ascoltare, sanno
senza capire, in questo c'è una fortissima responsabilità del mondo dell'
informazione. I media dovrebbero agire in senso responsabile e noi dobbiamo
dirlo con forza, perché è un punto nevralgico nella ricerca del bene comune.
Infine vorrei dire una cosa al centrosinistra, all' Unione, all'ulivo,
assieme alle associazioni di volontariato ai movimenti, alla società civile,
dobbiamo riuscire ad essere esempio di onestà, di trasparenza, di legalità,
di rispetto, di sicurezza, di democrazia, di portatori di valori veri, di
diritti e di solidarietà vera, ma soprattutto essere portatori di un
progetto politico di alta civiltà, e di giustizia sociale, in cui ci deve
essere il massimo impegno per dare delle risposte, delle soluzioni ai
tantissimi problemi, ai tanti bisogni dei cittadini più deboli. Dagli
ammalati, agli anziani, ai bambini, ai disabili, agli handicappati. Dobbiamo
essere costruttori di uno stato sociale sempre migliore, costruttori di un
futuro migliore, costruttori di una società più giusta.

Lena Francesco Via Provinciale;37
24060 Cenate Sopra Bergamo

Redazione1
7.03.2005 18:02
Fuoco Amico di L.Sepulveda

FUOCO AMICO
Maledette siano le guerre...
LUIS SEPÚLVEDA
Maledette siano le guerre e le canaglie che le fanno, disse Julio Anguita, un dirigente storico della sinistra spagnola, quando seppe che suo figlio, il giornalista Julio Anguita Parrando, era morto in Iraq per gli spari dell'esercito americano - o «fuoco amico», come cercarono di spiegare i difensori di quella guerra basata sulle menzogne e sulle ambizioni dei gruppi economici più forti negli Stati uniti. Più tardi un altro giornalista spagnolo, José Couso, ha potuto vedere come un carrarmato statunitense puntava verso il balcone dell'hotel in cui si trovava. Anche lui è morto «sotto il fuoco amico», perché così ha concluso la parodia di indagine svolta dall'esercito americano e pienamente accettata dal governo di ultradestra di José Maria Aznar.

Troppi giornalisti sono morti o sono stati feriti in Iraq. Troppi iracheni - oltre centomila, 100.000! sono caduti sotto i proiettili delle forze d'occupazione e le bombe intelligenti, vittime della «morale di guerra» sbandierata da criminali come il generale Jim Mattis, capo dei marines che hanno devastato Falluja e uomo temprato in Afghanistan. Alcuni ricordano le immagini dei resti umani di varie persone che assistevano a un matrimonio in Afghanistan e furono bombardati dagli americani. «C'era gente in età militare», aveva giustificato il generale Mattis. E, interrogato dalla televisione Fox su cosa sentisse a Falluja, aveva detto «sparare alla gente è eccitante».

Dobbiamo stupirci che Giuliana Sgrena stia - per fortuna - riprendendosi dalle ferite ricevute a 700 metri dall'aereoporto di Baghdad, quando il veicolo su cui viaggiava aveva già passato diversi controlli?

Che spiegazione daranno gli Stati uniti al governo italiano, altra forza occupante dell'Iraq che ha perso già troppi uomini, troppi italiani tornati avvolti nei sacchi di plastica?

Berlusconi avrà la faccia tosta di dire alla famiglia di Nicola Calipari e degli altri italiani feriti che sono stati raggiunti da «fuoco amico»?

In Europa sappiamo che la manipolazione del «patriottismo» conduce su strade oscure, senza altra via d'uscita che avanzare verso l'abisso, e che sebbene Mussolini e Hitler avessero il favore di maggioranze accecate da un osceno patriottismo nulla giustifica i crimini che hanno commesso. Allo stesso modo, il trionfo di George W. Bush alle ultime elezioni statunitensi non giustifica né la guerra in Iraq, né l'occupazione di questo paese, né l'atroce campagna di minacce contro l'Iran e la Siria intrapresa dal duo Bush-Rice. Ogni giorno di permanenza delle forze militari europee in Iraq è un atto di vassallaggio e di complicità, più che con una nazione potente con un gruppo di esaltatori dell'imperialismo - Bush, Rumsfeld, Wolfowitz, Cheney, Rice - che pretende di imporre un'idea messianica dell'ordine internazionale, ma un ordine basato sulla forza e l'aggressione imperialista.

E' possibile che i soldati statunitensi che hanno sparato contro il veicolo che conduceva Giuliana Sgrena, che hanno ucciso Nicola Calipari e ferito altri due agenti italiani, non sapessero neppure contro chi sparavano: perché la maggioranza degli americani finiti in Iraq sono poveri diavoli reclutati tra gli emigranti ispanici - per lo più centroamericani - che hanno accettato di vestire l'uniforme yankee e partecipare a una guerra che non capiscono, in un paese di cui ignorano tutto, in cambio della nazionalità statunitense, portuma nella gran parte dei casi.

Quello che però risulta inconcepibile e impossibile da accettare è la tesi che il veicolo «andava troppo veloce» e che «non ha obbedito all'ordine di fermarsi». Con oltre millecinquecento caduti, le forze di occupazione hanno un perimetro di sicurezza piuttosto rigoroso attorno all'aereoporto, secondo le dichiarazioni della stessa Giuliana Sgrena: e loro erano già passati per altri controlli, e oltretutto nessuno può credere o accettare che tra le forze occupanti esista una tale mancanza di coordinazione tra le informazioni e che i soldati americani ignorassero che quel veicolo portava una giornalista appena liberata da un mese di sequestro.

Cara Giuliana, benvenuta in Italia, dai tuoi. Tutta la mia solidarietà alle famiglie di Nicola Callipari e degli agenti feriti, e pensando ai caduti, che sono troppi, soprattutto i morti della popolazione civile irachena, una riflessione oggi più necessaria che mai: maledette siano le guerre e le canaglie che le fanno.

fonte: Silvia Colasanti

Redazione1
10.03.2005 21:15
Respingere la spazzatura mediatica di U. Montecchi

Cari compagni, care compagne de " Il Manifesto ",
siamo solidali con la vostra battaglia per la Pace in Irak e per mantenere alto l'impegno democratico per la ricerca di tutta la verità sulle responsabilità della tragedia nella liberazione della vostra ( e nostra) giornalista Sgrena.

Nel contempo tutta questa brutta vicenda, purtroppo finita sotto un nutrito " fuoco amico U.S.A." con l'uccisione di un alto funzionario dello Stato italiano , il ferimento della Sgrena e di altri funzionari dei Carabinieri....(.! ), sollecita l'autonomia dell'Italia nei confronti degli "invasori" con il ritiro del nostro contingente militare dall'IRAK.

In questo contesto, nel mondo dei giornalisti dei vari "media", si sta sollevando un "nuvolone di spazzatura" e di insulti contro la vostra e nostra giornalista Sgrena :
ciò è da respingere con la massima energia specie nei confronti dei giornalisti di questa "fatta" che lavorano nei media americani.

Consigliamo di inviare " proteste" direttamente alle redazioni di questi media U.S.A. ........!

Un abbraccio da Ugo Montecchi ( A.R.S.-Genova).

Redazione1
11.03.2005 20:18
Ecco la nostra mail referendum@yahoo.it

Abbiamo aperto una casella elettronica
referendum@yahoo.it
Sarebbe utile indicarla nell'intestazione,è possibile?
Pensavamo di chiedervi ospitalità per una rubrica di
lettere al comitato,sarebbe una cosa fattibile?
Ringraziando ancora per la collaborazione,cordialità.
Per il comitato
Annamaria Abbate

Redazione1
12.03.2005 13:19
VI Vegadinner di L. Boschi

VI VEGADINNER
incontri conviviali con la cucina vegetariana vegana
OSTERIA "L'ALTRA MAREA"
Sesto incontro 2004/2005
Mercoledì 23 marzo ore 20
Cena all'osteria "L'ALTRA MAREA" via Bixio 52/a - Parma Tel 0521 236729
Richiesta prenotazione entro 22 marzo. Costo 32 Euro cad.
Per informazioni: Tel 333 7363604. E-mail: vegadinner@libero.it

Menù
Aperitivo
-Infuso arancio e frutti di bosco
-Tartine alla crema di rapa rosa
-Tartine alla crema di olive, capperi e tofu
Antipasti
-Palline di riso al limone
-Fiore di patate farcite
-Pomodori ciliegini farciti
-Zucchine e melanzane marinate
A seguire
-Caciucco di ceci
-Lasagne al ragù di seitan
-Crocchette al tofu e bietole
-Seitan al forno
-Cestini di lattuga con finocchi aromatizzati
-Insalatona con noci
-Fagioli e lattuga saltati al vino
Frutta e Dessert
-Spiedini di frutta
-Plum Cake
-Torta di mele
Caffè d'orzo

Vini
-Sauvignon - Lamoretti;
-Rosso del Guasto - Lamoretti;
-Malvasia - Lamoretti

Pane
-semintegrale;
-focaccia integrale;
-croissant salato alle spezie

chef: Giovanni Devoti, Madi Ridolfi
-Durante l'incontro interverrà l'architetto Umberto Rovaldi con una relazione "Cultura del Paesaggio, Paesaggio fluviale, land art" al termine della quale sarà disponibile per rispondere alle eventuali domande.
-Saranno esposte alcune opere di Marta Mambriani che sarà presente al convivio.

Patrocini: AVI (Associazione Vegetariana Italiana), SSNV (Società Scientifica Nutrizione Vegetariana), Saicosamangi.info, Viverevegan, Movimento dei Consumatori; Adesioni: OIPA, ENPA, LIPU, LAV, UNA, LAC, OASI ANGELS, WWF, LEGAMBIENTE, LIFE

*VEGADINNER: a cena con gli chef nei ristoranti di Parma; incontri con la cucina senza cibi di derivazione animale. Dieci incontri convivio all'anno con cadenza mensile (escluso agosto e dicembre). Gli chef locali proporranno la loro cucina con piatti vegani svelando un po' dei loro saperi, racconteranno lo spirito e le caratteristiche della loro cucina. Dagli alimenti semplici a elaborati piatti: la cucina vegetariana vegana non è povera, anzi è ricca di idee, elementi, sapori, fantasia. Una cucina che scopre cibi e alimenti a volte dimenticati, che rende più sensibile il palato (e l'animo), che non produce danni e arricchisce il piacere di stare a tavola consapevoli di un'etica dei valori nei confronti di tutti gli esseri viventi, dell'ambiente, della salute. Una cultura che non esclude, ma include e rispetta le tradizioni.

Luigi Boschi
(Presidente Operaprima)

Parma, 09 marzo 2005

OPERAPRIMA
43100 Parma tel 333 7363604 fax 0521 284484 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
13.03.2005 08:14
La nostra mail : referendum4si@yahoo.it

Abbiamo aperto una casella elettronica
referendum4si@yahoo.it
Sarebbe utile indicarla nell'intestazione,è possibile?
Pensavamo di chiedervi ospitalità per una rubrica di
lettere al comitato,sarebbe una cosa fattibile?
Ringraziando ancora per la collaborazione,cordialità.
Per il comitato
Annamaria Abbate
> >

Redazione1
15.03.2005 18:18
Genova, salviamo la Costituzione


Il comitato genovese di coordinamento “Salviamo la Costituzione”, cui partecipa anche il circolo ligure di Libertà e Giustizia, annuncia la sua seconda manifestazione.
Genova, martedì 22 marzo 2005
“Le allarmanti proposte di modifica alla nostra Costituzione”

ore 17 Teatro “G.Modena”
Piazza Modena 3
Genova Sampierdarena

partecipano:
Franco Bassanini, presidente Astrid
Leopoldo Elia, presidente emerito della Corte Costituzionale
Renato Balduzzi, docente di diritto costituzionale Università di Genova

presiede:
Raimondo Ricci, coordinatore Comitato genovese

interviene:
Claudio Burlando, Candidato alla presidenza della Regione Liguria


Redazione1
27.03.2005 20:31
Il referendum va fatto subito di A.De Porti

IL REFERENDUM VA FATTO SUBITO !

Rimettiamo a posto l’Italia abrogando tutto ciò che ha fatto il governo Berlusconi, il quale, in maniera davvero invereconda, ha commesso degli atti sacrileghi contro la Costituzione Italiana, prescindendo dalle leggi “ad personam” che ha fatto approvare dai suoi “fidati” per non essere condannato
C’è da piangere a pensarci bene. Semplicemente pensando alle “buffonate” di quelli che hanno portato le ampolle piene di acqua del Po in Riva Sette Martiri a Venezia, che volevano la guardia padana, che hanno sputato sul tricolore dicendo che con la bandiera italiana ci si poteva pulire il c…., che danno le dimissioni, alias sceneggiata, il venerdì e le revocano tre giorni dopo perché sicuri che Berlusconi, per non perdere un’alleanza invero “indefinibile” per non adoperare altri aggettivi a scanso di querele, avrebbe ceduto a qualsiasi tipo di ricatto, come del resto a fatto sinora fregandosene degli Italiani onesti e per bene, c’è da impallidire.

Proprio per questo bisogna andare subito al referendum perché, se si ascolta Berlusconi, si arriva ad un dato di fatto: non appena le riforme entreranno a pieno titolo in Costituzione (si fa per dire a pieno titolo, in realtà esse costituiscono un colpo di Stato !) , proprio in base a queste, il “padrone delle ferriere” potrà fare e disfare come gli pare. Alla faccia del popolo italiano, sempre più povero e quindi sempre più scontento per cui, per mangiare, sarà costretto ad accettare i ricatti dell’uomo forte !
Aprite gli occhi, cari Italiani !
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
28.03.2005 19:42
Il dazio costituzionale di A.V.Gelormini

IL DAZIO COSTITUZIONALE

di Antonio V. GELORMINI

“Un fiorino!” continuava a chiedere un pedante gabelliere, in una esilarante gag di Massimo Troisi in panni medievali, ogni qualvolta questi oltrepassava la linea di confine, su cui si era inceppato il carretto guidato dal suo compare Roberto Benigni.

Oggi ad una Lega che si incaponisce nel richiedere dazi anacronistici sulle merci provenienti dai mercati emergenti, il governo si appresta a pagare un dazio pesantissimo col varo della riforma della Costituzione che piace ai padani, quale singolare forma di riscatto di un impegno elettorale, a suo tempo assunto personalmente dal premier, a discapito però dell’intera comunità nazionale.

La fretta con cui si mette mano a ben 53 articoli della Costituzione, evidenzia una disinvoltura sconcertante nel trattare temi così delicati e così importanti per ciascun cittadino; alla cui discussione complessiva e all’esame degli emendamenti al Senato sono state riservate “10 ore”.

Opportuno ed incisivo è arrivato il richiamo del Presidente Prodi nel mettere in guardia contro i pericoli della dittatura della maggioranza e del premier, che sono incorporati nel testo in corso di approvazione. Così come continua a far sentire la propria preoccupazione, accompagnata da allarmanti timori, un numero sempre crescente di costituzionalisti, di studiosi e di esperti del diritto.

Tutto questo avviene, dice Leopoldo Elia: “in un’Italia cloroformizzata dalla congiura del silenzio della grande stampa e distratta dall’elusiva informazione radiotelevisiva”. La corsa precipitosa, imposta dall’impazienza padana, sta partorendo una miriade di gattini ciechi. Ogni giorno se ne scopre uno nuovo. E il rischio di un pasticcio istituzionale diventa incombente e pericoloso.

Col rafforzamento dell’esecutivo, così come è concepito nell’attuale proposta governativa, ci spiega Francesco Paolo Casavola – presidente emerito della Corte Costituzionale: “Si consolida una prassi preoccupante, viene meno la separazione tra potere esecutivo e legislativo, si scivola verso il governo personale. E il parlamento fa il sarto su misura”.

E continua: Un presidente del consiglio responsabile di un indirizzo politico, non può diventare di fatto il titolare dell’azione legislativa, il cui 80-90% è del governo, che chiama poi il parlamento ad una mera azione di ratifica. Anche il Capo dello Stato, con questa riforma, viene ad avere una funzione puramente notarile, se gli si toglie la decisione sullo scioglimento delle camere, si aggrava lo stato di onnipotenza del premier”.

Un potere riservato al Capo dello Stato presente anche nelle tradizioni delle moderne monarchie, dove il re scioglieva i parlamenti che non funzionavano, ma dove il re non era un giocatore in campo. Tale potere di scioglimento se non resta tra le prerogative di una figura di garanzia, diventa in pratica potere di intimidazione.

Infine, per le stesse Camere, con questa riforma, non è affatto chiaro l’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze. Si aggiunge confusione a confusione. Due esempi pratici: sulla valorizzazione dei beni culturali sarà il Senato a metter mano, ma sulla loro protezione toccherà alla Camera. Quest’ultima, ancora, sarà competente sulla tutela del risparmio, mentre al Senato spetterà l’intervento esclusivo sulle casse di risparmio.

E’ evidente che questo testo costituzionale, frutto di una lottizzazione affrettata fra le varie anime del centrodestra, renderà ingovernabile l’Italia. Per questo, alla saggezza cisalpina del Cadore, Michele Salvati, qualche giorno fa, con ben altra “saggezza meridiana”, proponeva una tregua bipolare e un caloroso invito ad una indispensabile pausa di riflessione.

Se si sbaglia la riforma della Costituzione, si sbaglia senza rimedio la vita stessa del Paese. E questo, davvero, non ci è consentito. (gelormini@katamail.com)

Redazione1
29.03.2005 10:10
Genova.Intervento di A.Tortorella al convegno sulla storia movimento operaio

Intervento conclusivo di Aldo Tortorella
al Convegno sulla storia del movimento operaio genovese

Lo svolgimento dei lavori di questo convegno ne ha confermato l'utilità: non si può fare storia della nazione (e di ogni paese di capitalismo sviluppato) senza leggere a fondo la storia del movimento operaio. E, come abbiamo qui sentito, entro la storia del movimento dei lavoratori italiani quella dei lavoratori genovesi ha un rilievo e una origine particolare. Sia per le sue origini antiche (e cioè le radici mazziniane qui ricordate) sia per la complessità strutturale (il porto e non solo le imprese manifatturiere) sia per il peso di una industria originariamente evoluta e dunque di una professionalità operaia tradizionalmente assai sviluppata. Ma noi abbiamo appreso qui, nella relazione di Molinari sulla corrispondenza operaia con la direzione padronale dell'Ansaldo ai tempi della prima guerra mondiale, che non è la pura e semplice evoluzione delle abilità e delle conoscenze tecniche che faranno della classe operaia genovese la protagonista della riscossa antifascista della ricostruzione postbellica e, più in generale, di un processo di avanzamento democratico e civile. Sono state ben illustrate, in questa relazione, non solo le riserve e le ostilità nei confronti della manodopera femminile (o di quella di freschissima estrazione contadina) da parte degli operai qualificati, ma l'esistenza di una mentalità, non destinata certo a un rapido tramonto, che era parte - e non poteva certo essere altrimenti - dei pregiudizi e delle ristrettezze della cultura dominante.
Ciò nulla toglie al peso che le prime battaglie rivendicativa in se stesse ebbero per il progresso della produzione e per l'avanzamento della società. E nulla toglie alle conquiste umane e morali che verranno compiute con l'affermarsi della solidarietà operaia, con la denuncia dello sfruttamento, con le prime organizzazioni di lotta. Ma c'è un salto enorme tra l'affermarsi di una prima consapevolezza di sé e quello che ha qui ricordato Castellano a proposito del dopoguerra: e cioè il farsi del movimento operaio genovese forza dirigente dell'economia e della nazione, pur se in altre mani erano, e sono, le leve del comando economico e politico.
Certamente, senza quella faticosa opera di autoriconoscimento di se stessi non come individui singoli ma come parte di un insieme, come parte di una "classe" non sarebbe in alcun modo stato possibile (e, diciamolo, non sarà mai possibile) levarsi poi ad una funzione "nazionale" ad una lettura e ad una interpretazione delle necessità generali del progresso economico e dell'avanzamento sociale e civile. Perciò è importante, anzi decisivo, seguire la costruzione della consapevolezza dei lavoratori dipendenti nel loro difficile cammino: e i ruoli egualmente decisivi della spontaneità e dell'autorganizzazione come della cultura che viene elaborata all'esterno del movimento.
All'origine, nel moto di solidarietà, di reciproco aiuto, di comune acculturazione delle mutue, delle leghe, dei circoli stanno gli elementi di giustizia e di solidarietà impliciti anche nel messaggio cristiano rielaborato poi dalla tradizione egualitaria che aveva costituito l'ala sinistra della rivoluzione francese sboccata nel giacobinismo. Sarà successivamente la cultura socialista di ispirazione marxiana a favorire gli elementi per cui dalla rivendicazione, dalla ricerca dell'accomunarsi per la limitazione delle sofferenze - e cioè dalla semplice solidarietà - si passerà alla volontà di direzione dello Stato. Non a caso nasce proprio a Genova il Partito socialista, al finire dell'800, dall'incontro di quello che era il "partito operaio" - che aveva voluto essere l'espressione dei bisogni immediati e delle rivendicazioni economiche - e i gruppi di ispirazione marxiana in un primo tempo osteggiati e incompresi.
Il travaglio difficile della fine del XIX secolo e dell'inizio del XX - il primo sciopero generale politico, le repressioni antioperaie e antisocialiste della "sinistra storica" salita al potere - qui così bene illustrato, segnano un confine, l'uscita dalla prima età, l'ingresso nel tempo della adolescenza e della maturità. Ci vorrà il dramma della prima guerra mondiale e la bruciante sconfitta delle aspirazioni trasformatrici del primo dopoguerra davanti alla reazione borghese impersonata dal fascismo, ci vorrà la lunga lotta antifascista e la Resistenza per conquistare la grande maggioranza del movimento operaio a quella maturità documentata dalle relazioni e dagli interventi che hanno parlato della difesa dell'industria non limitata solo al diniego degli smantellamenti, ma sorretta da proposte produttive precise e da azioni concrete per realizzarle. A testimonianza di questa realtà ci sono episodi assolutamente straordinari - e unici per le loro dimensioni - come la ben nota impostazione di una grande nave nei Cantieri di Sestri in regime di occupazione operaia. E ci sono al tempo stesso episodi non meno straordinari di intervento diretto del movimento operaio nella lotta politica: dalla vera e propria mobilitazione generale per cacciare il primo governo con l'appoggio diretto dei neofascisti (il caso Tambroni, a 15 anni dalla Liberazione) su su fino al contributo decisivo per tagliare la strada al terrorismo dopo l'assassinio di Guido Rossa. Com'è stato ricordato, tutto questo cammino non è stato segnato unicamente dall'orientamento e dall'azione sindacale (e in particolar misura della CGIL che fu e in larga misura è ancora maggioritaria) ma anche dalla presenza e influenza dei grandi partiti di sinistra: prima il socialista, e poi nel secondo dopoguerra soprattutto il partito comunista italiano per il suo peso innanzitutto nelle fabbriche e nel porto.
Sia consentito a chi, come me, fece qui - in età poco più che adolescenziale - esperienza della lotta clandestina nella resistenza e contribuì (partecipando alla direzione della edizione genovese dell'Unità sino al momento della sua chiusura nel 1957) alla lotta politica del movimento operaio genovese - per ritornarvi in età avanzata come parlamentare - di testimoniare il rilevante contributo delle organizzazioni e dei quadri del PCI in fabbrica, nel porto e nelle grandi concentrazioni residenziali operaie, non soltanto nella conservazione della tradizione creata dal partito socialista (un partito che, non dimentichiamolo, ebbe come suo esponente più prestigioso, durante la prima guerra mondiale e come suo segretario poi, proprio un ligure, e cioè Giacinto Menotti Serrati, capo della sinistra socialista).
Nel solco di quella tradizione i quadri comunisti delle fabbriche e della città innestarono una nuova struttura organizzativa assai solida la cui forza stava in un rinnovamento culturale profondo dovuto alla consapevolezza di dover essere gli artefici della ricostruzione della democrazia e della nazione. La conoscenza della realtà economica complessiva in cui inserire un proprio progetto si accompagna alla consapevolezza di un necessario tessuto di alleanze da costruire, a partire dalla comprensione della questione cattolica. C'è un emblema genovese che dovrebbe forse un giorno essere ricordato a parte, di questa nuova "costituzione" dello spirito di classe: i fratelli Gaggero, l'uno capo storico degli operai del cantiere navale, l'altro il sacerdote della pace.
Se si può parlare di una "cultura operaia italiana" credo che Genova ne possa essere considerata una delle matrici essenziali. L'orgoglio del proprio mestiere, la consapevolezza del proprio ruolo nella produzione e contemporaneamente la separazione dal mondo borghese affondavano qui in una vicenda storica e si radicavano persino in una sorta di separatezza fisica tra le delegazioni operaie e il centro urbano, peraltro anche fisicamente presidiato dai portuali.
Questa solida e antica cultura operaia, che imparai così bene a conoscere frequentandolo per più di un decennio della giovinezza, ha dovuto subire, nella seconda metà del novecento, l'urto con le trasformazioni profonde nei metodi produttivi e dunque nell'organizzazione del lavoro, fino alla affermazione delle politiche di liberismo più o meno temperato o più o meno selvaggio come quello che oggi è in atto dopo il crollo sovietico e l'affermazione della globalizzazione capitalistica. Lo smantellamento della impresa pubblica e le successive ondate di privatizzazione si sono accompagnate con quei processi di parcellizzazione produttiva che hanno favorito anche la estensione del precariato, con uno scardinamento delle tutele contrattuali e del diritto del lavoro e, dunque, con l'attenuarsi della solidarietà e persino dell'autoriconoscimento dei lavoratori come classe.
C'è chi dice, in conseguenza di questo processo che è ormai sbagliato persino parlare di un "movimento operaio" come di cosa attuale poiché questa stessa espressione potrebbe essere usata solo nella sede di una ricostruzione storica del passato. E' certo vero che si deve parlare di una ricostruzione del movimento dei lavoratori in presenza di una realtà produttiva, economica, sociale e politica del tutto nuova. Ma ciò è altra cosa rispetto alla negazione del principio stesso dell'autonomia di un movimento delle lavoratrici e dei lavoratori. Se si ripiombasse in assoluto allo stadio in cui si era prima del faticoso costruirsi delle organizzazioni sindacali e politiche in cui si esprimeva o si tentava di esprimere oltre la solidarietà di classe la esigenza di una "civiltà del lavoro", ciò significherebbe accettare l'idea che ognuno si debba presentare come singolo al mercato del vendere le proprie braccia, il proprio ingegno, il proprio tempo di vita. E' ben questo, come si sa, il credo liberista: non vi sono più, si dice, forza lavoro e capitale che si contrappongono (e meno che mai sfruttati e sfruttatori), ci sono soltanto proprietari. Proprietari di capitale e proprietari di "abilità professionali" - cioè i lavoratori - sarebbero la medesima cosa e il mercato regola il tutto con le sue onnipotenti capacità. Ma la funzione del mercato, come si sa, non è in grado di esprimersi se non attraverso un complesso sistema di regole - senza le quali non vi sarebbe mercato, ma puro caos. E il problema di ieri e di oggi è chi stabilisce tali regole, a favore di chi e contro chi.
L'opera delle forze conservatrici consiste essenzialmente nel tentativo di distruzione delle conquiste costate al movimento dei lavoratori più di un secolo e mezzo di lotte. Qui nella storia del movimento operaio genovese si vede bene la progressione delle conquiste e, di contro, la loro messa in crisi. Si passò dalla conquista faticosissima dei diritti di contrattazione e dei diritti politici (alla libertà di associazione e al voto) alla non meno difficile conquista dei diritti sociali (alla istruzione, alla salute, alla pensione ecc.).
Oggi dall'attacco ai diritti di contrattazione si passa alla erosione dello stato sociale e, ormai, alla aperta opera di contestazione degli organi della medesima democrazia costituzionale. Il modello degli Stati Uniti, che si vuole importare in Europa, è tanto efficace da essere sotto attacco persino nel paese che l'ha inventato. La critica a quello che proprio da parte di studiosi americani (e, anche, da affaristi come Soros) è stato chiamato il turbocapitalismo si è rafforzata dopo la dottrina della guerra preventiva e il concreto sbocco di guerra che quella dottrina ha promosso e giustificato.
Non c'è modo di contrastare questa deriva se le vittime di questa nuova offensiva di un capitale senza freni e senza controlli non impareranno nuovamente a coalizzarsi e a reagire sia sul piano sindacale sia sul piano politico. E' vero che la figura delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti si è venuta complicando non solo per la parcellizzazione e precarizzazione del lavoro, ma per la coesistenza in una medesima persona del prestatore d'opera, del risparmiatore, del cultore di differenziate passioni culturali, eccetera. Ma ciò non significa che sia spenta la centralità del lavoro nella concreta vita delle persone e, soprattutto, la contrapposizione costitutiva tra capitale e lavoro. Nessuno ha inventato nessun altro modo di fare soldi - e dunque di accumulare capitale - al di fuori dello sfruttamento del lavoro umano fisico o intellettuale che esso sia. Il problema è piuttosto la difficoltà e la volontà di rappresentarlo e di esprimere una civiltà che, come dice la Costituzione italiana, sia "fondata sul lavoro". Ecco perché è essenziale lo studio della storia del movimento operaio. Occorre oggi in Europa porre nell'opera di ricostruzione del movimento la medesima passione e la medesima intelligenza che impiegarono le antiche generazioni per uscire dalla subalternità e improntare, come fecero, l'essere degli Stati nazionali.

Redazione1
1.04.2005 20:45
Presentazione libro di Lidia Ravera

Lunedì 11 aprile 2005 a Milano
presso la Casa della Cultura (via Borgogna, 3)
alle ore 21.00
l'associazione le Girandole organizza la presentazione dell'ultimo libro di
Lidia Ravera
in fondo, a sinistraŠ (Melampo editore)
Ne parlano con l'autrice:
Nando dalla Chiesa
Pancho Pardi
Marco Travaglio
Scheda libro
Scrittrice. Narratrice di successo e tagliente polemista. Ma in queste pagine, soprattutto, testimone. Lidia Ravera fa sua la sfida dei tempi difficili, quelli che chiedono a intellettuali e politici una nuova e più alta capacità di parlare. E lo fa sui temi a lei più cari: la donna, la famiglia, la maternità, la guerra e la pace, il razzismo, la giustizia, la cultura.
Questo libro è una suggestiva, freschissima traccia dell¹impegno che, oltrepassando i confini del suo ruolo e partecipando in prima persona ai movimenti di opposizione, ha dedicato alla difesa della libertà e della democrazia. Leggerlo serve anche a misurare senza sconti la temperie di un paese che sognava di diventare normale e si è riscoperto pericolosamente diverso.
Per informazioni
legirandole@tiscali.it - tel. 338. 2518730 - http://www.legirandole.it/
melampo@melampoeditore.it - tel. 02. 23002412 - http://www.melampoeditore.it/

Redazione1
9.04.2005 13:15
Le reazioni dopo il voto

Con il nuovo rinvio del processo ai responsabili "pubblici" delle violenze del G8 di Genova iniziano le reazioni alla vittoria elettorale del C.S..


Cari compagni, care compagne,
non possiamo dormire "sugli allori" della vittoria elettorale delle regionali : infatti, attraverso un luciferino e preciso meccanismo ad orologeria politica, si sono già messi in atto le prime misure per rimediare al risultato elettorale negativo registrato dalle forze del centro-destra.

Personalmente leggo in alcuni atteggiamenti e decisioni ( anche di componenti dei cosiddetti " corpi separati "dello Stato) operative queste contro- misure per ribaltare il positivo risultato elettorale ottenuto dal Centro-Sinistra.

Per primo, non a caso , Berlusconi si precipita a sorpresa a Ballarò ribadendo che non vuole confrontarsi con l'incomprensibile Prodi ...!

Secondo,di rinvio in rinvio, è sempre più chiaro il disegno ( favorito anche dagli astrusi e barocchi giochi burocratici dei corpi separati della Stato ) volto ad insabbiare uno dei crimini più odiosi compiuti da questo Governo di C.D. ( Luglio 2001) con la repressione di tipo cileno nei confronti dei pacifisti convenuti a Genova da "ogni parte del Mondo" ...!

Terzo, il Governo, in queste ultime ore ha affermato un sostanziale NO! al rinnovo del Contratto di Lavoro dei suoi dipendenti - pubblici dipendenti- e, specularmente , la Confindustria dice NO! al rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanci...!

Quarto , invece di affrontare i problemi di una crisi occupazionale sempre più drammatica , le forze politiche di governo
stanno organizzando le elezioni anticipate: chiarissimo l'obiettivo volto a scompigliare le carte della partita politico-economica dell'Italia (.... intanto la missione militare in IRAK è già stata rifinanziata e la subordinazione all'impero U.S.A. è compiuta...! E, la picconata micidiale sulla Costituzione è stata data...! ) .

E qui mi fermo ma è indubbia la concomitanza di troppi fatti politici per non dormire sugli allori : prepariamoci a riempire le Piazze del Paese cominciando con le manifestazioni per il 25 Aprile ; manifestazioni tanto aborrite da Forza Italia e dai neo-fascisti di A.N..

Abbiamo pochi giorni e mesi per mettere in atto ed organizzare adeguati antidoti e fronteggiare il disegno " reazionario" capovolgendolo.

Cordialità da Ugo Montecchi.

Redazione1
9.04.2005 13:22
Il nostro domani ricorda il papa

LA FONDAZIONE “IL NOSTRO DOMANI” ONLUS RICORDA IL PAPA
Anche la Fondazione “Il nostro domani” Onlus di Treviso, impegnata nella progettazione e gestione di comunità alloggio per persone disabili, alternative all’istituto, per la fase del ‘dopo di noi’, rende omaggio al Pontefice appena scomparso ricordando le parole da lui pronunciate nel gennaio 2004, riguardanti la sfera affettiva e sessuale delle persone disabili: “Particolare attenzione merita la cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona handicappata. Si tratta di un aspetto spesso rimosso (…). La dimensione sessuale è, invece, una delle dimensioni costitutive della persona”. Parole illuminanti e coraggiose secondo il presidente della Fondazione, mons. Fernando Pavanello: “L’appello al rispetto di questa importante dimensione esistenziale è coerente con l’intera vita del Papa, che ha sempre riservato un particolare affetto ai portatori di handicap, sia quando si trovava nel pieno del suo vigore fisico, sia negli ultimi anni, quando ha convissuto con una profonda sofferenza fisica e morale. Un modo di essere ancor più vicino a tutti, ed in particolare ai più deboli, fin dal primo giorno del suo pontificato, quando – se ben ricordo – dopo la solenne cerimonia ha stravolto il protocollo e accantonato i formalismi per andare ad abbracciare ad una ad una alcune persone disabili presenti tra la folla. E l’ha fatto proprio tenendo a mente il Vangelo, quando dice che gli ultimi saranno i primi. Un Papa capace di diventare ‘uno di noi’, che ha sperimentato la disabilità sulla propria pelle, traendo forza dalla sua debolezza, e proprio per questo testimone ancor più credibile, nel quale le persone disabili potevano rispecchiarsi. Grazie papa Giovanni Paolo!”

Con invito alla pubblicazione.



Ufficio stampa Fondazione “Il nostro domani” Onlus

Koiné Comunicazione

Roberta Dudan

Tel. 0422 420888 – cell. 347 0750714

koine@koinecomunicazione.it

Redazione1
9.04.2005 18:54
GRAZIE, PAPA GIOVANNI PAOLO II di A. De Porti

GRAZIE, PAPA GIOVANNI PAOLO II

Livio Caputo, in un suo editoriale di ieri, parla di “un gigante sulla scena mondiale” con riferimento al Papa. Parole incise sulla pietra come i comandamenti di Mosè, mi verrebbe da definirle, se non fosse perché, a mio parere, ma anche di altri suoi colleghi di grande spessore giornalistico, traspare in questo suo editoriale una certa idiosincrasia fra ciò che scrive e ciò che porta politicamente avanti. Sì, perché guardando parte dei politici, convenuta in Vaticano per rendere visita a questo grande Papa, venivano automaticamente all’occhio i tanti “nani” di fronte al gigante Woytila, non sempre onesti, della politica italiana.

Il predetto paragone, invero irriguardoso verso il Santo Padre (per la qual cosa chiedo scusa), ha però di fatto messo in chiara evidenza la condizione umana di chi intende governarci non già con la forza dell’intelletto, ma con l’imposizione del potere. Ed il Papa, anche in questa triste circostanza, pareva dare un ulteriore ultimo insegnamento durante quelle poche ore che gli rimangono ancora su questa terra, da defunto.

Caputo, in qualche suo libro, ha detto, riportando da altra fonte, che “il razzismo è l’estrema forma di resistenza dei popoli in via di estinzione”, questo è vero, ma c’è da chiedersi se, governare oggi a questo modo in Italia e cioè con la forza, non equivalga ad una analoga estrema forma di resistenza contro la democrazia. Perché allora si parla bene ma si razzola male.

Osservando qualcuno di questi politici “nani”, appostati in prima fila, di fronte al Papa defunto, si leggeva nelle loro facce il grande imbarazzo interiore che traspariva dalle loro espressioni e che cercavano di mimetizzare con atteggiamenti di probabile finto dolore per apparire ciò che non esprimono certo durante il loro lavoro impostato sulle arguzie per comandare, sul loro arricchimento a danno delle fasce deboli. Questa non è certo strumentalizzazione del dolore, come qualcuno si affretterà a dire, ma un ultimo insegnamento del Santo Padre che sa parlare ancora dentro di noi.

Chissà se questa morte, farà riflettere senza tradursi nel solito atto formale che fa convergere i “forti” di tutto il mondo per questioni di facciata, per poi continuare tutto come prima. ?

Papa Woytila, vero operaio, clandestino del seminario polacco, portatore di principi di liberà ed eguaglianza, oppositore ad ogni sorta di guerra e soprattutto propugnatore di dignità sociale, è stato tutto questo. E gli altri sono stati tutto questo ? Certamente no !

Che la sua morte segni l’ inizio di una nuove stagione per il mondo intero, grazie al suo insegnamento pregresso e …futuro.

ARNALDO DE PORTI

P.S. Sono perfettamente consapevole che non si può accostare il Santo Padre con nessuno al mondo, ma sono altrettanto convinto che la Sua catechesi impartita al mondo intero, e quindi anche in Italia, sarà di monito per cambiare il pianeta in un contesto di dignità umana, di fraternità ed amore. Cosa a cui Egli mirava strenuamente fino alla morte.

Redazione1
9.04.2005 18:57
La gallina ha fatto l'uovo di G.Pasquali

Dopo tutte le passioni-tensioni-paure-speranze della campagna elettorale, abbiamo i risultati: ottimi direi!.
dopo aver mangiato duecento fette gli italiani (veneti un pò in ritardo) si sono accorti che era polenta e che il Cavaliere è solamente un imbroglione per tutti e che ha sbagliato ricette per il suo elettorato.
che la federazione per la quale ci siamo battuti come Cittadini paga.
che i candidati più premiati sono quelli che hanno creduto nel rinnovamento del CS e hanno dato l'immagine più aperta e Ulivista.
Questo tuttavia ci carica di responsabilità e ci costrigerà, per nostra fortuna, a dare risposte efficaci e credibili sul futuro di questa Nazione e, sul piano più strettamente politico a superare le prediche stantie e demagogiche in favore di un rapporto più unitario, trasparente e fiducioso nella capacità di ascolto e di valutazione dell'elettorato.
I segretari dei partiti del CS veronese se non sono diventati scemi debbono dare continuità e struttura alla Fed e misurarsi sulle cose da fare con l'unione, debbono rompere con le camarille di Segreteria e dare respiro alla grande domanda di cambiamento inplicita nel risultato elettorale.
Per parte nostra credo sia necessario valorizzare le nostre azioni-opzioni nel conseguimento del risultato e incominciare un'ttivita tutta tesa a stimolare il CS Veronese sulle cose da fare e sui programmi.
A risentirci Gustavo Pasquali.

Redazione1
9.04.2005 19:00
Omaggio a Piero Calamandrei


“omaggio a piero calamandrei il giorno dopo la svolta ”
l’avrai
berlusconi
la nuova costituzione che vorresti imporre a noi italiani
ma cosa ci sarà scritto
a deciderlo tocca a noi
non il potere assoluto
che solo può appagare la tua megalomania
e permetterti di saccheggiare il nostro paese

per arricchire te i tuoi servi e i tuoi padroni.

non l’impunità dalla giustizia uguale per tutti

che ci fa diversi dalle bestie

e che i nostri padri hanno conquistato per noi



ma ancora

il diritto degli uomini e delle donne

a decidere del loro futuro

il ripudio di tutte le guerre

la scelta della solidarietà verso i deboli

le regole supreme che ci fanno uguali

garantite dall’indipendenza dei giudici



i cittadini che vorresti sudditi

ancora una volta col loro libero voto

riconquistano dignità difendendo

la democrazià che ci portò la

resistenza




dal “ COMITATO unitario IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE”

DI PISTOIA



Redazione1
10.04.2005 09:49
Aghi di pino - Sana autocritica

Aghi di pino - Sana autocritica

In una intervista, il senatore Nania di An si mostra infastidito da alcune reazioni di gioia della Lega di fronte al risultato elettorale delle regionali.

Eppure, Lombardia e Veneto sono le uniche due regioni dove la Casa della Libertà ha vinto e dove la Lega conta più di qualcosa. In effetti, allora, vi è una qualche ragione per mostrarsi soddisfatti.

Piuttosto, il sen. Nania farebbe bene a riflettere su come mai nel Lazio le liste della Casa della Libertà abbiano ottenuto più voti di quelle dell’Unione (50,3 a 48,4 %), ma il presidente uscente Francesco Storace, del suo stesso partito, ha perso.

Non sarebbe male che uguale riflessione faccia lo stesso Storace, anziché dar consigli a destra e a manca. Dagli sconfitti un minimo di sana autocritica la si aspetta, anche perché di materia per farne ce n’è parecchia (dalla distinzione sempre e comunque dalla coalizione di governo alla rincorsa a Bertinotti– art. 18 docet –, per finire alla inutile cagnara sulle liste taroccate).

Luigi O. Rintallo

Redazione1
10.04.2005 10:01
Sinistra Ds per il socialismo di U.Montecchi

Care compagne, cari compagni,
come annunciato dall'Unità ,ieri Sabato 9 Aprile a Roma presso il Centro Congressi in Via Frentani ( C.G.I.L.), si è svolta una affollata assemblea nazionale della componente " SINISTRA D.S. PER IL SOCIALISMO".
Erano presenti i rappresentanti della " componente " di tutte le Regioni e di tutte le principali Città italiane. Per la Liguria eravamo presenti : per Genova Montecchi e Del Pino, per Imperia Torelli.
Le relazioni introduttive sono state svolte dai compagni Salvi e Mele ( che, tra l'altro, presiedeva l'assemblea) e incentrate sui risultati elettorali delle regionali, la sconfitta di Berlusconi, le prospettive del nostro Partito nell'ambito dell'Unione del C.S. ( compresi i nostri rapporti con i vari movimenti della sinistra , dalla C.G.I.L. all'ARCI, dagli ambientalisti ai pacifisti , ecc. ) e, quindi, come prepararci alle elezioni politiche del 2006 ( ovviamente per vincerle).
Dopo la " critica e ampia " relazione introduttiva di Salvi si è sviluppata una intensa e vivace discussione e ben 25 compagne/i ( sui 120 presenti) hanno potuto e voluto intervenire portando una loro dettagliata analisi" politico-sociale" delle rispettive REALTA' REGIONALI.
In sintesi si è unitariamente convenuto di portare a "riscossione" politica la vittoria elettorale senza dare tregua , abbandonando le varie tentazioni "attendiste e tattiche " ( in questo ambito si sono aspramente criticate le dichiarazione del Segretario Fassino, a vari giornali nazionali , sulla politica U.S.A. , sulle privatizzazioni dei servizi pubblici, la politica economico - sociale, ecc. ).
Sulle elezioni regionali il risultato positivo dei Partiti della sinistra non è stato omogeneo : molto positivo nelle regioni del Sud e in Lombardia, " a pelle di leopardo" nelle altre Provincie e Regioni.
Gravissimo errore politico , in questo ambito, è stato compiuto dall'Unione di C.S. in merito alla marginalità data alle Donne che ha portato alla loro generalizzata esclusione dai Consigli Regionali .
Clamorosa, infatti, è stata l'esclusione dai C.R. delle donne del D.S., pur avendo in lista candidate ,in tutte le Regioni , importanti e validissime personalità politiche femminili .....!
E questo " errore ", quindi, si è verificato non solo in Liguria trasformandosi in un vero fenomeno e problema nazionale.
La componente del D.S.-" Sinistra per il Socialismo "- si impegna a porre il problema, per risolverlo, in tutte le sedi del Partito e dell'Unione.
Infine, il gruppo dirigente nazionale della componente congiuntamente ai convenuti a Roma, ha riaffermato i seguenti punti irrinunciabile dentro e fuori il D.S. :
- 1°) Estrema attualità e positività, anche per la vittoria elettorale conseguita, delle elaborazioni presentate nel Congresso specie quelli inerenti l'analisi ( e come uscirne) della crisi economico-sociale del Paese , la condizione dei lavoratori dipendenti, i pensionati, la crisi occupazionale, la debolezza della "cosidddetta Costituzione Europea" che, in pratica , è un accordo tra Governi ( Trattato firmato a Salonicco), ecc. ecc..
- 2°) Rinnovato impegno per una riunificazione , attraverso un coordinamento di azioni, nelle Istituzioni e nel Paese- su precisi contenuti politici - ,con la componente di sinistra capeggiata da " Mussi "; questo al fine di contrastare con più vigore ed efficacia le assurdità , dichiarate dagli esponenti della maggioranza , di come portare a compimento una vittoria elettorale che sta provocando una grave crisi del "berlusconismo " nazionale nonchè di quello diffuso sul territorio e nelle varie realtà sociali.
- 3°) Impegno ad assumere tutte le necessarie responsabilità- ai vari i livelli- per il prossimo Referendum a difesa della Costituzione, quello sulla fecondazione assistita .
- 4°)Quest'anno , tutti siamo impegnati a dare un aspetto veramente di "massa" e , soprattutto, rivolto alle" nuove generazioni " a tutte le manifestazioni ,da organizzare, per celebrare , non retoricamente, le manifestazioni per ricordare il 25 APRILE 1945 e la LIBERAZIONE DAL NAZI-FASCISMO . Ulteriori informazioni sulla nostra attività di "componente" saranno trasmesse anche attraverso riunioni locali con i nostri dirigenti nazionali.

Cordialità da Ugo Montecchi.


Redazione1
10.04.2005 14:06
PREPARIAMOCI AL 25 APRILE di A. Salvadori

PREPARIAMOCI AL 25 APRILE

Malgrado la pesante sconfitta elettorale, la destra continua imperterrita nell'attacco ai valori della Resistenza e della Liberazione. La volontà è quella di azzerare, negare: vogliono riscrivere, anzi, negare la storia. Addirittura il sottosegretario Alfredo Mantica (An) dalle colonne del Secolo d'Italia dice «basta con l'antifascismo». E il suo collega di partito, Ignazio La Russa, sottolinea che la Liberazione «è una festa da cambiare».

Al di là delle polemiche, difendere la data del 25 aprile è difendere la Costituzione. Come precisa Virginio Rognoni, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: «Il 25 aprile è la festa della Liberazione, non una manifestazione qualunque. Può essere equiparata a quello che il 14 luglio rappresenta per i francesi. È la patria che si ritrova sui valori di fondo».

Massimo Rendina, presidente dell'Associazione nazionale partigiani del Lazio (Anpi), quando legge il «pensiero» di Mantica e La Russa si indigna. «Il sottosegretario Mantica farebbe bene a rileggere la storia, la storia del fascismo», dice. E ricorda che il 25 aprile «è una festa nazionale decisa dal popolo italiano: festeggiare simbolicamente la Liberazione».

Quest'anno la Festa ha una duplice valenza: il 25 aprile prossimo è anche il sessantesimo anniversario di quella giornata. «La Liberazione - sottolinea Rendina - non è una semplice coincidenza di data o di un avvenimento. È una scelta per celebrare la libertà del nostro paese. E quest'anno, proprio per quello che accade, si carica di un ulteriore significato: la difesa della Costituzione. È proprio dalla Resistenza che nasce la carta dei diritti e dei doveri dei cittadini». Quella che oggi si vuol stravolgere mettendo in pericolo la stessa unità nazionale. Si vuole inoltre trasferire al Primo ministro parti delle potestà che la Costituzione assegna al Capo dello Stato e particolarmente la facoltà di sciogliere le Camere. Si mette in forse l'equilibrio fondamentale tra i poteri giudiziario, legislativo ed esecutivo.

L'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, con le altre associazioni della Resistenza, ha organizzato manifestazioni in tutt'Italia per il 25 aprile. Accanto alle celebrazioni della data, si segnalano innumerevoli momenti di studio, di dibattito, di approfondimento, come si legge sul sito dell'Anpi.

A Milano si terrà la manifestazione ufficiale nazionale con partecipazione del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Communitas 2002 vi parteciperà con una delegazione ufficiale e con il suo striscione, mentre invita tutti i soci e simpatizzanti a partecipare alle varie manifestazioni cittadine.

Nella capitale, invece, si svolgerà un corteo con la partecipazione dei sindacati, dei partiti e dei movimenti della società civile, che partendo da Porta San Paolo raggiungerà alle 11.30 piazza del Campidoglio, dove sarà rievocato il significato della data (del 25 aprile) e dei valori costituzionali. Interverranno il sindaco Walter Veltroni, il presidente della Provincia Enrico Gasbarra e il presidente della Regione Lazio Pietro Marrazzo, costituzionalisti, partigiani, rappresentanti delle amate inglesi ed americane. Alle 16 il sindaco consegnerà simbolicamente all'assessorato alla cultura del Campidoglio la «casa della memoria e della storia» in ristrutturazione in via San Francesco di Sales 5. Seguirà una manifestazione spettacolo in piazza San Giovanni in Laterano con visite guidate a Via Tasso a cura dell'assessorato alle politiche educative e scolastiche del Comune di Roma.

Oggi la destra tenta in tutti i modi di stravolgere la Costituzione. «Credo che il 25 aprile gli italiani debbano compiere un esame di coscienza collettivo. Una nuova determinazione verso la memoria condivisa e l'amor di Patria. Per ribadire la necessità di promuovere le istituzioni democratiche mettendole al riparo dalle involuzioni cui le sottomette questo governo e per mantenere l'unità nazionale», conclude Rendina.

Ricordiamo che Communitas 2002 ha già rilanciato da tempo un appello perchè non vengano equiparati i partigiani ai combattenti della Repubblica di Salò, equiparazione che è stata stralciata dal decreto che ha finalmente (anche se molto tardivamente) finanziato le celebrazioni del 60° della Liberazione.

Angelo Salvatori Presidente di Communitas 2002

Welfare Italia
11.04.2005 00:06
Shiracmon PERES uccise RABIN KENNEDYS LIBRI ISRAELIANI IN I TAL YAno!REFLUOPETRO


B"H__
Invia messaggio: MOLCALEVI@yahoogroups.com
Iscriviti: MOLCALEVI-subscribe@yahoogroups.com
Annulla iscrizione: MOLCALEVI-unsubscribe@yahoogroups.com
Proprietario della lista: MOLCALEVI-owner@yahoogroups.com

levi.franco@tiscali.it Shiracmon PERES assassinò RABIN 3KENNEDY3 di Barry Chamish giornalista Israeliano Mìlànò ENA Editrice Nuovi Autori faglier@tin.it ISBN/ISSN: 88-7230-992-1 ARTSENU W ONUNISMO M ONANISMO


Oggetto: Chi assassinò Yitzhàk Rabìn 3KENNEDY3 etc di Barry Chamish giornalista Israeliano Mìlànò ENA Editrice Nuovi Autori faglier@tin.it ISBN/ISSN: 88-7230-992-1 Shiracmon PERES e GLOBALMAFIA sberla RaSDIcalZionistica alle NU nazioni unte vunciune ARTSENU “Chi ha ucciso Yitzhàk Rabìn". Autore: Chamish Barry( Levi Franco) Milano :ENA Editrice Nuovi Autori faglier@tin.it ISBN/ISSN: 88-7230-992-1 €uro 17 x gl’ INTERisti 18 per i Goìm ! Shiracmon PERES e GLOBALMAFIA "Chi ha ucciso Yitzhàk Rabìn". Autore: Chamish Barry ( Levi Franco) Milano :ENA Editrice Nuovi Autori faglier@tin.it ISBN/ISSN: 88-7230-992-1 €uro 17 x gl’ INTERisti 18 per i Goìm ! Mannaggio originale-- Da: Levi MOLCA Franco JAL Joseph Arturo LEVI levi.franco@tiscali.it Oggetto: Shiracmon PERES assassinò Rabìn KENNEDYS libri Israeliani in I TAL YAno! Cui PRODI est? Est? PATTO DI MAFIA TRA SCANDIANO E SANFRATELLO FRA I KLAN ULIPOLPO-USAMA BIN LADEN-LEDEEN A: 'gel8247@iperbole.bologna.it'; 'Cosajell@tin. Cui PRODI est? Est? Sud? Polpo NORD? Scandolo SCANDINAVO OSLO SCANDIANO SCANDISCE SECONDI COUNT BACK SCANDOLO minga solo I TAL YAno! Globale, Còsmico PATTO DI MAFIA TRA SCANDIANO E SANFRATELLO CHICAGO MARSIGLIA STALINGRADO MARRAKESH. ULIPOLPO USAMA BIN LADEN-LEDEEN ProdiTORI ProdiVACCHE ProdiPORCI Le due TORRI per tutti gli ASINELLI ! Da: Levi MOLCA Franco JAL Joseph Arturo LEVI levi.franco@tiscali.it A: 'gel8247@iperbole.bologna.it' A: 'Costanzo Ajello' Fratello di Rabbi Barbara Ajello Oggetto: Cui prodest? Vedi http://www.barrychamish.com chamish@netvision.net.il W I TERRONI M il Klan dei TEHERUNI (quei DUCIBOSS DI TEHERAN-MAGLIANA)
vedi anche "Il complotto" di Marco Zoppas, ISBN 88-87303-14-2 www.mammaeditori.it mamma@mammaeditori.it 26852 Gugnano di Casaletto Lodigiano-Lodi ph+39 037173391

L' intrigo internazionale lo spionaggio il ricatto il giuoco di potere dietro i grandi eventi 130 pagg €uro 10 Dieci "A furia di parlare di Armageddon nessuno ci crede più. Il teatro brucia, il clown sale sul palco; avverte il pubblico, ma tutti ridono, e muojono tra le fiamme..." ENZO TORTORA: la TORTORATURA di ENZO TORTORA ANTICAMORRA; di Giorgio Ambrosoli Avvocato ANTIMAFIA; di ANDREA ROSSI filosofo industriale ANTI ECO MAFIE; di ERICA LEHRER GREGO CARDIOLOGA amica del CUORE della LEGGE; di Carlo CASALEGNO; di WALTER TOBAGI; di ANTONIO RUSSO; di SIANI, TAMBURI, ANTIMAFIOSI ... W I TORTORA M I TORTORATORI





Costanzo carissimo, Tu 6 proprio figlio, e padre, della Costanza !!! Dopo oltre 100 giorni d’ ibernazione forse riesco sbrinare mio computer. Ma robot subì danni immensi da virus spedìtici da Davar Scelanu (Cosa Nostra). Perse infinite @mail mandate e in arrivo, archivj; indirizzi; testi etc !!! Anche indirizzi di Lucky e Franco Rizzoli, me li mandi pf? E puoi girar loro sta nostra corrispondenza? Grassssie!!!



Spero Tu possa ariririmandarmi la mega @Mail che Ti fè divertire (Con USAC-Matteotti Tenan Joyce etc). Il dibòttito URGE! spero Tu abbia capito in questi mesi di mio silenzo impostomi dagl’ impostori di Forzata I TAL YA-Ulipolpo. Pacificazione Sì ma APPEASEMENT no, scatenò la cosiddetta II guerra Mondiale (A mio parer modesto questa è sempre la sòlita monotona PRIMA: cominciò ante 1914 e non finisce mai: altro che Terza o Quarta…). Gettare sospetto dèvesi: la mafia alligna ovunque, e se non dobbiàm Generalizzare (anche fra i Generali c’è tanta brava gente) mànco dèvesi DeGenerare: mi parlavi di qualcosa o di qualcuno del DeGènero no?.



Fra i Calabresi c’è tanta brava gente: la ‘ndrangheta alligna ovunque, nella mia Bergamo di Sotto persino. Non è questione di “razza” appunto ma di Valori. Infatti la stessa IDV (I TAL YA dei Valori del bel Ninì) appoggia Ginevra; Oslo e ROAD TRAP. Minga il Dario Valori che col rublodotto fondò il PSIUP in combutta col Basso Lelio e con Cesare Musatti.



Ah gettare sospetto su un Ebreo(ma il Cesare si vantava di non esserlo! E mostrava orgoglioso le foto di lui maoista al fianco del

nazista Agostino Gemelli, l’ “Intellettuale di D-o” secondo Irene Pivetti e gli altri suoi degni apologèti ) è antisemitismo. Parlar male dei Peresiti è antisemitismo. E forse non è antisemitismo (illegalità-antiumanità) calunniare l’ Ebreo (lui sì che lo è con orgoglio) Yigàl Amìr, innocente all’ ergastolo? Per non dire di Barùch Goldstein, innocente intrappolato e calunniato post linciaggium! Urge dibottito. Spero Tu abbia colta (da persone colta) la sfumatura da COLT nel libbbbbero “Chi ha ucciso Yitzhàk Rabìn” anche nelle sue implicazioni…UFOlogiche, disastrofi e catragèdie.



Tsunami, NAINILEVEN … confermano il Conto alla Rovescia. Ma c’è come Drosnin chi fritta le girate; ergo mai gettare il sospetto né portare a processo magari in simultanea Barry Chamish e Shimon Peres. Oppure Pisa NU UNa bomber: BANDITISMO ANTISARDO. Come il “moderato” Khatami, presidente dell’ Iràn, pirlòmane, piromane e sempre pronto a spacciare. E a spacciarsi per pompiere e antinarcos.



Se non ci fosse Hitler chi fermerebbe Stalin? Non fudèsseci Stalin chi fermerebbe Hitler? Accussì la mafia pròspera, come scrive il lettore del Corriere della Sera Taliercio, citato nella prima parte del libbbbero. Finanziano la gatta qui, il volpo là, e poi Arraffattano tutto. I CORSARI del CORSERA di Pisa e di Livorno, che litigano di giorno ma la notte no. Lo sai, sono Ebrei come Morgan, e CFR (Carnegie, Ford, Rockefeller). Quanto i Caltagirone-Pierferdinando Casini, che vantano crocierine a bordo dello Yacht Skagerrak, del quale sono i secondi proprietarj, rilevàtolo brevi manu meglio che nuovo dal primo, Adolf Hitler.



Ma se un Giacomo Matteotti se ne accorge… manco dopo 81 anni viene fuori SINCLAIR-CFR-Bechtel-Enron-Mediasetticemìa-Mediobanca- ALF - Total

malgrado (Belgrado-Sarajevo) sessanta annuali commemorazioni nei Palazzoni. Spero tutte le libirrerie di Reggio ( Calabria, Emilia etc ) grazie a Voi mettano Barry sotto il naso anche di chi rischia un raffreddore come quello che sulle sponde del Biondo Tevere colpì nel 1924 quel rompicoglioni di Fratta Polesine.







Mannaggio originale-- da Costanzo Ajello [mailto:cosajell@tin.it] A: LEVImolca Oggetto: Cui prodest? Ciao Franco, ho letto tutto il libro e posso sciogliere la mia riserva. Credo che promuovere un dialogo costruttivo (Bologna-Israele) comporti, all'inizio, un'opera di pacificazione. Utilizzare un libro che (più o meno) getta sospetto su tutte le parti in causa non può essere funzionale a tale spirito! Cordiali saluti, Costanzo --- Original From: Costanzo Ajello To: LEVImolca Cc: Franco Rizzoli Subject: ad majora!



Ciaolòm Fratello, nonostante il piacere di averti conosciuto con Maritsì, mi sono concesso un periodo di approfondimento sulle tue posizioni leggendo attentamente (perusing), il libro che tuo nipote Franco Fortunato Rizzoli qui nella nostra Bologna mi ha cortesemente prestato e di cui ho letto la parte di Barry Chamish, inoltrandomi in quella da te formulata. Mi permetterò, allorquando l'avrò terminato, di esporti i punti di vista da me maturati, relativamente ad una sua eventuale funzione veicolare per la promozione, se sarà il caso, delle relazioni BOLOGNA-Israèl. Pur essendo convinto che la causa meriti la massima considerazione, vorrei, in coscienza, essere convinto che il mezzo (il libro) sia quello appropriato! Quindi il mio silenzio non significa, almeno per il momento, dissenso sulla validità di tale veicolo, ma sospensione di giudizio...Sono troppo presuntuoso?

Grazie della tua comprensione e a presto, Costanzo Barbaro Ajello, Fratello di Rabbi Barbara Ajello





B”H_ 'UFPJ Action Alert A: 'enrico.buemi@libero.it' Oggetto: Shiracmon PERES uccise Rabìn KENNEDYS libri Israeliani in I TAL YAno!!! A: 'avantidelladomenica@socialisti.org' B"H__--Mannaggio originale-- Da: Levi MOLCA Franco JAL Joseph Arturo LEVI [mailto:levi.franco@tiscali.it] A: 'carlocorrer@socialisti.org' Oggetto: Shiracmon PERES uccise Rabìn 3 KENNEDY 3 ... libri Israeliani in I TAL YAno!!! A: 'enricoboselli@sdionline.it' A: 'socialisti@socialisti.org' A: 'nenni@tin.it'
Ciaolòm Fratello maggiore Franco JAL LeviMOLCA, piacere risentirti dopo un po’ di tempo e ritrovare, anche nel tuo messaggio, lo spirito di sempre! Spero che anche Maritsì sia nella sua migliore condizione e salutamela anche da parte di Anna. Vedo che hai ritrovato l'indirizzo di tuo nipote Franco Fortunato Rizzoli l’ Emiliano, per cui non sto a girargli il tuo messaggio, mentre invece ti mando, come chiestomi, il tuo corposo "manifesto" di cui hai traccia PERSA... Per adesso ti saluto cordialmente, Costanzo Barbaro Ajello



--- Original Mannage - From: LEVImolca To: cosajell@tin.it Subject: Shiracmon PERES killed Rabìn KENNEDYS libri Israeliani in I TAL YAno! REFLUOPETROLIOcontroGLOBALMAFIA-LEVItbileFINIMONDO pf vedi pse see www.naziufos.com http://www.naziufos.com anche also www.barrychamish.com Bellissimi gl'incontri a Torino di Sopra, Pisogne, Roma, Bergamo DiSotto ... speriamo organizzare altri dibottiti sui libri di Barry Chamish, giornalista Israeliano! Per dirla col Còmplice Ment(it)ore Amintore FANFA(CA-RO-GNO)NI CHI LA FA GROSSA LA COPRE Torino,BERGAMOdiSotto, Pantellerìa, IserniaDiSopra... basi segrete GANZOW Novissimo Ordine Zionistico GLOBALAntimafia NEWESTZIONIST WORLD ORDER 4 the WORLD Shiracmon PERES killed RABI’N , 3 KENNEDY 3 libri Israeliani in I TAL YAno ! cancro Killed ASCOLESE eroeAntiecomafie - TORTORAto AnticancroVEDRUCCIO! - ASSASSINI di MATTEOTTI sempre+(C)attivi BarryCHAMISH giornalista ISRAEL in I TAL YA - Shakespeare BugiARDO Liar! Refluopetrolio contro GLOBALMAFIA

con SPERANZA VS GENTILI RESOCONTI pf GRAZIE ! Presso ASSOCIAZIONE PENSIONATI DEL PIEMONTE Corso Rosselli 91 Torino Presentazione del libro “Chi ha ucciso Yitzhàk Rabìn” di Barry Chamish - giornalista Israeliano ( ENA Editrice Nuovi Autori- MìLàNò) ISBN/ISSN 88-7230-992-1 Con : Franco Levi, giornalista e traduttore del testo

Marco Scarcali (Associazione Falanstè Piemontèis) Tommaso Scardicchio Associazione Pensionati Piemonte-Ape
Prof.ssa Guglielmina Aglieri, Presidente Onoraria ENA faglier@tin.it



GianPiero Riva Gremmo Vercellotti, segretario MOLCA Movimento Lotta CONTROANTISEMITISMO Piemunt-VALLE D' AOSTA

Rosy Sartoris Taruffi, Presidente per l' Europa di ARTSENU Associazione RaSDIcalZIONISTICA Transnazionale per la Sufficienza Economica delle NU

"Nazioni Unite" Segue DIBOTTITO AL BAROLO piemont@unionautonomiapiemont.org ph39 3339176774 www.unionautonomiapiemont.org



B"H__ INVITO da: Fabienne, Patrizio Brembilla [mailto:patrizio_brembilla@hotmail.com] ASSOCIAZIONE OROBIE-ISRAE'L ''ADA ASCARELLI SERENI'' BERGAMO di Sotto(Betàr Be Matta)''LA CUCINA EBRAICA IN I TAL YA" Cuoco relatore Patrizio Brembilla sala "ex Scuderie della circoncisione" v Borgo Palazzo 16 Bergamo di Sotto ph+39 035615753 035252496 3382152533

INVITI Da: LEVImolca [mailto:levi.franco@tiscali.it] Oggetto: ShiracmonPERESkilledlRabìnKENNEDYScancroKilledASCOLESEeroeAntiecomafieTortoratoAnticancroVEDRUCCIO!ASSASSINIdiMATTEOTTIsempre+(C)attivi BarryCHAMISHgiornalista ISRAEL in I TAL YA-Shakespeare BugiARDO LIAR! Refluopetrolio contro GLOBALMAFIA Da: Ghironda mailto: ghironda@tele2.it

PRANZO DI SOLIDRIETA' a: LEVImolca levi.franco@tiscali.it Movimento Lotta CONTROANTISEMITISMO, alle Comunità Ebràiche tutte, di Bergamo di Sotto PERFINO !!!



Da: Dr S.GORGUN gorgun@ultratv.net Dear Levimolca Ref COLLEGNO TRIM PROB VEDRUCCIO MEDICINA URBINO - Got your message, tks ! Pse phone Turchia 0090-532-2025007 every day local time, 14 - 19. Enclosed find scientific publication about clinical applications of physiotherapy and rehabilitation treatment on osteoporosis, cancer ... patients. Very good results no side effect. I did come to Turkey with official invitation, also University teacher. Open to any serius collaboration proposal. I am grateful to you and your organisation because of your sincere interest. Now I work in Istanbul. Anybody can contattarmi by phone or gorgun@ultratv.net Grazie, ciao! S. GORGUN





originale- Da: LEVImolca [mailto:levi.franco@tiscali.it] A: Ghironda ghironda@tele2.it Oggetto: ShiracmonPERESkilledlRabnKENNEDYScancroKilledASCOLESEeroeAntiecomafieTortoratoAnticancroVEDRUCCIO!ASSASSINIdiMATTEOTTIsempre+(C)attivi BarryCHAMISHgiornalista ISRAEL in I TAL YA-Shakespeare BugiARDO LIAR! Refluopetrolio contro GLOBALMAFIA
Mannaggio originale- Da: LEVImolca [mailto:levi.franco@tiscali.it] BERGAMOdiSotto, Pantellerìa e Isernia di Sopra, basi segrete GANZOW Novissimo Ordine Zionistico Mondiale- Global Antimafia
A: Giomyallo@Inwind.It; Y. Reibman@Tiscalinet.It; Piperno77@Tiscali.It; Kosher Holidays; Info@Kosherholidays.Net; emilio@unibg.it ; Patrizio_Brembilla@Hotmail.Com; Tripsoutart@Yahoo.Com; Chamish@Netvision.Net.Il; Paz3@Zahav.Net.Il; Faitde@012.Net.Il; Lpfait@WiccWeizmann.Ac.Il - Oggetto: B"H__BERGAMOdiSotto, Pantellerìa e Isèrnia di Sopra, basi segrete GANZOW Novissimo Ordine Zionistico Mondiale- Global Antimafia

rispondiamo: ecco schedatura da noi su Vs commissione operata. Indagini costosissime, pericolose, esaustive spossanti esaurienti, in sette Continenti.

Seguirà regolar fatturazione. (Da Rian FLECOV & RIC VON FAEL, segretarj di RAV COENFIL) Da MOLCA Ufficio Amministrazione .



Da Col Narfive Capo di Stato Maggiore delle Strutture Militari Molchite Da On Elvira F.C. & Lino F. Cerva, Direttori Commissione Controllo Vizj Segreti Gratosoglio di Sotto MìLàNò



al Nonno di Gilda ENZI, Eli Danzig Managing Director Kosher Holidays Ltd 2, Hankin Street - Raanana (SAudi Arabia) Movimento per legalizzare la RANA KASCE'R

Tel. ++972-9-7484846 Fax ++972-9-7464740 www.kosherholidays.net (Da Rian FLECOV, Carlo Fenvi, Fra Celvino, Rev Anfolci e RIC VON FAEL, segretarj di RAV COENFIL)



R: MOLCA-ARTSENU (piu' ne LEVI piu' ne TROVI) è una Organizzazione segreta. Pera e òpera prevalentemente nella massima struttura industriale di Opera in fondo a via Ripamonti, e nella Palestina usurpata dallo ZIONISTA. Con la scusa del BISCIONE BARA in ogni BISCA e nella Grande BARI usurpata dagli ETRUSCOPIEMONTESI. TRINARICIUTI DI TRINACRIA. Nelle bèttole di Corbetta. In combutta col campione Mondo di POKER, il famigerato Cubano C'è Chi Bara. Anche nel Gnolamme tutto nascosta nei trani, pure a Gogò. In Ispecie a Trani, dove ha usurpate quattro CHIESE, che SPACCIA per SINAGOGHE. E' alla ricerca di locanda e osterìa KOSHER (naggia manna quando imparerete a dire in buon I TAL YAno "Cascèr" ?) a Tooriiinooo e ovunque. Strettamente COLLEGAta con l' altra sua branca INTERnazionale, la Berìth Ivrìth INTERìth. Dal 1967 col compianto Mario Pedìni (P2 ) PEDI'NANO la GILDA ENZI (duceboss di Kosher Holidays, la filiale Mediorientale di TRIPSOUTART) per qualche contamento di regoli e soprattutto per recuperare una caverna contenente miliardi di casse piene di refurtiva. In ispecie Kippòth preziosissime antiche e moderne (griffate e grattate dai piu' illustri illustraTORI, e illustraporci, di Tooriiinoooo in ispecie), che la GILDA-CORPORAZIONE deve restituire ai successori-eredi dei Faraoni U Thant, U Thantun, U Thantadu, U Thantatrì, U Thantaquàter, U Thantacinq, U Thantasés, U Thantasètt e le sue settantasette sètte. Nzomma dateci denter con ARTSENU che la piramide di quei PARO' la rovesciamo: la BASE sopra, i vertici SOTTO. DAGL' ITALKICI LA RIVOLUSSSSIONE GLOBALE. Basta inàne onanismo W nòbile vero ONUNISMO, w ARTSENU mandate tutte le cene oh tripponi di tutte le trappe, noi siamo le truppe (ancor mica troppe, presto però...) del NEW NEW NEW NEW ZIONIST WORLD ORDER !!!! Ciaolòm Baulòm Miaolòm ARTSENU-MOLCA-Berìth Ivrìth INTERìth





Trad8 e curato dal nonno di Barry Chamish, il giornalista profes SIONISTA I TAL YAno Franco JAL Joseph Arturo LEVI, MOLCA via Fratelli Fraschini 7 I 20142 Mì LàNò GRATOSOGLIO di Sotto ph+39 0289301262 Fkkes 0289306182 cellul 3492218113 3492217868 cf LVE FNC 44 E 09 A794J Comunità Ebraica MOLCHITA TRANSNAZIONALE - Beìrth Ivrìth INTERìth Lega Ebraica INTERISTA -ARTSENU Associazione RaSDIcal ZIONISTICA Transnazionale pro Sufficienza Economica delle Nazioni UNTE VUNCIUNE ---MOLCA -Movimento lotta controantisemitismo ---Muòviti, o Levi colpirà ancora ----Movimento Legalizzazione Civile Atomico ----Meglio oggi Lggere Chamish, Altrimenti... MOLCA COMUNITA' EBRAICA MOLCHITA TRANSNAZIONALE levi.franco@tiscali.it P.IVA 11754130158

----

Oh ITALKICI, ce lo volete spiegare al Barry Chamish y a todos los Isdraellitos y Isdraellianos come funkzia ARTSENU, che la facciam bene tutti yàchad? La facciamo una bella valanga di cene da Israèl a Roma-Artsenu, così poi faremo megarimpatriata in Isdraello? Fra poco sale a Sionne il ns nipoTANINO Argeo Basevi Magi, Presidente della Kehillàh di Bergamo di Sotto: potete organizzare qualche bel gruppotto biturisico tridirezionale e far decollare ARTSENU. E' TRIPROFESSORE, specializzato in TRIPSOUTART, artistiche gite alla ricerca di TRIPPA Cascèr. Nel Bresciano perfino. A Pisogne e dintorni grazie a lui; a Coby Yaakòv Patrizio Brembilla, e a sua figlia Fabienne al Prof. Emilio Kato Speedykowsky (Emilio Spedicato) dell' ATENEO di Betàr BeMatta (Bergamo di Sotto) emilio@unibg.it , e ai BANDITI della BANDA GHIRONDA, un pullulare di INTER PRETI. Preti INTERisti, radicali. Sentono il richiamo della foresta, e fanno tanti RITORNI alle RADICI, all' Ebraismo, alla EBREEZZA.





B"H__ Sberla RaSDIcalZionistica dei Valori alle NU NazioniUNTE VUNCIUNE-M onanismo W Nòbile ONUNISMO! -HALTERnativa Dei Valori al NOM-NWO, NuovoOrdine Mondiale DellaMAFIA- O MAFIOSI O IMPANNELLATI: Sberla RaSDIcalzionistica Dei Valori alle NAZIONI UNTE VUNCIUNE. Basta inàne onanismo W nobile nuovo ONUNISMO - Grazie a chi manda le cene d'ORO a: ERA ORA – ARTSENU - PRTT Ccp 60397007 Via diTorreArgentina 76-00186 ROMA a Esperanto Radika Asocio ROMA. ERA ORA ! PRTT Partito RaSDIcale Transnazionale Transpartito! ARTSENU c/o ERA ORA Ciaolòm! W Marco Giacinto BOSELLA Di PIETRO! W i RaSDIcali dei Valori!!! GlobalImpannellademocratizzazione: ARTSENU autore:ARETSmolcaLEVIesperantoINTERartsenuANTIMAFIA

(ma chi ci dà segatura?) -Marits&Franco JAL Joseph Arturo LEVI MOLCA Se ci crediamo non resterà un sogno.

Mandiamo ogni anno 12 cene x Sberla RaSDIcal Zionistica dei Valori alle Nazioni U N T E vunciune! Basta onanismo W ONUNISMO ! Per Globalizzare Antimafia --A cura del traduttore in I TAL YAno di opere del giornalista Israeliano Barry Chamish, Franco JAL Joseph Arturo LEVImolca -In Ivrìth, in lingua Ebràica, I TAL YA voddì: ISOLA DELLA RUGIADA DIVINA



-O IMPANNELLATI , Oppure " ILLUMINATI" - MAFIOSI-SABBatei



__ HALTERnativa RaSDIcalZionistica al Nuovo Ordine Mondiale della mafia NOM-NWO--

MOLCA (Movimento lotta contro antisemitismo -Muòviti, o Levi colpirà ancora -Movimento X legalizzare Civile Atomico- Movimento lotta alle ceneri ambientali -Movimento lavoratori costretti all' automobile -Mùchela, o Levi colpirà ancora-Movimento per liberare Cagliari da ADSL -Meglio oggi leggere Chamish, altrimenti... -Mafia oppure Lotta Con ARTSENU -Mondiale Ordine Libere Cene Alternative) di cuore ringrazzzziano quanti continuano a mandar dozzine di cene annue a : ERA ORA-PRTT-ARTSENU, dall' I TAL YA, e dal resto del Globo. A Tirana il Congresso bocciò la mozione, a maggioranza. Ma nei precedenti decennj, la maggioranza fu assai maggiore. Se lo credete, non resterà un sogno. Ai prossimi congressi diverrà minoranza e la mozione passerà. Grazie per le cene. Si possono inviare (12 cene annue in media Mondiale 12 EURO cadapancia: l'anno, 1 il mese) a: ERA ORA x ARTSENU-PRTT - CCPost 60397007 via di Torre Argentina 76-00186 ROMA ARTSENU SBERLA RaSDIcalZIONISTICA alle NU nazioni unte VUNCIUNE c/o ERA ORA-ARTSENU-PRTT v DiTorreArgentina76 - I 00186 ROMAdiSopra I TAL YA-Pianeta Terra - A: ERA ORA :Esperanta Radika Asocio (pronuncia Asozìo) Ora (d' Oro) x Artsenu

Associazione RaSDIcalZionistica Transnazionale pro Sufficienza Economica delle Nazioni Unite, ARTSENU - W la CENTESIMA INTERNAZIONALE ! (il 100 compleanno della vera INTER!).Il Congresso si felicita coi primi VESPERMANGXSENDEMULOJ, quanti amano mandare le cene; i quali, in Albanìa, han versate 12 cene (120 €uro) per la rivoluzione globale democratica delle Nazioni Unite (impropriamente dette ONU) nelle mani dei compagni Raffaele Fortino, Danilo Quinto, Benedetto Della Vedova, e Giorgio PagaNò, - c/o ERA ORA, Esperanto Radika Asocio d' ORO ERA ORA - ARTSENU - PRTT -Ccp 60397007 Via di Torre Argentina 76 -00186 ROMA. ERA ORA ! - Saltiamo una cena al mese, e versiamo ogni anno il corrispettivo in danaro alle Nazioni Unite, usando -qual esattoria- ARTSENU, presso Era Ora. Primo scopo arrivare al prossimo Congresso col corrispettivo di 12 cene da almeno 120 attivisti (VESPERMANGXSENDEMULOJ), onde consentire di consegnare a Kofi Annan & successori il corrispettivo; così non potràn più inGHANAre l'Umanità! In vista della rottamazione, e del riciclaggio, sia del CONIGLIO d’INSicurezza; sia dell' Assemblea dei Generali, rispettivamente nel MondoGoverno, e nel MondoSenato. No representation without taxation. E viceserva, no taxation without representation. Invece dei di pelo matici di NOMina Règia, gli Stati avranno alle NU MondoSenatori: uno/a eletta/o, e una/o sorteggiaa/to , a caso,

fra i Cittadini/e, ogni 6 milioni di Cittadini/e, o frazione. La maggioranza dei MondoSenatori (sostituto dell' AG -Assemblea Generale-) eleggerà il Mondo Governo (sostituto del CONIGLIO di Sicurezza-CdS). Globalizzare la libera inform azzzione, e le elezioni democratiche (ai livelli Globale, continentale, nazionale, regionale, provinciale, comunale, rionale) avverrà sotto il controllo dei KaskiBlè, e/o di Polizia Transnazionale da essi delegata. Gli Stati sanza democratiche informazione e elezioni resteranno sanza rappresentanza alle NU. Circa 2400 MondoSenatori, per circa 7 Miliardi di Terrestri. Ogni Cittadino del Globo è esortato a dare a ARTSENU una cena il mese. Chi un Cent di €uro il mese, o di meno; chi 100 €uro, o più, x cena. In media 1 €URO il mese cadapancia, 12 €URO l' anno, circa SeiMiliardi di €URO al mese. Le NU non avranno più la scusa: "Siamo sanza soldi , qualche Governo PagaNò", onde praticare l' inane onanismo anzichè IL NOBILE ONUNISMO. Come aggio, PRTT -ERA-ARTSENU si tratterrà lo zerovirgolacinquepecciento, circa Un MilioneDi €URO/dì quando SeiMiliardiDiTerrestri verseranno una cena in media d' un €URO il mese, meno lo 0,5% di detto, pari allo zero virgolazeroventicinquepecciento, 0,025% che andrà quale royalty all' ideatore di ARTSENU, lo Zionista Franco JAL, Joseph Arturo Levi di GRATOSOGLIO di Sotto MìLàNò -GERUSALEMME, il quale incasserà circa cinquemila €URO al giorno quel BENEDETTO giorno. Il PRTT riceverà e amministrerà con ERA ORA circa un €UROMILIONE al giorno. Scopo reale dell' iniziativa arricchire lo Zionista Franco JAL. Come l' Esperanto, anche ARTSENU una congiura Zionistica. In Ivrìth (lingua Ebrica) ARTSENU significa TERRA NOSTRA. Col più cordiale Shalm Ciaolòm Miaoòlm. Salumi e caci. Tra i primi firmatarj: Marco Biotti, Prof. Cesare Romano di Jew York; Maria Teresa DalMonte MeHar. ---__

Mannaggio originale-- Da: Kosher Holidays [mailto:info@kosherholidays.net] A: LEVImolca Oggetto: Re: INVITI ShiracmonPERESkilledlRabnKENNEDYScancroKilledASCOLESEeroeAntiecomafieTORTORAtoAnticancroVEDRUCCIO!ASSASSINIdiMATTEOTTIsempre+(C)attivi BarryCHAMISHgiornalista ISRAELin I TAL YA! Shakespeare BugiARDOliar!Refluopetrolio contro GLOBALMAFIA

Grazie per l'invito. Ma chi e' Levi Molca? E se vengo mi restituisci il mio cappello? Eli Danzig Managing Director Kosher Holidays Ltd 2, Hankin Street - Raanana Israèl Tel. ++972-9-7484846 Fkkes ++972-9-7464740 www.kosherholidays.net -_-_-___-__--

-_FAR IMPARARE UNA LINGUA ANCHE AGL' INGLESI con speranza Vs gentili resoconti, Grazie !



Nel 2004, in barba ai Trattati e ai fondamenti dell' Unione €uropea, la così "facile" lingua Inglese vien resa obbligatoria persino dalla prima elementare. Già in alcune città, sempre in ragione della sua "facilità" di apprendimento, la si sperimenta nella Scuola dell' Infanzia, dai 3 ai 6 anni. Assistiamo al fenomeno dell' AUTOCOLONIALISMO €UROPEO. Altra faccia d' una mesma medaglia, invidia della ricchezza e potenza verso il Popolo Americano. Mentre i terroristi voglion distruggere quel Popolo perché incapaci di assicurare alle loro Genti analoga potenza attraverso uno sviluppo autonomo e originale delle lor culture, gli €uropei per motivi identici distruggono se stessi. In questo scenario un ri-esistere Europeo può porsi a partire dalla correzione di quello che in Europa -ma NON in Europa soltanto- è per i non-anglofoni un obbligo costoso e discriminante, mentre per gli anglofoni sembra divenire un diritto naturale: l'apprendimento universale della Lingua Inglese. Glottofagìa, glottocidio, glottoctomia... NON E' GIUSTO ! Occorre che, attraverso la SOLUZIONE LINGUA TRANSNAZIONALISTA, la Democrazìa Globale riparta dallo smantellamento di quest' inaccettabile privilegio. Occorre insomma... far imparare una lingua anche agl' Inglesi. E' stato bello partecipare al 10 Congresso della ERA ORA Esperanto Radika Asocio (pronuncia Asozìo), "Far imparare una lingua anche agl' Inglesi". Con la presente segnaliamo l'avvenuto incontro Roma, via di Torre Argentina 76. Arrivederci !!! Gxis la revido !



ERA ORA Esperanto Radika Asocio (pronuncia Asozìo) D' Oro. il Presidente, Leo Solari Il Segretario, Giorgio Paganò; Il Tesoriere Lapo Orlandi



00186 ROMA via di Torre Argentina 76 ccp 60397007 ph 06689791 067096514 cbancario ABI 1025 CAB 3209 c/c 10-554 fkkes 0668805396 0623312033 codicefiscale 97104360587 era@internacialingvo.org www.linguainternazionale.it www.internacialingvo.org; www.internationallanguage.org www.esperanto.tv

associazione costituente il Partito Radicale Transnazionale Transpartito PRTT ---___-_-_-_-----



originale-- Da: nessuno.tv [mailto:info@nessuno.tv] A: levi.franco@tiscali.it Oggetto: Novità per Nessuno



In breve per chi non è partito. Le tragedie in Asia ci lasciano sbigottiti e inermi. Non sappiamo e non vogliamo aggiungere nulla alle immagini che ogni ora ci arrivano dai Paesi colpiti dal maremoto. A nome di Nessuno, quindi di tutti noi, abbiamo deciso di fare una piccola donazione a Medici Senza Frontiere, organizzazione che abbiamo conosciuto lo scorso anno (ne parlammo ad Insider) e che gi operativa sul campo. Abbiamo lavorato anche questi giorni per terminare il montaggio della puntata pilota di Reporter. Prima ancora di farlo vedere ai canali terrestri interessati (Europa 7, Cinque Stelle, Odeon) lo mettiamo a disposizione in anteprima nella nostra area riservata e attendiamo i vostri commenti. Considerate che ancora al 50% e che avrete difficolt a leggere i testi in grafica… Prossimi al lancio della nostra televisione, tutti gl’ iscritti riceveranno oltre alla newsletter settimanale anche una breve mail giornaliera. I tempi stringono e abbiamo bisogno di tutti i vostri suggerimenti e la vostra collaborazione. Qualche giorno fa, in via sperimentale, sono partite le Guide di Nessuno ovvero le segnalazioni di film, libri, programmi e altro che provengono esclusivamente dagli iscritti al progetto. Iniziando dal web, le Guide diventeranno un programma televisivo all’interno della nostra prossima tv. Nessuna marchetta, solo quello che ci piace: entrate nell’area riservata e inserire le vostre indicazioni. NTV

Da: nessuno.tv mailto:info@nessuno.tv A: levi.franco@tiscali.it Oggetto: Prime puntate di Reporter







INVITI ShiracmonPERESkilledlRabnKENNEDYScancroKilledASCOLESEeroeAntiecomafieTORTORAtoAnticancroVEDRUCCIO!ASSASSINIdiMATTEOTTIsempre+(C)attivi BarryCHAMISHgiornalista ISRAELinI TAL YA!Shakespeare BugiARDOliar!Refluopetrolio contro GLOBALMAFIA INVITI Da: Ghironda [mailto:ghironda@tele2.it] PRANZO DI SOLIDRIETA' a: LEVImolca levi.franco@tiscali.it

Movimento Lotta CONTROANTISEMITISMO, alle Comunità Ebràiche tutte, di Bergamo di Sotto PERFINO !!! - Da: boi-riccardo [mailto:boi-riccardo@tiscali.it] Dar perle al pirla forse inutile ? FORSE Mica sempre ! Beati voi giovani che sapete leggere sto libbbero!! sceeeemoooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Da: Tiberti Alessandro a.tiberti@rai.it R: A: levi.franco@tiscali.it Oggetto: Refluopetrolio contro GLOBALMAFIA grassssie, Ciaolòm, W l' INTER !!! __ Da: LEVImolca levi.franco@tiscali.it A: dna@giustizia.it Prof. Piero Luigi Vigna Procuratore Nazionale Antimafia & Collaboratori pf Grazie!!! to: chiefrabbivenice@virgilio.it A : Ottaviolevi@Interfree.it REFLUOPETROLIOcontroGLOBALMAFIA ShiracmonPERESkilledlRabìnKENNEDYScancroKilledASCOLESEeroeAntiecomafieTortoratoAnticancroVEDRUCCIO!ASSASSINIdiMATTEOTTIsempre+(C)attivi BarryCHAMISH giornalista ISRAEL in I TAL YA-Shakespeare BugiARDO LIAR ! _ Salve! Possiamo insieme promuovere sto libro etc? Uscito in Ebràico (Ivrth), in Inglese, Russo, Tedesco, Spagnolo, Francese... fa il botto nel Mondo. Promuoviamo edizione I TAL YAna (questa) saremo contenti tutti. Grazie!!! Ciaolm, Tuo, Franco JAL Joseph Arturo LEVI MOLCA via Fratelli Fraschini 007 I 20142 GRATOSOGLIO di Sotto MìLàNò ph+39 0289301262 fàkkes 0289306182 cellul+39 3492218113 3492217868 levi.franco@tiscali.it LEVIMOLCA movimento lotta contro antisemitismo vedi pse See

www.naziufos.com anche also www.barrychamish.com



GRANDE SUCCESSO HA AVUTO VII MEETING UFOLOGICO "MATTEOTTI TENAN FRATTA POLESINE " USAC Centro Accademico di Studj Ufologici ha piacere proporVi: INTERessanti INTER20 scientifici e (g)astronomici Auditorium Scuola Media MARIA MADDALENA (Rovigo-Fratta Polesine GIACOMO MATTEOTTI ). Dopo simposio Ufologico Transnazionale organizzato da USAC: "UFO REALTA’ SANZA FRONTIERE". Relatori I TAL YAni e Extra: Risultati di ricerche su presenze extra terrestri. Projettiamo nuovi filmati ufologici e foto provenienti da QUESTO Mondo. I più celebri investigatori della scena nazionale e TRANSnazionale fra cui: - BARRY CHAMISH Ufologo e Giornalista Israeliano. Svolge inchieste su varj aspetti della politica e della vita quotidiana, inclusi rapimenti e contatti con extraterrestri. Autore di cento libri, fra cui: "CHI HA UCCISO Yi t zhk Rabn ", tradotto in I TAL YAno per ENA, Editrice Nuovi Autori, faglier@tin.it MìLàNò, Shiracmon Peres peresiti assassini anche del Premier ISRAELiano; "THE RETURN OF THE GIANTS" sugl' incontri ravvicinati con alieni in Isral. Prof. SEBASTIANO DI GENNARO (Direttore e supervisore scientifico dell’USAC); Prof. CORRADO MALANGA (Docente Chimica, Università PISA); MATTEOTTI TENAN (Segretario USAC – Esperto di NIKOLA TESLA); FIORENZO ARTIOLI ; ANTONIO SCARANO (Presidente dell’ANSU) ; MAURIZIO BAIATA (Direttore della Rivista DNA Magazine); GIANFRANCO DEGLI ESPOSTI (ufologo e scrittore)... cellul +39 3470332625 oppure 3299880029 - info@usac.it - http://www.usac.it Ciaolm !!! Vostro MATTEOTTI TENAN Barry Chamish a disposizione di chi organizzi incontri conferenze, dibottiti. chamish@netvision.net.il levi.franco@tiscali.it director@usac.it ; cellul+39 3470332625-3299880029 3492218113 3492217868 casa +39 0532461978 info@usac.it - http://www.usac.it labor@global.it ; figlitesla@tiscali.it; ogigia@email.it e coi Minieri cellul 3283824902 Carife (Avellino) fkkes 082795626 Roma Fàkkes 0697271811 fono 0648930112 Tuoi fratelli, pure nostri nipoTANINI RaSDIcali : M.Minieri@Agora.It padroni dell' ENEA. Ciaolm! Nonni Vostri Maritsì & Franco JAL __ Caro Franco Matteo Mascolo Matematico, di cuore commosso ricambio Tuo augurio. Spero vederti presto . Tentai inane fonarti e scriverti. Ora grazie Tuo gentile pensiero scopro Tuo nuovo indirizzo. Grazie ! Per info puoi tenerti in contatto col mio nipotino, e compaesano, TRIPROF. Argeo Basevi Magi, rifondatore delle Comunità Ebràiche di Val Brembana, Val Seriana, Orobie... tripsoutart@yahoo.com I 24127 via Dei Caniana 4, BERGAMO di Sotto fàkkes+39 035252496 cellul+39 3382152533 si occupa di Teatro, di Scienza, di Ebraismo : il braccio destro del Tuo collega Matematico Prof. EmilioSpedicato emilio@unibg.it, meglio noto come Emilio Kato Speedykovsky, studioso e continuatore di Immanuel Velikovsky. Vedi allegati specie Shakespeare BugiARDO... I miei Bergomensi (Argeo Basevi Magi, Antonio Agriesti; Kobi Patrizio Yaakòv Brembilla... ) portaronmi manu militari in via Carlo Tenca a LEVI KHADASH. Vi trovai calorosa amicizia. Molti cominciano a capire che cosa sia DAVAR SCELANU ; e la fondata sacrosanta lotta antimafia di noi Molchiti contro CFR-DAVAR SCELANU. Per ricostruire le Comunità, Kehillòth ovunque. Contro le comunistà, contro UCOI-UCEI sedicente "Unione delle Comunità Ebràiche" d' I TAL YA, in realtà disunione etc. Spero Ti piaccia libro di Barry Chamish Trad8 e curato dal nonno di Barry Chamish, il giornalista profes SIONISTA I TAL YAno Franco JAL Joseph Arturo LEVI, MOLCA via Fratelli Fraschini 7 I 20142 MìLàNò GRATOSOGLIO di Sotto ph+39 0289301262 Fàkkes 0289306182 cellul 3492218113 3492217868 cf LVE FNC 44 E 09 A794J Comunità Ebràica MOLCHITA TRANSNAZIONALE - Berìth Ivrìth INTERìth Lega Ebraica INTERISTA -ARTSENU Associazione RaSDIcale Transnazionale pro Sufficienza Economica delle Nazioni UNTE VUNCIUNE ---MOLCA -Movimento lotta contro antisemitismo ---Muòviti, o Levi colpirà ancora -Movimento Legalizzazione Civile Atomico --Meglio oggi Lèggere Chamish, Altrimenti... MOLCA COMUNITA' EBRAICA MOLCHITA TRANSNAZIONALE ---



Il Centro Accademico di Studj Ufologici USAC ha piacere proporVi importanti eventi scientifici e (g)astronomici Auditorium Scuola Media S. MARIA MADDALENA (Rovigo) dopo il successo del VII simposio Ufologico Transnazionale organizzato dall’USAC: "UFO REALTA’ SANZA FRONTIERE" I relatori I TAL YAni e Extra presentano i risultati delle loro ricerche sulla presenza extraterrestre. Proiettjamo nuovi filmati ufologici e fotografie provenienti da QUESTO Mondo. i più celebri investigatori della scena nazionale e TRANSnazionale tra i quali: - BARRY CHAMISH, Ufologo e Giornalista Israeliano . Ha svolte numerose inchieste su varj aspetti della politica e della vita quotidiana, inclusi i rapimenti ed i contatti con esseri extraterrestri. autore di cento libri, fra i quali: "CHI HA UCCISO YITZA'K RABI'N ", tradotto in una una ventina di lingue, anche in I TAL YAno per ENA, Editrice nuovi autori , faglier@tin.it MìLàNò, su Shiracmon Peres e i Peresiti, assassini anche del Premier israeliano ; e "THE RETURN OF THE GIANTS" sugl' incontri ravvicinati con alieni in Israèl . Prof. SEBASTIANO DI GENNARO (Direttore e supervisore scientifico USAC)

Prof. CORRADO MALANGA (Docente di chimica) MATTEOTTI TENAN (Segretario dell’USAC – Esperto di NIKOLA TESLA); FIORENZO ARTIOLI ANTONIO SCARANO (Presidente dell’ANSU) MAURIZIO BAIATA (Direttore della Rivista DNA Magazine) GIANFRANCO DEGLI ESPOSTI (ufologo e scrittore) ... Programma completo e modalit ,.. cellul +39 3470332625 oppure 3299880029 - info@usac.it - http://www.usac.it Ciaolm !!! Vostro MATTEOTTI TENAN
Barry Chamish da Israèl ora in EstremoOriente, sempre a disposizione di chi organizzi incontri,
conferenze, dibòttiti levi.franco@tiscali.it vedi anche www.naziufos.com





B"H__ Thank you very much ShukrànRabàh Prof. GORGUN, we 've been trying to Phone to You the whole day, impossible from I TAL YA till now calling You up in TURCHIA !



We' ll try again in the next days. Hope U & we can keep in touch if not by phone, by @Mail! How can we wake up he Turkish & European Authorities in order to let U welcome People in need from I TAL YA & from all over the World? Grazie Ciaolòm! Franco JAL Joseph Arturo LEVImolca originale-- Da: Dr. S. GORGUN [mailto:Gorgun@ultratv.net] A: LEVImolca- Oggetto: Re: B"H_appello Prof. VEDRUCCIO & Commilitoni, cancro uccide ENZO ASCOLESE eroe antiecomafie Tentiamo Suo SCANNER pf GRAZIE!-ASSASSINI DI GIACOMO MATTEOTTI SEMPRE + (C)ATTIVI-ShiracmonPERES uccise Rabn KENNEDYS...





B"H__ Caro Ottavino, NipoTANINO mio, bravo! INTERessante il Tuo portale, il Portale di Ottavio, fratello del Portico di Ottavia. Visto il Tuo nome presumo Tu sia a Roma; ergo anche se non 6 Laziale compra azioni Lazio SpA: costan poco ma presto andran su. I "boys della Lazio" che si comportano da nazisti so' romanisti camuffati. Lazio BiancAzzurra ha i colori d' Isral!!! Così come i "Boys dell' INTER" : si comportano da nazi. Sono in realtà milanisti camuffati etc: W MìLàNò M il mìlan: mìlan satàn milanisti satanisti! Insospettabili un corno, anzi cornutissimi e celeberrimi. Almeno posso conoscere la vera identit della "Banca Starace"? Spero Tu riesca aprir posta, e comunque legga il libro di Barry Chamish (Tuo cugino, io sono pure nonno Tuo e suo). Capirai quanto condivido la Tua analisi: i PERESITI-ILLUMINATI-CFR sono la GLOBALMAFIA anzi la COSMOMAFIA. Lieto vedo: 6 di INTERFREE, la Libera INTER! Ah se io sapessi leggere e scrivere aggiornerei il "mio sito" http://francolevi.interfree.it ma un amico di Cremona-Piacenza, Andrea Mangiarotti, me lo ha regalato. Poi desaparecidos, lui e siti temo x vendetta peresita. Bellissimi i dibottiti sul libro "Chi ha ucciso Yitzhk Rabn", iniziative di Giampiero Riva Vercellotti. A Collegno, gente di grande MEMORIA: Rivavercellottigp@Yahoo. It nipote dei miei nipoti Anna e Roberto Sartoris Gremmo di Occhieppo Di Sotto (Biella) desaparecidos essi pure con anni d'infamie dopo aver incontrata la comuscista Eva, bossica, degna figlia di Georg Klotz. Spero incontrarti rileggerti sentirti. Grasssie ancora, Shukhràn Rabàh, Shabbth Ciaolm! NB: I PERESITI clonano illustri Nomi come Simon Wiesenthal, Olokaustos etc se ne ammantano, fan TROJAN di Cavallo e fregano tutto e tutti !!! Nonno Tuo Franco JAL Joseph Arturo LEVImolca

Mannaggio originale- Da: ottaviolevi@interfree.it [mailto:ottaviolevi@interfree.it] A: levi.franco@tiscali.it Oggetto: Re: ShiracmonPERESkilledRabnKENNEDYS- REFLUOPETROLIOcontroGLOBALMAFIA cancroKilledASCOLESEeroeAntiecomafieTortoratoAnticancroVEDRUCCIO!ASSASSINIdiMATTEOTTIsempre+(C)attivi BarryCHAMISHgiornalistaISRAEL in I TALYA-Shakespeare BugiARDO LIAR

B"H__ Ciaolòm Franco, scusa se finora non ti ho risposto, ma ho dovuto riflettere un po'. Vedi, io non posso uscire per ora dal mio anonimato, poiché ho a che fare con antisemiti potenti. Non scherzano affatto. In futuro, forse, ma ora preferisco di no. Apprezzo la tua posta, anche se non sempre riesco ad aprirla. Fammi sapere se il mio sito lo trovi leggibile e di facile consultazione. Il lavoro da fare ancora molto lungo, ma piano piano capirai perchè sono molto, ma molto prudente. Le nuove "camicie brune" (naziskin, fondamentalisti islamicici etc.) sono manovrate da gente potente ed insospettabile. Ciaolòm! Ottavio




B"H__ Da: LEVImolca levi.franco@tiscali.it A: dna@giustizia.it Prof. Piero Luigi Vigna Procuratore Nazionale Antimafia & Collaboratori pf Grazie !!!
_ Salve! Possiamo insieme promuovere sto libro etc? Uscito in Ebrico (Ivrth), in Inglese, Russo, Tedesco, Spagnolo, Francese... fa il botto nel Mondo. Promuoviamo la versione in I TAL YAno (questa) saremo contenti tutti. Grazie !!! Ciaolm, Tuo, Franco JAL Joseph Arturo LEVI MOLCA via Fratelli Fraschini 007 I 20142 GRATOSOGLIOdiSottoMìLàNò ph+39 0289301262 fkkes 0289306182 cellul+39 3492218113 3492217868 levi.franco@tiscali.it LEVIMOLCA movimento lotta contro antisemitismo

Dear Franco JAL Joseph Arturo Levi MOLCA Movimento per liberare il cosmo dall' ANTIUMANITA', I did receive your message, thank you very much. You can call me by phone. Phone: 0090-532-2025007. This number is valid for every day Turkish time, 14- 19 . With my best regards. Arrivederci presto a Collegno e/o in Turchia Grazie Ciaolm ! Sincerely, Yours, Suleyman Seckiner GORGUN. PS Qualcuno deve restituire i PARA' PARA' PARA' parapinati




"CHI HA UCCISO YITZHA'K RABI'N- Shiracmon Peres e i Peresiti-SabbATEISMO, l' Ebraismo capovolto-CFR GLOBALmafia 33 livello- CFR, ComunistiFascistiRazzisti- HALTERnativa: O i ''militanti menagrami ''ILLUMINATI'', oppure LEVItàbile FINI Mondo'' del giornalista Israeliano Barry Camish. 400 pagg, Il libro costa 17 €uro per gl' INTERisti, 18 per i Goìm (gli altri Popoli). ENA Editrice Nuovi Autori, via Gaudenzio Ferrari 14, 20123 MìLàNòDiSopra, fono +39 0289409338 fàkkes 0258107048 faglier@tin.it Direttrice, Prof.ssa Guglielmina Aglieri. oppure si può comprare su INTERnet(la rete dell' INTER): IBS INTERnet Book Shop; e www.liberdomus.it Minatti e ricacce a librai, Editrice, distribuTORI, distribuVACCHE, distribuPORCI... ma il libro va bene, lo si compra sul WEB o da librai coraggiosi: Libreria Ecumenica Mezzanino MM1 piazza Signor Babila MI o via Unione-Missori; Hoepli; riapre dopo restauri Libreria Claudiana Via Francesco Sforza 12/a... Come vedi siamo in partenza verso Fratta Polesine- MATTEOTTI. Poi ci aspetta il POPOLO ARIANO. Il Popolo di ARIANO IRPINO e dintorni. W l' INTER, Ciaolòm ! Vostro MOLCA Franco JAL









PURTROPPO Vincenzo Ascolese è morto , a San Marzano sul Sarno presso Salerno. Tante altre persone sconfiggerebbero cancro se potessero avvalersi della TERAPIA I TAL YAna "TRIM PROB VEDRUCCIO" ove riuscissero a raggiungere la Turchia. Oppure, ancor meglio, se farmacomafia/ecomafia non TORTORAsse qui la Terapìa I TAL YA na TRIM PROB !!

SUPERLAURETTISSIMA, cara NipoTANINA nostra Avv. Laura Piperno Calvanese, piperno77@tiscali.it a MìLàNò minatti ricacce mignotti mignatte; Organizziamo x Barry tutto un mese in I TAL YA (Isernia, Roma, Latina, Cagliari, Palemmo, Gratosoglio & BERGAMO diSotto, Opicina, Ventimiglia, Trepalle, Pantelleria, Capopassero... nel 2005)! DAVAR SCELANU tutto e tutti terrorizza, e noi ci terronizziamo. Dopo Ferrara Avellino; Foggia... : i Minieri ci aspettano x portarci in Irpinia. x dettagli tieniti in contatto con noi, ma soprattutto con Matteotti Tenan & Co USAC, e con Michele & Rachel Minieri COLLEGHIamoci USAC cellul+39 3470332625-3299880029 casa +39 0532461978 info@usac.it - http://www.usac.it labor@global.it ; figlitesla@tiscali.it; ogigia@email.it e coi Minieri cellul 3283824902 Carife (Avellino) fkkes 082795626 Roma Fkkes 0697271811 fono 0648930112 Tuoi fratelli, pure nostri nipoTANINI RaSDIcali : M.Minieri@Agora.It padroni dell' ENEA Ciaolòm! Nonni Vostri Maritsì & Franco JAL originale-Da: LEVImolca [mailto:levi.franco@tiscali.it] A: info@il-libro.it ; M.Minieri@Agora.It; Webmaster@Portaleagro.it ; unicosanmarzano@libero.it CONFERENZEstampaINVITIappelloProfVEDRUCCIOcommilitoni cancro uccise EnzoASCOLESE eroeAntiecomafie Tentiamo Suo SCANNERpfGRAZIE! ASSASSINIdiGiacomoMATTEOTTI sempre+(C)ATTIVI ShiracmonPERESucciseRabnKENNEDYS
ALLA NAZIONE ANTIMAFIA AI TERRESTRI (e pure EXTRA), PULITI appo Fratta Polesine, culla di Giacomo Matteotti, ucciso dalla GLOBALMAFIA (Sinclair-Enron-Bechtel-CFR) per aver scoperto uno scandolo del petrolio del 1924. Per convegno sulla GLOBALMAFIA.

All' Ill.ma On. Nara Rebecchi Sindaco di Medicina ; All' Ill.mo Dott. Franco Corbucci Sindaco di Urbino; All' Illmo Dottor Sebastiano Bruno Siracusa, SINDACO DI LAMPEDUSA Al Sindaco di Pantelleria; Al Sindaco Gaetano Sateriale & a tutt'i Popoli di Ferrara dintorni ; Al Sindaco GIGLIOLA NATALI ai Cittadini tutti di Occhiobello .... grazie !!!!



All' Illustrissimo Sindaco Dottor Franco Grimaldi; a Ill.mo Assessore Vincenzo Palladino, fonoFkkes+39 081957955 San Marzano Sul Sarno Ill. mo Assessore Palladino, riproverò non riesco a mandar @mail a v.palladinoassicurazioni@libero.it Spero Fx funzioni. Grazie ancora, cordialità! Vostro Franco JAL Joseph Arturo LEVI MOLCA via Fratelli Fraschini 7 I 20142 MìLàNò Fàkkes 0289306182 fono 0289301262 3492217868 3492218113 levi.franco@tiscali.it GRATOSOGLIOdiSotto MìLàNò


A: Labor@Global. It; Figlitesla@Tiscali. It; Info@Usac. It; B"H_CONFERENZEstampaINVITIappelloProfVEDRUCCIOcommilitoni cancro uccide EnzoASCOLESE eroeAntiecomafie Tentiamo Suo SCANNERpfGRAZIE! ASSASSINIdiGiacomoMATTEOTTI sempre + (C)ATTIVI ShiracmonPERESucciseRabnKENNEDYS Michele Minieri cellul 3283824902 Carife (Avellino) fkkes 082795626 Roma Fàkkes 0697271811 Da: LEVImolca [mailto:levi.franco@tiscali.it] A: info@il-libro.it ; A: M.Minieri@Agora.It; Webmaster@Portaleagro.it All' Illustrissimo Signor Sindaco di San Marzano Sul Sarno Dott. Franco Grimaldi, All' Ill.mo Assessore Vincenzo Palladino, telFX+39 081957955 , alla Cittadinanza tutta nella speranza proseguire contatti per poter noi presto venire a S. Marzano e dintorni. E intanto Vs buon dialogo nelle prossime ore specie col



Prof. Ing. Giorgio Donsì (Ingegneria Chimica, Università di Salerno) donsi@unisa.it

nella speranza possiate ajutare terapia venire in I TAL YA,intanto malati recarsi in Turchia per terapia; e mobilitare il Prefetto Corrado Catenacci, da noi già sollecitato, su esortazione e esempio di Vincenzo Ascolese , di San Marzano Sul Sarno (SA). Sarebbe bello se la Nazione ANTIMAFIA invitasse il giornalista Israeliano Barry Chamish a presentare questo libro e la lotta alla GLOBALMAFIA onnivora. Grazie, Ciaolòm! Vostri Franco JAL Joseph Arturo Levi MOLCA Movimento Lotta controantisemitismo - movimento legalizzazione civile atomico MOLCA Movimento Lotta alle ceneri ambientali ...

A: donsi@unisa.it
B "H _Con speranza Vs gentili preannunci, presenza, resoconti, grazie!INVITI-RSVP BARRY CHAMISH IN I TAL YA per iniziativa di Sebastiano Di Gennaro director@usac.it e di Matteotti Tenan di Ferrara FrattaPolesine Pontelagoscuro-Occhiobello labor@global.it ; figlitesla@tiscali.it; info@usac.it; ogigia@email.it (DanieleDellerba) http://www.usac.it a Ferrara presso Fratta Polesine, culla di Giacomo Matteotti, ucciso dalla GLOBALMAFIA (Sinclair-Enron-Bechtel-CFR) per aver scoperto uno scandolo del petrolio del 1924. per convegno sulla GLOBALMAFIA. Barry Chamish a disposizione di chi intenda organizzargli incontri, conferenze,dibottiti. levi.franco@tiscali.it http://francolevi.interfree.it/http://francolevi.interfree.it

dopo VII SIMPOSIO TRANSNAZIONALE UFOLOGICO USAC "UFO REALTA’ sanza FRONTIERE" Projettiamo nuovi filmati ufolgici da tutto Globo "Globalmafia, Satelliti, TOTALcontrollo: da MARTE o da Marsiglia? Da Cernobbio o da Chicago? " COLLEGHIAMOCI cellul 3470332625 -3299880029 info@usac.it - http://www.usac.it Il Centro Accademico di Studj Ufologici USAC ha il piacere di invitarVi a importanti eventi scientifici e (g)astronomici Auditorium Scuola Media S. MARIA MADDALENA (Rovigo) dopo VII simposio Ufologico Transnazionale organizzato dall’USAC: "UFO REALTA’ SANZA FRONTIERE" . Relatori I TAL YAni e Extra presentano i risultati delle ricerche su presenze extraterrestri. Proiettjamo nuovi filmati ufologici e fotografie provenienti da QUESTO Mondo. I più celebri investigatori della scena nazionale e TRANSnazionale tra i quali:

- BARRY CHAMISH, Ufologo e Giornalista Israeliano. Svolge numerose inchieste su varj aspetti della politica e della vita quotidiana, inclusi rapimenti e contatti con esseri extraterrestri. Autore di cento libri, fra i quali: "CHI HA UCCISO YITZA'K RABI'N ", tradotto in una una ventina di lingue, anche in I TAL YAno per ENA, Editrice nuovi autori, faglier@tin.it MìLàNò, su Shiracmon Peres e i Peresiti, assassini anche del Premier israeliano ; e "THE RETURN OF THE GIANTS" sugl' incontri ravvicinati coi Nefilìm e con altri alieni in Israèl .

Prof. SEBASTIANO DI GENNARO (Direttore e supervisore scientifico dell’USAC)
Prof. CORRADO MALANGA (Docente di chimica)
MATTEOTTI TENAN (Segretario dell’USAC – Esperto di NIKOLA TESLA)
FIORENZO ARTIOLI
ANTONIO SCARANO (Presidente dell’ANSU)
MAURIZIO BAIATA (Direttore della Rivista DNA Magazine)
GIANFRANCO DEGLI ESPOSTI (ufologo e scrittore)
cellul +39 347033262 oppure 3299880029 info@usac.it - http://www.usac.it Ciaolòm !!! Vostro MATTEOTTI TENAN Barry Chamish a disposizione di chi organizzi incontri,

conferenze, dibottiti. levi.franco@tiscali.it vedi anche www.naziufos.com -___----____---____---___---____----





B"H__ Thank you very much ShukrnRabh Prof. GORGUN, we 've been trying to Phone to You the whole day, impossible from I TAL YA till now calling You up in TURCHIA !



We' ll try again in the next days . Hope U & we can keep in touch if not by phone, by @Mail! How can we wake up he Turkish & European Authorities in order to let U welcome People in need from I TAL YA & from all over the World? Grazie Ciaolm! Franco JAL Joseph Arturo LEVImolca



originale-- Da: Dr. S. GORGUN [mailto:Gorgun@ultratv.net] A: LEVImolca - Oggetto: Re: B"H_appello Prof. VEDRUCCIO & Commilitoni, cancro uccide ENZO ASCOLESE eroe antiecomafie Tentiamo Suo SCANNER pf GRAZIE!-ASSASSINI DI GIACOMO MATTEOTTI SEMPRE + (C)ATTIVI-ShiracmonPERES uccise Rabn KENNEDYS...


Dear Franco JAL Joseph Arturo Levi MOLCA Movimento per liberare il cosmo dall' ANTIUMANITA',



I did receive your message, thank you very much. You can call me by phone. Phone: 0090-532-2025007. This number is valid for every day with local time, between 14,00 to 19,00 hours.



With my best regards. Arrivederci presto a Collegno e/o in Turchia Grazie Ciaolm ! Sincerely, Yours, Suleyman Seckiner GORGUN.



PS Qualcuno deve restituire i PARA' PARA' PARA' parapinati









_-Mannaggio originale-A: gorgun@ultratv.net; clarbruno@tin.it - Da: LEVImolca [mailto:levi.franco@tiscali.it] - URGE appello Prof. VEDRUCCIO & Commilitoni, il caro ENZO ASCOLESE cellul 338505063494 rischia morte x fegato Tentiamo Suo SCANNER pf GRAZIE!-ASSASSINI DI GIACOMO MATTEOTTI SEMPRE + (C)ATTIVI-ShiracmonPERES uccise Rabn KENNEDYS...

1)-ASSASSINI di GIACOMO MATTEOTTI SEMPRE PIU' (C)ATTIVI ---2) -Chiracmon PERES uccise Rabn, KENNEDYS:CFR GLOBALMAFIA ---3) -BARRY CHAMISH giornalista Israeliano in I TAL YA --- 4) -Sberla RaSDIcalsionistica alle NU NAZIONI UNTE VUNCIUNE ARTSENU BASTA ONANISMO W NOBILE ONUNISMO VERO ! ---5 )-Sono i duciboss Islamici a crear profughi anche in Palestina ---6)-Shakespeare BugiARDO ---) 7-I Protocolli dei Giovani Insani antiTurchi antiZion ...

Chiarissimo Professor Suleyman Seckiner Gorgun, su consiglio dell' Illustre Suo Collega Prof. Clarbruno Vedruccio, La prego tenti salvare sia il Padre di Vedruccio, sia il formidabile Vincenzo Ascolese (colossale combattente contro camorra ecomafie, pulizia sporca, diossina, inceneritori) -Clarbruno Vedruccio realizz TRIMPROB SCANNER; GALILEO AVIONICA valorizza usi

sacrosanti militari (bonifica antimine) ma farmacomafia impedisce in I TAL YA e altrove applicazioni anticancro. Soltanto da Lei in Turchia ci si può curare, quantunque grandi Suoi lavori ricerca e sviluppo PROTOCOLLI TERAPIA VEDRUCCIO realizzati a Collegno, ùnico sito non smemorato d' Occidente. Spero Turchia possa invitar da Lei sia gli Ascolese, sia i Vedruccio (cancro & infarto viaggi difficili). Clarbruno, grande Fisico d' I TAL YA, realizz TRIM, Tissue Resonance Interfero Meter Probe ma in Occidente manco può usarlo per curare sua Famiglia. La FARMACOMAFIA racconta che, al massimo, serve per diagnosi, non per terapìa. Dobbiamo spiegare in Turco o in quale lingua? Invece cura, e bene eccome! Grazie! suo LEVImolca--__







... TRIM PROB Chiarissimo Professor Clarbruno Vedruccio UNIVERSITA' URBINO ; Città di Medicina, su consiglio del comune amico Prof. EMILIO SPEDICATO (KATO SPEEDYKOVSKY) emilio@unibg.it dell' Università di Bergamo di Sotto (Betàr BeMatta). URGO: il caro Vincenzo Ascolese sta morendo x fegato. Moglie Filumena, Sorelle Carmela etc, figli Carlo Alberto e Raffaele gli contan su cirrosi o epatite , non sa:cancro. Tentiamo la prego, il Suo SCANNER TRIM PROB, GRAZIE!!! Suo devotissimo Franco JAL Joseph Arturo LEVI molca movimento lotta controantisemitismo via Fratelli Fraschini 007 I 20142 GRATOSOGLIOdiSottoMìLàNò ph+39 0289301262 fàkkes 0289306182 levi.franco@tiscali.it cellul+39 3492218113 3492217868

tentai telefonarle a Suo Cellul 3385063494 -_







segr.commissario@inforifiuti.campania.it Oggetto: REFLUOPETROLIO contro GLOBALMAFIA ChiracmonPERES uccise Yitzhk Rabn+ MATTEOTTI+KENNEDYS+Tobagi: BOOK by chamish@netvision.net.il giornalista Israeliano-Segreti codice BETAR-SHAKESPEARE LIAR BugiARDO-LEVItbileFineDelMONDO



Illustrissimo Signor Prefetto Corrado Catenacci, Vi segnalo il tutto, specie REFLUOPETROLIO, su consiglio del mio fraterno amico Vincenzo Vincenzo Ascolese ph 0815186146 - 3388845438 - 3382186728 via Gramsci 120 84010 SMarzanoSulSarno (SA) Andrea Rossi - REFLUOPETROLIO nuovi Antonio Meucci-Telefono

Vostro Franco JAL JosephArturoLEVImolcaMovimentoLottaControantisemitismo







Grato se prendete contatto con tutti gl' ITALKICI per fare rinascere le AEROTURBINE SARANO progettate dall' ANTESIGNANO non ANTISEMITA DOTTOR ALFREDO SARANO (Z. L.) di Rodi, Isola Ventosa; di Smirne (non sabbATEO) di Rishon Le Zion, uno degli ultimi onesti Segretarj Generali della Kehillàh Comunità Israelitica (Ebraica) di MìLàNò. Quei progetti esiston ancora. Le tecnologìe (nuove leghe; nuovi lubrificanti; cuscinetti a sfera prodotti nello Spazio perfettissimi; elettronica etc) consentono realizzarli splendidamente economici, ecologici etc. HALTERnativa ai mostri TORRI EOLICHE diffuse ovunque da GLOBALMAFIA onde rapinare Umanità, Ambiente etc e dimostrare che nulla buono fuori del petrolio. Le torri eoliche non vanno distrutte, vanno messe su isola in mezzo al mar, e collegate con terraferma via cavi superconduttivi a caldo. Ma le piccole AEROTURBINE SARANO van benissimo anche sotto casa. Sarebbe importante rintracciare Giulia Birnbaum rimasta sanza lavoro per crisi del turismo in Israèl, a Eilat, governante nella casa della sua sorella in BRIDGE, dovrebbe avere un telefono cellulare, chi lo trova per favore? Ancora più importante rintracciare Matilde Sarano paz3@zahav.net.il e: (Lei o Famiglia e Collaboratori) Mirella BenZimra Zuckerman, BOLOGNESE di Ramat Gan forse ha ancora numero telefono 00972 36183595 oppure 3683595 cerchiamo tenerci tutti in contatto via @Mail INTERnet, la Rete dell' INTER !!!

Grato se potete far conoscere sto libro, sta Casa Editrice ENA, e me, giornalista ProfesSIONISTA, sia nella parte redazionale, sia nella parte pubblicit, cordiali saluti, e se prenderete contatto sia con me sia, soprattutto, con ENA perché sia possibile vendere i libri tramite Voi ! Cordialità! grazie ancora, salumi e caci !!!! Vostro LEVImolca levimolca.blog.tiscali.it levi.franco@tiscali.it



Trad8 e curato dal nonno di Barry Chamish, il giornalista profes SIONISTA I TAL YAno Franco JAL Joseph Arturo LEVI, MOLCA via Fratelli Fraschini 7 I 20142 MìLàNò GRATOSOGLIO di Sotto ph+39 0289301262 Fàkkes 0289306182 cellul 3492218113 3492217868 cf LVE FNC 44 E 09 A794J Comunità Ebraica MOLCHITA TRANSNAZIONALE - Berìth Ivrìth INTERìth Lega Ebraica INTERISTA -ARTSENU Associazione RaSDIcaleZionistica Transnazionale per la Sufficienza Economica delle Nazioni UNTE VUNCIUNE --MOLCA -Movimento lotta contro antisemitismo -Muòviti, o Levi colpirà ancora ----Movimento Legalizzazione Civile Atomico ----Meglio oggi Lèggere Chamish, Altrimenti... MOLCA COMUNITA' EBRAICA MOLCHITA TRANSNAZIONALE


"CHI HA UCCISO YITZHA'K RABI'N- Shiracmon Peres e i Peresiti-SabbATEISMO, l' Ebraismo capovolto-CFR GLOBALmafia 33 livello- CFR, ComunistiFascistiRazzisti- HALTERnativa: O i ''militanti menagrami ''ILLUMINATI'', oppure LEVItbile FINI Mondo'' del giornalista Israeliano Barry Camish. 400 pagg, Il libro costa 17 €uro per gl' INTERisti, 18 per i Gom (gli altri Popoli). ENA Editrice Nuovi Autori, via Gaudenzio Ferrari 14, 20123 MìLàNòDiSopra, fono +39 0289409338 fàkkes 0258107048 faglier@tin.it Direttrice, Prof.ssa Guglielmina Aglieri.







Oggetto: REFLUOPETROLIO contro GLOBALMAFIA ChiracmonPERES uccise Yitzhàk Rabìn+ MATTEOTTI+KENNEDYS+Tobagi: BOOK by chamish@netvision.net.il giornalista Israeliano-Segreti codice BETAR-SHAKESPEARE LIAR BugiARDO-LEVItbileFineDelMONDO Inviato A: matteoli_a@camera.it ; REFLUOPETROLIO contro GLOBALMAFIA ChiracmonPERES uccise Yitzhàk Rabìn+ MATTEOTTI+KENNEDYS+Tobagi: BOOK by chamish@netvision.net.il giornalista Israeliano-Segreti codice BETAR-SHAKESPEARE LIAR BugiARDO-LEVItbileFineDelMONDO A: info@apisalerno.it A: webmaster@eea.eu.int .... ... dalle pagg 286 e 287 del libro "Chi ha ucciso Yitzhàk Rabìn" : ''



T TO RTORATI ANCHE I MERCANTI DI VENEXIA... Andrea Rossi Adomìm TORTORATO. Manco si sa se sia vivo. Criminalizzato, desaparecido. Eppure... Domenica 8 Giugno 2003 - 8 Sivàn 5763, "IL CORRIERE DELLA SERA "Scienza", pubblica un breve quanto geniale servizio di Paolo Rossi CASTELLI:



DAI RIFIUTI ESTRAE COMBUSTIBILE Eccolo: "E' possibile estrarre olio combustibile leggero (una via di mezzo fra il petrolio e la benzina) dai resti degli allevamenti di tacchino, ma anche da molti altri tipi di rifiuti (copertoni, plastica e scarichi urbani)? Sì, secondo gl' ingegneri della "Changing World Technologies", un' azienda Americana che ha appena costruito un impianto pilota a Carthage (Missouri). La tecnica basata su un procedimento di "depolimerizza= zione termica", a temperatura medio-bassa, che permette di ricombinare chimicamente quasi tutte le sostanze c ontenenti carbonio, facendole diventare petrolio, e gas. Il tutto con un altissimo rendimento: l' 85%, cioè impiegando solo il 15% del contenuto ener= getico iniziale del rifiuto, e recuperando tutto il resto". Paolo ROSSI CASTELLI --- E' precisamente il PROCESSO ROSSI PER IL REFLUOPETROLIO. Che Andrea Rossi Adomìm, discendente da celebre famiglia di Ebrei, Mercanti di Venexia sia sopravvissuto, diventando suddito dello Zio Sam? Che ne pensano Emiri, Sceicchi, Fachiri e Crumiri? O che, dalle poche libbre del torace di Andrea, quel pozzo di cervelli abbia tratto qualche gallone di PETROLDRAGON, e magari la formuletta qui in €uropa satanizzata ? ''. Prego prender contatto pure con Dott. Andrea Rossi filosofo & industriale o suo inviato - per corrispondere con Andrea Rossi: Prof. Avv. Andrea Ambveri, C.So di Porta Vittoria 54, 20122 Milano , ph +39 025461895 fàkkes+39 02 55194804), specializzato nei casi di " TORTORAtura". e con: Vincenzo Ascolese o famiglia ph 0815186146 - 338218672 8-3888 45438 via Gramsci 120 84010 SMarzanoSulSarno (SA)



Shylock, Antonio etc, ruoli capovolti, Venexia e Mondo chiariscano, CHI TORTORATORE , CHI TORTORA ? Cultura o tura cul? Shakespeare BugiARDO!!! LEVI TABILE FINI Mondo Mannaggio originale-- A: r.taliercio@libero.it - Caro Commilitone Raffaele Taliercio, quanto amerei incontrarla! Più il tempo passa, pùi dà ragione a Lei, e alla Sua lettera, uscita sul Corriere della Sera Domenica 27 Aprile 2003, "DITTATORI, PROCESSO A SADDAM", che ho rubata e scopiazzata , v pagina 11 di questo libro. Libro del giornalista Israeliano Barry Chamish. Io non so leggere nè scrivere. Rubo, scopiazzo e basta. Ergo ho soltanto tradotto e curato il libro di Barry per l' edizione in I TAL YA. Col più cordiale ossequio , e grazie ancora. Suo Franco JAL JosephArturoLEVImolca di Bergamo DI SOTTO

boss della segretissima Berìth Ivrìth INTERI'TH Lega Ebràica INTERISTA-ATALANTINA-PISANISTA- & di LATINA Nerazzurra : Lega Transnerazzurra & Transbiancazzurra







B"H_ Atn Gent.mi colleghi Renzo Magosso, Roberto Arlati.... Caro Renzo Magosso, Ecco , la tesi (mica ipotesi, n teora) questa.



L' ex terrorista Diana (Via Monte Nevoso) ha confermato: una delle mitragliette (Skorpio?) usate per varj attentati era stata comperata , nel 1977, in un' armera di Milano, "Con documento falso intestato a Maurizio Clerici". Sarebbe INTERessante se finalmente qualcuno a Maurizio Cirìaco Chierici (mica lo posso avvicinare io, se provo a scrivergli salta fuori che a Cogne uccisi io, mostro di Firenze, il piccolo Samuele Franzoni Prodi) che cosa pensi di quella quasi omonima .

Perché quegli acquirenti pensarono proprio a lui ? Grazie, col più cordiale Ciaolòm, Vostro Franco JAL Joseph Arturo LEVImolca -Mannaggio originale A: Kaos Edizioni srl Oggetto: Atn Ch.mo Prof. Giorgio Galli & Colleghi pf_ B"H_GLOBALMAFIA" Chi uccise Yitzhàk Rabìn"+ MATTEOTTI+Tobagi: BOOK dil chamish@netvision.net.il giornalista Israeliano-allegCOPERTINA, RECENSIONE. Segreti codice BETAR SHAKESPEARE LIAR BugiARDO Ai cari colleghi di Kaos, per Ch.Mo Prof. GIORGIO GALLI & Co, pf grazie !!! -----Mannaggio originale----- A: usta@bcdeditore.it; info@bcdeditore.it Oggetto: Atn Prof.G.GALLI. Dott. Andrea Levi.... B"H_GLOBALMAFIA" Chi uccise Yitzhk Rabn", e MATTEOTTI, Tobagi... BOOK del giornalista Israeliano chamish@netvision.net.il allegati COPERTINA, RECENSIONE, Documenti Segreti in codice BETAR SHAKESPEARE LIAR BugiARDO!





B"H__ Chiarissimo Professor Giorgio Galli; caro Andrea Levi (ci 6 ancora?), complimenti per il libro "PIOMBO ROSSO", specie per l' attenzione che dedica al mio caro compianto amico Walter Tobagi. Spero possa INTERessarvi questo libro, del giornalista Israeliano Barry Chamish, da me tradotto e curato per l' I TAL YA.



Parla di questa globalmafia, che ha distrutto e va distruggendo persone, istituzioni e comunità, specie Ebràiche. Da secoli, ovunque, anche qui in I TAL YA. Ma considerata "Gli Ebrei", il complotto demoplutogiudaicomassonicocococomunista !!!!

Avevo provato a mandarvi le b

lorisalvotp
11.04.2005 17:28
Un film italiano sulla disabilità

--------------------------------------------------------------------------------
COME PRIMA in TOUR
PROGETTO DI DISTRIBUZIONE ALTERNATIVA PER SCUOLE, TEATRI, CINEMA, CENTRI CULTURALI, ASSOCIAZIONI ETC.
Come prima, un film sull’adolescenza e la disabilità


COME PRIMA, Italia, 60’
un film di MIRKO LOCATELLI
con GIUSEPPE CEDERNA, FABIO CHIOVINI, MATTIA DE GASPERIS


Milano, aprile 2005

Come prima è un film che, a causa della durata (60’) e del supporto di proiezione (digitale), non trova spazio nel circuito distributivo tradizionale, quello dei cinema nei quali si proiettano film in pellicola 35mm.
Come accade per tutto il cinema sociale, Come prima è nato con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di persone; è un film che affronta il tema della disabilità in maniera pragmatica e che vuole scontrarsi e incontrarsi con il pubblico, non solo di settore, ma con tutti coloro che desiderano conoscere ed emozionarsi di fronte ai personaggi che ci raccontano il dramma di Andrea, della sua famiglia e dei suoi amici.
Abbiamo pensato così che il nostro film potesse iniziare, anche senza alzarsi in piedi, a vivere comunque di vita propria, aiutato da noi e soprattutto spinto da chi vuole portarlo nella sua città.
Come prima Tour è un’iniziativa aperta a tutte le istituzioni, enti, associazioni e scuole che vogliano aggiungersi ad un progetto di distribuzione alternativa per diffondere un’idea di cinema dichiaratamente non convenzionale.
Oltre alla proiezione del film è inoltre possibile prevedere un incontro con gli autori, con lo scopo di aprire il dibattito e rispondere alle domande sulla sua realizzazione e sulla tematica affrontata.



IL FILM

Il film, della durata di 60 minuti, racconta la storia di Andrea, un ragazzo di 17 anni che a causa di un incidente in motorino, rimane paralizzato. La storia si concentra sul suo ritorno a casa, sul percorso di accettazione e di consapevolezza di Andrea e di chi gli sta intorno.

Nel cast, oltre a molti attori non professionisti dai 16 ai 20 anni come Fabio Chiovini, Mattia De Gasperis, Adele Castiglioni e Antonio Pisu - provenienti da scuole di teatro milanesi - possiamo annoverare la presenza di Giuseppe Cederna, nel ruolo del padre del protagonista, attore di cinema e teatro. Tra i film ricordiamo Marrakesh Express, Mediterraneo di Gabriele Salvatores e Italia-Germania 4-3 di Andrea Barzini, Il partigiano Johnny di Guido Chiesa El Alamein di Enzo Monteleone.

Il ruolo di Andrea, il protagonista, è stato interpretato da Fabio Chiovini, un attore di diciassette anni, che per entrare nel personaggio ha lavorato a stretto contatto con ragazzi della sua età con lesione al midollo spinale. Per questo training, durato tre mesi, il giovane attore è stato aiutato, oltre che dal regista (anch'esso tetraplegico), dai fisioterapisti dell'Unità Spinale Unipolare Niguarda di Milano.

“La storia di Andrea è una storia positiva dal finale aperto; il messaggio è che comunque, disabili o no, la vita riserva a tutti cose belle e cose brutte, e, seduti o in piedi, vanno affrontate. Vorrei che le persone smettessero di pensare ai disabili come poveri sfortunati o persone deboli; certo, un handicap fisico può essere limitante, ma il valore di una persona o il grado di felicità non va misurato su quei limiti. Una persona, qualunque sia la propria condizione fisica, ha un valore unico, per i suoi sentimenti, le sua passioni, i suoi difetti; so che può essere considerato un concetto scontato, banale, ma mi rendo conto invece che non lo è affatto, neppure per i disabili stessi; molti vedono una soluzione ai loro problemi possibile solo con la scomparsa della loro disabilità, e dimenticano di coltivare i propri interessi, di crescere, di realizzarsi così come sono.
Nel mio film il ragazzo disabile non sarà il classico ragazzo speciale, o se lo sarà non lo sarà di certo in quanto disabile, lo sarà invece nella misura in cui lo sono i suoi coetanei, lo sarà come ragazzo di diciassette anni che cerca una strada, come tutti gli altri, e lo sarà come lo è il mondo, abitato da personaggi belli, attraenti, malvagi, ottusi, onesti, divertenti, sgraziati: sarà una voce, un corpo e un’anima come tante altre nel cinema, parlerà di se in modo naturale e troverà una strada proprio grazie a questo.”
Mirko Locatelli, regista


Per proiettare Come prima nella tua città, associazione o scuola contattaci!



Cinemaindipendente.it via D. Veneziano, 5 - 20139 Milano
tel. 02.56.96.469 fax 02.700.512.575
Sito web www.cinemaindipendente.it/comeprima

Giuditta Tarantelli cell. 348.038.4602 – 347.91.55.194


Con cortese preghiera di diffusione/pubblicazione



Redazione1
15.04.2005 21:15
Politici di Luigi Boschi

POLITICI

"La politica appartiene alla virtù della carità" disse Pio XI. Sturzo
aggiungeva: "La sua frase è stata dimenticata da tutti coloro che
pensano che la politica sia arrembaggio, sfruttamento, mezzananza,
arricchimento, predominio. No, la politica deve essere concepita come
servizio alla collettività, come cooperazione al bene comune, come
dovere di solidarietà e in certi casi come atto di giustizia". Che dire
di più? La miseria riproduca pure se stessa fino a che sarà stanca dei
suoi prodotti.

Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Redazione1
15.04.2005 21:17
Scuola pubblica di U.Montecchi

Carissime compagne e compagni,
a proposito della nota che ho scritto in merito al" nodo politico"che la nuova Giunta Burlando dovrà rapidamente sciogliere sui contributi "da dare o non dare" alle Scuole private cattoliche della Liguria , voglio ricordare che la Costituzione ( quest'anno ne ricorre il 57° anniversario dalla sua entrata in vigore) , così dispone al Titolo II -Rapporti Etico-Sociali-:

Art. 33.- L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione , senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità , deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E' prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura , università ed accademie , hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Art. 34. - La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore , impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli , anche seprivi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio , assegni alle famiglie ed altre provvidenze , che devono essere attribuite per concorso.


Cordialità da Ugo Montecchi.

Redazione1
15.04.2005 21:20
Ringrazio i resistenti di Cristian Abbondanza

RINGRAZIAMO PUBBLICAMENTE TUTTI COLORO CHE HANNO RESISTITO, l'abuso di
potere persecutorio del Ministro Castelli che voleva negare un ufficio
direttivo ad un magistrato esemplare come Adriano Sansa, per ragioni di
'opinione politica' è stato fermato.

Dopo il rigetto del ricorso contro l'assoluzione disciplinare, l'Ing.
Castelli ha dichiarato che firmerà il concerto per la nomina di ADRIANO
SANSA a Presidente del TRIBUNALE DEI MINORI DI GENOVA.

Era folle negare una giuda al Tribunale dei Minori di Genova, contro i
diritti dei minori e della famiglie. Era assurdo e fuori dalla legalità
bloccare una nomina unanime del CSM per ragioni personali e politiche quali
erano, come dimostrano i fatti, le posizioni dell'Ing. Castelli.

Una vittoria per la giustizia, e...buon lavoro giudice Sansa!

Christian Abbondanza
http://www.genovaweb.org/appellosansa.html
c.abbondanza@genovaweb.org
cell. 3924682144

Redazione1
16.04.2005 10:21
ALTRO TEATRINO, STAVOLTA DA PARTE DI FINI… di A.De Porti

ALTRO TEATRINO, STAVOLTA DA PARTE DI FINI…

Il vertice della maggioranza appena conclusosi in ordine ad un eventuale Berlusconi bis o rimpasto del governo doveva partorire qualche risultato. Ma così non è stato: minacce di ritiro di ministri da parte dellUDC di Follini, richiesta di fiducia da parte del parlamento su ciò che Berlusconi andrà a proporre ed altre varie sceneggiate.

Ciò che fa specie è che, questa volta, in questa sceneggiata, sia invece proprio Fini il vero primo attore al posto di Berlusconi. Perché ? Infatti, e domani-dopodomani lo vedremo, egli ha messo in scena una fiction adoperando una dialettica apparentemente dura nei confronti del premier allo scopo di dimostrare la serietà di AN, ma in realtà, dicendo che è necessario badare al reddito delle famiglie, alla competitività delle imprese nonché approvare le riforme istituzionali in tempi tali da rendere possibile il referendum popolare richiesto dall’opposizione, egli ha messo in bocca al premier ciò che deve dire nella prossima riunione ad evitare il “tutti a casa”.

Fiction politica più di così !
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
16.04.2005 11:32
Prepariamoci di S. Facchi

Non sono dotato di capacità divinatorie e non mi intendo di astrologia.

Tuttavia, se guardo al quadro politico del nostro paese, non mi risulta così difficile ipotizzare che, di qui a qualche mese, vi sia più d’una possibilità d’una chiamata alle urne per elezioni anticipate.

Già oggi le tensioni dentro alla destra sono fortissime e difficilmente gestibili, ma non dobbiamo dimenticare che nei prossimi due mesi vi saranno, sul territorio nazionale, altre scadenze elettorali di grande importanza; scadenze che, con molta probabilità, allungheranno la litania di sconfitte già inanellate dai nostri avversari negli ultimi due anni, accrescendone vieppiù la litigiosità e la rancorosità.

Non è quindi da escludere che una primavera così dura per loro, possa essere foriera di grandi novità per noi.

Non mi perderò, quindi, in calcoli di probabilità che lasciano il tempo che trovano, ma mi limiterò a dire una cosa molto semplice, tanto semplice da rischiare di non essere compresa: è nostro dovere, di fronte alla seppur minima possibilità di elezioni anticipate, farci trovare pronti.

Vuol dire, allora, dare una accelerazione importante al percorso costituente della Federazione dell’Ulivo, ancora troppo frenata da logiche di bottega e da paure ingiustificate, cominciando con l’affermare chiaramente che alle elezioni, nella quota proporzionale, si presenterà il simbolo di Uniti nell’Ulivo.

Vuol dire far conoscere il simbolo dell’Unione, con il quale ci presenteremo tutti insieme, e proseguire nel consolidamento della coalizione soprattutto a livello locale.

Vuol dire, infine, avviare da subito una riflessione seria sugli strumenti che ci daremo per la scelta dei candidati, a partire dalla proposta di elezioni primarie che, ormai, si va diffondendo e radicando nel popolo del centro sinistra.

A questo proposito nessun fondamentalismo ma, nello stesso tempo, basta ipocrisie sull’argomento: si può essere a favore o contro le primarie ma, per cortesia, smettiamo di dirci che sono premature, che non c’è più tempo…….

Se poi, come probabilmente succederà, quella delle elezioni anticipate si sarà rivelata essere soltanto una chimera, avremo comunque lavorato preparandoci per tempo (una volta tanto) alla battaglia che, a quel punto, si svolgerà soltanto qualche mese più in là.

Buon lavoro a tutti.
Stefano Facchi

Redazione1
17.04.2005 19:52
Appello a Burlando di A.Cifatte ed altri

IN LIGURIA, NELLA FASE ATTUALE DI COSTITUZIONE DEI GRUPPI REGIONALI, AVENDO
IL TIMORE CHE ESSI SI STIANO FORMANDO SECONDO LOGICHE PRATICHE CHE
TRASCURANO IL DATO POLITICO ESSENZIALE E DA ESALTARE DELL'UNITARIETA' DELLA
LISTA "UNITI NELL'ULIVO", ABBIAMO INSIEME AD ALTRI PROMOSSO E SOTTOSCRITTO
IL SEGUENTE "APPELLO".


Appello pubblico al Presidente Claudio BURLANDO
e ai Consiglieri eletti nella lista "Uniti nell'Ulivo"
Regione Liguria

Il successo di Claudio Burlando e dell'Unione alle recenti elezioni
regionali liguri richiede un adeguato comportamento anche nella fase di
avvio della attività istituzionale e politica della Regione.
Il risultato positivo è stato contrassegnato da una forte unità di
obiettivi, che ha contraddistinto l'intera coalizione di centrosinistra.
Nell'Unione la lista "Uniti nell'Ulivo" ha svolto pienamente il suo ruolo di
motore della coalizione, conseguendo un risultato di rilievo che impone
scelte coerenti per il consolidamento del soggetto politico che rappresenta
e a cui gli elettori hanno dato fiducia.
La prima scelta di coerenza per la Federazione de L'Ulivo è rappresentata
dalla formazione di un gruppo consiliare unico che ne sia l'espressione
politica in Consiglio Regionale. A tal fine, richiediamo agli eletti di
"Uniti nell'Ulivo" di dar vita a tale gruppo consiliare, che li raccolga
tutti, affinché ciascuno, secondo la sensibilità che lo contraddistingue,
possa esprimere appieno la linea politica del Presidente eletto e della
coalizione che lo sostiene.

Mario Epifani, Angelo Cifatte, Damiano Fiorato, Matteo Viviano, Roberta
Pinotti, Carlo Rognoni, Stefano Zara, Maria Pia Bozzo, Camillo Arcuri,
Gianni Marongiu, Giancarlo Mori, Cesare Campart, Lucio Rouvery, Carla
Olivari, Sandro Viglino, Teresa Maggiore, Osvaldo Pavese, Alberto Bemporad,
Enrico Beltrametti, Waldemaro Flick, Angela Testi, Giuseppe Rolandi, Carlo
Ferraris, Luisella Cambiaso, Gaetano Gallinaro, Mario Denti, Giorgio Jester,
Lucia Corna, Emanuele Piazza, Luigi Fasce, Milena Epifani, Mario Bottaro,
Gianni Guasto, Giovanni Margarino, Michele Ienco, Daniela Accinelli, Gianni
Calisi, Mario Sottili

Redazione1
17.04.2005 19:54
Lista dell'Ulivo e dintorni di S.Facchi e L.Fasce

L'amico Facchi ci carica con questo 'prepariamoci', sembra che non
abbia minimamente letto la mia precedente nota - solitaria,
solitaria, solitaria. Perchè ? Mah !
Facchi propone una bella lista Uniti per l'Ulivo nel proporzionale,
evviva ! E poi ? Dopo aver preso i voti, ognuno scappa nel proprio
orticello a contare i deputati e senatori che faranno gruppo a sè.
Nessuno della lista ha raccolto il mio appello per bloccare quello
che in ogni regione si sta verificando ... a ognuno il suo gruppo e
le sue politiche buoni scuola alle private per la Margherita, no,
forse, buoni scuola i DS. Sul referendum sulla fecondazione poi uno
tira di qua(non voto), forte forte - La Margherita e l'altro tira di
là debole debole(voto ma voto per forza) i DS.
Mi pare proprio una bella fuga in avanti quella di Facchi. Ma per
molti della Rete dei Cittadini pe l'Ulivo, mi pare proprio che il
primo comandamento sia non disturbare i manovratori, perchè
l'importante è prendersi i posti di governo, poi come si governerà è
del tutto secondario.
Rispetto a questo sfracello della sinistra moderata, ovvero
riformista (de chè?!) , dobbiamo solo sperare in Giovanni Sartori
sano, lucido Radicale ....di sinistra.
Luigi Fasce referente genovese (ancora per quanto ?) della Rete dei
cittadini per l'Ulivo
PS
per stare ancorati alla realtà e svolgere coerentemente il nostro
ruolo, ancora un invito a sbirciare e non a sbiffare la mia
precedente missiva

On 16 Apr 2005 at 3:28, Stefano Facchi wrote:

To: <ulivolombardia@perlulivo.it>,
<cittadiniperlulivo@yahoogroups.com>,
<lom-volontari@perlulivo.it>
From: "Stefano Facchi" <stefanofacchi@tin.it>
Date sent: Sat, 16 Apr 2005 03:28:28 +0200
Subject: [cittadiniperlulivo] Prepariamoci
Send reply to: cittadiniperlulivo@yahoogroups.com
......
Vuol dire, allora, dare una accelerazione importante al percorso
costituente della Federazione dellTUlivo, ancora troppo frenata da
logiche di bottega e da paure ingiustificate, cominciando con
lTaffermare chiaramente che alle elezioni, nella quota proporzionale,
si presenterà il simbolo di Uniti nellTUlivo.
Vuol dire far conoscere il simbolo dellTUnione, con il quale ci
presenteremo tutti insieme, e proseguire nel consolidamento della
coalizione soprattutto a livello locale.
Vuol dire, infine, avviare da subito una riflessione seria sugli
strumenti che ci daremo per la scelta dei candidati, a partire dalla
proposta di elezioni primarie che, ormai, si va diffondendo e
radicando nel popolo del centro sinistra.
A questo proposito nessun fondamentalismo ma, nello stesso tempo,
basta ipocrisie sullTargomento: si può essere a favore o contro le
primarie ma, per cortesia, smettiamo di dirci che sono premature, che
non cTè più tempo¦¦.
Se poi, come probabilmente succederà, quella delle elezioni
anticipate si sarà rivelata essere soltanto una chimera, avremo
comunque lavorato preparandoci per tempo (una volta tanto) alla
battaglia che, a quel punto, si svolgerà soltanto qualche mese più in
là.
Buon lavoro a tutti.

Stefano Facchi

Redazione1
22.04.2005 15:41
25 aprile, i cittadini e la Costituzione di S.Giovanozzi

I CITTADINI E LA COSTITUZIONE
Il ruolo delle Associazioni
Communitas 2002, come è noto a chi ci conosce da tempo, è un’Associazione politico/culturale di centro sinistra che si riallaccia, nel suo programma, al Movimento di Comunità fondato da Adriano Olivetti nei lontani anni ’50. Il Movimento, troppo utopistico per quegli anni, è oggi assolutamente attuale, riproponendo una visione ecumenica della politica tesa a valorizzare le forze del lavoro, il territorio e l’impresa, il tutto su un substrato a forte componente etica e di responsabilità sociale. Communitas 2002 lavora, insieme ad altre Associazioni, nella difesa dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, Costituzione che si è impegnata a difendere partecipando al Coordinamento Nazionale di Difesa della Costituzione e ai vari Comitati nelle città dove ha i circoli più strutturati: Milano, Roma e Napoli.
In questi ultimi tempi, noi stiamo assistendo, attraverso le nostre linee di comunicazione, i nostri ‘sensori’ sul web, ad un risveglio della società civile ‘riflessiva’, dopo i forti, e sicuramente ‘salutari’, scossoni della società civile più radicale che era insorta spingendo i cittadini a manifestare e riempire le piazze negli ultimi anni.
Questo risveglio si è evidenziato con i risultati delle ultime elezioni e con la crisi della CdL.
La situazione politica attuale è seria , ma ancora più seria è la situazione economica: il comitato d’affari che ha tentato di governare questo Paese si sta dissolvendo, anche se pervicacemente tenta di riunire le fila sotto la spinta del vero padrone della politica della CdL, cioè Bossi.
Gli altri comprimari scalpitano o tacciono, ma fin’ora hanno sempre votato tutto quanto gli è stato richiesto, ma proprio TUTTO.
Quello che è certo è che quello che sta succedendo mette comunque in evidenza la profonda crisi del berlusconismo, che dal profondo appunto, sta emergendo in superficie: l’uomo nuovo, Mr B. non politico ma abile(?) affarista, che promette il possibile e l’impossibile, rinnega la politica come attività di servizio al Paese e affascina le menti più ingenue con la politica/spettacolo.
Ma anche le menti più ingenue non si possono abbindolare a lungo quando le si tocca nelle tasche: e malgrado le promesse, qualcuno le mani nelle tasche degli Italiani le ha messe, se non altro per togliere ai poverie dare qualcosa in più ai ricchi.
Questo movimento magmatico della società italiana era già avvertibile in sottofondo e già diversi acuti osservatori politici la stavano analizzando, ma mai avremmo pensato che potesse tradursi così repentinamente in comportamenti elettorali coerenti.
Forse le nostre percezioni prudenti tenevano più conto della forza persuasiva delle televisioni, del potere riversato e diffuso sulle clientele, della forza del denaro; non avevamo tenuto in sufficiente considerazione il DISAGIO ECONOMICO, la PRECARIETA’ del lavoro, il rifiuto della SCUOLA DI CLASSE, la preoccupazione per la SALUTE, l’INSICUREZZA del futuro. Pensavamo che erano tutti temi che ci affannavamo a dibattere nei nostri convegni, consapevoli della ristrettezza dei nostri uditorii. Ma secondo alcunii sondaggi post-elettorali, la causa prima della disfatta elettorale della CdL è stata l’aver posto mano in modo così prevaricante e brutale alla CARTA COSTITUZIONALE, togliendo così in un sol colpo certezze ormai radicate di diritti, di garanzie e di uguaglianza dei cittadini.
La nostra Costituzione è sentita dai cittadini come l’ancora forte che ha evitato, negli ultimi 50 anni, lo sbandamento del Paese dalla corretta via, che ha garantito la tenuta democratica anche sotto i colpi duri del terrorismo delle BR e che adesso deve garantire i cittadini da prefigurazioni di Regime, o di Uomini Soli al comando che mettono il Nord contro il Sud, fanno la guerra, magari chiamandola Pace, senza passare da quella vetusta e inutile istituzione chiamata Parlamento. Questo sentono i cittadini, oggi in modo non tanto documentato, ma che un domani dovrà tener conto di una propaganda massiccia condotta con tutti i mezzi.
E le Associazioni come Communitas 2002, che fungono da ‘camera di compensazione’ tra i cittadini e i Partiti, sono chiamate a fare la loro parte.
E’ a questo che ci dobbiamo preparare.
E' questo il grande impegno per il prossimo 25 Aprile che ci deve vedere tutti in piazza nei luoghi deputati alle manifestazioni celebrative del 60° Anniversario della Liberazione, da cui è nata la Costituzione, a fianco delle Istituzioni e dell'ANPI per una testimonianza convinta senza revisionismi o commistioni.
Simona Giovannozzi

Redazione1
22.04.2005 17:00
Viva Beppe Grillo

E' bello poter constatare la coerenza dei nostri politici.

Ecco alcune dichiarazioni che riguardavano il governo D'Alema dopo che le
Regionali erano finite 8 a 6 per la Casa delle Libertà.

BERLUSCONI:
" Ci sono state due elezioni consecutive, europee prima e regionali poi, che
hanno ratificato questa realtà: la maggioranza in Parlamento è minoranza nel
Paese. Le Camere sono delegittimate.
Il premier non pur fare lo struzzo e nascondere la testa sotto la sabbia!
Bisogna restituire al popolo la sua sovranità come prevede l'art. 1 della
Costituzione. Ci vogliono elezioni anticipate, sono la cosa più urgente da
fare. Nuove elezioni sono l'unico modo per ristabilire il circuito virtuoso
tra paese reale e Paese legale.
Ci si riempie la bocca di maggioritario: bene, ora esistono le condizioni
per tornare alle urne. Quando un Paese democratico sfiducia un governo, si
vota!"

LA LOGGIA:
"Inutile dissertare se siano politiche o regionali: gli elettori hanno detto
dove sta la maggioranza del Paese".

PISANU:
"L'unica anomalia è questo governo!"

GASPARRI:
"Il governo esce nettamente minoritario, deve trarne le conseguenze.
Ogni soluzione diversa dalle urne è un attentato alla democrazia!"

FINI:
"Molto meglio andare alle elezioni per eleggere un nuovo governo
legittimato piuttosto che continuare con questo accanimento terapeutico.
La legislatura è finita con le Regionali.
Questo governo minoritario nel Paese è ormai un'offesa alla sovranità
popolare, il premier è un abusivo a Palazzo Chigi!"

CASINI:
" C'è un solo responso possibile: quello che deve emettere il popolo.
Le Regionali hanno cambiato l'equilibrio politico nazionale, l'unica
soluzione solo le elezioni."

CASTELLI:
" La gente ha scelto. Non vuole più questo governo!

STORACE:
"Il governo ha sbagliato schedina, ora si deve dimettere!"

Redazione1
22.04.2005 17:07
La prassi legalizzata di A.V.Gerolmini

LA PRASSI LEGALIZZATA
di Antonio V. GELORMINI
Non sembra vero ad un Bossi euforico e in rapida ripresa di forma poter assistere alla irrisione delle istituzioni e di tutte le prassi che ne caratterizzano la vita quotidiana e i vari passaggi nelle fasi di crisi. E per di più di non farlo direttamente, ma vedendo all’opera la figura istituzionale del Presidente del Consiglio.

Il Cavaliere, dopo aver criticato per anni “il teatrino della politica”, decide in un colpo solo di diventare impresario e macchiettista. La naturale tendenza all’interim lo porta ad essere nel contempo Mangiafuoco e Pinocchio.

A un segno di discontinuità, richiesto dagli alleati, risponde col la perseveranza dell’imbroglio e con l’illusione di poter sopravvivere a se stesso, ricorrendo a bizantinismi da prima repubblica.

Prendersi gioco di tutto e di tutti, sotto lo sguardo entusiasta e consenziente del Senatur, sembra essere la sua sola preoccupazione contingente, come se il Paese non fosse al centro di una situazione critica senza precedenti.

Un casus da “elogio della follia”, su cui Erasmo da Rotterdam sarebbe stato felice di approfondire le proprie teorie.

Si dice che il polipo cuocia nella sua stessa acqua, ma il dramma è che tra bluff e fumate nere è l’arrosto Italia che sta andando in fumo. Mentre tutti sono alla ricerca di un nuovo Pastore e gli sguardi sono tutti rivolti all’insù, il lupo sta facendo razzia nel gregge.

Sarà un caso, ma quale felice coincidenza ieri, nell’omelia della Santa Messa “pro eligendo romano pontefice”, ascoltare il cardinale Joseph Ratzinger, che usa parole forti per questo particolare ammonimento: “Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”?

(gelormini@katamail.com)

Redazione1
6.05.2005 12:05
Ordine del giorno di SUEZ

Ordine del giorno di SUEZ
Le elezioni regionali hanno chiarito che il centro sinistra vince, se punta su 3 elementi :
1) forte unità dei partiti (Federazione dell’Ulivo e Unione);
2) leadership credibile e qualificata ;
3) programma basati suoi reali bisogni del Paese.
Infatti, mentre il voto “ideologico” diminuisce, cresce l’elettorato che concede e ritira la fiducia in base ai risultati effettivamente raggiunti e alla credibilità delle proposte e delle coalizioni.
Tuttavia, sappiamo tutti che l’errore più drammatico sarebbe quello di considerare Berlusconi già battuto.
La partita è invece ancora tutta aperta e - proprio perché il contesto è così fluido - serve imprimere una forte accelerazione “ulivista”, in vista delle elezioni politiche del 2006.
L’Unione può e deve suscitare una vera e propria attrazione - non solo consolidando i suoi elementi vincenti, unità, leadership e programma – ma mostrandosi aperta e innovativa.
Cittadini, Associazioni, Comitati devono poter interagire con i partiti per sprigionare tutta l’energia civile e le competenze che possiedono, e per risolvere finalmente l’annoso dualismo “società civile- partiti”.
Ad oggi, invece,
denunciamo
il grande silenzio di Prodi e dei partiti sul progetto della Federazione, di fatto abbandonato subito dopo le elezioni.
Un silenzio ancora più inspiegabile, dopo che al Teatro Brancaccio di Roma - insieme alla nascita della Federazione - si accendeva per molti di noi “volontari storici” la speranza di vedere finalmente la politica del centro sinistra rinnovarsi, proprio grazie nuovo forme di partecipazione politica “attiva”.
Per superare questa fase di immobilismo,
chiediamo
1) che si riprenda la realizzazione della Federazione rimasta incompiuta;
2) che la Federazione preveda l’iscrizione diretta dei singoli cittadini, per valorizzare al massimo la più ampia partecipazione di ogni sostenitore, con la conseguente modifica dello statuto;
3) che le primarie – dopo il recente successo in Puglia - siano assunte come normale strumento di selezione delle candidature nei collegi uninominali;
4) che il simbolo “Uniti nell’Ulivo” sia confermato nelle schede delle elezioni politiche.
Senza l’avvio concreto di questo percorso, noi Cittadini per l’Ulivo non potremmo più svolgere il nostro ruolo di collegamento tra partiti e società e, soprattutto, si segnerebbe il definitivo tramonto dell’idea di “Ulivo del cambiamento” che in questi anni ci ha spinto.
Pertanto, il Coordinamento Nazionale decide - con l’approvazione di questo documento - di aderire alla Federazione solo in presenza dell’avvio dei punti suddetti.
Coerentemente con questa impostazione, nel caso contrario, il Coordinamento Nazionale provvederà a sciogliere la propria organizzazione, secondo statuto.

Redazione1
6.05.2005 12:09
Marea invita alle 3 giornate

MAREA HA IL PIACERE DI INVITARVI ALLA TRE GIORNATE:
PAROLE PER PIACERE PAROLE PER CAMBIARE
Fiera della piccola editoria e autoproduzione
GENOVA 26/27/28 MAGGIO
Palazzo della Borsa, Via XX Settembre 44 Genova INFO 347 0883011 - 333
3444869
e al sito www.mareaonline.it
Giovedì 26 maggio
I colori delle parole: le scuole incontrano autrici e autori migranti.
Facilitano: Daniele Barbieri,Tiziana dal Pra, Christiana de Caldas Brito.
12,30 Inaugurazione ufficiale con le protagoniste ed i protagonisti della
cultura della città. Si comincerà a costruire la parola PACE con centinaia
di libri. Portiamo un libro per partecipare. Rinfresco equo e solidale
16 Giochiamo a Puttanopoly? gioco a cura del Comitato per i diritti civili
delle prostitute onlus.
Facilitano: Pia Covre e Rita Falaschi
17 Silvia Neonato conversa intorno a E siam partite di Carla Corso e Ada
Trifirò(Giunti).
Presenti le autrici.
18 Quanta fatica pubblicare! Consigli e testimonianze di Daniela Rossi,
Federico Faloppa, Marina Piperno, Luigi Faccini, Lucia Cucciolotti, il
Gruppo de iQuindici (Wu Ming), Andrea Sassano.
20,30 Fogli libri scritture d'artista
incontro a cura di Luigi Tola
21.00 Marco Aime conversa intorno al Dizionario critico delle nuove guerre
(EMI) di Marco Deriu Presente l'autore
Venerdì 27 maggio
11-13 I colori delle parole: le scuole incontrano autrici e autori migranti.
Facilitano: Daniele Barbieri, Tiziana dal Pra e Laila Wadia
12-13 Presentazione de Le carte del viandante (Guerini e associati) a cura
Laboratorio Migrazione Comune di Genova
17,30 Tana De Zulueta , Marieme Helie Lucas, Sandra Verda e Lidia Menapace
conversano intorno a Senza velo di Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo.
(Intramoenia)
Presenti le autrici
18,30 Marco Trotta e Vittorio Agnoletto conversano intorno a La
privatizzazione della vita - brevetti, monopoli, multinazionali (Punto
Rosso)
20,30 Luca Borzani e Rosa Rinaldi conversano intorno a Diventare minoritari
di Christian Salmon (Bollati Boringhieri)Presente l'autore
22 Autrici e autori, poeti, santi e navigatori, nel primo rave letterario
sotto la lanterna, con i Tetes de Bois.
Letture e improvvisazioni in Largo Pertini
Sabato 28 maggio
11-13 I colori delle parole: le scuole incontrano autrici e autori migranti
Facilitano: Daniele Barbieri, Tiziana dal Pra e Kossi Komla Ebrì
16 Edoardo Sanguineti e Francesco Pirella conversano intorno a Filosofia
dell'antilibro L'autoproduzione come pratica di libertà
Modera Giuliano Galletta
16,30 Daniela Maccari, Monica Lanfranco, Anna Raybaudi, Emilio Gabrielli e
Salvatore Vento conversano intorno a L'autorità delle donne a cura di Maria
Caterina Cifatte (Il segno dei gabrielli) Presente l'autrice


17 Il fantasma delle bande a cura di Luca Queirolo Palmas e Andrea Torre
(Fratelli Frilli) e I latino americani a Genova a cura di Salvatore Vento
(De Ferrari) Presenti Queirolo Palmas, Andrea Torre, Giuliano Carlini
Modera Stefano Bigazzi
17,30 Laura Schrader e Silvana Barbieri conversano intorno a Il secondo
processo Leyla Zana (Punto Rosso)
20,30 Parole migranti: ne parlano Kossi Komla Ebrì, Stefano Galieni, Danilo
Giorgi Valentina MmakA Modera Tiziana dal Pra
21,30 Spettacolo Figlie di Sherazade
di Chiara Casarico e Tiziana Scrocca
con Chiara Casarico e Luisa Noli
della Compagnia Il Naufragarmedolce
INFO 347 0883011 - 333 3444869
Monica Lanfranco
www.mareaonline.it
www.mareaonline.it/lanfranco
"Non possiamo smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone"
"We cannot dismantle the master's house with the master's tools"
(Audre Lorde)

Redazione1
6.05.2005 12:19
Zanotelli nel Comunedi Budrio

COMUNE di BUDRIO
in collaborazione con
Associazione VOGLIO VIVERE - Onlus
(Membro Unione Internazionale Raoul Follereau - Gruppo di Budrio)
Associazione Culturale Senza Confini, Budrio
La cooperazione è alla base delle relazioni tra i popoli per la costruzione della civiltà.
- Non è possibile costruire la Giustizia e la Pace, senza dialogo.
- Non è possibile avere Democrazia, senza dialogo.
- Non è possibile rispettare la Persona, senza dialogo.
- Non è possibile fare Politica, senza dialogo.
- Non è possibile avere Civiltà, senza dialogo.
- Non è possibile avere Sviluppo, senza dialogo.
E’ tempo di chiudere per sempre la storia inumana dell’umanità.
Le ricchezze del mondo sono di tutto il mondo.
Ecco la verità che dovete conquistare, imporre.
( Raoul Follereau )
Martedì 17 Maggio 2005 - ore 21.00
presso il Teatro Consorziale di Budrio
Via Garibaldi 33 - Budrio (BO)
" Budrio e il Sud del Mondo -
La Cooperazione Internazionale per costruire Giustizia, Pace,
Sicurezza e Sviluppo"
Incontro promosso dal Comune di Budrio, con la partecipazione di
ALEX ZANOTELLI, Missionario Comboniano
GUIDO BARBERA, Delegato delle ONG Italiane presso l'Unione Europea,
Presidente di "Voglio Vivere Onlus - Membro Unione
Internazionale Raoul Follereau"
Alex Zanotelli è da sempre "voce dei senza voce" : durante il suo servizio in Sudan,
in Italia dirigendo il mensile 'Nigrizia' e in Kenya per 12 anni in missione a Korogocho,
una delle tante baraccopoli di Nairobi.
Dal suo rientro, divide il suo tempo tra una parrocchia alla periferia di Napoli e i numerosi incontri in tutta Italia testimoniando presso scuole, parrocchie, centri sociali.
Guido Barbera fin da giovane impegnato nella 'lotta a tutte le lebbre', sull'esempio
e sull'eredità di Raoul Follereau, l'apostolo della Pace.
Da marzo 2004 è presidente del Cipsi - Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale, di cui è stato fondatore nel 1982, che associa 36 associazioni;
rappresenta le ONG italiane presso l'Unione Europea;
fondatore e presidente di ME.DIA.TE (MEditerranean DIAlogue Through Empowerment) rete della società civile dei 25 paesi del Mediterraneo.
Per informazioni: e.mail: segreteria@voglio-vivere.it
tel. 051 801800

Redazione1
6.05.2005 13:23
Gli intoccabili libro di S.Lodato e M.Travaglio

INTOCCABILI
Il nuovo libro di Saverio Lodato e Marco Travaglio
È nelle librerie Intoccabili di Saverio Lodato e Marco Travaglio, che ricostruisce
gli ultimi 15 anni di inchieste e processi su mafia e politica, dal pool
di Falcone e Borsellino a quello di Caselli a quello di Grasso.
Sottotitolo: Perché la mafia è al potere. Dai processi Andreotti e Dell?Utri
alla normalizzazione. Le verità occultate sui complici di Cosa nostra nella
politica e nello Stato? (ed. Rizzoli-Bur, 10 euro).

Per chi volesse approfondire il processo Dell?Utri, è in libreria da un mese L' amico degli amici? (ed. Rizzoli-Bur, 11.50 euro) curato da Peter Gomez e Marco Travaglio, che contiene gli atti più interessanti e inquietanti del
caso che ha portato alla condanna in primo grado del braccio destro di Berlusconi
a 9 anni di reclusione per mafia.

Redazione1
6.05.2005 13:26
Dove va l'economia italiana?

Cari amici, questo mese il nostro incontro alla Libreria Bibli, via dei
Fienaroli 28, Roma, si svolgera' domenica 15 maggio alle 19 e affrontera' il
tema scottante dell'economia italiana. Relatore sara' il Dott.
Livio Barnabo',
Amministratore Delegato di Progetto Europa Group, moderatore il Prof.
Alberto Valentini. Il titolo "Un'economia a rischio? Dove va l'economia
italiana." Conto sulla vostra partecipazione e vi saluto cordialmente.
Beatrice Borromeo (Associazione 2 aprile '95 per l'Ulivo)

Redazione1
6.05.2005 13:29
Fiducia sulla competitività di P.Stagno

Cari amici,

oggi il Senato ha approvato il decreto legge sulla competitività, parola
magica, che, come il terribile aggettivo "strategico", serve a coprire
qualsiasi errore: su questo decreto il Governo ha posto la questione di
fiducia, rendendo quindi evidente che dall'approvazione dipendeva la sua
stessa esistenza.

In questo decreto, assieme ad altre norme, sono comprese una legge delega
in materia fallimentare ed una sul processo civile, entrambe materie sulle
quali la discussione legislativa è necessaria, come pure l'apporto degli
studiosi, mentre con la questione di fiducia tutto si risolve in cinque
minuti.

Questo si chiama disprezzo del Parlamento e si inquadra nel disegno di
predominio dell'esecutivo sul legislativo che il Governo persegue ormai da
molto tempo.

La legge delega sul processo civile ha un elevato contenuto tecnico, su
cui quindi non mi diffondo, mentre quella in materia fallimentare si può
comodamente riassumere in questa semplice proposizione: la bancarotta
fraudolenta (tipo Parmalat, per intenderci) non è più un reato
perseguibile.

Non altrimenti si può interpretare il fatto che si abbassano talune pene,
con drastica riduzione dei termini di prescrizione e, quindi, con la
vanificazione di quasi tutti i processi compresi quelli pendenti, rendendo
quindi illusorio ogni rinvio a giudizio.

L'Italia quindi conferma la sua fama di paese senza le regole essenziali
di un sano capitalismo (per esempio dopo il caso Enron gli Stati Uniti
inasprirono di molto le pene per il caso Enron, mentre noi depenalizzammo
il falso in bilancio) e quindi il capitale si terrà sempre più alla larga;
quindi più che un decreto sulla competitività si tratta di un decreto per
rendere l'Italia meno competitiva: non altrimenti infatti si può definire
una legge che sancisce la possibilità di prendersi i soldi di un'azienda,
farla fallire e poi farla franca.

Volevo terminare questa lettera col noto proverbio "a pensar male si fa
peccato, ma si indovina", poi ho visto due ministri, che, dopo aver posto
la fiducia, hanno detto che la legge è sbagliata e con i decreti delegati
la correggeranno (impossibile perché il Governo non può decretare contro
la delega) e mi è venuto in mente che circa vent'anni orsono negli Stati
Uniti comprai un aureo libretto "la legge di Murphy": ebbene un corollario
della legge di Murphy dice"non attribuire a malizia ciò che può essere
adeguatamente spiegato dalla stupidità".

Chi avrà ragione: il proverbio o la legge di Murphy?

Speriamo che la Camera ponga rimedio a questo mostro giuridico.

Un caro saluto.

Piero Stagno

Redazione1
7.05.2005 14:15
Ultime tappe del tour di Emergency negli Stati Uniti.

Ultime tappe del tour di Emergency negli Stati Uniti.

Si terranno a Washington gli ultimi due incontri pubblici del tour
americano di Gino Strada e Rossella Miccio.
Questi gli appuntamenti:
Lunedi' 9 Maggio, dalle ore 10.30 alle 12.00, Gino Strada interverra'
alla conferenza organizzata dal "Landmine Survivors Network" alla
quale saranno presenti autorevoli esponenti impegnati nella battaglia
contro le mine antiuomo.
Mercoledi' 11 Maggio, dalle ore 11.00, sempre a Washington, Gino
Strada sara' ospite all'Universita' del Maryland dove presentera',
agli studenti della scuola di lingua, letteratura e cultura, il suo
libro "Green Parrots" e parlera' della decennale esperienza di
Emergency.
Inoltre, Sabato 14 Maggio, sara' ospite da Fabio Fazio nel programma
televisivo "Che tempo che fa" in onda su Rai Tre dalle ore 20.10. In
tale occasione Gino Strada racconterà l'esperienza del lungo tour
americano e i futuri progetti di Emergency.

-----------------------------------------------------
Domenica 15 maggio grande festa di piazza a Roma

Domenica 15 maggio dalle 11.00 alle 23.00 in Piazza Navona si terrà la
terza edizione romana dell'Emergency Day, una giornata di informazione
e sensibilizzazione all'insegna del divertimento.
Sono previsti banchetti con i nostri gadget, uno speciale angolo
etnico con articoli (abbigliamento, arredo e oggettistica) dei paesi
nei quali è presente l'associazione, piante, prodotti biologici,
candele e altro ancora.
Sarà allestita un'area informazioni dove, oltre a proiezioni che
illustrano l'attività di Emergency, il personale dell'associazione
sarà disponibile a fornire informazioni ed aggiornamenti sulle
attività all'estero e in Italia.
E inoltre musica dal vivo, animazione, un apposito spazio dedicato ai
bambini con spettacoli, laboratori e la lettura di fiabe della
Cambogia e dell'Afghanistan.
Sarà anche possibile acquistare i biglietti della Lotteria di
Emergency, concorrendo alla vincita di meravigliosi premi.
Il ricavato di questa edizione sarà destinato alla creazione del
centro di chirurgia d'emergenza all'interno dell'ospedale di Al Fashir
in Nord Darfur, Sudan.
-----------------------------------------------------
Emergency in tv

Grazie alla collaborazione di Arcoiris.tv, avviata lo scorso anno, da
oggi i documentari di Emergency sono in onda non solo in internet ma
anche su satellite.

Martedì 10 maggio, dopo le 23, andranno in onda "Eredi del Silenzio -
Emergency in Cambogia" e "Hat Nohto Ston - Emergency in Sierra Leone".

Per vederli:
Canale Sky: 863 oppure Hotbird 6 - 13° est frequenza: 11.013 FEQ: 3/4
polarizzazione: orizzontale - Symbol rate: 27.500.

-----------------------------------------------------

Lotteria di Emergency 2005

Anche per quest'anno la Lotteria Benefica a favore di Emergency
coinvolgerà le province di Milano e Roma.

I fondi ricavati dalla vendita dei biglietti della 6°Lotteria benefica
a favore di Emergency saranno destinati all'allestimento di un Centro
Chirurgico all'Ospedale di Al Fashir in Darfur.

I biglietti della Lotteria si possono trovare presso la sede di
Emergency in via Meravigli 12/14 a Milano, presso la sede di Roma in
via dell'Arco del Monte 99/A, presso i nostri banchetti e presso alcuni punti
vendita, enti e negozi che hanno offerto il loro aiuto in questa
iniziativa.

L'estrazione dei biglietti vincenti sarà il giorno 21 settembre.
L'elenco dei premi è pubblicato sul sito internet www.emergency.it
nella sezione "come aiutarci-iniziative"

Per maggiori informazioni rivolgersi ad
Alessandra Margutti alessandra@emergency.it

-----------------------------------------------------

fonte: carla trappotto gruppo: Sede di Roma

Altre iniziative a Roma e dintorni

Saremo presenti con banchetto informativo e di raccolta fondi:

- fino al 22 maggio allo spettacolo di Ficarra & Picone "Sono cose che
capitano" in scena al Teatro Parioli, Via G. Borsi 20, con i seguenti
orari: martedì-sabato ore 21.00, domenica ore 18.00, lunedì chiuso;

- dal 10 al 21 maggio alle 20.45 (la domenica alle 17.30) al Teatro
dei Satiri, Via di Grottapinta 18, dove si terrà lo spettacolo di
Claudio Batta "Chi è fuori è fuori, chi è sotto è sotto";

- venerdì 13 maggio alle 18.00 a Civitavecchia (Rm), Via Bramante 18,
nell'ambito di una serie di incontri che l'associazione TNT sta
organizzando con associazioni e istituzioni che hanno avuto esperienze
in zone di guerra. L'incontro prevede la proiezione del filmato sulla
Sierra Leone "Hat Nohto Ston (Il cuore non è fatto di pietra)",
accompagnato dalla presentazione di un rappresentante di Emergency;

- domenica 15 maggio dalle 10.00 alle 12.30 davanti alla Parrocchia
Sant'Andrea, Via Cassia 731 (Tomba di Nerone) in occasione della
giornata delle Comunioni.
-----------------------------------------------------

fonte: claudia rivalta gruppo: Gruppo Milano

Emergency a Milano

I volontari Emergency del gruppo di zona 8 saranno presenti con un
banchetto info/gadget in occasione delle seguenti iniziative:
Giovedì 12 maggio dalle ore 20.30 presso il teatro Outoff di Via
MacMahon 16; spettacolo in programma: "Finale di partita" di S.
Beckett.
Sabato 14 maggio, dalle 15,00 alle 19,00 al C.A.M. di zona 8 in via
Pecetta, in occasione di "Festa di primavera - Percorsi di Pace".
Saranno esposte le mostre fotografiche di Emergency "La guerra com'e?"
e "Prima le donne e i bambini", e proiettati filmati e diapositive. E'
previsto uno spazio bimbi, nonchè musica dal vivo con i Mitokasamba.
Sempre sabato 14/05/05 dalle 20, i volontari di zona8 saranno presenti
anche all' Extrafesta organizzata da Radio Popolare, presso il
MazdaPalace - MM Lampugnano -
Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo e-mail:
emergency_mi8@yahoo.it

Inoltre, sabato 14, dalle 17 alle 19.30 e per l'intera giornata di
domenica 15 maggio, il gruppo Emergency Milano di zona 9 partecipera?
alla manifestazione "Rosa d'Autore - parole e musica al femminile" che
si terrà alla Cascina Centro del Parco Nord. Tra esposizioni di rose,
letture, animazione teatrale, musiche e talk show al femminile, sara'
esposta la mostra fotografica di Emergency "Prima le donne e i
bambini" e sara' presente un banchetto informativo e di raccolta fondi
che saranno devoluti al centro maternità di Anabah. Per ulteriori
info: www.parconord.milano.it; in merito alla presenza di Emergency,
emergency_mi9@yahoo.it

-----------------------------------------------------

fonte: Maddalena Donzelli gruppo: gruppo Emergency Lodi

Lodi: Iniziative di Maggio

-giovedi' 12 a Borghetto Lodigiano, ore 21,00 presso l?Auditorium
comunale di via Garibaldi, serata informativa sull'intervento di
Emergency nel Kurdistan Iracheno.
Proiezione del filmato "L'arcobaleno e il deserto" e dibattito a
seguire. Interverrà Giorgio Raineri, responsabile dei progetti di
Emergency.
La serata fa parte della serie di eventi organizzata dal Comune di
Borghetto Lodigiano per il 60° anniversario della Liberazione.

Il gruppo di Lodi sara' presente con un banchetto informativo e di
raccolta fondi

-domenica 15 a Lodi, dalle 10 alle 18 presso l'oratorio di San
Fereolo, partita di pallavolo femmnile.

-domenica 25 a Lodi, tutto il giorno presso Piazza Castello.
-----------------------------------------------------

fonte: francesca turrini

Asta e mostra di pittura per il Darfur

Venerdi' 13 maggio, ore 21.00, allo Shu di Milano verranno presentate
in anteprima alcune opere della pittrice Petra Lovrekovic, che
andranno in asta la sera stessa a sostegno del Centro chirurgico che
Emergency sta costruendo presso l'ospedale di Al Fashir in Darfur.
Dal giorno seguente, sabato 14, fino al 30 maggio presso la galleria
Artecultura di via Ciovasso 19 saranno esposte e messe in vendita
tutte le opere della pittrice; anche in questo caso il 50% del
ricavato sarà devoluto al progetto in Sudan.

Alla serata del 13 maggio allo Shu, via Molino delle Armi, sara'
presente il gruppo Emergency di zona 1.

per info: 335.6962963 - 02.864.64.093
-----------------------------------------------------

fonte: SEBASTIANO SINIGAGLIA gruppo: GRUPPO DEI COLLI EUGANEI

RASSEGNA DOCUMENTARI AD ESTE (PD)

Il gruppo dei Colli Euganei con l'aiuto dell'associazione culturale
"Totem" organizza una rassegna di documentari sull'operato
dell'associazione e sui suoi progetti

Ecco il calendario :
12 maggio : Cambogia
"Eredi del silenzio"

9 giugno : Sierra Leone
" Il cuore non è fatto di pietra"

7 luglio : Afganistan
"Jung nella terra dei mujaheddin".

Le proiezioni si svolgeranno presso il Centro Sociale Pilastro in
Piazzale Cà Pesaro ad Este ed avranno inizio alle ore 21,00.
-----------------------------------------------------

fonte: fabiano aichner gruppo: Trento

Assist for Emergency

La circoscrizione di Meano, in collaborazione con il
Comune di Trento e varie associazioni culturali e
sportive di Vigo Meano, organizza il 14 e 15 maggio
presso il Centro Civico di Meano: ASSIST FOR
EMERGENCY, manifestazione di sport, musica, spettacolo
e cultura.
Il ricavato, al netto delle spese, sarà
devoluto ad Emergency.
Domenica 15 alle ore 18,30 ci
sarà la proiezione del documentario "Soran non avere paura" a
cui farà seguito la testimonianza di Massimo Spallutto
di Emergency.
Per tutta la durata della manifestazione
i volontari del gruppo Emergency di Trento saranno
presenti con un banchetto info e raccolta fondi
-----------------------------------------------------

fonte: Guido Toso gruppo: Città del Piave

concerto per EMERGENCY a Concordia Sagittaria VE

venerdi 13 maggio 2005 alla pizzeria Sacco & Vanzetti in via Candiani
75 a Concordia Sagittaria VE si terra' un concerto per EMERGENCY a cui
parteciperanno i SOUTHERN CROSS (tribute to the west coast) il
banchetto informativo del gruppo EMERGENCY Citta' del Piave sara' sul
posto dalle ore 8,00.
-----------------------------------------------------

fonte: Guido Toso gruppo: Città del Piave

EMERGENCY a Jesolo lido VE

il gruppo Emergency Citta' del Piave sara' presente con un banchetto
informativo e raccolta fondi agli spettacoli di Beppe Grillo, il 10 e
11 maggio 2005, dalle ore 8,00, presso il Palazzo dei congressi di
Jesolo lido VE
-----------------------------------------------------

fonte: Giovanna Cariati

Mezzago Sagra dell'Asparago

Domenica 15 maggio dalle ore 8 alle ore 23 i volontari di Monza sarano
a Mezzago, alla sagra dell'asparago, con un banchetto informativo e di
raccolta fondi a sostegno del progetto adottato dal Gruppo: il Fap di
Shutul in Afganistan
-----------------------------------------------------

fonte: Stefano Redaelli gruppo: Gruppo Usmate Velate

banchetto del gruppo emergency di Usmate-Velate

il giorno 15 maggio a partire dalle ore 10,30 fino alle ore 19 presso
il Bloom di Mezzago (Mi) sara' presente un nostro banchetto
informativo e di raccolta fondi nell'ambito della iniziativa "nel
nostro piccolo" suk globale equo, bio e consumo critico.
-----------------------------------------------------

fonte: Gruppo Modena gruppo: Modena

Serata per Emergency - Tigelle e Musica

Tigellata e proiezione del film "Hat Nohto Ston -
Sabato 21 Maggio 05 dalla ore 20.00 presso il Centro Culturale di Marano sul
Panaro

Il ricavato della serata sarà devoluto all'ospedale di Emergency a
Goderich in Sierra Leone

-----------------------------------------------------

fonte: luca baldisserri gruppo: gruppo di varese

emergency varese al rione rasa

domenica 15 maggio il gruppo Emergency di Varese sarà presente con un
banchetto informativo e di raccolta fondi a Varese rione rasa in
occasione della manifestazione "RASA IN ARTE E FIORI"
-----------------------------------------------------

fonte: Davide Riva gruppo: Novara

Incontro con Emergency a Cameri (No)

Venerdì 13 maggio, alle ore 21.00, presso la Sala Polivalente del
comune di Cameri, in piazza Dante, il Comune e la Biblioteca
organizzano un incontro con Emergency che porterà le proprie
testimonianze sulla guerra e proposte di pace con la proiezione del
film "Eredi del silenzio". Sarà presente anche un banchetto di
raccolta fondi.

-----------------------------------------------------

fonte: VERONICA DEL FABBRO

INIZIATIVE DI MAGGIO+GIUGNO NEL MAGENTINO

Il gruppo Emergency magentivo sarà presente nel mese di maggio con un
banchetto info/gadgets alle seguenti iniziative:

15 maggio CORNAREDO: festa delle Associazioni
27/28/29 maggio CASTELLETTO TICINO: Castelletto Rock

per info: emergencymagentino@virgilio.it
-----------------------------------------------------

fonte: ANNA ADORNO gruppo: Piacenza

Gruppo volontari Piacenza

Il Gruppo volontari di Piacenza sarà presente con un banchetto
informativo, raccolta fondi domenica 15 maggio dalle ore 10 a
Gragnano(PC) e Caselle Landi(Lo) per "Pallavolando 2005" tour di
minivolley, parkvolley e beachvolley organizzato da Fivap PC. I fondi
raccolti durante il corso del torneo verranno devoluti ad Emergency
per finanziare le attività in Sri Lanka.

-----------------------------------------------------

fonte: valenza salvatore gruppo: Cassano d'Adda-Fara d'Adda

BICICLETTATA PER LA PACE

Il gruppo Emergency di Cassano Fara d'Adda parteciperà alla
biciclettata per la pace che si farà il 15 MAGGIO 2005.
Aderiranno i Comuni ed i Comitati Pace di: Cassano, Inzago, Pozzo,
Melzo, Fara, Trezzo, Vario, Gorgonzola e Bellinzago Lombardo.
In ogni paese ci sarà un punto di ritrovo per la partenza;
l'appuntamento per tutti sarà intorno alle 16.00 al centro sportivo
Sansona a Cassano. Faremo un giro in centro paese e poi andremo al
Parco Belvedere dove si proseguirà il pomeriggio con il concerto del
gruppo afro-jazz "LIKEMBE" e lo spettacolo de IL CIRCO.
-----------------------------------------------------

fonte: maurizio merlotti gruppo: Centro di coordinamento di Sesto

FESTA DELLE ASSOCIAZIONE A SESTO SAN GIOVANNI (mi)

Il 15 maggio Emergency sarà presente alla 3° edizione di Sesto
Solidale nei giardini di Villa Zorn - Via Cesare da Sesto e al
"mercatino dei creativi" in Piazza Petazzi

-----------------------------------------------------

fonte: Gruppo Modena gruppo: Modena

Iniziative a Modena

Sabato 14 Maggio alle ore 15.00 in occasione dell'inaugurazione della
mostra fotografica sul Kurdistan a Vignola presso i Cantieri Cantelli

Il gruppo di Modena sarà presente con un banchetto informativo e di
raccolta fondi. Il ricavato sarà destinato all'ospedale di Emergency a
Goderich (Sierra Leone)

Sabato 14 Maggio il circolo Florida di Modena in occasione della
serata di musica ospita un banchetto di Emergency gruppo di Modena. Il
ricavato sarà devoluto all'ospedale di Emergency a Goderich, Sierra
Leone

- Circolo Florida gastronomia e Spettacoli 41100 Modena (MO) - 165,
VIA ARCHIROLA tel: 059 394351 -

-----------------------------------------------------
Allistante 1.0 - Sistema di Informazione
http://www.allistante.it
-----------------------------------------------------

Informativa ai sensi dell'art. 13, d. lgs 196/2003
I Suoi dati personali sono trattati da Emergency - titolare del
trattamento - Via Orefici 2, 20123 Milano (MI) - per l'invio della
newsletter richiesta.
Ai sensi dell'art. 7, d. lgs 196/2003 potrà esercitare i relativi
diritti, fra cui consultare, modificare i Suoi dati rivolgendosi a
Emergency al succitato indirizzo oppure all'e-mail: info@emergency.it.
Per cancellarsi da questa mailing list:
http://212.239.21.84/emergency/allistante/ml/canc.cfm

Inzio Invio : 6/5/2005, ore 17.30
Numero Iscritti: 201913

--
Emergency usa per la sua posta il sistema
I.NET AntiSpam - www.inet.it/antispam

Redazione1
16.05.2005 11:52
Mamma, papà e bambino immaginato di L. Fasce

A proposito della Legge 40
Mamma, papà e bambino immaginato
di Luigi Fasce

Nel giornale Avvenire di sabato 14 maggio 2005 c’è l’inserto tratto da www.impegnoreferendum.it che riporta l’articolo del collega francese Benoit Bayle (studioso dello sviluppo psicologico dell’essere umano concepito)
Resta da chiedersi se il collega francese sia stato completamente consenziente a farsi paladino del pensiero cattolico che dice no ai quattro quesiti referendari o seppure si trovi suo malgrado strumentalizzato a portare acqua al mulino della Cei. Il dubbio sorge dalla lettura di quanto viene riportato (uno stralcio del suo libro “Lembryon sur le divan. Psychopathologie de la conception humaine” (L’embrione sul lettino. Psicopatologia del concepimento umano) che sarà presto tradotto e pubblicato in Italia da Koiné. Il titolo rimanda alla psicopatologia piuttosto che allo sviluppo sano del concepito, tuttavia non essendo ancora possibile entrare nel merito del libro (non si dice la Casa che lo edita attualmente in francese ma si dice solo quella che poi lo pubblicherà in Italiano. Però siamo in grado di chiosare quanto dell’estratto ci viene proposto.
Prima di entrare nel vivo del dialogo immaginario socratico con l’Autore affermo che non c’è alcun sentimento polemico se non una velata ironia nei suoi confronti ritenendo che nessuno possa empatizzare così profondamente con il feto fin dalle primissime fasi del concepimento: fantasie si, sono possibili, empatizzare poi proprio no, al massimo identificazioni proiettive materne e …paterne (vista la capacità isterica di simulare lo stato di gravidanza “sindrome della couvade” di alcuni padri) alcune azzeccate altre no, ovvero lo spartiacque tra psicologia sana o psicopatologia del bambino. In effetti quello che voglio proporre è mettere in evidenza l’altra chiave di lettura di questi brani scelti per convincere delle tesi anti referendarie, chiave di lettura che si prestano a fornire elementi di significo del tutto opposto ai fondamentalisti “fratelli dell’embrione”.
Una premessa generale va comunque fatta alla contesa particolare sulla questione dell’embrione è vita e già individuo , ovvero che la Chiesa Cattolica dopo la solenni batoste ricevute quando contrapponeva dogmaticamente le Sacre scritture alla Scienza ha ritenuto di cambiare linea di difesa e ha scelto di competere sul terreno della stessa scienza. Trattando dell’infinitesimale e dell’invisibile oramai la scienza non consente più di evidenziare l’evidente. Negava la Chiesa al tempo di Galilei che la terra fosse un puntino nell’universo ma l’evidenza che la terra gira intorno al sole e non il contrario è di tale evidenza che qualunque potesse mettere l’occhio sul modesto telescopio di Galilei doveva pur convincersi. Nel macro: teoria della relatività, big bang universi infiniti e dimensioni diverse degli universi fanno sbigottire e sovrapporre scienza a fantascienza ovvero fantasia della scienza. Mentre nel nell’infinitesimale del micorocosmo dell’essere umano: genoma , geni e gameti, spermatozoi e ovuli sono individuati nella loro dimensione fenomenica ma nulla è possibile sapere del progetto vitale evolutivo. Sappiamo soltanto e che mettendo in contatto spermatozoo e ovulo si determina lo sviluppo del feto e possiamo monitorarne le fasi, ma nulla sappiamo come tutto questo sia reso possibile. Dire che è scritto nel progetto genetico è tautologico. La scienza sa quello che constata. E’ la capacità immaginativa umana che ci consente della vita di ipotizzarne il disegno di Dio (altro dalla natura secondo la Chiesa Cattolica) o disegno casuale della Natura (secondo Monod) ovvero disegno della divina natura (secondo Giordano Bruno). E questo per voler restare ancorati alla cultura occidentale e senza scomodare il pensiero buddista e le altre visioni religiose orientali del mondo, e conseguentemente dell’uomo, in verità assai poco propense a ‘speculare’ su atomi e cellule.
Dicevo che la Chiesa Cattolica, scaltritasi nel tempo di fronte all’indeterminatezza dell’oggetto e sul relativistico pensiero che analizza la scienza, ha deciso di giocare su questo tavolo la sua partita in suo favore. Perché manipolando i concetti scientifici secondo le proprie pre-determinazioni religiose diventa assai più facile convincere gli uomini moderni che non con i postulati biblici o peggio ancora con i dogmi papali. In questo modo c’a anche il vantaggio di non far riflettere su quanto di modernamente insostenibile viene sostenuto dalle sacre scritture. Un solo esempio per tutti, la nascita di Eva nata dalla costola di Adamo. Pensate la scienza è riuscita a dimostrare che è nata prima la donna dell’uomo. (Vedasi “Uomo, Donna Ragazzo, Ragazza” – J.Money e A.Ehrhardt Feltrinelli Milano 1977). Però, con queste spregiudicate ingerenze di campo tanto in ambito scientifico tanto nell’arena politica, la Chiesa cattolica che finora ha goduto della tolleranza tipica del pensiero liberale, non può più aspettarsi né neutralità né tolleranza da parte di scienza e politica. Se per colpa della Chiesa Cattolica che in questo periodo storico ritiene di poter avere la sua rivincita e recuperare la supremazia del potere spirituale su quello temporale (sapere e politica) si riapre la conflittualità tra religione e laicità. Se invasione di campo deve essere, allora noi laici uomini di scienza o politici, possiamo ricominciare con le critiche avviate da Voltaire. E questo fino a che la Chiesa cattolica finalmente non imparerà la virtù di umiltà e di prudenza che con Giovanni XXIII e Paolo VI sembravano essere state ritrovate. Ma ahimè subito ri-perdute con Vojtila e Ratzinger.

Fatta questa indispensabile premessa mi piace avviare il discorso con una citazione di Winnicott visto che è l’autore che Benoit cita per primo nello stralcio di discorso sotto indicato.
“Il bambino può dirsi fortunato se fin dall’inizio può dare per scontato il vostro (madri) desiderio di nutrirlo, (mia la specificazione materna e l’evidenziazione) e può perciò concentrarsi sul problema di affrontare e controllare i suoi propri impulsi e bisogni.”
Penso che se questo vale nel rapporto bambino-madre nella fase del bambino già nato possa valere a maggior ragione nella fase prenatale e a ritroso fin dalle prime fasi dopo il concepimento. Cosa mai succederebbe al bambino nel caso non dovesse dare per scontato il desiderio della madre di nutrirlo … foss’anche per il tramite del cordone ombelicale ? Winnicott non fa presagire nulla di buono per la salute psico-fisica del bambino, figuriamoci per l’appena concepito.
Facile immaginare come può desiderare una donna stuprata della Bosnia il prodotto del suo concepimento o una ragazzina impasticcata che ha avuto un rapporto sessuale con uno qualunque trovato in discoteca.
Ma veniamo al testo citato di Benoit per decifrane l’utilità e per quale tesi.

Mamma ed embrione: una psiche in due
di Benoit Bayle
E’ difficile parlare del periodo prenatale senza sottolineare le trasformazioni psicologiche che avvengono nelle mamme durante la gravidanza. Il concepimento del figlio provoca nella donna e nell’uomo un periodo di crisi d’identità e una maturazione psicologica. In un famoso articolo su «La preoccupazione materna primaria», Winnicott nel 1956 ha descritto le particolari trasformazioni psichiche nella donna durante la gravidanza e che si manifestano anche dopo il parto. La donna incinta presenta un particolarissimo stato psicologico di ipersensibilità, che assomiglia a una malattia, ma non lo è. Tale stato si sviluppa progressivamente nel corso della gravidanza, per raggiungere il culmine alla fine della gestazione. Persiste per alcune settimane dopo la nascita del bambino, e scompare senza lasciare alcuna traccia. Questo stato, durante il quale uno degli aspetti della personalità della madre prende temporaneamente il sopravvento tanto da essere paragonabile a una malattia, offre un quadro fondamentale per il figlio: la madre infatti si mette «al posto del figlio» e risponde ai suoi bisogni.

Più che prendere il posto è meglio dire che si identifica proiettivamente, ovvero ne interpreta intenzioni e pensieri, ma questo solo a patto che lo abbia desiderato. Se non lo ha desiderato questo dialogo allucinato non avviene e il bambino si ritrova solo senza contatto né visivo né uditivo né mentale. Psicologicamente morto. In alcuni casi subentra lo stato marasmatico che porta il bambino alla morte. In realtà l’embrione deve passare una lunghissima traversia bio-psicologica prima e durante la nascita prima di diventare persona !

Negli anni Cinquanta anche il pediatra Ted Berry Brazelton si interessò alle malattie infantili e alla loro origine nell’ambiente psicologico e affettivo. Il pediatra esprimeva il suo stupore di fronte alle trasformazioni psichiche che osservava nelle donne incinte, e che gli facevano fare oscure previsioni. Le mamme da lui esaminate erano tutte alla prima gravidanza. Presentavano uno stato di ansia che, all’inizio, sembrava patologico. La stranezza di ciò che raccontavano, l’universo fantastico che esprimevano, lo inquietavano e gli facevano temere che potessero avere difficoltà con il figlio una volta nato. E invece, contrariamente alle previsioni, quelle madri si adattavano perfettamente al loro nuovo ruolo. Queste osservazioni indussero Brazelton a pensare che lo choc che avviene durante la gravidanza stabilisca i primi legami di attaccamento tra madre e figlio. È necessario cioè che si manifesti quello stato di sensibilità verso il neonato e verso i suoi bisogni perché la madre sia in grado di occuparsi di lui.

Certamente per il bambino è indispensabile che la madre provi e manifesti quello stato di sensibilità verso il neonato e verso i suoi bisogno perché la madre sia in grado di occuparsi di lui. Certamente, ma se non prova e manifesta questa sensibilità verso il neotato ? Secondo la Chiesa cattolica deve per forza provare questa sensbilità. Bella pretesa ! E con le vicissitudini individuali umane come la mettiamo ? Anche con la più impensabile delle dittature teocratiche non si può condizionare il desiderio o il rifiuto di maternità. E’ una questione esclusivamente individuale e non si può obbligare per legge.


Il normale equilibrio precedente alla gravidanza non consentirebbe insomma questo adattamento.

In Francia lo psichiatra Paul-Claude Racamier si è dedicato allo studio delle psicosi delle puerpere. Nel 1961, in un articolo intitolato «La madre e il figlio nelle psicosi post-parto» proponeva un’importante analisi del processo psichico che si scatena durante la gravidanza, che egli designava con il termine «maternalità». Per quest’autore l’amore materno è un composto estremamente complesso e la sua piena realizzazione non è scontata. Durante la gravidanza la struttura psichica della donna si orienta progressivamente verso un atteggiamento narcisistico e di fusione con il feto. La donna tende cioè ad amarsi di più. Ama in maniera indistinta il figlio che ha in grembo e il suo corpo. (…)
Sulla scia di questi diversi lavori, e forte dell’esperienza con le donne seguite nel reparto di maternità, la psicanalista Monique Bydlowski ha usato il termine di «trasparenza psichica» per indicare lo stato di particolare suscettibilità della donna durante la gravidanza. I motivi di questo stato si spiegano con un forte investimento sul figlio che «invade» progressivamente la madre con un’intensità paragonabile solo a quella dell’innamoramento
(...).

Giusto l’innamoramento, se non è innamorata del proprio concepito ci sono poche probabilità che la donna faccia sviluppare in modo sano il proprio bambino.



In conclusione, vediamo come i diversi approcci siano collegati: il concepimento e la gestazione del figlio provocano nella madre un vero e proprio sconvolgimento psichico. E, se crediamo a Monique Bydlowski, la «trasparenza psichica» compare proprio dall’inizio della gestazione. All’altro capo del processo, verso la nascita, tale stato psichico consente alla madre di adattarsi ai bisogni del figlio, di provocare quella che Winnicott chiama la

«preoccupazione materna primaria».

Vorrei tornare sulla costruzione dello spazio materno di contenimento psichico e fisico per mostrare che tale spazio di preoccupazione materna non si costruisce solo in funzione della donna, della sua storia, della sua psiche, delle sue proiezioni, ma anche del concepito, e in particolare della sua "identità concezionale". Si potrebbe infatti pensare che lo spazio psichico materno si costruisca attorno al fenomeno-gravidanza esclusivamente in base alla psiche materna. Secondo me non è così, ed è possibile capire correttamente la gestazione psichica solo se non si dimentica di integrare la struttura "psichica" dell’embrione. Il termine "psichico" non dev’essere qui inteso come lo intendiamo normalmente in psicanalisi. Non si tratta neppure di un’ipotetica "coscienza di sé" dell’embrione, ma piuttosto di una questione identitaria: il concepito acquisisce cioè, fin dal concepimento, una «identità concezionale».

Anche su questo punto non si tratta di polemizzare con il collega ma solo di rilevare che il concetto è astruso. Di che cosa trattasi orbene ?
Forse di psiche potenziale così come previsto da gene sano, ma
se invece fosse da gene portatore di gravissima malattia, siffatta “psiche” sarà dunque malata anch’essa. Forse che la madre dovrebbe essere a tal punto sensibile che dovrebbe esserne lieta, desideralo ancora, ancor più perché le si prospetta un figlio handicappato grave da accudire per tutta la vita. Disumano ! Che la religione cattolica – ovvero i suoi rappresentanti umani – maschi e celibi per imposizione-vocazione religiosa - possano pretendere questo da una donna mi sembra veramente crudele quasi quanto i sacrifici umani dei Maya. In natura ci sono gli aborti spontanei e non ci sono principi dogmatici religiosi che tengono. Lo stesso naturale principio vale per gli aborti terapeutici.


Durante la gravidanza abbiamo la sensazione che la donna non si formi le stesse rappresentazioni del figlio a seconda che l’essere che porta in gestazione sia il frutto della tenerezza dell’uomo che ama oppure sia stato concepito da una relazione adulterina, oppure ancora sia il frutto di uno stupro. Tale intuizione fa supporre che lo spazio materno di contenimento psichico e fisico dipenda anche dalla natura del concepito, e in particolare dalla sua identità concezionale. (...) Se analizziamo infatti che cosa sia un embrione umano, ci accorgiamo che a definirlo non basta la biologia. Posto un identico materiale genetico, l’embrione umano si definisce diversamente a seconda delle caratteristiche psicologiche, sociali e culturali dell’uomo e della donna che gli danno la vita, e la donna che lo porta in grembo si costruisce rappresentazioni mentali diverse, così come fanno i familiari e l’ambiente sociale. (…)
In quest’ambito ci è di grande aiuto la psicopatologia concezionale, in particolare negli esempi più estremi. L’embrione frutto di una violenza può essere biologicamente sano. Fisicamente può diventare un bambino bellissimo. E tuttavia ne è toccato fin nella carne, incarnazione di una relazione sessuale forzata e violenta che attenta alla sua dignità nel più profondo del suo essere, ferendolo fino alle fondamenta dell’identità psichica. Non ci si può sottrarre all’evidenza: l’essere umano concepito in seguito a una violenza deve confrontarsi fin dal concepimento con una problematica psicologica che mette in pericolo la costruzione della sua identità psichica. Ciò non significa che lo sviluppo psichico di quel concepito sia compromesso definitivamente, ma indica che la storia di quel concepito è vincolata da un pesante fardello. (…)

Mi sembrano tutti argomenti di tutta evidenza portati in favore della libertà della donna, tanto a continuare la gravidanza quanto ad interromperla su delle sensazioni personalissime e assolutamente insindacabili da parte di qualunque entità esterna, partner o Legge umana.

Anche il concepito in seguito a una procreazione medicalmente assistita è portatore di questa particolare determinazione concezionale, del fatto di essere stato concepito in vitro, che lo collega a una storia e a una cultura medica e tecnologica che nulla hanno a che vedere con la sua natura biologica. Anche qui, la creazione dello spazio materno di contenimento psichico e fisico sarà influenzata da questa impronta del concepimento: sicuramente la donna incinta immagina e si preoccupa in una maniera particolare di quell’embrione frutto della tecnica, concepito dopo tanti anni di sterilità con l’aiuto di un’équipe medica, fecondato fuori dal suo corpo e che è forse stato congelato prima di essere introdotto nell’utero, insieme a un altro o ad altri due embrioni. Non è in gioco solo la sua storia di donna sterile, ma anche l’identità del figlio frutto di una procreazione medicalmente assistita.
L’embrione umano possiede un’identità concezionale biologica e psichica, ma anche sociale e culturale. Tale identità concezionale suscita un’attività di rappresentazioni mentali nella donna incinta (durante la gravidanza), ma anche nell’ambiente familiare e sociale. L’identità concezionale collega il concepito a coloro che gli hanno dato la vita. Essendo "concepito da un uomo e da una donna", l’essere umano accede fin dal concepimento a un’identità ricca di numerose determinazioni psichiche, sociali e culturali. Si trova collegato a una storia che è anche la sua storia, senza la quale egli non esisterebbe, e che costituisce la sua identità. L’identità concezionale inserisce inoltre il concepito nel tempo e nello spazio. Lo lega a una cultura e una società ben precise, a un tempo definito (anche quando vi sia stato congelamento) e a un luogo geografico. Il concepito ha un’identità diversa non solo a seconda che sia stato concepito proprio da quell’uomo e da quella donna, ma anche a seconda che sia stato concepito in quella data epoca e in quella civiltà.

Così l’embrione umano è infinitamente più del frutto biologico dell’incontro tra un ovulo e uno spermatozoo: è la testimonianza carnale di una storia umana e della relazione tra due esseri umani di sesso diverso. Se, sul piano biologico, possiede un’identità genetica, è anche ricco di un’identità concezionale (...). L’essere umano concepito riassume così nel suo corpo queste impronte in un’unità originale, che impasta quel che lui è, senza confonderlo con coloro che gli danno la vita. Il concepito, insomma, è immediatamente un essere composto da carne e psiche. (traduzione di Anna Maria Brogi)

Dopo queste opportune considerazioni dobbiamo solo constatare che il concepito non solo deve essere sano geneticamente ma sano deve esserlo ancor più psicologicamente, e questo sano corredo glielo può fornire solo la relazione d’amore madre-padre che amabilmente allucina il figlio immaginario sano bello intelligente e non certamente handicappato già dalla nascita.”


A questo punto dubito fortemente che da questi brani scelti dal libro indicato si possa arrivare a sostenere le tesi degli estimatori della legge 40 così come è. Sembrerebbe vero il contrario.

Luigi Fasce, psicologo e psicoterapeuta analitico con esperienza consultoriale ventennale.



Redazione1
16.05.2005 12:09
REFERENDUM, IL DIRITTO DI VOTARE

GIANCARLA CODRIGNANI: REFERENDUM, IL DIRITTO DI VOTARE
[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri@libero.it) per
averci messo a disposizione questo suo articolo gia' apparso nella cronaca
di Bologna de "L'Unita'" dell'11 maggio 2005. Giancarla Codrignani,
presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio
militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di
liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu'
rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza.
Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema,
Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994]

Ci sono cattolici che, come Romano Prodi, hanno rivendicato il diritto di
andare a votare al prossimo referendum sulla fecondazione assistita, senza
prudentemente dire come voteranno. Tuttavia non sono pochi quelli -
soprattutto "quelle" - che, senza esprimersi pubblicamente, si riservano
un'autonomia maggiore. Possiamo esplicitarne le ragioni.
L'invito al "non voto" non e' stata la piu' coerente delle scelte per un
cattolico convinto: monsignor Ruini ha deciso di ricorrere a una tattica,
non a un'argomentazione, solo per il timore di ripetere l'esito del
referendum sull'aborto, quando al monito della chiesa corrispose la
disubbidienza di due terzi dei votanti. La gerarchia cattolica, infatti, in
un paese democratico puo' esprimere liberamente i propri convincimenti e
deve evangelizzare: perche' ha invitato a disertare e non a votare "no", se
ritiene che la fecondazione assistita sia un peccato? E perche' non ha
ragionato sul problema quando la scienza l'ha proposto - piu' di vent'anni
fa - e parla solo oggi, quando da queste pratiche sono nati migliaia di
bambini che ormai frequentano l'universita'? Perche' gli scienziati
cattolici sembrano scoprire oggi le tecniche riproduttive che hanno solo il
compito di guarire coppie altrimenti rese infelici dalla sterilita'?
Desiderare figli non puo' essere ne' peccaminoso ne' illegittimo: se la
scienza consente di integrare la natura - secondo il significato del biblico
invito a "dominare la terra" - si dovrebbe poterne accettare l'ausilio.
Tuttavia il vero problema sembra essere diventato l'embrione, da tutelare
non perche' degno di rispetto in se', ma perche' dotato di tutti i diritti
propri della "persona", anche a costo di aprire il conflitto con i diritti
delle donne. Mentre una concezione personalistica della vita estesa al
concepito dovrebbe significare fornire alla donna incinta tutte le tutele di
maternita' (intanto viviamo in un paese in cui non si risarcisce l'aborto
spontaneo per ragioni di lavoro), non e' accettabile attribuire capacita'
giuridica all'embrione, con il rischio che, in prospettiva, diventi titolare
di eredita', o denunci gli attentati al proprio benessere operati dalla
mamma che pratica qualche sport o gli apparentemente innocui lavori
domestici.
La questione riguarda direttamente i "generi": l'uomo, anche se non e'
filosofo, capisce cio' che e' "potenza" e cio' che e' "atto" sempre secondo
Aristotele, per il quale lo sperma e' la potenza vitale, mentre la donna e'
un semplice contenitore che la porta a maturazione. L'uomo identifica cosi'
la propria capacita' generativa nell'astrazione dell'embrione, non nel
processo che si verifica nel grembo della sua donna. La quale ha un metro di
valutazione diverso: sa bene che una cellula fecondata e' diversa da un
ovulo e uno spermatozoo separati, ma sa anche che cio' che le cresce dentro
e' una potenzialita', mentre reale e' il bambino da tenere in braccio.
Inoltre le donne non ignorano che, secondo natura, milioni di embrioni si
sfaldano, senza che nessuno si renda conto della loro esistenza; dovrebbero
per caso pensare che il loro grembo produce tendenze suicide?
D'altra parte non e' compito della legge definire quale sia l'origine della
vita. A meno di non voler correggere il primo articolo del Codice civile che
riconosce che "la capacita' giuridica si acquista dal momento della nascita"
e che "i diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono
subordinati all'evento della nascita".
Cattolici e laici, davanti a una legge ingiusta e inapplicabile, hanno
dunque problemi concreti molto seri, che portano ad andare a votare e,
anche, ad esprimere quattro si', 1) per non punire le donne che si
sottopongono a trattamenti clinici pesanti solo per amore della vita, e per
non aprire un conflitto giuridico dentro l'aspirazione alla maternita'; 2)
per consentire alle donne di ricevere il numero di embrioni che il medico e
non la legge ritiene opportuno; 3) per ammettere la fecondazione eterologa
che risponde anche a un non egoistico desiderio di paternita'; infine 4) per
consentire che la responsabilita' del destino di embrioni in ogni caso
condannati all'estinzione sia affidata agli scienziati.
Le preoccupazioni per avventure rischiose progettate dalla genetica non
possono essere incluse di soppiatto e ideologicamente in una legge
riferibile solo a pratiche terapeutiche non imposte a nessuno, desiderate da
molti, consentite in tutti i paesi europei e utilizzate anche, se non
soprattutto, da buoni cattolici.
I quali cattolici pensano che, se ci fosse stata la fecondazione assistita,
ben difficilmente Sara avrebbe permesso ad Abramo di prendersi una
concubina, come era consentito ai patriarchi da quella Bibbia che pensava
sterili solo le donne. A meno di non suggerire il ricorso al vecchio
adulterio, come fa implicitamente chi - come monsignor Maggiolini - pensa
che le donne vogliano "prendere il seme del primo che passa per la strada",
senza riflettere sull'esistenza della sterilita' maschile.

Redazione1
16.05.2005 12:13
Le iniziative di Emergency

Teresa Sarti Strada a Firenze.

Teresa Sarti, presidente di Emergency, sara' presente alla conferenza
"Donne in prima linea: l'impegno con Emergency".
L'incontro, inserito nel ciclo "Voci della Speranza: donne per la
Pace", è organizzato dall'Associazione "Un Tempio per la Pace" ed
avra' luogo Venerdi' 20 Maggio alle ore 17.30 presso la Sala
"Est-Ovest" della Provincia a Firenze .

Inoltre alle ore 21.00, presso il Teatro " VERDI" di Firenze, andra'
in scena lo spettacolo "MEDEA", dedicato ad Ilaria Alpi, con la
partecipazione dei Licei "Castelnuovo" e "Rodolico" assieme agli
studenti stranieri del Centro "Giorgio La Pira". I costumi saranno
realizzati dagli alunni della Facoltà di Lettere e Filosofia
(indirizzo costume e stilismo della moda). Il ricavato dello
spettacolo sara' devoluto a sostegno dei progetti di Emergency.
-----------------------------------------------------

fonte: Stefania Castellucci gruppo: Fermo

banchetto dei volontari Emergency Fermo

Nei giorni 21 e 22 maggio, sarà presente un nostro banchetto
informativo e di raccolta fondi presso l'ospedale Civile A. Murri di
Fermo.
-----------------------------------------------------

fonte: carla trappotto gruppo: Sede di Roma

Emergency nel Lazio

Saremo presenti con banchetto informativo e di raccolta fondi:

- dal 16 al 30 Maggio alle 21.00 al Teatro delle Muse, Via Forlì 43 a
Roma, dove si svolgerà la Rassegna teatrale "Settimana del Teatro di
Base" organizzata dal Dopolavoro Ferroviario.
-----------------------------------------------------

fonte: claudia rivalta gruppo: gruppo Milano

Emergency a Milano

- Mercoledi 18 maggio alle ore 17,30 presso lo Spazio Oberdan, in
P.zza Oberdan 1, si terra' l'incontro "Risanare e disarmare il mondo"
con il Rabbi Michael Lerner - personalità di spicco nel panorama
culturale e politico nordamericano e internazionale, per la prima
volta in Italia. Il gruppo di discussione, moderato da Massimo Nava,
comprendera?: Moni Ovadia, Adel Jabbar, Lorenzo Porta e Salvatore
Natoli. Sara' presente un banchetto informativo e di raccolta fondi
Emergency. Per ulteriori informazioni:
www.lomb.cgil.it/eventi3/view_single_news.php?ID=879

- Mercoledì 18 maggio alle ore 21 4° e ultima serata del ciclo di
incontri " I Diritti Dimenticati", organizzato dal Gruppo Emergency
Milano di zona 8, presso il circolo culturale Chicobar di via Ollearo
5, Milano - tel. 02 39257078. Tema della serata: "Diritti dei
migranti"; intervengono: Mauro Giostra - Emergency, Giorgio del Zanna
- Comunità S.Egidio, Italo Siena - NAGA e Carlo Giorgi - Terre di
mezzo. Sara' presente un banchetto informativo Emergency. Per
ulteriori informazioni contattare l'indirizzo e-mail:
emergency_mi8@yahoo.it

- Domenica 22 maggio dalle ore 9 alle 18.30 i volontari Emergency del
gruppo di zona 2 saranno presenti con un banchetto informativo e di
raccolta fondi in occasione della festa di Viale Monza. Per ulteriori
info: emergency_mi2@yahoo.it
-----------------------------------------------------

fonte: Barbara Gatti gruppo: emegency Faenza

Emergency a Faenza

Giovedi' 19 maggio alle ore 21.00 presso il cinema Italia si svolgerà
la seconda edizione del concorso per cortometraggi autoprodotti e
indipendenti di autori della regione emilia Romagna "Io ce l'ho corto.
l'incasso della serata verrà devoluto a favore di Emergency. il gruppo
di volontari di faenza sarà presente con un banchetto informativo e di
raccolta fondi
-----------------------------------------------------

fonte: Luigi Colleoni gruppo: Bergamo

Cena Amici di Emergency

Il gruppo Emergency di Bergamo organizza l'annuale cena degli "Amici
di Emergency" per mercoledi' 1 giugno 2005 alle ore 19:45 presso il
ristorante "Castello del Vescovado" in via V. De Sabato, 29 a Gavarno
Vescovado Scanzorosciate (Bergamo). La cena sostiene il progetto
"corsia pediatrica di Anabah". Per prenotazioni ed ulteriori
informazioni scrivere a Marco: marco.cincera@aliceposta.it
-----------------------------------------------------

fonte: luca baldisserri gruppo: gruppo di varese

emergency varese a monvalle

domenica 22 maggio il gruppo emergency di varese sarà presente con un
banchetto informativo e di raccolta fondi a monvalle in occasione
della fiera di primavera (area comunale di Via Mazzini)
-----------------------------------------------------

fonte: Damiano Furini gruppo: Ferrara

Ferrara - Iniziative di maggio

Durante il mese di maggio a Ferrara potrete trovare un nostro banchino
informativo e di raccolta fondi nei giorni:
- Giovedi 12 alle ore 21:00 alla Sala Estense per la serata "FERRARA -
KENYA", organizzata dal SISM (Segretariato Italiano Studenti di
Medicina);
- sabato 14 durante la giornata (dalle 9:00 alle 20:00) saremo
presenti al Centro Commerciale "Le Mura";
- Giovedi 26 alle ore 21:00 al Teatro Nuovo in occasione dello
spettacolo di danza della compagnia "Jazz Studio Dance" il cui
ricavato, detratte le spese, sarà devoluto ad Emergency;
- sabato 28 per tutta la giornata al Supermercato INTERSPAR di via
Pomposa a Ferrara.
-----------------------------------------------------

fonte: Luca Ferrari gruppo: Venezia

Emergency a Venezia

Il Circolo Culturale Boldù (spazio di sperimentazione
artistico-sociale gestito dall?Associazione Culturale Sumo) presenta
"Tama bukra ina" - domani ci saremo ancora -, rassegna di tre serate
dedicate ad Emergency.

domenica 15 maggio, ore 21.30, film "Jung, nella terra dei mujaheddin"
(durata: 115 min); interviene Carlo Campana, del gruppo Emergency
Venezia.

giovedì 26 maggio, documentario "Afganistan: effetti collaterali?"
(durata 30-40 min.); intervengono Claudia Perelli, infermiera con
esperienza nel carcere di Shebergan e nell'ospedale di Kabul
(Afganistan) e Anna Aczel, pediatra con esperienza in Panshir
(Afganistan).

giovedì 2 giugno, documentario "Il cuore non è fatto di pietra"
(Sierra Leone; durata 30 min.); interviene Raul Pantaleo, architetto
dello studio TAMassociati di Venezia con esperienza nella città di
Khartoum e nella zona del Darfur (Sudan).

Ad ognuna delle serate sarà presente lo stand informativo della
sezione veneziana di Emergency.

Per informazioni, Luca Ferrari, lucavoodoo@inwind.it;

Circolo Culturale Boldù, Cannaregio 6000, Campo S. M. Nova:
info@sumonline.it; 041-5294812
-----------------------------------------------------

fonte: Michele Speca gruppo: Lecco-Merate

Appuntamenti con Emergency

I prossimi appuntamenti nei quali potete trovare il gruppo Emergency
Lecco-Merate:

- "A forca de partilha"
Da venerdì 20 a domenica 29 maggio - TeatroTenda, Imbersago (LC): 8a
edizione di eventi a cura dell'associazione "La forza della
condivisione".
Info: www.laforzadellacondivisione.it

- "Manifesta 2005"
Venerdì 20 (h.20-23) - Sabato 21 (h.10-23) - Domenica 22 (h.10-22) -
Fiera S.Giuseppe Artigiano Osnago (LC): Rassegna del volontariato
sociale nella provincia di Lecco.
Info: www.provincia.lecco.it
-----------------------------------------------------

fonte: Enrico Berardi gruppo: Verona

Colognola dei Colli (Verona) - sagra dei bisi

il gruppo Emergency Verona parteciperà con un banchetto informativo e
raccolta fondi dal 20 al 23 maggio alla sagra dei bisi in località
Colognola dei Colli (Verona).
-----------------------------------------------------

fonte: Gruppo Modena gruppo: Modena

Emergency Clash Night

In collaborazione, i Gruppi Emergency Fanano e Modena presentano:
Hat Nohto Ston (Il cuore non è fatto di pietra), Emergency in Sierra
Leone. A seguire Controllo Totale in concerto. Presso il Centro
Culturale di Fanano Sabato 21 Maggio a partire dalle ore 20. Durante
la serata sara' presente uno stand gastronomico con crescentine e
vino.

L'incasso della serata sara' interamente devoluto all'ospedale di
Emergency di Goderich (Sierra Leone).
-----------------------------------------------------

fonte: Franco Valbonesi gruppo: Forlì

Spettacolo teatrale pro Emergency

Domenica 22 Maggio alle ore 21 presso il Teatro comunale, via Marconi
15 a Predappio (Forli), si terra' lo spettacolo teatrale "Le donne di
Pola" di Marco Cortesi e Lucia Zacchini.
Ingresso a offerta libera, parte del ricavato sara' devoluta ad
Emergency. Il gruppo di Forlì sara' presente con un banchetto
informativo e di raccolta fondi.
-----------------------------------------------------

fonte: fabiano aichner gruppo: Trento

Iniziative a Trento

I volontari del gruppo Emergency di Trento saranno presenti con un
banchetto info e raccolta fondi Sabato 21 Maggio dalle 14.30 alle
22.30 al Palazzetto dello sport di Ravina in occasione del saggio
annuale dell'associazione sportiva S.M.I.L.E.
-----------------------------------------------------

fonte: Giorgio Cordini gruppo: Brescia

Appuntamenti con Emergency a Brescia

Saremo presenti con banchetto informativo e di raccolta fondi:

- Mercoledì 18 Maggio a Berlingo (BS) alla presentazione delle
associazioni locali presso la Sala Consigliare di Berlingo, alle ore
20,30. Sara' presente Federico Nota, relatore del gruppo di Brescia.
- Sabato 21 Maggio a Muscoline (BS) alla serata "Primavera Culturale",
presentazione di Emergency. Interviene Anna Cordini del gruppo di
Brescia e un responsabile dalla sede di Milano. Per l'intera settimana
sara' allestita la mostra "La guerra com'è".
- Sabato 21 Maggio a Brescia in Corso Zanardelli (fronte Ricordi)
dalle 9,30 alle 19.
- Sabato 21 e domenica 22 Maggio a Borgosatollo (BS) manifestazioni
artistiche, musicali e sportive nell?ambito del Festival "Live in
Borgo Music Circus" dalle 14 alle 24.
-----------------------------------------------------

fonte: Giovanna Cariati gruppo: Monza

Monza: domenica in piazza

Domenica 22 Maggio dalle 8 alle 17 i volontari di Monza saranno in
piazza Duomo - in occasione del mercato biologico - con un banchetto
informativo e di raccolta fondi.

-----------------------------------------------------
Allistante 1.0 - Sistema di Informazione
http://www.allistante.it

Redazione1
18.05.2005 13:25
BUON ESITO DEL RICOVERO DI PIERLUIGI CASTAGNETTI

www.mondonuovonews.com
RIFERIAMO CON PIACERE IL BUON ESITO DEL RICOVERO DI PIERLUIGI CASTAGNETTI
ALL'OSPEDALE FERRAROTTO DI CATANIA. ERAVAMO STATI TRA I PRIMI A DARE
QUESTA NOTIZIA CHE GRANDE EMOZIONE HA SUSCITATO, SOPRATTUTTO TRA I TANTI
POPOLARI E DEMOCRISTIANI CHE CONOSCONO E APPREZZANO CASTAGNETTI. AL LEADER
DEI POPOLARI RIVOLGIAMO ORA UN AUGURIO DI BUON LAVORO.
Giovanni Frazzica

Castagnetti dimesso ieri dall' ospedale è apparso in buone condizioni-
L'On. Pierluigi Castagnetti, e' stato dimesso ieri dall'ospedale
Ferrarotto di Catania dove era ricoverato dall'8 maggio scorso per un
infarto. Il leader dei popolari e' in buone condizioni ma sembra un po'
amareggiato per l'esito del risultato elettorale delle Comunali di
Catania'. Il presidente dei deputati della Margherita alla Camera, prima
di lasciare l'ospedale ha salutato e 'ringraziato per l'assistenza e le
cure ricevute' i medici della divisione di cardiologia diretta dal
professore Corrado Tamburino. Domenica 8 maggio il presidente dei deputati
della Margherita si stava recando a San Giovanni La Punta per una
manifestazione elettorale a sostegno del candidato a sindaco del
centrosinistra, Andrea Messina, che andra' al ballottaggio. Castagnetti si
e' sentito male e voleva rientrare in albergo ma il parlamentare Giovanni
Burtone, suo collega di partito e cardiologo, Burtone lo ha 'costretto' a
andare in ospedale dove ha ricevuto le cure necessarie in tempo utile a
superare la crisi.

Redazione1
26.05.2005 16:50
Processo di Genova di U.Montecchi

Carissimi e carissime, amici e compagni,
a completamento delle prese di posizione politiche , in merito al processo in atto da parte della Magistratura di Genova contro le decine di poliziotti, carabinieri, ecc., .
Processo contro coloro che hanno perpetuato vere e proprie "torture" nei confrontio dei pacifisti nelle manifestazioni del 2001 contro il G8.

Pertanto, vi allego l'ordine del giorno/documento (del 10 Maggio c.a. ) sottoscritto dai componenti del gruppo DS. consigliare di Genova , tra i quali Delpino, Molfino, Morettini, Lavagetto ,Dagnino , l'Assessore A. Sassano ed altri .
Tale presa di posizione, inviata alla stampa cittadina, ha avuto scarsa eco e, quasi nullo riscontro sui giornali : ce ne rammarichiamo.

"" Il 19 Maggiop.v. si svolgerà presso il tribunale di Genova, la seconda udienza per il " RAID" sanguinoso alla Scuola Diaz ( ed alla Caserma di Bolzaneto ) nel Luglio 2001.

La prima udienza , svoltasi il 6 Aprile u.s., è passata in un sostanziale silenzio, senza la presenza dei "media" nazionali, del Mondo politico e, di quella Società civile che più volte si è mobilitata a difesa dei più deboli.

Ci scusiamo per non aver fatto sentire la nostra vicinanza e la nostra solidarietà a quei ragazzi ( e ragazze) vittime di una violenza inspiegabile ed inaudita , che ,come parti lese sono venuti da diversi Paesi dell'Europa al processo di Genova per ottenere al più presto " VERITA' E GIUSTZIA".

Sentiamo però crescere il rischio di una pericolosa rimozione, di uno slittamento degli accertamenti giudiziari ( che è bene ricordare vedono imputati 28 poliziotti inseriti nei ranghi più alti della gerarchia della Polizia di Stato nazionale ) e di una possibile prescrizione, visto che sono già passati quattro anni da quel terribile Luglio e che, verosimilmente , verrà sostituito l'attuale " collegio giudicante ".

Noi non possiamo e non dobbiamo dimenticare.
Genova fu teatro, secondo Amnesty international, "" della più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la fine della seconda Guerra Mondiale"".

Resta per noi difficile capire se "operazioni di Polizia " che hanno reso possibile quell'autorevole inappellabile verdetto , siano potute avvenire senza una precisa copertura politica.

Mentre ribadiamo la nostra solidarietà a tutte le vittime della violenza di quei giorni ed in primo luogo a quei giovani che sono stati ingiustamente ed atrocemente picchiati , arrestati e in parte deportati nel "lager" di Bolzaneto, confidiamo sempre nel senso dello Stato e nella sensibilità democratica della stragrande maggioranza delle forze di Polizia.

Anche per questo, pensiamo sia necessario far piena luce su quanto avvenuto alla Scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto, sensibilizzando l'opinione ed impegnando noi stessi e le Istituzioni elettive affinchè possa essere ricostruita la verità e fatta piena giustizia al più presto. ""

Seguono le N° 14 Firme .
Genova il 10 Maggio 2005.

N.B. : Trasmette Ugo Montecchi dell'A.R.S.-Sez. di Genova.

Redazione1
26.05.2005 17:16
Belli come il sole alla Garbatella

BELLI COME IL SOLE ALLA GARBATELLA:
ARTISTI IN PIAZZA PER I BIMBI “RECLUSI”

Entra nel vivo la campagna di sensibilizzazione/raccolta fondi per i bimbi del nido di Rebibbia

Sabato 4 Giugno prossimo, nel contesto dell’ormai storica “Festa della Cultura” nel popolare quartiere romano della Garbatella (organizzata per il dodicesimo anno dall’Associazione Controchiave), avrà luogo un evento-spettacolo, promosso dall’Associazione “Il Pavone” nell’ambito del progetto Belli come il sole; un progetto volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei bambini che fino a 3 anni sono costretti con le proprie madri a vivere in carcere e a raccogliere fondi da destinare in particolare ai bambini del nido di Rebibbia. Per la prima volta la campagna esce dalle mura del carcere ed anima una delle piazze più suggestive della città, piazza Damiano Sauli, dove a partire dalle ore 20.00 numerosi artisti si alterneranno sul palco: dal “testimonial” del progetto Valerio Mastandrea (residente da sempre nel quartiere della Garbatella) ai cantanti Francesco di Giacomo (che presenterà in anteprima il suo ultimo lavoro “Scombatto”, performance di teatro e musica), Marina Rei, Daniele Groff, 24grana, Acustimantico, i cabarettisti Stefano Fabrizi, Andrea Rivera, Lele Vannoli ed altre sorprese dell’ultima ora. Molti di loro hanno già preso parte, rigorosamente a titolo gratuito, ad altre iniziative promosse dall'associazione all’interno di Rebibbia. Nel corso della serata verranno rese note le modalità attraverso le quali è possibile sin da ora contribuire concretamente alla raccolta fondi; la principale è costituita dal seguente conto corrente bancario:



CONTO CORRENTE N. 24286/36 intestato a Ass. Cult. Il Pavone – Belli come il sole
BANCA DI ROMA FILIALE 26
ABI 03002 CIN P
CAB 05053 Causale: Belli come il sole



Ci preme ricordare che le iniziative di sensibilizzazione non sono finanziate con i soldi raccolti tramite la campagna.



Rapporti con la stampa:

Lorenzo Sturiale lorenzo@bellicomeilsole.org (339/6098031) (06/5898014)



Contatti per l’Associazione “Il Pavone” (via L. Luiggi 9 - 00154 Roma):

Fabio Crisafulli fabio@bellicomeilsole.org

Giorgio Formica giorgio@bellisomeilsole.org



Info sul progetto:

http://www.bellicomeilsole.org/

Redazione1
26.05.2005 17:17
Amnesty: accusa al potere

LA NEWSLETTER DI RASSEGNA
www.rassegna.it

Il Rapporto 2005 sui diritti umani
Amnesty: accusa al potere
di Davide Orecchio

Tutti i governi colpevoli. Senz'appello. A scorrere le pagine del Rapporto 2005 di Amnesty International, sembra d'ascoltare la voce di un'Antigone da nuovo millennio. Pronta a denunciare la ragione di stato e i suoi crimini su scala globale. In ogni nazione e continente. E a difendere se non altro la memoria delle vittime. L'Organizzazione per
i diritti umani accusa le amministrazioni di tutto il mondo, i luoghi di potere, di aver "tradito la promessa di un ordine mondiale basato sui diritti umani". Di avere promosso o di non essersi opposte a torture, abusi, violazioni ai danni di essere umani. Non deve sfuggire, al di là del contenuto etico, la portata politica del "grido" di Amnesty. Per l'organizzazione, infatti, è venuto il momento dei bilanci storici, e quindi il tempo di dire che il sistema di valori - i princìpi - fruttato all'indomani della Seconda guerra mondiale è stato tradito. Equivale ad affermare che la "Dichiarazione universale dei diritti umani" sancita dalle Nazioni Unite nel 1948 è ormai carta straccia: che non la rispetta più nessuno.
ARTICOLO INTEGRALE: http://www.rassegna.it/2005/affarisociali/articoli/amnesty/01.htm

Amnesty boccia l'Italia
Italia sotto accusa. Deportazioni di stranieri, vendita di armi a paesi in guerra, leggi insufficienti su diritto d'asilo e stato dei rifugiati. A puntare l'indice contro il nostro paese è Amnesty International, che ha oggi presentato a Roma il nuovo Rapporto sullo stato dei diritti umani nel pianeta, relativo al 2004. "L'Italia - ha dichiarato Gabriele Eminente direttore della Sezione Italiana di Amnesty - non rispetta gli impegni presi sui diritti umani".
ARTICOLO INTEGRALE: http://www.rassegna.it/2005/affarisociali/articoli/amnesty/02.htm

L'atlante dei crimini: http://www.rassegna.it/2005/affarisociali/articoli/amnesty/03.htm

Redazione1
26.05.2005 17:19
Sabato 28 Maggio a Imperia.

Sabato 28 Maggio a Imperia.
vi segnaliamo questo importante incontro che dovrebbe aiutarci a fare il
punto sulla situazione dell'occupazione e della trattativa del csoa di
Imperia, La Talpa e l'Orologio. E ad andare avanti.
Siete tutti invitati... anche a diffondere presso i vostri indirizzari la
notizia

Un'occasione da cogliere...
uno spazio pubblico per la città
Sabato 28 maggio
Sala "Varaldo" della Camera di Commercio, Viale Matteotti Imperia
ore 15,00
Incontro con:
Alixia Patri - CSOA La talpa e l'orologio, Imperia
Marco Trotta della rivista Carta
Oscar Marchisio - Sociologo
Daniele Farina - CSOA Leoncavallo, Consigliere comunale, Milano
Monica di Sisto - giornalista di Avvenimenti altraeconomia relaziona del
progetto "Città dell'altra economia", Roma

A seguire dibattito cui sono stati invitati a partecipare:

l'Amministrazione Regionale, l'Amministrazione Provinciale,
l'Amministrazione Comunale, la dirigenza UNICREDIT, P. Indulgenza
consigliere comunale imperia, C. Nattero consigliere comuale imperia, G.
Badano cosigliere comunale imperia, P. Mannoni cosigliere comunale imperia,
C. Porchia segretario provinciale CGIL, F. Natta insegnante,S. Bernoldi
AIFO, G. Vassallo Apertamene Imperia, C. Trucco partigiano, F. De Lucis
presidente provinciale ARCI, D.Daniele Assefa, M. Torelli ARS imperia, S.
Zaghi insegnante

...Qui e adesso!
uno spazio pubblico per la città
Domenica 29 maggio
C.S.O.A. La talpa e l'orologio, Viale Matteotti 23, Imperia
ore 16,00
Workshop
tra le realtà imperiesi interessate alla costruzione
di un nuovo spazio pubblico nella città

Redazione1
26.05.2005 17:45
TUTTO DENTRO TE di V. Cruciani

Gentili lettori, spettatori e simpatizzanti di www.amnesiavivace.it,

abbiamo la cordialità di segnalarvi il mio nuovo, incompleto ed eccessivo reading del nuovo, incompleto, eccessivo racconto del vecchio, moderato e completo Valerio Cruciani (costolina di rilievo della redazione di amnesiA vivacE, nonché autore e fotografo).

Valerio Cruciani presenta:
TUTTO DENTRO TE
SABATO 28 MAGGIO, ORE 21

Il reading si terrà presso la facoltà di Lettere di Tor Vergata (Roma) in occasione del festival studentesco Vergstock. L'ingresso è ovviamente libero.

Noi non ci saremo, sob, ma Valerio vi aspetta,

Daniele Timpano per amnesiA vivacE
www.amnesiavivace.it

PS: per qualunque informazione scrivete direttamente a Valerio Cruciani: valerio.cruciani@tiscali.it

Redazione1
2.06.2005 16:31
RUTELLI : OGGI LA CICORIA COSTA AGLI ITALIANI PIU’ DEL FILETTO….

RUTELLI : OGGI LA CICORIA COSTA AGLI ITALIANI PIU’ DEL FILETTO….

Ormai è diventata la frase del giorno quella di Rutelli secondo cui egli avrebbe mangiato pane e cicoria riferendosi all’asprezza della politica. Premesso che al giorno d’oggi questo tipo di insalata nei supermercati costa come la carne, verrebbe da dire che anche detta frase sarebbe impropria così come è biasimabile che un leader di partito, proprio in un momento in cui le cose stavano-stanno mettendosi abbastanza bene per gli Italiani, faccia in modo che invece precipitino. La disaffezione al leader della Margherita è palpabile, ma questo sarebbe niente se non fosse perché gli iscritti alla Margherita stanno revocando le tessere di partito, anche qui a Belluno, dopo il risultato più eclatante d’Italia di questo partito, grazie anche e soprattutto a Maurizio Fistarol.

A questo punto Rutelli ha due chances.

La prima, quella di chiedere scusa agli Italiani adducendo che la “passione” politica a volte gioca brutti scherzi e può indurre in qualche tentazione come recita anche la …preghiera del Padre Nostro; ed in questo caso, gli Italiani lo perdonerebbero sia pur esprimendo qualche mugugno. Errore più errore meno, ormai siamo abituati: Bertinotti ne ha fatti tanti e tali da far cadere lo stesso governo a cui farebbe riferimento. Dico “farebbe” perché, a mio avviso, il leader di Rifondazione, vuole sempre un “distinguo” da tutti, pur rendendosi conto di praticare una politica masochista che, alla fin fine, giovando a lui personalmente per restare a galla, butta a maree Italia ed Italiani, esattamente come sta per fare ora Rutelli…

La seconda, quella di farsi da parte, demandando a Franceschini (che a mio avviso è uomo molto valido e pacato) di guidare la Margherita.



Di certo è che, in entrambe le opzioni, per Rutelli il “neo” resterà e, se non si porrà rimedio alla politica contrassegnata persino dalla “cicoria”, l’Italia correrà anche un serio rischio: quello di affidare definitivamente il governo alle destre che poi non lo molleranno più in eterno.

Vogliamo questo ? Se sì, cari Rutelli e Bertinotti, datevi la mano perché fra voi due ora non passa più alcuna differenza.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
2.06.2005 17:56
Il No della Francia di A.Di Pietro

IL NO DELLA FRANCIA, ALLA COSTITUZIONE EUROPEA

I risultati del Referendum francese sono ormai ufficiali: 54, 87% NO, contro 45,13 % SI.
La Francia, con un'affluenza di partecipazione alle urne da record, pari al 70% della sua popolazione, si é democraticamente espressa e di fatto ha bloccato, politicamente e almeno per il momento, il processo di integrazione europea.

Da federalisti convinti, quali noi di Italia dei Valori siamo, rispettiamo la volontà del popolo francese, che a larga maggioranza ha votato contro la Costituzione europea, ma non nascondiamo la nostra delusione, nel constatare che questo grande Paese, in questo particolare momento storico, non ha saputo essere all'altezza del Suo glorioso passato, che l'ha consacrato fin dagli inizi, vero e proprio "motore" dell'integrazione europea.

Stato membro fondatore, nazione che ha dato i natali al genio politico di Jean Monnet e Robert Schuman, esempio positivo e propositivo per cinquant'anni, la Francia rischia oggi di influenzare negativamente l'opinione pubblica di altri paesi che attraverso un referendum dovranno ratificare la Costituzione. L'Olanda mercoledì prossimo, ma anche il Portogallo, la Danimarca, la Polonia, l'Irlanda, ecc..

E' innegabile che il voto francese sia stato pesantemente condizionato da fortissime ragioni di politica interna: la netta contestazione alla politica di Chirac e al suo governo, le strumentalizzazioni demagogiche della destra e sinistra e soprattutto la lacerante divisione del Partito Socialista, che sulla Costituzione, ha proceduto ad una sorte di primarie in vista delle elezioni presidenziali del 2007.

Quello che doveva essere un sereno dibattito su un testo, sia pur perfettibile, ma che comunque riteniamo sia ad oggi, il risultato dell'unico compromesso possibile per riformare l'assetto istituzionale esistente di un'organizzazione nata per gestire la cooperazione tra sei paesi, diventati oggi venticinque, in questi mesi, si é trasformato in un dibattito tutto franco-francese. E' come se i nostri cugini transalpini avessero dovuto esprimersi, non su un lungo testo di principi, doveri, e regole procedurali, che pochissimi hanno letto, ma sul loro personale grado di soddisfazione: il lavoro, il loro stipendio, la situazione sanitaria, ecc...

Il dibattito é stato talmente strumentalizzato e svuotato del suo reale significato, che tanto a destra come a sinistra, tra i fautori del no, c'è chi ha assurdamente sostenuto la necessità di rigettare questo testo perché eccessivamente confessionale, e quindi potenziale strumento per rimettere in discussione la laicità della Repubblica francese e alcune sue leggi (tipo l'aborto, o l'interdizione di portare il velo nelle scuole), mentre altri hanno sostenuto che, lo stesso testo, fosse invece eccessivamente laico e permissivo nei confronti di altre realtà religiose, che non fossero quella cattolica ...

Comunque sia andata, una cosa é certa: non bisogna assolutamente sottovalutare il profondo senso di disagio, malessere, insicurezza che hanno espresso i francesi e che possiamo facilmente ritrovare in tutte le società europee, ma riflettere con serietà sulle cause di questa insoddisfazione e soprattutto sul tangibile, clamoroso scollamento tra i rappresentanti delle istituzioni e dei partiti e la gente così detta "comune".

L'Europa in ogni modo, continua, non si ferma. Ci sono ben nove paesi che rappresentano la metà della popolazione dell'UE che hanno già ratificato la Costituzione ed altri si apprestano a farlo, inoltre il Trattato di Nizza attualmente in vigore, permette di continuare a lavorare, sia pur con regole farraginose e lasciando irrisolti tanti problemi.

Noi di Italia dei valori, ci auguriamo sinceramente che nonostante questa clamorosa battuta di arresto, come già successo in passato, la costruzione europea avanzi a piccoli passi e che questa crisi sia l'occasione e lo stimolo per un nuovo rilancio del processo di integrazione europea, più vicino e attento alle reali esigenze, aspettative e speranze dei cittadini
Antonio Di Pietro
Presidente di Italia dei Valori

Redazione1
10.06.2005 15:12
CGIL: VOTARE E' DIRITTO E DOVERE

REFERENDUM/ APPELLO DAL 'MONDO' CGIL: VOTARE E' DIRITTO E DOVERE

"Libertà è partecipazione", tra i firmatari Epifani e Cofferati
"Libertà è partecipazione". Il 'mondo' della Cgil - Guglielmo Epifani e tutti gli attuali segretari confederali, molti economisti che collaborano con il sindacato di Corso d'Italia, e gli ex leader compreso Sergio Cofferati - rivolgono un appello a votare al referendum del 12 e 13 giugno: "Andare alle urne è un diritto e un dovere civile" si legge nel manifesto pubblicato oggi su L'Unità; seguono 100 firme, inclusa quella di Ottaviano Del Turco

I firmatari invitano "a non rinunciare all'esercizio di un diritto fondamentale, per conquistare il quale tante donne e tanti uomini hanno lottato duramente". Nessuna indicazione esplicita su come esprimersi su "un tema che riguarda tutti" come la procreazione medicalmente assistita. L'appello è a non disertare le urne: "Esercitare il diritto di voto anche questa volta sarà il modo più giusto per dare attualità all'impegno civile che ha segnato la nostra storia, le nostre battaglie, le nostre conquiste".

Redazione1
11.06.2005 11:21
Italia allo sbando di A. De Porti

ITALIA ALLO SBANDO PER IL BASSO PROFILO DI CERTI PERSONAGGI…

Sei-sette anni fa, forse anche di più, l’ex Ministro della difesa Beniamino Andreatta, in Sala Muccin, qui a Belluno, prima della sua gravissima malattia che lo costringe da anni a letto, mi disse che, se “andavano su” certi uomini del centro-destra (e si riferiva anche ad altri che ora fanno i…giornalisti), l’Italia sarebbe piombata nel caos istituzionale dal quale difficilmente avrebbe potuto risollevarsi. Queste parole me le disse talmente convinto e sincero da far trasparire dalla sua faccia bonaria, pipa aromaticamente accesa e punte del colletto della camicia… per conto loro, che mi restarono impresse. E fu un vero profeta.

Ora infatti Forza Italia vive una stagione pasticciona e fumosa ove il premier si ostina a restare in sella senza alcuna maggioranza, ma solo perché la ebbe a suo tempo con propagande fasulle che hanno prodotto i risultati che vediamo; la Lega se ne inventa sempre una pur di far parlare di se pena la scomparsa dalla scena politica (posto che ci sia ancora): la richiesta di ritorno alla “liretta” docet e c’è da augurarsi che, se i vari Calderoli, Bossi, Maroni and co., sono davvero convinti di questo, facciano le valige e vadano a governare a Kabul…Sono infatti inconcepibili “sparate” di questo tipo anche perché ciò conferma il basso-pessimo profilo di certi ministri, profetizzato con largo anticipo, da Andreatta. Ma anche dal sottoscritto.

Che si fa ora ? Il buco cresce, i prezzi forse si sono un po’ calmati, ma solo perché gli Italiani non hanno più soldi da spendere per cui, in mancanza della domanda, i prezzi restano fermi o calano; le Istituzioni barcollano malgrado i richiami quotidiani di Ciampi; la precarietà in tutti i contesti è diventata una costante.

Non sarebbe meglio, a questo punto, ritornare alle urne, posto che gli Italiani abbiano capito la lezione ? Vi pare che si possa andar avanti a questo modo ? Apriamo la televisione e cosa vediamo ? Baruffe, baruffe, baruffe fra contendenti politici che, alla fin fine, fanno venire il voltastomaco. Italiani, la verità è una sola: quella che non abbisogna di attività promozionali… per imporla. Riflettete su questo e scusatemi lo sfogo.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
26.07.2005 09:59
TERRORISMO DI STATO di Luigi Boschi

TERRORISMO DI STATO

Il "terrorismo" una marca prodotta dagli Stati per riprodursi e autopertetuarsi. Una marca diretta dai poteri trasnazionali e gestita, con mandato in franchising, da gruppi criminali locali. Un business che rende alle economie internazionali: pensate solo alla speculazione sulle cosiddette "piazze finanziarie". Il terrorismo è lo strumento di resistenza di una classe dirigente corrotta al collasso. Ogni epoca ha la sua. Il terrorismo è lo stato di guerra permanente dei paesi ricchi. Si vorrebbe forse far credere che questo terrorismo internazionale non si avvale del sistema finanziario e dell'industria d'armi? E come mai si permette di far circolare questo "capitale di morte"? Non vi sono i mezzi per intercettarlo? A chi rispondono i Servizi? E' palese! Pensate siano liberi? L"intelligence di Stato" sa, fa finta di non sapere, cosa fa? Sono o non sono servizi pagati dai cittadini? Servono per la protezione delle persone o per il depistaggio politico, per alimentare il segreto di Stato, per le indagini postume? O servono per la protezione dei soli potenti, autoreferenziali, chiusi nelle loro roccheforti, dai reciproci scambi delittuosi di potere?
Non ricorda la guerra tra i "Cartelli"?
"Il terrorismo mina i valori della nostra società!" Tuonano i politici dai loro cannoni catodici.
Come si chiama produrre prove false per sostenere una guerra in cui hanno perso la vita milioni di persone?
Come si chiama seminare odio e allevare guerre?
Come si chiama coltivare delinquenti nei propri giardini?
Come si chiama il sostegno alle dittature criminali?
Come si chiama l'attività di prove atomiche negli atolli, nei deserti?
Come si chiama l'utilizzo di armi all'uranio impoverito?
Come si chiama il genocidio di popoli?
Come si chiama la morte quotidiana per fame determinata dai consumi e stili di vita?
Come si chiama la truffa finanziaria sulla collettività?
Come si chiama l'affarismo, gli appalti e la relativa corruttela di Stato?
Come si chiama lo sterminio ecosistemico?
Come si chiama l'ecomafia?
Come si chiama il riciclaggio attraverso i paradisi fiscali?
Come si chiama il sistematico insabbiamento sui delitti di Stato?
Come si chiama la produzione consapevole di povertà, sfruttamento, fame, morte, disastro ambientale?
Come si chiama allevar schiavi?
Come si chiama il giro finanziario per produrre e incrementare il debito dei paesi poveri?
Come si chiama il traffico sugli aiuti umanitari e la cooperazione per il terzo mondo?
Come si chiama l'utilizzo di risorse e l'impoverimento degli Stati?
Come si chiama la produzione industriale di veleni e virus infestando ambienti e e infettando popolazioni?
Come si chiama lo sfruttamento minorile?
Come si chiama l'aumento dell'indebitamento pubblico e l'incremento di ricchezza di una élite?
Come si chiama la produzione di depressi, alcolizzati, drogati, psicofarmaci dipendenti, serial killer, rapinatori e criminali on the roads? Nascono così o è l'ambiente che li produce?
Come si chiama la speculazione immobiliare sulla prima casa?
Come si chiama la speculazione sulla salute e sulla sanità?
Come si chiama il predominio dei valori economici sulla dignità dell'uomo?
Come si chiama l'emarginazione, la partitocrazia?
Sono forse questi i valori che la cosiddetta società civile voluta e diretta da una oligarchia difende e protegge alimentando il terrore internazionale?
Vittorio Missori: "Dare morte, del resto, è da sempre il modo per dar vita agli Stati: dichiarare una guerra e vincerla è rimedio infallibile per far rifiorire un governo in crisi. E più la guerra è stata sanguinosa, più è la forza che ne ricava chi l'ha vinta mandando gli altri a morire per lui".
Gli Stati non combattono l'organizzazione malavitosa, la cui attività criminosa è delegata a bande di disperati locali, la sussumono alimentando un rapporto simbiotico. Non è forse oggi il G8 la parodia della cupola legalizzata? Si vorrebbe far credere che in Italia i delitti Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino siano avvenuti senza la complicità di persone nei poteri di Stato? Si vorrebbe far credere che il dirigente Cagliari sia morto tenendosi da solo la testa dentro a un sacchetto di plastica stretto al collo? La popolazione manipolata dal flusso mediatico, subisce indifesa e terrorizzata una oppressione di Stato legalizzata dalla finzione democratica. Le regole prodotte, nello sbando etico individuale e collettivo, sono solo strumento di manifestazione del potere sulla società del consumo orientata all'indifferenza o all'ignoranza. Gandhi: "Siate il cambiamento che vorreste vedere nella società". L'ipocrita oligarchia di governo spargere semi nel deserto! Aldo Moro ai suoi "amici" politici: "Nulla si fa per evitare che un uomo, chiunque egli sia,.sia condotto a morte. Nessun responsabile si nasconda dietro l'adempimento di un presunto dovere.Io non desidero intorno a me gli uomini del potere.Il mio sangue ricadrà su di loro". Così pensava lo statista dei suoi "colleghi"!
I luoghi incontaminati sono divenuti i più desiderati! Perché? Nella cosiddetta società civile si riproduce il cancro, l'impestazione necrofila della vita.

Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail: luigi.boschi@libero.it

Parma, 13 luglio 2005

Redazione1
26.07.2005 11:25
Domandando i giorni del G8

Dal 21 luglio 2005 è attiva

CAMMINARE DOMANDANDO
I GIORNI DEL G8

mostra fotografica a cura del Forum Sociale del Ponente Genovese

dalle 17 alle 20 nei locali del centro sociale
viale matteotti 23 imperia porto maurizio primo piano

le foto - messe a disposizione direttamente da chi ha partecipato agli
eventi - ritraggono la grande festa pacifista della moltitudine di
soggetti, singoli e collettivi, che si è ritrovata a Genova (e nelle
occasioni successive). Lo scopo è, infatti, quello di presentare
soprattutto gli aspetti festosi delle "giornate di Genova", mettendo in
evidenza la "molteplicità" dei volti e delle anime del movimento, anche se
non mancano momenti di riflessione dedicati alla Diaz (con alcune delle
foto originali pubblicate all’epoca su Diario) ed alla memoria di Carlo
Giuliani.

Redazione1
26.07.2005 11:27
Lettera aperta al Vescovo di Brindisi

LETTERA APERTA AL VESCOVO DI BRINDISI MONS. TALUCCI

Intervenendo nei giorni scorsi sulla questione del rigassificatore Lei ha detto di augurarsi «una grande intesa tra le parti per verificare in che modo questo investimento può entrare nel nuovo progetto di città ed in che modo può essere rivisto perché si conformi, come la parte al tutto, al progetto generale». Par di capire, Monsignore, che l’intesa di cui Lei parla partirebbe da un punto fermo e dato per scontato e cioè dalla scelta in favore della realizzazione del rigassificatore sul nostro territorio. La trattativa dovrebbe perciò, secondo il Suo pensiero, avere ad oggetto solo la verifica del “modo” col quale conciliare la devastante opera, da Lei eufemisticamente definita «investimento», col nuovo modello di sviluppo progettato dalle amministrazioni locali.

Ci spiace, Monsignore, dover rilevare che l’«intesa» da Lei consigliata è in sostanza una “resa” perché presuppone l’accettazione di un impianto che il Comune di Brindisi, l’Amministrazione provinciale, la Regione Puglia e la stragrande maggioranza delle nostre popolazioni considera, come ha dimostrato ancora una volta la grandiosa manifestazione del 25 luglio, assolutamente incompatibile col volto nuovo che si vuol dare la nostra comunità oltre che assai pericoloso per l’incolumità dei cittadini.

Sulle sue affermazioni si è puntualmente dichiarato d’accordo il Presidente della locale Associazione degli industriali dott. Ferrarese e questa è per noi la vera «intesa» che emerge ancora una volta dal Suo discorso mentre l’altra, la «grande intesa» da Lei auspicata che noi definiamo “resa”, non ha alcun senso, non sarebbe in linea con gli interessi generali e costituirebbe l’ennesimo e malinconico ritorno ai metodi di un logoro ed inglorioso passato.

Il Concilio Vaticano II, dopo aver ricordato che il fine dell’economia non consiste nella sola ricerca del profitto o del predominio, afferma che lo sviluppo economico «deve rimanere sotto il controllo dell’uomo e non si deve abbandonare all’arbitrio i pochi uomini o gruppi che abbiano in mano un eccessivo potere» essendo invece necessario che «il maggior numero possibile di uomini a tutti i livelli possa partecipare attivamente al suo orientamento» (“Gaudium et Spes”). Una esortazione questa di alto valore religioso e di grande significato civile di cui dovremmo far tesoro tutti, credenti e non credenti, in questa delicata fase della vita di Brindisi, segnata indubbiamente da gravi problemi ma pervasa anche da promettenti novità e riaccese speranze.

Brindisi, 26 luglio 2005

Michele DI SCHIENA, Doretto MARINAZZO,
Maurizio PORTALURI, Giorgio SCIARRA

Redazione1
31.07.2005 10:51
Communitas 2002 e carta dei valori

Communitas 2002 intende sottolineare l’importanza della Carta dei Valori dell’Unione una vera e propria piattaforma identificativa e unificante di valori e di obiettivi che ci porterà alle Primarie e alla successiva definizione del programma.

Contiamo su questo “Progetto per l’Italia” che ha la forza di ancorare ai principi primi della nostra democrazia (la pace, la giustizia, la libertà e la sicurezza dello stato sociale) gli elementi che più ci accomunano come cittadini: la fedeltà alla Costituzione e l’impegno ad attuarla pienamente piuttosto che a stravolgerla snaturandone l’essenza, mantenendo salda la fedeltà al quadro Europeo.

Richiediamo pertanto, a noi stessi per primi e quindi a tutto l’elettorato di centrosinistra, a impegnarsi per le primarie con lo stesso spirito tenace contenuto nella volontà di “reagire al declino”, certi che le competenze, da sempre presenti nella nostra gente, siano sufficienti per una difficile ripresa della nostra economia.

Gli strumenti indicati – fra gli altri la legalità, la formazione e l’ambiente – marcano la distanza dalle politiche dannose, “creative” o adhocratiche dell’attuale maggioranza, volte più a favorire interessi particolari pittosto che al benessere e alla crescita dell’intera comunità.
Andrea Boscaro
Communitas 2002

Redazione1
31.07.2005 10:54
Rigassificatore: NESSUN DIVERSIVO di M. di Schiena

Rigassificatore: NESSUN DIVERSIVO
L’AUTORIZZAZIONE VA REVOCATA
Prendendo sostanzialmente atto della volontà popolare che con la grandiosa manifestazione del 25 luglio si è ancora una volta espressa per un nuovo modello di sviluppo e contro il rigassificatore, il Presidente della locale Associazione degli industriali ha detto di intravedere l’esistenza di “margini” per una trattativa nel fatto che durante il raduno è stato ribadito il rifiuto dell’impianto nel porto di Brindisi. Una sortita questa davvero sorprendente dal momento che non si riesce a capire a cosa altro avrebbero dovuto fare riferimento i manifestanti se non all’opera che la LNG si appresta a realizzare nel sito di Capo Bianco. Un progetto autorizzato dal Governo, peraltro sulla base di una norma di dubbia costituzionalità, a seguito di procedure nelle quali sono stati dati assensi senza il coinvolgimento degli organi collegiali delle amministrazioni locali e che per questo e per altri rilievi sono oggi oggetto di accertamenti da parte dell’Autorità giudiziaria.

Senza voler fare alcun processo alle intenzioni, va osservato che simili interventi si appalesano oggettivamente, per i tempi e i contenuti della loro formulazione, come manovre diversive o ripiegamenti tattici rivolti a sciogliere il forte messaggio della recente manifestazione nelle acque torbide di una trattativa su un oggetto inesistente e perciò destinata a creare confusione ed a defatigare il fronte della protesta popolare per rilanciare poi l’originario progetto. Una trattativa dunque sul nulla e – ciò che più turba – sorvolando disinvoltamente su quel complesso di garanzie, fatto di delibere collegiali e di processi di partecipazione democratica, attraverso il quale le comunità interessate devono maturare le scelte decisive per il loro futuro e le devono esprimere con formali atti istituzionali.

Prima che per validissimi motivi di merito, è dunque per una ragione di metodo che la proposta del dr. Ferrarese (e di qualche suo mentore) risulta inadeguata ed inaccettabile. Essa appare infatti sorretta da una logica per la quale solo ai maggiorenti o, nella migliore delle ipotesi, ad antistorici “stati generali” di una comunità e non invece ai cittadini e agli organi democratici delle loro istituzioni spetterebbe il diritto di decidere il destino del territorio. Un metodo questo che per lunghi anni ha segnato in negativo il passato della nostra città procurando danni di enorme portata.

Quanto al merito, va ricordato che lo stesso dr. Ferrarese nell’agosto dello scorso anno affermò pubblicamente che la scelta di un altro sito è un falso problema perché il rigassificatore «se è pericoloso nel porto lo è anche in altri siti» (citazione testuale). Ed il buon senso aggiunge che se l’impianto da costruire a Capo Bianco è incompatibile col nuovo modello di sviluppo, lo sarebbe egualmente se realizzato a qualche chilometro (o mezzo chilometro) di distanza sulla stessa costa. Ma c’è di più e cioè che la stessa LNG ha più volte categoricamente escluso ogni suo interesse per ipotesi che prevedono lo spostamento del sito del rigassificatore. C’è dunque oggi un preciso e concreto progetto ed è quel progetto che deve essere subito fermato per rispettare la volontà popolare e restituire alle amministrazioni locali la loro “autonomia”.

Brindisi, 29 luglio 2005

Michele DI SCHIENA

Redazione1
31.07.2005 11:09
WWW.ANTICOMPETITIVISMO.IT

WWW.ANTICOMPETITIVISMO.IT
" La nuova e definitiva via della competizione economica e sociale "
ignazioalbore@libero.it;

E' nata la prima grande ideologia del millennio!
E' nata l'ideologia anticompetitivista della "piena occupazione effettiva ed obbligatoria (di tutte le famiglie) per legge", della fase storica successiva ed innovativa rispetto al socialismo, dell'anticiclicità dell'economia, della << Nuova Democrazia >> ("seconda fase" della democrazia, quella <<materiale>>) e della pace.
Questa nuova grande ideologia democratica e apolitica, attraverso la proposizione di un nuovo e rivoluzionario modello economico, riesce a risolvere definitivamente problemi millenari quali la disoccupazione, la povertà, l'inflazione, la discontinuità della crescita economica, il deficit del bilancio pubblico; l'instabilità finanziaria.
Il suo maggior obiettivo è la pace.
L'anticompetitivismo è fondazione del nuovo, vero, liberalismo.
L'anticompetitivismo è <<instaurazione di un nuovo sistema competitivo contro la competizione negativa, degenerata ed inefficace del nostro tempo>>.
L'anticompetitivismo sazierà definitivamente la millenaria fame di uguaglianza fra gli uomini.
TUTTI, PRIMA O POI, DOVRANNO FARE I CONTI CON LA <<RIVOLUZIONE ANTICOMPETITIVISTA >>!

Vi invitiamo a scaricare subito, gratuitamente, dal nostro sito, il testo del libro che ha dato origine all'ideologia.
Nel maggio 2005 la "WORDTHEQUE", importantissima Biblioteca Virtuale Multilingue, ci ha chiesto di poter pubblicare interamente il nostro libro nelle loro pagine.
Per cui il libro è consultabile anche al sito www.wordtheque.com.


Dott. Ignazio Alborè
WWW.ANTICOMPETITIVISMO.IT
La rivoluzione anticompetitivista è appena iniziata!

L'ideologia anticompetitivista fonda un nuovo e rivoluzionario modello economico basato sul sistema a
"5 leve":
1) affitto pubblico; 2) quote annue di redistribuzione della ricchezza; 3) piena occupazione obbligatoria;
4) il nuovo sistema di flessibilità lavorativa; 5) i limiti massimi di aumento dei prezzi.
Con questi 5 meccanismi base si instaura un processo di "stabilizzazione automatica, continua ed autoalimentantesi delle macrovariabili fondamentali".

Tale fenomeno permetterà di rendere totalmente realistica e possibile la risoluzione dei maggiori problemi economici: la povertà, la disoccupazione, la cattiva distribuzione della ricchezza, l'instabilità della crescita economica, il deficit del bilancio pubblico, l'instabilità finanziaria.
L'anticompetitivismo è un'ideologia "apolitica", politicamente anarcoide.

<<Anticompetitivismo>> significa, alla lettera, <<contro il competitivismo>>, vale a dire <<contro la degenerazione della competizione economica e sociale>>.
L'anticompetitivismo dunque, non è contro la competizione: è, anzi, la sublimazione della competizione economica positiva, corretta.

Vi invitiamo a visitare il nostro sito internet WWW.ANTICOMPETITIVISMO.IT e a scaricare gratuitamente il testo del libro che ha dato origine all'ideologia.

dott. Ignazio Alborè



WWW. A N T I C O M P E T I T I V I S M O . I T

Attraverso il rivoluzionario "sistema economico a 5 leve" (affitto pubblico, piena occupazione obbligatoria ed effettiva, quote annue di redistribuzione della ricchezza, nuovo sistema di flessibilità lavorativa, limiti massimi di aumento dei prezzi) si otterrà la stabilizzazione automatica, continua ed autoalimentantesi delle macrovariabili fondamentali (consumi, investimenti, spesa pubblica, occupazione, prezzi).

L'anticompetitivismo è la "massima e migliore combinazione possibile tra socialismo e libero mercato"! Non ce ne potrà mai essere una migliore.
L'anticompetitivismo è la migliore forma di libero mercato.
L'anticompetitivismo è la migliore forma di socialismo.
Con l'anticompetitivismo, "comunismo" e "liberismo" non avranno più ragion d'essere, e moriranno definitivamente.

Libero mercato anticompetitivista e socialismo anticompetitivista si distinguono dal libero mercato e dal socialismo tradizionali, per la presenza dell'elemento rivoluzionario della piena occupazione obbligatoria ed effettiva.
L'anticompetitivismo, tuttavia, è una fase storica successiva al socialismo, diversa dal socialismo, innovativa del socialismo, e che si sostituisce definitivamente ad esso.

L'anticompetitivismo è <<l'utopia possibile>>, l'utopia reale.

Dott. Ignazio Alborè




Redazione1
2.08.2005 15:34
Difendo Prodi a spada tratta..di A De Porti

DIFENDO PRODI A SPADA TRATTA !
NON E’ SENNO DI POI IL SUO, MA INSENSATEZZA TROGLODITA DEI “TRE B” !

Per capire e giustificare le dichiarazioni di Prodi secondo le quali, una volta al governo, egli promuoverebbe le condizioni per il ritiro delle truppe italiane di “occupazione” in Iraq, è necessario ricordare che egli, in perfetta sintonia con il povero Papa Woytila, ma anche con tutte le persone di buon senso fra le quali mi arrogo la presunzione di esserci anch’io (ciò risulta infatti scritto in alcuni miei libri e giornali in date precedenti alla guerra contro Saddam Hussein e quindi in date assolutamente non sospette), ha sempre dimostrato avversione verso questa guerra i cui i connotati sono e rimangono quelli di una vera e propria occupazione. Chi asseconda la strategia dell’occupante infatti diventa occupante pure lui ! E’ inutile nascondere la verità sotto la falsa nomea di forze “peacekeeping” per ingannare la pubblica opinione !

Quando scrivevo “Attenti ai TRE B”, riferendomi a Bush, Blair e Berlusconi, ero infatti assolutamente convinto che il pretesto di questa guerra insensata, incominciata quando è scoppiata la cosiddetta pace in data 9 aprile 2004, non erano le “armi chimiche nascoste da Saddam” ma ben altro, ben diverso anche dalla falsa ed ipocrita intenzione di…”esportare” la democrazia. E quando gli USA sono entrati in Iraq con le armi, che cosa hanno fatto se non invadere e quindi occupare ?
E quando i Blair ed i Berlusconi hanno assecondato questa occupazione cosa hanno fatto se non condividere questa occupazione ? Con il falso pretesto di offrire al paese un contributo di pace ? E’ forse questa la pace che miete decine e decine di vittime ogni giorno e che non avrà mai fine se prima non si anteporrà la diplomazia alle armi ?

Tutto ciò era possibile ! Vi ricordate quando Tareq Aziz, Vice primo ministro iracheno, nel febbraio del 2003, si recò da Papa Woytila ed entrambi parlarono di possibili canali diplomatici per una transizione “morbida” democratica, a cui si erano aggiunti anche i discorsi di gran parte degli esponenti dell’Ulivo, in particolare del sen. Nicola Mancino, se non ricordo male ?
E’ il senno di poi quello che esprime ora Prodi oppure era insensatezza troglodita quella che hanno espresso i “TRE B” ?
Io sono assolutamente convinto, lo ripeto, lo straripeto affinché non sfugga a chi potrebbe leggermi in fretta e quindi con poca attenzione che, l’unica motivazione per la quale il nostro “beneamato” Berlusconi ha deciso di dare una mano a Bush è stata quella di poter affermare, narcisisticamente : “Io, ed il mio amico George… io, ed il mio amico Vladimir “ per quanto riguarda la Russia, peraltro mai ascoltato da Putin, anzi …e mi fermo qui… Ed il narcisismo potrebbe essere supportato dai vari lifting, bandane, trapianto di capelli ecc.ecc., o no ?

Insomma, Prodi aveva ben capito, come modestamente anche il sottoscritto, che non bisognava supportare la guerra ed ora, una volta al governo, egli farà bene a ritirare le truppe: solo il ritiro può infatti allontanare l’Italia dal terrorismo. Ormai il grande errore è stato fatto e bisognerà rimediare: paghino di persona i “TRE B”, mentre l’Italia, ma anche gli altri paesi di buona volontà, diano una mano a risolvere i problemi determinatisi dalla sconsideratezza di persone che vanno allontanate dallo scibile umano.
Come ? Con aiuti concreti dopo le devastazioni perpetrate dai “TRE B”, attraverso canali diplomatici e mass-mediatici che facciano capire la realtà al popolo iracheno. Il discorso sarà lungo e difficile, ma sarà anche l’unico capace di dare risultati positivi.
Le nuove generazioni vogliono questo e ne hanno abbastanza di chi vuol governarci conflittualmente a livello planetario ! Questi personaggi vengano ascritti alla storia nefasta alla stessa stregua degli Hitler, degli Stalin perché essi hanno sicuramente qualcosa in comune: la guerra e relativo massacro di tanta povera gente ! Io no, e neanche…Prodi ovviamente !

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
2.08.2005 15:40
La musica degli Euro di L.Boschi

LA MUSICA DEGLI EURO

E' la politica che finanzia la musica, o è la musica che finanzia la politica? Un interrogativo dovuto visto che i contributi pubblici sono indirizzati verso chi gode di residenza a Montecarlo e sembra accetti solo pagamenti delle performance in contanti. Queste colorite note le produce il rubicondo Proczynski, agente di Muti, Maazel, Prêtre, Rostropovich, Fruhbeck de Burgos, Temirkanov e altri. Un giallo finanziario noto agli addetti ai lavori che sembra trovare nel "giallo Parma" nuova sede, ma soprattutto nuova linfa. Baratta sovrintendente della Toscanini, già da tempo fa affari con Proczynski: a Muti l'orchestra Cherubini, mentre a Maazel la Filarmonica. Entrambi han trovato nel Ducato la loro "casa della musica". Una residenza professionale ben remunerata per Maazel 1,5 miliardi l'anno e abitazione nei boschi di Carrega sulle colline della provincia. Muti, dopo il divorzio dalla Scala, sembra causa il gran rifiuto dell'orchestra a Meli (in affari con Proczynski), forse ricerca qui la sua nuova dimora artistica sostenuto da Confalonieri, interessato frequentatore del salotto "Festival Verdiano" dal centenario della morte del Cigno di Busseto, che preferì casa a Sant'Agata, sulla sponda piacentina, piuttosto che su quella parmigiana.

Costituita recentemente la Fondazione "Parma capitale della musica", credo con un eccesso di presunzione e fuori luogo semantico, l'Elvio sindaco e neo presidente, si prepara ad amministrare i contributi pubblici indirizzati alla musica. Dopo gli scontri con Baratta, Fondazione Toscanini, si è costruito lo strumento politico e finanziario, la "Fondazione Parma capitale della musica", per sovrintendere economicamente le scelte dei sovrintendenti. Si perché due saranno: l'inamovibile e il plenipotenziario da trenta anni Baratta per la Toscanini e il probabile neo candidato Mauro Meli, per la Fondazione Teatro Regio. Gran timoniere chi sarà? Ma Procynski il polacco monegasco agente e gestore economico delle performance degli artisti che con note incantate allietano la platea, producono buchi finanziari (Lirico di Cagliari 24 milioni di deficit nel 2003) e indirizzano tra gli applausi le risorse economiche sui lidi della costa di Ranieri, dove esenti da tassazione avvengono, si presume, le spartizioni concordate. Un filone interessante per Parma antesignana (in lenzuolate), esperta in crac finanziari e crocevia di numerosi traffici.
"Un grande teatro è tale soprattutto per la qualità morale degli uomini prescelti a occupare gli incarichi più importanti -sostiene Enrico Stinchelli, musicologo- è indecoroso che si faccia leva su personaggi come Proczynski, chiacchierati per i metodi disinvolti utilizzati in più occasioni e un sovrintendente debole e inconsistente come Meli, resosi celebre per aver portato a un pauroso deficit il Lirico di Cagliari". (da l'Espresso 28 aprile 2005).
Quello che si sta profilando a Parma è il triangolo della musica "Roma, Parma, Montecarlo" gestito artisticamente dal triunvirato degli amici "Meli, Baratta, Proczynski", diretto politicamente e finanziarmente dal sindaco di Parma Elvio Ubaldi, sotto l'alto patrocinio del triunvirato d'onore: Lunardi, Buttiglione, Confalonieri; sponsor ufficiale, l'Aga Khan. Tutti così amanti dell'euro-opera!

E' plausibile chiedersi:
- Perché questo Proczynski ha il monopolio dei contratti di direttori d'orchestra e artisti, lavora in Italia e non contribuisce al fisco italiano in barba alla legge 8 dell'otto gennaio '79? Perché né lui, né la sua società risultano aderenti ai due maggiori organismi europei, la Iama di Londra e la Aeaa di Parigi? Perché i politici sono così consenzienti che i loro sovrintendenti stipulino con lui lauti contratti con risorse pubbliche destinate a Montecarlo? Non desta sospetto almeno chi si avvale di personaggi alla Proczynski?
- Come mai per la musica sono così aperti e disponibili i cordoni della cassa? Perché non interessa il percorso dei soldi?
- Perché i sindacati non controllano i bilanci della Fondazione Toscanini e sono così disattenti sulle disinvolte operazioni e retribuzioni dell'Orchestra del Regio?
- Perché si cerca di risparmiare su ogni piccola cosa nell'Orchestra Stabile (che da tempo non dispone neppure del direttore d'orchestra), generando un'alta conflittualità interna e i cui componenti sono soggetti a vessazioni, a minacce costanti di licenziamento, mentre con la Filarmonica si è così largivi tanto da pagare performance artistiche il doppio di quanto vengono pagate all'estero? O la Stabile è divenuta orchestra di copertura solo per poter accedere, in quanto tale, ai fondi statali e regionali?
- Gli incarichi ad aeternum, sappiamo tutti sono generatori di clientelismo, cronicizzazione organizzativa, potere arbitrario: è culturalmente accettabile che una Fondazione artistica, come la Toscanini, si avvalga da oltre trenta anni di uno stesso sovrintendente? Dal trombone alla sovrintendenza passando prima per la direzione generale.

Ma questa è Parma, la nuova capitale della musica, dell'eurolirica.! Dove la politica si fa a suon d'orchestra.

Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail: luigi.boschi@libero.it
Parma 25 luglio 2005

Redazione1
7.08.2005 12:17
Procreazione assistita : nuove norme

Procreazione assistita : nuove norme
Con il nuovo provvedimento, il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità. Multe fino ad un milione di euro per il commercio di embrioni

Possono accedere alle tecniche di procreazione assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi. Con un decreto del Ministro della salute, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge vengono definite le linee guida con l'indicazione delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Le linee guida sono vincolanti per tutte le strutture autorizzate.

È istituito, con decreto del Ministro della salute, presso l'Istituto superiore di sanità, il registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, degli embrioni formati e dei nati a seguito dell'applicazione delle tecniche medesime. I nati a seguito dell'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia.

La legge in sintesi

Fecondazione omologa ed eterologa
E' consentita solo la fecondazione omologa, cioe' all'interno della coppia uomo-donna, mentre è vietato il ricorso alla fecondazione ai single e agli omosessuali. E' possibile, quindi, creare un embrione solo se seme e ovulo provengono dalla coppia che si rivolge alle tecniche di fecondazione assistita. Vietata la fecondazione eterologa che prevede un donatore esterno.

Clonazione
E' vietata la clonazione. Le pene sono da dieci a venti anni, multa fino a un milione di euro e interdizione perpetua dalla professione di medico. Non si potranno produrre piu' embrioni di quelli strettamente necessari ad un unico e contemporaneo impianto e comunque non piu' di tre. Se non potranno essere trasferiti nell'utero per ragioni di salute potranno essere congelati. Vietato anche qualsiasi tipo di sperimentazione su embrioni umani salvo i casi di necessita' terapeutica e diagnostica.

Tutela dell'embrione
È vietata qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano. La ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell'embrione stesso, e qualora non siano disponibili metodologie alternative.

Diritti dei concepiti
I nati a seguito con le tecniche di procreazione assistita hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia.

Crioconservazione
E' consentita solo quando il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per gravi e documentati problemi di salute della donna che non erano prevedibili. Gli embrioni possono rimanere congelati fino alla data del trasferimento, da realizzare appena possibile.

Strutture autorizzate
Gli interventi di procreazione potranno essere eseguiti solo in strutture pubbliche o private autorizzate dalle Regioni e iscritte in un apposito registro. Viene istituito, con decreto del Ministro della salute, presso l'Istituto superiore di sanità, il registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, degli embrioni formati e dei nati a seguito dell'applicazione delle tecniche medesime.

Sanzioni
E' prevista una serie di sanzioni amministrative, civili e penali rapportate alla gravita' delle violazioni delle disposizioni della legge:

- chi utilizza gameti estranei alla coppia rischia una multa che va da 300.000 a 600.000 euro;
- a chi applica la fecondazione medicalmente assistita a un single, una minorenne, a coppie dello stesso sesso la multa è tra i 200.000 e i 400.000 euro;
- se non viene raccolto il consenso nei modi previsti dalla legge le multe vanno da 5.000 a 50.000 euro;
- se la struttura non e' autorizzata la sanzione puo' arrivare a 300.000 euro;
- per il commercio di embrioni o gameti e' prevista la reclusione da 3 mesi a 2 anni e multe da 600.000 a un milione di euro, per tentativi di clonazione si rischia la reclusione da 10 a 20 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro.
Fonte: Governo Italiano

Sottocategoria Figli- Genitori- Maternità-




Redazione1
7.08.2005 12:39
De benedetti non ha retto l'assalto mediatico ? di S. Giovannozzi

Se qualcuno dice che De Benedetti non ha retto all'assalto mediatico, ebbene, forse ha ragione.
Non è moralmente accettabile che uno dei finanzieri più in vista e formalmente impegnato a contrastare illegalità e ingiustizia, dimenticando totalmente i principi della finanza etica, si metta in affari con colui che Sylos Labini ha definito ''più che un corrotto un corruttore''.
Poi di fronte allo sgomento, o alle pilatesche prese di distanza (quello che fa privatamente non ci riguarda) di tutto un qualificato mondo politico che include intellettuali, associazioni, e pubblicazioni prestigiose che a lui fanno riferimento, di fronte non a un assalto mediatico, ma a una chiara e preoccupata presa di distanza, dice: scusate tanto, mi sono sbagliato.

No, non si può sbagliare così: andare a cena con Berlusconi e poi specificare che: ''non abbiamo parlato di politica o di editoria'', (ma allora ci sorge un grave dubbio: di che hanno parlato, e perchè).
Forse c'era la speranza che facendo l'operazione in piena estate nessuno, nemmeno i mercati, si sarebbero accorti dell'indecente mesaillance?
Fare il plateale passo indietro per dire a tutti: che bravi, mi avete fatto riflettere, non si devono fare affari così indecentemente bipartisan, non ci fanno dimenticare le notevoli plusvalenze realizzate il giorno dopo l'annuncio.

Aveva ragione Cordero quando disse che il peggior danno di questo governo è la corruzione delle coscienze.

Simona Giovannozzi

Redazione1
7.08.2005 12:40
NON CI SONO REQUISITI DI NECESSITA' E URGENZA di. S. Giovannazzi

NON CI SONO REQUISITI DI NECESSITA' E URGENZA

Con questa frase lapidaria il Governo ha rinviato a Settembre il ''caso'' Banca d'Italia.

Che il Governatore si trovi invischiato in connivenze con coloro che doveva controllare, che sua moglie governi il Governatore e agisca in suo nome, che la Magistratura sia costretta a intervenire, perchè appunto il Governo non governa nulla e traccheggia, che di fronte ai mercati e all'opinione pubblica non si riesca a fare un po' di chiarezza e pulizia, rimettendo ciascuno nel suo alveo di competenza, che di fronte all'Europa il nostro istituto di emissione abbia completamente perso la faccia e l'autorevolezza, tutto questo non riveste i caratteri di urgenza per un intervento governativo, lascia allibiti.

Ma abbiamo visto che agire tempestivamente si fa solo quando sono in gioco gli interessi del primo ministro o dei suoi amici, non quando è la situazione drammatica del Paese a richiederlo.

Ci stanno prendendo per sfinimento.

Simona Giovannozzi

Redazione1
11.08.2005 14:37
Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!

Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!
CHIUSA AD AVIANO LA “CINQUE GIORNI”
PER CHIEDERE LA MESSA AL BANDO DELLE ARMI NUCLEARI
Significativa la presenza e l’impegno degli enti locali per il disarmo. Bizzotto: “obiezione di coscienza istituzionale per illegalità gravi e permanenti degli Stati che minaccino le popolazioni, i territori e altri popoli”.
Aviano, 9 agosto 2005. Si è chiusa a stamane ad Aviano la “cinque giorni” di iniziative voluta da Beati i Costruttori di Pace per chiedere, nel sessantesimo anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, la messa al bando delle armi nucleari.
Davanti ai cancelli della Base Usaf di Aviano oggi alle undici circa 200 persone hanno ricordato alle 11,02, in un silenzio interrotto solo dai rintocchi di una campana, lo sgancio della seconda bomba atomica sulla città di Nagasaki. Dopo la testimonianza di Seiko Ikeda, sopravvissuta alla prima esplosione atomica, è stato effettuato un collegamento telefonico proprio con la città di Nagasaki, dove si trovavano il sindaco di Udine e il sacerdote friulano don Pierlugi Piazza, che ha riaffermato la necessità della memoria. Alla commemorazione davanti ai cancelli della base erano presenti anche sei rappresentanti di Enti locali con i loro gonfaloni.
All'iniziativa, organizzata da Beati i Costruttori di Pace, hanno aderito il coordinamento Veneto e Friuli Venezia Giulia di Emergency, le Acli di Pordenone, la Tavola della Pace eil Coordinamento enti Locali per la Pace della regione Friuli Venezia Giulia, nonchè l'assessore alla Cultura e alle Politiche di Pace della Regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Antonaz, che proprio ieri a Padova aveva confermato l'impegno dalla Regione Friuli Venezia Giulia per una fattiva politica di pace, orientata al disarmo nucleare sul proprio territorio.
“L’impegno degli Enti locali per il disarmo nei propri territori è stata la felice sopresa di questi giorni” commenta il presidente di Beati i Costruttori di Pace don Albino Bizzotto.
Infatti le iniziative di Ghedi, Padova e Aviano - tutte molto partecipate e riuscite, a parte il concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio rinviato per maltempo - hanno visto in prima fila non solo gruppi e associazioni, ma anche tanti enti locali. A partire dal Comune di Padova, che ha voluto patrocinare gli appuntamenti che si sono tenuti a Padova, e da quelli bresciani toccati direttamente dalla base aerea di Ghedi, che ospita 40 bombe atomiche pronte all’uso. Davanti all’aeroporto militare bresciano ha voluto essere presente con il proprio gonfalone anche il Comune di Firenze.
“Come è avvenuto con l’obiezione di coscienza dei singoli nei confronti del servizio militare – riflette don Bizzotto - così credo si apra adesso una stagione nella quale anche i responsabili di Enti locali, di fronte a illegalità gravi e permanenti degli Stati che costituiscono minaccia per le loro popolazioni e territori e per gli altri popoli, dovranno scegliere la strada dell’obiezione di coscienza istituzionale. Non ha senso garantire la sicurezza e la legalità a livello locali rimanendo senza alcuna possibilità di decidere sull’insicurezza totale e la violenza estrema che pongono le bombe atomiche su un territorio”.
Fra le adesioni giunte a queste iniziative, vanno ricordate anche quelle dei Presidenti delle Regioni Trentino Alto Adige, Toscana, Piemonte e Lazio; dell’Assessore alla Cooperazione, al Perdono e alla Riconciliazione dei popoli della Regione Toscana; delle Province di Milano e Cremona, del Presidente della Provincia di Macerata e degli Assessori alla Pace delle Province di Gorizia e Biella; dei comuni di Padova, Firenze, Ghedi, Castenedolo, Montirone, Borgosatollo, Calcinato, Gallio, Fiorano Modenese, Solesino, Fiesole, Trebaseleghe, Trezzo sull’Adda, Piove di Sacco, Montebelluna, Curatrolo, Quarrata e Meolo; dei sindaci di Agrate Brianza e Alpignano, della Consulta della Pace Comune di Brescia e del Coordinamento nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani. Nonché di 45 realtà della società civile organizzata.

Redazione1
11.08.2005 14:39
SILLOGISMI CACCIARIANI…di A. De Porti

SILLOGISMI CACCIARIANI…

“Chi detiene il potere coopta persone che lo sappiano far sopravvivere. E’ un meccanismo autoreferenziale che produce persone che si sentono responsabili solo nei confronti di chi li ha portati a quel posto. Questa è la radice della questione morale. “ – ha detto Massimo Cacciari qualche giorno fa alla stampa (V. Gazzettino di oggi, nazionale).

Da buon veneziano, e conoscendo molto bene Cacciari, immagino che egli, con riferimento all’attuale governo, abbia voluto tradurre elegantemente due frasi ricorrenti a Venezia e cioè che …”el pesce spussa sempre daea testa” oppure che..”el difeto sta sempre nel manégo…”

Ho tradotto giusto, Prof. Massimo Cacciari ? Senza bisogno di arzigogolamenti dialettici e cioè in modo che capiscano anche le fasce più umili ?

Posto sempre che non l’abbiano capita prima di noi ?
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
24.08.2005 20:54
ITALIA NEL PALLONE, MA TUTTI ZITTI…. di A. De Porti

ITALIA NEL PALLONE, MA TUTTI ZITTI….

Che la classe politica sia attualmente allo sbando non ci piove. Se ne sentono di tutti i colori nei salotti di Cortina d’Ampezzo, in quelli della Sardegna ma anche altrove ove i nostri attuali “beneamati” amministratori non stanno certo pensando al popolo italiano, ma semplicemente e con molta caparbietà, stanno cantierando le condizioni affinché possano essere salvaguardate le loro nicchie di potere.

In realtà, in questi ultimi giorni, tutti cercano di “fregarsi” l’un l’altro salvando la faccia: stiamo assistendo a delle situazioni scandalose: sia Pierferdinando Casini che Marcello Pera, le due più alte cariche dello Stato dopo il Presidente della Repubblica, che dovrebbero essere super partes, stanno infatti facendo una spudorata campagna elettorale, perché è questo che stanno facendo, l’uno a Cortina, l’altro a Rimini e gli altri altrove. Ciò che è certo è che tutti sono legati da un denominatore comune: vacanze da principi, mentre il popolo italiano, in percentuale piuttosto elevata, sta tirando la carretta per sopravvivere.

I conti pubblici non tornano, la finanziaria di 17,5 miliardi di Euro appare un obbrobrio confutato persino dai alcuni ministri di questo governo, il paese non cresce, le tensioni sociali sono evidenti ed in aumento, nessuno più è sereno e, paradossalmente, da questo governo tutto viene dipinto come roseo.

Non è che all’opposizione le cose vadano tanto meglio; sì, un po’ di buon senso c’è, ma si tratta di un buon senso che non ha nessuna difficoltà ad emergere perché, dall’altra parte, siamo nel pallone, come da titolo.

E’ difficile dipingere un futuro e, quand’anche qualcuno di buona volontà volesse adoperarsi per questo fine, egli dovrà prima rimettere a posto le cose assolutamente negative che sono state varate quasi esclusivamente per autoprotezione di chi ci governa, per non andare a casa insomma ! E chi ha orecchi intenda…

L’ex Ministro Tremonti ha detto che per l’Europa saranno momenti di piombo. A prescindere che il discorso potrebbe essere anche mal interpretato richiamando esso le armi, mi par di poter dire in assoluta coscienza che bisogna essere ingenui o ciechi per non capire o non vedere che egli, con questa frase, ha voluto fare un quadro economico riferito all’Italia. Nel mare magnum infatti ci stanno dentro anche le piccole realtà, come la nostra ed il discorso passa più inosservato...ma non da parte di tutti, sottoscritto compreso.

Faccio fatica ad immaginare un prossimo autunno tranquillo: i prezzi stanno aumentando, non ne parliamo di quelli legati al petrolio.
Non sarà - ma questa non è poi del tutto una provocazione – che questa volta gli Italiani dovranno morire anche di freddo… oltre che di fame ? Grazie a coloro che, in questo momento, si godono le belle vacanze a spese del popolo italiano ?

Non è certo populismo questa mia dialettica, come obietteranno coloro che mi vorrebbero zitto !
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
25.08.2005 09:05
Ma Tremonti che cosa dice? di A.De Porti

MEETING DI RIMINI. TREMONTI COSA DICE ? SOLO PAROLE DI ODIO GARBATO VERSO PRODI PER GLISSARE DALL’ ECONOMIA. E PERA: UN DISCORSO RAZZIALE !
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ho ascoltato il Vice-Presidente del Consiglio Giulio Tremonti al meeting di Rimini e, francamente, non ho capito niente di quanto ha detto; anzi, pur conoscendo il significato delle parole da lui proferite (ma solo secondo l’etimologia indicata sul…vocabolario), non ho capito assolutamente niente di quanto dette parole messe insieme volessero esprimere per bocca di questo ex ministro dell’economia.

Spero che egli abbia la bontà di scusarmi, ma questa è la verità, supportata da una certa presunzione di capire qualcosa di economia dopo una intera vita spesa in ambienti economico-finanziaria ad alto livello.

“Non siamo più all’età dell’oro, ma del piombo” – egli ha detto con riferimento all’Europa. Prescindendo che il suo capo Berlusconi, non più di quindici giorni fa, ha detto tutto il contrario per l’Italia che (se non vado errato) è in…Europa, e cioè che gli Italiani stanno bene smentendo quindi le parole di Tremonti, mi par di poter rimproverare all’ex Ministro che non è vero che stiamo recuperando, a meno che egli non consideri recupero la crescita zero, rispetto allo – 0,3% segnalato l’altro ieri: come dire stagnazione vicina alla recessione.

Inoltre egli non può dire che Prodi abbia fallito in Europa; semmai è stato il suo capo Berlusconi a farci vergognare, specie durante il famoso semestre italiano che ha ridicolizzato l’Italia agli occhi del mondo ! Per non parlare del baratro economico nel quale ci ha fatto piombare, mentre stavamo davvero recuperando prima del suo governo. Il piombo, distraendolo dall’età dell’oro, tanto per adoperare le stesse parole di Tremonti, semmai è stato determinato dalla politica incapace del suo governo.

Molto verosimilmente le parole di Tremonti (verso il quale una volta avevo un’opinione diversa, se vuoi anche positiva) hanno avuto la stessa portata dei suoi ragionamenti pregressi, invero molto e molto puerili, secondo i quali, per evitare l’aumento dei prezzi, sarebbe bastato stampare le monete di piccolo taglio in banconote.
Anche Pera non è stato da meno. Il suo è stato un discorso quasi hitleriano: la prevalenza di una razza bianca rispetto alle altre ad evitare una il meticciato della globalizzazione...


Ma siamo alle elementari della politica!

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
27.08.2005 09:59
Il sistema bancario di A. De Porti

IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO E’ COMPLICE (SENZA COLPA) DEI CRAC !


Vi ricordate quando, sul Gazzettino del 30.12.2003 e sul Corriere delle Alpi del 3.1.2004, anche alla luce della mia pregressa lunga esperienza bancaria, dicevo che Tanzi della Parmalat , c’entrava relativamente sul crack della nota società ? E dicevo ciò, scontrandomi addirittura con giornalisti come Ferdinando Camon (Corr.Alpi 11/12/2003) che parlavano di truffatori di professione, mentre io dicevo che le cose non stravano così, ripromettendomi di rispolverare i predetti miei interventi di qualche anno fa a tempo debito ?
Ora, il “tempo debito” è venuto. Infatti oggi quasi tutti i quotidiani titolano : “ Le banche sono ritenute “corresponsabili” del crollo del colosso alimentare ”.

Non ritengo opportuno ripetermi per non farla lunga invitando alla lettura (se possibile) dei predetti pezzi, ma vorrei ricordare due cose essenziali, già dette in quelle date:

1) il sistema bancario italiano non funziona più da anni: la “centrale dei rischi” di Bankitalia è uno strumento obsoleto che fornisce dati inaffidabili traendo in inganno le nuove banche che vogliono concedere fidi. Perché ? Perché se un cliente è in “rosso” e va male nella vecchia banca (dico così per farmi capire meglio), nel caso che egli chieda affidamento ad una banca nuova, quindi diversa dalla sua, quest’ultima le fornirà lo stesso buone informazioni per facilitare la pratica di fido onde poter “rientrare” da posizioni debitorie esistenti che, in termini tecnici stanno per assumere la denominazione di “sofferenze” per poi trasformarsi in “incagli”, quando appunto non c’è più niente da fare..
Il colmo è che, quando un cliente appare “collaudato” dal sistema bancario tutte le banche si accodano a finanziare e poi…crac.

2) se quanto sopra riguarda il sistema bancario andrebbe anche detto che, spesso e volentieri, le aziende sono solite fare tre bilanci: uno, gonfiato, per ottenere più facilmente i fidi dal sistema bancario; un secondo piuttosto carente per questioni fiscali e quindi pagare meno tasse; il terzo, quello reale, per l’imprenditore. Ovviamente, fatti salvi gli imprenditori onesti che pur ci sono !

Ora, e concludo, succede che la centrale dei rischi della Banca d’Italia trae in inganno il sistema creditizio in quanto i dati rilevati dalle banche sulle segnalaziooni “riservate” non sono sempre rispondenti alla realtà, mentre le banche vengono ingannate dalla clientela che chiede il fido con bilanci gonfiati, come ho detto dianzi. Tutto un casino, insomma…scusate la parola. Casino che diventa ancor più grande quando l’imprenditore, trovandosi con l’acqua alla gola, cerca di salvare l’azienda ed il personale con ogni mezzo, talvolta fraudolento..

E così si arriva ai casi Parmalat che ora chiedono risarcimenti alle banche. (solo 2,9 miliardi di Euro a Banca Intesa ed altre a ruota…) che diventano “corresponsabili” col sistema bancario. Ma le attenuanti ( o le colpe ?) ci sono per tutti e cioè per Parmalat, Bankitalia e sistema bancario.
Così stanno le cose, seppur dette alla carlona...

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
27.08.2005 10:01
Corso di CHI KUNG

CIAO!Volevo informarvi,che nel Centro Mandala di Sanremo,C.so Raimondo,90 Ass. ARCI,che il 2 Settembre 2005 dalle 19.40 alle 21,riprenderò le lezioni di questa ormai famosa Arte Marziale.

Oltre quello insegnerò il CHI KUNG,(lavorare cn l'enregia vitale);la Meditazione della Piccola Circolazione,e poi ci sono programma incontri per Approfondire lo Studio.


L' altro giorno è il Mercoledì dalle ore 13.30 alle 14.30,sono disponibile anche a lezioni Private.

Per sapere Informazioni chiamare questo numero di Cellulare 3497933968 oppure per email anima5504@libero.it opppure fersinx13@yahoo.it.

Ricordo la Prima lezione è di PROVA...

Vi ricordo che il Centro Mandala offre anche Corsi di YOGA e corsi del 1 e 2 Livello di SHIASTU ZEN met. Masunaga,terapie Naturapotia,Trattamenti Shiastu Corsi Zen Streching,e trattamenti Reiki...
Infine ogni Mese apputamenti per scroprire e approfondire tante terapie alternative per la Nostra salute.

Grazie della lettura e per lo spazio, e mi auguro che veniate a provare che non fà male...

Ciao a tutti!

Redazione1
28.08.2005 08:45
Finalmente Pecoraro Scanio parla di energia solare

www.mondonuovonews.com flash news
Pecoraro Scanio in visita a Messina riprende il tema dell'energia solare.
ERA ORA!
- A conclusione di un tour in Sicilia Alfonso Pecoraro Scanio si
incontra con i suoi sostenitori messinesi alla Marina del Nettuno. Il
leader dei Verdi, dopo un passaggio sulle Primarie ( devono essere
incentrate sui programmi, e non sulle persone) conferma la richiesta di
ritiro immediato delle truppe dall'Irak. Infine parla della riforma
energetica ed in particolare dello sviluppo dell'energia solare,
particolarmente vantaggiosa in un Paese come il nostro in cui giornalmente
c'è un enorme irradiamento solare. Concludendo Pecoraro Scanio parla anche
di revisione del piano di opere pubbliche, che, a suo avviso devono
essere riviste con procedure partecipative, coinvolgendo la popolazione.
..........................................
SCOMPARSO ALDO ANIASI, COMANDANTE PARTIGIANO E SINDACO DI MILANO - Aldo
Aniasi, ex sindaco socialista di Milano, ex ministro e figura della
Resistenza, è morto all'età di 84 anni all'Istituto dei tumori in seguito
ad una crisi cardiaca dopo che nei giorni era stato sottoposto ad
intervento chirurgico.
Aniasi, sindaco di Milano dal 1967 al 1976, era stato comandante
partigiano con il nome di battaglia di 'Comandante Iso'. Entrò a Milano
con le truppe partigiane il giorno della Liberazione. Dopo essere stato
una delle figure storiche del Psi era passato ai Ds e faceva parte della
Commissione di garanzia.

Redazione1
29.08.2005 17:46
IL GOVERNATORE DIMEZZATO di A.V.Gelormini

IL GOVERNATORE DIMEZZATO
di Antonio V. GELORMINI

Strano comitato il CICR che consuma gran parte del tempo dell’audizione del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, per ascoltare la lenta lettura in ciociaro delle 24 cartelle declamanti un’opinabile autoassoluzione. Forse sarebbe stato il caso di farsele mandare in anticipo, leggerle e chiedere conto di una serie di anomalie venute a galla negli ultimi mesi.

I componenti del Comitato per il Credito e il Risparmio, si sono limitati ad ascoltare una minuziosa quanto fuorviante litania. E nessuno che abbia sentito il dovere o abbia avuto il coraggio di chiedere semplicemente: “Dottor Fazio, dialogare di notte amichevolmente con un banchiere di cui lei deve giudicare l’Opa non fa sorgere un conflitto d’interessi?”

Ma cosa volete che si parli di conflitto d’interessi in un Paese in cui, come dicono a Napoli, “il pesce puzza dalla testa”? Per tre ore il Governatore si è difeso a modo suo, ha dettato gli argomenti da affrontare e si è limitato ad elencare la legittimità delle sue decisioni.

In un pirandelliano gioco delle parti, sembrava non si avesse voglia di capire che il problema non riguarda la legittimità formale degli atti. Il vero problema, come continua a sostenere, con evidente preoccupazione, il Ministro del Tesoro Siniscalco, è un Governatore delegittimato agli occhi dell’economia e della finanza internazionale.

Un Governatore dell’Istituto Bancario Centrale dal quale, ormai, pochi acquisterebbero la classica “auto usata”. Un Governatore non più in grado di rappresentare il suo Paese, né di garantirne la rispettabilità e la credibilità indispensabili nei più alti consessi economici internazionali.

La nemesi di un Cavaliere, anch’esso dimezzato, non può giustificare un’involuzione della situazione politica e una confusa attività di free climbing sugli specchi di fine legislatura. Sintomi, questi, di estrema disperazione e di catarsi distruttiva generale, della serie “muoia Sansone e tutti i filistei”.

La trama biblica racconta che allora la forza era andata via col taglio dei capelli, mentre oggi il trapianto con bandana non è andato al di là di un modesto ritocco estetico. Prova ne è il ciclone del dilettantismo che ha colpito la già traballante credibilità istituzionale italiana, questa volta in politica estera, con la vicenda Scelli – Croce Rossa – Terroristi.

Terroristi che tali restano e che non possono diventare improvvisamente “guerriglieri”, dopo il fiume di precisazioni e di censure rivolte, nei mesi scorsi, alle analisi dei vari Strada, Gruber o Botteri.

Da tempo il Paese è costretto a convivere con l’imbarazzo e il pressappochismo. Cosa ci riserveranno le prossime settimane non è difficile da immaginare. Intanto, perfino Cossiga denuncia: “Il governo è allo sbando”.

E mentre qualcuno si chiede se dopo le polemiche sulle tabelle degli emolumenti ai Governatori delle Regioni, saranno mai ritirate le indennità e le pensioni faraoniche a un Governatore che infanga la credibilità del suo Paese, registriamo con ammirazione l’uscita di scena, dal palcoscenico internazionale, di un uomo modesto come Alan Greenspan.

Il banchiere centrale più potente del mondo, che per 18 anni ha presieduto la Federal Reserve, guadagnandosi la riconferma dell’incarico ogni quattro anni.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
30.08.2005 15:45
'Conto energia'. Soldi e incentivi per il fotovoltaico

'Conto energia'. Soldi e incentivi per il fotovoltaico

Quanto ci costa la bolletta elettrica? E quanto costerà? Non è ora di cambiare sistema? Da oggi si può, anche in Italia, produrre energia solare sul tetto di casa, e venderne un po'.

Via agli incentivi per chi scommette sul fotovoltaico: è sulla Gazzetta Ufficiale (n. 181 del 5 agosto 2005) il decreto del ministero delle Attività produttive, di concerto con l’Ambiente, per l’incentivazione dell’energia elettrica di origine solare prodotta con impianti fotovoltaici.

Si tratta di incentivi in conto energia.

Insomma, per capire questa nuova bella notizia, in vecchio conio: ti danno quasi 1.000 lire per ogni kilowattora che produrrai col pannello fotovoltaico sul tuo tetto, di qui a vent'anni.

Per un impianto di una famiglia o di un piccolo condominio, il decreto prevede che si continui a restare allacciati alla rete elettrica, e, quando non si consuma, vendere alla rete l'energia solare in surplus (computandola su un contatore in uscita, un contatore fiscale). A fine anno il conguaglio. L’energia dalla rete ci costa 15-20 centesimi al kilowatt, tasse comprese. Per quella che vendiamo c’è l'incentivo di 45 centesimi al kilowatt, più il prezzo pagato dalla rete!

C'è da farci un pensierino. E qualche calcolo.

Un impianto di circa 2kWp (kilowatt di potenza di picco), del costo di 15 mila euro, col sole di Roma produce 2.600 kWh all'anno. Significa un introito di 1.200 euro l’anno, a cui sommare il risparmio di energia (non comprata) per 390 euro. Chi consuma meno di quanto produce, potrà vendere alla rete la sua elettricità, 0,15 euro/kWh, al prezzo di mercato. Si calcola un rientro in 7/9 anni, dopo di che si comincia a guadagnare.

Un ostacolo può essere il costo iniziale di un impianto fotovoltaico: almeno 9.000 euro. Un altro, che bisogna presentare una domanda a un "soggetto attuatore" non ancora stabilito dall'Autorità per l'Energia, in quattro bandi l’anno (entro il 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre di ciascun anno). Basterà una semplice domanda col progetto preliminare (per chi vuol fare le cose in grande la procedura sarà diversa).

Prossimi aggiornamenti? LifeGate offrirà un ampio ventaglio di informazioni, approfondimenti e consigli pratici sul tema, primo grande passo verso l'energia solare in Italia. Una vera scossa.

Stefano Carnazzi

Redazione1
5.09.2005 13:40
IL CENTRO-DESTRA E’ COMPLETAMENTE FUSO. di A. De Porti.

L CENTRO-DESTRA E’ COMPLETAMENTE FUSO.

UDITE UDITE QUANTO HANNO AFFERMATO I SEGUENTI SIGNORI
A POCHE ORE DI DISTANZA
Su Radio Radicale (3/9 ore 19.30) il senatore Renato Schifani, dice : “l’Euro è stato la rovina dell’Europa ed è l’unica cosa che ha saputo fare Romano Prodi”, e giù insolenze al vetriolo…nei confronti dell’Ex Presidente Commissione UE

Su Radio News 24 (4/9 ore 14.45) il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, facendo un discorso diametralmente opposto da quello del predetto suo portavoce, dice papale papale:
“ Euro positivo, riconosco il merito di Prodi”

Quotidiani di oggi 3/9 il V.Presidente del Consiglio Giulio Tremonti dice : “ Fazio è inadatto, deve dimettersi “. Domanda del sottoscritto: “Sarebbe adatto Tremonti che voleva abbassare i prezzi facendo stampare banconote di piccolo taglio ?”




Non posso esprimere pubblicamente ciò che penso sui predetti signori in quanto – come da vignetta sopra riportata – loro hanno la denuncia facile; non posso esimermi però dal dire “Dio me ne scampi e liberi…”

Come fa l’Italia a marciare con questa gente ?

ARNALDO DE PORT

Redazione1
5.09.2005 13:44
Italia alla deriva di A. De Porti

ITALIA ALLA DERIVA….

Tutti sanno ciò che significa deriva ma è bene, almeno ogni tanto, confrontare il nostro vocabolario mentale anche con lo Zingarelli o altro dizionario, che dicono : deriva significa abbandonarsi, subire passivamente gli eventi. E l’Italia oggi è tutto questo.
Siamo allo sbando morale, allo sbando politico, allo sbando economico, allo sbando dei conti pubblici, allo sbando della giustizia, allo sbando dell’istruzione, allo sbando soprattutto civile. E siamo appena agli inizi perché sono convinto che il prossimo confronto pre-elettorale, peraltro già iniziato, sarà feroce e foriero di architetture demagogicamente strumentali rispetto alle quali il popolo italiano sarà impotente e finirà per non capire più nulla. Insomma, saranno le fiction medianiche di una certa parte, ora assolutamente dominante in materia, a confrontarsi con facce più o meno accettabili dal punto di vista telegenico, che vanno dai..”sor cicoria del bel guaglione romano alle mortadelle bolognesi” che, tutto sommato, non possono non avere la meglio, e quindi dovrebbero averla facile, in una situazione di completa deriva istituzionale.

A proposito di fiction, ieri 1/9, ore 14 su Radio Radicale, ho sentito una sorta di propaganda elettorale da parte di un professore universitario di estrazioni marchigiane (non ho recepito il nome). Questi ha detto che l’attuale governo ha fatto delle cose impensabili e strabilianti riconducibili a quattro filoni. Che fossero impensabili è fuori di dubbio, ma per la loro immoralità, mentre per la “strabilianza” ci sarebbe da discutere….
Il primo filone: la legge obiettivo starebbe per realizzarsi in ogni contesto delle grandi opere, mentre – a suo dire ovviamente – il precedente governo di centro-sinistra faceva finta di iniziarle e poi le lasciava là per darla da bere agli Italiani. Ma quali realizzazioni, mi chiedo ? E se sono iniziate, quale altro governo non sarebbe stato capace di fare quel poco ?
Il secondo filone: formazione-scuola-ricerca. A dire di questo docente universitario, l’attuale sarebbe una riforma che migliore di così non poteva attuarsi. Ma quale riforma se la scuola e le università si trovano in uno stato di degrado mai visto prima d’ora ?
Il terzo: riforma pensioni. Se i fondi pensioni sono una riforma rispetto alle pensioni INPS (perfettibili, d’accordo, fin che si vuole) vorrei chiederlo ai lavoratori se questa è davvero una riforma o piuttosto un inganno che, alla fin fine, porterà i “nuovi” vecchi alla povertà in quanto nessuno, soprattutto al giorno d’oggi, con l’economia che tira, è capace di pensare ai fondi pensione.
Il quarto ed ultimo, se vuoi anche molto risibile: economia. Il suddetto professore di FI ha detto che, per quanto riguarda il DPF, decreto di programmazione finanziaria, ci deve essere un equilibrio fra economia e finanza pubblica. Lo sanno tutti che dovrebbe essere così, ma con questo governo anche la finanza pubblica è allo sbando, quindi siamo alla sagra delle belle parole a fini demagogici, specie quando egli dice, parlando di soglia di povertà, che, per superare detta soglia di sopravvivenza (soglia degli incapienti) lo stato dovrebbe integrare ciò che manca per superare detta soglia. Come ? A chi vuol darla da intendere ? Agli inetti ?!

Peccato che non possa dilungarmi, ma mi si consenta di dire che se l’Italia non cambia manico, sarà guerra fra affamati.
E lo dice una persona di indole ottimista, come il sottoscritto…..

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
6.09.2005 08:38
Emergency alla Perugia-Assisi 2005

La pace oltre la marcia: Emergency alla Perugia-Assisi 2005

La marcia Perugia-Assisi ha una storia abbastanza lunga ormai da
essere anche varia e differenziata.
La sua "filosofia" e i suoi contenuti sono stati tra loro anche
sensibilmente diversi nelle varie edizioni, in ragione delle
differenti situazioni e dei diversi momenti culturali e politici.
La marcia Perugia-Assisi è divenuta tuttavia un appuntamento che
riguarda tutti coloro che sono impegnati per la pace, al di là di
qualsiasi significato assegnato dagli organizzatori, al di là di
qualsiasi connotazione derivante dalle partecipazioni proclamate o
effettive di esponenti di parte e di partito.
Emergency vi partecipa in nome di proprie specifiche motivazioni.

Il comunicato completo su:

http://www.emergency.it/menu.php?A=006&SA=040&ln=It&mese=09&anno=2005&cs=57

Redazione1
6.09.2005 12:01
PROPORZIONALE IN CORSA ? di A. De Porti

PROPORZIONALE IN CORSA ? COME DIRE : DA REPUBBLICA DELLE BANANE A REPUBBLICA DELLE… ANGURIE !
Berlusconi ha detto che ci vorrebbe uno sbarramento del 10 per cento ipotizzando il cambiamento dell’attuale legge elettorale allo scopo di vincere (?) le elezioni. Mica male, teoricamente, presi uno per uno, i partiti andrebbero fuori quasi tutti, FI compresa che non si attesta certo agli apici delle classifiche…a causa delle manfrine di UDC che vuol correre da sola continuando a succhiare voti dagli ex centristi approdati a suo tempo in FI e della Mussolini che va e che viene…ma anche di Fini che non vuole il proporzionale da cui però proprio ieri si è lasciato sedurre…?
Insomma, e questo vale anche per l’opposizione, teoricamente si materializzerebbe un partito del “fuori tutti” o quasi, il che, per certi aspetti, potrebbe dischiudere un qualcosa di auspicabile, riciclaggi permettendo.
Repubblica delle banane, Repubblica dei fichi d’India, hanno battezzato l’Italia alcuni importanti personaggi (fra cui anche il povero sen. Agnelli prima di morire), Repubblica che ora parrebbe in via di ulteriore trasformazione per approdare al soglio di una nuova repubblica: quella delle angurie o dei meloni ?
Cosa non farebbero per vincere le elezioni ! Tenuto conto che, per le politiche del 2006, i sondaggisti parlano di 10 punti di distacco a favore del centro sinistra, come attesta la nota società SWG in data 2/9/2005, vale a dire soltanto qualche giorno fa (dato rilevato ora si Internet), faccio fatica a capirne anche un’utilità di parte, posto che, da parte di FI, non sia quella di “riubriacare” l’elettorato, come nel 2001.
Di certo, ove qualcuno volesse cambiare la legge elettorale in corsa, e cioè qualche mese prima delle elezioni, ciò sarebbe la disfatta di ogni principio morale a cui certamente il Presidente della Repubblica avrà qualcosa da obiettare.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
6.09.2005 12:12
LA BARZELLETTA DEL GIORNO sul " Berlusca"

www.mondonuovonews.com
LA BARZELLETTA DEL GIORNO
Berlusconi ha praticamente mollato Fazio, si prepara a cedere alle
pressioni di Follini e a cercare di conciliarle con quelle della Lega con
l'occhio vigile alle trame di Fini. Tuttavia, incurante di tutto ciò e di
quant'altro, trova la forza di raccontare barzellette in cui si pone come
protagonista. Sentite questa che viene da Cernobio:
"Il Papa sta attraversando in barca il lago e perde il suo copricapo.
Berlusconi glielo riporta camminando sulle acque. Titolo dei giornali
dell'opposizione: 'Berlusconi non sa neanche nuotare'"

Redazione1
6.09.2005 13:37
PENSIERINI INNOCENTI DI FINE ESTATE…

PENSIERINI INNOCENTI DI FINE ESTATE…
Il centro destra - come si evince dal comportamento dei suoi accoliti - vuole sbarazzarsi di Berlusconi ma, nel contempo, esso non può fare a meno di lui, grazie ai mezzi che egli detiene. Questo è un giudizio ormai incontrovertibile che è agli occhi di tutti. Infatti, Alleanza Nazionale non potrebbe star in piedi da sola, l’UDC nemmeno, la Lega idem con patate, ed immaginiamo gli altri…
Ed allora ?
Gli alleati del centro-destra si vedono costretti a far di necessità virtù tenendosi Berlusconi perchè altrimenti si disperderebbero nel nulla e, quand’anche volessero cambiar casacca, farebbero fatica a mostrare la faccia attuando quel trasformismo di cui, specie l’UDC e FI, sono stati e sono sicuramente, molto esperti…
Provate solo ad immaginare i Bondi, gli Schifani, i Cicchito, i Follini ed i Gasparri a sinistra… dove hanno sputato fiele fino ad oggi
Una cattiveria: se potessero, specie l’UDC - penso in cuor mio naturalmente - lo farebbero volentieri dopo l’esperienza politica vissuta offrendo al centro sinistra una maggioranza plebiscitaria…
Arnaldo De Porti

Redazione1
7.09.2005 15:56
SUI TAGLI DEI PINI IN VIA PADRE SEMERIA di V.Faraldi

Sanremo. COMUNICATO STAMPA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA SUI TAGLI DEI PINI IN VIA PADRE SEMERIA
A Sanremo l’amministrazione definita civico-progressista ha deliberato di tagliare oltre 200 pini marittimi in Via Padre Semeria che saranno sostituiti con palme del tipo “syagrus romanzoffiana”
La ragione di questa autentica “strage di pini”, secondo gli amministratori locali, deriva dal fatto che le radici degli alberi in alcuni punti hanno sollevato l’asfalto rendendo impraticabili i marciapiedi e pericolosa la viabilità lungo la carreggiata.
Tutto vero, ma alcuni interrogativi sorgono spontanei.
Il primo: è proprio quella del taglio di pini l’unica soluzione possibile, considerato che in altre zone della città (ad esempio in Via Nino Bixio), grazie ad una maggiore cura della strada e dei marciapiedi, gli stessi alberi vivono senza causare tutti questi danni?
Non sarebbe sufficiente limitare il taglio ai soli pini che creano problemi di impossibile soluzione (come ad esempio quelli che, per incuria degli amministratori, si sono ormai incredibilmente inclinati sulla carreggiata) e procedere poi finalmente alla realizzazione di un buon asfalto ed al rifacimento a regola d’arte dei marciapiedi ?
E’ davvero una buona scelta quella della sostituzione dei pini con palme che, comunque, svilupperanno le loro radici e se non curate adeguatamente (così come è avvenuto per i pini) potrebbero ripresentare tra alcuni anni gli stessi problemi?
Sembra davvero incredibile il proliferare delle palme a Sanremo, per fare posto alle quali si procede addirittura con estrema facilità e disinvoltura al taglio dei pini!
Ricordiamo la polemica per la proposta di sostituire con palme i platani di corso Garibaldi terminata con la decisione di lasciare i platani rimpiazzandone soltanto i “malati terminali” e ricordiamo ancora l’incredibile numero di palme messe a dimora già morenti a Pian di Poma, in una zona assolutamente degradata e priva dei servizi essenziali come l’illuminazione pubblica, dal commissario prefettizio che precedette l’attuale amministrazione civico-progressista guidata dal sindaco Borea .
Siamo inoltre perplessi per il costo che i cittadini sanremesi dovranno sostenere per il solo acquisto delle palme, che sarà di complessivi Euro 282.100,00: una cifra davvero non poco rilevante
A noi sembrano proprio soldi spesi male perché, oltre a comportare la “strage di pini”, si corre il rischio di non eliminare definitivamente il problema dei danni causati dalle radici delle piante.
Un’ultima considerazione: l’attuale amministrazione sanremese che si picca di essere la prima “di sinistra” che governa a Sanremo, ha vinto le elezioni presentandosi come il “nuovo” ed alcuni attuali assessori affermano di non tollerare il confronto con le amministrazioni precedenti.
Hanno ragione, perché, prendendo questo caso come esempio (ma potremmo farne molti altri) nessuna amministrazione precedente aveva osato tanto!
Come dobbiamo interpretare l’ assordante silenzio di Legambiente ora che a Sanremo amministra il centro-sinistra? E davvero il Consiglio circoscrizionale ed il Comitato popolare della Foce sono favorevoli a questa deliberazione?
Intanto noi diciamo ai poveri pini di sperare nella Soprintendenza ai beni ambientali della Liguria ed li assicuriamo che, nel contempo, il circolo sanremese di Rifondazione comunista intraprenderà tutte le iniziative possibili volte alla loro salvezza.
PER ILCOMITATO DIRETTIVO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO DI SANREMO
VALERIA FARALDI

Redazione1
7.09.2005 15:59
Prodi e il neoliberismo di R.Cuda

Prodi e il neoliberismo

Ieri sera Romano Prodi ha incontrato la Rete Lilliput, nell’ambito della festa nazionale di Fidenza. Un Palazzetto dello Sport gremito di gente, di fronte alla quale il Professore ha risposto alle sollecitazioni dei lillipuziani su pace, ambiente, sviluppo, commercio ed economia. Tutto bene, o quasi, finché Antonio Tricarico , coordinatore della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, non ha toccato il nervo scoperto dell’economia. Il nostro paese non sta guadagnando nulla dalla globalizzazione neoliberista, anzi ci sta perdendo, ha detto in sintesi Tricarico. Le imprese italiane non sono pronte a competere e non si contano i posti di lavoro andati in fumo. Pronta la risposta di Prodi, che ha quasi interrotto l’interlocutore sfoderando le migliori armi dell’arsenale neoliberista: dal libero mercato ci stanno guadagnando tutti, milioni di persone sono uscite dalla fame, il protezionismo sarebbe una sciagura e una minaccia alla pace, dobbiamo investire sulle nostre imprese perché siano più competitive. “Ma nessuno ha parlato di protezionismo, ha risposto Tricarico, ma di selettività, a partire dalla qualità e dai diritti. Quando andiamo a trattare con la Cina nessuno pone la questione dei diritti dei lavoratori e degli standard di qualità. Io sono stato a Cancun e mi sono vergognato di essere italiano, al vedere come l’Europa spingeva per la liberalizzazione di settori cruciali per la collettività, come l’acqua, in paesi afflitti dalla miseria”. Applauso della platea e replica di Prodi, che si è lasciato scappare un “sono d’accordo, ma è quello che ho detto io”.

Se è d’accordo allora il Professore ci deve spiegare il comportamento a Cancun (dove si è svolta nel 2003 la conferenza del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio) della Commissione Europea, di cui era presidente, il tentativo di forzare il mercato dei servizi e degli investimenti in paesi già poverissimi e a ridotta sovranità. Quanto poi ai vantaggi e alla sostenibilità del libero mercato dovrebbe andare a dirlo non solo ai nostri lavoratori del tessile, ma anche ai milioni di lavoratori cinesi costretti a lavorare 16 ore al giorno in fabbriche malsane senza assicurazioni e per un salario da fame. Se in Cina la povertà estrema è diminuita – ma non lo sfruttamento, che aumenta – è dovuto al fatto che la Cina si sta aprendo in modo selettivo al mercato, con una presenza forte dello Stato e un rigido sistema di regole sugli investimenti. Proprio quello che il Wto vorrebbe eliminare e sta eliminando in decine di paesi. “Ma l’Ue ha bloccato recentemente l’importazione di alcuni prodotti tessili dalla Cina, scatenando la protesta degli stessi produttori europei in Cina”, ha detto ancora Prodi. E’ vero. Ma questo non pone ancora una volta l’esigenza di un sistema globale di regole? Non è questo un compito della politica? Così al supermercato continuiamo a trovare gli scaffali pieni di aglio e mele cinesi, che oltre a soppiantare produzioni storiche del nostro territorio comportano costi ambientali insostenibili (pensiamo solo al trasporto) a vantaggio di un modello di sfruttamento del lavoro che sta abbassando gli standard sociali in tutto il mondo. Ma è il libero mercato. E il centro sinistra che dice? Nulla.

Roberto Cuda
http://appuntifinanziari.splinder.com/

Redazione1
9.09.2005 10:58
Da Belgrado/Pristina, scrive Jelena Bjelica

Da Belgrado/Pristina, scrive Jelena Bjelica
Negli ultimi anni i giovani media kosovari hanno registrato un significativo
passo avanti, ma la strada per una piena affermazione di un giornalismo
indipendente, professionale ed eticamente corretto è ancora lunga
La realtà democratica del Kosovo è fragile e in ogni momento, proprio a
causa dei deboli e non ancora sviluppati principi di base della democrazia -
media liberi e professionali, stato di diritto - può frantumarsi. Secondo il
rapporto "Indice di sostenibilità dei media nel 2004", che ogni anno viene
pubblicato da IREX (International Research & Exchanges Board), i media
kosovari sono "vicini alla sostenibilità", in altre parole in Kosovo si
registra un certo progresso per quanto riguarda la normativa e la
professionalità. Solo tre anni prima, nel 2001, la stessa organizzazione
aveva considerato i media kosovari come "un sistema mescolato
insostenibile", ossia come un paese in cui gli standard minimi non vengono
rispettati e in cui alcuni segmenti del sistema giuridico e lo stesso
governo ci si oppone all'affermazione di media liberi e indipendenti.
La conclusione del rapporto dell'IREX è che uno dei maggiori problemi con
cui la società kosovara si confronta quotidianamente è la presenza della
missione di pace internazionale, che vede la libertà di espressione prima di
tutto come mezzo per mantenere la pace e la sicurezza, in particolare quando
sono in questione relazioni interetniche, piuttosto che un diritto umano in
generale. Però, il peggior problema dei giornalisti kosovari riguarda
senz'altro le condizioni in cui lavorano e la povertà in cui vivono, così
come l'inesistenza di un sano sistema sociale in grado di fornirgli una
protezione di base.

I media elettronici

Il servizio pubblico di radiodiffusione in Kosovo è svolto dalla Radio
televisione del Kosovo (RTK) che è regolata dall'amministrazione temporanea
dell'UNMIK. La legge sul lavoro del servizio pubblico di radiodiffusione è
in attesa di essere adottata entro la fine del 2005. La RTK è composta di
una stazione TV e due stazioni radio: TV Kosovo, Radio Kosova e Blue Sky
radio. La TV Kosovo trasmette informazioni in cinque lingue, ciò significa
che il 26 percento dei notiziari sono trasmessi nelle lingue delle
minoranze. La trasmissione del telegiornale nelle lingue delle minoranze
copre circa il 10 percento, mentre l'unica radio multietnica è Blue Sky
radio e il giornale radio è diviso in tre lingue: albanese, serbo e turco.

Nel documento Standard per il Kosovo è tratteggiata la strategia per le
trasmissioni nelle lingue delle minoranze. Nonostante la RTK non sia
un'istituzione responsabile della progettazione di determinate strategie
riguardanti questa questione, essa ha creato le condizioni per
l'implementazione di questa strategia.

"Oltre al nostro programma per le minoranze, il 9 agosto 2004 abbiamo
iniziato una versione TV del notiziario in serbo che viene trasmesso dagli
studi di Blue Sky radio, e abbiamo assunto due nuovi conduttori (serbi) per
questo progetto", dice il caporedattore della RTK Agim Zatrici.

La nuova legge sul servizio pubblico deve regolare le procedure operative
del servizio pubblico di radiodiffusione del kosovo, ed è nato con l'aiuto
dell'OSCE e con la partecipazione dei rappresentanti della società civile.

Il giornalista austriaco Daran Gasi è il rappresentante speciale dell'OSCE
per i media, responsabile degli standard dei media. Gasi esamina il
documento per la riforma dei media ed è consulente per quanto riguarda la
proposta di legge che aiuterà i media del Kosovo a mantenere gli standard
etici dell'Europa occidentale. Inoltre, Gasi aiuta i media kosovari ad
attenersi alle indicazioni dello stesso documento sugli standard.

La legge sulla radiodiffusione è in fase di bozza (marzo 2005) e come
sostiene Gasi non sarà terminata finché non si terrà un dibattito pubblico
su questa legge, al quale parteciperà il pubblico e i funzionari in una
commissione comune che sarà guidata dal governo. L'OSCE svolge un ruolo di
consigliere in questo iter.

L'adozione della Legge sulla commissione indipendente per i media funge da
modello per la procedura di adozione della Legge che regola il lavoro della
RTK: dopo che sarà terminato il disegno di legge e il governo si sarà
espresso in merito, la legge sarà inoltrata al parlamento per l'adozione. La
commissione parlamentare responsabile di questa legge ha tenuto diverse
riunioni con le organizzazioni non governative che operano nel settore dei
media, tra le quali: l'Associazione dei giornalisti professionisti e
l'Associazione delle emittenti kosovare.

Come risultato di questi incontri, sono state apportate diverse modifiche
alla Legge sulla commissione indipendente per i media, la più evidente è
l'emendamento sula procedura di interdizione dei programmi in caso di stato
d'emergenza. Una parte del disegno di legge prevede che in caso si verifichi
una situazione di emergenza il Commissario per i media può ordinare
l'interdizione delle pubblicazioni (per i media stampati) o delle
trasmissioni dei programmi (per i media elettronici). Questo emendamento è
giunto in risposta al comportamento poco professionale dei media durante i
disordini del marzo 2004. Secondo il rapporto del Temporary media
Commissioner del Kosovo sui fatti del 16 e 19 marzo, "l'RTK insieme ad altre
tre televisioni nazionali nella notte tra il 16 e il 17 marzo ha creato un
contesto emotivo e politico della storia, intervistando esclusivamente
coloro che hanno attribuito la morte dei ragazzi a banditi serbi e a orde di
cetnici, non basandosi sui fatti reali".

Il responsabile dell'Associazione dei giornalisti professionisti del Kosovo
(APNK) Naser Miftari dichiara di essere moderatamente soddisfatto del
processo di creazione delle nuove leggi sui media.

"Se le nostre osservazioni verranno tenute in considerazione durante l'iter,
allora saremo soddisfatti di questo processo", dice Miftari. "La
partecipazione della società civile (nel processo di creazione del disegno
di Legge sulla commissione indipendente per i media) non era terminata, ma
era sostanziale".

Dardan Gasi, rappresentante speciale dell'OSCE per i media, dice che la
futura Legge sul lavoro dei media in Kosovo passerà attraverso una procedura
simile. Gasi è sicuro che tutte le leggi sui media che sono previste dagli
Standard per il Kosovo saranno adottate entro la fine dell'estate 2005, cioè
entro il termine ultimo previsto.

I media della carta stampata

In Kosovo oggi esistono sette quotidiani con una tiratura complessiva di
circa 40.000 copie. Questo pluralismo nella stampa quotidiana è senz'altro
un passo avanti, se si tiene presente che negli anni ottanta e nella prima
metà degli anni novanta in Kosovo esisteva solo un quotidiano Rilindja con
una tiratura complessiva di circa 100.000 copie vendute. Rilindja
(resistenza) oggi è già parte della storia dei media kosovari. Nonostante
fosse stata proibita, e i suoi giornalisti arrestati, questo giornale oggi
non esiste più.

Però, la novità per i media della carta stampata in Kosovo è il Kosovo press
codecs , pensato come meccanismo di autoregolazione. Tutti i rappresentanti
dei quotidiani in Kosovo simbolicamente firmatari del Codice etico dei
giornali si sono impegnati a rispettare le norme in esso contenute. I
caporedattori e i direttori responsabili dei sette quotidiani del Kosovo
(Express, Koha Ditore, Zeri, Kosova Sot, Epoka e Re, Bota Sot e Lajm) hanno
firmato la bozza del Codice giornalistico il 18 marzo 2005 a Pristina.

Per dar vita al Codice etico dei giornali del Kosovo, il 10 agosto di
quest'anno è stato fondato il Consiglio giornalistico del Kosovo. Questo
Consiglio è l'organo esecutivo di autoregolazione nel campo sensibile delle
normative di legge sui media, e come presidente del Consiglio è stato
nominato Willelm Houwen, olandese, che per una lunga serie di anni
attraverso le attività di Press Now e OSCE ha lottato per la
democratizzazione e la professionalizzazione dei media nella ex Jugoslavia.
Il Codice dei giornali kosovari è formulato su un accordo comune sui limiti
che può raggiungere la libertà d'espressione sui media stampati, tenendo in
considerazione la violazione per diffamazione e la legge sulla privacy che
sono parte del Codice penale.

"Il codice per i giornali, il Consiglio dei giornalisti e la Commissione
indipendente per i media, sono tutti meccanismi di autoregolazione e che
sono stati creati in sostituzione delle effettive e pesanti leggi adottate
dal parlamento. Il livello di osservanza fungerà inoltre da indicatore dello
sviluppo democratico della società. Detto più precisamente, il Kosovo ha una
lunga strada davanti a sé, finché i media di questa regione dovranno subire
la mancanza di professionalità e di etica giornalistica", conclude Dukagjin
Gorani, caporedattore responsabile del quotidiano di Pristina Express e uno
dei promotori della creazione del codice e del consiglio dei giornalisti.

Redazione1
9.09.2005 11:00
MA, PENSANDOCI BENE, FAZIO CHE C’ENTRA ? di A.De Porti

MA, PENSANDOCI BENE, FAZIO CHE C’ENTRA ?
In data 16 gennaio 2004 scrivevo al Gazzettino e Corriere delle Alpi un pezzo a titolo BANKITALIA: LA PENOSA ARRAMPICATA SUGLI SPECCHI DI TREMONTI. Dicevo in quell’occasione che Bankitalia non c’entrava niente con Parmalat, o solo di riflesso, e che c’entrava invece il sistema bancario nella sua interezza, nella sua integrità morale, sistema ormai fuori dalla storia da almeno 20 anni ed incapace di controllare detto sistema. Papale papale dicevo (riporto con copia-incolla):
“...non è che io voglia salvare Fazio dalle accuse mossegli da Tremonti; infatti, se devo essere sincero, vorrei dire che non mi piacciono né l’uno né l’altro. Il primo perché, al contrario di Ciampi, si presenta come un burocrate, onesto fin che vuoi, ma burocrate di un’Italia economico-finanziaria che non esiste più . Il fatto poi, piuttosto appariscente, di aver fatto le moine a Berlusconi per un posto nel suo governo a seguito ridimensionamento di Bankitalia dopo la nascita della BCE…, mi fa capire che, per lui, una cosa potrebbe essere surrogatoria dell’altra… Il secondo invece perché ne ho davvero le scatole piene della sua finanza creativa che sta portando l’Italia sull’orlo del burrone…”
Ed ancora :
“….vorrei concludere dicendo che eventuali super authority a nulla servirebbero, Caro Ministro. Ciò che serve è ripristinare ciò che c’era: l’onestà degli operatori economico-finanziari, onestà sempre più minata da una “deregulation” morale da parte di questo governo . E bisognerà fare molto presto, ad evitare che ci sia qualche negativa ripercussione anche nel risparmio comune, pure minato da inflazione, scarso potere di acquisto, circostanze queste che hanno eroso le entrate di pensionati e salariati di almeno un terzo. Con l’imprimatur fasullo degli indici ISTAT… !”
Avevo scritto giusto, per caso… ?
Arnaldo De Porti

Redazione1
9.09.2005 16:52
L'Associazione Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici a Perugia

L'Associazione Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici nel rinnovare il suo impegno per la Pace aderisce alla marcia Perugia Assisi. 11 settembre 2005
Marcia Perugia-Assisi
per la giustizia e la pace
Dal 14 al 16 settembre 2005 si svolgerà a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, un vertice dei Capi di stato di tutto il mondo dedicato alla lotta alla povertà e alla riforma dell’Onu.
Il Vertice si terrà in occasione del 60° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, a cinque anni dal Vertice del Millennio che aveva visto tutti i leader del mondo sottoscrivere la “Dichiarazione del Millennio” contenente precisi impegni per promuovere la pace, la sicurezza e la giustizia nel mondo. Il Vertice sarà il più grande e importante incontro multilaterale del 2005.
Secondo il Segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, il 2005 dovrà essere l’anno del cambiamento delle Nazioni Unite per consentire a questa organizzazione di affrontare adeguatamente le sfide e i problemi del nostro tempo.
Data l’importanza dell’avvenimento, la Tavola della pace ha deciso di convocare una nuova edizione della Marcia per la pace Perugia-Assisi e dell’Assemblea dell’Onu dei Popoli nell’immediata vigilia del Vertice. La prossima Marcia per la pace Perugia-Assisi si svolgerà dunque domenica 11 settembre 2005.
La Marcia Perugia-Assisi sarà parte di una giornata mondiale di mobilitazione della società civile indetta su proposta della Tavola della pace per accrescere la pressione sui governi che parteciperanno al Summit delle Nazioni Unite.
Per info: Tavola della pace tel.075/5736890 fax 075/5734830 email: info@perlapace.it

Redazione1
9.09.2005 17:28
Riflessioni su Prodi ed il neo-realismo di T.Bonotto

Riflessioni su Prodi ed il neo-realismo
Egregio Paolo Baldassarre,

Questa è la ragione per cui si vuole discutere di una formazione politica con prospettive non neo-liberiste, ma più sociali.

Con la sinistra, dalle vecchie idee (Bertinotti aveva proposto la statalizzazione della FIAT...), con la destra riformata ma neo-liberista e muta alle esigenze della popolazione nel suo insieme, con il centro che tenta di ripristinare la vecchia DC, ma debole nel costrutto della 'dottrina sociale della chiesa' rispetto al neo-liberismo, sembra improrogabile la necessità di un rinascimento culturale, una rivoluzione industriale e agricola, la democratizzazione dell'economia etc.

Nell'epoca della monarchia, per cambiare direzione vi è la rivolta popolare, ma nell'epoca del capitalismo vi è la necessità di partecipare come partiti alla competizione elettorale, per poter amministrare adeguatamente. Non prendere la responsabilità, fino in fondo, per la gestione della cosa pubblica, o rimanere un movimento, o non mettere il proprio naso in politica, significa lasciare ad altri il diritto di segnare il proprio futuro.
E in che modo questo è stato fatto fino ad oggi?

Sarkar sostiene che i limiti dei partiti odierni sta nel fatto che 'innanzittutto il politico fa prima i propri interessi, poi quelli del partito e poi quelli della nazione'.
E.M.Roy invece vede nella 'rappresentanza' politica il tallone d'achille dei partiti: il politico ha le capacità, l'onestà, l'interesse per la società, etc?
Difetti che troviamo in molti politici italiani.
Vi sono perciò due aspetti: presenza di capacità personali quindi qualità delle persone e interesse per la società prima del proprio interesse e dell'interesse di partito.

Siete mai andati in consiglio comunale o provinciale? Chi sono i politici oggi, quanta esperienza o capacità hanno per esaudire i compiti assegnati? Oggi, dice Sarkar 'vi è un'empia alleanza tra persone disoneste...'. E' necessario che le persone oneste si facciano avanti, serve solo interesse per l'umanità e per i problemi di tutti.
La politica in sè non è una cosa sporca.

Vi riporto qui un'estratto di Noam Chomsky sulla democrazia:
---------------
Noam Chomsky - Linguaggio e Politica (1988) p.162.

"Personalmente, io sono in favore della democrazia che prevede il controllo popolare delle istituzioni centrali della società.
Nel capitalismo, non possiamo avere, democrazia per definizione. Il capitalismo è un sistema nel quale le istituzioni centrali della società sono, per principio, sotto il controllo autocratico.

Così, una Società per Azioni o un'industria hanno, se possiamo pensarli in termini politici, una natura fascista; ovvero, uno stretto controllo all'apice e una severa obbedienza ad ogni livello - vi è poca contrattazione, poco dare e prendere, la linea autoritaria è rigida.

Come mi oppongo al fascismo politico, così mi oppongo al fascismo economico. Penso che, fino a quando le maggiori istituzioni sociali non saranno sotto il controllo dei partecipanti e delle comunità, non abbia senso parlare di democrazia."
----------------

Altro problema espresso, è di politica economica: la 'globalizzazione'.
- Fassino ha firmato le 27.000 pagine dei trattati di globalizzazione (GATT, TRIM, TRIPS) 'perchè era un atto dovuto', senza leggerle.
- Prodi, intervistato per aver pagato la sanzione UE al WTO di 350 milioni di dollari, per non aver importato la carne agli ormoni USA, disse: 'Non possiamo leggere tutte le 27.000 pagine di trattati!" (per trovare come non pagare le sanzioni...)
Accettiamo la globalizzazione così com'è stata espressa dal WTO. Non credo possiamo accettarla.
Questo ed altri motivi ci spingono a creare una formazione politica per creare un'antitesi alle tesi attuali. Non so se vi siano molte altre soluzioni.

Saluti

T.Bonotto
--------------



Redazione1
9.09.2005 17:55
ATTACCHI INTIMIDATORI E MINACCIE ALLA CASA DELLA LEGALITA' DI GENOVA

La lotta alla mafia è il 1° problema da risolvere nella nostra bellissima terra e disgraziata...Non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le nostre giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell¹indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse: La gente fa il tifo per noi. E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l¹appoggio morale della popolazione dava al lavoro del giudice, significava qualcosa di più, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche svegliando le coscienze².
Paolo Borsellino
con cortese richiesta di pubblicazione e max diffusione

ATTACCHI INTIMIDATORI E MINACCIE ALLA CASA DELLA LEGALITA' DI GENOVA
Alla Società di Mutuo Soccorso Arci Perugina di Genova Rivarolo, sede della Casa della Legalità e della Cultura, si fanno vivi gli ³amici degli amici².
La struttura di via Sergio Piombelli 15, dove sono ospitate le rappresentanze e le attività di diverse strutture civili impegnate nell¹azione di contrasto alle mafie e per la promozione della cultura della legalità, come la Fondazione Antonino Caponnetto, il Centro Falcone Borsellino, Libera ­ contro le mafie e l¹associazione ³liberaMente², dopo 9 mesi di vita ha subito pesanti minaccie, aggressioni fisiche e verbali, tentativi di intrusione, con toni e linguaggio tipico dell¹atteggiamento mafioso, costringendo le FFOO ad intervenire per ben tre volte tra la notte di sabato/domenica, martedì pomeriggio e mercoledì sera.
Il soggetto che pretendeva di fare da ³padrone² è stato identificato dalle FFOO e querelato per i diversi reati commessi.
Nella denuncia-querela depositata presso il comando di polizia di Cornigliano, si è richiesto inoltre di accertare chi siano i soggetti che si sono recati nella sede intorno alle 20 di martedì con atteggiamento intimidatorio, usando frasi e termini identici a quelli usati dal soggetto già identificato, che parlando in un dialetto stretto lanciavano tipici Œghigni¹ minacciosi ai responsabili della gestione della struttura e chiudendo prima di andarsene con la battuta ³qui qualcuno ha paura della mafia².

La fasulla politica sulla sicurezza, attuata in questi anni, che da un lato vuol far sentire il cittadino più protetto, con il passaggio in alcune strade del poliziotto di quartiere, ha al contempo sottratto ai nuclei territoriali delle FFOO uomini e mezzi (centralizzandoli), indebilendo la capacità di risposta tempestiva nelle periferie, agevolando di fatto una criminalità organizzata ben divisa e articolata nel territorio. Per questa ragione, gli interventi delle volanti alle nostre richieste di intervento urgente nella notte tra sabato/domenica e nel pomeriggio di martedì sono state troppo lente, permettendo al soggetto denunciato di imperversare e lanciare messaggi chiari alla popolazione della strada che sentiva le sue frasi, ben scandite ed urlate, in chiaro stile di avvertimento. Considerata la situazione nonna Betta, Elisabetta Caponnetto, socia anch¹essa della Sms Arci Perugina ­ casa della Legalità, a nome della Fondazione Antonino Caponnetto ha scritto al Questore di Genova per chiedere di garantire la massima protezione alla struttura ed ai suoi volontari e frequentatori, sia per evitare episodi più gravi, sia per testimoniare che lo Stato, le Istituzione non lasciano soli coloro che combattono la Mafia.

I gravi atti intimidatori portati da uomini che si sono dichiarati ³di Famiglia² e che non apprezzano ³gli infami che sono della famiglia della legge e delle Forze dell¹Ordine² dimostrano ancora una volta che la Mafia è giunta, si è radicata e sommersa dietro attività apparentemente lecite, anche nella nostra città, arrivando a controllare pezzi di territorio, garantendo Œlavoro¹ - soprattutto nel settore dell¹edilizia, del risanamento ambientale e di trattamento dei rifiuti ­ anche grazie ad appalti e sub-appalti gestiti in modo non adeguato a contrastare il cancro dell¹economia mafiosa della nuova generazione. Anche a Genova, le mafie hanno trovato accordo, quelle italiane e quelle straniere, dai Marsigliesi ai Cinesi, passando per quelle dell¹Est. Attività commerciali e attività varie usate come mezzo di riciclaggio del denaro sporco o come copertura di attività illecite, ogni giorno più visibili, in tutte le zone, ma in particolare nelle periferie popolari ( come negozi che appaiono e dopo breve tempo svanicono ). Come il traffico della droga è tornato ad essere massiccio e quasi incontrastato, soprattutto per le cosiddette droghe pesanti divenute, al contempo, maggiormente economiche e facilmente reperibili, utilizzando un numero elevato di soggetti a rischio ed una struttura a rete. Assistiamo nuovamente a strade sempre più popolate dalla tratta delle ³nuove schiave², come il pizzo che viene richiesto sempre più ad ampio raggio nella città, a Commercianti che preferiscono pagare, rinunciando alla propria indipendenza e dignità per non rischiate di essere lasciati soli dalle Istituzioni, dopo l¹eventuale denuncia dei taglieggiatori.
Le periferie della città sono svuotate di attività e luoghi di socializzazione e contrasto civile e culturale alla legge del branco ed alla cultura mafiosa.
L¹azione repressiva di contrasto, compiuta da Magistrati e FFOO, è sempre più faticosa e vanificata dall¹assenza di un chiaro e costante impegno della Istituzioni e dalle troppo isolate e timide risposte civili.

Ora abbiamo la certezza del fastidio che porta la presenza di una ³casa della legalità², dove poter trovare documentazione, dove potersi incontrare e costruire insieme una risposta civile sempre più ampia di sostegno all¹azione repressiva delle Autorità dello Stato, ma dove anche le Scuole possono portare i propri ragazzi e bambini ai laboratori educativi che promuovono i progetti di Libera-Scuola e della Fondazione Antonino Caponnetto, dove è possibile incontrare e conoscere da vicino le persone che in prima linea hanno combattutto e combattono ancora la criminalità organizzata e difendono lo Stato, la sua Costituzione con il principio di una legge uguale per tutti, fondato sul principio di una Magistratura autonoma ed indipendente.

Alla Mafia da fastidio che si parli di mafia perché non si deve sapere che essa esiste ed agisce. Noi resistiamo, non ci intimidisce la promessa fattaci a viva voce di ³ricevere il vestito² e non ci pieghiamo alla prepotenza di una banda o di una ³famiglia² che vuole sostituirsi alle regole dello Stato. Continueremo a parlarne, ancora con maggiore intensità, rilanciando l¹appello a denunciare gli atti intimidatori e le attività illecite, che siano il racket o la spaccio, che sia l¹intimidazione o il caporalato, le scommesse clandestine o i combattimenti tra caniŠ Segnalando ancora una volta che la Sms Arci Perugina ­ Casa della Legalità, quale parte della Fondazione Antonino Caponnetto, può raccogliere le segnalazioni dei singoli cittadini e formulare denuncia alle autorità competenti a nome della Fondazione, garantendo quindi coloro che vorranno collaborare ad un¹azione di contrasto radicale della criminalità organizzata.

Dalla prossima settimana saranno distribuiti volantini per informare la popolazione dell¹accaduto e per rilanciare la mobilitazione delle coscienze. Da Ottobre partiranno gli incontri con le persone che in tutta Italia, da Magistrati e Cittadini, combattono per la legalità, continuando a ³far camminare le idee² di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come ogni persona che voglia essere cittadino può fare quotidianamente.

Chiediamo quindi a tutti di venire nella ³Casa della Legalitಠin Via Piombelli 15, per far capire e vedere agli ³amici degli amici² che siamo in molti, uomini e donne semplici e non eroi, a ³rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell¹indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.² Una resistenza civile, pacifica e non violenta, che non cede alle provocazioni ed alle minaccie, nelle diverse forme e modalità in cui ci/vi vengono portate, che si organizza dal basso e costruisce una rete di persone e soggetti che si oppone e denuncia le vecchie e nuove Mafie.


Christian Abbondanza
Simonetta Castiglion

Per informazioni:
0106456385 - 3924682144
e-mail: c.abbondanza@genovaweb.org

Redazione1
10.09.2005 10:25
Brunetta-Schifani il duo che... di A.,De Porti

Un po’ alla volta la verità viene a galla: ecco i personaggi che ha Forza Italia. Renato Brunetta, critica il Presidente della Repubblica . “Ciampi non è stato eletto dal popolo, ma da noi, quindi deve fare ciò che diciamo noi, sembra voler dire a Gubbio.”
L’altro ieri era stato Renato Schifani a parlar male dell’Euro criticando chi lo ha perorato, ergo ancora strali indiretti contro Il Presidente della Repubblica Italiana, attraverso Romano Prodi ritenuto da Schifani una disgrazia per l’Europa.

Redazione1
14.09.2005 12:18
GOVERNO DA....SAGRA PAESANA, di A De Porti

GOVERNO DA....SAGRA PAESANA, MANCANO SOLO I GIOCOLIERI SPUTAFUOCO
ANZI NO, CI SONO ANCHE QUELLI…
Ma non furono due referendum ad introdurre il sistema elettorale maggioritario ed a cancellare il voto di preferenza ? Se è questa la considerazione riservata ai pronunciamenti popolari, nessuno si meravigli se alla prossima occasione le urne saranno disertate, tanto il popolo non serve un…...(secondo questo governo naturalmente che più volte, per bocca del premier, ha anche detto che il parlamento fa solo perdere tempo)
Ecco pertanto la considerazione che il governo Berlusconi ha del popolo italiano, lui che, quando gli fa comodo, dice “siamo stati votati dal popolo che è sovrano”. Quante volte mai l’ho detto sulle pagine dei giornali che saremmo arrivati a questo ? In quanto questo governo opera solo a seconda della sua convenienza, in barba alle necessità del popolo italiano, sempre più povero, sempre meno sereno e soprattutto senza futuro ?
Siamo arrivati agli imbrogli più beceri, da denuncia penale, ma questo governo si è preparato anche le leggi “ad personam” per non andare in galera.

Di certo la cosa non passerà perché sarebbe l’atto più nefando di un governo che, ormai al fallimento, le sta tentando tutte pur di rimanere a galla. Il guaio è che l’Italia intera dovrà pagarne i suoi atti sconsiderati : la sua incapacità, il suo vezzo di intrallazzare a qualsiasi prezzo pur di non scomparire, le sue azioni succubi ad ogni tipo di ricatto perché ormai non ha più nulla da dire, prima, anzi sempre, con la Lega, poi con U.D.C., ma spesso anche con AN, lo connotano infatti come il governo più immorale che ricordi la storia recente !



Ed allora verrà la tragedia perché siamo già in piena paralisi economico-finanziaria e sociale
Ma attenzione, Italiani, che questo governo non sa perdere e vorrà vendicarsi….
Arnaldo De Porti



Redazione1
14.09.2005 12:27
GOVERNO IMMORALE di A. De Porti

GOVERNO IMMORALE SU TUTTI I FRONTI !
QUALCUNO INTERVENGA !

A neanche sei mesi dalle prossime elezioni politiche questo governo ha deciso di ri-cambiare il sistema elettorale da maggioritario a proporzionale. Sarebbe come che, nel corso di una partita di calcio, si dicesse agli spettatori di aspettare un quarto d’ora perché il presidente della squadra di calcio, sta andando in cerca di un altro arbitro che ti garantisca la vittoria.



Eravamo già stati abituati alle leggi ad personam per non far andar in galera alcuni esponenti di questo governo, ma ora il governo Berlusconi ha raggiunto il massimo della nefandezza morale !



Ed ora l’U.D.C di Follini torna con Berlusconi ? E FINI che fino a ieri avrebbe calpestato il cadavere della propria madre pur di mantenere il maggioritario che farà ?



Ma soprattutto, gli Italiani che faranno ?

O continueranno ad avere il governo che si meritano ?



VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA !
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
14.09.2005 12:28
PACS : LA GENTE NON HA CAPITO di A.De Porti

PACS : LA GENTE NON HA CAPITO NIENTE, NEMMENO IL VATICANO…

L’Osservatore Romano, importante quotidiano della Santa Sede, ha preso posizione contro Romano Prodi per quanto riguarda una legge sulle coppie di fatto, che possono essere costituite anche fra due persone dello stesso sesso. “Per una manciata di voti, lacera la famiglia” – ha scritto tout court e troppo precipitosamente detto quotidiano. La realtà è senz’altro un’altra e questa presa di posizione è stata senz’altro mal interpretata dal Vaticano, complice forse la precipitosità di difendere appunto la famiglia, come è giusto. Anzi giustissimo !
Nessuno infatti vuole, io per primo, lacerare l’istituto “famiglia” composto da un padre, da una madre ed i figli, sia ben chiaro ! La famiglia infatti, regolamentata dal codice, è la cellula della società che va tutelata a 360 gradi. Essa infatti, composta da uomo e donna, è la premessa indispensabile per la generazione della specie umana da cui non si può prescindere. Madre, padre e figli, costituiscono un quadro che rappresenta la normalità in ogni paese del mondo, persino dove vigono ancora le usanze tribali. Ma la società, purtroppo a mio avviso, ha dei risvolti anche diversi rispetto alla famiglia normale, tradizionale che devono essere presi in seria considerazione, sotto l’aspetto giuridico.
Anche a me fa un certo effetto, contrario al mio modo di vedere e di concepire, il sentir parlare di unione fra due uomini o fra due donne, ma devo prendere atto che, di fatto, esistono situazione della specie. E non poche anche nel nostro Paese. E queste situazioni vanno sicuramente regolate anche sul piano giuridico, economico ecc.ecc. Per fare un esempio pratico, se due donne vivono insieme da anni (lo stesso vale per due uomini) ed hanno messo insieme le loro risorse per la vita, mi pare giusto che, nel caso di morte di uno dei due, ci sia una regola sul piano della successione… o no ? Che poi l’unione, invero atipica rispetto alla norma generale, possa suscitare profondo stupore presso la stramaggioranza della gente, ciò è assolutamente comprensibile, ma non si può non prendere in considerazione il problema che oggettivamente esiste anche nelle nostre piccole realtà geografiche.
Ecco perché, a mio avviso, l’Osservatore Romano, organo ufficiale della Chiesa, dicendo - con riferimento alle coppie di fatto - che Prodi per un pugno di voti lacera la famiglia, dice una cosa troppo precipitosa, dimostrando di non aver recepito il concetto. Magari si potesse ovviare a questa anomalia costituita da unione fra due uomini o due donne, la realtà è che esiste e quindi si deve prenderne atto e regolamentare questo aspetto anche sul piano giuridico.
Questo voleva dire Prodi, in assoluto dissenso a quanto succede in Spagna, con Zapatero, che ha accettato sul piano giuridico anche il matrimonio fra persone gay.
Da noi, sia ben chiaro, questo non è possibile: Prodi vuol regolamentare la cosa come è successo nella stramaggioranza dei paesi evoluti, anche in Europa.
Vedrete che, anche l’Osservatore Romano, farà marcia indietro rispetto a quanto ha scritto ieri. La vera Famiglia infatti è un’altra cosa, sia per il sottoscritto che per altri, Vaticano compreso, ma non ci si può nascondere sotto la sabbia di fronte ad una realtà di fatto esistente da anni. E, purtroppo, in percentuale consistente.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
15.09.2005 11:48
Cuba e l'Occidente di L.Garofalo

Premetto di essere un marxista di stampo eterodosso, di sincera formazione libertaria e democratica. In altre parole, non mi sono affatto convertito al veterostalinismo di marca cossuttiana.

Eppure sulla vicende cubane non mi convince quello che mi pare un subdolo tentativo di disinformazione e di speculazione propagandistica, in funzione reazionaria e neoliberista, messo in atto in un momento politico internazionale come quello attuale.

Senza dubbio ritengo necessario condannare Cuba quando sbaglia. Anzi, rincarerei la dose esprimendo una considerazione più netta e perentoria: che il regime castrista fosse di natura antidemocratica ed illiberale non lo scopriamo oggi. Nondimeno, data la macabra ed oscura storia del continente latino-americano, data l’arretrata situazione della società cubana prima della rivoluzione castrista, oserei ipotizzare che il regime di Fidel sia la “migliore” tra le dittature del mondo, in quanto ha vinto con efficacia le secolari piaghe dell’analfabetismo e della povertà estrema che affliggevano la società cubana pre-rivoluzionaria.

Inoltre la Cuba castrista può vantare i migliori ospedali e le migliori scuole pubbliche d’America. Sfido chiunque a smentire tali dati incontrovertibili che sono noti alla parte intellettualmente più onesta ed informata dell’opinione pubblica mondiale. Il governo castrista è sempre stato molto attento, equo e garantista verso i diritti e le tutele di carattere sociale: i diritti alla casa, al lavoro, all’istruzione e alla sanità pubbliche, assicurati a tutti i cittadini, sono un grande merito che bisogna riconoscere alla rivoluzione cubana.

Purtroppo sul versante dei diritti politici e delle libertà democratiche il regime di Fidel Castro si è sempre rivelato insensibile e refrattario, nella misura in cui quei diritti e quelle libertà sono tuttora negati con estrema durezza. In tal senso è corretto asserire che il regime cubano sia uno Stato di natura politicamente autoritaria ed oppressiva.

Tuttavia questo costituisce un punto di vista “occidentale”, in quanto è una valutazione parziale e relativa ad un contesto storico politicamente progredito, ma non è un giudizio applicabile ad altre realtà meno evolute come le società latino-americane, le società arabe, quelle africane, ecc. Probabilmente, sotto tale profilo la realtà sociale cubana rappresenta un’esperienza all’avanguardia, malgrado i limiti prima denunciati, ossia il deficit di democrazia rispetto alle società più avanzate dell’occidente, su cui pure occorrerebbe suscitare qualche perplessità e qualche riflessione critica. Infatti, la visione occidentale della “democrazia” è condizionata da un’ottica strumentale ed univoca, derivante da una profonda ipocrisia che caratterizza strutturalmente lo spirito liberal-borghese, fautore di uno “stato di diritto” meramente formale e a senso unico. A conferma di ciò suggerirei di rammentare, ad esempio, che negli U.S.A. (tradizionalmente celebrati come il modello storico della “democrazia occidentale”, come la patria dei diritti civili e dello Stato moderno) vige ancora la pena capitale, che è applicata sistematicamente in chiave classista e razzista, ossia a scapito dei soggetti più deboli, appartenenti alle classi subalterne o alle comunità etniche minoritarie, vale a dire contro i negri, gli ispanici, gli strati sociali meno abbienti e più indifesi.

Tale ragionamento può senz’altro estendersi al tema più ampio della repressione carceraria e della violenza esercitata anche dalle democrazie occidentali contro le fasce più emarginate della società. Infatti, non mi pare che le democrazie occidentali siano immuni dall’influsso di meccanismi e di centri di potere di carattere antidemocratico, da sistematiche violazioni e da atroci crimini contro i diritti umani e civili, in funzione repressiva antiproletaria.

Cito alcuni esempi. L’embargo commerciale imposto dagli U.S.A. contro Cuba, la sanguinosa guerra contro l’Iraq (un conflitto totalmente illegale ed immorale, in quanto è stato condannato e rifiutato da tutti, dal Papa, dall’O.N.U., dall’Europa, dalle moltitudini pacifiste, da tutti i popoli e dalla maggioranza dei governi del mondo!) e altre brutalità ed efferatezze perpetrate dal regime yankee contro il Sud del pianeta, rappresentano crimini assai più esecrabili di quelli commessi dal governo castrista, che pure vanno rigettati fermamente da parte di chi voglia progettare e perseguire l’idea di un comunismo migliore, più umano, compatibile con le libertà democratiche sancite non solo formalmente sulla carta, ma attuate in termini di un allargamento effettivo della partecipazione dei cittadini ai processi di decisione politica e ai canali di gestione della cosa pubblica.

Lucio Garofalo

Redazione1
15.09.2005 12:09
Le Primarie di A. Di Pietro

Care amiche e cari amici,
Il 16 ottobre 2005 si terranno le elezioni primarie dell’Unione, alle quali sono candidato anch’io.

Vorrei spiegarne le ragioni.

Come sapete, l’anno prossimo si terranno le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento Italiano, che determineranno anche il nuovo governo del paese. Alle elezioni si confronteranno due coalizioni: quella di centrodestra (Casa delle libertà) e quella di centrosinistra (l’Unione), cui anch’io ho aderito con convinzione, fin dalla sua costituzione, a nome del partito che rappresento, l’Italia dei Valori.

Tutti noi dell’Unione crediamo sia necessario ed urgente cambiare la maggioranza parlamentare ed il Governo del paese, convinti come siamo che l’attuale Governo Berlusconi abbia provocato enormi danni al paese sia sotto l’aspetto economico che della credibilità delle nostre istituzioni.

L’Italia ha bisogno, allo stesso tempo, di una rinascita economica e civile, e per ottenere questo obiettivo dobbiamo anzitutto ritrovare la fiducia in noi stessi e nel nostro futuro, con una nuova politica, fatta di responsabilità, etica, trasparenza e solidarietà a favore dei più deboli.

Occorre che al Governo ed in Parlamento vi sia una classe dirigente credibile ed affidabile, interessata ed impegnata a risolvere i problemi concreti di tutti (e non più solo i “propri” e quelli dei propri amici).

Tutti noi dell’Unione abbiamo pensato perciò di coinvolgere i cittadini sia per individuare le priorità programmatiche che per scegliere il leader che può meglio rappresentare e realizzare gli interessi dell’intera collettività.

Vogliamo ridare credibilità all’Italia, creare nuova e stabile occupazione, un benessere diffuso, un futuro migliore per i giovani, serenità e prosperità alle famiglie. Dobbiamo consentire al sistema economico di recuperare competitività sui mercati internazionali, anche attraverso politiche di sostegno dell’innovazione e della concorrenza.

Per raggiungere questi obiettivi abbiamo pensato alle elezioni primarie coinvolgendo per la prima volta i cittadini nella scelta del candidato Premier e del programma di coalizione.

La mia candidatura, quindi, non è, né vuole essere, una candidatura “contro” qualcuno, poiché ho il massimo rispetto verso tutti gli altri candidati, ma una candidatura “per” fare in modo che la coalizione dell’Unione inserisca nel proprio programma alcune priorità finora troppo spesso disattese e che ritengo fondamentali per ridare credibilità alla politica.

Il punto qualificante del mio impegno è il rilancio della “Questione Morale”, vale a dire la realizzazione di una politica che sia innanzi tutto servizio verso i cittadini e non più occasione di profitti personali. Per tale ragione ho presentato il “Patto Etico”, che unitamente all’intero mio Programma di Governo potete visionare visitando il sito www.antoniodipietro.it .

Le linee essenziali del mio programma sono la lotta all’evasione fiscale, la trasparenza e la legalità degli atti e dei comportamenti dei politici e dei pubblici amministratori, la riduzione dei costi della politica, la tutela dei diritti dei consumatori e dei piccoli risparmiatori, l’eliminazione di ogni conflitto di interesse, la realizzazione di una corretta e più indipendente informazione, il ripristino della legalità nelle attività economiche e d’impresa, la realizzazione di infrastrutture ambientalmente sostenibili, una giustizia che funzioni davvero per tutti, una tutela più efficace del diritto al lavoro ed in definitiva un rilancio della competitività al sistema paese.

So bene che in vista delle elezioni queste sono le promesse di tanti. Ma Voi conoscete bene la mia storia personale e professionale. Potete, quindi, valutare con serenità ed obiettività la credibilità del mio impegno politico e la mia determinazione personale.
Antonio Di Pietro

Redazione1
18.09.2005 09:08
Rilamcio di Mesagne di G.Carlo Canuto

UN RILANCIO PER LA CITTA’
IN UNA RIGOROSA ALTERNATIVA ALLE DESTRE
Se la Casa mesagnese Delle Libertà (fra le quali spicca quella di dire cose ingiuste e strampalate) avesse seguito con attenzione lo sviluppo del dibattito nel centrosinistra ed avesse guardato serenamente ai fatti e ai documenti, si sarebbe resa conto di quanto sia stato serio l’avvio del confronto nella coalizione, di come il confronto medesimo non si sia concluso dovendo essere proseguito nelle sedi politiche ed istituzionali e di quanto coerente e responsabile sia stato e vuole continuare ad essere la posizione del nostro Movimento. Il fatto è che se si leggono solo i titoli dei giornali o si ascoltano esclusivamente voci incontrollate guardando le cose dall’ottica deformante della faziosità politica, si prendono clamorosi abbagli e si fanno davvero pessime figure.
La nota delle destre mesagnesi apparsa in questi giorni sulla stampa locale si commenta quindi da sé ed è rivelatrice di una insuperabile povertà politica che induce la Casa delle Libertà a concentrare tutto il suo impegno nel mediocre tentativo di dividere l’avverso schieramento. Ma tale nota ci fornisce l’occasione per ribadire ciò che dovrebbe essere a tutti chiarissimo. E cioè che se si dovesse verificare una dissociazione di A Sinistra dall’attuale esperienza amministrativa, evenienza questa che siamo impegnati ad evitare con determinazione ma senza arretramenti, continueremo a vivere la nostra diversa collocazione come insopprimibile esigenza etico-politica di impedire, da una rigorosa opposizione di sinistra e con tutte le nostre forze, che la prosecuzione del governo Sconosciuto per metodi e comportamenti politici somigli, sia pure in minima parte, allo schieramento berlusconiano responsabile ad ogni livello dei guasti e delle involuzioni che sono sotto gli occhi di tutti. Ne prenda buona nota la destra locale e non coltivi quindi alcuna illusione.
Mesagne, 17 settembre 2005
Giancarlo CANUTO
Capogruppo consiliare A Sinistra - MESAGNE

Redazione1
18.09.2005 09:16
BERLUSCONI FA IL FINTO TONTO…. di A.De Porti

BERLUSCONI FA IL FINTO TONTO…. ECCO COME !
Anch’io penso che uno sbarramento alle elezioni del 4 % sia necessario allo scopo di evitare la prolificazioni di partitini, cellullette politiche ondivaghe ed altro per cui, questa volta, Berlusconi mi troverebbe d’accordo.

Il guaio è che in questo sbarramento c’è l’imbroglio pre-elettorale per vincere le lezioni Infatti, poiché nel centro-destra non c’è nessuno sotto quella soglia, nel centro-sinistra invece ci sono ben cinque partiti sotto questo sbarramento.

Tenuto conto che i sondaggi ultimi danno il centro sinistra al di sotto di 9 punti rispetto al centro sinistra, basta fare opera di cosmesi, progettando una legge che consente al centro-destra di recuperare tondi tondi 9 punti.

Altro che Berlusconi non ne sa nulla di questa cose, come egli stesso ha detto ! Egli invece fa il finto tonto per non pagare il dazio!

“Tanto il popolo italiano non ne capisce niente di queste cose ed i numeri in parlamento mi consentono di fare il c…. che voglio”, penserà il premier in cuor suo.

Alla faccia della democrazia ! Se poi si pone mente al fatto che fino ad ieri la cosiddetta Casa delle Libertà era solo per il maggioritario…allora l’imbroglio si accentua. O no ?

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
18.09.2005 19:33
DIECI, QUATTRO, ZERO…. di A. De Porti

DIECI, QUATTRO, ZERO….FA LO STESSO PER IL PREMIER, CON I SUOI ALLEATI CHE, QUANTO AD ACROBAZIE, FANNO MEGLIO DELLE FECCE TRICOLORI…
Ultimamente il nostro premier ha dato dei numeri che, a quanto pare, per lui assumerebbero lo stesso valore. Lo ha fatto alla stessa stregua di quando un commerciante ha deciso di abbassare i prezzi in quanto la sua merce ha bisogno assolutamente di trovare acquirenti, pena il suo deperimento veloce ove fosse di natura alimentare e, se non deperibile, finisca però per diventare fondo di magazzino in quanto non più alla moda come per l’abbigliamento o altro…

A cosa mi riferisco ? Al fatto che, non più di qualche settimana fa, Berlusconi ha detto, con riferimento alle politiche e con la mentalità del commerciante, che ci vorrebbe uno sbarramento del 10 %, poi ha accettato il ricatto dell’U.D.C. che gli chiedeva il proporzionale con uno sbarramento del 4 %, mentre ora pare essere a zero con tutto, dato che i suoi alleati vanno tutti per conto loro come nelle esibizioni acrobatiche delle frecce tricolori…. invero molto belle (mi riferisco alle frecce naturalmente). Soltanto chi se la vede brutta, come la Lega, continua nelle sue penose e misere moine per non perdere definitivamente l’aggancio politico. La cosa è diversa per AN in quanto Fini, politicamente, ha maggiore forza contrattuale, ma non più di tanto; anzi sono assolutamente convinto che Fini mandi giù diversi rospi.. e sia costretto a fare di necessità virtù.
(Stalin, le frecce tricolori ed il nostro premier…)
Non mi pare che queste cose facciano far bella figura ad uno “statista”, alias Berlusconi, che si vuol definire un De Gasperi; io penso che neanche il suo “beneamato” nemico-komunista Stalin delle ex Repubbliche socialiste sovietiche, si sarebbe comportato a questo modo, prescindendo dalla dittatura…perché qui ci va di mezzo solo la statura politica, sia pur vista da angolazioni diverse.
ARNALDO DE PORTI.

Redazione1
4.12.2005 21:01
La vita bestia di Filippo Timi

Ufficio stampa
Raimondo Adamo
tel 0815520179 mob 3337365375
Grazie e saluti
Venerdì 9 dicembre 2005, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
La vita bestia di Filippo Timi
Il giovane vincitore del premio Ubu 2004 porta in scena il suo ultimo spettacolo, con la regia di Giorgio Barberio Corsetti
Una faccia da assassino, ma anche da modello di Vogue. E poi da pazzo, da Simon Le Bon dei poveri, da handicappato, da barbone, da ragazzo normale della parrocchietta, da depravato. Sono i mille "volti scenografici" di Filippo Timi nell’autoritratto teatrale La vita bestia, in scena, da venerdì 9 dicembre alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 18). al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, e di cui è anche autore.
Uno spettacolo, prodotto dalla Compagnia Fattore K, in cui il giovane attore, vincitore del premio Ubu 2004 come migliore attore under 30, si racconta. E’ da solo in scena, per dare voce e corpo ad una storia impastata di ricordi e di musica, nient'altro che sé stesso e la sua storia. I suoi traumi infantili, messi in fila sul palco in un monologo interrotto e sottolineato dalle musiche degli anni '80, dai cartoni animati, dai telefilm, sono un'occasione per l'attore di superarli, e, insieme con lui, tutto il pubblico.
La vita bestia è la storia di un’infanzia, adolescenza e quasi-maturità. La “tragedia” del primo amore fallito, la scoperta che la propria madre poteva sbagliare, il primo bacio, il sesso, i soldi, i sogni, le canzoni”; il tutto è raccontato con molta ironia che stempera ogni possibile banalità, dove anche il tema della disabilità è toccato con molta grazia e spontaneità, senza false censure. Il testo è un susseguirsi di immagini poetiche, ed il suo ‘montaggio’ è reso originale e dinamico grazie alla regia di Giorgio Barberio Corsetti, noto alle scene per la sua ampia sperimentazione, coadiuvato dalle luci di Gianni Staropoli, dagli oggetti di scena di Valentina Fusco e dall’assistenza di Raquel Silva. Nello spettacolo, che corre tutto d'un fiato sospeso tra il riso e il pianto, l'amore si respira. Amore come luogo dell'intimità ma anche come trasporto, pulsione primordiale, eros.
“La gente – racconta l’attore - oggi ha paura di amare. In giro non ci sono più esseri erotici. Non vedo più uomini che amano veramente le donne, e non vedo più donne che amano veramente se stesse. La bestia è un'immagine che avevo in testa e che mi ossessionava: sentivo un mostro che mi azzannava al collo. Quel mostro per me è la vita, e non si capisce se la vittima siamo noi o lei. Siamo noi i parassiti o lei? Ecco perché cerco di morderla questa vita; per riappopriarmene, e, attraverso questo spettacolo, trasformare questo morso prima in un ghigno e poi in un sorriso".
E’ il momento in cui si cerca di tracciare le linee, confuse e dolcissime, di un autoritratto, portato in scena, senza pudori e con grande, intelligente, auto-ironia. Arrivato al primo punto di svolta dell'adultità, dunque, Timi fa i conti con se stesso, con l'infanzia e con l'amore.
La vita bestia, di Filippo Timi, regia Giorgio Barberio Corsetti
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 9 al 18 dicembre 2005
Info e prenotazioni ai numeri +39081406062 +39081425958 email info@nuovoteatronuovo.it
internet www.nuovoteatronuovo.it Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali), ore 18.00 (domenica

Redazione1
4.12.2005 21:41
PARMÀLA di Luigi Boschi

PARMÀLA
"Datevi da fare -sollecita il sindaco Ubaldi- producete ricchezza altrimenti taglieremo i servizi: non possiamo permetterceli, non c'è sufficiente massa critica!" E se vi dicessero: "Tenetevi i vostri servizi! Ne facciamo a meno. Piuttosto, andate a casa; siamo diventati così poveri che non possiamo permetterci il lusso di essere amministrati, facciamo da soli!" Ma è più facile delegare la rapina della cosa pubblica che impegnarsi individualmente per valorizzarla! Un contesto che attenta continuamente la tenuta etica, la cui resistenza prospetta l'emarginazione della persona.
Al Ridotto del Regio è andato in onda il preliminare della piattaforma economica di cui si chiede formalmente il consenso, irridendo i valori democratici e celebrando invece quelli di mercato, per l'ormai obsoleto, promesso, mai visto "Rinascimento parmigiano".
Continua il Sindaco: "Il nostro nuovo ruolo è essere promotori di ricchezza!" Dal Loggione: "Si pär lor!" Voi, proprio voi dite di essere promotori di ricchezza? Forse distributori di ricchezza collettiva a pochi, attraverso gli appalti di ogni genere. e l'assalto legalizzato alla cosa pubblica lascia in eredità miseria in aumento!
Si sofferma ancora il Sindaco: "Bisogna crescere, abbiamo bisogno di dotarci di infrastrutture che rendano la città attraente per nuovi capitali. Venderemo parte del patrimonio mobiliare e immobiliare per investire in nuove opere". Cos'è la rincorsa alla modernità in epoca postmoderna? La lobby dei costruttori gongola! Appalti, subappalti, consulenze, società di scopo. Alè!!
Tutta l'attività amministrativa ridotta a opere, infrastrutture per sedurre capitali! Si ricostruisce la verginità di imprese corruttrici (e non potevano che essere tali posto il contesto e gli obiettivi) con la compiacenza della destra e della sinistra. La persona nel suo potenziale talento espressivo non esiste; la persona nella sua necessità relazionale un complemento; la persona nelle sue difficoltà della vita uno strumento da usare per l'economia assistenziale; i giovani solo una risorsa da sfruttare, nemmeno un luogo pubblico in cui coltivare il loro divenire, i loro talenti, senza essere rapinati; l'ambiente da lottizzare; il paesaggio in balia della speculazione immobiliare e da una vecchia, scadente progettazione architettonica; i beni storici uno strumento estetizzante per promuovere consumi turistici o da convertire in speculazione edilizia e commerciale. Tutto edulcorato da media locali in cui operano selezionati imbonitori mediatici doc, che si esercitano in spot non stop. Parma capitale d'Europa? Per ora un'opera buffa!
Ma quale credibilità! Quale credibilità può avere chi promuove questo sviluppo senza progresso, chi favorisce la concentrazione in pochi soggetti degli incarichi pubblici, chi esercita la lottizzazione partitocratica e dimentica le logiche meritocratiche, chi esercita il potere arbitrario e ricattatorio, chi specula sulla funzione pubblica e si presta ad assumere pluralità di incarichi, chi è in conflitto professionale e di interesse, chi pospone l'obiettivo del bene comune con quello del profitto, chi deprime le risorse e pratica il sottogoverno delle consulenze e degli incarichi, chi cela i progetti finanziati e non realizzati, chi pensa di spingere una città nell'esercizio di una competizione dopata delle infrastrutture e della cementificazione, chi sostiene un'economia senza responsabilità sociale, chi celebra il passato e deprime le coraggiose effervescenze culturali orientate al futuro, chi sperpera ingenti risorse collettive per celebrazioni con artisti strapagati via Montecarlo, chi sostiene le inutili riproduzioni burocratiche, chi usa la legalità e produce ingiustizia, chi si adopera e consente di parassitare la cosa pubblica, di speculare sul disagio delle persone. Finché non saranno rimossi questi ostacoli che determinano la credibilità di un sistema, finché i diritti di civiltà non diverranno obiettivi di un'economia avanzata, non possono sussistere le condizioni di dialogo. Il poeta F. Thompson: Tutte le cose sono legate da legami invisibili, non si può strappare un fiore senza turbare una stella.
La qualità di vita di un luogo non è determinata dal restyling estetico, dalle forme celebrative, da costose opere, funzionali di fatto, a ricchezze private! Gli assets principali di una comunità sono costituiti dalla capacità generativa, dalla solidarietà propositiva, dalla forza culturale comunitaria, dalla tenuta etica, dalla condivisione consapevole e partecipata di obiettivi futuri. Si assiste invece a un'amministrazione prodotta e generatrice di una società ridicola che si compiace nell'orgia alimentare animale (anche in tempo di aviaria), incapace di rispetto per la dignità delle diverse forme di vita, supina agli appalti devastanti, ai consumi industriali di cadaveri alimentari e loro derivati. e su cui basa la sua ricchezza economica, la sua immagine. Capace però di sussulto pubblicitario per i bocconi avvelenati! Forse che i lager dei suini, dei bovini, degli equini, macellazioni e lavorazioni annesse, per il piacere della gola, sono i loro parco giochi? Questa è una società al collasso che mente a se stessa, i suoi componenti sono infetti e il rischio è il contagio virale.
Non è il bilancio da contestare, i numeri da aggiustare, quali opere da realizzare. Molte furono le proposte, antesignane -fra il '96 e il 2001- sottoposte alle amministrazioni (il diritto alla prima casa, il museo del design alimentare, il comune digitale, il piano urbanistico on line in simulazione virtuale, idee per iniziative innovative, ecc), ma da cui non si è mai avuto risposta e se vi fu, fu negativa, altre fatte proprie e banalizzate: oggi sono rivendicati come progetti di visione strategica. Chi li propose fu e resta ignorato. A chi presentò un progetto di logistica per la città: gli fu tolta ogni licenza.
La cosa pubblica è "cosa nostra"! E'chiaro!. Riservata a una ristretta élite che decide. Il pueblo deve accettare quel che gli viene propinato e. pagare! Una finzione democratica rappresentativa in cui maggioranza e minoranza sono alleate. Avete devastato luoghi, avete reso invivibili aree, divenute ambienti per la depressione, le droghe, l'alcolismo, la prostituzione. il malaffare.quando c'erano invece tutte le condizioni per coltivare altri mondi possibili. Vi siete piegati e ripiegati alle speculazioni. Avete lasciato che la spremitura economica del boom industriale fosse fine a se stessa. Avete lasciato che aumentasse la povertà assoluta e relativa. Siete stati incapaci di indirizzare le risorse verso le nuove frontiere che avrebbero presentato nuovi orizzonti, generato nuove culture. Oggi si vorrebbero.ma non si sono coltivate! Un contesto culturale innovatore, aperto alla ricerca non lo si compra, si genera, costruendolo giornalmente, nel tempo.
L'esercizio sul confronto amministrativo sarebbe semplice, se vi fosse intesa etica, ma io non credo, e ne ho le ragioni, alla qualità etica di questa amministrazione, né a quella della sua opposizione; io non credo alla qualità etica di questa classe dirigente; io non credo alla loro visione, miope, demagogica, millantatrice, in malafede. La storia ne è testimone! Oggi le maggiori espressioni economiche dei parmigiani, fatte rare eccezioni, non sono più loro!! Io non credo a una classe dirigente di poltroni numerati dalle pratiche censorie, di emarginazione, incapaci di verità, dialogo, vera partecipazione. Maestri invece in quelle amico/nemico. Il loro agire è stato demolitore delle culture cognitive innovatrici e creative, che ora invocano subdolamente. Quante potenzialità lasciate andare a male!! Si è prodotto consapevolmente un danno alle persone, alla collettività. E non mi interessa se un esercito di affini nelle variabili di colore li ha votati.
Proposte e aggiustamenti amministrativi sarebbero un esercizio semplice se vi fosse fiducia etica, prima ancora che politica. Può esserci dignità politica, fiducia strategica amministrativa per costoro? Avrei preferenza di no!
Ditemi che non è vero, dimostratemi che mi sbaglio! Lo vorrei, come vorrei essere in errore!
Posso anche capire quanto sia difficile virare in corsa, convincere una comunità a cambiare, mentre si crede su una nave inaffondabile. ma senza il coraggio della verità, di affrancarsi da una rotta destinata all'iceberg, la fine è il Titanic. La verità è destabilizzante: già abbiamo avuto esperienze passate e presenti di cosa vuol dire. E i responsabili erano sempre lì, in prima fila! (Parma, 25 novembre 2005)
Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail: luigi.boschi@libero.it


Redazione1
4.12.2005 21:47
LETTERA ALLE DONNE ABORTITE. di luana de rossi

LETTERA ALLE DONNE ABORTITE.
di luana de rossi

Se penso che un CARDINAL RUINI e’ nato da una donna – mi viene da firmare nuovamente 100 – 1000 volte ancora per un aborto positivo.

LA CHIESA TORNA AD ESSERE INTOLLERANTE E REPRESSIVA – come mai e’ stata dopo il 1960... e il fatto che ci ritroviamo un PAPA che in tutti i libri viene pubblicato con il suo braccio destro alzato nel saluto fascista – mi fa venire ancor piu’ brividi.

QUESTA CHIESA E QUESTO STATO CHE non difendono i diritti delle donne cercando di relegarle nuovamente ad un ruolo sofferente – senza piacere – senza possibilita’ di decidere – di sbagliare ... autome al servizio ... MI FA INCAZZARE !

CARE DONNE – E’ UNA DONNA CHE VI SCRIVE... una donna che ha fatto mille peccati e mille e mille sbagli – pagandoli sulla propria pelle – UNA DONNA che e’ fiera di quanto ha commesso – perche’ quegli errori mi hanno insegnato ad essere forte oggi e umana in altre azioni che sembrano simili alle mie esperienze e non.

SONO IL MIO PERCORSO CHE NESSUN ALTRO DEVE DECIDERE CON DELLE LEGGI... sono la mia storia – che ho potuto vivere da sola – in uno STATO che mai mi ha riguardato ne mai credo si sia preoccupato di me e delle donne.

PROSTITUTE ALLO SBANDO – considerate sporche... da internare mercificare con la LEGGE SULLE CASE CHIUSE... l’importante e’ che siano sane ... in modo che il padrone puo’ sfogare i suoi bisogni la sua solitudine senza correre pericolo – senza farsi domande - ... L’IMPORTANTE E’... CHE AD OGNI PRESTAZIONE PAGHINO LE TASSE... cosi’ che uno STATO MAIALE possa prendersi la sua parte... e che non stiano in strada... COSI’ CHE UNO STATO TREMENDO COME QUELLO FASCISTA... possa dire guardate... com’e’ pulita la mia citta’.

Prendetevela con chi le sfrutta – e lasciateci decidere il nostro destino... oppure date accoglienza e protezione in modo che chi non vuole puo’ cambiare strada e vita.... ma NON SFRUTTATE – NON INTROMETTETEVI SU CIO’ CHE NON CONOSCETE... il corpo FEMMINILE LE IDEE – GLI AMORI E LE PASSIONI.

E SIAMO AL CONTROLLO PER L’ABORTO... IL CARDINALE RUINI E LA CHIESA SONO LI’ – AVVOLTOI....INVIANO ISPETTORI DI DIO A CONTROLLARE COSA FACCIAMO – COSA SCEGLIAMO...perche’ un aborto e’ un gioco e’ una passeggiata... MA SOPRATTUTTO PERCHE’ PRIMA DELL’ABORTO – PRIMA DELLE NOSTRE DRAMMATICHE DECISIONI... C’E’ UNA CHIESA CHE PENSA AGLI ADEPTI... se noi NON facciamo piu’ figli il cattolicesimo scompare – non hanno piu’ fedeli – se noi siamo serve DELLO STATO E DELLA CHIESA – quindi degli uomini CONTINUEREMO A PARTORIRE MOSTRI segnati da queste regole e destino.

MA possiamo decidere cosa e’ giusto e cosa e’ sbagliato... e magari fare l’amore anche provando piacere – e scegliere di andarsene altrove quando non lo proviamo quando non c’e’.

SIAMO PER IL DIVORZIO – quando ci picchiano o vogliono negarci la propria capacita’ di vivere... SIAMO PER IL DIVORZIO – quando un maschio prepotente vuole solo cucina e casa per noi... una specie di galera dove si tinge di bianco il muro per farci sembrare libere in un manicomio.

UN PRETE DALLA FECCIA DEL CARDINAL RUINI – CON LE SUE MANINE BIANCHE E UNA CAPPELLA IN TESTA ROSSA... non dimenticatelo ... i simboli hanno fatto la storia – soprattutto la nostra drammatica storia... SI PERMETTE DI DIRE CHE ABORTIAMO FACILMENTE...

CHE CI DIVERTIAMO ... per questo bisogna mettere le guardie DELLA CHIESA alle porte dell’inferno... CI DIANO I SOLDI DELLO IOR – DELL’ICI – L’OTTO PER MILLE A NOI... e ci sarebbe un’altra aria nel paese... nel paese delle donne.

FATICHIAMO IN TUTTO IL MONDO – SGOBBIAMO COME ASINE... IL 70 PER CENTO DI TUTTO QUELLO CHE GIRA SULLA MADRE TERRA LO COLTIVIAMO NOI... SIA CARNE CHE FRUTTA... SIA ACQUA CHE PRATI... SIA CIELO CHE FIGLI... e ci dobbiamo qui’ subire le angherie di quelle manine bianche puzzolenti che intendono decidere sulla sorte delle altre ?

DELLE MIE REALI SORELLE ?

GIA’ – NOI STIAMO SEMPRE ZITTE... ci hanno abituato ad ascoltare a non dire mai la nostra – per questo forse abbiamo fantasie e desideri... per questo campiamo piu’ degli uomini... SOGNIAMO E CI DIAMO DA FARE TUTTI I SANTI GIORNI.

NOI NON ABORTIAMO PER GIOCO... SAPPIAMO QUELLO CHE FACCIAMO – NON ABORTIAMO PERCHE’ SIAMO IL FRUTTO MALATO DEL PECCATO...

NOI ABORTIAMO SENZA RIDERE... E PIANGENDO PER IL RESTO DEI GIORNI CHE VERRANNO...

ABORTIAMO PERCHE’ abbiamo amato troppo

ABORTIAMO perche’ non possiamo rischiare la nostra vita

Perche’ malate

Perche’ sole e tristi

ABORTIAMO perche’ ci hanno violentate

Perche’ si sono approfittati di noi

PERCHE’ CI HANNO FATTO CREDERE AL MERAVIGLIOSO

...e poi ci siamo ritrovate nel marcio della quotidianita’ – FARE SESSO in cambio di lavoro e non parlo solo di quello nelle strade – ma negli uffici – nelle cosi’ dette sfere sociali.

CI UCCIDONO ANCHE quando non vogliamo abortire...

Ma ABORTIAMO perche’ il bimbo nascera’ con patologie gravi tanto che la sua vita sarebbe brevissima.

ABORTIAMO perche’ povere economicamente e con i 1000 euro di quello sciocco ministro dell’economia ci compriamo tre pacchetti di pannolini e stop.

Perche’ siamo state costrette a giacere senza provare nulla.

ABORTIAMO perche’ i soldati si proprio loro... passando IN IRAQ IN AFRICA IN MEDIO ORIENTE ... con le loro idee malate e sicuri di esportare la liberta’ – ci spogliavano costringendoci sotto i mitra a fare quello che volevano inseminandoci di bandiere americane francesi o anti musulmane... di idee che non ci appartengono.

ABORTIAMO perche’ non e’ possibile... guarda fuori cosa c’e’ ? ... nulla per noi

ABORTIAMO perche’ la CHIESA afferma che non si possono usare gli anticoncezionali – e lui non puo’ mettere il preservativo... COSI’ IN AFRICA CI BECCHIAMO – prima dell’aborto L’AIDS... e nostro figlio – se tutto va bene – anche in amore... e lui mi ama come io amo lui... nascera’ con il rischio di ereditare questa malattia per il futuro che gli dono.

ABORTIAMO perche’ veniamo dalla RUSSIA dove avete esportato la prostituzione... che noi non conoscevamo... ma abbiamo fame – perche’ avete esportato anche il CAPITALISMO che ci ha massacrato economicamente... e quindi diamo sesso in cambio di pane... MA COSA DAREMO AI NOSTRI FIGLI DI CUI NON SAPPIAMO NULLA ?

ABORTIAMO ANCHE IN OCCIDENTE e per mille e depravati motivi tragici... lo facciamo per passione – perche’ ci convincono – perche’ una sera in macchina ... io non sapevo nulla di sesso.

E QUANDO CAZZO COMINCERETE A INSEGNARLO NELLA SCUOLA ?

ABORTIAMO PERCHE’ SI ASSUMONO ALTRI PROFESSORI DI RELIGIONE – SCELTI DALLA CURIA E CHE PAGA LO STATO... CHE NON CI INSEGNANO UN PAIO DI OVAIE CHE COSA SONO... a cosa serve l’utero – cose’ un’orgasmo... e allora mi domando che ci sono a fare questi signori inutili umanamente e teologicamente ?... NON ERA DIO IL PRIMO A PARLARE E A DIFENDERE SESSUALITA’ E PROSTITUTE ?

ABORTIAMO PER QUESTO... e giuro’ che in mille anni passati all’interno di un luogo – per brutto o bello che sia ... in cui c’era una donna ad abortire... NON HO MAI VISTO UNA DI LORO SORRIDERE ... SEMMAI HO VISTO SEMPRE UNO STATO ASSENTE E DALLA PARTE DEGLI UOMINI.

AFFINCHE’ LA CHIESA TORNI A PREOCCUPARSI SOLO DEI FATTI DI RELIGIONE – NON ECONOMICI NON DEL SESSO – NON DEI PROPRI INTERESSI SULLA NOSTRA PELLE... chiedo una firma...NON contro il CARDINAL RUINI MA CONTRO L’IDEA CHE EGLI RAPPRESENTA... CHIEDO UNA FIRMA CONTRO tutti coloro che la pensano come questa persona – CHIEDO UNA FIRMA PER I DIRITTI DELLE DONNE – chiedo una firma per protestare contro la REPRESSIONE – per la liberta’ – CONTRO IL RAZZISMO – E LO SFRUTTAMENTO... chiedo una firma... e non solo di donne per donne – ma di esseri umani che capiscano quanto dolore e umiliazioni ci arrecano coloro che sono al POTERE – tutti i giorni...dai tempi dei tempi ... fino a due minuti fa’ .

Invia la tua firma – nome e cognome e professione – alla mia email –

aaluana@tiscali.it

LE CONSEGNEREMO A CHI DI DOVERE E LE PUBBLICHEREMO IN QUESTA PAGINA WEB – COME MANIFESTO DI PROTESTA ALL’INCIVILE SOCIETA’.

http://artenamir.interfree.it

un abbraccio ... luana de rossi.

Redazione1
4.12.2005 21:53
Contrasto al disagio giovanile di C.Abbondanza

NOTA STAMPA DEL 03.12.2005

La Casa della Legalità di Genova - Osservatorio sulla Criminalità e le Mafie, presenta pubblicamente il progetto della Fondazione Antonino Caponnetto per l'educazione alla Legalità e Giustizia Sociale e per il contrasto al disagio giovanile ed il recupero della devianza minorile.
Un progetto articolato in tre moduli, al fine si poter rispondere con maggiore efficacia alla necessità di una rinnovata cultura della Legalità e di contrasto alla cultura ed attività mafiosa.
Il progetto presentato al Comune di Genova per la legge regionale sulla Sicurezza vuole essere un contributo concreto alle attività di prevenzione a Genova ed in particolare nel territorio compreso tra Centro-Ovest, Ponente e Val Polcevera. Il progetto, che ha registrato la condivisione della Circoscrizione Val Polcevera, è frutto di una ampia rete di soggetti, laici e cattolici, e volontari attivi nel territorio.

Per ulteriori informazioni: www.genovaweb.org <http://www.genovaweb.org>

Si resta a disposizione per ogni eventuale ulteriore necessità di informazione


Christian Abbondanza
Simonetta Castiglion
(tel. 010.6456385 cell. 392.4682144)

Redazione1
4.12.2005 21:56
Al mercato dei beni culturali. a cura di A.Agostini

da eddyburg novembre 2005
Al mercato dei beni culturali
Data di pubblicazione: 17.11.2005
Settis, Salvatore

Un altro preoccupante attentato al bene pubblico. Un’altra legge da fermare o, domani, abrogare. La denuncia da la Repubblica del 16 novembre 2005 e di PatrimonioSOS

Il fondamentalismo aziendalista del governo Berlusconi emette dal letto di morte i suoi estremi (ed estremistici) sussurri e grida. Secondo un documento distribuito a tutti i ministri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta "la realtà dello sfruttamento del bene culturale si inquadra a pieno titolo nell´economia d´impresa. In particolare stiamo parlando di una impresa del settore tempo libero-turismo culturale". Coerenti con questa impostazione sono le conseguenze..
Coerenti con questa impostazione sono le conseguenze.
"la gestione (dei beni culturali) dev´essere improntata a logiche imprenditoriali che producano reddito attraverso una impresa ad hoc, proprio perché (il reddito è) destinato a sostenere la conservazione e la fruizione (…) Lo sfruttamento del bene pubblico risponde alle logiche del mercato e collima, sua sponte, con le esigenze della fruizione e della conservazione, poiché il bene è esso stesso il fattore di produzione della impresa". In questo credo iperliberista, il mercato è tutto, regola tutto, è onnipotente. Il bene culturale esiste per essere sfruttato, e solo in quanto produce reddito potrà essere conservato e fruito dai cittadini. Se non produce reddito, è il corollario implicito, liberiamocene velocemente. Non esiste nella Repubblica nulla che meriti il nome di cultura, tradizione, memoria storica, identità nazionale: esiste al massimo il turismo culturale, ed esiste perché può produrre reddito. Si capisce così perché il taglio ai bilanci degli archivi di Stato sia arrivato al 70%: gli archivi non sono fra le mete del turismo culturale. Per la stessa ragione, si mortificano gli Istituti storici nazionali, si licenzia in tronco la Giunta centrale per gli studi storici assoggettandola allo spoil system, si pongono funzionari amministrativi alla testa di soprintendenze territoriali.
Questa offensiva d´inverno arriva, come di rito, in stagione di Finanziaria, e si giova del periodico pianto greco sulla crescita del debito pubblico: un problema, beninteso, drammaticamente reale. Ma come risolverlo? Mettendo a reddito i musei, sostiene Letta. L´illustre giurista Giuseppe Guarino ha un´idea ancor più radicale. In una relazione tenuta a Roma il 26 ottobre egli ha osservato che le enormi (e crescenti) dimensioni del debito pubblico in Italia sono tali da far temere una crisi irreversibile. La soluzione, per Guarino, è di monetizzare la proprietà pubblica, e per tale egli non intende solo le partecipazioni in borsa, quotate e non quotate, o i beni immobili di proprietà pubblica, bensì anche "i beni immobili di interesse storico, archeologico e artistico che sono giuridicamente inalienabili. Per immettere sul mercato tali beni bisogna fornirli di un reddito, ed insieme abrogare, con atto avente forza di legge, il vincolo della inalienabilità". Insomma, Guarino – rimuovendo dal suo scenario la Costituzione – propone un´edizione riveduta e corretta (in peggio) della Patrimonio S. p. A., che come ognun sa si è rivelata un clamoroso fallimento, anche se resta in piedi col suo largo corrredo impiegatizio, come tanti altri enti inutili, accrescendo la spesa pubblica anziché contenerla.
Ma c´è chi continua ostinatamente a credere che il patrimonio culturale ci sia solo per essere "sfruttato", non sia che una fonte a cui attingere per rimpolpare le magre casse dello Stato. Si evita accuratamente di analizzare gli sprechi che sono sotto gli occhi di tutti, e si rimuove dalla coscienza pubblica il più devastante spreco di risorse che ci attende, quello che metterà in ginocchio l´Italia se verranno attuate le devoluzioni imposte dalla riforma costituzionale leghista, irresponsabilmente controfirmata da tutta la maggioranza. Si chiudono gli occhi di fronte alla gigantesca evasione fiscale: secondo una stima del ministero dell´Economia ("Il Sole-24 ore" del 19 luglio di quest´anno) le tasse evase ammontano ogni anno a 210 miliardi di euro. E´ una stima conservativa: come ha scritto Vladimiro Giacché, sulla base di dati della Guardia di Finanza si potrebbe arrivare a una stima ben più alta, 410 miliardi di euro l´anno. Ma l´evasione fiscale non si può toccare, in un Paese il cui presidente del Consiglio ama elogiare l´economia sommersa e l´evasione fiscale, e farlo in un discorso alla Guardia di Finanza (11 novembre 2004), e in cui si susseguono senza tregua e senza pudore condoni su condoni.
La questione del patrimonio culturale è, su questo sfondo desolante, doppiamente centrale: perché l´esecuzione sommaria prospettata da documenti come quelli citati ignora e calpesta la Costituzione e le molte sentenze della Corte che ribadiscono la primarietà del valore culturale su quello economico. Ma anche perché dimostra l´incompetenza tecnica di chi ritiene che i costi di gestione dei musei e dei monumenti si possano coprire "mettendoli a reddito", con maldestro riferimento al modello americano. Negli Stati Uniti, i musei privati non coprono mai più del 15-20% dei costi di gestione con ricavi propri. Il resto è coperto dal loro endowment (che è spesso di svariati miliardi di dollari), debitamente investito, o da donazioni. La rilevanza economica del patrimonio culturale si calcola sulla base dell´indotto che innesca, non dei ricavi diretti che produce. Dovrebbero averlo capito anche i bambini. In questo scenario di improvvisazioni e di imboscate ai danni del nostro patrimonio culturale e della Costituzione, più urgente ancora è, nella vigilia elettorale che attraversiamo, che tutti i partiti, finora chiusi in uno strano riserbo, dicano a chiare lettere quali sono i loro progetti su questo fronte tormentato.

Redazione1
4.12.2005 22:01
PORTIAMO AL MARE L’ENTROTERRA di A.V.Gelormini

PORTIAMO AL MARE L’ENTROTERRA
di Antonio V. GELORMINI
Chissà se le cicale del turismo, abituate in genere più a sperare che a osare, abbiano ancora voglia di frinire dopo i dati pervenuti dall’Organizzazione mondiale del turismo sull’andamento del settore. Dati che registrano il 2005 come l’annus orribilis per il turismo in Italia.

Dopo le aspettative deluse (tutte basate sulla speranza), oggi si parla di tradimento dei turisti, che calano del 7,2% nei primi sei mesi, per quanto riguarda gli arrivi internazionali e una tendenza per il resto dell’anno destinata a rimanere nella scia dei segni negativi, nonostante l’incidenza dei mesi estivi, che di solito danno una mano alla determinazione finale della media complessiva. Risulta negativo anche il dato rispetto al fatturato, che cala del 4,1%.

La nota preoccupante, in verità, non è data tanto dagli indici negativi citati, peraltro preventivamente temuti dalle analisi più attente e inutilmente negati dagli addetti ai lavori. Quanto il dover registrare di essere gli unici in Europa a retrocedere, in un generale trend di crescita del turismo a livello mondiale.

In Spagna, nel solo agosto, gli arrivi sono cresciuti del 6% e le entrate dell’1%. La Gran Bretagna, addirittura, marca più 11% negli arrivi e più 10% negli incassi. Crescita a doppia cifra di Turchia, Grecia e Israele, ma anche di Paesi più piccoli come la Serbia & Montenegro e la Repubblica di Macedonia. Ma è col dato dell’Austria, che vede gli arrivi crescere del 2% e le entrate valutarie diminuire del 3%, che si evidenzia più chiaramente l’altro punto dolens che questa volta però tocca tutti, anche se in misura più o meno vistosa.

La conferma di tempi difficili per tutti e la testimonianza della contrazione generalizzata della cosiddetta ‘spesa in vacanza’, in presenza, comunque, di un forte bisogno e di un desiderio sempre vivo della gente di viaggiare e di andare in vacanza.

Questa situazione, però, mette anche in evidenza quanto sia stata poco lungimirante la furbata, tutta italiana, di un adeguamento all’euro disinvolto e truffaldino, che ha visto lievitare i prezzi in maniera sconsiderata, con la famigerata applicazione di una parità nei fatti di 1 euro = 1.000 lire.

Non a caso i flussi di turisti di area tedesca hanno immediatamente risentito del venir meno di un incentivo formidabile come la potenza del marco sulla lira. Il colpo di mano sui prezzi è stato peggio di una manovra sul tasso di sconto, ma l’essersi accontentati dell’uovo subito, ha spalancato le porte di destinazioni alternative e più convenienti.

D’incanto il sole italiano è diventato più freddo, il mare meno salato, le sdraio più scomode e gli ombrelloni più trasparenti. Ed è stato sfatato anche l’alibi della minaccia terrorista, che tiene lontani i turisti dall’Italia. Inghilterra ed Israele, malgrado le bombe, tirano molto di più delle nostre coste, sempre più costose.

In questo scenario l’Italia risulta la principale destinazione europea in crisi. Alle coste italiane i turisti ultimamente preferiscono i porti della Croazia o della Turchia, le sabbie di Sharm el Sheik, i sapori speziati di Marocco e Tunisia. Resistono, invece, sul mercato turistico le città d’arte, gli itinerari culturali, i viaggi religiosi, i festival e le mostre delle grandi città da Napoli a Roma, da Mantova a Ravenna.

Se tale è la realtà che emerge dagli studi di settore, sono forse maturi i tempi per fare con coraggio una scelta programmatica capace di ridare una forte identità all’offerta turistica del nostro Paese e della Puglia in particolare. Dare dignità e portare al centro della proposta globale l’entroterra. L’entroterra quale fonte inesauribile di opportunità per se stesso e per la costa, una risorsa senza eguali di proposte originali, il vero valore aggiunto all’offerta turistica balneare, che specialmente nella nostra regione resta senza dubbio l’attrattiva primaria.

In definitiva, il problema non è solo come dare forza attrattiva ad un marchio (nazionale o regionale) forse mai valorizzato abbastanza, quanto quello di riappropriarsi di una capacità creativa e di una spiccata passione per l’originalità, in grado di qualificare e rendere più attraente la nostra proposta turistica. Ma soprattutto, come riuscire a rendere più competitiva un’offerta costretta a fare i conti con una domanda mortificata dai riflessi recessivi, non più incline ad indici di spesa incontrollati e bombardata quotidianamente da innumerevoli e allettanti proposte low cost.

Redazione1
4.12.2005 22:06
FAMIGLIA E GIUSTIZIA di Communitas 2002

FAMIGLIA E GIUSTIZIA
E' purtroppo sempre più di attualità il tema della famiglia in rapporto a
vicende giudiziarie che allarmano le coscienze.
Di fronte a spettacolarizzazioni indecenti, sentiamo sempre più il bisogno
di riflettere su basi più profonde e documentate.
Monica Vitolo, al recente convegno della sezione Communitas 2002 - Napoli,
ha fatto una approfondita relazione su una ricerca sul Disagio Giovanile.
Segnaliamo pertanto l'uscita del volume di cui all'invito allegato.
"Vicende familiari e giustizia"
Collana: Questioni di Psicologia Giuridica
Edizioni Sallustiana

Redazione1
26.12.2005 11:52
1° gennaio, quello che nessuno dice sulla Pace

nel messaggio del Papa per la giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2005 troverete parole che nessun servizio televisivo riporta... ad esempio:
Paragrafo 4: "Quando viene a mancare [...] il rispetto di quella grammatica del dialogo che è la legge morale universale, scritta nel cuore dell'uomo, quando viene ostacolato o impedito lo sviluppo integrale della persona e la tutela dei suoi diritti fondamentali, quando tanti popoli sono costretti a subire ingiustizie e diseguaglianze intollerabili, come si può sperare nella realizzazione del bene e della pace?" Paragrafo 6: "Tutti gli uomini appartengono ad un'unica e medesima famiglia. L'esaltazione esasperata delle proprie differenze contrasta con questa verità di fondo. Occorre ricuperare la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino, in ultima istanza trascendente, per poter valorizzare al meglio le propriue differenze storiche e culturali, senza contrapporsi ma coordinandosi con gli appartenenti alle altre culture. Sono queste semplici verità a rendere possibile la pace[...].
Paragrafo 1: "[..] ... non si possono non registrare con rammarico i dati di un aumento preoccupante delle spese militari e del sempre prospero commercio delle armi [...]. Quale avvenire di pace sarà mai possibile, se si continua ad inestire nella produzione di armi e nella ricerca applicata a svilupparne di nuove? [...]. Paragrafo 15: " I primi a trarre vantaggio da una scelta per il disarmo saranno i Paesi poveri, che reclamano giustamente, dopo tante promesse, l'attuazione concreta del diritto allo sviluppo[...]"
Sono solo alcuni passi del messaggio che invito tutti a leggere. Vi si troverà la condanna al terrorismo ma anche la condanna a chi pratica la "menzogna" per
raggiungere i propri fini..., c'è la condanna ai sistemi ideologici e politici del secolo scorso che hanno condotto allo sfruttamento e alla soppressione di un numero impressionante di uomini e donne (anche se ci si può leggere giustamente anche riferimenti ai sistemi totalitari comunisti e nazisti, non viene mai citata la parola comuniso o comunisti, contrariamente a quanto detto nei titoli dei telegiornali e dei giornali). E con grande sollievo per l'amico Giando Ratzinger parla di peccato riferendosi alla "menzogna". Parafgrafo 5: "Alla menzogna è legato il dramma del peccato con le conseguenze perverse, che hanno causato e continuano a causare effetti devastanti nella vita degli individui e delle nazioni." ... " L'autentica ricerca della pace deve partire dalla consapevolezza che il problema della verità e della menzogna riguarda ogni uomo e ogni donna, e risulta essere decisivo per un futuro pacifico del nostro pianeta."
Piochè io non ho la necessita di essere diplomatico come il pontefice... dico che i grandi peccatori davanti a Dio sono in qusto caso Bush con le sue menzogne sulle armi di distruzione di massa, con le sue menszogne suoi bombardamenti "proibiti" a falluja (non so come si scrive) e con Busch quanti l'hanno assecondato a cominciare dal Governo Italiano e in particolare i vari Pera, Casini, Buttiglione e confraternita allegata. Scusate per la lungaggine e grazie pèer chi ha avuto la pazzienza di leggere.
Marco M

Redazione1
26.12.2005 12:05
Vecchi Giovani di L. Boschi

VECCHIGIOVANI

Si è vecchi perché si è tornati giovani. La vecchiaia è la gioventù che ritorna. La spensieratezza con in più un po'di esperienza. Ma l'entusiasmo non cambia. E' l'entusiasmo mentale che conta. Lo spirito che negli occhi si rivela. Ah! Non si fanno più calcoli, non si cerca un tornaconto, non si cerca di prevalere... Si ascolta, si dice quel che si pensa, il potere non ti entusiasma e non ti affascina, cerchi di dare con gioia te stesso, la tua esperienza. Cerchi di darti tutti i giorni un nuovo mondo. Non hai voglia di spiegare.vuoi solo capire. L'intuizione sostituisce il lento, faticoso, spesso inutile processo. Fuori dalla mediocrità dell'adulto, di quando stai in mezzo alle cose... degli omini che corrono agli ordini di qualcuno e seppelliscono la gioia di vivere!. Per cosa? Per l'illusione del potere e del denaro! Disposti a tutto, a sradicare gli alberi della bellezza, dell'etica, della giustizia, della solidarietà. Il paraocchi impedisce loro altre visioni.
Guardi e provi ora pratiche nuove, per non fossilizzarti, ma così, come il bambino sperimenta nuovi giochi e scopre nuovi mondi...dove vuole solo essere contento. Non ti lasci prendere dagli incantatori di serpente, li schivi o li guardi con pietà. Ancora lì a suonare il piffero!! Ma dai! Non vuoi più responsabilità inutili. Sei distaccato dall'imposto, ripetitivo, spesso stupido fare quotidiano. Ma perché lo fanno, perché l'hai fatto? Ti chiedi. Ti ritrovi nel piacere del silenzio. Continui a guardare da una finestra il mondo.cerchi di capire cosa fanno, perché!! Ascolti l'aria, senti volentieri il sole... in casa riassapori i gusti del cibo, della cucina... che coltivi ora come i tuoi vecchi coltivavano l'orto. I libri, la musica ritmano le ore. Vivi alla giornata..Cammini. Non accetti il giogo ridicolo, se poi non lo hai mai portato!! Guardi al futuro. Ricordi il passato. Il tempo è andato e tu sei lì con i tuoi difetti, con i tuoi sbagli, le tue delusioni, i tuoi momenti di gioia, di felicità, la tua incapacità. Ti senti libero da una gabbia sempre pronta a rinchiuderti. Stai attento alle trappole che minano la libertà. Si ritorna alla dimensione del gioco, e non la vuoi perdere. l'arte è gioco e la vita è arte! Il vecchio è Dadà! Fai le cose perché ti piace farle, ami il desiderio di relazioni vere. tutti i giorni cerchi di sorprenderti... e vuoi solo amore. Ami le storie, cerchi di viverle, riviverle, raccontarle. Non guardi al compromesso, ma la verità. Dai affetto e lo cerchi. Vai a letto stanco, dormi. Gusti il letto da cui sai che un giorno non ti alzerai più. Dormire è avvicinarsi lentamente alla morte. Tutti i giorni si muore qualche ora. La morte è vita senza risveglio. Continui a dormire in terra e a vivere in un altro mondo. Un tramonto infinito, un'alba eterna...per tutti. I geni non sono mai arroganti, ma deliziosi.come i vecchi e i bambini. Buon Natale a tutti i vecchi. (Parma, 17 dicembre 2005)
Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail: luigi.boschi@libero.it


Redazione1
26.12.2005 12:07
Sommi Sgarbi, di Luigi Boschi

SOMMI SGARBI

Un'intervista di servizio promozionale al regio sovrintendente di Proczynski, Meli, palesemente concordata nei contenuti, intrisa di trasparente ignoranza giornalistica e pubblicità occulta, è andata in onda sull'"agorà" della TV parmense. Zeffirelli, non presente, fatto passare per un bizzarro, vecchio patetico. Due lauree e l'esame da giornalista per riuscire in tale impresa! Complimenti.Sommi!! Non si può certo parlar di buona fede! In terra di bolliti misti la cultura è servita così: stracotta. Chi di musica sa, vien tenuto in disparte o attivato saltuariamente con gettone da precariato: "accattatevillo" docet. A Parma si può: raccomandati assunti in redazioni (per non far eccezione al costume italiano), giornalisti che fanno uffici stampa, uffici stampa che fanno da giornalisti, giornalisti imbonitori che edulcorano i progetti del potere. E' la commedia italiana all'opera! E l'Ordine professionale sta a guardare! Solo attento a gestire le iscrizioni economiche, le rendite di posizione e le finte rivendicazioni sindacali. Il conflitto professionale oltre che di interesse pervade il paese e si riproduce come la matriosca. Tutti zitti, omertosi per il timore dell'emarginazione e prestatori di servizio per la difesa del proprio particulare.
Meli più che un sovrintendente è un piazzista in loco del magnate monegasco Proczynski che consapevole della compiacenza istituzionale due ne ha voluto, in terra di maiali confezionati, attenti ai suoi servigi artistici: Baratta da anni funzionale alla Regione con la Fondazione Toscanini e Meli neo acquisto della Fondazione Regio, in pectore al Sindaco, presidente dell'autocelebrata "Parma capitale della musica".e che musica! Da Montecarlo, il noto agente, propone un immaginario culturale con noti, consenzienti artisti, attraverso cui sottrae, con il placet delle istituzioni, cospicue risorse pubbliche in moneta contante alla collettività. Che questi artisti possano essere ingaggiati solo via Montecarlo la dice lunga sulla qualità etica che sostiene le loro performance volute dai sovrintendenti compiacenti con avallo politico. Ma questo è lo spettacolo!! E i delegati della res pubblica agiscono indisturbati nella civitas ignoranza degli appassionati che plaudono all'intrattenimento. Una situazione che irrita alquanto gli agenti nazionali dello spettacolo però che non gradiscono questo fare del gentil uomo rivierasco. Gli agenti italiani sembrano stanchi di subire le protette maniere elusive monegasche funzionali al potere. Non ci sarebbe da stupirsi se fra qualche anno scoppiassero nuovi casi Pavarotti con implicazioni di Presidenti di Regione, Sindaci e Sovrintendenti!! Per ora a "Parma capitale della musica" si può!! Che capitale sarebbe? Della Musica? Ma va là!! Sì, auto eletta da loro.il clan dell'opera buffa! Un giochino del potere che consente operazioni interessanti. Che vuoi che sia un po'di elusione fiscale e connivenza rispetto ai junk bond, ai Paccini Battaglia, al metanolo, alla diossina, a carni e uova marce, ai suicidi sospetti, ai dolosi piani urbanistici. E' il "Nordest" di Carlotto in Padanìa. Che fanno le Procure in Italia? E la Guardia di Finanza? E la cosiddetta Italia dei valori.bollati? Vanno all'opera!! Il biglietto? Fan parte del "concerto" delle autorità. Insomma!! E' il "sistema Parma". funziona! Se lo dicono sempre tra loro che devon far sistema. Repubblica delle banane? No dei fichi d'india. Lo diceva uno che ne sapeva qualcosa! (Parma, 12 dicembre 2005)
Luigi Boschi
Tel 333 7363604 e-mail: luigi.boschi@libero.it


Redazione1
26.12.2005 12:20
Una legge truffa per vincere le elezioni. di A.DE Porti

UNA LEGGE TRUFFA PER VINCERE LE ELEZIONI !


Da qualche minuto, sono ora le 11.20 del 14/12, è stata approvata la nuova legge elettorale che, dopo la promulgazione della presidenza della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale sarà – come da prassi – legge dello Stato.
A questo proposito, voglio dire a caldo ed a voce alta di vergognarmi di essere cittadino italiano ! Non giustifico solo la vergogna perché, a suo tempo, il referendum aveva deciso per il maggioritario, ma perchè questa legge è stata votata per un evidentissimo tornaconto di parte, al fine di arginare le perdite massicce di questi ultimi anni e soprattutto di quelle che, l’attuale maggioranza, subirà alla prossima tornata elettorale.
Gli interventi che si sono succeduti al senato, in particolare quelli di D’Onofrio, Nannia e Pastore, non possono certamente definirsi interventi parlamentari ma sputi al fiele contro il centro sinistra: le offese indirizzate a Prodi da parte dei predetti tre soggetti verso i quali va tutto il mio incondizionato disprezzo, hanno avuto la facoltà di indignare le coscienze delle persone per bene.

Questa legge ha tutti i crismi della truffa: essa infatti espropria i cittadini, privati di esprimere le preferenze, presenta liste bloccate, ha sbarramenti flessibili e disegni variabili, farà saltare tutti i tetti di spesa nel senso che, chi è più ricco, potrà fare ciò che vuole per la propaganda elettorale, produrrà trasformismi ad ogni pié sospinto.

La politica delle tre punte, Berlusconi-Fini-Casini, finirà poi per determinare il caos in quanto ognuno di questa “triade” pretenderà il voto a danno dell’altro, altro che programma unico con unico candidato premier !

L’Italia non ha bisogno di questo. Mi auguro pertanto che gli Italiani sappiano restituire orgoglio e dignità al nostro paese alle prossime elezioni: mai in vita mia ho assistito a tanta ipocrisia e malgoverno.
Va detto che questa maggioranza, con ben 100 deputati in più e 41 senatori pure in più, ha dimostrato, durante questa legislatura, che non è stata la legge maggioritaria che ha fallito, ma il centro destra !

E quando una legge viene fatta ad uso e consumo di pochi, come quella testé approvata, essa ha un unico nome di battesimo: TRUFFA ! Anche perché questa maggioranza dei grossi numeri è minoranza nel paese. Ormai da anni !

Arnaldo De Porti

Redazione1
15.01.2006 09:55
Tutta acena in Valle Susa

Circolo Valle Susa

Cari soci,
siamo lieti di invitarvi alla Cena Solidale che avverrà sabato 28 gen. ’06 alle ore 20 presso la “Cascina Roland” di Villarfocchiardo, il contributo è di €. 24,00 adulti e €. 14,00 bambini.
Parte del ricavato della “Cena Solidale” servirà a contribuire alle spese sostenute per favorire le cure mediche del piccolo Igor Budkovski affetto da aneurisma cerebrale e curato a Firenze presso la Clinica Meyer.
(è consigliata la prenotazione al 335.1245577 – 011.9641908)
E’ previsto un menù tipico della zona e uno Vegetariano da specificare alla prenotazione.
Alla serata parteciperà: un funzionario dell’Ambasciata Bielorussia, il Prof. Genitori e il Dr. Giordano della Clinica Meyer di Firenze,
Igor e la Mamma, oltre ad autorità dei vari comuni della Valle, e autorità istituzionali della Regione e della Provincia di Torino.
In questa serata presenteremo sia il resoconto delle attività svolte nel 2005 che i nuovi progetti 2006 da svolgersi sia in Bielorussia che in Italia e verranno proiettati alcuni video informativi.
Inoltre avverrà l’estrazione della sottoscrizione interna a premi creata per raccogliere fondi da destinare ai progetti 2006.

Al pomeriggio, alle ore 15 nella stessa sede in “Sala Convegni” si terrà l’Assemblea del circolo aperta a tutti i soci e non, dove presenteremo tutte le attività svolte e da svolgere.

Certi di vedervi numerosi, così da rendere veramente significativa la giornata.

Il Presidente
Piercarlo COTTERCHIO
Via W. Fontan 27
10053 BUSSOLENO (TO)
CELL. 335.1245577
e-mail : presidente@legambientevalsusa.it


www.legambientevalsusa.it

Redazione1
15.01.2006 09:59
L'UTOPIA OLIVETTI di Communitas 2002

L'UTOPIA OLIVETTI

''Voglio anche ricordare come in questa fabbrica, in questi anni, non abbiamo mai chiesto a nessuno a quale religione credesse, in quale partito militasse o ancora da quale regione d'Italia egli e la sua famiglia provenissero''

Con questa citazione di un discorso di Adriano Olivetti si apre un interessante articolo di Corrado Stajano (L'Unità 13 gen 2006) che, nel recensire un libro quantomai significativo curato da Francesco Novara, ripercorre e attualizza l'avventura industriale e umana del fondatore del Movimento Comunità cui Communitas 2002 ispira la sua azione politica.

UOMINI E LAVORO ALLA OLIVETTI (Bruno Mondadori Ed. 640 pagg. € 32,00) non è solo una grandiosa descrizione, attraverso interviste e testimonianze, dell'utopia olivettiana, ma è anche l'esatta descrizione di come questa utopia sia stata realizzata e poi distrutta e quasi deliberatamente cancellata dalla memoria collettiva.
Communitas 2002 si è assunta il non facile compito di ricordarla, riproporla in un momento storico in cui si parla di codici etici nella politica e per il mondo dell'economia, quando questi comportamenti etici erano già stati attuati e vissuti negli stabilimenti della Olivetti.
L'articolo completo si legge all'indirizzo qui sotto riportato
http://www.communitas2002.it/
http://www.communitas2002.it/documenti/documenti_060113.htm

Simona Giovannozzi

14 Gennaio 2006

Redazione1
15.01.2006 10:01
Napoli. Teatro e cronaca raccontano il presente.

Lunedì 16 gennaio 2006, Theatre De Poche

Serata conclusiva del festival

Presente>Indicativo, teatro e cronaca raccontano il presente

con La ferita, autori contro la camorra



Si conclude, lunedì 16 gennaio 2006 alle ore 20.30, al Theatre De Poche (Via Salvatore Tommasi, 15 – Napoli) la programmazione del festival Presente>Indicativo, teatro e cronaca raccontano il presente, articolato in diverse appuntamenti: teatro, convegni e dibattiti. Un'iniziativa organizzata dall’Associazione Altamarea, con il patrocino dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e la collaborazione del Teatro Elicantropo, che riunisce a Napoli, in cinque giorni di spettacoli ed incontri, alcuni tra gli esponenti più interessanti di quello che comunemente viene chiamato “Teatro Civile”. Accanto, o meglio parallelamente, raccontare il nostro tempo, attraverso testimoni che sono stati protagonisti di alcuni degli avvenimenti più importanti degli ultimi anni.

La guerra, la pace, la malavita, la questione meridionale, il mobbing, la questione palestinese, temi, questi, che vivranno in realizzazioni artistiche di notevole impatto.

In questo ultimo incontro del festival, vogliamo lanciare un’iniziativa che ci auguriamo abbia un seguito.

La serata avrà come tema predominante la camorra, attraverso brevi messe in scene tratte dai testi di autori teatrali, ed il racconto diretto - cronaca fedele della realtà - fatto da Conchita Sannino e Roberto Saviano.

La testimonianza di chi in questi anni ha scritto e manifestato il suo impegno contro la camorra: Fortunato Calvino, Mario Gelardi, Giuseppe Miale di Mauro, Enrico Ianniello, Tony Laudario, Giovanni Meola, Roberto Russo, Conchita Sannino, Roberto Saviano.

“Vogliamo analizzare – dichiarano i direttori artistici del festival - la camorra negli aspetti più vari, a volte anche meno noti. Consideriamo La ferita una precisa presa di posizione da parte di questi giovani autori, che testimoniano con le loro parole, un allarme che deve restare sempre vivo: la camorra c’è e sta anche bene".

Saranno rappresentati brani tratti da Cravattari di Fortunato Calvino, con Rosa Fontanella e Rosalba Di Girolamo; La Camorra sono io di Roberto Russo, con Agostino Chiummariello; Quattro di Mario Gelardi e Giuseppe Miale di Mauro, con Daniele Russo; Qui di Roberto Saviano, con Ivan Castiglione; Quel cerchio di odio e vendetta attorno alle tre madri-coraggio di Conchita Sannino, con Tina Femiano; L’infame di Giovanni Meola. A conclusione degl’interventi, Enrico Ianniello e Tony Laudadio leggeranno un brano di Giuseppe Montesano.





Info e prenotazioni Theatre De Poche, Napoli

Via Salvatore Tommasi, 15 tel 0815490928

Ingresso gratuito, numero di posti limitato

Redazione1
15.01.2006 10:08
Campagna Banche Armate, cambiare è possibile.

Agenzia Metamorfosi - Comunicare il cambiamento sostenibile
Cristiano Lucchi 339/6675294 - Duccio Tronci 338/6250252
055/601790 | www.metamorfosi.info | agenzia@metamorfosi.info


Comunicato stampa Campagna Banche Armate
La proposta lanciata dalla Campagna Banche Armate
Banche ed export di armi. Sì di Capitalia al l'osservatorio permanente
"Cambiare è possibile, dalle banche armate alla responsabilità sociale d'impresa". Il convegno di Roma


Roma, 14 gennaio 2005 - Banche, sindacati, Enti Locali e società civile organizzata insieme per la realizzazione di in un osservatorio permanente su istituti di credito ed esportazione di armamenti. E' questa la proposta emersa dal Convegno "Cambiare è possibile, dalle banche armate alla responsabilità sociale d'impresa" che si è tenuto a Roma stamane nella sala del Consiglio Provinciale, organizzato dalla Campagna di pressione Banche Armate in collaborazione con l'Associazione Finanza Etica e patrocinata da Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio.

La proposta, avanzata dalla Campagna, ha trovato una prima disponibilità nelle parole del Direttore Generale di Capitalia, Carmine Lamanda, intervenuto alla tavola rotonda del mattino, moderata dal giornalista Franco Locatelli. Partita nel 1999 su iniziativa delle riviste missionarie Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia, il movimento d'opinione si è per la prima volta confrontato pubblicamente con esponenti del mondo bancario tradizionale: " Abbiamo chiesto alle banche chiarezza e trasparenza sulle operazioni di sostegno all'export armiero – ha affermato il coordinatore della Campagna Giorgio Beretta – ed una buona fetta di opinione pubblica ha colto le ragioni del nostro agire e ha sollecitato le banche a modificare i loro comportamenti. In effetti nel corso di questi pur pochi anni molti istituti hanno fortemente ridimensionato il loro contributo al settore, e in alcuni casi sono usciti completamente dal business delle armi ".

Il direttore generale di Capitalia, Carmine Lamanda, nell'annunciare che nel corso del 2005 il suo gruppo ha diminuito del 70% l'esposizione nel sostegno al settore delle armi, ha sottolineato che la Legge 185/90 è forte di un buon impianto che va mantenuto intatto. Ha inoltre ringraziato la Campagna per aver chiarito il principio che nell'ambito delle operazioni legittime possono esistere operazioni non etiche.

Il direttore di Nigrizia, Carmine Curci, ha ricordato il punto di vista che ha permesso alla Campagna questi importanti risultati: "Faccio notare che per coloro che hanno dato vita al lavoro di questi anni l'etica parte dal punto di vista degli esclusi del sud del mondo." Nelle conclusioni di Francesco Terreri, presidente di Microfinanza ed esponente di spicco dell'Associazione Finanza Etica, la conferma che "l'importanza della Campagna è stata quella di dotare i risparmiatori di strumenti per un dialogo critico con le banche. Questa risorsa può essere sviluppata su altri temi – anche in relazione ai recenti scandali bancari - e su ambienti allargati all'Unione Europea".

Assordante il silenzio dell'on Giuseppe Cossiga, relatore in Commissione Difesa della Camera dei Deputati sulla modifica della L. 185/90, che dopo aver assicurato la sua partecipazione ha mancato l'appuntamento. Luigi Nieri, assessore al bilancio e all'economia partecipata, nel rilevare che la Regione Lazio è socia di Banca Etica e lavora da tempo con le banche di Credito Cooperativo, considera questa iniziativa: "il seguito dei tanti passi che la regione ha intrapreso verso la costruzione di un vero e proprio Distretto d'Economia Solidale.


I dati sulle banche coinvolte nel finanziamento all'export delle armi e gli approfondimenti sulle attività della campagna di pressione alle banche armate nella SALA STAMPA VIRTUALE dell'evento al link http://www.metamorfosi.info/met_banchearmate_sala_stampa.asp

Redazione1
15.01.2006 10:11
GIULIANO MOLOSSI: LIBERTA' DI PAROLA di L.Boschi

GIULIANO MOLOSSI: LIBERTA' DI PAROLA

Rispondo al tuo pubblico fastidio, vedendomi aggirare per le sale Municipali, con telecamera digitale, nel Sant'Ilario 2006: "Per che televisione sei? Teleboschi?" La vampata di rossore tradiva la tua infelice, sarcastica battuta, che cercava poi appoggio e complicità nel tuo collega direttore tv Gavazzoli, che però, forse più informato, ti dava notizia. Ti rispondo quindi pubblicamente in Internet sia nelle forma scritta, sia in quella televisiva. Non so cosa ti disturbi!! La telecamera nelle mie mani ti è così maldigesta?
Così come per scrivere non occorre essere iscritti a un albo o appartenere a una testata, stessa cosa vale per teleriprendere. Una condizione a te forse incomprensibile!.per vari motivi. Ma forse la TV internet, ti è sfuggita o non è considerata da te, così come non lo furono le e-mail (mandi i fax mi veniva detto dalla tua redazione o segreteria), le testate in Internet, i blog ecc. Grazie a queste forme di libertà circolante non è necessario passare dalle maglie censorie delle note testate. Non bisogna avere il babbo o essere raccomandati per poter scrivere o produrre programmi televisivi: sappiamo tutti come avvengono le assunzioni nei giornali o nelle tv. figli di. E' cosa nota! Sappiamo tutti come vengono trattate le opinioni. Sappiamo tutti che le redazioni sono ormai eserciti schierati. Sappiamo tutti come vengono trattate le persone scomode, fuori dagli schemi, che non appartengono al regime.
Forse ti è sfuggito anche questo, ma grazie a Internet riesco a comunicare via e-mail direttamente a oltre 40.000 persone, essere pubblicato in diverse testate on line, pubblicare miei programmi televisivi in rete e in DVD. Spesso i miei articoli sono replicati e distribuiti in varie forme o pubblicati da gionali non indigeni. Questo ovviamente da solo col mio computer, con la telecamera e una piattaforma digitale di diffusione on line e tv satellitare: "Arcoiris".
La censura praticata nei miei confronti sarà valutata da altri visto che i contenuti non erano né scandalistici, né offensivi per le persone. Ma anche tu, con la tua prestazione d'opera servile, sei tra coloro che hanno impedito il nuovo a Parma. Autisti col motore acceso in attesa del padrone che producono un ambiente irrespirabile. Se è vero che i campi di concentramento e i gulag sono stati chiusi, altrettanto non è avvenuto culturalmente. Esistono ancora camere a gas con Kapò al servizio di sistemi tipo nazifascista o soviet che deprimono le menti e mettono a sacco le città. Essere liberi è condizione preferibile. anche se resa impervia! La prostituzione culturale la trovo squallida, peggio dell'essere schiavi pagati. (Parma, 14 gennaio 2006)
Luigi Boschi
e-mail: luigi.boschi@libero.it tel 333 7363604

Redazione1
15.01.2006 10:12
Estinzione di L.Boschi

ESTINZIONE

Una miseria voluta, funzionale al male. Un sistema tossico che si autoriproduce esponenzialmente con l'azione pavloviana quotidiana voluta dall'economia dei consumi. Persone private della libertà, della gioia di vivere che si sottomettono giornalmente agli ordini di ogni tipo, ricurvi e assuefatti, incapaci di ribellione non violenta, incapaci di tenuta etica, tenuti spesso a bada con la disperazione di sé, sotto un giogo che deprime la vita. Dove arriva la ferrovia gli indios delle praterie sono sterminati! Era giusto, è giusto omologare tutto alla cupidigia degli affari? Il ferro contro il cavallo, il potere arbitrario che falcidia gli spiriti liberi in nome di uno sviluppo senza progresso, di un arricchimento di una élite!!! Pirateria! La notte degli innocenti uccisi dai soldati di Erode si ripete ancora oggi nella assoluta indifferenza del consumismo occidentale.
Sembra che la libertà sia divenuta il lusso più caro: permetterselo è cosa da pochi, di pochi ribelli capaci di sfidare le regole imposte, di sfidare i potenti di turno, capaci, da soli, di un conflitto esistenziale, capaci di accusare i colpi sferrati dal vandalismo della prepotenza, capaci di scoprire e percorrere le isolate, impervie vie della libertà.
Una classe politica, gestita dalla finanza, generata da un sistema tagliatore di scalpi. E' la prepotenza di un potere al tramonto che stermina ogni nuovo impulso vitale. Sinistra e destra prive di maschere ideologiche ripropongono da anni il loro teatrino, il loro consumismo di potere e non hanno visione se non quella di arraffare quel che rimane, servili alle logiche finanziarie. Ridotte a gestione d'affari e inciuci, sono incapaci di visioni, ma propongono un mondo decadente con organizzazioni obsolete che si alimentano col malaffare. Incapaci di interpretare i tempi, le esigenze di una società, di individui e di gruppi, si dimenano con un capitalismo inadeguato alla società della tecnica. Sovrastrutture inutili capaci solo di conflitto sociale, guerre. Il piano inclinato di Severino da anni ha interpretato perfettamente la fine delle inattuali forze della tradizione che imprigionano e ingabbiano libertà e potenzialità. Questi poteri obsoleti caduti nelle paludi e nelle sabbie mobile della transizione, che separano il vecchio dalle nuove aree della tecnica, cercano di aggrapparsi all'aria e scendono inesorabilmente verso il basso trascinando con sé ogni cosa.
Viviamo oggi nella transizione epocale, nella decadenza di una illusione. Il tempo delle promesse della felicità derivanti dal consumismo si è sciolto come la neve al sole. Viviamo nella consapevolezza che la ricchezza di pochi produce povertà diffusa. E l'illusione della ricchezza di consumi camuffa l'atrocità della miseria. Tutti sono responsabili, tutti divenuti carnefici. La speranza della consapevolezza è soffocata dalla follia economica. Ogni forma umana, artistica è fatta fuori quotidianamente dalla banalità del male. Tutti sono colpevoli. Un esercito di deficienti che travolge e stravolge il senso della vita. Uscire dalla morsa del primato della finanza che immiserisce l'umanità è la condizione di rinascita.
La povertà non è stata sconfitta, anzi si è tradotta in miseria di ogni tipo. La povertà naturale è divenuta miseria civile. A spingere l'uomo nella sua ricerca di felicità non può essere un particolare interesse, ma la felicità di un bene comune. Omo omini lupus non è la condizione per un progresso. ma la condizione di sopravvivenza. Un nuovo ordine organizzativo si sta realizzando, in cui tutti sono responsabilmente coinvolti. La società del rito è sostituita dall'alta riflessività, dalle scelte consapevoli individuali. Ogni persona è nodo di una rete, colleghi collegati che cooperano responsabilmente. La qualità della vita non è più determinata dagli obiettivi, produttori di dopaggio, ma dalla qualità dei comportamenti e dalle scelte quotidiane. Una ricerca di virtuosismo sociale di cui le forme artistiche sono espressione. Nell'era del Cibionte (neologismo da Cibernetica e Biologia) la persona è in rapporto simbiotico con la tecnica che rivela nuove modalità di convivenza. Non si demanda, ma si partecipa ognuno con la qualità dell'azione ad un open source organizzativa in rete: è la connection machine capace di organizzare e sviluppare intelligenza connettiva e economia delle conoscenze, di cui la rete di oggi è timida espressione. La burotica è invece l'espressione del fallimento delle attuali forme organizzative, che fingono l'on line, sovrastrutture inutili, intermediari incapaci e eccessivamente costosi, la cui discrezionalità è generatrice di privilegi, corruzioni, connivenze capaci, per la loro sopravvivenza, di ogni nefandezza.
(Parma, 3 gennaio 2006)

Luigi Boschi
e-mail: luigi.boschi@libero.it Tel 333 7363604



Redazione1
15.01.2006 10:14
Fose solo l'aviaria di A.De Porti

FOSSE SOLO L’AVIARIA …NON SARA’ LA PAZZIA COLLETTIVA IN ANTICIPO ?

Qualche lustro fa, ma anche di recente, richiamandomi ad una frase del filosofo Rudolf Steiner secondo il quale “ l’uomo moderno avrebbe sì sconfitto a breve il cancro (cosa di cui personalmente però ne dubito in quanto l’ eziologia del tumore è continuamente mutabile a seconda dei tempi, dei luoghi, delle abitudini, specie al giorno d’oggi a seguito della globalizzazione, checché ne dica la scienza medica) ma che l’umanità non sarebbe stata in grado di esimersi dalla pazzia collettiva “ , facevo delle considerazioni proprio a questo riguardo e che, ad evitare che esse, a disastro avvenuto, potessero essere tirate in ballo nel nome del senno di poi, ho persino riportate in due miei libri.

Parlavo del tifo della terra, alias della peste di Atene, evento che potrebbe fra non molto manifestarsi per non consentire più al terreno di produrre frutti dopo la semina, in quanto la terra, attualmente, si regge sull’equilibrio dei veleni ove, per debellarne uno, se ne crea un altro e così via (già da molto, i frutteti non rendono più, chiedetelo al contadino !); parlavo, con grande anticipo, della mucca pazza tanto da considerarmi, senza volerlo, quasi un portatore del malaugurio; parlavo anche dei polli ai quali si sottrae, a scopi commerciali, una crescita fisiologica secondo le esigenze di madre natura ecc.ecc. Il tutto con i risultati che abbiamo e stiamo anche ora esperimentando sulla nostra pelle, senza che i cosiddetti “luminari” avessero o abbiano a dire qualcosa in proposito, protetti come sono dalle loro nicchie ricchissime e dorate…lungi dalle variegate realtà rispetto al bravo contadino.

Prescindendo comunque da questo grave stato di cose tanto da ipotizzare che l’uomo pare ormai al punto di non ritorno se non decide di far marcia indietro, cosa questa assai improbabile, ora esiste un pericolo mondiale, diverso fin che si vuole dai precedenti, ma che ha senz’altro come denominatore comune la sopravvivenza dell’uomo: oggi l’aviaria ma anche l’AIDS hanno la valenza di un semplice raffreddore rispetto a ciò che sta avvenendo nel mondo intero, senza che ce ne accorgiamo ! Se qualcuno non l’ha ancora capito, è latente un’ennesima guerra mondiale e ben diversa da tutte le altre ! Penso infatti che l’Iran, senz’altro aiutato da qualche altro paese canaglia non escluso l’Iraq con la complicità dei fedelissimi di Saddam Hussein, ci porterà ad un nuovo conflitto. I suoi esperimenti nucleari infatti mirano a questo e si incomincia sempre così ! Dapprima si dice che l’atomo viene usato allo scopo di far star meglio la gente e poi…. immaginate il seguito.
L’Iran ieri ha detto che è sovrano in casa sua ed ha perfettamente ragione, solo che ha omesso di aggiungere che, in caso di incidenti, le nubi atomiche vanno oltre le sovranità nazionali…!

Gli USA, ora impoveriti ed indebitati all’osso dopo aver investito quasi tutto per la guerra contro l’Iraq ottenendo il risultato che vediamo, decideranno comunque di intervenire: il deferimento dell’Iran al Consiglio di sicurezza dell’Onu non varrà niente e quand’anche valesse, cosa potrebbero fare da soli, gli USA, se non si coalizzano con altri ? E chi sarà mai disposto a coalizzarsi con loro dopo l’esperienza irachena ? Qui si giocherà il tutto per tutto, altro che balle ! Ci sarà indirettamente un coinvolgimento planetario come mai in precedenza !
Di certo l’America, pena la sua cancellazione dal prestigio mondiale, non starà ferma nella sua veste di guerrafondaia da sempre e finirà per coinvolgere tutti fino alla fine, qualunque essa sia.

Domanda finale : “ E’ proprio azzardato parlare di una ormai pazzia collettiva ? Visto come si stanno presentando gli eventi ? ”
Questo dico ora ad evitare che, un domani, mi si imputi il cosiddetto senno di poi.

ARNALDO DE PORTI


Redazione1
15.01.2006 10:23
Rassegna cinematografica: Oltre le frontiere.

MUNICATO STAMPA RETROSPETTIVA CINEMATOGRAFICA VILLI HERMANN

VILLI HERMANN. Oltre le frontiere
A cura di Domenico Lucchini e Piero Pala
In collaborazione con Swiss Films


Durata: 24-29 gennaio 2006

Sede: Istituto Svizzero di Roma
Sala Elvetica entrata da via Liguria 20.

Orari proiezioni: 18.30 e 21.30,
sabato e domenica repliche film alle 16.30
Ingresso libero

Giovedì 26 gennaio alle ore 18.30
Incontro con Villi Hermann, interviene Annalisa Alphandery.
Presentazione del volume dedicato al regista, edito da
Il Castoro e curato da Domenico Lucchini, alla presenza del
Direttore editoriale Renata Gorgani

Villi Hermann nasce a Lucerna nel 1941. E’ uno degli esponenti più importanti del nuovo cinema svizzero. Attraverso un percorso artistico personale in cui si alternano documentario e fiction, ha saputo indagare tra le pagine della Storia regalandoci straordinari ritratti di artisti e uomini politici senza mai dimenticare le problematiche e le battaglie quotidiane di chi dalla Storia è spesso dimenticato. Tra i suoi film; Cerchiamo per subito operai, offriamo...,(1974) un’indagine sulla situazione dei lavoratori pendolari che entrano in Svizzera quotidianamente, San Gottardo, 1977, un film documentario e insieme di finzione in cui è ancora il mondo del lavoro il tema centrale, Matlosa, 1981, e Innocenza, 1986, (ambedue i film sono tratti da racconti di scrittori della Svizzera Italiana) indaga su realtà che nel passato si fanno man mano più vicine a noi, fino al suo ultimo film di finzione Bankomatt, ambientato nell’attualità del terziario, En voyage avec Jean Mohr, 1992, il film segue il fotografo durante tre dei suoi ultimi reportage; in Giappone, Pakistan e Russia e indaga la genesi del processo creativo della fotografia e il suo legame con le istanze esistenziali che ne sono alla base, Tamaro. Pietre e angeli, 1998, con Mario Botta e Enzo Cucchi, Luigi Einaudi. Diario dell'esilio svizzero, 2000, Mussolini, Churchill e cartoline, 2002, un omaggio al fotografo svizzero Christian Schiefer che fu l’autore delle fotografie che documentavano le drammatiche immagini dei corpi di Mussolini e Claretta Petacci appesi in Piazzale Loreto a Milano, all’ultimo Sam Gabai. Presenze, 2005, sul pittore Samuele Gabai.
La retrospettiva VILLI HERMANN. Oltre le frontiere in anteprima romana rappresenta un’occasione unica per scoprire uno dei più autorevoli esponenti del documentarismo e del genere della ‘docufiction’.
--------------
Rassegna della retrospettiva cinematografica "VILLI HERMANN. Oltre le frontiere" a cura di Domenico Lucchini e Piero Pala, in collaborazione con Swiss Films, che si terrà presso l'Istituto Svizzero di Roma in Via Liguria 20, dal 24 al 29 gennaio 2006.

Cordiali saluti

Dr. Emanuela Piccinin
Segr. Direzione Culturale

Redazione1
16.01.2006 21:06
VIENI AVANTI.CASA! di luigi boschi

VIENI AVANTI.CASA!

Parma, Sant' Ilario 2006: avanspettacolo! Come il declamato rinascimento! "Si può ritenere chiusa la fase della città cantiere" dice il Sindaco Ubaldi. Ed ecco le nuove enunciazioni: a) un importante centro per la logistica senza dare le indicazioni di realizzazione, i risvolti, ma certamente accattivandosi le simpatie di Number One. Visto il ruolo strategico della logistica, sarebbe interessante conoscerne gli sviluppi in chiave ambientale (l'aria a Parma è tra le più inquinate d'Italia), sociale, economica, le implicazioni nella mobilità urbana ed extraurbana, che cosa comporterà da un punto di vista infrastrutturale; b) un centro di ricerca internazionale con i migliori cervelli del mondo, anche qui senza dare gli indirizzi e l'ambito di intervento, il ruolo dell'Università, tra le più antiche d'Italia, e dell'attuale Parco Tecnologico; c) impegno nella eccellenza agroalimentare, un qualcosa di ovvio e scontato vista l'inclinazione del territorio e la presenza dell'Authority sulla sicurezza alimentare; d) impegno per la casa verso le fasce più disagiate. E qui mi soffermerò, perché non si può giocare sulla pelle delle persone. Sì perché significa che la casa viene dopo le strade, le rotonde, i fiori, gli addobbi, le luci, gli asfalti, i marciapiedi, le fontane, le righe blu, le tangenziali, il teatro lirico. Nell'ultimo anno, di fatto, del suo secondo mandato, dopo tutto, ecco, adesso si proclama l'attenzione verso il problema casa, la cui quotazione, nel frattempo, è lievitata solo del 300% rispetto all'insediamento del suo primo mandato ('98). Oggi che la bolla speculativa immobiliare ha avuto il suo corso e presenta forse una flessione, il primo cittadino sbandiera la carta dell'impegno sociale nella casa. Meglio tardi che mai, direte!! Certamente, ma non credo ai cambiamenti repentini, in particolare a quelli politici, senza riconoscere i danni e i torti prodotti, pavoneggiando la scelta, nel rito del discorso durante la celebrazione del Patrono cittadino. Pensate, quel Sindaco che oggi propone la prima casa come problema prioritario per le persone (e lo è!), è lo stesso sindaco che nel 2002 in campagna elettorale, negò ascolto e udienza a chi voleva che la prima casa fosse tra i primi punti del programma elettorale della destra e della sinistra e che per questo iniziò una protesta con astensione da cibo e acqua per oltre 30 giorni. Andrea Borri (allora Presidente della Provincia) andò ad ascoltare e cercò di capire i motivi di quella protesta. La stampa cittadina ne diede notizia. Poi, il sindaco uscente, telefonò, sì, ma solo a seguito dell'insistenza di Paolo Lavagetto, oggi assessore comunale, che, unitamente a Gianni Riccò (ex Presidente Consiglio Provinciale) e Luigi Pelizzoni (Consigliere Provinciale), fece visita in ospedale dove era finito ricoverato chi svolgeva la protesta. Erano circa le 18 del Venerdì Santo. Disse Ubaldi: "la sua proposta è insostenibile, irrealizzabile. E' una utopia. Come pensa di fare? Non ci sono le risorse" Risposta: "Per affrontare un problema bisogna porselo, conoscerlo, chiamare a partecipazione tutte le Istituzioni, le Fondazioni, promuovere un gruppo di lavoro e una soluzione si trova e la si attua. Così come ha fatto con la viabilità.e la casa è cosa più importante!" Ubaldi non colse, ripeté che non era possibile realizzarlo e non lo mise nel programma elettorale. Non solo, ma rincarò la dose sostenendo che quella persona non era un rappresentante di collettività e quindi come individuo non poteva avere la pretesa ad un incontro con lui. La protesta terminò, visto che da entrambi gli schieramenti la risposta c'era stata: il centrosinistra aveva accettato di inserirlo il progetto casa, il centrodestra no. Quel che fa specie, ed è per questo che si ripropone il voltastomaco verso i politici, è che quella persona che si è impegnata sul tema casa, un problema umanitario e di civiltà, con proposte, scritti pubblici fin dal 2001, una protesta non violenta, se non verso se stesso, non ha mai avuto la sensibilità di ascolto e di incontro successivamente con alcun politico di destra e di sinistra. Anzi, fu escluso e emarginato da qualsiasi tavolo di lavoro. Nel 2003 quella persona fece una proposta di legge popolare, che diramò a tutti per un dialogo, ma alla sordità politica, divenuta cronica, si aggiunse la cecità. Vergognatevi! E oggi questi signori della morte col loro principe ci vengono a dire che la casa sarebbe un loro grande progetto sociale per questa città? Prima regola di cittadinanza è riconoscere il valore delle idee, la loro primogenitura, avere l'attenzione verso chi si impegna, senza interessi, per il bene comune, con coerenza nella qualità di vita della propria città. Da un Sindaco lo si pretende!! Lui ha il dovere di farlo! Vista la stoffa di questa classe dirigente, questa enunciazione, o è un raggiro per speculazioni o un semplice proclama propagandistico elettorale. Le tragedie e le ingiustizie che questi producono con la loro superficialità, la loro insipienza, la loro miopia, la loro etica affaristica è umanamente devastante. (Parma, 15 gennaio 2006)
Luigi Boschi
e-mail: luigi.boschi@libero.it tel 333 7363604

Redazione1
16.01.2006 21:44
Questo é un Premier? di Noemí Paviglianiti

Questo é un Premier? Che vergogna!!!

Lego nel Corriere della Sera quello che dicono alcune alleati di Berlusconi:
IGNACIO LA RUSSA: “ lo abbiamo sempre sostenuto denunciando l’accanimento che c’é stato nei confronti della sua persona, non credo che ce l’abbia con noi”, in riferimento a l’accuse a sue alliate del Pte. del Consiglio
MARONI: “La visita di Berlusconi in procura é stata una nota stonata. Dai magistrati si va per denunciare fatti penalmente rilevanti, e non incontri conviviale che sono tra l’altro fatti assolutamente leciti e normale
CALDEROLI: ...” alla política si responde con la política e non attraverso queste cose
CESA : “... non mi pare que lui ci abbia consultato prima di partire all’attaco. Il grado di generositá degli alleati é pari al grado di coinvolgimento nelle sue iniziative.
E andato avanti da solo, senza consultare nessuno, perchió allora non invochi il gioco di squadra”
Quando MARONI capisce l’ attaco di Berlusconi agli alleati dice:”...é evidente che si rivolgeva a qualcun altro. La Lega é stato l’alleato piú fedele di B., basta vedere la storia di queste ultimi 5 anni. NOI ABBIAMO FATTO TUTTO DI PIÚ PER DIFENDERLI”
Quest´ultime parole ci fa pensare ¿ un Premier dev’essere difesso per le sue alleati, non é capace di difendersi da soli senza minacce, senza maldicenza, con un linguaggio adatto, senza bugiardi?
Lui, che “sembrava essere il campione del garantismo” si transforma in giustizialista
Prendo luogo degl’alleati, anche sento dolore per la sua sofferenza. ¿ s’immagini difendere un uomo che fa qualsiasi cosa senza prendere atto dei suoi consigli? É una situazione abbastanza crudeli che fa sentirsi inutili
Posso trascrivere molto di piú,ma non é il caso. Tutti vediamo un pazzo nel governo, del quale ha detto Della Valle” non vedo la hora che il Premier si vada”. Queste sono parole giusti, che se ne vada, che finisca con questo incubo che sembra non finire mai Arriviamo al fatto che Berlusconi é un megalomano psicotico, un narcisista, un matto che dovrebbe andare al psiquiatra.
Quando penso che, un uomo cosí governa l’Italia sento un brivido di paura. Che continui nella poltrona sarebbe la morte civile della Italia
Se parliamo della sua visita alla Procura vedremmo tutta la sua
Pazzia. Denunciare che sapeva che un amico ha ascoltato a un altro amico che gli ha detto che i lider della sinistra sono incontrati a cena o a parlare, per essempio D’Alema con qualsiasi, Prodi con qualcun altro, ecc., ecc., é veramente una folia.Sembrano chiacchiere assurde che non corrispondono ad un Presidente del Consiglio

Il 9 aprile finirá l’incubo B., e sará soltanto un ricordo lontano e quasi incredibile della storia italiana

Noemí Paviglianiti
Pittrice argentina nipote d’italiani
15/01/06

Redazione1
16.01.2006 21:47
Comitato per Un'altra TV di Ecoradio

COMITATO "PER UN'ALTRA TV", IERI LA SERATA ALL'AMBRA JOVINELLI

Libertà di espressione e pluralismo: sono questi gli obiettivi della proposta di legge d'iniziativa popolare, depositata in Cassazione lo scorso 24 novembre dal Comitato "Per un'altra tv", nella consapevolezza che l'informazione e la comunicazione sono beni essenziali su cui si fonda lo spazio pubblico di ogni democrazia, e non possono pertanto essere lasciati né al mero gioco del mercato né al controllo diretto dei partiti politici. Del comitato, presieduto dalla senatrice dei Verdi Tana De Zulueta, fanno parte anche nomi di spicco come Sabina Guzzanti, Marco Travaglio, Fiorella Mannoia, Corrado Guzzanti, Paolo Hendel, Moni Ovadia, Giulietto Chiesa, Maria Cuffaro, Giovanni Valentini, Curzio Maltese, Claudio Fracassi e Enrico Fontana. Ieri sera al teatro Ambra Jovinelli di Roma è stata avviata la raccolta firme per questa proposta di legge.
Tana De Zulueta, presidente del Comitato "Per un'altra tv" e Sabina Guzz! anti, presentatrice della serata all'Ambra Jovinelli, ai microfoni di Silvia Perdichizzi e Francesco Giammetti

Ecoradio sceglie energia rinnovabile aderendo al progetto LifeGate Energy

Newsletter informativa di Ecoradio.it. info@ecoradio.it



Redazione1
16.01.2006 21:54
Il treno di Prodi di V. Gelormini

IL TRENO DI PRODI
di Antonio V. GELORMINI
Arturo Parisi l’aveva in un certo qual modo anticipato, parlando di una locomotiva. Una locomotiva capace di far correre il treno ulivista, composto da diversi vagoni, in grado di accogliere il popolo delle primarie e dar spazio alle aspettative che quell’evento ha evidenziato e rivendicato.
Una locomotiva e non una bicicletta. “La bicicletta elettorale di una lista che si proponesse come una semplice somma tra partiti”, aveva sottolineato il Presidente dei Dl, “associando in modo esplicito o implicito due simboli, finirebbe per soggiacere alla regola per la quale 2+2 è raramente uguale a 4”.
Ieri la locomotiva è arrivata e il macchinista ha chiarito, senza mezze misure, quale percorso intende seguire: quello indicato da oltre 4 milioni e 300 mila italiani, che una fredda domenica dello scorso autunno, sono andati spontaneamente a votare pagando e dando un segno di unità e di diversità.
“O si corre con una bandiera unitaria o è meglio che ognuno vada con la propria bandiera” ha affermato con coraggio il Professore, dal palco del Congresso straordinario dei Repubblicani Europei riunito a Roma. “Non sarò il leader di una stretta coalizione di partiti. Io devo essere l’amalgama tra i partiti e la società civile, perché è di quest’amalgama che il paese ha oggi bisogno”. Ed ha poi aggiunto: “E´mio dovere, lo devo a quei milioni di italiani che hanno votato alle primarie”.
Altro che tir, questa volta l’impressione è che la locomotiva sia entrata a sorpresa, con tutta la sua forza innovativa, nella vecchia e decadente stazione del centrosinistra, svegliando di soprassalto capistazione, dirigenti, casellanti, controllori e bigliettai.
Se l’Italia deve ricominciare a correre, certo non può farlo in bicicletta. Né può illudersi che questo possa avvenire ai ritmi dell’avanzata del Quarto Stato nel celebre capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo. E questo, un passista come Romano Prodi lo sa bene.
Primo risultato concreto. La locomotiva ha travolto i palinsesti dei notiziari, liberando finalmente la scena dalla pantomima giudiziaria del Presidente del Consiglio ed dalle cronache insipide e debordanti sui retroscena del caso Unipol.
Quasi contemporaneamente uno strano raggio di vitalità ha investito gli ulivisti di ogni schieramento e riacceso speranze che sembravano sopite. Leggendo le agenzie, si ha l’impressione che riecheggino le note e le parole di uno storico successo di Francesco Guccini: “Corre, corre, corre la locomotiva e ruggendo si lascia indietro distanze che sembravano infinite”.
C’è da chiedersi, ora, una volta lanciata la sua corsa, chi sarà il pazzo disposto a lanciarsi contro il treno? (gelormini@katamail.com)

Redazione1
21.01.2006 10:05
Tutta l'Africa in un corteo di V.Agnoletto

Diario dal Forum sociale mondiale di Bamako, Mali - 3
20 gennaio 2006

«TUTTA L'AFRICA IN UN CORTEO»

E' stato un corteo che ha pienamente rispettato le attese: colorato, musicale e coinvolgente. Come numeri probabilmente non rilevante per «noi occidentali», ma molto significativo per gli africani, meno abituati a simili forme di espressione collettiva. Comunque, a fronte delle 5 o 6mila persone che hanno preso parte alla marcia, le iscrizioni alla mobilitazione sul sito web del forum hanno raggiunto un numero pari al triplo dei partecipanti e in migliaia, quindi, continuavano ad affluire verso Bamako. La stima finale degli organizzatori è stata di circa 30 mila partecipanti: un grande risultato.

Ho incontrato delegazioni da quasi tutti gli stati confinanti con il Mali (Senegal, Guinea, Burkina Faso, Mauritania...a eccezione, purtroppo, della Costa d'Avorio, in piena guerra civile) ma ho visto anche marocchini, sarawi, tanzanesi, sudafricani e gruppi provenienti da Cuba e dal Brasile.

Gli slogan principali riprendevano i temi che da oggi animeranno gli incontri del forum: dalla lotta all' HIV/AIDS e per l'accesso ai farmaci salvavita al recupero della sovranità alimentare e della sovranità sulle risorse naturali, dal «no» ai sussidi americani sul cotone (risorsa primaria in centro Africa) alla difesa del modello famigliare allargato come welfare naturale.

Il corteo è arrivato allo stadio Modibo Keita, sulle colline di Bamako (che insieme al fiume Niger definiscono il perimetro della città), dopo circa due ore di cammino. Qui sono andati in scena vari spettacoli che hanno visto protagonisti, tra gli altri, i percussionisti del Burundi, i danzatori della Guinea e le maschere del popolo Dogon del Mali.



Giosuè De Salvo, assistente di Vittorio Agnoletto, corrispondente dal Mali

Redazione1
21.01.2006 10:25
Se questa è libertà a cura della segreteria FISH

Se questa è libertà...

Una reclusione forzata per trent'anni in un bagno di sei metri quadri cui ha posto fine la polizia. Ciò che più sconvolge è l'assoluta ignoranza, da parte dei servizi territoriali, di una situazione tanto drammatica. Né si può pensare che in futuro andrà meglio, visti i continui tagli ai servizi sociali...

Dai telegiornali di ieri alle prime pagine dei quotidiani di oggi la notizia che più sconcerta, perduta tra le varie ed eventuali dell’affaire Bankopoli, riguarda la drammatica situazione di segregazione ed emarginazione emersa a seguito di un intervento degli agenti della mobile di Pescara.

Una donna di 52 anni, con grave disabilità intellettiva, è stata “liberata” dopo una reclusione forzata durata trent'anni, rinchiusa com’era all’interno di un bagno di sei metri quadri. Una condizione di degrado cui la madre l’ha fatta languire - almeno stando a quanto riportato dagli organi di informazione - per un sentimento di vergogna.

Ancor più che l’ignoranza del genitore, descritto pure come «aggressivo», il quale sembra avere accolto i poliziotti «con urla e improperi», desta preoccupazione un'ignoranza ben più grave cui viene dato poco risalto: la non conoscenza palesata dai servizi territoriali delle problematiche di questa donna e dell’evidente disagio in cui versava la sua famiglia.

Giuseppina aveva alle spalle un’esperienza di istituzionalizzazione e riceveva da due anni una pensione di invalidità che ritirava mensilmente, accompagnata dalla madre. Nemmeno quindi in quest'ultimo arco di tempo, che avrebbe dovuto segnare la sua uscita da una presunta "invisibilità", gli operatori sono stati in grado di farsi carico delle esigenze della donna e di garantire la tutela della sua salute e dei suoi diritti.

La mancanza di Livelli Essenziali di Assistenza e i continui tagli messi in atto in questi anni dal Governo verso i finanziamenti destinati ai servizi sociali sono una delle cause del ritardo o dell’inesistenza di questo tipo di azioni.
Come più volte ribadito negli ultimi mesi dalla FISH, queste politiche sciagurate hanno indebolito fortemente la capacità degli Enti Locali di garantire interventi fondamentali ad evitare situazioni di tale emarginazione. E lo stato delle cose non può che andare ad aggravarsi.

La “libertà” riconquistata da Giuseppina, infine, ha un sapore amaro. “Liberata” da uomini in divisa per essere traghettata verso forme di segregazione silenziose come il “suo” bagno, ma meno capaci di destare scandalo sulle prime pagine dei giornali. Se questa è Libertà…

Segreteria FISH
tel. 06/78.85.12.62
fax. 06/78.14.03.07
presidenza@fishonlus.it

Redazione1
21.01.2006 10:42
Una giornata da incubo di A. V. Gelormini

UNA GIORNATA DA INCUBO

di Antonio V. GELORMINI
Ero andato a letto ripensando alla telefonata di Berlusconi a Ballarò, all’insidiosa domanda di Floris: “Presidente, lei è mai andato a cena con Murdoch?” e a quella da molti attesa che qualcuno, in diretta, prima o poi dovrebbe decidersi a rivolgergli: “Presidente, cosa ci faceva lei con Gnutti, la sera che Fiorani lo chiamò a telefono, per riferirgli le anticipazioni ricevute poco prima dal governatore Fazio?”



Mi sono svegliato per accompagnare mio figlio a scuola e aspettando il caffé ho acceso il televisore per le prime notizie. Incredibile. Era già lì, a Uno mattina. Giacca, cravatta, sorriso e acconciatura di ordinanza, in stridente contrasto col vistoso maglione iridato di Luca Giurato, ma in sintonia di spirito con i lacché di turno nello studio televisivo.
Sono scappato. Ho lasciato il bambino a scuola e prima che a Varese scattasse il divieto di circolazione per le polveri sottili, sono entrato in autostrada per andare a Milano. Immancabile, la coda questa mattina comincia ben prima di Busto Arsizio. Tra un’occhiata furtiva ai giornali e lo sguardo teso sul veicolo che mi precede, accendo la radio e mi sintonizzo su Isoradio –103,3 Mhz.
Non ci crederete. Non so come abbia fatto, ma me lo sono ritrovato al posto delle notizie sul traffico.

Volevo gridare, inveire contro qualcuno. Ma ero solo in macchina. Intanto i giornali annunciavano che sarebbe andato anche da Mimun al Dopo Tg 1 (poteva mancare?), poi a Matrix e chissà forse anche un passaggio al Grande fratello. Dopo aver già imperversato a Otto e mezzo, Porta a porta, Il processo di Biscardi e Conferenza stampa. Qualcuno teme il commento alla prima Enciclica di Benedetto XVI a Telecattolica o a Radio Vaticana.
A mezzogiorno vado a pranzo a casa di un amico, col quale conto di sfogarmi sapendolo simpatizzante del Cavaliere e vicino ad ambienti di Forza Italia. Resto, però, disarmato quando poco dopo l’inizio della discussione, suo figlio, a cui sono molto affezionato, mi si avvicina e mi dice: “Sai zio, papà mi ha detto che Berlusconi scriverà una letterina alla mia sorellina e forse ci sarà un regalo anche per me”. Mi sono cadute le braccia. Ho perso l’appetito, la pazienza ed anche la voglia di polemizzare.
Giornata nera. L’overdose di apparizione in TV autoalimenta un eccesso di presenza anche sulla carta stampata. Torno a casa e cerco di rifugiarmi nel mio angolo web, dal quale comunico con mezzo mondo. E qui accade l’imprevedibile. Mentre passo da un sito all’altro in internet, controllo la posta e rispondo a qualche e-mail, comincia a materializzarsi sul mio schermo la sua foto. Resto esterrefatto. Improvvisamente mi torna in mente il messaggio a cui non avevo dato seguito, che minacciava: “Se non lo inoltri ti si installerà una foto di Berlusconi come sfondo del deskstop, per sempre!” Oddio, è successo.
In preda alla disperazione spengo tutto e decido di andare a letto e dopo un po’ finalmente mi addormento. Indovinate un po’ cosa ho sognato? Un vero e proprio incubo, roba da infarto.
E poi dicono che è in calo di consensi.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
21.01.2006 10:45
L'armadio della vergogna libro di F.Giustolisi

Franco Giustolisi, giornalista, è inviato speciale dal 1960: ha lavorato per Paese Sera, Il Giorno, la Rai (Tv Sette) e attualmente scrive per L'Espresso. Ha scritto con Pier Vittorio Buffa, Al di là di quelle mura (Rizzoli, 1984) e con Pier Vittorio Buffa e Alberto Franceschini, Mara, Renato e io. Storia dei fondatori delle BR (Mondadori, 1988). Nel 2003 ha partecipato al volume collettivo Tra storia e memoria. 12 agosto 1944: la strage di Sant'Anna di Stazzema, edito da Carocci. Dal 1996 conduce la sua battaglia per far luce sull'Armadio della vergogna. In questi anni è stato uno dei più attivi promotori delle diverse iniziative a favore della costituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi nazifasciste. Per questo motivo, il 12 dicembre del 2001 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Stazzema.

L'ARMADIO DELLA VERGOGNA

Fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di civili inermi furono vittime di 2273 stragi brutali compiute da nazisti e fascisti lungo tutto il territorio del nostro paese. Un elenco tragico e infinito che comprende nomi ormai noti e tanti altri completamente sconosciuti: Stazzema, Marzabotto, Fivizzano, Conca della Campania, Barletta, Fossoli, Matera, Capistrello e cento altri Comuni. Nei mesi successivi alla Liberazione, molti dei colpevoli furono individuati e su di loro furono aperti procedimenti penali. Ma dal 1947 una mano ignota ha messo tutto a tacere. Dentro un armadio custodito nella Procura generale militare con le ante rivolte verso il muro e chiuse a chiave, 695 fascicoli sono rimasti sepolti per 50 anni. Così Erich Priebke si è goduto 50 anni di libertà, e con lui tanti altri. Così è stata consumata l'ingiustizia più grande nei confronti del popolo italiano. Dal 1994 la Procura militare ha riavviato i processi a carico dei pochi superstiti e finalmente, proprio in questi ultimi tempi, si è insediata anche la Commissione parlamentare d'inchiesta. Per questo Franco Giustolisi, colui che ha portato alla luce l'esistenza dell'Armadio della vergogna e che più si è battuto per la costituzione della Commissione, ripercorre l'intera vicenda dell'insabbiamento e ricostruisce l'orrore di quelle stragi, una pagina vergognosa troppo presto rimossa dalla nostra memoria e dalla coscienza nazionale.





Redazione1
21.01.2006 10:51
Berlusconi.I colpi di scena mediatici di A.De Porti

LA NUOVA STRATEGIA ELETTORALE DI BERLUSCONI : I COLPI DI SCENA MEDIATICI


Non so se gli Italiani se ne sono accorti a sufficienza, (sarebbe gravissimo però se non se ne fossero accorti gli addetti ai lavori di Prodi), che in queste settimane precedenti alle elezioni politiche del 9 aprile prossimo, il clima propagandistico è completamente mutato rispetto al passato : Berlusconi infatti non bada più in maniera quasi ossessiva alla funzione mediatica intesa nel senso di far apparire tutto bello (eccezion fatta per il solito sorriso prestampato a 100 denti) in modo da influenzare psicologicamente il cervello degli elettori meno smaliziati affinché lo votino, ma parla, parla, fa parlare in continuazione ovunque, anche nelle TV più piccole. Egli ha capito, (ma lo sapeva bene anche prima con la sola differenza che prima funzionava meglio un tipo di strategia in quanto mediaticamente del tutto nuova anche se, a mio avviso, del tutto ingannevole, mentre ora egli ha ben capito che non la può più riproporre alla stessa maniera in quanto “capendo che hanno capito” oggi bisogna pertanto cambiarla. Come ? Parlando, facendo chiasso, facendo parlare in continuazione di se, bene o male che sia, in base al famoso detto francese che recita papale papale: “ il faut frapper la psychologie de tout le monde, n’importe pas si bien ou mal, mais il faut parler…” (scusate il francese forse non proprio corretto)

Insomma, non è necessario parlare bene o male, basta incidere con il suono delle parole, alias fonetica, sulla mente delle persone, presso le quali, all’ultimo momento, di fronte alle urne, qualcosa resta in testa, tanto che anche il dubbio potrebbe costituire una componente che, all’ultimo minuto, viene fugato non tanto in nome della verità ma dalla elaborazione mentale di un ragionamento presentato in maniera distorta o falsa…il caso Unipol docet ! Tanto, è noto che, nel subconscio degli italiani, dimora un pensiero comune che il più delle volte suona pressappoco così: … tutti, quando occupano quella poltrona, diventano furbi (per non dire altro di cui spesso se ne occupa il codice di proceduta penale) alla stessa maniera.…quindi vota l’uno o l’altro…

E vedrete, come ho già detto e scritto diverse volte, che questa campagna elettorale sarà all’insegna delle fandonie, delle bugie mediatiche, ove trarrà giovamento chi avrà più spazi mediatici, come il premier ed accoliti... ma con strategie diverse dalle precedenti insomma !

A mio avviso, l’opposizione oggi avrebbe uno scoop di roccia per battere Berlusconi in nome della verità: basterebbe ricordare alla pubblica opinione quanto diceva Indro Montanelli.
Il grande giornalista diceva infatti che Berlusconi si sarebbe fatto male da solo governando. E l’abbiamo visto in parecchie occasioni, durante le quali egli si è salvato solo facendo vagonate di leggi “ad personam”, ultima quella dell’inappellabilità dei P.M.
“Più volte ho detto a Berlusconi di non mettersi in politica, diceva Indro Montanelli, ma egli mi rispondeva sempre che se non si fosse messo in politica lo avrebbero rovinato….”
Altro che politica servizio nell’interesse del popolo italiano !

Conclusione: “ Qualunque sia il pensiero politico degli Italiani, essi facciano attenzione ai colpi di scena mediatici che potrebbero indurre loro in errore.
“ Se vincerà Berlusconi – mi diceva domenica scorsa un altro esponente in pensione delle Forze Armate col quale ero a pranzo – sarò costretto ad espatriare “
La mia risposta : “Condizioni permettendo, lo farei anch’io”
E ci siamo stretti la mano….commossi, quasi piangendo in nome dell’onestà intellettuale che si è presentata spontanea ai nostri occhi.

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
22.01.2006 10:53
L'Europa che vogliamo a Genova

Lunedì 23 gennaio 2006, dalle ore 16,00 alle ore 19,00, il presidente
Mario Epifani e il vicepresidente Matteo Viviano dell’Associazione “L’
Europa che vogliamo” presidieranno il banco di via XX settembre (angolo
via Ceccardi-Genova-) per la raccolta di firme del referendum in difesa della
Costituzione.

Siete pregati di passare a firmare e di diffondere
questo messaggio affinché possano essere coinvolte il maggior numero di
persone.

Redazione1
22.01.2006 10:56
Deltaplano,scavalcato l'Aconcaugua

Angelo D'Arrigo, 44 anni, pilota siciliano di volo libero, cioè il volo senza motore, noto per aver scavalcato l'Everest in deltaplano nel 2004, è rientrato in Italia dall'Argentina dove ha sorvolato l'Aconcagua (6962 m), la vetta regina della Cordigliera delle Ande, la seconda catena più alta al mondo.
D'Arrigo è da tempo protagonista di imprese ispirate, ora dal mondo degli uccelli migratori, ora da quello dei rapaci, quali il Condor delle Ande, il veleggiatore più avanzato della specie, avvistato perfino a quote prossime ai 10000 m.
La partenza della spedizione italiana, denominata "Aconcagua Flight Xplorer 05" e composta da 12 persone, era avvenuta il 6 dicembre. Raggiunta Puente del Inca, cittadina a circa 20 km dalla frontiera con il Cile, sono iniziate le complesse operazioni di ambientazione e preparazione del sorvolo dell'Aconcagua, o "Sentinella di Pietra", la montagna sacra degli Incas, effettuato poi in due ore.
Successivamente, per le pessime previsioni meteo in questa regione, D'Arrigo si è spostato nella zona di Rivadavia, dove si erge il vulcano Tupungato; qui ha stabilito un nuovo primato di quota toccando i 9100 m.
Il deltaplano di D'Arrigo è decollato al traino di un ultraleggero pilotato dal britannico Richard Meredith, uno specialista di questi mezzi a motore. Dopo lo sgancio, ha proseguito i voli, sfruttando la gigantesca onda meteorologica generata dallo scontro dei venti dell'Oceano Pacifico con le pareti delle Ande, prima di planare a terra. Estreme le condizioni ambientali: temperature intorno a -50°, rarefazione dell'aria e conseguente rischio letale d'ipossia, cioè la mancanza d'ossigeno nel sangue, forti turbolenze e pressione atmosferica ridotta del 75%.
Contrariamente a quanto fece sull'Everest nel 2004, contro l'ipossia D'Arrigo non ha usato il respiratore, ma una tecnica yoga denominata "pranayama". La preparazione del pilota è stata seguita dal Centro Sperimentale Volo dell'Aeronautica Militare Italiana. Hanno collaborato il Centro Ricerche Fiat-Elasis, la Fiat Auto di Torino e l'Università di Venezia. Sull'impresa sarà realizzato un documentario per il National Geographic Channel.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
www.fivl.it - vitali.stampa@fivl.it
tel/fax 035 577536 - 335 5852431
Segreteria FIVL: tel. 011 744991 - fax 011 752846

Per ulteriori informazioni contattare
Laura Mancuso - tel/fax 095 7805694 - 335 8248662
http://www.angelodarrigo.com/AconcaguaXP05_Updates_ita.htm
info@angelodarrigo.com - press@angelodarrigo.com

Redazione1
22.01.2006 12:54
Non è spamming di rinaldo lampis

Giudice respinge richiesta d’indennizzo di un avvocato, che aveva visto come spamming la ricezione di una nostra informativa (lo spamming è pubblicità finalizzata alla vendita di prodotti).
Beh, sarà piccola, ma è sempre una soddisfazione insegnare la legge agli avvocati... La vittoria dovrebbe essere utile a persone e associazioni che mandano informazioni in rete.
Questi i fatti.
Lo scorso maggio avevamo mandato l’informativa “Quel marcio di Padova che inquina l’Italia” che criticava il comportamento irrazionale del giudice Giuliana Galasso nel processo al guaritore filippino Alex Orbito.
Alla ricezione della email, l’avvocato Enrico Pucci di Padova ci aveva intimato di rimuovere il suo nome dalla lista e di fornire l’origine dei suoi dati personali, pena denuncia (...le ha detto il suo avvocato... che per le sue violazioni il Giudice penale le può appioppare fino a sedici mesi di reclusione? No?).
Naturalmente la rimozione di un indirizzo email è eseguito immediatamente se il ricevente non gradisce la posta ricevuta. Sarebbe sciocco infliggere la propria opinione a chi non l’apprezza.
Per quanto riguarda invece l’aspetto della privacy, il paragrafo sotto, sempre presente in ogni informativa, notifica il ricevente dell’origine dei dati. Nel caso dell’avvocato Pucci, l’albo pubblico degli avvocati di Padova.
Non contento di questa precisazione, l’avvocato ci ha denunciato, chiedendo:
il risarcimento delle spese del giudizio,
il risarcimento dei danni per “aver resistito con responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.”,
la pubblicazione della sentenza su quotidiano nazionale "a spese e carico del sig. Lampis".
Ma, naturalmente, la legge sulla privacy parla chiaro. Il messaggio non conteneva alcun riferimento commerciale, per cui la sentenza assolutoria.
Ora mi è più chiaro perché il sistema giudiziario italiano è intasato da alcuni milioni di processi. Spesso si inventano violazioni di leggi per rafforzare il: “Lei non sa chi sono io...”.
Altre volte esiste l’ignoranza delle leggi da parte di quegli individui – gli avvocati – preposti alla loro sana applicazione.
In entrambi casi il tessuto morale di una nazione non può che soffrirne.
rinaldo lampis

www.movimentoconsensus.org

Redazione1
23.01.2006 22:02
Napoli, niente piu' al mondo di M. Carlotto

Giovedì 26 gennaio 2006, Teatro Elicantropo di Napoli
Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto
Carlo Cerciello firma la prima regia della stagione teatrale, per il grottesco e delirante monologo dell’autore padovano
Da giovedì 26 gennaio 2006 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 29), al Teatro Elicantropo di Napoli, Associazione Altamarea presenta Niente più niente al mondo di Massimo parlotto, nell’adattamento e la regia di Carlo Cerciello, con Tina Femiano e Milena Di Iorio. Le scene sono a cura di Roberto Crea, i costumi di Antonella Mancuso, le musiche originali di Paolo Coletta.
Niente più niente al mondo è un breve ed intenso racconto di una tragedia familiare consumata, come tante che riempiono la cronaca nera dei giornali, tra le mura domestiche ma generata da quel mondo “esterno” capace di creare inutili illusioni che si infrangono contro la realtà con la violenza dei sogni irrealizzati.
Carlotto affronta un tema drammatico e tratteggia il disagio di una vita senza qualità, quella dei nuovi poveri che non lo sembrano ma lo diventano ogni giorno di più. Una donna di 50 anni, domestica a ore, fissa, in un disperato soliloquio-colloquio, la monotona quotidianità del suo matrimonio ed il rapporto conflittuale con l’unica figlia ventenne. Una vita faticosa fatta di giornate sempre uguali, passata a guardare cosa succede agli altri più fortunati, che siano i nuovi divi della televisione o le signore borghesi presso le quali presta servizio, a cercare di far quadrare i conti, nella ricerca spasmodica di improbabili sconti in discount di periferia. Ha, nel cuore, sempre la speranza di una vincita alla lotteria, ultima risorsa di chi non ha più la forza di credere in se stesso per cambiare vita.
Ripone, infatti, nella figlia le proprie speranze di riscatto. La ragazza è carina. Potrebbe sfondare in televisione o nel cinema, se si cominciasse a muovere nella giusta direzione e desse retta alla madre. Ma la giovane non è interessata a questo genere di vita. Un assurdo spreco, intollerabile per chi, come la madre, è terrorizzata dall’avanzare della propria vecchiaia, senza nessuna sicurezza. La donna, infatti, non riesce più a far quadrare i conti.
Soldi non ce ne sono, o sono troppo pochi rispetto a quelli delle famiglie bene, presso cui va a lavorare. Troppo pochi rispetto alle ricche e serene vite virtuali pubblicizzate in televisione. Troppo pochi perfino per andare in vacanza. La tragedia potrebbe essere evitata se la voce di questa donna trovasse ascolto, se i suoi pensieri non rimanessero ancorati ai modelli consumistici e se da qualche parte riuscisse a riconoscere un po’ d’amore. Non è così e il fato si compie.
Niente, più niente al mondo denuncia il vuoto: non c’è affetto, non c’è tolleranza, non c’è speranza, non c’è lo Stato, non c’è più vita nell’Italietta ipocrita del falso benessere.
Una madre scoppia e uccide, ma è lei la vera colpevole del crimine compiuto?
Niente più niente al mondo, di Massimo Carlotto, regia di Carlo Cerciello
Napoli, Teatro Elicantropo – dal 26 al 29 gennaio 2006
Info e prenotazioni al numeri 081296640 email teatroelicantropo@iol.it
Inizio spettacoli ore 21.00 (feriali) e ore 18.00 (festivi). Biglietti euro 10 (intero) ed euro 7 (ridotto)

Redazione1
23.01.2006 22:05
L'orologio della discordia, di Lucio Garofalo

L’OROLOGIO DELLA DISCORDIA
Evviva! Finalmente anche nella mia scuola è stato installato ed è in funzione un bellissimo orologio marcatempo, per “meglio verificare l’orario di servizio di tutti i dipendenti” (cito il testo del contratto integrativo di Istituto).
E’ ora di smetterla con questi insegnanti ritardatari, fannulloni e lavativi, capaci solo di prelevare lo stipendio e che lavorano 4/5 mesi all’anno… E si lagnano continuamente!

Invece, con questo “rivelatore di presenze automatico” tutti i mali della mia scuola saranno eliminati per sempre, a cominciare dal lassismo dei docenti che saranno costretti a svolgere il proprio dovere.

Mi chiedo: ma le cose stanno veramente in questo modo?

In realtà, la controversa questione dell’orologio marcatempo nasconde e richiama ben altre ragioni, problemi e contraddizioni, insite nel mondo della scuola e del lavoro in generale.

Anzitutto, voglio chiarire che la mia tenace opposizione all’impiego di tale strumento elettronico di controllo, non deriva certo dalla volontà di perorare la “causa” dei nullafacenti e dei lavativi. Oltretutto posso garantire che nella mia scuola non esistono casi gravi di lassismo, anzi. D’altronde sono convinto che il “malcostume”, laddove esista, non si contrasta con il ricorso a strumenti che possono apparire coercitivi. Infatti, per noi insegnanti il vero e principale deterrente contro, ad esempio, la tendenza ad fare tardi a scuola, è costituito dalla responsabilità penale verso gli alunni che sono minorenni. E con ciò la faccenda è a mio avviso risolta.

Dunque, sono altre le ragioni per cui io ho deciso di battermi contro l’adozione di tale sistema di controllo.

Voglio esporle in breve.

Anzitutto contesto i metodi e le procedure assolutamente autoritarie e verticistiche adottate dal dirigente per imporre questo nuovo “arredo” scolastico.

Al di là se siano stati seguiti o meno i passaggi normativi necessari, sia per quanto concerne la delibera del Consiglio di Istituto, sia in sede di accordo contrattuale con le RSU (benché siano ravvisabili vizi formali), occorre segnalare l’atteggiamento di ostinato e arrogante rifiuto di aprire momenti di confronto e consultazione democratica con la base dei lavoratori, a partire dal Collegio dei docenti, nel quale invece si è registrata solo una brutale censura verso ogni richiesta di dibattito sull’argomento.

Questo passaggio di consultazione collegiale e democratica, pur non essendo obbligatorio sul piano strettamente normativo (cosa che è pure discutibile), era ed è moralmente corretto e significativo, soprattutto sotto il profilo della democrazia sindacale, che a quanto pare è diventata un semplice optional!

Tale vicenda conferma che l’introduzione della cosiddetta “autonomia scolastica” (che troppi dirigenti scambiano per tirannia personale) ha accelerato un processo di crisi e di svalutazione dei diritti, delle libertà democratiche e delle norme sindacali a tutela dei lavoratori della scuola, docenti e non docenti.

Inoltre, l’uso dell’orologio marcatempo, che è uno strumento tradizionalmente applicato in luoghi di lavoro quali fabbriche ed uffici, nel momento in cui si va diffondendo anche nelle scuole, costituisce il suggello, anche simbolico, di un processo di aziendalizzazione in atto ormai da anni nella realtà della scuola italiana.

Credo che sia superfluo ricordare che la professione dell’insegnamento non è assimilabile o inquadrabile in una logica aziendalista, date le originali peculiarità che la caratterizzano e la distinguono nettamente dalle funzioni impiegatizie e dalla produzione di manufatti.

Infatti, l’educazione e la cultura non sono merci misurabili, quantificabili o alienabili economicamente.

Il ruolo docente è una professione di tipo intellettuale, che comporta anche impegni straordinari in termini di studio, aggiornamento, preparazione delle lezioni, correzione dei compiti ecc., che vanno oltre l’orario di servizio certificato da una firma o dal timbro del cartellino, a meno che non si decida di installare una macchinetta elettronica anche nell’abitazione di ogni singolo docente.

Veniamo ora ad un altro punto.

Il costo economico di un orologio marcatempo non è di poco conto. Non conosco le cifre esatte, ma certamente si tratta di apparecchiature che, in quanto elettroniche, hanno un prezzo decisamente superiore a 1500 euro, e probabilmente possono superare i 2000/2500 euro. Vi invito a smentirmi.

Ebbene, io mi domando: considerando il misero budget finanziario della scuola in cui lavoro, il cui Fondo di Istituto è di per sé ridotto e limitato nelle sue dimensioni, tale somma non poteva essere investita in modo più proficuo per sovvenzionare progetti e attività didattiche di qualità, così da elevare, ampliare e potenziare l’offerta formativa della scuola? Ciò avrebbe consentito di promuovere e migliorare anche l’immagine della scuola all’interno del contesto socio-ambientale in cui è inserita. Al contrario, l’acquisto di un’apparecchiatura indubbiamente costosa ha comportato seri tagli alle spese previste per l’arricchimento dell’offerta culturale.

Queste ed altre motivazioni mi hanno indotto ad espormi contro l’introduzione dell’orologio marcatempo, che è (ripeto) un aggeggio tecnologico inutile e costoso, che suscita reazioni negative e controverse tra i lavoratori.

Eppure c’è chi trae un vantaggio dall’impiego di tale sistema di controllo elettronico.

Tale vantaggio consiste anzitutto nel permettere un controllo a distanza, così da evitare e risparmiare al controllore la “fatica quotidiana” di recarsi fisicamente sul luogo di lavoro per verificare l’orario di servizio dei propri dipendenti. Pertanto, il controllo elettronico giova solo al dirigente, che in tal modo non deve nemmeno scomodarsi da casa per effettuare i consueti controlli, che avvengono automaticamente.

Chi è dunque il fannullone o il lavativo della situazione?

Mi auguro di aver messo in luce la netta contraddizione tra le ragioni, più nobili, giuste e democratiche di chi, come il sottoscritto, si oppone fermamente al ricorso a questi sistemi di controllo, da un lato, e dall’altro il carattere verticista e autoritario dei metodi e delle procedure seguite da chi tenta di imporre uno strumento di controllo a distanza, che serve soltanto ad inasprire ed avvelenare i rapporti tra i lavoratori.

Lucio Garofalo

Redazione1
23.01.2006 22:08
Domenica IN decente di V. Gelormini

DOMENICA IN…DECENTE
di Antonio V. GELORMINI

L’offesa più grande per noi telespettatori e per noi abbonati Rai, in regola con il pagamento del canone, sono le dichiarazioni “ipocrite”, come le ha definite Aldo Grasso sul Corriere della Sera del 23 gennaio, del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce.
Vergognoso, quanto è successo nella trasmissione di punta della fascia più protetta del palinsesto Rai, condotta da un’imbarazzante Mara Venier. Sua l’enigmatica affermazione in diretta: “non erano questi i patti”. Immediate le dimissioni del Direttore di rete, dovevano essere la rispettosa reazione di chi ancora tiene a salvaguardare un minimo di dignità personale ed istituzionale. Ma non ci sono state.
La rincorsa agli indici di ascolto, effettuata sul filo del rasoio del trash, del volgare e del reality, domenica è andata a sbattere malamente contro la barriera della decenza. Il filo si è spezzato, rovesciando quanto di più lontano si possa immaginare dal concetto di servizio televisivo pubblico, su mamme, bambini ed anziani: le famiglie che di solito seguono la popolare trasmissione.
Non credo sia il caso di soffermarsi sui miserevoli protagonisti della vicenda, perché il problema non sono loro, ma chi decide ed avalla scelte di tendenza, palinsesti e caratteristiche dei programmi. Di chi non ha il coraggio di pretendere e salvaguardare la qualità dei prodotti televisivi, per seguire indirizzi apparentemente popolari, ma in realtà funzionali a strategie mediatiche finalizzate all’omologazione ed alla banalizzazione del quotidiano.
Bloccare Flavia Prodi e dare spazio a Tequila, in arte “er mutanda”. Relegare i programmi d’opinione in fascia notturna, per dare spazio in giornata o in prima serata ai soliti ospiti più o meno famosi, reduci da Isole, Fattorie e confessionali di Grande Fratello. Rifiutare le dirette su eventi di natura sociale, ma garantirle quando si tratta di dare visibilità agli esponenti governativi di turno. Polemizzare con un conduttore come Bonolis e propinarci il vuoto di contenuti in contenitori colmi di mediocrità. E’ quanto da alcuni anni il servizio pubblico televisivo ci garantisce, attraverso il controllo e l’azione dei suoi direttori di rete. Le eccezioni, per quanto rispettose, restano tali e non smentiscono l’analisi.
Dimissioni. Perché il caso non è isolato. Perché è da tempo che si cavalca “la lite in pubblico” sotto la luce accesa delle telecamere. Perché il disgusto ha raggiunto limiti non più tollerabili. Perché è falsa ed ipocrita anche la legge del telecomando, dato che qualunque tasto si pigi, la salsa è sempre della stessa natura.
Il troppo storpia, dice un antico detto, questo sì, popolare. Fermatevi, prima che il plasma dei nostri schermi non ci inondi in un’irreale, nauseante e ripugnante sequenza da Blob.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
27.01.2006 20:42
La campagna elettorale finirà a Cazzotti di A.De Porti

LA CAMPAGNA ELETTORALE FINIRA’ A CAZZOTTI, VEDRETE….
“Ed ora farò le cose che mi divertono ed aspettatevi da me un po’ di fuochi d’artificio”, disse un giorno Berlusconi (Corriere della Sera del 21.9.2002), mentre io replicavo, sempre in quel periodo presso i quotidiani locali, che questi fuochi avrebbero incendiato il paese E così è stato in quanto il paese è stato letteralmente sezionato socialmente in ogni contesto della vita civile. Dicevo altresì in quell’occasione che Berlusconi non avrebbe saputo e non sa perdere perché è convinto, come succede spesso in commercio, che un prodotto che non va, può essere venduto lo stesso a seguito di una azzeccata campagna promozionale ove si piazzano anche i fondi di magazzino. E Berlusconi adopererà lo stesso metro anche per la politica, come sta facendo adesso cercando la rissa vera e propria: altro che semplici fuochi d’artificio !

Ho l’impressione poi che questo metro venga adoperato anche da alcuni suoi suporters che, in questi ultimi momenti, attaccano persino il Presidente della Repubblica Ciampi. L’avv. Taormina, per esempio, l’altra sera in una radio ha detto che le eccezioni di incostituzionalità sollevate da Ciampi non hanno ne capo ne coda, non solo, ma ha anche fatto un paragone fra Ciampi e Scalfaro attribuendo loro frasi che certamente lasciano a desiderare quanto ad etica. Non voglio esprimermi oltre perché con certi personaggi c’è da aver paura, tanta tanta paura, preferendo demandare a chi ha interesse l’ascolto della trasmissione radio di qualche sera fa, da me ascoltata per intero, in macchina, con altre persone che potranno testimoniare. Non sarà questo vero e proprio vilipendio al Presidente della Repubblica Italiana ? Può anche darsi che io, da stupido, non capisca la lingua italiana ma mi è parso di aver capito così ed, in ogni caso, chiedo scusa agli interessati nel caso di…mancata comprensione...

Il guaio è che questa campagna elettorale sta degenerando ed è necessario che qualcuno si faccia avanti per non essere….(potendo !?) commissariati dall’Europa.
Gli Italiani devono capire che, per vincere le elezioni, Berlusconi sta legalizzando tutto ciò che non è legalizzabile: l’inappellabilità docet, il prolungamento del proscioglimento delle camera ad uso e consumo costituisce un escamotage che nulla ha di etico in questo particolare momento, gli attacchi a Prodi sono tutti strumentali e di infimo profilo per confondere gli Italiani in modo che essi possano dire che i politici sono tutti uguali.

Alla luce di quanto precede è inevitabile che lo scontro si faccia aspro e fors’anche incontrollabile: l’incontro-scontro fra Berlusconi e Rutelli dell’altra sera a Matrix con Mentana, ove, a mio avviso, le frottole raccontate da Berlusconi erano tali da far venire il mal di stomaco come in effetti mi è venuto (passante, Ponte sullo Stretto e Mose, ferrovie, benessere degli italiani, occupazione, pensioni ecc.) , c’è da ritenere il ripristino della legge del taglione. Da parte del più forte ovviamente, in termini economico-finanziari, atteso che il centro sinistra è anche scarso di uomini validi, ma non certo di programmi socialmente utili e toccabili con mano rispetto ai progetti faraonici che hanno visto solo le inaugurazioni a scopo solo strumentale e demagogico. Come il Mose di Venezia ove Galan e Berlusconi hanno apposto una…lapide di inaugurazione circa tre anni fa e per il quale ora si oppone l’Unione Europea.
Va da se, per concludere, che antipasti politici a base di curaro e di fiele, ancor prima della fin fine degli incontri “conviviali”, possono determinare solo imprevedibili effetti di tossicità, sperabilmente non....letali per il popolo italiano.
A proposito, Berlusconi non aveva detto che si sarebbe dimesso nel caso di non raggiungimento degli obiettivi sbandierati, cinque anni fa, nel contratto con gli Italiani, a Porta a porta ?
Se il buon giorno si vede dal mattino, ora come ora siamo ancora a notte fonda.

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
27.01.2006 20:56
Ritorniamo in piazza di C.Amabile

Ritorniamo in piazza.
cari amici, credo che sia tornto il momento di ridare voce e forza alla cosiddetta Società Civile e valutare la necessità di ritornare nelle piazze, ridare fiato alle nostre voci. Si sta giocando una partita decisiva per le sorti della nostra democrazia e non si possono sottovalutare i rischi insiti nell'azione del centro destra.
E nemmeno si può lasciare che lo scontro si giochi solo nelle aule del Parlamento. Questi 5 anni di legislatura hanno dimostrato, quantomeno, l'indifferenza che il centro destra ha per le regole della democrazia. Non si può permettere che il signor Berlusconi occupi tutti gli spazi radio televisivi disponibili raccontando solo bugie. E' indispensabile che si ritorni tutti a fare politica, che ci rappripriamo degli strumenti della politica, che ci rappropriamo delle piazze. E' questo lo strumento comunicativo più forte che abbiamo a disposizione e dobbiamo usarlo fino in fondo.
Non possiamo sottovalutare la fase che stiamo attraversando. L'attacco frontale che il premier sta facendo - usando tutti gli strumenti, leciti e illeciti, che ha a disposizione - al centro sinistra sono presagi di ciò che ci aspetta se, malauguratamente, dovessero vincere di nuovo le elezioni. E' in pericolo serio la democrazia e il futuro del nostro Paese. L'attacco ai Ds sul collateralismo con le
coop - al di la delle valutazioni politiche che comunque la vicenda Unipol ci induce a fare - è il primo passo di un'affensiva più generale che sicuramente coinvolgerà a breve il sindacato, l'associazionismo, le Onlus.
Rapproriamoci della politca, ritorniamo in piazza, difendiamo la Costituzione e la democrazia: è questo il dovere inderogabile che abbiamo di fronte.

carlo amabile

Redazione1
27.01.2006 21:26
Una stella per non dimenticare di A. V. Gelormini

UNA STELLA PER NON DIMENTICARE

di Antonio V. GELORMINI

Una giornata per commemorare. Una pausa per ricordare il sacrificio di milioni di vite umane. Una riflessione sui rischi delle aberrazioni che la mente umana può concepire. Ricordare la distruzione del popolo ebraico è essere consapevoli di una cappa che ci opprime, ma anche essere capaci di sollevare la testa per testimoniare una speranza.
Stasera, allora, nel momento più profondo del nostro raccoglimento, solleviamo il nostro capo al cielo e scopriremo che quelle vite sono tutte lì, nella volta celeste, a guardarci ed illuminarci perché non sopraggiunga la rassegnazione. Un’infinità di stelle a confortarci quando la sensazione è quella di vivere nel buio più assoluto.
Sin dall’epoca di David proprio una di esse è diventata il simbolo di questo Popolo. Oggi, orgoglio ed emblema della Nazione, ma tempo fa motivo di persecuzione, dolore e umiliazione. E fu sempre una stella ad annunciare al mondo la nascita dell’amore fatto uomo, rischiarando il cammino di un gregge in cerca del pastore.
Primo Levi, parlando dei superstiti dei lager, diceva: “Noi sopravvissuti siamo una minoranza anomala oltre che esigua: siamo quelli che, per loro prevaricazione o abilità o fortuna, non hanno toccato il fondo. Chi lo ha fatto, chi ha visto la Gorgone, non è tornato per raccontare, o è tornato muto”. Muto, come le stelle.
Ecco perché mi piacerebbe che il Giorno della Memoria venisse celebrato da noi tutti ostentando, con orgoglio e solidarietà, una stella. Animando le nostre strade, gli uffici, i negozi, le case e le piazze di una moltitudine di stelle, che tornano a vivere, anche solo per un giorno, non nella “distinzione” di un’emarginazione, ma nella comunione di una fratellanza inscritta nell’animo di ognuno fin dall’alba dei tempi.
Che sia gialla o di un altro colore non importa. Quel che conta è che non sia più marchio di vergogna. Una testimonianza per non dimenticare. Un ricordo per continuare ad amare nei secoli dei secoli.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
27.01.2006 21:56
Rigassificatore, rilanciamo la lotta di G.Canuto

RIGASSIFATICORE: Rispondiamo a SCAJOLA
rilanciando la lotta

Dopo la riunione del Consiglio dei Ministri del 24 gennaio dedicato ai problemi energetici il Ministro Scajola, ha riconfermato la decisione del Governo di far costruire il rigassificatore nel porto di Brindisi con generiche argomentazioni che non tengono in alcun conto le ragioni e i rilievi specifici delle popolazioni e delle istituzioni interessate.

Lo stesso Ministro Scajola durante la trasmissione televisiva “Ballarò” ha disinvoltamente affermato che il centrosinistra, andato al governo delle amministrazioni locali dopo le ultime elezioni amministrative e regionali, si è opposto alla realizzazione dell’impianto. E, così dicendo, ha presentato un forte generalizzato dissenso sociale estraneo a qualsiasi ragione di schieramento come un atteggiamento ideologico o dettato da ragioni di parte e di lotta politica. Si tratta di un’affermazione gravissima perché priva di qualsiasi fondamento, una sortita che il Ministro dovrebbe sentire il dovere di correggere pubblicamente, dal momento che, com’è noto, l’Amministrazione comunale di Brindisi è retta da una giunta di centro-destra mentre quella Provinciale e la Regione sono rette da maggioranze di centro-sinistra. Ma ciò che più rileva è la considerazione che gli organi deliberativi delle tre menzionate istituzioni si sono pronunciati all’unanimità contro il rigassificatore interpretando così una scelta politica chiaramente bipartisan.

La decisione del Governo e le dichiarazioni del ministro Scajola fanno considerare superata la nota della segreteria cittadina e del gruppo consiliare DS al comune di Brindisi nel passaggio col quale si auspica che «il confronto con la LNG e con il governo centrale deve assumere un carattere strettamente politico», accantonando – par di capire – la via giudiziaria che finora non avrebbe sortito gli auspicati risultati. A nostro avviso, soprattutto dopo le ultime prese di posizioni governative, l’impegno per un nuovo modello di sviluppo e l’opposizione al rigassificatore devono essere portati avanti su tutti i versanti: su quello sociale con sempre più incisive azioni di protesta che devono vedere il coinvolgimento anche delle forze politiche, su quello giudiziario, nella meditata fiducia che prima o poi la magistratura farà giustizia affrontando il merito della questione e riconoscendo il diritto della nostra comunità di decidere il proprio futuro. Ed anche indubbiamente sul piano politico chiedendo sin d’ora alla maggioranza e al governo che verranno espresse dalle prossime elezioni una responsabile riconsiderazione del caso Brindisi con l’accantonamento dei pregiudizi, delle generalizzazioni e delle disattenzioni che hanno finora caratterizzato le scelte governative. E’ giusto, quindi, stringersi più concretamente ed attivamente intorno al sindaco Mennitti e al presidente Errico i quali hanno ancora una volta confermato la nettezza, la chiarezza e la limpidità delle posizioni assunte.
Brindisi, 25 gennaio 2006

Italia Nostra, Lega Ambiente, WWF, Coldiretti–Terra Nostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, Forum per l’ambiente, la salute e lo sviluppo, Medicina Democratica, Cobas, Comitato per la tutela dell’ambiente e della salute del cittadino, A.I.C.S., Comitato Porta d’Oriente, Comitato Cittadino “Mo’ basta”.

Redazione1
29.01.2006 11:48
Niente firma per Michele Santoro..

Niente firma per Michele Santoro...

QUESTA VOLTA NON CHIEDO UNA FIRMA PER IL GIORNALISTA MICHELE SANTORO... perche' una firma e' un limite all'intelligenza.

ABBIAMO VISTO LA DESTRA REPRESSIVA - che affermava fino a poco giorni or sono, che loro non avevano nulla contro MICHELE ( cosi' come SILVIO HA DETTO ) che non lo hanno censurato, darsi un gran da fare oggi, per bloccare nuovamente la libera comunicazione.

E QUINDI come si e' creata l'ipotesi, che MICHELE potesse rientrare a fare il suo lavoro - SI SONO RIUNITI IN PARLAMENTO TUTTI - con i loro bei faccioni fascisti - ed hanno realizzato e votato un emendamento per il quale il presentatore non potra' rientrare in TV perche' fa paura alla destra - POLO - TRE PUNTE... MEZZE ALE...chiamatele come volete.

NON SOLO - silvio sa che c'e' una maggioranza di persone che con la TV si fara' un'idea di chi e cosa votare, egli sa benissimo che le controlla - sa che alcuni giornalisti che non sono sul suo portafoglio, e non solo per questo, gli remano contro, come MICHELE E BIAGI ed altri - e quindi rieccoci all'inizio delle righe sopra riportate, sul dilemma dell'informazione.

SBAGLIA CHI CREDE DI POTER LASCIARE BERLUSCONI LIBERO DI ANDARE E DIRE IN OGNI ANGOLO DEI PROGRAMMI TV QUELLO CHE VUOLE PERCHE' SI FARA' DEL MALE DA SOLO .... e mi riferisco al grande beppe grillo che sicuramente ironizza sulla questione.

IN REALTA' LE ELEZIONI SI VINCONO CON POCHI VOTI DI DIFFERENZA e far convincere questi pochi da una sola idea e' errore politico che la sinistra paga dai tempi del DRIV IN.

guardate con questa crisi economica in atto - non si comprende come il 38 per cento delle persone affermi, in modo inconsapevole che il programma - IL PATTO CON GLI ITALIANI - esposto da VESPA - da parte di SILVIO sia stato mantenuto, perche' nella realta' nessuno dei quei punti e' stato realmente realizzato.

ed e' un'indagine fatta da un importante centro di statistica.

CHI CONVINCE QUEL 38 PER CENTO DELLE PERSONE CHE AFFERMANO IL CONTRARIO ?

CIOE' CREDONO ad UNA REALTA' che non esiste ... e non si parla di ceti appartenenti alla classe ricca, ma di ceti che appartengono ad una classe sociale media e bassa, nei riferimenti economici. in questo caso si esclude, quindi,un discorso prettamente politico e di parte.

quanti conoscono ad esempio che DELL'UTRI e' stato condannato a nove anni per concorso esterno mafioso e che lo stesso e' il coordinatore della campagna elettorale di FORZA ITALIA ?

EPPURE - si permettono molti giornalisti e padroni della comunicazione - di affermare che non intendono scrivere sulla questione DELL'UTRI perche' sul caso UNIPOL loro si sono comportati correttamente senza commentare la questione FASSINO e intercettazioni telefoniche.

VI RENDETE CONTO ? - fassino non ha commesso nessun reato penalmente perseguibile - lo ha detto e ribadito nuovamente anche la magistratura italiana per quanto riguarda le finte ( perche' non ci sono prove solo chiacchere ) deposizioni di silvio berlusconi. mentre dell'UTRI e' stato condannato penalmente - cioe' ha avuto contatti con la mafia - eppure nella comunicazione - i giornalisti pongono sullo stesso piano FASSINO E DELL'UTRI, facendo esempi piuttosto vergognosi.

RICORDATE - siamo stati noi, tanti anni fa, quando neanche SANTORO se lo aspettava di essere censurato a chiedervi una firma per michele - prima ancora che l'epurazione si avverasse.

ora fare appello di nuovo alla stessa - mi sembra futile e inutile, perche' in questo modo non focalizziamo il reale problema.

VOGLIO INVECE SENTIRE LA TUA sulla faziosita' e sulla comunicazione - sentire la tua SU MICHELE - e sugli altri giornalisti -

chi consideri degno di essere letto e visto, SEGUITO PER LA SUA INFORMAZIONE, e quale credi sia veramente persona INADATTA a ricoprire il suo ruolo, di scrittore, NON DIMENTICHIAMOLO, SOCIALE.

INSOMMA COSA NE PENSI DI MICHELE E GLI ALTRI ... e DELL' - INFORMAZIONE - ITALIANA ?

SCRIVI A - giornale@namir.it

Redazione1
2.02.2006 21:16
NEVE: IL MOSTRO E' NUDO di L.Boschi

NEVE: IL MOSTRO E' NUDO

Neve provvidenziale per la salute psicofisica e ambientale. Neve rivelatrice di stupidità della nostra "classe negligente". La neve che paralizza il mostro. Finalmente! Questi piccoli fiocchi naturali che cadono dolcemente, mettono in crisi tutte le infrastrutture invasive e, oggi spesso obsolete, per le quali però si inceneriscono risorse collettive, si indebitano generazioni per la loro realizzazione e manutenzione; funzionali per un ritorno economico/finanziario di pochi, origine di corruttela, connivenza e malaffare. Infrastrutture oasi di disastri ecologici, morti. Scie di portatori d'auto quotidianamente incolonnati, di pendolarismo nevrotico intermodale, di ingolfamenti, ritardi, file interminabili di deportati incapaci di ribellione, assuefatti al sadomasochismo "democraticamente" voluto. Infrastrutture per incarichi lottizzati super remunerati e privatizzazioni con gabella. Oh, neve provvida che mostri altre vie di mobilità oltre il PM10, l'autostrada per morte collettiva da cancro, di cui sono tutti complici e dipendenti.
E pensare che basterebbe incentivare la rete, la sua velocità, la realizzazione di mediacenter, la delocalizzazione, il telelavoro, la possibilità di fare impresa in rete, di collegarsi e praticare il proprio esercizio, il proprio potenziale (il 50% delle attuali attività potrebbe essere fatto da casa). Incentivare e consentire lo sviluppo dell'economia delle conoscenze. Ritrovare lo spirito dell'aver cura delle forme di vita, non di dominarle, assoggettarle o, peggio, arrivare al genocidio. I luoghi disabitati con la cultura virtuale ritorneranno abitati. Con la rete si ritorna a casa. Invece no! No! Tutti in mobilità per raggiungere un luogo concentrazionario ad avviare un computer, a sistemare scartoffie, a prender caffè, fumar sigarette (in fumatoi riservati), intasare cessi, quattro chiacchiere col superiore di turno, a subire o praticare mobbing, all'esercizio di qualcosa che malremunera, che non dà visione se non per il Tavor. Lo chiamano lavoro!! Perlomeno i nostri vecchi si sono sacrificati per un ideale, un progetto di vita, una casa, una istruzione per i figli. Un lavoro che richiedeva ancora abilità. Oggi si lavora spesso in un processo indifferenziato, senza soddisfare abilità individuali o di gruppo, anche inutile, coinvolti in produzioni, a volte, eticamente riprovevoli (grano radioattivo, uova marce, pomodori in vermi, vino al metanolo, allevamenti lager, alimenti cancerogeni, truffe finanziarie, gabelle burocratiche). Tutto per il consumo suicida. La società dello spettacolo! Avanti il prossimo!! E allora se nevica per due giorni abbondantemente non si incoraggia lo stare fermi ed aspettare il cessare del maltempo, no vai col sale, il cloruro ecc... Così che se ne vanno in sale, in mezzi spazzaneve e successivamente in rifacimenti stradali enormi ricchezze. Non dico luoghi di montagna dove certi interventi sono doverosi, ma a Parma dove la neve dure 3 giorni, il piano neve costa circa 1.600.000 euro anno!!! Questi due giorni di neve(detti straordinari...per loro!), una aggiunta di soli 600.000. Ridicolo. Soprattutto per il sole che da solo senza costi ha risolto ogni cosa. Ma no, la nostra macchina tritarisorse cosa farebbe? E' il loro modo per fare "palle" di neve!!!
Una democrazia che imprigiona anziché liberare le menti, le esclude, le confina, costrette ad emigrare; destina risorse a progettualità anacronistiche, strutture burocratiche ripiene di assistiti, finti impieghi; sovrintendenze mercificatori culturali attraverso cui si esportano ricchezze collettive in cambio di elusione. Un mostro burocratico fagocitatore di brainless gestito da un potere in declino, che riproduce furbetti funzionali alla delinquenza di sistema.
Una classe negligente incapace di ascolto, di interpretare il nuovo, di liberare felicità. Operatori del gratta e porta via. Con la betoniera e lo spettacolo si rapinano risorse collettive e si deprime l'intelligenza.
Ma la neve, la semplice neve con la sua lenta incessante caduta, blocca il mostro antropizzato, sovralimentato e lo rivela nella sua nudità.
(Parma, 27 gennaio 2006)

Luigi Boschi
e-mail: luigi.boschi@libero.it tel 333 7363604

Redazione1
2.02.2006 21:24
Berlusconi,imperseguibile...di A.De Porti

BERLUSCONI, IMPERSEGUIBILE, OFFENDE L’ONESTA PASSIONE CIVILE E POLITICA
Quante volte, impotente, con l’unica arma dialettica che ancora possiedo, sfidando quei potenti che tutto possono solo perché si trovano casualmente-ufficialmente in posizione dominante rispetto al mio onesto pensiero, ho dovuto mandar giù bocconi amari di fronte al varo di certe leggi che nulla hanno a che fare con l’interesse del popolo italiano ?



Quante volte mi sono chiesto se ciò potesse durare ancora a lungo, confidando sull’aspettativa in base alla quale normalmente la verità viene sempre a galla anche se non portata necessariamente alla luce dai Tribunali in quanto le bugie hanno le gambe corte ?



Quante volte mi sono rammaricato perché, pur consapevole che l’attuale parlamento non rappresenta il popolo italiano ma solo Berlusconi, bisognava far di necessità virtù in quanto i numeri al parlamento, ottenuti in maniera singolare da parte di un uomo potente non potevano essere cambiati (nel “durante” si direbbe in Borsa) perché solo “ufficialmente” prodotti da un sistema democratico - certamente da rispettare - ma subito “ossidati” dalla realtà dei fatti e delle azioni di questo governo ?



Quante volte, seppur a svantaggio della mia età che andava crescendo, mi sono messo in paziente attesa che questo governo facesse le valige per respirare aria nuova in quanto esso costituiva e costituisce tuttora pregiudizio addirittura alla mia salute, stante il fatto che il sentir quasi quotidianamente calpestata la mia passione civile e politica non giovava ne tuttora giova alla mia onestà intellettuale, la stessa chi mi ha accompagnato durante tutta la mia vita professionale ? E, guarda caso, proprio in quei contesti di aria berlusconiana che, sicuramente mi hanno fatto capire ed ipotizzare prima degli altri, gli effetti relativamente futuri del berlusconismo ? Tanto da dover scrivere un libro voluminoso a futura memoria, libro che spero di rispolverare il giorno del mio…compleanno, ossia il 9 aprile….? Data che, secondo i TRE B, Bush, Blair, Berlusconi, aveva segnato tre anni fa…..ma solo a parole , la fine del conflitto in Iraq, con morti però che continuano a centinaia e centinaia ogni settimana ? E che prossimamente, ossia il 9 aprile 2006, almeno spero, segnerà la vera fine di un conflitto socio-politico in Italia che, non soltanto a mio avviso, doveva finire molto prima se non fosse stato per quei numeri, di cui parlavo prima, intoccabili ed irremovibili in parlamento, ma quasi subito, rivelatisi non rispecchianti la volontà del popolo italiano ?



Circostanza che, a dirlo con estrema franchezza, ha giovato anche a quelli dell’opposizione per via della pensione parlamentare in quanto essa (è umanamente comprensibile) non aveva alcun interesse che il mandato finisse anzitempo per non perderla ?
ARNALDO DE PORTI


Redazione1
9.02.2006 21:58
Lotta alle mafie di C.Abbondanza

CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA
OSSERVATORIO SULLA CRIMINALITA' E LE MAFIE
Via Sergio Piombelli 15 - 16159 Genova - tel. 010.6456385
sito: http://www.genovaweb.org
e-mail: osservatoriomafie@genovaweb.org - c.abbondanza@genovaweb.org


NOTA STAMPA URGENTE relativa alla Conferenza Stampa del 9 febbraio 2006


1- LOTTA ALLE MAFIE E SISTEMI DI PROTEZIONE

Nel nostro Paese il radicamento e la forza delle organizzazioni criminali di
stampo mafioso si è notevolmente rafforzato in questi ultimi anni,
nonostante la preparazione e decisione di intervento dei reparti
investigativi, giudiziari e repressivi dello Stato. La necessità di
garantire a questi l'apporto dello Stato è venuta meno, anno dopo anno, per
scelte compiute dai responsabili di Governo. Oltre ai territori di origine
le mafie, soprattutto 'Ndrangheta e Cosa Nostra, hanno consolidato la loro
presenza ed attività nelle regioni del centro e nord Italia,e tra queste la
Liguria è regione fortemente inquinata (tanto da essere citata dal
Procuratore Generale della Cassazione Dott. Marvulli in occasione
dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2006).
[il testo integrale in formato pdf sul sito]

Nella lotta alle mafie sono essenziali le testimonianze e le collaborazioni,
in quanto queste possono fornire elementi essenziali e determinanti ad
un'azione investigativa e repressiva. Queste devono vedere un impegno
tempestivo di risposta, non possono passare mesi su mesi. Le lentezze non
solo non incentivano testimonianze, collaborazioni e segnalazioni, ma non
aiutano nemmeno le DDA ed i Centri Operativi della DIA ad effettuare
serenamente (assicurata la protezione ai soggetti che collaborano) tutto il
lavoro investigativo e repressivo con tempi rapidi e quindi efficienti.

La Commissione presieduta dal Sottosegretario agli Interni A. Mantovano non
può procedere con rinvii e lentezze, ma deve essere tempestiva nell'evadere
i fascicoli sottoposti per consentire alle DDA ed ai reparti investigativi
di procedere celermente nelle indagini e nelle azioni di prevenzione e
repressione della criminalità organizzata.

La storia della lotta alla mafia nel nostro Paese, come sottolineato in
queste ultime settimane dal Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, è
stata caratterizzata da tentativi di rallentamento e depistaggio da parte di
alcuni settori del Potere, sia dalla politica sia da pezzi dello Stato (e la
storia ci ricorda quante volte siano stati usati pezzi dei Servizi Segreti
italiani contro lo Stato, i suoi servitori ed i cittadini).

Estremamente preoccupante è la conseguenza che le leggi approvate in questa
legislatura, a partire dalla Contro-riforma dell'ordinamento giudiziario e
la legge contro-personam per bloccare la candidatura alla PNA di Gian Carlo
Caselli, possono avere, soprattutto in materia di contrasto alle mafie ed
alle loro collusioni con il potere economico e politico, sui magistrati più
giovani: non occuparsi di casi scomodi per non avere problemi di carriera.
Occorre quindi che l'autonomia e l'indipendenza della Magistratura vengano
salvaguardati e ristabiliti pienamente, contro ogni tentativo passato ed in
corso, di assoggetamento del potere giudiziario al potere politico di turno.
Sappiamo che quando pezzi dello Stato rallentano le procedure, pezzi del
potere politico tentano di bloccare il lavoro di indagine e repressione, vi
sono uomini dello Stato, magistrati come agenti, che per scrupolo si fermano
per evitare di mettere in pericolo chi lo Stato dovrebbe proteggere ed
invece lascia in una sorta di limbo, in balia degli eventi e quindi
facilmente colpibile nel momento in cui lo scontro con le organizzazioni
criminali si alza. Crediamo che sia dovere delle DDA come dei reparti
investigativi, anche per rispetto a quanto collaborano e testimoniano,
sapendo il rischio a cui vanno incontro, di andare avanti,senza
tentennamenti nelle indagini e negli atti ad essi conseguenti.

Solo in questo modo chi nello Stato non vuole, per paura o interesse, che le
inchieste procedano, capirà che non può giocare alcun ruolo sui tempi di
indagine e della giustizia.

Noi non abbiamo alcuna protezione, vi sono stati segnali che hanno indicato
la posizione di rischio
( come ci è stato segnalato dalla Dia ), ma com'è possibile vedere non è
successo nulla e noi continueremo, serenamente a svolgere il nostro dovere
di cittadini e collaborare con i reparti preposti e sicuri dello Stato per
contrastare la presenza e l'attività delle Mafie a Genova ed in Liguria,
oltre a proseguire nel lavoro di contrasto alla cultura mafiosa.

Nel contrasto alle mafie non servono eroi, ma persone normali, in carne e
ossa. La Casa della Legalità con la Fondazione Antonino Caponnetto, dimostra
proprio questo, un insieme di persone che vince la paura perché è certa che
sia dovere di ciascuno contrastare quella o questa cosca o famiglia mafiosa,
facendo nomi e cognomi e segnalando fatti e persone alle competenti
autorità. Continuiamo a raccogliere molte segnalazioni che tra l'altro
evidenziano il tentativo delle famiglie di Cosa Nostra di recuperare
terreno, in questa nostra città, e raggiungere un equilibrio con la forza ed
i rapporti tra i colletti bianchi costruiti dalla 'Ndrangheta, in questi
decenni e che hanno portato ad alte percentuali di aggiudicazioni di
appalti.

Dopo le intimidazioni, minacce ed aggressioni dei primi di settembre, sono
stati diversi i segnali di avvertimento giunti e prontamente segnalati alle
competenti autorità, nelle ultime settimane abbiamo avuto un vero e proprio
'bombardamento' informatico, effettuato presumibilmente entrando a 'cuneo'
nella scheda madre dei computer, che ha bloccato definitivamente ben due
computer apple, rallentando e bloccato l'attività di informazione e gestione
del sito oltre che la mailing list che siamo comunque riusciti a ricostruire
e che ci permette di comunicare con oltre 2000 persone. Abbiamo anche
scoperto che qualcuno è riuscito ad introdursi per lasciare un messaggio del
passaggio ma fortunatamente senza creare consistenti danni, come a dire
"possiamo entrare quando vogliamo". Unica conseguenza pratica, oltre al
disturbo è il dover rinviare alcune attività come le proiezioni video.


2- "CAMMINO CONTRO LE MAFIE"

Considerando la situazione preoccupante e che non ci era precedentemente
evidente nella sua ramificazione e nel livello di infiltrazione, abbiamo
pensato sia opportuno vincere il muro di silenzio e di informazione che
avvolge la presenza delle mafie, con esponenti ben noti ed inseritisi tra i
colletti bianchi della società. Riteniamo improcrastinabile raccontare,
parlare e discutere di questo nelle scuole come nelle piazze, nei circoli
come nelle parrocchie, al fine di informare e di raccogliere sensazioni e
segnalazioni, facendo crescere quell'impegno civile, che nel proprio
quotidiano può vedere ciascuna persona libera e semplice, parte attiva del
contrasto alle attività e presenze mafiose.

Il "Cammino contro le mafie - 2006" che inizierà nelle prossime settimane,
sarà anche occasione per allargare i rapporti e la rete di soggetti sociali,
individui e collettivi che come noi, vogliono impegnarsi come "presidi" di
contrasto alla cultura e pratica mafiosa. Ognuno di questi può divenire una
sentinella, in contatto con le altre sparse sul territorio e garantire una
più capillare azione di ricezione e segnalazione, utile ad un'azione ancora
più incisiva dell'Osservatorio. Questa iniziativa si colloca pienamente
nelle attività sviluppate con la Fondazione Antonino Caponnetto, e prosegue
nell'azione di educazione alla legalità e giustizia sociale avviata dal
"viaggio" di nonno Nino.

A caratterizzare questo "cammino" alcuni appuntamenti di piazza, che
proponiamo di realizzare con la Circoscrizione Val Polcevera, quali:
- spettacolo ed incontro in piazza con i Ragazzi di Locri, in occasione
della giornata della legalità (il 22 o 23 marzo);
- incontro con il Sindaco di Gela, Crocetta condannato a morte da Cosa
Nostra, per realizzare un gemellaggio con Gela, e con Giovanni Impastato del
Centro Peppino Impastato - casa della memoria di cintisi (giugno)

L'esperienza del "Cammino contro le Mafie" vedrà inoltre una trasferta il 21
marzo 2006 a Torino per la giornata della Legalità promossa da Don Luigi
Ciotti - "Libera" (e successivamente agli Stati Generali della lotta alle
Mafie promossi da Libera per il prossimo mese di ottobre).


3- PRESENTAZIONE DEL PATTO PROPOSTO ALL'ARCI

Il Consiglio Direttivo della Casa della Legalità ha espresso forte
preoccupazione per la mancata risposta alla proposta di Patto di
Collaborazione avanzata il 23 gennaio scorso dall'Ufficio di Presidenza e
che si rivolgeva al Congresso Provinciale dell'ARCI. Crediamo che la
proposta avanzata sia più che mai attuale e necessaria, anche alla luce del
triste primato evidenziato dalle statistiche ufficiali sul consumo di droghe
e sull'abuso di alcolici tra i minori e gli adolescenti della nostra città e
regione. Inoltre l'attuazione del Patto avrebbe permesso di fornire un
segnale chiaro sulla condivisione e attuazione della nuova normativa della
nostra Regione e del Comune di Genova sulla realtà dei Circoli. Inoltre
nuovi recenti interventi delle FFOO all'interno di strutture legate all'Arci
si sarebbe potuto evitare, risolvendo il problema all'origine.

Confidavamo che essendo l'Arci una struttura che nazionalmente e nel sud é
in prima linea nel contrasto alle mafie, anche qui si potesse lavorare nella
medesima direzione, considerando la forte consistenza del radicamento delle
mafie, con particolare riferimento a Cosa Nostra come già evidenziato da
sentenze e provvedimenti di confisca e della 'Ndrangheta, come sottolineato
in occasione dell'Inaugurazione dell'anno giudiziario dal P.G. della
Cassazione, Marvulli, che cita la Liguria come prima delle regioni per
presenza e attività del sodalizio criminale calabrese. Purtroppo, ed a
malincuore dobbiamo ripeterlo, non ci è giunta alcuna risposta in merito,
nonostante avessimo chiesto ripetutamente (telefonate, sms, e-mail) di avere
una risposta ed un incontro. Abbiamo anche sottolineato che nell'ambito
dell'azione di contrasto alle mafie, i silenzi e le assenze si possono
facilmente prestare a molteplici interpretazioni: dalla paura
all'indifferenza, dalla convivenza alla collusione. Purtroppo, e non si dica
che non abbiamo cercato di coinvolgerli, abbiamo dovuto programmare le
prossime attività senza il supporto dell'Arci di Genova.

Non vorremmo che questo silenzio derivasse dalla dialettica interna sulla
questione etica e morale che qualche quotidiano locale a sollevato in merito
ad alcuni dirigenti. Questa discussione può certamente essere svolta alla
luce del sole e soprattutto senza compromettere le altre attività proprie di
un'organizzazione territoriale dell'Arci.

Tutto questo perché noi riteniamo che tutta la società civile debba trovare
unità nella lotta contro le Mafie, e quindi lasciamo cadere nel vuoto gli
attacchi e la discriminazione pubblica portata dal Presidente regionale
dell'Arci nei confronti della "Casa della Legalità - Osservatorio sulla
criminalità e le mafie " e con questa alla Fondazione Antonino Caponnetto,
in occasione delle dichiarazioni alla stampa cittadina il 18 gennaio scorso
.Siamo ancora in attesa, invece, delle scuse per le minacce fisiche
portateci il 17 gennaio 2006 e che abbiamo doverosamente denunciato
all'autorità competente.

[il testo sul patto sul sito]


4- STATO E RILANCIO DELLA CAMPAGNA DI SOTTOSCRIZIONE

Allo stato attuale sono giunti 1.335 € di sottoscrizione, prevalentemente da
fuori regione a partire dal dicembre scorso. Purtroppo siamo ancora in
grande difficoltà ed il rischio di non reggere è alto, anche considerando
che dobbiamo dotarci di un nuovo computer e di reperire un
proiettore/monitor per le proiezioni dei video (considerando che il pezzo
rimosso non è più reperibile).

PER LE SOTTOSCRIZIONI E' ATTIVO IL CONTO BANCARIO INTESTATO ALLA
"CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA»
Banco di Sardegna - Filiale I di Genova
conto n° 70032649 - abi 01015 - cab 01401 - cin X


5- PROGETTI E CONTRIBUTI PUBBLICI

Sul progetto della Fondazione Antonino Caponnetto articolato su tre moduli,
per la legge regionale sulla Sicurezza, e relativo a: Educazione alla
legalità e giustizia sociale nelle scuole; Strummerville, incontro con i
ragazzi border line; Messa alla prova, ragazzi sentinelle di legalità. Non è
giunta alcuna risposta.

Sono state molte le adesioni di rappresentanti istituzionali, amministratori
locali e parlamentari alla Lettera-Appello a sostegno della Casa della
Legalità del 24 settembre 2005. E' stata importante anche la mobilitazione
della Circoscrizione Val Polcevera per promuovere le iniziative da noi
realizzate.

Occorre però che, considerata la situazione di emergenza, si vedano
promuovere con tempestività, da parte delle pubblica amministrazione,
segnali concreti di sostegno e contributo.

Redazione1
9.02.2006 22:37
J’ACCUSE! di L. Garofalo

J’ACCUSE!

Il “grande manager” della mia scuola mi ha convocato nel suo ufficio e mi ha invitato a “difendermi”… Ma rispetto a quale capo di imputazione? Forse dall’accusa di “non aver ottemperato ad un ordine di servizio” che io ritengo un atto verticistico ed illegittimo in quanto è il risultato finale di un percorso burocratico che ha decretato l’introduzione di un orologio marcatempo come strumento elettronico di rilevazione delle presenze nell’Istituto.
Voglio far presente che, se anche solo per assurdo (ripeto: per assurdo!) il dirigente avesse seguito alla lettera e in maniera corretta le procedure necessarie dal punto di vista normativo, tale precisione formale sarebbe annichilita ed offuscata dai risultati concreti che sono disastrosi, viste le reazioni negative suscitate tra i docenti.
Insomma, io avrei “disobbedito” all’imposizione di un rito che è totalmente inutile dato che, in base a norme già esistenti, per la rilevazione delle presenze dei docenti “fa fede la firma sul registro delle presenze”, ma soprattutto è un sistema ipocrita in quanto l’insegnante deve certificare la sua presenza esclusivamente in classe, non nell’istituto.
E’ dunque questo il capo d’accusa rispetto al quale io sarei chiamato a “discolparmi”?
Ebbene, io mi discolpo rovesciando mille accuse su chi mi invita a difendermi.
J’ACCUSE! Io accuso! Ecco la mia replica più immediata e sentita, un grido d’accusa che rievoca il celebre titolo di un articolo di Emile Zola sullo storico “affare Dreyfus”, articolo pubblicato dal quotidiano francese “L’Aurora” in data 13 Gennaio 1898.
Naturalmente occorre riconoscere la notevole distanza (non solo temporale) tra le due vicende, oltre che tra il sottoscritto e l’impareggiabile talento dello scrittore francese.
Tuttavia, vista l’ubriacatura di potere dimostrata dall’altra parte, io mi diverto a millantare, da megalomane burlone quale sono, una certa qualità letteraria. Inoltre penso che l’arma più efficace da usare contro le angherie del potere, qualunque esso sia, è proprio l’ironia.
Pertanto, io accuso il dirigente dell’Istituto Comprensivo di Sant’Angelo dei Lombardi:
1) di aver diffuso discordie tra i lavoratori della scuola, alimentando un clima di sospetto e diffidenza e avvelenando l’ambiente lavorativo. Ciò inficia il normale svolgimento delle attività didattico-educative;
2) di aver abusato della sua autorità (che non è di origine divina, né è illimitata o assoluta) per imporre un “arredo” inutile e costoso, sperperando quindi denaro pubblico che poteva essere impiegato in modo più proficuo per migliorare l’offerta culturale e formativa della scuola;
3) di aver viziato anche dal punto di vista formale l’iter normativo e procedurale condotto attraverso due passaggi, l’uno concernente la delibera del Consiglio di Istituto, l’altro in sede di concertazione con le RSU, laddove si evince un semplice atto di informazione unilaterale, priva di qualsiasi momento di scambio dialettico e di trattativa che avrebbe dovuto comportare la definizione di un regolamento applicativo circa l’uso dell’orologio;
4) di aver mortificato i diritti e le istanze di confronto democratico provenienti dalla base dei lavoratori, a cominciare dall’organo collegiale per antonomasia, il Collegio dei docenti, la cui sovranità è riconosciuta dallo spirito più autentico della legge sull’autonomia scolastica, che invece è concepita e praticata secondo una logica dirigista e pseudo-efficientistica. Affermo ciò considerando che un passaggio di consultazione ufficiale all’interno del Collegio dei docenti su una materia che pure attiene all’organizzazione dell’orario di lavoro, pur non essendo obbligatorio sotto il profilo normativo (cosa che è pure discutibile), era ed è moralmente corretto in quanto avrebbe probabilmente consentito di metabolizzare la novità, evitando equivoci e polemiche astiose, ma soprattutto rimuovendo quella parvenza di unilateralità e di illegittimità che ha indotto non pochi docenti a “disobbedire”;
5) di aver respinto ogni iniziativa di dialogo e di mediazione riconciliatrice, persino con i rappresentanti provinciali delle maggiori organizzazioni sindacali della scuola, ostacolando in tal modo la ricerca di una soluzione utile e dignitosa per tutti;
6) di essere venuto meno ad uno dei compiti più delicati che sono una prerogativa primaria di un capo d’istituto, ossia il dovere di gestire le controversie con intelligenza e buon senso, e non mi riferisco solamente alla questione dell’orologio marcatempo.

Lucio Garofalo

Redazione1
10.02.2006 20:44
IL WELFARE STATE COME MODELLO DI SVILUPPO

IL WELFARE STATE COME MODELLO DI SVILUPPO

Chi l’ha detto che lo Stato sociale è solo una rete di protezione per mitigare le diseguaglianze del capitalismo? Nel suo Lo Stato dei diritti, Luigi Cavallaro, già autore de Il modello mafioso e la società globale (ManifestoLibri 2004), dimostra che il Welfare State non è solo redistribuzione di ricchezza, ma un fattore produttivo fondamentale che contribuisce in maniera determinante alla crescita dell’economia. Edito di recente da Vivarium, la casa editrice napoletana collegata all’Istituto studi filosofici, il volume si schiera contro il dogma liberista che contrappone efficienza economica e Stato sociale. L’assunto di fondo dell’opera è che la politica sociale non è un semplice onere finanziario ma costituisce, al contrario, un fattore di sviluppo fondamentale. Lo Stato che negli ultimi anni è stato considerato né più né meno che una fonte di spesa e di spreco di risorse viene rivalutato dall’autore come una autonoma forma di produzione di beni: i diritti sociali.
È possibile così analizzare la spesa sociale come un investimento produttivo destinato a produrre benefici nel medio e lungo periodo. Le imposte e i contributi pagati allo Stato non sono destinati ad essere bruciati nel buco nero della spesa pubblica o utilizzati per una redistribuzione delle risorse, ma occorre comprendere che la spesa sociale costituisce un elemento fondamentale per fornire al sistema economico i fattori produttivi dei quali necessita.
Cavallaro si propone di compiere questo tentativo di rilettura dello Stato sociale in una prospettiva economica e giuridica che passa attraverso alcuni classici del pensiero economico.
In quest’ottica Cavallaro riesamina i principali problemi posti, nelle formazioni sociali dell’Occidente, dalla coesistenza storica del Welfare State con il modo di produzione capitalistico (dall’inflazione al debito pubblico, fino alla cosiddetta “fine del lavoro” e all’emergere del “terzo settore”), nel tentativo di porre le basi per una diversa formulazione teorica del nesso fra il nostro presente e il nostro recente passato, che faccia uscire la politica economica dalla sua attuale condizione di impotenza pratica e le restituisca capacità di imprimere un forte cambiamento alla società contemporanea.
“La capacità di un paese di sottrarre fette di mercato agli altri paesi”, conclude Cavallaro, “determina un transitorio miglioramento della sua situazione interna, ma alla lunga non può che scatenare guerre concorrenziali e un aggravamento generale dell’economia mondiale”.
--------------------
NOVITÀ VIVARIUM
«STORICITÀ DEL DIRITTO»
collana dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
LUIGI CAVALLARO


LO STATO DEI DIRITTI
Politica economica e rivoluzione passiva in Occidente
Prefazione di
GIORGIO LUNGHINI

Il libro riconsidera teoricamente l’esperienza storica dell'intervento pubblico nell’economia. La rivoluzione keynesiana e le critiche ad essa rivolte, specie dalle scuole monetarista e austriaca, vengono rilette attraverso le categorie analitiche di Marx e Gramsci. Scopo dell’autore è dimostrare che il Welfare State, anziché un mero fenomeno redistributivo interno al modo di produzione capitalistico, ha tutte le caratteristiche necessarie per poter essere pensato come autonomo modo di produzione, prima fra tutte la nuova veste sociale dei valori d’uso la cui produzione esso rende possibile: diritti e non merci. In quest’ottica vengono riesaminati i principali problemi posti, nelle formazioni sociali dell'Occidente, dalla coesistenza storica del Welfare State con il modo di produzione capitalistico: dall'inflazione al debito pubblico, fino alla cosiddetta “fine del lavoro” e all’emergere del “terzo settore”. Su queste basi è possibile costruire una diversa formulazione teorica del nesso fra il nostro presente e il nostro recente passato, che liberi la politica economica dalla sua attuale impotenza pratica verso il futuro.

Napoli 2005, pp. 280, ISBN 88-85239-92-7, Euro 32,00

Luigi Cavallaro (1966) è magistrato del lavoro presso il Tribunale di Palermo. Cultore di storia e scienze sociali, ha pubblicato recentemente Il modello mafioso e la società globale (Manifestolibri, Roma 2004) e ha curato la pubblicazione dell’Estratto del Trattato sulla natura umana di David Hume, nell’edizione di J.M. Keynes e P. Sraffa, e – con Alberto Burgio – il Discorso sul libero scambio di Karl Marx (DeriveApprodi, Roma 2002). E’ redattore di “900. Per una storia del tempo presente”.

VIVARIUM è una casa editrice impegnata, oltre che nella pubblicazione di testi di alta cultura e di classici della filosofia, anche nella produzione di videocassette di contenuto filosofico.
In quest'ambito VIVARIUM collabora con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, l'Istituto della Enciclopedia Italiana e la RAI Radiotelevisione Italiana Rai Educational per la realizzazione dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche.

La denominazione VIVARIUM vuole essere un esplicito riferimento al cenacolo o convento fondato da Cassiodoro nel VI secolo a Squillace, in Calabria, e al programma di studi consegnato nelle Institutiones divinarum et saecularium litterarum.
Piazza Santa Maria degli Angeli, 1 - 80132 Napoli - tel./fax 081 2451374
ufficiostampa@vivarium.it


Edizioni VIVARIUM
Piazza S. Maria degli Angeli, 1 - 80132 Napoli
Tel./Fax 081 2451374
ufficiostampa@vivarium.it
Per l’ufficio stampa, Luigi Mosca 348/0828898

Redazione1
10.02.2006 21:13
Il votante di rinaldo lampis

Questa mattina, dopo aver ricevuta l’ennesima newsletter politica e scorso il suo contenuto, mi sono chiesto come mai un mezzo potente come internet sia usato spesso per attività che, a mio avviso, appartengono al pensiero “vecchio”.

La mia obiezione principale parte dalla convinzione che internet dovrebbe servire a sensibilizzare le persone alle cose veramente importanti nella vita, e che la politica non appartenga a questo campo.



Perché, c’è forse qualcuno sano di mente, lì fuori, che pensa che un governo di un altro colore possa cambiare in meglio la qualità della nostra vita?



Spesso dimentichiamo che, quando guardiamo allo specchio, vediamo riflessa la nostra immagine, non quella di qualcun altro. Infliggendoci questo o quel governo Dio non vuole male all'Italia. Dobbiamo invece accettare che i politici che ci affliggono, di qualsiasi schieramento essi siano, sono solo il riflesso della qualità – media e omologata – del cittadino.



Ma chi sono gli originatori di questo stampino politico e sociale? I Centri di potere della società, quali la scuola, i media, il vaticano, le case farmaceutiche...

Quindi, qual’è l’utilità sociale nel produrre centinaia, se non migliaia di siti internet “schierati”, che ci informano (sbadiglio) delle malefatte di questo o di quel politico?

A mio avviso, pressoché zero.

Certo, è ancora benefico andare a votare, ma dobbiamo comprendere - “vedere” - che a livello mondiale l’umanità si sta evolvendo verso altre forme di governo, ora ancora indefinite, ma tutte dipendenti su un cittadino informato e mentalmente indipendente.

Con questa visione, la “lotta” politica come praticata in internet mi sembra obsoleta, perché non lavora al livello evolutivo raggiunto dall’uomo.

E’ vero, bisogna aiutare la persona a districarsi dal guscio del conformismo non-pensante nel quale è stata collocata dalla società, ma le informazioni delle quali ha bisogno, per riprendere a pensare ed avere opinioni individuali, non le acquisisce né dalla politica, né dai catastrofismi (politici, economici, ecologici ecc.) regolarmente diffusi in rete.

Le basi dell’indipendenza mentale individuale si fondano sulla comprensione dei fatti importanti per la crescita della persona, quali la primazìa dello spirito; la credenza nella responsabilità personale per quanto riguarda la salute, con conseguente diritto alla scelta terapeutica; un’opinione informata sull’eutanasia e sulla reincarnazione.

Per aumentare la sua comprensione della realtà in cui vive, aggiungerei la sua opinione sul mondo invisibile - quello oltre la percezione dei sensi fisici - e la sua visione sull’esistenza o meno della vita oltre il nostro pianeta.

Altre informazioni complementari sono la diffusione di vecchie e nuove terapie naturali, di tecniche mentali utili all’uso appropriato della propria mente, e di qualsiasi nuova idea che riesca a mettere in discussione le certezze precedentemente acquisite.

Questo a mio avviso è la funzione principale che gli informatori di internet dovrebbero avere. Aiutare una o migliaia di persone a pensare con la propria mente, distogliendole da tutto ciò che è stato pre-masticato da qualcun altro, incluso il sottoscritto, è il dono più importante che si potrà mai fare a qualcuno.

rinaldo lampis

Redazione1
10.02.2006 21:17
Inno del Mediterraneo

Il 4 febbraio 2006 al liceo Garibaldi di Palermo è stata presentata ufficialmente l'iniziativa del concorso internazionale di Poesia:
"Scrivi il testo dell'Inno del Mediterraneo" sulla musica del brano IL CANTO DEL SOLE (RAI Trade) di Lucina Lanzara scelto dalla Società per l'Amicizia fra i Popoli quale base musicale dell'Inno.
In attesa di adesione da parte degli EELL per finanziamento.
Presenti fra gli altri LINO MOTTA DEL COPPEM che conta 35 paesi del Mediterraneo.
Prevista la diffusione alle Università del Mediterraneo, le Ambasciate ed i Consolati, altro.
L'inno del Mediterraneo, con il nuovo testo poetico, verrà eseguito e inciso dalla cantautrice Lucina Lanzara, per l'edizione di Rai Trade. All’autore della poesia, proclamato vincitore, verranno riconosciuti i diritti d’autore nella misura del 15% e le spettanze SIAE, con apposito contratto per l’edizione di RAI Trade.
termine di presentazione degli elaborati: entro il 15 aprile 2006
proclamazione del vincitore: entro il 15 maggio 2006
iscrizione : 30 euro quota associativa 2006 Società per l'Amicizia fra i Popoli
per maggiori info visita
www.amiciziafraipopoli.org oppure www.lucinalanzara.com




Grazie
Lucina Lanzara

Redazione1
11.02.2006 16:31
4° edizione della tenda della pace

DEFINITI GLI ASPETTI LOGISTICI, IN CORSO DI DEFINIZIONE IL PROGRAMMA

LA TENDA DELLA PACE GIUNTA ALLA SUA 4° EDIZIONE SI FARA’ IN PIAZZA CASSINI

nella settimana dal 27 febbraio al 4 marzo.



RAGGIUNTA L’INTESA CON L’ASSESSORATO AL TURISMO PER IL SUO INSERIMENTO

FRA GLI EVENTI COLLATERALI DEL FESTIVAL

ENTRO MARTEDI’ PROSSIMO DOVRANNO PERVENIRE LE PROPOSTE

Ieri sera, presso la Camera del Lavoro di Sanremo, si è tenuta la seconda riunione dei promotori della Tenda della Pace 2006.



Alla riunione insieme ai rappresentanti delle associazioni promotrici è intervenuto Oscar Marchisio che ha garantito il suo sostegno diretto all'iniziativa della Tenda della Pace che permette alle persone di riscoprire il valore della piazza e della dimensione della festa tipiche

della cultura mediterranea, e della necessità di riappropriarsi dello spazio pubblico e della capacità di auto-produrre comunicazione e cultura.



Per quanto riguarda la parte operativa, è stata inoltrata la richiesta all'Assessorato alle Manifestazioni per la struttura logistica e si è

deciso di organizzare il programma degli eventi e delle iniziative che animeranno la settimana dal 27 febbraio al 4 marzo.



Oltre alle iniziative proposte dalle associazioni presenti alla riunione, quindi, sollecitiamo tutte le associazioni aderenti che

vogliano partecipare al programma ad inviare agli indirizzi e-mail: cesare@tendadellapace.net o patrizia@tendadellapace.net, entro il

pomeriggio di martedì 14, proposte di eventi culturali, conferenze, musica, teatro, danze, stage, presentazioni di libri, ..., indicando il

tipo di evento (concerto, conferenza, ...), la sua presumibile durata e la possibile collocazione temporale (data, fascia pomeridiana o serale),

nomi dei relatori o degli ospiti, in modo da riuscire a stabilire un primo programma di massima entro martedì sera.

Redazione1
12.02.2006 16:27
Tende della Pace, continuare l'esperienza tutto l'anno. di Cesare

Tende della Pace, continuare l'esperienza tutto l'anno. di Cesare

Nella riunione della Tenda di ieri oltre a rimarcare l'importanza di continuare
questa esperienza durante tutto l'anno, si è posto l'accento, soprattutto grazie
all'intervento di Marchisio, dell'importanza dello stare insieme,
di rompere con le nostre parole e il nostro partecipare, il circuito massmediale
nefasto che ci tiene legati dal punto di vista psicologico.

I media e prima di tutti la televisione sono gli strumenti tramite i quali
avviene questo controllo e questa manipolazione
Oggi per la maggor parte in mano a gente irresponsabile che li utilizza per fini personali.

Come scriveva Papa Karol Wojtyla 10 anni fa (*)
La televisione può anche danneggiare la vita familiare
perché diffonde modelli di comportamento falsati e degradanti, mandando in onda pornografia
e immagini di brutale violenza, imculcando il relativismo morale e lo scetticisnmo religioso; diffondendo
resoconti distorti o informazioni manipolate sui fatti e i problemi di attualità,
trasmettendo pubblicità profittatrice, affidata ai più bassi istinti, esaltando false visioni della vita
che ostacolano l'attuazione del reciproco rispetto, della giustizia e della pace.

La televisione può ancora avere effetti negativi sulla famiglia anche quando
i programmi televisivi non sono di per sé moralmenbte criticabili: essa può invogliare
i membri della famiglia ad isolarsi nei loro mondi privati,
tagliandoli fuori dagli autentici rapporti interpersonali, ed anche dividere la famiglia ,
allontanando i genitori dai figli e i figli dai genitori.

Oggi nelle mani di chi sono le televisioni, lo sappiamo tutti
e la maggior parte della violenza e delle volgarita ci viene trasmessa tramite essa.

La tenda, al di là dei vari convegni e presentazioni che ciascuna associazione
faraà, vuole essere un momento di condivisione
in cui stiamo insieme, e nagari condividiamo anche el cibo.
Sul significato dello stare insieme e sul significato di comunione
vorremmo (alcuni di noi) coinvolgere dei rappresentati religiosi
in un dibattito su questo tema,
da tenersi in Tenda
che potrebbe diventare
un punto di inizio per percorso di dialogo e di scambio per molti di noi

cesare@tendadellapace.net

Redazione1
12.02.2006 16:31
Dive è finita la lealtà di A.De Porti

DOV’ E’ LA TANTO DECANTATA E FEDELE LEALTA’ ?
Casini e Follini – non v’è dubbio – hanno praticamente voltato le spalle a Berlusconi: è infatti sufficiente ricordare quanto affermano quasi ogni giorno sulle varie TV. L’uno (Follini) – come ha detto anche ieri sera - vuole, “un centro-destra ma non sotto Berlusconi (testuali parole)”, l’altro, Casini, è ormai in continuo dissenso con le parole del premier, come si evince anche dall’ultimo fatto in relazione all’Authority delle comunicazioni. Idem, con…patate per Fini, il quale, sotto la parvenza di una austera ed intangibile serietà, cerca di confliggere senza distruggere, con lapalissiana ed al tempo stesso malcelata fatica, l’atteggiamento del premier. Il che sta a significare, come ho scritto più volte sin dall’inizio della legislatura, che tutti si sono serviti di Berlusconi pur di emergere ed avere visibilità, magari catalizzati da potenti collanti che non sto ad indicare. Se poi osservo che anche Bossi ultimamente sta facendo quasi altrettanto (nella trasmissione Berlusconi-Pivetti il cavaliere ha detto che raggiunto il federalismo (sic !) sarebbe venuto meno anche la necessità dell’esistenza della Lega) , allora il sospetto che la tanta osannata lealtà più volte vicendevolmente proclamatasi tra loro non sia stato altro che un escamotage per raggiungere, in maniera poco leale, un obiettivo.

Che in politica fatti della specie possano spesso rientrare nella norma (si fa per dire) non scandalizza più, anche dalla parte opposta; ciò che scandalizza però (e questa volta spezzo una lancia, mio malgrado, a favore di Berlusconi) è come si possa umanamente voltare le spalle ad un uomo che ha calato le brache fino all’ultimo istante per loro… compreso persino (e più volte) nei confronti di Bossi. Umanamente qualche sofferenza e quali pensieri di reazione potrebbe avere nel suo subconscio il premier Berlusconi ?

Peccato che il premierato forte voluto dal premier non esista ancora, ma sono perfettamente convinto che, conoscendo l’uomo sin dagli anni ’60 quando io forse ero più di lui in altri contesti, egli sarebbe in grado - una volta sostituitosi ipoteticamente al Presidente della Repubblica a seguito di un eventuale premierato forte che, ricordiamocelo, sottrae quasi tutto al Capo dello Stato - di applicare l’art. 87 della Costituzione (posto che non sia stato cambiato anche quello a mia…insaputa) a cui spetta il comando delle Forze Armate...

Ed il colpo, sperabilmente non di Stato (ma questa è una forzatura irrealizzabile scritta solo per rendere meglio l’idea), diverrebbe forse un eventualità gratificante come avallare la guerra dissennata dell’ Iraq. Che non avrà mai fine e che ricadrà anche su di noi.. Del resto, non più di qualche giorno fa Berlusconi, con riferimento agli scioperi, ha parlato di “manu militari”, sentimento che non può non provenire se non dal suo subcoscio… e quindi a giustificazione della predetta mia sospettosa malignità.
Alla Giulio Andreotti Arnaldo De Porti

Redazione1
12.02.2006 20:27
Roma, corso di arte della parola

Daniela Danesi ti invita a parteciparla al Corso di arte della parola

Corso di arte della parola

Libreria Rinascita

via botteghe oscure 1 Roma tel/fax 063017830 3385465301

da mercoledì 15 Febbraio

Corso di arte della parola secondo Rudolf Steiner

tenuto da Daniela Danesi danieladanesi@hotmail.com

tutti i mercoledì dalle 17 alle 19

inviaci un e mail o telefonaci al 3385465301 per avere informazioni e eventualmente iscrivere te e altri amici

a Rinascita si ricomincia con un corso non solo per attori secondo l'arte della parola CHE COS’E’ L’ARTE DELLA PAROLA Un preciso modo di concepire il linguaggio sviluppato da Rudolf Steiner all’inizio del xx secolo. L’intento principale è quello di contribuire all’armonizzazione di tutte le facoltà umane ( pensare, sentire e volere) attraverso un lavoro di consapevolezza del proprio essere. Un parlare in modo artistico affinché si possa veramente “comunicare” qualcosa a chi ascolta. Nelle esercitazioni pratiche si andrà a riscoprire coscientemente l’anima segreta e unica di ogni parola, di ogni singolo suono, di ogni vocale e consonante che la configura. Lo studio delle configurazioni del linguaggio e del gesto, dei temperamenti umani, e una pratica del ritmo respiratorio adeguata costituiscono i fondamenti dell’Arte della Parola che porta in sé un carattere universale valido in ogni tempo e per ogni essere umano. Programma Ascolto e coscienza del ritmo respiratorio Esercizi di coordinamento e socializzazione Il corpo nello spazio: euritmia Esercizi per rendere plastici e flessibili gli organi fonetici Educazione all’uso corretto della voce Arte della parola :studio dello spirito del linguaggio, la vibrazione vivente della lettera, la parola nello spazio, nel tempo, nei colori, l’articolazione della sillaba, le configurazioni del linguaggio, i quattro temperamenti Educazione alla lettura Studio della poesia lirica, epica, drammatica alla luce dell’arte della parola e dell’euritmia La parola ed il ritmo L’emozione nella parola.




Redazione1
17.02.2006 22:51
Gara internazionale di parapendio

ABRUZZO - LOMBARDIA
A San Juan de la Maguana, tra le montagne della Repubblica Dominicana, si è concluso l'"Ozone Caribbean XC Challenge", gara internazionale di parapendio vinta dal balcanico Aliaz Valic.
Tra gli italiani in gara Giuseppe Sigismondi, pilota dell'associazione Volo Libero Tocco da Casauria (Pescara), si è piazzato al terzo posto nella classifica assoluta, davanti a Marco Lorenzon, del Club Scurbatt di Suello (Lecco), quarto.
Le classifiche per categoria hanno visto Fabrizio Cavadini ed Ermanno Pedroncelli (Lecco) secondi rispettivamete nella prima e nella quarta.

Per ulteriori informazioni contattare
Francesca Mastromauro - 335 7589738
www.vololiberotocco.it - info@vololiberotocco.it

PIEMONTE
E' stata assegnata alle associazioni Cavallaria di Borgofranco d'Ivrea, Volo Libero Monte Bianco di Andrate (Torino) ed "I Barbagianni" di Biella l'organizzazione nei giorni 4-5 marzo della Coppa delle Regioni, campionato nazionale di parapendio.
I decolli avverranno dal Monte Cavallaria che offre pendii ampi ed erbosi posti tra i 1200 ed I 1430 m di quota. Da qui sono stati individuati ben 15 diversi percorsi su distanze che arrivano fino a 56 km, prima di raggiungere l'atterraggio ufficiale di Lessolo, alle pendici del monte; 1200 circa i m di dislivello massimo.
Si tratta di un sito molto conosciuto tra gli appassionati per bellezza e condizioni ottimali per il volo senza motore, che spazia dalla montagna alle colline moreniche, dai laghi alla pianura, attraversabile in parapendio o deltaplano utilizzando la sola forza delle correnti d'aria ascensionali.
Secondo le condizioni meteo delle giornate, il direttore di gara, l'azzurro Marco Littamé, sceglierà due di questi percorsi; la somma dei punteggi ottenuti determinerà il vincitore.

Per ulteriori informazioni contattare
Federica 333 7277652 - aidi1@libero.it - www.coppadelleregioni.it

LIGURIA
L'ottava edizione del tradizionale "Monterosso Meeting", dedicata ai piloti di volo libero in deltaplano o parapendio, si svolgerà nei giorni 18 e 19 marzo nella ridente cornice del famoso comune delle Cinque Terre (La Spezia).
Gli organizzatori dell'associazione Settimo Cielo contano di battere il precedente record di partecipazione che fu di ben 172 iscritti, nonostante le ristrettezze degli spazi di volo liguri, a cominciare dai pendii per il decollo, agli atterraggi.
I piloti si dovranno misurare in gare di "precisone in atterraggio", vale a dire centrare un bersaglio posto lungo la spiaggia del Gigante.
Di contorno anche iniziative non propriamente aviatorie, come il Trofeo Miglior Cuoca (femminile), cioè la preparazione delle torte che alieteranno il successivo rinfresco. L'interoammontare delle iscrizioni sarà devoluto in un fondo di solidarietà.

Per ulteriori informazioni contattare
Aldo Barbieri 329 4987882 - settimocielovl@supereva.it
http://www.prismawin.net/settimocielo/index.html


SICILIA
La stagione 2006 per il volo libero si aprirà ufficialmente il 25-26 febbraio in Sicilia nella splendida cornice del golfo di Taormina, dove sarà di scena la seconda edizione del "Carnival Fly", ovvero una insolita manifestazione di deltaplano e parapendio, che obbliga i piloti a volare in maschera.
Alla manifestazione, organizzata dall'associazione Volo Libero Etna Fly, parteciperanno anche piloti stranieri, attratti nell'isola dal clima mite delle pendici dell'Etna, oltre che dal volo di Carnevale. Angelo D'Arrigo, il pilota catanese sorvolatore in deltaplano dell'Everest e delle Ande, sarà tra i partecipanti all'iniziativa.

Per ulteriori informazioni contattare
Roberta 347 3220251 - robyzuppy@tiscali.it - salvofly@alice.it

Redazione1
17.02.2006 23:01
Le scarpe di D'alema di Paolo Merlo

LE SCARPE DI D’ALEMA

Ancora questa storia delle scarpe milionarie? Basta, non ne possiamo più!
Sento il coro di proteste degli amici.
Calma: non ho alcuna intenzione di rianimare una vecchia polemica sepolta dall’incalzare degli eventi.; e poi fare i conti in tasca alle persone è sempre un’operazione antipatica. I cittadini hanno il diritto di sapere come e quanti soldi guadagnano i loro rappresentanti: come li spendono, sono fatti loro.
Vorrei solamente ragionare senza distorsioni polemiche sul rapporto tra il denaro e la sinistra.
Lo spunto è offerto da un bell’articolo di Lidia Ravera sull’ultimo numero di Micromega ( I soldi e lo stile) dove l’autrice sostiene che esista uno “stile di sinistra” nella spesa: una donna di sinistra difficilmente comprerà una pelliccia di visone.
Prosegue la Ravera: comprarsi una barca in leasing e in società con gli amici non è scandaloso. Sono d’accordo (dico sul serio) perché i tempi sono cambiati: l’ideologia si è sbiadita, la classe operaia non esiste più, l’operaio con il frigorifero e l’utilitaria non fa la rivoluzione e solamente gli sciocchi pensano ancora che un militante di sinistra debba avere figli macilenti e famelici.
Dunque se un fervente militante di sinistra (di centrosinistra preferirei dire) si compera una casa di vacanza in campagna con denaro guadagnato onestamente, non sarà motivo di scandalo. Il giorno in cui lo vedrete dotarla di piscina tra le ubertose colline, per la sua vanità e la soddisfazione delle zanzare, allora potrete cominciare a dubitare della sua fede politica.
Per orientarci, ci soccorre un bel libretto di Giuseppe De Rita (Intervista sulla borghesia, ed. Laterza) dove si analizza il nuovo assetto della società italiana, composta al vertice dal ristretto segmento della nuova oligarchia finanziaria e affaristica, all’opposto dalla alquanto nutrita folla di emarginati (extracomunitari, disoccupati, precari, nullatenenti, ecc.) e, al centro, da una massa indistinta e confusa del nuovo “ceto medio”.
In questo enorme corpaccione centrale fatica ad acquisire identità la nuova sinistra (centrosinistra?) e, forse, ci sarà utile proprio il riferimento allo “stile di vita”, di cui fa parte appunto la qualità della spesa.
Politica spiegata al popolo? Semplificazione senza spessore, non dico ideologico ma neppure intellettuale?
Forse, si.
Tuttavia, provate a pensarci: la difesa del movimento cooperativo e del suo colletateralismo è più credibile se proviene da chi calza scarpe normali o scarpe milionarie?

Paolo Merlo

Casale, 14 febbraio 2006


Redazione1
17.02.2006 23:03
Lettera sulle elezioni di un Anonimo Cristiano

Caro Amico,
da un Anonimo cristiano ho ricevuto questa lettera, che non so da chi sia
stata scritta e a chi sia indirizzata. Poiché, per l?allarme che lancia,
a me è sembrata molto importante, te la inoltro e naturalmente, trattandosi
di una lettera anonima, me ne assumo la responsabilità. Così, allo stesso
modo, come la lettera stessa suggerisce, se condivisa essa può essere ritrasmessa
o pubblicata col proprio nome o sotto la propria responsabilità.
Con i più cordiali saluti
Raniero La Valle

LETTERA SULLE ELEZIONI DI UN ANONIMO CRISTIANO

Caro Tommaso,
siccome sei nato appena il 19 agosto, hai ricevuto una lettera dal Presidente
del Consiglio Silvio Berlusconi con un grosso bacio e 1000 euro. Il bacio
è gratis, ma i mille euro servono per avere il voto dei tuoi genitori, che
vuol dire 500 euro a voto, e con le casse dello Stato si può fare, data anche
la scarsa natalità. Anche questo è un contratto, tanto è vero che la tua
babysitter, che l?anno scorso ha avuto un bambino, ha ricevuto anche lei
la lettera di Berlusconi, ma non i mille euro, perché è somala e non può
votare, e anche Tremonti dice che bisogna evitare le spese improduttive.
Nel suo caso, ci sarebbe stato un arricchimento senza causa.
Poiché i tuoi genitori sono persone oneste, non hanno ritirato i mille euro,
e votano come gli pare. Anzi hanno messo in cornice la lettera di Berlusconi,
come si fa con i cimeli storici.
Tu hai avuto la grazia di venire alla luce in un mondo che non è mai stato
così attraente. Le sue bellezze si sono moltiplicate, le ricchezze pure,
gli abitanti sono più numerosi che mai e tutti, a volerlo, potrebbero essere
in grado di vivere e di godere la Terra; i re e i principi dei secoli passati
stavano molto peggio di te quanto a cibo, acqua, caldo, freddo, salute, mobilità,
conoscenze disponibili e aspettative di vita. Se non mancasse l?amore, per
cui agli uni è tolto ciò che agli altri è dato, davvero questo sarebbe un
mondo meraviglioso.

Un gioco d?azzardo. Però tu sei nato anche alla vigilia di un grande gioco
d?azzardo. In questo Paese stiamo per andare a una roulette, in cui in una
sola giocata è messa in palio tutta la posta: la giustizia, i diritti, il
lavoro, la pace, il dialogo tra le civiltà e la Costituzione repubblicana
che il governo e la maggioranza parlamentare hanno fatto a pezzi già cinque
volte (in altrettanti voti delle Camere) e infine liquidato per togliere
il potere ai cittadini e allo stesso Parlamento. Infatti il sistema politico
si è venuto a congegnare in modo tale che un normale ricorso alle urne per
eleggere i rappresentanti, si è trasformato in un aut-aut, nel quale tutto
si può perdere e tutto si può salvare. In questa consultazione elettorale
ci possono essere, perché così ha voluto la recente riforma, solo due programmi
e due schieramenti in grado di competere per il premio di 340 deputati assegnati
per legge al vincitore. ?Tertium non datur?, come dicevano i latini. Tutta
la società è costretta a dividersi in due, nonostante la varietà di bisogni,
di interessi e di ideali da cui la mediazione politica e parlamentare dovrebbe
estrarre il ?bene comune?.
L?intenzione che da più di un decennio ha spinto il sistema elettorale e
politico verso un così rigido bipolarismo era buona, perché si trattava di
realizzare un regime di alternanza, come c?è in altre democrazie, soprattutto
anglosassoni. Però non si è tenuto conto della natura della destra italiana,
che quando non è trattenuta in un più vasto tessuto di relazioni democratiche
e si presenta allo stato puro, si fa eversiva, come ha fatto nel tempo producendo
fascismo, P2, tentativi golpisti e pulsioni secessioniste. L?esperienza di
questi anni ha mostrato che la forzatura dell?elettorato a concentrarsi e
a contrapporsi in due sole parti politiche, ha fomentato una cultura del
conflitto e del nemico, ha imbarbarito la lotta e ha portato al rischio di
consegnare il Paese a una fazione di guastatori.
L?Italia ha avuto altri momenti in cui con la destra si è giocato d?azzardo;
uno di questi fu nel 1925, quando per la prima volta fu instaurato per legge
(e non per rivoluzione) un ?governo del Primo Ministro?. Ai bambini che nacquero
quell?anno non andò poi bene; ne conosco che a 18 anni finirono in guerra
o furono presi dai Tedeschi.
Dunque non ci si può distrarre, e bisogna prendere il proprio posto in una
delle due parti in conflitto.

Berlusconi. Le ragioni per porre termine drasticamente all?esperimento Berlusconi
vanno molto al di là delle inadempienze programmatiche e del dissesto dei
conti e delle istituzioni. Berlusconi aveva stipulato un contratto, di modello
privatistico, con il quale aveva acquistato un voto e aveva venduto un sogno,
quello di un Paese beato e di un arricchimento generalizzato. I sogni sono
preziosi. Un esponente della sinistra cristiana, Adriano Ossicini, psicologo
dell?infanzia, raccontava un giorno di un bambino che aveva in cura, il quale
gli aveva portato un sogno, perché glielo custodisse e non andasse perduto.
Berlusconi ha tradito il sogno che aveva venduto e ora, con la sua parossistica
campagna politica, sta trasformando questo sogno in un incubo. Egli non ama
l?Italia, perché dell?Italia non ama la magistratura, la Confindustria, le
cooperative, l?80 per cento dei giornalisti, i comuni e le regioni ?rosse?
e tutta la sinistra, che considera una ?palla al piede? del Paese. Di conseguenza
preferirebbe che tutti questi non ci fossero, come Calderoli preferirebbe
che non ci fossero gli immigrati, e i coloni in Cisgiordania che non ci fossero
i palestinesi. Tuttavia li vuole governare, il che vuol dire che vuole governare
chi non ama, senza averne il consenso e che perciò li può governare solo
assoggettandoli e riducendoli a sudditi.
In una trasmissione televisiva un consigliere di Berlusconi, politologo,
don Gianni Baget Bozzo, ha detto che ciò che è in corso in questa campagna
elettorale sarebbe un ?regicidio?, alludendo agli attacchi al premier e alla
rapida caduta del suo gradimento. Meno tragicamente avrebbe potuto parlare
di ?deposizione del re?. In ogni caso senza avvedersene Baget Bozzo, che
è un buon conoscitore di dottrine politiche, usando questa parola definiva
il regime politico che Berlusconi ha di fatto introdotto in Italia come un
regime monarchico: cioè il potere di un uomo solo, senza controlli, senza
alleati (infatti vorrebbe avere da solo il 51 per cento, più il premio di
maggioranza) e senza competitori; tale potere sarebbe legittimato, come dice,
dal fatto che ?nessun altro italiano ha fatto tanto per l?Italia? come lui.
Questa monarchia di fatto, viene trasformata dalla nuova Costituzione elaborata
a Lorenzago, in una monarchia di diritto. Il premierato assoluto che vi è
configurato, l?emarginazione del Senato, la Camera dei Deputati spartita
in due sezioni, una Camera alta (formata dai deputati di maggioranza che
hanno ?prerogative? negate a tutti gli altri) e una Camera bassa (formata
dai deputati dell?opposizione che hanno solo il diritto di parola e i cui
voti sulla fiducia al governo non verrebbero nemmeno contati), il Presidente
della Repubblica esautorato, il ?Primo Ministro? che può sciogliere la Camera
quando vuole: tutto questo farebbe della Costituzione repubblicana uno Statuto
monarchico, anche se senza successione ereditaria, il che rappresenta l?esplicita
sconfessione dell?art. 139 della Costituzione vigente, che poneva un limite
insuperabile al sovvertimento costituzionale, prescrivendo che ?la forma
repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale?.
Dunque deporre Berlusconi e poi respingere nel referendum la Costituzione
scritta dalla destra sono due atti della stessa operazione: salvare la Repubblica
in Italia. Per i cittadini sembra questo un interesse, oltre che un valore,
assolutamente prioritario. Come diceva un grande costituente, Giuseppe Dossetti,
la Costituzione italiana era stata generata da una grande tragedia storica,
conclusasi con la sconfitta del nazismo e del fascismo. Si può aggiungere
che essa, come tutto il costituzionalismo internazionale postbellico, nacque
perché la tragedia non avesse a ripetersi, ciò che oggi non è affatto sicuro.

Nessun capro espiatorio. Nell?agone per il ripristino e per il rilancio dell?ordine
democratico non deve figurare alcun accanimento nei confronti di chi l?ha
violato. In effetti è tutta una classe dirigente, solidale nel potere oltre
ogni dissenso, e non una persona sola, che va giudicata. Ci si dovrebbe anzi
preoccupare che l?eccessiva esposizione mediatica di Berlusconi non finisca
per ricapitolare su di lui tutto il bene e tutto il male, il che è un meccanismo
ben noto nella fabbricazione del capro espiatorio, come del resto già si
intravede nel comportamento dei suoi alleati, col rischio di far perdere
di vista i gravissimi danni da questo ceto politico provocati. Al di là della
provocatoria iperbole di Gianni Baget Bozzo, quanti amano la convivenza civile
non possono che opporsi all?ostensione di figure che attirino su di sé ogni
encomio ed ogni oltraggio. Berlusconi si è messo in gravi difficoltà, fin
quasi a voler procacciarsi il dileggio, ma non per questo devono venire meno
il rispetto e la cura dovuti ad ogni creatura. Piuttosto deve essere aiutato
a uscire ? e l?elettorato può farlo ? da una situazione divenuta insostenibile,
dato che per lui, con tutte quelle televisioni e quelle aziende, la politica
si è rivelata incompatibile con le sue ricchezze, per quel conflitto sempre
denunciato che altro non è se non l?avverarsi dell?antico monito secondo
cui ?nessuno può servire a due padroni?.

Dove stanno i cristiani. Molti si chiedono dove stanno i cristiani in questo
confronto. Poiché la domanda fa riferimento a una categoria religiosa e non
politica, è evidente che la risposta non è affatto scontata: possono trovarsi
da ogni parte. A volerli localizzare seguendo la pista indicata dal Vangelo,
bisognerebbe sapere dove hanno il loro tesoro: ?dov?è il tuo tesoro là sarà
anche il tuo cuore? (Mat. 6,21). Allora si dovrebbe sapere qual è il tesoro
di ciascuno, e così si saprebbe dov?è il suo cuore e anche il suo voto. E
tuttavia nessuno ne potrebbe giudicare le intenzioni, perché si potrebbe
sbagliare.
Dunque, per sapere dove stanno i cristiani, bisogna ricorrere a criteri più
empirici. E qui sta la difficoltà. Perché, a guardare ai due schieramenti,
si ha l?impressione di una situazione asimmetrica. Infatti in uno dei due,
quello di centro-destra, ci sono molti che si professano ?devoti?, atei o
credenti che siano, c?è un partito che si fa chiamare cristiano, c?è chi
rivendica a proprio favore l?autorità della Chiesa e gode di frequentazioni
ecclesiastiche, e in tanti fanno a gara per accreditarsi come pronti a tradurre
in leggi le indicazioni della CEI. Nell?altro schieramento, che Berlusconi
sommariamente definisce la ?sinistra?, tutto questo non c?è, i cristiani
come tali non si fanno riconoscere per nome; essi partecipano senza ostentazioni
alla condizione comune, mentre per contro vi sono piccoli gruppi e partiti
che per il meccanismo elettorale non potrebbero correre da soli, i quali
si rifanno a un acceso militantismo laico, o accelerano su temi immaturi,
pur sottoponendosi al vincolo di coalizione. Ciò potrebbe far pensare che
in tale schieramento i cristiani non ci siano o non siano interessati a far
valere con energia i valori in cui credono. Ma così non è. Vaste aree elettorali
e ceti politici che si rifanno alle tradizioni del cattolicesimo democratico
e del cattolicesimo sociale sono presenti nel centro-sinistra, sia nei partiti
che si definiscono moderati, sia nei Verdi, sia tra i socialisti, sia nelle
sinistre che in diversi modi si rifanno alla tradizione comunista, che del
resto ha praticato a lungo in Italia il dialogo con i cattolici. La Democrazia
Cristiana non c?è non perché sia stata dissolta da ?Mani Pulite? ma perché,
fallito il tentativo di Buttiglione di impadronirsene, interpretò con rigore
la fine dell?unità politica dei cattolici sancita dal Concilio, e volle affermare
una discontinuità anche nel nome. Dunque i cristiani ci sono, parte costituente
e costitutiva della democrazia italiana, ci sono i cristiani nel centro-sinistra,
come sempre ci sono stati nella sinistra.

Che cosa si sceglie. La scelta di schieramento è anche una scelta per Prodi.
Si tratta di un investimento su una competenza, su una integrità politica,
su un programma, non della fede in un uomo, che non è cosa cristiana. È però
l?affidamento a una persona che per storia e identità ha tutti i titoli per
governare l?Italia nei prossimi cinque anni. La scelta di Prodi, del resto
già esercitata nelle primarie, né ha l?intenzione di accaparrarselo, né ha
nulla a che fare con il ?culto della personalità?, estraneo alla prassi democratica;
però gli dà atto di aver preso le difese della Costituzione repubblicana,
ferma restando la quale ci possono poi essere idee diverse sulla futura evoluzione
del sistema politico.
La presenza di cristiani nella sinistra e nell?Unione in questa campagna
elettorale non ha alcun carattere confessionale, e non ha alcuna pretesa
di coinvolgere le autorità della Chiesa, che si vorrebbe anzi salvaguardare
dal trovarsi coinvolte in questo scontro. Tale presenza è però fortemente
motivata dalla percezione che tra il 9 aprile e il successivo referendum
per il mantenimento della Costituzione si decide il destino dell?Italia e
il suo ruolo nel mondo, e sono in gioco valori supremi anche per la Chiesa,
a cominciare dalla democrazia. Questo aspetto è tenuto in ombra anche dal
centro-sinistra, restio ad ammettere il rischio di sistema; sicché nella
campagna elettorale ufficiale c?è molto furore polemico, ma non affiora il
dramma. Invece, come dice un allarmato Leopoldo Elia, presidente emerito
della Corte Costituzionale, nell?introduzione al suo libro ?La Costituzione
aggredita?, ?ha torto chi, pur da cattedre istituzionali autorevoli, invita
a non drammatizzare?.
Così stando le cose, la natura del voto non consente di fare scelte determinate
su singoli problemi, TAV o PACS che siano. I temi specifici che le autorità
religiose hanno agitato più di recente, riguardanti la traduzione legislativa
di specifiche istanze etiche, non sono oggetto immediato della attuale contesa
elettorale, che propone invece una scelta globale e seccamente alternativa
sui fondamenti stessi della convivenza civile e perciò anche religiosa. Essi
saranno oggetto con calma di una seria mediazione politica, in cui posizioni
diverse potranno incontrarsi, essendoci sempre una soluzione cristiana, nella
laicità, che gli uomini di buona volontà possono trovare anche sulle questioni
più spinose e controverse.

Da che cosa vi riconosceranno. Certo, sia su questi temi specifici che nelle
scelte di sistema, i cristiani hanno qualcosa da dire, e proprio come tali,
per l?utilità comune. È un peccato, ad esempio, che non ci sia nessuno che
dica che la Costituzione ci preme proprio in quanto cristiani, non solo per
le ragioni validissime a tutti comuni, ma anche per ragioni più proprie:
per esempio per aver posto al fondamento della Repubblica il lavoro, che
Gesù ha assunto quando ha preso ?la forma del servo?, e quindi ha assunto
il lavoro, che era allora l?operazione estenuante ed esclusiva del servo;
o per aver stabilito nella coscienza, come ha asserito una famosa sentenza
della Corte Costituzionale, la fonte dei diritti fondamentali, e perciò della
stessa Repubblica, facendo quindi della coscienza di ogni cittadino il vero
luogo dove i desideri di Dio e i diritti posti dall?uomo si incontrano; o
per quella centralità del Parlamento che affida l?esercizio della sovranità
del popolo non all?azione, alla lotta, al potere, ma alla Parola, e perciò
non ammette altro modello di comunicazione pubblica tra gli uomini che il
dialogo e quindi la pace; ciò che fa della Costituzione la radice dell?etica
civile.
Sarebbe bello queste cose poterle dire anche proprio come cristiani; in ogni
caso, se non come cristiani, essi dovrebbero farsi riconoscere come ?Galilei?,
cioè per l?amore, così come nella sua felice enciclica Benedetto XVI dice
che Giuliano l?Apostata lo riconosceva e voleva emularlo nei cristiani, da
lui chiamati ?Galilei?, pur mentre voleva ristabilire i culti pagani. E dall?enciclica
si potrebbe ricavare un altro criterio di identificazione per loro: quello
di attribuire allo Stato e alla politica, come unica ?origine, scopo e misura?
il fare la giustizia, senza la quale uno Stato si riduce a ?un grande ladrocinio?;
di intendere la giustizia come il garantire a ciascuno la sua parte dei beni
della terra; di sapere che nella ?nuova situazione? prodotta dall?avvento
dell?industria moderna, ?il rapporto tra capitale e lavoro è diventato la
questione decisiva?; e che se, come è avvenuto, ?le strutture di produzione
e il capitale? si sono affermati come ?il nuovo potere posto nelle mani di
pochi?, comportando ?per le masse lavoratrici una privazione di diritti contro
la quale bisognava ribellarsi?, compito della società nostra, interna e internazionale,
è di offrire alla ribellione l?alternativa della politica, della Costituzione
e del diritto. Questo sarebbe allora il modo e il luogo in cui i cristiani
potrebbero essere riconosciuti.

Riunioni e lettere. Non firmo questa lettera: prima di tutto perché, nell?alleanza
cui andrà il mio voto, anch?io, come cristiano, sono anonimo; e in secondo
luogo e soprattutto perché questa lettera da chiunque, se condivisa, può
essere fatta propria e mandata ad altri, con la propria firma o sotto la
propria responsabilità, e da questi ad altri ancora, in una circolazione
dal basso, e così passare di sito in sito, di e-mail in e-mail, di rivista
in rivista, e magari suscitare riunioni, incontri e dibattiti per discutere
queste cose, per far crescere l?informazione e la coscienza collettiva intorno
alle grandi questioni in gioco, in tutta la campagna elettorale, e fino al
referendum costituzionale. Sarebbe bello, così, che questa lettera anonima
fosse la più firmata di tutte, a fare da scintilla che accende tutta la prateria.
Con i più fervidi auguri
Anonimo cristiano

Redazione1
18.02.2006 14:22
Il falso bilancio del cavaliere di A.V.Gelormini

IL FALSO BILANCIO DEL CAVALIERE
di Antonio V. GELORMINI
In preda al delirio elettorale, pur di mantenere il centro della scena mediatica, il Cavaliere ormai è costretto a spararle ogni giorno più grosse. Per la verità, le munizioni non gli mancano, difetta piuttosto un certo senso della misura, ma questo si sa è un problema sorto già col primo vagito.
Inutile chiedersi se sono studiate o se vengono, così, spontanee. Quella di oggi mette a dura prova anche i pazienti discendenti di Giobbe e tocca corde pericolosamente sensibili. “Il Paese è in debito con me. Ho bisogno di altri cinque anni”: Incredibile. Si pensava di averle viste tutte, dopo l’approvazione della legge sul falso in bilancio. Ma la possibilità di ascrivere il debito di un intero Paese tra le proprie attività, fa davvero un baffo alla creatività del suo ministro più fantasioso.
Come se non bastassero le pene per i numerosi debiti contratti dagli italiani, pur di affrontare con qualche dignità le primarie esigenze quotidiane, oggi gli si chiede di aggiungere anche quello contratto, non si sa quando, col Signore di Arcore.
Dovremmo, dunque, sentirci in debito con l’unica persona che incrementa i suoi redditi e quelli delle sue società, mentre il Paese va a rotoli. E per di più, sapendola sull’orlo di un probabile fallimento (politico), dovremmo coscienziosamente fare di tutto per salvarla e ritrovarcela ancora di fronte che reclama il suo credito. Ma dove lo ha visto questo film?
Avesse detto di avere lui un debito con gli italiani, forse qualcuno avrebbe potuto immaginare di seguire l’esempio non molto edificante di alcune banche: che evitano di registrare come perdita un credito inesigibile e mantengono in vita artificialmente il debitore, iscrivendo l’operazione tra i capitoli attivi di bilancio. Ma anche in questo caso, avrebbe comunque avuto bisogno di una dose di credibilità ormai perduta e irrecuperabile.
Da tempo la mania di grandezza gli ha fatto perdere contatto con la dimensione terrestre e lo scenario apocalittico immaginato nel caso di una sconfitta elettorale, gli fa vivere la scadenza del 9 e10 aprile come quella di un angosciante giudizio universale. Forse anche per questo ha tentato in tutti i modi di allontanarne l’appuntamento.
Con gli ultimi condoni resta ben poco da poter chiedere agli italiani. D’altro canto, come per il gas, molti di loro sono alla canna. E’ per questo che mai primavera fu più attesa e più desiderata. Consapevoli che il lavoro paga i debiti, mentre la disperazione li aumenta, sanno bene a chi toccherà continuare a lavorare e chi invece appare disperato. Hanno deciso, quindi, di metterci una croce sopra e fare un ultimo sforzo per evitare di superare la soglia della rovina.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
18.02.2006 14:42
VEGADINNER 22 febbraio a cura di L.Boschi

VEGADINNER 22 febbraio
incontri conviviali con la cucina vegetariana vegana aperti a tutti

Ristorante "PARMIGIANINO"

Mercoledì 22 febbraio 2006 ore 20
Cena al Ristorante "Parmigianino"
Parma, Largo Piero Calamandrei,11 (Via Barilla)
c/o Barilla Center.
Richiesti prenotazione e prepagamento entro 20 febbraio. Costo 32 Euro cad.
Tel 333 7363604. E-mail: vegadinner@libero.it

Menù

Aperitivo con Malvasia, cocktails analcolici alla frutta, millefoglie alle verdure, piccoli tranci di polenta, bruschette al pomodoro.
* * *
Antipasto di piccole verdure in tempura
avvolte in pasta kataifi
con salsa agrodolce
* * *
Pennette di grano kamut
con crema di porri
e carciofi della Liguria
* * *
Timballino di melanzane
con ortaggi croccanti e curry
su salsa al pomodoro di Pachino
e riso nero venere
* * *
Sorbetto al tè verde con fragole al cioccolato caldo
* * *
Caffè con friandises
*
Vino della casa

Pane del forno: panetti di farina di semola e semi di finocchio, ciabattine di semola di grano duro, rosette integrali, grissini di semola.

Chef: Luca Paffetti

****
Ospite dell'incontro Marzio Dall'Acqua direttore dell'Archivio di Stato di Parma che terrà una relazione sul Parmigianino. Saranno esposte alcune opere dell'artista Maria Chiara Mossini presente all'incontro.
***

Patrocini:
www.ssnv.it (Società Scientifica Nutrizione Vegetariana),
www.saicosamangi.info,
www.viverevegan.org,
Movimento dei Consumatori

Adesioni:
OIPA, ENPA, LIPU, LAV, UNA, LAC, OASI ANGELS, WWF, LEGAMBIENTE, LIFE, LAIKANIMALI

*VEGADINNER: è una iniziativa dell'Associazione culturale OPERAPRIMA. A cena con gli chef nei ristoranti di Parma; incontri con la cucina senza cibi di derivazione animale. Incontri conviviali periodici (escluso agosto e dicembre). Gli chef locali propongono la loro cucina con piatti vegani svelando un po' dei loro saperi, raccontano lo spirito e le caratteristiche della loro cucina.
Dagli alimenti semplici a elaborati piatti: la cucina vegetariana vegana non è povera, anzi è ricca di idee, elementi, sapori, fantasia. Una cucina che scopre cibi e alimenti a volte dimenticati, che rende più sensibile il palato (e l'animo), che non produce danni e arricchisce il piacere di stare a tavola consapevoli di un'etica dei valori nei confronti di tutti gli esseri viventi, dell'ambiente, della salute. Una cultura che non esclude, ma include e rispetta le tradizioni.

Parma 22 febbraio 2006

Luigi Boschi
(Pres. Operaprima)

Redazione1
18.02.2006 14:51
Una firma per la giustizia

Una firma per la giustizia. Vai al sito
http://www.arcoiris.tv/appello/

Un impegno per la giustizia
Si sta chiudendo una delle più tormentate e controverse legislature della storia repubblicana e c'è oggi la prospettiva di un cambio di governo. Ma deve cambiare anche il modo di governare: dal punto di vista costituzionale e dei rapporti tra cittadini ed istituzioni.
Il lavoro che attende il nuovo governo è quindi di enorme complessità e responsabilità e si estende a settori di grande importanza per la collettività: l'informazione, la sanità, il lavoro, l'ambiente e i beni culturali, la ricerca, l'istruzione, la politica fiscale e tributaria.
Importanti riforme di sistema sono necessarie anche per ridare ai cittadini fiducia nella giustizia. Ma in questo settore noi tuttavia riteniamo che vi sia una inderogabile priorità: la cancellazione delle principali leggi che sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire gli interessi personali di pochi, ignorando quelli della collettività. Si tratta di leggi che - a prescindere da ogni altra considerazione - hanno devastato il nostro sistema giustizia e compromesso il principio della ragionevole durata dei processi.
Alcune di queste leggi, pur da riformare, sono state disinnescate dalla Corte Costituzionale (ad esempio il cd. "Lodo Schifani", cioè la L. 20.6.03 n. 140 sulla sospensione dei procedimenti per le alte cariche dello Stato) o dai giudici di merito e dalla Corte di Cassazione (è avvenuto per la Legge sulle rogatorie n. 5.10.01 n. 367 e la cd. "Legge Cirami" 7.11.02 n. 248 sullo spostamento dei processi per legittimo sospetto).
Ma, per altre leggi è necessaria l'abrogazione immediata : solo con la loro abrogazione, infatti, sarà possibile restituire credibilità al paese sul piano internazionale e dignità ai governanti e ai rappresentanti politici ed ottenere la partecipazione della collettività nazionale agli sforzi necessari per ricostruire una scala di valori condivisi.
Le leggi che devono costituire oggetto di abrogazione già nei primi mesi della legislatura sono:
- la Legge di "depenalizzazione" del falso in bilancio ( D.L.vo 11.4.02, n.61), che rappresenta la tipica traduzione in termini normativi della cultura della illegalità e contrasta con la tendenza mondiale a punire con maggiore severità la false comunicazioni in materia societaria;
- la Legge cd. "ex Cirielli", 5.12.05 n. 251, definita "obbrobrio devastante" dal Presidente della Corte di Cassazione, che ha di fatto introdotto nuove cause di impunità per i potenti (attraverso la prescrizione breve dei reati, anche gravi, commessi dagli incensurati) e pesanti discriminazioni verso i recidivi anche per reati non gravi: dunque, incentivi a manovre dilatorie ed il prevedibile aumento della popolazione carceraria saranno l'effetto di un diritto penale per tipo d'autore;
- la barbara riforma della legittima difesa approvata definitivamente il 24.1.06, che introduce una presunzione di proporzionalità tra i delitti contro il patrimonio in ambiente privato e la reazione violenta con armi da fuoco contro chi ne è responsabile;
- se sarà riapprovata, la cd. Legge Pecorella sulla inappellabilità delle sentenze di proscioglimento che, a parere di molti, altera il principio costituzionale della parità delle parti nel processo e, dilatando le possibilità di ricorso alla Corte di Cassazione, parzialmente la trasforma in giudice di merito, ingolfandola e rendendone ingestibile l'attività.
L'impegno di coloro che intendono formare il futuro Governo deve estendersi inoltre alla sospensione immediata della efficacia di tutti i decreti legislativi di attuazione delle legge di riforma dell'ordinamento giudiziario (Legge delega n. 150 del 2005): solo così potrà essere predisposto e realizzato un progetto di riforma di ampio respiro, utilizzando i contributi del CSM, degli accademici, della magistratura associata, degli avvocati e delle associazioni dei giuristi e del personale amministrativo.
Chiediamo allora a tutti coloro che parteciperanno alla prossima campagna elettorale un impegno espresso, preciso e incondizionato ad operare immediatamente per l'abrogazione di queste leggi, che non sia diluito in promesse di riforme generali nei vari settori dell'ordinamento.
L'assunzione di tale impegno è condizione e garanzia irrinunciabile perché, come giuristi e come cittadini, possiamo confidare nella volontà degli eletti di ripristinare effettivamente, non solo in questo campo, le regole fondamentali della democrazia.

16 febbraio 2006
http://www.arcoiris.tv/appello/

Redazione1
18.02.2006 15:01
Il governo italiano sta toccando il fondo di Communitas 2002

Il governo italiano sta toccando il suo massimo livello di irresponsabilità.

Un ministro provocatore che esibisce in TV (in orario di massimo ascolto) le famigerate vignette, con compiaciuta premeditazione, visto che se l'era fatta stampare sulla maglietta.
Mai, in sessant'anni di repubblica democratica, si era assistito a un così irresponsabile comportamento condito da dichiarazioni e comportamenti razzisti.
E questo sarebbe il ministro della Repubblica che ha la responsabilità delle riforme? Colui che ha messo mano alla nostra Costituzione per stravolgerla e piegarla agli interessi leghisti (ma non solo) alimentando i più bassi interessi di parte contro gli interessi di tutti i cittadini italiani?
Averlo nominato, sostenuto nella sua ''azione di governo'' è di una tale gravità che non si rimedia solo chiedendone a parole le dimissioni, puntualizzando che non si ha alcun potere per mandarlo a casa, giustificando così a priori la sua eventuale, proterva permanenza in seno al governo.

Undici morti ieri, chissà quali disordini oggi e domani.
Ma il popolo italiano davvero si merita una coalizione di governo così, che pure si propone di tornare al potere per completare l'opera di screditamento internazionale dell'Italia, imbarcando i peggiori esponenti e le ideologie della destra eversiva e neo-fascista, dopo averla portata per cinque anni consecutivi (unica in Europa) ai più infimi livelli di crescita (?) economica degli ultimi 50 anni?
Simona Giovannozzi

18 Feb. 2006
www.communitas2002.it ___________________________________

Redazione1
4.03.2006 20:09
Giallo Musicale di Luigi Boschi

GIALLO MUSICALE

Si tagliano i fondi dello spettacolo, ma non per Parma, che gode dei benefici dell'Authority attraverso la generosità anche di ARCUS spa. Grazie all'abbondanza di danaro corrente, la città diviene luogo di transito, attraverso lo spettacolo, di risorse collettive che trovano poi altre destinazioni. L'illusione di ricchezza della società dello spettacolo! Le istituzioni di Parma -la Fondazione Toscanini e il Teatro Regio- possono permettersi artisti di altissimo livello, invogliati soprattutto dai compensi stratosferici, tutti gestiti tramite i servizi di un personaggio noto alle cronache: l'agente monegasco Valentin Proczynski, molto vicino a Meli e Baratta.
"Non è mia competenza controllare il suo operato", rispose Meli, seccato, alla mia domanda -perché un sovrintendente si prestasse a queste operazioni elusorie- in occasione della sua ufficializzazione a sovrintendente del Teatro Regio. E così dicendo i sovrintendenti sono divenuti commercianti. Almeno sappiamo di cosa si tratta. Vero maestro Meli!
I compensi degli artisti di Valentin sono cresciuti a dismisura: un caso su tutti quello di Yuri Temirkanov che ha recentemente lasciato la sua rappresentante italiana e, passato ai servizi di Proczynski, a Parma, ha contratti da 45.000 Euro al colpo. Ma ora, forse, dovranno essere rivisti, se si vuole accedere ai fondi pubblici, in funzione del decreto legge che ha posto limiti ai compensi, definito nuove tabelle, un cosidetto "cachettario" in vigore dal 1° luglio 2006.
Le gestioni allegre praticate e affidate a consenzienti sovrintendenti (esempi: Meli a Cagliari, Baratta a Parma) dovrebbero forse essere ridimensionate. "Non si può lasciare a una persona sola la responsabilità della gestione di budget così rilevanti" sembra abbia detto Roi, nuovo presidente della Fondazione Toscanini, che ha dato maggior peso decisionale al Consiglio di Amministrazione attraverso la revisione dello statuto e, guarda caso, il nuovo consiglio, non ha rinnovato l'incarico di sovrintendente a Baratta, rimasto solo direttore generale della Filarmonica. Dove reperirà l'ex sovrintendente le risorse per gli impegni programmati e per una progettualità futura? Basteranno le sponsorizzazioni private? Cosa combineranno Gianni e Valentin? Scriveranno un libro? Andrebbe a ruba!!
Che non vi fosse chiarezza e trasparenza nei bilanci della Toscanini era cosa nota. Le nomine dei nuovi Consiglieri ne sono la conferma! I cachet Mazeliani han fatto storia! Così pure il fatto che i componenti del complesso stabile, per mezzo del quale la Fondazione percepisce i fondi, sono estromessi dalla Filarmonica. I fondi del Fus però sono stati usati per la gestione della Filarmonica? Mah! La Filarmonica della Scala, che opera in autonomia, è formata dagli stessi professori che compongono l'orchestra della Scala, con solo eventuali integrazioni. Come mai a Parma si è assunto questo metodo? Tre orchestre gestite a chiamata: l'Orchestra del Regio attraverso una cooperativa, la Filarmonica a gettone o contratti a progetto, la Cherubini a rimborso spese.
L'Orchestra del Teatro Regio è impropriamente così chiamata, in quanto, di fatto, cooperativa "Parma Opera Ensemble" gestita dal clarinettista Sergio Pellegrini. Cooperativa che sembra operi in modo disinvolto nella remunerazione dei professori d'orchestra risparmiando sui versamenti previdenziali per tutte le prove e limitandoli alle sole giornate di spettacolo. E c'è chi vorrebbe che il Teatro Regio possa divenire Ente senza Orchestra, senza Corpo di ballo, senza Coro stabili: forse per altri requisiti!
La Cherubini, diretta da Muti, è di fatto un corso di formazione e si avvale di giovani musicisti diplomati che effettuano gli spettacoli a rimborso spese. Ma Muti via Proczynski quanto viene remunerato? Solo rimborso spese? Come viene sostenuta economicamente? Quali e quanti fondi della Comunità Europea vengono percepiti attraverso questa orchestra?
La Fondazione ovviamente non lesina sulle spese per l'oneroso affitto della vasta sede a Palazzo Marchi: è giustificato, per le sole attività amministrative della Toscanini, mentre l'Orchestra effettua le prove in spazi inadeguati?
Numerosi sembra siano stati i patteggiamenti per cause di lavoro con esborso economico. Intrecci singolari: l'avv Petronio legale della CGL è anche legale della Fondazione Toscanini. Possiamo immaginare i pareri che il sindacato può dare ai componenti dell'orchestra per rimostranze o possibili vertenze di lavoro. Come poi possano sentirsi garantiti dalla segretezza!! Nell'altro sindacato, la CISL, Italo Fiorani, che denunciò una situazione di mobbing all'interno della Fondazione, è stato promosso(!!) al settore trasporti.
Ma torniamo ai fondi. Chi gestisce oggi i soldi di ARCUS? Quali sono i criteri? E perché i fondi sono erogati sempre a istituzioni che sembrano fare affari esclusivamente col monegasco Proczynski e coi suoi prestanome? Forse che questi "sistemi musicali" producono "detriti" in quantità tale da necessitare di un complesso sistema di smaltimento?
Vi sono alcune oasi in cui, nonostante i tagli al mondo dello spettacolo, il denaro scorre a fiumi ... oltre al caso di Parma, finanziamento speciale di 10 milioni di euro in tre anni per la "Fondazione Parma Capitale della Musica", non da meno è Siracusa che per l'INDA (Istituto per il Dramma Antico) si è vista assegnare un fondo straordinario di 1,8 milioni di Euro per ripianare i debiti accumulati in un solo anno della gestione di Angela Spocci (già nota alla cronache di Parma come Direttrice del Teatro Regio), ingenti poi i finanziamenti di Bari per la neonata Fondazione Petruzzelli e Teatri che ha messo in piedi una stagione sinfonica degna di una grande capitale europea: Maazel, Gergiev, Muti, Temirkanov. Una città, tra l'altro, priva di un adeguato spazio sinfonico cosicché, questi maestri del cachet, saranno costretti a suonare in piazze, vicoli e ... all'Auditorium della Guardia di Finanza... non ancora a conoscenza del noto giro finanziario!?
Nella riunione dei Sovrintendenti (ANFOLS: Asociazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche), che si è svolta a Roma, si è discusso non solo di queste stravaganze economiche, ma si è pure presa posizione comune nei confronti dei tagli previsti dalla Finanziaria 2006 che sono stati confermati in Consiglio dei Ministri e che prevedono per il prossimo anno un FUS assestato a 375 milioni di Euro.
E' palese ora la strategia ben architettata per sottrarre fondi pubblici al controllo di commissioni collegiali (come quella che gestisce i fondi del FUS), per arricchire, invece, a dismisura, un recipiente finanziario, gestito in maniera discrezionale, come la società ARCUS. Proprio nel giugno scorso infatti un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per i Beni e le Attività culturali, prevedeva l'innalzamento dal 3 al 5 per cento della quota destinata ai beni culturali dagli investimenti infrastrutturali collegati alla legge obiettivo.
"Grazie a questa norma -dichiarava l'allora Ministro Urbani- e grazie all'ampliamento delle somme destinate alla legge obiettivo deliberate dall'ultimo CIPE, i fondi a disposizione di Arcus, società per lo Sviluppo di Arte Cultura e Spettacolo, raddoppieranno. È un risultato importante che consente di smentire tutti coloro che hanno affermato che questo governo ha tagliato i fondi per la cultura". Ecco allora spiegato l'arcano: i fondi per la cultura non diminuiscono, sono solo assegnati secondo nuove e sofisticate formule tali che la loro gestione sfugga al controllo delle commissioni e diventi un affare discrezionale.
Istituita con legge 291 del 16 Ottobre 2003, la società ARCUS gode di un invidiabile regime: "nutrita" con una percentuale (passata come abbiamo visto dal 3% al 5%) dei fondi destinati alle infrastrutture della cosiddetta "Legge Obiettivo", prevede però una gestione praticamente privatistica, affidata fino a pochi mesi fa a Mario Ciaccia, potente Capo di Gabinetto del Ministro Urbani, estromesso da Buttiglione, oggi divenuto alto dirigente di Banca Intesa, in seno alla quale è tornato, come Amministratore Delegato della nuova Divisione di Banca Intesa deputata agli "affari" con la Cosa Pubblica. Insomma, un intreccio interessante...
Qualche volonteroso preposto per funzione pubblica vorrebbe indagare e informarci sugli "affaire musicali", i loro intrecci e conflitti professionali, se non di interesse? Ne va' della credibilità della cultura italiana! (Parma, 19 febbraio 2006)

Luigi Boschi

Redazione1
4.03.2006 20:12
Si faccia avanti di A.De Porti

SI FACCIA AVANTI QUALCUNO PRO BERLUSCONI, PER FAVORE !
MA CHIEDO ANCHE COSA STIA A FARE QUESTA OPPOSIZIONE ?


Si faccia avanti un elettore di centro-destra (ben vengano anche parlamentari-assessori-consiglieri ed altro) e dicano pubblicamente se questo governo ha fatto qualcosa di positivo nell’interesse del popolo italiano e non abbia piuttosto privilegiato il varo di leggi a proprio uso e consumo nell’interesse di pochi ed amici dei “pochi”. Su, avanti, venite allo sbaraglio, senza però fare una sterile enunciazione di quelle leggi varate che nulla avevano a che fare con il famoso-sbandierato programma sottoscritto da Berlusconi a Porta a porta. Ditemelo, vi prego in ginocchio ! Venite avanti !

L’avevo scritto su tutti i quotidiani - si o no - che le alleanze fra “cani e porci” avrebbero portato a questo ? E cioè che Fini e Casini avrebbero strumentalizzato la leadership di Berlusconi per poter navigare in attesa di affondarlo: esattamente come stanno facendo ora. Che i voti di Berlusconi sarebbero, in seconda istanza, passati in parte a Fini ed in parte a Casini. E la Lega ? Essa mi pare già disintegrata al suo interno per cui quei quattro gatti (senza offesa) ora si trovano senza un manico ben preciso al punto che, una volta sono indotti a dire che correranno da soli, mentre poi, altalenando, dimostrano una “strana” fedeltà a Berlusconi. Fedeltà che ha più il senso del consuetudinario ricatto più che di qualunque altra cosa. Tanto Berlusconi dice sempre “va tutto bene, anzi benissimo…”! Il fatto che 3 italiani su quattro (ed io fra i tre) espatrierebbero volentieri dalle “ Belle ed amate sponde”, la dice lunga….

Sento poi, in questi giorni pre-elettorali , anche in ambienti di uno certo standing religioso, che non voteranno più per Berlusconi del centro–destra, ma per Casini o Fini….
Al solo sentire queste affermazioni mi cadono le braccia. A meno che, a poche settimane dalle elezioni, ancora non si sappia che, chi vota Fini-Casini, finisce per votare Berlusconi…ed avrà ancora lui al governo del paese.. Apriti cielo !

Dico questo perché sarebbe bene far chiarezza ad opera di alcuni esponenti del centro-sinistra che sembrano non solo non sapere queste cose, ma soprattutto sembrano “fregarsene” di informare a dovere i loro potenziali elettori ! Si rendono conto poi che le fasce umili andranno al voto (se ci andranno) votando l’ultimo messaggio che viene loro in mente ? E chi avrà più televisioni avrà più chances per inculcare agli italiani l’ultimo messaggio, alla faccia della par condicio ? E che proprie le fasce deboli ed umili saranno e sono le più influenzabili soprattutto perché non è concesso loro di informarsi, avendo esse già grossi problemi per sbarcare il lunario ?

Ma insomma, il centro-sinistra cosa farà per parare queste situazioni ? Aspetta che sia troppo tardi… ARNALDO DE PORTI


Redazione1
4.03.2006 20:50
Roma, manifestazione genitori a cura del Ge.Fi.S.

Si informa che a Roma nei giorni 17-18-19 marzo
2006 è indetta una manifestazione organizzata dal Ge.Fi.S. - Genitori
di Figli Sequestrati - Comitato Senza Scopo di Lucro - che si terrà in
Via dei Fori Imperiali (nei pressi del Colosseo), con inizio alle ore
09:00 di ognuno dei tre giorni, per sensibilizzare l'opinione pubblica
sull'assoluta necessità dell'applicazione sistematica della nuova
Legge sull'Affido Condiviso dei figli in tutti i casi di separazione
dei genitori, esclusi naturalmente quelli in cui vi sia stata violenza
conclamata sui minori coinvolti. Tale manifestazione è stata definita
"TRE GIORNI PER LA GIUSTIZIA" proprio per sottolineare che l'Affido
Condiviso dei figli è la scelta più giusta nelle separazioni dei
genitori e che la riforma del Diritto di Famiglia è ormai
improrogabile, anche attraverso l'istituzione, nei Tribunali Ordinari,
di una sezione altamente specializzata nelle vicende riguardanti tutta
la sfera della Famiglia e dei Minori, abolendo finalmente quelle
Istituzioni, come il Tribunale per i Minorenni, ormai obsolete.
Garantire il rapporto paritario con entrambe le figure genitoriali è
la soluzione raccomandata dai più preparati psichiatri, psicologi e
avvocati, nazionali ed internazionali, per garantire la giusta ed
equilibrata crescita psico-fisica dei figli, i quali necessitano
SEMPRE dei loro genitori. Invitiamo tutti i genitori, i nonni ed i
familiari coinvolti nei casi di separazione ed affido minori, ma anche
i singoli cittadini ai quali interessa veramente il bene delle
Famiglie Italiane, a partecipare alla manifestazione al fine di poter
rendere il loro contributo per la riuscita del nostro intento. Per
qualsiasi informazione sono disponibili i seguenti nominativi:
Fausto Paesani - cell. 3478473605 - fausto_paesani@hotmail.com
Aldo Forte - cell. 3472297039 - odlabalu@libero.it

Cordiali saluti.

Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati - Comitato Senza Scopo di Lucro -
http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli

Redazione1
4.03.2006 21:02
Proibire il proibizionismo di L.Garofalo

PROIBIRE IL PROIBIZIONISMO
Dulcis in fundo!
L’atto conclusivo del “meraviglioso” e “ineffabile” governo Berlusconi è un disegno di legge sulle droghe (inserito in modo subdolo come mini-emendamento in un maxi-emendamento per le Olimpiadi invernali di Torino) che reca, non a caso, il nome e la paternità di Gianfranco Fini, ossia di un fascista, post o vetero non importa in quanto la forma mentis è sempre la stessa.
Ecco, dunque, il capolavoro dei capolavori di questo infame governo, che ha intrapreso la sua opera devastatrice, anticostituzionale e antidemocratica con la feroce repressione del movimento no-global attuata durante le giornate del G8 di Genova, nel Luglio 2001, e con un obbrobrioso provvedimento legislativo che ha eliminato la tassa sulle successioni e sulle donazioni che superano i 200 mila di euro! Cito solo alcuni degli atti più emblematici e significativi per rinfrescarci la memoria sulla natura classista e reazionaria di tale governo.
L’intento dichiarato del decreto Fini è quello di colpevolizzare e perseguitare i tossicomani, anche i semplici consumatori di spinelli, giudicati alla stessa stregua degli spacciatori e dei narcotrafficanti, annullando cioè la “liceità” del consumo personale finora tollerato.
Come argomentano i fautori della legge, la gravità dell’attuale situazione sarebbe determinata dal “permissivismo” contenuto nel concetto di “modica quantità”, un’idea ispirata e alimentata dall’ascesa, soprattutto negli anni ’60 e ‘70, della cosiddetta “cultura della droga” intimamente sposata alle varie “culture alternative” o “controculture” affermatesi in quel periodo.
In effetti, questo è il ragionamento, rozzo e semplicistico, che fonda lo spirito della legge Fini.
Invece, è un dato incontestabile che la causa dei crimini abitualmente perpetrati nelle aree urbane più degradate, ad esempio i reati commessi dai giovani tossicomani, sia proprio nell’esatto contrario del permissivismo, ossia in quel regime proibizionista che di fatto regola e decide la questione. Un regime che la legge Fini renderebbe ancora più aspro e crudele, criminalizzando e perseguendo non solo le abitudini di milioni di consumatori di droghe leggere, ma penalizzando anche altri comportamenti, fino a negare e calpestare alcuni elementari diritti sanciti e garantiti dalla nostra Costituzione.
Le misure draconiane previste dalla suddetta legge mirano a reprimere il diritto a “farsi”, ma non ne eliminano le cause reali, nella misura in cui le ragioni dell’alienazione giovanile nelle droghe sono di natura esistenziale, psicologica e culturale, non certo di ordine giuridico.
Inoltre, quelle norme brutalmente punitive investirebbero soltanto i piccoli spacciatori, ossia gli stessi abituali consumatori di sostanze narcotiche.
Tale disegno politico cela una perversa volontà di esasperare il fenomeno della violenza urbana, specialmente di quella minorile, ma soprattutto arreca un vantaggio economico e politico incommensurabile alle più potenti organizzazioni malavitose (mafia, camorra, ecc.) che controllano il mercato nero delle sostanze stupefacenti, in modo particolare delle droghe pesanti, favorendo e incrementando il potere e i profitti dei narcotrafficanti internazionali.
L’esperienza storica ha dimostrato che l’imbarbarimento di una già ferrea disciplina repressiva non fa altro che scatenare l’effetto contrario, generando fenomeni di recrudescenza e l’aumento del disordine, della rabbia, della disperazione.
Tale legge costituisce un ulteriore segnale che attesta l’involuzione in senso autoritario e reazionario di una notevole parte della classe dirigente italiana, a cui non corrisponde un pari fenomeno regressivo nella società civile, che in tal modo si discosta sempre più dagli ambienti, dagli umori e dai poteri istituzionali del Palazzo.
Lucio Garofalo

Redazione1
4.03.2006 21:46
Brindisi,il registro dei tumori di Gino Stasi

IL REGISTRO TUMORI: CONOSCERE PER PREVENIRE!

Finalmente il Registro Tumori Ionico Salentino! E grazie alla tenacia di Giorgio Assennato, docente di medicina del lavoro nell’Università di Bari, che tra mille difficoltà e col lavoro tenace del suo gruppo di epidemiologi e statistici ha presentato ieri a Brindisi i primi dati relativi al triennio 1999-2001 del Registro.

Mentre sinora si poteva conoscere solo il numero di morti per tumore ora è possibile avere il numero di casi al momento della diagnosi e studiare la loro sopravvivenza. Uno strumento di conoscenza ma anche di programmazione sanitaria nel campo dell’oncologia che sinora è andata avanti a spanne tra campanilismi e interessi professionali. Ma soprattutto dovrà servire per orientare le attività di prevenzione sia ambientale che sanitaria verso i tumori a maggiore incidenza.

I dati presentati e confrontati con quelli del registro tumori di Ragusa, l’unico sinora certificato nell’Italia del sud, mostrano a Brindisi un eccesso di tumori del polmone, della vescica, della pleura (amianto), del fegato (epatite C) e delle leucemie (benzene). I tumori del polmone e della vescica sono stati trovati in eccesso soprattutto nel sesso maschile e nella città capoluogo, elementi questi che fanno pensare, secondo i responsabili del registro, ad una loro origine ambientale e lavorativa.

Come si vede nulla di nuovo, sono evidenze che anche i dati di mortalità avevano già mostrato. Si tratta quindi di rimboccarsi le maniche ed intervenire sulle cause di questi tumori: inquinamento ambientale, sostanze cancerogene sui luoghi di lavoro, controlli su tutte le possibili fonti di epatite C, riduzione del traffico veicolare. Non è sufficiente contare con precisione tumori e decessi per combattere efficacemente queste malattie. Bisogna potenziare i i Dipartimenti di Prevenzione delle Ausl e le articolazioni territoriali dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale (ARPA) con uomini e apparecchiature.

Sarà necessario comunque dare stabilità al Registro Tumori Ionico Salentino che sinora si è retto su un vecchio progetto del Ministero dell’Ambiente e che quindi, se non verrà sostenuto con investimenti specifici, sarà presto destinato a chiudere battenti.

Sono molti i soggetti istituzionali interessati a conservarlo e a potenziarlo. Servizio Sanitario Regionale, AUSL, Università, Province e Comuni devono superare le logiche da orticello privato e sostenere insieme la stabilizzazione e l’indipendenza del Registro mentre le Ausl devono far funzionare le unità di epidemiologia e statistica finora ridotte al lumicino.

Brindisi, 3 marzo 2006
Gino STASI
Presidente di Medicina Democratica
Sezione Brindisi (Cell. 329 11 84 97)

Redazione1
26.03.2006 19:49

Redazione1
4.04.2006 16:55
La scomparsa di Angelo D'Arrigo

La scomparsa del deltaplanista Angelo D'Arrigo, deceduto in un incidente aereo insieme al generale Giulio De Marchis, ha suscitato grande cordoglio in tutto il mondo del volo e riempito le cronache di questi giorni.
Attestazioni di stima sono giunte dall'Italia e dall'estero, insieme ad iniziative volte a celebrare le gesta del pilota e perpetrarne la memoria.
A Catania, città natale di D'Arrigo, è iniziata una raccolta di firme per intitolare al suo nome l'aeroporto che sta coinvolgendo piloti di tutta Italia e non solo quelli che praticano il volo libero.
Un'altra iniziativa è volta a raccogliere fondi per i progetti umanitari intrapresi dal pilota a favore di bimbi nepalesi e sudamericani, mentre durante un concerto al teatro Metropolitan Mario Venuti gli ha dedicato il brano "Echi infiniti", chiuso da un lungo applauso del pubblico alzatosi in piedi.
In internet sta girando la proposta di dedicare una giornata alla memoria di D'Arrigo e di tutti I piloti scomparsi in cielo, il giorno 21 maggio, data che precede di pochi giorni l'anniversario del sorvolo dell'Everest da parte del pilota siciliano nel 2004.

Per ulteriori informazioni contattare Laura Mancuso
http://www.angelodarrigo.com - info@angelodarrigo.com - press@angelodarrigo.com

Si è conclusa a Castelo in Brasile la prima tappa della Coppa del Mondo di parapendio (PWC). La competizione è durata una settimana e ha coinvolto 128 piloti provenienti da 43 nazioni.
Sono state disputate 6 prove con percorsi compresi tra i 47 e i 65 km, davvero impegnativi per questi mezzi che volano senza motore, sfruttando le correnti d'aria ascensionali.
Lo svizzero Christian Maurer guida la classifica individuale, seguito dal cechi Tomas Brauner e Martin Olrlik. Ottimo sesto posto per l'azzurro Paolo Zammarchi, di Brescia, già vice campione nella PWC 2004.
La tedesca Eva Wiesnierska ha vinto la gara femminile, mentre la classifica per nazioni registra nell'ordine Svizzera, Francia e Repubblica ceca.
I prossimi appuntamenti di questo campionato sono fissati in Austria, Svizzera, Slovenia e nell'Isola di Reunion, rispettivamente in maggio, agosto, settembre e novembre.

Per ulteriori informazioni contattare
http://www.legapilotifivl.org/ - Luciano Gallo - gpara@fivl.it - 011 644006
http://www.paraglidingworldcup.org/

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
www.fivl.it - vitali.stampa@fivl.it
tel/fax 035 577536 - 335 5852431
Segreteria FIVL: tel. 011 744991 - fax 011 752846

Note per la redazione
Foto e tutti i nostri comunicati stampa all'indirizzo:
http://www.fivl.it/stampa/paginanewscomunicati.html

Redazione1
4.04.2006 16:58
Petizione per una bambina del Su Africa

Il week-end passato una bimba di 3 anni (a Athlone, Sud Africa) e' stata
picchiata e stuprata.
E' ancora viva. Il colpevole è stato rilasciato ieri su cauzione.
Se sei troppo occupato per leggere, allora firma e inoltra la mail.
Il governo Sudafricano sta pensando di abolire l'unita' di protezione
bambini e questa è una petizione per evitare che lo faccia!!
Questa è una petizione molto importante.
Quell'unità è una parte essenziale del sistema giudiziario dei bambini.
Potresti aver già sentito dire che c'è un mito, in sud africa, secondo
cui
fare sesso con una vergine cura l'aids.
Più giovane è la ragazza, più potente sarebbe la cura!
Questo ha portato ad un'epidemia di stupri fatti da uomini
sieropositivi,
che per le bimbe innocenti significa contagio. Molti sono morti in
questi
abominevoli stupri.
Di recente a Cape Town, 6 uomini hanno stuprato una bebè di 9 mesi.
Questa situazione agghiacciante sta raggiungendo dimensioni
catastrofiche, e
se non facciamo nulla, allora chi lo farà?

Gentilmente aggiungi il tuo nome in fondo alla lista, a per favore
inoltra
la mail a quante più persone possibile.

N.B. Se sei la firma numero 120, allora per piacere manda la lista a

childprotectpca@saps.org.za

non inoltrare la mail, fai copia e incolla, così resta ordinata.

Redazione1
4.04.2006 17:00
Alla scoperta della Finanza Etica

Il CESPIM, in collaborazione con l'Associazione Garabombo l'invisibile, e
l'associazione AIFO, ricorda che giovedì si terrà il primo incontro
dell'iniziativa:

ALLA SCOPERTA DELLA FINANZA ETICA
Quattro incontri per conoscere da vicino una pratica di giustizia
economica e sociale, affinché si affermi e si
potenzi una gestione del risparmio che rimetta la società, i diritti e
l’ambiente al centro dell’economia, dando
al denaro un ruolo di strumento e non di fine.

Invitiamo, quanti lo ritengono opportuno, a diffondere l'invito

giovedì 6 aprile, ore 21
Polo Universitario Imperiese, via Nizza 8, Imperia P.M.

IL DENARO COME SE LA GENTE CONTASSE QUALCOSA
Dalla consapevolezza delle distorsioni della finanza sono nate esperienze
con l'obiettivo di riagganciare l'uso
del denaro ai bisogni dell'uomo.

Prof. Marco Di Antonio, Prof. alla Facoltà di Economia dell'Università di
Genova
Andrea Di Stefano, Direttore della rivista Valori

giovedì 20 aprile, ore 21
Società Operaia di Mutuo Soccorso, via S. Lucia 14, Imperia On.

RISPARMIO FAI DE TE?... SI MAG
In anni di scandali finanziari l'esperienza di chi il risparmio lo
gestisce in prima persona.

Mameli Biasin, Amministratore Delegato Microfinanza s.r.l.
Cooperativa Mag 4 Piemonte

giovedì 11 maggio, ore 21,
Salone Parrocchiale Sacra Famiglia, Imperia On

UN'ALTRA BANCA E' POSSIBILE E BANA ETICA CI PROVA
Un punto di incontro tra risparmiatori responsabili e iniziative
socio-economiche che mirano ad uno sviluppo umano e sociale sostenibile

Giorgio Beretta, Campagna di pressione alle “banche armate”
Tiziana Bonora, Referente Circoscrizione Soci Savona e Imperia

giovedì 24 maggio, ore 21
C.S.O.A. La talpa e l'orologio, viale Matteotti 23 Imperia P.M.

L'ASSICURAZIONE A SOSTEGNO DELL PERSONE
L'ultima sfida in un settore gestito a discapito di una società di
accoglienza, convivialità e attenzione ai bisogni di tutti.

Marco Grassi, Direzione Consorzio Assicurativo Etico e Solidale
Marco Gallicani, Direzione Associazione Finanza Etica

Redazione1
4.04.2006 17:31
Alla scoperta della Finanza Etica

Il CESPIM, in collaborazione con l'Associazione Garabombo l'invisibile, e
l'associazione AIFO, ricorda che giovedì si terrà il primo incontro
dell'iniziativa:

ALLA SCOPERTA DELLA FINANZA ETICA
Quattro incontri per conoscere da vicino una pratica di giustizia
economica e sociale, affinché si affermi e si
potenzi una gestione del risparmio che rimetta la società, i diritti e
l’ambiente al centro dell’economia, dando
al denaro un ruolo di strumento e non di fine.

Invitiamo, quanti lo ritengono opportuno, a diffondere l'invito

giovedì 11 maggio, ore 21,
Salone Parrocchiale Sacra Famiglia, Imperia On

UN'ALTRA BANCA E' POSSIBILE E BANA ETICA CI PROVA
Un punto di incontro tra risparmiatori responsabili e iniziative
socio-economiche che mirano ad uno sviluppo
umano e sociale sostenibile

Giorgio Beretta, Campagna di pressione alle “banche armate”
Tiziana Bonora, Referente Circoscrizione Soci Savona e Imperia

giovedì 24 maggio, ore 21
C.S.O.A. La talpa e l'orologio, viale Matteotti 23 Imperia P.M.

L'ASSICURAZIONE A SOSTEGNO DELL PERSONE
L'ultima sfida in un settore gestito a discapito di una società di
accoglienza, convivialità e attenzione ai
bisogni di tutti.

Marco Grassi, Direzione Consorzio Assicurativo Etico e Solidale
Marco Gallicani, Direzione Associazione Finanza Etica

--

---------------------------------------------------------------------
Gli iscritti possono inviare messaggi alla lista tramite l'indirizzo:
tendadellapace@tendadellapace.net

Per iscrizioni/cancellazioni clicca sotto
http://www.tendadellapace.net/mail.php

Tenda della pace di Sanremo ~ un altro mondo sta avvenendo
---------------------------------------------------------------------

Redazione1
29.04.2006 11:32
Messina.La difesa della Costituzione

Sabato 29 Aprile alle ore 10
presso la Libreria Hobelix
Via Dei Verdi, 2 - 98122 MESSINA
"La difesa della Costituzione al centro dell'impegno dei democratici italiani"
Conversazioni sul tema della difesa della Costituzione organizzate dall'Associazione culturale "mondonuovo".
Interverrà l'On. Giovanni Bianchi
relatore Prof. Luigi D'Andrea
moderatore Giovanni Frazzica
Hanno già dato adesione all'iniziativa Caterina Papalia, Antonio Saitta, Maurizio Ballistreri, Nunzio Astone, Mariastella Cacciola, Camillo Pigneri, Nicola Lombardo, Salvatore Cuva, Davide Mangiapane, Salvatore Carroccio, Rosario Ansaldo Patti, Dario Buonfiglio, Carmen Currò, Gabriele Siracusano, Adolfo Parmaliana, Enzo Seminara, Santino Monforte, Franco Bruno, Francesco Barbalace, Giuseppe Maimone, Enzo Coco, Antonio Fundarò, Pompeo Oliva, Pippo Previti, Francantonio Genovese, Patrizio Marino, Antonella Cocchiara, Nino Salamone, Michele Bonaiuto, Simona Giovannozzi, Aura Notarianni, Angelo Salvatori, Franco Scicolone, Michele Giacomantonio, Savero Merlino, Pippo Iraci, Marilena Trovato, Santi Emanuele Savoca e............ tante altre adesioni
stanno per arrivare.

Redazione1
29.04.2006 11:37
29 APRILE: BRINDISI PUO’ VINCERE.

29 APRILE: BRINDISI PUO’ VINCERE.
Quanto più un territorio è povero, tanto più è soggetto alle lusinghe di chi offre alla sua popolazione e ai suoi politici una scodella di lenticchie pur di aggredirlo, consumarlo, trarne profitto.

E’ la storia di Brindisi, città che per la sua centralità nel Mediterraneo con il più grande e sicuro dei porti naturali, povera per decenni di classe politica capace di trasformare lo stesso porto nella ricchezza della sua popolazione, è stata immolata prima agli interessi nazionali della chimica e dell’energia e poi a quelli sempre più privati di energia stessa e rifiuti, sotto la pressione dell’emergenza occupazionale.

Brindisi si trova così area di crisi ambientale sin dal 1990, sito inquinato da bonificare di interesse nazionale dal 1998 e straordinario concentrato di 7 impianti ad alto rischio di incidente rilevante.

Negli anni Cinquanta si ritenne di portare lo sviluppo impiantando uno dei più grandi petrolchimici d’Europa che distrusse alle porte della città spiagge, dune e zone umide portando per un paio di decenni un benessere effimero incapace di sopravvivere a quella stessa generazione, presto colpita dalla espulsione di migliaia di operai dalla chimica in crisi. Cosa fare allora in una città dalla popolazione nel frattempo raddoppiata? Una mega centrale termoelettrica, la più grande possibile, nella cui costruzione impiegare quei disoccupati. A cantiere finito, di nuovo tutti a casa. Tutte le lusinghe di indotto, sviluppo dell’agricoltura con il caldo gratis alle serre e quant’altro, svanite nel nulla: un’agricoltura allo stremo sotto la polvere di carbone; un porto già fiorente monopolizzato dalle navi carboniere; la centrale stessa, che in principio occupava 800 operai, e oggi ne impiega la metà.

Il territorio diventa vittima di un circolo vizioso per cui finisce per accettare tutto quello che gli altri non vogliono: un’altra centrale ancora, un inceneritore di rifiuti speciali pericolosi, una delle 2 discariche italiane di rifiuti tossico nocivi. Questo ha portato a Brindisi una politica poco lungimirante, spesso pressata da parti sociali non pronte a immaginare uno sviluppo diverso perché cresciute nella precarietà e nelle protezioni di un sistema solo apparentemente di mercato.

Oggi finalmente a Brindisi si vive una fase di transizione, segnata da una vicenda che comunque finirà sarà una pietra miliare nella storia della città: il rigassificatore voluto dalla British Gas e dal Governo Italiano. Un impianto ad alto rischio di incidente rilevante da collocare proprio lì, in mezzo agli altri 7, dove una norma del 1998 impone di delocalizzare i rischi industriali esistenti: all’imboccatura del porto, per decretarne la morte per sovraccarico di carbone e gas. Il tutto per un iter amministrativo semplificato al punto da evitare la Valutazione di Impatto Ambientale (da cui la procedura di infrazione a carico dello Stato Italiano avviata dalla Comunità Europea) e da ridurre il ruolo delle istituzioni locali ad un veloce parere in una conferenza di servizi romana. Nella quale 3 anni fa Sindaco, Presidente della Provincia ed Assessore Regionale, quelli allora in carica, si espressero per il “SI” non legittimati dalla consultazione popolare prevista dalla normativa europea per gli impianti a rischio e neppure da delibera dei Consigli Comunale, Provinciale o Regionale, ma ancora una volta suggestionati dai fantomatici “1000 posti di lavoro” per un anno e non invece attenti al fatto che gli effettivi 40 posti a regime non valgono la fine di un porto che da 2 millenni è il pilastro del benessere della città di Brindisi e che oggi si trova in posizione privilegiata per intercettare i traffici mercantili dall’Oriente all’Europa; e non giustificano l’ulteriore rischio industriale in una città che da sola già produce più del 10% dell’energia elettrica nazionale, in massima parte da carbone (il combustibile più economico ed inquinante) e che dunque rifiuta qualsiasi offensiva allusione alla sindrome NIMBY: Brindisi infatti ha già dato.

Questa vicenda è una pietra miliare nella storia di Brindisi perché è stata proprio la città, ben prima della sua classe politica, a rendersi conto della insostenibilità del nuovo impianto e a respingerlo con forza, grazie all’azione di alcune espressioni minoritarie della politica e della cittadinanza attiva che da anni si battono contro l’impennata dei quantitativi di carbone, e che tra difficoltà e ostracismi è riuscita a creare un’ampia coscienza civica con cui dall’inizio del 2004 la classe dirigente ha dovuto fare i conti.

La prima grande manifestazione di popolo – 5000 persone in piazza il 27 marzo 2004 – ha in qualche modo segnato la politica stessa della città, influendo su candidature e programmi. Dalla metà del 2004 Brindisi ha istituzioni locali che, pur governate da maggioranze politicamente diverse, combattono insieme una dura battaglia politica e amministrativa con risvolti anche giudiziari per salvare la città dai nuovi insostenibili danni del rigassificatore, in primis quello di essere privati del porto che invece Provincia e Comune vogliono riportare alla storica vocazione commerciale “canalizzando su di esso, sulla retroportualità e sulle nuove funzioni di logistica ed intermodalità, opere pubbliche e agevolazioni ad investimenti privati, coerentemente pianificati in accordo con la Regione per l’accesso ai grandi finanziamenti comunitari 2007/2013”.

Provincia e Comune rivendicano la competenza, frutto dell’”autonomia” amministrativa costituzionalmente riconosciuta agli Enti Locali, a programmare lo sviluppo del proprio territorio secondo un disegno che - partendo dall’ambientalizzazione degli impianti industriali oggi ancora fortemente inquinanti e da un risanamento generale che non può consentire ulteriori impianti a rischio – crei benessere non con nuove aggressioni ma con le bonifiche, “non con cantieri ma con imprese, non con il carbone e il gas ma con la logistica, non con l’energia non rinnovabile ma con l’industria aeronautica, non con i subappalti ma con l’università, non con le discariche e gli inceneritori ma con l’agricoltura, non con la distruzione del territorio ma con la sua valorizzazione a fini turistici”.

La sintonia di sensibilità ed intenti fra cittadini da una parte e Provincia e Comune dall’altra è stata poi sancita dall’imponente manifestazione popolare del 4 dicembre 2004 e ribadita dalla storica manifestazione del 25 luglio 2005, indetta da Sindaco e Presidente della Provincia con l’adesione della Regione, di tantissimi enti locali, sindacati e associazioni della cittadinanza attiva.

Quella del rigassificatore di Brindisi è una storia emblematica: emblematica della nuova maturità dell’opinione pubblica sui temi dell’ambiente, della sicurezza, della salute, dello sviluppo sostenibile; emblematica del sempre più sentito diritto delle comunità all’autodeterminazione pur nel rispetto degli interessi nazionali; emblematica del rinnovo della politica a partire dai cittadini; emblematica di come il sindacalismo illuminato abbia superato la dicotomia ambiente-lavoro.

Tutto questo cammino deve ora essere portato a frutto con un nuovo grandioso incontro di popolo. A Brindisi il 29 aprile si manifesta per vincere. E, se le nostre popolazioni vinceranno, vincerà la speranza e l’impegno di quanti lavorano per un futuro migliore. Potrà così partire da Brindisi, in questo delicato momento, un segnale forse utile per l’intero Paese.
Brindisi, 26 aprile 2006
Pablo ZITO

Redazione1
29.04.2006 11:49
Padova, percorre la via asiatica

PADOVA PERCORRE LA VIA ASIATICA: ALLA SCOPERTA DI CIO’ CHE E’ COSI’ LONTANO, COSI’ VICINO

Settima edizione del World Social Agenda, “La Via Asiatica”: il 5 maggio ospiti quattro donne simbolo dell’Asia che cambia e Folco Terzani

Giunto alla settima edizione, il World Social Agenda sceglie anche quest’anno Padova per parlare del Sud del mondo: dopo i temi africani de “L’Altr’Africa: il G8 delle donne” nel 2004 e quelli sudamericani di “AmericAmeriche” nel 2005, quest’anno la Fondazione Fontana, organizzatrice dell’evento assieme al Consorzio Etimos, Banca Popolare Etica e Civitas, propone “La Via Asiatica”. L’Asia, questa sconosciuta, l’Asia, sempre più tra noi: l’intento della manifestazione, una maratona di appuntamenti che si svolgeranno in numerosi luoghi significativi di Padova, dentro e fuori Civitas, è far conoscere sia la realtà lontana sia quella delle comunità asiatiche del Veneto attraverso due percorsi, uno educativo e formativo rivolto agli studenti e già in corso nelle scuole padovane da ottobre e uno informativo che prevede all’inizio di maggio una serie di incontri pubblici aperti. Per l’organizzazione della manifestazione è stato prezioso l’aiuto fornito da numerose associazioni del territorio di immigrati e cooperanti con l’Asia, oltre che il sostegno della Regione Veneto, del Comune di Padova e di quello di Limena, del Credito Cooperativo Veneto e di Bookstore.

Il momento clou della manifestazione sarà rappresentato dalla conferenza internazionale in programma per il 5 maggio alle 20 all’interno di Civitas, la fiera del Terzo Settore: interverranno relatrici di rilevanza mondiale per parlare di economia, di politica, degli obiettivi di sviluppo del millennio e di autodeterminazione della comunità di cui la donna è, soprattutto in Asia, la principale animatrice. Quattro le ospiti presenti. Vannath Chea, donna simbolo del genocidio cambogiano operato dai Khmer rossi e candidata al Nobel per la pace nel 2005, Charika Marasinghe, presidente di Sarvodaya, la più grande Ong dello Sri Lanka, molto attiva nel fornire aiuto materiale e spirituale alle vittime dello Tsunami, Nurjahan Begum, dal Bangladesh, direttrice della Grameen Bank, la prima "banca dei poveri" del mondo, e Hu Lanbo, imprenditrice cinese e fondatrice della rivista “Cina in Italia”. Modererà l’incontro Silvia Nejrotti dell'UNIP, l’Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace. Nel corso della serata verrà anche proposto un filmato inedito che documenta la vita delle comunità asiatiche intitolato “Volti e Voci dell’Asia in Veneto”. L’ingresso è libero.

Ai ragazzi delle scuole elementari e medie è stato riservato il programma “GirAsia”, messo a punto con la collaborazione delle associazioni Mani Tese, Angoli di mondo, Amici dei popoli, Transfair, Incontro tra i popoli, Pro.A. dei Missionari Comboniani: all’iniziativa hanno aderito cento classi, 24 di scuola media e 76 elementari. Al termine del percorso, per una conoscenza “dal vivo” delle comunità asiatiche una dozzina di classi ha aderito anche alla realizzazione di laboratori pratici su scrittura cinese, origami e danze delle Filippine condotti da immigrati. Gli studenti delle superiori sono stati invece coinvolti nel programma “Librandosi sull’Asia”: per loro la lettura di testi di autori asiatici, un filmato e l’incontro con esperti del continente. E il 4 maggio un incontro pubblico conclusivo al cinema-teatro MPX di via Bonporti a cui sarà presente Folco Terzani, figlio del giornalista scomparso Tiziano, per commentare gli elaborati che i ragazzi hanno prodotto a fine percorso e raccontare la sua esperienza di conoscitore dell’Asia e di viaggiatore. Per concludere, il gruppo teatrale del Liceo artistico Modigliani costruirà e metterà in scena lo spettacolo dal copione inedito “Frammenti”: accompagnata da musiche originali indiane, la piece è costruita sulla base di testi, preghiere e favole asiatiche. Il debutto avverrà il 6 maggio alle 20.30 all’Auditorium Modigliani e successivamente lo spettacolo replicherà in altre città del Veneto.

Redazione1
29.04.2006 11:52
Sanità Veneta, Arresti in corso

SANITA' VENETA ARRESTI IN CORSO

Nuova iniziativa della Procura di Trento che ha fatto scattare il blitz. L’accusa: una tangente di 50mila euro al dirigente regionale Bufera sulla sanità, arrestato Toniolo Indagati per corruzione anche l’assessore Tosi e il consigliere Bazzoni

di Luigi Grimaldi Il segretario generale della sanità della Regione Veneto Franco Toniolo, 56 anni, è stato arrestato per corruzione. E due politici veronesi, l’assessore Flavio Tosi della Lega Nord e il presidente della commissione Raffaele Bazzoni di Forza Italia sono indagati per concorso nello stesso reato. È il bilancio della nuova iniziativa presa ieri dalla procura di Trento. Al centro della vicenda giudiziaria ci sono l’ex direttore della clinica Pederzoli Giuseppe Puntin e il suo biglietto «Pagati a To 50mila euro», sequestrato in occasione del suo arresto. È una tangente, secondo l’accusa, data a Toniolo, per far approdare all’ospedale di Zevio i posti letto destinati a Marzana e provenienti dalla dismissione della clinica Chierego Perbellini.
Inoltre, nel registro degli indagati è stato iscritto anche il nome di un socio di Puntin, Michele Lo Russo. Quindi, quel «To» appuntato dall’ex direttore della Pederzoli, secondo il sostituto procuratore Paolo Storari, è Franco Toniolo e non Flavio Tosi. Quando fecero arrestare Puntin, i magistrati trentini ipotizzarono che potesse essere o l’uno o l’altro. Tosi e Toniolo reagirono dicendo di non aver avuto nulla a che fare con i soldi di Puntin. Adesso, però, quel nome gli investigatori lo danno per certo. La svolta di ieri dell’indagine sul versante della Regione Veneto fa riferimento a una storia iniziata almeno due anni fa, quando i cinquanta posti letto della clinica Chierego-Perbellini di Borgo Trento furono assegnati dalla Regione all’ospedale di Marzana con una specifica delibera. Su questa opportunità fu aperto un dibattito. Puntin e Lo Russo acquistarono l’operatività della Chierego-Perbellini e così fu avviato l’iter per portare quei posti letto riabilitativi a Zevio, ospedale dove l’ex direttore della Pederzoli ha una gestione con un contratto misto pubblico-privato. Secondo la procura, i cinquantamila euro furono pagati la scorsa primavera, proprio per orientare la scelta del trasferimento di quei posti letto a Zevio. La trattativa si trascinò fino allo scorso autunno. La guardia di finanza stava già intercettando i telefoni di Puntin, coinvolto nella vicenda della tangente pagata per l’ampliamento della clinica Solatrix di Rovereto. E così, il 21 novembre scorso, gli investigatori registrarono una conversazione telefonica tra il manager della sanità e il dirigente regionale Tiziano Martello. Secondo l’accusa, Puntin stava dettando proprio la delibera che avrebbe assegnato i posti letto a Zevio. Ma l’assessore Tosi sospese la procedura e rinviò la delibera in giunta. Era il periodo in cui il politico leghista e l’ex direttore della Pederzoli si incontravano spesso per questioni di lavoro. E, alle loro costole, c’erano gli investigatori della guardia di finanza che, dopo i pedinamenti, consegnavano le relazioni al sostituto procuratore Storari. Il 24 gennaio scorso, due settimane dopo l’arresto di Puntin, la Regione Veneto adottò una serie di provvedimenti in materia sanitaria. Ma sulla destinazione dei posti letto non fu presa alcuna decisione. Il 22 marzo scorso, un’ulteriore svolta nell’inchiesta. Il gip Marco La Ganga concesse a Puntin gli arresti domiciliari dopo che il manager aveva sostenuto un lungo interrogatorio con il pm Storari. A questo punto è possibile stabilire una connessione tra il contenuto di quel verbale e l’arresto e le perquisizioni di ieri. Per quanto riguarda Bazzoni, il nome del politico di Forza Italia era già comparso in alcuni atti giudiziari nella prima fase dell’inchiesta. Soprattutto nelle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche tra lui e Puntin. Gli investigatori della guardia di finanza sono andati contemporaneamente a cercare documenti negli uffici di Tosi e Bazzoni a Venezia e nelle loro abitazioni. L’assessore regionale alla sanità, però, ieri era a Capri per un convegno e così i finanzieri hanno potuto soltanto entrare in un garage e una cantina. L’inchiesta trentina sulla sanità del Veneto è una costola dell’indagine sui ventimila euro pagati da Puntin a Fabio Demattè, l’ex presidente del consiglio comunale di Rovereto. Il tribunale del riesame di Trento, dopo aver annullato le due ordinanze di custodia cautelare nei confronti del manager veronese, stabilì che la competenza territoriale dell’inchiesta vada attribuita alla procura di Verona e dispose la trasmissione degli atti giudiziari . La magistratura di Trento, però, è andata avanti sulla base di un pronunciamento della procura generale della Corte di cassazione.
Fonte:
www.larena.it

Welfare Italia
15.05.2006 14:25

Welfare Italia
12.06.2006 16:29

agendaprivata
29.06.2006 20:40
www.agendaprivata.com

visitate il sito www.agendaprivata.com è fantastico ragazzi

Welfare Italia
29.06.2006 20:43

Redazione1
9.07.2006 11:13
Un progetto nuovo per il lavoro autonomo

Un progetto per il "lavoro autonomo" di persone svantaggiate
Convegno "Solaris"
Iniziativa Equal finanziata dall'Unione Europea

Cofinanziato da Ministero del lavoro e della previdenza sociale, Regione FVG

Palmanova 6 luglio


Nuove opportunità lavorative per le persone svantaggiate affinché il
lavoro autonomo diventi elemento sistematico, superando così la visione
dell'opportunità saltuaria ed occasionale riservata a pochi. E' questo
l'ambizioso ma concreto obiettivo del progetto europeo “Solaris”,
iniziativa Equal finanziata dall'Unione Europea, che sarà presentato
nel corso di un convegno previsto a Palmanova (Ud) giovedì 6 luglio con
inizio alle ore 10.
Il progetto coinvolge in partenariato ben nove tra enti ed
organizzazioni che in provincia di Udine operano per il reinserimento
sociale e lavorativo delle persone svantaggiate.

“S.O.La.Ri.S.”, acronimo per Servizi-Orientamento-Lavoro
autonomo-Riabilitazione-Svantaggio, è un progetto di iniziativa
comunitaria Equal cofinanziato dallo Stato-Ministero del lavoro e della
previdenza sociale e della Regione Friuli Venezia Giulia al fine di
promuovere l'inclusione sociale e lavorativa delle persone più
difficilmente occupabili, rendendole dirette protagoniste della propria
vita personale e professionale.
Nello specifico il progetto si propone di valorizzare le risorse e le
potenzialità delle persone che si trovano in condizioni di difficoltà e
svantaggio, offrendo loro la possibilità di inserirsi nel mercato del
lavoro attraverso una scelta di lavoro autonomo. “Solaris” si rivolge
principalmente a persone portatrici di disabilità fisiche, ex
tossicodipendenti, ex alcolisti, ex detenuti, nomadi, persone che escono
da percorsi di prostituzione, donne che hanno subito maltrattamenti e
violenze, persone soggette a nuove povertà.

Il progetto è promosso da un team affiatato di organizzazioni che
operano in sinergia. Sin dalla progettazione Solaris ha coinvolto
attorno al proprio obiettivo le principali categorie di soggetti che
operano per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone
svantaggiate nel territorio della provincia di Udine. I partner del
progetto sono: IRES FVG - Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del
Friuli Venezia Giulia (ente capofila); A.S.S. n. 4 - Azienda per i
Servizi Sanitari N. 4 ‘Medio Friuli’; Comunità Piergiorgio ONLUS;
Associazione IDEA onlus; Cooperativa CRAMARS scarl; UNIUD-DEST -
Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Economia, Società e
Territorio; Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine Onlus; C.O.S.M. -
Consorzio Operativo Salute Mentale Udine; FINRECO - Cons. Reg. Garanz.
Fidi S.C. a r.l. - Finanziaria Regionale della Cooperazione.

Sarà l'Auditorium San Marco di Palmanova, sito in via Scamozzi,
ad accogliere il “Convegno Solaris” previsto per giovedì 6 luglio alle
ore 10. Il sindaco di Cervignano del Friuli, Pietro Paviotti, aprirà i
lavori alle 10.30, mentre alle 11.15 Gianpietro Antonini, presidente del
Consorzio Cosm di Udine, presenterà nei particolari il progetto.
Per informazioni: segreteria centrale IRES – FVG via Manzini 35-41
Udine, tel. 0432-415464/505479, dinardo.m@iresfvg.org e
www.dabrucoafarfalla.org


Per il COSM - Consorzio Operativo Salute Mentale di Udine

Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa sociale Itaca - Pordenone

Welfare Italia
9.07.2006 11:13

Redazione1
9.07.2006 11:16
Appello per il ritoro dall'Afghanistan

Care/i,

vi inviamo il testo dell’appello sull’Afghanistan pubblicato oggi da Il manifesto, chiedendo a chi ne condivide il messagio di rilanciarlo ed aderire.

Saluti solidali
Vittorio Agnoletto



Ripartire da Genova per il ritiro dall'Afghanistan



Avvertiamo l'urgenza e la necessità di costruire un percorso collettivo con un obiettivo semplice e preciso: il ritiro delle truppe militari italiane dall'Afghanistan, teatro di una guerra sanguinosa e potenzialmente infinita. Obiettivo indicato da tutto il movimento fin dal 2001 e ribadito dai Forum sociali mondiali di Bamakò e Caracas e dal Forum sociale europeo di Atene.

Il decreto del governo per il rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan introduce elementi di cosìddetta “riduzione del danno” ma non può essere certo considerato un risultato adeguato, infatti non parla di ritiro. D'altra parte il movimento per la pace attraversa un momento di affaticamento, e noi, che di questo movimento ci sentiamo parte, crediamo sia necessario investire al più presto ogni energia possibile per un suo rilancio, nell’autonomia che è elemento costitutivo della sua stessa esistenza.

La pace e la guerra sono un terreno troppo importante perché su di esso si scatenino vecchie e nuove concorrenze fra componenti e anime della così detta sinistra “radicale”, sia nelle aule parlamentari, sia nei movimenti sociali. Non è il momento di polemizzare con chi ci siede vicino ma di impegnarci per far sì che, dopo l'Iraq, il 2006 sia effettivamente l'anno della decisione sull'uscita delle nostre truppe dall'Afghanistan.

In questi giorni molte voci chiedono di non mettere a rischio la tenuta del nuovo governo, e di subordinare a ciò il ritiro delle truppe dall'Afghanistan. Siamo quindi ben consapevoli della situazione di grande difficoltà nella quale si trovano i parlamentari pacifisti.

Siamo certi che, se potesse pronunciarsi, gran parte del popolo dell'Unione, e non solo la “sinistra radicale”, sceglierebbe ambedue gli obiettivi: la tenuta del governo e l'uscita dell'Italia dalla guerra afghana.

Se potesse scegliere.

Esiste infatti un problema di democrazia e partecipazione: perché non s'interpella direttamente il popolo dell'Unione sulla missione in Afghanistan? Quello stesso popolo che è stato chiamato a pronunciarsi sul leader. Scegliere se partecipare o meno ad una guerra è forse meno importante? Siamo certi che la risposta di pace sarebbe ancora una volta chiara.

La scelta tra pace e guerra è per noi costitutiva del nostro modo d'intendere la politica, il terreno principale sul quale unità e radicalità si incontrano.

Se è giusto non sottrarsi alle responsabilità di governo, e noi ne siamo convinti, è altrettanto necessario stare al governo in maniera differente.

Partecipare al governo e partecipare ad una guerra non sono due scelte obbligatoriamente tra loro vincolate.

Continuiamo ad impegnarci perché questo obiettivo possa essere raggiunto nei prossimi giorni, pur sapendo che oggi questo non dipende solo da noi, considerato l’alto grado di condivisione che tale obiettivo richiederebbe nella coalizione. Ma già da oggi possiamo scegliere di impegnarci per costruire mobilitazioni in grado, per dimensioni e qualità, di ottenere, il definitivo ritiro di tutte le truppe italiane dall'Afghanistan.

Vorremmo proporre ai movimenti, alle reti, alle associazioni democratiche, alle tante singole e singoli incontrati in questi anni di tornare a lavorare assieme nei prossimi mesi, attraverso tappe condivise, per costruire una mobilitazione la più ampia possibile capace di ottenere dal Parlamento entro il 2006 l'approvazione di una strategia di uscita dalla guerra.

Possiamo ripartire proprio da Genova, da dove cinque anni fa il movimento dei movimenti lanciò la sua sfida contro la guerra senza se e senza ma.

Proponiamo di incontrarci in occasione delle giornate di luglio nell'anniversario del G8 a Genova sabato 22 alle 9,30 (luogo in via di definizione).



Primi firmatari:

Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Marco Bersani, Antonio Bruno, Donatella Della Porta, Tommaso Fattori, Alessandra Mecozzi, Emilio Molinari, Andrea Morniroli, Tonino Perna, Riccardo Petrella, padre Giuseppe Pirola, Anna Pizzo, Raffaele Salinari, Gigi Sullo, Danilo Zolo.



Per adesioni ritiroafghanistan@gmail.com

Redazione1
9.07.2006 11:21
Lettera aperta al Papa di R. Lampis

Lettera aperta a Benedetto XVI sulle violenze contro gli animali,
già proibite dal suo predecessore Pio V
Appello di Rinaldo Lampis
Alla fine di questa settimana il Papa sarà in Spagna, paese delle corride.
La visita è un’occasione per Benedetto XVI di riaffermare la Bolla della Chiesa contro ogni forma di violenza verso gli animali.
Lo farà? Ne dubito.
Quando ci sono interessi economici in gioco, anche la carità cristiana del Sommo si attenua…
rinaldo lampis
www.spiritaction.org



Di Franco Libero Manco, 5 luglio 2006



Caro Benedetto XVI,

il primo di novembre del 1567 il papa Pio V ha emanato la Bolla contro le corride e i giochi con altri animali, (sotto sono riportate le parti più salienti) con l’esplicita proibizione “valida per sempre” dei combattimenti con i tori e con tutte le altre bestie, pena la scomunica, la privazione dei beni materiali e l’annullamento dei voti e dei giuramenti offerti ai santi.



Caro Benedetto, perché la Chiesa di Roma ha disatteso il comando di Pio V di proibire questi spettacoli sanguinari e crudeli, non degni di un cristiano, che ancora oggi vengono praticati specialmente in Spagna in onore di Santi, della Madonna e di Gesù Cristo?

Perché consente che tanti animali, inermi, siano barbaramente tormentati alla presenza di bambini e con la benedizione del clero locale?



Caro Benedetto, in virtù della volontà espressa dal suo predecessore Pio V, le chiediamo di mettere in atto e far rispettare la Bolla contro le corride e le altre feste patronali in cui vengono torturati e uccisi tanti animali innocenti;



- Le chiediamo di condannare pubblicamente questi barbari e crudeli spettacoli;

- Le chiediamo di negare il patrocinio, di proibire la partecipazione dei fedeli e la benedizione della Chiesa Cattolica di questi spettacoli, indegni di un popolo cristiano e civile;

- Le chiediamo di impedire che nelle scuole taurine i bambini vengano educati all'arte della violenza e della crudeltà;

- Le chiediamo di impedire l'espressione pagana di decorare altari e di vestire immagini di cristi, vergini e santi con pegni taurini.



Certi che vorrà accogliere le nostre istanze, le esprimiamo la nostra gratitudine in nome di tutte quelle creature che saranno salvate dal suo determinante interessamento.

Franco Libero Manco

Il lettore è caldamente invitato ad inoltrare questo appello al fax 06 6988 5863



Stralci della Bolla di Pio V del 1567

…”Sebbene il detestabile uso dei combattimenti… era stato proibito dal Concilio di Trento, al momento attuale in molte città e in tanti altri luoghi, per l’ostentazione delle proprie forze e dell’audacia, non si cessa di combattere con i tori e con altre bestie in spettacoli pubblici e privati per cui si verificano con più frequenza anche le morti degli uomini e le mutilazioni delle membra...



“Noi consideriamo questi spettacoli alieni alla pietà e alla carità cristiana e volendo che vengano aboliti questi spettacoli violenti e turpi… secondo i principi cristiani che si distinguono per dignità, tanto ecclesiastica quanto civile… con qualsivoglia nome vengano designati e di qualsiasi comunità e stato, per questa nostra disposizione valida per sempre sotto la minaccia di incorrere immediatamente nella pena di scomunica e di anatema, proibiamo ed interdiciamo affinché nelle loro province, città, terre, castelli e borghi non siano permessi spettacoli di questo genere.



“Proibiamo anche ai soldati e a tutte le altre persone di osare scontrarsi con tori e altri animali in siffatti spettacoli sia a piedi che a cavallo. Se qualcuno di loro morirà in tale circostanza gli verrà negata la sepoltura ecclesiastica.

Similmente proibiamo anche ai chierici, sia regolari che secolari di partecipare a spettacoli di questo genere, sotto pena di scomunica.



“Cancelliamo ed annulliamo tutti gli obblighi, i giuramenti e i voti fatti da qualsivoglia persona, circa i combattimenti di questo tipo, anche come essi falsamente ritengono in onore dei santi o in qualsivoglia solennità e festività religiosa…



…“Cancelliamo e annulliamo quelle fatte finora o che si debbano fare, che proibiamo nella maniera più assoluta e decretiamo e dichiariamo che per sempre debbano ritenersi come cancellate e non approvate.



…“In virtù della santa obbedienza, comandiamo che, per rispetto e onore del nome di Dio, (i governanti) facciano osservare esattamente nei loro domini e nelle terre, le cose predette in ogni modo, loro che sono destinati a ricevere la più grande ricompensa dallo stesso Dio per un’opera così buona.



“E comandiamo a tutti i Fratelli patriarchi, primati, arcivescovi e vescovi e gli altri ordinari dei luoghi, in virtù della santa obbedienza, sotto giuramento al divino giudizio… affinché, nelle loro città e diocesi facciano pubblicare in numero sufficiente la nostra lettera presente ed anzi procurino di far osservare, sotto pena e censura ecclesiastica, queste cose”.

Bolla di Pio V del novembre 1567

Redazione1
9.07.2006 11:22
La lunga marcia di Ugo Montecchi

Cari amici e compagni/e,

il dialogo su come affrontare le difficoltà " della lunga marcia", necessaria per risolvere i problemi della povera gente, deve intensificarsi , proseguire senza sosta e con molta pazienza.

Questo specie con la contestuale volontà da parte vostra di costruire, in pochi mesi ( uno o due anni al massimo ) , un nuovo Partito superandone almeno due : la Margherita ed il D.S..

Due Partiti che hanno impiegato almeno un secolo per arrivare agli odierni risultati strategici , programmatici ed organizzativi.

Infatti il Partito Popolare di Don Sturzo -di circa 90nni or sono- nato con i contrasti della Curia Vaticana e, per non parlare del P.C.I./ P.S.I., di 100 anni orsono nel marasma e nella tragedia conseguente alla prima guerra mondiale, i contrasti con i rivoluzionari del Partito Comunista Russo (Bolscevico) , con Antonio Gramsci condannato a più di 20 anni di galera dal Tribunale Speciale Fascista, ecc. ecc. .

Si dirà : dobbiamo superare tutto ciò poichè è mutata la realtà politico-sociale del Paese e del Mondo .............. ma le guerre, purtroppo, si stanno sviluppando ed insanguinano molti punti della Terra, i morti per fame, per sete e per lo sviluppo di malattie "banali" ( mancanza di medicinali.........! ) ormai si contano a milioni ogni anno, le spese in armamenti convenzionali e di distruzione di massa aumentano in modo esponenziale.

Inoltre vi faccio presente , oltre alle sciocchezze dichiarate nell'intervista di oggi al Corriere della Sera dalla Ministra Emma Bonino su Sindacati e Cooperative, anche il pronunciamento , che mi pare, francamente , di un pessimismo " cosmico", dell'On. Ciriaco De Mita ( vedi pag. 10 della Stampa del 4 Luglio 2006) sul nuovo Partito di Prodi :

" Con il Partito democratico, per le modalità e gli interessi che l'accompagnano , bruceremmo tutte le potenzialità residue della democrazia rappresentativa e faremmo un passo indietro di due secoli ". ( SIC.!?)

Cordialità da Ugo Montecchi.

Redazione1
9.07.2006 11:25
Rigassificatore, ancora NO. di M. Di Schiena

RIGASSIFICATORE: LE POLEMICHE NON GIOVANO,
C’E’ BISOGNO DI COSTRUIRE IL FUTURO

Quando si contrabbandano per volontà di alcune centinaia di manifestanti le scelte per un nuovo modello di sviluppo e contro il rigassificatore delle istituzioni locali, della Regione Puglia, delle forze politiche, dell’associazionismo culturale e sociale, di numerose espressioni della cittadinanza attiva nonché di migliaia di cittadini e di lavoratori; quando si attribuisce l’etichetta di razzismo alla stragrande maggioranza della nostra popolazione che chiede una significativa svolta nella politica amministrativa locale; quando si sovverte la verità affermando, contro inconfutabili valutazioni tecniche e contro il comune buon senso, che l’impianto di rigassificazione potrebbe dare un consistente apporto alla soluzione del problema occupazionale; quando gratuiti insulti e logori luoghi comuni prendono il posto del dialogo e delle argomentazioni: quando tutto ciò avviene vuol dire che siamo di fronte a fenomeni incomprensibili, che c’è intolleranza per le regole della democrazia, che vi è disconoscimento del ruolo delle istituzioni e mancanza di rispetto per le opinioni altrui. Vuol dire insomma che alcune minoranze vogliono imporre il loro diktat all’intera comunità, che interessi particolari cercano di prevalere sugli interessi generali e che le suggestioni di una società straniera trovano spazi in ambiti dove non dovrebbero trovarli.

Dobbiamo allora serenamente ricordare che nella nostra democrazia nessuno può arbitrariamente arrogarsi il diritto di interpretare e di rappresentare, in modo esclusivo, gli interessi e le scelte dei lavoratori. E ciò sia perché vi è un pluralismo sindacale che talvolta, come è avvenuto proprio nel caso del rigassificatore, fa registrare posizioni assai diversificate e sia perché in materia di politica economica, oltre che attraverso il sindacato, i lavoratori, in quanto cittadini, si esprimono col voto e così manifestano orientamenti che prendono corpo nelle istituzioni attraverso le diverse rappresentanze politiche. Così come i lavoratori, sempre in quanto cittadini, sono parte viva ed integrante dei movimenti e delle tante aggregazioni associative che costituiscono la società civile e sono la linfa vitale di ogni democrazia partecipativa.

Nessuno quindi può legittimamente immaginare il sindacato come una struttura che sovrasta ed annulla di fatto le altre dimensioni della vita civile e politica dei lavoratori. E ciò perché il sindacato è l’opposto della corporazione, esso è continua verifica della sintonia tra le scelte dei vertici e quelle della base ed è innanzitutto tutela dei diritti essenziali tra i quali quello al lavoro e quello alla salute che sono parti integranti del diritto alla vita. Ed ancora: il sindacato è apertura alle istanze che maturano nella società ed è costante impegno di dialogare con esse nello sforzo continuo di coniugare gli interessi specifici delle categorie rappresentate con gli interessi generali delle comunità. E’ soprattutto forza di cambiamento e capacità di prefigurare e costruire il futuro.

Nessun monopolio quindi dei diritti e degli interessi dei lavoratori, specialmente quando se ne ha una rappresentanza molto parziale e su certi temi tutta da dimostrare. Sul tema quindi del nuovo sviluppo e del rigassificatore non sono concepibili arroccamenti, ricerca a tutti i costi di scontri permanenti, intolleranze e provocazioni: si tratta di strumenti pericolosi che danneggiano prima di tutto chi si avventura a maneggiarli. Ciò che occorre è apertura, rispetto per il ruolo delle istituzioni e costruttivo confronto partendo dalla considerazione che in democrazia non è possibile pretendere che la volontà “dei più” venga soppiantata dalla volontà “dei meno” specialmente quando tra gli uni e gli altri c’è a vantaggio dei primi una abissale differenza in termini di valori numerici e, crediamo, non solo su tale versante. Una differenza che dà senso alle scelte bipartisan delle amministrazioni locali . La nostra comunità ha bisogno di concordia, di collaborazione e della capacità di costruire un futuro diverso: su questa strada si sono mosse significative espressioni della società civile e si sono registrate importanti convergenze politiche ed istituzionali. L’augurio è che sulla medesima strada gli incontri si possano estendere anche a tutte le rappresentanze del mondo del lavoro.

Brindisi, 6 luglio 2006

Michele DI SCHIENA - Doretto MARINAZZO - Giorgio SCIARRA

Redazione1
9.07.2006 11:29
La banca della Lega fallirà

Anche queste notizie dovrebbero andare in prima pagina sui Giornali Nazionali.......|
Io per caso l'ho vista oggi su VareseNews. Fatela girare ai vostri amici. Grazie.
Ciao. Enrico
Triste epilogo per i 2.700 soci dell'ex "Banca della Lega" Credieuronord..........
............che non prenderanno UN €uro.
Non ci sarà più la fusione con la Credieuronord e i 2700 soci non prenderanno un euro BPI "scarica" la banca della Lega.
Holding CreditNord verso il fallimento

Triste epilogo per i 2.700 soci dell'ex "banca della Lega" Credieuronord. Con nove giorni di anticipo la Popolare Italiana ha decretato quello che si prospettava come il crac della banca della Lega. L'ex Lodi dice no alla fusione perchè le condizioni sono cambiate. Il Cda della BPI ha decretato ieri che "non ci sono i numeri per la fusione. Le indicazioni che si hanno ora non corrispondono a quelle iniziali".
Una decisione che era nelle cose dopo la condanna di alti dirigenti della banca per riciclaggio di denaro.
Fiorani nel salvataggio di Credieuronord aveva inserito una clausula che permetteva a BPI di evitare la fusione qualora, entro la fine del 2005, fossero sopravvenute questioni di carattere legali. E queste ci sono state eccome.
Tutta la vicenda è una complicata storia di intrecci tra politica e finanza. La Credieuronord, nata nel 2000 per forte volontà della Lega nord non ha mai avuto lo sviluppo che prefigurava il senatur nella sua lettera di invito a tutti i segretari di sezione del Carroccio e la crisi emerse con chiarezza già nel 2003 quando dal 10 marzo al 23 maggio la Banca d’Italia realizzò un’ispezione trovando una situazione disastrosa tanto che il 5 dicembre del 2004 l’ex ministro Giulio Tremonti, su proposta dell’istituto di vigilanza decretò una serie di sanzioni amministrative a tutti i vertici della banca.
La situazione era però già completamente compromessa e a nulla era valso aumentare il capitale nel giugno dello stesso anno. L’assemblea dei soci il 20 novembre 2004 approvò la cessione della Crediteuronord alla Popolare di Lodi e la trasformazione della società in Holding CreditNord. I soci che hanno scelto di recedere dalla nuova società e quindi non convertire il capitale sono stati liquidati con 2,69 euro a fronte dei 25,8 del valore iniziale. Per gli altri l’odissea ha avuto il peggiore degli epiloghi: non vedranno più un euro.
Su tutta questa vicenmda ha svolto un grande lavoro di informazione Rosanna Sapori attraverso un sito internet e diversi articoli. La giornalista, attualmente a Tele NordEst, ha lavorato per quattro anni a Radio Padania raccogliendo centinaia di lettere di militanti del Carroccio che erano entrati nella banca avendo piena fiducia del movimento. "Sono contenta che emerga tutta la verità perché sono davvero tanti quelli che hanno creduto alle parole della Lega. Ora che ci sono le prime condanne per riclicaggio di denaro emergono le responsabilità di quanti hanno diretto quelle operazioni".

Giovedi 22 Giugno 2006
Marco Giovannelli

Redazione1
9.07.2006 11:30
La gente ha capito? di A.De Porti

MA LA GENTE HA CAPITO COSA SIGNIFICA PRIVATIZZARE ?

di Arnaldo De Porti

Il governo Prodi, con un tempismo ed una perspicacia politico-sociale che non hanno precedenti, ha detto “privatizziamo”. Che vuol dire si chiederanno in tanti? Non se n’è parlato anche durante il precedente governo Berlusconi ? Si è vero, ma con una differenza sostanziale: prima infatti si privatizzava spostando risorse dello Stato, e quindi di proprietà dei cittadini, a tutto vantaggio di grandi gruppi industriali e finanziari, ora invece i benefici dovranno andare tutti a favore dei cittadini, sinora penalizzati dai grossi gruppi che, quanto a prezzi e tariffe, potevano fare l’alto ed il basso senza controlli, come volevano.



Insomma, la scorsa settimana si è detto NO agli interessi corporativi, eliminando rendite di posizione. I provvedimenti riguardano i conto bancari, le farmacie, i trasporti, gli atti notarili, assicurazioni, regole per commercianti e professionisti ecc.ecc.



Tenuto presente che la nostra è un’economia di libero mercato, di cui il precedente governo tanto si sgolava favorendo però solo i ricchi che lo votavano, va da sè che il libero mercato non doveva intendersi quello fatto di rendite, di corporazioni, insomma quello di singole categorie in un certo senso “protette”, ma esso dovrà intendersi come un nuovo strumento nell’interesse della pluralità dei cittadini.



Di certo, a qualcuno non farà comodo – mi riferisco a notai, banche, tassisti, telecomunicazioni ed energia in futuro molto prossimo ecc.ecc., ma questo passaggio politico, che ha lasciato di “stucco” l’ex governo Berlusconi, avrà un impatto molto favorevole per noi cittadini.

L’importante è capire questo passaggio. E la gente non potrà che ringraziare questo governo, che è dei cittadini e non delle lobby

Redazione1
9.07.2006 11:33
Convegno sull'alpeggio

SABATO 21 OTTOBRE A MONTEBELLUNA (TV) CONVEGNO SUI TEMI DELLE MALGHE E DELL’ALPEGGIO

Esperti a confronto su modelli compatibili con la società post-moderna. Tra i relatori Jean-Francois Bergier e Paul Guichonnet, massimi storici e geografi delle Alpi

Sabato 21 ottobre, dalle 9 alle 18, presso l’Auditorium del Centro Direzionale di Veneto Banca, in via Feltrina Sud 250 a Montebelluna (Treviso), si terrà il convegno “La cultura delle malghe e il futuro dell’alpeggio. Un modello sistemico alla ricerca di una prospettiva compatibile con l’attuale società post-moderna”. L’incontro è promosso dall’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” in stretta collaborazione con UNCEM (Unione nazionale comuni comunità enti montani) e costituisce una delle manifestazioni parallele della XXIV edizione del PREMIO GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI” per la letteratura di montagna, esplorazione, ecologia e artigianato di tradizione.



Un tema interessante, che verrà approfondito in diversi suoi aspetti, anche in relazione al sistema sociale di cui la malga è testimonianza architettonica ed ambientale tra passato e futuro, in un confronto con i giorni nostri, nel tentativo di conservare e promuovere un patrimonio di valori rilevante anche per la nostra società. Attorno ad un tavolo siederanno dunque esperti, studiosi, scrittori, amministratori, per un confronto a tutto campo.



Questo il programma. La prima sessione, presieduta e coordinata da Francesco Cetti Serbelloni, sarà dedicata agli aspetti storici, antropologici e culturali. Tra i relatori figurano studiosi del calibro di Jean Francois Berger (storico delle Alpi), l’antropologo Pier Paolo Viazzo, il sociologo Tonino Perna, il geografo delle Alpi Paul Guichonnet. La seconda sessione, guidata da Luigi Zanzi, sarà dedicata ad alcune significative testimonianze. Saranno presenti Oswald Tonner di Pieve Tesino, docente di tecnica agraria all’Istituto superiore e gestore di una malga sul Lagorai; Luigi Larese Filon, ex presidente del Cai di Auronzo, già gestore di una malga presso il lago di Misurina ed ora titolare di una nuova, “Ai Lares” in Auronzo (Bl); Luca De Bortoli, autore di studi e ricerche sulle malghe situate all’interno del Parco delle Dolomiti bellunesi; Gaetano Forni, etnografo e storico dell’agricoltura nell’ambito del Nord Ovest; Ugo Ciavattella, presidente del Consorzio Tutela del pecorino di Farindola e responsabile del presidio Slowfood del pecorino; Mario Marano Viola, esperto nazionale del Cai per la tutela dell’ambiente montano, nonché docente di storia dell’arte; Cesare Lasen, botanico, già presidente del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi; Orazio Da Rold, presidente della Coldiretti di Belluno. Le conclusioni saranno affidate all’eurodeputato Luciano Caveri e ad Enrico Borghi, presidente dell’Unicem (Unione nazionale comuni comunità enti montani).



Per informazioni: Segreteria del PREMIO GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI”: tel. 0422 855609 – fax 0422 802070; e-mail message@premiomazzotti.it; www.premiomazzotti.it

Redazione1
9.07.2006 11:34
Ancora No al Rigassificatore

RAGIONANDO DI RIGASSIFICATORE
COL CONSIGLIERE REGIONALE CAPPELLINI

La mediazione di alto profilo portata di recente a frutto presso la Regione Puglia sul tema della famiglia è stata un grande successo che va iscritto a merito del Presidente Vendola, della sua Giunta e dell’intero Consiglio regionale. Erano in quella occasione a confronto questioni di rilevanza costituzionale, valori etici e concezioni diverse sulla convivenza civile e sulla responsabilità sociale. Temi questi sui quali lo scontro non giova perché in una matura democrazia ciò che occorre è il rispettoso ascolto delle altrui ragioni, il dialogo, la convergenza e l’incontro. Ce lo insegna con la sua stessa storia la Costituzione del ’48 che fu un altissimo e fruttuoso compromesso tra concezioni filosofiche e culture politiche lontane tra loro. E su questo siamo pienamente d’accordo col consigliere regionale Cappellini ma ci sembra improprio il parallelismo che egli è portato ad intravedere tra quanto sulla famiglia è accaduto alla Regione Puglia e la questione del rigassificatore che attanaglia Brindisi. E questa questione, che è strettamente legata a quella del progettato nuovo modello di economia locale, è cosa del tutto diversa dalla legge regionale sui servizi sociali per materia, responsabilità politiche, correttezza nei comportamenti ed interessi in gioco.

Per il caso Brindisi c’è invero, da una parte, una politica di cambiamento che punta a modificare il modello di sviluppo e perciò rifiuta un impianto incompatibile con tale disegno, pericoloso perché progettato nel porto a ridosso della città ed assolutamente inidoneo a combattere la disoccupazione e, dall’altra, il “ritorno” di politiche che puntano a bloccare il nuovo corso per ripristinare assetti di potere che hanno provocato l’ “eterna” crisi del nostro territorio, che hanno aggravato la mancanza di lavoro e che sono naufragate tra fallimenti amministrativi, scandalose vicende ed inchieste penali tuttora in corso c’è inoltre un territorio che rivendica il diritto di decidere il proprio futuro e l’arroganza di chi vuole imporre un progetto deciso a quattr’occhi tra Tony Blair e Silvio Berlusconi e varato senza il rispetto delle procedure e degli adempimenti previsti dalla legge.

Ed ancora c’è a Brindisi, da una parte, la domanda di innovazione che si è espressa chiaramente col voto dei cittadini durante le ultime elezioni comunali, regionali e politiche e, dall’altra, ci sono gli interessi di una potente società straniera che persegue i suoi obiettivi con una cultura colonialistica irrispettosa verso le volontà democraticamente espresse; c’è la domanda di legalità e di giustizia che il nuovo Governo si è impegnato ad accogliere e ci sono procedure seriamente sospettate di irregolarità come accreditano le recenti perquisizioni ed i numerosi sequestri disposti dall’autorità giudiziaria; ci sono gli impegni elettorali assunti durante tutte le ultime consultazioni popolari da esponenti politici nazionali (tra cui quelli di D’Alema e di Castagnetti) e locali (tra i quali quello dello stesso consigliere Cappellini che è più volte sceso in piazza con noi per gridare il suo “no” al rigassificatore a Brindisi) ma c’è anche un “immortale” partito trasversale che riemerge ogni tanto sotto mentite spoglie. Un partito trasversale che vuole portare indietro l’orologio della storia locale, che punta a privilegiare interessi particolari su quelli generali e che, avendo capito come la partita stia per concludersi, ripropone – carpendo la buona fede di qualche politico - trattative ed incontri che in passato si sono rivelati assolutamente sterili per le note ed irremovibili posizioni assunte dalla LNG.

Se allora di frattura si vuole parlare, l’unica che veramente c’è è quella tra le forze che premono per un nuovo corso della politica locale e chiedono perciò che si chiuda subito la partita del rigassificatore e quelle che invece frenano, cercano di guadagnare tempo e puntano ad una inversione di marcia. Certo, anche in questa situazione occorre apertura e disponibilità al dialogo ma a partire dalla considerazione che in democrazia le scelte della stragrande maggioranza dei cittadini e delle istituzioni sono una cosa seria che comportano coerenza e richiedono rispetto. Conosciamo le prese di posizioni pubbliche del consigliere Cappellini e perciò sappiamo che egli è con noi in questa battaglia come lo sono quasi tutti gli esponenti politici locali al di là delle diverse collocazioni partitiche. Cogliamo perciò l’occasione per rinnovare alle forze politiche ed istituzionali, e quindi anche allo stesso Cappellini, la richiesta di sollecitare il Governo perché, secondo gli impegni assunti dalla maggioranza, metta subito in atto le necessarie procedure rivolte a ritirare, in sede di autotutela, il provvedimento autorizzativo, rimuovendo definitivamente la grave minaccia che da anni pesa sul destino di Brindisi ritardandone lo sviluppo. E diciamo a tutti che questa volta c’è in campo un soggetto nuovo che non può essere ignorato, un grande movimento di popolo che ricorda bene il passato, che continuerà la sua battaglia con rinnovato vigore e seguirà attentamente gli sviluppi della situazione sostenendo il cambiamento e denunciando, prendendone anche nota a futura memoria, eventuali manovre rivolte a vanificarlo.

Brindisi, 6 giugno 2006



Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Porta d’Oriente.

Redazione1
9.07.2006 11:40
Cooperazione in contesti di guerra

Cooperazione in contesti di guerra
Roma 3 luglio 2006. Si è costituito nei giorni scorsi “Cooperazione in contesti di guerra”, coordinamento dell’Associazione delle ONG italiane tra le organizzazioni che lavorano in Afghanistan e in Iraq, per affermare con forza e chiarezza la distinzione dell’aiuto umanitario e di cooperazione allo sviluppo da altri tipi di intervento internazionale.

In particolare le ONG italiane ribadiscono la necessità di distinguere il ruolo umanitario da quello militare in contesti bellici quali l’Afghanistan e l’Iraq dove negli ultimi anni si è ingenerata una pericolosa confusione di ruoli.
Al Coordinamento aderiscono: Alisei, Aispo, Cesvi, Coopi, Cosv, GVC, Intersos.
“Vogliamo costituire una piattaforma che possa esprimere una posizione politica e proposte concrete al Governo Italiano – sottolinea Patrizia Santillo presidente del GVC - non possiamo permetterci di venire confusi con i militari. Il dover intervenire come civili in zone di guerra sarà purtroppo sempre più frequente, è un problema che ritroveremo in futuro. Dobbiamo affrontarlo oggi con chiarezza, coerentemente, con un alto grado di coordinamento tra gli operatori umanitari”.

“Siamo interessati a rimettere il dibattito umanitario/militare in evidenza – ribadisce Stefano Piziali del CESVI – Nel passato con i militari abbiamo collaborato, quando i ruoli e i mandati erano chiari e definiti.”
Nei prossimi giorni verrà organizzato un incontro pubblico in cui l’argomento verrà dibattuto e in cui le ONG che conducono questa iniziativa presenteranno un documento collettivo.


Ufficio Stampa Associazione ONG Italiane – Paola Amicucci

email: ufficio.stampa@ong.it

Tel: 06 6832061 – 328.0003609; Fax: 06 6872373

Redazione1
9.07.2006 15:19
Ruggiero nel paese delle meraviglie di S. Ramella

Ruggiero nel paese delle meraviglie
Autore: Simone Ramella - Fonte: www.ramella.org - 6 luglio 2006

Il paese è l’Italia. Le meraviglie, invece, sono quelle celebrate dall’amministratore delegato di Telecom Italia, Riccardo Ruggiero, in un’intervista pubblicata il 3 luglio su Affari & Finanza, il supplemento di Repubblica del lunedì. Il titolo del richiamo in prima pagina - “L’Italia dei primati nella banda larga” - riassume bene il trionfalismo delle dichiarazioni di Ruggiero: “Prima dell’estate, nel giro di un paio di mesi, abbiamo reso disponibili ben quattro nuove tecnologie – spiega l’ad di Telecom nell’intervista firmata da Giuseppe Turani – Il Dvb-h, cioè la televisione digitale sui telefonini: già oggi trasmettiamo i tre canali Mediaset, più la 7 e Mtv. L’Hsdpa, cioè la rete di cellulare a alta velocità (per adesso 1,2 mega). Poi il sistema Uma, cioè il telefono Gsm e Wi-fi. Infine abbiamo reso disponibile l’Adsl a 20 mega”.

Petto in fuori e pancia in dentro, Ruggiero sottolinea che “oggi non esiste nessun paese europeo in cui tutto questo sia disponibile contemporaneamente. Qualcuno ha una cosa, qualcun altro ne ha un’altra. Gli unici che hanno tutto questo sono gli italiani”. E ancora: “Per quanto riguarda le telecomunicazioni oggi l’Italia è una specie di paese-esempio, siamo quelli più avanti di tutti in Europa. E devo aggiungere che abbiamo un pubblico che risponde molto bene, che apprezza molto tutte queste novità”. E ancora: “Ormai dobbiamo considerare che la banda larga è ovunque in Italia e che nei prossimi mesi diventerà ancora più larga fino a raggiungere dimensioni che in pratica consentono di fare qualsiasi cosa, sia nei telefoni fissi che in mobilità. I tempi in cui il telefono serviva soprattutto per parlare sono lontanissimi. Adesso si può fare qualsiasi cosa”.

Tutto meraviglioso e straordinario, insomma. Se fosse vero. L’amministratore delegato di Telecom Italia, però, viene smentito dal sito di Telecom Italia, che anche dopo le dichiarazioni rilasciate dal suo capo ad Affari & Finanza a molti, troppi internauti si ostina a ripetere che “il numero telefonico inserito non è in una zona in cui il servizio Adsl è disponibile”. Nessuna paura, però, perché “Alice Sat ti dà comunque la possibilità di connetterti ad Internet a banda larga via satellite. Alice Sat, infatti, è la nuova soluzione broadband che, tramite connessione satellitare, garantisce una copertura del territorio nazionale del 100 per cento”.

Il tono del messaggio è tranquillizzante, la sostanza decisamente meno. Con il satellite, infatti, la velocità massima raggiungibile in download è di 640 Kbp/s e di 33,6 Kbp/s in upload, con modem analogico su linea tradizionale. Tradotto in italiano significa che, oltre a installare la parabola e a pagare la connessione per accedere alla rete via satellite, è necessario mantenere (e pagare) anche la connessione telefonica, sennò il servizio non può funzionare.

Che fine hanno fatto i 20 mega di cui parlava Ruggiero? E’ lo stesso ad di Telecom a chiarirlo - si fa per dire - in un altro passaggio dell’intervista del 3 luglio: “Ci siamo impegnati, entro la fine del 2007, a raggiungere il 95 per cento della popolazione italiana con l’Adsl, cioè con la banda larga. A quel punto l’Italia sarà davvero una delle migliori realtà europee”. Nel giro di un paragrafo, insomma, Ruggiero smentisce se stesso. Non siamo quelli più avanti in Europa, ma lo saremo alla fine dell’anno prossimo. Tranquilli.

Del resto, quando si è il manager più pagato d’Italia (7,2 milioni di euro nel 2004, al lordo di tasse e altre ritenute) come si fa a non essere ottimisti? A Ruggiero poteva andare peggio. Molto peggio. Per esempio poteva capitargli di nascere in Gran Bretagna, un paese che negli ultimi due decenni insieme alle privatizzazioni ha attuato anche un’imponente operazione di cablatura del territorio, costata una decina di miliardi di sterline (pari a più di 30mila miliardi delle vecchie lire). Quasi tutti, udite udite, a carico del settore privato.

La privatizzazione all’italiana del settore delle telecomunicazioni, viceversa, è riuscita perfino nel miracolo di preservare l’anacronistico balzello del canone, che grava su tutte le linee della rete fissa a prescindere dai servizi che sono in grado di trasportare. Così per i proletari della telefonia al danno (economico, sociale, morale, culturale…) derivante dall’impossibilità di usufruire della banda larga, si somma la beffa di pagare lo stesso identico abbonamento di chi può sfruttare i mirabolanti servizi di ultima generazione, dei quali l’ad di Telecom ama molto parlare nelle sue interviste. In pratica, nell’Italia delle tlc su chi viaggia in Cinquecento grava lo stesso bollo di chi sfreccia al volante di una Ferrari…

All’ingiustizia aveva promesso di porre rimedio, o quantomeno una pezza, l’ex ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, sedicente paladino della copertura totale Adsl del territorio. “Devono essere considerati ammissibili interventi pubblici nel settore delle infrastrutture di comunicazione elettronica laddove necessario - aveva sostenuto nel 2004 - Non si tratta di sostituirsi al mercato o di alterarne le dinamiche. Dove esistono convenienze minime il mercato è in grado di realizzare almeno un’infrastruttura a larga banda e i diversi operatori sono in grado di accedervi in condizioni di concorrenza, attraverso i consueti meccanismi regolatori. Vi sono però aree in cui questa convenienza minima non esiste e, se lo Stato non interviene, si approfondiscono forme di digital divide”.

Detto, fatto. Con una logica che ricorda quella del bonus bebè, distribuito in parti uguali tra il figlio di Totti e quello del metalmeccanico Mario Rossi, il governo Berlusconi è intervenuto a sostegno dell’uguaglianza digitale con uno stanziamento complessivo di 171 milioni di euro, inserito nelle leggi finanziarie del 2003 e 2004. Per fare cosa? Incentivare, con dei buoni di qualche decina di euro ciascuno, gli abbonamenti di accesso a Internet a banda larga e l’acquisto dei decoder per la televisione digitale terrestre. Un’ulteriore beffa per il sottoproletariato delle tlc, che può solo sognare banda larga e relativi stanziamenti, e la conferma che viviamo davvero in un paese meraviglioso. Almeno dal punto di vista di Riccardo Ruggiero.

Nell’Italia delle meraviglie, la quantità di inchiostro versato dai giornali e il numero di parole pronunciate in tv per denunciare questo stato di cose sono inversamente proporzionali al denaro sborsato per le sue attività di marketing da Telecom, che figura al primo posto assoluto nella classifica degli investitori pubblicitari della nostra penisola, davanti a due giganti internazionali del calibro di Unilever (titolare, tra gli altri, dei marchi Findus, Knorr, Lipton, Dove, Cif, Calvé e Bertolli) e Procter & Gamble (Dash, Gillette, Duracell, Eukanuba, Mastro Lindo, Lacoste…).

La scelta di investire in spot piuttosto che in centraline Adsl è lungimirante. Può rivelarsi particolarmente utile, per esempio, quando si tratta di mettere la sordina a notizie poco lusinghiere sul proprio conto. Così gli stessi media che nelle ultime settimane ci hanno travolto con una quantità impressionante di dettagli sullo scandalo di Calciopoli, hanno palesato un’insolita ritrosia quando si è trattato di addentare il boccone, potenzialmente altrettanto gustoso, delle intercettazioni Telecom, una “spy story” che incrocia, tra l’altro, anche le stesse magagne del pallone.

Come ha scritto Giuseppe D’Avanzo il 23 maggio scorso sulle pagine di Repubblica, “gli spioni privati, ingaggiati e pagati da Pirelli e dalla sua controllata Telecom Italia, hanno raccolto migliaia di ‘fascicoli’ sul conto di politici, uomini di finanza, banchieri e finanche su arbitri e manager di calcio. I più prudenti e discreti, tra gli interlocutori, sono disposti a dire che ‘i file raccolti illegalmente sono decine e decine di migliaia’. Altre fonti offrono un numero tondo: ‘I file sono centomila’. Gli uni e le altre concordano che una ‘schedatura’ così ramificata non s’è mai vista dai tempi del Sifar del generale Giovanni De Lorenzo”. Questa imponente e inquietante schedatura illegale sarebbe stata realizzata anche grazie alla complicità di pubblici funzionari infedeli, capaci di violare le banche dati del Viminale, della Banca d’Italia e degli uffici della pubblica amministrazione.

Gli ingredienti per fare un po’ di baccano mediatico, insomma, c’erano tutti, ma di fronte al gigante Telecom la maggioranza delle redazioni ha preferito mandare a farsi benedire deontologia e criteri di notiziabilità. Così sulla storia (per ora) è calato rapidamente il sipario. Moggi & C. prendano nota: il loro errore non è stato quello di parlare troppo al telefonino. Dovevano semmai investire di più in pubblicità.

Redazione1
11.07.2006 22:18
Cimiteri per Zombi di Luigi Boschi

CIMITERI PER ZOMBI

Ma come si fa? Come si fa a collaborare con una classe dirigente a cui da anni presenti idee, progetti, ma non hanno mai avuto seguito.E non penso perché fossero "scarsi"!
Proposte che si sono rivelate giuste nel tempo, eppure molti progetti da anni sono stati boicottati o banalizzati dall'oligarchia parmigiana: Digitalcity, la biennale di Cybercultura docet!
Una classe dirigente (spesso sarebbe il caso di dire negligente!!) che ha gravi responsabilità per il mancato rinnovo economico, culturale, sociale; per non aver sostenuto le nuove espressioni.
Vedere privare risorse a progetti che volevano dare a una collettività nuovi orizzonti, magari per assegnarli a personaggi proni alla delinquenza.beh scoraggerebbe anche lo Spirito Santo!! E' così che si producono emarginati cronici a cui non è dato di poter partecipare. Se vuoi proprio partecipare devi stare nello spettacolo del circo che la compagnia oligarchica eletta dalla finzione democratica produce.
Essere imprenditori nella globalizzazione non è come essere imprenditori nel pionierismo industriale. E la parmigianità zoppica vistosamente incapace sia di una vera cultura di conservazione delle tradizioni, sia di politiche industriali internazionali.
Questa è una città che si crogiola nella ricchezza di rendita, ma ha difficoltà a trovare la strada per l'economia delle conoscenze, verso una nuova identità necessaria, determinata dalla cultura dell'innovazione tecnologica, dei saperi complessi che oggi governano il mondo. Manca tutta la filiera!! L'economia tradizionale arranca, non presenta segni di risveglio o di allineamento verso nuovi stili di vita, che ad esempio, nell'alimentare vede completamente stravolti i consumi: questo per chi cerca benessere psicofisico, per chi cerca la tomba invece non c'è problema! Col digitale si cambia anche nel modo di alimentarsi! Nutrire la mente è diverso dal nutrirsi per il lavoro nei campi o sulle linee di processo. I nostri prodotti tipici, dopo aver subito e seguito erroneamente le politiche dei consumi di massa, hanno perso di fatto la tipicità e sono divenuti difficilmente sostenibili. Non parliamo poi dei servizi.te li raccomando!! Vi sono hotel che si spacciano quattro stelle, ma che meriterebbero quattro calci in culo!! Luoghi dove non si lesina a triplicare la cresta economica su piccoli servizi (lavanderia in particolare!!), a spremere il personale facendogli svolgere a basso costo tutte le mansioni, dalla reception, alla pulizia, al facchinaggio, ai tavoli, al turno di notte (senza giorno di riposo), ovviamente devono conoscere le lingue: li chiamano in gergo di assunzione "Centralinisti tutto fare". E la proprietà che fa? Passa e svuota il cassetto!! Città tra le capitali d'Europa? Dove? E i sindacati cosa fanno? Sono confusi tra il giallo Parma e quello Cinese.
Vi sono poi segnali sociali preoccupanti. Dietro le parate degli spettacoli si alimenta la rottura delle relazioni: "Là dove c'è spettacolo non c'è comunicazione". La lettura dei comportamenti è testimonianza del declino sociale: l'aumento di criminalità, droghe, psicofarmaci reali e mediatici, violenza e prepotenza, alcool (mai visto prima un consumo di alcool così elevato tra i giovani!!) sono indicatori dello stato relazionale, dove ci sta portando la cultura della competizione e dello spettacolo, anziché quella del virtuosismo e dell'affettività. Ma la politica, il potere economico non ne voglion sapere di investire in questa linea, che producendo più consapevolezza renderebbe persone più responsabili, verso sé, verso la città, verso l'ambiente, verso la società. Si preferisce invece alimentare la tifoseria, la fazione, gli interessi personali: la decadenza etica ne è la conseguenza. E le città ricche hanno maggiori responsabilità. Non si investe in bene comune e ricchezza collettiva. Semmai si producono servizi, nella logica degli appalti. Il disagio diventa business!!
Le Fondazioni dovrebbero saper leggere questo vuoto sociale, saper intervenire (per il ruolo politico/economico collettivo che compete loro) a riequilibrare gli indirizzi di parte dei poteri forti dei luoghi. Occorre riaprire una discussione collettiva con vere dinamiche relazionali, chiamando ad intervenire anche esperti e studiosi (non solo il cenacolo locale) su: "Stato dell'Affettività, Stato dell'Ambiente e Stato Economico". Dimensioni che devono ritrovarsi.
Gli appalti, a cui tutto è ridotto, non rendono una società più felice, una città più vivibile.sono funzionali alla riproduzione seriale di cimiteri per zombi. (Parma, 11 luglio 2006)
Luigi Boschi

Welfare Italia
11.07.2006 22:18

Redazione1
12.07.2006 18:45
No Tav, raccolta adesioni

NO TAV – RACCOLTA ADESIONI
È stato appurato da qualche mese che i manganelli e le occupazioni militari del territorio non sono il mezzo più efficace per imporre le grandi opere. Ci riferiamo, in particolare, al caso della Torino-Lione.

La parola d’ordine sembra essere diventata “il dialogo”. Parola molto suggestiva, parola-camomilla, capace di riportare la tranquillità soprattutto negli animi di chi conosce i fatti solo attraverso la televisione e i giornali.

Oggi, attraverso il dialogo, i Presidenti di tutte le Regioni del nord Italia incalzano il governo affinché l’opera venga finanziata, quali che siano le condizioni finanziarie dello Stato.

Attraverso il dialogo, e un uso tutt’altro che parsimonioso dei media, uomini del vecchio governo e del nuovo insistono sulla “priorità assoluta” dell’opera.

Attraverso il dialogo, si divulgano a mezzo stampa i rassicuranti risultati dei sondaggi effettuati, salvo poi scoprire che tali sondaggi sono stati svolti con qualche leggerezza di troppo, e su siti in cui si sapeva già prima (i documenti del 2004 parlano chiaro) che non si sarebbero trovate quantità significative di amianto o uranio.

Attraverso il dialogo, il nuovo governo non manca di mettere in mostra la sua disponibilità, rispristinando la valutazione d’impatto ambientale per il tunnel di Venaus e facendo slittare l’inizio dei lavori al 2010. Ufficialmente, “per ascoltare le popolazioni locali”; realisticamente, anche perché al momento non c’è una lira.

Tuttavia, questo dialogo viene completamente a mancare ogni volta che ai promotori della linea vengano poste delle domande dirette. Quando le domande o le osservazioni vengono poste in privato, attraverso lettere aperte, la risposta è in genere il silenzio; quando vengono poste in pubblico, attraverso giornali o televisioni, emerge l’arte del glissare, del girare intorno senza dire nulla. Eppure, la fiducia ci fa auspicare che questi personaggi, che ricoprono ruoli politici e si pongono indiscriminatamente a favore dell’opera, qualche minima argomentazione che quantomeno giustifichi la loro posizione possano formularla. Altrimenti potrebbe emergere qualche dubbio a proposito della loro serietà e della loro buona fede…

Qui di seguito è riportata, appunto, una serie di osservazioni e di domande che sono già state inviate, con oltre 1200 sottoscrizioni, a: Sergio Chiamparino, Mercedes Bresso, Roberto Formigoni, Claudio Burlando, Luciano Caveri, Giancarlo Galan, Lorenzo Dellai, Riccardo Illy, Vasco Errani; Daniele Borioli; Piero Fassino; Alberto Tazzetti; e, per conoscenza, a: Tommaso Padoa Schioppa, Antonio di Pietro, Alessandro Bianchi, Alfonso Pecoraro Scanio, Romano Prodi, Fausto Bertinotti, Giorgio Napolitano e a tutti i nostri parlamentari ed europarlamentari (non solo italiani), assessori e membri del Consiglio Regionale e Provinciale del Piemonte e della nuova giunta del comune di Torino; giornali nazionali e locali.

Chiunque condivida il contenuto di queste osservazioni, può sottoscriverle inviando un’e-mail a: firmenotav@libero.it, in cui vengano specificati:

1) nome e cognome;

2) indirizzo completo;

3) professione.



Inutile dire che è importante raccogliere il maggior numero possibile di adesioni (difficilmente i destinatari risponderanno, ma è bene che si ricordino che “ci siamo”, e non siamo pochi), perciò invitiamo gli interessati a diffondere il contenuto di questa e-mail e a raccogliere e inviare anche i nominativi di chi sia sprovvisto di una propria casella di posta elettronica.

Non è solo una questione di essere pro o contro il TAV (questione peraltro strettamente connessa con un discorso di modelli di sviluppo). È questione, semplicemente, di pretendere trasparenza: cosa che è nell’interesse di tutti.

A inizio novembre provvederemo a spedire ai destinatari e ai giornali l’aggiornamento con le nuove adesioni.

Grazie.



Alessandro Grangetto – Strada San Giorio 10 – Bussoleno (TO) - insegnante

Giorgio Perino – via Piave 34 – Bussoleno (TO) - insegnante

Gianni Rapelli – via Gramsci 23 – Condove (TO) - pensionato

Roberto Ronsil – fraz. Sant’Antonio 75 - Giaglione (TO) - ingegnere

Gisella Viero – via De Amicis 23 – Condove (TO) - insegnante





N.B.: i dati raccolti saranno trattati esclusivamente per la finalità della presente iniziativa e verranno diffusi esclusivamente ai destinatari precedentemente elencati, salvo ulteriore richiesta di autorizzazione ai firmatari.





Questa lettera è pubblicata – in alcuni casi in una versione precedente - sui seguenti siti:

www.legambientevalsusa.it; www.laltralombardia.it; www.saradura.com; www.oterx.org; www.notav.it; www.saradura.com




Welfare Italia
12.07.2006 18:45

Redazione1
22.07.2006 21:34
Ancora sul Rigassificatore di M.Di Schiena

IL RIGASSIFICATORE E CERTE SCONCERTANTI MANOVRE
Si può pensare che sulla questione del rigassificatore il Comune e la Provincia di Brindisi abbiano finora scherzato? Si può ritenere che il Presidente Vendola ed il Consiglio Regionale, dopo la mozione di rifiuto dell’impianto approvata all’unanimità da tale consesso il 4 agosto del 2005, siano oggi disposti a subire il diktat della società costruttrice? E’ immaginabile che la stessa Regione Puglia scriva parole a vanvera quando nel Piano Energetico regionale in corso di definitiva approvazione, pur prevedendo un rigassificatore in Puglia, esclude che possa essere realizzato a Brindisi? E’ possibile che siano state parole al vento gli impegni pubblicamente assunti durante la recente campagna elettorale da autorevoli esponenti del centrosinistra?

Ed ancora: è plausibile che non abbia alcun rilievo il recente incontro tra il Presidente Vendola ed il Ministro delle Attività Produttive durante il quale l’on.le Bersani ha preso atto della posizione della Regione apprezzandone le ragioni? Ed è pensabile che si possano cancellare con un colpo di spugna le grandi manifestazioni popolari che si sono pronunciate per un nuovo modello di sviluppo economico incompatibile con la costruzione del rigassificatore nel porto in una situazione di estremo pericolo per l’incolumità dei cittadini? Ed è un comportamento rispettoso verso la pubblica opinione e verso le competenti autorità far finta di ignorare lo sconcerto che deriva da certe inchieste penali in corso nelle quali si ipotizza l’interferenza nel procedimento autorizzativo dell’impianto di gravi irregolarità e di reati di corruzione?

Ebbene si tratta di domande alle quali la LNG sembra dare incredibili risposte affermative. Mistero di certi poteri forti che sembrano muoversi prescindendo dalla politica, dalla democrazia, dal diritto e persino dal comune buon senso. Poteri forti che nei confronti di quelli istituzionali si comportano come veri e propri “contropoteri” e che, considerando vicino l’epilogo positivo della tortuosa vicenda, si stanno scatenando in campagne persuasive che offendono la dignità delle nostre popolazioni. L’ultima trovata è quella della richiesta da parte della LNG di un incontro che dovrebbe avere ad oggetto la proposta di realizzare un molo esterno per l’attracco di navi gasiere lasciando a Capobianco i serbatoi e gli impianti del gas da rigassificare. Una proposta quindi che non prospetta nulla di nuovo e che conferma la dogmatica posizione della Società sul sito prescelto.

La Provincia ha rifiutato l’incontro mentre il Comune ha accolto la richiesta. Ma nessuno si illuda perché sono due modi diversi per dire la stessa cosa e cioè che le istituzioni locali si oppongono decisamente alla realizzazione dell’impianto nel porto. Due modi che, al di là delle intenzioni, si completano a vicenda perché col primo viene sottolineata la strumentalità di qualsiasi incontro richiesto dalla LNG se non preceduto da una formale rinuncia all’originario progetto e con il secondo si induce la società inglese ad uscire ancora una volta allo scoperto per dire di che cosa è fatta la sua ostentata disponibilità al dialogo. Ed intanto va denunciata l’assoluta non rispondenza al vero dell’affermazione della LNG, riportata dalla stampa, secondo la quale detta società avrebbe l’appoggio del Governo centrale. Un’affermazione davvero sconcertante e provocatoria. Dica la società inglese quale esponente del Governo ed in quale circostanza avrebbe ad essa assicurato l’“appoggio” dell’Esecutivo? Ed in che cosa consisterebbe questo fantomatico sostegno? E se – come è sicuro - non potrà dire questo, si scusi per avere arbitrariamente attribuito al Governo del nostro Paese un indirizzo privo di qualsiasi fondamento.

Brindisi, 21 luglio 2006

Michele DI SCHIENA


Welfare Italia
22.07.2006 21:34

Redazione1
22.07.2006 22:24
Afghanistan...a cura di M.Di Schiena

www.asinistra.net

Il voto sul finanziamento della missione militare in Afghanistan ha messo il dito su una piaga, quella del difetto di chiarezza nella distinzione fra il ruolo della sinistra radicale oggi al Governo e quello della sinistra movimentista o di coscienza. Una distinzione che spesso, specialmente nel momento delle candidature, diviene evanescente per le esigenze elettorali che premono sui dirigenti di partito e per le ricorrenti inclinazioni dei più noti esponenti del Movimento di passare dall’esperienza di sensibilizzazione e di lotta sociale a quella dell’impegno partitico-istituzionale. Un passaggio questo del tutto legittimo ma che può in qualche caso indebolire l’esperienza movimentista senza giovare al partito di approdo e che può essere foriero di confusione e di contraddizioni quando viene vissuto dai protagonisti pretendendo di accomunare responsabilità e ruoli che hanno indubbiamente la stessa matrice ideale e gli stessi obiettivi ultimi ma che sono diversi per metodo, strumenti, contenuti e risultati da perseguire nel breve e medio periodo. Di seguito il testo completo dell’intervento di Michele DI SCHIENA, magistrato, da sempre nell’area dei movimenti senza aver mai deciso passaggi di ruolo nell’area partitica-istituzionale.



SINISTRA E MOVIMENTI DI FRONTE AL VOTO SULL’AFGHANISTAN

La questione del voto sull’Afghanistan pone alcuni interrogativi. C’è un solo parlamentare della sinistra radicale che non sia stato cosciente, all’atto della sua candidatura nelle recenti elezioni politiche, del fatto che il suo partito aveva accettato, per battere la destra berlusconiana, di far parte di uno schieramento che, in caso di vittoria, avrebbe portato avanti un programma frutto di un compromesso e necessariamente non del tutto in linea con le sue scelte personali sui grandi temi del superamento del liberismo e del “no” assoluto alla guerra? Ed a tutti i candidati al Parlamento della sinistra radicale non erano forse noti i rapporti di forza esistenti all’interno dell’Unione tra il riformismo e tale area sicché il programma, quello esplicito scritto all’atto dell’alleanza e quello implicito da scrivere con decisioni e comportamenti durante l’arco dell’intera legislatura in rapporto alle diverse evenienze ed emergenze, avrebbe certamente risentito di tali rapporti di forza notoriamente favorevoli all’area riformista? E se, nonostante questa consapevolezza, si sono accettate quelle alleanze e quelle candidature, che senso hanno, di fronte al primo impatto con una difficile realtà, le dissociazioni di oggi peraltro in contrasto con le indicazioni dei partiti di appartenenza?

Certo, alcune scelte del proprio schieramento possono essere ritenute da un parlamentare incompatibili con la sua coscienza ma perché ciò sia giustificabile deve trattarsi di scelte non prevedibili al momento della candidatura mentre la decisione riguardante il finanziamento della missione militare in Afghanistan era ben prevedibile da parte di chiunque conoscesse la “storia” di quel conflitto ed avesse seguito le espressioni di voto dell’area riformista e le tante dichiarazioni dei suoi leaders prima e durante la campagna elettorale. E sì, perché solo la estraneità al programma (quello esplicito e quello implicito che pure è una realtà) e l’assoluta imprevedibilità della scelta della maggioranza dello schieramento possono creare un comprensibile caso di coscienza nel parlamentare e possono rendere accettabile il suo voto di dissenso liberando il parlamentare medesimo dalla responsabilità delle conseguenze che tale voto può determinare. E sulla questione dell’Afghanistan tali conseguenze possono essere davvero serie. Si può allora ben brindare se un governo cade o va in difficoltà su una questione di guerra quando c’è però una prospettiva di miglioramento ma bisognerebbe segnarsi a lutto se questa prospettiva non esiste e ce n’è invece una di arretramento politico generale specialmente sul versante della politica estera per non parlare di quello della politica economica.

Il fatto è che il voto sul finanziamento della missione militare in Afghanistan ha messo il dito su una piaga, quella del difetto di chiarezza nella distinzione fra il ruolo della sinistra radicale oggi al Governo e quello della sinistra movimentista o di coscienza. Una distinzione che spesso, specialmente nel momento delle candidature, diviene evanescente per le esigenze elettorali che premono sui dirigenti di partito e per le ricorrenti inclinazioni dei più noti esponenti del Movimento di passare dall’esperienza di sensibilizzazione e di lotta sociale a quella dell’impegno partitico-istituzionale. Un passaggio questo del tutto legittimo ma che può in qualche caso indebolire l’esperienza movimentista senza giovare al partito di approdo e che può essere foriero di confusione e di contraddizioni quando viene vissuto dai protagonisti pretendendo di accomunare responsabilità e ruoli che hanno indubbiamente la stessa matrice ideale e gli stessi obiettivi ultimi ma che sono diversi per metodo, strumenti, contenuti e risultati da perseguire nel breve e medio periodo.

Si pone allora a sinistra un duplice problema. Da una parte, quello dei rapporti tra la sinistra riformista o moderata e la sinistra radicale chiamata in questa fase della vita politica del Paese a trovare ed a coltivare una intesa sotto la pressione di una specie di stato di necessità determinato dalla perdurante minaccia di un berlusconismo rivelatosi deleterio per gli interessi generali e specialmente per quelli dei ceti meno tutelati. Una intesa quindi indispensabile che, salvo il caso di gravi violazioni delle linee di impegno del programma esplicitamente o implicitamente concordato, deve essere salvaguardata da tutte le insidie comprese quelle rivenienti da particolari sensibilità personali o di gruppo. E lo si deve fare cercando, sotto la spinta esterna del movimento dei movimenti, di spostare l’alleanza verso “equilibri” sempre “più avanzati”. D’altra parte, c’è poi il problema del rapporto fra la sinistra politica radicale e la sinistra movimentista (alla quale mi sento particolarmente vicino) che va vissuto senza separatezze ma nella più limpida ed effettiva autonomia reciproca. E quindi tenendo presente che la prima è chiamata a farsi carico dell’estrema gravità dell’“oggi” cercando per quanto possibile di aprirlo al “domani” mentre la seconda, sentendosi anche parte di un vasto moto che va ben oltre i confini nazionali, deve costruire giorno dopo giorno nella coscienza collettiva questo “domani” restando rigorosamente fuori dall’area del potere in un ruolo di netta opposizione propositiva a tutto ciò che ostacola il cammino verso l’“altro mondo” che molti segnali di speranza continuano ad indicare come davvero “possibile” .

Brindisi, 20 luglio 2006

Michele DI SCHIENA

Redazione1
22.07.2006 22:29
LE ATTIVITA' DI AIFAVIN

A.I. FA.VI.N.
-Le attività ed i progetti di A.I. FA.VI.N.-
Come da norme statutarie l'A.I. FA.VI.N. (Associazione Italiana Famiglie delle Vittime di Patologia Neoplastica), si prefigge interventi di sostegno Psico-Sociale delle famiglie o di singole persone che hanno subito un lutto o vivono in casa il trauma di un congiunto affetto da Patologia Neoplastica, affinché attraverso le Istituzioni Pubbliche di competenza vengano coordinati i servizi territoriali già esistenti, ma attualmente scoordinati e comunque non attivati a tali importantissime funzioni. Si prefigge altresì di promuovere interventi di sostegno economico nei casi di particolare gravità, cioè, laddove viene a mancare una persona unica titolare di reddito familiare, in attesa di un'occupazione a tempo indeterminato a favore del superstite divenuto capofamiglia.
L' Associazione Italiana A.I. FA.VI.N. si prefigge altresì di promuovere un sistema di raccolta di fondi per la ricerca di donatori pubblici e privati in forma di assoluta trasparenza, cioè, attraverso un Istituto della massima affidabilità morale e professionale appositamente istituito per la trasmissione diretta alla ricerca Medico-Scientifica dei fondi raccolti, un Comitato Scientifico per assegnare i fondi con oggettiva priorità agli scopi di cui sopra.
L'Associazione A.I. FA.VI.N. in stretta collaborazione con MCE Movimento Cittadini Europei (Movimento di Tutela dei Diritti del Cittadino Consumatore Utente), si è prefisso l'impegno per una campagna costante e determinata con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica, ma soprattutto il mondo politico a intensificare ed allargare il campo della prevenzione laddove possibile, al fine di arrestare il vertiginoso aumento di nuovi casi di tumore in particolare sui giovani .
A.I. FA.VI.N. ha inoltre come obbiettivo quello di fare progetti per l'assistenza di gruppo come ad es.: organizzare un gruppo di auto-aiuto il quale consiste nel riunire famiglie o persone che condividono la stessa tragedia sotto la guida di uno o più trainers per discutere le loro esperienze. Esperienze simili in altri settori come la Psichiatria e la Tossicodipendenza hanno dato dei risultati eccellenti.
L'Associazione A.I. FA.VI.N. come è noto è appena nata e ha già registrato molto interesse da parte del mondo dei media ed anche dalle Istituzioni e si augura vi sia altrettanto interesse da parte della classe medica, dai Medici di Medicina Generale e dalla Specialistica, essenziali per diffondere l'iniziativa tra i potenziali beneficiari e eventuali collaboratori.
23/Luglio/2006 il Presidente Nazionale
Dott. Samuele Carosi ________________________________________
CREAZIONE DI UN GRUPPO DI AUTO-AIUTO PER FAMILIARI

Falconara M.ma , 23 Luglio 2006


Conduttori del gruppo: Dr. Sandro Scarpa, Dr. Andrea Ciattaglia

Il progetto verte sulla creazione di gruppi di auto-aiuto per il sostegno di famiglie che hanno perso un proprio congiunto a causa di tumore.
L’iniziativa ha lo scopo di fornire aiuto e supporto a tali famiglie e singole persone che potranno così stabilire una relazione fra pari, ed essere tutti reciprocamente e contemporaneamente fruitori e prestatori di cure.
Le famiglie o le singole persone possono accrescere la capacità di far fronte al forte disagio legato alla perdita del loro congiunto, attraverso il mutuo soccorso e la messa a punto di strategie efficaci.
Il gruppo ottimale è di cinque famiglie, si stabiliscono gli incontri ogni due-tre settimane, intervallati da riunioni d’equipe in cui si discute sugli incontri effettuati e sul materiale raccolto.
L’incontro per il gruppo é ovviamente mirato a quella che viene definita “fase sociale”, in cui avviene la reciproca conoscenza dei partecipanti e vengono date tutte le varie informazioni sul nostro progetto.
Durante i successivi incontri si entra invece nella piena attività di gruppo in cui probabilmente emergono già da subito temi affettivamente pregnanti e comuni alle famiglie partecipanti. A queste ultime si da la libertà di discutere sui temi che loro vogliono e di esprimere ogni possibile disagio personale.
Dalla discussione dei vari problemi, i partecipanti stessi esprimomo le loro esperienze ed opinioni, magari suggerendo delle soluzioni alternative.
Con il passare del tempo, una volta ottenuto un certo grado di coesione fra i partecipanti, si provvede ad inserire altre famiglie definendo così un gruppo a struttura aperta, chiedendo, qualora lo riteniamo opportuno, la collaborazione di altri operatori per la conduzione di quest’ultimo.
Si prevede che nell’arco dei prossimi due anni, riusciremo a riunire stabilmente le cinque famiglie del gruppo, qualora le circostanze lo esigano potenzieremo il Progetto per poi diffonderlo anche su tutto il territorio nazionale.
Graziando per l’attenzione, salutiamo molto cordialmente.
Direttore della Struttura operativa AIFAVIN
Dr. Sandro Scarpa.
----------
LE ATTIVITA' DI AIFAVIN

Associazione Nazionale Famiglie delle Vittime di Patologia Neoplastca
Progetto di Assistenza Psico-Sociale ed Economica

ww.volontariatomarche.it/aifavin.htm

Redazione1
22.07.2006 22:31
Ripartire da Genova per il ritiro dall'Afghanistan

Ripartire da Genova per il ritiro dall'Afghanistan

Avvertiamo l'urgenza e la necessità di costruire un percorso collettivo con un obiettivo semplice e preciso: il ritiro delle truppe militari italiane dall'Afghanistan, teatro di una guerra sanguinosa e potenzialmente infinita. Obiettivo indicato da tutto il movimento fin dal 2001 e ribadito dai Forum sociali mondiali di Bamakò e Caracas e dal Forum sociale europeo di Atene.
Il decreto del governo per il rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan introduce elementi di cosìddetta “riduzione del danno” ma non può essere certo considerato un risultato adeguato, infatti non parla di ritiro. D'altra parte il movimento per la pace attraversa un momento di affaticamento, e noi, che di questo movimento ci sentiamo parte, crediamo sia necessario investire al più presto ogni energia possibile per un suo rilancio, nell’autonomia che è elemento costitutivo della sua stessa esistenza.
La pace e la guerra sono un terreno troppo importante perché su di esso si scatenino vecchie e nuove concorrenze fra componenti e anime della così detta sinistra “radicale”, sia nelle aule parlamentari, sia nei movimenti sociali. Non è il momento di polemizzare con chi ci siede vicino ma di impegnarci per far sì che, dopo l'Iraq, il 2006 sia effettivamente l'anno della decisione sull'uscita delle nostre truppe dall'Afghanistan.
In questi giorni molte voci chiedono di non mettere a rischio la tenuta del nuovo governo, e di subordinare a ciò il ritiro delle truppe dall'Afghanistan. Siamo quindi ben consapevoli della situazione di grande difficoltà nella quale si trovano i parlamentari pacifisti.
Siamo certi che, se potesse pronunciarsi, gran parte del popolo dell'Unione, e non solo la “sinistra radicale”, sceglierebbe ambedue gli obiettivi: la tenuta del governo e l'uscita dell'Italia dalla guerra afghana.
Se potesse scegliere.
Esiste infatti un problema di democrazia e partecipazione: perché non s'interpella direttamente il popolo dell'Unione sulla missione in Afghanistan? Quello stesso popolo che è stato chiamato a pronunciarsi sul leader. Scegliere se partecipare o meno ad una guerra è forse meno importante? Siamo certi che la risposta di pace sarebbe ancora una volta chiara.
La scelta tra pace e guerra è per noi costitutiva del nostro modo d'intendere la politica, il terreno principale sul quale unità e radicalità si incontrano.
Se è giusto non sottrarsi alle responsabilità di governo, e noi ne siamo convinti, è altrettanto necessario stare al governo in maniera differente.
Partecipare al governo e partecipare ad una guerra non sono due scelte obbligatoriamente tra loro vincolate.
Continuiamo ad impegnarci perché questo obiettivo possa essere raggiunto nei prossimi giorni, pur sapendo che oggi questo non dipende solo da noi, considerato l’alto grado di condivisione che tale obiettivo richiederebbe nella coalizione. Ma già da oggi possiamo scegliere di impegnarci per costruire mobilitazioni in grado, per dimensioni e qualità, di ottenere, il definitivo ritiro di tutte le truppe italiane dall'Afghanistan.
Vorremmo proporre ai movimenti, alle reti, alle associazioni democratiche, alle tante singole e singoli incontrati in questi anni di tornare a lavorare assieme nei prossimi mesi, attraverso tappe condivise, per costruire una mobilitazione la più ampia possibile capace di ottenere dal Parlamento entro il 2006 l'approvazione di una strategia di uscita dalla guerra.
Possiamo ripartire proprio da Genova, da dove cinque anni fa il movimento dei movimenti lanciò la sua sfida contro la guerra senza se e senza ma.
Proponiamo di incontrarci in occasione delle giornate di luglio nell'anniversario del G8 a Genova sabato 22 alle 9,30 presso il Teatro Instabile in via Cecchi 4.

Tra le adesioni (oltre 250 firme):
Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Marco Bersani, Antonio Bruno, Donatella Della Porta, Josè Luiz Del Roio, Tommaso Fattori, Haidi Giuliani, Don Andrea Gallo, Alessandra Mecozzi, Emilio Molinari, Andrea Morniroli, Tonino Perna, Riccardo Petrella, padre Giuseppe Pirola, Anna Pizzo, Raffaele Salinari, Sabina Siniscalchi, Gigi Sullo, padre Alex Zanotelli, Danilo Zolo, Massimo Aliprandini, Samir Amin, Angelo Baracca, Alessandra Cangemi, Mauro Castagnaro, Paolo Cacciari, Michele De Palma, Gianni Fabbris, Roberto Ferrario, Roberto Giudici, Claudio Grassi, François Houtart, Domenico Jervolino, Legal Team Europa, Paola Manduca, Roberto Mapelli, Alfonso Navarra, Nicola Nicolosi, Alfio Nicotra, Ali Rashid, Giorgio Riolo, Annamaria Rivera, Luigi Vinci, Franco Zunino, Imma Barbarossa, Gianni Rinaldini, Fabio Alberti.

Per adesioni ritiroafghanistan@gmail.com

Redazione1
22.07.2006 23:10
Ma vale la pena? di A. De Porti

MA VALE LA PENA DI COLTIVARE SENSO CIVICO E CIVILE ?

Io sarò anche un uomo di altri tempi ma, osservando questi tempi, mi pare che non sia improprio affermare che l’uomo moderno sta prendendo a mutuo le leggi della foresta: mors tua, vita mea.

La politica, ormai da tempo, non è più servizio per gli altri, ma sistemazione personale di chi ci si mette a farla (fatte salve le apprezzate eccezioni che sono invero poche).



Proviamo ad analizzare, uno per uno, gli uomini sia a livello nazionale che a livello locale: tutti o quasi hanno qualche neo, o non avevano ne arte ne parte, oppure hanno-avevano interessi personali da difendere, oppure si sono trovati lì perché spinti da altri allo scopo di rafforzare obiettivi non sempre puliti. Pochi sono i spiritualmente puliti.

Sì, sto scoprendo l’acqua calda, direte, ma Vi pare che le cose debbano andar avanti proprio così ? Ieri, un mio collega, ha scritto che vuol verificare l’andamento del PIL dopo la vittoria italiana ai mondiali di calcio; gli ho risposto che ha ragione perché la politica, come è scritto nelle varie letterature specialmente americane, non deve produrre solo beni e servizi, ma anche la felicità dell’individuo. E, proprio partendo da questa felicità dell’individuo, come nel caso di specie e cioè durante questa ventata di ottimismo riveniente dal calcio, che si ingenera automaticamente una migliore “vis operandi” che, sommata nel contesto collettivo, diventa portatrice di maggiore ricchezza per il paese, e quindi aumento del PIL.



Insomma, l’aspetto immateriale si traduce in apporto materiale.



Ma, per favore, non mi dite che i nostri politici capiscono queste cose o sono su questa lunghezza d’onda: essi, a mio modo di sentire, sono solo e soltanto maestri di infelicità. Infatti, quando vedo Schifani, Bondi, La Russa ,Cicchito e soprattutto Elio Vito, mi vien voglia di buttarmi sotto il treno… questa è la sacrosanta verità che, grazie a Dio, sono ancora libero di esprimere democraticamente !

I conflitti, ormai planetari, da cosa dipendono ? Se non da quei pochi che hanno le redini del mondo e vogliono arraffare su coloro che non hanno neanche da mangiare ? Vi rendete conto che, con i soldi spesi per la guerra in Iraq, si poteva sistemare il mondo, dando un input inverso rispetto a morte e distruzione ? Privilegiando alimenti, salute, istruzione ed altro ?



Lo spazio non mi consente di sviluppare i vari concetti, per cui, rattristato, mi pongo una domanda che purtroppo non lascia nemmeno presagire una risposta: “ Vale la pensa di battersi per nobili obiettivi o dobbiamo tutti, senza accorgersene, emulare le leggi della foresta”? Senza che nessuno ti ascolti se non per criticare in quanto scrivi queste cose ?



Ora c’è la guerra in medio-oriente: ci rendiamo conto che essa potrebbe annientarci tutti coinvolgendoci in un disastro planetario ? Ne vale la pena, finché c’è ancora fiato, di esprimere un po’ di senso civico e civile ?
ARNALDO DE PORTI




Redazione1
22.07.2006 23:15
LIBERALIZZAZIONI. UNA VOLTA C’ERA LA P 2,

LIBERALIZZAZIONI. UNA VOLTA C’ERA LA P 2, MA LO SPIRITO COSTITUTIVO DELLE LOBBY E’ POI TANTO DIVERSO ?

Questo governo è partito bene, anzi molto bene con le liberalizzazioni e non capisco proprio (anzi lo capisco fin troppo bene pensando alle corporazioni) perché a quest’ultime dia fastidio ostacolare il bene collettivo. Qui, non si tratta di essere di destra o di sinistra, ma di avere un minimo di onestà intellettuale. Non capisco inoltre perché, ora come ora, si boicotti - da parte del centro-destra berlusconiano - le valide iniziative del Ministro Bersani quando prima era proprio l’ex governo Berlusconi a volere le liberalizzazioni, sia pur in maniera troppo corporativa rispetto a quelle del decreto Bersani: il precedente governo infatti arricchiva i già ricchi ed impoveriva ancor di più la borghesia..

Non v’è dubbio che la gente non ha le idee chiare sul concetto di “liberalizzazione” per cui non si muove più di tanto in questa direzione: l’unica cosa che sembra aver capito in quanto la più consueta è che, d’ora in avanti, non si dovrà più andar dal notaio per la vendita di una macchina, risparmiando parecchi soldi (qualche giorno fa ho pagato 500 Euro circa per il passaggio di proprietà relativo alla vendita di una macchina usata che valeva solo pochi Euro in più della tariffa notarile!)



Liberalizzare, significa togliere privilegi di casta, di corporazioni, di interessi di determinate categorie, che hanno l’unico scopo di salvaguardare economicamente interessi di parte a danno di altri che non sono “corporativizzati” e che, come detto prima, mirano a difenderei interessi particolari a danno dell’interesse collettivo. Ora queste corporazioni, sia pur con qualche distinguo rispetto alla massoneria di Licio Gelli, non potrebbero forse essere equiparate ad essa, magari cambiando il nome da P2 a P3 e così via ? Ovviamente sottraendole dal marcio che c’era nella P2 ?

Mi scuso fin d’ora di essere stato costretto a fare un esempio tanto singolare, ma mi è parso che ciò fosse l’unico sistema dialettico per far capire meglio che è ora di dire “basta” ai privilegi di casta ! E non sono certo comunista-marxista, ma una persona che cerca di capire, di ragionare, di dare un apporto in relazione alle mie capacità.



Non ho pertanto alcuna remora a schierarmi con Adiconsum, Federconsumatori e Adoc di Belluno, ma anche nazionali, in quanto il loro obiettivo è di far in modo che i diritti dei consumatori vengano tutelati almeno quanto quello delle corporazioni, delle lobby che finora hanno imposto i loro prezzi con le spalle coperte da situazioni tariffarie precostituite.



Di certo - e concludo - questo è un discorso che non crea amici; ma io sono solito fare una battuta scherzosa: “ Fintantoché ho Dio che mi regala la salute e l’INPS che mi devolve la mia meritata pensione…mi sento libero di dire democraticamente, ed a voce alta, ciò che penso.

Domanda finale : “Coloro che hanno scioperato in questi giorni, possono dire tutti altrettanto” ?
ARNALDO DE PORTI



Redazione1
22.07.2006 23:17
L'E'litè di D.A'Antonio

Probabilmene non è mai esistita sulla Terra un'epoca in cui una ristretta élite di umani non abbia avuto una netta predominanza sul resto della popolazione. Certamente questo ha avuto anche effetti positivi, permettendo ai più dotati di guidare gli altri, quando l'élite non ha preferito invece tirar fuori il peggio da se stessa, come purtroppo così spesso è stato, e tuttora ancora è. Tuttavia, in un prossimo, non molto lontano futuro, si potrebbe verificare una situazione unica ed abominevole, mai accaduta prima d'ora: una ristretta élite di umani potrebbe decidere dell'estinzione della restante, stragrande maggioranza della popolazione mondiale.


Ciò che in passato per lo più ha cambiato, ed in futuro continuerà a cambiare, il rapporto tra l'élite e la sua controparte debole, popolare, è stato e sarà principalmente il progresso tecnologico, e quindi essenzialmente il modo di produzione dei beni. Per lungo tempo, in un passato ormai lontano, il popolo ha detenuto l'intero potere produttivo e l'élite quello direttivo. In seguito ad un primo salto di livello tecnologico il popolo ha visto ridurre il suo potere produttivo, venendo questo delegato in gran parte ed in misura vieppiù crescente alle macchine, mentre ha visto nascere e crescere un suo inconsueto potere d'acquisto.

Più tardi, recentemente, il popolo ha visto diminuire ancora il suo potere produttivo, vedendo sorgere e svilupparsi un suo ancor più strano e limitato potere che lo vede spettatore votante dello show, commerciale, politico, religioso, offertogli dall'élite globale. L'élite naturalmente finge di essere benevola e di lasciarsi guidare dal suo popolo tramite un procedimento democratico. In realtà è l'élite stessa sopratutto a condizionare pesantemente, e sempre più senza via di scampo, il suo popolo, proprio attraverso quello show che gli viene continuamente offerto.

In un prossimo futuro, in seguito all'avvento della nanotecnologia, un insieme di conoscenze e di tecnologie che agiscono a livello atomico per realizzare cose ancor oggi impensabili, il popolo potrebbe veder ridotto ancor più, fino a vederlo scomparire del tutto, il suo potere produttivo. Questo potrebbe giusto far sì che l'élite, potendo alimentare il suo vivere con la nuova tecnologia in modo del tutto autonomo dal popolo, potrebbe giungere a pensare di poter vivere perfino meglio senza di esso, senza gran parte della sterminata moltitudine di persone da cui si vedrebbe circondato, se non addirittura assediato, una moltitudine per altro sempre più angosciosamente esigente delle risorse del Pianeta e perciò impoverente la stessa élite.


Questa élite potrebbe quindi giungere a decidere per l'estinzione, dapprima spontanea, per assenza di alimento concesso, e poi sempre più provocata con agenti di morte, della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.


La nanotecnologia promette oggi, e domani con buona probabilità manterrà, certo non alla sua prima generazione ma ad una delle successive, di trasformare un qualsiasi pezzo grezzo di materia praticamente in tutto ciò che possa occorrere o possa desiderare un essere umano. Non è dunque errato pensare all'avvento della nanotecnologia come possibile causa determinante all'origine del definitivo allontamento delle masse popolari dalla produzione.

E' da tenere anche presente che la nanotecnologia, per l'elevato potenziale dei suoi prodotti, che donerebbero a qualsiasi individuo, anche il più sprovveduto, i mezzi e le ricchezze, dunque il potere, del capo di stato della più grande e sviluppata nazione del mondo odierno, difficilmente potrà essere distribuita liberamente alla popolazione. Al contrario, molto facilmente essa diverrà da subito appannaggio esclusivo di una ristretta élite planetaria, derivante dagli originari e vieppiù accresciutisi poteri economici, politici e scientifici odierni.

La presente situazione delle forze politiche e sociali sul nostro pianeta, evidenzia in verità un gran numero di persone sensibili, progressiste e riformiste. Esse però, pur spesso fortemente impegnate nel cercare di far evolvere la nostra società, mostrano una pesante inadeguatezza nel metodo ed ancor più nella scelta degli obiettivi. D'altra parte coloro che cercano di spremere da questo pianeta il massimo delle ricchezze, anche a costo di rivestirsi, come sta avvenendo negli ultimi tempi, di un qualche alone etico e di spudoratamente falsa sostenibilità ecologica, sanno meglio della controparte cosa vogliono, e procedono molto più velocemente. Essi rappresentano precisamente quanto occorre oggi perchè domani possa nascere quella élite da incubo cui qui ci si limita semplicemente a far cenno.

E' certo impossibile determinare con grande anticipo ed esattezza le varie facce del processo evolutivo dell'umana società, e certo chi scrive spera che quanto qui riportato rimanga solo frutto della sua immaginazione. Tuttavia appare indubitabilmente necessario concentrare l'impegno di tutti noi su poche questioni fondamentali che solo in tal modo, con un impegno corale, potranno essere risolte e risolvere a loro volta, con effetto domino, quasi automaticamente e senza fatica, l'intera miriade di sottoproblemi che da esse dipendono. Nel caso sbagliassimo, i nostri prossimi passi potrebbero essere preludio alla più catastrofica delle ere umane.
Il fermare la crescita demografica e riportare la densità della popolazione a livelli ottimali è certamente una questione fondamentale ed un primo passo ben messo lungo un cammino duraturo e sereno. Ma vi è un altro passo, ancora più fondamentale, dal quale dipende la stessa possibilità di risolvere la questione demografica e di eliminare la minaccia dell'incubo qui presentato. Quel passo, assolutamente decisivo, è l'abolizione del Pubblico Impiego a Vita, il più grande ostacolo alla nostra evoluzione sociale.
Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonìa
Via Fonte Regina, 23
64100 Teramo - Italy
L'élite - V1.1 - 25/05/35

Redazione1
22.07.2006 23:18
Oggi le città di Luigi Boschi

OGGI LE CITTA'

La realtà non la si studia più: si dà per scontato di sapere, di intuire, di rappresentare. Ma studiare è un'altra cosa. Le città, come ogni altro organismo vivente, sorgono, costituiscono gradualmente un'identità propria, si ammalano, possono essere curate o distrutte o abbandonate, morire con la civiltà che le ha espresse, o morire ammazzate dai bombardamenti oppure, nella città moderna, possono essere soffocate dalla congestione del traffico, lacerate da assurdi interventi urbanistici, disintegrate da un moltiplicarsi di circoscrizioni, di città-strada. Ne è un esempio la via Emilia.
Le città, per i vorticosi cambiamenti che le attraversano, stanno tutte lentamente cambiando faccia: ad esse qualcuno vorrebbe rubare l'anima. Per Mike Davis, le città muoiono quando le comunità che le animano sono ridotte a comunità passive, incapaci di iniziativa, in balia di forze esterne che non sono più in grado di contrastare o condizionare.
Studiare la realtà, applicarsi con pazienza ad essa -nelle sue dimensioni locali o internazionali, economiche o culturali, al fondo non fa differenza- significa percepire innanzitutto la dimensione dei nodi ai quali i decisori si applicano. I problemi non si risolvono da soli, la maggioranza di essi non si risolve affatto, ma non per questo sopportano la pubblica indifferenza. Tutti richiedono un'applicazione umile e tenace, per essere circoscritti, limati, accompagnati nel loro evolvere: richiedono -sit venia verbis- della politica. La politica che si fa dentro istituzioni limitate e con principi di democrazia: questo ordito è tutto da ricostruire (A. Melloni).
Se le città come tutte le organizzazioni sono costituite per la felicità dell'uomo e per il raggiungimento di obiettivi comuni, oggi ci si trova di fronte alla sclelorotizzazione e all'incapacità di risposta della politica rispetto alla trasformazione sociale e all'innovazione tecnologica. Una politica incapace di innovare, ma che protegge posizioni conservatrici. Il neo liberismo senza responsabilità sociale o minima, porta a rivedere, purtroppo, le finalità delle organizzazioni e del ruolo delle città. Città rese invivibili, non partecipate politicamente, preda dell'affarismo. Un esempio? Lo sviluppo urbanistico. Si è arrivati ad assembramenti di case senza un vero progetto urbanistico, se non quello della speculazione immobiliare. Città senza spazi di dimensione collettiva dove l'unico luogo di aggregazione è il supermercato.
Le città han poi mutato identità intrinseca, la propria anima. I cambi di destinazione d'uso hanno trasformato residenze civili in residenze commerciali; il centro storico è divenuto city: banche uffici, luoghi di consumo, negozi. Nel contempo si è dimenticato il significato di casa e la difficoltà di possederla; solo l' usufruirne ha assunto costi proibitivi. Le aree sono divenute oggetto di speculazione immobiliare crescente e lottizzate dalla prepotenza economica. Speculazione d'area e immobiliare sono divenute merce di scambio col potere politico. I bilanci dei comuni trovano risorse ingenti proprio nelle concessioni edilizie. Fino ad arrivare a dire in consessi pubblici che il piano urbanistico non lo fa la Pubblica Amministrazione, ma è dominio delle grandi imprese di costruzione.
E' percezione comune che la città vive oggi un periodo critico, celato dalle piccole dimensioni demografiche: frammentata in quartieri, periferie spesso anonime, mal collegate (il trasporto pubblico voluto inefficiente), senza vita, dove la socializzazione avviene nel supermarket. I parchi verdi considerati un complemento. Un inferno urbanistico progettato dai professionisti dell'architettura, voluto dalle lobbies e dagli amministratori pubblici, realizzato dalla speculazione immobiliare affaristica. In questo contesto inospitale all'individuo e alla collettività, funzionale alle pratiche economiche, si manifestano le difficoltà della convivenza e di espressione delle singolarità.
Bauman: la modernizzazione è la più prolifica e meno controllata linea di produzione di rifiuti di esseri umani di scarto. La sua diffusine globale ha sprigionato e messo in moto quantità enormi e sempre crescenti di persone private dei loro modi e mezzi di sopravvivenza. I reietti, i rifugiati, gli sfollati, i richiedenti asilo sono i rifiuti della globalizzazione. Ma non sono i soli rifiuti: vi sono anche le scorie che hanno accompagnato fin dall'inizio la produzione.
(Parma, 10 luglio 2006)

Luigi Boschi

visita il blog www.luigiboschi.it

Redazione1
26.07.2006 14:28
L'altra globalizzazione di L.Boschi

L'ALTRA GLOBALIZZAZIONE

Si vive in una società post-tradizionale che sembra percepisca solo la dimensione del presente.
Una società che ha visto nel denaro e nel mercato i riferimenti per realizzarsi. E siamo inevitabilmente giunti di fronte al fallimento sociale. Che valore può avere un'economia che non è in grado di garantire il diritto alla casa ai suoi abitanti? Che valore può avere la dimensione economico speculativa, di rendita finanziaria se non è in grado di garantire la sanità, la cultura educativa, la solidarietà? Che progetti può avere una economia senza rispetto ambientale, senza consapevolezza dei valori cognitivi spesso repressi? Che valore può avere l'economia di una nazione che si fonda sulla politica dell'inganno, sul diritto della forza, sulla finzione della partecipazione democratica? Che valore può avere una politica fatta di prepotenza, di guerre?
Certamente la fine dei tempi facili da tempo è arrivata e si è all'inizio di un corso difficile fatto di competizioni su scala mondiale come mai prima d'oggi. Pollard: la golden age scaturita per una congiuntura favorevole tra il 1950 e il 1975 è storia passata, un momento forse unico e irripetibile.
Parma, città ricca economicamente, ha accentuato il suo carattere di città conservatrice industriale, caratterizzata da frammentazione, da aumento della complessità, da un uso scarsamente responsabile delle risorse naturali e dei beni culturali, da un potere oligarchico. Una economia produttrice di se stessa poco rivolta al futuro. Non si è voluto investire nei nuovi scenari. Una classe dirigente che non ha saputo realizzare istituti di ricchezza collettiva idonei per consentire all'innovazione di prodursi. E' mancato così tutto il terziario avanzato, l'attività di ricerca (nonostante la presenza di un'antica Università), l'economia delle conoscenze.
Il contesto cittadino non era certo rivolto al futuro ma alla massimizzazione economica del presente, ignorando e celando agli ignari abitanti (di fatto sudditi) il declino inevitabile di ogni processo economico. Il primato del potere economico sembra dirigere ogni azione di Stato. Si è caduti nel circolo vizioso della competizione drogata. Un sistema al collasso!.. Dove è la guerra a condurre le danze.
Se è vero che è impossibile vivere senza oblio è altresì vero che la forza cicatrizzante dell'oblio porta all'indifferenza. Si preferisce l'amnesia-amnistia col passato. Così il presente diventa evanescente non più sorretto dalla tradizione, né dallo slancio verso il futuro. Costretti a sopportare ciò che non interessa o non piace si banalizza l'esistenza aspirando a una vaghezza di futuro che non c'è.
Bisognerebbe forse ritrovare la strada del circolo virtuoso, della cooperazione qualitativa. Gandhi: "la legge dell'essere umano non è la competizione mortale, ma la cooperazione vitale."
In rete si è collegati, quindi colleghi che cooperano; diversità culturali all'opera. Si deve sviluppare necessariamente una globalizzazione qualitativa, dove diritto alla vita, solidarietà, lotta al potere arbitrario, partecipazione democratica divengono luoghi comuni di convivenza. Se è vero che la globalizzazione è stata oggetto di barbarie, dove persone senza scrupoli ne hanno approfittato, l'hanno assalita, derubata, schiavizzata, è altresì vero che la sua forza è immateriale, costituita in rete, in grado di coltivare conoscenze e sviluppare intelligenza connettiva; ha dignità e valori universali che le scorribande della inciviltà non hanno scalfito. Società e saperi circolano oggi connessi in rete. La società della tecnica ha in sé capacità aggregative esponenziali con potenzialità espressive le cui modalità sono ancora allo stadio primitivo.
E' la globalizzazione della persona: la forza dell'umanità e della scienza, rese fruibili, riempiranno di contenuti il sistema neuronale virtuale che ha virtù in potenza.
La tecnica obbliga il cambio di direzione al capitale per evitare che ci conduca alla distruzione (Severino). Una globalizzazione di persone non di cose, in cui si coltiva la qualità delle diversità, con un impegno etico individuale in grado di ridare senso alla vita. Bodei: si tratta, allora, d'interrogarsi sul modo con cui rintracciare, tra il presente e il futuro, un filo che riscatti il presente, in modo che la debolezza, la frammentarietà, l'incoerenza della vicenda individuale e collettiva in cui siamo calati appaia come un delinearsi di possibilità e non come un cammino obbligato di cui conosciamo tutti i vincoli, ma del quale ignoriamo gli esiti. (Parma 20 luglio 2006)

Luigi Boschi

Welfare Italia
26.07.2006 14:29

Redazione1
26.07.2006 14:30
UBU SETTETE !!

ULTIMI GIORNI - con preghiera di diffusione
UBU SETTETE!
(edizione 2006)
quinta fiera di alterità teatrali romane
www.ubusettete.it

si invitano tutti gli artisti e le compagnie interessate alla partecipazione, ad inviare la propria proposta entro il 31 Luglio
all’indirizzo Ubu Settete - via P.L. Occhini 6 - 00139 Roma


la proposta inviata dovrà essere corredata di:

* Curriculum dell’artista/compagnia
* Scheda di presentazione dello spettacolo proposto (riempire la scheda allegata)
* Scheda tecnica dello spettacolo proposto (specificare necessità tecniche indispensabili)
* Materiale fotografico e video dello spettacolo proposto (o, se non in possesso, di spettacoli precedenti)



PRESENTAZIONE
Ubu Settete! Fiera di Alterità Teatrali è una rassegna teatrale annuale organizzata dalla rivista Ubu Settete – Periodico di critica e cultura teatrale in collaborazione con Rialto Santambrogio.
La Rassegna è rivolta al teatro romano indipendente ed autoprodotto. Ci riferiamo, quindi, a quegli artisti e quelle compagnie legate al territorio di Roma e Provincia, che appartengono ad un’area marginale e “abusiva” del teatro, area fatta di professionismo a metà, di autoproduzioni coraggiose che sondano le dimensioni della “ricerca”, della nuova drammaturgia, del teatro civile, area assolutamente non amatoriale ma esclusa da regolari sovvenzionamenti e dai circuiti ufficiali di produzione e distribuzione.
La finalità artistica della Rassegna, dunque, è quella di dare voce e visibilità ad una scena teatrale valida, interessante, spesso innovativa eppure sconosciuta al grande pubblico e (in parte) agli “addetti” del settore.

MODALITÁ DI SVOLGIMENTO
Come le precedenti, anche questa edizione della Rassegna si svolgerà a Roma nella prima metà del mese di Novembre (spazi in definizione).
Generalmente il programma viene elaborato prevedendo due o tre spettacoli a sera (dalle 20 alle 23 circa), alternandoli nei vari spazi che ospiteranno la rassegna.
La scelta del cartellone (spettacoli, giorni, orari) è competenza della Direzione Artistica e Organizzativa.

ASPETTI ECONOMICI
L’unica finalità economica della rassegna è il finanziamento della Rivista Ubu Settete.
Le compagnie/artisti in cartellone NON dovranno sostenere alcune spese, né relative al service luci e audio (da valutare a parte, invece, eventuali necessità di apparecchi per videoproiezioni), né relative alla pubblicità del proprio spettacolo.
NON sono previsti rimborsi alle compagnie/artisti per l’allestimento del proprio spettacolo.

Redazione1
26.07.2006 14:34
I Beatti Costruttori dal Congo....

Bukavu, 25 luglio 2006
Sono arrivati tra ieri e l’altroieri a Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, Repubblica Democratica del Congo, i sessantuno osservatori elettorali della società civile italiana, coordinati dall’associazione “Beati i costruttori di pace”. Quarantotto di loro hanno viaggiato domenica mattina a bordo di un aereo messo a disposizione dal Ministero degli Esteri e decollato dall’aereoporto militare di Ciampino. A bordo del velivolo, la viceministra agli Esteri con delega per l’Africa Patrizia Sentinelli, che ha voluto accompagnare personalmente la missione fino all’aereoporto internazionale di Kigali, in Rwanda. A bordo anche una troupe di Rai Educational, che realizzerà un documentario proprio sull’attività di osservazione elettorale del gruppo.

Ad attenderli all’arrivo, l’ambasciatore italiano in Uganda e due pullman messi a disposizione dalla Monuc, la missione Onu in Congo, che hanno trasportato via terra gli osservatori dalla capitale rwandese fino a Bukavu. Gli altri tredici italiani hanno raggiunto il gruppo ieri: arrivati a Kampala, in Uganda, con volo di linea, sono stati traspostati a Bukavu con un volo messo a disposizione dalla Monuc.



Subito, il gruppo ha avuto incontri istituzionali con le autorità locali e internazionali presenti a Bukavu: nella mattinata di ieri, il governatore della provincia, Deogratias Buhambahamba, ci ha tenuto a dare il benvenuto a una piccola rappresentanza degli osservatori, manifestando il proprio apprezzamento per la missione. Poi, alle 10,30, si è tenuta la conferenza stampa con la presenza delle autorità civili e religiose: oltre al governatore, l’arcivescovo di Bukavu Francois Xavier Maroyi e il chef du bureau della Monuc a Bukavu, mr. Alfaso. Tutti hanno espresso una valutazione positiva nei riguardi dell’iniziativa, ritenuta molto importante per favorire il passaggio storico che attende il Paese con il voto di domenica prossima. «Il tempo delle intimidazioni e delle armi è finito – ha sottolineato l’arcivescovo –, ora è il tempo del confronto democratico tra avversari e non più tra nemici».

La stampa congolese, in particolare le radio (il mezzo di comunicazione più diffuso) ha dato ampio risalto all’arrivo degli osservatori italiani, che già oggi vengono identificati e salutati dalla gente per le strade di Bukavu.

Nella serata di ieri, i volontari italiani hanno partecipato a un incontro organizzato dagli osservatori elettorali provenienti dal Sudafrica. Oggi, martedì 25 luglio, hanno ricevuto l’accredito della Monuc e hanno avuto due briefing sulla sicurezza presso i loro uffici, tenuti rispettivamente da personale civile e militare.

Entro domani mattina, le coppie di osservatori lasceranno Bukavu alla volta dei luoghi a cui sono stati assegnati, le città e i villaggi del Nord e Sud Kivu.


Ufficio stampa
Mariagrazia Bonollo
348 2202662

Redazione1
26.07.2006 14:36
Rau Trade presenta........

RAI Trade presenta Lucina Lanzara al Teatro Antico di Segesta nel cartellone del Direttore Artistico Prof. Amoroso (www.teatrodisegesta.it www.comune.calatafimisegesta.tp.it )
Domenica 13 agosto ore 5.00 all'Alba - con la partecipazione straordinaria di Paola Gassmann ne: IL CANTO DEL SOLE ingresso 5 euro
Lunedì 14 agosto 2006 ore 22.30 "DeMare - IL VIAGGIO DI ALIANTE - il nuovo disco di Lucina Lanzara

concerto spettacolo di Lucina Lanzara ingresso 10 euro


COMUNICATO CANTO DEL SOLE 13 agosto ore 5.00
Nella suggestiva cornice del Teatro Antico di Segesta, "Il Canto del Sole” all'Alba, nella sua culla naturale. Un concerto, quasi un monologo musicale, dal sapore fortemente mediterraneo, di e con Lucina Lanzara, caratterizzato da una vocalità unica, spinta fino allo spasimo nell’estensione delle 3 ottave e dall’uso delle percussioni come strumento di accompagnamento principe. Tuttora in tournèe internazionale per la presentazione dell’omonimo disco, edizione RAI Trade. Sonorità che accomunano tutte le dominazioni passate in Sicilia: arabo, normanno, greco, latino, francese, … La partecipazione straordinaria di Paola Gassmann in un reading che completa la Magia!



VOCE Lucina Lanzara

PERCUSSIONI Rosario Punzo

CHITARRA E CORI Massimo Sigillò Massara

FLAUTI E CORI Benedetto Basile

MELODICA E CORI Vivi Lanzara

ECO e CORI Bebè Cammarata

CORI Vincenzo Biondo





COMUNICATO DE MARE 14 agosto ore 22.30

Nell’eccezionale cornice del Teatro Antico di Segesta RAI trade presenta il nuovo disco di Lucina Lanzara “DE MARE” con un CONCERTO SPETTACOLO: musica d’autore al femminile dal forte sapore mediterraneo alternata a brani poetici con la partecipazione straordinaria di Piero Nuti, noto attore e regista di calibro internazionale. E' la storia di Aliante, una barca che vola sul mare trasportato dal vento delle passioni umane: canzoni sul tema del Mare e la Metafora dell’uomo. La serata è l’evento di presentazione ufficiale del nuovo omonimo disco edizione RAI Trade.

www.lucinalanzara.com





VOCE Lucina Lanzara

VIOLONCELLO Domenico Guddo

CONTRABBASSO Massimo Patti

FISARMONICA e ARRANGIAMENTI Maurizio Curcio

CHITARRA CLASSICA Ninni Passannanti

CHITARRA CLASSICA Nicolò Renna

PERCUSSIONI Rosario Punzo

Con la partecipazione straordinaria di Piero Nuti nella parte della voce recitante




Breve storia DI LUCINA LANZARA

Lucina Lanzara, cantautrice, sperimentatrice vocale, 34 anni, nasce a Roma, vive a Palermo, dal 1996 a Genova studia tecnica vocale integrata col corpo con la norvegese KJERSTIN PRONZATO alla scuola di ARMANDO CORSI. Iniziata nel ’90 al canto corale da LILIANA TEDESCO, studia con HENRY FARGE (già direttore dell’Opera di Nantes), con il soprano GABRIELLA COSTA. Dal 2001 vive nuovamente a Palermo. Incoraggiata da TEDDY RENO nel ‘98 avvia l’attività di cantautrice. Si è esibita con formazioni sia classiche che sperimentali in Italia ed all’estero.



Nel canto miscela tecniche miste, elaborando un proprio stile personale che rievochi le culture Mediterranee passate in Sicilia.



Radio-TV

ospite di trasmissioni radio-TV di rilievo internazionale (Radio RAI International TACCUINO ITALIANO, New York Radio ICN , Radio Latina Lussemburgo; NOTTURNO ITALIANO, UNOMATTINA, Radio Uno DEMO SPECIAL, RAI 3 speciale Mediterranèe, altre).



Cd “DE MARE” ediz. RAI Trade

genere musicale: cantautorale mediterraneo

“De Mare” è il nuovo disco edito da RAI Trade uscito ad Aprile 2006, arrangiato da Maurizio Curcio, tratto dall’omonimo concerto teatralizzato : canzoni autografe sul tema del mare e la metafora che rappresenta delle passioni umane. L’uso delle parole è studiato per creare al contempo atmosfere, ambientazioni e sonorità. Nel nuovo disco vanta la collaborazione del chitarrista FRANCESCO BUZZURRO. Il brano “Un raggio sulla Stiva” è stato inserito nella compilation del cartellone internazionale KALSART Maree curata dall’Ufficio Grandi Eventi del Comune di Palermo, aperto dai Madredeus.





Cd “IL CANTO DEL SOLE”

genere musicale: contemporaneo mediterraneo

Nel marzo 2003 scrive e rappresenta “Il Canto del Sole”, un concerto per la pace; eseguito sia nell’audace versione integrale per voce sola e percussioni, che in ensamble orchestrali, nel dicembre 2004 diventa un disco edito da RAI Trade; riceve un Telegramma di congratulazioni dal PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. La musica de “Il canto del Sole” è diventato L’INNO DEL MEDITERRANEO per la Soc. Amicizia Tra i Popoli e colonna sonora di video sul Mediterraneo (MED PROX della K Communications). Sta lavorando al cortometraggio.



MUSICAL

2004 - Parco Archeologico di Selinunte è la Madre al fianco di Michele Carfora (matito di Barbara d’Urso) “Boccadoro the traveller”di M.Sigillò Massara;

2003 nel video promozionale del medesimo musical



Ha studiato con

Henry Farge (già direttore Operà di Nantes), soprano Gabriella Costa, Liliana Tedesco, Teddy Reno, Kjerstin Pronzato, Roberto Pronzato



COLLABORAZIONI

Michele Carfora (marito di Barbare D’Urso), regista coreografo Fabrizio Angelini, Paolo Damiani per il quale ha scritto testi alle sue musiche, Stefano D’Anna sax, Francesco Buzzurro guitar, Maurizio Curcio, Salvo Compagno, Benedetto Basile, Franco Di Stefano (ex batterista di Renatro Zero) , Marco Morini, Massimo Sigillò Massara, Marika Pellegrini



DISCOGRAFIA

2006, Lucina Lanzara, De mare, edizione Rai Trade

2005, compilation KALSART live, EGEA Records

2005, compilation KALSART MARéE, (contiene Un Raggio sulla Stiva), Palermo

2004, Lucina Lanzara, IL CANTO DEL SOLE, RAI Trade

2003, M.Sigillò Massara – V. Lanzara, BOCCADORO THE TRAVELLER , N.P.

1997, Umberto Canino, EMI



LUOGHI DI ESIBIZIONE (con spettacoli di cui Lucina Lanzara è autrice)

Genova Carlo Felice Auditorium Eugenio Montale; Centro Cultuale La Bottega del Conte; Sanremo Circuito Off Tenda della Pace; Francia Monastero di Cluny; Teatro Antico di Segesta; Parco Archeologico di Selinunte; Arezzo Monastero Camaldoli; Messina Castello Santa Lucia del Melo; Ragusa; Roma Chiesa Santa Maria della Pace, Fonclea; Marsala Teatro Comunale; Palermo: Teatro Massimo Sala Rotonda, Teatro Biondo, Teatro Politeama, Teatro Al Massimo, Teatro Metropolitan, Teatrino Ditirammu, Parco d’Orleans, Villa Trabia, Palazzo Jung, Palazzo Butera, Atrio Biblioteca Comunale, Ex Noviziato dei Crociferi, Spasimo, Teatro Savio, Centro Culturale Agricantus, Chiesa San Mamiliano, Oratorio del Serpotta San Lorenzo, Chiesa di San Francesco Saverio; Alia Antico Granaio; stagioni Kalsart , Kalsart Winter, Palermo di Scena, Festival del Novecento; collaborazioni con La Provincia di Palermo in Festa; La Provincia di Trapani in Festa; Regione Sicilia, Comune di Genova, Provincia di Genova; Ministero della Salute; Comune di Ragusa. Altri.



Redazione1
28.07.2006 09:20
Energia, gli Usa fan la parte del leone ghotto

Energia per la pace ovvero Sviluppo della Qualità non della Quantità

Gli Usa con il 5% della popolazione mondiale bruciano ogni giorno che il buon dio manda in terra il 25% dell’energia totale, in questi scarni dati sta la contraddizione che attanaglia prezzo del petrolio e produce il brodo di coltura del terrorismo.

Lo squilibrio fra consumo interno e produzione diventa sempre più acuto con l’avvicinarsi del picco di produzione mondiale e l’inizio della fase della riduzione delle riserve.

A seconda degli umori e delle diverse impostazioni metodologiche sia la Usgs (U.S. Geological Survey) sia la Eia (Energy Information Agency) oscillano nel collocare il picco tra il 2025 e il 2035.

Secondo Butler dell’Agenzia i giacimenti scoperti al largo dell’Africa Occidentale sommati a quelli dell’America Meridionale possono spostare ottimisticamente di qualche anno il picco, “forse non sarà l’Arabia Saudita ma certo è abbastanza per rimandare il picco della produzione mondiale al 2035”. Avete capito bene al 2035, detto da un forsennato ottimista dell’Agenzia americana dell’energia, mentre altri suoi colleghi lo spostano al 2030 o prima. Siamo nella migliore delle ipotesi a trent’anni dal collasso del sistema basato su petrolio/auto e assolutamente questo non è nell’agenda politica come il “problema”.

Bersani fa il liberista con taxisti e farmacisti non con il monopolio dei petrolieri mentre le riserve mondiali di petrolio non ancora scoperte sono contabilizzate in 900 miliardi di barili e quelle accertate arrivano a 1700 miliardi. Siamo a 2600 miliardi di barili di riserva con un consumo attestato su 75 milioni di barili al giorno oggi, ma con un trend di crescita molto forte, infatti, sono previsti 140 milioni di barili al giorno nel 2020. Di fronte a questo baratro annunciato i vari Bersani si applicano alla concorrenza minuta, non certo a quella impossibile del petrolio per questo sono semplicemente inadeguati come “liberisti”. Non sono politici, nel senso che non prevedono il contesto futuro e le necessarie strategie per affrontarlo, semplicemente fanno altro o nulla.

Di fronte a questo baratro annunciato non solo si pone il tema strategico della modificazione del nostro sistema energetico e soprattutto del nostro sistema di trasposto ma si delinea uno scenario di acutizzazione sociale e militare per i prossimi immediati anni.

Infatti, sia l’Opec ovvero Kuwait, Emirati Arabi, Iran, Iraq, Venezuela e Arabia Saudita sia i non Opec giocano al rialzo o meno dei propri fondi e delle riserve a seconda dei prezzi e delle opportunità politiche. Qualche tempo fa l’Arabia Saudita dichiarò dalla sera alla mattina che le proprie riserve erano passate da 167 miliardi di barili a 257 miliardi di barili.

Come sottolinea Campbell, un geologo dell’Amoco, c’è un decreto dell’Opec che stabilisce le quote da esportare per ogni paese in base alla dimensione delle riserve, per cui è evidente il gioco al rialzo dell’Arabia.

Chi può credere alle presunte autodichiarazioni di parte in causa come l’Arabia Saudita?

Ma c’è di più. Il gioco al massacro fra i vari produttori è iniziato da anni, da quando gli Usa, per esempio, consumano 23 milioni al giorno di buon petrolio e ne producono solo 17. Da lì inizia la strategia di svuotamento delle riserve degli altri per mettere contro il muro l’avversario e ucciderlo quando lui sarà esaurito e gli Usa potranno ancora avere petrolio.

Strategia miope e delirante, che è quella attualmente perseguita dal Bush-pensiero e dalla sua banda di “petrolieri”.

Siamo nella fase finale del modello “petrolio-auto” e i padroni del petrolio si arroccano e comandano direttamente e militarmente il mondo.

È evidente che questa strategia richiede la militarizzazione del territorio perché gli altri non sono così contenti di vedersi svuotare le riserve mentre sta finendo il prezioso liquido e su questo si costruisce la sopravvivenza umana.

Qui sta il nodo, qui sta la matrice della guerra.

A questo si aggiunge la crescita a ritmo folle di Cina ed India che diventano voraci divoratori di energie acutizzando prezzi e tensioni geopolitiche per il controllo delle riserve e delle rotte dell’energia nel mondo.

Di fronte a questa violenta spirale il processo di pace si apre con una nuova strategia non di sviluppo ma di “cooperazione” per la decrescita anzi attraverso la cooperazione e la critica al modello di sviluppo su cui siamo seduti.

A questo bisogna rispondere, disinnescando il timer del picco del petrolio semplicemente spostando fu un altro modello il rapporto energia-vita.

Per questo che da qualche parte del mondo magari proprio nei cosiddetti paesi in via di sviluppo deve iniziare una radicale innovazione basata sull’energie rinnovabili come mappa per ridisegnare sia il rapporto trasporto energia sia il rapporto energia-sistema urbano.

Il programma della sinistra deve avere al centro questo elemento questo linea guida sia per affrontare seriamente la questione della pace sia per impostare rigorosamente una politica che sia Politica, che affronti cioè i nodi della nostra sopravvivenza, aprendo un nuovo modello di cooperazione con i paesi in “via di sviluppo” evitando anche a loro il nostro percorso ed utilizzando la loro domanda di “sviluppo” per ribaltare il nostro.

Si tratta in altre parole di impostare la domanda di “sviluppo” come economia di scala ribaltata per aprire una nuova fase dove apprendere insieme ad innovare e modificare sistema energetico e domanda collettiva, sistema energetico e bilancio della qualità ambientale.


La crisi del modello oilo-petrolio apre una nuova fase del processo di cooperazione Nord-Sud in quanto quest’ultimo diventa l’economia di scala della possibile riconversione alle energie rinnovabile in quanto meno soggetto del Nord del mondo a quanto modello, in questa dinamica si scombina il gioco e la geopolitica del mondo ritrovando la strada per uno SVILUPPO della qualità piuttosto che della quantità.

Oscar Marchisio 26-07-2006

Welfare Italia
28.07.2006 09:20

Redazione1
28.07.2006 09:23
Concorso in SMS

UBU SETTETE
periodico autogestito
di critica e cultura teatrale
indice il
Primo Concorso di Drammaturgia SMS

1. È indetta la prima edizione del Concorso di Drammaturgia in SMS “Ubu Settete”

2. L'opera, in lingua italiana o in vernacolo, potrà avere uno o più autori, di qualsiasi età e nazionalità.

3. I testi dovranno avere una lunghezza non superiore ai 160 caratteri complessivi, pena l'esclusione.

4. Il testo dovrà essere inviato, utilizzando un solo SMS, al numero 338.8541737.

5. I migliori lavori saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista Ubu Settete e verranno presentati al pubblico durante la rassegna Ubu Settete 2006.

6. L’autore del testo ritenuto insindacabilmente migliore vincerà un abbonamento vita natural durante all’edizione cartacea di Ubu Settete.

7. Il bando scade il 31 agosto 2006

Redazione1
29.07.2006 14:40
Chi ha parura del Socialisomo?

Chi ha paura del socialismo?
di Mimmo Lucá
Il Dibattito sul partito democratico sembra giunto ad una svolta positiva.
Ma serve molto coraggio se davvero si vuole che il nuovo soggetto politico
diventi realtà. Il Paese ne ha urgente bisogno e gli elettori ce lo chiedono
da tempo. Solo le nostre resistenze e le nostre paure possono impedire la
sua nascita. Voglio dirlo in particolare agli amici della Margherita, che
in questi giorni hanno riproposto con forza le ragioni della tradizione dei
cattolici democratici in opposizione a quelle del socialismo europeo.
L'unità è necessaria e richiede coraggio. Ma una tradizione politica riformista,
per quanto nobile e qualificata essa sia, si rivela vitale solo se sa declinare
al futuro il suo servizio al Paese. Vale anche per il cattolicesimo democratico.
Basta guardare alla sua storia. Quali che siano i singoli filoni cui ci richiamiamo,
c'è un unico insegnamento che ci viene dai maestri che ci hanno preceduto:
Grandi, Sturzo, De Gasperi, Dossetti, Moro, Gorrieri... sono stati tutti
cristiani adulti nella fede e politici laici capaci di compiere scelte forti,
orientate al futuro; scelte coraggiose che li hanno spesso esposti ad incomprensioni
ed emarginazioni da parte della stessa Chiesa.
Confesso che non mi appare particolarmente coraggioso l'atteggiamento che
porta a dire «non vogliamo morire socialisti». E vorrei dire ad amici come
Castagnetti, Bindi, Fioroni, che hanno adoperato spesso questa espressione,
non vi sembra che in questa espressione ci sia ancora troppo di vecchie dispute
e vecchi rancori? Le correnti del cattolicesimo politico italiano non hanno
forse scelto a suo tempo la strada del «centro che marcia a sinistra»? E
su quella strada non hanno incontrato prima i socialisti e più tardi gli
stessi comunisti? Da dove nasce dunque questa avversione per il socialismo?

Il socialismo democratico europeo è una tradizione nobile e plurale, non
un monolite ideologico. E non ha dovuto fare revisioni traumatiche dopo il
1989. È in ricerca, certo, e ancor più deve esserlo se vuole stare all'altezza
delle sfide che questo tempo impone alla politica. Ma questo è vero per tutte
le tradizioni politiche.
Il socialismo in Europa non è un'identità chiusa, non è una «religione laica»
con dogmi e custodi di un'ortodossia ottocentesca. È sinonimo anche di liberaldemocrazia
progressista o di cristianesimo progressista.
Se condividiamo il nuovo cammino, i passaggi intermedi per sensibilizzare
i già socialisti a nuove aperture e i non socialisti a un lavoro con l'insieme
del Pse li troveremo. Dobbiamo sommare i riferimenti per fare un centrosinistra
europeo più ampio, non tagliare ponti. D'altra parte, io credo che la costituzione
in Italia di una nuova formazione unitaria, spingerà anche in Europa verso
l'unità dei democratici e dei riformisti.
È tempo, dunque, di uscire da un confronto che si limita a registrare le
differenze, avendo laicamente presente che abitare nello stesso partito non
vuol affatto dire pensarla tutti allo stesso modo su tutto. Quel che certamente
serve è raggiungere i necessari livelli di convergenza su un pensiero strategico
e su orientamenti programmatici che consentano al nuovo partito di stare
in campo e di fare la sua politica.
Vale anche sui temi eticamente sensibili: se da un parte e dall'altra si
incontrano «cattolici laici» e «laici laici», fuori da opposti ideologismi
e integralismi, un ragionevole punto di incontro è possibile. Viviamo del
resto in un'epoca dove il pluralismo delle identità e delle culture è sempre
più esasperato. E sempre più spesso si tratta di identità a corto raggio.
Nessun grande soggetto politico può oggi immaginarsi unito attorno ad una
cultura monolitica e prescrittiva. Un partito che voglia raccogliere i consensi
di almeno un terzo degli elettori può essere concepito oggi solo come un
partito plurale nel quale convivono più identità e più culture.
Prendiamo il caso che ci interessa più da vicino: la questione del cattolicesimo
democratico. Una storia che ha la sua grandezza. Cos'è, oggi, nell'Ulivo,
il cattolicesimo democratico? Cosa potrà essere, più in generale, nell'era
che vede allontanarsi la prospettiva dei partiti di cattolici a forte ispirazione
cristiana? Non sembra anche a Castagnetti che il partito dell'Ulivo può,
deve essere l'occasione per mettere in dialogo e in collaborazione (quanto
meno!) le diverse esperienze associative - e sono davvero tante - che a quel
cattolicesimo si richiamano ed abitano nell'Ulivo?
Il nuovo partito non ci condanna alla diaspora. Ci dà anzi l'opportunità
di nuove convergenze da far valere dentro il soggetto unitario.
La tradizione da cui veniamo entrambi, del resto, ci chiede di continuare
ad operare per superare l'anomalia della democrazia italiana; per condurla
verso una democrazia compiuta, ben sapendo che il problema principale, come
ripete spesso Romano Prodi, è proprio quello di superare antichi steccati..

Quando parla della necessità di non fare forzature, Castagnetti si riferisce
alla vecchia deriva del sospetto cattolico verso la sinistra e all'influenza
che sul suo persistere hanno le attuali posizioni della nostra gerarchia
ecclesiastica. In realtà il cattolicesimo democratico oggi non si salva restando
chiusi nei nostri recinti, magari aggiornati nei nomi ma ancora troppo condizionati
da vecchie derive. Lo si salva rigenerandolo. E lo si rigenera cominciando
con l'unire ciò che gli attuali partiti tengono diviso in ragione di vecchie
vicende oramai archiviate: cattolici liberali, popolari, sociali, e poi di
matrice democristiana, cattosocialista, cattocomunista.
Sì, caro Castagnetti, questo partito s'ha da fare. E non lo dico soltanto
per un'antica passione; lo dico per una razionale e attuale valutazione politica.
Trovo cento ragioni, e tutte mi parlano del futuro da costruire. Dalla messa
in campo, in tempi ravvicinati, del nuovo soggetto dipendono molte cose:
la durata del governo, la sua capacità di stare all'altezza delle emergenze
e delle sfide, quindi, in definitiva le possibilità a medio termine di far
uscire davvero il Paese dalla sua crisi.
È tempo di ritrovare, tutti noi, il gusto di un'impresa politica che sia,
al tempo stesso, di alto profilo e in grado di dare risposte concrete e adeguate
alle insicurezze e ai desideri di libertà che segnano i vissuti attuali degli
italiani.
Non si tratta solo di cosa si propone ma di come lo si fa. Autenticità, fedeltà,
coerenza, coraggio: sono queste le qualità di cui anche la politica ha oggi
bisogno.
Questo non è il tempo per custodire gelosamente la propria identità. È il
tempo di chiedersi come metterla ancora e sempre a servizio del bene comune..
Questo esige l'etica della responsabilità di cui parlava un cristiano come
Max Weber.
La laicità democratica definisce lo spazio pubblico entro il quale tutte
le persone, credenti, non credenti e diversamente credenti confrontano liberamente
e responsabilmente le loro opinioni, affermano le loro identità, promuovono
i loro stili di vita. Ma definisce anche una responsabilità, in quanto cittadini
di una nazione e partecipi delle sue affiliazioni e alleanze internazionali..
La responsabilità di cercare il massimo di coesione sociale e politica che
consenta di governare il Paese perseguendo il bene di ciascuno e di tutti.
Fonte: rassegna stampa di Articolo 21

*******************************
Angelo Cifatte
Ufficio Tel. 010 5573779
Casa Tel. 010 5701274
Cell. 333 4891234

Welfare Italia
29.07.2006 14:40

Redazione1
30.07.2006 20:55
Giornata storica oggi in Congo

OSSERVATORI DELLA SOCIETA' CIVILE ITALIANA ALLE ELEZIONI NELLA R.D. DEL CONGO:

"SVOLGIMENTO ESEMPLARE DELLE ELEZIONI NELL'EST DEL PAESE ED AFFLUENZA ALTISSIMA"

Bukavu, 30 luglio 2007

Giornata storica, oggi, per la Repubblica Democratica del Congo. Per la prima volta dopo 46 anni il Paese si reca alle urne per eleggere presidente e parlamento con elezioni libere e multipartitiche.

Qui nell’est del Congo, tutto si sta svolgendo in maniera esemplare. Dalle 6 di questa mattina i centres de vote sono aperti, ma già dalle quattro qualcuno si è messo in fila per votare. Le attese sono state lunghe e ordinate, davanti a ogni bureau de vote. All’interno, si è seguita diligentemente la complicata procedura, che la gente quasi sempre ha dimostrato di conoscere bene: prima l’identificazione e la verifica che il votante sia effettivamente registrato e non abbia già votato (l’inchiostro indelebile viola marca il pollice sinistro di chi ha già esercitato il suo diritto), poi si riceve la prima scheda, quella per scegliere il Presidente della Repubblica fra trentatrè candidati. Riposta la scheda nella prima urna, se ne riceve una seconda, ben più grande, su cui scegliere il proprio candidato al parlamento. Si vota e si depone la seconda scheda in un’altra urna. Assistono al voto i rappresentanti di partito e gli osservatori nazionali e internazionali. Di tanto in tanto, nella cabina (un parallelepipedo di cartone preformato, di due metri per sessanta cm) entrano in due. Nulla di strano, la legge lo prevede: è la procedura per il voto degli analfabeti, che possono avvalersi del supporto di una persona da loro scelta.

A mezzogiorno, nei centres de vote di Bukavu, un rapido calcolo diceva che avevano già votato circa la metà degli aventi diritto. L’affluenza è stata altissima, in questa regione del Congo, la più martoriata dalla guerra. Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato e per le strade la gente mostra orgogliosa ed esultante il pollice marcato di viola.

Anche dai villaggi delle province del Nord e Sud Kivu le notizie sono incoraggianti: gli osservatori italiani che stanno monitorando il voto segnalano la grande partecipazione e la regolarità e calma che stanno caratterizzando il voto. Qualche piccola irregolarità procedurale qua e là è l’unica segnalazione ricevuta, ma se si pensa che il Paese organizza per la prima volta delle elezioni e che la gente non ha mai votato, i risultati sono strabilianti.

Alle 17, ora prevista per la chiusura, quasi tutti i seggi da cui abbiamo notizie hanno terminato e si apprestano allo spoglio. Si temeva che potessero ripetersi le lunghe code che si erano verificate lo scorso 18 dicembre, per il referendum costituzionale, quando l’altissimo afflusso e la scarsa organizzazione dell’evento avevano costretto all’ultimo minuto a prolungare di un giorno il voto. Ora invece, almeno qui nel Kivu, la meticolosa preparazione ha dato i suoi frutti e i seggi hanno chiuso all’ora prevista.

Qualunque sarà il risultato che uscirà dalle urne, l’importante era giungere al traguardo delle elezioni: una svolta storica per il Paese, una meta che la gente vive come la realizzazione di un sogno. Rimandate più volte nei mesi scorsi, nonostante i tentativi di boicottaggio di alcuni politici e le aspre critiche delle ultime settimane, alla fine il giorno del voto è arrivato e il sorprendente senso civico della popolazione ha permesso che tutto si svolgesse senza problemi.
Giusy Baioni

(Ufficio stampa - Mariagrazia Bonollo - 348 2202662)



Welfare Italia
30.07.2006 20:55

Redazione1
30.07.2006 20:56
Il nuovo oppio dei popoli

IL NUOVO “OPPIO DEI POPOLI”
“La religione è l’oppio dei popoli”, asseriva Karl Marx; “la religione è l’acquavite dello spirito”, incalzava un certo Lenin… E oggi?
Oggi la religione esprime un significato marginale e secondario, almeno per le masse che vivono nelle società secolarizzate dell’occidente, fatta eccezione per alcune esigue minoranze.

Nonostante l’offensiva scagliata dai teocons, malgrado il vento di restaurazione teologica e politico-ideologica che soffia dagli Stati Uniti di Bush e che ha trovato nel pontefice tedesco e nel cardinale Ruini i due massimi rappresentanti all’interno delle gerarchie vaticane, nonostante ciò la religione (nella fattispecie quella cattolica apostolica romana) è destinata a diventare un punto di riferimento sempre più blando ed esteriore, almeno rispetto al passato. Oggi la religione non rappresenta più “l’oppio dei popoli”, ma lo è solo per alcune ristrette frange integraliste, ultraconservatrici ed ultratradizionaliste presenti negli stati occidentali e per quei settori oltranzisti e fondamentalisti dei paesi islamici.

Ormai la religione non occupa più il posto centrale, non ha più l’importanza ossessiva e dominante che ricopriva nell’esistenza degli uomini delle epoche trascorse, anche in Europa. Oggi quel valore prioritario, pervasivo, onnipresente che la religione esprimeva in passato, sembra essere assunto dal calcio, che è appunto il vero “surrogato” della religione, è il nuovo “oppio dei popoli”. Se qualcuno nutrisse qualche dubbio in merito, credo che le recenti manifestazioni di follia collettiva a cui abbiamo assistito durante i campionati mondiali disputatisi in Germania e soprattutto dopo la finale vinta dagli “azzurri”, abbiano rimosso e sgombrato il campo (non di calcio) da qualsiasi dubbio e perplessità.

Allo stesso modo in cui in passato le divinità religiose simboleggiavano i valori supremi dell’esistenza umana, oggi il calcio costituisce un totem assolutamente sacro ed inviolabile per vaste moltitudini di persone, evidentemente espropriate di autentici valori umani, estetici e spirituali. Il calcio è diventato il culto pagano per antonomasia della nostra epoca senza più culti, senza più divinità, senza più idoli, senza più riferimenti culturali o principi etico-morali, senza più passioni spirituali, artistiche o politiche che siano in grado di accendere ed impreziosire la vita terrena degli individui, strozzati da una brutale alienazione socio-economica. In tal senso il calcio è diventato una vera e propria valvola di sfogo, una via di scampo e di evasione dal soffocante grigiore del vivere quotidiano. Esso è una sorta di acquavite spirituale in cui le masse annegano le angosce e le inquietudini, le frustrazioni e i dolori che le affliggono, così come un tempo si faceva ricorso alla religione.

I calciatori sono dunque i nuovi eroi, i moderni gladiatori, i miti incarnati del nostro tempo, le divinità terrene oggetto di un culto pagano secolarizzato, sono la vera metafora dei guerrieri e dei cavalieri medievali: belli, onesti, forti e coraggiosi, temuti e rispettati, ricchi e potenti, senza macchia e senza paura. Ma, per l’appunto, si tratta di una mitologia estetizzante e falsa.

Infatti, come in passato (e ancor oggi) si combattevano (e si combattono) sanguinose guerre di religione, così oggi si combattono negli stadi di calcio veri e propri conflitti bellici sublimati, a tal punto che il calcio viene definito, a ragione, come una “metafora della guerra”. Non a caso il gergo calcistico, il lessico abitualmente usato dai telecronisti specializzati, dagli addetti ai lavori e dai semplici e comuni tifosi di calcio, rievocano e scimmiottano lo stile tipico del vocabolario guerresco. Volete alcuni esempi? Eccoli: si dice “cannonata” per indicare un forte tiro in porta; “bomba” con analogo significato; “bomber” per definire un forte attaccante; “attacco” e “difesa”, eccetera eccetera. Credo che gli esempi menzionati bastino allo scopo.

Non è un caso, infine, che la retorica usata dopo il “trionfo berlinese” per celebrare l’apoteosi nazional-popolare del Circo Massimo, sia da parte della carta stampata e dei vari mass-media, sia da parte dei numerosi politici nostrani che ne hanno approfittato per mettersi in mostra e speculare sull’evento (non più solo e semplicemente di natura sportiva), è una retorica di chiaro stampo sciovinista, militarista e populista.



L’orgia nazionalista e il nuovo regime



E’ stata davvero impressionante l’orgia nazionalista che ha invaso la nazione in seguito al trionfo calcistico in Germania, che non ha precedenti o eguali in altri casi del genere.

Penso, ad esempio, al vittorioso mondiale spagnolo del 1982, che vide in Pertini e Spadolini i protagonisti istituzionali della campagna di strumentalizzazione orchestrata in quell’occasione.

Penso alla propaganda strumentale attuata dal regime mussoliniano dopo le vittorie della nazionale di Pozzo ai campionati del mondo del 1934, in Italia, alle Olimpiadi di Berlino, nel 1936, e ai mondiali del 1938, in Francia. Si trattò di “trionfi sportivi” che tornarono utili alla retorica sciovinista, militaristica ed imperialistica impiegata dal regime fascista. Il quale, non a caso, in quegli anni era impegnato in alcune campagne militari e coloniali, e nel 1940 si adoperò per giustificare ed esaltare l’intervento (rovinoso) nella seconda guerra mondiale.

Penso ad esempi storici che hanno riguardato anche le altre nazioni.

Rammento la campagna di propaganda nazionalistica organizzata in Germania dopo la vittoria ai campionati del mondo disputati in Italia, nel 1990: si trattò di manifestazioni e celebrazioni che per dimensioni ed effetti mediatici superarono addirittura l’opera di esaltazione della riunificazione tedesca avvenuta dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989.

Ebbene, tutti i precedenti menzionati impallidiscono di fronte all’imponente campagna di strumentalizzazione messa in atto dall’attuale governo di centro-sinistra, sfruttando in maniera cinica ed opportunistica l’eccezionale ondata di euforia e di festa popolare. In tale circostanza i protagonisti e gli artefici istituzionali sono stati Giorgio Napolitano, Romano Prodi e il ministro dello sport Giovanna Melandri, che hanno goduto del concorso dell’intera stampa di regime, compresa Liberazione. Francamente, mi ha molto inquietato e disgustato vedere come la sinistra al potere, inclusa Rifondazione, si sia rivelata più nazionalista dei nazionalisti, più populista di Berlusconi, più sciovinista dei fascisti, insomma più realista del re!

La rinnovata vocazione ed inclinazione nazionalista, sciovinista e militarista dell’Italia non risulta una novità, anzi. La storia degli ultimi 25 anni lo dimostra ampiamente.

Tuttavia, mentre nel 1982 il neoimperialismo italiano si presentava ad uno stadio ancora embrionale, oggi è pervenuto alla sua maturità ed è pronto a nuove imprese espansionistiche e neocolonialistiche. Si legga in questa ottica la questione del voto parlamentare per il rinnovo dei finanziamenti alla spedizione militare in Afghanistan che sta lacerando i partiti della sinistra radicale e il movimento pacifista, nonché il sostegno ad un’ipotesi interventistica in Libano, seppure sotto l’egida delle Nazioni Unite. Basti pensare che l’Italia, dopo gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, risulta essere storicamente lo stato con più presenze militari nel mondo.



Il potere economico del calcio



Per quanto mi riguarda, non sono in discussione il successo e il titolo di campione del mondo dell’Italia calcistica. I valori squisitamente tecnici, atletici ed agonistici della nazionale di Lippi sono evidenti e incontestabili, ed io non intendo metterli in dubbio come, invece, qualcuno ha tentato di fare, sia in Italia che all’estero. Tanto meno voglio criticare o disprezzare il moto spontaneo di gioia e di festa del popolo italiano dopo il successo della nazionale.

Per me è in discussione ben altro, a cominciare da un elemento che mi pare alquanto oggettivo e inoppugnabile, ossia che il calcio è da diverso tempo un fenomeno non più solo e semplicemente sportivo, ma rappresenta qualcosa di più complesso, un valore sommo, sacro ed inviolabile. Il calcio, non solo in Italia ma nel resto del mondo, è ormai diventato una grande, ricca e imponente industria, dominata dalla dittatura di sponsor economici di dimensioni multinazionali e da alcune potenti società per azioni quotate in borsa.

Nel nostro paese il calcio appare tra le prime tre o quattro voci più rilevanti e determinanti dell’economia nazionale, ed è così anche in altre nazioni del mondo.

Il potere economico-finanziario del calcio ha ormai assunto dimensioni colossali e smisurate non solo in Italia ma su scala planetaria. In particolare in Italia esso è diventato un incontrollato e incontrollabile fenomeno di corruzione economico-affaristica e politica, come si evince chiaramente dallo scandalo di “calciopoli” e, ancor più, dall’inversione di rotta dei mass-media e della magistratura sportiva, che ha mitigato le pene previste dalle sentenze al fine di arginare e ridurre i rischi di un tracollo finanziario delle società sportive quotate in borsa.

Sempre a proposito dell’importanza economica del calcio, riporto un altro dato significativo.

Secondo autorevoli esperti internazionali di economia, la vittoria della nazionale italiana di calcio dovrebbe favorire e generare un incremento, in termini percentuali, di almeno lo 0,7% del P.I.L., cioè della ricchezza economica complessivamente prodotta dai lavoratori del nostro Paese. Tradotta direttamente in soldi, tale crescita ammonterebbe ad almeno 7 miliardi di euro, vale a dire la stessa cifra che il governo Prodi prevede di incassare attraverso la manovrina finanziaria varata dal ministro dell’economia Padoa-Schioppa.

Allora, mi domando, perché non ci risparmiano i duri effetti di tale provvedimento governativo?

Si afferma che il “trionfo berlinese” procurerà una vera iniezione di fiducia e di ottimismo in tutta la nazione e verso il nostro Paese, incentivando i flussi turistici, le esportazioni dei prodotti made in Italy, ecc., ma a me pare che questa sia stata soprattutto una mega-iniezione di morfina o di eroina spirituale, una colossale “pera” metaforica in grado di stordire e narcotizzare la coscienza collettiva di un’intera nazione.



Tutto, tranne uno sport



Si può dunque ribadire, senza tema d’essere smentiti, che il calcio è tutto tranne uno sport, è il nuovo oppio delle masse, capace di suscitare una sbornia nazional-popolare di dimensioni mai viste prima, scatenando effetti isterici ed irrazionali che rasentano, se non trascendono addirittura, la soglia del peggior fanatismo e la più morbosa manifestazione di follia collettiva.

Ovviamente, quando le cose vanno bene le conseguenze sono di euforia e tripudio popolari, di festa nazionale e di delirio contagioso, come abbiamo avuto modo di assistere in tutte le piazze italiane dopo la vittoria della nazionale di calcio ai mondiali tedeschi.

Eppure, cose del genere sono già accadute in Italia, e non solo relativamente al calcio.

Ad esempio, nel 1948 una storica vittoria di Gino Bartali al Tour de France, riuscì ad evitare il rischio di un’insurrezione armata di massa in seguito all’attentato commesso contro il leader del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti: alla pulsione insurrezionale subentrò il desiderio di festeggiare lo straordinario successo internazionale di un nostro compatriota, un immenso campione del ciclismo e dello sport italiano.

Tuttavia, la passione ossessiva e totalizzante, l’irrazionalità quasi patologica, il morboso feticismo che appartengono al tifo calcistico, trovano riscontri solo nel cieco fanatismo religioso e nell’atteggiamento oltranzista e fondamentalista del mistico più acceso che non ama che siano messi in dubbio la propria fede e i propri principi confessionali. Diversamente dal tifoso di altri sport, il tifoso di calcio è generalmente irrazionale e vulnerabile, aggressivo, nevrotico e violento, euforico e delirante, alla stregua di chi professa con veemenza un credo religioso.

Tale fenomeno non è soltanto italiano, ma di proporzioni gigantesche e planetarie.

Ad esempio, nel 1950 in Brasile, dopo la finale persa contro l’Uruguay di Schiaffino, si registrarono numerosi suicidi e casi di depressione. Cito questo dato assai estremo per evidenziare in modo emblematico i comportamenti di isteria e patologia collettiva che sono connessi al calcio, non solo in Italia o in Brasile ma nel mondo intero.

E’ un’enorme ingenuità pensare che il calcio sia soltanto uno sport. Se così fosse, non assisteremmo alle esasperazioni morbose, alle forme di isterismo e teppismo collettivo, alle violenze di massa cui ormai siamo assuefatti e che nulla hanno a che spartire con lo sport, mentre appartengono ad un fenomeno alienante e ad un business di portata mondiale.

Il calcio appassiona, travolge, emoziona, coinvolge, trascina e mobilita vaste moltitudini popolari come, anzi più delle religioni e delle guerre medesime. Basti pensare che la finale del campionato mondiale di calcio è stata seguita in televisione anche nei territori arabo-palestinesi che sono teatro di un vero e proprio massacro completamente ignorato e dimenticato dai mass-media e dall’opinione pubblica internazionale.

A proposito, durante lo svolgimento del mondiale tedesco mi chiedevo che fine avesse fatto il movimento pacifista… Invece di scendere in piazza per protestare contro i crimini israeliani, esso si mescolava e partecipava ai festeggiamenti popolari per il “trionfo azzurro”, assistendo con colpevole inerzia e senso d’impotenza a quanto accadeva (ed accade) in Medio Oriente.



Lucio Garofalo


Redazione1
7.08.2006 21:19
Feltre, il restauro del Teatro storico di A.P. Zugni-Tauro

IN ATTESA DEL LA CONCLUSIONE DEI LAVORI DI RESTAURO DEL TEATRO STORICO DI FELTRE di Anna Paola Zugni Tauro.
Risalendo dalla pianura veneta la valle del Piave accade di veder stringere gli ampi meandri del fiume dalle pendici montuose che sbarrano l’accesso alla Val Belluna, di cui Feltre è il primo avamposto. Città particolare, segnata da una storia tradizionalmente nordica fino al 1404 e poi, da quell’anno di dedizione alla Serenissima, legata alle istituzioni e tradizioni della Repubblica Veneta. Ogni anno i Feltrini rievocano sfarzosamente nella prima domenica di agosto il Palio e la cerimonia di quel lontano secolo XV° che modificò profondamente la loro storia. Proprio per fedeltà a Venezia Feltre subì devastazione, saccheggio e massacro nel 1510, all’epoca della guerra cambrica, e fu ricostruita “ex cineribus” con l’aiuto economico, politico e culturale di Venezia. Così la cittadella, arrampicata sul Colle delle Capre e cinta da mura, conservò l’impianto urbanistico medievale, ma fu arricchita di nobili palazzi, di belle case e giardini nel ’500 e nei secoli successivi.
L’edificio più grandioso nella ricostruzione dell’eroica Feltre fu il Palazzo Nuovo o Palazzo della Ragione, concepito da Andrea Palladio, iniziato sotto il reggimento di Jacopo Gabriel probabilmente nel 1548 e completato nella Loggia dieci anni dopo sotto il rettore Lorenzo Donato.
Si è anche pensato di riconoscere in un progetto di Loggia del Palladio (R.I.B.A. XII, 10 ottobre 1548) l’elaborazione di un’idea per il palazzo feltrino ( A.Foscari, 1980), L’edificio conteneva il “ fontico di biave a benefitio della povertà” ( F. da Mosto 1611), la Loggia, stanze di uso pubblico al piano terreno. Al piano superiore nel 1583, sotto il Podestà Andrea Gabriel figlio di Jacopo, fu quasi ultimato un grandioso “ salone “ destinato ad accogliere nelle rare sedute annuali i 70 componenti del Maggior Consiglio; esso fu compiuto soltanto nel 1610. Il Palazzo Nuovo sorge accanto al palazzo dei Veneti Rettori che contiene la superba “ Sala degli Stemmi” con le armi delle famiglie patrizie veneziane che ressero la città, con il leone di San Marco, con lo stemma di Feltre raffigurante il Castello col motto “ nec spe nec metu”, con le immagini dei Santi Patroni Vittore e Corona; il soffitto è decorato con le travature “ alla sansovina” e da due preziosi lampadari di Murano. Invece il “ Salone” del palazzo Nuovo non fu mai adoperato per il Maggior Consiglio, probabilmente a causa dei rigori invernali: “ hanno un bello et gran salone nella città fabbricato con molte spese et lungo tempo, il quale, sebbene destinato a riduzione del Consiglio che non veniva in questo adoperato, ma vi tenevano di continuo una Senna ( scena) per recitar commedie in Carnevale… ( Alojsio de Chà Pesaro, 1621). Il salone fu anche ornato da una ricchissima armeria, purtroppo interamente perduta, che doveva testimoniare la storia guerresca di Feltre e la sua tradizione, con Belluno e Serravalle, di fabbricatrice di armi ricavate dal ferro delle miniere agordine e cadorine.
Nel 1684 furono costruiti nel “ Salone” due ordini di palchi e nel 1741 ne fu aggiunto un terzo. Il 26 luglio 1769, durante la recita delle “ Donne de casa soa” di Carlo Goldoni il “Teatro della Senna” fu colpito da un fulmine che causò cinque morti, lesioni a molti spettatori e gravi danni al fabbricato.
Da allora il Teatro funzionò ben poco e nel 1810 fu adibita a sala teatrale l’aristocratica Chiesa di Santo Stefano ( poi demolita nell’Ottocento), passata al demanio e quindi al signor Tomaso Zerman. Il cosiddetto “ Teatro di Zerman” avrebbe contenuto 28 palchetti e 400 persone.
Il 15 giugno del 1802, sotto la dominazione austriaca, il celebre architetto veneziano Giannantonio Selva ( 1751-1819), progettista del Teatro “ La Fenice” di Venezia, scrive una lettera, tuttora conservata nel Museo Civico di Feltre, nella quale accetta l’incarico di ristrutturare il “ Teatro Sociale” e dà precise disposizioni per l’esecuzione del progetto. Al lavoro contribuirono Giovanni Curtolo di Domenico, detto Bissa, di Feltre e l’architetto Antonio De Boni di Villabruna. Nel 1810 i lavori dovevano essere compiuti. Se si pensa che il Teatro “ La Fenice” di Venezia ( disegni 1788-89, costruzione 1790-92) prima dell’ultimo incendio si presentava alterato rispetto al progetto del Selva in seguito al rifacimento successivo al primo incendio del 1836, che il Teatro Verdi di Trieste ( 1801 ) fu eseguito con grandi modificazioni, che il Teatro di Adria (1811) non fu realizzato e che di un altro grande teatro rimangono solo i disegni progettuali, si capisce come il Teatro di Feltre rivesta un eccezionale interesse nel curriculum del famoso architetto. Nel 1843 il Feltrini invitarono il veneziano Tranquillo Orsi, noto professore di prospettiva, a decorare il Teatro ; egli ornò con raffinati motivi il soffitto, i palchi e con una scena arcadica l’ampio sipario. L’aereo soffitto assomiglia ad un grande “ velario” paragonabile a quello progettato dallo stesso Orsi per il Teatro di San Samuele a Venezia nel 1818, mentre la decorazione degli ordini dei palchetti a medaglione con ritratti di musicisti e di commediografi alternati a lire ricorda la seconda decorazione del Borsato, realizzata nel 1828 per il Teatro “ La Fenice”, distrutta dall’incendio del 1836; la terza fu eseguita nel 1837 proprio da Tranquillo Orsi, genero del Borsato.
A tanta importante storia architettonica e pittorica si aggiunge quella teatrale: Carlo Goldoni nel 1729 venne a Feltre quale coadiutore della Cancelleria. Nelle “ Memorie “ egli racconta che trovò felicemente a Feltre una compagnia di comici diretta dal famoso Pantalone Carlo Veronese ( ch’egli rivedrà trent’anni più tardi nel “Théatre Italien” a Parigi) Aggiunge che mise in scena nel 1730, con una compagnia di filodrammatici feltrini, due melodrammi di Metastasio ( Siroe e Didone) , ma che, non riuscendo nel genere tragico, volle personalmente comporre e recitare due “ intermezzi” in versi : “ Il buon vecchio” ( perduto) e “ La cantatrice” . Egli narra : “ due cose contribuirono alla mia intera soddisfazione in Feltre, la buona compagnia che ho sempre amato e desiderato ed un Teatro nel Palazzo medesimo del Podestà di cui mi servo per poter disporre…e questo é la prima volta che io esposi qualche cosa del mio nel Teatro e là principiai a gustare il piacere dell’applauso e del pubblico aggradimento” .
L’acustica del “ Teatro della Sena” è giustamente famosa e la sua perfezione è prodotta sia dalla curvatura, sia dai materiali usati, sia dalle calibrate proporzioni. Il palcoscenico è notevolmente ampio e si spera che queste qualità vengano garantite dal prossimo recupero funzionale. Lo stesso augurio per le parti della decorazione, dell’arredamento e dell’addobbo, dopo tanti errori già scontati nei decenni precedenti.
Oggi il Teatro di Feltre, dopo il successo di fastose stagioni teatrali durate fino al 1927, nelle quali ai melodrammi ottocenteschi seguirono le operette e la prosa ( penultimo spettacolo “ Se no i xe mati no li volemo” di Gino Rocca ) è muto. Si stanno eseguendo ancora restauri dopo anni di lavori condotti con alterne vicende e lunghe pause fin da quando nel lontano 1966 la locale Sezione di “ Italia Nostra” promosse la campagna di restauro.
I Feltrini di buona volontà, troppo spesso non assecondati da adeguate amministrazioni comunali, hanno compiuto ogni sforzo per salvare per se stessi e per la civiltà artistica, teatrale e musicale il loro Teatro ed ora attendono con ansia la fine dei lavori e quindi il momento capace di far risuonare, come uno strumento resuscitato, la loro magica e affascinante “ Fenice” delle Dolomiti.
Speriamo di non dover affrontare l’ennesima delusione!
Anna Paola Zugni-Tauro
Feltre, 10 luglio 2006.

Cenni Biografici

Anna Paola Zugni-Tauro, nata a Feltre, vive e lavora fra Feltre e Venezia, è critica della storia dell’Arte, docente f.r. di Storia dell’Arte alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano-Feltre. Ha pubblicato libri di pittura, scultura, architettura,iconografia,museografia,ambientalismno e collabora con numerose riviste d’arte, di viaggi e di antiquariato.Ha organizzato mostre, convegni, viaggi di studio in tutto il mondo. E’ membro di istituzioni culturali nazionali ed internazionali.

Welfare Italia
7.08.2006 21:19

Redazione1
10.08.2006 19:15
Per la Pace di D. D'Antonio

Percepisco quasi fossero mie le sofferenze di chiunque sta subendo la tragedia, e presento la mia massima solidarietà ad ogni manifestazione pacifica tesa ad interrompere la guerra.
Al contempo mi rammarico perché, a fronte di ricorrenti coinvolgimenti contro la guerra, tesi a risolvere di volta in volta una emergenza, non vi è traccia di prese di posizione in favore di quelle misure che sole possono permettere alla pace di attuarsi stabilmente.
Qualcuno si sta forse schierando in favore del razionamento dei carburanti ad uso di attività secondarie ma terribilmente energivore, come quella del traffico automobilistico privato o del turismo aereo e simili?
Qualcuno si sta forse schierando in favore di patti internazionali di autocontenimento economico, demografico e tecnologico, al fine di ottenere proprio quelle particolari condizioni che permettano di evitare di dover manifestare per la pace ogni cinque minuti?
Come si può pretendere che si stabilisca la pace senza limitare il nostro uso e fabbisogno di petrolio? Senza evitare di farne una risorsa che scarseggia?
Come si può pretendere che si stabilisca la pace sulla Terra se tutti i popoli, in attesa di sterminarsi con le armi, si stanno intanto annichilendo con una economia che ormai ha un senso ed una valenza puramente militari?
Come si può pretendere che si stabilisca la pace se i popoli non concordano rispettive quote demografiche al fine di mantenere le proprie forze e necessità in equilibrio tra loro?
Come si può pretendere che si stabilisca la pace se molti popoli vivono nei loro territori con densità demografiche altissime, al limite, e spesso oltrepassandolo, della sopportabilità, della decenza e dell'igiene, per vivere dovendo necessariamente depredare ed inquinare territori altrui?
E come si può pretendere che si stabilisca la pace se i popoli non decidono prima di evolvere tecnologicamente insieme, in maniera controllata, in modo che a nessuno venga in mente e gli si renda possibile di disintegrare tutti gli altri?
Ben venga ogni manifestazione pacifica finalizzata ad interrompere immediatamente questa guerra.
Aderisco incondizionatamente.
Ma non perdiamo tempo, ed appena essa si sarà placata dedichiamoci a concepire ed a raggiungere quei grandi obiettivi senza i quali ogni obiettivo minore o locale non avrà speranza di esser raggiunto.
Danilo D'Antonio

Welfare Italia
10.08.2006 19:15

Redazione1
10.08.2006 19:17
Brindisi, No al rigassificatore

Lettera Aperta
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
on.le prof. Romano PRODI
Al Ministro per le Attività Produttive
on.le dr.Pier Luigi BERSANI
Al Ministro dell’ Ambiente
on.le dr. Alfonso Pecoraro Scanio
Al Ministro delle Infrastrutture
on.le dr. Antonio Di Pietro
Al Presidente della Regione Puglia
on.le Nichi VENDOLA
Al Presidente della Provincia di Brindisi
dr. Michele ERRICO
Al Sindaco di Brindisi
on.le Domenico MENNITTI
e, p.c. Al Sig. Procuratore della Repubblica
Brindisi

RIGASSIFICATORE: APPREZZIAMO L’APERTURA DEL GOVERNO
MA CHIEDIAMO ATTENZIONE E RISOLUTEZZA
L’esito dell’incontro di carattere interlocutorio svoltosi presso il Ministero delle Attività Produttive il 3 agosto per l’esame della questione del rigassificatore a Brindisi ha confermato quanto andiamo da tempo sostenendo sulla esigenza dell’immediato ritiro del provvedimento autorizzativo dell’impianto. Sono emersi infatti tutti i presupposti e tutte le ragioni che impongono di addivenire a tale determinazione. C’è la violazione di legge costituita dalla mancata effettuazione di una appropriata “Valutazione d’Impatto Ambientale” richiesta per la massiccia invasività dell’opera dalla vigente normativa nazionale ed europea e ci sono anche le tante altre irregolarità procedurali denunciate dalle Amministrazioni locali subentrate, dopo le ultime elezioni amministrative, alla fallimentare politica delle gestioni precedenti naufragate tra scandali ed inchieste penali.

Si è dovuto prendere atto che c’è un vasto dissenso popolare testimoniato da numerose e massicce manifestazioni e che ci sono nette e concordi deliberazioni del Comune, della Provincia di Brindisi e della Regione Puglia. Ci sono anche i possibili risvolti di specifiche inchieste penali aperte sulla questione del rigassificatore dalla locale Procura della Repubblica con avvisi di garanzia, perquisizioni e sequestri. Ci sono inoltre fatti ed avvenimenti di netta discontinuità politica che comportano una indiscutibile discontinuità amministrativa, giuridicamente rilevante, che giustifica la rimozione del provvedimento autorizzativo per ragioni di legittimità (violazione della normativa in materia) e di merito (esigenze di opportunità, di convenienza o comunque legate ad una “nuova valutazione dell’interesse pubblico originario”).

Ci sono poi gli impegni pubblicamente assunti prima e durante la campagna elettorale per le elezioni politiche dai maggiori esponenti del centrosinistra fra i quali ricordiamo gli argomentati interventi anche televisivi dell’on.le Bertinotti, le dichiarazioni inequivocabili, per contenuto e categoricità, rese dall’on.le D’Alema in un incontro con le nostre associazioni e ribadite poi in un pubblico comizio e le assicurazioni dell’allora candidato premier prof. Prodi il quale, in un messaggio del 15 novembre del 2005 in risposta ad una nostra nota, così testualmente si esprimeva: «quando ci sono in gioco scelte importanti e a rilevante impatto territoriale, ritengo indispensabile tenere conto delle indicazioni e degli orientamenti delle comunità locali». E c’è infine un elemento di decisivo rilievo e cioè l’esito di un recente incontro tra il Ministro delle Attività Produttive ed il Presidente della Regione Puglia nel corso del quale, come è stato ampiamente pubblicato dalla stampa, l’on.le Bersani ha fatto proprie le ragioni esposte dall’on.le Vendola a sostegno del rifiuto dell’impianto nel porto di Brindisi.

Sollecitiamo allora ancora una volta un atto di riparazione e di giustizia da parte del Governo contro l’arroganza della LNG e dei suoi portavoce spesso nascosti dietro sigle senza storia e senza popolo, contro le “ricche” campagna persuasive di tale società che offendono la dignità delle nostre popolazioni, contro le inaccettabili pressioni del governo inglese sul nostro governo, contro i poteri forti che puntano ad emarginare la politica e la democrazia, contro tutti i ricatti e contro tutti i trasversalismi di quanti sono pronti a tradurre i diktat della società inglese in ambigue e strumentali proposte. Il Governo, come hanno fatto gli Enti Locali e la Regione deve innanzitutto esprimere con risolutezza una precisa volontà politica: deve dire che per le note ragioni il rigassificatore a Brindisi nel sito prescelto non può essere costruito. Una volontà che va poi tradotta attraverso appropriate procedure in un atto amministrativo giuridicamente corretto e processualmente inattaccabile. Un atto che, nell’ipotesi di annullamento per vizi di legittimità, può essere al riparo dalle minacciate ed esose richieste risarcitorie per la peculiarità del caso, per la natura delle violazioni di legge e perché la società inglese fu tempestivamente resa edotta dagli Enti locali dei vizi dell’atto prima dell’inizio dei lavori preparatori relativi alla colmata.

La società inglese deve essere perciò messa di fronte alla scelta o di pervenire ad una “rinuncia” dell’originario progetto “concordata” col Governo e la Regione Puglia ovvero di essere destinataria, dentro un corretto procedimento di “autotutela, di un provvedimento di rimozione della autorizzazione a suo tempo concessa, una rimozione fondata non solo sul difetto della “Valutazione d’Impatto Ambientale” ma anche sulle tante altre rilevantissime violazioni di legge nonché su una concreta ed attuale valutazione dell’interesse pubblico. E ciò anche a prescindere dalle pur presenti ragioni di merito concernenti la opportunità e la convenienza dell’atto. Non si tratta quindi di procedere ex post ad una semplice valutazione d’impatto ambientale intesa in senso stretto ma di sottoporre il provvedimento autorizzativo ad un ampia e complessiva analisi per riscontrare tutti i suoi profili sia di illegittimità, alcuni dei quali oggi all’esame della magistratura penale, e sia di merito per la contrarietà del progetto all’interesse pubblico partendo proprio dal giudizio che di questo interesse hanno ripetutamente dato gli Enti locali e la Regione Puglia.

Nessuno perciò coltivi l’illusione che si possa tortuosamente andare verso una “convalida” del provvedimento autorizzativo attraverso una postuma ed addomesticata “Valutazione d’Impatto Ambientale” di conferma del sito con l’aggiunta del pannicello caldo delle solite prescrizioni. Una soluzione questa che aggiungerebbe al danno la beffa e che sarebbe inconcepibile per la serietà del Governo ed intollerabile per la responsabilità della Regione e degli Enti locali nonché per la sensibilità democratica della nostra comunità e del nostro movimento.

Quella autorizzazione è stata costruita su una montagna di irregolarità e di oscure manovre e va perciò tempestivamente e responsabilmente rimossa. Ed è possibile farlo alla luce anche dell’autorevole e consolidato indirizzo del Consiglio di Stato per il quale, in caso di atti invalidi per vizi di legittimità o di merito, «l’Amministrazione può sempre rimuoverli nell’esercizio di una potestà di autotutela che è direttamente fondato sul principio costituzionale di buon andamento che la impegna ad adottare gli atti il più possibile rispondenti ai fini da conseguire ed autorizza, quindi, anche il riesame degli atti adottati ove reso opportuno da circostanze sopravvenute o per un diverso apprezzamento della preesistente situazione, con l’obbligo, ovviamente, di dare esplicita e puntuale contezza del potere esercitato». La via maestra da seguire è quindi quella della procedura di autotutela perché il resto serve solo a creare confusione ed a perpetuare una situazione che ha già arrecato grave pregiudizio alla comunità brindisina impedendo ad essa di dare impulso ai già avviati processi di innovazione dopo una malinconica stagione politica segnata da errori e scandali che hanno localmente seminato delusione e sconcerto.

Brindisi, 8 agosto 2006

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Porta d’Oriente.

Redazione1
10.08.2006 19:25
Perugia,terminato il campionato italiano di deltaplano

E' terminato nel maestoso parco naturale del Montecucco presso Sigillo (Perugia) il Campionato Italiano di deltaplano. Quasi 50 i piloti provenienti da tutta Italia.
Questo sito di volo, grazie anche alla fattiva amministrazione locale, è universalmente conosciuto come luogo ideale per la pratica del deltaplano e del parapendio, vale a dire il volo libero, quello che sfrutta le correnti ascensionali d'aria calda come propulsore. Lo stesso sindaco di Sigillo, Antonella Brancadoro, ha voluto provare l'emozione del volo insieme all'istruttore Italo Tarasconi.
Condizioni meteorologiche piuttosto variabili hanno caratterizzato buona parte della settimana, consentendo lo svolgimento di sole quattro prove delle sette previste. I percorsi di gara, tra i 79 e 97 km, hanno toccato splendide località dell'Umbria, poiché le gare di volo libero assomigliano a regate veliche, con tanto di "boe aeree" da aggirare prima del rientro alla base.
Il nuovo campione è Angelo Crapanzano di Cuneo, davanti al pluri decorato Alessandro Ploner di Bolzano ed entrambi membri della squadra nazionale; terzo Anton Moroder di Ortisei (Bolzano).

Due piloti friulani di parapendio, Alessandro Peruzzi e Marco Zonca, hanno stabilito quattro nuovi record: Peruzzi quelli mondiale di "distanza andata-ritorno" e di velocità, volando da Sorica (Slovenia) e lì ritornando dopo aver aggirato il paese di Claut (Pordenone). 229 i km percorsi in sei ore alla media di 31,79 kmh su una sessione di 200. I record precedenti, datati 2003, appartenevano entrambi allo sloveno Primoz Susa.
In seguito lo stesso Peruzzi da Sorica volava fino a Merano, conquistando il record italiano di distanza libera con 224,7 km.
Invece Marco Zonca ha battuto il record mondiale di velocità su un percorso di 25 km, tecnicamente definito "triangolo FAI" dalla sigla della Federazione Aeronautica Internazionale, alla media di 30,95 kmh. Il precedente record resisteva dal 1995, stabilito ad Albertville (Francia) dal francese Patrick Berod.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
www.fivl.it - vitali.stampa@fivl.it
tel/fax 035 577536 - 335 5852431
Segreteria FIVL: tel. 011 744991 - fax 011 752846

Per altre informazioni sul CAMPIONATO ITALIANO DELTAPLANO contattare
Tarasconi Italo - 335.5844940 - agener@fivl.it (per la parte sportiva)
Comune di Sigillo 075.9178704 (per la parte territoriale)

Altre foto e tutti i nostri comunicati stampa all'indirizzo: http://www.fivl.it/stampa/paginanewscomunicati.html

Redazione1
11.08.2006 10:01
Ma di crede a Casini? di A.De Porti

E CHI CREDE IN FERDINANDO CASINI ? SOLO SUA MAMMA !
Insomma, cerchiamo di parlar chiaro una volta per tutte. Diciamo, senza mezze parole, evitando dialettiche diplomatiche che non mi piacciono, che l’ex Presidente della Camera dei deputati ora sta cercando una sistemazione politica, pescando nel mare del centro-sinistra, essendogli andata male la partita con Berlusconi.
Infatti, non essendo andata in porto da dicotomia Berlusconi-Presidente della Repubblica e Casini-Primo Ministro, ora a quest’ultimo non resta che tentare un viadotto attraverso il centro per entrare nel polo antagonista, essendo anch’egli certo che l’attuale governo durerà tutta la legislatura, una volta che il governo Prodi abbia ritenuto di accogliere qualche senatore in più, serio ed intellettualmente onesto, nella maggioranza, attraverso il fenomeno della transumanza da destra a sinistra.
Premesso che per tutti gli eventuali “transumanti” sarebbe necessario un bagno in qualche fiume sacro allo scopo di lavare il pregresso politico una volta che abbiano giurato di essersene davvero amaramente pentiti dell’esperienza con Berlusconi, io penso che ciò non debba assolutamente valere per Pierferdinando Casini, il quale, - e tutti lo ricorderanno -. ha spesso infangato Prodi e tutti i suoi collaboratori. Esattamente come hanno fatto Sandro Bondi, Cicchito, Schifani, Elio Vito, Ignazio La Russa , Nannia e qualche altro di cui, fortuna sua, mi fa piacere… dimenticare il nome. Oltre a Berlusconi, naturalmente.
Detto questo, io suggerirei a Prodi, di non ascoltare certe sirene, come Pierferdinando Casini e qualche altro, in quanto essi hanno dimostrato sin qui di “fregarsene” del governo, ma di privilegiare soltanto il prestigio personale.
Per cui, è bene che questi personaggi rimangano al loro posto; ma meglio sarebbe favorire urgentemente il loro ritorno a casa propria.... ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
11.08.2006 10:01

Redazione1
11.08.2006 18:34
Ventimiglia,la festa in rosso

DAL 17 AL 20 E DAL 25 AL 27 AGOSTO
A CAMPOROSSO
LA FESTA IN ROSSO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Il Circolo Intemelio “Vitó” del Partito della Rifondazione Comunista promuove e organizza in località Bigauda di Camporosso, nei due ultimi fine-settimana di questo mese di agosto sei giorni (piú uno) di Festa in Rosso, l’ormai annuale rendez-vous della Festa di Liberazione.
Nei giorni da giovedí 17 a domenica 20 e da venerdí 25 a domenica 27 agosto prossimi, infatti, la Festa in Rosso si svilupperà ogni giorno a partire dalle 18 per finire a notte inoltrata.
Questo il programma dettagliato delle sette serate:
Giovedí 17 agosto si disputerà un Torneo d Belotta con inizio alle 21. Le iscrizioni saranno accettate a partire dalle 19. I premi in palio saranno: alla coppia 1^ classificata: 2 mountain bike; alla 2^: 2 telefonini; alla 3^ 2 casse di vino; alla 4^: un buono per una cena per quattro persone da consumarsi alla Festa in Rosso camporossina.
Venerdí 18, sabato 19, domenica 20, venerdí 25, sabato 26 e domenica 27 agosto avrà luogo la Festa in Rosso vera e propria, con, a partire dalle 18, dibattiti su temi d’attualità (di cui diamo dettagliato elenco piú sotto), proiezioni, stand gastronomici, ballo, stand socio-culturali (Banca Etica, Associazione Lascia Dire, Associazione Italia-Cuba, Commercio Equo & Solidale, libri, gadget, piante. Le giornate saranno a loro volta piú specificamente cosí suddivise:
Venerdí 18: Musica Occitana con la Banda Brisca.
Sabato 19, domenica 20, sabato 26 e domenica 27: Ballo liscio, discoteca, latino-americano con la CocoZoo Band.
Venerdí 25: Dj Set e 4 Band in Concerto con Dj Hermit, Dj Vito Riot, Dj Smooth, Shout Bermudas Drouned e Butterfly Screen.
Questi gli appuntamenti quotidiani delle 18:
· Venerdí 18: Incontro con Sandro Gamaleri, dei G.A.S. (Gruppi d’Acquisto Solidali) di Savona, che interverrà sul tema: “Fa’ politica con il carrello della spesa”.
· Sabato 19: Incontro con Tiziana Bonora, della Banca Etica, su “L’uso responsabile del denaro – Viaggio nella finanza etica”.
· Domenica 20: “Identikit del futuro sindaco di Ventimiglia”: Incontro-dibattito con i partiti e i movimenti dell’Unione del comprensorio intemelio.
· Venerdí 25: “Quale politica di sinistra nella provincia piú bianca d’Italia?”. Incontro tra i circoli di Rifondazione Comunista della provincia d’Imperia.
· Sabato 26: “Poesia e politica”. Incontro con lo scrittore e poeta Giuseppe Conte, Premio Viareggio per la Poesia 2006.
· Domenica 27: Incontro con la senatrice Giovanna Cappelli, del PRC, sul tema “Donne società e politica: quali cambiamenti in 60 anni di Costituzione”.
Venerdí 18 avrà luogo la Serata Bio, con la proposta di un menu eseguito con prodotti provenienti da agricoltura biologica.
Intanto è in corso una sottoscrizione a favore del Circolo promotore che proseguirà fino alla mezzanotte di domenica 27 agosto, quando fra tutti i sottoscrittori saranno estratti ricchi premi, fra i quali (citiamo i piú importanti):
1° estratto: 1 televisore LCD 19 pollici.
2° estratto: 1 mountain bike.
3°: 1 lettore MP3 1 giga.
4°: 1 buono per l’acquisto di libri per un ammontare di 60 €.
5°: 1 forno a microonde.
6°: 1 fotocamera digitale.
Dal 7° estratto in poi saranno assegnati premi minori.
Benvenuti alla Festa in Rosso
dal Segretario de Circolo
Pietro Raboni

Redazione1
13.08.2006 11:20
Notizie da Imperia

39° FESTIVAL DELLA POESIA E DELLA COMMEDIA INTEMELIA LA FILODRAMMATICA “SAN MICHELE” DI PIGNA (IM)
SI AGGIUDICA IL PREMIO COMUNITÀ MONTANA

Si è svolto fra luglio e agosto a Pigna, nell’alta val Nervia, il 39° Festival della Poesia e della Commedia Intemelia, la cui giuria, presieduta dal dottor Gianfranco Bozzo, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo, presso il Laboratorio Teatrale di Milano, e composta dal sindaco del Comune Mauro Littardi, da Lucio Martelli, Franca Porra e Gianni Ughetto, ha cosí assegnato i premi in palio:
· Premio della Comunità Montana Intemelia, consistente in 5.600 euro, alla Compagnia Filodrammatica “San Michele” di Pigna, «per aver dimostrato il maggior impegno produttivo in un piacevole ascolto con sicura presa su un pubblico attento, divertito, coinvolto e generoso nell’applauso».
· Premio per la migliore attrice ad Aldina Gilardi, nella parte di a scià Bregogliu, ricca avaruna nella commedia in un atto di Andrea Capano “U scangiamento da scià Bregogliu” con a Cumpagnia du Teatru Ventemigliusu. Questa la motivazione della giuria: «Ha curato la tonalità, il volume della voce, accarezzando vogliosa le parole quando, nella conta del suo denaro, ne mostrava tutta l’importanza e la ragione unica della sua vita. Nel suo incedere sul palcoscenico ha dato piú di una volta l’impressione di un falco, mentre il suo corpo attorcigliato e curvo assumeva la figura dell’avvoltoio sulle sue prede».
· Premio per il miglior attore a Cristoforo Allavena, nella parte di Antó nella commedia in tre atti di Antonio Rebaudo con la Compagnia Filodrammatica “San Michele” di Pigna: «autentico interprete di un teatro che ama e fa amare ad attori giovani e “vecchi” con una innata diligenza. Il teatro è vita, e lui, in questi ormai quarant’annui, ha donato ai pignaschi e agli intemeli sapienza, intelligenza e coraggio».

· Premio per la miglior attrice giovane a Sara Scognamiglio, della Compagnia Stabile “Città di Sanremo”, nella parte di Alba nella commedia in tre atti di Lucio d’Ambra e Piero Campodonico, tradotta in dialetto sanremasco da Aldo Bottini: «dirompente, disinibita, giovane, graziosa. Padrona del suo personaggio, ha convinto, una sicura promessa dello Stabile “Città di Sanremo”.

· Premio per la migliore attrice caratterista: ex aequo a Maria Pia Pezzana, della Cumpagnia du Teatru Ventemigliusu, cui è stato assegnato il Premio Agenzia Giornalistica Alpazur, e Francesca Cecchinel, della Compagnia Stabile “Città di Bordighera”, cui è andata la Targa Comune di Pigna. Queste le motivazioni: per Maria Pia Pezzana: nella parte di Tarcixina nella commedia in un atto “U scangiamentu da scià Bregogliu” di Andrea Capano, «controcanto della sua padrona: furbizia nell’espressione degli occhi, decisione nel suo sorriso a mezza bocca, e un “ti sistemo io” con l’arpeggio silenzioso delle mani un’autentica lezione di mimica … parlante». Per Francesca Cecchinel, nella parte di Giuditta nella commedia “E rose du misteru”, di Anna Pignatta, Luigi Cavicchia e Anna Albanese con la Compagnia Stabile “Città di Bordighera “Antonio Pignatta”: «è ormai da tutti conosciuta , ma ogni sua interpretazione ci sorprende. Veloce come un furetto, il cambio d’abito, l’espressione, l’impatto deciso con il suo esilarante personaggio».

· Premio Speciale della Giuria alla Compagnia Teatrale Babilonia, direzione e regia di Gianni Oliveri, con attori e attrici di Pigna, Agaggio, Montalto, Ospedaletti, Moltedo, Imperia, Sanremo. Il Premio è stato assegnato «all’idea di dar vita ad una compagnia con attori di diverse estrazioni, con l’utilizzo del dialetto del luogo di provenienza in una elaborazione unica della parlata, della cadenza e delle tradizioni popolari, gemma fulgida incastonata nella corona della 39^ Rassegna della Commedia Intemelia».

· La giuria, infine, «non avendo ravvisato nei testi delle commedie concorrenti alcuna originalità degna di rilievo», ha ritenuto di non assegnare quest’anno il premio per la commedia piú originale.

Notiziario Agal n° 15.027 * 11 agosto 2006 * 15_060711_027

Welfare Italia
13.08.2006 11:20

Redazione1
13.08.2006 11:22
Feltre di cero non cresce...di A.De Porti

FELTRE DI CERTO NON CRESCE CON PALII ASSASSINI IN PRA DEL MORO ED ASCENSORI FOLLI IN CITTADELLA !

Alcuni giornali locali e non di oggi 12/8 riportano una foto di diversi dimostranti che espongono la scritta : “ I CAVALLI MUOIONO PER COLPA DEGLI ASINI”.

L’allusione è ironicamente lapalissiana, ma io penso che non si tratti di un discorso legato alla famiglia degli ..equidi. Io, al contrario, ritengo che, da qualche lustro, la bellissima città di Feltre, non si muova nella giusta direzione, vuoi anche per sfortuna, ma soprattutto perché c’è qualcosa di patologico che ne ostacola la crescita da più di mezzo secolo. Negli anni 50-60, da Venezia ove risiedevo, infatti scrivevo le stesse cose che scrivo adesso, sia pur con il cuore a Feltre, cittadina che frequento da quando sono nato.

Mi dispiace dirlo, anche perché molti degli amministratori nuovi e vecchi di questa città sono miei amici a cui annetto il massimo rispetto, ma non posso esimermi dal tentare di individuare le motivazioni per le quali Feltre non decolla. Che fra gli amministratori vecchi e nuovi ci sia qualcuno che non si muove in direzione dello sviluppo di Feltre non ci piove, ma mi par di aver capito che anche gli abitanti di questa graziosa città appaiono assenti o più particolarmente appaiono presenti solo nel loro “orticello sociale”, preferendo abbarbicarsi sulla posizione immobilistica del “lasson star”. Mi è infatti molto difficile credere, o semplicemente immaginare, che i feltrini si attivino più di tanto nell’interesse dell’amministrazione della loro città, preferendo essi demandare ad altri: non è infatti che mostrino di esprimersi al massimo quanto a dovere civico, se è ben vero che, noncuranti, lascerebbero che si perpetuasse una follia, quella, oltre al palio assassino di recentissima memoria, di installare in Cittadella ben tre ascensori del diametro di 6 metri ciascuno, intaccando pesantemente il Colle su cui si erge la città di Feltre, compromettendone il rispettoso mantenimento delle condizioni storiche ed ambientali formatesi nel tempo con il paziente lavoro di una comunità feltrina sicuramente più saggia ed attenta: quella rappresentata dai nostri avi.

Ditemi voi se queste cose folli e sciagurate faranno mai crescere la città. Per governare non bisogna portar a Feltre la gente con i camions in modo che i trasportati lascino qualche spicciolo, o far arrivare 3-400 moto di grossa cilindrata, oppure mirare solo all’ottenimento di qualche elargizione di fondi regionali o europei, ma bisogna far maturare gradualmente il senso civico collettivo, circostanza su cui, le attuali e pregresse amministrazioni, (pur senza fare di ogni erba un fascio) non hanno quasi mai riflettuto abbastanza.

Insomma, diciamocela tutta e per intero, se vogliamo crescere davvero, è necessario maturare il nostro sentimento civico verso la città, che, a mio avviso, è rimasto tale e quale rispetto a cinquanta anni fa, se non addirittura retrocesso

Queste cose dobbiamo dircele, con onestà intellettuale !
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
14.08.2006 14:04
Liste di attesa in Sanità di M.Portaluri

LISTE DI ATTESA E LIBERA PROFESSIONE: UN PENSIERO SOTTO IL SOLLEONE
Quando leggo di liste di attesa in sanità mi torna in mente un episodio accaduto durante un’assemblea parrocchiale. Ero stato invitato a parlare di questo argomento e cercavo di dare alcune spiegazioni sul fenomeno. Dicevo che la loro causa erano a volte le poche apparecchiature, a volte la scarsa organizzazione, a volte i pochi medici che sono pieni di lavoro. A questo punto si alzava di scatto dal pubblico una giovane donna e mi interrompeva con decisione: ‘E no, mi disse, pochi medici? E perché quando si va in studio privato il tempo per accoglierci c’è e tutto diventa più semplice compreso il ricovero e gli esami che altrimenti è difficile eseguire?’. Subito mi accorsi, e ancora oggi ne sono convinto, che la donna aveva colpito nel segno. Dissi che anche l’agenda della libera professione doveva essere gestita con il CUP dalla Ausl ma non credo di aver convinto molto l’uditorio.
In questi mesi si è detto che spesso gli esami non sono richiesti a ragion veduta, che le ausl neppure sanno quanti apparecchi hanno a disposizione e quanto vengono usati, che probabilmente si possono fare più visite e più esami negli ambulatori pubblici, che servono più anestesisti per operare e più operatori delle radiologie per eseguire esami. Altre cose si possono fare a costo zero. Un gruppo di infermieri nella ausl bat1 ha telefonato a casa dei pazienti prenotati per alcuni esami e ha scoperto che molti avevano già eseguito l’esame o vi rinunciavano per motivi diversi. Così si sono potuti recuperare molti posti per altri ammalati nonchè consigliare ad alcuni di rivolgersi a strutture della stessa ausl con tempi di attesa più brevi.
Ma una volta fatte tutte queste cose, e bisogna farle, resta il problema centrale. Può un servizio sanitario pubblico accettare al suo interno una via di ingresso privata? Cosa diremmo di un giudice che facesse velocemente un processo a pagamento? O di un insegnante che impartisse lezioni private ad un suo alunno? E gli esempi di pubblici dipendenti potrebbero proseguire.
Si sta programmando di investire – e già si è speso in questi anni – tanto denaro per costruire gli spazi per la libera professione “intramoenia”, denaro pubblico paradossalmente impiegato per far spendere soldi ai pazienti. Con questi soldi invece si potrebbero pagare di più i medici che rinunciano alla libera professione e gli infermieri e i tecnici che collaborano con loro, mandarli in altre realtà ad aggiornarsi e fare ricerca, migliorare i nostri ospedali e i nostri ambulatori sia dal punto di vista strutturale che da quello tecnologico (reti informatiche e nuove apparecchiature).
13 agosto 2006
Maurizio Portaluri
Direttore Generale AUSL BAT1
Andria

Welfare Italia
14.08.2006 14:04

Redazione1
16.08.2006 15:28
Dalla XVI Conferenza di Toronto

XVI Conferenza Mondiale sull’AIDS – Toronto 13-18 Agosto 2006
dalla conferenza: Alessandra Cerioli per Lega Italiana per Lotta Contro L’AIDS
a.cerioli@lila.it www.lila.it
Opening domenica 13 agosto ore 19
La XVI conferenza mondiale sull’ AIDS inizia i sui lavori fin dalla mattina che anticipa l’avvio ufficiale previsto per stasera alle 18.
Tra le file di delegati esausti che aspettano ore prima di accedere al banco della registrazioni, iniziano le prime sessioni e le prime azioni degli attivisti.
Alle 14,45 partecipo a una sessione affollatissima che ha come tema la PREP, acronimo di Pre-exposure prophylaxis. La profilassi di pre-esposizione (preparazione) prevede l’assunzione dei farmaci antiretrovirali per impedire l'infezione di HIV. Diversa è la profilassi post-esposizione (PEP) che prevede la terapia antiretrovirale dopo ogni singola esposizione al virus.
Il principio della profilassi pre-esposizione non è nuovo:i viaggiatori che accedono a zone con malaria endemica usano il chinino per impedire l'infezione malarica oppure banalmente i vaccini antinfluenzali si prescrivono con lo stesso intento.
La PREP nell’HIV manterrebbe lo stesso concetto di base e molti la vedono come possibile metodo preventivo nelle popolazioni ad alto rischio come per esempio Sex-Workers (persone che si prostituiscono), consumatori di sostanze per via iniettiva, MSM (uomini che fanno sesso con altri uomini).
Vi è ormai da un paio di anni un dibattito molto acceso che, durante l’ultima conferenza di Bangkok, ha dato il via anche alle proteste delle prostitute cambogiane supportate da molte associazioni occidentali , prima fra tutte ACT-UP (vedere al sito www.lila.it il report della conferenza con informazioni dettagliate sulla PREP).Le questioni sollevate dagli attivisti avevano e hanno tuttora a che fare con l’etica di queste sperimentazioni che sono per lo più condotte proprio sulle stesse popolazioni vulnerabili che sono chiamate a testare l’efficacia della PREP in paesi dove non esiste né l’accesso ai trattamenti antiretrovirali, né l’accesso ai metodi di prevenzione.
La sessione - che aveva come titolo What if PREP works? e che ha visto come chairs Joep Lange, ex presidente dello IAS e grande sostenitore della PREP - ha tentato di approfondire tutti gli aspetti della pre-esposizione partendo dallo stato dell’arte dei protocolli attualmente in corso.
Superata la fase pre-clinica sulle scimmie, proprio durante la conferenza di Bangkok partirono le prime fasi di sperimentazioni (I e II) sugli umani. L’aggiornamento attuale vede presenti o terminati questi protocolli di fase (I-II):
Ø Bostwana (MSM), Thailandia (consumatori di sostanze per via iniettiva [ID]), Stati Uniti (MSM) tutti in corso
Ø Ghana (prostitute) terminato
Ø Cambogia, Nigeria, Camerum su prostitute, Malawi (MSM) interrotti
Sono poi intervenuti i rappresentanti di istituti o fondazioni che stanno conducendo gli studi di cui sopra illustrando quello che sarà lo scale-up della PREP se, come pare, da queste fasi usciranno dati incoraggianti.
Gli attori principali della PREP sono: CDC che per i futuri protocolli ha stanziato 20 milioni di dollari americani; la ormai onnipresente Bill e Melinda Foudation 16 milioni; NIH (Istituto di Sanità USA) 14,5; Gilead 4 milioni.
L’industria farmaceutica, che si è tenuta relativamente in disparte fino ad ora, vedrà da oggi un suo coinvolgimento maggiore, visto che tutti hanno ben chiaro oggi più di ieri quali saranno i farmaci candidati alla PREP: Truvada in primis (Gilead) e altri NRTI tra cui Epivir (3TC) di GSK hanno dato i risultati più incoraggianti.
È proprio il rappresentante di GSK che nel suo intervento mostra il possibile utilizzo di una delle ultime classe di farmaci, gli inibitori di ingresso, e in modo particolare del corecettore del CCR5. Questa nuova classe sicuramente non ha brillato nel campo terapeutico ma potrebbe avere un futuro (ancora da provare) nella PREP. Nello specifico GSK tenterà il ripescaggio di Alpaviroc (anti-CCR5) che ha interrotto prematuramente il suo percorso.
La discussione è poi continuata entrando nelle questioni di metodo della ricerca e soprattutto l’importanza del coinvolgimento delle comunità che rappresentano questi gruppi a rischio: senza tale coinvolgimento e assenso è chiaro infatti che non si possono condurre certe sperimentazioni. Inoltre, in ricerche come queste, sono estremamente importanti sia l’educazione alla prevenzione del partecipante allo studio, il counselling, sia la sua tutela e presa in carico. Essa infatti durante il protocollo può contrarre l’HIV: la responsabilità degli sperimentatori e degli sponsor così come la responsabilità dei governi dove viene condotta la sperimentazione sono perciò elementi da essere messi in primo piano.
Una presentazione interessante è stata quella del rappresentante della Thailandia, che ha mostrato come il governo sia riuscito ad abbattere vertiginosamente la trasmissione del virus nel mondo della prostituzione investendo denaro ed energie in programmi di prevenzione basati sull’educazione all’uso del profilattico sia tra le persone che si prostituiscono sia tra i loro clienti. E tutto ciò senza la panacea della PREP.
È curioso come la stessa Thailandia, il cui governo ha sicuramente brillato per l’assenza di programmi sulla Riduzione del Danno (RDD) per persone tossicodipendenti, oggi stia conducendo sulla stessa popolazione gli studi sulla PREP, alla fine piegandosi (grazie alla pressione delle associazioni che rappresentano proprio i consumatori di sostanze) a distribuire ai partecipanti al protocollo aghi puliti e altri strumenti per la RDD.
Il dibattito sulle questione etiche e sul metodo di ricerca è stato acceso anche in questa sessione, e la PREP si delinea sempre di più come uno di quei temi “caldi” dove comunità scientifica, sponsor, comunità delle persone che rappresentano i gruppi ad alto rischio, e attivisti storici non riescono ad avere una posizione comune.
In attesa di un possibile vaccino ancora molto lontano, questa XVI conferenza fin dalle sua prime battute vede l’argomento delle nuove metodologie di prevenzione (PREP- GEL microbicidi-circoncisione) come centrale rispetto alle possibili novità e alle strategie della cura dell’HIV AIDS.
La giornata continua con una marcia della società civile sull’accesso ai farmaci organizzata da tutti i networks presenti qui a Toronto e dove lo slogan è: AIDS TREATMENT NOW!
È questa marcia colorata che ci porta fino al Rogers Centre dove si apre ufficialmente la XVI conferenza di Toronto, e - come da consolidata consuetudine - anche oggi non mancano le proteste. È proprio la comunità canadese che chiede il supporto di tutti gli attivisti presenti nella contestazione del primo ministro Stephan Harper, assente da questa Conferenza perché non considera l’AIDS prioritario e perché proprio quasi in contemporanea alla apertura della conferenza ha deciso di chiudere a Vancouver l’unica esperienza presente in Nord America di Self Injection Room (stanze per il buco pulito).
Questo è uno dei tanti paradossi che genera l’AIDS: 24.000 persone da tutto il mondo sono convenuti a Toronto con lo scopo prioritario di arrestare questa pandemia; da due anni la città si sta preparando all’evento e perfino gli immigrati irregolari che lavorano negli hotel e nei ristoranti ci hanno fatto sapere tramite comunicato stampa che, provenendo loro da paesi dove l’AIDS è una emergenza, sospenderanno le loro lotte per non creare disagi alle persone sieropositive e alle associazioni presenti a Toronto.
Ma il primo ministro sceglie di andare a visitare le truppe canadesi impegnate tra i ghiacci dei luoghi più remoti del Canada!
La spiegazione di tutto ciò è più semplice di quello che può sembrare: mister Harper ha molta simpatia per le politiche conservatrici sulla prevenzione piuttosto che ai programmi di prevenzione basati sulla evidenza e sulla riduzione del danno e dei rischi.

Welfare Italia
16.08.2006 15:28

Redazione1
20.08.2006 16:41
Tutti ad Assisi il 26 agosto

Per la pace in Medio Oriente - Sabato 26 agosto 2006

Manifestazione nazionale ad Assisi In nome dei diritti umani e della legalità internazionale gridiamo insieme:
“Fermatevi! Fermiamola!”

La guerra non va in vacanza e diventa ogni giorno più crudele. In Libano, in Galilea come a Gaza, in Iraq e in Afghanistan. Per questo il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e la Tavola della pace hanno deciso di convocare ad Assisi una manifestazione nazionale che si svolgerà sabato 26 agosto 2006.

“Incontriamoci ad Assisi”- si legge nell´appello - “per gridare ancora più forte la nostra denuncia e il nostro progetto di pace". “Questa guerra è una tragedia per tutti. Anche per noi. Non mettiamo la testa sotto la sabbia. Non arrendiamoci all´idea di un conflitto e di un odio senza fine”.

La manifestazione di Assisi è anche una risposta al pressante invito di Papa Benedetto XVI che ha chiesto a tutti di “offrire il loro fattivo contributo alla costruzione di una pace giusta e duratura” e all´appello dei giornalisti italiani inviati in Libano, Israele e Gaza.

L´Appello rivolto “a tutte le donne e gli uomini di buona volontà” ha già raccolto l´adesione di numerose organizzazioni della società civile, comuni, province e regioni.

Ancora una volta chiediamo a tutti gli organi di informazione e di comunicazione, pubblici, privati e indipendenti, di dare voce alla pace. Non c´è bene più grande da promuovere e da difendere insieme.

Per contatti di stampa:
Alessandra Tarquini 3479117177
EMAIL: stampa@perlapace.it
Sito: www.tavoladellapace.it

Welfare Italia
20.08.2006 16:41

Redazione1
20.08.2006 17:07
BONELLO SI, MA ADESSO BASTA!

BONELLO SI, MA ADESSO BASTA!
Al telefono con Franco Bonello consigliere regionale
appena uscito dal gruppo consigliare dei DS e confluito in quello Misto.
40 anni di militanza politica, prima nel PCI poi nel PDS e quindi nei DS.
proiettato con forza e passione verso la costruzione della Sinistra Europea.
"La prima precisazione che voglio fare è che mi sono dimesso dal gruppo consigliare della Regione
dei Democratici di sinistra e come da regolamento, non essendo possibile costituire un gruppo consigliare
con un solo consigliere, sono confluito nel gruppo misto.
All'interno del gruppo misto è presente il Consigliere Abbundo, ex di Forza Italia,
questo non significa assolutamemte che io abbia lasciato la maggioranza di centro sinistra!
Purtroppo il Secolo XIX martedì scorso in prima pagina dava questa notizia.
La scelta di lasciare il gruppo dei DS
è frutto di un travaglio politico e personale molto intenso.
Ho militato per 40 anni prima nel PCI poi nel PDS poi nei DS, sono stato
15 anni Consigliere comunale a Imperia, etc.
E' stata una scelta importante ma che deriva soprattutto da una valutazione politica.
Il progetto che coinvolge i Democratici di sinistra e la Margherita per la costituzione
del partito democratico non rappresenta per me un obiettivo da condividere,
da tempo all'interno del mio partito ho espresso forti critiche su questo progetto,
ma la scelta di abbandonare il gruppo dei DS è dovuto anche alla mancanza di rispetto
verso la minoranza che rappresento (35% in Provincia di Imperia)
Questo atteggiamento di mancanza di rispetto ha fatto si che fosse privilegiato
un rapporto preferenziale con la Margherita funzionale alla realizzazione del progetto
politico del partito democratico.
Quindi non è tanto una questione di poltrone, (anche se le poltrone rappresentano
il riconoscimento di un peso politico e di una sensibilità politica).
La Margherita ha eletto in Regione Liguria 2 consiglieri con i voti del popolo.
Pur avendo solo 2 consiglieri eletti con i voti popolari, ha ben 6 rappresentati,
di questi: uno è il vicepresidente del consiglio, uno è il vicepresidente della giunta,
uno è un assessore esterno, 2 sono presidenti di commisione e uno è il capogruppo.
Quindi faccio questo esempio per dire che c'è un rapporto privilegiato
tra i DS e la Margherita in funzione del progetto politico
Il contributo che la sinistra dei DS ha dato per la vittoria di Burlando è consistente.
Senza i voti della sinistra, senza l'elezione di Mino Ronzitti a Genova e FrancoBonello a Imperia probabilmente...
La sinistra non ha avuto candidati né a Savona né a Spezia;
sicuramente il consenso di un elettorato più di sinistra ha contribuito alla vittoria di Burlando.
Mi sono dimesso dal gruppo dei Democratici di Sinistra ma non mi sono dimesso dalla politica.
Il mio futuro politico è quello di partecipare al processo che si aprirà a settembre e che porterà
alla costruzione della Sinistra Europea. Questo è il mio progetto politico.
Continuerò a fare il consigliere regionale e ad impegnarmi in questo progetto perché essendo un uomo di sinistra
ritengo che dobbiamo creare le condizioni affinché in Italia sia rappresentato un elettorato
e sia rappresentato un modo di essere e un modo di sentire di sinistra.
In questi giorni sto ricevendo numerose telefonate, messaggi,
attestati di solidarietà da molti compagni anche dei DS ma soprattutto da molti compagni
che in questi anni hanno abbandonanto la militanza nel partito
ma che comunque sono impegnati, si sentono impegnati in un processo politico
di costruzione di riferimenti certi e sicuri della sinistra.
La mia intenzione è quella di partecipare in modo organizzato
alla costruzione di questo processo per la Sinistra Europea.
Red
10 agosto 2006
fonte: http://www.ilprovinciale.net/index.php?mod=17&idart=33
l'autore Redazione del Provinciale

Redazione1
10.09.2006 21:17
Cgil-cisl-Uil , tutela dei frontalieri

COMUNICATO STAMPA CGIL – CISL – UIL
Roma, 06 settembre 2006
Si è tenuta a Roma la riunione unitaria CGIL – CISL – UIL sui problemi che riguardano la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri italiani nei territori per i quali non sono in vigore Convenzioni Internazionali, Repubblica di San Marino e Principato di Monaco.
Le OO.SS. hanno affrontato in particolare le problematiche di carattere fiscale e quelle relative ai trattamenti discriminatori applicati ai lavoratori italiani.
Si è convenuto che, per risolvere in maniera compiuta i problemi sopra esposti, possono essere seguiti percorsi non in alternativa fra loro: Convenzioni fra nazioni e/o provvedimenti legislativi nazionali.
A tal fine le OO.SS. chiederanno al più presto incontri con i gruppi parlamentari, le Commissioni competenti di Camera e Senato ed i Ministeri interessati.
Considerata la ristrettezza dei tempi ed in vista dell’imminente varo della Legge finanziaria 2007, le OO.SS. ribadiscono la necessità di una soluzione ponte, da inserire nella finanziaria stessa, rappresentata da un adeguamento della franchigia fiscale finora in vigore.
I Coordinamenti nazionali frontalieri CGIL – CISL – UIL apriranno al più presto il confronto con tutte le strutture sindacali territoriali interessate e con i lavoratori coinvolti, al fine di meglio rappresentare e tutelare gli interessi dei lavoratori stessi.

Welfare Italia
10.09.2006 21:17

Redazione1
10.09.2006 21:24
Brindisi. Rigassificatore, se Prodi conferma tuti a casa

RIGASSIFICATORE A BRINDISI: SE PRODI CONFERMA,
AMMINISTRATORI LOCALI A CASA

Il Governo Prodi è pressato da forze che anche al suo interno premono perché venga confermata la costruzione del rigassificatore a Brindisi in violazione degli impegni assunti dai maggiori esponenti del centrosinistra anche durante la recente campagna elettorale. Se ciò dovesse avvenire, la città ed il territorio sarebbero esposti a gravissimi pericoli e verrebbero definitivamente bloccate le politiche di cambiamento portate avanti dalle attuali Amministrazioni comunale e provinciale e fondate sullo sviluppo del porto e la valorizzazione delle vocazioni locali. Risulterebbero inoltre vanificati i progetti per Brindisi della politica regionale e le ferme prese di posizione del Presidente Vendola che dal Consiglio Regionale del 4 agosto 2005 ha ricevuto il mandato di «assumere tutte le iniziative finalizzate ad adottare atti formali di annullamento o revoca dei provvedimenti di assenso all’impianto di rigassificazione in precedenza espresso dalla Regione ovvero a promuovere ogni genere di intervento mirato alla risoluzione delle intese sottoscritte dalla Regione Puglia con lo Stato». Un mandato che è tuttora valido e che il Governo dovrebbe tenere nel dovuto conto.

Una ipotesi di Valutazione d’Impatto Ambientale ex post non ha senso perché sono pubbliche e notorie le mille ragioni che rendono inaccettabile il devastante impianto. Un accertamento di VIA postumo può diventare una trappola perché c’è il fondato sospetto che tale procedura, fittiziamente respinta dalla British Gas, venga da tale società sostanzialmente accettata nella certezza che l’accertamento si concluderà con la convalida del provvedimento autorizzativo. Una operazione quindi che, se si rivelerà uno specchietto per le allodole, sarà duramente denunciata.

Gli impegni assunti coi cittadini di Brindisi non sono carta straccia e non è possibile trattare in questo modo la nostra comunità. Chiediamo perciò al Presidente della Regione Vendola, al Presidente della Provincia Errico ed al Sindaco Mennitti di far presente al Governo che, in caso di definitiva conferma dell’autorizzazione alla costruzione dell’impianto, essi presenteranno le loro irrevocabili dimissioni dalle rispettive cariche per l’impossibilità di mantenere gli impegni assunti con gli elettori anche secondo il disposto dei documenti approvati dai massimi organi deliberativi dei loro Enti. E analoga richiesta avanziamo nei confronti del Sottosegretario alla Sanità Antonio Gaglione, dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali e comunali che hanno condotto con noi la battaglia contro il rigassificatore ed hanno anche aderito alle pubbliche manifestazioni di protesta.

Per parte nostra, invitiamo tutti i cittadini ad una mobilitazione permanente contro il rischio che il rigassificatore venga imposto anche dal nuovo Governo.

Brindisi, 06 settembre 2006



Italia Nostra, Legambiente, WWF, Col diretti - TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Porta d’Oriente.





Redazione1
10.09.2006 21:28
Feltre e gli ascensori di A. de Porti

FELTRE, 5 settembre 2006
Egregio Sig.
Dott. GUGLIELMO MONTI
Sovrintendente ai Beni Ambientali e Culturali
Venezia
Ill.mo Sig. Sovrintendente,
mi permetta di intervenire sulla spinosa questione degli ascensori a Feltre, nella Cittadella Storica. E ciò non certo per sindacare il Suo delicato ed importante lavoro, ma per segnalarLe – con il cuore in mano – e come persona molto più anziana di Lei, ex funzionario di una banca nazionale e giornalista, che un progetto della specie rasenta la pazzia.
A Feltre - lo dicono tutti, anche gli sprovveduti in materia - la struttura idrogeologica del Colle delle Capre ove insistono palazzi cinquecenteschi, tutti correlati ad un discorso storico che potrebbe essere compromesso alterandone anche il sistema sociale, non consente di sventrare la cittadella per installare degli ascensori sotterranei all’interno del Colle delle Capre; non soltanto a mio avviso, c’è solo la voglia di “qualcuno” di lasciare un segno della sua presenza amministrativa e che ora intende giustificare l’errore (che non ammette) con il fatto che, non cantierandolo, il Comune perderebbe i fondi europei. Questo “qualcuno” è venuto a dirmelo addirittura a casa mia, nella mia veste di detrattore di un così aberrante e scellerato progetto ! Come dire: roviniamo pure Feltre perché altrimenti perdiamo i soldi gratis dall’Europa. Punto e basta !
Nel caso di specie inoltre a nulla serviranno i sopralluoghi e gli accertamenti formali per dare legalità all’inizio dei lavori perché il colle è comunque strutturalmente fragile, essendoci anche delle falde freatiche “in pressione”, al di là della scelleratezza del progetto medesimo. Si legga la storia dei nostri avi, La prego ! Nonché la stampa ininterrotta dei giorni scorsi ed anche quella di questa mattina.
Sono state dette diverse cose a sproposito e c’è chi “scarica pretestualmente” sulla Sovrintendenza asserendo che essa avrebbe bocciato alternative più serie e meno impattanti allo scopo di privilegiare degli ascensori che non serviranno a nessuno. Ripeto, a nessuno.
Mi fissi un appuntamento e glielo dimostrerò.
La ringrazio sin d’ora e, con l’occasione, Le porgo i miei distinti saluti.
Arnaldo De Porti – Feltre

Redazione1
12.09.2006 19:54
Ventimiglia. Riunione dei frontalieri Cgil

Ventimiglia: CGIL riunione con il coordinatore nazionale dei frontalieri
Si è tenuta oggi presso la sede della Camera del Lavoro di Ventimiglia la
riunione tra il responsabile nazionale dei Frontalieri della CGIL, Claudio
Pozzetti, e la Segreteria della Camera del Lavoro.
Oggetto della riunione le novità emerse dalla riunione nazionale.
Claudio Pozzetti, dopo aver illustrato il documento ha espresso una
valutazione positiva sia per il carattere finalmente unitario del documento
sia per il contenuto che apre una nuova fase di iniziative a favore dei
lavoratori frontalieri, in particolare per quanto riguarda la nostra zona
per quanti lavorano a Monaco.
Gigi Leveratto responsabile territoriale nei prossimi giorni si attiverà per
dare corso agli impegni contenuti nel documento.

Si allega sintesi del documento nazionale
CGIL - CISL - UIL

Si è tenuta a Roma la riunione unitaria CGIL - CISL - UIL sui problemi che
riguardano la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori
frontalieri italiani nei territori per i quali non sono in vigore
Convenzioni Internazionali, Repubblica di San Marino e Principato di Monaco.
Le OO.SS. hanno affrontato in particolare le problematiche di carattere
fiscale e quelle relative ai trattamenti discriminatori applicati ai
lavoratori italiani.
Si è convenuto che, per risolvere in maniera compiuta i problemi sopra
esposti, possono essere seguiti percorsi non in alternativa fra loro:
Convenzioni fra nazioni e/o provvedimenti legislativi nazionali.
A tal fine le OO.SS. chiederanno al più presto incontri con i gruppi
parlamentari, le Commissioni competenti di Camera e Senato ed i Ministeri
interessati.
Considerata la ristrettezza dei tempi ed in vista dell'imminente varo della
Legge finanziaria 2007, le OO.SS. ribadiscono la necessità di una soluzione
ponte, da inserire nella finanziaria stessa, rappresentata da un adeguamento
della franchigia fiscale finora in vigore.
I Coordinamenti nazionali frontalieri CGIL - CISL - UIL apriranno al più
presto il confronto con tutte le strutture sindacali territoriali
interessate e con i lavoratori coinvolti, al fine di meglio rappresentare e
tutelare gli interessi dei lavoratori stessi.

Welfare Italia
12.09.2006 19:54

Redazione1
12.09.2006 19:56
Sigapore. Il Governo nega il visto a due attivisti italiani

Banca Mondiale e FMI: governo Singapore nega il visto a due attivisti italiani
Sbilanciamoci! chiede un intervento immediato del Ministro Padoa-Schioppa sulle gravi violazioni dei diritti civili nei confronti dell’Ong CRBM/Mani Tese

Roma, 12 settembre 2006 - Due esponenti della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale/Manitese, Antonio Tricarico ed Elena Gerebizza, si sono visti negata in via definitiva la possibilità di raggiungere Singapore per seguire gli incontri annuali della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, che si terranno dal 15 al 20 settembre. Insieme a 20 attivisti di altri paesi, Tricarico e la Gerebizza sono stati dichiarati indesiderabili dal governo locale in quanto pericolosi per la sicurezza e l’ordine pubblico, nonostante siano in possesso di un regolare accredito rilasciato dalla Banca mondiale. La comunicazione del mancato accesso a Singapore per i due membri della CRBM/Manitese è arrivata direttamente dall’ambasciata italiana nella città-stato asiatica.

Gli atti formali compiuti fino adesso dal governo italiano, dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale per far cambiare idea all’esecutivo singaporeano si sono rivelati inutili. La Presidenza finlandese dell’Unione Europea non ha preso posizione sull’accaduto, non facilitando il compito dei governi europei in seno alle due istituzioni.
Nonostante le pressioni unanimi della società civile internazionale, il Presidente della Banca Paul Wolfowitz e il direttore del Fondo Rodrigo de Rato non hanno impugnato con il governo di Singapore gli accordi vincolanti sottoscritti da questo per l’organizzazione dell’incontro, accordi che prevedono chiaramente che tutte le persone ufficialmente accreditate dalle istituzioni debbano avere libero accesso agli incontri.

“Quello che sta succedendo smaschera senza appello la retorica neo-con sul buon governo e la democrazia del Presidente Wolfowitz della Banca mondiale”, ha affermato Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM. “La Banca ed il Fondo non vogliono andare contro Singapore, che è uno dei più importanti paradisi fiscali al mondo, nonché una dittatura silenziosa e feroce come sottolineato da Amnesty International nel suo ultimo rapporto” ha conluso Tricarico.

E sulla questione prende una netta posizione anche Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci!, a cui aderiscono CRBM e Mani Tese : “Di fronte all’irrevocabilità della decisione e alla mancanza di una posizione congiunta europea sull’accaduto, la palla passa necessariamente al governo italiano, e in particolare al Ministro Padoa-Schioppa e al governatore Mario Draghi, che rappresenteranno l’Italia agli incontri ufficiali. Ci chiediamo perché l’Italia debba essere connivente con la Banca ed il Fondo in tali violazioni di diritti civili fondamentali, legittimando con la sua presenza un governo palesemente repressivo e non democratico. Chiediamo al Ministro Padoa Schioppa coerenza, in nome degli impegni per lo sviluppo e la difesa dei diritti umani previsti nel programma di governo dell’Unione”, ha concluso Marcon.

Contatti: Antonio Tricarico 328.84 85 448 – 06.78 26 855
Sbilanciamoci: Giulio Marcon 06 8841880

--------------------------------------------------------------------------------
Ufficio Stampa
Agenzia Metamorfosi, Comunicare il cambiamento sostenibile
Duccio Tronci 338/6250252 - Cecilia Stefani 328/3765527
www.metamorfosi.info | agenzia@metamorfosi.info

Redazione1
12.09.2006 20:00
Risiko momdiale

Dallo stretto di Hormuz a quello di Malacca si gioca il risiko mondiale
di Oscar Marchisio
http://www.ilprovinciale.net/index.php?mod=17&idart=43


L’entrata in gioco della Cina e in seconda battuta dell’India sta forse aprendo una nuova fase di destabilizzazione dell’attuale modello di comando, costruito sulla continuità dell’egemonia inglese e poi statunitense.

Infatti, i colli di bottiglia, i “choke points” con cui l’impero britannico controllava i mari sono gli stessi su cui si assesta la flotta americana nel dispiegare la sua capacità di pronto intervento nel mondo.

Ma in questi “choke points” si articola insieme un forte sovraccarico di tensioni infatti si assomma nello stesso esiguo “stretto” o il passaggio del petrolio o l’esportazione delle merci risultato della nuova delocalizzazione in Asia e in particolare in Cina o tutti e due.

Inoltre anche la Cina e l’India sono diventati importatori di petrolio per cui aumenta la pressione di reti strategiche negli stretti di Malacca e di Hormuz, nel canale di Suez e nel canale di Panama.

Attorno a questi “stretti” si coagulano le tensioni più forti derivate sia dal nuovo assetto industriale “delocalizzato” sia dal modello capitalistico basato sull’asse petrolio-trasporto, infatti, crescendo il ruolo economico della Cina si acutizza sia una nuova esportazione di manufatti sia per il suo crescente mercato interno una enorme domanda di energia, tutti e due i processi dilatano il trasporto marittimo delle portacontainers e delle tankers per il petrolio.

Non è un caso che i primi porti per traffico containers siano cinesi e non è un caso che la crescita della dimensione delle navi sia sviluppata dai cinesi per aggirare il problema dei “choke points” e superare le limitazioni di questi alla sua crescita attuale e futura.

La prima superpetroliera cinese in grado di superare lo stretto di Malacca e usare il passaggio di Lombok è già attiva, dato che lo stretto di Malacca è un passaggio strategico sia per il Giappone che per la Cina per l‘importazione di petrolio che per l’esportazione verso l’Europa ed è sensibile e sempre più pericoloso.

Lo stretto di Malacca emerge così carico di “merci” e di tensione che è diventato lo scenario favorito della nuova pirateria molto attiva nella zona tanto da avere il record degli attacchi nel Mar Cinese Meridionale, zona molto esposta anche alla tensione fra Cina, Giappone e Usa per il controllo degli accessi a Taiwan. Tra la tensione dei pirati nello stretto di Malacca e quella diplomatico-militare per le isole Paracelso e Spratley fra Cina, Vietnam, Filippine e Taiwan e quella geopolitica globale fra Usa e Cina per il controllo del corridoio fra Singapore e Busan, in questa area, definita dal geografo Yves La Coste (Lacoste, 1993, pg. 95) come “il Mediterraneo asiatico” emergono tutti i problemi derivanti dal ridisegno della divisione del lavoro a livello mondiale, quelli causati dall’approvvigionamento energetico e di conseguenza dai nodi irrisolti della geopolitica mondiale.

Oscar Marchisio

Continua...

Redazione1
12.09.2006 20:56
Assalto alla supermercato della natura

“ASSALTO AL SUPERMERCATO DELLA NATURA AL SANA DI BOLOGNA”
Record di affluenza al punto vendita allestito al Salone internazionale del naturale e grande interesse per il progetto franchising di NaturaSì
Una fatica premiata da un enorme successo: la messa a punto di un supermercato NaturaSì all’interno del Sana di Bologna, dal 7 al 10 settembre, è stata una delle novità più apprezzate dell’edizione 2006 della fiera. Allestito all’interno del padiglione 19, il “Supermercato della natura” è stato visitato con interesse dal Ministro dell’agricoltura De Castro e dell’Ambiente Pecoraro Scanio. Migliaia sono poi i visitatori che l’hanno letteralmente preso d’assalto: non solo consumatori già affezionati al marchio NaturaSì, ma anche persone che si sono avvicinate per la prima volta ad un punto vendita biologico.
Frenetica quindi è stata l’attività degli addetti alle casse che, nei quattro giorni del Salone, hanno battuto ben 4670 scontrini. Ma intenso è stato anche il lavoro degli addetti ai reparti che con competenza hanno risposto alle numerose domande dei clienti. Molte richieste sulla disponibilità di un prodotto, sulle caratteristiche di un articolo, sulla presenza dei punti vendita nelle città italiane. Non pochi infatti sono stati coloro che si sono annotati il negozio NaturaSì più vicino alla loro abitazione, dopo aver apprezzato l’atmosfera accogliente del supermercato al Sana e soprattutto l’ampio assortimento – oltre 4000 prodotti in listino – che consente di fare una spesa bio completa, dagli alimentari (freschi e confezionati) ai detergenti, dagli articoli erboristici a quelli di cosmesi naturale (non testati su animali), per soddisfare le esigenze di tutta la famiglia.
Particolarmente gradita è stata la presenza sugli scaffali di vari prodotti per chi ha intolleranze alimentari o per chi è affetto da celiachia, non sempre facili da reperire nella grande come nella piccola distribuzione. Inoltre, come tutti i 48 punti vendita della rete NaturaSì, anche al “Supermercato della natura” al Sana i prodotti sfusi - pane, salumi, formaggi e ortofrutta – hanno ottenuto la certificazione Icea. L’“Attestato” rilasciato dall’istituto di certificazione insieme a tutte le altre analisi effettuate sono state esposte in una bacheca all’ingresso del negozio, all’insegna della più completa trasparenza. Il successo di vendite è il risultato anche di questa attenzione nei confronti del consumatore, in particolare alla sua domanda di prodotti di qualità, che rispettino la salute e l’ambiente, senza rinunciare ai servizi di un supermercato efficiente e razionale.
Ufficio stampa NaturaSì spa
Benedetta Frare
Koiné comunicazione
tel 0422 420888
348 8243386
koine@koinecomunicazione.it

NaturaSì
Naturasì è la più importante catena di supermercati specializzata nella vendita di prodotti biologici e naturali. Fondata a Verona nel 1992 da un gruppo di professionisti accomunati dalla passione del biologico e dal desiderio di diffonderlo, oggi conta 48 punti vendita affiliati in Italia e 4 in Spagna. Con l’obiettivo di promuovere l’alimentazione biologica e il benessere naturale, Naturasì ha dato vita ai progetti Carnesì (macellerie biologiche), Benesseresì (Centro benessere ed estetica) e Naturasì cucina biologica (ristoranti).

Redazione1
12.09.2006 20:59
Festival del racconto

Mercoledì 13 settembre, Chiostro S. Antonino,
Corso Matteotti 53, Varese ore 18
"Terapia della risata"
recital di GIANNI FERRARIO

Mercoledì 13 settembre, Salone Estense,
Varese ore 21
"Delitti esemplari", Spettacolo Teatrale di Silvio Raffo

Mercoledì 13 settembre, Castello di Monteruzzo,
Castiglione Olona ore 21
PIERO CHIARA E IL CINEMA
proiezione del film "Venga a prendere il caffè da noi"
presenta Ugo Marelli
-----------------
Giovedì 14 settembre, Chiostro S. Antonino,
Corso Matteotti 53, Varese ore 18
"Omaggio a Piero Chiara"
con Scuola di Teatro Anna Maria Bonomi,
Maria Rosa Lancini Costantini, Paolo Franzato

Giovedì 14 settembre, Villa Recalcati, Varese ore 21
incontro con l'Autore GIORGIO MONTEFOSCHI
conduce Laura Balduzzi

Giovedì 14 settembre, Villa Truffini, Tradate ore 21
PIERO CHIARA E IL CINEMA
proiezione del film "La stanza del vescovo"
presenta Matteo Inzaghi

Redazione1
12.09.2006 21:13
FESTA DELL’UVA 2006

FESTA DELL’UVA 2006
Comunità San Benedetto al Porto
Cascina Nelson Mandela di Visone (AL)
Autostrada A-26 Ge-Voltri/Alessandria e uscire al casello di Ovada
Svoltare a destra per Molare —> Cremolino —> Prasco
Dopo aver attraversato il paese, prendere la strada a destra, (Loc. Madonnina) per arrivare alla
Comunità “Nelson Mandela”
Per informazioni telefonare al numero 0144-356146
VIENI CON NOI ALLA FESTA DELL’UVA!
Ore 15: Accoglienza
Ore 16: MERENDA CONTADINA
Ore 17: Spettacolo Teatrale i tre Terrones
E il Piccolo Coro del Vespasiano di Bologna
MUSICA POPOLARE: Sandra & Mimmo e
IVAN DELLA MEA
Animazione con
Brandao—Ana—Paola della Ass. “Il Porto” di Dal mine (BG)
ARRIVEDERCI

Redazione1
12.09.2006 21:20
Contro il Governo di Singapore

RICHIESTA IMMEDIATA DI SOSTEGNO E SOLIDARIETA’ DA PARTE DELLA CRBM, MESSA AL BANDO DAL GOVERNO DI SINGAPORE

Cari amici, compagni,
vi scriviamo perché mercoledì scorso abbiamo saputo che il governo di Singapore ha comunicato alla Banca mondiale che circa 20 persone di 5 organizzazioni della società civile internazionale – CRBM (Antonio Tricarico ed Elena Gerebizza), World Development Movement, Focus on the Global South, Freedom from Debt Coalition e INFID – sono state inserite in una “lista nera” e non potranno entrare a Singapore in occasione degli incontri annuali della Banca mondiale e del FMI previsti dal 14 al 20 settembre prossimi.


I movimenti internazionali si stanno muovendo compatti nel porre pressione sul governo di Singapore ma anche nel denunciare le responsabilità della Banca e del Fondo nel caso.

Il governo italiano venerdì ha inoltrato una lettera formale di protesta al governo di Singapore.


E’ cruciale porre pressione sulla Banca e sul FMI esponendo la loro ipocrita agenda di “buon governo” quando diritti umani fondamentali sono violati in maniera così palese. In particolare Wolfowitz sta cercando di insabbiare il caso, rinunciando ad intervenire seriamente con il governo di Singapore..


VI CHIEDIAMO DI ESPRIMERE LA VOSTA SOLIDARIETA’ FIRMANDO LA LETTERA CHE TROVATE IN ALLEGATO ENTRO DOMANI MARTEDI’ 12 SETTEMBRE ORE 15,00. RISPONDETE A: atricarico@crbm.org

Ci scusiamo per qualche errore di battitura e stile nella fretta. La rileggiamo prima di inviarla.


Trovate in allegato anche un comunicato stampa internazionale. Mercoledì vi circoleremo un nuovo posizionamento della società civile globale. Infine, allego di seguito link alla copertura della stampa internazionale sul caso nel fine settimana.


Grazie sin da ora a tutti.

Saluti


Antonio Tricarico

Coordinatore

CRBM/Mani Tese

328.84 85 448 - 06.78 26 855

Redazione1
12.09.2006 21:22
Crocefisso nelle scuole,il giudice Tosti scrive a Mastella

Crocefisso: giudice Tosti scrive lettera ufficiale al ministro Mastella
Al Ministro di Giustizia
On.le Clemente Mastella
Via Arenula 70
00186 R O M A

OGGETTO: Rimozione del simbolo religioso cattolico da tutte le aule giudiziarie italiane.

Io sottoscritto Luigi Tosti, res. a Rimini, Via Bastioni Orientali n. 38, nella mia duplice qualità di magistrato ordinario di questa Repubblica e di cittadino italiano imputato nei procedimenti penali nn. 2366/05, 3188/05, 3373/05, 3800/05R.G., 78/2006 e 194/2006 Mod. 21 P.M. Tribunale de L'Aquila e nei procedimenti riuniti nn. 637 e 638/2005 R.G. Tribunale de L'Aquila, reitero per l'ennesima volta, la richiesta di immediata rimozione dei simboli religiosi da tutte le aule giudiziarie italiane, in ottemperanza al principio di laicità dello Stato e in ossequio alla pronuncia della Corte di Cassazione Penale, IV Sez., del 1.3.2000 n. 439, che ha espressamente sancito che tutta la normativa fascista relativa all'ostensione del crocifisso negli uffici pubblici deve ritenersi abrogata, ex art. 15 disp. prel. al cod. civile, per incompatibilità assoluta coi principi di laicità, di libertà religiosa e di eguaglianza dei cittadini affermati dalla Carta Costituzionale e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'Uomo.
In subordine Le chiedo di esporre in tutte le aule giudiziarie, a fianco del crocifisso ed in ottemperanza al principio di eguaglianza di tutte le religioni e di tutti cittadini, tutti i simboli di tutti i credo religiosi concepiti dalla mente dell'uomo e, in particolare, il simbolo dell'Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti e la menorà ebraica (le rammento che la Corte Costituzionale ha sempre attribuito all'ateismo e all'agnosticismo gli stessi diritti e la stessa dignità che competono alle ideologie positive).
Ribadisco che nella mia qualità di magistrato mi rifiuto di violare il mio obbligo giuridico di essere e di apparire imparziale, perché ritengo di dover rispettare sia il comma 2° dell'art. 111 della Costituzione che l'art. 6, 1° comma, della Convenzione sui diritti dell'Uomo e, pertanto, mi rifiuto di calpestare il diritto dei cittadini non cattolici e dei cittadini non credenti di essere giudicati da giudici "visibilmente imparziali".
Ribadisco, poi, che nella mia qualità di imputato mi rifiuto di farmi processare da giudici partigiani che si identificano platealmente nei crocifissi cattolici appesi sopra la loro testa, e non nei simboli neutrali dell'unità nazionale che, guarda caso, sono accuratamente estromessi dalle aule giudiziarie italiane: tanto più in processi nei quali questi giudici di parte cattolica -che cioè accettano di far parte di un'Amministrazione connotata di cristianità- sono chiamati ad esprimere un giudizio di colpevolezza o di innocenza in relazione ad un mio comportamento che è diametralmente opposto, cioè di rifiuto radicale di giudicare in nome di quel "loro" idolo.
Ribadisco che non accetto di essere processato da giudici che sono indotti a condannarmi per non correre il rischio, in caso contrario, di essere sottoposti a procedimenti disciplinari da parte del Ministro di Giustizia, nonché al linciaggio pubblico da parte delle più Alte cariche istituzionali, politiche e "religiose" dello Stato Cattolico Italiano.
Le ricordo, a tal proposito, che il giudice dell'Aquila dott. Mario Montanaro, "reo" di aver pedissequamente seguito l'orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale; "reo" di avere applicato e rispettato la Costituzione Italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'Uomo, "reo" di avere considerato un cittadino italiano di fede musulmana uguale e di dignità pari a quella di un cittadino cattolico, è stato sottoposto alla vergognosa intimidazione del Ministro della Giustizia Castelli, che ha disposto un'immediata ispezione a suo carico ed ha pubblicamente bollato la sua ordinanza, senza neppure leggerla, come un "provvedimento abnorme", "ricordando di aver ricevuto da Adel Smith la strampalata richiesta -cui ovviamente non ha dato seguito- di togliere i crocifissi dalle aule giudiziarie".
Le ricordo che persino il Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi ha scagliato i suoi strali contro il giudice Montanaro, caldeggiando pubblicamente la riforma della sua ordinanza ("si tratta di una decisione non definitiva, suscettibile di impugnazione") e censurandola, nel merito, sino al punto di affermare che "il crocifisso nelle scuole è sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno a base della nostra ("nostra"???) identità", dimenticandosi forse di rivestire la carica istituzionale di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e, quindi, di garante dell' indipendenza e dell'imparzialità dei giudici (estremamente significativa è la circostanza che le "motivazioni" "suggerite" da questo dictat Presidenziale siano poi state pedissequamente recepite dai giudici amministrativi, al pari del dictat del Cardinal Ruini, presidente della Confer. Episc. Italiana, che ha affermato che "il crocifisso esprime l'anima profonda del nostro Paese e deve dunque rimanere come segno dell'identità della nostra nazione. La decisione del giudice Montanaro ci ha sorpreso sia per il contenuto che per le ragioni addotte").
Le ricordo che Benedetto XVI, Capo di uno Stato estero che gode di spazi televisivi RAI infinitamente superiori a quelli destinati al Presidente della Repubblica Italiana, ha lanciato il suo dictat affermando che "E' importante che Dio sia visibile nelle case pubbliche e private, che Dio sia presente nella vita pubblica, con la presenza dei crocefissi negli uffici pubblici" (faccio osservare, incidentalmente, che nessuno vieta a Dio, che è fatto a nostra immagine e somiglianza, di rendersi visibile di persona, quando e dovunque voglia).
Le ricordo che Pierluigi Castagnetti ha "gentilmente" bollato l'ordinanza del giudice Montanaro come "una sentenza priva di intelligenza, buonsenso e legittimità" Le ricordo che Roberto Maroni l'ha bollata come "una sentenza aberrante, che va cancellata al più presto perché un giudice non può cancellare millenni di storia"). Le ricordo che Roberto Calderoli ha bollato l' ordinanza come "una bestemmia, le cui motivazioni gli appaiono ancor più gravi" (per il leghista è inconcepibile che un musulmano possa essere uguale ad un cattolico, come è inconcepibile per alcuni uomini di razza bianca che i "negri" possano godere dei loro stessi diritti).
Le ricordo che il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Virginio Rognoni, dimenticandosi forse di rivestire il ruolo istituzionale di garante dell'indipendenza e dell'imparzialità dei giudici, ha dichiarato di "essere disorientato e preoccupato" (di che? Forse del fatto che il giudice Montanaro aveva fatto pedissequa applicazione delle sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale?)
Le ricordo che il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Fini ha graziosamente bollato il provvedimento del dr. Montanaro come una "decisione assurda e sconcertante, operata da un magistrato evidentemente in cerca di notorietà, che offende i sentimenti profondi della stragrande maggioranza degli italiani" (quali? Forse quelli dediti alla pratica del razzismo e della discriminazione religiosa?).
Le ricordo che il Ministro dell'Interno Pisanu, dall'alto della sua carica istituzionale, ha pubblicamente dichiarato di "sentirsi offeso dalla sentenza del giudice Montanaro, sia come cristiano che come cittadino: il crocifisso, infatti, non è solo il simbolo della mia religione, ma anche l'espressione più alta di 2000 anni di civiltà" (a quale "civiltà allude l'On.le Pisanu? Forse alle "sante crociate", che hanno provocato lo sterminio di milioni e milioni di "infedeli musulmani"? Forse ai roghi su cui sono stati fatti cristianamente ardere gli eretici, gli omosessuali e le streghe? Forse alle torture cristianamente inflitte dai Tribunali della "Santa" Inquisizione? Forse all'imposizione di simboli distintivi, alle ghettizzazioni, alle persecuzioni razziali ed all'olocausto contro gli ebrei ed agli stermini dei valdesi e degli ugonotti?)
Le ricordo che il segretario dell'UDC Follini ha bollato il provvedimento del dr. Montanaro come un "errore clamoroso, che colpisce i sentimenti delle persone (quali?) senza aggiungere nulla alla piena autonomia delle istituzioni".
Le ricordo che il capogruppo centrista alla Camera Volonté ha definito l'ordinanza come "sconcertante, oltre che sbagliata, invitando l'Avvocatura di Stato e il Ministro Moratti ad intervenire in sede giudiziaria per tutelare le leggi (??) e la morale civile (??????)". Le ricordo che il Sindaco DS di Roma Veltroni ha bollato il provvedimento come "sentenza priva di intelligenza, che non aiuta l'integrazione" (forse per l'On.le Veltroni l'integrazione consiste nell'obbligo degli atei e dei credenti in religioni diverse dal cristianesimo di prostrarsi dinanzi al "suo" crocifisso, perché "UNICO" simbolo depositario di Verità, civiltà, tolleranza etc. etc.).
Le ricordo che Sandro Bondi di Forza Italia ha invocato addirittura "l'intervento del Parlamento (non, per fortuna, quello dell'ONU) per ristabilire la sovranità popolare e democratica rispetto a decisioni come quella assunta da un funzionario dell'ordine giudiziario che offendono i valori fondamentali della nostra (???) storia, della nostra (???) cultura e della nostra (???) identità nazionale". Le ricordo che Francesco Storace, Presidente della regione Lazio, ha "provato una fortissima indignazione per la sentenza dell'Aquila, che è la logica conseguenza di una grave tendenza che punta alla negazione di valori che fanno parte della tradizione italiana ed europea. E' bene che si cominci a dire forte e chiaro che i cattolici non possono essere considerati ospiti (???) in Italia."
Le ricordo che Gianni Alemanno, ministro delle politiche agricole, ha espresso pubblica "indignazione per la sentenza del giudice Montanaro: aprire alle altre culture non può e non deve significare la cancellazione (????????) della nostra (????) identità italiana" (evidentemente per Alemanno non si è italiani se non si è cattolici).
Le ricordo che il Comitato Nazionale per la Giustizia, presieduto dall'Avv. perugino Giacomo Perrone e dal segretario Gianfranco Sassi, magistrato in pensione, ha chiesto al Ministro di Giustizia Castelli di promuovere l'azione disciplinare nei confronti del dott. Montanaro, "denunciando la natura prettamente politica della decisione, che contrasta con i principi dell'ordinamento dello Stato e con la normativa vigente (follia!), emessa per di più su ricorso del Presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, autore di un grave atto di ostilità (non c'è limite all'impudenza)", e bollandola come un' "abnorme pronuncia giudiziaria, chiaramente parziale, e come tale lesiva del prestigio della magistratura (esiste un giudice a Berlino, ma, non certo, nella specie, a L'Aquila".
Le ricordo che il Segretario della Conferenza Episcopale Italiana Mons. Betori ha dichiarato che "la Croce è un simbolo irrinunciabile per il popolo italiano e che la sentenza del giudice Montanaro è in contraddizione con una legge vigente dello Stato, che nessun Parlamento ha mai cambiato, tanto meno la Costituzione" (dal che si arguisce che i giudici della IV Sezione penale della Cassazione sono, agli occhi dell'Alto Prelato, dei perfetti incompetenti).
Le ricordo che il giudice Montanaro è stato fatto oggetto di intimidazioni e minacce di morte da parte di vigliacchi quanto anonimi accoliti della cosiddetta "civiltà" e della cosiddetta "tolleranza" cristiana, di cui sarebbe impregnato il simbolo del crocifisso.
Le ricordo che l'ordinanza del giudice Montanaro ha determinato la presentazione del disegno di legge 2749 del 15.5.2002 dell'On.le Federico Bricolo, recentemente reiterata in data 31.5.2006 col n. 955, col quale si tenta addirittura di istituzionalizzare con legge la discriminazione religiosa, cioè un crimine punito dalla Convenzione di New York con pene detentive, imponendo ai non credenti ed ai credenti in religioni diverse il simbolo della Superiore Religione Cattolica, unico simbolo di civiltà e di tolleranza (Giordano bruno docet), e prevedendo anche sanzioni penali per chi, come me, si rifiuta di soggiogarsi sul posto di lavoro a questo simbolo.
Le ricordo che l'ordinanza del dott. Montanaro ha determinato anche la presentazione del disegno di legge 4523 del 26.11.2003 del leghista Alessandro Cè per la modifica dell'art. 8 della Costituzione in senso razzistico, cioè per attribuire alla sola Religione Cristiana il privilegio e la prerogativa di "fondamento spirituale nel patrimonio religioso italiano", bollando l'ordinanza del giudice Montanaro come un "episodio sconcertante che ha provocato l'unanime reazione di condanna del Parlamento e della Chiesa" (forse sarebbe stato opportuno rispettare la scala dei "valori" istituzionali, posponendo il Parlamento alla Chiesa).
Le ricordo che l'On.le Cosimo Izzo di Forza Italia si è fatto anch'egli promotore di altro progetto di legge di modifica dell'art. 2 della Costituzione, per rendere "obbligatoria" la morale e la religione cattolica agli italiani, forse per "ossequiare" la Convenzione internazionale per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e la convenzione di New York per la repressione delle discriminazioni religiose.
Le ricordo, infine, che anche Ella ha bollato l'ordinanza del giudice Montanaro come "un errore storico e culturale, che non aiuta l'integrazione e interpreta in modo sbagliato il pluralismo religioso. Togliere oggi il crocifisso dalle aule delle scuole significa non avere rispetto per valori che per noi ("noi", chi?) sono fondamentali".
Le chiedo pertanto -nell'ipotesi che non intenda ammettere che il Giudice Mario Montanaro è stato vittima di un vigliacco e ingiusto linciaggio istituzionale, perpetrato col classico coraggio del branco- di spiegarmi quale sarebbe "il modo giusto di interpretare il pluralismo religioso" e se, in particolare, Ella ritiene, come il Suo predecessore On.le Castelli, che il simbolo degli ebrei -che sono stati da Voi cristiani ghettizzati, perseguitati e sterminati- non meriti, per un qualche motivo che mi resta ancora ignoto, di essere esposto a fianco del Vostro sacro Crocifisso.
Attendo cioè di sapere da Lei se il "modo giusto" di interpretare il pluralismo religioso nelle aule giudiziarie sia quello di seguitare a perpetuare il privilegio dell'uso esclusivo delle pareti pubbliche -che cioè appartengono a tutti gli italiani, qualunque sia il loro credo- alla sola "Superiore Razza Cristiana", esponendo il solo simbolo del Crocifisso ed escludendo e discriminando i simboli degli ebrei, dei musulmani, dei buddisti, degli atei e via dicendo.
In epoca oramai lontana negli Stati Uniti si praticava la discriminazione razziale ai danni dei "negri", riservando i posti a sedere sugli autobus pubblici ai soli uomini di "superiore razza bianca". In Italia si pratica ancora oggi la discriminazione religiosa, riservando l'uso e il godimento delle pareti degli uffici pubblici alla sola Razza Superiore dei Cristiani: e si ha anche la sconfinata impudenza di giustificare questa odiosa e squallida discriminazione attraverso il "richiamo" dei "valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di eguaglianza e di rifiuto di ogni discriminazione che il crocifisso è atto ad esprimere in chiave simbolica".
E' forse questo il "modo" in cui Voi Cattolici "praticate" e "coltivate" i "valori" di "eguaglianza", "rispetto reciproco", "tolleranza" e "rifiuto di ogni discriminazione", cioè "marcando" le pareti pubbliche col vostro idolo ed escludendo tutti gli altri dalla possibilità di farne un pari uso? Complimenti!
Gradirei anche sapere se è sua intenzione reiterare, come il Suo predecessore On.le Castelli, la minaccia di procedimenti disciplinari a carico dei giudici aquilani che "osassero" incautamente affermare l'illiceità dell'esposizione dei crocifissi nelle aule giudiziarie italiane, in "oltraggioso" disaccordo con gli autorevoli "dictat" del Vaticano, della Conferenza Episcopale Italiana e della schiera trasversale dei politici sopra menzionati.
Spero che Ella avrà -a differenza del Suo predecessore- la gentilezza di rispondermi e, all'occorrenza, l'umiltà di ammettere gli errori e le ingiuste accuse che sono state perpetrate ai danni di un Giudice, il dr. Mario Montanaro, le cui uniche "colpe" sono quelle di essere giuridicamente preparato, coraggioso, imparziale e indipendente. Penso che molti dovrebbero vergognarsi e chiedergli pubblicamente scusa.
Avendone infine interesse, anche ai fini del tempestivo esercizio della cd. legittima suspicione, colgo l'occasione per chiederLe quale sia l'esito dell'esposto che Le ho presentato per le gravi irregolarità che sono state perpetrate ai miei danni dai giudici aquilani nella formazione del collegio che mi ha giudicato (e condannato) in data 18.11.2005. Chiedo, in particolare, di sapere per quali giustificabili motivi sia stato affidato l'incarico di presidente al dott. Carlo Tatozzi che, oltre ad essere incompatibile ex lege a causa delle mansioni ricoperte (GUP), non rientrava, tabellarmente, tra i giudici assegnati al Collegio penale, e sia stato invece escluso dal collegio giudicante il dott. Mario Montanaro che, stando alle vigenti tabelle, doveva far parte di quel collegio. Mi sembra sufficiente grave che le norme della Costituzione sulla "precostituzione del giudice naturale", le corrispondenti disposizioni dell'ordinamento giudiziario, le circolari del CSM e le tabelle approvate dal CSM siano state disapplicate per creare un giudice prevenuto nei miei confronti.
Distinti saluti.
:
Luigi Tosti
:
P.S.: dimenticavo di ricordare che il TAR del Veneto, con ordinanza n. 56 del 2004, ha ritenuto -in perfetta sintonia con la Corte di Cassazione penale- che le norme fasciste che impongono l'ostensione dei crocefissi nelle scuole violassero gli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 (una vera e propria strage): pertanto ha sollevato un'eccezione di incostituzionalità delle norme fasciste. La Corte Costituzionale ha però dichiarato inammissibile la questione, trattandosi di norme regolamentari. A quel punto tutti davano per scontato l'accoglimento del ricorso da parte del TAR del Veneto. La Divina Provvidenza, però, ha fatto sì che due dei tre giudici che componevano il precedente Collegio venissero sostituiti e che il fascicolo, originariamente assegnato al relatore dr. Angelo Gabbricci, trasmigrasse nelle mani del nuovo Presidente, il dr. Umberto Zuballi: sicché, con sentenza 1110/2005, il TAR del Veneto si rimangiava tranquillamente tutto quello che aveva affermato un anno prima, affermando addirittura che il crocifisso è un simbolo "laico".
Con sentenza n. 556 del 2006 il Consiglio di Stato ha respinto l'appello, confermando la sentenza del TAR del Veneto. Nella sentenza -la cui stesura è stata affidata non al relatore dr. Sabino Luce, bensì al dr. Giuseppe Romeo, ex residente del centro studi Torrescalla dell'Opus Dei- si spiega che "il crocifisso è atto ad esprimere, in chiave simbolica ma in modo adeguato, l'origine religiosa dei valori della tolleranza (ad esempio: crociate, inquisizioni, roghi su cui Giordano Bruno e decine di migliaia di eretici, streghe ed omosessuali arsero cristianamente), del rispetto reciproco, di valorizzazione della persona (ad esempio: imposizione dei simboli distintivi agli ebrei, ghettizzazione degli ebrei, imposizione delle prediche coatte, rapimento dei bambini ebrei battezzati di nascosto, leggi razziali ed olocausto praticati dai cristiani fascisti e nazisti), di rifiuto di ogni discriminazione (ne sanno qualcosa gli ebrei, le donne, gli omosessuali, gli schiavi)", sicché, in estrema sintesi, "il crocifisso esprime i valori della laicità" e deve essere cristianamente imposto a tutti -anche ai non credenti e a coloro che professano altre religioni- perché "nel contesto culturale italiano appare difficile trovare un altro simbolo che, più del crocifisso, esprima quei valori".
Come dire: la superiore razza ariana è l'unica che merita di vivere, perché si è particolarmente distinta -soprattutto durante il ventennio nazi-fascista- nella lotta contro la discriminazione razziale. E' dunque giusto che solo gli ariani seguitino a vivere e che, al contrario, gli ebrei e i rom seguitino ad entrare nelle camere a gas e nei forni crematori. Oppure: la Superiore Razza Cristiana si è particolarmente distinta -come testualmente afferma il Consiglio di Stato- nella lotta per l'affermazione dei valori della "tolleranza", dell' "eguaglianza", del "rispetto reciproco" e del "rifiuto di ogni discriminazione". E' dunque "giusto" che seguiti a godere del privilegio di marcare, in regime di monopolio, le pareti degli uffici pubblici, discriminando ed escludendo tutte le altre religioni e chi non crede.
Complimenti alla "logica" ed all'impudenza. Credo proprio che per chiudere "degnamente" i processi a mio carico in quel de L'Aquila sarebbe opportuno che la futura formazione dei Collegi giudicanti fosse demandata al Vaticano, alla C.E.I. ed all'Opus Dei: sempreché, ovviamente, non si voglia scomodare la Divina Provvidenza in persona.
Rimini, li 5 settembre 2006
:
Luigi Tosti

per prendere contatto col giudice i suoi riferimenti sono nel sito:
http://nochiesa.blogspot.com

Redazione1
12.09.2006 21:24
Il portale dei Bambini di Fulvio Pratesi

Buon Giorno!
Siamo lieti di augurare un grandissimo bentornato e un buon settembre a tutti gli utenti e ai collaboratori de Il Portale dei Bambini.
Vi comunichiamo che da oggi riceverete due newsletter mensili, una all'inizio e una alla fine del mese.
La prima, simile a questa, è un mezzo per comunicarvi tutte le novità commerciali in atto, quali nuovi prodotti, servizi, co-marketing, offerte ecc., la seconda serve invece per tenervi aggiornati sui nuovi contenuti del Portale.
Vi informiamo che continua la promozione della rivista "L'Orsa" (visita il sito de "L'Orsa" cliccando qui), ottima occasione per far conoscere ai più piccoli un mensile dedicato agli animali e alla natura, a cura di Fulco Pratesi e che, a grande richiesta, il corso di inglese in tre livelli per bambini Happy English è ancora in vendita on-line ad un prezzo davvero imbattibile!
Cari lettori,
in occasione del 29° anno di vita de L'Orsa, vorrei ricordarvi il successo della nostra rivista, "la prima rivista per ragazzi di natura e vita all'aria aperta".
Le foto, i reportage, i disegni e gli articoli su tanti paesi del mondo, su specie bizzarre di animali e piante, hanno conquistato sempre più i ragazzi che sono contenti di leggere e collezionare L'Orsa, utilizzandola per integrare le loro ricerche o per soddisfare le loro curiosità.
L'Orsa parla ai ragazzi con un linguaggio semplice e divertente, stimolandoli e suscitando sempre un vivo interesse. Inoltre la rivista viene distribuita solo in abbonamento e non contiene pubblicità per una nostra precisa scelta editoriale.
Vi segnalo pertanto l'importante iniziativa, in collaborazione con Il Portale dei Bambini, grazie a cui i nuovi giovani lettori possono ottenere gratuitamente un numero dell'Orsa.
Gli insegnanti che lo richiederanno, potranno ricevere alcuni numeri della rivista da far conoscere ai loro alunni. Un modo pratico per sfogliare le nostre pagine e conoscerci. Basta collegarsi all'indirizzo:
http://www.ilportaledeibambini.net/form_orsa.php
e seguire le istruzioni.
Buona lettura!

Fulco Pratesi
Arrivederci alla prossima newsletter!
Il Portale dei Bambini

Redazione1
12.09.2006 21:27
Santificazione in TV

Santificazione in TV
Dopo la ''santificazione'' di Moggi, cui è stato dato spazio, tempo e modo per auto assolversi e, anzi, mettere sotto accusa coloro che la giustizia sportiva ha incaricato di censurare il suo comportamento, rimaniamo allibiti per le successive polemiche.

Se è questa la TV che ci viene propinata dal servizio pubblico, pagata in larghissima parte con il canone di noi cittadini, non siamo tranquilli, anche perchè quel personaggio lasciato a dilagare senza serio contraddittorio, è stato definito un personaggio ''scomodo, ma il top del momento''.

Se questo è il top figuriamoci cosa può essere considerata la normalità!

Speriamo che da questo episodio non si prenda spunto per ''santificare'' (magari con la presenza di qualche ministro per aumentare l'audience) altri famosi intercettati che si sono fatti beffe dei giudici, delle autorità, dei testimoni, della giustizia e di un povero ragazzo ammazzato a fucilate per pura incoscienza.

Simona Giovannozzi

11 Settembre 2006

www.communitas2002.it

Redazione1
12.09.2006 21:28
Kataklisma, ripartono i corsi

da ottobre 2006 ripartono i corsi
kataklisma teatro
TEATRO & DANZA
29 SETTEMBRE ore 20.00 INCONTRO CON GLI INSEGNANTI - FESTA E COCKTAIL DI APERTURA

ULTIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE
dal 26 al 29 SETTEMBRE LEZIONI GRATUITE E INCONTRI CONOSCITIVI PER TUTTI I CORSI


LEZIONI E INCONTRI GRATUITI

MART 26 ORE 18.00 RILASSAMENTO- MASSAGGIO-RIEQUILIBRIO ENERGETICO

MART 26 TEATRO ORE 20.00

MERC 27 TEATRO FISICO-TEATRO DANZA ORE 20.00

MERC 27 ORE 19.00 PILATES

GIOV 28 ORE 19.00 DANZA CONTEMPORANEA

VEN 29 ORE 18.00 YOGA

GIOV 28 ORE 17.00 DANZA CLASSICA BAMBINI

MERC 27 ORE 17.00 TEATRO BAMBINI





Kataklisma teatro
Via G. De Agostini 77/79 000176 Roma
338 3476616 kataklisma@kataklisma.it ; www.kataklisma.it


FILOSOFIA GENERALE DEI CORSI

I corsi si sviluppano seguendo un percorso che fornisca gli strumenti espressivi e tecnici in una filosofia che parte dal corpo come punto focale e motore espressivo e creativo sulla scena






CORSI



CORSO DI TEATRO FISICO/ TEATRO DANZA
DOCENTE Elvira Frosini
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 02/10/06 al 30/06/07

GIORNI E ORARI: lun e merc ore 20.00 - 21.30

euro 90,00 mensili
aperto a tutti, anche ad attori e danzatori

Il corso prevede una formazione e ricerca nella danza e nel teatro in un'ottica di integrazione dei linguaggi artistici. Si parte da un lavoro di respirazione, sul peso, sul centro, economia dello sforzo negli spostamenti, dinamiche interne al movimento, qualità dello stare e di presenza nello spazio. Si aggiunge poi un lavoro di improvvisazione, esplorando le varie strategie e possibilità improvvisative e connettendole con la composizione,lavoro con il testo, improvvisazioni personali che tendono alla creazione di un vocabolario di movimenti, gesti e alle loro possibili relazioni con l'esterno, realizzazione di micro-cellule drammaturgiche, nella direzione di un processo di reale elaborazione scenica. Il lavoro si connette con l'uso di immagini, testo, suono. Tutto il lavoro si svolge in un'ottica esplorativa e non dogmatica che rispetti le individualità e il percorso personale ma rigorosa nel metodo e nella prassi



CORSO DI DANZA CONTEMPORANEA/improvvisazione e composizione
DOCENTE Elvira Frosini
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 05/10/06 al 30/06/07

GIORNI E ORARI: gio ore 19.00 - 20.30
euro 50,00 mensili
Il corso si sviluppa partendo dalla conoscenza dei principi base del movimento e di consapevolezza del corpo e dell'energia. Si lavora basandosi sui principi della tecnica contemporanea, ma secondo un approccio critico che sviluppi consapevolezza e capacità reattiva e creativa. Si parte da alcuni temi base: allineamento, rilassamento, concentrazione, centro, respirazione, visualizzazione, espansione, peso, spazio, dinamica.Improvvisazione e chiarezza di composizione.







LABORATORIO PERMANENTE PERFORMATIVO DI TEATRO FISICO/ TEATRO DANZA
DOCENTE Elvira Frosini
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 02/10/06 al 30/06/07

GIORNI E ORARI: gio ore 20.30 - 22.30

il laboratorio è riservato al gruppo di lavoro, previo colloquio si può accedere alle lezioni

euro 12.00 a lezione per gli esterni che hanno fatto il colloquio
riservato al gruppo performativo di kataklisma teatro/ si può eventualmente partecipare su richiesta e colloquio

Il laboratorio prosegue il lavoro attivato nei corsi di base di Teatro Fisico e prepara in ottica performativa alle varie produzioni e performances del gruppo in un’ottica di ricerca secondo le linee sviluppate da kataklisma teatro. E’ un gruppo performativo/compagnia che lavora alla preparazione e realizzazione di progetti,spettacoli, performances in maniera permanente.





CORSO DI TEATRO
DOCENTE Ilaria Patamia
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 03/10/06 al 30/06/07

GIORNI E ORARI: mar ore 20.30 - 22.30
euro 60,00 mensili
Corso di teatro basato sul lavoro di Grotowski. lavoro sul corpo, lavoro sulla voce, lavoro sul personaggio, respirazione, lavoro sul testo



CORSO DI TECNICA PILATES
DOCENTE Giuseppe Bersani (Insegnante certificato Metodo Pilates)
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 02/10/06 al 30/06/07

ISCRIZIONI ENTRO tutto l’anno
GIORNI E ORARI: lun- merc ore 19.00-20.00

(possibile attivazione corso mattina)
euro 60,00 mensili


Pilates è un'allenamento di ri-organizzazione fisico e mentale, con lo scopo di rendere le persone consapevoli del proprio corpo e della propria mente.
Nella tecnica Pilates, che fonda la propria efficacia sulla correttezza degli esercizi di equilibrio e di postura, la mente entra in sintonia con il corpo, restando concentrata su quello che sta accadendo mentre accade. Il controllo cosciente di tutti i movimenti della muscolatura del corpo permette un uso più efficiente e corretto dei meccanismi di produzione del movimento legati ai vari livelli della struttura scheletrica. Questo si ottiene con la completa coscienza dei meccanismi funzionali del corpo e la totale comprensione dei principi di equilibrio e gravità applicati ad ogni movimento nello stato attivo e nel nel riposo, migliorando il rapporto tra corpo e mente.
Il metodo Pilates aiuta a mantenere un equilibrio tra forza e flessibilità assicurando l'esecuzione più efficiente dei movimenti. Se praticato regolarmente, aumenta la forza, la flessibilita', l'equilibrio, il controllo respiratorio, la resistenza, la coordinazione, la fluidità del movimento, la concentrazione, il rilassamento.



CORSO DI RILASSAMENTO, MASSAGGIO, RIEQUILIBRIO ENERGETICO /TERAPEUTICO
DOCENTE Ilaria Patamia
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 05/10/06 al 30/06/07

ISCRIZIONI ENTRO nessun termine
GIORNI E ORARI: mar ore 17.00 - 18.00 /

(su prenotazione sessioni di due ore nei week end costo euro 25,00 singola sessione)

posti limitati
euro 50,00 mensili
RILASSAMENTO E RESPIRAZIONE, AROMI, MUSICA E RELAX, TRAINING AUTOGENO, ELEMENTI DI MOVIMENTO CONSAPEVOLE E CREATIVO, MASSAGGI E STRETCHING, LETTURA DI MASSIME ZEN, FLUID MOTION



CORSO DI TAI CHI
giacomo calabrese

DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 06/10/07 al 30/06/07

ISCRIZIONI ENTRO tutto l’anno
GIORNI E ORARI: due sab al mese ore 16.00-18.00

euro euro 30 a sessione
Le tecniche di rilassamento e di respirazione eseguite durante la concatenazione dei movimenti consentono lo svilupparsi della forza interiore, chiamata Chi, che i maestri contrappongono alla forza muscolare, considerata nettamente inferiore e limitata. Il Tai Chi è amore per la bellezza interiore, insegna a vincere senza combattere, a cedere senza subire, lasciando passare oltre l'aggressività che tenta di danneggiare e coinvolgere. Il Tai Chi non è una tecnica per vincere, ma per non perdere, non è una disciplina per diventare invincibili, ma è ricerca della propria natura, non è disciplina agonistica e, non richiedendo l'uso della forza fisica, può essere praticata da chiunque. La pratica del Tai Chi insegna la via dell'unione con l'universo. Insegna ad armonizzare la mente il cuore e il corpo per divenire un'unica cosa con il tutto. Fondersi con la natura stessa è il fondamentale obiettivo della pratica.La natura ama e protegge in eguale misura tutte le cose e le aiuta a crescere e a svilupparsi.Nessun fiume viene rifiutato dall'oceano.

(nel corso dell'anno il maestro organizza degli incontri periodici all'aperto (parchi) domenicali)







CORSO DI YOGA

alessandro de santi (insegnante certificato metodo Iyengar)
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 05/10/06 al 30/06/07

ISCRIZIONI ENTRO tutto l’anno


GIORNI E ORARI: mar e gio ore 18.00-19.00

euro 60,00 mensili
Lo yoga,secondo il metodo Iyengar e lo studio delle
asana (posizioni ) per creare benessere psico-fisico.La base,è la possibilità di fare delle posizioni forzando sulle articolazioni e stimolare le fasce muscolari per tonificarle. E' una forte applicazione cosciente sul fisico e sulla respirazione, il controllo di ogni articolazione per creare aperture e morbidezza nel corpo. La disciplina utilizza,per aiutare le posizioni, attrezzi semplici come cinte e blocks, addirittura delle sedie(negli archi).Ha un forte potere terapeutico se utilizzato
con costanza, ed è indicato per ogni fascia di età.






STAGE E LABORATORI DURANTE L'ANNO

durante l'anno ci saranno stages e laboratori (nei week end) di

DANZA CONTEMPORANEA E IMPROVVISAZIONE

TEATRO

RECITAZIONE CINEMATOGRAFICA METODO STRASBERG

REIKI

FIORI DI BACH







CORSO DI DANZA CLASSICA E PROPEDEUTICA
DOCENTE Elvira Frosini
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 02/10/06 al 30/06/07

ISCRIZIONI ENTRO tutto l’anno


GIORNI E ORARI: lun e gio ore 17.00 - 18.00 Ia fascia


Lun e giov ore 18.00-19.00 2° fascia
euro 60,00 mensili


I corsi si rivolgono a bambini e bambine dai 5 agli 11 anni. Il lavoro si svolge in maniera fluida attraverso le tecniche di apprendimento attraverso il gioco ed i principi di base della propedeutica della danza e della tecnica classica uniti al movimento creativo. Si inseriscono i primi elementi di danza contemporanea.



CORSO DI TEATRO BAMBINI
DOCENTE Ilaria Patamia – Laura Agneni
DURATA da ottobre 2006 a giugno 2007
DATA D'INIZIO E DI FINE DEL CORSO STESSO dal 04/10/06 al 30/06/07

ISCRIZIONI ENTRO tutto l’anno


GIORNI E ORARI: mer ore 17.00 - 18.00


euro 40,00 mensili


Il corso è volto a sviluppare una attività fisico-mentale-creativa nel bambino fornendo un fondamentale contributo all'apprendimento globale dell'infanzia nell'ambito delle attività teatrali, motorie, ricreative ed espressive. Si apprendono gli elementi del gioco teatrale mettendo in scena dei lavori.







KATAKLISMA teatro
Via Giovanni De Agostini 77/79
00176 - Roma (Pigneto)
tel. 338 34.76.616 kataklisma@kataklisma.it
www.kataklisma.it








Redazione1
12.09.2006 21:30
INCENERITORE? ANCHE NO

INCENERITORE? ANCHE NO

Venerdi 15 - Domenica 17 Settembre 2006
Piazza Tazzoli, Sestri Ponente - Genova

Venerdi 15 settembre 2006

Ore 16.00 IL GIOCO DEL RICICLO Animazione Bambini

ore 17.30.
Contro l'incenerimento per una gestione dei rifiuti basata su riciclaggio,
riuso, recupero.

Coordina: Bruno Pastorino, segretario provinciale PRC
Saluto di Stefano Bernini, presidente circoscrizione Sestri Ponente
Hanno assicurato la loro presenza: Matteo Cresti, Amici del Chiaravagna;
Federico Valerio. Italia Nostra; Eugenio Baronti, assessore comune di
Capannoni; Marino Ruzzenenti: esperienza dell'inceneritore di Brescia;
esponente Conai; i consiglieri comunali Andrea Brignolo, Bruno Delpino,
Patrizia Poselli

Conclude: Mirko Lombardi, responsabile ambiente PRC

Ore 21.00 CONCERTO di BAMBI FOSSATI Rock Progressive, Blues

Sabato16 settembre 2006

Ore 16.00 BARATTIAMOCI Animazione Bambini

ore 17.30:
Giu' le mani dal territorio: storie di resistenze

Coordina: Alessandro Lentini, Laboratorio Buridda
Hanno assicurato la loro presenza: Valentina Cancelli, Val di Susa; Onofrio
Petillo, comitati rifiuti Campania; Santino Bonfigli, NO Ponte sullo
Stretto; Ennio Cirnigliaro, Forum Sociale Valpolcevera; Tommaso Fattori,
l'esperienza di Firenze
al termine proiezione del film "Non disturbare il manovratore. Documentario
sulle lotte del ponente genovese" verrà introdotto da Gianni Pastorino,
coordinamento comitati del ponente genovese

Ore 21.00
CONCERTO di ARANCIA BALKANICA Rock Jazz in salsa balcanica con Mangiafuco e
giocolieri

domenica 17 settembre 2006 ore 10:
Associazione Ambientaliste e Istituzioni a confronto sulla politica ambientale

Coordina: Antonio Bruno, Forum Ambientalista Liguria
Hanno assicurato la loro presenza: Roberto Musacchio, europarlamentare;
Romolo Benvenuto, commissione ambiente Senato; Fabrizio Vigni, Portavoce
Sinistra Ecologista; Ciro Pesacane, portavoce Forum Ambientalista; Stefano
Lenzi, responsabile infrastrutture WWF; Maurizio Gubbiotti, segretario
generale Legambiente
Conclude: Giancarlo Bonifai, Forum Ambientalista


Biologgia, Forum Ambientalista, Forum verso la Sinistra Europea,
Laboratorio Sociale Buridda, Partiti della Rifondazione Comunista, Terra e
liberta'/Critical Wine, Uniti a Sinistra

-------------------------------

"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)

-----------------------
antonio bruno FORUM VERSO LA SINISTRA EUROPEA 339 3442011
---------------------------------
http://notavgenova.altervista.org
---------------------------------

Comitato Verità e Giustizia per Genova www.veritagiustizia.it, con
aggiornata rassegna stampa.
per aiutare le vittime della violenza delle forze dell'ordine a Genova
(luglio 2001).
ccp 34566992 ABI 07601 CAB 01400 intestato Comitato Verità e Giustizia per
Genova
per aderire alla mailing list: messaggio vuoto a
veritagiustiziagenova-subscribe@yahoogorups.com

Redazione1
12.09.2006 21:32
T-SHIRT EQUOSOLIDALI CERTIFICATE

T-SHIRT EQUOSOLIDALI CERTIFICATE ALL’MTV DAY

Le magliette distribuite all’Mtv Day 2006 il prossimo 16 settembre saranno in cotone Fairtrade proveniente da cooperative di produttori del Mali

Musica, solidarietà e sviluppo sostenibile. L’Mtv Day, la tradizionale giornata annuale dedicata alla musica e all’impegno sociale realizzata dall’emittente televisiva più conosciuta dai giovani di tutto il mondo, il 16 settembre prossimo, parlerà anche di commercio equo e solidale. Le t-shirt distribuite all’Arena Parco Nord di Bologna, infatti, saranno in cotone equosolidale certificato da Fairtrade. Chi acquisterà le magliette contribuirà in questo modo allo sviluppo delle cooperative di produttori del Mali che aderiscono al circuito del commercio equo e solidale. Il cotone è l’ultima frontiera in questo ambito: è una delle materie prime più commercializzate al mondo (rappresenta il 38% del mercato delle fibre, coltivato in oltre 100 paesi tra cui Cina, Stati Uniti, India e Pakistan che si contendono i due terzi del mercato). Più di 10 milioni di persone in Mali, Burkina Faso e Benin dipendono direttamente dalla produzione di cotone. La progressiva riduzione del prezzo del cotone, determinata dai sussidi che i coltivatori ricevono in USA, ha avuto un effetto devastante sui produttori dell’Africa Occidentale e Centrale. Dal 2003, grazie all’inserimento nel circuito equosolidale e ad un progetto pilota di Max Havelaar France (omologo francese di Fairtrade TransFair Italia), diverse organizzazioni di produttori del Senegal, del Camerun e del Mali hanno cominciato a pensare in modo diverso al loro futuro. Tra queste, le cooperative del Mali che hanno fornito il cotone equosolidale per l’MTV Day lavorato da Armor Lux, azienda francese impegnata nella produzione con materie prime equosolidali.

Alle cooperative del Mali viene così garantito un prezzo che copra i costi di produzione e un “premium” da destinare a progetti di sviluppo per la comunità; condizioni di produzione che consentano il rispetto dell’ambiente (il cotone Fairtrade è Ogm free) e standard qualitativi avanzati, gestione democratica delle cooperative e rafforzamento delle organizzazioni, possibilità di prefinanziamento, condizioni di acquisto stabili.

Comperare la t-shirt equosolidale è un modo concreto per contribuire alla campagna “No excuse” promossa da MTV per la lotta alla povertà.

Ufficio stampa Fairtrade TransFair Italia

Benedetta Frare

koiné comunicazione

tel 0422 420888

cell 348 8243386

stampa@fairtradeitalia.it

Redazione1
16.09.2006 15:05
Landmine Monitor Report 2006

Landmine Monitor Report 2006

Pubblicato oggi l’ottavo rapporto della
Campagna Internazionale per la messa al bando delle mine

Calano i fondi per la mine action internazionale, cresce il numero delle vittime delle mine.

Numerosi paesi sono stati bonificati dalle mine come mai prima, ma ancora 15.000-20.000 persone ogni anno continuano ad essere ferite ed uccise, spiega il nuovo report.



Roma 13.09.2006 Il Landmine Monitor Report 2006, ottavo rapporto della Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine presentato oggi in più di 30 capitali mondiali, denuncia che le mine terrestri in più di 78 paesi continuano a contaminare un’area grande come la Siria. La bonifica nel 2005 ha riguardato circa 740 chilometri quadrati di terra, pari alla dimensione della città di New York.

Circa 470.000 mine terrestri e 3.75 milioni di esplosivi sono stati rimossi. Ciò rappresenta il maggior numero di aree bonificate a partire dal 1980 con il moderno sistema di sminamento.



Malgrado questo progresso però, 13 dei 29 paesi che dovrebbero terminare la bonifica dei territori entro il 2009-2010 non hanno adottato le adeguate misure per la bonifica come ad esempio la Bosnia, Cambogia, Yemen e numerosi altri paesi aderenti alla Convenzione di Ottawa.



Mentre l’uso di mine terrestri continua a decrescere, tre governi hanno continuato ad utilizzare mine terrestri – Myanmar, Nepal e Russia. Gruppi armati ribelli in almeno 10 paesi usano mine antipersona.



Nonostante il successo nell’attività di bonifica, la percentuale delle persone ferite è aumentata dell’11%. Ciò è dovuto in larga parte all’intensificarsi dei conflitti in Myanmar, Ciad, Colombia, Pakistan e Sri Lanka. Il più alto numero di feriti, 1.100, è stato individuato in Colombia. Più di 350.000 sono state colpite dalle mine, e più di un milione continua a vivere in aree minate.



Nel 2005, per la prima volta, la raccolta fondi internazionale per la mine action è diminuita.

La Commissione Europea e gli Stati Uniti, i più grossi donatori per lo sminamento umanitario, hanno diminuito i loro fondi. Nel 2005 il totale dei fondi raccolti è stato di 376 milioni di dollari, circa 23 milioni di dollari in meno rispetto al 2004. L’Afghanistan e il Sudan hanno ottenuto la parte più consistente dei fondi raccolti.

“Purtroppo- afferma Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana Contro le Mine- anche l’Italia continua a limare i fondi dedicati alla Mine Action. Il Fondo Istituzionale per lo sminamento Umanitario istituito con la Legge 58/2001, dalla sua dotazione iniziale di 15 MLN di euro su un triennio è stato portato a meno di 7 MLN e mezzo di euro, inoltre – continua Schiavello- anno per anno si verificano erosioni costanti a questo fondo già di per se molto esiguo rispetto alle necessità e, soprattutto, alle responsabilità morali del nostro Paese.”



Più di tre quarti delle nazioni si sono unite al Trattato per la messa al bando delle mine mentre 40 Paesi non hanno ancora firmato la Convenzione di Messa al Bando.



“Malgrado il progresso nell’eliminare le mine terrestri e il loro uso, rimane ancora molto lavoro da fare, -conclude Giuseppe Schiavello- non bisogna dimenticare che anche l’uso delle cluster bombs in tutti gli scenari di guerra aggrava la situazione in modo esponenziale.”



Landmine Monitor Report 2006: per un mondo libero dalle mine





Scheda riassuntiva



&#9679; Trattato sulla messa al bando delle mine antipersona: 151 stati parte, 3 firmatati e 40 non firmatari

&#9679; 4 paesi hanno ratificato il trattato dall’ultimo rapporto: Brunei, Isole di Cook, Haiti, Ucraina

&#9679; 3 paesi non firmatari continuano ad utilizzare mine antipersona: Myanmar, Nepal, Russia

&#9679; Gruppi armati terroristici in 10 paesi continuano ad utilizzare mine antipersona: Myanmar, Burundi, Colombia, Guinea – Bissau, India, Iraq, Nepal, Pakistan, Russia/Cecenia, Somalia

&#9679; 13 paesi producono mine terrestri: Myanmar, Cina, Cuba, India, Iran, Corea del Nord, Corea del Sud, Nepal, Pakistan, Russia, Singapore, Stati Uniti e Vietnam.

&#9679; 4 paesi parte hanno completato la distruzione delle scorte: Algeria, RDC, Guinea – Bissau, Nigeria. 700.000 scorte di mine distrutte dai paesi parte del trattato

&#9679; Scorte negli stati non parte con più di 160milioni di mine incluse: Cina (110milioni stimate), Russia (26.5milioni), Stati Uniti (10.4 milioni) Pakistan (6 milioni), India (4-5 milioni)

&#9679; Almeno 78 paesi e 8 aree non riconosciute internazionalmente come stati indipendenti sono colpiti da mine terrestri

&#9679; Guatemala e Suriname hanno completato la bonifica nel corso del 2005

&#9679; Più di 740 km quadrati sono stati sminati nel 2005

&#9679; Più di 470.000 mine terrestri e 3.75 milioni di munizioni esplosive distrutte

&#9679; Almeno 13 dei 29 stati parte che hanno come scadenza per la bonifica il 2009-2010 non sono in linea con le scadenze: Bosnia Herzegovina, Cambogia, Ciad, Croazia, Danimarca, Mozambico, Niger, Senegal, Tagikistan, Tailandia, Regno Unito (Isole Falkland), Yemen e Zimbawe.

&#9679; I programmi di Mine Risk Education sono presenti in 60 paesi e otto aree; le attività hanno raggiunto 6.4milioni di persone.

&#9679; 7.328 vittime nel 2005, 11% in più rispetto al 2004

&#9679; Vittime di mine terrestri ed esplosivi il 58 paesi e 7 aree

&#9679; 15.000 – 20.000 nuovi feriti ogni anno e approssimativamente da 350.000 a 400.000 sopravissuti alle mine ad oggi nel mondo

&#9679; I quattro principali donatori: Stati Uniti (81.9 milioni di dollari), Commissione Europea ( 51.5 milioni), Giappone (39.3 milioni), Norvegia (36.5 milioni)

&#9679; I paesi che hanno ricevuto la maggior parte dei fondi per la mine action nel 2005: Afghanistan (66.8 milioni), Sudan (48.4 milioni), Angola (35 milioni), Iraq (27.8 milioni), Cambogia (23.9 milioni)

&#9679; Drastica riduzione dei fondi nei seguenti paesi: Iraq, Afghanistan e Cambogia

Per ulteriori informazioni: www.campagnamine.org

Campagna Italiana Contro le Mine - Onlus

Giuseppe Schiavello

340.4759230

06.85800693

Welfare Italia
16.09.2006 15:06

Redazione1
16.09.2006 15:24
Il mercato delle innovazioni sociali di D.D'antonio

----------------------------------------
Il mercato delle innovazioni sociali
----------------------------------------
Sono tante le ragioni per cui le cose nel mondo vanno male. Tra le più importanti ve n'è una, di cui non si ha coscienza, che consiste semplicemente nel fatto che le nostre società sono organizzate in un modo tale che non è possibile trarre un reddito adeguato dalla presentazione di soluzioni valide al loro miglioramento.
Noi umani siamo progrediti enormemente a livello tecnologico: siamo stati sulla Luna, comunichiamo agevolmente in rete, voliamo alti nei cieli, trapiantiamo organi come se spostassimo monetine da una tasca all'altra, e così via. Ma la stessa cosa proprio non si può dire per quanto riguarda il generale andamento delle nostre società, le penose, spesso tragiche, situazioni in cui esse versano essendo ampiamente e quotidianamente documentate dai media.
Come mai il nostro livello tecnologico supera di gran lunga il livello della nostra evoluzione sociale?
Verità assolute non esistono, tuttavia ci sentiamo di asserire con tranquillità che uno dei motivi principali di questo stato di cose consiste nella seguente opposta situazione:
- mentre la paternità delle idee che si concretizzano in oggetti materiali è ampiamente tutelata dalla legge, e per questo motivo coloro che le hanno concepite ne traggono un sicuro guadagno,
- le idee che si concretizzano in una diversa forma di organizzazione umana NON sono affatto tutelate dalla legge e per questo motivo NON procurano alcun guadagno a coloro che le hanno sviluppate.
Mentre la tecnologia scientifica gode di un buon sistema di protezione, e le innovazioni di questo tipo dispongono di un ampio, fiorente e gratificante mercato, la tecnologia sociale, l'insieme di regole relative alla nostra organizzazione in quanto società, pur avendo una grande e manifesta concretizzazione nella massa di persone che ne usufruiscono, non sono protette, e le innovazioni sociali non hanno alcun mercato dove offrirsi.
E' proprio questo stato di cose, la mancanza di una protezione, di un mercato e di un beneficio economico, che contribuisce a tenere lontane dal settore d'intervento sociale le menti più belle, creative e frizzanti della nostra comunità, al contempo rendendo impossibile la presentazione e l'affermarsi di idee eleganti e funzionali per la mancanza di una linea diretta tra la singola proposta politica e la cittadinanza.
Ancor oggi l'importante, primaria attività di ricerca e sviluppo delle norme che ci strutturano è relegata ad essere pertinenza esclusiva di un insieme di soggetti, i partiti politici, i quali, pilotati da gruppi di pressione principalmente economici e superstiziosi, hanno tutti una spiccata propensione a promuovere proposte solo se funzionali ai loro ristretti interessi di parte. Sono questi stessi interessi a determinare quell'indivisibile quanto confuso e spesso contraddittorio pacchetto di proposte che i cittadini possono scegliere al momento del voto, un muro invalicabile ergendosi sempre tra loro e la singola istanza, potendo essi così solo in modo molto grossolano esprimere la propria volontà.
L'unico risultato possibile, in questo stato di cose e nel migliore dei casi, non potendo che essere sempre quello del male minore, mai quello del bene maggiore.
D'altro canto, anche coloro che sono personalmente interessati a che le cose cambino per davvero, perché vivono direttamente o compassionevolmente una situazione spiacevole, e che potrebbero quindi influire genuinamente sui politici, non mostrano grandi capacità o genio creativo, per superficialità d'approccio e/o perché anch'essi prigionieri di culture stantie che affossano la loro capacità d'osservazione e creatività, molte volte limitandosi a volere fortemente qualcosa, ma senza nemmeno sapere cosa.
Al contrario, i grandi detentori del potere sanno benissimo cosa vogliono, e lo perseguono con costante, tranquilla, fruttuosa applicazione.
Una situazione simile, degna erede di epoche peggiori, non può che continuare a generare un clima di contrapposizione, di lotta, di sofferenza, di frustrazione, di continua sconfitta, e l'intervento in ambito sociale, invece di essere una attività gioiosa e risolutrice, rimane un luogo intellettuale triste e sfortunato.
Ed infatti i migliori creativi fra noi, quelle menti che eccellono in varie capacità, che hanno piena coscienza del proprio valore e cercano un campo dove esprimere il proprio genio con profitto, si guardano bene dal lasciarsi coinvolgere nel processo di cambiamento sociale. Quale persona di talento può essere così pazza da accettare di compiere una attività altamente dispendiosa di tempo ed energie per analizzare, studiare e sintetizzare valide innovazioni sociali, sapendo che non avrà modo di proporle efficacemente e tantomeno di ricavarne alcunché?
Non potendo dimenticare il percorso tipico delle idee, delle visioni innovative. Dapprima ignorate, poi osteggiate, ad un certo punto, se valide, vengono comunemente accettate al punto da divenir velocemente considerate banali. La ricompensa alla persona che fosse riuscita a proporle e che, profondendovi un impegno enorme, fosse riuscita in qualche sofferto modo a vederle realizzate, seguirebbe inevitabilmente eguale sorte, avendo acquisito nel frattempo anch'essa un valore banale, esiguo, nullo, riducendosi il tutto, se mai, ad un po' di sterile gloria.
Non è un caso che oggi anche la maggior parte degli artisti, dei letterati e delle persone di cultura, vivendo del loro lavoro, preferisce rimanere avvinghiata alle correnti di pensiero dominanti, guardandosi bene dallo sforare il recinto di un onnipresente, ben retribuito, entertainment e dallo sfiorare una qualche autentica, giustificata, risolutrice, ma non pagata, proposta innovatrice.
Il desiderio di vivere in una società migliore non potendo affatto bastare a far pendere il piatto della bilancia verso una partecipazione obiettiva, intensa ed efficace, almeno fino al momento in cui ci troveremo tutti in una situazione talmente deteriorata al punto che la salvezza potrà apparire gratificante almeno quanto, se non più di, una ricompensa pecuniaria.
Nel frattempo, folle di esperti e professionisti ingrasseranno sempre più, trastullandosi coi nostri problemi, lieti di averli resi cronici e quindi loro inesauribile fonte di guadagno.
Ecco perché ci ritroviamo in mezzo ai guai e ci rimaniamo, peggiorando giorno dopo giorno!
Perché il cambiamento è propriamente impedito dal nostro sistema di ricompense, che premia in vario modo chi presenta finte, inconsistenti soluzioni ma non lascia spazio ad idee brillanti, veraci, pregne e decisive.
Al contrario, se un qualsiasi cittadino avesse la possibilità di presentare direttamente la propria proposta, senza passare attraverso il filtro otturato di qualsiasi fazione, in un istituendo mercato delle innovazioni sociali, e di vederla ricompensata in modo adeguato qualora gli organi di governo, sollecitati da questa nuova istituzione, decidessero di promulgarla, si aprirebbe una nuova era di progresso sociale. Sufficientemente motivate, le persone si impegnerebbero al massimo per trovare le migliori soluzioni, quelle davvero buone, quelle che, aumentando i motivi di gioia per ognuno, mettono tutti d'accordo e fanno tutti felici.
E ne troverebbero!
Perché, ricordiamolo, l'intelligenza sgorga privilegiatamente dagli individui, mentre associazioni, congregazioni, fazioni, gruppi, partiti, etc. per loro stessa costituzione preferiscono dar sfoggio della semplice forza fisica data dal numero dei loro membri, le doti intellettuali di questi venendo devolute al puro esercizio di adeguamento e conformismo all'idea leader.
Vedete: una società, che voglia vivere bene, abbisogna, come qualsiasi altro organismo, di una struttura equilibrata. Se è vero che in questo periodo storico l'economia convenzionale è pesantemente sbilanciata a favore del privato, la qual cosa contribuisce a creare la triste situazione in cui viviamo, è anche vero che l'intero ambito dell'innovazione sociale, giuridica, governativa, costituzionale, è una attività che non beneficia per nulla di quella decisiva stimolante situazione che tanto ha fatto e tuttora fa avanzare la tecnologia scientifica e gli altri processi economici: il mercato, la possibilità di vendere la propria merce insieme ad altre dello stesso genere, potendo la migliore tra esse derivarne un premio adeguato al suo valore.
Mentre nell'intero ambito economico convenzionale occorre ristabilire un equilibrio a favore del pubblico, pure riconducendo entro la sfera delle pubbliche attività tutte quelle che sono state erroneamente, ingiustificatamente, infelicemente privatizzate, per quanto riguarda l'offerta di innovazione sociale essa va riequilibrata, quindi liberalizzata ed aperta ai privati, concedendo loro la possibilità di partecipare concretamente, di offrire il loro contributo e nel caso di poterlo vedere convenientemente premiato.
Così pure, mentre urge stemperare una esasperata competizione locale e globale che oramai tende letteralmente verso una lotta corpo a corpo, è anche ora di liberare dal suo attuale regime oligarchico il sistema delle innovazioni sociali, concedendogli finalmente un po' di sana, stimolante competizione.
Perché, se è un bene che le leggi di tutela di un'opera, come ad esempio quelle del copyright, vengano mantenute entro certi limiti, che non superino il legittimo desiderio di un autore di esser premiato per le sue opere e fatiche, è un bene anche considerare eccessivo il fatto che un nuovo disegno, un nuovo progetto, quando non proprio una nuova visione della società e della stessa nostra vita, che vada quindi ad influire sul nostro corpus giuridico, non abbia protezione alcuna e non goda di un circuito dove poter essere presentata e letteralmente acquistata dai cittadini, con sostanzioso beneficio di chi si è dato da fare.
Una persona deve avere interesse a contribuire a migliorare la propria società, non a deteriorarla. Chi fa, od anela a fare, il lavoro di innovatore sociale deve avere la possibilità di vedere premiata la sua proposta in misura direttamente proporzionale alla sua diffusione ed utilità, nonché alla profondità del cambiamento indotto, una volta che fosse stata applicata.
Non è affatto saggio che in tutti i campi di umana attività, non solo in quelli più utili ma pure in quelli a semplici scopi di divertimento, come nello spettacolo e nello sport (ed addirittura nell'alea), siano previste ricompense perfino esorbitanti, mentre proprio lì dove nascono quelle idee che impostano il nostro pensare e vivere come individui e come società, e di conseguenza il futuro dell'intero nostro Pianeta, tutto sia lasciato nella pratica alla mercè di lobby di potere che operano non sulla base di valori condivisibili bensì mossi da loro interessi riservati.

Ciò che ha permesso l'evoluzione della nostra società non è stata solo la tecnologia derivante dalla scienza, ma anche quella tecnologia, forse meno visibile, meno afferrabile con mano, ma certamente parimenti decisiva, che deriva da avanzate consapevolezze di etica, filosofia, mistica e morale. Oltre agli attrezzi, agli strumenti da lavoro, anche le consuetudini e le regole sono importanti, e per questo opportunità simili devono essere loro concesse.
Finora i passi avanti per quanto riguarda gli aspetti più importanti del nostro vivere sono stati compiuti da persone che hanno dovuto perfino rischiare, e non poche volte perdere, la loro vita per affermare le proprie idee innovatrici. Ma oggi non è più tempo di eroismi nè di martirii. Semplicemente non possiamo affidare la sorte della nostra società, la nostra sorte, ai sacrifici di pochi eroi.
Occorre razionalizzare l'intero processo dell'innovazione sociale, rendendolo più efficiente e produttivo. Campo di ricerca finora doloroso e misero, frequente luogo di sventure, costantemente in preda a tristi sentimenti, occorre sia trasformato in una fortunata situazione di gioia ed opportunità di arricchimento individuale e collettivo.
Importante passo in questa direzione è la creazione di un luogo civico, economico e politico, il mercato delle innovazioni sociali, dove rendere possibile l'incontro tra i cittadini e le idee, in modo che i primi abbiano voce in capitolo per portare all'attenzione degli organi di governo precisamente ciò che più desiderano e necessitano, ed in modo che le seconde procurino un concreto e consistente beneficio ai loro generatori.
Tutta la nostra storia di umani è consistita in un continuo processo di affinamento. Se solo ieri abbiamo trovato il modo per gestire, proteggere, mettere a frutto ed incentivare invenzioni e scoperte scientifiche, oggi occorre ci affrettiamo a trovare il modo per far lo stesso progresso con idee e concetti. In questo, Internet sarà nostra preziosa alleata.
Così facendo, potremo dire di aver iniziato a rendere la nostra società esattamente il contrario di ciò che è oggi: una continua espressione di benessere e felicità al servizio del fluire universale.
Grato per l'attenzione, saluto con viva cordialità.
Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonìa
Via Fonte Regina, 23
64100 Teramo - Italy
http://il-mercato-delle-innovazioni-sociali.hyperlinker.org

Redazione1
16.09.2006 15:27
Brindisi,ancora No al rigassificatore

Il Presidente della Provincia Michele Errico ed il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti scrivono una durissima lettera al Governo ed ai Ministri interessati sul caso rigassificatore a Brindisi.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
on.le prof. Romano PRODI

Al Ministro per le Attività Produttive
on.le dr.Pier Luigi BERSANI



Al Ministro dell’ Ambiente
on.le dr. Alfonso Pecoraro Scanio



Al Presidente della Regione Puglia
on.le Nichi VENDOLA





Abbiamo ricevuto, a firma del Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico, una nota con la quale le Amministrazioni istituzionalmente coinvolte nella costruzione del terminale di rigassificazione di Brindisi sono convocate a Roma per una “nuova riunione tecnica”.

Ci preme rilevare che le problematiche relative alla costruzione di nuovi impianti per la produzione di energia hanno costituito oggetto nel corso dell’estate di approfondito dibattito politico ed istituzionale, concluso con la decisione del governo di istituire una “cabina di regia”, già insediata e già entrata nel merito di alcuni casi specifici, rispetto ai quali sono state adottate precise decisioni.

A noi sembra singolare che, invece, si intenda dare al “caso Brindisi”, certamente il più urgente e clamoroso, peraltro oggetto di attenzione da parte di tutte le forze politiche nel corso della recente campagna elettorale, una dimensione tecnica, mentre si tratta di una vicenda di alto profilo istituzionale perché investe il delicato principio del governo dello sviluppo del territorio. Quando era in carica il precedente esecutivo, si è sviluppato un serrato confronto investendo le più alte cariche, dallo stesso Presidente del Consiglio ai Ministri direttamente interessati. Ora con l’avvento del nuovo governo, sostenitore del coinvolgimento in questa materia degli enti locali, non siamo riusciti a realizzare un momento di confronto istituzionale per rappresentare le motivazioni della nostra posizione.

Ribadiamo con forza la richiesta di un incontro agli adeguati livelli politici, perché rivendichiamo il diritto a rappresentare nelle idonee sedi istituzionali le ragioni della comunità che rappresentiamo. Riteniamo tale incontro preliminare a qualsiasi altra riunione di natura tecnica.

Per quanto sopra comunichiamo che, in assenza del richiesto passaggio politico e istituzionale, non parteciperemo a nuova riunione tecnica, che a noi sembra far prevalere una interpretazione riduttiva di un caso che invece ha connotazioni politiche ed istituzionali.

Peraltro è singolare la tesi di far valutare i nostri rilievi da personale burocratico, sia pure di alto livello, che ha sottoscritto le autorizzazioni rilasciate alla LNG, determinando così un incalcolabile danno per gli interessi della nostra città.

Con i migliori saluti.

Brindisi, 13 settembre 2006

Domenico MENNITTI Sindaco di Brindisi
Michele ERRICO – Presidente Provincia di Brindisi

Redazione1
16.09.2006 15:31
Nessun fuori programma !!!

Nessun Fuori Programma: la petizione di Sbilanciamoci! per una Finanziaria migliore
Una raccolta di adesioni per chiedere al governo coerenza con il programma dell'Unione. Un appello per scelte sostenibili e concertate

Roma, 13 settembre 2006 - "Nel programma dell’Unione non c'è una manovra economica da 30 miliardi di euro come quella che si profila con la Legge Finanziaria del 2007; non ci sono tagli alla spesa sociale, alla salute, alle pensioni, agli Enti locali".

Si apre così "Nessun Fuori Programma", la petizione lanciata dalla Campagna Sbilanciamoci! per chiedere al governo una Legge Finanziaria "più sostenibile" rispetto alla proposta formulata dal Ministro per l'Economia Padoa Schioppa. In particolare la petizione, sottoscrivibile on-line all'indirizzo http://www.sbilanciamoci.org/index.php?option=com_petizione2006, chiede all'Unione un impegno di coerenza col programma grazie al quale ha vinto le elezioni.

"Dopo le 67 proposte che abbiamo avanzato dal Forum di Bari - dice Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci! - si tratta di un'ulteriore azione per fare pressione sul governo e chiedere una Finanziaria più giusta. Il programma grazie al quale l'Unione ha vinto le elezioni indica una linea di politica economica diversa rispetto alle proposte del Ministro Padoa Schioppa"

In particolare, si legge ancora nella petizione, il programma prevede "l’impegno per una politica fiscale che colpisca le rendite finanziarie e reintroduca la tassa di successione come misure per aumentare le entrate e ridurre le diseguaglianze del paese" e la "messa in pratica di iniziative concrete per politiche sociali, ambientali, di disarmo autenticamente riformatrici". "Contestiamo inoltre - conclude Marcon - l'idea che la politica economica sia decisa senza la concertazione con le organizzazioni sociali e sindacali".

--------------------------------------------------------------------------------
Ufficio Stampa
Agenzia Metamorfosi, Comunicare il cambiamento sostenibile
Duccio Tronci 338/6250252 - Cecilia Stefani 328/3765527 - Giorgia Vezzoli 335/8470167
www.metamorfosi.info | agenzia@metamorfosi.info

Organizzazione e coordinamento
Sbilanciamoci c/o Lunaria
Via Buonarroti, 39 - 00185 Roma
Tel. 06.8841880
info@sbilanciamoci.org - www.sbilanciamoci.org

La Campagna Sbilanciamoci! è promossa da:
Altreconomia, Antigone, Arci - Arci Cultura e Sviluppo - Arci Servizio Civile, Associazione Finanza Etica, Ass. Obiettori Nonviolenti, Associazione per la Pace, Beati i Costruttori di Pace, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Carta, Cipsi, Cittadinanzattiva, CNCA, COCIS, Comunità delle Piagge di Firenze, Comitato italiano contratto mondiale sull'acqua, Cooperativa Roba dell'Altro Mondo, CRS, Ctm-Altromercato, Crocevia, Donne in nero, Emergency, Emmaus Italia, Fair, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Gesco, Gruppo O. Romero SICSAL Italia, ICEA, ICS, Legambiente, Lila, Lunaria, Mani Tese, Medici senza frontiere, Microfinanza, Movimento Consumatori, Pax Christi, Rete Lilliput, Terre des Hommes Italia, Uisp, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Un Ponte per…, WWF

Redazione1
16.09.2006 15:46
Le accuse del finalcial times.

LE ACCUSE DEL FINANCIAL TIMES? POCO CIRCOSTANZIATE
Fairtrade Italia risponde alle critiche rivolte al commercio equo e riprese da alcuni giornali italiani: il problema è garantire più mercato a condizioni giuste per i produttori del Sud del mondo
Un articolo che vorrebbe mettere in crisi il sistema di certificazione Fairtrade, denunciandone le inadeguatezze: il Financial Times di sabato 9 settembre titolava, in prima pagina “Lavoratori dell’Ethical coffee pagati meno del salario minimo”. All’interno, l’inviato del prestigioso quotidiano britannico in Perù provava, attraverso interviste raccolte tra i lavoratori stagionali di una non specificata piantagione, che i criteri con cui veniva lavorato il caffè Fairtrade non erano “equosolidali”: lavoratori stagionali pagati al di sotto del minimo salariale, caffè non fairtrade venduto come tale, piantagioni all’interno di aree di tutela ambientale contro i criteri di rispetto dichiarati dalla stessa certificazione. Accuse gravi e poco circostanziate, secondo il sistema Fairtrade che raggruppa venti organizzazioni di certificazione in tutto il mondo e che coinvolge circa 500 organizzazioni di produttori in Asia, Africa ed America Latina. Accuse riprese anche da alcuni quotidiani italiani a cui risponde oggi Fairtrade TransFair Italia, il partner italiano di FLO, Coordinamento che raggruppa i marchi di garanzia presenti in tutto il mondo che si occupa della certificazione delle aziende e dei produttori che fanno parte del sistema Fairtrade. E in merito alle accuse espresse risponde il presidente di Fairtrade TransFair Italia, Adriano Poletti: “Se l’accusa è che il Fairtrade non paga nemmeno il minimo salariale, chiariamo che gli standard prevedono di riconoscere ai lavoratori stagionali lo stipendio minimo stabilito dalla legge locale in cui possono essere compresi anche alcuni benefit, come il vitto e l’alloggio. I controlli di Fairtrade sono svolti da ispettori qualificati e formati e si ripetono una volta l’anno con interviste a campione ai lavoratori che riconoscono come il Fairtrade garantisca loro il 25% in più rispetto ad uno stipendio normale”. La questione centrale è invece un’altra, secondo Poletti: che non tutta la produzione di queste cooperative viene venduta al circuito Fairtrade ma solo un 10 – 15% poiché la richiesta del mercato occidentale e interno non lo consente. La restante parte viene invece “svenduta” al mercato tradizionale che non riconosce nemmeno i costi di produzione e quindi si creano disparità di retribuzione all’interno della stessa cooperativa. Per questo Fairtrade svolge un ruolo importante di accompagnamento oltre che di controllo cercando di indirizzare i produttori verso coltivazioni più retribuite, come quelle biologiche, oppure verso la differenziazione. I produttori vengono controllati costantemente e supportati nel caso di anomalie. Solo in extremis si provvede alla cancellazione dei registri. In merito alla vendita di caffè non equosolidale sotto l’egida del marchio, la risposta di Poletti è ancora più decisa: “Ad un produttore non conviene assolutamente vendere al di fuori del nostro circuito un caffè “finto” Fairtrade dal momento che all’esterno non gli verrebbe riconosciuto un prezzo equo”. Infine sulla questione ambientale, gli standard Fairtrade sono molto precisi ed impediscono ai coltivatori di piantumare non solo in aree protette ma anche in terreni vergini. E questa l’accusa, la meno circostanziata, desta sospetto sullo scopo dell’articolo: “Sembra quasi che si voglia screditare un sistema proprio in un paese (l’Inghilterra) in cui questo sembra funzionare meglio e produrre maggiori risultati. Forse le grandi aziende, nonostante i piccoli numeri del commercio equo, stanno cominciando a preoccuparsi”.



con invito alla pubblicazione



*************************************
Ufficio stampa Fairtrade TransFair Italia
Benedetta Frare
koiné comunicazione
0422 420888
mob. 348 8243386
stampa@fairtradeitalia.it
skype: benedettafrare

Redazione1
17.09.2006 20:54
Genova. Elezioni primarie contro le lobby?

Le elezioni primarie sono efficaci e sufficienti per lottare contro le "lobby"?
Cari amici e carissimi compagni dei Partiti del Centro-Sinistra di Genova,
ho letto e meditato sui contenuti della recente e appassionata " filippica" dell'amico Don Balletto contro tutti coloro che tramano e si oppongono , con varie argomentazioni ( alcune molto sottili e di impronta gesuitica ) , alla concreta realizzazione delle primarie per sceglere la candidata e/o candidato a Sindaco di Genova e a Presidente della Provincia.
Mi sembra che il Comitato Promotore abbia espresso qualche perplessità a convocare qualche necessaria assemblea " dei + 5.000 genovesi firmatari " al fine di approntare una strategia adeguata per affrontare e vincere queste resistenze ed opposizioni palesate anche con manovre occulte dentro e fuori i Partiti dell'Unione del C.S. .
A questo punto mi domando se queste resistenze sono il riflesso di un male o da una malattia strutturale ed irreversibile delll'attuale sistema dei Partiti ( cioè della stessa natura dei Partiti ).
Ricordiamo che sono almeno 5 anni che i Partiti del C.S. vivono una drammatica contraddizione : vincono le elezioni ed invece di aumentare gli iscritti in generale li perdono a migliaia .
Questo fenomeno si palesa in modo vistoso nel D.S. in 6 anni 5.000 iscritti in meno solo a Genova.......!
Altro fenomeno negativo per la democrazia e la partecipazione dei cittadini alla vita politica è rappresentato dalla diminuzione della partecipazione sia al voto politico che ha quello amministrativo : le astensioni aumentano in modo sistematico.
Infine le ragioni profonde e complesse di queste vere e proprie degenerazioni della politica sono , a mio avviso , da ricercare dallo spostamento ( sempre più marcato) delle vere decisioni della politica socio-economica -ai vari livelli territoriale e settoriali - dalle strutture dei Partiti alle Giunte , agli eletti nelle varie Istituzioni locali e nzionali : teniamo presente che le elezioni avvengono ogni 4 / 5 anni e chi "si è visto si è visto" non essendoci alcuna regola che obblighi l'eletto ad un rapporto sistematico con gli elettori.
Con l'indebolimeto dei Partiti questa degenerazione nei rapporti partecipativi assume dimensioni drammatiche ed a volte con aspetti e contenuti anti-costituzionali.
Per questi motivi, sostenendo le "primarie" , avanzo forti riserve se si pensasse che questo metodo possa rappresentare una specie di toccasana per risolvere il "problemaccio" del ruolo negativo e della forza delle "lobby" :
lobby che rappresentani non solo interessi economici ma anche culturali e religiosi .
Mi sembra che le lobby contano sempre più sui ritardi delle tesi sulle primarie, un popolo che si stà estendendo dentro e fuori i Partiti , per poter vincere la " partita ".
Non credo neppure che questi ritardi possano essere attribuibili alle liti sui posti di potere ( presenti e futuri ) contesi tra D.S. e la Margherita e/o all'opposizione delle componenti delle Sinistre D.S. alla costruzione del nuovo Partito denominato DEMOCRATICO.

Cordialità da Uo Montecchi. ( ARS- Genova )

Welfare Italia
17.09.2006 20:54

Redazione1
17.09.2006 21:13
Tommaso Padoa Schioppa: mancao 115 miliardi per le grandi opere

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA TOMMASO PADOA SCHIOPPA:

«MANCANO 115 MILIARDI DI EURO PER LE GRANDI OPERE»

«Il documento parla da solo, anzi piange da solo». Con queste sconsolate parole il ministro dell´Economia, Tommaso Padoa Schioppa non nasconde la sua preoccupazione per l'assenza delle risorse necessarie a finanziare alcune opere deliberate dal precedente governo Berlusconi. Un governo attento più alle parole che ai fatti. E per capirlo è sufficiente leggere i documenti di quella legislatura.




Da una ricognizione delle delibere adottate finora dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, «è emersa una problematica di copertura finanziaria su quanto approvato in via definitiva per le opere della cosiddetta legge obiettivo del 2001». Si tratta di 19 interventi il cui costo tra il 2001, anno di approvazione delle legge e il 2006, quando il Cipe ha aggiornato il fabbisogno portano a un buco di circa 115 miliardi per i progetti deliberati e non ancora approvati. Vi rientrano, tra le altre opere, il sistema del Mose e il ponte sullo Stretto.



A fronte di 173,4 miliardi ipotizzati per il finanziamento delle opere «la copertura finanziaria disponibile potrebbe spingersi fino ad un massimo di 58,4 miliardi di euro, un terzo del necessario». L' esame condotto «fa dunque emergere che il fabbisogno finanziario del programma delle opere previste sarebbe ad oggi di non meno di 115 miliardi di euro». Per il governo, è evidente che è stata data approvazione "in linea tecnica" a un numero di progetti esorbitante rispetto alla compatibilità finanziaria, o perlomeno non tenendo conto di questa, generando inoltre aspettative destinate a rimanere frustrate». Pertanto «si rende necessaria una rivisitazione generale del programma delle opere attraverso un'attenta ricognizione di tutti gli interventi attualmente inseriti, al fine di individuare un nuovo elenco di opere prioritarie, selezionate secondo criteri di efficacia nell' utilizzo delle risorse realmente disponibile».

Nel comunicare che si ricomincia a lavorare a pieno ritmo e rimboccandosi le maniche,

invio un sincero e cordiale saluto dando a tutti il ben tornati dalle vacanze estive


Giovanni Fiorentini

Redazione1
18.09.2006 07:19
Islam e Dialogo, possibiltà od utopia ?

Carissimi Amici e fratelli,

É da molto tempo che vorrei scrivervi e ogni giorno che passa mi vengono in mente molte cose da dire. Vedremo in futuro se riuscirò a farlo più spesso, per lo meno con coloro che hanno la posta elettronica e per gli altri una volta ogni due o tre mesi , metteremo assieme in una unica fotocopia le ultime e.mail.

Sono a Roma … e se ne vedono e sentono di tutti i colori, ma la costante continua. L’ultima che veramente mi ha spinto a scrivere oggi, è la posizione del mondo mussulmano, moderato o no, che ha condannato l’intervento del Papa contro la violenza e l’omicidio in nome della religione. Mi compiaccio prima di tutto con Magdi Allan, giornalista di origine islamica, che scrive sul Corriere della Sera e che ripetutamente ha preso posizioni chiare e forti, sia contro il fanatismo islamico sia contro il buonismo di molti italiani. Troppi “sono accecati dall’antiamericanismo e dall’antioccidentalismo, e dall’ostilità pregiudiziale al diritto di Israele all’esistenza.” ( Corriere vedi citaz. Del 15/9). Quanto sia falso il mondo in cui viviamo lo dimostra il mondo politico, in cui, si dice e si fa questo ragionamento: ” Siccome sono all’opposizione “ devo dire sempre il contrario di quanto dice o propone il governo al potere. “ Il criterio non è la veritá o la giustizia, ma lo sporco gioco del potere. Oggi il mondo mussulmano esige le scuse pubbliche del Papa: Bin Laden, i Fratelli mussulmani, il Pakistan, la Turchia, Al Jazeera e Al Arabia e naturalmente molti altri ancora. Moderati e fanatici tutti nello stesso calderone . “ Guerra Santa “ … contro il Papa ! Ma ci rendiamo conto di quanta pazzia gira per il mondo?
Ma cosa ha detto il Papa di tanto offensivo ?
1- Ha parlato sulla diffusione dell’Islam tramite la spada, sia da parte di Maometto all’interno della penisola Arabica, sia all’esterno con la conquista del resto del mondo. Ha citato semplicemente le parole dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo, che diceva una pura verità storica, inizialmente “l’Islam si è diffuso tramite la spada”.
2- Ha poi condannato tutti coloro che giustificano il massacro degli innocenti in nome di Dio. Ha detto che Dio non può volere la violenza e la morte di essi, neanche per difendere la fede islamica.
Ho sempre detto che il peggior peccato che l’uomo possa fare è manipolare i concetti più sacri.
In questo caso: la volontà di Dio e la sua presenza, per dire che Dio vuole la morte degli innocenti e che Lui giustifica l’omicidio e la violenza per causa della fede. Giustificare la mia sete di potere chiamando in causa Dio è veramente sporco. Questo errore purtroppo si pagherà amaramente.
Scrive M. Allan nella prima pagina del Corriere della sera del 15 di settembre 06 : “ Questa è la tragica realtà dell'ideologia dell'odio che riesce a coagulare il consenso tra tutti i musulmani obnubilati dall'antiamericanesimo, dall'antioccidentalismo e dall'ostilità pregiudiziale al diritto di Israele all'esistenza. I pretesti che possono scatenare la loro furia mutano, dall'occupazione israeliana alla guerra americana, dalle vignette su Maometto alle dichiarazioni del Papa. Ma il problema è tutt'interno a un islam trasformato dagli estremisti da una fede in Dio in un'ideologia tesa a imporre un potere teocratico e totalitario su tutti coloro che non sono a loro immagine e somiglianza. E mi spaventa constatare che anche i cosiddetti musulmani moderati hanno rinunciato al senno della ragione e si siano allineati alla "guerra santa" di cui loro saranno le principali vittime. (C.d.S.15 settembre 2006) “
Questi fatti ci spingono a chiederci : dov’è la Missione della Chiesa oggi?
Senza abbandonare le vecchie missioni nei paesi del cosiddetto terzo mondo , dobbiamo muoverci per favorire l’incontro dei popoli , la lotta per la giustizia e per il rispetto della vita, la condanna di ogni totalitarismo e dittatura e l’ apertura agli altri con tolleranza e rispetto nella ricerca della veritá vivendo un amore reale all’uomo ancora schiavo di tante menzogne e manipolazioni.
Tutto ciò è estremamente difficile ! Perché gli abusi continuano. Dall’altro capo del mondo si imprigiona in nome del potere politico, in nome del partito,……
Il governo Cinese l’11 settembre scorso, ha imprigionato un altro vescovo cattolico, Mons. Martino Wu Qinjing presule della diocesi Zhouzhi (950 km a sud ovest di Pechino). ‘E stato prelevato da 30 poliziotti. Di recente aveva celebrato una messa solenne nonostante il veto del governo !!! Un vero criminale !!! Ma pensate ,aveva celebrato un pontificale senza permesso del governo !!!!!!
Il potere degli uomini vuol farsi dio!!! Ecco l’eterno problema. Nabucodonosor aveva una statua che tutti dovevano idolatrare, i visitatori dei grandi Re africani dovevano presentarsi strisciando sul suolo come vermi, verso il re seduto in trono, in segno di riverenza e rispetto. Stalin e Hitler avevano il potere di vita o di morte sui loro sudditi; i signori del terrore, i fondamentalisti di tute le razze e religioni, i signori della guerra e i grandi capitalisti delle multinazionali, sono i nuovi dei in terra a cui bisogna piegarsi. Loro decidono la morte di migliaia e milioni di persone.
Dio non c’entra per nulla ! è sempre la solita ricerca di potere ottenuta per mezzo della distruzione. La pazzia dell’uomo è credere di essere grande perché … “se no, ti distruggo”!!!
Questo è veramente il peccato dell’umanità, il demonio che si è infiltrato in mezzo a noi e subdolamente manipola e giustifica tutte le aberrazioni pitturandole di “buone intenzioni”!!!
Difesa dell’Islam, difesa del Cristianesimo, difesa della Civiltà, difesa del Popolo , difesa delle tradizioni, difesa del nostro futuro, difesa della libertà, ecc. ecc.…!!!
In realtà in questo quadro c’è di mezzo solo la difesa del proprio io, c’è solo la soddisfazione della prevaricazione e della distruzione.

Il Signore ci liberi dal peccato e cambi il cuore dell’umanità !

Ultime dal Mozambico
Forse lo sapete, ma lo ripeto:
1- Padre Renato, di 77 anni, è stato assaltato dai banditi che, pistola alla mano, gli hanno rubato la macchina, e i soldi e lo hanno lasciato senza scarpe e col pigiamo in mezzo ai boschi. È tornato in Italia a riprendersi dallo spavento.
2- Padre Renzo 72 anni è stato operato ed è sta passando una lunga degenza. Ora è tornato a casa nel Trentino. Ripartirà appena possibile
3- Padre Inacio Babo di 56 anni. Ha avuto un incidente con la macchina, e ancora non ha finito di curarsi in Portogallo. Fuori strada…e grande fortuna.
4- Padre Tarcisio e Padre Mwambi devono tornare alle rispettive nazioni, Italia e Kenya per corsi, ecc…
5- Io per malattia destinato a Roma all’ACSE (Lavoro tra gli immigrati e i volontari italiani).
Di sette missionari che eravamo, con la venuta di un nuovo messicano, sono rimasti in 3 missionari per 45.000Kmq.
Abbiamo inviato altri soldi per l’orfanato di S.José e per alcuni studenti. Da Gennaio 2006 fino a fine Agosto abbiamo spedito 88.450 € di aiuti. Questo bel gesto lo dobbiamo a tutti voi e alla vostra generosità. Solo Dio vi può ringraziare e lo fará con la sua grazia. Lui vi benedica.

Un grande abbraccio a tutti dal profondo del cuore .
Vostro amico e fratello Claudio, ippopotamo un trasferta !!

Informo che il prossimo 6 di ottobre avremo un altro incontro in Genova proprio sul tema : “Islam e Dialogo ! Possibilitá o Utopia?”. Sara presentato dal Cattedratico P.Sacttolin che insegna Islamologia al Cairo e a Roma.
Salvo altri cambi il luogo dell’incontro è la chiesa dell’Assunta di Sestri alle ore 21.
Con e-mail si avviserá se ci fossero cambiamenti. Prepariamoci.

Redazione1
20.09.2006 20:58
Stoccolma.Allarme moniale sull'acqua

Da Stoccolma l’allarme degli esperti riuniti per la Settimana mondiale sull’acqua. «Il 98% delle crisi ha cause umane»
«Risorse idriche, gestione dissennata»

Romina Velchi
Ricca o povera, nel terzo millennio non c’è nazione che non abbia guai con l’acqua. Che sia inquinata, che sia scarsa o, al contrario, che provochi inondazioni, la preziosa risorsa è questione aperta, nel primo come nel terzo o quarto mondo. Chi non soffre di problemi idrici, insomma, alzi la mano. E’ giusto di qualche giorno fa l’impietosa fotografia scattata in un rapporto annuale del Wwf, che mette sotto accusa soprattutto le grandi metropoli. E di questo (ma non solo) si parlerà nella “Settimana mondiale sulle risorse idriche” che si è aperta ieri a Stoccolma.
Secondo il Wwf, le cause della scarsità di acqua sono da ricercare nei mutamenti climatici, nella crescente siccità e nell’estinzione delle zone umide. Crisi, inoltre, che è aggravata dall’inquinamento e dalla cattiva gestione delle risorse. Le città “ricche” sotto accusa sono, tra le altre, Houston e Sydney dove il consumo di acqua è nettamente superiore al ritmo di ricostituzione delle riserve, mentre a Londra la cattiva rete di distribuzione porta alla dispersione dell’equivalente di 300 piscine olimpiche al giorno. Per quello che riguarda i paese mediterranei, la crisi è acuita dal turismo di massa e dalla mancanza di una cultura per la conservazione delle risorse. Il Giappone è un altro dei paesi ricchi dove l’abbondanza delle precipitazioni non basta e la contaminazione delle acque costituisce un grave problema.

Ma il rapporto dedica un’attenzione particolare anche all’agricoltura, tra le attività umane quella che a livello globale utilizza la maggior parte delle risorse idriche: ben il 78%. Il Wwf sostiene che nei paesi ricchi l’acqua destinata alle attività agricole è troppo a buon mercato e per questo non ne viene fatto un uso responsabile, nonostante le dichiarazioni di intenti.

Il delicato tema (l’acqua e l’agricoltura) sarà uno dei punti oggetto di dibattito durante la settimana di Stoccolma. In occasione del summit, l’International Water Management Institute (Iwmi) ha elaborato un rapporto sull’uso della preziosa risorsa in agricoltura, mettendo l’accento sul fatto (per altro noto) che la penuria d’acqua è più legata alla gestione che alla disponibilità in natura.

Nel mondo, sarà ricordato nella capitale svedese, un abitante su tre soffre di mancanza di acqua. Una mancanza che, sostengono all’Iwmi, è di due tipi: quella dove le risorse idriche sono eccessivamente sfruttate, con l’effetto di far abbassare il livello delle falde acquifere e prosciugare i fiumi, e quella nei Paesi privi di mezzi tecnici o finanziari (o politici, aggiungiamo noi) per “catturare” l’acqua (delle piogge, dei fiumi), che si trova in abbondanza. Complessivamente, la penuria d’acqua è dovuta per il 98% a cause umane e solo per il 2% a cause naturali. E’ stato calcolato che oggi per produrre gli alimenti necessari al consumo di una sola caloria ci vuole un litro d’acqua; ne servono 10 mila litri invece per produrre un chilo di carne. Ciò significa che nel 2050, quando la popolazione mondiale aumenterà (dagli attuali 6,1 miliardi di abitanti) di 2-3 miliardi, le politiche di gestione dell’acqua dovranno essere completamente riviste pena un’emergenza senza precedenti.

Questo è lo scenario su cui si muoveranno, per la maggior parte, gli interventi alla settimana mondiale di Stoccolma, che durerà fino al 26 e alla quale partecipano quest’anno oltre 100 organizzazioni e ben 1.500 partecipanti da 140 paesi. Al centro dell’evento annuale c’è il Simposio sull’Acqua, una tavola rotonda che si svolge dal 1991 per discutere su come migliorare l’ambiente idrico, come portare acqua e strutture sanitarie di base alle popolazioni bisognose e come ampliare le conoscenze attraverso l’innovazione e la ricerca. Perché è ormai dimostrato che i problemi della povertà, della fame, delle malattie, del degrado ambientale e delle discriminazioni sessuali possono trovare soluzione assicurando a tutti, e in modo equo, l’accesso all’acqua.


Welfare Italia
20.09.2006 20:58

Redazione1
20.09.2006 20:59
Il 30 settembre, giornata della B'IO trasparenza

IL 30 SETTEMBRE TORNA LA “GIORNATA DELLA B’IO TRASPARENZA”

Tra le novità della seconda edizione un ricco paniere di ortofrutta “trasparente”.

Quest’anno prevista la presenza dei produttori per offrire al consumatore informazioni chiare e complete sul prezzo, l’origine e la qualità di 130 prodotti biologici.



Anche quest’anno il progetto B’io Trasparenza, nato dalla collaborazione tra Ecor (uno dei principali distributori di prodotti biologici e biodinamici), i negozianti aderenti a B’io (circa 270 in Italia) e 40 produttori, culminerà nella Giornata della B’io trasparenza, il 30 settembre. Anche nel il 2006 si è deciso di creare un’occasione forte di dialogo tra tutti i protagonisti del progetto per rendere i consumatori sempre più consapevoli dell’impatto della spesa sull’ambiente, sulla salute, sulle relazioni sociali ed economiche. Il 30 settembre infatti, proprio alla vigilia della Biodomenica, chi farà la spesa in un negozio B’io troverà non solo il materiale informativo, ma anche alcuni produttori. Così, insieme alle schede che rivelano l’origine, la qualità e la composizione del prezzo di ogni referenza coinvolta nell’iniziativa (circa 130 prodotti biologici), il consumatore potrà ascoltare i protagonisti che spiegheranno le caratteristiche dei prodotti e li faranno degustare. Elemento centrale del progetto B’io trasparenza è proprio la comunicazione del giusto prezzo dietro al quale non si nascondono speculazioni, scarsa qualità o tecniche di coltivazione nocive, ma che garantisce un’equa remunerazione a tutti gli operatori economici. Per questo i prodotti trasparenti sono corredati da una scheda in cui ogni operatore della filiera indica i propri margini, si impegna a non applicare promozioni e a mantenere il prezzo netto e bloccato tutto l’anno: un vantaggio in più per i consumatori.

Dal 30 settembre e per i 15 giorni successivi, per la prima volta, la gamma sarà completata da alcune referenze del reparto ortofrutta: insalata, carote, zucchine, mele e uva Italia. Una scelta che consentirà al consumatore di fare una spesa completa all’insegna della trasparenza: dalle paste ai cereali, dalle confetture, ai succhi, dai legumi al caffè, dalla carne agli yogurt, dai formaggi ai prodotti per l’igiene.

La scelta coraggiosa operata ormai da due anni dai negozi B’io è stata premiata dai consumatori, con un incremento del 23% sul volume delle vendite (e del 17% sul valore) nel primo semestre del 2006 rispetto allo stesso periodo del 2005.



con invito alla pubblicazione



Ufficio stampa Ecor spa

koiné comunicazione - Benedetta Frare

tel 0422 420888 – 348 8243386

koine@koinecomunicazione.it





Ecor spa

Con 3100 referenze a catalogo, oltre 60 milioni di euro di fatturato e 130 tra dipendenti e collaboratori, Ecor è la più importante azienda italiana di distribuzione di prodotti biologici. La maggioranza delle azioni è detenuta dalla Libera Associazione Antroposofica Rudolf Steiner di Conegliano che ne ispira le linee direttive. Proprio per questo, fin dalle origini, Ecor destina la maggior parte dei propri utili al sostegno di attività sociali, nell’ambito dell’agricoltura biodinamica e della pedagogia. La sede e il magazzino centrale della società si trovano a San Vendemiano (Tv), mentre altri uffici operano a Rolo (Re) e Pomezia (Roma).



I negozi B’io

Da un’idea di Ecor, nel 2002, è nato il progetto dei negozi B’io, che oggi coinvolge 270 punti vendita specializzati in alimentazione naturale, distribuiti sul territorio nazionale e più di 500 addetti per un fatturato complessivo di circa 100 milioni di euro. Un progetto che mira ad integrare tutti gli attori della filiera, il produttore, il distributore il negoziante ed il consumatore finale, in un sistema completamente dedicato al biologico. www.b-io.it



Redazione1
20.09.2006 21:01
Il acao equosolidale

IL CACAO EQUOSOLIDALE A EUROCHOCOLATE A PERUGIA DAL 14 AL 22 OTTOBRE, IN CONCOMITANZA CON LA SETTIMANA PER IL COMMERCIO EQUO
“IO FACCIO LA SPESA GIUSTA”
Convegni e spazi dedicati al cioccolato senza sfruttamento durante la kermesse per gli appassionati dell’“oro” dei Maya, in collaborazione con Fairtrade Italia
Il cioccolato equosolidale entra ad Eurochocolate, la più importate manifestazione nazionale dedicata al cacao e al cioccolato, che si svolgerà a Perugia dal 14 al 22 ottobre in concomitanza con “Io faccio la spesa giusta”, la settimana nazionale del commercio equo e solidale ideata da Fairtrade TransFair Italia. Lo fa attraverso uno spazio dedicato, Equochocolate, dove le aziende licenziatarie del marchio Fairtrade esporranno i loro prodotti e dove verrà messo a disposizione del pubblico materiale informativo sul mercato del cacao, sui produttori coinvolti nel circuito equosolidale e sui benefici apportati da questa forma di mercato fondata sulla giustizia. Durante i giorni della manifestazione dieci eccellenti cioccolatieri aderenti a CNA Alimentare e Confartigianato Alimentazione, si cimenteranno con il cioccolato equo per forgiare tavolette dall’innovativa forma triangolare che sposerà l’emblema della tredicesima edizione della manifestazione perugina: la cazzuola di “Costruttori di Dolcezze”, che in questo caso sarà di colore trasparente, per richiamare metaforicamente i concetti del commercio equosolidale.
Il 12 ottobre, giornata Chocoday, Fairtrade inaugurerà la settimana per il commercio equo e solidale, “Io faccio la spesa giusta”, attraverso una cena equosolidale al Lifegate Cafè di Milano.
Spazio anche agli incontri all’interno del programma culturale di Eurochocolate World che faranno sedere attorno allo stesso tavolo aziende, produttori e rappresentanti del mondo della cooperazione allo sviluppo. Venerdì 20 ottobre l’incontro, moderato da Ugo Stella (direttore di GDO Week), su “Qualità nelle produzioni di cacao: l'esempio dell'High Quality Cocoa Project in Repubblica Dominicana” con Marco Santori (Etimos), Giovanna Gelmi e Domenico Malcangio (High Quality Cocoa Project), Angelo Agostoni (Icam), Eric Amany Debaumar (Kavokiva – Costa D’Avorio), Isidoro De La Rosa (Conacado– Repubblica Dominicana), Christelle Ayglon (Flo International). L’appuntamento è rivolto al mondo del trade e alle istituzioni.
Sabato 21 ottobre appuntamento con la tavola rotonda “Responsabilità sociale nella filiera di produzione del cacao” con Fosca Nomis (Save the Children), Christelle Ayglon (Flo International), Isidoro De La Rosa (Conacado – Repubblica Dominicana), Fulgence N' Guessan (Kavokiva – Costa D’Avorio), Mariarosa Cutillo (Mani Tese), Leonardo Becchetti, Università Tor Vergata), Carlo Testini (Fairtrade-TransFair Italia). Il convegno sarà moderato da Andrea Di Stefano, direttore del mensile Valori.
Fairtrade TransFair Italia
Fairtrade è il marchio di garanzia del Commercio Equo e Solidale in Italia. E’ gestito da un’organizzazione senza scopo di lucro (il consorzio Fairtrade TransFair Italia) costituita da organismi che operano nella cooperazione internazionale, nella solidarietà, nel biologico e nel Commercio Equo e Solidale. Nato nel 1996 per diffondere nella grande distribuzione i prodotti del mercato equo, Fairtrade TransFair Italia fa parte di FLO (Fair Trade Labelling Organisations), il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia, insieme ad altri 20 marchi che operano in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone. www.fairtradeitalia.it

Redazione1
20.09.2006 21:10
Sfida , scrive al governo

AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

AL MINISTRO DELLA SOLIDARIETA’ SOCIALE

AL MINISTRO DELLA FAMIGLIA

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

AL MINISTRO DELL’ECONOMIA

Economia – disabilità - insegnanti di sostegno – fondo per la non autosufficienza
Roma 18 settembre 2006
On. Ministri
Ormai l’anno scolastico è iniziato e ciò che temevamo con la lettera aperta del 23 agosto relativa alla riduzione del numero degli insegnanti di sostegno si sta avverando.
Pur di risparmiare è stato inventato “il limite di età” per avere diritto al sostegno a scuola.
Michele ha 21 anni e frequenta la classe V di una scuola media superiore pugliese.
Giuseppe ha 22 anni e frequenta la classe IV di una scuola media superiore pugliese.
Ad entrambi e a molti altri studenti come loro, è stato negato l’insegnante di sostegno per “limite di età”.
Perché i “normodotati” di 21 anni hanno il diritto di frequentare la scuola e Michele e Giuseppe no?
La riduzione degli insegnanti di sostegno riguarda migliaia di ragazzi disabili.
Non avete forse pensato di ricavare PARTE DEI soldi promessi per il fondo per la non autosufficienza dei disabili risparmiando la spesa degli stipendi degli insegnati di sostegno?
Il sindacato per l’anno scolastico 2006/2007 sta organizzando un sostegno legale alle famiglie. SFIDA vuole essere un sindacato sociale propositivo e non conflittuale pertanto con la presente
chiede
a) un Vostro intervento affinché per l’anno scolastico 2006/2007 siano assegnati agli studenti disabili le ore di sostegno richieste dai dirigenti scolastici (senza il taglio da parte dei CSA);
b) un tavolo di concertazione per la garanzia al diritto allo studio dei ragazzi disabili in Italia.
Il segretario nazionale
Ing. Andrea RICCIARDI

Redazione1
20.09.2006 21:12
Colline Bolognesi, degstazione dei podotti biologici

APRE SULLE COLLINE BOLOGNESI
IL PRIMO PUNTO VENDITA CON DEGUSTAZIONE DEI PRODUTTORI BIOLOGICI
ED EQUOSOLIDALI DI ALCE NERO, MIELIZIA E LIBERA TERRA
I produttori di Alce Nero, Mielizia e Libera Terra hanno aperto il 15 settembre sulle colline bolognesi il loro primo punto vendita diretto: non solo un luogo dove acquistare i prodotti biologici, tipici ed equosolidali dei tre marchi, ma anche uno spazio dove assaggiarli e conoscerli direttamente dalla voce di chi li ha realizzati.
L’obiettivo del gruppo Alce Nero & Mielizia (una società per azioni con sede a Monterenzio sulle colline bolognesi controllata dal Consorzio apicoltori agricoltori biologici italiani e che ha un fatturato di 20 milioni di euro) è triplice: valorizzare i produttori, i prodotti e i territori; salvaguardare la biodiversità; favorire la cultura agricola, alimentare e gastronomica.
In via del Lavoro 20 proprio a Monterenzio, nella vecchia sede di Conapi oggi ristrutturata, sarà per questo disponibile non solo l’intera gamma dei tre marchi, che conta complessivamente più di 140 referenze (mieli biologici e tipici, pappa reale fresca, propoli, paste, risi, biscotti, sughi, succhi, confetture, prodotti equosolidali e realizzati nelle terre confiscate alla mafia), ma anche tante tipicità dei soci bolognesi e non solo (tra cui 22 tipi diversi di mieli e 12 varietà di risi).
Il punto vendita conta una superficie di ben 240 metri quadrati (140 di area vendita e 100 di area degustazione, compreso lo spazio per la preparazione del cibo).
Quello di Monterenzio è solo il primo di una serie di punti vendita dei produttori: nei prossimi mesi infatti sono previste altre aperture presso aziende agricole, di trasformazione e agriturismi di soci del gruppo: nella campagna fiorentina (azienda apistica La Ginestra), a Palermo (cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra), a Bitonto in Puglia (oleificio Finoliva), a Cesena (stabilimento di trasformazione dell’ortofrutta La Cesenate) e nel vercellese (risicoltori di Oryza). “Un modello economico”, secondo l’assessore all’agricoltura della Provincia di Bologna Gabriella Montera, intervenuta all’inaugurazione; proprio perché cerca di coniugare la qualità del prodotto, l’eticità (il lavoro, portato avanti da anni dal gruppo, con le cooperative equosolidali del centro America e con quelle di Libera Terra che lavorano le terre confiscate alla mafia) e il concetto di giustizia sociale.
“Da produttori convinti e radicati nei nostri territori - afferma il presidente di Alce Nero & Mielizia Lucio Cavazzoni –ci sentiamo i migliori ambasciatori dei nostri prodotti, delle loro qualità, della loro storia e del mestiere che li definisce. Per questo i nostri soci saranno a disposizione dei visitatori per l’assaggio e per raccontarne la coltivazione, la raccolta, la trasformazione e le peculiarità che li rendono vere e proprie specialità alimentari. La biodiversità inoltre è oggi particolarmente difficile: basti pensare che attualmente la distribuzione compra solo cinque varietà di miele fra le venti che produciamo e ne vende solo tre. Per questo uno degli scopi dell’iniziativa è ricostruire con il consumatore e la distribuzione un rapporto che valorizzi le varietà dei prodotti agroalimentari delle nostre terre”.

Redazione1
20.09.2006 21:14
La campagna di Penelope di A.V.Gelormini

LA CAMPANA DI PENELOPE
di Antonio v. GELORMINI

Raccontare la vita e testimoniarne l’amore sconsiderato, confrontandosi quotidianamente con la morte e disprezzandone ogni sua manifestazione e ogni suo colpevole dispensatore. Questa è stata la tela incessantemente tessuta, per un’intera esistenza, dalla Penelope del giornalismo internazionale, dalla scrittrice italiana più letta nel mondo, dalla regina delle intervistatrici scomode e del reportage di guerra, al secolo Oriana Fallaci.



Nata a Firenze e cresciuta all’ombra di modelli come Dante, Michelangelo o Girolamo Savonarola, ha sempre difeso orgogliosamente il suo essere toscana, anche al di là dell’Atlantico a New York, in quella sua seconda patria, che aveva eletto a residenza preferita.



Guerra e letteratura sono da sempre un binomio inscindibile e Oriana, nella sua ricerca della libertà (per lei “unica parola senza sinonimi”), vi si è inserita quale sintesi magnifica di testimonianza, provocazione e ostinazione. La guerra, come momento più alto dello scontro tra la vita e la morte, era stata abituata a viverla in prima linea sin da piccola. Dai tempi della staffetta di Giustizia e Libertà col padre Edoardo, maestro di lotta per la libertà e di impegno civile, e lo zio Bruno che le raccomandava: “Vivi. E poi scrivi”.



Avevo quattordici anni quando l’ho conosciuta sulle pagine shockanti e suggestive di “Niente e così sia”. Indelebile è rimasta nella mente la cruda scena-racconto di un’esecuzione, compiuta dai vietcong, con precedente evirazione della vittima: un contadino vietnamita. Dovunque vedesse una prepotenza non esitava un attimo a denunciarla e lo faceva sempre con durezza e senza mezze misure. Convinta che “la vita dell’uomo è una guerra”, come ha ricordato Renato Farina, “Oriana ha avuto un unico nemico: il niente. Il contrario di Dio”.

L’ho poi cercata e ritrovata con “Se il sole muore”, “Intervista con la storia” e “Lettera a un bambino mai nato”. I suoi reportage l’hanno resa famosa al mondo intero. Le sue interviste hanno fatto tremare i potenti della Terra. Si definiva più brava di Hemingway. E lo era. In lei albergava, come se non bastasse, anche “il genius loci di un altro grande toscano, Curzio Malaparte, che ne aveva intuito il talento e l’aveva incoraggiata e formata” (M. Brambilla).

Rabbia, orgoglio e indisponenza si sciolsero nell’amore per il suo ritrovato Ulisse, Alekos Panagulis, il leader affascinante -nella Grecia dei colonnelli- della difesa della libertà e quella dei diritti civili. E di nuovo si acuirono, qualche anno più tardi, verso i seminatori di morte, le schegge impazzite di Osama Bin Laden



L’attacco e l’invettiva questa volta diventano furibondi nei confronti dell’Islam. Ma anche dell’Occidente che rinuncia al cristianesimo per abbracciare il niente. E’ su questo crinale che Oriana, l’atea-cristiana, si sintonizza col nuovo Pontefice Benedetto XVI. E rafforza il rapporto col suo amico più caro, Mons. Rino Fisichella, a cui affiderà la mano nel suo momento più terribile. Il prelato fa notare come: “Il grido di Oriana non era ostile ai mussulmani; era rivolto all’Occidente affinché non perdesse la sua identità come Medea aveva assassinato i suoi figli. Oriana usava la provocazione dell’Islam anche per dire all’Occidente di non abbandonare la Chiesa, e alla Chiesa di non abbandonare l’Occidente”.



Amava la vita, ma della morte non aveva paura. Si era abituata a guardarla negli occhi, l’ha tenuta tra dita una vita intera, ne ha respirato l’odore con un’intensità senza eguali. Al Monsignore ha affidato, da scrittrice, la sua ultima sfida d’amore, quando ha chiesto di suonare le campane di Sant’Ilario, la parrocchia di famiglia, al proprio funerale. La prima musica udita venendo al mondo.



“Non chiedere per chi suona la campana”, ammoniva Hemingway, “essa sta suonando anche per te”. La campana di Oriana, invece, ha un suono diverso, è un rintocco pieno di dolcezza, tiene desto l’animo e annuncia a viva voce che “La vita non muore”. Sì, in effetti, era proprio più brava! (gelormini@katamail.com)

Redazione1
20.09.2006 21:19
Inas, pensioni in piazza

PENSIONI: PIU’ CHIAREZZA SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
CON L’AIUTO DEL PATRONATO INAS CISL

Con la campagna informativa “INAS IN PIAZZA” del patronato della Cisl, che si terrà in 120 diverse località i prossimi 6 e 7 ottobre, si vuole far comprendere ai lavoratori l’importanza della previdenza complementare e della necessità di integrare l’importo di pensioni che, prevedibilmente, saranno sempre più magre, in conseguenza delle recenti riforme pensionistiche e nell’attesa della prossima nuova revisione.
La strada da percorrere, però, è ancora molta: per fare un esempio, a marzo 2006 risultano iscritte ai 43 fondi negoziali di nuova istituzione 1.174.313 persone, contro un bacino di potenziali iscritti pari a circa 13.000.000. La composizione dei fondi, in Italia, è piuttosto variegata: su un totale di 602 fondi pensione, abbiamo 43 fondi negoziali, 89 fondi aperti e 470 fondi preesistenti. A questi, si aggiunge la forma di previdenza costituita dai PIP (polizze individuali pensionistiche), per un numero complessivo di 835.779 polizze stipulate (fonte Covip).
Non è facile prendere una decisione, ma l’Inas può fornire un orientamento per l’adesione alla previdenza complementare. Ad esempio, iscriversi ad un Fondo negoziale comporta una serie di vantaggi per il lavoratore:
- maggiore tutela del suo capitale, per effetto di investimenti quasi sempre orientati nel campo obbligazionario;
- contributo del datore di lavoro;
- costi di gestione inferiori rispetto ai Fondi aperti e ai Pip: da una media dello 0,47% per i fondi negoziali, si passa all’1,2% dei fondi aperti (con almeno 35 anni di permanenza), per finire con il 2,3% dei Pip (sempre con almeno 35 anni di permanenza). I costi di fondi aperti e Pip salgono di molto se la permanenza è inferiore ai 35 anni;
- maggiore garanzia, per effetto della partecipazione degli iscritti alle decisioni del Fondo (assemblea degli associati – rappresentanti degli iscritti) e quindi maggiore trasparenza nella gestione del Fondo.
Da alcuni mesi è attivo presso l’Inas un call center sulla previdenza complementare: ogni lunedì dalle 9 alle 13, chiamando il numero verde 800 90 24 00, è possibile rivolgere domande sulla pensione integrativa agli esperti del patronato. Tutte le informazioni utili sull’argomento sono a disposizione anche sul sito web www.complementare.inas.it: schede, approfondimenti e un percorso interattivo aiuteranno a capirne di più.
Con “INAS IN PIAZZA” e, da subito, nelle sedi Inas, al telefono, sul web, il patronato della Cisl è al servizio di tutti coloro che vogliono saperne di più sulla previdenza complementare, per costruirsi un futuro sereno.

Per conoscere gli indirizzi delle sedi Inas è possibile chiamare il numero verde 800.001.303 o collegarsi al sito www.inas.it. Presso i nostri uffici ci si può avvalere della consulenza e dell’assistenza, assolutamente gratuite, del patronato, in materia di pensione, posizione assicurativa, invalidità civile, infortuni e malattie professionali, ed altro ancora.

Redazione1
20.09.2006 21:24
RIGASSIFICATORE: IL GOVERNO DEVE CAPIRE

RIGASSIFICATORE: IL GOVERNO DEVE CAPIRE

Brindisi non vuole il rigassificatore ed i vertici del Comune e della Provincia lo hanno ribadito con forza chiedendo ed ottenendo dal Governo un incontro in sede politico-istituzionale prima di qualsiasi riunione di carattere tecnico. Il Presidente Errico ed il Sindaco Mennitti hanno così l’occasione di esporre direttamente al Governo le ragioni, ben più ampie di quelle rilevabili in sede di valutazione d’impatto ambientale, per le quali la realizzazione dell’impianto nel porto di Brindisi sarebbe un «crimine contro l’umanità» ed anche un colpo mortale inferto all’economia locale ed ai progetti di uno sviluppo equilibrato ed innovativo.

Il Governo Prodi deve sapere che, se dovesse essere confermata la decisione di costruire il rigassificatore a Capobianco, le Amministrazioni locali passerebbero a clamorosi gesti di protesa, non esclusa la decisione di limitare l’attività dei rispettivi Enti all’assicurazione dei soli «servizi essenziali» con la sospensione di tutte le funzioni di progettazione e di governo locale. Funzioni queste ultime che sarebbero comunque private di sostanziale contenuto dalla realizzazione di un impianto che, oltre ad essere pericoloso per il sito prescelto, sarebbe anche del tutto incompatibile con i percorsi e gli obiettivi democraticamente deliberati sulla base di precisi mandati elettorali.

Quanto ai cittadini nessuno può far finta di non sapere che essi, col voto e con tutti gli altri strumenti di partecipazione democratica, hanno chiaramente manifestato la loro ferma opposizione all’impianto chiedendo un nuovo modello di economia locale capace di dare uno sviluppo che finora non vi è stato e serie risposte alla domanda di lavoro che le politiche del passato hanno sistematicamente eluso. Si tratta di un possente movimento di opinione che ha un importante punto di riferimento nell’associazionismo democratico, nelle più avvertite e rappresentative espressioni sindacali e nelle forze politiche di tutti gli schieramenti che hanno trovato nella tutela degli interessi vitali della città un fecondo punto di incontro e di collaborazione.

Un grande movimento pluralistico e pacifico che non si affida alla scorciatoia di reazioni incontrollate ma punta tutte le sue carte sul crescente consenso della gente per una lotta sempre più dura, ma sempre nel pieno rispetto della legalità democratica, contro tutti gli arbitrii, le doppiezze ed i silenzi. Una legalità democratica, offesa e ferita in questa terra dai diktat del precedente Governo, che l’attuale Esecutivo dovrebbe ripristinare respingendo condizionamenti e ricatti. Il Governo deve manifestare una precisa volontà politica. Deve dire alla LNG che a Brindisi il rigassificatore non si può fare e che perciò la società inglese deve scegliere fra pervenire ad una rinuncia al progetto concordata a fronte anche di possibili contropartite o diventare destinataria di un provvedimento di annullamento dell’ autorizzazione per vizi di legittimità e quindi senza indennizzo a conclusione di una regolare procedura di autotutela. E deve anche il nostro Esecutivo far presente al Governo inglese che i diritti fondamentali dei cittadini in uno Stato di diritto vengono prima, come dovrebbero sapere i responsabili di un Paese di antichissima democrazia, degli interessi finanziari e delle convenienze diplomatiche.

Brindisi, 18 settembre 2006

Michele DI SCHIENA



Redazione1
20.09.2006 21:33
Per ricordare Giovanni Rubino

PER RICORDARE
GIOVANNI RUBINO
CONFERENZA
MOVIMENTI
E IMPEGNO LOCALE
Domenica 24 settembre 2006 ore 17,30
"Sala Flora" - Palazzo Imperiali
Latiano (BR)
PROGRAMMA
Saluti: Edmondo CANIGLIA,
Sindaco di Latiano
Introduzione Gianni PIZZI,
Gruppo Ecopacifisti
RELATORI
Franco CASSANO,
Docente di Sociologia (Università di Bari)
Francesco FISTETTI,
Docente di Storia della Filosofia Moderna e Contemporanea (Università di Bari)
Lidia MENAPACE,
Senatrice (Rifondazione Comunista)
COMUNICAZIONI
Antonio GAGLIONE,
Sottosegretario Ministero della Salute
Ada SPINA,
Assessore Provinciale Politiche Sociali
Doretto MARINAZZO,
Legambiente
Giancarlo CANUTO,
Coordinatore Provinciale
Movimento Politico A SINISTRA
DIBATTITO
MODERATORE
Giuseppe D'AMBROSIO,
Capogruppo Consiliare Ecopacifisti

Redazione1
20.09.2006 21:34
Per Oriana e su Oriana

Riceviamo da Mariangela Pani, giornalista di ADN Kronos, questa riflessione indotta anche dai tanti ricordi che le sono stati dedicati.
Per Oriana e su Oriana
E’ innegabile. Con la morte di Oriana Fallaci se ne va un pezzo importante del giornalismo italiano. Anch’io giornalista, anch’io fiorentina, ho masticato con le pagine della Fallaci, quasi ancora bambina, la prima scrittura di rabbia e di denuncia. C’è di più: da Oriana ho imparato, molto prima che da altri miti che sarebbero venuti poi, il significato della parola ‘indignazione’ e di come essa - declinata al femminile - potesse avere una forza dirompente. Forse, da lì è nata un’aspirazione che poi si è tramutata in mestiere, forse da lì è nata l’illusione che con le parole noi poveri scribacchini potevamo contribuire non a cambiare il mondo, ma a aprire gli occhi alle persone.

Eppure anche Oriana, come ognuno di noi, ha avuto un suo percorso. Rispettabile come quello di tutti noi, ma non per questo condivisibile. Le sue posizioni, estreme e radicali, contro l’Islam e contro il mondo che nel terzo millennio ha cominciato con forza a bussare alle nostre porte occidentali, non sono state mie né di altri. Troppo facile etichettare noi ‘di sinistra’ e lei ‘di destra’. Quello che lei ha espresso è stata la paura dell’altro, la difesa a oltranza di valori ‘buoni’ contro quelli cattivi, un ideale spartiacque di mondi e confini. Peccato, perchè, senza opporre la ragione alla rabbia, da ‘mito’ è diventata un ‘modello’ cioè ha ‘scritto’, ha inciso nella pietra una linea di azione, di pensiero e di ideologia per cui potevi solo essere o con lei o senza di lei. Peccato. Essere un mito non è facile. Non a caso con l’idea e i valori dei miti nella nostra vita facciamo i conti da secoli, anche noi coscienze laiche. Mi pare eccessivo questa polvere sollevata attorno alla presunta ingratitudine di Firenze nei confronti della Fallaci (e del resto ha detto bene il sindaco Domenici: ci sono precedenti illustri, vedi Dante), mi pare eccessivo proporla come un mito: come un modello sì, ma scusate, non è il mio e non me ne vergogno.

Mariangela Pani
20 settembre 2006

Redazione1
20.09.2006 21:56
Incontro sulla lettura di migrazione

Proposta di incontro sul tema della letteratura di migrazione
Si propone un breve viaggio all'interno della nuova letteratura di migrazione in lingua italiana attraverso una serata di lettura di brani antologici tratti dai testi di alcuni scrittori della migrazione secondo alcune parole chiave, le letture saranno precedute da una breve presentazione teorica sulla letteratura della migrazione per conoscere e vedere con occhi diversi la realta' dei migranti, fonte preziosa di ricchezza sociale, economica e culturale. Attraverso la loro scrittura, con linguaggio "ibrido" e per questo estreamente ricco ed evocativo, gli scrittori migranti diventano i portavoce dei nuovi "intrusi" e di tutti coloro che per timore ci si ostina a non voler conoscere se non attraverso generalizzazioni fuorvianti. Attraverso questa letteratura spesso ironica e dissacrante abbiamo modo di osservarci e ridere di alcune nostre idiosincrasie "culturali" che da soli non saremmo in grado di cogliere.

L'incontro a cura di Ramona Parenzan avra' luogo venerdi' 29 settembre alle ore 20.30 presso Casa Associazioni (Via Cimabue n.16, Brescia)




Campagna elettorale in Bosnia Erzegovina..Dodik e Silajdzic, nemici amici
"La campagna elettorale in Bosnia Erzegovina è ufficialmente iniziata il primo settembre. Ma in realtà, come ad ogni giro di elezioni, era già iniziata molto tempo prima. Sono le prime elezioni da quando la comunità internazionale ha annunciato la chiusura dell’Ufficio dell’Alto Rappresentante e di fatto l’abolizione dei “Bonn powers”, i poteri che nel corso degli anni passati avevano indotto a paragonare la Bosnia ad un protettorato internazionale. Christian Schwarz-Schilling ha già di fatto rinunciato ad utilizzare i poteri da alcuni mesi e la fase di uscita dell’Alto Rappresentante è già iniziata..."

Per leggere l'articolo rinviamo al sito www.osservatoriobalcani.org

Redazione1
21.09.2006 22:11
Brindisi, situazione confusa sul rigassificatore

RIGASSIFICATORE: UNA SITUAZIONE CONFUSA ED INTOLLERABILE

L’incontro dei vertici della Regione Puglia e degli Enti locali con il Governo ha dato esiti ancora una volta interlocutori, per alcuni aspetti contradditori e comunque inadeguati alla gravità di una seria vertenza divenuta oramai di rilievo nazionale. A Roma si sono svolti infatti due incontri, uno in sede politico-istituzionale col Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e l’altro di carattere tecnico con alcuni funzionari del Ministero per lo Sviluppo Economico, il primo dei quali avrebbe dovuto ovviamente indicare la strada per gli sviluppi del secondo. Nulla di tutto questo è accaduto perché nella prima riunione il Ministro Pecoraro Scanio, che aveva convocato le Istituzioni locali sulla loro richiesta di un incontro propedeutico a qualsiasi approfondimento tecnico, si è dichiarato d’accordo con quanto esposto dagli interlocutori pugliesi mentre nella seconda riunione i funzionari del Ministero per lo Sviluppo Economico, che avrebbero dovuto dare seguito alla riserva formulata nell’incontro interlocutorio del 3 agosto, si sono di nuovo riservati di esaminare il caso per fare poi conoscere le determinazioni del Ministro. E lo hanno fatto diffondendo un primo comunicato che incredibilmente non conteneva le conclusioni della riunione per poi superarlo con una seconda nota che peraltro ometteva qualsiasi esplicito riferimento alla erroneità della precedente notizia.

In questa confusa e sconcertante situazione le espressioni di cittadinanza attiva che si riconoscono nel movimento in favore di un nuovo modello di sviluppo economico e contro il rigassificatore, con l’equilibrio e la determinazione suggerite dalla consapevolezza di avere tutte le ragioni dalla loro parte

CHIEDONO

che l’on.le Pecoraro Scanio faccia subito emettere dal suo Ministero un comunicato ufficiale sull’esito dell’incontro politico-istituzionale tra il Governo, da lui rappresentato, ed i vertici della Regione Puglia e degli Enti locali;
che il Governo maturi, agli adeguati livelli di complessiva responsabilità, una chiara decisione sulla vertenza che è stata oggetto di numerose richieste formalmente avanzate prima nei confronti del Governo Berlusconi e poi dell’attuale Esecutivo;
che la decisione del Governo tenga conto degli impegni pubblici assunti durante la recente campagna elettorale politica da autorevoli esponenti della sua maggioranza tra i quali l’on.le D’Alema, categorico e fermo nel dire “no” al rigassificatore anche in un comizio tenuto a Brindisi e lo stesso Presidente Prodi il quale in suo messaggio così testualmente si esprimeva: «quando ci sono in gioco scelte importanti e a rilevante impatto territoriale, ritengo indispensabile tenere conto delle indicazioni e degli orientamenti delle comunità locali»
RITENGONO

doveroso che il Governo, se necessario a seguito di un rapido approfondimento conoscitivo del quale certi ambienti ministeriali hanno dimostrato di avere estremo bisogno, apra un corretto procedimento di autotutela per addivenire all’annullamento dell’autorizzazione amministrativa per vizi di legittimità e quindi senza indennizzo qualora la Britsh Gas dichiarasse la sua indisponibilità ad operare una rinuncia al progetto concordata a fronte anche di possibili contropartite

ESPRIMONO

l’esigenza che, in caso di conferma dell’autorizzazione alla costruzione dell’impianto, le Istituzioni locali prospettino al Governo la loro scelta di procedere a clamorosi atti di protesta che mettano in rilievo l’impossibilità di svolgere le funzioni di governo locale negli spazi di “autonomia” riconosciuti a tali istituzioni dalla Costituzione e dalle Legge

ANNUNCIANO

per la prima quindicina di ottobre, come momento democratico altamente significativo della mobilitazione permanete già dichiarata, una grande ed unitaria manifestazione popolare da promuovere d’intesa con le istituzioni locali e con le forze politiche e sociali che si riconoscono nelle loro scelte sullo scottante problema.

Brindisi, 22 settembre 2006

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Franco Rubino", Cobas, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo' Basta!", Comitato Porta d'Oriente



Redazione1
21.09.2006 22:14
Inas Cisl, presentato il 2° bilancio sociale

PRESENTATO IL 2° BILANCIO SOCIALE INAS-CISL

Un documento che mette in chiaro attività, valori e prospettive del patronato

Il secondo bilancio sociale dell’Inas, patronato della Cisl, ne rivela l’immensa opera di inclusione sociale, portata avanti attraverso la tutela dei diritti dei cittadini: è questo il tratto principale emerso durante la presentazione del documento, svoltasi questa mattina a Roma. Si tratta della seconda edizione di questo studio - l’unico tra i patronati - che l’Inas ha fatto condurre alla Fondazione Giulio Pastore.
“Con la realizzazione di questo strumento, l’Inas scommette sul terreno del mutamento, come è proprio della Cisl, di cui il patronato è parte integrante”: così il segretario confederale Antonino Sorgi ha aperto il proprio intervento al convegno. Il confronto con le istituzioni sui temi affrontati dal documento, secondo Sorgi, deve partire subito. Non mancano, in effetti, spunti importanti, come ha spiegato il presidente dell’Inas-Cisl Giancarlo Panero: “Il bilancio sociale è uno stimolo per noi a fare meglio, ma dimostra anche che la nostra attività non è improvvisata. Quindi le campagne contro di noi non hanno fondamento, perché il nostro è un servizio sociale, riconosciuto solo per il 30% del lavoro che svolgiamo su molti fronti, dalla previdenza complementare all’assistenza agli immigrati, dalla tutela dei nostri concittadini all’estero al forte sostegno alla pubblica amministrazione. Eppure alcuni decreti della legge sui patronati non sono ancora stati attuati e ciò ci impedisce di dispiegare in pieno le nostre potenzialità di assistenza”. Per sciogliere questo nodo, il senatore Antonino Montagnino, sottosegretario del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, tra i promotori della legge succitata, si è impegnato ad agire nelle sedi istituzionali poiché, come ha sottolineato nel proprio intervento, “il ruolo del patronato si inserisce nella costruzione della democrazia e della cittadinanza, raccogliendo la grande sfida di tutelare i ‘vecchi diritti’ e quelli nuovi, imposti dai mutamenti del mercato del lavoro. L’attuazione della legge è fondamentale perché rappresenta un passo verso la liberalizzazione dei servizi”. Un’attività – quella dei patronati – che deve essere preservata, quindi, poiché fondata sulla priorità sociale dei diritti degli emarginati, secondo Gianni Tiburzi vicepresidente Inas e moderatore del convegno. Particolare attenzione, in questa edizione del bilancio sociale, è stata dedicata al rapporto con gli enti previdenziali che, “senza il patronato, dovrebbero ridurre la propria capacità di erogazione dei servizi”, ha detto Sante Marzotto, vicepresidente Inas. In quest’ottica, i dirigenti di Inps, Enpals, Inail, Inpdap, il presidente dell’Ipost Giovanni Ialongo e quello dell’Ipsema Antonio Parlato, sono stati chiamati, a partire proprio dal convegno di oggi, a confrontarsi. Unanimi i riconoscimenti per l’attività del patronato, accompagnati da proposte di lavoro pratiche. Per Vittorio Crecco e Luigi Marchione direttori generali rispettivamente di Inps e Inpdap, è necessario integrare una serie di attività anche in termini qualitativi, per una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi. Secondo Lia Ghisani, presidente dell’Enpals, il patronato rappresenta un grande stimolo per il processo di orientamento della funzione pubblica verso l’utenza. Per migliorare l’efficienza, secondo Maurizio Castro, direttore generale dell’Inail, è indispensabile un piano integrato di azione con l’Inas. Dunque, il patronato come catalizzatore di servizi “che pongono al centro il lavoratore e l’uomo in generale, rivendicando una missione di salvaguardia della dignità, come dimostra il progetto di definire un codice etico per l’Inas, nato proprio dall’autoanalisi portata avanti dall’Istituto con questo secondo bilancio sociale”, ha concluso Sorgi.

Welfare Italia
21.09.2006 22:19

Redazione1
21.09.2006 22:24
Udeur, basta interferenze

GIUSTIZIA / LENTINO (POPOLARI UDEUR) “BASTA INTERFERENZE”
<< E’ ora di porre fine alle continue interferenze del Ministro Di Pietro in campi che attualmente non gli competono. Le critiche possono essere anche accettabili, ma solamente se costruttive e quelle di Di Pietro non lo sono. In materia di giustizia occorre dialogo e soprattutto collaborazione nessuno ha bisogno di persone che continuano a criticare a senso unico>>. Lo afferma il Dirigente Nazionale dei Popolari Udeur e rappresentante del partito in Trentino Alto Adige, Carmelo Lentino in merito alle critiche del Ministro Di Pietro rivolte al Guardasigilli Mastella sulla riforma giudiziaria.
<< Siamo tutti convinti – prosegue Lentino - che nel campo della giustizia la priorità siano i cambiamenti ma questo non vieta che si istauri un dialogo con l’opposizione per trovare una larga convergenza su una materia così importante; tutto questo non significa un “inciucio” dell’Unione con la Cdl Come Di Pietro vuole far credere>>.
<< Forse il Ministro Di Pietro invece di continuare ad atteggiarsi a ministro ombra della giustizia, dovrebbe, cercare di vigilare maggiormente sui parlamentari dell’Italia dei Valori, visto che ultimamente i problemi sono arrivati da quella zona. Basta quindi – conclude l’esponente del Campanile - a falsi moralismi e critiche a ministeri con non gli competono, continuando per questa strada si rischia solamente di sfasciare l’Unione >>.
Ufficio Stampa Popolari UDEUR
Tel 340 4802433
Email ufficio.stampa@popolariudeur.it

Redazione1
23.09.2006 18:07
Il primato della politica

IL PRIMATO DELLA POLITICA

In un momento di particolari frizioni tra istituzioni ci sembra indispensabile che la politica, quella vera, alta, quella che deve raccogliere e coordinare i consensi ed è delegata a governare, riprenda in pieno il suo primato sulle polemiche, sui battibecchi e sui ricatti preannunciati.
Assistiamo frastornati a prese di posizione e successive marce indietro che fanno male alla democrazia e alla fiducia dei cittadini.

Ci aspettavamo un Governo prudente, dati i numeri che condizionano al Senato, non ci aspettavamo un Governo in ordine sparso, con tanti che parlano (o che scrivono) senza aver concordato nulla nella sede istituzionale. L'opposizione è frantumata e allo sbando, condizionata dal problema della leadership, e allora provvediamo a farci opposizione da noi stessi?

Se aggiungiamo a questo le idee di alcuni movimentisti che propongono nuove formazioni politiche o addirittura posizioni di anti/politica, arriviamo a un masochismo pericoloso e inconcludente. E per favore, non chiamiamo in causa quei registi che non vogliono essere strumentalizzati per interessi di bottega!

Chi ha la responsabilità di governare (e abbiamo ottimi ministri che lavorano bene e senza tanti schiamazzi, ma in modo responsabile e tale da guadagnarci il rispetto internazionale) lo faccia, e chiarisca in Parlamento tutto quello che c'è da chiarire, perchè sono i cittadini tutti che hanno diritto alla chiarezza.

Simona Giovannozzi


22 Settembre 2006

Welfare Italia
23.09.2006 18:07

Redazione1
23.09.2006 18:09
Siamo d'accordo con Marrazzo

Labarile (Confservizi Lazio): “Siamo favorevoli
al piano Marrazzo sull’emergenza rifiuti”

Roma, 22 settembre 2006 – “Condividiamo pienamente il programma proposto dal governo regionale e approviamo le linee-guida presenti nel piano di interventi di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti appena illustrate da Marrazzo”.

Queste le parole con le quali Giuseppe Labarile, Presidente di Confservizi Lazio, intervenuto alla Conferenza Programmatica - che ha visto coinvolti tra gli altri enti locali ed associazioni imprenditoriali pubbliche e private - ha voluto commentare i lavori della giornata e la linea adottata sulla questione dal Presidente della Regione Lazio.

“Siamo favorevoli – ha proseguito Labarile – alla chiusura del ciclo dei rifiuti anche con l’utilizzo dei termovalorizzatori, purché ci si serva di tecnologie sperimentate e affidabili e, pertanto, in grado di garantire la sicurezza della salute dei cittadini. In tale contesto è ipotizzabile l’istituzione di una Commissione tecnico-scientifica di garanzia, che sia in grado di valutare, di volta in volta, l’impatto e la qualità delle tecnologie proposte”.

“Quanto alla gestione degli impianti – ha proseguito Labarile – occorrerebbe privilegiare le forme di presenza pubblica, per garantire anche in questo modo una tutela al massimo livello dei profili di impatto ambientale e sanitario. Di particolare rilievo a tale proposito è la capacità di controllo sull’intero territorio regionale degli standard qualitativi dei combustibili utilizzati: deve essere data la piena garanzia di utilizzare combustibile pulito, non inquinante e non dannoso per la salute”.

“Infine occorre rilanciare la raccolta differenziata, soprattutto su alcuni versanti, come quello da frazione umida e da sfalci e potature, che possono anche creare sinergie importanti con le imprese agricole della regione per lo sviluppo dell’agricoltura biologica di qualità”.

A giorni il tema della riforma dei servizi pubblici locali sarà oggetto di dibattito nel corso del Convegno “La nuova regolazione dei servizi pubblici locali. Concorrenza, industrializzazione, sussidiarietà”, in programma il prossimo 27 settembre nella Capitale, presso la Facoltà di Economia “Federico Caffè” dell’Università Roma Tre.
Ai lavori prenderanno parte il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, e gli assessori alle Politiche economiche e finanziarie di Comune, Provincia e Regione.

Redazione1
30.09.2006 12:10
Una sfida per Genova

Sinistra Europea Una Proposta, un Cammino, una Sfida per Genova

GIOVEDI' 5 OTTOBRE 2006

ore 17.00
presso Teatro dello Zingaro (Genova, Comunita' San Benedetto al Porto)
SEMINARIO del Forum verso la Sinistra Europea - Socialismo XXI
con Vittorio Agnoletto, europarlamentare

ORE 21.00
presso il Dopolavoro Ferroviario, via Andrea Doria 9
(vicino stazione Genova Piazza Principe, di fronte ingresso Metro)

ASSEMBLEA PUBBLICA

Introduzione: Giuseppe Gonella, Puntorosso Genova

Intervengono:
Rita Lavaggi, Forum verso la Sinistra Europea
Vittorio Agnoletto, europarlamentare, già portavoce del Genoa Social Forum
Bruno Pastorino, segretario provinciale del Partito della Rifondazione
Comunista
Emilio Molinari, presidente del Contratto Mondiale per l'Acqua

Al momento hanno assicurato un contributo:
Andrea Agostini, Legambiente Liguria; Federico Valerio, Italia Nostra;
Valerio Gennaro, Medici per l'Ambiente; Roberto Giannini, Associazione
Metrodora; Giancarlo Bonifai, Forum Ambientalista, Mauro Solari, Assessore
Provincia di Genova, Franco Zunino, Assessore Regione Liguria; Enni
Cirnigliaro, Forum Sociale Valpolcevera, Roberta Mongiardini, comitati di
Sampierdarena; Pepino Coscione, comitaot Piazza Carlo Giuliani; Luca Moro,
Consorzio Agora'

Conclusioni: Antonio Bruno

Il percorso verso una nuova soggettività politica della Sinistra è ormai
avviato.
È giunto quindi il momento di ragionare su quali opportunità, quali scelte
di discontinuità e di rinnovamento è necessario fare per la nostra città,
anche alla luce delle scadenze amministrative della prossima primavera.
Il primo impegno è quello di ritrovare forme di partecipazione democratica
dal basso che consentano di superare la gestione aziendalistica e
privatistica che ha caratterizzato fino ad oggi il governo di Genova.
Vogliamo partire dai conflitti presenti sul territorio (precarietà, grandi
opere distruttive, beni, servizi e spazi comuni, diritti e cittadinanza...)
e fare tesoro delle esperienze maturate in questi anni per proporre una
nuova idea di città.
Vogliamo parlarne con Voi.

Forum verso la Sinistra Europea - Socialismo XXI

versosegenova@libero.it http://versose.altervista.org/

-------------------------------

"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)

-----------------------
antonio bruno FORUM VERSO LA SINISTRA EUROPEA 339 3442011

Welfare Italia
30.09.2006 12:10

Redazione1
30.09.2006 12:12
Talenti raccolgono fondi

CON “TALENTI” GLI ENTI E LE ORGANIZZAZIONI RELIGIOSE IMPARANO
A RACCOGLIERE FONDI PER LE LORO ATTIVITA’

La scuola, unica in Italia, presentata ufficialmente a Padova
e a Verona alla presenza dei Vescovi delle due città e delle massime autorità civili.

Verona, 29 settembre 2006. “Mi auguro che Talenti possa riuscire nell'intento di offrire ai vari enti religiosi gli strumenti, la competenza e le risorse necessarie per realizzare le iniziative di carattere culturale e sociale”. Con queste parole il Patriarca di Venezia Card. Angelo Scola ha salutato ieri la nascita in Veneto della prima scuola in Italia che insegnerà agli enti e alle organizzazioni religiose a raccogliere fondi per le proprie attività e progetti.

“Talenti” è un’esperienza unica in Italia per organicità della proposta formativa e per la specificità dei destinatari. E’ promossa da Dimensione Etica, un’associazione veronese che riunisce manager di grandi imprese e professionisti del non profit, ed è gestita operativamente da Henosis, un’organizzazione che da anni affianca gli enti religiosi nella raccolta fondi. La scuola nasce in collaborazione con la Facoltà Teologica del Triveneto, il Cepof di Verona e le Fondazioni G. Toniolo di Verona e Don N. Mazza di Padova. La città scaligera e quella patavina ospiteranno infatti le due sedi della scuola, la cui direzione scientifica è affida al professor Valerio Melandri, uno dei massimi esperti italiani di fund raising. “Talenti – spiega il prof. Melandri – è la gentile arte dell’insegnare agli altri la gioia di donare; è infatti fondamentale che chi lavora in prima persona per il prossimo abbia tutte le competenze necessarie per poter svolgere la propria missione sociale con gli strumenti più adatti a comunicare efficacemente e coinvolgere direttamente la comunità”.

"Le realtà di ispirazione cristiana rappresentano un patrimonio straordinario per la nostra società e le nostre terre, raccolgono le qualità umane e spirituali più belle della nostra gente, manifestate attraverso la forma straordinaria del volontariato e rispondono a necessità e povertà della nostra società così differenziata. Talenti permette a queste realtà ecclesiali di intensificare il dialogo con le istituzioni pubbliche e civili per qualificare determinati servizi e garantire assieme al volontariato disponibilità di risorse, stabilità e professionalità" afferma a sua volta il pro preside della Facoltà Teologica del Triveneto, don Andrea Toniolo.

“I talenti – spiega il presidente di Dimensione Etica Gian Luca Rana, presidente di Assindustria Verona – non vanno sotterrati, ma fatti fruttare, come ci insegna la parabola, per questo abbiamo creduto nella creazione di questa scuola”. “Con Talenti i rappresentanti della realtà non profit più diffusa nel Nord-Est impareranno a professionalizzarsi”, sottolinea Maria Maddalena Buoninconti, vice presidente di Dimensione Etica.

Nel concreto i partecipanti alla scuola impareranno a relazionarsi con le imprese e le fondazioni, ad allestire campagne di raccolta fondi, a rendere più efficaci le dinamiche interne e la comunicazione, a valorizzare la gestione degli immobili, a conoscere le agevolazioni fiscali e le modalità di accesso ai finanziamenti della Comunità Europea. Il percorso formativo si snoderà poi attraverso otto moduli didattici a cadenza mensile. L’avvio del corso a Verona è fissato per il 26-27-28 ottobre; a Padova il primo modulo si terrà invece il 2-3-4 novembre.

Per informazioni ed iscrizioni (entro il 10 ottobre con quota agevolata di 930 euro, dopo tale data fino ad esaurimento posti al costo di 2.200 euro): www.dimensioneetica.it – 045/8014411. L’iscrizione è possibile anche per le organizzazioni laiche.









UFFICIO STAMPA DIMENSIONE ETICA

Mariagrazia Bonollo

Tel. 0445 812321 – cell. 348 2202662

Redazione1
30.09.2006 12:13
No al Rigassificatore, lettera a BErsani

LETTERA APERTA AL MINISTRO BERSANI

Signor Ministro,

apprendiamo che alcuni rappresentanti della locale Confindustria e di Cisl, Uil e Ugl hanno chiesto, con un documento congiunto, di incontrarLa per caldeggiare la conferma dell’autorizzazione alla costruzione del rigassificatore che considerano un investimento positivo per «lo sviluppo industriale della Provincia di Brindisi». Affermazione questa palesemente da loro stessi contraddetta dalla richiesta, contenuta nel citato documento, di «giuste e opportune compensazioni per il territorio » che presuppongono quindi non vantaggi ma certo danni e pesanti rischi. Senza entrare nel merito delle argomentazioni a sostegno di tale richiesta, diciamo solo che la consideriamo strumentale e propagandistica perché rivolta a “compensare” o, qualora contro ogni buon senso fosse possibile, a mortificare con l’ottenimento di un incontro personale l’analoga iniziativa dei vertici delle Amministrazioni locali e della Regione Puglia che sono stati purtroppo ricevuti solo a livello tecnico da funzionari ministeriali.

Alla luce di quanto accaduto durante l’ultimo incontro “tecnico”, crediamo opportuno richiamare la Sua attenzione sui seguenti punti:

il “no” al rigassificatore a Brindisi non è un rifiuto ideologico ma si fonda su ragioni collegate all’assoluta incompatibilità dell’impianto (che dovrebbe sorgere nel porto di Brindisi a ridosso della città) con le più elementari esigenze di sicurezza a tutela dei cittadini e con le linee di uno sviluppo della economia locale capaci di correggere modelli sbagliati che hanno provocato le crisi e la disoccupazione che è sotto gli occhi di tutti;
la scelta per un nuovo modello di sviluppo economico ed il conseguente “no” al rigassificatore sono state sostenute da massicce manifestazioni di popolo (che hanno visto sfilare per le vie di Brindisi migliaia di cittadini) ed hanno trovato il pieno consenso e la viva partecipazione di tutte le forze politiche e di tutto l’associazionismo laico e cattolico: un movimento che ha visto l’attivo protagonismo della CGIL, della Coldiretti e di tutti gli altri sodalizi sociali, culturali e professionali;
le espressioni sindacali ed industriali favorevoli all’impianto sono estremamente minoritarie, ed appaiono culturalmente e politicamente legate alle logiche di gestione delle passate esperienze amministrative che hanno avuto esiti disastrosi per lo sviluppo e per l’occupazione e sono state perciò condannate dal voto popolare dopo il loro naufragio tra scandali ed inchieste giudiziarie;
le scelte delle amministrazioni locali e della Regione Puglia che rifiutano l’impianto sono in linea con un preciso mandato elettorale ricevuto nelle recenti elezioni amministrativa e regionale e pongono un rilevante problema istituzionale ove si considerino le innovazioni apportate dalla recente riforma costituzionale che ha attribuito alla Regione (insieme allo Stato) la potestà di legiferare in materia di energia e che ha potenziato l’autonomia delle amministrazioni locali;
il Governo dovrebbe tenere nel debito conto le scelte degli Enti locali e della Regione Puglia nonché gli impegni della sua stessa maggioranza che prima, durante e dopo la recente campagna elettorale politica sono stati pubblicamente assunti con precisi interventi dei massimi esponenti dell’Unione fra i quali gli onorevoli Prodi, D’Alema e Bertinotti;
l’autorizzazione governativa alla realizzazione dell’impianto è stata rilasciata, male interpretando la normativa vigente, senza la prescritta Valutazione d’Impatto Ambientale e sulla base di consensi espressi dalle gestioni degli Enti locali dell’epoca con procedure irregolari che sono tuttora al vaglio della Magistratura penale.
Le facciamo presente, signor Ministro, che le nostre ragioni meritano attenzione, rispetto ed accoglimento. Sono ragioni che hanno un ampio consenso bipartisan e che ancora una volta saranno riproposte con forza in una grande manifestazione popolare indetta, d’intesa con le Amministrazioni locali e con le forze politiche e sociali disponibili, per il prossimo 14 ottobre.

Brindisi, 29 settembre 2006

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Franco Rubino", Cobas, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo' Basta!", Comitato Porta d'Oriente

Redazione1
30.09.2006 12:14
LISA SOSTENIBILITA'

LISA SOSTENIBILITA'

Sostenibilità: una parola ormai inutilizzabile per abuso, proprio "cm'è 'l gòmi frusti" (come i pneumatici consumati) che improvvisamente sono comparsi sotto Palazzo del grano, sede del Comune di Parma. Un'area adibita per lo più alle mostre autoreferenziali di un apparato delirante dedito allo spettacolo da propugnare ai sudditi, visto che in qualche modo bisogna continuamente distrarli per non far vedere loro quel che gli passa sopra la testa. Poi con il cambiamento della pressione stagionale cambia l'umore! E allora vai, lo spettacolo continua...sempre! Pensate che la sera di un efferato omicidio in città han messo in onda la box in piazza!! Lo spettacolo non si ferma mai e ogni cosa diventa funzionale.anche l'innocenza dei bimbi!! Garibaldi incupito e sgomento osserva allestitori e allestimenti in perenne fermento.lui è rimasto per ora inamovibile, ma forse inizia a preoccuparsi. Giuseppe abbi pazienza ogni spettacolo rappresenta il suo committente!
La piazza è diventata un open media per gli eventi degli apparatici. L'ultimo un po' di gomme lise scaricate e distribuite in gergo pseudoartistico. Di artistico c'è la verosimiglianza di quelle gomme con le attuali istituzioni non più utilizzabili, insomma non più sostenibili: una parola strautilizzata da loro, i protagonisti della insostenibilità! Proprio loro che han fatto di tutto, di ogni, perché si arrivasse a questo punto.
Mi trovavo alcuni giorni fa verso le 18,30 all'incrocio tra via Trento e via Garibaldi. Provenivo da via Palermo: il sottopasso ferroviario ho preferito farlo restando in apnea; fuori dal tunnel, in tutte le direzioni fiumi di gas di scarico proposti da orde di portatori d'auto, dimenanti e intrappolati, che si perdevano ad ogni orizzonte. Come è bella la città! Come è sana la città! Come è allegra la città! Gaber?
E come mai non c'è nessuna centralina in quel posto a rilevare l'inquinamento? Ma è vero che le mettono in zone più "sostenibili" avendo cura di bagnare le aree circostanti per una rilevazione più affidabile?
Una situazione, quella di Parma, paragonabile ad altre. Non è sostenibile l'aria, non sono sostenibili queste istituzioni, non è sostenibile questa economia, vecchia, da rendita parassitaria, non è sostenibile questa classe dirigente lautamente pagata per i loro deliri, non è sostenibile lo spettacolo propugnato, non sono sostenibili i servizi e i loro budget, non sono sostenibili i direttori d'orchestra e i sovrintendenti del gnigognago ducale.non sono più sostenibili questi media, con le loro truppe e la loro sbobba, compiacenti divulgatori di spot e veline.informative dei rappresentanti della finzione democratica! Media divenuti vere macchine da guerra di devastazione cerebrale a fianco di fazioni dedite al potere e ai loro interessi.in nome della democrazia!!! Della pluralità!!
Certo questa mobilità è insostenibile, ma da chi è stata voluta? Da chi è stata prodotta? E come vi si sono dedicati! Si sono spesi miliardi di vecchie Lire e ora di Euro per le infrastrutture, sempre vecchie, spesso incomplete, onerose, soggette a travagliati parti pluridecennali, nell'area storica decorative; ma il fiore all'occhiello sono le cosiddette piste ciclabili!! Si predica la bicicletta ma l'urbanistica per il pedale è ridicola.
Sembra comunque che le infrastrutture della betoniera costituiscano l'unico asse portante di una civiltà. E allora tutti all'opera! Non finiscono mai, così come sono infinite le commesse: vere voragini. E il project financing? Grande invenzione! Ce ne vorrebbero!
E pensare che il 50% della mobilità quotidiana potrebbe essere soppressa se si fosse adeguatamente investito nel telelavoro; se si fosse realizzata una efficiente logistica commerciale; se si fossero resi mobili percorsi (tapie roulant); se si fosse realizzata una mobilità sistemica urbana e extraurbana.
Istituzioni invece divenute SPA appaltatrici di ogni genere e nefandezza!
Di nuovo, poco, quasi nulla. Si continua a far passare auto in strade costruite per le carrozze e si progettano strade nuove tra estese cementificazioni, dove le carrozze avrebbero difficoltà a muoversi.E' la rovina del senso!
Insomma come è successo col fumo, con gli alimenti.Uno Stato, cioè noi, produttore e promotore di dannosi consumi e poi ti vengono a dire che il fumo porta il cancro, che l'obesità è una pandemia e questa mobilità è insostenibile! Con quale coraggio? Sugli scaffali si continuano a vendere prodotti alimentari con oli vegetali idrogenati (lubrificanti per motori) dannosi alla salute, ma si tace!!
Ad Assisi al convegno sull'Educazione ambientale sapete chi era lo sponsor? La Tetra Pak: protegge la bontà, recita il suo slogan. Si proprio lei, quell'"aziendina no profit" i cui centri di ricerca non si erano accorti che l'inchiostro ITX usato nelle loro confezioni rilasciava, poi negli alimenti, sostanze "benefiche!" all'organismo.se in modica quantità!
E' la "follia dell'Occidente", sostiene Severino, quella follia che genera l'insostenibilità, finché "il canto del cigno dell'Occidente, il grande stile della tecnica, non prenderà il sopravvento sulle forze ideologiche del passato destinate al tramonto". Ma troppo tempo ha ancora da passar!! Ne vedremo delle belle se sopravviveremo. Per ora in questo oscillare dal nulla al nulla, siamo riusciti a rendere il divenire insostenibile.Una prospettiva allettante!
Le istituzioni, queste istituzioni, sì, sono giunte al limite!!! Come quelle vecchie gomme fruste esibite sotto il porticato del grano.è il raglio d'asini di Toscani in piazza che si ripete. (Parma, 19 settembre 2006)

Luigi Boschi
tel 3337363604

Redazione1
30.09.2006 12:16
Le guardie Svizzere controllano i frontalieri

Lunedì 26 settembre, nel tardo pomeriggio, le autorità doganali svizzere hanno fatto stare in coda,con le auto ferme per ore, migliaia di lavoratrici e lavoratori frontalieri italiani che tornavano a casa dopo una giornata di lavoro, in particolare ai valichi verso le province di Como, Sondrio, Varese e Verbania. Si è trattato di un evento eccezionale, in seguito ad una presunta rapina e alla fuga degli altrettanto presunti autori, poi rivelatisi estranei; siamo però di fronte alla spia di una gravosa fatica quotidiana, quella causata da lunghe ore di guida e da colonne prolungate alle frontiere, spesso senza alcuna ragione.
Occorre impegnarsi in maniera concreta per trovare tutte le soluzioni possibili per migliorare il viaggio dei frontalieri, mediante piccole e grandi opere che da tempo sollecitiamo, quali le corsie preferenziali per i frontalieri loro riservate sia il mattino in entrata che la sera in uscita; l’adeguamento dei trasporti pubblici, resi finalmente convenienti; gli interventi sulla rete viaria che permettano una più veloce e sicura percorribilità: ricordo l’annoso problema, ancora irrisolto dall’ANAS, della variante tra Porlezza e Lugano.

Claudio Pozzetti
Responsabile nazionale frontalieri CGIL
Consigliere CGIE

Redazione1
30.09.2006 12:18
LE STRADE DI ORIANA di A,V.Gelormini

LE STRADE DI ORIANA
di Antonio V. GELORMINI
Immancabile, prematura e precipitosa, all’indomani della scomparsa di Oriana Fallaci, è cominciata la corsa alla richiesta di intitolazione di vie, strade e piazze. Qualcuno si è spinto a chiedere anche quella di un teatro (a Milano e a Varese), temendo la beffa di vedere i marciapiedi prescelti invasi da bancarelle improvvisate, djellabah di ogni fattura e profumi speziati dal forte sapore extra-comunitario.



Il malvezzo italiano ai facili entusiasmi, all’esaltazione suprema sugli altari e al repentino abbandono nella polvere, in caso di caduta in disgrazia dell’osannato, ha radici antiche. Testimonia una sostanziale superficialità di fondo, che porta a lavare le coscienze con sorprendente facilità, ad inflazionare i minuti di silenzio, le medaglie, le vie e le piazze con dedica. E segnala quella dose di ipocrisia, che la Fallaci perseguiva con disprezzo e smascherava con cinica precisione.



Una debolezza, purtroppo, che enfatizza e produce clamore per l’eroico “saluto alla vita” di Fabrizio Quattrocchi, ma fa passare quasi sottotono il gesto immenso di suor Leonella. “L’artigiana di pace” che, perdonando i suoi assassini, diventa “segno pacifico di contraddizione e dimostra la vittoria dell’amore sull’odio e sul male” (Benedetto XVI).



Ci sono ancora troppe poche vie dedicate a Eduardo, a Croce, a Montale, a Pirandello, a Luzi o a Boccioni e Modigliani per pensare già di fissare e archiviare, su una lastra di marmo o una tabella di latta, la memoria scomoda di uno spirito ribelle come quello di Oriana.



Ora il suo riposo merita pace e rispetto. Il tempo, come al solito, riuscirà ad essere galantuomo!

(gelormini@katamail.com)



Redazione1
30.09.2006 12:20
UN'UTOPIA POSSIBILE E NECESSARIA di L.Garofolo

UN'UTOPIA POSSIBILE E NECESSARIA
Sovente penso a un paradosso di portata storica globale che pure mi riguarda personalmente, ma che investe direttamente ciascun essere umano.
Mi riferisco a un’oggettiva contraddizione tra il crescente progresso tecnico-scientifico compiuto soprattutto negli ultimi decenni, che permetterebbe all’intero genere umano di vivere molto meglio, e la realtà planetaria che evidenzia un sensibile peggioramento delle condizioni economiche, materiali e sociali, soprattutto dei produttori e dei lavoratori salariati (anzi sotto-salariati) che vivono anche nel mondo occidentale cosiddetto “avanzato”.



Ebbene, grazie alle più recenti conquiste dello sviluppo tecnico e scientifico, la grandiosa, nobile, quanto antica “utopia” dell’emancipazione dell’umanità (tutta l’umanità) dal bisogno di lavorare e, quindi, dallo sfruttamento materiale, è teoricamente (ossia virtualmente) realizzabile, oggi più che nel passato, nel senso che sarebbe oggettivamente possibile, oltre che necessaria, ma nel contempo è impraticabile, almeno nel quadro dei rapporti giuridici ed economici esistenti, che si basano sulle leggi e sulle tendenze classiste insite nel sistema capitalistico-borghese, che non a caso attraversa un periodo di grave crisi strutturale.



Pertanto, l’idea dell’affrancamento definitivo e totale dell’umanità dallo sfruttamento e dall’alienazione che si compiono durante il tempo di lavoro, appare molto prossima alla sua attuazione. Pur tuttavia, ciò non potrebbe compiersi senza una violenta rottura rivoluzionaria rispetto al predominio capitalistico-borghese vigente su scala planetaria. Mi riferisco esplicitamente all’abolizione della proprietà privata dei grandi mezzi della produzione economico-materiale che è detenuta dalla borghesia capitalistico-finanziaria.



Come gli antichi greci si occupavano liberamente, e amabilmente, di politica, di filosofia, di poesia e delle belle arti, e godevano di tutti i piaceri offerti dalla vita, in quanto erano esonerati dal lavoro materiale svolto dagli schiavi, così gli uomini e le donne di oggi potrebbero dedicarsi alle piacevoli attività del corpo e dello spirito, affrancandosi finalmente dal tempo di lavoro affidato esclusivamente ai robot e condotto grazie ai crescenti processi di automazione e informatizzazione della produzione di beni materiali.

Questo traguardo storico rivoluzionario è oggi raggiungibile, almeno in teoria, proprio in virtù delle enormi potenzialità “emancipatrici” ed “eversive” offerte dallo sviluppo della scienza e della tecnica soprattutto nel campo della robotica, della cibernetica e dell’informatica.



Lucio Garofalo

Redazione1
30.09.2006 12:22
Le trappole del Federalismo di A.V.Gelormini

LE TRAPPOLE DEL FEDERALISMO
di Antonio V. GELORMINI
Si fa un bel parlare di federalismo e a seconda della prospettiva regionale di analisi si accendono entusiasmi, si adombrano timori o si accusano deficit di sussidiarietà. Raramente ci si confronta con efficienza, organizzazione e spirito pratico per la mera tutela dell’interesse del cittadino.
Sono appena reduce da uno dei tanti piccoli momenti in cui si toccano da vicino le trappole, che un ordinamento a carattere regionale può riservare ad ognuno di noi, se la sensibilità verso le esigenze comuni quotidiane non è la stessa al sud, piuttosto che al nord.
A febbraio dello scorso anno, a Varese, rubarono l’auto di mia madre. Fiat Uno targata MI . Un ladro sfortunato, perché in evidente stato di ebbrezza, alle porte di Milano riuscì a fare un incidente proprio con una gazzella dei Carabinieri. Macchina irrecuperabile. A malincuore la avviammo alla rottamazione.
Non mi dilungo sull’esiguità del rimborso ottenuto dall’assicurazione (bisognerebbe aprire un capitolo a parte), ci fu però segnalato che almeno le spese del bollo di circolazione, da poco rinnovato, potevano essere recuperate. Facendone formale domanda all’ACI, presso i cui sportelli lombardi risultavano pagate le tasse degli ultimi anni.
Finalmente, dopo più di un anno, arriva una convocazione agli uffici dell’ACI, dove ci comunicano che la pratica non può avere esito positivo, perché mia madre risulta essere residente in Puglia e la Regione Puglia, al contrario della Lombardia, non prevede il rimborso della tassa di circolazione, anche parziale, in caso di rottamazione del veicolo.
Constatare che la Lombardia funziona meglio della Puglia è come scoprire l’acqua calda. Ma che il cittadino italiano debba sentirsi meglio tutelato in un’area e più bistrattato nell’altra è un problema che l’orizzonte federalista rischia di acuire, se il processo non prevede un’azione concertata nell’interesse di ognuno di noi. Altrimenti sarà solo facile capire perché al sud il federalismo è un concetto ostico e fortemente temuto. (gelormini@katamail.com)








Redazione1
30.09.2006 21:56
Bari, il movimento ha incontrato Bertinotti

IL “MOVIMENTO” HA INCONTRATO BERTINOTTI A BARI
Una delegazione delle sottoscritte Associazioni ha oggi incontrato a Bari il Presidente della Camera on.le Fausto Bertinotti in visita a MediTerre presso la Fiera del Levante. Sono state dalla delegazione illustrate al Presidente le ragioni del Movimento che si oppone alla realizzazione del Rigassificatore a Brindisi, ragioni che risultano sintetizzate nella seguente Lettera Aperta. Il Presidente ha assicurato il Suo interessamento.

Bari, 30 settembre 2006





On.le Fausto Bertinotti,
Presidente della Camera dei Deputati
ROMA

Signor Presidente,

sappiamo che Lei ben conosce le ragioni e gli obiettivi della lunga lotta che il nostro Movimento sta conducendo contro la scelta del precedente Governo che ha autorizzato la British Gas a costruire a Brindisi un rigassificatore. Sa quindi che la nostra battaglia non è localistica né ideologica ma esprime una forte presa di coscienza della comunità brindisina che per troppo tempo ha subito condizionamenti e ricatti e che da qualche tempo ha imboccato la strada del cambiamento e del riscatto sulla spinta di iniziative di base che hanno trovato attenzione e riscontri positivi da parte delle rinnovate amministrazioni degli Enti locali e della Regione Puglia.

Ci limitiamo perciò a sottolineare che il nostro rifiuto del rigassificatore (da costruire nel porto ed a ridosso della città) è motivato non solo dalla sua pericolosità perché dovrebbe sorgere in un’area dichiarata a rischio di incidenti industriali e di crisi ambientale ma anche e soprattutto dall’assoluta incompatibilità di tale progetto con un nuovo modello di sviluppo, centrato sul rilancio del porto e delle tante vocazioni e potenzialità locali, ritenuto necessario per superare in positivo un assetto dell’economia locale responsabile di devastanti inquinamenti, di una crisi oramai cronica e di una galoppante disoccupazione.

C’è poi da considerare che il Governo dovrebbe tener conto degli impegni pubblicamente assunti, durante la recente campagna elettorale, da autorevoli esponenti della sua maggioranza tra i quali l’on.le D’Alema, categorico nel dire “no” al rigassificatore anche in un comizio tenuto a Brindisi, e lo stesso Presidente Prodi il quale in un messaggio di risposta ad una nostra nota così testualmente si esprimeva: «quando ci sono in gioco scelte importanti e a rilevante impatto territoriale, ritengo indispensabile tenere conto delle indicazioni e degli orientamenti delle comunità locali». A fronte di questa chiara situazione il Governo sta dimostrando incertezze e si è riservato di decidere se riaprire o meno la procedura con la convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi in seno alla quale potrebbe essere disposta quella Valutazione d’Impatto Ambientale omessa a suo tempo in un procedimento autorizzativo segnato da diverse altre irregolarità e svoltosi localmente nel clima della nota “tangentopoli” locale. Preoccupa poi il fatto che il Governo appare esposto alle suggestioni di centri di potere e di gruppi interessati alla conferma dell’autorizzazione, scelta questa che bloccherebbe peraltro localmente i processi di rinnovamento in corso.

Ci rendiamo conto, signor Presidente, che la questione risulta estranea alle competenze e alle responsabilità della carica istituzionale da Lei oggi ricoperta ma la Sua sensibilità sociale e la storia del Suo impegno civile e politico ci incoraggiano a chiederLe di intervenire, ovviamente nelle sedi e nei modi ritenuti opportuni, facendo ricorso a quella moral suasion riconosciuta dalla “costituzione materiale” del nostro Paese fra le prerogative delle più alte autorità dello Stato chiamate a svolgere, per il loro prestigio e la loro indipendenza, elevate funzioni di garanzia. Una preghiera che ci permettiamo affidare alla Sua illuminata valutazione perché in questo martoriato territorio sono in gioco diritti fondamentali e premono insopprimibili esigenze di giustizia.

Brindisi, 30 settembre 2006



Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Franco Rubino", Cobas, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo' Basta!", Comitato Porta d'Oriente



Welfare Italia
30.09.2006 21:56

Redazione1
1.10.2006 09:57
Nessuno può gioire di A.Cifatte

Ricevuta l'email di Ugo Montecchi, mi permetto di inoltrarvi quanto segue:

Il commento del conduttore dell' incontro Enrico Pedemonte, giornalista
genovese ora corrispondente dell'Espresso da New York, "mi aspettavo
più gente ed un dibattito maggiore" è franco e sincero, ma prescinde forse
dal fatto che qui ci si tiene ancora un po' chiusi sulle proprie rispettive
speranze, senza schierarsi troppo, se non in termini generali. La scelta per
le Primarie può essere discussa in generale, nelle sue varie modalitità, in
genere partendo dall'esperienza del 16.10.06 per l'investitura di Prodi.
Ma ora qui, tutti lo sanno, anzi lo ammettono, la battaglia per
la Primarie di fatto è pro Marta Vincenzi Sindaco. Trattasi di una
battaglia che va fatta in sé, perchè le Primarie valgono in sé. Ma
qui da tempo, passate altre scadenze, ed ormai alla vigilia delle Amministrative,
è ovvio che comportino una scelta anche di Candidatura. Se si resta sul piano
accademico, è chiaro che si finisce per appassionarcisi poco. Io ho
ormai detto a molti che sono per Marta: quando, al termine dell'incontro,
col sorriso ho detto che c'è anche un modo di parlare delle Primarie per
esorcizzarle, evocavo una situazione opposta alla milanese: lì dovevano
scegliere, e Bruno Ferrante doveva davvero essere "investito" del ruolo.
Qui, dal 2004 si sa che Marta sarebbe stato il miglior candidato per Tursi.
Ha avuto uno splendido risultato alle Europee 2004. Pensavano di
non doversi "preoccupare" più di lei (capitemi). Invece, oggi, per Tursi,
resta lei la Candidata migliore, tra l'altro perchè donna con varie esperienze
e perchè ulivista doc autonoma, forse troppo... Speriamo che stavolta venga
davvero tralasciato, da parte delle componenti uliviste diverse dal ds, ossia
in primis dalla Margherita, il giudizio sull'appartenenza di partito: errore qui
compiuto per es. dal Segretario Ds quando rivendica "un iscritto ds".
Organizziamo che tutti gli elettori genovesi si rechino alle urne, leggano e
firmino le "Linee di principio" comuni a tutti i candidati del Centrosinistra
[e se lo facessero contempraneamente quelli del Centrodestra non ci sarebbe
altro che da rallegrarsene!], scelgano il/la candidato/a più idoneo da presentare
per Tursi.
V' inoltro la nota seguente di Giovanni Giaccone, che rende bene quanto
avviene a Genova.
Sentiamoci, Angelo Cifatte
----------------------------------------------------------------

PRECISAZIONE Da http://www.telecittatv.it
Giovedì 28 Settembre 2006, 17.11
POLITICA: RIVOLUZIONE NEL CENTRO SINISTRA
La galassia dei Democratici di sinistra vive giorni di turbolenza e grande
intensità politica. Dopo la notizia della nascita di un nuovo soggetto
“Unione a sinistra”, che vede in primo linea Mino Ronzitti insieme a Massolo,
Briano, Crivello, Sassano, Longhi e altri, arrivano le manovre di assestamento da
parte della Segreteria ds che, per il 2 ottobre, prevede la riunione di una
Direzione provinciale per discutere la scelta di presentare per le prossime
amministrative le Liste dell’Ulivo dalle Circoscrizioni alla Provincia.
Intanto mentre proprio oggi l’Unione a sinistra con il suo candidato di
bandiera il poeta Edoardo Sanguineti ha presentato le sue linee insieme, per
domani è prevista la riunione del correntone che vede in Massimiliano
Morettini il più quotato nel ruolo di coordinatore che andrà a riordinare le fila
della minoranza dopo le ultime vicende.
Un dato certo è che le Primarie si faranno: il periodo tra novembre e i
primi di dicembre sembra quello più probabile e i rivolgimenti avvenuti le
renderanno ancora più avvincenti: in lizza ad oggi si contano quattro ipotetici
candidati del centrosinistra: Mario Margini, che è il più quotato rappresentante dei
ds affiancato, ovviamente, da Marta Vincenzi che mantiene l’appeal del
candidato di razza; Stefano Zara acceso sostenitore delle primarie e tra i fondatori
del'Associazione per il Partito democratico guardato con simpatia anche dai
ronzittiani, e infine Edoardo Sanguineti candidato appunto per l’Unione a Sinistra.
Resta da capire se Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani saranno
disponibili ad un progetto politico insieme ad Unione a Sinistra per
presentarsi sotto un unico simbolo, oppure parteciperanno anche loro alle
primarie esprimendo a questo punto il rispettivo candidato.
_______________________________
Angelo Cifatte
Ufficio Tel. 010 5573779
Casa Tel. 010 5701274
Cell. 333 4891234

---Nessuno può gioire se una riunione pubblica non riesce bene...però....
Carissimi, carissime,
ieri pomeriggio ho partecipato all'assemblea pubblica (Palazzo delle Entrate) indetto dai promotori della raccolta delle firme, tra gli elettori genovesi, per le elezioni
"PRIMARIE". Un tema importante per il futuro di Genova nonchè per lo sviluppo della partecipazione democratica dei cittadini nelle decisioni inerenti tutti gli aspetti della "cosa pubblica".
Dopo l'impegno profuso per la raccolta di più di 5.000 firme, ieri sera all'assemblea non eravamo in molti: dai 90 a non più di 130 partecipanti: di questo non possiamo, come militanti della "sinistra genovese", gioire, anzi dobbiamo, per completare in positivo l'operazione "primarie", ragionare del perchè della scarsa partecipazione e rimediarvi.
L'ordine sparso con il quale tutti coloro (singoli e/o associati, dentro o fuori i Partiti del Centro Sinistra) che vogliono affermare il metodo delle primarie è la prima ragione della scarsa partecipazione.
Ma la ragione di fondo di questo problema rimane, come ho potuto affermare nell'assemblea, quello di non aver ancora saputo coniugare i possibili ed auspicabili candidati da sottoporre al voto "primario" con dei PROGRAMMI AMMINISTRATIVI CONDIVISI POICHE' discussi e definiti con i cittadini di Genova: ed i problemi da risolvere sono veramente tanti.
Se non c'è questa "sinergia" tra candidato, proposta programmatica e voto le PRIMARIE sono come "La bella di Torriglia che tutti la vogliono ma nessuno la piglia"....!
Cordialità da Ugo Montecchi dell'ARS di genova.

Redazione1
1.10.2006 21:34
Rigassificatore di Brindesi,la destra interpella il Governo

LA DESTRA INTERPELLA IL GOVERNO SUL RIGASSIFICATORE

Mercoledì 27 settembre u.s. con un “question time” alla Camera e giovedì 28 con una interpellanza al Senato i parlamentari locali del centrodestra hanno chiesto al Governo Prodi cosa intenda fare col rigassificatore a Brindisi. Per documentazione sulla vicenda di seguito i testi delle domande e delle risposte.



________________________________________________________________________________

Camera Deputati 27 settembre 2006:

Question Time presentato dagli on.li LEONE, FITTO, VITALI, FRANZOSO e LAZZARI di Forza Italia.

Risposta del Ministro per l’Attuazione del Programma SANTAGATA



LEONE, FITTO, VITALI, FRANZOSO e LAZZARI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è stata autorizzata a Brindisi la realizzazione di un rigassificatore, nell'ambito dell'individuazione di fonti energetiche nel nostro Paese da parte del Governo, su conforme parere di comune, provincia e regione;
a seguito di elezioni amministrative e regionali i nuovi vertici di quegli enti hanno manifestato il loro dissenso all'opera in questione, che, nel frattempo, è in corso di avanzato stato di costruzione;
i vertici degli enti locali hanno minacciato le dimissioni nel caso in cui il Governo non blocchi l'iniziativa;
in occasione della Fiera del Levante a Bari il presidente della regione Vendola chiese espressamente al Presidente del Consiglio dei ministri di dichiarare la volontà del Governo sul problema; istanza rimasta senza riscontro nell'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;
assistiamo ad un balletto di posizioni francamente deprimente tra il Ministro Pecoraro Scanio, per il quale il rigassificatore non si farà a Brindisi, ed il Ministro dello sviluppo economico, per il quale la procedura autorizzativa è regolare e non vi sono ragioni per revocare le autorizzazioni -:
quale sia la posizione del Governo riguardo alla questione di cui in premessa. (3-00249)
(26 settembre 2006)





GIULIO SANTAGATA: Devo premettere che il Governo ha concretamente espresso una posizione di favore riguardo alla costruzione di sistemi di rigassificazione; l'ha fatto recentemente e con chiarezza nell'ambito del cosiddetto decreto Bersani. Tuttavia, ci troviamo di fronte ad una situazione che presenta delle peculiarità, delle complessità anche procedurali non indifferenti: credo nasca da qui la gran parte del problema.
L'autorizzazione alla costruzione ed esercizio per il terminale è stata rilasciata alla società Brindisi LNG dal Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e d'intesa con la regione Puglia, in data 21 gennaio 2003; ciò, al termine di un processo autorizzativo condotto secondo le specifiche disposizioni dell'articolo 8 della legge di semplificazione n. 340 del 2000, con il parere favorevole espresso in Conferenza dei servizi da tutte le amministrazioni e gli enti locali intervenuti.
Le nuove amministrazioni, subentrate prima alla provincia di Brindisi e poi al comune, hanno contestato la validità dell'assenso fornito dal Ministero delle attività produttive alle precedenti amministrazioni comunali e provinciali adottando delibere attraverso cui esprimono contrarietà al progetto.
La provincia ha inviato un esposto alla procura della Repubblica di Brindisi, nonché alla Commissione europea, nel quale lamenta, tra l'altro, una violazione delle direttive sulla VIA nel corso del procedimento.
La provincia di Brindisi ha diffidato il Ministero delle attività produttive a revocare l'autorizzazione in base al principio di autotutela ed ha impugnato al TAR la mancata risposta del ministero in tal senso, ottenendo una sentenza favorevole. La sentenza è stata impugnata presso il Consiglio di Stato ed in data 17 gennaio 2006 il Consiglio ha dato ragione al ministero, sostenendo che non è ammissibile un obbligo di riesame della decisione, nemmeno se chiesto da un'amministrazione pubblica, in particolare se a suo tempo partecipante alla Conferenza dei servizi, in attesa di mutamenti significativi della situazione di fatto e quando ormai si sono precostituiti i diritti di terzi.
Lo stesso Consiglio di Stato, tuttavia, ha chiarito che è nella responsabilità dell'amministrazione procedente rivedere, ove ne ricorrano i presupposti, l'autorizzazione concessa mediante una nuova Conferenza dei servizi.
La presidenza della regione Puglia ha scritto, in data 10 febbraio 2006, al Presidente del Consiglio dei ministri, ai ministri delle attività produttive e dell'ambiente e tutela del territorio e al Presidente della Commissione europea, chiedendo la revoca del provvedimento e l'assoggettamento alla procedura ordinaria di VIA. Il Ministero dello sviluppo economico ha incontrato il presidente della regione per valutare la situazione amministrativa del progetto, la posizione degli enti locali e le modalità di inserimento del terminale nel territorio, considerato anche che la regione Puglia ha presentato un piano energetico regionale in cui prevede la possibilità della realizzazione di un terminale di gassificazione sul proprio territorio, compatibilmente con i vincoli ambientali e le esigenze di sviluppo territoriale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIULIO SANTAGATA, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Ho quasi finito, Presidente.
Da allora sono in corso numerosi incontri fra i ministeri competenti, gli enti locali, la regione, tutti mirati a valutare la richiesta di riapertura della Conferenza dei servizi e, conseguentemente, l'effettuazione di una procedura di VIA completa sull'impianto. Stiamo terminando il lavoro di questo tavolo e alla fine decideremo se riaprire o meno la procedura.

PRESIDENTE. L'onorevole Vitali, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LUIGI VITALI. Signor Presidente, signor ministro, ci dobbiamo dichiarare assolutamente insoddisfatti di questa risposta. Probabilmente, non siamo stati felici nell'esposizione della nostra interrogazione, che chiedeva di conoscere qual è la posizione reale del Governo su questo problema perché vi sono posizioni diversificate. Lei ci ha fatto l'illustrazione di cose che sappiamo, che sanno tutti, ma le devo dire una cosa che, invece, non sa il Governo: mentre sta cercando di decidere quello che si deve fare la Brindisi LNG continua tranquillamente i suoi lavori impegnando risorse imponenti che, ove mai questo Governo dovesse decidere di revocare le autorizzazioni, creeranno danni inestimabili per la nazione e per il paese.
Allora, signor ministro, riteniamo che, tra il non decidere e il decidere male, sia peggio il non decidere, e questo è l'atteggiamento che sta assumendo questo Governo, che, se si ispirasse a princìpi di serietà, vieterebbe ai propri rappresentanti di venire a giorni alterni a dire tutto e il contrario di tutto. Un Governo serio ha la responsabilità di dire «sì» o «no» e di farlo subito. Questa vicenda è a voi nota da diversi mesi. Da quando vi siete insediati, avete aperto tavoli a destra e a manca e rischiamo di arrivare alla fine, quando avrete preso una decisione che non sarà più necessario osservare perché l'impianto sarà stato realizzato (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).



_______________________________________________________________________________



SENATO DELLA REPUBBLICA

28 settembre 2006 Interpellanza del senatore Curto (AN) e risposta del sottosegretario allo Sviluppo economico Bubbico.



CURTO (AN). L'interpellanza è stata presentata con l'intento di fare chiarezza su una vicenda, la costruzione di un rigassificatore nell'area di Brindisi, che ha provocato una lacerazione nel tessuto politico e sociale della città. La tensione è cresciuta dopo che, a seguito di un mutamento di maggioranze nelle istituzioni locali e regionali, è stato revocato il parere positivo della conferenza dei servizi alla realizzazione dell'impianto. La vicenda è delicata e complessa, perché investe i problemi dell'approvigionamento energetico e della sicurezza degli impianti e ha implicazioni rilevanti per la situazione economica della città. L'attuale Governo, che ha avuto finora un comportamento ambiguo, evidenziato da dichiarazioni contraddittorie di diversi Ministri, dovrebbe chiarire, con responsabilità politica e onestà intellettuale, se intende confermare o revocare il decreto di autorizzazione della costruzione del rigassificatore.



BUBBICO, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il mutamento di indirizzo da parte delle istituzioni locali e regionali non risponde a logiche di schieramento politico ma raccoglie preoccupazioni diffuse nella popolazione. Nel caso in esame è stata seguita una procedura abbreviata di valutazione di impatto ambientale, che non ha consentito un confronto pubblico con gli interessi collettivi coinvolti, per cui è preferibile adottare una procedura rigorosa, estesa anche alle opere complementari, per fugare le legittime preoccupazioni della popolazione. Il Governo ritiene necessario dotarsi di questa infrastruttura per ridurre la dipendenza energetica del Paese, ma ciò deve avvenire nel rigoroso rispetto delle leggi e delle procedure poste a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. È in atto una verifica da parte degli organi competenti cui spetta di esprimere un giudizio di compatibilità e solo in presenza di una diversa conclusione circa l'impatto ambientale sarà possibile revocare il provvedimento di autorizzazione alla costruzione del rigassificatore.



CURTO (AN). Al Ministero dell'ambiente spetta la valutazione di impatto ambientale su lavori che tra l'altro sono già iniziati, ma compete al Ministero delle attivitàproduttive emanare ed eventualmente revocare il decreto autorizzativo. La necessità di coniugare sviluppo e rispetto dell'ambiente è ormai patrimonio di tutte le forze politiche ed è ingiusta la critica rivolta all'ex Ministro dell'ambiente, visto che la procedura di autorizzazione è stata correttamente rispettata. Poiché le ambiguità non sono state dissipate e il Sottosegretario non ha sostanzialmente risposto all'interpellanza, preannunzia ulteriori iniziative per costringere l'Esecutivo a chiarire il proprio orientamento.


Redazione1
1.10.2006 21:36
Voglio essere un televisore

Ricevuto da un amico del Mozambico, ho pensato bene di tradurlo perché ne vale la pena.
P.Claudio - 29-09-06 Roma
DA LEGGERE E MEDITARE
VOGLIO ESSERE UN TELEVISORE
La professoressa di Annamaria chiese agli alunni che facessero un tema e in questo tema scrivessero quello che vorrebbero che Dio facesse per loro. La sera correggendo i temi, ne incontrò uno che la lasciò molto emozionata. Il marito, entrando in casa vide che stava piangendo e le chiese: “ Ma cosa è successo ? ” Lei rispose: “ Leggi ”. Era il tema di un bambino.
“ Signore, questa notte ti chiedo qualcosa di speciale: trasformami in un televisore ! Voglio occupare il suo posto. Vivere come vive la TV della mia casa. Avere un luogo speciale per me, e riunire la mia famiglia attorno a me… Essere preso sul serio quando parlo,,, Voglio essere al centro delle attenzioni ed essere ascoltato senza interruzioni e senza domande. Voglio ricevere le stesse attenzioni e le cure speciali che la TV riceve quando non funziona. Avere la compagnia di mio padre quando arriva a casa, anche se è stanco. Vorrei che mia madre mi cerchi quando si sente sola e triste, invece di ignorarmi. E vorrei che i miei fratelli “ si bisticcino “ per stare con me. Voglio sentire che la mia famiglia lascia tutto da parte, ogni tanto, per passare alcuni momenti con me. Infine che io possa divertire tutti ! Signore non ti chiedo molto …. Vorrei solo vivere e sentire quello che vive e sente qualsiasi televisione ! ”
A quel punto, il marito di Annamaria disse: ” Mio Dio, povero bambino! Che grave mancanza é quella di questi genitori ! ”
E lei gli rispose : “ Questo tema l’ha scritto nostro figlio ! ”

Redazione1
1.10.2006 21:40
Togliamo tutti i crocefissi

Togliamo tutti i crocefissi dalle aule
Crocefisso? No grazie, sto bene senza
di Vittorio Giorgini
Sempre di più si discute sull’opportunità o no che il crocefisso, simbolo della religione cristiana, continui ad essere esposto in luoghi pubblici come scuole, ospedali, tribunali ed altri. L’Italia è uno Stato laico per costituzione. Il crocefisso è un simbolo religioso e come tale non deve essere usato nello Stato laico, anzi dovrebbe essere proibito nei luoghi pubblici nel modo più severo.
:
Le solite voci di parte si levano dicendo che il crocefisso non va preso solo come simbolo religioso ma anche con i significati etici che nel tempo ha assunto, di amore, fratellanza e solidarietà, compreso il suo rappresentare una cultura. Questa della cultura come le altre motivazioni sono assai discutibili e inverosimili. A dire dei «credenti» il crocefisso rappresenta il sacrificio fatto dal figlio di Dio per salvare l’umanità e tutti sono obbligati a sorbirselo sia che appartengano ad un’altra confessione religiosa sia che siano atei riuscendo a vivere benissimo senza vedere nei luoghi pubblici dello Stato italiano il crocifisso. E’ ovvio che le motivazioni e l’arroganza dei cattolici prevaricano di fatto lo Stato e il diritto di tutti gli altri cittadini di non essere discriminati. Anche se questo diritto è sancito e messo nero su bianco nella Costituzione italiana, al gruppetto dei cattolici non interessa : l’importante è che il crocefisso resti saldamente inchiodato sui muri dei luoghi pubblici. E lo Stato? Anche lo Stato sembrerebbe non seguire i dettami della Costituzione italiana, altrimenti avrebbe fatto rimuovere il crocefisso da un bel pezzo. Lo Stato è sordo alle numerose richieste a tal proposito. Infatti questo simbolo che ai cattolici appare indispensabile per potere continuare a vivere, altri lo identificano come un orribile simbolo di morte, angosciante, che infastidisce e anzi è del tutto diseducativo.
:
I concetti di amore e di giustizia, sostenuti dal Cristianesimo, sono conseguenza del pensiero socratico platonico e non soltanto. Ma queste trasformazioni filosofiche, riposizionate nel moderno, sono state utilizzate dai nuovi monoteismi che ne hanno falsato le origini e i significati. Non era certo negli intenti presocratici e platonici un’idea di simbolo come quello della croce e un’idea di salvezza-punizione come quella dell’uccisione del proprio figlio. Basare un impegno morale come quello che la religione pretende assumersi, impegno di buonismo, e volerlo rappresentare con uno strumento di tortura sia cosa sadica, non certo elemento di educazione per i giovani che si preparano alla vita. Allora, meglio la stella di David o la falce di luna islamica.
:
Il crocefisso altro non è se non la rappresentazione di un’orribile tortura usata dai Romani in tempi barbari per i loro condannati pare in assoluta dissonanza con il significato di salvezza e amore che si vuole dare a tutti i costi e impropriamente a questo simbolo arcaico. Probabilmente le genti primitive erano come i bambini o anche come animali, crudeli senza neanche rendersene conto, senza saperlo, ma con lo sviluppo del pensiero e dell’esperienza, lentamente in tempi successivi è cresciuto il rapporto tra le genti e le loro paure relative a catastrofi naturali e a tutti quegli avvenimenti che terrorizzano.
:
Con lo sviluppo dell’esperienza si è cominciato a dare risposte, sia pure primitive, a molte domande e contemporaneamente si sono affermati costumi e usanze per meglio affrontare i problemi dell’esistenza. In questo contesto, succedeva che catastrofi e tutto ciò che feriva, uccideva e rendeva difficile la vita, veniva interpretato come punizione prodotta da rappresentazioni astratte, mostruose, quali quelle di rettili, si pensi al leviatano di tradizione ebraica, animali, figure orrende e composte, si pensi alla medusa, ma anche ai geni e ai tanti demoni. Ciò in tempi ancora pre-teistici, cioè prima dell’invenzione degli déi. In seguito, con tale invenzione, il rapporto malanno-punizione si andrà precisando e ancor più definendo. Le potenze, gli déi, le divinità avevano richieste così come le avevano gli umani: si era sviluppato il concetto del baratto, do ut des, e se ti dò e non mi dài la mia vendetta sarà terribile. Il guaio è che la potenza stava solo dalla parte di chi prendeva e a dare, cioè a fare offerte e a essere puniti, erano sempre gli stessi poveretti. In realtà coloro che prendevano erano le autorità religiose che stavano imparando a procurarsi potere e ricchezza. Le offerte consistevano in tutti i cibi disponibili, nelle prede della caccia e della pesca fino agli esseri umani, dai nemici agli amici, ai figli, ai fratelli, ma meglio ancora se giovani vergini, per cui si costruivano altari sacrificali. Con la scoperta del fuoco, salendo la fiamma ed il fumo verso l’alto, dove si pensava fosse il domicilio degli dèi, si imparò anche a cuocere le carni così che i sacerdoti, ambasciatori dei sacrifici, si trovarono anche il pranzo servito. Il mago, lo stregone, il re-dio, i sacerdoti erano divenuti il tramite fra le divinità, i misteri ed il popolo ignorante per il quale decidevano i tipi di peccato, i doveri, le regole, le punizioni e i premi. Ecco così che mentre tutti gli altri esseri viventi uccidevano solo per mangiare o per difendere il territorio e la famiglia, gli ominidi si inventavano la tortura, sconosciuta agli animali, e l’uccisione per il potere delle idee, le quali, a loro volta davano potere, il potere di uccidere e torturare, e quindi di imperare.
:
Gli umani affinarono i modi del torturare e dell’uccidere inventando tecniche le più diverse da applicare, specialmente a quei “maestri” che si muovevano per i territori portando idee straniere, strane, forestiere, selvagge (le selve, le foreste erano oscure, piene di pericoli nascosti). Il Cristo - ammesso che sia esistito benchè ancora non esiste prova - forse altro non era che un Gurù o maestro che comunque rappresenta predicatori girovaghi, verrebbe voglia di dire maghi e imbonitori, perché tutti portavano le proprie vaghe verità come anche molti filosofi pre e post socratici. Ciò avviene ancora in tempi più recenti dove teosofi, filosofi e sacerdoti vogliono ancora parlare in nome degli déi e dare definizioni di anima, spirito più o meno immortale e così via. Basti pensare a come papi e vescovi e non solo parlino ancora oggi in continuazione di ciò che vuole, che dice, che chiede un Dio con il quale sembra mantengano una comunicazione giornaliera.
:
Ecco quindi che questo personaggio Cristo fu flagellato, gli fu imposta una corona di spine e poi fu crocefisso sul golgota, almeno così dicono i credenti. Questo si viene ad aggiungere alla storia di uccisioni di persone scomode come quella di Socrate, Spartaco e della fila di croci dei suoi seguaci fuori porta a Roma, come a milioni e milioni di altre uccisioni fino a Savonarola e a Giordano Bruno.
:
Pensiamo che se a quei tempi si fosse usata la forca oppure l’impalatura invece del crocefisso avremmo il personaggio Cristo impiccato o impalato. Questo concetto può sembrare offensivo e blasfemo ma occorre liberarsi dalle abitudini mentali e pensare che se la consuetudine fosse quella di un Cristo impiccato diverrebbe blasfemo proporre un Cristo crocefisso. E lo stesso dicasi per un Cristo impalato. Tanto fa l’abitudine e la credenza senza dubbi. Ma il simbolo dell’impiccato, dell’impalato, del ghigliottinato, cioè la forca, il palo, la ghigliottina sono meno adatti al significato che si dà alla croce, anche se sono tutti simboli di uccisioni barbariche che vorremo dimenticare. Infatti la croce si presta bene per le sue tante interpretazioni che vanno dagli incontri incroci nei viaggi di iniziazione, all’intersezione tra verticale e orizzontale – est la nascita, ovest la morte, i demoni in basso, gli Dei in alto – e tanti altri significati.
:
È cosa antica, ormai divenuta innata nelle società, la capacità di ottenere il potere esorcizzando paure arcaiche quali la paura di morire, la paura di punizioni prima e dopo la morte; ed è coltivando queste paure che il potere, civile e religioso, ha basato la sua autorità. Pare incredibile che ancora oggi questa alleanza fra potere civile e potere religioso con tutte le credenze (le fedi) l’obbligo alla fedeltà, le superstizioni, le cerimonie, gli abiti e quanto altro mantengano significati superati o meglio che dovrebbero essere superati già dai tempi nei quali il filosofo Protagora diceva: “crederò negli dèi quando riuscirete a provarmene l’esistenza”. Ancora oggi usiamo termini di cose che, in barba ai cosiddetti profeti o rivelatori, sono concetti astratti non provati e non provabili si parla di angeli cosi come di anima e di spirito, senza ricordare che sono invenzioni antiche come lo ius prima noctis. Pensiamo a Giove tramutato in denari, in toro, al ratto di Europa, a Leda col cigno, cose nelle quali non crediamo più ma ci credevamo così come oggi crediamo nella colomba, nello Spirito Santo. Pensiamo anche alla Vergine, che rappresenta poi l’incesto procreando con il Padre, che genererà quel figlio che poi dovrà essere sacrificato. Questa con la sua immacolata verginità, la sua purezza, rende impure tutte le mamme del mondo, così come la povera Eva nel suo tempo.
:
Vogliamo qui richiamare l’attenzione sull’atto coraggioso del giudice Luigi Tosti il quale, per avere tolto il crocefisso da un’aula di tribunale certo di applicare la Costituzione italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo è stato punito dalla attuale inquisizione con la condanna ad alcuni mesi di prigione, la sospensione dello stipendio e la defenestrazione, mentre se avesse messo il crocefisso in un’aula di tribunale islamica sarebbe stato decapitato!
:
Svegliatevi signore, mamme, nonne, sostenete Tosti e come lui togliete i crocefissi da quelle aule nelle quali i vostri figli dovrebbero imparare! Imparare cosa? Che uccidere il proprio figlio è un atto d’amore! Forse voi signore che col vostro latte (anche se comprato al supermercato) insegnate i primi rudimenti di vita ai vostri bambini e nipoti, i primi anni potreste pensare che invece di novelle, quali l’orribile strage degli innocenti di Erode, motivata dall’avvento di Gesù Cristo - che tanto ne determiranno il carattere futuro - sarebbe meglio fare altre scelte, più adatte a risolvere i problemi della vita. Invece di insegnare miti e leggende come fossero cose reali sarebbe certo meglio insegnare il piacere della ricerca, il rispetto e l’amore per le meraviglie dei fenomeni di natura come attività più sana, poeticamente più appagante e bella. Mi è piaciuto quel film dove da un aeroplano cade sulla testa di un boscimano una lattina di Coca-Cola che questi comincia a venerare come un segnale inviato da qualche divinità. Quando ci liberemo dalle nostre lattine, dalle nostre superstizioni?
:
Fin qui considerazioni sul significato e l’uso del crocefisso, un simbolo religioso.
:
Ricordiamo che le testimonianze e gli studi che abbiamo di società primitive dicono come i primi capi fossero gli individui più forti. A questi poi si sono aggiunti quelli che abbiamo chiamato stregoni, magi, sciamani e simili figure. Sviluppandosi la società in villaggio, città e stato, i re sono diventati sacerdoti, o i sacerdoti sono divenuti re, oppure re e sacerdoti si sono alleati (ricordiamo i famosi Re Magi della cometa di Betlemme). Con lo sviluppo delle civiltà abbiamo avuto governi che sono stati chiamati monarchici, teocratici, aristocratici, fino al concetto greco di demo-crazia. Governi teocratici sono durati fino al 1945, anno in cui l’imperatore nipponico Hirohitho è stato sdivinizzato dal generale McArthur, ma ancora oggi paesi assolutamente democratici sono alleati, per ragioni elettorali, alla teocrazia, e anche Stati teocratici continuano ad esistere e a produrre devastanti tirannie assassine. Ricordiamo che lo Stato Città del Vaticano è una dittatura assolutamente teocratica. Il concetto illuminista dello Stato democratico deriva dall’idea di dare a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio, e ne conseguirebbe, specialmente oggi che tante religioni si incrociano, che il religioso deve relegarsi solo nella sfera del privato perché, se si intromette nel pubblico, il religioso diviene alleato del governo, e ci troviamo in una demo-teocrazia, o, il che è quasi lo stesso, in una teo-democrazia.
:
È bene ripetere che il passaggio dal politeismo al cristianesimo fu prodotto dal pensiero presocratico e socratico, con la sola differenza che questi non pensavano neppure lontanamente a sacrificare una persona per salvare l’umanità. Viene fatto di pensare che basare il miglioramento della società sul filiicidio, sull’uccisione del figlio, per mezzo di un orrendo strumento di tortura, quale è l’inchiodatura sulla croce, è cosa sadica, depravata e barbaramente primitiva. Per la stessa ragione il crocefisso non è adatto alle aule di tribunale, dove tra l’altro funge da simbolo di eventuale punizione e non di salvezza.
:
Vittorio Giorgini
(Giorgini è ipovedente, può essere contatto solo per telefono: 0552382882).
digitale è sufficiente scrivere a:
axteismo@yahoo.it

Redazione1
1.10.2006 21:42
Dux in scatola

Tedamis
via Fratelli rosselli - Sansepolcro
sabato 7 ottobre - ore 20,45
Casa di Michelangelo
domenica 8 ottobre - ore 17,45
festival Kilowatt. L'energia del nuovo teatro
www.kilowattfestival.it
DUX IN SCATOLA
autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito

uno spettacolo di e con Daniele Timpano



(CONTIENE EX DITTATORE)


Nella nostra bella Italia,
tra le due guerre,
fioriva in Italia
uno statista meraviglioso:
Benito Mussolini.

Facciamo uno sforzo d’immaginazione collettiva:
fate conto che sia io.

Morto.

Un attore - solo in scena con l’unica compagnia di un baule che viene spacciato come contenente le spoglie mortali di "Mussolini Benito"- racconta in prima persona le rocambolesche vicende del corpo del duce, da Piazzale Loreto nel ’45 alla sepoltura nel cimitero di S.Cassiano di Predappio nel ‘57. Alle avventure post-mortem del cadavere eccellente si intrecciano brani di testi letterarii del Ventennio (Marinetti, Gadda, Malaparte…), luoghi comuni sul fascismo, materiali tra i più disparati provenienti da siti web neofascisti, nel tentativo di tracciare Il percorso di Mussolini nell’immaginario degli italiani, dagli anni del consenso a quelli della nostalgia. L’attore, costretto ad avvicinare la materia da una lontananza cronologica e ideologica immensa, gioca una identificazione posticcia con l’oggetto del suo racconto, parlando sempre in prima persona, come se il suo corpo contenesse la forza criminale del fascismo tra le sue quattro ossa. Una identificazione che è appunto posticcia, visto che in scena non c’è nessun tentativo di rappresentare un personaggio-Mussolini: il duce degli italiani è nel baule, o al limite nella tomba di Predappio. L’assimilazione forzata tra il soggetto (Daniele Timpano: "sinistramente" vivo) e l’oggetto (Mussolini Benito: "destramente" morto) del racconto riconferma la lontananza irriducibile tra due visioni del mondo inconciliabili.
Spettacolo finalista del Premio Scenario 2005.


drammaturgia, regia, interpretazione di Daniele Timpano
collaborazione artistica Valentina Cannizzaro e Gabriele Linari
foto di scena di Valerio Cruciani
Organizzazione di Maria Rita Parisi
Una produzione di amnesiA vivacE
in collaborazione con Rialto Santambrogio
e Ubusettete - periodico di critica e cultura teatrale

un ringraziamento particolare a Sara Dicorato

Il testo di dux in scatola è pubblicato dalla
Coniglio Editore di Roma (www.coniglioeditore.it)

Tedamis
via Fratelli rosselli - Sansepolcro

sabato 7 ottobre - ore 20,45



Casa di Michelangelo

Caprese Michelangelo

domenica 8 ottobre - ore 17,45



festival Kilowatt. L'energia del nuovo teatro
www.kilowattfestival.it


Per informazioni:

Kilowatt - Cell 335-102.77.46 - info@kilowattfestival.it

amnesiA vivacE - Maria Rita Parisi Cell 347.0069645 - mariaritaparisi@yahoo.it






Qualche commento critico:



"L’attore-autore va nel senso opposto al cosiddetto teatro di narrazione […] va avanti per salti […] Dice io identificandosi con la salma, e basta questo a creare un’accelerazione di non sensi, un gioco di impossibili rispecchiamenti, una stratificazione di assurdità e una decisa e esplicita vocazione al gioco più infantile. Riporta, quindi, gli accadimenti in prima persona, ma poi introduce ricordi personali […] , e lì ci indica che sta parlando di un io-io e non di quell’io di cui stavamo seguendo le traversie. Insomma, anziché riempire la scena e comporre un linguaggio, Timpano gira intorno al nulla, e questo rende conto non soltanto di un suo atteggiamento di mobilità intellettuale, frastagliato e dinamico, che non cerca punti fissi, nuclei narrativi, profondità di segno, ma anche di una sua straordinaria capacità scenica, che è quella di riempire il vuoto con il vuoto, di segnalare l’assenza attraverso l’assenza."



Antonio Audino – Il Sole 24 ore



"Una bella sorpresa Dux in scatola, con il quale Daniele Timpano abbandona ogni sorta di retorica antifascista per entrare nel corpo morto di Mussolinibenito e farne materia narrativa cruente, senza lasciare nello spettatore il dubbio della condanna dura e senza appello. Longilineo, il voto emaciato, Timpano crea subito una stridente ed efficace dissonanza, funzionale allo smembramento del "mitico" faccione e della sua prestanza fisica, per arrivare alo smontaggio dei triti valori del fascismo non solo italico. Solo in scena, con a fianco un baule, il 30enne attore romano si costruisce una gestualita’ stilizzata per raccontare, in prima persone e in un clima surreale, le vicende di quel corpo, da piazzale Loreto al cimitero di Predappio. Meta ancora oggi di pellegrinaggio di fascisti e post fascisti che popolano l’Italia."



Mariateresa Surianello – Il Manifesto



"Decisamente "pericoloso" dux in scatola […] Giovane artista in continua crescita, Timpano porta in scena un "racconto" destrutturato e spiazzante […] Ha suscitato sdegno e preoccupazione, ma lo spettacolo, che pure ha toni comici e cabarettistici non indifferenti, è una sottile operazione che denuncia amaramente l'assurdità del fascismo italiano, che provoca come una doccia gelata, sbattendo in faccia allo spettatore le contraddizioni di un Paese che non si è mai liberato veramente dell'ideologia violentemente imposta da Mussolini. Opera surreale, di grande vigore, dux in scatola merita attenzione."



Andrea Porcheddu - Del teatro.it



"Il lavoro del trentenne Daniele Timpano, solo in scena con la bara-baule che dovrebbe contenere i resti del Duce, ha le carte in regola per disorientare. E convincere. […] è teatro di narrazione ma sembra fare il verso parodico, anche nel fraseggio scandito al metronomo, alla voga (e alla maniera) degli affabulatori. E’ teatro di memoria civile, tratta un periodo storico cruciale e un personaggio come Mussolini visto negli ultimi giorni di vita e quelli successivi alla sua morte, ma lo fa da angolazioni particolari, tra farsa e tragedia. Con le divagazioni di un bizzarro storico-conferenziere, tra Petrolini e Woody Allen. Un mix originale di humor ebraico e dinoccolato cinismo romano."



Nico Garrone – La Repubblica



"All’opera si riconosce la maturità di un percorso drammaturgico estremamente curato nella gestione dei tempi comici, come nei dettagli dei pochissimi elementi della scena. […] La sua performance è dimostrazione di come ogni elemento che si scelga di portare in scena (corpo, quintatura, oggetti, abiti, luci) sia e debba essere essenziale e quindi curato ai limiti del perfezionismo. Ciò si riflette anche nella scelta raffinata del materiale drammaturgico. Il risultato è un lavoro che dura 50 minuti (ne sono previsti 70 per gennaio), ma da l’impressione di durarne al massimo 30. Attualmente non riconosco test migliore per il teatro italiano."



Gian Maria Tosatti – amnesiavivace.it



" […] Daniele Timpano dalla lingua biforcuta […] si esibisce in un funambolico sdoppiamento accanto a un baule stinto. […] con calcolo e leggerezza spietati, si veste del duce e del paradosso, sfida le accuse di ambiguità ideologica e le rovescia in platea puntando il dito a un dilemma etico che sembra ridicolo, ma suona familiare. ‘No, non ridete… questa connivenza tra scena e platea è una vergogna. (…) Siamo circondati da secoli di cultura reazionaria, papalina, paternale, aristocratica, retorica, destrofila e sessista. Ogni italiano dovrebbe gettare la maschera e dichiararsi francamente fascista. Cioè vale a dire reazionario, papalino, paternale, aristocratico, retorico, destrofilo e sessista’."



Valentina Bertolino - Hystrio



"Avventure post-mortem, raccontate in modo un po’ surreale da un giovane attore-autore, da tenere d’occhio dopo questa prova interessante. Momenti di cabaret e di comicità scandiscono un testo che apparentemente può sembrare un’apologia del fascismo. Niente di più sbagliato, perché quello che si legge tra le righe è esattamente il contrario. Daniele utilizza, infatti, brani di Martinetti, Gadda, Malaparte, materiali tratti dai siti web neofascisti, luoghi comuni per dire che anche l’Italia del 2006 non è poi così democratica… e non solo per colpa di Berlusconi. ‘Siamo circondati da secoli di cultura reazionaria, papalina, paternale, aristocratica, retorica, destrofila e sessista…’ recita Timpano. E poi perché ci sono ancora così tanti giovani attratti dal mito del duce? La risposta è nello spettacolo. Da vedere."



Francesca De Sanctis – L’Unità



"Daniele Timpano è uno dei migliori attori giovani in circolazione. […] Non è un fabulatore. Non fa teatro di memoria o di dedica, come potrebbe apparire. Pratica il teatro di parola, con risvolti irreali e surreali. Nel paradosso rivela brandelli di verità: non sociologica o ideologica, ma estroversa, disinibita, barbarica. Dux in scatola non è uno spettacolo fondato sull’interpretazione del personaggio storico, il quale sta nel baule accanto all’interprete. Mette in atto una sorta di identificazione posticcia che si risolve nell’incarnazione della forza criminale del fascismo. […] L’artista assume in sé il male. Parte dal presupposto che risieda nel suo corpo e nella sua anima, non in quella degli altri. […] scavare nei propri errori e orrori è un atto di coraggio e di disvelamento che implica il premio di una drammaturgia nuova nel metodo e nella sostanza, perciò credibile: capace di parlare alla mente e al cuore degli spettatori. […] Timpano […] non commette l’errore di sentirsi così buono e saggio da pretendere di insegnare a noi come dobbiamo essere e come dobbiamo vivere. E, forse per questo, alcuni sono saltati sulla sedia. Se all’applicazione di questa metodica di lavoro si aggiunge che Timpano […] procede nella scrittura drammaturgica con aria vagamente assente, dinoccolata, funzionalmente poco impegnata, con accelerazioni e ritmi apparentemente alogici, condannando sì l’oggetto della sua attenzione […] ma allo stesso tempo lanciando dardi d’ironia nei confronti dei partigiani e condannando i comportamenti del popolo di Piazza Loreto, si capisce il clamore sinistro di alcuni giudici del Premio Scenario 2005."



Alfio Petrini - INscena



"Una narrazione dai toni a dir poco spregiudicati […] indubbia originalità attoriale […] si è avvicinato ad una vicenda che tocca nel vivo l’identità politica del nostro Paese […] con aria petrolinesca e strafottente, si aggira nei luoghi più vieti dell’apologia fascista, per poi esporre […] il racconto delle efferatezze subite dal corpo di Mussolini all’atto della pubblica esposizione. La partecipazione emotiva della sua parola richiama il pubblico ad un improvviso cortocircuito etico. Come in una Dogville nostrana, il carnefice si trasforma in vittima, e la vittima in carnefice. Il giudizio sulla Storia è una questione che riguarda la coscienza dell’individuo, la maniera con cui ciascuno crede di interpretarne i segni. E il lavoro di Timpano, pur con una leggerezza straniante rispetto ad un tema così delicato, si pone esattamente al limite di questo crinale, mettendo lo spettatore nella condizione di un giudizio inequivocabile su se stesso."



Fabio Acca - Il Corriere di Romagna



" [...] un monologo di un’ora, con poco o nulla a che fare col filone del teatro narrazione che spopola in questi anni nei nostri teatri. Timpano e il suo lavoro sono difficilmente definibili e incasellabili in qualsivoglia genere attorale e spettacolare che ne faciliti la valutazione e l’esegesi. [...] lavoro [...] molto più sottile e tagliente di quanto ci si possa aspettare. [...] Il corpo dell’attore, caratterizzato da movenze e tormentoni da teatro di figura, è diviso a metà. Il braccio destro del duce gesticola all’impazzata stendendosi sovente nel saluto romano. La mano sinistra dell’interprete, quasi sempre immobilizzata nella tasca in modo del tutto innaturale, fa prepotentemente capolino solo a tratti, chiudendosi a pugno, quando si nominano i partigiani o si proclama un ambiguo "Viva l’Italia". La mimica facciale, gli ammiccamenti al pubblico, le stridule modulazioni vocali, i silenzi immobili sono indizi di una indubbia originilità, che danno alla rappresentazione una cifra stilistica molto personale. Chi si aspetta una scontata condanna al fascismo ed al suo dittatore rischia di rimanere deluso, a meno che non voglia fermarsi alla superfice. Sarebbe stato facile ottenere lo scopo raccontando il duce da vivo. Non è la stessa cosa se si parla, come nel nostro caso, della continua profanazione e del paradossale sballottamento di un corpo ormai in disfacimento."



Marcello Isidori – Dramma.it



"È un piacere per la vista e l'udito la grammatica e la sintassi teatrale dell'autore-attore romano. Quel suo reiterare ossessivamente le stesse frasi e gli stessi gesti; quel suo balbettare ed impappinarsi che da potenziale difetto diviene quasi il punto di forza della sua resa attoriale; quel suo sottolineare gestualmente determinate frasi, l'unire parola e movimento in un tutt'uno assolutamente insignificante eppure denso di ogni senso: tutto rimanda all'esperienza dell'ascolto di una lingua sconosciuta, assolutamente incomprensibile eppure eufonica; indecifrabile ma di cui si intuisce comunque la presenza di una coerenza interna, di una grammatica, di regole sintattiche e fonetiche. La vera drammaturgia sta in quel segno - il corpo teatralizzato dell'attore - arricchito ed esaltato dallo stridio col referente di cui proclama essere portatore - il fascismo"



Fabio Massimo Franceschelli - Amnesiavivace.it



"Un uomo vestito di nero e un baule. E' tutto quello che serve per mettere in scena la storia post-mortem di Mussolini Benito, in arte duce del fascismo, inscatolato ad uso e consumo della platea come i tanti souvenirs tutt'oggi in vendita a San Cassiano di Predappio, nei pressi del cimitero, nei negozi che vendono [legalmente?] chincaglierie con la «sua» effige. (...) Daniele Timpano, autore e attore dal piglio surreale, non è nuovo a operazioni di tipo metateatrale (...) è il teatrante trentenne e la sua gita di documentazione a Predappio che esce fuori dalle maglie del racconto, così come il contrasto tra il corpo di Timpano – l'esatto contrario dell'ideale atletico fascista – e la figura del duce [o meglio, dei suoi resti] che pure interpreta. Il duce di Timpano è una «materia decomposta e riplasmabile»: più che il vero Mussolini, è la proiezione che la moltiplicazione all'infinito della sua immagine, nei filmati d'epoca e nelle ricostruzioni televisive, ha prodotto nell'immaginario di chi non ha vissuto quell'epoca, nemmeno nei racconti dei genitori. In questo modo la storia «necrofila» del cadavere del duce (...) assume un valore che va al di là della sua oggetiva assurdità. Il cortocircuito metateatrale tra Daniele Timpano e il cadavere del duce mette in luce un altro cortocircuito, reale e visibile: quello tra la cultura italiana, reazionaria, papalina e sessista, e il fascimo che dice di aver superato.

L'operazione di Timpano è l'esatto contario del teatro di narrazione, che fa leva su un'identificazione del pubblico con le tesi dello spettacolo, da cui si esce indignati ma soddisfatti. Dux in scatola, invece, resta nell'ambiguità, svelando nel paradosso l'ambiguità culturale che ogni giorno fingiamo di non vedere. Una scelta costata qualche critica, ma che costiuisce la cifra originale di uno spettacolo divertente e acuto, ottima prova di una voce sempre più in crescita nel panorama della ricerca italiana."



Graziano Graziani - Carta



"Daniele Timpano, con ironia e notevole originalità risolleva la pietra che ha seppellito nel 1945 il discusso duce. […] Lo spettacolo affronta il duce in prima persona e narra la nostra memoria senza incorrere nella retorica. Sull’assurdità dei pellegrinaggi a Predappio, sulle rocambolesche avventure della salma trafugata in un cimitero per finire nella tomba di famiglia, Timpano stende un velo di rispettosa ironia che arricchisce il tema svincolandolo dai preconcetti e dai rischi di apologia. […] I tabù vengono superati dall’intelligenza, dagli anni e dalla capacità dell’arte di restituire al mito ed al mostro la sua terrena appartenenza. […] Timpano prende atto e parla, senza reverenza, con folle immedesimazione, di una delle tante assurdità della quale la nostra penisola continua ad esser vittima indifendibile."



Andrea Monti - Teatroteatro.it



"La chiave interpretativa forte di Timpano è quella di raccontare tutta questa parabola storico-politica e antropologico-culturale in prima persona, ossia decidendo di incarnare il fantasma del Duce stesso. Ciò crea subito un indovinato scarto e uno straniamento patente ed incisivo, più o meno come il Nanni Moretti attore che si cala, nel finale del suo ultimo film, nei panni del Caimano-Berlusconi rimanendo se stesso. Anche Timpano non soggiace ad alcuna tentazione di mimetismo ‘ducesco’. […] Ma è la voce sardonica e certi speciali ammiccamenti con la testa che introducono al suo disegno narrativo che si fonda su una recitazione spezzata e stranita, ora grottesca ora apertamente burattinesca, che ha dei picchi di felicità satirica ed evocativa davvero notevoli e assai divertenti. Il persistente mito post-mortem di Mussolini è un tema non scontato e tuttora controverso (ma cruciale) che qui viene messo in cortocircuito dissacratorio con la parabola quasi picaresca delle ‘povere ossa’ del Duce […] Attore-autore di ghignante matrice colta e di burlevole umore iconoclasta, Timpano a un certo punto bypassa il Dux del fascismo e si getta in una ribollente invettiva contro tutta la tradizione della retorica patriottarda […] Dunque, pure un piccolo, bizzarro, ma intelligente spettacolo può invitare gli spettatori a fare i conti con le invarianti strutturali della italianità profonda, capace di sintetizzare al peggio l’individualismo menefreghista e lo spirito di aggreggiamento vigliacco e conformista. Non fosse che per questo il Dux in scatola di Daniele Timpano merita una sincera lode"



Marco Palladini - Retididedalus.it



"La scatola è in realtà un baule, un’urna cineraria, una bara – quella della salma di Benito Mussolini. E il Duce è Daniele Timpano, che vive per una sera uno sdoppiamento iperbolico, improbabile: per cinquanta minuti sarà sia sé stesso che il cadavere del dittatore italico […]. In questa "autobiografia di una salma" ritroviamo l’ispirazione ingenua e ironica, gli accessi e gli inciampi, la stilizzazione irrequieta e irresistibile del migliore Timpano, sempre in bilico fra la rivisitazione farsesca e il racconto dell’episodio storico. Ci diverte e ci indispone, quel Duce magro e paradossale, ci fa ridere, ci sfida. Come può? Come osa? Ah, già: in fondo è lui che detta le regole. Alla fine, andiamo via tutti carichi, con le mani rotte per gli applausi."



Giorgio Merlonghi – Dramma.it



"A Castiglioncello abbiamo pure assistito all’esito finale di uno dei progetti più interessanti e ignorati dell’ultima edizione del Premio Scenario, Dux in scatola di Daniele Timpano, che riesce a raccontare tutte le traversie occorse al corpo del duce con un cambio di registri interpretativi davvero notevoli che hanno nell'uso della gestualità che non accompagna mai banalmente la parola ma anzi all'occorrenza ne smorza l'evidente sgradevolezza (ci piacerebbe qualche filo di pietà in più per il povero corpo) il suo più evidente pregio."



Mario Bianchi – Rivista di Teatro Ragazzi EOLO



"[…] il petrolinismo, il narcisismo mimico alla Carmelo Bene di Daniele Timpano, un ebreo-che-ride, e fa ridere davvero tanto, sia pure nella sua (posticcia) identificazione con la salma ghignante di Mussolini sfracellato a Piazzale Loreto, poi simbolicamente resuscitato nella Pasqua del 1946 grazie al trafugamento dei resti ad opera di tre cherubini neofascisti, infine resuscitato senza mezzi termini e anzi più bello e superbo che pria nel sorriso soddisfatto di Silvio Berlusconi. […] Timpano sceglie l’ambiguità […] E riesce ad essere più sferzante, più caustico, pur nel suo strambo, irresistibile aplomb o nella comicità degli spunti parodici in cui fa il verso alla retorica fascista (e non solo). Tra scena e platea qui c’è piuttosto una colpevole connivenza, nel segno della fede fascista: Timpano, impersonando il cadavere di Mussolini, che dal buio del baule in cui è sepolto assiste divertito al gattopardesco passaggio dal regime alla cosiddetta democrazia, riscopre in sé, e in tutti noi, una predisposizione biologica al fascismo. Quasi che la puzza della mussoliniana decomposizione – un leit-motiv dello spettacolo – appesti ancora l’aria della Penisola."



Massimiliano Felli – Lettera 22



"Sul palco, un baule e un uomo, solo col suo talento, a raccontarci una storia; la storia lugubre di un cadavere "eccellente" e scomodo: il cadavere di Benito Mussolini. E la domanda che forse tutti, compresa me, si pongono, è: "Perché?".
Perché riportare alla luce questa storia sepolta nell'ombra di un passato di cui sbarazzarsi, un passato che certo qualcuno vorrebbe dimenticare?! Qualcuno, forse, ma non il nostro eroico artista, così valoroso e coraggioso, capace di darsi con tutto se stesso per emozionarci, di mettersi a nudo per divertirci, in un gioco di "luci" e "ombre" ambiguo e ironico, a tratti crudele, ma a sprazzi poetico, e in fondo, morale, se non altro, nell'opporsi a ogni sorta di moralismo e conformismo politico e culturale, nel denunciare ogni forma di corruzione e manipolazione, nel modo più dissacratorio e provocatorio possibile. Ma, al contrario di quel che potrebbe sembrare, non ci sono messaggi da imparare, né valori da insegnare, solo il tentativo, ben riuscito, di restare comunque in bilico tra realtà storica e verità ideologiche, di cercare punti di rottura, più che di equilibrio, per trovare forse il senso più vero e reale di quegli stessi valori."



Sara Dicorato - Amnesiavivace.it






Daniele Timpano Autore-attore, regista. Daniele Timpano nasce a Roma il 18 maggio del 1974. Frequenta il biennio di recitazione presso il Conservatorio teatrale di G. B. Diotajuti e M° Antonio Pierfederici. Seminari con Fiorella D'Angelo (mimica Orazio Costa), Alfio Petrini (drammaturgia- Teatro Totale), Luca Negroni (commedia dell'Arte), Luis Ibar (direzione scenica). Come attore ha lavorato con Michelangelo Ricci (Finale di Partita, La Meglio Gioventù, Ubu Re), Carlo Emilio Lerici, Francesca Romana Coluzzi, Massimiliano Civica (Grand Guignol). Ha collaborato con diverse compagnie, tra le quali il 'Teatro dell'Assedio' (attuale 'Teatro del porto') di Livorno, 'OlivieriRavelli teatro' e 'LABit- Laboratorio ipotesi teatro', di Roma.
Fondatore del gruppo 'amnesiA vivacE', è autore-attore di diversi spettacoli, tra i quali: Storie di un Cirano di pezza; Teneramente Tattico; Profondo Dispari; Oreste da Euripide; caccia 'L drago da J. R. R. Tolkien (spettacolo vincitore della terza edizione del premio Le voci dell'anima - incontri teatrali) Coordinatore dei laboratori teatrali, letterari e musicali Oreste ex Machina (2003) e Gli uccisori del chiaro di luna (2004) e Fiabbe Itagliane (2005), finanziati dall'Università degli studi di Roma "la Sapienza". Un suo testo, Per amarti meglio!, è stato finalista nella rassegna "Napoli drammaturgia in festival 2001". E' redattore (e collaboratore) della rivista on line www.amnesiavivace.it e di Ubu Settete, periodico di critica e cultura teatrale sul teatro "underground" romano a diffusione gratuita. È tra gli ideatori e organizzatori della rassegna Ubu Settete – fiera di alterità teatrali romane. Dell’edizione del 2003 è stato direttore artistico.

amnesiA vivacE (area ricerca ritrovamento e altro)
amnesiA vivacE si occupa di teatro, musica, filosofia ma – soprattutto - di altro.
Gli spettacoli di amnesiA vivacE sono tutti concepiti lungo una linea di ricerca anche musicale, di integrazione tra testo/corpo/note in un continuo disequilibrio tra partitura codificata ed improvvisazione. amnesiA vivacE ha tenuto laboratori teatrali, letterari e musicali presso l’Università "La Sapienza" di Roma ed è tra gli organizzatori, assieme ad altre compagnie del Nuovo Teatro romano, della rassegna teatrale UBUsettete! Fiera di alterità teatrali romane, che giunge quest’anno alla sua quarta edizione.
Tra gli eventi extra-teatrali: Scrivere l’Es (ciclo di incontri, performance, concerti sul rapporto tra inconscio e scrittura letteraria e musicale, con interventi di Sylvano Bussotti, Ben Watson, Esther Leslie, Roberto Terrosi); Impressioni dal cosmo (parole e immagini dai partecipanti per l’Italia alla 11° Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo, Atene 2003); mostre di fotografia, presso la libreria Odradek di Roma (Photo Pride, sul Gay Pride, La Dama e la Candela, Io statua, sul museo della Montemartini, col patrocinio del comune di Roma).
amnesiA vivacE dal 2001 è una associazione culturale, con sede in Roma, che riunisce le esperienze di Daniele Timpano (autore, attore, regista), Marco Maurizi (filosofo, musicista), Valerio Cruciani (autore, fotografo), Costantino Belmonte (poeta, estetica del web), Natale Romolo (musicista, compositore), Francesca La Scala e Valentina Cannizzaro (attrici), Fabio Massimo Franceschelli (autore), con la libera collaborazione di Michela Gentili (cantante, danzatrice), Simone Mancini (grafico), Marzio Venuti Mazzi (musicista, tecnico del suono).
amnesiA vivacE Dal 2002 è anche una rivista on line di teatro, critica dell'arte e della società a cadenza trimestrale (www.amnesiavivace.it)


Amnesia Vivace Rivista on line ISSN 1722-2737
www.amnesiavivace.it
redazione@amnesiavivace.it

Redazione1
7.10.2006 11:35
Lavoratori transfrontalieri di Claudio Pozzetti

Il fenomeno del lavoro transfrontaliero ha assunto caratteristiche sempre meno transitorie e più strutturali in Italia e in Europa: l’integrazione è una strada senza alternative per evitare conflitti sociali difficilmente governabili.
In un mondo sempre più globalizzato e interdipendente si rende necessario arginare una competizione realizzata sull’abbattimento salariale e dei diritti, occorre un sistema armonizzato di imposte europeo e, per quanto riguarda le prestazioni sociali e il mercato del lavoro, è necessario richiedere maggiore trasparenza e uguaglianza fra lavoratori, indipendentemente da nazionalità e residenza, con lo scopo di superare la precarietà.
In considerazione di tutto ciò, il fenomeno del lavoro transfrontaliero è una risorsa fondamentale per il consolidamento dello sviluppo economico e per il miglioramento delle condizioni sociali dei territori interessati.
Per quanto riguarda i rapporti tra Italia, Repubblica di San Marino e Principato di Monaco bisogna mantenere al centro la tutela dei diritti contrattuali, previdenziali, assistenziali e fiscali; innescare il principio di reciproca trasparenza amministrativa; applicare le normative europee in tema di superamento di qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri, ivi compresi i cosiddetti lavoratori atipici.
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero rivolge particolare attenzione ai problemi che riguardano la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri italiani negli Stati con i quali non sono ancora in vigore Convenzioni internazionali, quali Repubblica di San Marino e Principato di Monaco.
Vanno affrontate in particolare le problematiche di carattere fiscale e quelle relative ai trattamenti discriminatori applicati ai lavoratori italiani.
Per risolvere in maniera compiuta i problemi sopra esposti, possono essere seguiti percorsi non in alternativa fra loro: Convenzioni fra nazioni e/o provvedimenti legislativi nazionali.
Considerata la ristrettezza dei tempi ed in vista dell’imminente varo della Legge finanziaria 2007, il CGIE ribadisce la necessità di una soluzione ponte, da inserire nella finanziaria stessa, rappresentata da un adeguamento della franchigia fiscale finora in vigore. Consigliere Claudio Pozzetti

Roma, 4-10-06

Welfare Italia
7.10.2006 11:35

Redazione1
7.10.2006 11:45
7 ottobre, giornata per i diriiti dei Migranti

7 ottobre
Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti
UNA SVOLTA
PER I MIGRANTI
un contributo dell'arci al confronto
sulle politiche per l'immigrazione
Il cambio di governo ha rappresentato una grande speranza per quanti in questi anni hanno cercato di resistere al razzismo di stato messo in campo dal centrodestra.

L’estate purtroppo è passata ancora una volta tra gli annunci di grandi cambiamenti da un lato e i morti di frontiera dall’altro.

Nessuno si aspettava che il governo potesse in pochi mesi rimediare ai disastri di Berlusconi e della sua banda. Ci aspettavamo però alcuni segnali, che nei primi mesi non sono mancati, così come alcune importanti misure concrete.

C’è una questione però che, tra le altre, dovrebbe segnare la discontinuità tra questo governo e quello precedente. È il tema della partecipazione democratica, che l’Unione aveva dichiarato di voler valorizzare, instaurando una pratica di governo aperta all’ascolto e al confronto con la società.

La sensazione che invece va diffondendosi in molti di noi è che una parte di chi ci governa ritenga che il tempo del confronto con le organizzazioni sociali, le comunità locali, i movimenti sia già esaurito, che esso costituisca solo un intralcio per la loro attività e che dunque sia tornato il tempo della delega. “Non disturbare il manovratore”, questo il messaggio più o meno esplicito che ci viene indirizzato.

Un “deja vu” rispetto al quale ci sentiamo oramai immunizzati, avendone vissuto le catastrofiche conseguenze nella passata esperienza del governo di centrosinistra.

Chi come noi rappresenta molte delle esperienze territoriali che si sono battute in questi anni a fianco dei migranti, sa che non sarà facile produrre quel cambiamento reale che il programma dell’Unione ha cercato di delineare. Bisognerà mettere in campo ogni azione possibile perché ciò avvenga. Nei giorni scorsi si è tenuta una manifestazione a Lampedusa e sabato prossimo, in occasione della Giornata internazionale di lotta dei migranti, ci saranno iniziative in tutta Italia e due appuntamenti a Roma, un’assemblea al mattino all’Ambra Iovinelli e una mobilitazione il pomeriggio davanti al Cpt di Ponte Galeria. Altri appuntamenti sono previsti nei prossimi mesi.

Non si può pensare però di utilizzare il composito movimento antirazzista in modo strumentale, chiamandolo alla mobilitazione quando serve agli equilibri interni al centrosinistra, ma non riconoscendogli un ruolo di interlocuzione centrale e costante per le scelte che si vanno a compiere.

Il protagonismo del ministro Amato (che pure aveva cominciato bene con l’istituzione della Commissione Cpt) che sta sfornando proposte di legge e documenti di indirizzo senza confrontarsi con nessuno, certamente non aiuta a trovare soluzioni avanzate e condivise.

Siamo di nuovo ad una rappresentazione distorta dell’immigrazione, in cui prevale una lettura emergenziale che non guarda ai problemi reali.

Il documento presentato in Parlamento rappresenta per metodi e contenuti un ostacolo ad una discussione costruttiva e serena.

Cosa sarà dei 520.000 migranti rientrati nei due decreti flussi di quest’anno? Dovranno tornare al loro paese in ottemperanza alla Bossi-Fini - nonostante lo stesso Amato abbia detto che si tratta di una ipocrisia nota a tutti - o potranno regolarizzare subito la loro posizione? E degli altri che lavorano in nero o in condizioni di schiavitù che ne sarà? Andranno a rappresentare l’emergenza dell’anno prossimo o si pensa di cominciare a trovare soluzioni stabili sin da adesso?

E perché si continua a trattare con la Libia senza adottare una qualche misura urgente per evitare che migliaia di persone siano costrette nei campi del deserto libico?

Quando verrà messa da parte la retorica della lotta all’immigrazione clandestina per varare una legge giusta ed efficace sull’ingresso e il soggiorno degli stranieri?

Perché questa materia continua ad essere competenza principalmente del Ministero dell’Interno e delle forze dell’ordine?

Quando si smetterà di spendere centinaia di milioni di euro per un inutile e dannoso apparato detentivo e repressivo che serve solo a consolidare una rappresentazione negativa dei migranti, e si sceglierà di destinare finalmente i soldi dei contribuenti - e tra questi molti sono di lavoratori e lavoratrici straniere - a percorsi di inclusione sociale e partecipazione reale nelle comunità locali?

Vorremmo che Prodi e l’Unione cominciassero presto a rispondere a queste domande, assumendosi la loro parte di responsabilità su una materia che non può essere delegata per intero al solo ministro dell’Interno.

In Italia centinaia di migliaia di persone aspettano risposte articolate e coerenti nei territori dove vivono. Hanno bisogno di certezze e stabilità, di poter votare il loro sindaco, di partecipare alla vita della comunità in cui vivono, di poter assicurare un futuro ai propri figli, che sono anche il nostro futuro.
Filippo Miraglia
Responsabile Nazionale Immigrazione ARCI

Redazione1
7.10.2006 13:52
La bmba atomica di Hiroscima

ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE V VALPOLCEVERA
&INDUSTRIALE STATALE Passo Torbella 12 16159 GENOVA

“Ettore MAJORANA 16138 GENOVA Tel. O10 5578634
Via Salvador ALLENDE 41 circoscrizione5@comune.Genova.it

Tel.010 8356661 Fax 010 8356649

WWW.MAJORANA.IT


VENERDI’ 3 NOVEMBRE 2006




*La bomba atomica su Hiroshima,

* Le armi a Uranio Impoverito

su : Iraq , Libano e Balcani



*Appello da Hiroshima per il disarmo



Interventi



* Naomi Toyoda (fotogiornalista)

* Hitoshi Shimizu ( regista documentarista)

* Stefania Divertito ( Giornalista)



Mattino



Liceo - Istituto Tecnico Industriale “ E.Majorana “ di Genova -Molassana

8:00- 9:40 Incontro con le classi

9:50 –11:35 Incontro con le classi

11:45-13,30 Incontro con la scuola e il territorio della Valbisagno



Pomeriggio



Casa del Capitano Genova –Valpolcevera



17:00 – 20 Incontro con la scuola e il territorio della Valpolcevera





Lancio della campagna per la messa al bando delle

armi ATOMICHE e dell’URANIO IMPOVERITO




Centro di documentazione “semi sotto la neve “ (Pisa)
Comitato pace “ E Majorana “ di Genova Molassana

Comitato pace “Rachel Corrie” di Genova Valpolcevera

Redazione1
7.10.2006 14:02
Brindisi. Rigassificatore, di nuovo in piazza il 28 ottobre.

RIGASSIFICATORE: DI NUOVO IN PIAZZA IL 28 OTTOBRE
I cittadini, sabato 28 ottobre 2006 scenderanno ancora una volta in piazza per una grande manifestazione popolare a favore di un nuovo sviluppo e contro il rigassificatore, indetta da nostro movimento d’intesa con le istituzioni locali e con la partecipazione delle forze politiche e sociali disponibili.

La manifestazione, un primo momento indetta per il 14 ottobre è stata spostata al 28 per questioni di opportunità.

Chiederemo questa volta che il governo tenga conto di una domanda di giustizia finora disattesa.

Invitiamo sin d’ora tutte le organizzazioni di cittadinanza attiva ad una forte mobilitazione che riproponga le ragioni e i diritti delle nostre popolazioni.



Brindisi, 5 ottobre 2006



ItaliaNostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Confconsumatori, Cobas, Fondazione “Dott. Antonio DiGiulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino “Mo’ Basta!”


Redazione1
7.10.2006 14:16
Contro i parcheggi sotteranei

da Eddyburg

Contro i parcheggi sotterranei nei centri storici
Data di pubblicazione: 26.09.2006

Un documento di Italia Nostra a difesa dell'integrità fisica dei centri storici. Settembre, 2006 (m.p.g.)

Il Consiglio direttivo di Italia Nostra, di fronte alla constatata diffusa ripresa(esaurite da oltre un decennio le velleitarie previsioni della legge Tonioli, fermamente allora avversata dall’associazione) di iniziative dirette alla realizzazione di parcheggi sotterranei nei centri storici, confermail giudizio che ribadì nel convegno nazionale di Napoli del dicembre 1995, motivando le ragioni di incompatibilità con il tessuto urbano storico di simili complesse infrastrutture, lesive della integrità fisica delle fondazioni dell’insediamento antico e fattori di ulteriore congestione del traffico (vera e propria resa definitiva del centro storico all’automobile); ritiene infatti che i parcheggi sotterranei costituiscano una radicale e irreversibile alterazione anche funzionale (diremo uno sviluppo per certo non sostenibile) del nucleo storico della città, posto al servizio dell’automobile come mezzo privato di trasporto in alternativa vincente al trasporto pubblico e a definitiva rinuncia di ogni ipotesi di pur parziale pedonalizzazione; osservaper altro che meramente illusorio è il risultato (in ogni caso non certo) di sopprimere il parcheggio di superficie, posto che quello sotterraneo specie se multipiano ha necessariamente ben maggiore capienza, con l’effetto di attrazione di un ulteriore traffico, anche vizioso nella ricerca spesso delusa di ricovero (si parla al riguardo di effetto “calamita” e “scommessa”) e dunque il parcheggio sotterraneo è moltiplicatore di circolazione automobilistica e fattore di congestione; mentre, se riservato ai residenti attraverso rapporti di concessione onerosa, costituisce una indebita privatizzazione di un bene collettivo – cioè di tutti- a favore di pochi privilegiati.

Italia nostra rileva come alla realizzazione dei parcheggi sotterranei nei centri storici si opponga infine la recente previsione del codice dei beni culturali e del paesaggio (suggerita da questa stessa associazione) che riconosce nelle piazze e negli altri spazi inedificati dei contesti urbani storici i caratteri di beni culturali, come tali assoggettati alla tutela e perciò al divieto, anche penalmente sanzionato, di “usi incompatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”, come lo svuotamento per la trasformazione in stive cariche di automezzi o per far luogo –è il diverso caso di piazza Matteotti a Perugia- a una vasta scalinata di accesso al progettato incombente centro commerciale (e se quella previsione normativa fosse stata operante all’avvio dei lavori per il parcheggio sotterraneo di piazza San Carlo a Torino, vincente sarebbe stata –non è irragionevole supporre- l’iniziativa giudiziaria allora opposta da Italia Nostra); si impegna quindi a contrastare con ogni legittima iniziativa la previsione di parcheggi sotterranei nella piazza Sant’Ambrogio a Milano (multipiano, per poco meno di seicento posti macchina, quasi a lambire le fondazioni della Basilica romanica, secondo un progetto motivatamente avversato dal Soprintendente di settore, ma imposto infine per “scelta politica”, come ha ammesso il direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici), nella piazza Roma di Modena (l’avancorte del seicentesco palazzo ducale), perfino in più luoghi monumentali della città di Roma; ed insieme ogni ipotesi di invasione dei sottosuoli degli spazi pubblici inedificati, profondo sfregio nel corpo delle città storiche.

Redazione1
7.10.2006 17:36
La finanziaria dei NON

COMUNICATO STAMPA: La Finanziaria dei NON.
L’analisi prodotta da esperti del settore sul documento di programmazione finanziaria dell’attuale Governo ipotizza una ricaduta disastrosa sull’economia generale dello Stato.
La Direzione Nazionale dell’Unione Federalista Meridionale ritiene che la finanziaria così strutturata è, probabilmente, tra le peggiori della storia della Repubblica Italiana.
Non si intravede uno spiraglio di ottimismo. Tutte le categorie sociali sono scontente, perché vedono l’immissione di ripetute tasse ingiuste, illogiche ed amorali. L’economia nazionale sembrava uscire da momenti bui, dopo una recessione internazionale che ha colpito tutti i Paesi occidentali. Le quotidiane immagini che provengono dalle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama testimoniano, spesse volte, il silenzio e il dissenso dei rappresentanti della maggioranza. Il signor Prodi aveva un solo obiettivo da raggiungere, certamente non quello delle esigenze dei più disagiati o del ceto medio, ma quello voluto dal sistema bancario. Basta solo questa considerazione per non credere a tutto il resto. Come Meridionali e Federalisti consideriamo non ci sia opportunità per il rilancio delle Regioni di potersi autoregolamentare ed autogestire. Non è stato predisposto un piano delle infrastrutture. Non è stato deciso come poter rilanciare la piccola e media impresa. Non viene presa in considerazione la possibilità di far decollare l'agricoltura e la zootecnia. Non si intravede la possibilità di mantenere l’assistenza sociale o sanitaria. Per dirla in breve è la finanziaria dei NON.
L'Unione Federalista Meridionale sarà al fianco degli italiani onesti che lavorano e che vorranno manifestare tutto il proprio sdegno verso l’attuale Governo.
In occasione delle mobilitazioni nazionali verso la finanziaria, l’Unione Federalista Meridionale invita tutte le associazioni del Sud Italia ad essere presenti in piazza per chiedere a gran voce il completamento della riforma Presidenziale e Federale dello Stato per una nuova Italia.
Salerno lì, 06 ottobre 2006

Redazione1
7.10.2006 17:44
Il Cantiere di Genova

In vista delle prossime elezioni amministrative del 2007 Il Cantiere lancia la campagna per una amministrazione trasparente e partecipata

Sul sito http://www.genovapartecipata.it puoi leggere il manifesto della campagna e lasciare la tua adesione.

Il manifesto presenta proposte precise perchè tutte e tutti possano partecipare ai meccanismi decisionali dell'amministrazione e controllarne l’operato.
Il Manifesto (allegato a questa Email) sarà presentato pubblicamente insieme a Giulietto Chiesa Venerdì 13 Ottobre, alle ore 21 presso la Sala Blu del Dopolavoro Ferroviario, via A.Doria 9

Visita il sito http://www.genovapartecipata.it e diffondi questa email. Grazie!

Il Cantiere - gruppo di Genova

Redazione1
7.10.2006 17:47
DEMOCRAZIA A TRONCHETTI di L.Boschi

DEMOCRAZIA A TRONCHETTI
Che cosa succede in questo Paese? Se lo chiede anche il presidente di un potente gruppo economico finanziario! Ce lo chiediamo anche noi quando un asset strategico del Paese viene parcheggiato in scatole cinesi, in balia dei marosi e governate dal cameriere di turno del potere economico finanziario. Lui, il presidente, chiede che passi la sua comunicazione. lui che ha una televisione! Chiede attenzione per tutti i lavoratori del suo gruppo (diventati, un classico, scudo di protezione!). Mi chiedo cosa dovrebbe fare l'individuo spremuto quotidianamente, a cui è richiesto di svolgere un precario lavoro ripetitivo, mal remunerato, che si deve accollare un indebitamento a vita per una tana in cui vivere, preda dei servizi sociali, succube di una scarsa assistenza sanitaria, depredato del paesaggio, coltivato nello psicofarmaco dei consumi, inondato di bombardamenti catodici e campi magnetici, truffato da tariffe e bond, abbandonato o relegato, se cade in disgrazia, nei cassonetti del rifiuto sociale, ripiegato da un debito pubblico (che non ha prodotto!), soggetto ai tagli della spesa sociale, sfrattato dalla casa dell'essere.e che si vede circondato da una sfacciata e ostentata ricchezza di pochi, da lui però alimentata.sindrome di Stoccolma?
E' disarmante vedere l'agire di questa classe dirigente capace solo di spremere soldi per se stessi, indebitare le loro vacche da mungere, creare voragini di miseria, complottare ai danni dell'individuo, truffare la società, sottrarre risorse e potenzialità del Paese, produrre, impuniti, un danno eludendo il diritto e calpestando l'etica. Lo fanno chiusi nelle loro casseforti.questo "lavoro" quotidiano da pirati!
Questi lestofanti, con abiti di Saraceni, camice Loro Piana e le cravatte di Marinella, ben pettinati, con le loro barche, i loro ostentati, inutili orologi, auto blu, suv blindati e jet, ogni giorno attentano alla democrazia e producono l'immondo.per cosa? Per se stessi e per il sistema che li tiene a galla con le loro scatole cinesi e operazioni finanziarie taroccate. Quel sistema pronto a scaricarli, quando divengono inutili, soggetti a vendette incrociate, appena l'aloure si indebolisce.o entrano in collisione di interessi con altri gruppi di potere. E' la reality comedy dello Stato Italiano in onda tutti i giorni su tutte le reti, su tutti i media!! Queste figurine commettono crimini, attentati allo stato democratico per cui i nostri padri hanno combattuto in guerra, han fatto la Resistenza, son stati mandati in Russia con i cartoni ai piedi. Questi miserabili fantocci del sistema economico finanziario che si esibiscono nelle serate di gala, che hanno le poltrone riservate in prima fila, che mandano le mogli in televisione, anche pubblica cioè pagata da noi, nella esibizione di culi, cosce e tette.dove è messa in onda la tragicomedy di Stato. Questi quaquaraquà che quando escono dai confini italici le buscano; che per i loro deliri son pronti a tutto.fanno arrestare i loro dirigenti, alcuni si suicidano o li trovano morti, mettono a repentaglio famiglie di lavoratori per i loro scontri di potere. E si replica ad ogni stagione! Il sistema è inesorabile. Non hanno orrore di loro stessi! Loro sono là in un olimpo con la sicumera degli intoccabili, prima di essere scaricati, come se non fosse loro la filiera criminale.Come se non fosse loro la responsabilità di ciò che viene prodotto. Le loro (modeste!) retribuzioni e stock option non comprendono questi fastidi! I "non sapevo", nel loro mondo, dove tutti devono sapere per sopravvivere, sono ridicoli!! A chi dovrebbe riportare un dirigente.un dirigente del sistema di sicurezza? Al suo cane, alla proprietà.o ai servizi segreti? E i servizi segreti a chi rispondono? A chi dovrebbe riportare colui a cui è stata data delega di agire!
Ma no, è la mano nera che incombe, che li assedia, ma non si attentano a svelare le pieghe di quell'area grigia.anche loro tengon famiglia! Diventano vittime del sistema che li produce! A volte il gioco "segreto" di vendere e comprare società a valori insostenibili staccando lucrose stock option non riesce! L'opera prima è sempre rivelatrice.Il cancro inizia il suo corso quando la finanza da strumento diventa obiettivo e ogni tavolo di lavoro si trasforma in bisca.bene interpretati da Grosz!
E questa sarebbe la nostra classe dirigente? Quelli che dovrebbero dare l'esempio? Quelli che dovrebbero essere un riferimento per i giovani? Su cui progettare un futuro? O piuttosto quelli che creano e producono la depressione e la delinquenza sociale!! Ma d'altra parte che volete!! Il mondo è preda di questi miserabili, è triste dirlo, come è triste pensare che la più grande cultura democratica Statunitense abbia scelto di farsi rappresentare da quel ridicolo fantoccio espressione di una spietata lobby di potere e di guerra che attenta quotidianamente alla vita dell'individuo! Che cosa si potrà ricordare di quella spregevole figura se non il danno? Ma dove sono finiti gli statisti! Quando verrà smentito che lo Stato si nutre del sangue delle sue vittime? Quando la smetterà questa élite di fomentare scontri, odi, soprusi, ingiustizie?
Ogni persona è sola e ogni luogo è infetto, ogni pentola puzza, attorno solo sabbie mobili. E da anni l'illusione del voto democratico è usato dai predatori! Il mondo ha perso il sorriso.il sorriso dell'innocenza, del virtuosismo, della vita artistica, del bene comune. Il talento è soffocato dalla miseria della ricchezza e dalla prepotenza del potere. Anche l'Italia non si merita questi farabutti che il sistema riproduce! Non è la mela marcia è la cronaca di un mondo appestato che puzza!
Eppure già si vede l'alba di un nuovo mondo! Così come dalle rovine di una civiltà nasce una nuova era, proprio da queste continue rivelazioni di replicanti al tramonto, dediti alla banalizzazione del male (la follia dell'Occidente), si apre una nuova civiltà. La cyberdemocrazia non è rappresentativa, ogni persona deve rendicontare del proprio agire. La società della tecnica ridisegna logiche e mappe di potere.e le reti strategiche di un Paese non possono essere in balia della speculazione finanziaria né incubate in scatole cinesi. (Parma, 25 settembre 2006)
Luigi Boschi

Redazione1
7.10.2006 18:06
Io viaggio da solo

Inviamo comunicato stampa sull'inagurazione, il 19 ottobre alle ore 11,30 presso la sala conferenze del museo Pigorini in Roma, della mostra-gioco interattiva "Io viaggio... equo e solidale", che fa parte degli eventi di "Io faccio la spesa giusta", settimana per il commercio equo e solidale che si tiene in tutta Italia dal 14 al 22 ottobre.
Con invito alla partecipazione a pubblicazione. Grazie.
Ufficio stampa Fairtrade TransFair Italia
Mariagrazia Bonollo
koiné comunicazione
tel 0422 420888
348 2202662
stampa@fairtradeitalia.it

19 ottobre al 17 novembre (h9:30-h12:00)
Museo Etnografico-Preistorico “L.PIGORINI”
(P.le Marconi, 14-EUR, Roma)
La mostra sarà inaugurata in occasione della conferenza stampa di presentazione dei dieci anni di impegno nell’Equo e Solidale di COOP-ANCC, che si terrà nella sala conferenze del museo L. Pigorini alle 11.30.
Il CIES (Centro Informazione Educazione allo Sviluppo), in collaborazione con UCODEP e FAIRTRADE TRANSFAIR ITALIA, presenta “IO VIAGGIO…EQUO E SOLIDALE”, una mostra gioco/interattiva co-finanziata dal Ministero Affari Esteri e realizzata con il contributo di COOP-ANCC che celebra quest’anno il decennale del suo impegno per la promozione del commercio equo e solidale.
Dopo l’iniziativa di Roma, la mostra-itinerante, sarà realizzata in gennaio ad Arezzo e successivamente a Padova nel mese di marzo.
Gli eventi si inseriscono nella settimana di promozione e sensibilizzazione sul commercio equo e solidale: "Io faccio la spesa giusta" promossa da Fairtrade TransFair Italia dal 14 al 22 ottobre.
L’iniziativa nasce da una riflessione congiunta sulle problematiche generate dalla globalizzazione e riguardanti gli squilibri tra nord e sud del mondo, e sul ruolo che il commercio equo e solidale può svolgere nei meccanismi di produzione-commercializzazione più umani, al contempo permettendo di educare i consumatori del nord.
Io viaggio equo e solidale si rivolge in particolare ai bambini in età scolare (scuole elementari del secondo ciclo e medie inferiori), nella convinzione che da consumatori passivi possano diventare veicoli di comportamenti più consapevoli di acquisto e di consumo.
In particolare verrà riprodotto il viaggio di tre prodotti tipici del commercio equo: banane, palloni e cacao. I ragazzi seguiranno il percorso dei prodotti provenienti da Africa Centrale, Centro America e Sud Est Asiatico, interpretando durante il viaggio, sia il ruolo di produttori che dei prodotti stessi.
I percorso sarà realizzato da animazioni, video, scenografie a grandezza naturale, fotografie, suoni e “canovacci” appositamente gestiti da animatori che accompagneranno e guideranno i visitatori.
La metodologia del gioco di ruolo permetterà di mantenere alta la soglia dell’attenzione dei partecipanti e consentire un processo di apprendimento “empatico”. Il percorso sfocia in uno spazio finale in cui, attraverso manifesti pubblicitari, campagne di educazione al consumo critico, immagini dai luoghi di produzione, si ripercorrono i 10 anni dell’impegno di Coop sul versante del commercio equo e solidale. Coop è stata infatti la prima insegna della grande distribuzione organizzata a offrire sui suoi scaffali i prodotti Solidal (nel ’96 il caffè e oggi 25 referenze ) ed è attualmente in Italia con un giro d’affari che ha superato gli 11 milioni di euro il primo distributore.
La mostra si modella su due iniziative simili, già realizzate dal CIES in diverse edizioni, le mostre interattive e multimediali rispettivamente su migranti e rifugiati e sui minori non accompagnati “SOLA ANDATA – UN VIAGGIO DIVERSO DAGLI ALTRI” e “IO VIAGGIO DA SOLO”.
L’ingresso è gratuito
PER INFORMAZIONI:
cies@cies.it p.giordani@cies.it l.bernardi@cies.it a.bernardini@cies.it
CIES sede Via Merulana: 06 77264646 Oppure Centro Documentazione del CIES 06 46207711
Silvia Mastagni – responsabile Ufficio Stampa COOP: 06 441811 – 335 78884168

Redazione1
8.10.2006 08:08
Il patto di Orvieto di A.V.Gelormini

IL PATTO DI ORVIETO
di Antonio V. GELORMINI
All’arrivo scetticismo e titubanza si toccavano con mano. Nei giorni precedenti il seminario di Orvieto, frenate, avvertimenti e puntualizzazioni avevano preparato il terreno, per evitare sorprese e fughe in avanti. Defezioni annunciate, una in particolare: il Correntone di Fabio Mussi. Resistenze ed interrogativi, sulla convenienza a farsi vedere, tante. Ha prevalso alla fine l’opzione partecipativa, anche per essere pronti ad intervenire in caso di necessità.



La scommessa di Romano Prodi, invece, è stata ancora una volta premiata. Gli animi hanno cominciato a rasserenarsi già alle prime relazioni introduttive di Pietro Scoppola, Roberto Gualtieri e Salvatore Vassallo, tanto davano il senso della profondità dei contenuti e dello spessore dell’appuntamento, che non annunciava alcuna passerella del tipo: ci sono anch’io. E’ finita con la constatazione che un patto si può fare, non si deve. E un patto si fa perché c’è fiducia reciproca e “non ha bisogno di essere votato, perché non può essere imposto da una maggioranza” (D’Alema).



La gestazione è avviata. I genitori lo hanno annunciato. Le prime ecografie lo testimoniano. Il nascituro Partito Democratico avrà i geni di storie, di lotte, di identità ed anche di sogni provenienti da un passato ricco di orgoglio e di dignità. Ma sarà proiettato nel futuro di un mondo più grande, perché più globale e nel contempo più piccolo, perché la fibra ottica ha accorciato le distanze, fino ad annullarle. E soprattutto sarà chiamato ad essere protagonista in un mondo dall’orizzonte più largo, pieno di domande nuove e ansioso di risposte innovative.



E’ vero, gli assenti hanno sempre torto, ma questa volta gli appelli sono stati unanimi nel tenere la porta aperta, affinché non facciano mancare quel contributo necessario e indispensabile nel passaggio cruciale di un processo a cui, anche loro, hanno dato un senso e una prospettiva.



Consapevolezza, la parola più usata in assoluto. Riformismi, quella utilizzata da tutti gli oratori. Viva la sensazione che si sia tornati a parlare di politica. Politica vera, politica alta, “quella che accende speranze ed indica orizzonti” (De Mita), collocandoci nella dimensione a noi più consona e naturale: quella europea, “capace di dare nuovo senso al concetto e all’identità dell’Occidente e al rapporto tra i Paesi che lo compongono” (D’Alema).



Si è parlato di felicità e del grande valore della laicità. Si è detto del benessere legato alla qualità del tempo a disposizione e non più ai beni materiali. Di come i giovani investano sul tempo e della necessità di predisporsi, nel “partito nuovo”, non più come produttori di soluzioni, ma capaci di diventare sistema operativo. D’altra parte, ad un’Europa che non conta più il 48% di colletti blu tra la sua forza lavoro, ma soltanto il 15%, non si potrà continuare a rispondere con strumenti organizzativi da primo dopoguerra.



Per la collocazione internazionale del Partito Democratico, “dobbiamo investire sulla originalità della nostra esperienza, per presentarci in Europa non per aderire a uno o un altro gruppo in modo passivo, ma per essere anticipatori”, ha sottolineato Romano Prodi, mentre in precedenza Giuliano Amato concludeva il suo intervento in sintonia con Vassallo: “Ora è tempo di costruire ponti, non di continuare a marcare confini”, per poi aggiungere: ”Non m’interessa conservare o tramandare il nome del nonno, ma essere certo che i suoi geni siano presenti nel DNA del nuovo nascituro”.



Riassuntiva di molte reazioni la chiosa dalemiana sull’indicazione di prospettiva organizzativa una testa un voto: “Per i voti arriverà il momento. Ora è il tempo delle teste, delle intelligenze e della passione“. Ci sarà, quindi, da lavorare tanto perché il compito è gravoso. “Con questo seminario abbiamo superato diffidenze e scetticismo e la discussione ha fatto maturare la consapevolezza che la sfida non è velleitaria, ma è un'ambizione alta e raggiungibile” (Fassino). Messaggio da trasmettere con forte capacità persuasiva, prima ancora che alla gente, alle sezioni ed ai circoli di Ds e Margherita. (gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
8.10.2006 08:08

Redazione1
8.10.2006 08:11
No alla demolizione della scuola pubblica

FINANZIARIA 2007: I RADICALI DI SINISTRA DICONO NO ALL'OPERA DI DEMOLIZIONE AD UN ULTERIORE DISFACIMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA A VANTAGGIO DEGLI ISTITUTI PRIVATI
Confermati i tagli della Moratti. Ulteriori tagli al personale. Aumentano solo i finanziamenti (incostituzionali) alle scuole private. I Radicali di Sinistra: fermiamo la demolizione della Scuola pubblica.
Roma, 8 ottobre 2006
COMUNICATO STAMPA
I Radicali di Sinistra intendono esprimere sconcerto riguardo alla politica devastatrice dell’attuale governo di centro “sinistra”.
L'insieme dei provvedimenti si pongono in un'ottica continuistica rispetto alla gestione Moratti: meno risorse alla scuola pubblica, ulteriori regalie alle scuole private, nonostante l'art. 33 della Costituzione vieti espressamente qualsiasi forma di onere per lo Stato.
I Radicali di Sinistra denunciano una incosciente politica di tagli al personale: l'incremento medio di 0,4 alunni per classe nel prossimo anno scolastico comporterà la perdita di più di 15.000 posti di lavoro; non viene modificata la normativa sul numero dei posti di sostegno, con l'effetto di tagliare molte altre migliaia di posti di lavoro e di negare agli alunni diversamente abili un diritto fondamentale; si introducono ulteriori limitazioni alle supplenze brevi; si prevede la riduzione del numero di ore di lezione.
Le entità scolastiche private, invece, riceveranno dallo Stato più finanziamenti. Il Governo, in un quadro globale già sacrificante per i Cittadini, stanzierà altri 100 milioni di euro, nonostante l'incostituzionalità del provvedimento ed il progressivo calo di richieste di rimborso.
Con questa disposizione il Governo di centro-sinistra non solo propone l’incremento incostituzionale del finanziamento pubblico alle scuole private, ma attribuisce alle stesse, in maggior parte di orientamento confessionale, una “funzione pubblica” al pari delle scuole statali, configurando in tal modo un sistema scolastico integrato pubblico-privato, in palese violazione dei principii della Costituzione.
Fabrizio Cianci
Segretario dei Radicali di Sinistra
Erica Letizia Giannotti
Presidente dei Radicali di Sinistra
Radicali di Sinistra
tel: 06.62279430
fax: 06.60507146
info@radicalidisinistra.it
www.radicalidisinistra.it

Redazione1
9.10.2006 21:52
Parma democratica di L. Boschi

PARMADEMOCRATICA
Una città delle conoscenze e della solidarietà. Conoscere, far conoscere, costruire un circuito conoscitivo virtuoso, partecipato, aperto, non esclusivo. Una città che guarda al mondo, solidale, che coopera, capace di ascolto, di trasmettere la speranza ai giovani e riscoprirne la forza vitale, sensibile all'ambiente, pronta a sostenere le potenzialità individuali e collettive, in grado di intervenire nelle difficoltà della vita, vicina agli anziani, disposta al dialogo multiculturale, multireligioso e alla convivenza multietnica.
Una amministrazione che sappia investire in affettività per la qualità delle relazioni, che sappia darsi rigore etico e farsi carico della questione morale della città.
E' evidente a tutti che la democrazia è in crisi, spesso schiava degli interessi costituiti, degli interessi forti, più che interprete delle istanze collettive, delle speranze dei deboli. L'oligarchia di Parma è cosa nota, storica che da tempo reprime intelligenze, tarpa risorse e potenzialità alla città. E ciò è ancora più evidente quando si è a cavallo di cambiamenti epocali dove l'esistente vorrebbe impedire l'alba del nuovo.
Chomsky: "La democrazia funziona nella misura in cui gli individui sono in grado di partecipare significativamente alla vita della sfera pubblica pur coltivando nello stesso tempo interessi individuali e collettivi.ma potremmo dire che i cittadini, nella terminologia del pensiero progressista moderno, devono essere spettatori e non attori della scena politica".
Assistiamo a Parma a una amministrazione chiusa, che ha investito in appalti per infrastrutture, che non è andata oltre il decorativismo, molto presa nelle sue rappresentazioni di intrattenimento, che non ha saputo intraprendere scelte coraggiose strategiche e innovative richieste dalla rivoluzione tecnologica, scientifica, sociale, economica in atto. Si è preferito sostenere la rendita parassitaria e l'economia nostalgica, foriere di consenso, alla società della tecnica, alla economia delle conoscenze. L'innovazione, come l'innovatore non sono mai graditi perché destabilizzano poteri consolidati. Innovazione significa rottura dei modelli stabiliti, non si installa, ma diviene coltivando e sviluppando la capacità progettuale.
Che miglioramento ambientale è stato raggiunto in città nonostante gli ingenti investimenti? Perché non si è adottato un piano costruttivo con criteri di bioarchitettura e risparmio energetico? L'assedio della cementificazione prodotta in questi 40 anni è inqualificabile! Una vera cultura di bellezza urbanistica e costruttiva!.degna dell'eredità storica ricevuta.
Parma, una città imbellettata, ma in declino, e con una accresciuta violenza.
I giovani!! Quali attenzioni sono state rivolte ai giovani, alle loro necessità e esigenze? Quale ascolto è stato dato per trasformare il loro potenziale, per recepire le loro espressioni, per consentire loro di interagire con le mutazioni dei tempi? Quali spazi idonei e attrezzati sono stati a loro dedicati in cui elaborare il loro progetto di vita?
Assistiamo invece a una politica che interagisce a colpi di inciuci e trasformismi funzionali solo a logiche di potere, al colonialismo politico, a cui Parma non è nuova, in cui predomina la prepotenza e il cittadino è delegittimato. Le primarie inserite nelle legge elettorale politica e amministrativa costituirebbero il primo passo per restituire al cittadino la sua dignità.
Ma è la crisi manifesta della classe dirigente che ha fallito.e i partiti attuali non sono più la palestra in cui si seleziona la classe politica all'altezza delle nuove sfide, in cui si elabora un cambiamento di mentalità, in cui si genera quel circuito di nuove energie capace di esprimere il ricambio della classe dirigente. Troppo presi nel coltivare poltrone fingendo un interesse per il bene comune!
Un amministratore non può essere monarca e governare all'infinito, occorre il ricambio, presupposto di rinnovo della classe dirigente. A un cittadino responsabile e consapevole non interessa solo che una persona sia capace di amministrare, ma che sappia insegnare agli altri ad amministrare, che condivida con altri il suo metodo, sia disponibile al confronto. Un buon amministratore, "disinteressato", non può ridurre un incarico pubblico a un affare personale, a un clientelismo che inevitabilmente prende forma ed è prodromo di mali endemici nella società. Ne abbiamo storica e ampia letteratura. Una critica che non rivolgiamo solo al sindaco di Parma, ma a tutto il sistema che produce questo cancro politico e che la sciagurata nuova legge elettorale ha rafforzato.
Parmademocratica forse rimane l'utopia e la speranza di un soggetto politico che deve divenire. Un luogo di discussione aperto a tutti per coltivare una nuova e vera cultura democratica, oggi falsata dalla prepotenza oligarchica. Un viaggio politico con percorsi diversi, una interazione jazz, dove la curiosità dell'intelligenza non sia penalizzata e repressa dallo stereotipo di una cultura politica incapace di andare oltre le fazioni, gli interessi "particulari", le organizzazioni jurassiche, e non sia travolta dalla cultura nostalgica e dalla insostenibile "burokratia", fastidiosa come la forfora e generatrice di calvizie sociale. Le organizzazioni obsolete sono intollerabili come le scarpe strette.non si vede l'ora di togliersele dai piedi!
di Luigi Boschi
(Parma, 7 ottobre 2006)

Welfare Italia
9.10.2006 21:52

Redazione1
9.10.2006 21:55
Il centro Sinistra e la questione settentrionale

IL CENTROSINISTRA E LA QUESTIONE SETTENTRIONALE
E’ indubbio che nell’analizzare la finanziaria si debba partire dai numeri e cioè la riduzione del debito verso il PIL (ufficialmente da 3,8 a 2,8 ma stando ad altre fonti l’attuale situazione è più vicina a 4,6) riduzione che si ottiene con un insieme di manovre che, prese singolarmente, possono indurre perplessità, specialmente nelle categorie che di volta in volta vengono toccate.
Ad esempio la ridistribuzione delle aliquote, unite alle detrazioni, dovrebbe riequilibrare il carico fiscale secondo criteri di maggiore equità tra i contribuenti.
Eppure permane il problema della questione settentrionale.
Le classi produttive del Nord si sentono ingiustamente penalizzate, e non parliamo qui degli evasori fiscali che, finchè rimangono tali, non si curano delle aliquote, ma di quei piccoli imprenditori produttori di ricchezza e di lavoro molto diffusi nelle regioni del nord che sono alla ricerca di un referente politico che comprenda le loro esigenze.
Il centrosinistra ha sempre avuto difficoltà a trovare il linguaggio appropriato per parlare a questo settore produttivo e imprenditoriale e questa mancanza di sintonia si è fatta pesantemente sentire nel recente passato e l’attuale manovra finanziaria non va in questa direzione.
Per riavviare il dialogo si potrebbe partire da alcuni punti, per esempio:
Procedere nella via delle liberalizzazioni con fermezza e senza farsi intimidire dalle corporazioni e dalle lobby
Una seria e non demagogica riforma della burocrazia che abbia come obiettivo l’EFFICIENZA DELLO STATO e non LA DIFESA DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI, in alcuni casi frutto di passate concezioni dell’organizzazione del lavoro
Porre mano, con misura e serietà, al federalismo fiscale, argomento già messo sul tappeto dal Ministro degli Affari regionali che, con questa iniziativa, toglierebbe molta acqua ai mulini leghisti
Questi sono esempi che provengono dalle molte reazioni alle nostre newsletter che danno il polso di chi desidera un reale dialogo politico e non trova la strada per farsi sentire, o trova solo la strada populista delle corporazioni di categoria..
Simona Giovannozzi
9 Ottobre 2006

Redazione1
9.10.2006 21:58
Spesa giusta nache nei ristoranti

“IO FACCIO LA SPESA GIUSTA” ANCHE NEI RISTORANTI
La terza edizione della Settimana per il commercio equo e solidale
promossa da Fairtrade TransFair Italia, che si svolgerà dal 14 al 22 ottobre prossimo, coinvolgerà, oltre alla distribuzione, anche il settore della ristorazione collettiva
e della distribuzione automatica
Tremila punti vendita della grande distribuzione e del dettaglio biologico interessati; cinquanta
ristorante self service, centinaia di bar, persino le macchinette della distribuzione automatica. La terza edizione della settimana del commercio equo e solidale “Io faccio la spesa giusta” ideata da Fairtrade TransFair Italia, marchio di certificazione dei prodotti, moltiplica le occasioni di degustazione, di informazione, di acquisto. Perché negli ultimi anni, parallelamente all’allargamento del numero di insegne e di punti vendita della distribuzione organizzata, è cresciuto l’interesse per il commercio equo anche in altri canali: dalla ristorazione collettiva gestita da enti pubblici, soprattutto mense scolastiche, che ha inserito nei capitolati d’appalto questi prodotti, riconoscendone la qualità e la valenza sociale; alle macchinette per la distribuzione automatica di bevande; ai bar e alle caffetterie che stanno scegliendo i prodotti certificati Fairtrade per offrire una valida alternativa alla loro clientela. L’edizione di quest’anno toccherà allora i ristoranti, attraverso un accordo con CIR food, una delle maggiori aziende italiane ed europee di ristorazione, che durante la settimana inserirà ananas Fairtrade in 50 ristoranti self service delle province di Modena e Reggio Emilia, per non sostituirle più con referenze convenzionali. Anche le macchinette della distribuzione automatica diventeranno un punto di informazione sull’iniziativa e sul commercio equo mentre in 200 bar sarà possibile gustare il caffè equosolidale con una speciale promozione.
Nel corso della settimana non mancheranno le iniziative e le degustazioni nei punti vendita che hanno aderito all’iniziativa: Coop, Ipercoop, Conad, NaturaSì, B’io, Famila, GS, Carrefour, Iperal, Unes, Pam, Panorama. In tutta Italia sono previsti inoltre incontri, appuntamenti ed eventi per parlare di commercio equo, in collaborazione con i soci del Consorzio Fairtrade TransFair: dalla mostra-gioco interattiva “Io viaggio… equo e solidale” organizzata dal Centro Informazione e Educazione alla Sviluppo e che sarà inaugurata a Roma; a “Pianobank”, serate organizzate dalle filiali di Banca popolare Etica con concerti e prodotti equosolidali nell’ora dell’aperitivo; agli incontri in Feltrinelli, ormai un “classico” della settimana che quest’anno ospiteranno Frans Van Der Hoff, storico fondatore del movimento del commercio equo e solidale, autore di numerosi libri pubblicati anche in Italia; alle serate organizzate dalle Botteghe del Mondo con i produttori; ai convegni di Eurochocolate, che quest’anno ospiterà uno stand tutto dedicato al cioccolato equosolidale (chiamato “Equochocolate”).
L’impegno sociale quest’anno non è disgiunto dall’impegno ambientale: le brochure e i poster stampati saranno a “impatto zero”, iniziativa di Lifegate per la riforestazione di un’area boschiva in Costa Rica.
“Io faccio la spesa giusta” conta anche quest’anno sul sostegno dei testimonial di Fairtrade: Amanda Sandrelli, Paola Maugeri, Iosefa Idem, Andrea De Carlo, Massimo Ghini, Pietro Sermonti. E sulla collaborazione di MTV Italia.
Per consultare l’elenco completo degli eventi: www.fairtradeitalia.it; 049 8750823.
con invito alla pubblicazione
Ufficio stampa Fairtrade TransFair Italia
Mariagrazia Bonollo
koiné comunicazione
tel 0422 420888
348 2202662
koine@koinecomunicazione.it

Redazione1
9.10.2006 22:02
9 ottobre, il Che rivive

Cari amici,
oggi è l'anniversario della cattura del CHE, assassinato per volontà della CIA, durante la notte successiva alla Higueria in Bolivia.
Voglio ricordare un aneddoto evidenziato dalla biografia (per me la migliore esistente) scritta dal giornalista americano Jon Lee Anderson "Il CHE" il quale afferma che dalle ricerche da lui svolte a Rosario, dove nacue il 14 Giugno 1928, di Ernesto Rafael Guevara De La Serna si ricorda il 14Giuno1928 la data della nascita ed il 9 Ottobre 1967 la data della morte, in realtà ne una ne l'altra corrisponde al vero.
In particolare la data della nascita, i loro genitori residenti a Buenos Aires si trasferirono proprio successivamente al loro matrimonio, Celia la madre, proveniente da una famiglia della borghesia argentina molto religiosa, per occultare che prima della data del loro matrimonio era già in cinta di Ernestico, lasciano Buenos Aires e si stabilirono a Rosario dove solo dopo un mese dalla nascita di Ernestico pubblicizzarono il fatto in maniera tale che facendo i debiti conti dei 9 mesi canonici il tutto risultasse in modo corretto, in realtà quindi il famoso ed eroico CHE Guevara nacue il 14 Maggio del 1928 e non il 14 Giugno come viene ufficialmente ricordato.
Anche la data della sua morte non è il 9 Ottobre ma bensì il 10 in quanto venne assassinata su ordine della CIA rappresentata da Felix (ancora vivente in Florida) l'agente cubano anticastrista assoldato dalla CIA partecipò nell'Aprile 1961 anche a Playa Giron il fallito tentativo armato appoggiato dagli Stati Uniti per il rovesciamento della Rivoluzione cubana.
L'attenibiltà della fonte (Jon Lee Anderson) è del tutto credibile, fù sempre grazie a questo suo lavoro di investigazione sulla morte del Che e dei guerriglieri in Bolivia che intervistando un Generale boliviano in pensione che aveva partecipato alla cattura, gli rivelò che il corpo del Che Guevara assieme agli altri caduti in Bolivia, furono interrarti ai margini della pista dell'aeroporto di Villagrande
Informò immediatamente le autorità cubane e Fidel d'accordo con l'allora Presidente della Bolivia organizzò la ricerca dei corpi, il tutto doveva avvenire entro Luglio del 1997 data di scadenza del mandato del Presidente boliviano. La CIA a conoscenza di questo fatto fece di tutto per intralciare il ritrovamento dei corpi, fallì in questo obiettivo... Oggi le spoglie del Che e dei suoi fedeli combattenti che morirono con lui in Bolivia riposano serenamente a Santa Clara "Cità Eroe", nel mausoleo dedicato al CHE.
Vsitate il sito "Sbarco del Granma" è un documento raro, molto documentato...
Sergio
Oggetto:
DESEMBARCO del GRANMA
(ottimo sito svizzero in francese)
CON LA BIOGRAFIA E LE FOTO DEGLI 82 GRANMISTI
(compreso il partigiano veneziano GINO DONE' PARO) >>>
Visitare qui: <http://www.vacances-sejour.ch/cuba/granma/index.html> http://www.vacances-sejour.ch/cuba/granma/index

Redazione1
15.10.2006 21:06
Firenze,assemblea per la pace e contro la guerra

Firenze, 21-22 ottobre 2006
Assemblea nazionale dei movimenti per la pace e contro la guerra

Da tempo il movimento contro la guerra, nella sua pluralità, non ha occasione di confrontarsi e discutere della situazione internazionale e della propria azione e mobilitazione.
Dopo il "cessate il fuoco" in Libano si continua a sparare e a morire a Gaza, in Iraq e in Afghanistan. Oggi più che mai è necessaria una risposta forte e decisa del movimento per la pace e contro la guerra.
Non importa da dove veniamo, ma dove vogliamo andare: facciamo appello a tutte e tutti, persone e associazioni, reti e movimenti che lavorano e lottano contro la guerra perché partecipino all'assemblea di sabato 21 e domenica 22 Ottobre a Firenze, presso il Dipartimento di Matematica "Ulisse Dini", viale Morgagni 67/a, di fronte all'ingresso dell'ospedale di Careggi.
Come comitato promotore crediamo sia fondamentale recuperare nella discussione un forte senso di coralità e libero confronto fra reti, associazioni e movimenti. Per questo abbiamo definito alcune modalità di lavoro, che possano aiutare un confronto paritario e costruttivo all'interno dell'assemblea: sessioni a tema senza conclusioni; presidenze alle sessioni composte da membri del comitato promotore fiorentino (introduzione al tema e moderazione della sessione); tempi certi di intervento (6 minuti a testa); alternanza degli interventi secondo il genere; definizione di eventuali iniziative comuni attraverso il metodo del consenso.
Vi preghiamo di segnalare la vostra adesione e la vostra presenza all'assemblea inviando una email all'indirizzo assembleafirenzeottobre@yahoo.it.

Vi aspettiamo a Firenze.

Il Tavolo fiorentino per l'assemblea nazionale

per la pace e contro la guerra del 21-22 ottobre


Programma dei lavori dell'Assemblea

Sabato 21 ottobre
Ore 11: inizio assemblea
Ore 11-14: assemblea plenaria
Guerra preventiva, Libano e "Grande Medioriente": è in crisi la strategia Bush?
Iraq, Afghanistan e venti di guerra su Iran e Siria.
Ore 14-15 pausa
Ore 15 ripresa dei lavori:
Pace e giustizia in Palestina: si apre oggi una possibilità nuova?
Che cosa sta succedendo e cosa possiamo fare?
Ore 17: pausa
Ore 17,30-20,00 assemblea plenaria
Quali modalità d'intervento internazionale e di protezione dei civili nelle aree di conflitto? Contingenti Onu, interposizione, peace enforcing, peacekeeping, corpi civili di pace?

Domenica 22 ottobre
Assemblea plenaria
Ore 9,30-11,30 L'Italia e le scelte di pace: disarmo, spese militari e finanziaria smilitarizzata, ritiro dall'Afghanistan.
La cooperazione internazionale e la "ricostruzione sociale" dei paesi devastati dalla guerra.
Ore 11,30-13,30 sessione conclusiva:
Prospettive e proposte per il futuro del movimento.

Per l'intera 2 giorni saranno allestiti spazi informativi campagne e una sala video.

COME ARRIVARE IN TRENO
Dalla Stazione ferroviaria di Santa Maria Novella con gli autobus dell'ATAF:Prendere la linea 14B o 14C in Piazza della Stazione 1 (Fermata Stazione FS SMN) in direzione Careggi - N. Da Tolentino e scendere dopo 11 fermate (Fermata Morgagni 09).
Dalla Stazione ferroviaria di Rifredi:Uscire dalla parte di Via Reginaldo Giuliani. Raggiungere Via Reginaldo Giuliani e svoltare a destra. Raggiunto l'incrocio con Via S. Stefano in Pane imboccare questa strada (sulla sinistra). Svoltare a sinistra in Viale Morgagni. procedere in direzione dell'Ospedale di Careggi. Il dipartimento si trova sulla sinistra, immediatamente prima della rotonda.

COME ARRIVARE IN MACCHINA
Seguire le indicazioni per Ospedale di Careggi ( zona Rifredi).
Uscita autostradale: Firenze Nord

MANGIARE
La sede è vicina a mense universitarie e casa dello studente, oltre ad essere in una zona ricca di ristoranti, pizzerie e punti ristoro. Per i partecipanti abbiamo definito la possibilità di mangiare presso la mensa universitaria al costo di Euro 7.

INTERNET
L'intera sede è coperta da rete Wi-fi.

Redazione1
15.10.2006 21:38
Rimozione crocifisso dai luighi pubblici

Rimozione crocefissi dai luoghi pubblici: Interpellanza Parlamentare
Apprendo che l'O.le Maurizio Turco della Rosa nel pugno ha presentato un'interpellanza al Ministro di Giustizia sul mio "caso", reperibile nel sito del Parlamento ( http://www.camera.it/index.asp e, poi, "XV legislatura", "ricerca avanzata", "interpellanza", "130", "visualizza") che, comunque ho provveduto a ricopiare e riportare qui di seguito. L'interpellanza, alla cui stesura ho peraltro contribuito, è sostanzialmente perfetta: i "problemi" nascono dalla "perfezione" di "chi" è deputato a rispondere su questioni scottanti, che per un politico è sempre meglio eludere pilatescamente.



Luigi Tosti

per contattare Luigi Tosti i suoi riferimenti sono nel sito:
http://nochiesa.blogspot.com

Interpellanza Parlamentare

Atto Camera dei Deputati
Interpellanza 2-00130
presentata da Maurizio Turco
martedì 19 settembre 2006 nella seduta n.037

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la Corte di Cassazione penale, con sentenza n. 4273 del 1o marzo 2000 (imp. Montagnana), ha espressamente affermato che tutte le norme fasciste che sanciscono l'obbligatorietà dell'esposizione del simbolo religioso del crocifisso - ivi inclusa la circolare del Ministro Rocco, Div. III, del 29 maggio 1926, n. 2134/1867 - debbono ritenersi tacitamente abrogate ex articolo 15 disp. prel. codice civile, perché assolutamente incompatibili col principio di laicità dello Stato delineato dalla Carta costituzionale, che si compendia nell'obbligo di tutte le Pubbliche Amministrazioni - e, a maggior ragione, dell'Amministrazione della Giustizia - di essere ed apparire imparziali, nonché del rispetto del diritto all'eguaglianza dei cittadini, senza distinzione di religione, che non tollera dunque privilegi a favore della fede cattolica e discriminazioni ai danni degli atei, degli agnostici e dei credenti in altre religioni;

il magistrato ordinario del tribunale di Camerino Luigi Tosti ha vanamente e ripetutamente chiesto che venissero rimossi dalle aule giudiziarie di tutti gli uffici giudiziari i crocifissi in ottemperanza alla pronuncia della Cassazione, o che, in alternativa, venissero esposti tutti gli altri simboli e, in particolare, la menorah della religione ebraica;

l'articolo 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali, ratificata dall'Italia con legge 4 agosto 1955, n. 848, consacra il diritto di qualsiasi persona a credere o non credere e il successivo articolo 14 impone agli Stati contraenti l'obbligo di non operare discriminazioni fondate, tra l'altro, sulla religione;

l'articolo 25 della Costituzione dispone che nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per la legge;

l'articolo 7-ter dell'Ord. Giud. (regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12) dispone che «l'assegnazione degli affari alle singole sezioni ed ai singoli collegi e giudici è effettuata, rispettivamente, dal dirigente dell'ufficio e dal presidente della sezione o dal magistrato che la dirige, secondo criteri oggettivi e predeterminati, indicati in via generale dal CSM ed approvati contestualmente alle tabelle degli uffici e con la medesima procedura»;

l'articolo 49 della circolare del Consiglio Superiore della magistratura per la formazione delle tabelle relative al biennio 2004-2005 dispone che «il dirigente dell'Ufficio, il presidente della sezione, ovvero il magistrato che la dirige, nella materia civile ed in quella penale, devono assegnare gli affari alle sezioni, ai collegi ed ai giudici in base a criteri oggettivi e predeterminati, allo scopo di assicurare la realizzazione del principio di precostituzione del giudice, riferibile anche al giudice persona fisica. Non sono ammissibili criteri equitativi o che dipendano nella loro attuazione dalla discrezionalità del dirigente»;

il punto 23.3 della circolare n. P-2513/2003 del Consiglio Superiore della Magistratura ribadisce la direttiva costante ed ancorata all'incompatibilità sancita dall'articolo 34 del codice di procedura penale, che «ai magistrati destinati alla sezione GIP-GUP non devono essere assegnate funzioni di giudice del dibattimento, salvi i casi di oggettiva impossibilità di provvedere altrimenti»;

le vigenti tabelle del Tribunale dell'Aquila prevedono (pag. 13) che il collegio per il dibattimento sia formato soltanto dai seguenti magistrati: dr. Antonio Villani, presidente; dr. Romano Gargarella, giudice; dr. Mario Montanaro, giudice; dr. Buzzelli, giudice supplente; dr. De Filippis, giudice supplente; dr. Ferrari, giudice supplente; dr. Grimaldi, giudice supplente;

infine, le tabelle del Tribunale dell'Aquila prevedono (pag. 4) che «il modesto numero dei procedimenti... consente che i giudici incaricati delle funzioni di GIP e GUP svolgano, all'occorrenza, anche funzioni di giudice del dibattimento monocratico per i procedimenti a citazione diretta...» -:

per quali validi motivi il ministero di giustizia si ostini ad ignorare la pronuncia della Cassazione e, in ogni caso, a calpestare il principio supremo di laicità dello Stato e i diritti di eguaglianza religiosa di tutti coloro che non si identificano nel simbolo dei cattolici, imponendo la presenza del crocifisso nelle aule giudiziarie e vietando, secondo l'interpellante, in modo apertamente discriminatorio, l'esposizione di tutti gli altri simboli positivi e/o negativi;

per quali validi motivi - che, secondo l'interrogante, non siano quelli di discriminazione razziale, odio e disprezzo degli ebrei e della religione ebraica - il Ministero interrogato ha negato al dott. Tosti Luigi di esporre a fianco del crocifisso la menorah, usufruendo così degli stessi diritti religiosi e della stessa dignità che l'Amministrazione fascista italiana accordò e che quella repubblicana seguita ad accordare ai cattolici;

per quali motivi l'esposizione di un solo simbolo religioso - attuato dalla dittatura fascista quando la religione cattolica era considerata «religione di Stato» - e la contestuale negazione dell'esposizione di tutti gli altri simboli possano ritenersi compatibili con i diritti alla libertà religiosa e alla non discriminazione religiosa che la predetta Convenzione accorda a qualsiasi singola persona;

per quali validi motivi il GUP dott. Carlo Tatozzi, che non risulta assegnato in alcun modo, in base alle tabelle vigenti per il Tribunale dell'Aquila, al collegio penale e che presenta altresì motivi di incompatibilità a causa delle funzioni di GUP ricoperte, sia stato chiamato a presiedere il Collegio penale che ha giudicato Luigi Tosti in data 18 novembre 2005, e per quali altri validi motivi il dott. Mario Montanaro, che doveva tabellarmente far parte di quel collegio, sia stato escluso e sostituito dalla dott.ssa Elvira Buzzelli;

se per queste irregolarità, segnalate dal dott. Luigi Tosti con esposto del 26 febbraio 2006 inoltrato al Ministro di giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ed al Consiglio Superiore della Magistratura, siano stati adottati provvedimenti e/o iniziative disciplinari, così come espressamente previsto dalle Circolari del CSM.
(2-00130)«Turco».

ATTO CAMERA
INTERPELLANZA 2/00130
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 37 del 19/09/2006
Firmatari:Primo firmatario: Turco Maurizio
Gruppo: La Rosa nel Pugno
Data firma: 19/09/2006
Destinatari: Ministero destinatario: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere e data delega :
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 19/09/2006
Stato iter: IN CORSO
Classificazione TESEO: CONCETTUALE:
CHIESA CATTOLICA, EBRAISMO, EGUAGLIANZA, MAGISTRATI,
RELIGIONE
Geo-Politico: Camerino, Macerata, - Prov, Marche, L’Aquila, L’Aquila – Prov, Abruzzi

Rif.
http://www.camera.it/index.asp
e, poi, "XV legislatura", "ricerca avanzata", "interpellanza", "130", "visualizza"

Nella foto, il giudice Luigi Tosti


Da pubblicare e diffondere








Axteismo, No alla chiesa, no alle religioni
Movimento Internazionale di Libero Pensiero
cerchiamo Fondazione o Università che sostenga studi e attività
e Imprenditore-Editore che apra Tv satellitare libera
leggi le news anche degli altri mesi:
http://nochiesa.blogspot.com
per aderire e informazioni:
axteismo@yahoo.it
tel. +39 3393188116

Redazione1
15.10.2006 21:42
Premio Tenco 2006

Premio Tenco 2006, 31a edizione
9-10-11 novembre, Sanremo, Teatro Ariston
www.clubtenco.org
Ufficio stampa:
ufficiostampa@clubtenco.org
Enrico de Angelis (348/2254832), Enrico Deregibus (339/3460369)
Richiesta accrediti: accrediti@clubtenco.org
(si prega di specificare la testata giornalistica, i nomi degli interessati - uno per testata - e a quali delle tre serate intendono presenziare)

Welfare Italia
15.10.2006 21:42

Redazione1
15.10.2006 21:43
Nuovo bando del Valsusa Filmfest

vi informiamo sul nuovo bando del Valsusa Filmfest

sabato 21 ottobre 2007 alle ore 17:30 presso il Cinema Condovese sito in piazza Martiri della Libertà 14 a Condove (TO) sarà ufficialmente presentato il
BANDO DI CONCORSO (scadenza 30 gennaio 2007) per partecipare al
Valsusa Filmfest - XI Edizione - 2007
Festival di film e video sui temi del recupero della memoria storica e della difesa dell'ambiente
tutte le informazioni anche su www.valsusafilmfest.it - il bando è già on-line

Sperando che possiate dare comunicazione del festival e del bando sulla vostra testata vi inviamo in allegato:
- comunicato stampa presentazione bando
- testo del bando di concorso in word
- invito alla presentazione del bando in pdf

Per altre informazioni sul festival, sugli organizzatori, sulla storia potete consultare www.valsusafilmfest.it oppure contattarci ai recapiti qui sotto:
grazie e buon lavoro
Gigi Piga - 3480420650
Ufficio Stampa – Gigi Piga: tel. 011 755006 cell. 3480420650 ufficiostampa@valsusafilmfest.it


Redazione1
15.10.2006 21:50
L'Università crea innovazione

L’Università crea innovazione
AL VIA LA QUARTA EDIZIONE DEL PNI
Udine ospiterà la finale nazionale
Si terrà a Udine il 4 dicembre la quarta edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, la competizione che premia le migliori e più innovative idee imprenditoriali ad alto contenuto di conoscenza a livello italiano.
Il PNI è l’evento di sintesi finale in cui 27 Università italiane confrontano i migliori progetti di ricerca applicata espressi in forma di business plan e quindi pronti per affrontare il mercato.
Il PNI, frutto della collaborazione tra il mondo universitario, che l’ha progettato, e quello imprenditoriale che l’ha sostenuto, rappresenta uno strumento attraverso il quale potenziare i processi di innovazione tecnologica ed economica in grado di favorire la nascita e lo sviluppo di settori a più alta capacità competitiva.
Ma il PNI rappresenta anche un importante mezzo attraverso cui le università possono stimolare e affiancare alle attività tradizionali (formazione e ricerca) processi di trasferimento tecnologico e di promozione dello sviluppo territoriale.
Dal 2003, anno in cui si è svolta la prima edizione presso l’Università di Bologna, il Premio Nazionale ha promosso la nascita di circa 120 imprese spin off coinvolgendo, attraverso le business plan competition che lo animano, circa 5000 tra studenti e ricercatori e mettendo in gioco 1600 idee imprenditoriali su base tecnologica. Si tratta di risultati importanti riconosciuti più in ambito internazionale, testimonianza ne è l’invito a presentare il PNI al Global Startup Workshop organizzato ogni anno dal MIT di Boston, che in quello nazionale.
L’evento che si tiene annualmente a dicembre rappresenta il momento finale di un percorso che coinvolge 12 competizioni locali, denominate start cup, organizzate dalle Università italiane. I tre vincitori di ciascuna edizione locale accedono alla selezione nazionale, sottoponendo le idee di business ad un ulteriore processo di valutazione effettuato da una giuria composta, tra gli altri, anche da investitori e venture capitalist. Ai lavori della giuria quest’anno prenderà parte anche il dott. Innocenzo Cipolletta.
La finale, dopo Bologna, Torino e Padova, quest’anno si terrà a Udine, ospitata dall’Università che nelle tre passate edizioni ha visto i propri progetti vincere due primi premi e un terzo posto. L’iniziativa, organizzata con il sostegno della Regione Friuli V.G. e dei principali enti ed associazioni territoriali e con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovani Imprenditori di Confindustria, CRUI, CODAU, IBAN e AIFI, si suddividerà in diversi momenti durante tutta la giornata del 4 dicembre.
Alle 9.30 si aprirà l’Expo Innovazione presso la sede del polo scientifico dell’ateneo friulano dove i partecipanti presenteranno le proprie idee innovative al pubblico dei visitatori, al mondo degli investitori e alla giuria, allestendo appositi spazi espositivi. Contemporaneamente si terranno alcuni convegni sui temi dell’innovazione, del trasferimento tecnologico e del finanziamento alle nuove imprese.
Alle 20.30 presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine si terrà la vera e propria proclamazione dei progetti che si aggiudicheranno i premi in denaro messi a disposizione: 60.000 euro per il primo classificato, 30.000 euro per il secondo e 20.000 per il terzo.


Organizzazione
Tel.: 0432/556369
E-mail: info@pni.it
www.premioinnovazione.it
Ufficio stampa
Studio Pironio consulenti in comunicazione
Tel.: 0432/237047 – Fax: 0432/205357
E-mail: info@studiopironio.com



ATENEI PARTECIPANTI

Start Cup Udine:
• Università di Udine

Start Cup Toscana:
• Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
• Università di Pisa
• Scuola Normale Superiore
• Università di Firenze
• Università di Siena

Start Cup Milano Lombardia:
• Politecnico di Milano
• Università Cattolica del Sacro Cuore
• Università Commerciale Luigi Bocconi
• Università degli Studi di Milano
• Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
• Università degli Studi di Milano - Bicocca
• Università Vita - Salute San Raffaele

Start Cup Trieste:
• Università di Trieste

Start Cup Perugina/ Camerino:
• Università di Perugia
• Università di Camerino

Start Cup di Bologna:
• Università di Bologna

Start Cup Catania:
• Università degli Studi di Catania

Start Cup Modena - Reggio Emilia:
• Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Start Cup Napoli Federico II:
• Università degli Studi di Napoli Federico II

Start Cup Torino Piemonte:
• Politecnico di Torino
• Università degli Studi di Torino
• Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”

Start Cup Veneto:
• Università di Padova
• Università Venezia Ca’ Foscari
• Università di Verona

Start Cup Palermo:
• Università degli Studi di Palermo

Redazione1
15.10.2006 21:56
Cuneo. Bilancio sociale di missione

IL CSV PRESENTA A CUNEO
NELL’AMBITO DELLA CONFERENZA PROGRAMMATICA,
IL BILANCIO SOCIALE E DI MISSIONE 2006
E IL PROGRAMMA PREVISIONALE 2007

L’appuntamento è Venerdi’ 20 Ottobre, alle 21, nel Salone d’Onore del Comune di Cuneo

Il Centro Servizi per il Volontariato “Società Solidale” di Cuneo, dopo Alba, presenterà nell’ambito della propria Conferenza Programmatica, anche nel capoluogo della Granda, il Bilancio Sociale e di Missione 2006 e il Programma Previsionale 2007.
Entrambi i documenti sono fondamentali per far conoscere, a tutti i portatori di interessi ( Organizzazioni di Volontariato, Fondazioni di origine bancaria, Enti Locali, ecc… ), l’attività specifica, l’impiego delle risorse e gli obiettivi futuri del Csv.

Le 125 pagine del Bilancio Sociale e di Missione, riferito all’esercizio 2005, sono un dettagliato rendiconto, con tanto di dati e tabelle, sulla quantità e qualità dei servizi erogati dagli sportelli del Centro Servizi per il Volontariato “Società Solidale”, presenti in tutto il territorio provinciale.

A testimonianza della volontà di trasparenza, sono stati invitati a partecipare alla presentazione dei documenti, come già è avvenuto ad Alba,importanti autorità politiche, amministratori pubblici, organi d’informazione e i cittadini di tutta la provincia di Cuneo.

Il coordinamento della serata è affidato a Ilario Bruno, giornalista professionista, Responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Asl 17 e Direttore Responsabile della rivista “Società Solidale” edita dal Csv di Cuneo.
Introdurranno la serata il Presidente del Centro Servizi per il Volontariato Giorgio Groppo e la dottoressa Manuela Biadene, sempre del CSV, ai quali è affidata la presentazione della costruzione del Bilancio Sociale e del Codice Etico.
A seguire gli interventi di Ezio Falco, Presidente della Fondazione CRC e Paola Perri, Presidente della Fondazione Unidea.

La bozza del Programma previsionale 2007 sarà presentato dalla Direttrice del Centro Servizi per il Volontariato di Cuneo, Micol Serra. La dottoressa Giorgia Barile, Responsabile della Comunicazione per il CSV, renderà noti i dati del Questionario di soddisfacimento inviato a tutti gli utenti del Centro Servizi.

Le conclusioni, dopo gli interventi delle Associazioni di Volontariato, sono affidate a Cesare Carlo Chiesa, Presidente del Comitato di Gestione del Fondo Speciale per il Piemonte.

Lì, 12 Ottobre 2006
Per informazioni: tel. 0171/605660; 329 0206108; ufficiostampa@csvsocsolidale.it

Redazione1
15.10.2006 22:00
Finanziaria 2007, co vuole piu' coraggio

Il Rapporto Finanziaria 2007 presentato oggi in Parlamento
Sbilanciamoci!: serve più coraggio per un'economia diversa
Più incentivi a ricerca e innovazione e un miliardo per gli asili nido


Roma, 12 ottobre – Presentando oggi alla stampa il proprio Rapporto 2007 sulla Finanziaria, la campagna Sbilanciamoci! chiede al Governo e al Parlamento una maggiore discontinuità rispetto alle politiche economiche e finanziarie delle precedenti legislature.
"La finanziaria del governo Prodi – afferma Giulio Marcon, portavoce della campagna -rappresenta sicuramente un segnale importante di cambiamento rispetto alle finanziarie di Berlusconi, ma bisogna puntare molto di più ad un'economia di qualità fondata sulla sostenibilità, il welfare, lo sviluppo locale, la cooperazione internazionale".
In una frase, secondo Sbilanciamoci! serve più coraggio e più discontinuità.
"Ci sono diverse cose positive in questa finanziaria – continua Marcon – che recepisce sedici delle proposte da noi avanzate in questi anni. Bene gli aumenti alla politica sociale e al relativo Fondo nazionale ed ambientale, bene gli incentivi per le energie pulite, bene gli aumenti per la cooperazione, ma si deve fare molto di più".
Sbilanciamoci! chiede dunque al Governo e al Parlamento un ulteriore passo avanti, formulando richieste precise.
Per una politica fiscale improntata a maggiori criteri di giustizia, viene proposta l'introduzione di un'altra aliquota del 49% per i redditi superiori ai 200mila euro e un aumento della tassazione dei capital gains dal 20 al 23%.
Per una politica economica diversa, si propone che i vantaggi del cuneo fiscale non siano distribuiti a tutte le imprese, ma solo a quelle che fanno ricerca e innovazione, che investono sul territorio e che creano occupazione.
Nell'ambito della politica ambientale, Sbilanciamoci! dice no ai finanziamenti delle grandi opere e sì a programmi di mobilità sostenibile e di efficienza energetica, che riducano i consumi e puntino sulle fonti rinnovabili: "abbiamo bisogno in Italia di altri 50mila pannelli solari".
Più coraggio nelle politiche sociali: è tempo di introdurre i Livelli Essenziali di Assistenza e di stanziare 1 miliardo per realizzare tremila asili nido nel nostro paese.
Infine, è necessario perseguire una politica di pace: Sbilanciamoci! esprime forte contrarietà al 13% di aumento delle spese militari previsto nel 2007 e chiede l'introduzione di una "tassa globale" - come quella di un euro su ogni biglietto aereo - per finanziare la lotta alla povertà.




--------------------------------------------------------------------------------
Ufficio Stampa
Agenzia Metamorfosi, Comunicare il cambiamento sostenibile
Duccio Tronci 338/6250252 - Cecilia Stefani 328/3765527
www.metamorfosi.info | agenzia@metamorfosi.info

Organizzazione e coordinamento
Sbilanciamoci c/o Lunaria
Via Buonarroti, 39 - 00185 Roma
Tel. 06.8841880
info@sbilanciamoci.org - www.sbilanciamoci.org

La Campagna Sbilanciamoci! è promossa da:
Altreconomia, Antigone, Arci - Arci Cultura e Sviluppo - Arci Servizio Civile, Associazione Finanza Etica, Ass. Obiettori Nonviolenti, Associazione per la Pace, Beati i Costruttori di Pace, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Carta, Cipsi, Cittadinanzattiva, CNCA, COCIS, Comunità delle Piagge di Firenze, Comitato italiano contratto mondiale sull'acqua, Cooperativa Roba dell'Altro Mondo, CRS, Ctm-Altromercato, Crocevia, Donne in nero, Emergency, Emmaus Italia, Fair, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Gesco, Gruppo O. Romero SICSAL Italia, ICEA, ICS, Legambiente, Lila, Lunaria, Mani Tese, Medici senza frontiere, Microfinanza, Movimento Consumatori, Pax Christi, Rete Lilliput, Terre des Hommes Italia, Uisp, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Un Ponte per…, WWF.

Redazione1
15.10.2006 22:02
Nasce Oltre Confine

Abbiamo il piacere di annunciare la nascita del quotidiano per gli italiani nel mondo L’ITALIANO. Ci teniamo a dire che L’ITALIANO non nasce certo in concorrenza con gli ottimi quotidiani italiani all’estero che, pur in condizioni difficili, da molti anni svolgono egregiamente la loro funzione di informare e tenere unite le comunità italiane nel mondo.
La funzione de L’ITALIANO è complementare con le sue peculiarità: essere l’unico quotidiano per gli Italiani nel mondo edito in Italia e diffuso all’estero a rivolgersi a tutti gli italiani nel mondo e non a quelli di determinati Paesi o aree.
In rete (www.litaliano.it) il numero 0 in attesa di registrazione, fino alla quale il giornale sarà esclusivamente in forma elettronica.
Una volta ottenute le regolari autorizzazioni, ogni giorno verranno inviati circa 50.000 messaggi ad altrettanti indirizzi di posta elettronica in tutto il mondo per segnalare l’edizione quotidiana de L’ITALIANO sul sito internet. Contiamo di ampliare man mano il nostro indirizzario per arrivare ad almeno 100.000 indirizzi entro un anno. Per il primo mese stamperemo 3.000 copie a 4 pagine e le invieremo per posta ad indirizzi selezionati di tutto il mondo.
Entro sei mesi arriveremo a 10.000 copie ad 8 pagine. Purtroppo in questo periodo il giornale, essendo spedito da Roma, arriverà ai destinatari 3 o 4 giorni dopo.Ecco perché nel frattempo ci organizzeremo per stampare in varie parti del globo edizioni teletrasmesse.
Quando saremo a regime, comunque entro un anno, arriveremo a stampare 50.000 copie con l’obiettivo di raggiungere le 100.000 nell’anno successivo.Abbiamo messo su una redazione con giornalisti professionisti e pubblicisti di prim’ordine, gente che ha collaborato a giornali come Il Giornale, Libero, Il Secolo d’Italia, Il Riformista, gente che ha scritto libri di successo. Di volta in volta ospiteremo le opinioni di personaggi importanti.
Vogliamo essere un giornale di approfondimenti, di riflessioni e, perché no, di denunce e di polemiche. Chi ci leggerà non si annoierà di certo.
Siccome persino il quotidiano più diffuso in Italia, IL CORRIERE DELLA SERA, da sempre ritenuto il giornale indipendente per antonomasia ha dichiarato, per bocca del suo direttore, una sua propensione politica per il centrosinistra, sarà concesso a noi dichiarare onestamente la nostra appartenenza al centrodestra.
Ma sia ben chiaro che non siamo il bollettino di questo o quel partito, di questa o quella organizzazione.
Scriviamo quello che ci pare giusto scrivere, da uomini liberi di centrodestra.

Il Direttore Gian Luigi Ferretti e tutta la Redazione

Redazione1
15.10.2006 22:08
I seguaci italiani di Yunus

Nobel per la pace. Le esperienze italiane dei seguaci di Yunus
Le storie di microcredito di casa nostra: Fondo Etico e Sociale e Fondo Essere

L'idea semplice e rivoluzionaria di Mohammad Yunus ha trovato seguaci anche in Italia , dove sono attive alcune esperienze di microcredito "dal basso" che danno fiducia e soldi ai tanti soggetti "non bancabili". Persone in difficoltà a volte momentanea, che per un piccolo debito insoluto o una spesa imprevista rischiano di cadere nel vortice dell'usura. Quando non si possono offrire garanzie, l'accesso al credito bancario è precluso. Ma allora, come spezzare il circolo del povero che resta povero, se non con una mutua solidarietà? E' questo il principio fondante delle tante esperienze italiane che praticano il microcredito a livello locale, prestando piccole somme ai cittadini di un certo territorio. Due esempi eccellenti si trovano nella periferia di Firenze, dove il Fondo Essere all'Isolotto e il Fondo Etico e Sociale alle Piagge hanno offerto a centinaia di persone la possibilità di sollevarsi da un momento difficile. Non vengono chieste garanzie: la concessione dei prestiti si basa sulla fiducia che deriva dalla conoscenza reciproca, dall'instaurarsi di una relazione umana. E la formula sembra funzionare egregiamente, con un tasso di insolvenza prossimo allo zero. La restituzione delle somme è sempre concordata con il beneficiario e rateizzata secondo le sue necessità, senza interessi. Il successo di queste iniziative si basa anche sulla risposta del territorio dove si crea questa rete di solidarietà. Risposta convinta a giudicare dalla raccolta del credito, che per i due fondi ha superato i 300.000 euro e da cui sono stati erogati decine e decine di prestiti da 200 a 2500 euro. Recentemente il Fondo Essere ha stipulato una convenzione con la Banca del Chianti Fiorentino che emetterà " obbligazioni etiche" a sostegno del Fondo stesso e contribuirà al raddoppio del fondo di garanzia dei prestiti, consentendo di aumentare il loro tetto massimo e di finanziare anche piccole imprese. Complessivamente in Italia negli ultimi quattro anni sono stati erogati circa 550 mila euro in 330 microfinanziamenti, con una presenza sul territorio nazionale che nulla ha a che vedere con la presenza del sistema creditizio tradizionale.

Approfondimenti e siti di riferimento

Fondo Etico e Sociale Piagge: http://www.fondoetico.blogspot.com/
Fondo Essere Isolotto: http://www.fondoessere.org/
Il blog della finanza etica italiana: http://www.finansol.it/
Approfondimento sul microcredito: http://www.metamorfosi.info/met_afe_sala_stampa.asp

Le storie, senza nomi, del Fondo Essere

Per il ricovero della figlia
Anziano in pensione con figlia ormai di "una certa età" che vive insieme a lui, in condizioni di salute non buone e senza un vero lavoro. L'esigenza è quella di garantire il pagamento della degenza nella clinica dove la figlia effettua un intervento chirurgico di carattere ortopedico. Purtroppo questi interventi dovranno essere due ed il padre ha voluto garantirle il ricovero in questa struttura della quale lui si fida. Prestito: €. 1760,00.

La povertà maschile
C'è una povertà maschile collegata al fallimento di un rapporto di coppia con l'abbandono imposto o volontario dell'abitazione a cui segue la perdita o l'abbandono del lavoro. Chi incappa in questa combinazione negativa finisce in una situazione di reale indigenza, senza potersi permettere una vera casa e le altre cose un tempo facili da avere. Il beneficiato ha ritrovato lavoro da poco ma si è rivolto al Fondo per affrontare alcune esigenze recentemente emerse. Prestati € 840,00 Il debito è già stato estinto.

Straniera sola con bambini piccoli
Da un paese del Nord Europa, si era trasferita a Firenze per una storia d'amore che non è stata all'altezza delle aspettative: il compagno l'ha abbandonata, con due bambini piccolissimi e senza una occupazione stabile. Dal momento che le disgrazie non vengono mai sole è subentrata l'esigenza di intervento chirurgico serio. Senza alcun riferimento in città, il ricovero in ospedale e l'immediata convalescenza avrebbe comportato l'affidamento dei figli ad un istituto, ma Essere ha prestato i soldi per finanziare il viaggio della nonna dalla sua lontana città. Prestito €. 402

Per riscattare il furgone
E' un anziano e malandato straccivendolo che lavora con un vecchio furgone, finito sotto sequestro per non avere pagato l'assicurazione. Ma come può mantenere da solo tutta la famiglia? Finché c'era la moglie ed il figlio maschio con qualche "problema di testa" la cosa era ancora possibile, ma poi si è aggiunta la figlia separata con tre bambini. Solo "liberando" e regolarizzando il furgone lui può ripartire. Prestati: €. 1.693

Dopo il tunnel
E' una ragazza giovane ma di animo forte, che è riuscita ad uscire dall'eroina con la nascita della figlia, sebbene siano ancora schiavi della droga il compagno e due suoi fratelli. Si è rivolta ad Essere per l'assicurazione dell'auto necessaria per meglio accudire la propria bimba e non avere problemi sul lavoro visto che il suo è attualmente l'unico reddito della famiglia. Prestati €. 1.020

Per non smettere gli studi
Famiglia con due figli che frequentano le scuole superiori con un certo profitto, ma il marito che lavora come manovale guadagna poco e lei ha dovuto sospendere il lavoro come stiratrice per gravissimi problemi di salute che richiederanno lunghe e dolorose cure. E' stato chiesto ed ottenuto dal fondo un prestito di modeste dimensioni nella quale la parte principale è costituita dalle tasse scolastiche dei ragazzi. Prestito: €. 456

Aspettando la casa popolare
La famiglia abita, con i due figli piccoli, in un normale appartamento ma troppo caro per le possibilità economiche, considerato che c'è solo uno stipendio su cui contare. Anche il contributo comunale non basta. I componenti stanno attendendo una risposta dell'ATER per un abitazione più economica, ma bisogna rispettare i pagamenti mensili dell'affitto e non rischiare di essere dichiarati morosi. Prestati: € 1.500

I mobili per le stanze dei figli
La famiglia, con quattro bambini piccoli ed un'anziana a carico, ha intravisto una prospettiva migliore quando è arrivato il lavoro per entrambi i coniugi - sebbene ancora con il limite della grande precarietà - e quando ha avuto assegnato un appartamento dal Comune. La richiesta avanzata al Fondo era di essere aiutati a comprare l'arredamento, soprattutto delle stanze dei figli, presso uno dei grandi centri di vendita di mobili. Prestati €. 1.600

Un grosso debito
Nel corso degli anni è stato accumulato un grosso debito con l'Ater, relativo ai canoni di affitto della casa dove la famiglia risiede. L'Azienda sta minacciando di adire per vie legali e lo studio legale alla quale il caso è stato affidato preme per una soluzione bonaria che recuperi l'intero importo. Essere ha dato un proprio contributo al recupero della situazione. Prestito: €. 1.500

Le spese condominiali
Non sono poche le persone per le quali le spese condominiali sono subite malamente. Accumulare un debito sempre più alto è dunque frequente e diventa quasi inevitabile quando i membri di una coppia, seguita dai servizi sociali che contrastano lo scivolamento nell'emarginazione sociale, sono senza reddito fisso, entrambi in attesa della pensione. Prestati €. 1.500

Un furgone per lavorare
Perduto il lavoro, con figli a carico abbandonati dalla madre, ha avuto l'offerta di un'attività di trasporto per conto terzi con un furgone proprio. La richiesta ad Essere è stata quella di contribuire all'anticipo richiesto dal salone di auto-occasioni dal quale il mezzo è stato acquistato.
Prestito €. 2.600

Un'impresa che tentenna
Un'impresa che tentenna ed infine crolla può mettere una famiglia in condizioni davvero critiche. In questo caso ad accumularsi era un debito con il fisco che la chiusura dell'azienda ha fatto emergere in una impressionante gravità. L'impegno di Essere era quello di contribuire con una prestito di €. 1.500 che tuttavia non è stato poi ritirato dal richiedente. Non siamo in grado di conoscere i motivi. Prestito non ritirato.

Professionista in difficoltà
Sebbene abbia una professione, conquistata con un diploma superiore, nella sua famiglia è entrata la dipendenza dall'eroina per due figli, degenerata per uno di loro in una situazione psichiatrica. A questo dramma si è aggiunta la depressione grave della compagna. Perciò portare avanti il lavoro è quasi impossibile. Il Prestito è servito a comprare i libri scolastici alle due altre figlie, più piccole. Prestati: € 400

Una bolletta pesante
Una famiglia con un figlio di due anni ed uno in arrivo in cui il capofamiglia resta senza lavoro per oltre otto mesi e la madre non può lavorare per l'avanzato stato di gravidanza. Il debito accumulato con Fiorentinagas supera i 2.000 euro, ma una parte sarà assunta dai Servizi Pubblici mentre l'altra sarà anticipata alla famiglia da Essere con un prestito dell'importo corrispondente al residuo da pagare. Prestito: €. 1800

Quando il contributo tarda
Una signora di oltre settanta anni ha chiesto l'aiuto di Essere per pagare due mesi d'affitto, non eccessivamente alto ma comunque oneroso per lei. Con l'importo della sua pensione gli resterebbero per vivere solo qualche decina di Euro al mese. Perciò usufruisce di un contributo comunale che viene liquidato due volte all'anno, e questo le crea problemi quando, ancora lontano il contributo, deve affrontare i prezzi, che aumentano ogni giorno di più. Prestati: €. 520 Il debito è già stato estinto.

Rifarsi una vita
Uscita dalla dipendenza della droga, la ragazza sta ora ricostruendosi una vita, che ha come tappa fondamentale la disponibilità di una casa. I servizi pubblici l'hanno aiutata ad individuarne una adatta a Prato, dove gli affitti sono più bassi rispetto a Firenze. Gli usi non sono però diversi, ed anche lì il proprietario chiede qualche mese di anticipo, che Essere ha garantito col prestito. Prestito €. 2480

Un figlio "difficile"
Non sono certo una rarità i figli con forte vocazione al disagio, per i quali la famiglia è comunque disposta a far di tutto per vedere di recuperare serenità e ragionevolezza. In questo caso si è trattato dell'acquisto di uno scooter per il quale il ragazzo, licenziato dal lavoro, non era più in grado di far fronte al pagamento delle rate. In attesa di trovare qualcuno interessato al mezzo la famiglia ha chiesto aiuto. Prestito: €. 345

Redazione1
15.10.2006 22:15
Line adura contro gli evasori di A.De Porti

LINEA DURA PER CHI EVADE IL FISCO ? NON SERVE, AL PARI DELLA LEGGE MERLIN…
In questi giorni la stampa nazionale ha riportato alcuni dati ISTAT secondo i quali, tanto per citare un solo esempio, (ma ce ne sarebbero molti altri da citare), i gioiellieri pagherebbero meno tasse dei maestri elementari.
Che il pagare le tasse non costituisca un piacere anche perché, al giorno d’oggi, in un mondo di precariato, è faticoso guadagnare questi quattro soldi che servono per vivere, non ci piove. Che non sia facile scovare gli evasori costituisce un altro problema non facile da risolvere in quanto siamo un po’ tutti evasori, vuoi perché se viene l’idraulico in casa lo paghi meno se non ti fa fattura, vuoi in ultima analisi perché, risparmiare non pagando le tasse, significa per qualcuno trattenere qualche soldo in più da spendere talvolta anche per bisogni essenziali. Di certo è che qualsiasi misura repressiva non serve a nulla in quanto evadere è un po’ come esercitare il più vecchio mestiere del mondo… per cui, va da se che, se uno evade, esso rientra nella stessa cerchia per la quale, neanche la famosa legge Merlin, è riuscita a dare buoni frutti, se è ben vero che, come in effetti è, ora come ora, è stata importata la prostituzione anche dall’estero. Solo a titolo di semplice battuta, fa sorridere che l’attuale sindaco di Treviso, da sempre un po’ bizzarro come il suo predecessore, abbia fatto mettere sulla s.s. Terraglio un cartello in cui è scritto: “Si vieta alle macchine la sosta per contrattare con le prostitute…”
Ma veniamo alle cose serie. Pagare le tasse, nei paesi evoluti, significa esercitare quasi un “piacere”, significa camminare a testa alta, vuol dire che si è recepito il concetto secondo il quale pagando tutti pagano meno tutti: insomma, chi non paga le tasse, come succede in Isvizzera, deve essere additato come una sorta di malandrino che ruba alla società. A nulla valgono le misure repressive se, all’origine, non esiste un’educazione fiscale, direi più morale che fiscale, cultura-educazione che ti fanno sentire una persona per bene in quanto, anche un tuo modesto contributo alla gestione complessiva del paese, porta il tuo nome, significa insomma che quella strada statale o quel lampione comunale è anche in parte tuo…ma fallo capire agli Italiani che, ancor oggi, credono che evadere significhi essere furbi e non ladri ! Perchè di ladri si tratta anche se evadi per un solo Euro !
Direte che dire queste cose significa scoprire l’acqua calda; ciò forse è vero, come sarebbe bello però che venisse il momento in cui maturasse la consapevolezza che non ci si può sottrarre da questo obbligo fiscale che consentirebbe all’Italia di ripartire presto e bene.
La scuola dell’obbligo dovrebbe insegnare anche questo, così come insegna educazione civica o che so io. Questo governo, almeno finora, si è mosso in questa direzione, incontrando però numerosi ostacoli; segno evidente che la cultura dell’onestà ancora non aleggia nel cervello del popolo italiano che si ritiene furbo quando non paga. Oggi pullulano i tecnici per fregare il fisco e, salvo eccezioni, penso che anche loro si diano da fare…
Ed allora che fare ?
Si incominci sin d’ora a battere il chiodo sulla necessità di creare, sin dai banchi di scuola, questo tipo di educazione e si trovi nel contempo un sistema che vieti il pagamento delle piccole transazioni “occulte” con denaro contante, facendo maturare la consapevolezza che è ladro sia chi riceve senza far la regolare ricevuta che chi paga il corrispettivo di un lavoro senza l’imposta aggiunta.
Non sarà facile, lo so, ma gli Italiani, un po’ alla volta, lo dovranno pur capire che, così facendo, staremmo tutti meglio, evitando di sentirci ladri dentro.
ARNALDO DE PORTI.

Redazione1
15.10.2006 22:19
Roma, la pace in cammino

COMUNE DI ROMA Politiche della Multienicità e dell’ Intercultura e UNIONE BUDDHISTA ITALIANA

La pace in cammino
Passi in pace a Roma dal Colosseo al Campidoglio

Sabato 21 ottobre 2006 ore 18.30

Da diversi anni, l’UNIONE BUDDHISTA ITALIANA si fa promotrice in ottobre di una Camminata IN pace per le vie della città.. Dopo aver toccato nel tempo Roma, Venezia, Padova, quest’anno la manifestazione si ritroverà a Roma, in contemporanea con una uguale marcia meditativa organizzata a Parigi dalla comunità buddhista guidata dal monaco vietnamita Thich Nhat Han, da anni impegnato a sottolineare che la pace si fa cominciando DAL DI DENTRO.
L’evento romano vedrà gente di diversa fede camminare in silenzio e consapevolezza per le vie che congiungono il Colosseo, centro dell’antica Roma al Campidoglio, centro dell’Amministazione della città, un filo simbolico che unisce passato a presente: dal cammino della storia costellato da guerre e rumori al fragore del presente, che può anche sperimentare il silenzio nell’attimo della presenza mentale e nella ricerca interiore della pace, bene immateriale, da offrire all’altro.
Credenti e non credenti, italiani e cittadini di altra provenienza, sfileranno silenziosamente al suono delle Campane dell’attenzione per portare la propria testimonianza nel rumore delle metropoli, come segno che un’altra voce silenziosa è possibile. Marciare posando coscientemente un piede dopo l’altro sulla Terra, anche nel cuore di una grande città, entrando nel ritmo del proprio respiro e nella distensione di tutte le tensioni, permetterà di vivere pienamente il momento presente ed essere disponibili a ritrovare primariamente la PACE dentro di noi.
Coltivare la pace nella propria interiorità, nella famiglia, nella società, nel mondo non è un miracolo ma un’ARTE accessibile a tutti, qualsiasi religione si segua, da qualsiasi paesi si provenga, un’arte da praticare per vivere in armonia qui e ora.
L’incontro romano, che si inserisce nella settimana di Festa del Cinema, ricca di luci e suoni, sarà una VOCE SENZA VOCE sul sentiero delle: “Prove tecniche di dialogo Oriente/ Occidente” che stanno aprendo le due culture a nuove dimensioni e incontri.
La camminata in Pace, patrocinata dal Comune di Roma, con il sostegno dalla Consulta delle Religioni della città di Roma, della Fondazione Maitreya, della Rete dei Centri Buddhisti dell’Italia centrale e di SANDPIT, agenzia di comunicazione integrata, si concluderà con una meditazione comune nella piazza del Campidoglio alla presenza della delegata del Sindaco alle Politiche della Multietnicità e dell’Intercultura Franca Coen e degli esponenti della Consulta delle Religioni della città di Roma, della quale fa parte anche l’Unione Buddhista Italiana.
E’ stato invitato a partecipare il ministro per la Solidarietà Sociale, on. Paolo Ferrero.

INFO: 333.2328096 - 3492543115 / fond.maitreya@fastwebnet.

Redazione1
22.10.2006 21:00
Sfoghi a ruota libera di A.De Porti

PENSIERI, RIFLESSIONI E SFOGHI A RUOTA LIBERA… di Arnaldo De Porti
Stiamo vivendo una fase storica in cui tutto è messo in discussione: dalla politica alla religione, per non passare attraverso ogni contesto della vita sociale, professionale ed anche scientifica. Vediamo ex- primi ministri che offendono gravemente i primi ministri attuali, compreso anche il Presidente della Repubblica, senza che si possa intervenire per rimediare alle offese.



Una volta, di certo, offendere il capo dello stato, non era certo un gesto da incorniciare, anche perché offendere il capo dello stato significa offendere tutti gli Italiani che egli rappresenta sia in Italia che all’estero (per farci capire, offendendo Napolitano, Berlusconi offende anche me tanto da poterlo teoricamente denunciare se non fosse per il discorso dell’immunità e delle leggi ad personam ancora valide che lo impediscono); assistiamo al discorso di Papi che dicono che la Chiesa non fa politica, ma poi si scopre (Verona docet) che sono i…parrocchiani berlusconiani a fischiare i primi ministri che intervengono ad una funzione religiosa; ed infine, mi pare che anche nel capo sanitario le cose non vadano meglio: si dice sempre e con assoluta certezza (caso Dulcecco di trenta anni fa) che il cancro è lì per lì per essere debellato, ma questa patologia prospera allegramente, tant’è che, se non si muore per incidente o per vecchiaia, si muore per cancro.



Ricordavo Dulbecco, premio Nobel, perché oltre 30 anni fa, mentre mio fratello stava morendo di tumore a soli 48 anni, mi disse in un’intervista giornalistica che gli feci all’Ospedale di Treviso, che entro 10 anni avremo trovato l’antigene per debellare il tumore ecc.ecc., patologia di cui - a mio avviso - non conoscendone ancora l’eziologia, sicuramente imprevedibile ed imponderabile, non si guarirà mai. A meno che, in una fase che non sia troppo avanzata, non si riesca a contrastare o addirittura eliminare l’alimentazione delle cellule neoplastiche, esattamente come asseriva il Prof. Di Bella, contrastato ferocemente dalla medicina ufficiale, perché altrimenti, ascoltando Di Bella, forse sarebbero fallite le varie multinazionali della farmacologia. Ma il principio, anche per chi non sa niente di medicina come il sottoscritto, è questo ! Oltre alla prevenzione.



Ed infine, veniamo alla vita, intesa nella sua vera accezione. La guerra in Iraq, come ho detto più volte, è incominciata, anziché finita, il 9 aprile di qualche anno fa, e cioè il giorno in cui si credeva, per taluni, di aver importato la democrazia… Perché dico questo ? Semplicemente perché l’uomo è diventato merce che, a pagamento per gli americani, per ignoranza per certi islamici, si può barattare con pochi dollari per andar incontro alla morte.



Ma ci rendiamo conto che il mondo ci sta crollando addosso ? E che, è giunto il momento di pensare affinché tutti abbiano da mangiare, tutti debbano avere una casa, degli affetti, altrimenti il pianeta non reggerà in quanto siamo giunti ad una fase oltre alla quale non è più possibile scavalcarne il limite ?



Voglio concludere con una boutade. L’altra sera, durante un incontro sulla viabilità, dissi al V. Ministro dei trasporti attuale: “Ora è in fase di ultimazione (?) il passante di Mestre. Quando sarà davvero ultimato esso, a mio parere, sarà insufficiente in quanto, nel frattempo, la circolazione sarà enormemente aumentata, prescindendo dal fatto che non è così che si risolvono i problemi, che, al contrario, si complicano in prospettiva, nel senso che le generazioni future si ritroveranno con lo stesso problema fra qualche anno, per cui cosa dovranno fare ? Costruire un altro passante sopra il passante appena finito ? Che c’entra questo discorso, direte. C’entra in quanto il principio può essere applicato in ogni contesto, dato che siamo giunti – come dicevo prima – ad una fase a cui ora si sta presentando un limite di non demarcazione.



Quali le soluzioni allora ?



Si deve, sia pur con tempi generazionali, cambiare la geografia industriale (non si può concentrare tutto in un polo industriale); bisogna cambiare la geografia urbanistica (non si può concentrare tutto nei centri abitativi già asfittici, ma bisogna diluire, spalmare il concetto urbanistico); bisogna cambiare la geografia commerciale in modo che anche il trasporto veicolare non sia costretto a transitare sempre sugli stessi posti); bisogna favorire una certa geografia demografica nel senso che non è possibile concentrare ulteriormente la gente in spazi angusti, pericolosi ed insani; bisogna infine far capire che non tutto deve essere condizionato ai costi di mercato, circostanza questa che non fa altro che determinare storture di ogni tipo ed in ogni contesto. E posto per tutto ciò, in Italia ce n’è a bizzeffe ! Basta che ci sia la volontà politica di farlo. E ciò vale anche per gli altri paesi che, invero, come la Germania e la Svizzera, ma anche l’Austria, hanno già pensato con largo anticipo a queste cose.



Ma qui casca il palco per l’Italia. Chi deve occuparsi di questo ? La politica, ma non certo con gli uomini che abbiamo, che stanno massacrando il paese solo per arraffare il potere.



Queste persone che dovrebbero infatti darci il buon esempio ed insegnarci a creare le condizioni perché l’uomo viva meglio, cosa fanno ? Non dico pena e dal punto di vista dialettico e programmatico, ma credo di non sbagliare né di offenderle se dico, fatte salve alcune eccezioni, che badano solo e soltanto a se stesse.



Non per niente, molti organi istituzionali sono diventati solo serbatoi di posti di lavoro, anche per gli stessi familiari dei parlamentari. Altro che Istituzioni a servizio dei cittadini ! Come dovrebbe essere.
ARNALDO DE PORTI




Welfare Italia
22.10.2006 21:00

Redazione1
22.10.2006 21:02
Imbecilli a Vicenza di A.V.Gelormini

di Antonio V. GELORMINI
"Nel centro destra qualche imbecille che fischia l'inno nazionale c'è, lo vediamo giornalmente” ha affermato Pierferdinando Casini, commentando le bordate di fischi a Vicenza durante la manifestazione indetta dalla Cdl, o meglio da quel che resta della Cdl, contro la Finanziaria, a cui il leader dell’Udc non ha partecipato.
Ancora una volta il rispetto istituzionale è finito preso a calci da parlamentari, che sono anche leader politici, senza che alcuno tra loro abbia sentito il dovere e il bisogno di prendere le distanze dalla raffica di frasi irrispettose e dal comportamento della piazza aizzata adeguatamente.



Non si sa se il gruppo, dall’assise di Confindustria a Vicenza di qualche mese fa, alla messa del Papa a Verona dell’altro ieri e oggi ancora in piazza a Vicenza, sia sempre lo stesso. Fatto sta che queste cosiddette intemperanze avvengono puntualmente con la presenza di Silvio Berlusconi.

Diciamo che la capacità catalizzatrice per l’avvio di tali processi si dimostra straordinariamente unica.



Ce n’è stato per tutti. Dal Presidente del Consiglio ai Ministri del Governo (e fin qua era prevedibile). Ma, rotti i freni, sono stati coinvolti anche il Presidente della Repubblica, i Presidenti delle Camere, la Corte Costituzionale, la magistratura, i sindacati e la stampa.



E come se non bastasse, la caduta di stile ha poi accomunato, in un ideale “filo rosso” di cronaca quotidiana, l’invidia del compagno Putin “per Katsav e lo stupro di 10 donne” al compiacimento dei leader sul palco a Vicenza, per la battuta di Bossi alla piazza: “Silvio, ce l'abbiamo ancora duro, per questo è pieno di donne”.



Nel frattempo, l’Harry Potter della ex-Cdl dà vita alla sua Terra di Mezzo e per il battesimo sceglie lo sfondo vulcanico del Vesuvio. In casa Udc sorprende l’affluenza a Napoli di oltre 2.500 persone e la presenza di delegazioni da tutta Italia. Resta da individuare a chi spetterà la parte degli Hobbit, degli Elfi, dei Nani e degli Orchi.



Come scenario, per un ipotetico ribaltamento della situazione politica nazionale, mi sembra piuttosto inquietante. Temo che sarà meglio tenersi la Finanziaria, armarsi di pazienza e, vista l’aria che tira, lavorare sodo per cambiare al più presto e a scanso di equivoci la legge elettorale. Prima che accada l’irreparabile.

(gelormini@katamail.com)





Redazione1
22.10.2006 21:33
Triste riflessione di L.-Garofalo

FF.SS.
UNA RIFLESSIONE SULLA TRISTE REALTA’ DELLA SCUOLA ITALIANA

Il titolo, un po’ lungo, potrebbe forse rievocare i divertenti e geniali film della regista Lina Wertmuller (con la celebre coppia di attori formata da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato). Eppure non si tratta di un film o di una fiction, ma di una grottesca e “normale” situazione alquanto presente e diffusa in tante realtà scolastiche del nostro Paese.

Ho deciso di raccontare in forma ironico-surreale (spero) lo “scandalo” (un piccolo scandalo, non meno scandaloso dei grossi scandali nazionali ed internazionali) a cui ho avuto il dispiacere di assistere durante un collegio dei docenti della mia scuola all’inizio del nuovo anno scolastico.

Francamente ho assistito ad un ignobile e vergognoso “mercato delle vacche”, senza offesa per le vacche e per i loro padroni/venditori. La differenza consiste nel fatto che il mercato delle vacche ha una sua maggiore dignità e legittimità, una sua serietà, addirittura una sua nobiltà, almeno rispetto al “mercato” che ho seguito nel corso di una seduta del collegio dei docenti.

Tra i vari punti fissati all’ordine del giorno della suddetta riunione collegiale, figurava l’attribuzione degli incarichi relativi alle FF.SS. (che non significa Ferrovie dello Stato, anch’esse ormai in rovina), cioè alle Funzioni Strumentali al Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F., come dire “appoffatevi”!) che ogni istituzione scolastica, nella sua “autonomia”, si sceglie e decide di mettere in mostra alla stregua di una ditta di formaggi, di una società finanziaria, di un’agenzia di viaggi che espone e promuove le proprie offerte ai clienti.

Per chi non lo sapesse, le Funzioni Strumentali, originariamente chiamate “Funzioni-obiettivo”, sono state istituite con il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori del Comparto Scuola, approvato durante il primo governo Prodi, per il quadriennio 1998/2001. Alcuni importanti passaggi normativi contenuti in questo contratto (che in un certo senso ha segnato un vero e proprio spartiacque storico e antropologico-culturale nel mondo della scuola italiana) hanno introdotto, incentivato e legittimato, un processo di mercificazione dell’istruzione scolastica e di tante attività, progettuali, organizzative, ecc., che in passato erano svolte gratuitamente, o quasi, per passione e vocazione, e non certo per denaro. Non intendo qui soffermarmi oltre sul discorso storico-politico concernente l’istituzione dell’autonomia scolastica, delle funzioni-obiettivo (o “funzioni strumentali”), delle RSU, nella realtà della scuola italiana, per non annoiare troppo i lettori. Mi interessa invece approfondire altri aspetti.

Voglio comunque esporre la mia opinione in breve.

Io ritengo che questo processo di mercificazione di un bene comune e prezioso quale il sapere (o la cultura) in effetti era già in atto da tempo, ma con il CCNL del 1998 è stato praticamente “legalizzato”, ovvero sancito per legge. Ebbene, tale “mercificazione” dell’istruzione scolastica è, a mio modesto parere, tra le cause principali che hanno provocato negli ultimi anni la rovina, il degrado e la svalutazione (politico-economica, sociale, intellettuale) della scuola italiana, con la conseguente, inevitabile perdita (o diminuzione) di prestigio e di potere contrattuale degli insegnanti, che in tal modo sono stati ridotti in un pietoso stato di necessità materiale, proprio per renderli maggiormente sensibili al “fascino” e alla “seduzione” dei fondi economici aggiuntivi, per quanto possano essere miseri e per nulla appetibili, almeno per dei seri professionisti ben pagati quali dovrebbero essere considerati gli insegnanti.

Ai miei occhi le Funzioni-obiettivo apparvero immediatamente, e così si sono rivelate e confermate alla prova dei fatti, come vere e proprie “disfunzioni con un solo obiettivo”: arraffare i soldini assegnati in anticipo ad ogni funzione, ossia ad ogni “vacca”.

Ebbene, dall’anno scolastico 1999/2000 (cioè dal primo anno in cui entrarono in vigore e furono applicate tali “funzioni”) sino ad oggi, ho assistito a tante farse, commedie, pagliacciate, buffonate, guerre tra poveri, ma allo “scandalo” davvero grottesco messo in scena nella succitata riunione, francamente non avevo ancora assistito.

Ma, come si usa dire, non c’è limite al peggio.

Il disgusto e l’orrore personali hanno praticamente raggiunto l’acme, fino alla nausea, quando, pur di “spartirsi equamente” la “torta” ha avuto inizio un’operazione di vera e propria “moltiplicazione”, non dei pani e dei pesci, ma delle cosiddette “aree”, vale a dire i settori di intervento e di azione assegnati a ciascuna funzione strumentale. Il fatto è che tale “miracolosa moltiplicazione” è stata eseguita non per venire incontro ad esigenze e scopi davvero “funzionali” o “strumentali” al “buon funzionamento” (scusate la ripetizione) della scuola, quindi per migliorare la qualità dell’offerta formativa, le condizioni di studio e di vita degli allievi, nonché il lavoro degli insegnanti, bensì per consentire ai vari “soci” di partecipare alla “divisione degli utili”, ovvero dei fondi per le FF.SS.

Ecco come “funziona” un’azienda che si rispetti! J

Naturalmente, in base a tale operazione i benefici ottenuti saranno due: sono state messe più “vacche” sul mercato, esattamente 5: il numero massimo a cui può aspirare una scuola come la mia; inoltre le aree di intervento, così dimezzate, frazionate, smontate e rimontate, spostate, nuovamente scorporate, frantumate, scomposte e ricomposte, insomma come il gioco delle tre carte, permetteranno ai colleghi FF.SS. di faticare meno e guadagnare di più. Evidentemente, la mia è una scuola “rivoluzionaria” che ha messo in pratica uno slogan che in passato fu adottato da Democrazia Proletaria e poi da Rifondazione Comunista: “lavorare meno per lavorare tutti”. Naturalmente, lo scenario è ben diverso, circoscritto ad una “oligarchia”.

Certo, le oligarchie sono sempre esistite nella scuola (e fuori).

In passato esisteva una gerarchia molto più rigida, severa, formalista ed autoritaria di quella attuale, che partiva dal vertice ministeriale e scendeva in basso attraverso gli ispettorati, i Provveditorati agli studi, fino a calarsi nella realtà particolare e concreta delle singole scuole, laddove i presidi e i direttori didattici la facevano da padroni, coadiuvati al massimo da un vicario o un vicepreside.

Oggi, con l’istituzione della cosiddetta “autonomia scolastica”, le varie oligarchie presenti nelle singole scuole si sono strutturate ed articolate in modo più ampio e complesso, mutuando gli stili, i linguaggi, la mentalità, i comportamenti, le scelte e gli organigrammi dal modello delle aziende neocapitaliste. E’ questo il modello a cui ci si sta sempre più avvicinando e adeguando.

La differenza principale rispetto al passato, consiste nel fatto che mentre prima le oligarchie si reggevano quasi sempre su autentici valori morali ed intellettuali come le competenze e i talenti personali, le capacità professionali, la cultura e l’onestà individuali, ecc., oggi si basano quasi esclusivamente su caratteristiche quali l’astuzia, l’arroganza, la voglia sfrenata di emergere, la brama di potere e di ricchezza (un miserrimo potere, una miserrima ricchezza).

Sia chiaro che il sottoscritto non nutre alcun rimpianto e alcuna “aristocratica nostalgia” verso la “vecchia oligarchia”, così come Tommaso Buscetta faceva rispetto alla “vecchia mafia”, perché più “giusta”, più “onorata”, più “umana”, al contrario della “nuova mafia”.

La mafia è sempre ed ovunque un’organizzazione criminale, spietata e disumana.

Parimenti le gerarchie e le oligarchie (nella scuola, come dappertutto) sono sempre, a mio avviso, forme organizzative di un potere autoritario ed antidemocratico, in quanto strutturato a livello verticale e non orizzontale, che tende ad escludere la maggioranza delle persone dai canali e dai processi decisionali, riservandoli invece ad un’elite di “professionisti”, di “addetti ai lavori”, di “specialisti”, che di solito non detengono alcuna “specializzazione” o alcuna “professionalità”, se non le “doti” di chi è arrogante, furbo, disonesto, prevaricatore, venale.

Ma torniamo alla riunione in questione.

Quando io, ad un certo punto della seduta collegiale, mi sono permesso di interrompere o “guastare” la “festa” in corso, prendendo la parola con la mia consueta energia, grinta e passionalità (che qualche maligno o maligna scambia per “maleducazione”: questo è un segno del moralismo ipocrita oggi imperante, nella scuola e fuori, sic!), ho avanzato una proposta molto semplice: visto che si stava decidendo il modo in cui investire un fondo più o meno consistente (900/1000 euro circa per 5 persone formano all’incirca 4500/5000 euro, e non sono pochi, ma nemmeno molti) con troppa facilità e superficialità, con troppa faciloneria, ovvero fretta, mi sono chiesto ed ho chiesto alla platea “dormiente” di compiere una verifica democratica, mediante votazione a scrutinio palese, rispetto a quanto stava succedendo, ossia rispetto ai principi, ai criteri, alle modalità, alle procedure adottate, ma soprattutto rispetto alla scelta di partenza di accedere ai fondi da assegnare alle funzioni strumentali.

Purtroppo, come sovente accade in simili casi, soprattutto in contesti in cui si è poco adusi o abituati alla prassi del voto come strumento elementare di verifica e di controllo democratico, la mia proposta, che io ho formulato chiaramente, non è stata avallata dalla maggioranza, anzi è stata bocciata e svalutata anche in virtù dell’autorità messa in campo dal preside e dai suoi.

Ma, a sorpresa, accanto al mio voto nettamente contrario si è affiancato anche quello della vicepreside! Un piccolo segnale, da non trascurare o sottovalutare, che può indurre ad essere un po’ più ottimisti verso l’avvenire, esortandomi a proseguire queste “piccole” battaglie (di retroguardia o di avanguardia che siano) con maggior ardore e convinzione, anche a costo di apparire come il “Don Chisciotte” della situazione. Ma meglio Don Chisciotte che Don Abbondio!

In effetti, la mia “contestazione”, espressa attraverso diversi interventi, anche in altre occasioni (sedute del Collegio dei docenti, assemblee sindacali, eccetera), nasce da una domanda “provocatoria”. Io, infatti, mi chiedo e chiedo a chi mi legge:

1) prima del 1999 le scuole italiane non funzionavano? Come facevano a funzionare senza le tanto agognate funzioni strumentali?

2) Le scuole che oggi rinunciano (e non sono poche come si vuol far credere) a tali fondi e tali funzioni, come fanno a funzionare?

3) Infine, non sono funzioni altrettanto strumentali al P.O.F. anche tutti gli insegnanti che si “limitano” soltanto ad insegnare, i “bidelli” la cui funzione è preziosissima, insomma non sono “strumentali” e “funzionali” all’organizzazione di una scuola tutte le risorse umane, interne ed esterne? Ebbene, perché queste soggettività vengono escluse anche dai compensi straordinari, mentre vengono ad essere privilegiate e valorizzate (economicamente parlando) soltanto alcune “funzioni”, che qualcuno ha deciso di considerare e sancire per legge come più utili e funzionali, soltanto per inquadrarle in una logica di tipo aziendalista e neocapitalista, ovvero in base ai parametri di un presunto efficientismo, di un falso ed erroneo utilitarismo e pragmatismo?

Naturalmente, le risposte sono già implicitamente contenute nelle domande: le scuole italiane funzionavano bene, anzi benissimo, anche prima del contratto del 1998, quando si doveva fare a meno delle FF.SS. e di tutto l’apparato ad esse corredato. Parimenti, oggi le scuole che si rifiutano di accedere a questi fondi straordinari per le FF.SS., mi risulta che funzionino altrettanto bene. Il problema, semmai, riguarderebbe i presidi-manager, i quali dovrebbero fare a meno di uno staff al completo che includa anche le funzioni strumentali.

Ecco dunque la vera risposta, la risposta a tutte le domande: le funzioni strumentali, come altri incarichi aggiuntivi ed altri strumenti organizzativi, fanno comodo soprattutto ai dirigenti scolastici, i quali hanno tutto l’interesse ad organizzare e strutturare le loro scuole secondo un organigramma di tipo aziendalista, proprio perché li esonerebbe da compiti gravosi e impegnativi, da responsabilità che non sono in grado di assumersi e reggere da soli.

Prima di concludere, voglio sgombrare il campo da possibili equivoci e malintesi.

Anzitutto, non è il rancore, o il desiderio di rivalsa, a farmi scrivere queste cose, dato che anche il sottoscritto è stato “invitato” a partecipare alla “festa”, ovvero alla “spartizione della torta”, ma si è tranquillamente rifiutato, per ragioni di coerenza, onestà e dignità.

In secondo luogo, io non contesto la vicenda in questione dal punto di vista strettamente giuridico-normativo, in quanto sono cosciente che la legge consente, esorta, spinge le scuole, ossia i dirigenti, ad accedere a tali fondi aggiuntivi, ad utilizzarli visto che ci sono e sono spendibili. Invece, io ho voluto descrivere soprattutto il senso di nausea e disgusto che ormai si avverte di fronte a tali degenerazioni, ma mi accorgo che sono sempre più numerosi i colleghi e le colleghe che si stanno assuefando al “fetore”, si stanno immunizzando e stanno diventando totalmente indifferenti ad ogni scandalo e ad ogni abuso, ad ogni eccesso di mercificazione e di alienazione, che per me sono e restano intollerabili, ieri, oggi e domani!

E’ quindi una questione di natura etico-morale che io sollevo, rispetto alle modalità e alle procedure formali, che sono altresì sostanziali, in cui sempre più spesso si fanno e si decidono certe cose, ovvero si spendono i soldi disponibili per le scuole, e mi riferisco al cinismo, alla sfacciata e spudorata leggerezza con cui spesso si effettua la “spartizione della torta”, vale a dire la distribuzione delle risorse economiche legate al Fondo di Istituto o ad altri fondi straordinari. Risorse che sempre più spesso i presidi provvedono ad elargire secondo metodi di stampo “borbonico”, nel senso che sono quantomeno dubbi e discutibili.

Infine, qualcuno potrebbe obiettare: “ma te la prendi così tanto per così poco? Ma non sai che c’è di peggio?”. Ebbene, io replico seccamente che proprio da questi “piccoli scandali”, che sono sempre più diffusi nella nostra società, e non solo nelle scuole, si costruiscono e derivano i grossi scandali di portata nazionale come Tangentopoli, Bancopoli, Calciopoli, Spiopoli, Monopoli, Paperopoli, e via discorrendo.



Lucio Garofalo

Redazione1
24.10.2006 22:54
Fiction su Papa Luciani di A. De Porti

LA FICTION TELEVISIVA SU PAPA LUCIANI ? FORZATAMENTE IMPATTANTE MA NON SPIRITUALMENTE COINVOLGENTE
Quando un consistente target televisivo ha bisogno dei “racconti”, alias fiction, come quella di questi giorni in Tv con riferimento a Papa Luciani con “share” altissimi, e sposta la realtà, la “reality” è di moda dire oggi, in un cassetto come sta facendo tanta gente, ciò sta a significare che si è già entrati in un tunnel dal quale non si esce più, in quanto una rappresentazione della specie insegna a “riversare tutto lì” a buon mercato, ottenendo una sorta di appagamento dell’anima, senza che ci sia un competitor da affrontare nel contesto oggettivo della vita, delle sue manifestazioni, delle sue esigenze, dei suoi doveri, nonché dei suoi piaceri. Per cui, alla fin fine, anche le fiction finiscono solo per diventare business, con correlata strumentalizzazione dei fatti per aumentare gli indici di ascolto !



E di persone che si sentono intimamente appagate per questo ce ne sono tante, a volte per necessità psicologica ma anche per motivi di immagine. Esse bazzicano, nella maggioranza dei casi, le sacrestie, le canoniche, le Chiese ove, ma solo apparentemente, nessuno ti muove rimproveri in quanto la misericordia divina capisce e perdona.. Non per niente, al giorno d’oggi, chi vedi nelle Chiese, salvo rare eccezioni ? Vedi persone che non sempre sono state gratificate dalla vita, vedi persone che hanno ogni giorno qualcosa da farsi perdonare, , vedi coloro che si arrampicano alla speranza perché hanno paura della morte, ma non vedi certo, mi si passi il termine oggi di moda, dei “figoni”; non si vedono persone di grido, attori, parlamentari, uomini di scienza, salvo nei casi in cui le istituzioni debbano essere ufficialmente rappresentate nei funerali, ricorrenze, commemorazioni ed anche, perché no ?, per motivi abietti e cioè per mero interesse quando, per esempio, ci sono le elezioni. Chi obietterà a questa constatazione, lo farà per necessità-dovere di affermare il contrario, ma i fatti gli si riversano inesorabilmente contro !

Ma chi ha il coraggio di dire onestamente queste cose ? Nessuno, tenuto conto che il mettersi accanto ad una canonica non guasta mai agli occhi della gente.



Che esista il bisogno di rivolgersi a qualcuno quando si è soli e la vita non ti da niente questo è un fatto, ma comportarsi traendo conforto da una sorta di “gratificante” masochismo di certe fiction, questa è un’altra cosa. Ed affermare ciò non significa certo mettersi contro il divino, ma esprimere un semplice dato di fatto e cioè che, dopo la fiction, per certuni non esiste più niente dal punto di vista cristiano.

Nel suo intimo, anche il Clero è pervaso da queste constatazioni, solo che non le può esprimere per evidenti ragioni. Non per niente, anch’esso ha paura della morte…



Io penso che, in nome di una forza superiore o comunque di un Dio al quale l’uomo ha necessità di rivolgersi anche se non ne è certo della sua esistenza, valga molto di più fare una carezza ad un bambino o magari offrire un centinaio di Euro al primo che passa per la strada, quando sai che questo “qualcuno” è indigente o attraversa uno stato di sua precarietà esistenziale. Questa non è fiction, come hanno fatto vedere ieri sera in TV., da cui peraltro sono emersi lati molto inquietanti della Chiesa, come il caso Marcinkus, di cui - fatalità - io conoscevo bene la segretaria, prima cugina di un mio ex collega che privilegiava i cosiddetti “figoni” rispetto alle canoniche…



Ci siamo mai chiesti perché le Chiese si svuotano, perché le vocazioni calano in maniera esponenziale, perché il Clero viene man mano sostituito dal laico anche nelle sue funzioni se non perché, man mano che aumenta l’indice di benessere della gente, diminuisce in maniera direttamente proporzionale anche tutto ciò ? Al punto che, fra una ventina d’anni massimo, le Chiese, senza nulla togliere alla loro lodevole funzione, diventeranno dei Musei, magari a pagamento ? E questo discorso varrà soprattutto per Islam ove il predetto indice è ancora più terra-terra rispetto a noi ? Vi pare che una persona colta possa concepire il fatto di farsi esplodere ? O, per quanto ci riguarda, nutrirsi di masochismo da fiction televisiva ?
E’ necessario riflettere, perché Dio è anche e soprattutto su questa terra
Arnaldo De Porti

Welfare Italia
24.10.2006 22:54

Redazione1
6.11.2006 06:04
La finanziaria di Sisifo di A.V.Gelormini

LA FINANZIARIA DI SISIFO
di Antonio V. GELORMINI
E’ davvero strano questo nostro Paese. Fino a poche settimane fa, sulle performances economico-finanziarie e le scelte politiche relative, non si faceva che ripetere: “Si potrebbe fare di più. Si potrebbe fare meglio. C’è troppa distrazione per i problemi quotidiani e poca prospettiva sugli indirizzi programmatici e sul futuro”. Proprio come a scuola, ricordo, ripetevano alcuni professori.



Poi una compagine governativa, in larga parte formata da “primi della classe”, decide di impegnarsi, di mirare ad un voto alto e di produrre una Finanziaria capace di incidere con vigore sul riequilibrio dei conti pubblici, drammaticamente sbilanciati e volano di un circolo vizioso sempre più ingovernabile. E tutti ad ammonire: “Ma perché strafare? Quando basta la sufficienza per ottenere la promozione?” Proprio come quei compagni di classe, ricordo, a cui applicarsi e studiare piaceva davvero poco.



Quante polemiche e quante proteste prima di ogni istituzione di isola pedonale nelle diverse città italiane. Provate, oggi, a proporne la soppressione ai commercianti e agli abitanti, per esempio, di via Dante a Milano, di corso Vannucci a Perugia o di via Tornabuoni a Firenze. La predisposizione a farsi influenzare dai Lucignolo di turno e dai commenti precipitosi e ammalianti, resta uno dei limiti e delle caratteristiche più marcate di noi italiani. Salvo poi ricrederci, quando è troppo tardi, e sostenere le fatiche di Sisifo per riscattare una capacità di giudizio più serena e appropriata.



Sta accadendo lo stesso con questa prima Finanziaria del governo Prodi. Tutti ad annuire quando ascoltammo: “Proveremo a spostare parte del carico fiscale, che grava oggi su spalle deboli, su spalle un po’ più forti”. Ma pronti a far scattare la protesta, nel momento in cui ci accorgiamo di aver fatto un po’ troppa palestra e aver sviluppato un fisico niente male.



Non c’è categoria, in questi giorni, che non stia manifestando malumore e scetticismo sull’esito della manovra. Il mito di Sisifo ritorna. Tutti astuti e scaltri per ottenere qualcosa in cambio. Ma qualcuno ricorda quanto silenzio avvolse gli adeguamenti tariffari di alcune attività, quando registrarono aggiornamenti da 1 euro/1.000 lire, mentre le buste paga rimanevano ancorate al cambio ufficiale di 1 euro/1936,27 lire? Sarà il caso di citare l’esempio della pizza o quello del gelato ? O ancora quello delle zucchine, dei libri o dell’intervento dell’idraulico?



C’è poco da arrabbiarsi. Per troppo tempo furbizia e scaltrezza hanno avuto ragione su dovere e rispetto degli altri. Non è un caso se, tra le grida e le rimostranze, voci autorevoli come il Commissario Europeo agli Affari Economici e Monetari Joaquim Almunia, l’Amministratore Delegato di Unicredit Alessandro Profumo e il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi raccomandano: “di non attenuare lo slancio della Finanziaria verso il risanamento strutturale dei conti pubblici”, perché la crescita, la migliore risposta alle valutazioni delle agenzie di rating, “può essere perseguita solo nel contesto di una finanza pubblica in equilibrio”.



Ad esse si aggiunge quella confortante del Presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti quando indica che: “Nel Paese c’è un clima più positivo rispetto al passato riguardo alle possibilità di ripresa. La fiducia nel futuro genera impegno e da questo nasce lo sviluppo”. Vuoi vedere che alla fine le colonne a cui Tommaso Padoa Schioppa ha ancorato la sua Finanziaria: risanamento, equità e sviluppo, riusciranno a tenere l’onda d’urto e ad avere ragione degli assalti corsari e delle imboscate pirata che si susseguiranno fino all’approdo dell’approvazione finale in Parlamento?



Se così sarà, il Paese non potrà che trarne gran beneficio e lo sforzo di Sisifo non sarà vanificato dalla ricaduta del macigno, ma premiato dalla riconoscenza della generazione dei nostri figli e da quelle dei figli dei nostri figli.
(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
6.11.2006 06:04

Redazione1
6.11.2006 06:25
Insomma, basta parlare di Berlusconi di A.De Portii

MA INSOMMA, NON SIAMO ANCORA STANCHI DI PARLARE DI BERLUSCONI ?
Io credo di essere uno dei pochi ad aver inquadrato la figura di Berlusconi sin dalla sua cosiddetta “discesa in campo”. Sarà la mia età avanzata, ma più verosimilmente il contatto indiretto avuto con questo personaggio quando lavoravo a Milano, in piazza della Scala, in una delle più importanti banche del mondo, fatto sta che fin da allora ho sempre avuto una forte idiosincrasia verso il questo ex-commerciante di Arcore che, quand’era al potere, riteneva di gestire la politica alla stessa stregua di un contratto di compra-vendita.
Quante volte ho detto che quest’uomo non sapeva perdere e che, fintantoché avrà vita (che gli auguro lunga) tenterà sempre di mettere i cosiddetti bastoni fra le ruote a chi non lo “ubbidisce”, non tanto per perseguire una sana e condivisibile strategia politica, ma solo per ambizione personale.
Quest’uomo, vedrete, ne inventerà ogni giorno una pur di sconvolgere il paese, infischiandosene dell’andazzo positivo intrapreso dall’attuale governo, facendo altresì apparire un quadro negativo al popolo italiano, strumentalizzando il pensiero populista delle fasce deboli che prima avrebbe “ammazzato” in quanto rompevano gli “zebedei”, in dispregio alle richieste dell’opposizione di allora che invocava una giusta politica sociale: l’Italia infatti non è un’azienda da gestire col conto patrimoniale ed il conto profitti e perdite, ma anche sostenendo i costi di quelle fasce sfortunate che non possono o non sono in grado di stare al passo.
Gli Italiani devono mettersi bene in testa che l’unico male di cui soffre l’Italia si chiama Berlusconi. Via lui dalla scena, io sono convinto che si instaurerebbe un rapporto diverso fra chi governa e chi fa opposizione. Quest’ultima infatti è succube di questo signore di Arcore, il quale, proponendo persino le grandi intese, ha mostrato la sua vera faccia.
Non si dimentichi infine che la guerra in Iraq ha una paternità condivisa anche da lui per farsi amici i Bush ed i Blair, grazie ai quali ancor oggi, purtroppo, ci sono centinaia di morti al giorno.
Prima di morire, Indro Montanelli, a Cortina grido : “Mandatelo via…”. Segno evidente che lui, al pari del sottoscritto, aveva visto chiaro !
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
6.11.2006 07:05
E' Berlusconi che incattivisce il clima poltico di A.De Porti

E’ BERLUSCONI CHE INCATTIVISCE DA SEMPRE IL CLIMA POLITICO ITALIANO.
Credevamo di essercelo tolto di torno dopo una delle più tormentate e poco trasparenti stagioni politiche, ma così non è. Ormai, e continuo a dirlo sino alla nausea, Berlusconi, con la forma-mentis del commerciante, continua a dimostrare di non saper perdere, anche al costo di mandare il paese in fallimento. E ciò alla stessa stregua di quei commercianti che, pur vedendo che le cose non funzionano, continuano a tenere aperte le loro aziende fino alla consegna dei libri in Tribunale, con la sola differenza, in questo caso, che sono tutti gli Italiani a rimetterci e non il singolo commerciante.

Le pagliacciate viste in Parlamento per la finanziaria ne costituiscono un esempio tra i più imbecilli tanto da chiedermi come mai non interviene il Capo dello Stato, garante della serietà del popolo italiano, ad impedire che si mettano in scena manifestazioni da circo equestre, con la differenza che i vari clown fanno divertire, mentre i vari Schifani, Cicchito, Berlusconi and co., oltre a quelli della della Lega, fanno piangere…dalla vergogna e della disperazione.



Ma come siamo ridotti ? Dove vogliamo arrivare ?



Non è che dall’altra parte ci sia tanto da star allegri quanto ad amalgama politico. Di una cosa però gli Italiani se ne devono essere bene accorti e cioè che si respira un’aria più tranquilla con Prodi, il quale, va avanti per la sua strada con il preciso impegno di risanare davvero il Paese, fronteggiando quella schiera di politici in mala fede che, solo allo scopo di darla da intendere alle fasce deboli e per far piacere al “Kapo”, gli attribuiscono una colpa inesistente: quella dell’aumento delle tasse.



Che non sia facile per il governo Prodi rimettere in sesto l’eredità lasciatagli dal precedente governo è cosa risaputa, ma raccontar palle a iosa non giova a nessuno, considerato che il precedente governo non lascia nulla di positivo da ricordare. Specie dal punto di vista della legalità.



Berlusconi ora sta perdendo i pezzi per la strada. Infatti l’UDC ormai è fuori, la Lega di certo ha rotto il feeling con la Cdl ed è costretta a fare di necessità virtù pena il completo scioglimento, la nuova DC non si capisce, mentre AN cerca con Fini di dimostrare una certa fedeltà a Berlusconi con il distinguo di una dialettica più seria che però viene contestualmente smentita dal “bravo” portavoce (si fa per dire) Ignazio La Russa che, anche ieri, in Parlamento, si è esibito in performaces offensive e triviali a danno di Prodi.



Domanda finale: “ Ma gli Italiani non hanno ancora capito che la causa unica di questo marasma politico ha un solo nome, e cioè Berlusconi, personaggio che non fa politica nella sua vera accezione del termine, ma esercita una sorta di revanscismo personale nei confronti dell’attuale governo solo allo scopo di dimostrare la sua, per me inesistente narcisistica “grandeur” che finisce per rimpicciolire l’Italia ?”

ARNALDO DE PORTI


Redazione1
6.11.2006 07:08
Ua donna per amico di A. V.Gelormini

UNA DONNA PER AMICO
di Antonio V. GELORMINI
Vladimir Luxuria, al secolo Vladimiro Guadagno, non se l’aspettava di dover rivendicare, ancora una volta, il suo sentirsi donna nientemeno che alla toilette di Montecitorio. Piuttosto umiliante, dopo aver passato il vaglio di migliaia di elettori, che l’hanno votata consapevoli nel riconoscerle una femminilità orgogliosamente ed elegantemente esibita.
Tempo fa aveva dovuto far ricorso ad una vistosissima minigonna, per rispondere con garbo alla provocazione di Daniela Santanchè, che l’aveva bacchettata per i castigati tailleur da suorina, ostentati per nascondere gambe non proprio femminili.
Ieri, invece, è stato il portavoce del Coordinamento nazionale di Forza Italia Elisabetta Gardini a dar voce alla propria indignazione per quel sentirsi “sfibrata”, “violentata”, “stuprata”, per la presenza nel bagno delle donne di Luxuria. La reazione, ritenuta da molti colleghi parlamentari eccessiva ed intollerante, risulta anche alquanto tardiva, essendo passati più di sei mesi dall’inizio della legislatura, durante i quali non si sono registrati altri casi di violenza o tentativi di stupro in quei locali così riservati.
Dar voce in maniera sguaiata non si addice alla carica parlamentare, ancor più non si addice a una signora e soprattutto è sconveniente per un portavoce, se non trova altro modo per destare attenzione e dar concretezza ad un’evanescenza, a rischio dissolvenza, nell’etere quotidiano della cronaca politica. Peraltro, non è affatto liberale.
Come al solito tranchant il secco commento di Alessandra Mussolini: “Io sono la prima ad andare nel bagno degli uomini quando trovo la fila. E nessuno si scandalizza. Anzi, ad Elisabetta Gardini do questo consiglio, vada a farsi un giro nel bagno degli uomini, così magari le passano i traumi e la paura”.
Più sottile, pertanto più tagliente, la chiosa finale di Luxuria: “Evidentemente donne si nasce, ma signore si diventa…”. La vita a volte è proprio strana: non era la Gardini la protagonista di un fortunato serial televisivo “Una donna per amico”?
(gelormini@katamail.com)






Redazione1
6.11.2006 07:10
Brindisi, in migliaia contro il rigassificatore

RIGASSIFICATORE A BRINDISI:
A MIGLIAIA PER CHIEDERE DI SOSPENDERE I LAVORI
E RITIRARE L’AUTORIZZAZIONE
(documento letto a conclusione del corteo, di sabato 28 ottobre 2006, dagli organizzatori)
Ancora una volta siamo stati sommersi in questi giorni da adesioni, consensi ed incitamenti a proseguire la lotta fino a quando non saranno riconosciuti e rispettati i diritti e la dignità delle nostre popolazioni. A migliaia i cittadini sono oggi con noi scesi in piazza per riproporre una domanda di popolo che non può essere elusa: vanno sospesi i lavori per la costruzione del rigassificatore e si deve avviare la procedura per la rimozione del provvedimento autorizzativo, condizione questa indispensabile per dare impulso all’attuazione del progettato nuovo modello di sviluppo economico.

La città ed il territorio non sono affatto divisi perché tutti vogliamo che si consolidi la scelta di uno sviluppo a misura d’uomo della nostra economia e che siano efficacemente combattuti i tristi fenomeni della disoccupazione e della precarietà, l’uno e l’altro “figli naturali” di politiche economiche locali che vanno superate e corrette. Ci sono ancora, è vero, ambiti politici e sociali che, pressati dalle urgenze e dalle emergenze, non hanno scelto con decisione il cammino del cambiamento. Ma noi confidiamo negli esiti positivi dell’incontro e del confronto e vogliamo stabilire con queste realtà convergenze fruttuose per aiutare insieme le istituzioni a costruire il futuro affrontando anche le gravi crisi che attanagliano il presente.

Ribadiamo che la costruzione del rigassificatore nel porto di Brindisi bloccherebbe ogni innovazione, aggraverebbe i guasti del passato e costituirebbe un pericolo gravissimo per l’incolumità dei cittadini. Chiediamo perciò al Governo il rispetto della volontà popolare e delle scelte degli Enti locali e della Regione Puglia. Il Governo deve esprimere una precisa volontà politica e deve invitare la LNG a scegliere fra pervenire ad una concordata rinuncia al progetto, a fronte anche di possibili contropartite, o affrontare un provvedimento di annullamento dell’autorizzazione per vizi di legittimità e quindi senza indennizzo a conclusione di una regolare procedura di autotutela. Quanto alle ventilate pressioni di operatori economici e di esponenti del Governo inglese, confidiamo che il nostro Esecutivo faccia a tutti sapere che in uno Stato democratico i diritti fondamentali dei cittadini e l’interesse generale di una comunità vengono prima di tutto e soprattutto prima di velate minacce e di inopportune interferenze diplomatiche.

Queste cose vuole dire al Governo la grande manifestazione di oggi con una particolare ed importante avvertenza: sappia il Governo che la nostra comunità non accetterà mai la “polpetta avvelenata” di una “Valutazione d’Impatto Ambientale”, senza neppure la convocazione della Conferenza dei Servizi, un adempimento postumo ed improprio destinato a concludersi con le rituali “prescrizioni” e con la conferma del provvedimento autorizzativo. L’incontro di oggi segna indubbiamente un punto molto alto del nostro impegno ma è solo una tappa perché la lotta civile e democratica riprenderà domani, con rinnovata energia, fino a quando al nostro territorio non verrà resa giustizia.

Brindisi, 28 ottobre 2006



A.I.C.S., ARCI, Centro Velico “A. Pigonati”, Circolo Acli “A.Grandi”, Cobas, Coldiretti-TerraNostra, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d'Oriente, ConfArtigianato, ConfCommercio, ConfConsumatori, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, Forum ambiente salute e sviluppo, Italia Nostra, Legambiente, Lega Navale Italiana - Sezione di Brindisi, Medicina Democratica, Ordine degli Architetti di Brindisi, Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Brindisi, Touring Club Italia (Corpo Consolare della Puglia), Unione Giuristi Cattolici, WWF

Redazione1
6.11.2006 07:32
TFR, ecco cos acambia per i lavoratori a cura di Inas Cisl

TFR: ECCO COSA CAMBIA PER I LAVORATORI

L’Inas, patronato della Cisl, illustra le novità dell’accordo siglato ieri

Il disegno di legge sulla Finanziaria 2006 prevede l’anticipazione al 1° gennaio 2007 dell’entrata in vigore del d.lgs. 252/05, che disciplina il conferimento del trattamento di fine rapporto alle forme pensionistiche complementari. La stessa norma stabilisce, inoltre, che i datori di lavoro dovranno versare su un conto corrente (appositamente creato presso la Tesoreria dello Stato e gestito dall’Inps) il 50% del trattamento di fine rapporto maturando, che i lavoratori decideranno di non destinare alla previdenza complementare e di lasciare, quindi, presso l’azienda.
Tale decisione, presa dal Governo autonomamente ha, ovviamente, determinato consistenti reazioni da parte delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro che hanno portato, il 23 ottobre 2006, alla firma di un accordo tra Cisl, Cgil, Uil, Governo e Confindustria. In tale accordo, viene ribadito l’anticipo al 1° gennaio 2007 dell’entrata in vigore delle norme contenute nel d.lgs. 252/05, comprese le misure già previste dalla legge al fine di compensare le aziende per le perdite, derivanti dalla destinazione del TFR maturando alle forme pensionistiche complementari o al fondo statale per l’erogazione del TFR gestito dall’Inps.
Pertanto, i sei mesi durante i quali i lavoratori dovranno scegliere come utilizzare il proprio trattamento di fine rapporto maturando (cioè, se destinarlo ad una forma di previdenza complementare o lasciarlo in azienda) saranno, appunto, quelli compresi tra il 1° gennaio ed il 30 giugno 2007.
Su richiesta della Cisl, il Governo si è impegnato a rivedere, entro il 2007, la tassazione per la previdenza complementare, con l’obiettivo di adeguarla a quella già esistente nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea e renderla, quindi, più conveniente per i lavoratori aderenti.
L’accordo prevede, inoltre, che l’onere di versare il TFR maturando non destinato alla previdenza complementare al fondo gestito dall’Inps ricada, a decorrere dal 1° gennaio 2007, soltanto sulle imprese con almeno 50 dipendenti.
Diversamente, però, da quanto previsto nell’art. 84 della legge finanziaria, al suddetto Fondo Inps sarà versato tutto il TFR maturando e non soltanto una quota pari al 50%. Questa disposizione sarà, comunque, riesaminata dal Governo nel 2008.
Infine, vengono confermati tutti i diritti dei lavoratori, attualmente previsti da leggi ed accordi collettivi, in materia di rivalutazione, liquidazione ed anticipazione del TFR.

Redazione1
6.11.2006 09:51
L'Italia dei privilegi s'eè desta di M.Di Schiena

FINANZIARIA: L’ITALIA DEI PRIVILEGI “S’E’ DESTA”
Michele DI SCHIENA
Tutti coloro che hanno un reddito annuo inferiore a 40 mila euro dal prossimo mese di gennaio saranno meno tassati con riduzioni del prelievo fiscale tanto maggiori quanto minori sono gli introiti e conseguentemente guadagneranno di più, sia pure in misura modesta, ottenendo aumenti riscontrabili nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, negli assegni pensionistici e nei profitti mensili dei lavoratori autonomi. Tali incrementi saranno più consistenti per coloro che hanno persone a carico con una progressività rapportata al numero di tali familiari. Si tratta di vantaggi riguardanti oltre l’80% dei contribuenti mentre il rimanente 20% guadagnerà qualcosa in meno con perdite proporzionate all’entità dei redditi.

Sono queste le conseguenze pratiche della modifica delle aliquote Irpef che costituisce la struttura portante della Finanziaria, una pesante “manovra” intesa a reperire ingenti somme per risanare i conti e mantenere gli impegni di spesa dopo un’irresponsabile gestione del denaro pubblico, fatta di esborsi sbagliati e di strumentali rinvii nonché di fittizie coperture, che aveva portato il Paese ai limiti del collasso con disastrose conseguenze in danno soprattutto delle fasce sociali più deboli. Una legge che con l’intervento sul cuneo fiscale riduce il costo del lavoro soprattutto in favore delle imprese stimolando la ripresa dell’economia e che immette nel sistema tributario elementi di equità sociale capovolgendo la logica delle riforme berlusconiane che avevano ridotto le tasse in favore dei titolari dei redditi più alti provocando, con misure inique ed antipopolari, un progressivo impoverimento di massa.

Siamo dunque di fronte ad un complesso provvedimento governativo che, pur con inevitabili limiti ed errori ancora emendabili, persegue gli obiettivi fondamentali di mettere ordine nelle casse pubbliche, di agevolare la ripresa di attività produttive e di dare impulso a processi di redistribuzione del reddito a vantaggio della stragrande maggioranza dei cittadini dichiarando guerra al crimine sociale dell’evasione fiscale e chiedendo alla ristretta minoranza dei più agiati sacrifici limitati e sopportabili nell’interesse generale e quindi indirettamente anche nel loro interesse. C’è allora da chiedersi come mai un tale provvedimento rischia di essere travolto da uno “tsnunami” di travisamenti, di critiche, di proteste e di attacchi che puntano a sopraffare il consenso di massima espresso dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori ed a contaminare gli umori di larga parte della pubblica opinione e degli stessi ceti sociali destinati a ricevere dal varo della legge concreti (se pur contenuti) benefici economici.

Quali le cause di questo fenomeno? La oggettiva pesantezza della manovra? Le tante divergenze ed incertezze di una maggioranza che non sempre appare all’altezza delle responsabilità del momento? La feroce opposizione berlusconiana condotta con abili regie e dovizia di mezzi? I ricorrenti errori dei tecnici incaricati di mettere a punto il provvedimento? Il difetto di comunicazione da più parti lamentato? Tutto questo ha indubbiamente danneggiato il cammino e l’immagine della finanziaria ma le cause primarie del fenomeno vanno individuate in due fattori, uno culturale e l’altro sociale, sui quali occorre seriamente riflettere: l’eclissi in larga parte della coscienza civica dei “doveri inderogabili” di solidarietà economica e sociale sanciti dalla Costituzione repubblicana e la pretesa esasperatamente conservatrice dei ceti dominanti di preservare ad ogni costo e possibilmente di accrescere le proprie posizioni di vantaggio in barba alle più elementari esigenze di giustizia.

L’Italia dell’opulenza ripiegata su se stessa, delle corporazioni, degli egoismi e dei privilegi “s’è desta” e, con una reazione questa sì di classe, è insorta gridando allo scandalo contro i primi passi mossi dal Governo Prodi verso politiche in qualche misura redistributive e di equità sociale riuscendo così a provocare reazioni di dissenso anche tra i beneficiari immediati e diretti delle misure già varate e di quelle in via di definizione. E lo ha fatto utilizzando gli influssi di quella cultura iperliberista di stampo “calvinista” che punta strumentalmente a diffondere tra i cittadini più poveri e più deboli l’autolesionistica inclinazione ad identificarsi con i soggetti dominanti fino a negare consenso e sostegno proprio a quanti si adoperano per tutelare e promuovere i loro diritti ed i loro interessi. Occorre perciò reagire subito con determinazione sia sul piano culturale che su quello politico sperando che nell’Unione vi siano le energie e le convergenze necessarie per farlo.

Brindisi, 5 novembre 2006

Michele DI SCHIENA



Redazione1
8.11.2006 16:27
Rigassificatore,il dispiacimento di Prodi

Prodi incontra Blair e si “dispiace” per i fastidi che sta procurando Brindisi

Il Primo Ministro inglese Tony Blair incontrando Prodi a Londra, il 6 novembre, si è detto preoccupato per le oggettive difficoltà che la Britsh Gas sta incontrando nella realizzazione del rigassificatore a Brindisi ed ha fatto pressioni perché venga rimossa l'opposizione delle istituzioni locali e della Regione Puglia. Prodi s'è detto dispiaciuto e si è impegnato a fare "pressioni". Le associazioni di Brindisi che si battono contro il rigassificatore e per un nuovo modello di sviluppo scrivono subito a Prodi nella speranza che Egli, dopo aver studiato il caso Brindisi, si "dispiaccia" per i Brindisi ed il suo territorio per i torti che ha subito e continua a subire.





LETTERA APERTA

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

On.le prof. Romano PRODI
Roma

Signor Presidente,

apprendiamo che il Primo Ministro inglese Tony Blair, durante la Sua visita a Londra, si è detto preoccupato per le oggettive difficoltà che la Britsh Gas sta incontrando nella realizzazione del rigassificatore a Brindisi e Le ha fatto pressioni perché venga rimossa l’opposizione delle istituzioni locali e della Regione Puglia. Si tratta, a nostro avviso, di un intervento improprio per il contenuto e le espressioni usate, di una interferenza in una questione interna del nostro Paese tra le competenti istituzioni ed un soggetto economico privato (la British Gas nella versione italiana della Brindisi LNG), di una pretesa che prescinde dalla considerazione che il nostro è uno “stato di diritto” con regole che disciplinano poteri e competenze. Ed è anche uno Stato democratico con rilevanti autonomie costituzionalmente riconosciute agli Enti locali e alle Regioni, uno stato quindi nel quale si deve tener conto, quando è in gioco il destino di un determinato territorio, delle scelte delle popolazioni interessate e delle loro istituzioni.

Le siamo grati, signor Presidente, per avere opportunamente fatto presente all’autorevole interlocutore inglese l’ampiezza e la rilevanza istituzionale della nostra opposizione al progetto ma i passaggi della Sua replica con i quali si scusa assicurando i richiesti interventi, per quanto possano essere giustificati da convenienze diplomatiche, ci hanno procurato amara sorpresa. Siamo comunque convinti che il necessario approfondimento da parte Sua del caso Brindisi Le farà avvertire «dispiacimento» non per le difficoltà della British Gas ma per i torti che ha subito e continua a subire la nostra comunità e La indurrà non certo «a fare pressione sulle autonomie locali» perché mutino orientamento ma ad adoperarsi per risolvere quanto prima il grave problema secondo le attese delle nostre popolazioni. Noi crediamo che la realizzazione del rigassificatore a Brindisi sarebbe, come ha ribadito dopo la sortita del premier inglese il Presidente della Regione Vendola, un «crimine contro l’umanità» e perciò la nostra opposizione resta fermissima ed anzi viene rafforzata da indebiti interventi ed inopportune pressioni.

Solo qualche giorno addietro per la quinta volta migliaia di cittadini sono scesi a Brindisi in piazza per chiedere che il Governo liberi la nostra città dall’ipoteca del rigassificatore che costituisce un gravissimo pericolo per l’incolumità dei cittadini in considerazione del sito prescelto (nel porto a trecento metri dallo stabilimento del Petrolchimico e ad un chilometro dal centro abitato) e che impedisce alle istituzioni locali di portare avanti le politiche economiche innovative che si sono date in attuazione di precisi mandati elettorali ricevuti in occasione dell’ultima consultazione amministrativa. Il Governo ha il dovere di tenere conto degli impegni assunti durante la campagna elettorale politica da qualificati esponenti della sua maggioranza i quali hanno pubblicamente riconosciuto che va bloccato un progetto autorizzato in forme irregolari e senza alcun coinvolgimento democratico dei cittadini nel periodo della nota “tangentopoli brindisina” con procedure tuttora al vaglio dell’autorità giudiziaria penale. Ed al riguardo ci permettiamo ricordare quanto Lei stesso il 15 novembre del 2005, in un messaggio di risposta ad una nostra richiesta di chiarimento in merito ad un discorso da Lei tenuto a Bari, ebbe a dire: «quando ci sono in gioco scelte importanti e a rilevante impatto territoriale, ritengo indispensabile tenere conto delle indicazioni e degli orientamenti delle comunità locali».

L’ultima manifestazione popolare, come le precedenti, ha detto ancora una volta che Brindisi ed il territorio provinciale non accetteranno mai il rischioso impianto e che un’eventuale conferma del provvedimento autorizzativo segnerebbe un’insanabile rottura istituzionale nel rapporto di fiducia e di collaborazione tra gli Enti locali (e le loro comunità) ed il Governo centrale. Confidiamo perciò che, in coerenza con quanto recentemente dichiarato dal Ministro Santagata e dal sottosegretario Bubbico, rispettivamente alla Camera ed al Senato, nella parte argomentativa delle risposte a due interrogazioni della destra, il Governo voglia trovare il modo per risolvere positivamente il grave problema.

Con l’occasione Le rinnoviamo, Signor Presidente, viva preghiera perché voglia ricevere quanto prima una nostra ristretta delegazione incaricata di esporLe le nostre ragioni che sono in sintonia con le scelte degli Enti locali e della Regione Puglia. Fra i suoi gravosi impegni voglia trovare qualche minuto da dedicare, a Roma o a Brindisi nel caso di una Sua visita alla nostra città, alle nostre associazioni che cercano di dare voce alle speranze e alle attese di questo territorio.

Brindisi, 07 novembre 2006
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, Cobas, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Unione Giuristi Cattolici.





Siamo coscienti che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo, quindi la preghiamo di accettare le nostre più sincere scuse se la presente non è di Suo interesse. A norma del decreto legislativo n. 196 del 30.06.2003 (Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali) la Sua e-mail è stata inserita nel nostro database perchè espressamente da Lei richiesto o da fonti di pubblico dominio o attraverso e-mail da noi ricevute. Questo messaggio non può essere considerato SPAM poiché include la possibilità di essere rimosso da ulteriori invii di posta elettronica e tutti i destinatari della mail sono in copia nascosta (Privacy Dlgs n.196 del 30.06.03). Abbiamo cura di evitare fastidiosi MULTIPLI INVII, laddove ciò avvenisse vi preghiamo di segnalarcelo e ce ne scusiamo sin d'ora. Questo messaggio non può essere considerato SPAM poiché include la possibilità di essere rimosso da ulteriori invii.

Qualora non intendesse ricevere ulteriori comunicazioni, la preghiamo di inviare una e-mail ad: giancanuto@email.it con in oggetto: Cancella. Grazie.




Welfare Italia
8.11.2006 16:27

Redazione1
12.11.2006 20:49
Democrazia oggi di A. De Porti

DEMOCRAZIA OGGI: NON E’ PIU’ SUDDIVISIONE DI POTERI COME PREVEDE LA COSTITUZIONE, MA AMBIZIONE PER ARRIVARE AI POTERI

Temo, purtroppo, che il termine democrazia non abbia più il significato di quel sistema di governo che vollero dare i nostri padri costituenti all’Italia, diversificando giustamente i tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario.

Qualcuno ha detto – mi pare Churchill - che " La democrazia è la peggiore forma di governo, ma la migliore di tutte le altre che siano mai state tentate”; ebbene, pur essendo d’accordo su questa affermazione, mi pare però che il suo significato originario, compreso quello di essere la migliore forma di governo esistente dopo aver esperito tutti gli altri tentativi non sia più quello a cui si aspirava, in quanto la politica si è trasformata in una sorta di “pastrocchio”, lungi dall’essere servizio.



Essa politica infatti, un po’ per volta, ha assunto oggi un’immagine così perversa, alimentando per gradi una sorta di grande calderone in cui, bianchi, rossi verdi, con il pretesto della democrazia, trovano comoda collocazione, alias un posto di lavoro, ben retribuito, di alto spessore e quant’altro, trasformandola così in un coacervo di interessi personali, ma anche di rifugio per marioli, come diceva Indro Montanelli; circostanze queste ultime che, dando i natali, ad ogni pié sospinto, a continui e nuovi colori politici, finiscono solo per creare nuovi posti per inserirvici facilmente tanti soggetti che, altrimenti, verrebbero esclusi dal grande calderone: insomma, così possono entrare “democraticamente “ tutti e così ci si spartisce la minestra con gravi danni per il Paese. Fatte salve ovviamente le eccezioni che pur ci sono.

Il discorso sarebbe lungo perché nel nostro Paese, ma anche negli USA, pur essendo chiaro il concetto di democrazia, si cerca di sgattaiolare dal concetto di libertà per dirottare verso il pericoloso liberismo che è altra cosa; quest’ultimo infatti antepone il concetto economicistico alla vera libertà dell’individuo. Ed è proprio per questo che la democrazia moderna finisce quasi sempre per trasformarsi in una fabbrica di interessi di ogni tipo a danno della libertà dell’individuo, circostanza quest’ultima che confligge con il concetto della democrazia sana, quando addirittura non si assista allo stridore fra la suddivisione dei poteri di cui in premessa.

Detto questo, pur facendo mie le considerazioni di Churchill, io penso che qualcosa debba essere cambiato perché così la democrazia non funziona più. E per farlo, a mio avviso, bisogna partire da un punto fermo. Vediamolo, sia pur in termini idealistici: se, per esempio, un interesse essenziele è uguale per tutti come il pane, la felicità, la vita civile, non vedo perché ciò debba essere espresso da tante bocche diverse, attraverso tanti e svariati colori politici che, come mi sforzo ora di dimostrare, non hanno piu’ senso ove concepiti come coacervo di interessi personali e che esulano altrove. Il pane insomma è uguale per tutti e quindi, dicendo queste cose, non si deve correre il rischio di apparire antidemocratici ! Che non si da spazio agli altri ecc.. Ma chi mi vorrà capire ?



Non sarebbe meglio inventare un sistema che, alla luce del mondo moderno (che ovviamente …non c’è mai stato) , consenta di trasformare il governo del popolo, alias democrazia, in un progetto politico (da non confondere con dittatura) finalizzato anzitutto al vero e disinteressato benessere sociale, senza che si abbia a scalfire minimamente il concetto di libertà personale ? Per quanto ovvio, è prerogativa di tutti mangiare un pezzo di pane ed avere una famiglia, o no ? Oppure questa cosa va detta a seconda del colore politico ?



Oggi, amici miei, va bandito il concetto di liberismo che non significa libertà, ma strumento per by-passarla in nome di una licenza economicistica del “tutto-fare, senza alcuna regola”: esattamente come voleva Berlusconi. Con questo non voglio dire che si debba cancellare la democrazia, ma modificarla, limandola in tutti quegli aspetti negativi che continuano a trasformarla in un sistema “impazzito” – come ha detto Prodi di recente – in cui da una parte c’è il datore di lavoro costituito dal potere politico centrale e dalle varie unità locali, mentre dall’altra ci sono gli “adepti” (sempre loro sia come datori di lavoro che come…lavoranti) che se ne servono per interessi immediati, alla faccia del benessere del popolo italiano.



Vorrei concludere dicendo che, con la buona volontà, si potrebbe trovare un sistema che, lasciando impregiudicata e proteggendo la libertà personale di ciascuno, sia possibile il perseguimento degli interessi essenziali comuni, “conditio sine qua non” per poter vivere meglio. Come ? Attuando una nuova linea sostenibile per gradi, buttando fuori dalla scena politica tutti quei soggetti che, della politica, si servono. E sono moltissimi ! Come la loro estromissione ?

Se si è inventato… l’antibiotico, a maggior ragione non si potrà trovare un antidoto per debellare anche costoro ?



Ovviamente, non è un discorso che si possa fare dalla sera alla mattina: di certo è che, ora come ora, la democrazia non funziona più come si dovrebbe. A meno che non si abbia ancora paura della dittatura comunista, come voleva darci da intendere pretestuosamente il precedente primo-ministro, guardandosene bene però dal dire che la vera dittatura sta proprio nel suo liberismo sfrenato, che non è libertà dell’individuo, ma egemonia del più forte.

Probabilmente, anche le ali estreme, sia di destra che di sinistra, che ora come ora possono inserirsi facilmente e con minor fatica nel predetto “calderone” in nome di una “pseudo-democrazia”, sparirebbero, lasciando spazio a chi vuol governare seriamente. Insomma bisogna togliere l’infestazione di cui il parlamento è zeppo e che, ora come ora, si sta infestando sempre di più !
E, proprio da questo ragionamento, sia pur fatto alla carlona, che si dovrebbe partire. Perché la politica ormai, come ha detto Prodi, è impazzita.
Arnaldo De Porti

Welfare Italia
12.11.2006 20:50

Redazione1
12.11.2006 20:53
Brindisi. Rrigassificatore irrispettosa rsposta della BG

IRRISPETTOSA E DA RESPINGERE LA NOTA DELLA BRITISH GAS

La British Gas in una nota ampiamente diffusa ha fatto sapere tutto il “bene” che sta facendo per l’Italia e per Brindisi. Di seguito il duro comunicato di risposta delle associazioni.

_______________________________________________________________________________________

IRRISPETTOSA E DA RESPINGERE LA NOTA DELLA BRITISH GAS

La British Gas ha fatto sapere che ha consegnato un carico di gas naturale liquefatto (gnl) in Italia nel terminale di La Spezia. L’amministratore delegato della società inglese, in una nota ampiamente diffusa, ha affermato che la società medesima è in grado di assicurare diverse forniture di gnl al mercato italiano per fronteggiare la domanda del Paese. Ha poi aggiunto che la British Gas sta costruendo un moderno terminale di rigassificazione nel porto di Brindisi e che detta società è in grado di garantire nuove forniture in quanto essa è un “partner chiave e strategico dell’Italia che ha come obiettivo di assicurare una fornitura energetica a lungo termine affidabile ed economica”. Ha infine espresso l’augurio che le prossime forniture “siano soprattutto attraverso il nuovo terminale di Brindisi”.

Alla fine dello scorso mese di settembre il Governo, rispondendo ad alcune interrogazioni parlamentari, ha dichiarato che sta attentamente esaminando la questione dal momento che il caso del rigassificatore a Brindisi presenta caratteri particolari per l’opposizione degli Enti territoriali, per l’assenza di qualsiasi coinvolgimento delle popolazioni locali e per la mancanza della necessaria Valutazione di Impatto Ambientale. Il 28 ottobre per la quinta volta migliaia di cittadini sono scesi in piazza per sollecitare il Governo a liberare Brindisi da un impianto che minaccia la sicurezza della nostra comunità e che ne condiziona in negativo lo sviluppo economico. Il 6 novembre a Londra il Presidente Prodi rispondendo al Primo Ministro inglese che gli sollecitava un interessamento in favore della British Gas ha fatto presente al suo interlocutore il ruolo decisivo che per le nostre leggi spetta in materia agli Enti territoriali interessati. Lo stesso giorno il Presidente Vendola, facendo riferimento all’intervento del Premier inglese, ha ribadito la netta opposizione della Regione tornando a definire la costruzione del rigassificatore a Brindisi “un crimine contro l’umanità”. La netta contrarietà all’impianto è stata anche ribadita per l’Amministrazione Provinciale dal Presidente Errico e per il Comune non solo dal Sindaco Mennitti ma anche dal Presidente del Consiglio comunale Di Donna che ha definito inaccettabili certe pressioni di stampo colonialistico.

Ebbene, tutto questo non viene preso nella benché minima considerazione dalla British Gas che ha invece emesso un’arrogante e, al tempo stesso, accattivante nota con la quale punta ad accreditarsi come l’ancora di salvezza per il nostro Paese in campo energetico e tenta strumentalmente di ingigantire il fabbisogno nazionale di gas (ridimensionato invero da alcune documentate inchieste televisive e dalle scelte per la Finanziaria che hanno eliminato il previsto stanziamento per la nascita di rigassificatori). Inoltre la società inglese, ricorrendo strumentalmente all’espediente del “fatto compiuto”, si premura di informare che sta continuando a costruire il rigassificatore (cosa non vera perché sono in corso solo lavori per una colmata a mare propedeutica all’impianto) ed infine mette in opera lo “specchietto per le allodole” della fornitura energetica “affidabile ed economica”, una promessa con la credibilità di quella del vantaggio “occupazionale” già clamorosamente smentita dai fatti.

Una nota quindi gravemente irrispettosa nei confronti del nostro Paese e delle nostre Istituzioni che respingiamo con la massima fermezza e che segnaliamo al Governo per le opportune valutazioni e determinazioni. Una nota che segnaliamo anche all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria impegnata nello svolgimento di indagini per verificare se nel corso del procedimento autorizzativo dell’impianto sono state commesse illegalità di rilievo penale. Segnalazione quest’ultima che facciamo alla locale Procura della Repubblica non certo perché pensiamo che la citata nota presenti estremi di reato (nella nostra democrazia la LNG può ovviamente dire in libertà ciò che vuole) ma perché riteniamo che la nota medesima sia utilmente rivelatrice del clima di interessi, di culture, di manovre e di pressioni nel quale si sono svolti i processi che hanno portato all’autorizzazione del rigassificatore.

Brindisi, 11 novembre 2007

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Col diretti – Terra Nostra, Fondazione “dott. Antonio Di Giulio”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”

Redazione1
12.11.2006 22:56
Brescia, raid omofobo

Raid omofobo a Brescia: svastiche e minacce ad una coppia lesbica.
I Radicali di Sinistra: urgente una riforma della Legge Mancino per estendere i reati d'odio anche alle persone omosessuali e transessuali

Comunicato stampa

Roma, 12 novembre 2006

Nei giorni scorsi l'opinione pubblica di questo Paese ha dovuto registrare l'ennesimo raid omofobico, questa volta ai danni di una coppia lesbica della provincia di Brescia.
Si tratta dell'ultimo di una una inquetante serie che impongono una forte presa di coscienza di tutta la nostra comunità nel rifiuto di qualsiasi logica discriminatoria.
Il ripetersi di questi vergognosi episodi, che sembrano un modo disperato per opporsi ad una società che è cambiata e in cui le differenze sono accettate dalla larga maggioranza delle persone, devono convincere la classe politica a non limitarsi ai soliti attestati di solidarietà, che pure sono importanti. E' arrivato il momento di dire basta. In modo definitivo.
La nostra lettera di solidarietà non intende, quindi, allinearsi ad una linea di difesa, quanto, piuttosto, vuole spingere quanti, diversamente dai Radicali di Sinistra, ha accesso alle Istituzioni per proporre una seria e moderna legislazione antidiscriminatoria.
Da due anni chiediamo una riforma urgente della Legge Mancino perché essa possa essere estesa anche ai reati d'odio ai danni dei Cittadini omosessusali e transessuali.
Il reato d'odio deve poter costituire un'aggravante in quanto forma di persecuzione e di limitazione di quei valori di inviolabilità dei diritti umani e di eguaglianza di fronte alla legge che gli articoli 2 e 3 della Costituzione sanciscono e fissano alle basi della nostra convivenza civile e democratica.
L'omofobia, gli atti di violenza, le discriminazioni sul mondo del lavoro non possono più essere una questione di ordine pubblico, ma devono trovare un'adeguata soluzione politica che ne scoraggi il ripetersi, sempre in modo più virulento.
Siamo stanchi di vivere in un Paese, unico in Europa, dove non esiste una legge antidiscriminatoria, siamo stanchi di un Paese che sa solo commuoversi senza riuscire a costruire gli anticorpi per la difesa della dignità, dei percorsi e delle scelte individuali.
Difendere le libertà a la dignità delle persone omosessuali e transessuali è un atto civile e morale che rafforza la democrazia: per tutti.
Come Radicali di Sinistra - www.radicalidisinistra.it - esprimiamo la nostra solidarietà alla coppia bresciana ed a tutte le vittime dell'omofobia, spesso taciute, continuando a lottare per una comunità più libera e continuando a chiedere, ostinatamente, una politica che si faccia carico di realizzare l'eguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini: una politica seria e responsabile è il migliore antidoto contro ogni atto omofobico.

La Segreteria Nazionale e il Consiglio Politico dei Radicali di Sinistra
Fabrizio Cianci
Erica Letizia Giannotti
Mario Braconi
Marina Belloni
Pierfrancesco Lorenzini
Fabio Sannino


Radicali di Sinistra
tel: 06.62279430
fax: 06.60507146
info@radicalidisinistra.it

www.radicalidisinistra.it

Redazione1
13.11.2006 20:53
Un paese impazzito di A.G. Gelormini

UN PAESE IMPAZZITO
di Antonio V. GELORMINI
Un gruppo di ragazzi senza pietà mena ed umilia in classe un compagno Down. La scena è integralmente registrata e si svolge, in tutta la sua drammaticità e il suo imbarazzante epilogo, in una scuola media superiore. Ma non basta. I protagonisti della bravata diffondono il filmato in internet, su uno dei siti più digitati di Google, classificato come “filmato divertente”, in una smania di perversa ostentazione del loro crudele operato. Fino al blocco e al sequestro del filmato disposto dalla Magistratura milanese.
Hinterland milanese, scuola media. Un’insegnante di matematica, 33 anni, è stata sorpresa dalla collega di educazione fisica mentre, tutta nuda, era in compagnia di cinque suoi studenti. Tre di questi avevano le braghe calate, gli altri assistevano alla scena. Il Provveditorato agli Studi di Milano ha già sospeso l’insegnante e la Procura della Repubblica di Monza ha aperto un’inchiesta per violenza sessuale e corruzione di minore.
Nel varesotto tre bambini, di 12, 7 e 5 anni, hanno subito per mesi abusi sessuali da parte del nonno, ma i loro genitori li avevano convinti a non dire nulla a nessuno per non creare scandalo.
Il prezzo del rame si impenna e la caccia “all’oro rosso” provoca linee ferroviarie interrotte, treni deviati ed innumerevoli ore di ritardo. Il metallo è rubato a cielo aperto da ladri che quest’anno hanno già provocato alle ferrovie, tra materiale, lavoro e rimborsi ai passeggeri, 10 milioni di euro di danni. Prese di mira soprattutto le trecce di rame, che si trovano lungo i binari e servono per assicurare i collegamenti dei comandi elettrici del sistema di sicurezza. Si calcola che il 24% dei ritardi possa risalire a questa singolare causa “esterna”.
A Vibo Valentia il presidente della sezione civile di quel Tribunale, una donna, è al centro di uno scandalo dai risvolti inquietanti. Al giudice vengono contestati 23 capi d’imputazione. “Era promotrice di una complessa trama corruttiva” è scritto nell’ordinanza che l’ha portata in cella. In altre parole aggiustava processi e rallentava pratiche. “Per questo”, affermano i pm “riceveva stabile remunerazione, spesso attraverso conferimento di beni in natura alimentare”. Le facevano la spesa.
Oltre 1.500 tra associazioni, istituzioni ed enti sono rimasti esclusi dalla quota statale 2004 dei fondi raccolti con l’8 per mille, destinati all’arte e alla cultura, poiché col governo precedente e il ministero Tremonti, in una crisi di creatività finanziaria, furono distolte le somme per finanziare la missione dei soldati in Iraq. Lo ha denunciato il Fai e lo ha confermato l’ex sottosegretario Vegas, vice-ministro dell’Economia nel governo Berlusconi.
I dipendenti della Cit, la Compagnia Italiana Turismo in stato di insolvenza dichiarata, attendono da mesi i loro stipendi. Ma il valzer dei commissari, che continuano ad alternarsi a seguito dei relativi ricorsi al Tar, fa sfumare un finanziamento di 65 milioni di euro di vitale importanza per gli esiti della vicenda.
L’Alitalia, la Compagnia di bandiera, è sull’orlo di una voragine fallimentare senza precedenti e le sue hostess minacciano lo sciopero per rivendicare adeguamenti alle loro divise e la possibilità di indossare i pantaloni.
I divorzi in Italia crescono ad un ritmo di una separazione ogni 4 minuti.
E volete dirmi che questo non è un Paese impazzito? (gelormini@katamail.com)


Welfare Italia
13.11.2006 21:01

Redazione1
19.11.2006 21:22
Brindisi, rigassificatore la sortita della Confindustria

RIGASSIFICATORE A BRINDISI: LA SORPRENDENTE SORTITA
DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA

Il Presidente della locale Confindustria dr. Ferrarese ha scritto una lettera al Presidente Prodi ed ha tenuto una conferenza stampa con l’intento di indurre il Governo a non mettere in discussione l’autorizzazione all’impianto a suo tempo concessa dall’Esecutivo guidato dall’on.le Berlusconi. Si tratta in sostanza di un intervento a sostegno della British Gas in aperto contrasto con l’interesse generale della nostra comunità come correttamente interpretato dalle Amministrazioni locali e dalla Regione Puglia e come direttamente rappresentato dai cittadini con innumerevoli iniziative e raduni di massa.

Nella citata lettera e nelle dichiarazioni del dr. Ferrarese non si coglie alcuna preoccupazione per il diritto dei cittadini alla tutela della loro incolumità personale e all’interesse collettivo per uno sviluppo diverso da quello finora malamente perseguito: l’uno e l’altro minacciati in modo grave dall’eventuale costruzione del rigassificatore nel porto di Brindisi ed a ridosso del centro abitato. Una significativa omissione questa come naturale conseguenza di una scelta partigiana che non appare in linea col ruolo dell’importante e qualificata organizzazione dal dr. Ferrarese localmente rappresentata. Ma c’è un’altra omissione nelle citate dichiarazioni e cioè l’assenza di qualsiasi commento al fatto che mentre la società costruttrice, per fare le sue dirette pressioni sul Governo, afferma di avere già speso ingenti somme per i lavori preparatori, non risulta che tale impiego di denaro abbia procurato alcun introito economico a ditte o lavoratori locali.

Sorprende poi che il Presidente Ferrarese indirizzi al Capo del Governo una lettera di sollecitazione a decidere da lui definita «garbata» quando poi nella conferenza stampa pone all’Esecutivo una sorta di ultimatum affermando che concede al Governo quindici giorni di tempo per decidere ed aggiungendo che in caso di mancata risposta varrà la regola del silenzio-assenso: una pretesa inammissibile perché il silenzio-assenso (come il silenzio-rifiuto) è un istituto di diritto amministrativo previsto in casi particolari da specifiche disposizioni di legge e non è certo applicabile nella ipotesi in questione in virtù dei poteri del dr. Ferrarese. Così come sorprende il proclamato proposito del Presidente della locale Confindustria di ricorrere, in caso di ritardi da parte del Governo, ad «ogni azione nelle sedi opportune, esercitando pretese risarcitorie per danni diretti ed indiretti, attuali e futuri e per perdita di chances». Una non «garbata» minaccia priva anch’essa di qualsiasi consistenza dal momento che non è dato capire a quale diritto previsto da quale disposizione di legge si collegherebbero le ventilate azioni risarcitorie.

Ad una rapida decisone del Governo nessuno è più interessato degli Enti locali e dei cittadini che sono tuttavia ancor più interessati a che ci sia il massimo approfondimento della questione utile a cogliere la peculiarità e la gravità del caso Brindisi. E ciò convinti come sono che un tale approfondimento non potrà che sfociare in una soluzione positiva del problema, una soluzione in linea con quanto il Presidente del Consiglio ha affermato il 14 ottobre ad Algeri allorquando, incontrando gli industriali italiani, ha dichiarato che i rigassificatori sono utili ma che «non si fanno imponendo tale scelta alle popolazioni e alle amministrazioni locali».

Brindisi, 16 novembre 2006



Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente

Welfare Italia
19.11.2006 21:22

Redazione1
19.11.2006 21:43
Microcredito, concluso ad Halifax il Vertice mondiale

Microcredito, concluso ad Halifax il Vertice mondiale
Yunus: la povertà è una minaccia per la pace, Banca Mondiale non fa abbastanza per i più poveri
Annunciati dieci milioni di dollari per il credito rurale in Afghanistan e un ministero del microcredito per l'Honduras

"Malgrado sia fra i donatori più ricchi, la Banca Mondiale spende solo l'1% del suo bilancio nel microcredito. È tempo di prestare più attenzione a questo strumento se si vuol creare un mondo libero dalla povertà". È quanto ha dichiarato il Nobel per la pace Mohammad Yunus al Vertice Mondiale sul Microcredito, che si è concluso ieri ad Halifax in Canada e che ha visto la partecipazione di più di 2000 delegati da tutto il mondo. Yunus ha ribadito che l'accesso al credito resta un miraggio per molti individui, non solo nei paesi poveri, ed ha aggiunto "Il sistema della microfinanza è solido se non deve contare su risorse esterne ma si sorregge da solo".
Secondo dati forniti da CreSud, tra i maggiori operatori italiani di microcredito presenti al Vertice, le Microfinance Institutions nel mondo sono tra 1500 e 2000 , ma solo 240 di queste sono raggiunte dalle agenzie di rating e dai grandi investitori internazionali, tra i quali negli ultimi anni alcuni fondi di grandi banche europee (Dexia, Rabobank, Deutsche Bank, Credit Suisse). "Resta aperto il problema di come raggiungere le MFI ancora fuori da questo circuito - ha affermato Andrea Berrini, presidente di CreSud - e di come aiutarle a crescere, irrobustendo il sistema e aumentando la concorrenza al suo interno, per raggiungere standards sempre più elevati. Come sostiene Yunus, il sistema non può poggiarsi sui fondi a dono, ma deve dimostrarsi sostenibile. È fondamentale allora il ruolo degli investitori sociali come CreSud, che veicolano risorse sotto forma di prestito, ma con una mission di utilità sociale e cioè il rafforzamento delle MFI piccole e medie".
Anche il primo ministro pakistano Shaukat Aziz ha parlato della microfinanza come "strumento basilare nei programmi di lotta alla povertà", che dev'essere sostenuto dai governi locali, ma soprattutto dalle istituzioni globali multilaterali. I leader dei paesi poveri presenti hanno quindi rivolto un appello ai governi mondiali perchè abbraccino questa idea rivoluzionaria in grado di dare autonomia proprio alle persone più povere.
Ricordando di aver lavorato egli stesso nel microcredito, il Presidente dell'Honduras Manuel Zelaya ha espresso la volontà istituire al più presto un sottosegretariato apposito.
L'agenzia statunitense di sviluppo internazionale USAID e l'istituzione di microfinanza FINCA International hanno annunciato un nuovo programma di credito rurale in Afghanistan per molti milioni di dollari. USAID fornirà a FINCA un fondo di garanzia di 10 milioni di $ per aprire cinque nuove sedi e aumentare i clienti fino a 45.500 in varie province, permettendo così ai contadini afgani di avviare micro imprese.
La Fondazione Grameen ha lanciato Mifos, un sistema di gestione di informazioni open source, che permetterà di allargare la tecnologia più avanzata agli operatori di microfinanza in tutte le aree del mondo, rivoluzionando il loro modo di lavorare.
Infine, il Bangladesh ha annunciato che presenterà una risoluzione all'Assemblea delle Nazioni Unite per sollecitare la comunità internazionale ad impegnarsi per centrare i nuovi obiettivi della Campagna del Microcredito: garantire l'accesso al credito per 175 milioni di persone entro il 2015 e far sì che 100 milioni dei più poveri del pianeta possano oltrepassare la soglia di un dollaro al giorno.
A questo proposito, dieci delle maggiori MFI - tra le quali BRAC, FINCA International, Opportunity International e la Confederazione Asiatica delle Credit Unions - si sono impegnate a lavorare con la campagna per trovare ed elaborare metodologie attendibili di rilevazione statistica relativa alla "fascia critica" dei clienti del microcredito, i "poverissimi", per misurare quanti di loro riescono a superare questa fatidica soglia e riportare questi dati annualmente.

UFFICIO STAMPA:
Agenzia Metamorfosi - Comunicare il cambiamento sostenibile
Cecilia Stefani 328 3765527 - Duccio Tronci 338 6250252

Redazione1
19.11.2006 21:50
Congo, elezioni regolari

Resi pubblici nella serata di mercoledì 15 novembre i risultati delle presidenziali del 29 ottobre. Il Presidente Kabila vince con il 58,05% dei voti. L'Est del Paese festeggia la vittoria del suo candidato; nell'Ovest e nella capitale Kinshasa, dopo gli scontri di sabato 11 e nonostante le contestazioni, regna la calma.
Gli osservatori italiani che si sono recati in Congo per monitorare le elezioni:
“Possiamo affermare di aver osservato elezioni libere e trasparenti”
Gli scontri scoppiati sabato 11 a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo,
avevano fatto temere il peggio. Ma la situazione è velocemente rientrata; le contestazioni e le accuse sono rimaste verbali, sebbene la tensione sia salita ad altissimi livelli lunedì e martedì. In particolare, una dichiarazione resa dal Cardinale Etsou a Radio France International sembrava accusare apertamente il Presidente della Commissione Elettorale Indipendente di brogli per
favorire il candidato Kabila. Intanto lo sfidante, il Vice Presidente Bemba, presentava già le sue contestazioni sulla base dei dati parziali resi pubblici man mano che i Centri di Compilazione dei Risultati completavano il loro lavoro.
L'intera Presidenza della Commissione Elettorale Indipendente, composta da nove persone nominate da ciascuna delle componenti delle Istituzioni della Transizione, compresi quindi i rappresentanti dei due partiti dei candidati, ha annunciato nel corso di una riunione al Grand Hotel nella tarda serata di mercoledì 15 i risultati provvisori: Joseph Kabila Kabange: 58,05%; Jean-Pierre Bemba Gombo: 41,95%. I risultati saranno resi definitivi solo dopo che la Corte Suprema avrà esaminato gli eventuali ricorsi e contestazioni.
Il Vice Presidente Bemba ha dichiarato oggi pomeriggio: "Non posso accettare questi risultati che sono lontani dal riflettere la verità delle urne. Mi impegno a usare tutte le vie legali per fare rispettare la volontà del nostro popolo."
Al ballottaggio del 29 ottobre (le prime elezioni libere del Paese da oltre 40 anni) avevano assistito un migliaio di osservatori internazionali, dispiegati per monitorare le elezioni e garantire credibilità a livello internazionale, con il compito di vigilare sul corretto svolgimento delle votazioni. Tra di loro, un gruppo di volontari italiani che ha risposto all'appello dell'associazione “Beati i costruttori di pace” (www.beati.org).
Si trattava dell'unico gruppo di osservatori internazionali partito dall'Italia, e l'unico formato da volontari che hanno autofinanziato il loro viaggio. Sono 35 persone, di età compresa tra i 24 e i 63 anni, provenienti da ogni parte del Paese.
Sono stati inviati in 14 differenti destinazioni, nel cuore della regione del Kivu, a Est della Repubblica Democratica del Congo. I luoghi delle osservazioni sono stati scelti poiché si trattava di territori dove si sono scatenati gli scontri durante la guerra, e dove tuttora persistono tensioni, oppure perché particolarmente significativi dal punto di vista sociale e politico. Sono anche destinazioni dove difficilmente si sarebbero recati osservatori di altre missioni internazionali.
Dal loro lavoro è scaturito un primo rapporto preliminare che l’associazione ha già inviato alla Cei e alla missione Onu in Congo (Monuc).
Dalle osservazioni registrate, l’associazione sostiene che quelle congolesi sono state “elezioni libere e trasparenti”.
E oggi in una nota gli osservatori italiani affermano: “Abbiamo portato a termine una missione di osservazione elettorale nell'est del paese. Lo abbiamo fatto come nostro piccolo contributo alla pace nell'RDC. Abbiamo conosciuto le zone della guerra, durante le guerre. Abbiamo visto la determinazione delle popolazioni civili di quelle zone ad uscire dalla guerra con la costruzione della democrazia. A conclusione del nostro rapporto preliminare abbiamo scritto di aver assistito ad elezioni libere democratiche e trasparenti. Ed abbiamo esteso a tutti i candidati, ai due candidati alle presidenziali come a tutti i candidati alle provinciali, un appello ad accettare i risultati delle urne, ma anche a fare proprio lo spirito con il quale il popolo congolese ha costruito ed ha partecipato da protagonista al processo elettorale. Uno spirito che vuole porre la parola fine ad una storia di guerra. Che vuole costruire pace nella democrazia, che vuole dare la parola alle urne e non più alle armi”.
……………………………………

Ecco una sintesi del loro rapporto preliminare:



(…) “La prima considerazione che vorremmo fare è di complimentarci per i grandi sforzi fatti da tutte le strutture della CEI nel miglioramento delle procedure e nella risoluzione di ambiguità nelle istruzioni per il voto, modifiche suggerite da noi e dalle altre missioni internazionali di osservazione.

La Circolare della CEI sull'assistenza da fornire agli elettori analfabeti è stata chiaramente oggetto di approfondimento nei corsi di aggiornamento del personale di numerosi seggi. Nelle località più isolate, questa Circolare è arrivata con ritardo. Tuttavia, là dove è stata ricevuta in tempo utile, i nostri osservatori hanno notato una ridotta presenza di accompagnatori dietro gli “isoloirs”, con alcune eccezioni che persistono negli ambienti rurali. In alcuni casi l'applicazione della nuova procedura ha significato una ridotta assistenza ai votanti; in altri, si è sacrificata la segretezza del voto. Complessivamente, però, la nuova procedura è stata applicata dal personale dei seggi in uno spirito di trasparenza e di chiarezza. Crediamo che la garanzia del diritto di voto per gli elettori analfabeti potrebbe ancora essere migliorata.
I problemi relativi alla dichiarazione di nullità delle schede votate, durante la fase dello spoglio, sono stati ampiamente superati da nuove istruzioni diramate al personale dei seggi, che hanno permesso di risolvere alcune ambiguità osservate in luglio. I nostri osservatori hanno notato una generale unanimità di valutazione. La chiarezza delle istruzioni ricevute (arrivate ai membri dei BVD e ben comunicate da questi agli elettori) ha aiutato i votanti: il numero delle schede nulle è stato ovunque minore rispetto a luglio.



Media e campagna elettorale: il sistema introdotto dalla Haute Autorité des Médias (HAM) di sanzioni positive e negative sembra aver contribuito ad una sensibilizzazione etica di giornalisti e media.



Atmosfera generale prima del giorno del voto. Nelle città la campagna elettorale si è svolta in un clima rumoroso, con molti cortei, ma senza animosità tra i sostenitori dei diversi candidati. In alcuni ambienti rurali, invece, la campagna elettorale è stata pressoché inesistente.

Il silenzio elettorale della vigilia è stato complessivamente rispettato. A differenza di luglio, si sono, però, osservati dei casi di mancato rispetto: i nostri osservatori hanno notato ancora la presenza di manifesti e striscioni elettorali in alcune località e anche la distribuzione di T-shirts elettorali il sabato 28 ottobre.



Il giorno del voto. Nella città di Bukavu si è osservata una grande calma, tanto da far temere un'affluenza molto ridotta di votanti. Ma gli elettori erano meglio organizzati rispetto a luglio, e si sono recati ai seggi in orari diversi lungo l'arco della giornata. Non si sono più viste le lunghe code all'apertura dei seggi, come a luglio, ma il tasso di partecipazione non si è ridotto di molto. Nel Territorio di Masisi i nostri osservatori hanno avuto l'impressione di una affluenza molto più bassa che in luglio: sebbene non abbiano avuto la possibilità di verificare con testimonianze dirette, è ipotizzabile che alcune forze politiche abbiano scoraggiato la partecipazione al voto. Negli ambienti rurali di Walungu, invece, l'affluenza è stata uguale o superiore a luglio.



Il personale dei seggi. Tutti i nostri osservatori hanno constatato un alto livello di competenza, accompagnato da grande gentilezza, da parte di tutti i membri dei BVD.

In tutti i seggi osservati i materiali elettorali erano arrivati per tempo.



I voti per deroga. Le nuove procedure di voto per deroga erano ben conosciute dal personale dei seggi e sono state ben applicate. Il grande numero di votanti in deroga, però, ci ha reso più difficile una esatta valutazione dell'affluenza per seggio e potrebbe anche aprire la strada a irregolarità.



Nei due casi di incidenti osservati, le tensioni si sono create e sviluppate al di fuori dei seggi. Suggeriamo una presenza più numerosa e coordinata di Mediatori di Conflitti fuori dai seggi, affinché possano intervenire tempestivamente a dissipare le tensioni che si propagano facilmente tra la folla.



La polizia ha assolto ai suoi compiti in maniera esemplare, senza mai mostrare atteggiamenti autoritari o di violenza.



I Rappresentanti di lista (témoins) e gli Osservatori nazionali erano molto più numerosi che a luglio: a volte questo ha obbligato i Presidenti di seggio a chiedere ad alcuni di questi di uscire dal seggio poiché la loro presenza troppo numerosa interferiva con il regolare svolgimento delle operazioni di voto.



La nostra Missione è terminata il 1 novembre. Di conseguenza, l'osservazione delle operazioni nei Centres Locaux de Compilation des Résultats (CLCR) è stata solo parziale. Possiamo solo affermare di aver osservato un grande sforzo, rispetto a luglio, per organizzare in modo più ordinato ed efficiente la ricezione dei plichi sigillati e il lavoro di compilazione dei risultati.



(…) Possiamo affermare di aver osservato elezioni libere e trasparenti. Ringraziamo la CEI, la MONUC e tutte le organizzazioni di società civile e le confessioni religiose che hanno lavorato per permettere alle donne e agli uomini della Repubblica Democratica del Congo di esprimersi liberamente.



Facciamo appello ai candidati affinché rispettino le scelte e la volontà del popolo. Chiediamo loro di rispettare il risultato delle urne, ma anche di capire lo spirito con il quale il popolo si è impegnato nel processo elettorale. E di rispondere così alla grande speranza di pace nella democrazia che queste elezioni hanno acceso nelle donne e negli uomini di questo Paese”.













Ufficio stampa Beati i Costruttori di Pace

Mariagrazia Bonollo, 348 2202662

Redazione1
19.11.2006 22:14
L'assemblea della Rete dei Cittadini Ulivo di M. Cellai

Nei giorni 1 – 2 – 3 Dicembre, la “Rete dei Cittadini per L’Ulivo” terrà al Palazzo dei Congressi di Montecatini Terme (PT) la sua quarta Assemblea Nazionale, che si svolgerà attorno al tema “Rinnovare la democrazia-Costruiamo insieme il partito democratico”. Saranno presenti i comitati aderenti alla Rete, ma anche quelle realtà associative con le quali i CpU hanno condiviso in questi mesi l’impegno per il raggiungimento di obiettivi politici fondamentali, quali la costruzione dell’Ulivo, la ricerca del consenso dei cittadini a sostegno del progetto di governo dell'Unione, la Costituzione, come cardine fondamentale di una nuova stagione di democrazia e sviluppo.
Oggi tanti italiani ci chiedono di contribuire a rinnovare la democrazia italiana, attraverso un percorso costituente che conduca a “L’Ulivo – Partito Democratico”, caratterizzato dalla partecipazione dei cittadini, chiamati a svolgere un ruolo effettivamente decisionale. Il seminario di Orvieto è stato un significativo passo avanti in questa direzione.
Con questo evento nazionale i CpU intendono offrire un contributo ulteriore al percorso costituente: l’Assemblea sarà una “piazza aperta” alla riflessione e al confronto tra associazioni nazionali e locali, con cui si cercherà di costruire una proposta comune per “rinnovare la democrazia” e, sulla base di contenuti e proposte precise, sarà luogo di un pubblico dibattito con i partiti e gli eletti nelle istituzioni, ai quali è rivolta la proposta di costruire insieme L’Ulivo – Partito Democratico.
Chiediamo agli organi di stampa di divulgare la notizia e di essere presenti ai lavori della Assemblea, che si svolgerà nel pomeriggio di venerdi 1 (piazza delle associazioni) e per l’intera giornata di sabato 2 dicembre (incontro con partiti ed eletti).
Ringraziando per l’attenzione e in attesa di un positivo riscontro, porgo cordiali saluti.
Massimo Cellai

Redazione1
22.11.2006 22:54
Riflessioni su Cuba

Cari amici e compagni,

abbiamo di recente vissuto un'esperienza a Cuba e come sempre siamo ritornati con tanto desiderio di ritornarci quanto prima......
Siamo riusciti nel nostro intento di rinnovare i contatti ed i rapporti con le persone che a noi sono più care e con le quali da anni sviluppiamo una relazione di rapporti e di scambio di informazioni sulle rispettive realtà dei nostri due Paesi Cuba e l'Italia.
Proprio in questi giorni si stà realizzando la IX Settimana della Cultura Italiana a Cuba, una importante rassegna di incontri e dibattiti oltre che di spettacolo organizzata dalla nostra Ambasciata all'Avana e la Società Dante Alighieri sempre dell'Avana, presiedutra da Eusebio Leal Historeador dell'Avana.
La nostra permanenza di tre settimane ci ha consentito di conoscere alcune delle più significative città di Cuba da Santa Clara a Caibarien a Remedio, Sancti Spiritus, Trinidad, Ciuenfuegos, Guama e la mitica e sempre più affascinante La Habana.
Un percorso costellato da visite e incontri con amici sindacalisti e dirigenti del Poder Popular, oltre a conoscenze che ormai da 10 anni cooperano con noi grazie ad un protocollo sindacale sottoscritto nel Dicembre 1996 a Santa Clara tra le Organizzazioni Sindacali del Commercio e dei Servizi della CTC e della FILCAMS CGIL della Lombardia e di Santa Clara... Protocollo sindacale da rinnovare con i nuovi Dirigenti eletti.
Il nostro gruppo era composto da 15 persone, almeno otto non hanno partecipato per la campagna diffamatoria diffusa ancora una volta dal Corriere della Sera e riproposta dai tre canali televisivi nazionali rispetto alla epidemia del Dengue, un fattore sempre presente in tutti i Paesi dell'area tropicale dove non c'è paese come Cuba che la combatte con metodi preventivi universalmente riconosciuti ma che ha comunque offerto l'occasione per infierire ingiustamente un duro colpo a Cuba, alla sua economia.
Solo in Italia, si è enfatizzato srumentalmente un problema conosciuto, diffondendo notizie false e sproporzionate addirittura si è parlato di oltre un migliaio di vittime come se i morti venissero raccolti per le strade di Cuba con il silenzio e l'omertà di un Governo proteo ad occultare ed ingannare l'opinione pubblica internazionale.... un fatto grave, inamissibile che ha visto complice ancora una volta la stampa e i mezzi di comunicazione del nostro paese al massimo livello... PERCHE' ? E' SEMPLICEMENTE UNA VERGONA !!!! Come una vergona è la RAI INTERNAZIONALE unico nostro contatto con l'Italia per tre settimane ci siamo assorbiti i Tolk Show di intrattenimento di Magalli, di "Un posto al sole" altri dibattiti insulsi e di perdi tempo per renderci sempre più imbecilli non solo in Italia ma anche all'estero....CHE VERGOGNA.... Mi auguro che qualcuno intervenga faccia qualcosa....
peggio non si può, diciamo che è difficile farlo.
Per fortuna erano solo alcuni momenti prima che ci addormentassimo.... dopo le nostre giornate intense di visite e di incontri e di conoscenze a tutto tondo.
Un esperienza innovativa del nostro viaggio è stata la nostra partecipazione al VI Festival Internazionale del Bridge che si è svolto tre giorni all'Avana ed altri quattro a Varadero... abbiamo conosciuto un sacco di persone provenienti da ogni parte del mondo erano oltre 120 i partecipanti, tra questi la sorella di Fidel Castro, Emma. Persone di ottima qualità sia umana che sul piano del gioco...una bellissima esperienza da ripetere ed arricchire con altrettanti giocatori, la delegazione italiana era la più consistente con oltre 25 partecipanti. Ci siamo impegnati con gli amici cubani ad organizzare un gemellaggio di livello con il Circolo dell'Avana ed inoltre ci attiveremo perchè le Autorità sportive cubane possano riconoscere la costituzione di una loro Federazione cubana del Bridge.
E' un obbiettivo importante per questi giovani cubani, ragazze e ragazzi quasi tutti laureati professionali che vorrebbero ottenere questo risultato di un riconoscimento del Bridge, una disciplina sportiva della mente come del resto lo è in tutto il mondo..speriamo di riuscire in questo nobile impegno...
La situazione politica è sempre efervescente la convalescenza di Fidel Castro suscita emozioni in tutta la gente, una persona unica insostituibile per la sua storia, la sua coerenza e fedeltà agli ideali ai valori della Rivoluzione che ovviamente non sono di facile comprensione ai giovani i quali si auspicherebbero un maggiore dinamismo nella vita sociale politica ed economica del Paese.
I frutti del suo lavoro sono evidenti a tutti il livello di cultura di dignità di profonda conoscenza di rispetto delle persone da quelle più deboli rappresentano un patrimonio fondamentale che porrà la Rivoluzione e i suoi ideali fondanti al sicuro per molti decenni in questo Paese..... Gli avvoltoi spesso annidati all'estero che si auspicano la morte e l'affossamento dei valori della Rivoluzione cubana, stiano pur tranquilli... questo non avverrà mai. Cuba è e rimarrà un'nomalia nel panorama internazionale... anche se oggi sempre più altri popoli e Paesi Centro e Latini Americani si auspicherebbero un'avvicinamento agli indici di qualità e vivibilità che Cuba e Fidel hanno garantito a tutto il popolo.
Ci spenderemo sempre anche nel nostro futuro per difendere e valorizzare quanto stanno facendo i nostri amici cubani che, badate bene non chiedono nulla, loro esigono il rispetto della loro esperienza e del loro cammino, questo rispetto dovrebbe valere per tutti, per un mondo migliore a misura delle necessità e del rispetto dell'intera umanità.
Pertanto continueremo a proporre questa esperienza dei "viaggi di conoscenza e di solidarietà con Cuba" è sicuramente il modo migliore per approcciarsi a questa "esperienza unica" non con i pregiudizi e i preconcetti ma con la curiosità di conoscere e imparare esperienze di vita diverse dalla nostra.
Un caro saluto a tutti

Sergio Fenaroli, Lecco

Redazione1
9.12.2006 14:29
Genova, il cambio di marcia è possibile di A.Agostini


GENOVA UN CAMBIO DI MARCIA E' POSSIBILE E NECESSARIO

Il dibattito in corso sui canditati sindaci per le prossime amministrative , tutto incentrato sulla personalizzazione dei candidati e sulla loro capacità maggiore o minore di attrare il consenso dei votanti, tende a sottovalutare un problema molto grosso che non è tanto quello del programma - che è e resta enorme - , ma quello di quale cultura politica e amministrativa andrà a gestire le amministrazioni nei prossimi anni.
Nel decennio trascorso tutti gli indicatori sulla qualità della vita degli abitanti e dell'ambiente sono colati a picco. Certo non è estranea a questo rovinoso precipitare la qualità personale degli amministratori - veramente pessima - , o il sistematico conflitto di interessi che ha vincolato molte scelte delleamministrazioni, certo però qualche cambiamento di faccia e qualche tecnico capace messo al posto giusto e in condizioni di fare il suo lavoro non potrà risolvere le sorti di una città e una provincia in condizioni di vistoso decadimento.
E' la scelta culturale della politica che si misurerà con il territorio che è chiamata ad amministrare il vero nodo della questione.

Partirei da un primo pilastro nel comune sentire della classe politica che ci ha amministrato che è quello dello sviluppo - più o meno sostenibile - . Il concetto di sviluppo - ripeto con qualunque aggettivazione lo si voglia accompagnare - è strettamento connesso a quello di crescita e il convincimento del ceto politico che ci ha governato fin qui è che non ci possa essere sviluppo senza crescita.

Ma non è assumendo il concetto di limite e una cultura economica che non opprima i più deboli a vantaggio delle elites economiche e politiche che ci puo' far risolvere il problema. Ci ritroveremmo sempre all'interno di un paradigma quantitativo.
Se noi vogliamo una gestione della cosa pubblica che muti nettamente i suoi indirizzi è necessario smettere di considerare l'economia come momento centrale dell'agire politico ed amministrativo.

La scelta - e la sfida culturale e politica che ne consegue - non puo' essere che quella di passare dal piano quantitativo a quello qualitativo e assumere come chiave di lettura la qualità dei sistemi territoriali.
Se noi assumiamo come criterio di giudizio non tanto il pil o il volume di traffici o di costruzioni fatte ma la salita o discesa degli indicatori qualitativi - per le persone, la collettività, l'ambiente - ecco che diviene naturale il passaggio dal prevalere dell'accumulazione e della fruizione a livello individuale di beni privatizzati alla diffusione del benessere collettivo.

Per questo è necessario rivalutare la complessa rete dei vincoli di interdipendenza che legano tutte le componenti del territorio e la sperimentazione luogo per luogo delle alternative possibili.
Certo nella visione che qui si propone il benessere è altro, vive sull'uso sapiente dei beni comuni, della ricchezza delle relazioni, dell'equilibrio tra esigenze e bisogni differenti, dell'armonia come valore principe da condividere.

Passare da un paradigma all'altro necessità di una discontinuità molto netta in particolare in riferimento all'idea che l'aumento della ricchezza - per pochi - si riverberi in termini di potenzialità per tutti. Non è così, non lo è mai stato e bisogna dirlo chiaro non lo sarà mai. E non è vero che lo sviluppo della cienza ci salverà . Purtroppo le scelte della politica hanno sempre fatto prevalere i miti dell'accumulo e le "eccezzioni" sono sempre a sfavore della saluta e della qualità della vita dei più. E come ben sappiamo da big pharma a bio-agricoltura ci sono sempre tecnici e accademici che per denaro sono disposti a difendere le ragioni di chi li paga.

L'idea politica per cui propendiamo e che è anche la sfida che ci affascina è quella di una cultura politica ed amministrativa che sappia farsi promotrice di una gestione fondata sulla partecipazione e sulla cooperazione. I saperi e le identità diffusi sul territorio sono una ricchezza per tutti che solo un mutamento di paradigma nell'agire politico e amministrativo potrà portare a tutti.

Allo spezzettamento del territorio, alla frantumazione delle identità comuni, al trasferimento promosso o subito non importa di migliaia di persone da un'area all'altra del territorio per soddisfare le leggi dell'accumulo e del profitto dei pochi va data una risposta ben diversa dei pochi balbettii fin qui pronunciati da candidati o presunti tali.

Diciamo che alcune leggi vanno rispettate , contro le esigenze dello "sviluppo economico " proposto.

Esistono dei limiti ben precisi e definiti dalla legge che non devono essere più sforati : quello dell'aria - il traffico e la contaminazione dell'aria che ne consegue ha effetti devastanti sulla qualità dell'ambiente e della salute dei cittadini e dell'ambiente con costi che vanno internalizzati e non scaricati - al solito - sul pubblico.

Esistono degli spazi minimi di aree a servizi fruibili per le persone - verde , servizi e altro - , questi sono definiti per legge e sistematicamente elusi da amministratori e imprenditori a fini di profitto. I tecnici che conteggiano i parcheggi, le rotatorie , le scarpate, le aree verdi irregiungibili come aree nella disponibilità dei cittadini lavorano per i pochi, non certo per chi li paga - i cittadini - .

Esistno beni culturali fondanti delle identità delle città che sono sistematicamente travolti dalla incontrollata crescita dei bisogni consumistici indotti per cui piazze, giardini, aree golenali, palazzi storici e quant'altro sono sistematicamente preda degli appetiti privatistici che ci costringono a incontrarci negli spazi del consumo anzichè nelle nostre piazze e nei nostri giardini.

Genova è una città di mare dove i cittadini nella stragrande maggioranza non possono nemmeno vederlo il mare, meno che meno usufruirne e le risposte - le migliori - che ci sono state date sono la costruzione di spazi privatistici di ulteriore antropizzazione e cementificazione della costa, posti barca e campi da golf - con annessi appartamenti vista mare puzza di cloaca compresa - il cui valore esclude dalla loro fruizione la maggioranza degli abitanti e scarica sull'ambiente il peso di un'ulteriore pesante serie di fonti di inquinamento.

La giustizia. Il controllo del territorio a parte dei nostri amministratori è risibilmente inadeguato nei numeri, negli uomini e nelle risorse destinate.
Se i dati sindacali ci dicono che nel settore edilizio il 75% dei cantieri vanno avanti in condizione di costante illegalità - illegalità tollerata e non perseguita dalle amministrazioni - che cosa sarebbe dei nostri grintosi imprenditori e del loro modello di sviluppo se dovessero rispettare le regole e competere sul mercato senza i continui trucchi e le rimozioni che li favoriscono a scapito dei loro lavoratori e di tutta la popolazione residente ?
Queste considerazioni macroscopicamente rilevabili da chiunque si aggiri in prossimità di un cantiere cittadino possono essere riferite al comparto dei rifiuti, del ciclo dell'acqua, al lavoro minorile, ai diritti dei migranti , agli spazi culturali e a quelli comuni.

Certo, un rispetto della legge che tuteli tutti , una trasparenza amministrativa che semplifichi e condivida le scelte, una condanna certa dei colpevoli rappresentano valori spesso enunciati ma mai perseguiti dalla attuale e dalla precedente amministrazione.

Sono dieci anni che i ricchi si arricchiscono e i poveri diventano più poveri con la benedizione di un ceto politico che tradisce costantemente i suoi ideali dichiarati per la propria autoconservazione gerontologica e per il debito - politico e culturale - che ha verso e lobbies che lo hanno espresso.

Una svolta è possibile e ancor più è necessaria se vogliamo dare un senso credibile alle nostre parole e al nostro futuro.

andrea agostini

Redazione1
9.12.2006 18:15
Roma, primarie aperte di G. De Simone

Questo messaggio è indirizzato a tutti coloro che nel corso di questi anni o anche solo ultimamente hanno in vari modi collaborato al progetto d'introduzione delle PRIMARIE APERTE nel sistema elettorale italiano.

Mercoledì prossimo, 6 dicembre 2006, alle ore 10:00, presso l'Albergo Nazionale in Roma (Piazza Montecitorio, 131), presenteremo alla stampa:
> la Proposta di legge d'Iniziativa Popolare che introduce le Primarie in tutto il sistema elettorale italiano,
> la campagna "verso l'Italia delle Primarie" per la raccolta delle firme dei cittadini italiani sulla proposta di legge,
> la sua manifestazione clou: LA SPEDIZIONE DEI 1001, l'evento che dal 31 marzo al 2 giugno 2007 coinvolgerà l'intera nazione nel percorso finale attraverso tutta Italia per la raccolta delle firme, fino alla loro complessiva consegna in Parlamento l'8 giungo 2007.

La presenza alla Conferenza Stampa di coloro che hanno contribuito con la loro opera ed idee a rendere possibile tutto questo sarà particolarmente gradita.

Pertanto, Vi invito ad unirvi a noi in tale occasione.

Altrettanto spero che sarete presenti anche nel fatidico momento, alle ore 18:30 di martedì 10 gennaio 2007 (l'appuntamento a Roma è per ora fissato in Piazza Montecitorio, sempre presso e di fronte all'Albergo Nazionale) in cui avvieremo la raccolta delle firme, in contemporanea a Roma ed in varie città italiane, ma anche a New York, dove sarò personalmente per dare modo agli italiani all'estero di essere protagonisti di questa iniziativa popolare quanto i loro concittadini in patria.

In queste due occasioni così come nelle successive che si presenteranno nel corso della Campagna "Verso l'Italia delle Primarie" avrò sicuramente modo di dare merito a tutti voi pubblicamente per il vostro contributo.

Da parte mia, lasciate che vi ringrazi fin d'ora personalmente per quanto avete fatto per questo progetto.


Con affetto, il sempre Vostro primarione
Guido De Simone

Redazione1
9.12.2006 18:27
L’INCERTEZZA DEL DIRITTO di A.V.Gelormini

L’INCERTEZZA DEL DIRITTO
di Antonio V. GELORMINI
Da oggi certamente la Magistratura è più sola. E di questo non potrà che darne conto a se stessa. Da oggi, di certo, il diritto è più incerto. E questo grazie alla singolare sentenza della Corte di Cassazione, che ha annullato le condanne di primo e secondo grado del processo Sme per “incompetenza territoriale”. Una sentenza del massimo grado giudicante dell’ordinamento giudiziario italiano che, come tale, non è contestabile.



Sarà pur vero, come ha affermato autorevolmente l’ex primo presidente della Corte, il giudice Marvulli, che tra le righe di una sentenza del 2003 c’era l’avvertimento sulla competenza della sede processuale della vicenda, che vedeva coinvolti gli avvocati Previti e Attilio Pacifico e l’allora capo dei giudici preliminari Renato Squillante. Ma a parte le valutazioni sull’opportunità di trasmettere un’indicazione più o meno in codice, al cittadino medio oggi risultano incomprensibili la tempistica e il distacco dal merito della questione.



E’ sconcertante. Per quanto ci si sforzi, non si riesce a capire quale tipo di garantismo consente di vanificare il lavoro, la tenacia e l’impegno di tanta gente, perché quel lavoro lo hanno svolto organismi non competenti. E ce lo dite oggi, dopo dieci anni?



Forse trovare il modo di sospendere le condanne e verificare se la sede competente potesse ritenere valido il lavoro già svolto, sarebbe stato più opportuno. Ma probabilmente questo non è contemplato dal nostro ordinamento. Fatto sta che la sentenza azzera tutto a pochi mesi dalla prescrizione.



La vicenda non riguarda i soli giudici di Milano, ma l’intero ordinamento giudiziario per due ragioni ben precise. Perché in dieci anni ci sono state decisioni e sentenze in merito prodotte da diversi organi e gradi, fino ad interessare la stessa Corte di Cassazione. E perché due sentenze di condanna, per il caso Sme, annullate solo per questione di competenza territoriale, non cancellano l’accertata corruzione di alcuni altri giudici. A meno che non si voglia ammettere che i condannati possono risultare tali per alcune sedi processuali e invece innocenti per altre corti.



Mancano risorse finanziarie per la carta, le fotocopie e i raccoglitori, ma sarà pure legittimo chiedersi: quanto è costato un processo come questo per arrivare ad un nulla di fatto, che in realtà offende i cittadini e discredita l’istituzione? Entrando in un’aula di tribunale e leggendo quel nobile ammonimento incastonato sul muro, al di sopra del banco coi tocchi e le toghe, ti coglieva un filo di timore e veniva spontaneo togliersi il cappello.
Ancora una sentenza come questa e sputare per terra non meraviglierà più nessuno. (gelormini@katamail.com)

Redazione1
9.12.2006 18:30
Ho una certa età...sono del 1948 di F.Testa

Ho una certa età, sono del 1948, ed ho "fatto", o meglio ho "subito", il '68
nel senso che non condividevo e non condivido la violenza ne rossa e meno
ancora se FASCISTA, ero in piazza Loggia il 28 Maggio 1974 e la cosa mi ha
profondamente sdegnato e segnato, ma da quegli anni ed anche da quelli
precedenti per cultura familiare e scolastica, ho sempre pensato e vissuto
facendo valere i miei DIRITTI ma sempre dopo aver espletato i miei DOVERI, e
questo e stato anche il nostro (mio e di mia moglie) insegnamento alle
nostre 2 figlie, ora trentenni, che per questo spesso sono in contrasto con
i loro coetanei.
Detto questo mi sono chiesto e vorrei chiedervi MA DOVE SONO ANDATI I
PRINCIPI CHE ANIMAVANO QUEGLI ANNI?, quale generazione abbiamo allevato tesa
solo all'apperenza, alla ricerca del benessere a qualsiasi costo, senza
tener conto dei propri DOVERI e soprattuttto dei DIRITTI altrui.
L'egoismo è la regola di vita attuale, anche dei meno giovani, anche tra
coloro che si "offrono" al volontariato, anche fra alcuni iscritti a questa
lista (per es. vedere le e-mail per i 75.000 euro).
So che stò generalizzando e che non tutta la società è così fortunatamente e
spero di ricevere una montagna di smentite, ma vorrei che analizzaste
obbiettivamente anche situazioni a voi note o vicine prima i rispondermi.
Vorrei ora attualizzare, oggi si svolgerà la "grande" manifestazione del
centrodestra (spero che sia un flop come a Vicenza), ad ogni modo, come
qualcuno ha già scritto su questo forum, fra loro c'è sicuramente la maggior
parte degli evasori/elusori fiscali, anche sei vari Schifani, Biondi ecc.
ecc. difendonono il POPOLO ITALIANO dicendo che il governo di Prodi ritiene
tutti gli Italiani evasori, ecco io vorrei che con incalzante frequenza il
Governo ci dica, su giornali e TV, quali sono gli evasori, quanto evadono e
quali sono i risultati della lotta all'evasione, il Governo non deve aver
timore di dire quanto di buono sta facendo per migliorare la situazione.
Un'ultima osservazione riguarda la scuola, qui secondo me l'eredità del '68
è fortemente negativa, non so se fra le materie di studio ci sia ancora
l'EDUCAZIONE CIVICA, ecco secondo me questo è fondamentale come
insegnamento, insiene a quello familiare, se vogliamo che la nostra società
abbia un futuro CIVILE e non una società basata solo SUI DIRITTI del
SINGOLO e SULLE RISORSE ECONOMICHE INDIVIDUALI, in poche parole una scietà
bella di fuori ma animalesca di dentro dove il più forte, il più furbo, il
più arrogante avrà sempe la meglio.
Scusate lo sfogo un saluto.
Fernando Testa

PS: non so se questa mail verrà letta anche da qualche politico
dell'Ulivo(Unione) o del CentroSinistra, ma se qualcuno ha la possibilità di
girarla ad altre liste e/o partiti della coalizione, sarei contento di avere
amche il loro parere. Grazie

Redazione1
9.12.2006 19:15
MEAT PORC LAB SUL PO di L.Boschi

MEAT PORC LAB SUL PO

Al MITLAB di Boston, in terra ducale, si risponde col MEATPORCLAB sul Po. Di incoerenza a Parma si muore. Ma non solo qui, se può essere di sollievo.
Ospite nella terra del porco il professor Veronesi, famoso scienziato, vegetariano per scelta etica: "Non sopporto -diceva in una intervista- l'idea di mangiar carne e far soffrire inutilmente gli animali". L'etica vorrebbe, professore, che anche i proventi derivanti dall'industria delle carni non fossero raccolti! Sarebbe come raccoglier fondi per la pace dai produttori di armi! Ma cosa non si fa per la ricerca! Eh! Tralasciamo queste coerenze "estreme", auspicabili negli uomini di scienza, e parliamo di coerenza made in Parma. Nell'incontro promosso dall'AIRC, a fianco del professore, il fondatore di maialarte, il promotore dell'industria animale, il cultore di ogni cibo rigorosamente di origine porc. Poi qui di feste del maiale sono piene le piazze dalla bassa alla collina alla montagna. Dopo i giorni nell'industria a lavorar carni, il sabato e la domenica alè in giro per le piazze a alimentare il palato e gli organi con carni in vena: salumi, costine e arrosti misti.Insomma si fa per dire, ma qui di maiale si muore!
Ma che medicina preventiva, consapevolezza individuale.Ma va là!
Nonostante che qui a Parma sembra vi sia una vera epidemia da tumore al colon e alla prostata, e una pandemia da diabete, si continua con le assidue, golose cure a base di salumi e carni rosse...E chi se ne frega della salute!! Il colesterolo è basso, viaggia, se va bene, tra 220 e 240. Un po' altino? No, si può andare oltre! Si può fare di più! Colesterol no limit! Il sangue dell'uomo diviene carne!
La generosità nella raccolta fondi per il professore non è esente da un lieve, celato interesse economico: Veronesi inventi una pillola anticancro così, noi, continuiamo a produrre i nostri benefici salumi.è un problema altrimenti.non vorrà far mangiare tutti da vegetariani? Ci sono posti di lavoro da difendere. Abbiamo convinto anche i musulmani a lavorar il maiale! Poi c'è un mercato.E le nostre ville, le nostre barche, le nostre amanti, tutto fatto col sangue del maiale.lei capisce?.Cosa ci vorrà ancora.quanto tempo.Ha bisogno di altri fondi per qualche ricercatore in più? Però faccia presto!.Mi raccomando.Qui altrimenti dobbiamo fare il salame con la tapioca e il prosciutto di verza! Un po' vegetariani li siamo anche noi: pane e salame, crauti e cotechino, melone e prosciutto, tagliatelle e salsiccia, polenta e stracotto, patate e fesa arrosto, salse e lessi! Una dieta equilibrata, no?
Certo che con quella pillolina lì potremmo aumentare un po' le dosi quotidiane. Secondo noi poi, tenete i livelli degli esami clinici troppo bassi, troppo, basterebbe alzarli un po' e starebbero subito tutti meglio! Lo dicono anche quelli del Meatporclab sul Po.
E' arrivata anche l'Authority, l'abbiamo voluta qui.per assisterli meglio. Erano così affamati di maiale appena sono arrivati! Sembrava non avessero mai visto maiali così buoni come a Parma. Gli abbiamo concesso il Palazzo Ducale, progettato un quartiere solo per loro, il treno, l'aereo, la metropolitana.I loro giochini."Alimentaryporcpark" è il nostro progetto.
Sembra non ci siano, ma ci sono! Sono molto impegnati nella ricerca spaziale alimentare, han la testa nella luna, dopo che abbiamo inviato il prosciutto agli astronauti.Qui nessuno lo voleva più! Sembra che a loro siano sfuggiti, durante una esercitazione nell'affettarli in atmosfera modificata. Così le hanno prese gli alieni le fette negli occhi.e pare che ne vadano matti. Da allora son sempre in maschera. In giro per lo spazio con la loro fettina.Anzi ne han fatto un costume. Ora tutte le volte che partono, i nostri, devono fare il pieno di prosciutti: gli alieni non ne possono fare a meno. Non vorremmo scatenare la guerra del prosciutto.Li minacciano sempre col porconio 2100.
Con i nostri servizi stiamo progettando una navicella spaziale a Langhirano per mandarli direttamente noi, i prosciutti, nello spazio. Ci costano troppo di mediazione gli astronauti! Vorremmo cacciare in orbita le cosce fresche dei nostri maiali...si stagionano nel percorso dalla terra allo spazio. Stagionature orbitanti! Sa è un mercato universale! Abbiamo provato a fare anche una modifica genetica: maiali a sei cosce! Un primo esemplare è sulle rive del po'. Ma aumentano un po' i liquami! Anche le vacche ormai sono divenute tutte una grande mammella! Se lo fanno loro con le mucche perché non dovremmo farlo noi con i maiali? Sono stati anni duri questi per noi. Abbiamo appena terminato di sistemare tutti quei bond del latte.Una fatica!! Abbian chiamato un esperto di nome e di fatto.Bondi! Certo che voi non ci date una mano continuando a dire che il latte è responsabile del tumore al seno. Cerchi di parlargli al suo amico Berrino...Le avremmo preparato questo pacco natalizio di Parma Porc...per i suoi pazienti.Noi a Parma, sentiamo molto il natale.il fatturato del salame in questi mesi ha una impennata! Lei sa che qui Babbo Natale è un grande verro travestito, un transgendporc, con la slitta trainata dalle scrofe? (Parma, 04/12/2006)

Luigi Boschi
www.luigiboschi.it
e-mail: luigiboschi@gmail.com

Welfare Italia
9.12.2006 19:15

Redazione1
17.12.2006 10:27
Quanto durerà la Chiesa? di A.De Porti

QUANTO DURERA’ LA CHIESA ANCORA ? VENTI ANNI, FORSE MENO ?
Che la Chiesa stia passando una fase assai critica non ci piove, almeno con riferimento alle vocazioni, sempre più rare; circostanza quest’ultima che costringe i Vescovi persino a centellinare i servizi dei vari parroci, sdoppiandoli fra varie Parrocchie e, da ultimo, eliminando persino, qui da noi, le Messe prefestive del sabato sera, a partire da dopo l’Epifania 2007.

Io penso che farsi domande della specie, sia più che legittimo, anzi doveroso, da parte di un cristiano. Perché succede tutto questo ? Perché certi Ministri della Chiesa sembrano meno “fermi” rispetto ai dogmi ecclesiali ? In questi giorni si parla di matrimonio possibile dei preti, ci sono Vescovi che ormai hanno già rotto questo tabù, c’è anche chi, scherzosamente, dice che in nome della “par condicio” potrebbero sposarsi anche le…Suore, ci sono poi preti che, lontani dai Palazzi Ecclesiastici, faticano ad esercitare il loro ministero in quanto lasciati “soli” dal potere spirituale centrale che, in questa sorta di “competizione” religiosa, ha altri grattacapi da risolvere a livello mondiale, con ripercussioni negative e pericolose per il cristianesimo. Islam docet !

Una volta le Chiese erano aperte tutto il giorno, ora, la stramaggioranza di esse, sono chiuse tutto il giorno, per poi riaprire qualche minuto prima delle funzioni religiose; si dice, a causa anche della crescente delinquenza. Che fare ? Che dire ? Di questo passo c’è da supporre che fra una ventina d’anni, forse anche meno, non ci siano più preti mentre le Chiese potrebbero diventare dei Musei a pagamento. Qualche accenno a questo esiste già nelle città d’arte. Ed il dato è incontrovertibile se comparato con i precedenti venti-trent’anni. Le Chiese oggi si riempiono solo in occasione di funerali o matrimoni importanti. Ma in questi “en plein” esiste davvero un input da spirito religioso o non dipenderà piuttosto da interessi vari che nulla hanno a che vedere con il cristianesimo, come ad esempio, il farsi notare in occasioni importanti, non escluso nelle officiature funebri, o per paura della morte che capiterà anche a ciascuno di noi e che vorremmo magari fosse officiata alla stessa stregua di chi si accompagna in quel momento, magari come prova anticipata del nostro funerale ?

Io penso che questo stato di cose non dipenda dal cristiano e neanche dai preti, ma da un nuovo modello di vita che non lascia più spazio ad astrazioni di ordine spirituale, non tanto perché parallelamente esiste anche la fatica di sbarcare il lunario in un mondo sempre più difficile che non consente spazio, ma soprattutto perché la vita viene presentata dai mass-media attraverso immagini che tutto offrono tranne la verità. E ciò al punto che il Vangelo pare ora assumere un ruolo di un libro incomprensibile, talvolta contraddittorio, fuori dai tempi se non addirittura masochista. Domandate ad un giovane di oggi se capisce il concetto evangelico del porgere anche l’altra guancia quando si è già preso un cazzotto su una e se non preferisca invece umanamente privilegiare delle “coccole” da parte di una velina della TV? Il problema poi si complica perché, oggi come oggi, la Chiesa non è più in grado di far recepire alle nuove generazioni la concezione filosofica di perfezione assoluta che è in capo a Dio. Pare infatti che, al giorno d’oggi, tutto ciò sia un concetto improponibile, avulso anche dalla ragionevolezza, in quanto risponde a logiche umanamente non più accettabili.

Andrebbe anche detto che le vecchie generazioni clericali sin qui succedutesi, non tutte per la verità, risentono anche della loro estrazione. Cosa intendo dire ? Che una volta, studiare per diventare prete, significava togliersi dai campi, ma anche dai problemi economici cittadini allo scopo di imparare gratis e diventare qualcuno, altrimenti, per certe famiglie, non ci sarebbe stata la possibilità di istruire i figli, per cui, la vocazione, più che “chiamata” da parte di Dio, (e ciò è successo anche in alcuni miei contesti familiari senza poi proseguire) diventava mera necessità che, nel prosieguo pastorale, non dava quel frutto capace di trasmettere sufficientemente il concetto del porgere l’altra guancia. Naturalmente, senza fare di ogni erba un fascio.

A questo punto che fare ? Non bisognerà certo nascondere gli occhi per non vedere: ci troviamo infatti in una fase che non da scampo a tormentose previsioni che, a breve, segneranno un capitolo nuovo della Chiesa, forse già con questo Papa, le cui preoccupazioni attuali, non sembrano avere mai avuto risvolti tanto emblematici come ora, in quanto, in quest’ ultimo mezzo secolo, è subentrata una fase nuova di vita, non solo religiosa, che ha spazzato addirittura alcuni secoli di vita precedenti ! Rendiamocene conto !

Cosa vedo in futuro ? Vedo un ritocco, se non proprio dei dogmi della Chiesa, sicuramente del modo nuovo di concepire le problematiche della famiglia (un divorziato non è un ladro, ma sempre figlio di Dio), vedo poi un forte passaggio della gestione spirituale della Chiesa, dai preti ai laici, ma vedo anche la possibilità che il prete si faccia una famiglia, anche in nome di madre natura, oltre che in nome di Dio. Ci saranno anche qui, come in altri contesti, preti bravi e preti meno bravi. Preti che desiderano avere moglie altri no, come nel laicato.

Non capire queste cose o, peggio, far finta di non capirle, significherebbe aggravare ulteriormente la gestione spirituale della Chiesa. E ciò, con conseguenze catastrofiche, dato che anche l’Enciclica Papale “Fides et ratio”, scritta soprattutto in funzione di una possibile collaborazione fra le varie confessioni religiose, non ha sortito ancora nessun effetto.

Realtà che, ancor oggi, è difficile anche solo da immaginare.

ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
17.12.2006 10:27

Redazione1
17.12.2006 11:08
La forza delle idee di L.Boschi

LA FORZA DELLE IDEE DISCONOSCIUTE E BANALIZZATE

Mi ha fatto piacere apprendere che l'associazione "Trenta per Trenta" abbia ritenuto di sostenere nel loro programma idee e progetti da me scritti, proposti, divulgati e pubblicati anche in rete, ma che miopi amministratori hanno sottovalutato o banalizzato. Welfare, mobilità, cultura, ambiente, qualità urbanistica, sanità, comunicazione, digitale, sono aree strategiche che determinano il grado di civiltà dei luoghi e la qualità del suo abitare. In particolare vorrei soffermarmi sulla proposta che da anni feci a Stefano Spagnoli quando ancora era assessore alla cultura, della necessità a Parma di una agenzia artistica pubblica per il sostegno e lo sviluppo nel mondo della creatività locale nelle sue diverse forme espressive. Proposta presente e pubblicata anche in www.parmademocratica.it.
D'altra parte "i talenti individuali sono beni preziosi che devono essere incoraggiati, promossi, messi in relazione col mondo. Devono essere premiati, sostenuti, da parte delle Istituzioni e delle Fondazioni, il talento, la creatività, l'intelligenza, che costituiscono il potenziale rigenerativo e il capitale cognitivo della nostra società. Incoraggiare e coltivare questi valori si traduce nell'incrementare il patrimonio di una collettività, renderla competitiva a livello internazionale; soffocarli e reprimerli è compiere un crimine contro la vita. L'Italia non ha mai saputo valorizzare i propri laureati. Nel 1903 solo 4000 giovani conseguirono la laurea eppure la metà fu costretta a emigrare per trovare un lavoro. E' un tarlo che ancora oggi, anche nella ricca Parma, ci persegue."
Etica e idee di valore non hanno bisogno di masse per essere tali, ma di virtuosismo, coraggio individuale, forza di verità. Ma la paternità e la potenzialità delle primogeniture è spesso soffocata dalla decadenza di questa politica fatta di prepotenza, arrivismo, interessi personali. L'incantesimo del pensiero e la magia della solitudine sono a volte disturbati e interrotti dal devastante passaggio del branco selvaggio, dimensione quotidiana della cosiddetta società civile. Nel Diogene di Nietzsche:
-"Ma Dio è morto!"
-"Sì l'avete ucciso voi!"
(Parma, 30 novembre 2006)

Luigi Boschi
visita e partecipa al blog www.luigiboschi.it
e-mail: luigiboschi@gmail.com
cell. 333 7363604

Redazione1
17.12.2006 12:52
Fremio Fuoriclasse di Anna Paola Zugni Tauro

“ Premio Fuoriclasse 2006” assegnato a Vittorio Feltri- Prima edizione- Premiazione al Caffè Quadri a Venezia , martedì 5 dicembre 2006. Riconoscimento istituito dal distillatore Roberto Castagner.

Nelle sale del raffinato Caffè Quadri in Piazza San Marco a Venezia si è svolta la prima edizione del “Premio Fuoriclasse”, voluto dal mastro distillatore Roberto Castagner , famoso per le acquaviti di Visnà di Vazzola ( Tv), per celebrare i talenti fuori del comune, che, in qualsiasi campo ( arte, imprenditoria, scienza, sport) hanno raggiunto l’eccellenza a vantaggio della società.
Il comitato Fondatore del Premio, composto da Roberto Castagner, Giancarlo Aneri, Loris Balliana, Bernardo Piazza e Massimo Colomban, tutti imprenditori molto noti e di grande spicco, ha attribuito il “Fuoriclasse 2006” al giornalista Vittorio Feltri, fondatore, direttore ed editore del quotidiano “Libero”, “ perché non è solo un grande giornalista, ma soprattutto un uomo che si è messo in proprio per poter manifestare con chiarezza a senza compromessi le sue idee, per inserire nel panorama della stampa italiana una voce nuova, distinta e franca, che sa parlare a tutti con lucidità e onestà e che dà nuova voce ad una parte dell’opinione pubblica talvolta, in passato, trascurata.” Vittorio Feltri ha così risposto: “Anzitutto ringrazio Roberto Castagner e tutto il comitato fondatore del Premio Fuoriclasse per questo riconoscimento, anche se Fuoriclasse è un termine che un po’ mi imbarazza…Secondo me, in qualsiasi lavoro, bisogna affrontare ogni giorno come se fosse il primo e l’ultimo ed è questo lo spirito che spero di trasmettere attraverso le pagine del mio giornale. Cerco sempre di riportare le notizie così come mi arrivano, per informare in modo corretto i miei lettori. Se poi il pubblico premia questa mia scelta comprando il giornale, beh… allora vuol dire che il vero Fuoriclasse è il pubblico”
Sono inoltre stati premiati con il Premio “ Fuoriclasse ad honorem” Massimo Donadon, fondatore della Mayer Braun Deutschland, la ditta più famosa al mondo per le derattizzazioni, intervenuta con successo a New York, Tokio, Santiago del Cile, Callisto Fedon, a capo della Giorgio Fedon & Figli, leader modiale negli accessori per l’occhialeria, Giacomo Rallo di Donnafugata, l’eccellenza dei vini siciliani, Roberto Papetti, neo-direttore del Gazzettino, già vicedirettore de “Il Giornale” e del settimanale “ Il Mondo”, caporedattore al “ Corriere della Sera”, Manuela Di Centa, due coppe del mondo di sci, sette medaglie olimpiche e sette mondiali, prima donna italiana sulla vetta dell’Everest, ora deputato, Roberto Bettega, asso e astro della Juventus, campione d’Italia per sei volte e più volte vincitore della Coppa Italia. Questo gruppo avrà poi il compito di individuare i Fuoriclasse 2007. Premiato ad honorem anche il Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che ha portato il saluto della sua Città, mentre la Regione Veneto era rappresentata dall’assessore Fabio Gava.
Ai premiati sono state offerte preziose bottiglie in vetro soffiato decorate con oro zecchino, realizzate dal Mastro Vetraio Simone Cenedese, giovane artista veneziano erede dell’attività paterna, che quest’anno ha voluto ornare la sua Murano con un originale e gigantesco Albero di Natale tutto in vetro, inaugurato l’8 dicembre. La Moda era presente con gli eleganti vestiti di Fausto Sari indossati da due ragazze-immagine.
Ha concluso Roberto Castagner, creatore dell’evento, attorniato dai membri del Comitato Fondatore e Giurati . Egli ha dato appuntamento al 5 dicembre 2007 per la seconda edizione del Premio con queste parole: “ Credo sia davvero importante che le persone che agiscono per farci stare meglio e per migliorare il nostro ambiente sociale e culturale, ricevano ogni tanto il giusto riconoscimento. E’ per questo che ho fortemente voluto questo premio, perché queste persone speciali, con la loro passione e i loro successi, sono un vero esempio per la società, un esempio cui tutti dovremmo aspirare e di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi.”
Tale evento va segnalato non solo per il suo notevole rilievo di cronaca, ma anche per sottolineare la volontà e l’impegno degli organizzatori nel celebrare valori positivi in un periodo della storia che spesso ci sconforta per la sua negatività, configurandosi come un insegnamento costruttivo che fa meditare ed anche bene sperare.
ANNA PAOLA ZUGNI-TAURO

Redazione1
17.12.2006 13:01
L'insulto come argomento di S.Giovannazzi

L'INSULTO COME ARGOMENTO
Quando non si hanno argomenti per commentare una manovra finanziaria che rimette ordine nei dissestati conti dello Stato depauperato perfino dell'avanzo primario faticosamente ricostituito,
quando non si vuole ricorrere alla ''finanza creativa'' che ha venduto asset della comunità (per poi doverli riaffittare a prezzi di mercato, dopo averli venduti ad alcuni amici a prezzi di favore),
quando non si vuole più fare condoni e, implicitamente, indurre all'evasione (che tanto sarà presto perdonata, come si pensava nei 5 anni passatI)
quando non si vuole più favorire i grandi ricchi a scapito dei poveri sempre più poveri,
quando si vuole guardare al futuro delle prossime generazioni (pensando alle loro pensioni, e non solo godendo o pretendendo quelle attuali),
quando si vuole incentivare lo sviluppo diminuendo il carico fiscale delle aziende perchè possano investire di più,
quando si cerca, con la gradualità necessaria, di stabilizzare il lavoro precario,
quando si vuole mettere mano alle liberalizzazioni per migliorare la competitività a favore di tutti i cittadini senza favorire sempre le lobby delle corporazioni.

Allora mancano gli argomenti, perchè in 5 anni di governo stabilissimo e compatto non si è fatto nulla di quello che era stato promesso.

Allora l'unico argomento politico è L'INSULTO.
In alternativa si passa alla MENZOGNA.

Simona Giovannozzi
17 Dicembre 2006

Redazione1
17.12.2006 22:03
Liguria, la favola delle infrastrutture di A.Agostini

LA FAVOLA DELLE INFRASTRUTTURE IN LIGURIA

Il dibattito intorno alle grandi opere infrastrutturali nell'area genovese e più in generale nel nord ovest italiano è un nodo ineludibile di ogni programma di governo del territorio.
Al di la di un dibattito fortemente imperniato sull'immagine e su idee molto confuse è importante entrare nella concretezza delle proposte.
Dall' affresco di Piano, all'alta velocità, alle gronde - di levate e ponente - sembra di assistere ad un dibattito tra piazzisti in cui si cerca di convincere gli acquirenti della bontà del proprio prodotto eludendo sistematicamente i veri nodi.

Quando molti anni fa ho dato un esame di macroeconomia se mi fossi azzardato a fare previsioni a medio termine - 15 - 20 anni, i tempi previsti per l'attuazione delle tre infrastrutture di cui sopra - ipotizzando imponenti investimenti pubblici e privati sulla base di una previsione di crescita costante in doppia cifra per paesi anche importanti - nel nostro caso Cina e India sarei stato gentilmente cacciato dall esaminatore - e avrebbe avuto ragione -
Tutti i dati macroeconomici parlano di picco di estrazione del petrolio entro una decina di anni, di esaurimento delle riserve d'acqua per la popolazione di mezzo mondo nei prossimi venti anni, di crescita esponenziale delle contraddizioni sociali interne a quei paesi - con prevedibili conflitti sociali per il recupero di reddito per le classi povere ed ambientali ben evidenziabili con la immensa nuvola di smog che copre le aree industriali della Cina e che sta già costringendo a - costosi - interventi di mitigazione, di prevedibile crisi internazionale nei rapporti Cina Usa.

Ora con queste fosche previsioni che hanno implicazioni molto significative sui prevedibili volumi di scambi col far east appare molto ma molto rischioso impostare investimenti e linee di programmazione economiche basate sui volumi, la qualità e la redditività di tali scambi.
Diventa forse più competitivo - sempre a medio lungo termine - un investimento molto più a portata di mano, sulla produzione di merci che non debbano attraversare il mondo per giungere a noi - due volte , la prima per delocalizzare le seconde per importare. Centrate sulla qualità del prodotto , sulla qualificazione della manodopera , sulla redditualità per imprenditori, manodopera e territorio di questi investimenti che permetta un incremento qualitativo e non quantitativo degli indici economici, il mitico pil che già bob kennedy, non certo un comunista, criticava nei primi anni 60 del secolo scorso.
Del resto Ferrari e Della Valle, Gucci e Barilla e anche la stessa Fiat , continuano a fare - o riprendono - profitti ingenti anche senza ricorrere alla delocalizzazione , senza chiudere nessuna fabbrica , anzi assumendo e pagando di più i propri lavoratori -più quelificati -.

Per tornare a noi le previsioni di 9-10 milioni di tonnellate di merci che dal porto di Genova dovrebbero transitare verso il nord sono francamente una fola degna dei fratelli Grimm non certo di economisti qualificati, imprenditori attenti, politici accorti.
Del resto i numeri sono quelli che sono, la staticità dei traffici nei porti liguri è cosa risaputa da oltre dieci anni con spostamenti interni ma non certo significativi incrementi di volumi.
Ed il problema non è certo quello delle aree e delle infrastrutture che mancano. I dati dell' Autorità Portuale stimano in circa il 25% il volume delle aree portuali sottouttilizzate o impropriamente utilizzate e vien da fare ben magre considerazioni nei confronti di imprenditori e amministratori constatando che è solo grazie ad un intervento della magistratura che parte di quelle aree stanno tornando fruibili.
Anche le infrastrutture di trasporto sono significativamente sottouttilizzate - quelle ferroviarie in maniera macroscopica , esistono chilometri di linee ferroviarie in porto che sono state sepellite sotto l'asfalto e le attuali linee di valico non sono certo in condizioni di saturazione , al contrario sono fortemente sottouttilizzate.
D'altro canto la vicenda Autostrade-Albertis ci ha svelato un arcano , gli imprenditori privati - guarda un pò, quelli che si candidano a fare le gronde con i nostri soldi prelevati per gentile concessione della politica dalle nostre tasche grazie ad un congruo aumento delle tariffe, non hanno fatto ne gli investimenti a cui si erano impegnati, non hanno incrementato occupazione, non hanno restituito ricchezza alla citta', non hanno mitigato l'imponente impatto ambientale negativo a cui sarebbero obbligati per legge.Hanno solo fatto una barcata di soldi che si son messi in tasca alla faccia nostra. Ma se tutto cio' è storia perchè continuiamo a raccontare la favola di un futuro roseo e verde se gli interlocutori sono gli stessi - e anche gli amministratori - ?

Il raddoppio delle aree portuali cosi' come proposte da Piano non hanno uno straccio di analisi economica , finanziaria e ambientale che supportino questi discorsi da piazzisti, sono solo bei disegni , anzi affreschi, da mettere nei musei, opere visionarie di visionari non proposte urbanistiche sostenute da numeri e cifre credibili.
Non dovrebbe bastare che le cose le dica un genio bisognerebbe anche saper far di conto.
E del resto in piccolo la vicenda degli Erzelli è emblematica : diecimila posti di lavoro, il parco più grande della città, la restituzione di un debito al ponente cittadino ferito da decenni di aggressioni cementizie. Be' come è finita? Che dopo le nostre critiche - inascoltate - anche il genio in questione se ne è andato quando ha visto che per fare quadrare i conti banche e imprenditori volevano metterci casette a schiera, che gli unici soldi sono solo quelli pubblici per il trasferimento della facoltà di ingegneria se mai avverra', che sono previsti i soliti supermarket da periferia degradata e di occupazione non ce ne sarà nemmeno l'ombra - o meglio sarà trasferita da albaro a cornigliano - sai che gioia - da morego a cornigliano, e gli ingegnieri , le imprese delle new economy? Sparite, solo chiacchiere per far passare l'ennesima operazione di speculazione immobiliare e fondiaria in collina con la disponibilita' totale di amministratori che del resto di quegli interessi sono i principali rappresentanti politici e che si sono affrettati a proporre e far approvare l'ennesima variazione al puc. Renzo piano se ne va ? E noi chiamiamo Calatrava. I geni si possono sempre sostituire - pagando s'intende e con i soldi dei contribuenti -.

Parliamo poi delle merci.
Sempre i dati dell'autorità portuale ci dicono che il volume di merci che passano per il porto di Genova - e similmente anche per gli altri porti liguri - sono solo per il 25% rappresentati dai containers, un'altre fetta imponente se la prende l'importazione di petrolio - per rifornire tutto il nord ovest e la Svizzera .
Containers e petrolio hanno in comune alcune caratteristiche , non portano occupazione, reddito, qualità ambientale alle aree liguri, ma al contrario hanno effetti devastanti per la qualità della vita , dell'ambiente e in più abbattono le potenzialità reddituali per inestimenti ad alta ricaduta occupazionale e ambientale.
Basti per tutti il caso di Sampierdarna dove la coda infinita di tir che escono dal porto asfissiano la popolazione parimenti asfissiata dalle corsie autostradali del ponente. Con costi enormi per il pubblico - sanitari - , svalutazione imponente dei valori degli immobili dei residenti, abbattimento del reddto medio degli abitanti, frantumazione dell'identita culturale e sociale di un'area che ha fatto la storia della città.

Chi ci guadagna in tutto questo?
Non certo i genovesi. La maggioranza dei terminalisti non sono genovesi, sono referenti locali di multinazionali della logistica che nel migliore dei casi investono nei loro paesi di origne - a volerci credere - il petrolio che passa per Multedo è gestto dalle multinazionali del petrolio e , visto il picco di crescita di cui sopra è destinato a medio termine a non essere nemmeno più strategico per il nostro paese - se vorremo arrivare ad una autonomia energetica significativa e smettere di pagare cifre folli per importare petrolio - e carbone ( per il porto di Vado ).
E allora se non portano ricchezza, occupazione, qualità di vita al nostro territorio perchè dovremmo continuare a farci massacrare da un modello economico e gestionale - della cosa pubblica - che ci succhia risorse per produrre redditi per i pochi e ben lontani dalla Liguria che gestiscono questi traffici ad Amburgo, Copenaghen, Ginevra, Singapore, Taiwan, Shangai, Seul ?

Possiamo provare a pensare a un porto che sia strutturalmente connesso ai bisogni e alle necessità della popolazione che ci vive intorno e agli imprenditori che investono in qualità e occupazione ?
Ecco questo puo' essere un modello reale per guardare al futuro con fiducia e per amministrare il territorio negli interessi dei suoi abitanti.

E poi, e poi..... c'è la legge.
Una delle regole non scritte del modello di sviluppo sviluppistico a manetta che ci propongono è che le leggi non valgono per tutti.
Se il settore immobiliare dovesse rispettare le leggi - per quanto esse possano essere permissive - dello stato italiano, molte aziende immobiliari ed edilizie morirebbero, non perchè non ci sarebbe lavoro, non perchè non ci sarebbe occupazione e guadagni per tutti. Solo perchè la rapina sistematica delle risorse ambientali, economiche e finanziarie del territori possono avvenire solo se le leggi non vengono applicate , se le banche possono concedere fidi agli "amici " ( furbetti o no ), se le commissioni edilizie e le amministrazioni sono affollate di architetti e parenti di architetti, se l'ispettorato del lavoro non controlla le regole della sicurezza e dell'avviamento al lavoro - o non viene messo in condizioni di -, se le agenzie di tutela - in primis l'arpal - sono del tutto subalterne agli interessi della politica e si guardano bene di incorrere nelle ire dei potenti di turno.

Se questo vale per l'edilizia vale a maggior ragione per i trasporti e la logistica. Gli sforamenti di legge ai limiti ambientali delle polveri sottili prevalentemente originate dal traffico e dalle emissioni delle centrali industriali e di caseggiato per produrre energia in barba alle regole italiane ed europee sono una costante in cui la Liguria e Genova in particolare primeggiano. E tutto cio' chiama la responsabilità di amministrazioni che non fanno nulla per far rispettare le leggi a coloro di cui sono l'emanazione politica.

La Liguria - dati del ministero dell'interno - è la regione del nord con il più alto livello di reati di origine ambientale - ciclo del cemento e dei rifiuti in primis -. Siamo ben ben oltre la Lombardia , il Piemonte, il Veneto - in numeri non in percentuale - e prima di arrivare a Napoli solo il Lazio ci precede in questa poco edificante graduatoria.
Del resto l'inopinata prematura fine delle amministrazioni di Arenzano e Rapallo e i ripetuti incendi di stampo mafioso delle macchine di amministratori chiavaresi non sono che gli ultimi anelli di una catena molto molto lunga.

Non credo sia rivoluzionario - o forse - si, chiedere di rispettare le leggi, di perseguire i malfattori, di sciogliere gli innumerevoli nodi del conflitto di interessi che incombono sulle amministrazioni.
Eppure di tutto questo non si parla nel dibattito in corso. Forse perchè tutti i candidati suonano la stessa musica - seppure con diversi strumenti ?

Se vogliamo dirla tutta meno favole e più numeri, meno certezze e più fatti. E sopratutto molta molta onesta'

andrea agostini

Redazione1
18.12.2006 09:14
Genova, mare,paesaggio, memoria di O.Marchisio

Mare, paesaggio, memoria: il linguaggio del bene comune
(intervento di Oscar Marchisio per il convegno sui Porti del 15 dicembre)

È ritrovata.
Che? L'eternità.
È il mare mescolato al sole.
Rimbaud, L"eternità

Intanto grazie di permettermi l’intervento in questo convegno perché mi riempie di nostalgia e la nostalgia è lo strumento di navigazione più sicuro perché permette di seguire la rotta nella nebbia, al buio, di giorno e di notte.

Obiettivo l’amata perla del ponente ligure, ahimé infangata e offesa dalla stupidità umana, si dalla stupidità ancor prima che dalla speculazione e affaristica frenesia della immobile borghesiuccia locale.

Infatti anche da un punto di vista commerciale abbiamo bisogno di coste e paesaggio per attrarre turismo di qualità e pronto a spendere, invece le operazioni di seconda e terza casa camuffate da porticcioli distruggono la possibilità stessa di avere turismo e di avere dunque utenza anche negli attuali porti.

Ma cosa pensano i vari Ruggeri di permettere tutta la cementificazione della costa ligure e poi 'sti dannati del diporto cosa faranno? Si sposteranno da un porto all’altro come in un parcheggio.

Si noi siamo per il turismo e per il turismo anche del diportista ma che, vivvaddio, possa avere il mare e dal mare godere, si godere del paesaggio e della nostra costa materiale base della nostra memoria.

Ma oltre al turista pensiamo al mare come bene comune, come luogo che alimenta il nostro immaginario e del nostro respiro e l’onda anomala che ha colpito il savonese il 9-12 ci ricorda che sta cambiando il clima violentemente e che il mare sarà il sensore e lo spazio di questo cambiamento.

La difesa della costa e del rapporto fra mare e montagna è così naturale nel nostro territorio perché è linguaggio della memoria e la memoria è un territorio collettivo, per questo mettere al centro della nostra azione il paesaggio e il mare vuol dire dare al bene comune quella centralità dinamica che permette la produzione dell’identità.

Abbiamo bisogno dio memoria e lingua per raccontare e raccontarci.

I luoghi ci parlano, anzi come rivendica Michael Drayton nella sua opera il Polyolbion del 1612, sono i luoghi stessi, come "loci” a parlare.

È infatti proprio con Drayton che per la prima volta nel clima conflittuale dell’Inghilterra del 600 che i “luoghi”, il territorio rivendicano il diritto a poter “parlare”, senza la validazione della monarchia e senza la necessità di residui delle particolarità medievali.

Nasce con i geografi olandesi ed inglesi la dignità autonoma del “territorio”, indipendente dalla volontà divina e della monarchia e svincolata dai privilegi feudali.

Così dobbiamo liberarci dal feudalismo della nostra provincia che non ha mai purtroppo conosciuto il liberalismo inglese.

Certo la rappresentazione cartografica del mondo, la nascita dell’atlante di Ortelio e di Hondius sono veri e propri “Teatri”entro cui si rappresenta il dramma dell’espansione europea nel mondo.

Con il “Theatrum orbis terrarum” di Abramo Ortelio del 1570 abbiamo senz’altro il paradigma spaziale entro cui la Compagnia delle Indie Orientali ha potuto sviluppare la sua aggressiva politica colonialista e allo stesso tempo abbiamo la laicizzazione del territorio.

Borghesi, commercianti, agricoltori possono raccontare il proprio territorio senza doversi appellare a chiese, re o feudatari.

Come sempre con la nascita del capitalismo si apre un doppio percorso di repressione e di liberazione e la geografia ne è fedele testimone e complesso emblema, sviluppando la cartografia come segno anticipatore e “machina” operativa.

Ecco nel nostro caso in provincia di Imperia è ancora mancata la rivoluzione borghese che libera il territorio dai vincoli e dai blocchi mediavali. Dobbiamo aprire il territorio e innovare dai limiti della nostra borghesiuccia il nuovo ruolo del paesaggio e del mare come bene comune.

Come il GPS rivela un origine militare del controllo del territorio e apre nello stesso tempo la possibilità di una mobilità autocontrollata, così con l’atlante si inizia la colonizzazione e si apre la voce al territorio.

Carte e stampa: così nasce alla fine del cinquecento la fase entro cui il territorio può “parlare”.

Per parlare si articola un linguaggio che nasce attraverso nuovi codici come mappe e carte, gli strumenti del potere.

Questa parola trova un nuovo livello di interazione che si esprime nella forma cartografica come metalinguaggio e artifizio.

Attraverso questa parola chiusa nella cartografia si rischia l’estinzione della memoria mentre la parola che racconta e attraversa un paesaggio con l’identità e i soggetti sociali lascia lo spazio al futuro. Mentre la cartografia e le mappe sono alle radici del paradigma spaziale entro cui l’assolutismo e la globalizzazione hanno sussunto il mondo, altrettanto i porticcioli e la cementificazione della costa distruggono la memoria e la lingua del nostro paesaggio cioè la nostra identità.

La cartografia delle due dimensioni annullava i corpi e poneva le premesse per la distruzione totale delle persone, costruendo lo spazio astratto entro cui ridusse il mondo la televisione anzi la mondovisione,

Infatti il bidimensionale televisivo è la vera cartografica attuale dove le esigenze dei corpi sono totalmente espunte per cui la mondovisione è cartografia del capitale, la mondovisione significa la raggiunta sussunzione della omogeneizzazione dello scambio, la mondovisione è astrazione e negazione della varietà e del biologico, la mondovisione manifesta la rappresentazione fisica e simbolica della sussunzione scambista e capitalista.

Rispetto alla cartografia astratta come alfabeto interno del capitale, irrompe però anche il grande Cabeza de Vaca che si spoglia della mappa europea e abbraccia la complessità dell’altro come irriducibile alla mappa, alla piatta astrazione della cartografia.

Questa gestualità di Cabeza che intraprende il suo viaggio vero e fisico alla conoscenza dell’altro, rompendo la repressione cartografica quantitativa è la porta verso la”geografia conviviale”, come mappa e alfabeto dei soggetti in carne ed ossa.

Sta dentro alla contraddizione capitalista la laicizzazione del territorio con la deriva astratta da una parte e l’azione, gli usi e i corpi irriducibili dall’altra.

Valore di scambio da un lato e al valore d’uso dall’altro come paradigmi base per leggere il territorio e la sua cartografia.

Si contrappone la valorizzazione, come astratta distillazione del territorio rispetto alla geopolitica del lavoro vivo ed alla sua conformazione.

Di qui il paesaggio e la memoria e il mare che attraversano la comunità anzi vivono e gioiscono come lingua dei soggetti sociali, “corporali” trasversali e “particolari”.

Abbracciamo i corpi e non il cemento.


Oscar Marchisio

Redazione1
28.01.2007 22:03
L'anima e la Spada di A.V. Gelormini

L’ANIMA E LA SPADA
di Antonio V. GELORMINI

Come le facce della stessa medaglia o la prospettiva di un tratto inclinato, a seconda che ci si trovi a valle o a monte, da sempre la Chiesa e la sua dottrina camminano lungo un binario fatto di rigore e comprensione, di ammonimento e perdono, di condanna e carità. Peculiarità e qualità che quasi sempre hanno trovato concretezza e rappresentazione in figure carismatiche divenute, col tempo, vere e proprie icone. A cominciare da San Pietro e San Paolo, passando per Bonifacio VIII e Celestino V, per arrivare ai più contemporanei Pio XII e Giovanni XXIII o ancora ai controversi esempi di Padre Pio da Pietrelcina e Madre Teresa di Calcutta.

Una disputa che ogni tanto arriva a coinvolgere illustri esponenti della stessa Ecclesia. E quella in atto da tempo tra i cardinali Martini e Ruini, condotta in punta di raffinata diplomazia, testimonia quanto vivace sia il dibattito all’interno delle gerarchie vaticane. La stessa immediata elezione di Joseph Ratzinger al soglio papale, che le cronache indicavano facilitata in Conclave dall’appoggio di Carlo Maria Martini, sembrerebbe esserne stata influenzata. Allorquando, insieme alla fumata bianca del comignolo vaticano, svanivano le speranze di ogni altro eminente contendente.

E’ di questi giorni la singolare concomitanza della probabile ultima prolusione del Presidente della Cei, con l’intervento moderato, pubblicato dal Sole 24 Ore, del presule ambrosiano sul caso Welby e sulla distinzione tra eutanasia e rifiuto dell’accanimento terapeutico. Tanto fredde, cattedratiche e perentorie le parole del primo, quanto pacate, misericordiose e lungimiranti quelle del secondo.

Da Vicario dell’Urbe il cardinale Ruini ha dato l’impressione di avere un concetto cesàreo della legge, fino ad assumere accenti pontefici correlati, decidendo e indicando ciò che per lo Stato può ricevere riconoscimento legale e ciò che invece non lo merita. Pare distrarsi al senso della morte e si preoccupa più di condannare e raccomandare, piuttosto che redimere e sperare.

Tutt’altra cosa l’invito del cardinale Martini a cercare risposte normative per consentire il rifiuto di cure ormai inutili, cosa che non può considerarsi eutanasia. L’esortazione: “alla Chiesa stessa, che dovrà dare al problema attenta considerazione anche pastorale”. Fino a suggerire la soluzione francese, che non legalizza l’eutanasia, ma: “prevede che le cure mediche non debbano essere protratte, con ostinazione irragionevole”. Una testimonianza di rispetto verso la morte e, nei casi disperati, verso la rassegnazione a non poterla impedire. Nel contempo, il ricordo responsabile e solidale ai tanti che non riescono nemmeno ad accedere a cure e servizi sanitari, che non dovrebbero creare situazioni di disparità e di discriminazione.

La sintesi efficace l’ha fornita il filosofo cattolico Giovanni Reale, affermando: “Ora che si è ritirato in Terrasanta è come se Martini avesse una visione ancora più ampia, lo sguardo di chi riesce a vedere le cose anche da Gerusalemme e non solo da Atene”. Ecco, la sensazione è che il cardinale Ruini, fermo al centro dell’Impero, continui a conservare pervicacemente la prospettiva di Roma.

(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
28.01.2007 22:03

Redazione1
28.01.2007 22:05
Giornata della Memoria di S. Giovannozzi

Giornata della Memoria

Nel ricordare l'apertura del campo di Auschwitz e gli orrori della Shoà e dei milioni di ebrei soppressi, mi torna alla memoria uno scritto recentemente emesso sulla Paura del Diverso, diverso da quello che viene considerato normale.

Non dobbiamo dimenticare che nei campi di sterminio sono finiti, nell'incosapevolezza prima e nell'indifferenza poi, oltre a migliaia di ROM, anche migliaia di omosessuali e disabili, considerati dalla società di allora (ma solo di allora?) come diversi, peccaminosi, forse malati, comunque da eliminare.

Soffermarsi su queste considerazioni ci sembra oggi particolarmente necessario, perchè la natura umana è non è univoca e presenta differenti capacità e varie tendenze nel campo della sessualità, mentre oggi, nei settori più radical/cattolici, sembra che riconoscere oggettivamente questo principio da parte dello Stato, sia andare contro la volontà divina.

Per secoli gli omosessuali sono stati emarginati, additati come peccatori, se non peggio. Oggi in molti Paesi si stanno ripristinando, negli ordinamenti degli Stati, i diritti di tutti, in particolare il diritto di vivere secondo la propria natura e il riconoscimento giuridico della propria affettività. Non si vuole negare nulla di quanto riconosciuto e sancito dalla Costituzione, ma aggiungere qualcosa in più per chi è stato emarginato per secoli.

Vogliamo che, proprio pensando al Giorno della Memoria, si rifletta con profondità su questi principi.

Simona Giovannozzi

28 Gennaio 2007

Redazione1
4.02.2007 13:05
Mala tempora di Lucio Garafalo

MALA TEMPORA CURRUNT
RIFLESSIONI SUL TRAMONTO DELLA "CIVILTA' OCCIDENTALE"

Medio Evo prossimo venturo... Tempi di fanatismo, crudeltà, irrazionalità e intolleranza, incombono sia ad Occidente che ad Oriente.
Nuove profezie apocalittiche e nuovi timori millenaristici si affacciano all'orizzonte della storia. Qualcuno ha persino indicato e previsto con precisione matematica la data della fine del mondo che, a quanto pare, i Maya (che furono senza dubbio un popolo molto intelligente e progredito, capace di grandi scoperte astronomiche e matematiche) seppero già calcolare e individuare nell'anno 2012. Su Internet stanno letteralmente proliferando i siti e i blog che si occupano esclusivamente, o quasi, di tale argomento. Da più parti si paventa l'affacciarsi di un nuovo, inquietante periodo di barbarie e di oscurantismo, che parrebbe approssimarsi alle porte del nostro futuro. In tal senso, il catastrofismo, specie quello di origine ecologista, trova un terreno assai fertile per crescere e prosperare... e per terrorizzare la gente.

Ma dobbiamo davvero preoccuparci e prepararci ad un futuro apocalittico? Siccome non sono un profeta, né un mago, ma un semplice osservatore della realtà storica, consegno ai posteri l'ardua sentenza...

Di certo, affiorano alcuni segnali evidenti che inducono a ragionare e riflettere meglio sulla natura della crisi e sulla decadenza di un mondo imperniato troppo sulle certezze (rivelatesi per quello che in realtà sono, ovvero fragili illusioni) della scienza e del progresso tecnologico, incentrato sui dogmi assolutistici della nuova religione pagana: il liberismo economico-capitalistico, il consumismo sfrenato di un'economia che ha divorato e dissipato tutte le risorse naturali e ambientali della Terra, depredando popoli ed ecosistemi che per millenni sono rimasti perfettamente integri e vergini... Fino a quando non è comparso l'uomo bianco occidentale!

Lo stato di irreversibile putrescenza in cui versa l'odierna società tardo-capitalistica su scala planetaria, è talmente palese da non poter essere negato da nessuno, nemmeno dai fautori più fanatici e incalliti della globalizzazione economica neoliberista. Le classi dominanti non sono più in grado di proporre, imporre e propugnare alcun serio e credibile valore etico-spirituale, nessuna visione o idea di società e di progresso che possa infondere nell'animo delle giovani generazioni una piena fiducia nell'avvenire, tranne l'esaltazione acritica del presente, eccetto l'offerta continua e crescente, ma destinata fatalmente ad esaurirsi, di valori e beni effimeri per antonomasia, legati al consumismo puramente materiale, all'usa & getta, per cui esse (le classi dirigenti) sono soltanto lo specchio più grottesco e patetico del declino e della decomposizione sociale.

La realtà mostra in modo incontrovertibile che l'attuale modello di sviluppo capitalistico-borghese imposto per secoli dall'occidente con la violenza delle armi, del ricatto alimentare, della propaganda mediatica, ecc., attraversa una fase di profonda crisi strutturale e ideologica, per cui non riesce più a convincere, essendo incapace di sedurre ed attrarre la gente che abita sul nostro pianeta, in modo particolare i giovani e i popoli del Sud del mondo. Basti pensare a quanto sta accadendo negli ultimi anni in un vasto continente come l'America Latina, scosso e rinvigorito da forti spinte rivoluzionarie anticapitaliste ed antimperialiste. Si pensi a quanto accade altrove, in Africa, in Medio Oriente, nell'Estremo Oriente, in Nepal...

Ma cosa potrebbe fare ciascuno di noi? Non so gli altri, ma per quanto mi riguarda nutro alcune convinzioni e alcune speranze. Io sono un insegnante. Forse nel mio ambito specifico di competenza, potrei contribuire a promuovere e sollecitare una presa di coscienza critica da parte dei giovani? Non inseguo certo l'assurda pretesa, che sarebbe semplicemente ingenua e velleitaria, di cambiare il mondo con la mia professione quotidiana, anzi. Tuttavia, qualcosa si potrebbe cominciare a fare, anzitutto nelle scuole. Ecco un esempio concreto e praticabile.

Detto con molta franchezza, auspico che un bel giorno, anche nelle scuole pubbliche italiane si approdi finalmente all'adozione di un autentico e necessario spirito laicista, ovvero ad un approccio di tipo relativistico e interculturalistico nell'interazione dialettica tra docenti e discenti, vale a dire nel processo didattico-educativo che dovrebbe costituire il rapporto centrale e privilegiato all'interno delle dinamiche socio-relazionali esistenti nella scuola, sebbene prevalgano sempre più altri interessi e altre mansioni professionali, dunque altri momenti relazionali. Come, ad esempio, gli incarichi legati all'esecuzione delle cosiddette "attività aggiuntive", delle "funzioni strumentali", dei "progetti di arricchimento" (ma arricchimento per chi?). Tutti elementi e ruoli organizzativi che, nell'attuale stato, assolutamente osceno ed obbrobrioso, degli stipendi retribuiti agli insegnanti italiani (i più miserabili d'Europa), emanano inevitabilmente un subdolo fascino seduttivo derivante dal profumo-fetore dei fondi economici aggiuntivi, che attraggono i docenti distraendoli dal loro compito primario, ossia la crescita e l'educazione delle giovani generazioni. Questo spirito di apertura, di tolleranza e di liberalismo etico-spirituale e civile, rappresenta una preziosa linfa vitale, una forma mentis estremamente importante e proficua per la formazione culturale e per la piena emancipazione intellettuale e morale della personalità umana.

Cominciamo ad adottare leggi diverse, ma soprattutto un diverso trattamento e atteggiamento verso i migranti, che formano le moltitudini del Terzo Mondo giunte in casa nostra. Iniziamo a considerarli non più come disprezzabile forza-lavoro a buon mercato, ossia come merci da sfruttare, e tantomeno come potenziali e pericolosi criminali comuni da perseguitare e segregare in ghetti, carceri o lager (cosa sono i CPT se non questo?), bensì come persone in carne ed ossa, dotate di apprezzabili risorse, bisogni e diritti concreti, come esseri umani portatori di altre culture e di altri valori, con cui è possibile confrontarsi e convivere pacificamente, traendo reciproci vantaggi da eventuali contaminazioni spirituali che ci farebbero senz'altro progredire. Dobbiamo prendere atto dell'urgente necessità di una rivoluzione culturale e sociale da attuare in casa nostra, per imparare a conoscere, analizzare e appoggiare la causa dei popoli oppressi del Sud del mondo, che si stanno progressivamente ridestando ed emancipando dal secolare giogo imposto dalla società bianca occidentale. Non dobbiamo pensare o temere che saremo assaliti da orde inferocite di migranti clandestini, terroristi o delinquenti. Invece, dovremmo sforzarci di comprendere le loro ragioni, in quanto solo così potremmo salvarci e potremmo davvero tutelare i nostri interessi e le nostre ragioni. In tal modo, potremmo forse liberarci da quei sensi di colpa che inavvertitamente assillano la nostra coscienza sporca di bianchi occidentali. In tal senso è inutile, se non controproducente, agitare spettri e spauracchi che servono soltanto a scatenare guerre tra poveri in casa nostra e ad esasperare la contraddizione tra Nord e Sud del mondo.

Pertanto, io credo che non arrecherebbe alcun danno ai nostri studenti se cominciassimo a far conoscere ed analizzare le ragioni degli altri, ossia di quelle genti e quelle culture a noi estranee e distanti, in particolare di quelle culture e di quei popoli tradizionalmente reputati "inferiori", "arretrati", "incivili", "sottosviluppati", eccetera, per dimostrare e far comprendere che invece non lo sono affatto e che avrebbero molto da insegnarci. Come, ad es., avrebbero potuto trasmetterci utili e proficui insegnamenti i popoli pre-colombiani degli Aztechi, dei Maya, degli Incas, in tanti ambiti dello scibile umano, come la matematica, l'astronomia, l'architettura, e via discorrendo. Purtroppo, quei popoli sono stati sterminati e annientati brutalmente, la loro cultura e il loro sapere sono stati irrimediabilmente cancellati e sepolti nell'oblio dall'uomo bianco occidentale.

Un simile progetto educativo sarebbe certamente attuabile mediante l'introduzione nel curricolo formativo di una disciplina ben precisa, incentrata sull'insegnamento storico e antropologico-culturale delle principali confessioni religiose presenti nel mondo, mediante le quali sarebbe possibile far conoscere e studiare adeguatamente le altre culture e gli altri popoli della Terra. E non, invece, quella noiosissima "pizza" che viene imposta ed inculcata ai nostri allievi, assai più simile ad un insegnamento confessionale e neocatechistico affidato a figure pseudo-specialistiche nominate direttamente dalle curie vescovili (un fatto gravissimo e vergognoso!) all'interno di un contesto pubblico nazionale che dovrebbe avere il segno della laicità, ossia un'impronta di totale autonomia da qualsiasi forma di controllo, di intrusione e di ingerenza esercitata da parte delle gerarchie vaticane nella sfera delle istituzioni statali, quindi anche nella vita delle scuole statali.

Sono convinto che questa sia l'interpretazione più corretta e più accettabile dell'Umanesimo laico, che formerebbe la spina dorsale della cultura e della storia della cosiddetta "civiltà occidentale", se davvero esistesse ancora (e se davvero è mai esistita) una "civiltà occidentale", la cui storia è comunemente (ed erroneamente) concepita come una linea di crescente progresso che prende l'avvio dalla filosofia e dalla civiltà greco-romana classica e giunge sino ad oggi, attraversando in modo particolare i due momenti storici che hanno segnato e generato una rivoluzione culturale della società: la rivoluzione culturale umanistico-rinascimentale del 1400-1500 e la rivoluzione culturale illuministica realizzatasi nel XVIII secolo.

Questa visione è esattamente quella di uno sviluppo idealistico-spiritualistico che in realtà cela una grave distorsione e mistificazione storica, mentre sottindende e tradisce un altro tipo di sviluppo e di espansione, di ordine economico-materiale e colonialista, compiuto da parte del mondo cosiddetto "occidentale", una spinta storico-politica di orientamento profondamente eurocentrico e cristianocentrico. Mi riferisco al processo di affermazione e di espansione violenta ed imperialistica delle principali culture e potenze europee nel corso della storia universale.

Si pensi alla Grecia ellenistica di Alessandro Magno e alla Roma imperiale, nell'antichità; si pensi ai regni romano-barbarici (in primo luogo il regno dei Franchi) nell'Alto Medioevo, da cui sono successivamente scaturiti i primi stati nazionali europei, la Francia, l'Inghilterra, la Spagna e il Portogallo, nell'epoca moderna, imitati più tardi dall'Olanda, dalla Russia, dall'Austria e dalla Prussia, che hanno figurato e partecipato con le altre potenze all'opera di spartizione economico-territoriale dell'Europa e del mondo durante il 1600 e il 1700, fino alla nascita e alla costituzione della Germania e dell'Italia nel XIX secolo, che è stato il secolo d'oro del colonialismo europeo, in modo particolare dell'imperialismo britannico, e via discorrendo, fino a giungere alle forme più contemporanee di imperialismo e colonialismo e alle tragiche esperienze del totalitarismo nazi-fascista del XX secolo.

Mi riferisco altresì a quello stato federale-imperiale che rappresenta oggi il diretto discendente dello strapotere economico-imperialistico europeo, vale a dire gli Stati Uniti d'America, la cui giovane storia è contrassegnata da orrendi misfatti e crimini perpetrati contro l'umanità, a cominciare da quello che costituisce il genocidio più efferato e più dimenticato della storia: l'eccidio di massa operato a scapito dei pellerossa. Senza voler ignorare o sminuire le atroci brutalità, le scelleratezze e gli infami delitti consumati a danno dei popoli dell'Africa (quando l'America bianca necessitò di forza-lavoro a bassissimo costo ebbe inizio la più spaventosa tratta di schiavi che la storia ricordi) e, successvamente, a danno degli Afroamericani, nonché degli altri popoli oppressi e sfruttati dai bianchi nordamericani e dalle società bianche occidentali.

Per tali ragioni, il razzismo è insito e istituzionalizzato nella storia, nella cultura e nella società dei bianchi occidentali. In tal senso, il razzismo non è solo e non è tanto un comportamento individuale, quanto soprattutto un fenomeno sociale e istituzionale, che appartiene intimamente alla storia e alla cultura del mondo bianco occidentale. Una storia che è in sintesi un percorso di violenze, di crimini, di raggiri, di ruberie, di mistificazioni, poste in essere contro il resto dell'umanità. Finché la nostra società si ostinerà ad ignorare il razzismo istituzionalizzato in essa latente, le tragiche colpe dell'occidente non saranno giammai definitivamente espiate, né svaniranno i sensi di colpa che turbano la coscienza sporca dell'occidente. Ma è pur vero che il rifiuto o la rinuncia a fare qualcosa di concreto e significativo contro il razzismo istituzionalizzato presente nella nostra società, si spiega e si comprende chiaramente col fatto che la società bianca occidentale trae il suo benessere e la sua opulenza economica proprio dall'esistenza del razzismo stesso, che serve a legittimare e giustificare lo sfruttamento materiale dei popoli del Terzo Mondo. Senza questo razzismo istituzionalizzato e questo sfruttamento economico, la società bianca occidentale scomparirebbe.

In effetti, oggi la società bianca occidentale sta tramontando proprio perché sta venendo meno il suo predominio storico nel mondo. Non a caso, stanno emergendo nuove grandi potenze economico-politiche sulla scena globale, quali la Cina e l'India, destinate inevitabilmente a sconvolgere gli equilibri e i rapporti di forza internazionali. Questo è ormai un dato di fatto palese e inoppugnabile, che dobbiamo finalmente riconoscere e constatare, per poi prendere atto delle conseguenti ripercussioni sul nostro tenore di vita materiale, che verrà messo fortemente in discussione, com'è giusto che accada, dato che in passato è accaduto a tantissimi altri popoli e ad altre civiltà... per colpa nostra.

Con questo articolo mi piacerebbe lanciare una proposta: così come avviene ogni anno per richiamare l'olocausto compiuto dal regime nazista (non solo a danno del popolo ebreo, ma anche contro zingari, slavi, omosessuali, portatori di handicap, comunisti, anarchici e dissidenti vari) si potrebbe fissare, simbolicamente, un "giorno della memoria" riservato al genocidio perpetrato dagli U.S.A., ossia un'intera giornata del calendario da dedicare alle rievocazioni, ai dibattiti e alle riflessioni su ciò che è stata un'operazione di estinzione cruenta e sanguinosa del glorioso popolo dei nativi nordamericani, ferocemente massacrati, stuprati e cancellati dall'esercito yankee, sia fisicamente che culturalmente, in seguito alle cosiddette "guerre indiane" combattute nella seconda metà del XIX secolo.

Come spesso è accaduto in passato (si pensi a Roma nei confronti di Cartagine) i vincitori scrivono, o meglio, riscrivono la storia, falsificandola e rettificandola a proprio vantaggio. Così si è verificato nel caso dei pellerossa del Nord America, la cui storia è stata raccontata, descritta e divulgata attraverso il cinema western, che ha celebrato ed esaltato come "epica" la progressiva conquista del West, ossia degli sterminati territori occidentali del continente nordamericano, sottratti con la forza delle armi e con mille trucchi ed inganni ai legittimi abitanti indigeni, le tribù dei pellerossa (appunto), da parte dei pionieri, dei colonizzatori e dei soldati bianchi, mistificando e alterando la verità storica.

Da questi scippi, massacri e raggiri, che sono stati completamente occultati e distorti, hanno tratto la loro origine i numerosi miti e cliché, ovviamente fallaci, legati alla cosiddetta "epopea western": dallo stereotipo del cowboy solitario, onesto e coraggioso, al luogo comune dell'indiano selvaggio e crudele. La mitologia cinematografica hollywoodiana ha riproposto lo schema manicheo di sempre, vale a dire la facile e semplicistica equazione "bianco = buono" e "indigeno = selvaggio = malvagio", un modello che si ripete e si rinnova da secoli in tutte le occasioni in cui i bianchi occidentali si sono incontrati e scontrati con gli esponenti di altre culture e di altri popoli, considerati "inferiori" o "sottosviluppati", per cui sono stati sottomessi con la forza delle armi, con astuti stratagemmi o con altri strumenti coercitivi e fraudolenti.

L'occidente bianco è sempre stato sconvolto e turbato dall'idea della violenza, quando ad usarla sono gli altri, ossia i pellerossa, i Cinesi, i Cubani, i Vietnamiti, i negri, gli Arabi, gli islamici, e via discorrendo. Ma le violenze e le atrocità delittuose dei bianchi occidentali, dove le mettiamo? Il punto è questo: chi detiene il potere detta legge e decide chi sono i "buoni" e chi sono i "cattivi". E' sempre stato così, sin dai tempi più antichi. I Romani erano abili ed esperti maestri in questo campo, come ci insegnano Giulio Cesare e gli altri storici e conquistatori latini.

L'ignobile violenza della guerre, delle stragi, delle rapine, dei falsi trattati di pace, eccetera, è sempre stata dissimulata e camuffata sotto vesti ipocrite e posticce, sbandierando di volta in volta nobili principi ideali e morali assolutamente inesistenti, quali ad esempio i valori della "fede religiosa" (si pensi soprattutto all'epoca delle Crociate in Palestina), della "civiltà" e del "progresso" (si pensi alle conquiste coloniali nel Nuovo Mondo, ovvero nelle Americhe, in Africa, in Asia), oppure della "libertà" e della "democrazia" in tempi per noi più recenti e più noti.
Ogni riferimento alla guerra in Iraq, o alle altre guerre attualmente in corso nel mondo, è puramente casuale... amen!

Lucio Garofalo

Redazione1
4.02.2007 13:06
La guerra del Calcio di L.Boschi

LA GUERRA DEL CALCIO

Quella che è stata generata a Catania non è altro che violenza prodotta dentro e fuori dal campo in questi anni di sport e vita. Jean-Paul Sartre: "Il calcio è una metafora della vita".

Giusto una settimana fa mi indignavo in un articolo ( Tondino Padano) con il nuovo proprietario del Parma calcio la cui ricetta era " Correre e picchiare, picchiare e correre". Ero indignato anche per come alcuni giornali l'avessero sostenuta, facendola diventare frase da locandina, esposta in tutta la città, propositiva e necessaria per salvare una stagione calcisticamente per ora disastrosa.
Ero indignato solo al fatto che una persona potesse pensare, ancorché prima di dire, a questo come rimedio. Ero indignato per come non vi potessero essere altre parole per motivare giocatori: vocabolario ristretto o ristretta visione della vita e dello sport. Ma questa, si vede, è la cultura della triade: Ghirardi, Medeghini, Guareschi. Sì, certo, non era nelle vostre intenzioni sollecitare la violenza, ma queste leggerezze in chi gestisce responsabilità pubbliche o di ampia ricaduta collettiva, non sono più sopportabili.

E al loro fianco erano scesi tutti gli esponenti della cosiddetta crème della città e dello sport. E questo mi fa ancora più indignare. E il Prefetto, il Questore, il Sindaco, il Presidente della Provincia, il Comandante dei Vigili, i Capi della tifoseria, niente, nessuno che abbia detto qualcosa, che sia intervenuto chiedendo rettifiche visto che le smentite non potevano essere date. Di fronte a Catania cosa diranno? Cosa possono dire ora?

Ecco perché Ministro Melandri spero che l'eleganza e la determinazione di una donna riescano laddove l'uomo con la sua prepotenza ha fallito. Non solo, ma in tutti questi anni è stato promotore di violenza fuori e dentro il campo, con comportamenti criminali, di slealtà sportiva, di illeciti.

Bravo Pancalli: stop ad oltranza per uno sport le cui manifestazioni debbono essere oggetto di scorta di polizia domenicale. Città in stato di assedio! Sì, basta!

Questo è il mondo dei miliardi, del giro d'affari, dei bilanci truccati, delle partite e degli arbitri comprati, del circo dello spettacolo, dell'inganno, della prepotenza, della violenza…questa è l'Italia del mondiale!! I più bravi al mondo!!

Sono indignato di come, nel nome di quello che viene chiamato sport, calcio, il gioco più bello del mondo, gli affari e il potere abbiano saputo, con la loro quotidiana azione, distruggerne l'anima, la cultura di una società.

Vorrei ricordare cosa diceva Pasolini del calcio:
"I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i miei amici, qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo "Stukas": ricordo dolce bieco) sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso.
Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello
degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po' ripreso da Pascutti).
Che domeniche allo stadio Comunale!».

Questo calcio non c'è più!

E questo di Catania non è che un esempio di cosa bolle in pentola, del livello di violenza prodotta nei giovani, nelle classi disagiate, nella società. Una società che non si diverte più, ma violenta; una società che non ama, ma stupra; una società che non dialoga, ma ferisce e uccide l'altro. Una società dove la persona ha perso il senso di esistere.

E' la società voluta!!... Dall'incoscienza della prepotenza del potere. (Parma, 3/02/2007)

Luigi Boschi
www.luigiboschi.it


Redazione1
4.02.2007 13:09
Italia "partly free" nellinformazione di A.Rizzo

Italia “partly free” nell’informazione

Nessuno ne parla, nessuno lo sottolinea, nessuno lo segnala, dato che ormai tutti gli organi di stampa sono preoccupati di vedere come prosegue la “liaison” tra Silvio e Veronica: ma il rapporto di Freedom House 2005 è più che chiaro e inquietante sullo stato della libertà d’informazione in Italia, tanto da definirci come unica nazione “partly free”, ossia parzialmente libera, in tutta Europa. Nella classifica mondiale, invece, ci posizioniamo all’ottantesimo posto, dopo il Tongo e il Botswana, precedendo di poco Antigua, Barbuda e Burkina Faso.
E’, questo, un dato sconfortante e grave, che mette a pregiudizio il sistema democratico complessivo del nostro Paese: anche se siamo tra i 90 stati nel mondo classificati come democratici, contro i ben 103 Paesi classificati come dittatoriali, il preoccupante dato non giova di certo alla nostra libertà.
L’etere è suddiviso ampiamente tra due oligopoli, Mediaset e RAI, entrambe emittenti televisive soggette all’influenza partitica e all’interferenza del potere istituzionale ed economico; le testate giornalistiche sono quasi spesso proprietà di magnati dell’alta finanza, oppure del mondo imprenditoriale, dove gli stessi giornalisti dipendenti, spesso precari, vengono sottoposti alle direttive vincolanti del “padrone”, pena il loro licenziamento. Il dato rilevato sullo stato dell’informazione in Italia peggiora ogni anni, dato che nel 2004 ci posizionavamo al settantaquattresimo posto. Ci stiamo scavando la fossa? Direi che l’allarme, ora suonato, debba spingere a considerare come urgenti provvedimenti utili a risolvere questa insostenibile situazione. Negli ultimi anni sono aumentati, infine, i procedimenti, istruiti, soprattutto da parte di figure del mondo istituzionale ed economico, contro alcuni giornalisti, perseguiti in quanto hanno liberamente fatto il proprio lavoro, ossia di informare la cittadinanza in modo adeguato, autonomo, libero e indipendente. I casi più odiosi sono quelli che hanno riguardato il giornalista Massimiliano Melilli, condannato a 18 mesi di carcere ed al pagamento di 100.000 euro (124.400 dollari), e Lino Jannuzzi condannato, mentre era senatore, agli arresti domiciliari nel luglio 2004, attenuando una precedente condanna del 2002 di 29 mesi di carcere per diffamazione. Giace in Parlamento una proposta di legge che provvede a eliminare il reato di diffamazione mezzo stampa, garantendo, così, la piena autonomia da parte dei giornalisti di poter esercitare liberamente la loro professione. Ma, a parere mio, è solo un pannicello caldo contro una malaria: occorrono, oltre a questa egregia disposizione, misure come la liberalizzazione delle frequenze televisive e l’eliminazione della possibilità per le imprese, soprattutto istituti bancari e finanziari, di poter impossessarsi di una casa editrice di quotidiani o di riviste. Infine occorre una riforma della RAI complessiva tale da affrancarla dall’ingerenza parlamentare della vecchia e deleteria lottizzazione partitica. Procedere su questa strada è un dovere istituzionale vista l’emergenza “media” devastante il nostro Paese. Attendere ulteriormente aggraverebbe la situazione, fino a diventare irreversibile per il progressivo consolidarsi di poteri e di oligarchie.

Alessandro Rizzo

Redazione1
4.02.2007 14:38
Tondino Padano di L.Boschi

TONDINO PADANO

"Correre e picchiare, picchiare e correre ". Con questo slogan da ventennio il nuovo patron taglia il cordone ombelicale del Parma calcio dal muggito dei Bond e di Bondi. Vagisce il neonato scalciante, tra le braccia della levatrice Banca Monte Parma, sensibile alle pratiche creative di Collecchiello, impegnata a nutrirlo con la nuova confezione sport di "padano parmigiano grattugiato".
Ma complimenti Presidente Ghirardi, ci mancava uno come lei a Parma!
Una bella faccia da tondino! Nuova. Da testimonial OMS! Propositi da Social Forum! Parole sagge le sue, adatte contro la violenza sociale e negli stadi; parole di vera sportività! Un inno alla correttezza, alla pratica sportiva. Parole nuove di concretezza, veramente, ci mancavano! Da messia dello sport! Cosa ne pensa Ministro Melandri?

Perché esiste ancora il calcio sport? Ma va là! Che ce ne facciamo del virtuosismo balistico, dello stile, dello spirito sportivo, del sano agonismo, della tecnica e della tattica, della correttezza e della lealtà di gioco? Nuovo modello Gnutti, Fiorani e C.?
Dal ducato europeo un messaggio parmigiano/bresciano a Platini: "Correre e picchiare"; in campo datevene più che potete! E che vinca chi mena di più! Sangue e arena…stile gladiatori. Sacchi è d'accordo? Dal calcio champagne a quello grattugiato misto! Un incoraggiamento al comportamento corretto per le tifoserie. Cosa dirà ai prossimi subbugli del dopo partita? All'ingresso sarà dato in dotazione il tondino?

La Digos e gli organi di sicurezza condividono la sollecitazione del neo presidente? E il Sindaco partecipa anche lui con entusiasmo al nuovo proclama e programma sportivo? E i genitori cosa dicono consapevoli di avere i loro figli in arena a dar esempio? Pronto soccorso e ortopedia si preparino con reparto specializzato!

Dico, non uno della "nomenclatura democratica parmigiana" che abbia osato intervenire!... Chiedere rettifica dell'infelice e infausta sollecitazione alla violenza...e in nome dello sport! Con i loro sorrisini preferiscono glissare in pieno conformismo, pronti poi a indignarsi per le conseguenze generate dai proclami dei loro beniamini!

Bel collegio quello in cui è cresciuto, di sani principi! Fino a Lugano l'ha cercato? E magari dalle rette consistenti? Le potevamo indicare noi qualche borgata nazional popolare a costi più contenuti. Forse che lei ha scambiato il calcio col football americano? O Collecchiello val bene botte da orbi in campo? Che alla cordata padana parmigiano/bresciana interessino altri "affaire" anziché lo sport? Immobiliare? Cosa ci sarà da grattugiare tra le mura farnesiane con le "partite andate male" del Parma calcio? E Medeghini, il socio, non è parte di coloro che distribuirono con "Parmital" il rinomato "Parmesan" così caro al Parmigiano Reggiano? (Parma, 27/01/2007)

Luigi Boschi
www.luigiboschi.it


Redazione1
8.02.2007 10:57
L'aridità del clima cambierà l'economia di L.Boschi

L'ARIDITA' DA CLIMA CAMBIERA' L'ECONOMIA
Già di per sé considero insostenibile l'economia alimentare di derivazione animale, ma che senso può avere oggi, in clima di siccità?
Da tutto il mondo arrivano allarmi sul riscaldamento del pianeta e sull'inevitabile stato di aridità. Ha contribuito a ciò anche il bestiame in allevamenti che genera il 18 per cento dei gas serra...più di quelli dei trasporti!
I prodotti di derivazione animale e la carne, sono quindi oggi tra i principali fattori di alterazione globale del clima. Il saggio direbbe: basta carni, basta salumi, basta latte e derivati, basta polli! Basta con tutto ciò che ha a che fare con gli allevamenti intensivi! No, la tendenza, invece, è verso la crescita dei consumi!! Nei prossimi mesi l'Italia si troverà a dover razionalizzazione le risorse idriche: caldo e siccità cambieranno i costumi della stupidità alimentare?
Se i fiumi e i laghi "perdono" acqua, che senso hanno gli allevamenti intensivi?
Una vacca da latte consuma circa 150/200 litri di acqua al giorno, il maiale 20, a ciò si devono aggiungere quelli necessari per la coltivazione dei cereali ad uso zootecnico la cui crescente espansione è divenuta un flagello mondiale. E se gli allevamenti intensivi non hanno senso quale potrebbero averne i mattatoi per le carni, le industrie dei salumi, dei produttori di latte confezionato?
Se l'olio, pomodori, cereali, frutta e verdura, cioé i punti forti della nostra dieta quotidiana sono a rischio che senso possono avere le altre superflue e dannose produzioni di alimenti di derivazione animale, causa, tra l'altro, di malattie?
I maggiori danni per questo stato climatico sono previsti al Nord. L'Emilia Romagna è sotto stress termico. Che senso hanno certe produzioni? E quelle celebrate del tipico dove si approvigioneranno?
Dove andrà a finire per siccità l'economia della vacca e del maiale del ducato? Andremo a sottrarre l'acqua agli umani (come si fa già nel terzo mondo) per darla agli animali da mattatoio degli allevamenti? O per coltivare i loro alimenti?
I soli bovini stanno letteralmente divorando interi ecosistemi. Molte foreste tropicali, come accade ad esempio in Amazzonia, vengono abbattute per far posto ai pascoli, che stanno erodendo ovunque anche le terre coltivabili, mentre le acque dolci vengono contaminate dai rifiuti degli animali e dai pesticidi. E anche qui da noi il livello dei nitrati non scherza!
Il problema sta diventando sempre più grave. Questa crescita di produzione alimentare mondiale di derivazione animale genererà effetti catastrofici per la biosfera, come già li ha prodotti. Vogliono rendersene conto le persone della responsabilità quotidiana nelle scelte dei loro consumi? O agiscono solo in preda alla fame d'animali e telegovernate dal potere economico/finanziario/mediatico?
E i nostri politici cosa pensano di fare ? Quale iniziativa, per l'emergenza idrica annunciata, escogiteranno, pur di continuare ad alimentare inutili, dannose e sorpassate economie? Avranno il coraggio di richiedere i sussidi per disastro ambientale (progettato), così come in altre occasioni? Chi ha l'autorità e l'autorevolezza ha il dovere di intervenire!
Attenti risparmiatori che avete investito in azioni di industrie alimentari di derivazione animale, siete sostenitori di catastrofi ambientali e economiche: i vostri risparmi potrebbero restare a secco! Basta leggere i rapporti sul clima, non fate gli gnorri!! Non venite poi a dire non lo sapevamo! (Parma, 05/02/2007)

Luigi Boschi

Redazione1
8.02.2007 11:19
La punta Perotti di A.V.Gelormini

LA PUNTA PEROTTI DELLA LEGA
di Antonio V. GELORMINI
Il coro è unanime. Il Presidente della Lega Calcio va rimosso. Esattamente come la saracinesca di Punta Perotti, così familiare ad Antonio Matarrese. Le sue dichiarazioni, tra l’incauto e il sorprendente, per qualcuno anche di discutibile responsabilità, hanno scosso le istituzioni sportive, i vertici della politica e la pubblica opinione.



“I morti fanno parte del sistema”, “Il calcio è un’industria e non può chiudere”, “Chi parla di sospensione, addirittura per un anno, non sa che dice e rischia di rompere un giocattolo delicato, caposaldo dell’economia del Paese”. “La Fiat per rilanciarsi non si è certo fermata”, “Per attuare il decreto Pisanu non abbiamo soldi”.



E come se non bastasse, alla sollecitazione di suggerire qualche soluzione praticabile, non ha trovato di meglio che indicare: “Cominciamo a pensare a stadi nuovi. Anche il ministro Meandri ha detto che i nostri sono fatiscenti”. Dopotutto, deve aver pensato, cosa si può fare, se non ricostruire, all’indomani di tanta rovina? Non c’è nulla da fare, il Dna non si cancella.



Considerare il calcio un’attività industriale e non più una pratica sportiva apre scenari diversi da quelli considerati fino ad oggi. A cominciare dalle responsabilità e dagli impegni degli operatori, siano società calcistiche, calciatori e società proprietarie degli impianti sportivi. Così come andrebbero ridefiniti gli ambiti di competenza dal ministero dello Sport a quello delle Attività Produttive.
Intanto, il Presidente del Consiglio, da Lussemburgo, ha reagito sconcertato: “Sono dichiarazioni inaccettabili”. Le prese di distanza si moltiplicano e lo stesso Coni, con un durissimo comunicato, fa prevedere l’imminente deferimento di un Presidente sempre più isolato. Antonio Matarrese forse non se lo aspettava, ma le ruspe stanno tornando! (gelormini@katamail.com)

Redazione1
9.02.2007 18:07
I quotidiani possono andare avanti così? di A.De Porti

I QUOTIDIANI POSSONO ANDAR AVANTI ANCORA COSI’ ?
di Arnaldo De Porti
Leggo, da oltre mezzo secolo, vari quotidiani ogni giorno e mi arrogo pertanto un pizzico di pretesa nel dire che un discreto numero di pagine, non solo non vengono lette, ma vengono addirittura “voltate” con fastidio in quanto prive di interesse. O, tanto per essere di buon cuore, esse vengono appena appena degnate di uno sguardo da parte di pochi. Sono consapevole che dicendo queste cose posso infastidire chi scrive su queste pagine poco lette, ma mi pare di poter dire che questo sistema penalizza fortemente e quindi tolgono spazio ad altre pagine che potrebbero essere sviluppate con i “desiderata” dei lettori, nel quadro di quello spirito democratico che dovrebbe materializzare una sorta di “dicotomia” fra le esigenze di chi produce la carta stampata e l’utente che la legge. Ed invece non è proprio così. Capisco che se non ci fossero la pubblicità, gli annunzi legali, i necrologi e quant’altro le casse del giornale avrebbero a soffrire, ma è anche vero che, tutto ciò finisce per stancare il lettore con la conseguenza di inevitabili ed a volte grandi rese…
Almeno a mio avviso, osservando le cose anche in prospettiva.
Indro Montanelli quando era in vita sosteneva che il giornale non è di proprietà degli editori, e tanto meno dei redattori, ma del lettore che, ogni giorno, contribuisce a tenerlo in vita acquistandolo, col desiderio però di essere bene informato e di poter anche dialogare direttamente attraverso le sue pagine.
Al contrario, fra pagine di cultura “scopiazzata” in malo modo da pagine di vecchi libri (che vera cultura non è), fra pagine di annunci (utili ma spesso fastidiosi), fra pagine di pettegolezzi (invero poco edificanti se non addirittura stomachevoli) quando addirittura non ci si mette di mezzo chi scrive non sempre in maniera corretta e fondata, allora si finisce per infastidire il lettore che avrebbe invece bisogno di sentirsi legato ad uno strumento che gli da la sensazione essere in continuo contatto con il mondo esterno, di creare pubblica opinione esprimendo il suo pensiero, sbagliato o giusto che sia.
Qualche anno fa, qualche direttore dei nostri giornali locali, aveva manifestato il proposito di allargare le pagine attraverso il contributo dei lettori, ma mi pare che questi propositi siano andati delusi. Non lo dico per me in quanto le redazioni locali mi hanno sempre gratificato pubblicandomi quasi tutto, ma per quella gente che spesso si chiede quanto mi sono chiesto io in questo momento.
Se, al contrario, il giornale finisce per gratificare soltanto i vari redattori per mestiere, escludendo spesse volte anche i collaboratori esterni, allora troveremo anche una giustificazione sul calo piuttosto pesante delle vendite. Non solo, ma si capirebbe anche che, parlando con una voce sola (quella delle redazioni), un giornale non esprime vera democrazia.
ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
9.02.2007 18:07

Redazione1
3.03.2007 19:46
Squlli di trombe di A.V.Gelormini

SQUILLI DI TROMBA PER ENNIO MORRICONE
di Antonio V. GELORMINI
Mai Oscar fu più sudato, desiderato e meritato. Ci sono volute oltre trecento colonne sonore e altrettanti film, alcuni dei quali devono la loro fortuna soprattutto alla trama musicale che li accompagnava, per far maturare il riconoscimento dell’ambita statuetta al compositore italiano più amato nel mondo del cinema e dagli spettatori di ogni sala di proiezione.
Roba da non crederci, ma Ennio Morricone non aveva mai vinto un Oscar. Con il riconoscimento ad una carriera lunga quarantacinque anni, con cinque nominations e mai un successo, oggi si pone rimedio ad uno dei paradossi più imbarazzanti per l’Academy hollywoodiana. Il suo ingresso in sala a Los Angeles avrebbe meritato lo squillo di trombe dell’Aida, hanno scelto uno dei temi più famosi (da C’era una volta in America), tra quelli che meglio hanno accompagnato le emozioni di ogni generazione cinematografica.
Troppo facile il ritornello delle colonne sonore per i western all’italiana di Sergio Leone, vere e proprie colonne d’Ercole per il successo del regista romano. Ci piace, invece, ricordare i commenti musicali a capolavori come “La battaglia di Algeri”, con Gillo Pontecorvo coautore delle musiche oltre che regista d’avanguardia, “Sacco e Vanzetti”, e lo stratosferico successo di Joan Beats, “C’era una volta in America”, “Nuovo Cinema Paradiso” e “La leggenda del pianista sull’Oceano”, i veri e propri concerti sinfonici cinematografici. O ancora il magnifico e suggestivo sottofondo al kolossal televisivo “Marco Polo”.
Ma è con altri due registi, guarda caso entrambi allevati dal “nume” Sergio Leone, che la poliedricità di Ennio Morricone viene messa a dura prova, dando vita a rari esempi di fusion tra sceneggiatura e colonna sonora per fissare degli affreschi cinematografici di scuola classica-popolare con Bernardo Bertolucci e il suo “Novecento”, e di influenza meta-contemporanea con la trilogia degli animali di Dario Argento. Dove le tecniche innovative, per suscitare tensione emotiva nel pubblico, vengono esaltate in thriller/horror come “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Il gatto a nove code” e l’indimenticabile “Quattro mosche di velluto .(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
3.03.2007 19:47

Redazione1
3.03.2007 19:54
MELODRAMMA DEI TALENTI di Luigi Boschi

MELODRAMMA DEI TALENTI

Mentre Meli pensa alla direzione artistica del Ravello Festival, per rimpinguare le sue casse limitate a circa soli 30 mila euro mese percepiti come Sovrintendente del Regio di Parma, a lenti passi di Formica invece crescono i Pellegrini musicali. Dopo Baratta, dopo Proczynsky, è il turno del nostro clarinetto Pellegrini e della sua POE (Parma Opera Ensemble onlus).
Nella prosa giornalistica parmense sembra che la cultura da ufficio stampa prevalga su quella critica. Ma qui, nella capitale della musica, si può!...o si deve? Il conflitto professionale è palese e da sempre ne sostengo l'incompatibilità. Sarebbe tempo che l'Ordine intervenisse in questo diffuso malcostume! Aldilà delle scelte di campo editoriali, fra cooperative tuttofare e giornaletti sponsorizzati dal sistema, le menti sono fagocitate e l'informazione è divenuta, spesso, solo merce da vendere, ridotta a mangime virale sociale…per alimentare gli allevamenti a volte già impestati di aviaria o mucca pazza.

Celebrare qualcuno prima della performance io la considero marketta stampa. E' ormai buon costume farla anche dopo, ma quella del giorno prima vale oro di cassa! Non si riesce più a distinguere chi fa cosa: ufficio stampa, informazione degli eventi, la critica/recensione degli stessi.

Passo alle citazioni testuali dell'articolo (Gazzetta di Parma venerdì 09 febbraio 2007 pg45), perché meritano, sono storia del giornalismo parmense, di come qui si fa cultura:
"Parma Opera Ensemble racchiude nel nome la tradizione e il futuro di una città che ama la musica…"; prosegue: "Appuntamento da non perdere con il prestigioso gruppo parmigiano…"; termina: "Parma Opera Ensemble: una denominazione d'origine, musica su cui investire". Voi come li chiamate? Slogan? Un offesa alla pubblicità… preferisco Carmensita! Questa invece è propaganda di regime!!
Forse troppi anni passati, come altri, ad alternare redazione e uffici stampa per campare: sen. Guasti, Ente Fiere Parma, Fondazione Arturo Toscanini, ecc. E' l'ensemble!
Ma non finisce qui. Tra le righe si legge pure: continua sul blog

(Parma, 16 febbraio 2007)

Luigi Boschi
www.luigiboschi.it

Redazione1
18.03.2007 19:35
GIUSTIZIA E LEGALITÀ di S. Giovannozzi

GIUSTIZIA E LEGALITÀ
Pensavamo che certi concetti fossero chiari e acquisiti. Le improvvise dimissioni di Gherardo Colombo dalla Magistratura ci hanno riportato di colpo indietro di anni.

Il senso di sconforto del giudice storico del pool così detto Mani Pulite, ci ha fatto precipitare nello sconforto. Vedo i corrotti riabilitati, il senso della legalità è sopravanzato da altre due categorie: la FURBIZIA e il PRIVILEGIO.

Altre dimissioni quelle del giudice Giuliano Turone (con Colombo sul tema P2) e riammesso invece il giudice Carnevale noto come l’ammazzasentenze.

Fare e disfare.

Quello che non vorremmo disfare è la voglia di LEGALITA’ che tanti cittadini ancora coltivano come bene primario, ma per questo c’è bisogno che l’amministrazione della Giustizia sia una certezza per tutti, e da quando qualcuno ha voluto togliere dalle aule giudiziarie che LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI, da allora abbiamo percepito con chiarezza che, come dice Colombo, bisogna combattere con maggiore determinazione la FURBIZIA e il PRIVILEGIO, mali endemici di troppi italiani.
Simona Giovannozzi
18 Marzo 2007

Welfare Italia
18.03.2007 19:35

Redazione1
19.03.2007 22:31
Oscar all'attrice Helen Mirren di Anna Paola Zugni-Tauro

L'OSCAR ALL'ATTRICE PROTAGONISTA HELEN MIRREN CORONA LA PREVEGGENTE COPPA VOLPI DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA.
La Mostra del Cinema di Venezia continua ad avere numerose e brillanti conferme sulle scelte delle sue Giurie, per cui i premi veneziani ricoprono il valore di una sicura laurea per registi, attori, sceneggiatori, compositori, costumisti, scenografi; infatti molti di loro che hanno visto premiato il proprio ruolo nei film in concorso a Venezia hanno ottenuto riscontri, spesso trionfali, a livello mondiale.
E' questo un grande merito della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica del Lido che va sottolineato a difesa di un evento che per tradizione, qualità, atmosfera non dovrebbe avere rivali, per lo meno in Italia, dove si tenta a Roma e a Torino, checchè se ne dica, di strapparne il primato invece di sostenerne l'unicità con sostanziosi aiuti economici.
“The Queen” del regista Stephen Frears è un grande film per verità storica, per raffintezza drammatica, per britannico umorismo, per la stupefacente presentazione psicologica e fisica dei personaggi: Tony Blair (Michael Sheen) con la consorte Cherie (Helen Mc Crory), il principe Filippo (James Cromwell) e il principe Carlo (Alex Jennings), la regina madre (Silvia Syms) e al di sopra di tutti la regina Elisabetta II ( Helen Mirren). La figura di Diana appare come pallida ombra nei documenti di repertorio, lei che è stata la vera provocatrice dell'immane dramma con la sua morte, di cui ancor oggi si ignora la misteriosa causa.
La regina assiste esterefatta all'improvviso salire di un culto fanatico, ingigantito dai media, per “ Lady D” come “ principessa del popolo”, ondata che rischia di travolgere il secolare culto per la monarchia in quelle poche e sensazionali giornate.
Elisabetta si ritira nel privato della sua famiglia e nella sua tenuta di Balmoral, imprigionata nell'imperturbabile ritualità con cui i Windsor si sono sempre trincerati per sopportare i momenti più drammatici e pericolosi della loro storia, divenendo un esempio e un baluardo per l'intera nazione.
La campagna scandalistica cresceva con accuse tremende, che contrapponevano un popolo imprevedibilmente scopertosi emotivo e più latino che britannico, perdutamente travolto da un'ondata di commozione, e una presunta insensibilità della sua regina.
Diana da rivale della casa regnante, dalla quale si era ritenuta offesa, era la vera regina dei media, mentre per Elisabetta era diventata ormai una nuora lontana, soltanto “la signorina Spencer”.
L'unico a star accanto ad Elisabetta con acuta intelligenza politica ed umana fu il nuovo primo ministro Tony Blair.
La sua regina gli apparve intrappolata ingiustamente in un dramma imprevisto, che poteva rovesciare gli equilibri tra politica e mass-media. Pieno di fedele ammirazione riuscì a convincerla ad apparire in pubblico e a rendere omaggio ai funerali di Diana.
Nel film coraggio e sofferenza la fanno apparire un'eroina. Stupenda la scena dell'apparizione del cervo reale, che verrà ucciso nella landa di Balmoral, potente allegoria di una regalità braccata e minacciata.
Nel bellissimo libro di Antonio Caprarica “ Dio ci salvi dagli inglesi...o no !?”, uscito di recente (Sperling & Kupfer Editori – RAI ERI), nel capitolo “ La corona val bene un inchino”, si legge “ Alla morte di Diana, Elisabetta ha commmesso il più grave errore politico del suo lungo regno. Con il suo comportamento iniziale rigido e distaccato è parsa dar ragione all'ex nuora che ne lamentava l'incapacità a comprendere la gente... Dopo una settimana di resistenze, che alimentarono la più forte ondata di critiche alla monarchia dalla crisi dell'abdicazione, nel 1938, Elisabetta capì e chinò il capo”.Era necessario l'eccezionale talento di Helen Mirren per impersonare Elisabetta in uno dei momenti più critici di tutto il suo regno.
Vedendo la Mirren, la sera della presentazione del film nella passerella del Palazzo del Cinema al Lido, snella ed elegante in un lungo abito da sera bianco, con modi scherzosi e allegre risate rivolte al suo regista, non sembrava certo la stessa che raffigura la rigida padrona di Buckingam Palace, goffa e severa anche nell'intimità domestica . Pare che la trasformazione dell'attrice sia avvenuta per gradi, perfino la voce, l'accento ripercuotono i toni dell'alta classe sociale. Nella presentazione del suo libro allo Spazio Mondadori in Venezia, Caprarica ci informò che la Mirren era molto amica della sorella della regina e quindi vicina alla famiglia reale. Di Elisabetta la Mirren disse in una interessante intervista rilasciata a Liana Messina : “ ...non esiste persona più privata e discreta di lei. E' un'icona, ma se ne sta chiusa in se stessa...E più studiavo, più m'innamoravo, la mia stima e ammirazione crescevano. Il suo è uno spazio segreto...un luogo fatto di incredibile autodisciplina e dignità:”
La Mirren ha un passato irrequieto e un'immagine trasgressiva, perchè vissuta tra parties e comunità hippy. Nel cinema poi divenne l'icona erotica per intellettuali. Ha avuto relazioni con molti uomini famosi e difficili. Dal 1985 ha incontrato il regista americanoTaylor Hachford, divenuto suo compagno e dal '97 suo marito.
Prima di Elisabetta II si era trasformata in Elisabetta I, la regina-vergine, per una miniserie televisiva della rete HBO , divisa tra la passione per il duca di Essex e i consigli del duca di Leicester ( Jeremy Irons), ruolo che le fece guadagnare un “Emmy” come miglior attrice. Un po' di sangue blu scorre nelle sue vene , infatti nasce come Ilyena Lydia Mironoff, di origini russe, suo nonno fu costretto a fuggire a Londra durante la rivoluzione bolscevica perchè fedele allo zar. Aveva già interpretato altre regine: in teatro “Cleopatra” all'Old Vic e al cinema “ Queen Charlotte” in “La pazzia di Re Giorgio” con nomination all'Oscar e riconoscimento a Cannes ( 1995).
Eppure per interpretare Elisabetta II era, come lei confessa, “terrorizzata e piena di dubbi”.
Anna Paola Zugni-Tauro






Redazione1
27.03.2007 18:56
PD, nasce la federazione di A.V.Gelormini

PARTITO DEMOCRATICO, NASCE
LA FEDERAZIONE DELLE APD
di Antonio V. GELORMINI
Le associazioni regionali per il Partito Democratico, o almeno buona parte di esse, si sfilano dalla situazione di stallo creatasi col loro coordinatore nazionale Gregorio Gitti e danno vita alla Federazione delle Associazioni per il Partito democratico. Annita Garibaldi Jallet ne sarà il presidente (eletta all’unanimità), e Massimo Cacciari, Valentino Castellani, Sergio Cofferati, Leopoldo Elia, Giuseppe Pericu, Raimondo Ricci, Virginio Rognoni, Michele Salvati e Salvatore Veca ne costituiranno l’Ufficio dei garanti.
Con la nascita delle realtà autonome regionali dell’Associazione per il Partito democratico, la struttura madre, fondata a Milano l’11 febbraio dello scorso anno, aveva visto progressivamente ridursi la funzione di coordinamento e di indirizzo del suo organismo direttivo a livello nazionale. Nel contempo, l’emergere di contrastanti valutazioni fra i soci fondatori, sul rapporto dell’Associazione con i partiti, ne hanno accentuato le divergenti analisi politiche e determinato un sostanziale inceppo dell’attività di stimolo, nonché della produzione di contributi alla nascita del Partito democratico.
La neonata Federazione, nel ribadire il proposito di scioglimento all’indomani della realizzazione del Partito democratico, afferma nella sua piattaforma di presentazione che: “L’antipolitica rappresenta un serio rischio per la democrazia italiana”. Si dice convinta: “Di non voler assumere una posizione antagonista verso i partiti, perché consapevole che non c’è democrazia senza di essi. Anche se l’azione di rinnovamento e di modernizzazione dovrà essere incisiva e concreta”. E annuncia l’adesione al Coordinamento Permanente, avviato dai Cittadini per l’Ulivo, Libertà e Giustizia e Movimento ecologista, per favorire la più ampia partecipazione di realtà associative per il Partito democratico.
Si materializza, così, la presa di distanza dalle posizioni più radicali e più tranchant di Gregorio Gitti, che ora dovrà decidere cosa fare del restante nucleo originale della vecchia Associazione. Anche perché oltre a Michele Salvati, altri soci fondatori oggi si ritrovano ai vertici della Federazione delle Associazioni per il Partito democratico. Il Coordinamento nazionale, infatti, ha deliberato la composizione del suo Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte Giorgio Bogi, Federico Formisano, Claudio Lodici (Apd Lazio), Piera Perria e Riccardo Sarfatti (Apd Lombardia).
Il presidente Annita Garibaldi Jallet, pronipote dell’eroe in “camicia rossa” di Caprera, è nata a Neuilly-sur-Seine (Francia) nel 1942. E’ stata docente di Diritto Costituzionale e Scienze Politiche all’Università di Bordeaux e ha insegnato Diritto Costituzionale comparato e Storia dell’integrazione europea presso la LUISS a Roma e l’Università di Siena. Nel luglio 2006 è stata eletta Segretario Generale del Consiglio Italiano del Movimento Europeo. L’organizzazione internazionale presente in tutti gli Stati dell'Unione Europea. Il Consiglio Italiano, presieduto fino a luglio da Giorgio Napolitano, ora Presidente della Repubblica, è attualmente presieduto dal Sen. Valerio Zanone.
(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
27.03.2007 18:56

Redazione1
27.03.2007 19:12
ACQUA, CHE FARE? di L.Boschi

ACQUA, CHE FARE?

ASSESSORE GIANCARLO CASTELLANI
Provincia di Parma

Assessore Castellani, a seguito del suo intervento sulla Gazzetta di Parma per la giornata dell'acqua le sarei grato se potesse rispondere a queste mie domande:
a) ritiene che l'industria di alimenti di derivazione animale sia compatibile con la scarsità di risorse idriche?
b) ritiene che gli allevamenti intensivi siano ancora sostenibili?
c) ritiene che si stia facendo tutto quanto possibile per disincentivare l'alimentazione di derivazione animale (insostenibile)?
d) come è compatibile la corretta gestione delle acque con la promozione del distretto industriale (quindi alti numeri, non piccole quantità) dedicato alla produzione di alimenti di derivazione animale?
e) quale futuro può avere questa economia animale dipendente, inadeguata ai nuovi stili di vita, alle esigenze ambientali, sociali, salutistiche, economiche per non parlare di quelle etiche?
Ecco vorrei sapere qual è la sua posizione rispetto a questi interrogativi visto che mentre nel suo intervento ho potuto notare che c'è attenzione economica infrastrutturale, insignificante mi sembra lo sforzo rivolto per una riconversione del sistema economico, che è palesemente inadeguato e comunque non strategico, rispetto all'economia delle conoscenze, indirizzo della civiltà digitale.

Sul lato invece tecnico delle acque le chiedo:
- Il piano dell'acqua da voi predisposto ha una sua rilevazione qualitativa e quantitativa adeguata agli attuali sistemi digitali? Se sì potrebbe dirmi il sito attraverso cui posso avere queste informazioni online direttamente durante la giornata?
-Vi è sulle acque una quotidiana trasparenza informativa pubblica diretta?
-Perché su questi temi dei cambiamenti climatici connessi inevitabilmente al nostro sistema economico e agli stili di vita individuali non si è aperto un tavolo di discussione e confronto con studiosi, ricercatori, esperti del serttore e i cittadini e non solo con i rappresentanti delle associazioni?
-Quale rete informativa e educativa è stata ad oggi attivata? Non dovrebbe la Provincia promuovere un ruolo di coordinamento, andando ben oltre i contenuti descrittivi dell'esistente, presenti nel Piano elaborato?
Grazie e resto in attesa di una sua risposta.

Luigi Boschi
www.luigiboschi.it

Redazione1
7.04.2007 20:13
Pasqua marcia, di Luana de rossi

PASQUA MARCIA.

Mi sono sempre spinta OLTRE OGNI limite... sono in favore di qualsiasi manifestazione... ma ad alcune per intelligenza non politica ma umana ... non partecipero’ mai !

Cosi’ ieri sera mentre riflettevo alla guida della mia automobilina scassata e facevo ritorno verso casa... ti incontro la processione per la pasqua. Una corsa podistica a piedi con tappe per bartali e coppi e tanto di scritte in vernice sulla strada...FERMATA 8 – VIVA CRISTO – viva maria ( in piccolo ) ... se io scrivo con un gessetto sul muro mi arrestano ... questioni di democrazia e democrazia cristiana.

Organizzatissimi – il prete che portava le casse per far uscire la voce microfonata – lei con la chitarra che strimpellava musichette irripetibili e oscene ... oppure comiche – gli altri dietro e i bambini avanti. Ma che bella serata mi sono detta mentre ero bloccata e in macchina in attesa che tutta la fila passasse. Cosi’ mi sono messa a contare le persone ... lo faccio spesso quando non ho nulla da fare ... l’altra volta sulla tuscolana una via di roma ... in attesa che aprisse un negozio ho contato le antenne paraboliche piazzate sui terrazzi e sui tetti... poi ho contato gli appartamenti – e statisticamente mi e’ venuto che sono pochi a dare euro alle tv di berlusca o di murdoc...se non abbassano i prezzi rischiano di fallire e questa e’ una buona notizia. La statistica si inverte pero’... guarda caso... nelle periferie abbandonate di roma.

Un’altra volta ho contato quanti ricchi abitanti nei pressi di piazza navona avevano cani cosi’ definiti meticci... e quanti in periferia hanno il cane di razza e’ impressionante osservare che i poveri hanno solo questi cani di razza e i ricchi l’esatto contrario.

Potrei ora scrivere due righe sulla storia e la razza e soprattutto sulla comunicazione sottoculturale... ma torniamo a noi... dunque la chiesa sta organizzando questa grande manifestazione per la FAMIGLIA ...

Non e’ vero non ci credete – ora comunicheranno alle varie parrocchie disperate del sud di condurre con i pulman pagati dalla santa sede – le stesse persone che ho visto ieri sera. La media aveva un’eta’ di oltre settanta anni. Rimane vivo in quella processione il detto che quando ti avvicini alla fine dei giorni cominci a pregare automaticamente.

Dietro non c’erano i giovani a parte i chierichetti che le nonne indicavano felici ad altre nonne...guarda quanto e’ bella la mia nipotina sembra un angioletto ?

LA CHIESA organizza questa manifestazione per continuare a sperperare il suo otto per mille... ultimamente infatti aveva comunicato troppe opposizioni – no a questo no a quello si al divorzio si alla destra si a berlusconi e andreotti no all’aborto no alla fecondazione assistita... cosi’ qualcuno dal basso – vedi MICROMEGA ha cominciato a fare petizione – questa chiesa ingerente deve comprendere in un modo e nell’altro che viviamo in uno stato LAICO ... e invece loro no... se la prendono con i musulmani – con l’europa che non li appatenta come fondamenta della nostra storia...e tentano per raggiungere lo scopo di resuscitare non CRISTO...ma la vecchia democrazia cristiana facendo dire cazzate ai vari ministri succubi del vecchio IOR.

In realta’ perdono consensi perche’ oramai vivono oltre le mura senza aiutare il popolo come in pochi facevano una volta... e passano tutto il santo giorno a dividersi l’otto per mille che gli versiamo... anzi che gli versate... perche’ seguendo il consiglio di MICROMEGA noi lo daremo alla chiesa valdese oppure ad associazioni culturali come quella di CARLO GIULIANI http://www.piazzacarlogiuliani.org che deve pagare ancora i legali per una verita’ che abbiamo tutti sotto gli occhi e che lo stesso placanica ha detto... non ho sparato io .... e allora chi ?

E’ come la strage di piazza fontana – quella di bologna... chi... lo sappiamo.. ma dobbiamo pagare per non saperlo mai... eppure questa commissione di inchiesta l’attuale sinistra l’aveva promessa si e’ accaparrata i nostri voti anche per questo motivo non solo per l’antiberlusconismo... se non mantiene le promesse ce li riprendiamo alle prossime elezioni ...i voti versati.

Non fatemi perdere perche’ ci metto poco... in questa processione della santa pasqua... non ci sono giovani ci sono solo pensionati ... figurati i precari del futuro se avranno voglia di seguire queste tonache bianche che sculettano come fossero ad una festa privata.

ARRIVERANNO in piazza... quelli del sud e del nord... li portano a manifestare per LA FAMIGLIA... ma svegliatevi vi portano in piazza solo per difendere l’otto per mille... per giustificare la loro esistenza ad uno stato che lentamente come la tartaruga cerca di liberarsi da questa croce che e’ appunto rappresentata da una chiesa di destra dall’animo in noce.

VI PORTANO IN PIAZZA CONTRO I GAY ? GLI OMOSESSUALI ? ... ma che gli frega... sono migliaia gli omosessuali entrati in convento proprio per questo motivo...mamma sono gay... fatti prete...si diceva cosi’ fino a poco tempo fa... dietro le mura dicevo non si dividono solo l’otto per mille c’e’ anche del sesso da raccontare.

MADDAI VI PORTANO IN PIAZZA PER LA FAMIGLIA ... e continuate... questa famiglia italiana finta bacchettona ...in realta’ fa la fila nei sexy shop ... il marito si trova tutte le sere insieme ai politici sulla strada delle vallettopoli... ognuno vive in una propria stanza con il proprio televisore e le proprie strunzate trasmesse da tutti i canali come scriveva ORWELL nel libro 1984... lo dice AMNESTY ed altre associazioni europee sui diritti umani...non io... che il 60 per cento delle violenze avvengono in occidente proprio all’interno di quella famiglia che la chiesa intende portarci di esempio ed anche in piazza.

MA IL VICE DEL PAPA HA DETTO CHE I GAY SONO PEDOFILI... ma e’ stato frainteso ... voleva dire coi’ e ha detto proprio cosi’... ma e’ stato frainteso... doveva aggiungere che i famosi voli sessuali... cioe’ quelli che prendono aerei per andare a fare violenze negli altri mondi affamati... dove con 10 euro puoi porcheggiare in doppia fila con donne e uomini di tutte le eta’... partono proprio dall’occidente.

ALLORA NON SONO MEGLIO COPPIE DI OMOSESSUALI CHE SI AMANO ? ... almeno di amore parliamo non di vibratori che poi costringiamo a venire in piazza con le chiappe strette altrimenti se lo perdono a san pietro.

LA FAMIGLIA GIA’... guarda in questa manifestazione della via CRUCIS-VERBA ... non c’era una suora... ho chiesto ... ma le suore ? ... mi hanno risposto... le suore ? ... eppure i conventi sono pieni di suore di tutti gli ordini e contrordini... le abbiamo bianche – rosse – grigie – nere e bianche ... non parlo di pelle ma di vestiti... e non ci sono mai.

Avete sentito parlare di un papa donna ? avete mai dato il vostro otto per mille ad ARCIVESCOVE ? avete visto che il papa ha mai lavato i piedi di una donna per punizione storica ? ... e ci parlano di famiglia ? questi ometti con la tonaca ci parlano di famiglia ?

LA FAMIGLIA e’ sostenuta in tutto il mondo dalle donne... africa cina ... india roccasecca...lecce sgurgola... sono le donne a sgobbare... ora che vogliono la parita’...fanno doppio e triplo lavoro... portano lo stipendio – allevano figli e puliscono casa... e in questa chiesa la donna che cosa e’ ? ...nulla... bella rappresentazione della famiglia... CRISTO E’ RISORTO... e nel raccontarci questa fandonia volevate sminuire MARIA... l’avete calpestata messa ai margini l’altra la MADDALENA trasformata in una prostituta pensando che sarebbe stata odiata... e invece no ! MARIA E’ IL NOSTRO ESEMPIO... punto di riferimento e se CRISTO amava le prostitute e le donne perche’ noi dovremmo odiare i GAY E LE LESBICHE ?

CI SONO UOVA COME QUELLE DI PASQUA ... poi ci sono quelle delle galline... poi ci sono quelle MARCE...

Per quest’ultime non manifesto... semmai penso di tirarle come quando ero piu’ giovane...e sentivo il mio seno allegro in aria mentre le scagliavo con tutta le voglia e il desiderio che ancora ho di cambiare chi ci racconta balle e ci chiama anche a manifestarle in piazza.

Luana de rossi.

Welfare Italia
7.04.2007 20:14

Redazione1
7.04.2007 21:29
Pensioni, dimezzato il potere di acquisto.A.De Porti

PENSIONI: PIU’ CHE DIMEZZATO IL POTERE DI ACQUISTO DAL 1994
Esiste ancora una categoria di…”viventi sine die”, alla quale appartengo anch’io dal 1993 e che risponde al nome di pensionati, categoria che è passata attraverso un paio di forche caudine pagando di tasca propria.

La prima volta fronteggiando la disonestà di molti commercianti che hanno raddoppiato i prezzi approfittando disonestamente dell’avvento dell’Euro e cioè cambiando “motu proprio”, oserei dire spudoratamente, la parità : “ Un Euro uguale a mille lire anziché due mila lire”, la seconda volta attraverso quella piccola fisiologica svalutazione che, se non fosse stato per l’Euro che ha salvato il Paese, ci sarebbe stata in maniera assai sostenuta, al punto da rendere quasi nullo, per i pensionati, il potere di acquista della ex-lira.



Finora non ho ritenuto opportuno lamentarmi rispetto a tanti altri “colleghi” che sicuramente percepiscono molto meno di me anche in funzione di una pregressa diversa posizione professionale, ma ora è venuto il momento di una qualche reazione in quanto, se qualcuno non fa sentire la sua voce, si corre il rischio di aspettare che il problema si risolva da solo in base a quel disegno divino che, ad un certo momento, ci destina nella terra dei più…



Di questo ho parlato diverse volte sulla stampa, anche nazionale, ma nessuna risposta. Dapprima perché le coperte della finanziaria erano corte, poi perché non volevo creare ulteriori problemi a questo governo, il quale, non ha ancora riflettuto abbastanza su questo urgente argomento di ordine sociale.



Che fare ? C’è stata oppure no una categoria, quella dei commercianti che, a suo tempo, si è arricchita col pretesto dell’Euro, e ciò a danno delle persone a reddito fisso, inclusi i pensionati ? Categoria, a suo tempo protetta non proprio trasparentemente dal precedente governo di centro-destra ? Mi pare che non ci siano dei dubbi !



Premesso che ci sarebbe la possibilità, anche se farraginosa, di ricordare a questi signori che dovrebbero restituire il “maltolto” magari tassandoli in qualche modo sulla scorta dei bilanci pregressi, dei documenti contabili e quant’altro, perché questo governo, sulla base di questo ragionamento, non pensa di rivalutare “sostanziosamente” le pensioni, magari anche con una corresponsione “una tantum” agli aventi diritto, in base ad una scaletta delle svalutazioni, anno per anno ?



Prima c’erano dei problemi in quanto la coperta era corta, ma ora a seguito delle impreviste e discrete entrate fiscali che si sono presentate, perché non si pensa di ritoccare sensibilmente le pensioni ? E ciò, ipotizzando delle scalette temporali di svalutazione, magari con qualche trattenuta a chi in precedenza ne ha “indebitamente” approfittato ?



O dobbiamo aspettare che il problema si risolva da solo con un bel…Requiem aeternam cantato ? O, presumibilmente, anche senza di questo, visto che anche le funzioni liturgiche vanno pagate ?

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
15.04.2007 12:04
La storia vera sul Sig. Muller di A.Agostini

UNA STORIA VERA SUL SIGNOR MULLER.

Il Sig. Müller viene da Aretsried che sta in Baviera, quindi giù nel
Sud.
Il Sig. Müller è un imprenditore, e ciò che viene prodotto nelle sue
fabbriche
sicuramente l'avete già visto nei supermercati.
Il Sig. Müller infatti produce tante cose che sono fatte di latte.
Insomma, veramente sono le mucche che fanno il latte, ma il Sig.
Müller lo impacchetta bene e fa
in modo che arrivi nel supermercato dove voi, dopo, lo potete
comprare.
Siccome il Sig. Müller è un imprenditore, ha pensato di
intraprendere qualcosa e ha costruito
una fabbrica. Più precisamente, la costruisce nella Sassonia,
nell'Est.
In fondo, a nessuno serve una nuova fabbrica di latte perchè ce ne
sono già troppe che già
producono troppi latticini. Ma il Sig. Müller l'ha costruita lo
stesso.
E siccome nella Sassonia la gente è povera e non trova lavoro, lo
stato da soldi a chi costruisce nuove fabbriche.
Infatti, di posti di lavoro, a differenza del latte, non ce ne sono
mai abbastanza.
Quindi il Sig. Müller ha compilato una domanda, l'ha portata alla
posta e l'ha spedita.
Poi, qualche giorno dopo, la regione Sassonia e l'Unione Europea da
Bruxelles gli hanno mandato un assegno di 70
milioni di Euro,
sette zeri, quindi tantissimi soldi, molto più di quanto entri nel
vostro salvadanaio.
Il Sig. Müller, dunque, ha costruito la sua nuova fabbrica ed ha
assunto 158 persone.
Evviva il Signor Müller!
Quando la fabbrica del Sig. Müller poi ha prodotto tanti latticini,
lui si è accorto che non riusciva a venderli tutti, poichè ci sono già
troppe fabbriche e
latticini : insomma, in fondo lo sapeva già prima, ed anche i signori
della regione Sassonia e dell'Unione Europea già lo sapevano, anche
perchè veramente
non è un segreto e i soldi glieli hanno dati lo stesso, non i loro
soldi, i vostri.
Sembra strano, ma è così.
Allora, cosa ha fatto il Sig. Müller?
Su in Bassa Sassonia, abbastanza lontano nel nord, il Sig. Müller ha
un'altra fabbrica che stava lì da 85 anni, comprata a un certo
punto da Müller .
Siccome ora c'era la bella fabbrica nuova in Sassonia, lui non aveva
più bisogno di quella vecchia in Bassa Sassonia, l'ha chiusa e 175
persone hanno perso il lavoro. Se siete stati attenti avrete già
notato che Müller ha eliminato 17 posti di lavoro in più di quanti ne
avesse creato.
Per fare questo, ha PRESO 70 milioni di Euro.
Se dividete per 17 i 70 milioni saprete che il Sig. Müller per ogni
posto di lavoro eliminato ha preso più di 4 milioni di Euro.
Eccolo come ride... certo, solo quando nessuno guarda, perché di solito
con faccia molto triste, racconta a tutti quanto sta male.
Ma Müller non se ne sta certo lì seduto ad aspettare cosa succede, ma
pensa, anzi, a come stare stare meglio.
Dovete sapere che è risparmiatore e sicuramente conoscete i suoi
contenitori del latte.
E' buono e ci entravano 500 ml, cioè mezzo litro di latte.
Da un pò di tempo, comunque, il Sig. Müller il suo latte lo vende
in belle bottiglie, non più in confezioni di carta.
Le bottiglie sono pratiche perchè si fanno richiudere e sono belline.
Comunque, dentro ora ci sono soltanto 400 ml ma costano lo stesso.
Così risparmia il Sig. Müller - e risparmiare è una virtù, lo
sappiamo tutti.
Se ora volete sapere perchè gente come Müller non viene appesa
all'albero più vicino,
allora vi devo dire che queste cose semplicemente non si fanno.
La prossima volta, però, che siete al supermercato, lasciate
semplicemente nello scaffale le cose del Sig. Müller e comprate altre
marche.
Sono ugualmente buone e spesso costano anche di meno, e FORSE
(?) sono prodotte da un imprenditore che nel termine "responsabilità
sociale" vede ancora un senso. Ora mi viene in mente che il Sig.
Müller vuole anche risparmiare sulle tasse di successione e ha deciso
di trasferire la sua residenza in Austria.
Se anche voi siete dell'opinione che un comportamento
così da sfruttatore non sia bello, mandate questa mail in giro per
l''Europa per dire a tutti dove
finiscono le loro tasse pagate faticosamente.
Già, dimenticavo di dire a tutti coloro che ancora
non lo sanno: Müller appoggia la NPD
partito nazionaldemocratico della Germania, (cioè fascista), in quanto a
capo ci sono suoi cari amici.
Un altro motivo per lasciare le sue cose negli scaffali!

Welfare Italia
15.04.2007 12:05

Redazione1
15.04.2007 12:40
L'acquila sui fili del telefono di A.V.Gelormini

L’AQUILA SUI FILI DI TELECOM
di Antonio V. GELORMINI
E’ della specie più aggressiva, quella con la vista più acuta e con l’artiglio minaccioso. Quella più intelligente e meno rintracciabile. Che agisce in silenzio, è rapida, e non lascia traccia. Quella che la preda, una volta individuata, non la molla più. L’aquila americana ha dispiegato le ali e ha cominciato a volteggiare elegantemente su Telecom.



Un gigante come AT&T quando si muove lo fa sul serio. Con strategia da occupazione. L’accordo commerciale è roba da colletti blu. Loro, invece, si muovono col casco. La pressione sull’ultimo operatore telefonico ancora italiano è già stata attivata. Gli americani considerano strategico l’investimento in Italia. I piani di sbarco, per attaccare l’intero continente europeo, sono già rodati. Il territorio è ben conosciuto ed è disseminato di un adeguato numero di antenne amiche.



Quelli di Mediobanca e di Generali, che hanno ricevuto le staffette ambasciatrici della società statunitense, hanno avuto modo di registrare quanto gli americani siano determinati alla conquista di Telecom. AT&T punta al controllo del gruppo italiano e avrebbe fatto capire, nel crudo linguaggio texano, di essere pronta ad alzare il prezzo d’acquisto, qualora dovesse essere necessario.



Musica per le orecchie (e per le tasche) di Marco Tronchetti Provera. Colpo ai fianchi della cordata di banche intenzionata a resistere all’assalto d’oltre Atlantico. Allarme per qualche osservatore, che comincia a chiedersi se nello scrigno Telecom non si nasconda altro tipo di tesoro, oltre il mercato degli scatti alla risposta, dei messaggini Sms e delle offerte “tutto compreso” del vigile urbano De Sica.



Rick Moore, il negoziatore in Italia di AT&T, parla di grandi opportunità di sviluppo nelle attività di telecomunicazione, fisse e mobili, nella banda larga e nella tv via internet. Ma anche del mercato molto sofisticato, in cui opera Telecom.



Il cerchio comincia a stringersi. E le aquile a moltiplicarsi. La crescente attenzione americana verso i mercati dell’euro trova corrispondenza nel varo della super-Borsa Nyse-Euronext. Il nuovo colosso transoceanico quotato sia a Parigi che a New York. La fusione tra Wall Street e le piazze di Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Lisbona, conta di espandersi per inglobare i listini più blasonati d’Europa. E fare il salto, quanto prima, su quelli asiatici.
C’è un solo modo per resistere alle aquile. Crescere e far rumore.

(gelormini@katamail.com)



Redazione1
19.04.2007 21:00
IL GESU’ STORICO DI RATZINGER di A.V.Gelormini

IL GESU’ STORICO DI RATZINGER
di Antonio V. GELORMINI
Un grande lavoro di catechesi. Che scorre in quell’alveo di rievangelizzazione tracciato, insieme a Giovanni Paolo II, durante gli anni alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger (Rizzoli Editore), in libreria il giorno del suo compleanno, è la testimonianza di quanta modernità e di quanta giovinezza interiore alberghino in questo raffinato teologo di 80 anni. Da sempre indicato come un tenace e gentile conservatore, tra i più gelosi dell’ortodossia ecclesiastica.
Forse perché cominciato da cardinale e terminato dopo essere stato prescelto come Pontefice, il libro porta la doppia firma, “non è un atto magisteriale” e sembra voler essere una base di confronto, per tracciare una solido percorso d’incontro, nell’ambito di quel dialogo interreligioso quotidianamente perseguito da Benedetto XVI.
Il professore scende dalla Cattedra e col suo “ognuno sarà libero di contraddirmi”, insistentemente ripetuto sin dalla prima presentazione del testo, pare non voler irritare interlocutori attenti e poco inclini ad accettare l’infallibilità delle dichiarazioni provenienti da Roma.
Recupera e consolida la radice storica di Gesù di Nazaret. L’interprete profetico degli insegnamenti della Torah, messi in pratica con forza, nell’affermazione dell’amore per Dio e per il prossimo come se stesso. Sintetizzati nel duplice comandamento che trae linfa dal Deuteronomio e dal Levitico. Ed esorta, ammonendo, a non trattare con superficialità il patrimonio biblico delle Vecchie scritture a favore delle Nuove.
Radicare la figura del Nazareno nel contesto raccontato dai Vangeli, significa salvaguardarne l’autenticità e la spinta devozionale. Altrimenti resa evanescente dall’impressione di “sapere poco di certo su di Lui e che solo nel tempo la fede, nella sua divinità, avrebbe plasmato la sua immagine”. Dal che si deduce che lo stesso Papa non potrebbe essere il vicario di una costruzione tardiva, sebbene frutto di un intenso percorso di fede.
Da tempo il lavoro certosino di Joseph Ratzinger è quello di dar forza alla fede, curandone gli occhi della storia e della ragione, per dare radici solide al suo credo, che se cieco diventa fragile, integralista e pericoloso. La ricerca storica, allora, non è in contrasto con la fede. Al contrario, alla fine può confermarla. Il metodo storico-critico, alla base della sua formazione universitaria in Germania e struttura portante delle lezioni impartite da docente, in quelle stesse università, “è una delle dimensioni fondamentali dell’esegesi”.
Ma è nel riconoscerne i limiti, che la prospettiva di Benedetto XVI assume i caratteri moderni dell’innovazione metodologica. “Per sua natura”, afferma, “il metodo storico-critico non deve soltanto cercare la parola come qualcosa che appartiene al passato, ma deve anche lasciarla nel passato”. Perché, aggiunge: “Non possiamo recuperare il passato nel presente” e soltanto alla luce di una fede certa e ritrovata sarà possibile elevare lo spirito.
“Ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico, in senso vero e proprio”, sottolinea il Pontefice. “Solo se era successo qualcosa di straordinario, se la figura e le parole di Gesù avevano superato radicalmente tutte le speranze e le aspettative dell’epoca, si spega la sua crocifissione e si spiega la sua efficacia”. E conclude, evitando il plurale majestatis, “Io spero che il lettore comprenda che questo libro non è stato scritto contro la moderna esegesi, ma con grande riconoscenza per il molto che ci ha dato e che continua a darci”. Come dire, che nel tempo di internet l’aramaico non può che conservare la sua suggestione storica.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
21.04.2007 20:08
Il ritardo di D'Alema di A.V.Gelormini

IL RITARDO DI D’ALEMA
di Antonio V. GELORMINI
Ci risiamo. Si ricomincia. Veltroni e D’Alema tornano a fronteggiarsi. Pur sapendo già come andrà a finire, il leader maximo nelle sorti del nuovo Partito democratico vuole esserci. Sa che da oggi davanti all’amico-rivale si è aperta una prateria sconfinata. Il treno ha cominciato a correre. Distratto da Mussi, si è accorto del ritardo. Ma quel treno non va perso. Bisogna acciuffarlo. Pazienza se Fabio non ce la farà. Dannato nostalgico! Lui deve precipitarsi e, per muoversi meglio, si libera anche del fardello istituzionale della presidenza Ds. Alle formalità può pensarci Piero. C’è una sfida da raccogliere. Walter non può essere lasciato “troppo” solo.
Ci sarà una leadership da conquistare, anche se il Congresso ha già tributato la sua investitura a Veltroni, in un’apoteosi di applausi e di emozioni. Alla fine di un discorso appassionato, vibrante, innovativo e più vicino al Paese ‘reale’. Questa volta Massimo, l’errore non vuole ripeterlo. Se si deve passare per le primarie e la società civile, per la conquista di un legittimante consenso popolare, allora sarà meglio prepararsi per tempo. Questa volta non ci saranno fax da spedire. E tanto per cominciare, si cosparge il capo di cenere: “La scelta del Partito democratico non è frettolosa, semmai, se mi permettete un riferimento autocritico, è una scelta tardiva”.
Veltroni ha parlato da futuro Presidente del Consiglio. Ha toccato le corde vive del Paese. Ma il partito nuovo che si vuole far nascere avrà bisogno di una guida solida, articolata e per certi versi anche esperta. Ecco, da questo punto di vista, alla guida pratica del partito, a suo tempo, Walter non ha dato una grande prova di sé. Ci sarà bisogno di un grande sforzo organizzativo per portare all’elezione della costituente del Partito democratico, almeno un milione di persone. Ma ci sarà bisogno, anche, di dare struttura alla nuova architettura, che prevede confronto e competizione con il meglio dell’esperienza organizzativa in fatto di partiti. Qui Massimo sa di essere prezioso.
“Non decideremo più da soli” lo ha ricordato con forza, per accrescerne nella platea la consapevolezza. Fabio ha sbagliato la sua scelta e amichevolmente lo avverte: “Faremo di tutto per dimostrarti l’errore”.
“Extra Ecclesiam nulla salus”. Appunto, lui non ha alcuna intenzione di rimanere fuori. E afferra la mano tesa di Walter. dalla locomotiva lanciata del Partito democratico.
(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
21.04.2007 20:08

Redazione1
22.04.2007 15:45
Il fantasma dell'opera di L.Boschi

IL FANTASMA DELL'OPERA
Consigliere di civiltà e Direttore Amministrativo Orchestra Teatro Regio –giusto per non contraddire la lottizzazione- il suo " Memoriale" mi ha entusiasmato e l'ho pubblicato! Merita. Non so con chi lei si volesse giustificare! Finalmente si smaschera la mente occulta del clarinettista parmigiano. Manipolare i contenuti e eludere le regole, consigliere nonché direttore, sembra siano una sua specializzazione.
Il suo girovagare a vuoto nel Memoriale mira solo alla disinformazione:
-E' forse la remunerazione percepita dai professori d'orchestra (29 euro netti al giorno) degna di tale ruolo e in linea con l'impegno professionale e i costi della vita? Se è pur vero che il Teatro Regio non è obbligato a applicare il Contratto Nazionale dei lavoratori di spettacolo, perché diventa necessario passare da una società privata anziché avere i rapporti diretti tra la Fondazione Teatro Regio e i musicisti scritturati? Quale "legge italiana" obbliga a ciò?
-Come si comporta la Fondazione con gli altri prestatori d'opera: macchinisti, attrezzisti, maschere, coristi? Perché paragonare una cooperativa con una srl (con Amministratore unico) o con una associazione no profit? Lei sa che sono persone giuridiche completamente diverse? Non vorrà poi paragonarla con il sistema organizzativo del Teatro alla Scala e della relativa Orchestra Filarmonica? Lei sa che l'organico della Filarmonica è costituito obbligatoriamente per statuto dai dipendenti dell'orchestra del Teatro, che sono tali perché hanno vinto un regolare concorso. Non solo, ma c'è una partecipazione corale da parte di tutti i professori alle scelte artistiche e alle attività concertistiche che comunque avvengono con fondi reperiti dall'orchestra stessa e che nulla hanno a che fare con l'attività del Teatro. Vi è inoltre una complessa convenzione che regola i rapporti tra le due entità. Un modello organizzativo sull'esempio di quello di Vienna. Non sono certo in balia di un amministratore unico di una società che ha in appalto l'attività orchestrale. Non è certo con questo esempio che si elabora una innovativa e desiderata capitale della musica!
-E' forse giustificabile una remunerazione per i professori di orchestra il cui ammontare è per il 60% determinato da rimborsi spese cioè corrisposto esenti irpef, enpals, inps? Con il 40% dei musicisti (è lei che lo dice) tra l'altro residenti a Parma? Sostenere poi che gli assunti a tempo determinato non hanno diritto all'indennità di disoccupazione mi pare eccessivo! Non crede?
-Se i musicisti sono così soddisfatti del trattamento a cui sono sottoposti, il caso del prof. Buzi è una meteora? I commenti e gli attestati di solidarietà pervenuti sul blog una invenzione? ( continua sul blog)
Luigi Boschi
www.luigiboschi.it


Welfare Italia
22.04.2007 15:45

Redazione1
26.04.2007 21:28
Prodi sta rasserenando il paese di A. de Porti

PRODI STA RASSERENANDO IL PAESE, ALTRO CHE BALLE !
Chi sparlava di Prodi, in particolare molti esponenti di Forza Italia, in primis Berlusconi, ora sono costretti a ricredersi. Non per niente anche l’ex primo Ministro Berlusconi, soltanto qualche giorno fa, ha incominciato a tessere alcune moine per tentare un rapporto di collaborazione con la maggioranza facendo insorgere Fini and co. che hanno bocciato anche la sola ipotesi di grandi intese. La realtà è che stanno maturando, in positivo, molti aspetti della vita sociale, civile e, perché no ?, anche sotto l’aspetto dell’umanamente accettabile. Vi ricordate quando, soltanto pochi mesi fa, eravamo costretti a vedere le solite facce degli Schifani, degli Elio Vito, dei Bondi, dei La Russa, dei Nannia e tanti altri, i quali, non facevano altro che sputare contro Prodi ? Ora, non solo questa atmosfera pare avviarsi verso l’archivio delle brutte pagine della politica italiana, ma si assiste addirittura ad un oggettivo progresso economico, finanziario e di tranquillità: le varie TV, al di là di qualche bega a livello di piccoli politici che lasciano il tempo che trovano e che inducono gli italiani solo a cambiare canale, sembrano diverse e si incomincia a riprendere la voglia di ascoltare i vari notiziari. Ciò che, a mio avviso, è molto importate e che si avverte ogni giorno di più, è che si avverte una sensazione di riconciliazione politica nazionale, circostanza che promette bene per il Paese. Ed è sperabile che gli Italiani abbiano capito che ciò non sarebbe avvenuto con l’atmosfera politica precedente. A buon intenditor…
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
26.04.2007 21:33
L'esportazione di una merce chiamata democrazia

L'ESPORTAZIONE DI UNA MERCE CHIAMATA "DEMOCRAZIA"
Preambolo
Premetto che non sono cresciuto in un ambiente politico influenzato dalla tradizione veterostalinista. Non mi sono formato in un clima ideologico condizionato dal fanatismo e dalla mitologia filosovietica che avevano esaltato e ottenebrato le menti di milioni di uomini che credevano ingenuamente in una sorta di "paradiso terrestre". La nozione di un Eden sovietico non è mai esistita realmente nell'esperienza storica, se non nelle facili illusioni, nell'iconografia faziosa e pseudorealista, nella mistica stalinista e nella propaganda ideologica di un partito-chiesa che aveva compresso le libertà e i diritti dei singoli militanti, piegando e subordinando le coscienze individuali agli imperativi categorici provenienti da Mosca.
Al contrario, ho abbracciato e coltivato una visione del mondo e della politica animata da sinceri principi e sentimenti libertari e antiautoritari.
Infatti, ho sempre contestato sia l'imperialismo occidentale, di matrice filocapitalista e pseudodemocratica, che faceva (e fa) capo alla NATO e alla superpotenza statunitense, sia l'imperialismo sovietico, di estrazione burocratico-statalista, che faceva riferimento al Patto di Varsavia e al blocco di dominio incentrato sulle caste politico-militari salite al potere in Unione Sovietica, instaurando uno dei regimi totalitari e polizieschi più crudeli che la storia rammenti, simile e, in fondo, degno erede della spietata autocrazia zarista vigente nella Russia pre-rivoluzionaria.
Questa chiosa introduttiva mi ha permesso di spiegare quale fosse la mia posizione duramente critica, anzi polemica, in materia di socialismo reale, in modo da sgombrare immediatamente il campo da eventuali equivoci che potrebbero inficiare la trattazione e la comprensione dell'argomento.

Democrazia in vendita

Francamente non credo nella possibilità e nel dovere di esportare la cosiddetta "democrazia occidentale", in quanto non confido nei falsi e deboli principi della democrazia rappresentativa, che considero uno strumento ideologico di occultamento della natura vorace e dissoluta dell'economia capitalista, retta sull'alienazione e sulla mercificazione dei valori umani, su inique e crescenti disuguaglianze materiali e sociali.
La cosiddetta democrazia non è altro che un'ipocrita forma di riparo e di mistificazione propagandistica del delitto più atroce e meschino che possa esistere: lo sfruttamento materiale del lavoro umano, svolto da masse (sotto)salariate sempre più indifese e ricattabili, costrette a travagliare per l'arricchimento di minoranze sempre più rapaci e privilegiate.
Ritengo che la tanto osannata democrazia liberale sia solo la "migliore", forse la più evoluta e raffinata rappresentazione costituzionale della dittatura borghese imposta sul resto della società. Inoltre, sono convinto che tale ordinamento istituzionale non sia esportabile con procedure e sistemi arbitrari e cruenti, facendo addirittura ricorso alla rozza e primitiva irrazionalità della guerra.
La democrazia occidentale non è affatto esportabile soprattutto in quelle formazioni storico-sociali segnate da un'evidente arretratezza economica, quali sono quei paesi egemonizzati dalla presenza di un radicalismo islamico avallato in passato dalla politica dubbia e dissennata dell'occidente. Il quale ha creato gli stessi mostri che oggi proclama di voler combattere, ha armato e foraggiato gli Stati più tirannici e criminali del mondo, ovunque e quando conveniva farlo. Penso, ad esempio, al regime dispotico e sanguinario di Saddam Hussein, la cui ascesa al potere in Iraq, nel lontano 1979, fu voluta e caldeggiata proprio dalle potenze occidentali, guidate dagli U.S.A., in chiave anti-khomeinista. Oppure quando l'occidente ha favorito e finanziato i movimenti islamici più oltranzisti e integralisti. Si pensi a figure estremamente pericolose come Bin Laden, a quei gruppi fondamentalisti e terroristi oltremodo ostili e bellicosi come i Talebani, armati e appoggiati dal mondo occidentale in funzione chiaramente anti-sovietica durante la guerra in Afghanistan, seguita all'invasione compiuta dall'armata russa alla fine del 1979.

"Due pesi e due misure"

Da sempre mi ripugna la linea di condotta ambigua e opportunistica dell'occidente, riassumibile nella formula dei "due pesi e due misure", una politica che affama e dissangua i popoli del Sud del mondo, condannandoli ad un infame e intollerabile destino di miseria e sottomissione.
Anziché lodare e magnificare a chiacchiere le virtù "salvifiche" della democrazia, invece di proclamare astrattamente i "sacri" principi liberal-democratici, piuttosto che dichiarare formalmente la volontà di esportare la democrazia ovunque sia assente, il mondo occidentale farebbe meglio se provvedesse ad importarla e trapiantarla nella realtà dei propri Stati, sempre meno tolleranti e democratici, sempre più autoritari e illiberali.
L'ideologia dell'esportazione della democrazia maschera un vero e proprio alibi, utile a giustificare la carenza effettiva di democrazia all'interno stesso delle società occidentali. Come tutte le ideologie, si tratta di un autentico e abile travestimento, escogitato per coprire nefandezze e delitti molto più turpi e aberranti. In realtà, dietro la tesi ufficiale della "necessità di esportare la democrazia" si annidano un disegno e un meccanismo di espropriazione violenta delle ricchezze materiali e culturali dei popoli del Terzo Mondo. Sotto i nobili ideali della libertà e della democrazia, sbandierati di fronte all'opinione pubblica internazionale, si ammanta una vorace e sanguinosa spinta espansionista e globalizzatrice operata dall'economia di mercato, da quelle forze che sono all'origine delle tante guerre di rapina e di conquista combattute sul nostro pianeta, che sono quindi alla base dell'azione di ingerenza e di estorsione imperialistica esercitata su scala mondiale dal capitale monopolistico-finanziario.

Mercimonio democratico

Immaginiamo paradossalmente che io sia d'accordo con l'idea di esportare la democrazia.
Ma anzitutto chi, quale autorità internazionale, in virtù di quali principi e parametri, se non sono condivisi da tutti i popoli del pianeta, stabilisce ed accerta l'esistenza o meno della democrazia, ovvero valuta il grado di autentica democraticità di uno Stato e determina, eventualmente, l'opportunità e la necessità di esportarla, ossia di imporla con la forza delle armi? Tutto ciò è semplicemente folle e delirante.
E cosa rappresenta questa democrazia, forse una merce di facile consumo, alienabile ed esportabile ovunque, oppure un costoso articolo di lusso che non tutti i popoli possono permettersi? E qual è il prezzo corrente sul mercato? Forse milioni di morti? Forse miliardi di petrodollari?
Pertanto, ammesso per ipotesi assurda che io accetti e condivida il presupposto di quella repellente concezione che pretende l'esportazione di una lucrosa merce chiamata "democrazia", perchè mai questa deve essere, e di fatto viene esportata soltanto in alcune regioni come il Golfo persico, casualmente ricche di pozzi petroliferi, di risorse energetiche e altre pregiate materie prime, oppure di alcune produzioni che assicurano ingenti proventi economici (anche criminali) come, ad esempio, le coltivazioni di oppio in Afghanistan? In questa fitta rete di scambi e traffici, leciti e illeciti, nel connubio tra politica e affari, si ripara un autentico mercimonio della democrazia, il cui costo in termini di denaro, di fonti di guadagno, di capitali, ma soprattutto di vite umane, sembra oltrepassare ogni ragionevole limite e ogni capacità di sopportazione terrena.
In altri termini, mi domando se l'abominevole "merce democratica" acquisti maggior valore laddove esistono condizioni oggettive di ricchezza del sottosuolo e del territorio, vale a dire laddove esistono preziose (ma non inesauribili) fonti di sfruttamento e di profitto economico-capitalistico.
Perchè questa laida democrazia non viene esportata in altre realtà del mondo, in tante nazioni oppresse della Terra, in sterminate aree geografiche dove non esistono risorse petrolifere, né altre materie prime che possano attrarre e suscitare gli interessi delle potenze occidentali e delle corporation multinazionali? Penso a vaste regioni del Sud del mondo, in particolare del continente africano, dove intere popolazioni sono quotidianamente massacrate da una micidiale guerra alimentare, sono sistematicamente schiacciate da un apparato economico-(im)produttivo che genera soltanto oppressione e sottosviluppo, sono perseguitate da feroci dittature militari che si susseguono senza soluzione di continuità con la tacita complicità del mondo occidentale. Il quale finge di piangere, dissimulando commozione e disperazione solo quando si consumano le più orrende e strazianti catastrofi umanitarie e ambientali, annunciate e prevedibili con largo anticipo.

Epilogo

L'esportazione violenta e brutale della merce democratica non sarebbe possibile in tutto il mondo, essendo sconsigliabile un'espansione bellicista e interventista a livello planetario, essendo inconcepibile una crescente militarizzazione del territorio su scala globale.
In questo osceno binomio tra affarismo criminale e democrazia si svela l'origine di quella cinica e perversa logica dei "due pesi e due misure": la democrazia non si può e non si deve imporre in tutto il globo, ma solo laddove conviene e giova (come la storia ci insegna) alle potenze occidentali, ossia per conservare e, magari, accrescere i privilegi e l'opulenza economica del Nord del mondo. Qundi per assicurare e salvaguardare in perpetuo i profitti dei maggiori colossi multinazionali, che continuano a rapinare impunemente le ricchezze e i patrimoni, non solo materiali, dei popoli della Terra. I quali, in cambio, potranno forse godere delle innumerevoli convenienze e dei vantaggi derivanti dalla prodigiosa democrazia?
Questa non vuol essere una conclusione esaustiva e definitiva che racchiude per sempre tale riflessione, che mi auguro possa proseguire e ampliarsi ulteriormente, fornendo spunti e contributi originali per l'analisi, l'interpretazione, ma soprattutto per la trasformazione concreta e rivoluzionaria dello stato di cose presenti, ossia il dominio globale del capitale monopolistico e del neoliberismo.

Lucio Garofalo

Redazione1
26.04.2007 21:57
Le primarie, battaglia di libertà.. di U.Calabrese

«Le primarie, battaglia di libertà e di democrazia»

Roma - 23 aprile. Ha visto la partecipazione di molte
personalità della politica - gli Onorevoli Alessandro
Forlani (Udc), Willer Bordon (Margherita), Luciano
D'Ulizia (Idv), Publio Fiori, Mario Segni - e di
numerosi esponenti della associazioni dei cittadini, il
primo Forum Nazionale "Verso una nuova idea di
Repubblica", organizzato dal "Comitato per le Primarie
Aperte" al fine di aprire un tavolo di discussione sui
temi della riforma elettorale e delle primarie aperte.

Ha aperto Antonfrancesco Venturini - responsabile
dell'ufficio legale del Comitato - che ha sottolineato
, e ha spiegato come le primarie aperte lavorino per
riavvicinare la politica ai cittadini. Si sono poi succeduti
interventi dei cittadini e dei rappresentanti delle
associazioni della società civile - fra gli altri,
Simonetta Tesfazghi, portavoce dell'Associazione
Università Cerca Lavoro, Rodolfo Roselli, presidente del
Circolo dei Pinco Pallino, la sindacalista Marisa Corazzol,
Luca Panichi dell'Associazione Modem, Vittorio Marinelli,
presidente dell'Associazione European Consumers, Diego
Righini, segretario organizzativo Rifondazione
Democristiana, Antonio Valassina, segretario del Movimento
Lib Lab, Emilia Costa, Presidente dell'Associazione I
"Responsabili", Ugo Scuro, membro del comitato
referendario, Gianfranco Ziccaro, Segretario Organizzativo
dei Popolari Democratici Italiani, Vito D'Andrea, docente
universitario, Roberto Litta, Responsabile dipartimento
comunicazione Idv - e degli esponenti della politica
italiana.

L'On. Alessandro Forlani, deputato dell'Udc, ha
sottolineato la necessità di lavorare per un obiettivo
comune, la semplificazione del sistema politico, per
realizzare una moderna democrazia dell'alternanza. In
questo senso «la nascita del Partito Democratico è un
grande passaggio nella storia della democrazia italiana».
E il Forum - ha affermato Forlani - rappresenta
sicuramente un'importante base di discussione per il
futuro.

«Siamo l'unico Parlamento al mondo che è stato
nominato da pochi "ottimati" delle segreterie dei
partiti», ha esordito l'On. della Margherita Willer
Bordon. Ma quanto può reggere un Paese in cui non c'è
ricambio di classe dirigente?. All'interno di questo
quesito sta il tema delle primarie, cui bisogna dare una
disposizione di legge. «Io - ha concluso Bordon - sono
favorevole alle candidature scelte da tutti i cittadini
attraverso le primarie, regolate per legge»

Per l'On. Luciano D'Ulizia, dell'Italia dei valori,
«la proposta di legge è un'iniziativa valida e
significativa, per rompere quell'egemonia che si è
venuta a creare nel sistema politico italiano. Voi state
fornendo un metodo "culturale" per far capire alla
politica che è ora di cambiare. Contro un sistema politico
usurato, la strada della legge di iniziativa popolare è
molto importante, ed è la mia stessa battaglia - ha
proseguito D'Ulizia. I cittadini vogliono partecipare e
decidere, e il Partito Democratico, se vuole essere
veramente democratico, dovrà aprire alle primarie».

«Le primarie sono una battaglia di libertà e di
democrazia» ha affermato l'On. Publio Fiori nel suo
intervento filmato. «Stiamo assistendo alla vittoria delle
oligarchie e a un'involuzione della democrazia. C'è la
necessità di restituire al cittadino la possibilità di
scegliere; le primarie sono l'unico strumento pubblico per
restituire dignità alla democrazia. Siamo a una svolta
essenziale - ha proseguito Fiori - al bivio: o avremo
sempre di più un Parlamento di "amici del capo",
oppure torneremo a un sistema di dove i rappresentanti del
popolo li sceglie il popolo. Senza le primarie - ha
concluso l'Onorevole - non c'è possibilità di
creare una democrazia degna di questo nome».

Umberto Calabrese, coordinatore nazionale della campagna
"Verso l'Italia delle Primarie", ha espresso la sua
soddisfazione per gli interventi del Forum. «L'adesione
di tante associazioni impegnate nel sociale indica quanto i
cittadini siano desiderosi di poter scegliere i propri
rappresentanti e quanto le primarie aperte sia lo strumento
voluto dagli elettori. E mi rallegro del fatto - ha
continuato Calabrese - che proprio la mia area di
riferimento culturale, i cattolici democratici, appoggino le
primarie aperte; da parte nostra, sposiamo la campagna
referendaria promossa dall'amico Mario Segni, cui daremo
tutto il nostro appoggio».

«Sono da sempre un sostenitore delle primarie» ha
affermato il coordinatore nazionale del comitato
referendario, l'On. Mario Segni, che a fine convegno a
firmato la proposta di legge. «Bisogna cambiare il sistema
politico, dando al cittadino l'opportunità di scegliere;
alla vigilia della campagna referendaria, siamo all'inizio
di una nuova possibile rivoluzione. La battaglia per il
referendum e quella per le primarie procedono fianco a
fianco: è lo stesso treno del cambiamento che parte, e se
riuscirà a sfondare, passerà non solo la locomotiva ma
tutti i vagoni che si porta dietro. È necessario - ha
concluso Segni - che sia il popolo a imporre al Parlamento
una riforma».

Conclude Guido De Simone - Presidente del Comitato per le
Primarie Aperte - «le primarie servirebbero a garantire
la democrazia, intesa come il nostro prendere parte attiva
al sistema politico italiano. Abbiamo avuto modo di
comprendere da questo primo Forum, che non basta il diritto
di voto per garantire la Democrazia se non c'è il potere
di scegliere i propri candidati. Questo vuol dire che il
voto è svuotato del suo vero potere decisionale poiché
non interviene sui programmi politici e sulle sorti del
Paese. La nostra legge vuole istituire un metodo di proposta
selezione delle candidature che sia nelle mani di tutti gli
elettori».
Umberto Calabrese
Coordinatore Nazionale
Campagna VERSO L'ITALIA DELLE PRIMARIE e
de LA SPEDIZIONE DEI 1001
Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM
Tel. 06.85.237.437 Tel.
Mobile: 338.7603413
Yh umberto_calabrese
Sk umbertocalabrese
www.laspedizionedei1001.it

Redazione1
30.04.2007 21:46
Entroterra di A.V.Gelormini

ENTROTERRA, IL BORGO HI-TECH
di Antonio V. GELORMINI
A Marzio, un piccolo borgo in cima a una montagna del Varesotto, a pochi chilometri dal confine svizzero, 800 metri d’altitudine, indice di inquinamento nullo, tranquillità assoluta e atmosfera quasi irreale, si sono guardati, si sono contati e hanno realizzato d’essere rimasti in 200 abitanti.
Tanti anziani, qualche famiglia e pochissimi bambini. Un destino segnato. Ma grazie all’intraprendenza del suo giovane sindaco, il consulente informatico Michele Sartoris, e a quella vena creativa che spunta nei momenti di maggiore disperazione, Marzio potrebbe diventare il primo borgo italiano hi-tech. Un modo come un altro per riacciuffare la vita grazie al computer, al telefono e alla tecnologia pulita.



Un accordo con l’Università Cattaneo di Castellanza prevede l’affidamento al prof. Dipak Pant, docente oriundo del Nepal e titolare della cattedra di Economia sostenibile, di un progetto che possa trasformare il borgo nel paese dal futuro pulito. Dove alta tecnologia e basso impatto ambientale riescano a fare di Marzio un centro capace di attrarre chi volesse scegliere di vivere lontano dalla grande città, in cambio di una qualità della vita decisamente migliore.



Case riscaldate da pannelli solari, fibra ottica ovunque, computer collegati ad alta velocità, per offrire un’oasi “Eco-tecnologica” a chi esercita una professione legata all’informatica o che non necessita della presenza fissa e fisica in città o in azienda. Un esperimento che ha già cominciato a coinvolgere la piccola scuola elementare di Marzio. Che ha riaperto per i pochi bambini e con un collegamento wi-fi, con la scuola del paese più a valle, oggi si possono seguire le lezioni via web-cam. Con tanto di interrogazione della maestra a qualche chilometro di distanza.



Una realtà, quella di Marzio, destinata a diventare modello per la miriade di piccoli borghi d’Italia, con difficoltà a sopravvivere al lento ed incessante spopolamento, sia per quelli montani più difficili da raggiungere nei periodo invernali, che per quelli più accessibili in collina. Un patrimonio territoriale inestimabile, la cui valorizzazione meriterebbe più attenzione, più risorse e soprattutto più passione e meno approssimazione.
(gelormini@katamail.com)






Welfare Italia
30.04.2007 21:46

Redazione1
1.05.2007 11:30
Su la testa cittadini di L.Boschi

SU LA TESTA CITTADINI
Ecco tutti i nomi. Finalmente! Aspettavamo con ansia le liste di coloro che aspirano alla finzione governativa della città. Se un head hunting presentasse a un board questi profili come dirigenti di imprese strategiche gli sarebbe tolto l'incarico. E una città è molto più di un' impresa. Nel governo si intrecciano visione, lungimiranza, conoscenze, progettualità, relazione politica, capacità di gestione dell'esistente, credibilità etica.

Ora iniziano le telefonate, le camminate tra le vie, il salutare chi prima non si salutava, l'attenzione a ciò che non aveva importanza. Un improvviso civismo consolatorio con santino ricordo. Un mese…poi l'oblio.
L'elezione di un sindaco è, di fatto, la legittimazione di un potere economico-finanziario attraverso la formalizzazione di un potere democratico.
Ciò che occorre invece è un risveglio della civitas diffusa, che sappia svolgere un ruolo propositivo e di attenzione, un ruolo attivo e non passivo, una cittadinanza non tifosa che abbia il coraggio di denunciare malaffari, di anteporre il bene comune agli interessi particolari, che sappia far valere i diritti di tutti, elaborare modelli di espressione delle singole potenzialità e non la loro repressione, che sappia vivere la solidarietà.

Una Amministrazione che voglia manifestare e dichiarare la propria trasparenza dovrebbe consentire una partecipazione diretta e in differita alle attività Comunali, mettendo ad esempio in videoweb tutte le riunioni del Consiglio e della Giunta, in consultazione online le delibere e le determine. Gli strumenti ci sono occorre la volontà di essere trasparenti. La nuova era di gestione della cosa pubblica da lungo tempo è già iniziata, ma forse, perché scomoda, volutamente emarginata o, nel migliore dei casi, rallentata. Così come loro vogliono controllare noi, noi vorremmo controllare loro! Nulla di invasivo, ma vorremmo conosce di più e meglio la Casa Comune andando oltre l'attuale, desueta burocrazia. (Parma, 30/04/2007)

Luigi Boschi
www.luigiboschi.it

Redazione1
2.05.2007 15:36
SOPRAVVIVERE AL LAVORO di A.V.Gelormini

SOPRAVVIVERE AL LAVORO
di Antonio V. GELORMINI
Di lavoro si può morire. Il dramma è che sempre più spesso, quando accade, è già troppo tardi. In fabbrica, in cantiere, sui mezzi di trasporto, ora anche durante le operazioni di un trasloco o dalla gru per montare le luminarie del santo patrono. In Italia perdono la vita molti, troppi operai.
Ma si muore anche prima di toccare il suolo della Repubblica fondata sulla dignità di un lavoro. Si annega nella speranza di poterne toccare le coste. Si affonda nella disperazione di un viaggio senza fine, per mano irresponsabile di moderni negrieri con cellulare e navigatore satellitare.
I seganelesi in Italia, in occasione del 1 maggio, scendono in campo contro le stragi delle “carrette del mare” e donano i loro terreni in Senegal per un progetto agricolo innovativo. Col sostegno del Comune di Milano e dell’Oim (Organizzazione internazionale dell’emigrazione), l’Associazione Sunungaal di Milano lancia un progetto per creare piccole opportunità di lavoro nel Paese africano.
Morire a vent’anni, per inseguire il sogno di un lavoro, di un futuro migliore, del benessere, in un tratto di mare tristemente noto tra le coste dell’Africa, di Spagna e d’Italia, non lascia indifferenti. I più fortunati, quelli che in Europa ci sono arrivati, hanno dato vita, col Progetto Sunugaal, a un’iniziativa che permetterà in breve di montare, in 5 villaggi a nord di Dakar e col contributo di tecnici italiani, una rete idrica per l’irrigazione di svariati ettari di terreno. Nonché di insegnare tecniche agricole e di gestire i commerci.
L’iniziativa sarà presentata a Milano alla Fabbrica del Vapore (Mercoledì 2 maggio ore 12,30), in Via Procaccini, 4 nella sede di Mascherenere (info tel. 339.2937368). “In Senegal la terra è arida”, spiega Modou Gueye, 37 anni, presidente di Sunugaal, “ma basta irrigarla e gettare semi qualsiasi per ottenere raccolti proficui, diverse volte l’anno. Senza pesticidi o concimi chimici. Insomma, l’ideale per l’agricoltura biologica. In mezzo al nulla più assoluto”.
Una goccia nel deserto. Sufficiente, però, a tener viva una speranza!
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
2.05.2007 20:06
La trave ed il veto di Bush di A.V.Gelormini

LA TRAVE E IL VETO DI GEORGE BUSH
di Antonio V. GELORMINI
Se fosse stato in corsa per il rinnovo del mandato alla Casa Bianca, Gorge W. Bush avrebbe avuto ben altro comportamento. Avrebbe preso ben altre decisioni, dopo che gli Stati Uniti d’America, attraverso il voto sovrano sia della Camera che del Senato, avevano espresso il loro favore ad un inizio del ritiro delle truppe americane dall’Iraq, a partire dal marzo 2008.
Invece, in un susseguirsi di fratture e di prese di distanza con il suo Paese reale, il Presidente si arrocca ancora una volta. E a poche ore dalla sorprendente difesa del fidato, ma francamente indifendibile presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, in diretta tv, annuncia il suo veto alle deliberazioni del Congresso, che impongono una data certa per il ritiro dall’Iraq.
Le strade si sono divise da un pezzo. Oggi Gorge W. Bush non rappresenta più, nei fatti, il suo popolo, la sua nazione o gli Stati federali, ma ne è diventato “controparte”. Una controparte con cui il Congresso si appresta ad affrontare una transazione. Una negoziazione, per evitare l’imbarazzante blocco dei finanziamenti, per le missioni in Iraq e Afghanistan, conseguente al veto presidenziale. Dopo aver messo la lente d’ingrandimento sulla pagliuzza del sofferto iter parlamentare italiano al ri-finanziamento delle missioni militari, è più che una trave quella che, ora, pesa sui rapporti istituzionali a Washington, all’ombra della cupola capitolina.
Il veto era in uso presso i Tribuni romani, per impedire (vetàre) i decreti del Senato e le pubbliche deliberazioni. Successivamente opposto dai Re all’esecuzione delle leggi e decreti della potestà legislativa. Il rischio di derive monarchiche o, peggio, dittatoriali non è immaginabile sotto il cielo stellato statunitense. Ma una piega autoritaria, ad estrema difesa degli interessi finora salvaguardati, più particolari che nazionali, si prospetta all’orizzonte di fine legislatura. C’è poco da fare, è sempre nella coda che si nasconde la più parte del veleno.

Redazione1
2.05.2007 20:07
Referendum Guzzetta,il disimpegno dei CpU

Referendum Guzzetta: la Rete dei CpU motiva il proprio disimpegno
La raccolta di firme a sostegno del referendum “Guzzetta”, che da alcuni giorni è iniziata in tante piazze d’Italia, con forte risonanza mediatica, ci sollecita a diffondere la posizione dei "Cittadini per l’Ulivo", deliberata dal Coordinamento Nazionale nella seduta del 22 aprile.

Questo referendum, parzialmente abrogativo dell’attuale Legge Elettorale, trae origine e acquista credito per la grave inadeguatezza del Governo riguardo alla possibilità di far approvare dal Parlamento, in tempi ravvicinati, una legge elettorale largamente condivisa, che assicuri la governabilità al Paese e ricostruisca il rapporto diretto e territoriale tra eletti ed elettori. Ancora una volta l’azione del Governo Prodi è ostacolata dall’inaccettabile prevalere di interessi particolari, dall’esercizio del diritto di veto e di ricatto, dall’indifferenza totale di alcune forze politiche nei confronti degli interessi del popolo italiano.

Nel Referendum cogliamo tuttavia alcuni rischi, a partire dal fatto che tra i suoi promotori spiccano partiti ed esponenti politici che nella passata legislatura hanno voluto e irresponsabilmente approvato la legge elettorale che oggi stigmatizzano; non condividiamo inoltre i tempi ed i modi della richiesta referendaria, così come temiamo fortemente la Legge che scaturirebbe dal successo del Referendum.

Sono queste le ragioni per cui la “Rete dei Cittadini per L’Ulivo”non ha aderito al Comitato Referendario ed oggi non impegna nella raccolta delle firme il proprio logo ed il simbolo, ribadendo naturalmente l’autonomia delle singole associazioni, che da sempre caratterizza la nostra vita di “rete”.

Consapevoli che in gioco ci sono le istituzioni e il completamento della democrazia italiana, non escludiamo comunque la possibilità di predisporre una proposta di Legge Elettorale di iniziativa popolare e siamo impegnati nella costituzione di un Comitato autorevole, incaricato di elaborare una proposta che realizzi gli obiettivi di riforma elettorale di cui il Paese ha bisogno, superando la confusione e l’immobilismo attuali. Massimo Cellai

Coordinatore della Rete Nazionale dei Cittadini per L’Ulivo

Redazione1
19.05.2007 16:16
Tutto e subito di S.Giovannazzi

TUTTO E SUBITO

Sembra che il popolo della sinistra senta incombere la fine del governo e quindi vuole TUTTO E SUBITO.
Già il risanamento dei conti ha portato a notevoli sacrifici per tuttti, adesso montano le pretese per ''tirare la coperta'' ognuno verso il proprio obiettivo.

Gli ultimi confronti tra il presidente del consiglio e il presidente della camera e il relativo intervento del capo dello stato, dimostrano che occorrerebbe maggiore prudenza nelle esternazioni. Così come i vari ministri, quando parlano di azioni di governo, dovrebbero calcolare bene prima l'impatto del loro parlare di fronte all'opinione pubblica e alla voglia di disgregazione che ha l'opposizione. Non dimentichiamo che la capacità comunicativa di certe persone, la facilità che hanno nel mistificare la realtà, nell'appropriarsi dei meriti e nell'addossare all'attuale governo tutte le malefatte derivanti dalle LORO leggi che non si sono ancora potute cambiare. Tanto per fare un esempio la sensazione di insicurezza alimentata ad arte, attribuendo alla sinistra il permissivismo e la politica delle porte aperte. Qualcuno vuole dimenticare che la Bossi/Fini è ancora vigente, il flusso immigratorio clandestino è diminuito, i famosi poliziotti di quartitere non sono quasi mai immessi sul territorio? Ma se c'è un problema è sempre colpa dell'attuale governo, e MAI di quello precedente che ha governato con maggioranza bulgara.

Ecco ricordiamoci di questo: l'attuale governo è paralizzato nel legiferare da una ''maggioranza'' che spesso non esiste, e molti di noi si domandano come mai tanti voltafaccia su provvedimenti a lungo promessi e sottoscritti in campagna elettorale (conflitto di interessi, per esempio), ora vengano messi in discussione.

Simona Giovannozzi

19 Maggio 2007

www.communitas2002.it

Welfare Italia
19.05.2007 16:16

Redazione1
31.05.2007 22:36
Profeti della qualità di A.V.Gelomini

PROFETI DELLA QUALITA’
di Antonio V. Gelormini
Alessandro Profumo, che ne presiede il Forum, l’ha definita “la lobby per la qualità italiana”. Il ministro Bersani si è dichiarato disponibile a iscriversi. Ermete Realacci, che ne è l’ideatore e fondatore, la inquadra come promotrice del modello di sviluppo della soft economy, in cui i territori incontrano le imprese, dove si stringono alleanze tra i saperi, le nuove tecnologie, la tradizione. E dove la competitività si alimenta di formazione, di ricerca, di coesione sociale e rapporti positivi con le comunità.



Si chiama Symbola. E’ una Fondazione per le qualità, che vuole chiamare a raccolta tutti i talenti del territorio e tutti coloro che puntano sulla qualità, per mettere in comune le loro esperienze, parlare alla politica, all’economia e alle istituzioni, per indirizzare il futuro del Paese verso l’orizzonte ambizioso e vincente della qualità.



Alla Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con Unioncamere ed EXPOCTS-Fiera Milano, Symbola ha presentato il PIQ, Prodotto Interno Qualità, e la relativa ricerca sull’inedito misuratore dell’economia italiana. L’indice capace di determinare la quota di PIL prodotta con indicatori di qualità.



Per l’occasione si sono confrontate personalità dell’economia, delle istituzioni e del mondo scientifico. Da Domenico Siniscalco, responsabile del PIQ e vice presidente di Morgan Stanley e Livio Banrnabò, coordinatore esecutivo del PIQ e amministratore delegato di PE-Group, allo stesso Alessandro Profumo, Amministratore delegato UniCredit Group. Da Carlo Sangalli, Presidente Camera di Commercio Milano e Presidente Confcommercio, a Corrado Pieraboni, Amministarore delegato Expocts. Da Andrea Mondello, Presidente Unioncamere, ad Aldo Bonomi, Direttore Consorzio AASTER, a Luigi Campiglio, Prorettore Università Cattolica Sacro Cuore Milano.



E poi, ancora, Domenico De Masi, Ordinario Sociologia del Lavoro La Sapienza Roma e Presidente Comitato scientifico di Symbola, Vito Di Bari, Docente Progettazione e Gestione dell’Innovazione del Politecnico Milano, Franco Pasquali, Segretario generale Coldiretti e Raffaele Vignali, Presidente della Compagnia delle Opere. I lavori sono stati chiusi dal Ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Barsani.



L’idea del PIQ vuole essere la risposta italiana alla globalizzazione. Nasce dalla considerazione che i Paesi maturi, e l’Italia in primo luogo, possano fare del cambiamento del mix produttivo, a vantaggio della qualità, la chiave della competitività delle imprese, del benessere dei cittadini, della solidità del tessuto sociale.



Non sono mancati esempi di eccellenza nella strategia di filiera, come quella del vino, o nella strategia tecnologica, come il fil rouge che lega Ducati, Ferrari, Luna Rossa e i sistemi frenanti della Brembo. Così come dall’analisi sono emersi, purtroppo, i limiti imbarazzanti del settore turismo. Cenerentola sorprendente in un Paese che vorrebbe vederlo, invece, quale settore trainante del processo di sviluppo nazionale e della sua promozione in generale.



Prossimo appuntamento con la qualità a novembre a Milano, con la prima Fiera Campionaria della soft economy. Un modo per recuperare l’appuntamento più tradizionale tra le manifestazioni fieristiche, per far tornare a sognare l’Italia e accompagnare il nuovo Made in Italy. Perché come ha chiosato alla fine il ministro Bersani:”La qualità è iscritta nel patrimonio genetico dell’italia e il nostro Paese potrà avere un posto e un ruolo autorevoli solo valorizzando quel patrimonio, facendone un trampolino verso il futuro”.
(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
31.05.2007 22:36

Redazione1
2.06.2007 16:26
CONSIDERAZIONI A MARGINE di L.Boschi

CONSIDERAZIONI A MARGINE
Lettera a Cesare Azzali Direttore generale UPI (Unione Parmense Industriali)
Guarda cosa ha fatto la " Gazzetta di Modena"!! Noi invece a Parma investiamo in rotative!! E se vai a vedere il sito della "Gazzetta di Parma"... una vera pagina europea dell'innovazione! Cosa si sarebbe potuto fare e avere qui a Parma se mi aveste ascoltato e sostenuto 12 anni fa!! Avremmo, credimi, un centro di eccellenza nell'editoria digitale. Quale città della cultura digitale sarebbe stata oggi Parma se si fosse creduto nel progetto "Digitalcity" (1999) a cui avevano aderito e partecipato studiosi da tutto il mondo e De Kerckhove aveva dato la sua disponibilità per lo sviluppo della rete e del pensiero connettivo urbano? Invece si andrà a ruota di altri! Perché coltivare qui qualcosa quando si può comprare fuori dopo? E si lascia che le potenzialità locali muoiano, che i saperi si deprimano o si adattino alla decadente e non certo strategica economia locale! Come la definiresti tu una classe dirigente che oggi si riempie la bocca dell'innovazione digitale e non ha fatto nulla, anzi si è adoperata per impedirne lo sviluppo? Perché valori di innovazione collettiva sono stati brutalmente e senza ragione boicottati?
Tu forse non conosci questo profondo dolore che io oggi provo! Tu forse non sai cosa è l'umiliazione sociale e culturale! Tu forse non sai cosa significa subire un danno esistenziale!

Una breve nota europea: per quel che ho sentito ieri (17/05/2007) all'Auditorium Paganini in occasione dell'incontro per celebrare il 50° anniversario dei Trattati di Roma, beh si poteva fare in videoconferenza!
Sinceramente deludente sia nei contenuti, sia come modalità di interazione e modello di relazione con la città. Basta con questi incontri confezionati con relazioni paludate senza un vero dialogo!
Forse l'interesse è stato solo per una élite nei rapporti personali preferenziali o per la gestione di affari. Perché più che un summit, per quel che ho sentito di scontato, è stato un de profundis!
Però i cittadini pagano per questa principesca burocrazia che gli assorbe tutto!
Credimi sono sconcertato. Cosa pensi sia rimasto nella testa degli studenti? Nella mia poco! Ma io non faccio testo! Quando ho mai detto qualcosa che valesse la pena ascoltare?
Non parliamo poi delle scolaresche, giusto un riempitivo.
PARMA EUROPEA? Solo un cartello!
E' interessante vedere come la città ha partecipato numerosa alla cultura europea. Come è attenta! Quanti imprenditori? Quanti docenti? Quanti manager? Quanti professionisti?
Eppure quanti di questi li ritrovi nei vari raduni della stupidità!!
Il segnale è grave, però voi fate finta di niente, tanto si va "avanti" con o senza la gente...e qualcuno parla "ripartiamo dalla gente!!" Già chi lo dice ha rivelato la sua nullità!
Quando vi accorgerete che questa finzione rappresentativa è devastante? E' umiliante per le persone che pensano! Volutamente costrette all'emarginazione.

Qualche pensierino per la valorizzazione del tessuto sociale riescono ancora a farlo lì nell'Unione dei prenditori? O è in scena l'arte del massacro cerebrale fossilizzata all'interesse personale? Dopo il "muggito del mondo" certi poltroni riservati di prima fila riescono ancora a guardarsi allo specchio? L'esercizio economicamente premiante del consumo inutile nella società della spettacolarizzazione integrata è sufficiente? E' dalla scomparsa di Pietro Barilla che arrancate nella deriva del senso!
Ma sì, chi se ne frega dell'alcol, della coca, della miseria, della depressione, dell'inutilità in cui sono costretti a vivere molte persone! E si vorrebbe poi la "sicurezza" producendo la "coltura" della violenza! Ogni tanto un po' di carità per scaricarsi il peso...e vai! Oliare le ruote a chi è a voi funzionale!
Una economia di rendita senza un progetto futuro? Fin che la barca va! Perché occuparsi poi dell'economia delle conoscenze? E' stato preferibile sostenere l'impresa della finanza creativa! Il distretto ladroalimentare! Le devastanti produzioni di derivazione animale!

Di fronte a questo spettacolo, credimi non riesco ad andare oltre lo sconforto. E' questo il migliore dei miei sentimenti! Sai quante volte non avrei voluto avere queste radici? Purtroppo ce le ho. Non per niente ben due miei avi hanno fondato la vostra Unione!

Un saluto, deluso e amareggiato, per quanto si sarebbe potuto fare e non è stato fatto, per voluta negligenza e ignoranza, non per mancanza di mezzi! E così si persegue ancora in una prassi ormai desueta e deprimente. Il gap è etico prima ancora che culturale. Eppure basterebbe poco per liberare la creatività e le potenzialità represse: ma non lo si vuole perché destabilizza! Potrei sapere, Cesare, qual è oggi il pensiero illuminato che apre e guarda al futuro del potere che rappresenti? Con la franchezza di sempre. (Parma, 18/05/2007)

Luigi Boschi
visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
2.06.2007 16:43
Assistenza Sanitaria per i sans papier

Assistenza sanitaria - Il diritto va mantenuto sia in attesa del primo pds che in fase di rinnovo
Commento alla circolare del Ministero della Salute del 17 aprile
Commento dell’Avv. Marco Paggi

Era ora! Finalmente sono stati forniti chiarimenti in materia sanitaria ai cittadini extracomunitari a seguito delle recenti direttive emanate dal Ministero dell’Interno del 20 febbraio.

In pratica, con la nuova circolare del Ministero della Salute, vengono forniti chiarimenti sul diritto di iscrizione al SSN (Servizio Sanitario Nazionale) ovvero il rilascio della tessera sanitaria, in particolare il diritto alla conservazione dell’iscrizione sia durante la fase di rilascio del primo permesso di soggiorno (per chi arriva in Italia attraverso i flussi d’ingresso per lavoro subordinato), sia durante la fase del rinnovo.

E’ noto che grazie alla grande efficienza – si fa per dire – della nuova procedura postale, che comporta tempi di attesa incalcolabili, il problema dell’iscrizione al SSN e del mantenimento della stessa è molto diffuso. Più lungo è il tempo di attesa del rilascio del pds più alta è la probabilità che ci sia l’esigenza di prestazioni sanitarie con tutti i problemi connessi. Questo riguarda tutti i cittadini extracomunitari in generale.

Per quanto riguarda i cittadini comunitari, si tratta di un problema che teoricamente non dovrebbe sussistere proprio perché l’iscrizione anagrafica o, nel caso di rilascio della carta di soggiorno, permette di risolvere il problema per almeno 5 anni.

La circolare del Ministero della Salute prende spunto dalla Direttiva del Ministero dell’Interno del 20 febbraio 2007 la quale afferma, in materia di diritti dello straniero, che durante la fase di rilascio del primo pds come pure durante la fase di rinnovo, lo straniero conserva tutti i diritti derivanti dal permesso, di cui sta attendendo il rilascio.
Quindi non si tratta di una persona irregolare o clandestina ma una persona che deve essere considerata e trattata, sotto ogni punto di vista, regolarmente soggiornante e munita di diritti.
L’esatto opposto di quanto accade spesso presso gli sportelli delle amministrazioni sanitarie che, con la scusa della mancanza del permesso (perché chi è in attesa del rinnovo esibisce solo il cedolino rilasciato dalla Posta) tendono ad ignorare il valore giuridico della ricevuta di cui si è in possesso. Una prassi questa che comporta il rifiuto dell’iscrizione e il rilascio della tessera oppure un rilascio condizionato a dei precisi periodi che comunque sono troppo brevi rispetto al tempo di attesa biblico per il rilascio del permesso rinnovato.

Finalmente questa circolare dovrebbe chiarire la situazione oltre ogni dubbio. Rimane da sperare che gli uffici interessati diramino ulteriormente alle Asl le istruzioni operative e che queste, a loro volta, le divulghino ai loro operatori per farle osservare definitavemnte.

A tal proposito invitiamo gli interessati a segnalare al nostro sito eventuali disfunzioni che dovessero ancora verificarsi nel riconoscimento dei loro diritti.
e-mail: redazione@meltingpot.org

Redazione1
8.06.2007 20:15
E' Senato o ritrovo Anti Legge Merlin? di A.De Porti

E’ SENATO DELLA REPUBBLICA O…RITROVO ANTE LEGGE MERLIN ?
La sceneggiata, a dir poco miasmatica, messa in piedi ieri dal Senato della nostra povera Repubblica Italiana per il caso Visco-Speciale, è una rappresentazione oscena ed offensiva nei confronti degli Italiani. Molto probabilmente gli “attori”, alias senatori, fatte salve le debite eccezioni, non sanno che la qualifica “senatore della Repubblica” significava nell’antica Roma e dovrebbe significare anche oggi (dal latino senex, vecchio) l'assemblea dei più anziani e saggi cittadini che in qualche modo davano e dovrebbero dare lustro, esempio e dignità a tutta la nazione. Immaginate, tanto per ricordarne uno, ad un Seneca (primi anni d.C.) che già da allora proponeva un cosmopolitismo fondato sull’amore universale aperto a profondi motivi umani, con un senso della serenità prima sconosciuto. Lo accostereste agli…Schifani, al pur “simpatico” La Russa, a Matteoli, o ad altri senatori che ieri sera-notte hanno davvero dato esempi dialettici non proprio da ricordare, offendendo (chi più chi meno) Prodi, Padoa Schioppa e Visco con aggettivi che io, personalmente, non userei nemmeno nella stalla dei suini ?

Il popolo italiano deve sapere che il caso Visco-Speciale c’entra come i cavoli a merenda nella sceneggiata di ieri avvenuta al Senato: detta “performance” di cattivissimo gusto infatti costituisce uno dei tanti pretesti per dare una “spallata” a questo governo, esattamente come ogni giorno tenta di fare Berlusconi.

C’è da chiedersi se l’opposizione continuerà a fare propaganda elettorale per altri quattro anni anziché fare il suo mestiere, facendo scadere il Senato della Repubblica Italiana, ma anche la Camera, a quel livello che, a suo tempo, la Legge-Merlin, ha tentato di mitigare.
ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
8.06.2007 20:15

Redazione1
8.06.2007 22:02
FATIMA, SEGRETI E FARNETICAZIONI di A.V.Gelormini

FATIMA, SEGRETI E FARNETICAZIONI
di Antonio V. Gelormini
Deve averla combinata davvero grossa Antonio Socci, per aver scatenato una reazione senza precedenti nelle alte sfere vaticane. Il Segretario di Stato, cardinale Tracisio Bertone, ha prima rilasciato interviste con commenti acidissimi sulle tesi e le “farneticazioni” del giornalista cattolico. Ha recentemente pubblicato un libro, “L’ultima veggente di Fatima” – RaiEri/Rizzoli, 2007, con presentazione di Papa Benedetto XVI, per replicare al testo controverso di Antonio Socci “Il quarto segreto di Fatima” – Rizzoli, 2007. Per poi arrivare a presentare, nell’inedita sede televisiva di Porta a Porta, nientemeno che la lettera col famoso segreto, completa di buste varie, così come custodita negli Archivi segreti del Vaticano.
E’ una strana battaglia senza esclusioni di colpi. E il maglio di Antonio Socci, come quello di un moderno e anomalo Torquemada, va a segno ripetutamente, pesantemente e particolarmente, proprio nei confronti del fedele cardinale di Joseph Ratzinger. Quasi a sottolineare l’impossibilità di poter tirare dentro la delicata vicenda l’odierno Pontefice, all’epoca della pubblicazione del segreto Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede.
L’azione del cardinale Bertone è volta a confermare che il primo Papa ad aprire la busta sigillata col segreto fu Giovanni XXIII (il 17 agosto 1959) e a confutare “le ricostruzioni cinematografiche”, come lui stesso le ha definite, “della busta poi nascosta nel comodino del Papa. Pura fantasia. Perché la Chiesa è un’istituzione seria e rigorosa”.
A proposito, poi, del punto dolens della contesa, circa un quarto segreto di Fatima o una parte del terzo non rivelato dalla Chiesa, perché ne metterebbe in difficoltà i vertici, parlando di apostasia, il Segretario di Stato è categorico: “Si tratta di farneticazioni. Quello che è strano è che esse vengano da persone che si proclamano cristiane. Perché vogliono che la Madonna nelle sue rivelazioni parli di apostasia nella Chiesa cattolica e addirittura di apostasia nella predicazione dei Papi? C’è una manovra per screditare la Chiesa e per delegittimare, agli occhi del popolo di Dio, la gerarchia”. C’è da immaginare che con tali “bolle”, in periodo di Santa Inquisizione, Antonio Socci sarebbe andato spedito verso un rogo.
La vicenda rischia di assumere sempre più gli aspetti di un vero e proprio “virtual thriller”. Gli elementi ci sono tutti e prima o poi, in perfetto stile Dan Brown, qualcuno farà spuntare sullo sfondo la sagoma inquietante anche dell’Opus Dei.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
8.06.2007 22:30
Lettera aperta di Guido De Simone

LETTERA APERTA AI PROPONENTI E FIRMATARI DEL "MANIFESTO PER LA RIFORMA DELLA POLITICA"

di Guido De Simone
____________________________________


Gentili Signore e Signori proponenti e firmatari del MANIFESTO PER LA RIFORMA DELLA POLITICA,

ho letto con attenzione il testo del Vostro Appello.

Appaiono evidenti le vostre migliori intenzioni di avviare un processo che porti a ben altra politica che non quella odierna.

Perciò, mi domando e vi domando:

Se vi fosse già in corso d'opera un'iniziativa, peraltro pensata e gestita da comuni cittadini senza etichette di parte che, pur nella sua semplicità, si riveli un concreto e rivoluzionario cambiamento che sposta il potere chiave, quello di candidare, dalle mani di quei pochi che attualmente lo gestiscono indebitamente (almeno sul piano costituzionale) a quelle di tutti gli elettori e perciò del popolo che allora sarebbe, sì, sovrano...

... la firmereste e la sosterreste tale iniziativa? E vi dareste da fare anche voi per diffonderla vincendo il silenzio stampa cui finora è stata condannata?

Se volete informarvi, vi invitiamo a visitare il sito della campagna VERSO L'ITALIA DELLE PRIMARIE, www.laspedizionedei1001.it.

Per inciso, la cosa che finora ci ha lasciati più perplessi non è tanto che la nostra iniziativa legislativa popolare, seppure pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica ed in piena attività di raccolta delle firme degli elettori italiani, sia stata tenuta sotto totale "silenzio stampa" da parte dei Media nazionali o, meglio, di chi li "controlla" (dopo tutto è l'unico modo con cui può cercare di proteggersi chi non ha alcun interesse che si verifichi un cambiamento di tale portata, visto che la nostra iniziativa è pienamente legale, costituzionalmente ineccepibile ed a tutela e piena realizzazione dei principi costituzionali fin qui elusi, perciò non attaccabile altrimenti).

No, siamo invece quasi increduli e molto dispiaciuti a fronte dell'immobilismo ed dell'assenteismo su quanto stiamo proponendo da parte di quella parte politica che più d'ogni altra si è fatta porta-bandiera da sempre del "riformismo" in Italia... lasciando peraltro scioccamente che fino ad oggi ci abbiano dato molti più segnali d'appoggio e di partecipazione esponenti della politica cattolica di centro e di centrodestra.
Cosa che a noi sta stretta non perché abbiamo qualcosa contro costoro, ma perché non vogliamo che nessuno si possa permettere il lusso di "etichettarci" come apparentemente più vicini a qualcuno in particolare.

Sì, siamo veramente perplessi... potrebbe addirittura sembrare che in un certo ambito politico più orientato al centro sinistra ci sia, come dire, un certo "fastidio" all'idea che dei semplici cittadini senza etichetta alcuna e neppure famosi abbiano avuto l'ardire di mettere in moto un'iniziativa che può veramente cambiare l'Italia senza mettersi "sotto" la bandiera e la "protezione" del "riformismo ufficiale".

Fatto sta che noi non siamo contro nessuno e piuttosto lavoriamo per tutti, perché per noi, siano di sinistra di centro o di destra, sono comunque tutti cittadini italiani, i NOSTRI concittadini.

Perciò, nell'augurio che almeno voi, che vi manifestate come seriamente orientati al cambiamento nel nome dei principi costituzionali, passiate dalle parole ai fatti e vogliate coerentemente appoggiarci.

Noi siamo e rimarremo a disposizione di tutti, come da quando abbiamo iniziato.


Guido De Simone
Presidente
e-mail: guidodesimone@primarie.org
Tel. mobile IT: (+39) 348.3318633

Redazione1
9.06.2007 17:42
Ma quale Italietta? di A.de Porti

MA QUALE “ ITALIETTA” , SIGNOR BERLUSCONI !? FORSE QUELLA CHE VORREBBE LEI AI SUOI PIEDI ?

Ma il popolo italiano ha capito oppure no che non sono né il centro-sinistra né il centro-destra la causa del profondo malessere che, ad ogni piè sospinto, si manifesta e prolifica in Italia ? E che questo malessere ha un nome ben preciso: Silvio Berlusconi ? Io, sinceramente, da ex…Figlio della Lupa e Balilla sotto il Duce, pur non criticando più di tanto le destre, eccezion fatta per alcuni personaggi “clonati” dall’ex primo ministro e pur non digerendo alcune fasce sinistrorse (che in ogni caso, oggettivamente, hanno più cervello delle destre quando proclamano la pacifica convivenza rispetto appunto all’attuale destra), vorrei semplicemente far aprire gli occhi a quell’elettorato che, ad oltre dieci anni di distanza dalla cosiddetta “scesa in campo” di Berlusconi, non ha ancora capito che quest’uomo, grazie ai suoi potenti mezzi, può fare l’alto ed il basso in tutto il paese, giustificato da una democrazia che tale assolutamente oggi non è, essendo essa diventata, di recente, il prodotto di un continuo lavoro mediatico che, alla fin fine, ha finito per assuefare la pubblica opinione al volere dei mezzi e non del pensiero.

Che la democrazia sia malata e fors’anche obsoleta per certi versi, non c’è dubbio, ma di meglio che possa esprimere la sovranità popolare non esiste, diceva anche W. Churchill. Se il paese è diviso in due lo si deve al fatto che buona parte degli italiani sono stati catalizzati, spesso inconsciamente, da un torrente in piena di messaggi mediatici provenienti da un’unica fonte, sia pur attraverso variegati canali, che hanno finito per assuefare i cervelli ad immagini che, presentate secondo le più sofisticate regole del marketing, ad opera di un potente di turno, hanno finito per indurre all’acquisto di merci scadenti, se non addirittura prive di valore.

Vi pare che, parlando di Italietta, come ha fatto Berlusconi in occasione della vista di Bush, ciò possa far onore ad uno statista o non appaia piuttosto come uno slogan di un povero commerciante che le cerca tutte pur di spallare il governo, passando spesso anche a fasi estemporanee di compromesso con il centro-sinistra pur di rientrare al in corsa attraverso la finestra ?

Prodi, con i suoi continui, ma bonari sospironi …gutturali che sembrano fatti apposta in attesa che gli venga la parola successiva, non appare certo un esempio di comunicazione mediatica come lo è invece, ma con stile da marketing, Silvio Berlusconi; ma gli Italiani non hanno ancora constatato che, con Prodi, il Paese si sta rasserenando e comincia a marciare, mentre ad ogni apparizione pubblica di Berlusconi e dei suoi “clonati”, scoppiano solo veleni e turbolenze sociali ? Il caso Visco-Speciale nonché l’ultima esternazione sull’Italia, etichettata da Berlusconii con il nomignolo di Italietta, non ne costituiscono forse le ultime penose e tristi performances di uno “statista” che tale non è, anche se vorrebbe paragonarsi ad Alcide De Gasperi o ad un Einaudi ?

Via Berlusconi dalla scena politica, a mio avviso, l’Italia sarebbe migliore. Anche con un Fini che apprezzo, anche se, purtroppo, ma solo per l’età, non vesto più la divisa di… Balilla e Figlio della Lupa.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
9.06.2007 17:56
IL GAMBETTO DI RE di A.V.Gelormini

IL GAMBETTO DI RE
di Antonio V. Gelormini
Georges W. Bush non se lo aspettava. Non è riuscito a nascondere la sorpresa e impappinandosi, come solo lui sa fare nei momenti critici, è riuscito soltanto a rispondere: “Proposta interessante”. Vladimir Putin, sguardo di ghiaccio e sorriso beffardo, aveva appena fatto la sua mossa. Un “gambetto di re”. Un’apertura che offre del materiale (o propone un sacrificio) per ottenere un obiettivo più strategico (attaccare l’avversario, senza indebolire il proprio centro della scacchiera).



Il presidente russo all’abilità del gioco di scacchi, aggiunge la tecnica delle arti marziali, in cui è altrettanto maestro, e usa contro l’avversario americano la sua stessa forza. Propone come la cosa più naturale del mondo: “Adoperiamo come radar antimissile la stazione di Gabala in Azerbaijan, al confine con l’Iran, anziché la base nella Repubblica Ceca”. E annichilisce lo staff statunitense, che prende tempo e apprezza la caduta del veto di Mosca sul sistema antimissile.
La scelta di Gabala non è casuale. E’ situata in prossimità di Baku. E a Baku è nato uno dei suoi più acerrimi nemici: Garri Kimovic Kasparov, il campione mondiale di scacchi dal 1985 al 2000. Spina nel fianco per le sue quotidiane contestazioni, che oggi diventa, suo malgrado, l’ispiratore della strategia presidenziale. Puntare sul pareggio ad oltranza, per evitare il punto decisivo dell’avversario. Prendere tempo (teoria cara anche ad Andreotti) e logorarne la tensione psicologica. Pronto ad assestare il colpo vincente, non appena l’occasione si rendesse propizia. Ancora oggi Karpov continua a chiedersi come fece a perdere il titolo mondiale, ad una partita dalla vittoria, dopo essere stato costretto ad un estenuante numero di patte.



La gara si prospetta avvincente. La scena è stata rubata e l’agenda ora è fissata da Mosca. Anche se il nuovo negoziato strategico, che avrà inizio il 1 luglio, è in programma negli Usa, nello Stato del Maine. La diplomazia è delle più sofisticate. Vladimir Putin, per ribadire il proprio “no” ai presidi americani in Polonia, afferma di voler evitare: “La dislocazione di nostri complessi d’attacco nei pressi dei confini europei”, e invita Bush a dire “sì” allo Scudo Spaziale in Azerbaijan. Un vero capolavoro, con la mossa di un semplice pedone.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
16.06.2007 09:16
Dove sta la giustizia pensionistica? di A.de Porti

E LA GIUSTIZIA PENSIONISTICA DOVE STA ?
Leggo che il governo vuol utilizzare il cosiddetto “tesoretto” per ritoccare in meglio le pensioni più basse e per i giovani. Niente da dire: si tratta di un provvedimento socialmente giusto e indiscutibile. Andrebbe anche detto però che, ad essere discriminati in peggio, sono i pensionati che, a suo tempo, avevano una pensione discreta, guadagnata col sudore della fronte, maturata con trattenute correlate ed alla mansione qualificata che occupavano ed alla data di erogazione.

Ripeto fino alla nausea che coloro che sono andati in pensione da oltre dieci anni ora si trovano con una pensione dimezzata al 50 % nel suo potere di acquisto. Come devo fare per farmi capire, anche dai mass-media ? Per cui ora ci si trova di fronte ad un provvedimento governativo buono (ritocco delle pensioni a favore di quelle basse) ed ad una grave ingiustizia, se non addirittura furto, in quanto le pensioni erano il frutto di pregresse trattenute personali che ora si cerca di dimenticare… Forse perché ci resterà poco da vivere ?

Più ingiustizia di così ! Per non chiamarla appropriazione indebita !



ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
16.06.2007 09:16

Redazione1
16.06.2007 10:39
Voto di preferenza di G.Frassica

www.mondonuovonews.com
PRO BONA DEMOCRATIA
Voto di preferenza essenziale per la democrazia
Messina - Ero uno scolaro delle elementari quando il Presidente Gronchi venne a Messina in visita ufficiale. Tutte le scuole della città vennero mobilitate per l’occasione, i ragazzi e gli insegnanti furono schierati lungo il percorso per rendere omaggio al Capo dello Stato. Molti studenti agitavano delle bandierine tricolore. Erano di carta, incollate a delle corte bacchettine di legno, preparate in economia da alunni volontari e volenterosi diretti dalle maestre.
Erano davvero brave le maestre e i maestri di allora. Quante cose ci insegnavano e con una tale semplicità e immediatezza. Quel giorno, prima di farci uscire per andare a raggiungere il settore assegnatoci, il nostro maestro, si chiamava David di cognome, anziché di fare un’ora di normale lezione, ci fece un bel discorso. Ci spiegò la repubblica e la democrazia. “Prima era il Re il Capo dello Stato, lo era per successione e a vita. Quando moriva il figlio primogenito diventava Re e cos’ via. Oggi il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica. E’ un cittadino come tutti gli altri e il suo incarico dura sette anni. Quando finisce, il Parlamento elegge un altro Presidente.” Io ricordo che ero un po’ malinconico per questa storia che il Re non c’era più. Mia nonna parlava sempre del Re (mai di Mussolini o del fascismo), anzi spesso iniziava i suoi racconti, ambientati nel periodo tra le due guerre, dicendo “Quannu c’era u Re….. ” . Il maestro notò la mia svogliatezza è aggiunse: “Oggi ognuno di voi, purchè studi e si comporti bene, può fare il Capo dello Stato. Anche uno come Frazzica può diventare presidente della Repubblica”. Divenni rosso come un peperoncino calabrese ed i miei compagni iniziarono con le ovvie battutine crudeli. Ma “l’incidente” durò solo qualche attimo. Il Maestro prese a spiegarci la Democrazia e il fascino della sua parola ci riportò al silenzio assoluto.
“La Democrazia è una forma di governo perfezionata dagli antichi Greci. L’Italia, per un lungo periodo di tempo ha perso la sua democrazia e con essa la sua libertà di popolo. Poi l’ha riconquistata. Oggi tutti i cittadini sono elettori ed eleggibili. I partiti presentano delle liste ed ognuno è libero di eleggere il proprio candidato. Gli eletti formano il Parlamento ed il Parlamento elegge il Governo e il Capo dello Stato. Quello che viene oggi a Messina è il terzo Presidente della Repubblica italiana, andremo ad aspettarlo al suo passaggio e lo saluteremo con un applauso”. Partimmo incolonnati in fila per tre, contenti perché non si faceva lezione, ma pervasi da una strana emozione collettiva suscitata dalle parole del Maestro. Parole chiare, dette con sincerità, da chi ci credeva, da chi apprezzava la ritrovata democrazia, perché aveva vissuto il periodo fascista. Parole scolpite nella memoria, indelebili, rimaste inalterate nel tempo che, tuttavia, è trascorso portando modifiche e introducendo variabili tali che per certi versi fanno sembrare irreali i concetti espressi dal maestro David. Si, teoricamente, ancora oggi chiunque goda dei diritti civili può candidarsi, ma per fare cosa? Se non è in grado di sostenere “i costi della politica” non va da nessuna parte. E se ha del consenso spontaneo?
Ma se hanno abolito il voto di preferenza, il consenso spontaneo è del tutto inutile. Viene eletto, di fatto nominato, chi viene messo ai primi posti nella lista rigida. In pratica come avveniva, in applicazione della legge Acerbo, quando c’era il Re, sulla carta, e comandava il Duce che, attraverso la compilazione del Listone, disegnava a suo piacimento il finto Parlamento di allora. Oggi ci sono più listoni ed i nuovi gerarchi del potere disegnano ciascuno il proprio pezzo di Parlamento.
Oh se potesse tornare quel Maestro! Democrazia perduta, democrazia ripristinata, democrazia che si sfilaccia, che si perde, che diventa un’altra cosa, che produce un Parlamento così poco legittimato che basta un ufficiale della guardia di finanza, che fa la voce grossa, a determinare imbarazzi istituzionali e crisi politiche. In questo clima appare grave che certi soloni dell’Unione, impegnatissimi nella lotta per gli assetti interni, non sembrano accorgersi che, in un Paese senza democrazia sostanziale, un centrosinistra nominale non ha molta ragione di esistere, a prescindere da chi ne sia il leader. In queste condizioni qualcuno finirà col vincere la battaglia dell’organigramma, ma rischierà di perdere la guerra con la Cdl.

Giovanni Frazzica

Redazione1
16.06.2007 10:47
Il fallimento della manifestazione Anti Bush

Il fallimento della manifestazione per “l’altra America” indetta dai dirigenti della sinistra cosiddetta radicale (poche centinaia di persone presenti in piazza), “svuotata” oltre ogni previsione dal gremitissimo corteo anti-Bush che invece ha visto sfilare la variegata costellazione dei Movimenti, è un segnale allarmante ed anche molto istruttivo per i partiti che siedono in parlamento alla sinistra del futuro Pd.
I contorsionismi parlamentari e dialettici messi in atto per conciliare l’appoggio al governo Prodi con una politica semplicemente di sinistra (e neppure troppo “radicale”) sui temi dell’economia, della politica estera, dei diritti civili e quant’altro, hanno corroso come un fiume carsico, in modo sotterraneo ma piano piano sempre più evidente, il rapporto dei vertici partitici con la base sociale che finora li aveva sostenuti e legittimati; e la schizofrenia tra un radicalismo – anzi “comunismo”, vista la natura di due partiti sui tre che compongono l’attuale sinistra parlamentare – puramente di facciata, a fronte di un sempre più imbarazzante immobilismo dal punto di vista delle lotte sociali sta balzando alla luce del sole, ricordando molto da vicino la situazione di un secolo fa all’interno della Seconda Internazionale e del partito socialdemocratico tedesco, con la leadership (Kautsky come Giordano e Diliberto?) a parole contraria alla deriva riformista invocata invece da Bernstein (come D’Alema e Fassino? No, perché lui almeno le “riforme” voleva farle sul serio!) ma nei fatti sempre più impelagata nella copertura oggettiva della politica anti-keynesiana e di razionalizzazione capitalistica (risanamento dei conti pubblici) orchestrata dal ministro Padoa Schioppa per conto di Romano Prodi.

La crescente contraddizione sta venendo alla luce insieme con i suoi effetti più deleteri, quali il preoccupante sbandamento del popolo di sinistra, l’avanzare della rassegnazione e dello scetticismo (vedi anche il pesante astensionismo nelle elezioni amministrative), la riduzione dei partiti a gusci vuoti ed una base “orfana” che a Roma ha sì mostrato una sua vitalità, ma che si è anche esposta ai rischi evidenti dell’infiltrazione di frange estremiste e provocatorie, col risultato (ovvio) di offrire ai solerti mass-media del pensiero unico comode occasioni per presentare come minaccioso, violento e “ultrà” chi manifesta per diritti elementari quali la pace, la verità, la libertà e l’autodeteminazione dei popoli ed il rifiuto della guerra, dell’imperialismo e delle “bugie di stato” (le famose “pistole fumanti” e “armi di distruzione di massa”, per non parlare dei retroscena mai chiariti sull’attacco “islamico” dell’11 settembre 2001).

Per quanto ci riguarda come Movimento RadicalSocialista, la pazienza e la determinazione non ci fanno difetto. Benché parli piuttosto chiaro la partecipazione di nostri militanti e simpatizzanti al corteo romano dei Movimenti e dei centri sociali, confidiamo che sia evitata – non solo a noi ma a tanta parte del popolo di sinistra – la scelta grave e perdente tra sinistra “parlamentare” e sinistra “sociale”, tra generali senza più esercito ed un esercito generoso ma “sbandato” come dopo l’8 settembre del ’43.

Di fronte all’attacco di una destra arrogante e nuovamente baldanzosa, che ha definitivamente abbandonato il “doppiopetto” per presentarsi nelle sue vesti più becere e sguaiate; ma anche – bisogna dirlo chiaramente – sotto il fuoco “amico” della maggioranza Ds ormai totalmente collusa col centro conservatore e clericale (mentre la neonata Sinistra Democratica non era in piazza contro Bush per... impegni familiari dei suoi due o tre leader!), quel che rimane della sinistra italiana non può davvero permettersi nuove divisioni e fratture; non può ridursi a piccole forze politiche generose e combattive (Sinistra Critica, Pcl ed altri), non può accettare la contrapposizione tra movimenti e partiti, piazza e parlamento, società e politica, cobas e militanti sindacali.

Una sintesi audace e coraggiosa, ma soprattutto onesta e lungimirante, va fatta ed anche in fretta. Tutti insieme “noi” di sinistra. Prima che sia troppo tardi!

http://www.radicalsocialismo.it/index.php

Redazione1
21.06.2007 08:44
Studi di settore. di A.de Porti

STUDI DI SETTORE. PERCHE’ TANTO CHIASSO ?
Come noto, il governo intende, attraverso dei parametri economici “standard” che normalmente caratterizzano le entrate delle varie categorie di lavoratori autonomi, di verificare se i loro redditi rispondono a quelli dichiarati al fisco. E’ ragionevole infatti pensare che un’azienda sana e produttiva, non può dichiarare al fisco nessun reddito o…cifre ridicole rispetto a quello che i parametri settoriali, vale a dire per aziende analoghe dello stesso settore, farebbe supporre, a meno che detta azienda non intenda “masochisticamente” lavorare in perdita.
Ed allora perché si protesta ? Le aziende serie ed oneste, in primis gli enti rappresentati di categoria, non dovrebbero avere reazioni come quelle che abbiamo visto in questi giorni. L’impresa che si comporta onestamente col fisco non deve aver alcuna paura di pagare più del dovuto perché, se esistono gli studi di settore per cercare degli indizi reddittuali, esistono anche gli strumenti per dimostrare, nel caso di indizi sbagliati a danno delle varie aziende, che le cose non stanno come eventuali accertamenti potrebbero far supporre.
La realtà, a mio avviso, è molto diversa: si protesta perché esiste - da parte di taluni commercianti - la paura di non poter più evadere come erano abituati. Ovviamente, non voglio fare di ogni erba un fascio, ma tutti abbiamo constatato che la prima…autonomia economica (non quella invocata dalla provincia) è proprio quella di intascare i soldi e ..finirla lì, senza badare al fatto che la convivenza civile richiede un minimo di onestà.
Andrebbe anche detto che gli studi di settore non costituiscono una novità. Io che ho lavorato in banca per parecchi anni, quando dovevo procedere all’erogazione di finanziamenti alle varie aziende, mi premuravo infatti di accertare la loro capacità di reddito, in base a parametri settoriali, allo scopo di procurami qualche garanzia sulla restituzione dei finanziamenti.
Ed allora, che male c’è, se il governo vuol far pagare le tasse a tutti in modo che tutti abbiano a pagare meno ?
Chi protesta, a mio avviso, ha qualcosa da nascondere, magari supportato da chi, perorando questa causa, pensa di raccogliere più consensi. Anche elettorali.
Ma è ora che la legge sia davvero uguale per tutti.
ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
21.06.2007 08:44

Redazione1
24.06.2007 10:52
Credbilità Zero di Enrica Bartesaghi

CREDIBILITA' ZERO
L'uscita di scena di Gianni De Gennaro avviene nel peggiore dei modi sotto
tutti i punti di vista. Il capo della polizia lascia l'incarico con
un'accusa infamante - l'istigazione alla falsa testimonianza - e con
l'istituzione che ha guidato per sei anni la minimo storico di credibilità.
Le sole ultime deposizioni al processo Diaz hanno mostrato il degrado morale
della polizia di stato, fra dirigenti che rifiutano di rispondere ai pm, un
ex questore indagato per falsa testimonianza, mentre l'unico funzionario che
offre uno squarcio di verità - la "macelleria messicana" - decide di parlare
solo dopo sei anni.
Per anni abbiamo denunciato gli abusi compiuti a Genova e le coperture
garantite a chi le ha commesse, chiedendo a più riprese una tempestiva
sospensione dei dirigenti imputati e la rimozione del capo della polizia.
Non siamo stati ascoltati. Ieri Romano Prodi ha annunciato la fine del
mandato di De Gennaro ma senza legarla alla disastrosa gestione del G8 del
2001 e al comportamento tenuto dalla polizia negli anni successivi, con gli
ostacoli al lavoro della magistratura, la legittimazione di fatto degli
abusi compiuti, le scandalose promozioni dei dirigenti imputati... Prodi non
ha fatto un buon servizio alla verità e alla onorabilità della polizia di
stato.
De Gennaro si sarebbe dovuto dimettere molto tempo fa; il parlamento avrebbe
fatto bene ad approvare subito una commissione d'inchiesta; il presidente
del consiglio avrebbe dovuto annunciare un'ampia opera di pulizia nelle
forze dell'ordine. Ricordiamo anche a Romano Prodi che a distanza di sei
anni dai fatti, ancora nessuno, ai vertici dello stato, ha avuto l'onestà e
la lealtà di chiedere scusa alle vittime degli abusi commessi dalle forze
dell'ordine.

Genova, 21 giugno 2007

Redazione1
25.06.2007 19:52
Il centro-destra è una fabbrica di veleni

CENTRO-DESTRA: NON E’ OPPOSIZIONE, MA FABBRICA DI VELENI !
In Italia, ove la democrazia esprime solo un pretesto per scalzare chi è al governo e non certo un sistema che prevede una critica costruttiva da parte delle opposizioni nell’interesse generale dei cittadini, si è imboccata una strada che porterà ad una catastrofe.
Si è infatti instaurato un clima politico che nulla ha a che vedere con la politica, ma riguarda sic et simpliciter gli elementari principi dell’educazione fra persone: si continua, ad elezioni finite, in una sindacabile e velenosa propaganda elettorale tanto da poter affermare, senza ombra di dubbio che, anziché fare il suo mestiere, l’attuale opposizione, dopo la sconfitta alle politiche, ha incominciato da subito ad esprimersi con modalità e sistemi che non portano da nessuna parte se non ad ingenerare un conflitto sociale generalizzato. Lo stesso che essa aveva alimentato in precedenza, e cioè quando era al governo.
Oggi non si mira alla collaborazione democratica, ma solo ad infangare l’avversario in base soprattutto alla disponibilità delle risorse. Ormai si è perso il senso dialettico del pudore se è ben vero che si “sputa” contro Prodi per qualsiasi cosa, facendo finta di non vedere che le cose non vanno così male come l’opposizione vuol far apparire, con critiche strumentali che, a mio avviso, non hanno nulla di oggettivo, ma danno luogo solo ad una rappresentazione scenico-mediatica che, data in pasto, a certe fasce sociali, finisce per essere assimilata e creduta. No, così non si fa !
Qui, dovrebbe intervenire, più energicamente di quanto non abbia fatto sinora, il Presidente della Repubblica, evitando di diventare correo con chi si rende artefice di questa disgustoso stato di cose. L’Italia deve essere un paese serio e non già un teatro, se non addirittura una fucina, nella quale si fabbricano sostanze tossiche ancor peggio di quelle prodotte da una fabbrica di veleni. Se si continua di questo passo c’è il pericolo che, ad un certo momento, si determini un clima da conflitto sociale, di ingovernabilità che nessuno può tenere sotto controllo, nemmeno con l’uso della forza.
Non voglio prendere le difese di Prodi, ma sono assolutamente convinto che la sua faccia “discutibile” e la sua dialettica ancor di più, seppur sempre corretta e condivisibile, valgano molto di più delle scenate comico-tragiche che attualmente mette in atto l’opposizione: basta sentire cosa dicono i vari Berlusconi, Schifani, Bondi, Cicchito e La Russa in TV, per accertare che qui la democrazia c’entra come i cavoli a merenda.
Da anni vado ripetendo che 60 milioni circa di Italiani vanno male per colpa di una sola persona: quella che ha avallato la guerra in Iraq, solo per vantare l’amicizia personale di…George. (mia idea fissa o verità ?!)
Via quella, le cose cambierebbero. Ne sono arci-sicuro !
Non sono i mezzi che devono prevalere, ma la serietà ! Che, fin qui, non è certo stata rappresentata, non solo da parte di alcuni del centro-destra, ma anche dalle parti estreme di alcuni della sinistra.

ARNALDO DE PORTI
dearstern@hotmail.com

Redazione1
26.06.2007 22:35
La piramide di Yogurt di A.G.Gelormini

LA PIRAMIDE DI YOGURT
di Antonio V. Gelormini
Li chiamavano i patron de gauche. Imprenditori di prim’ordine, che si sentivano investiti di una missione sociale e l’hanno perseguita con entusiasmo, coraggio innovativo e audace scaltrezza. Nobili senza blasone, degni dei grandi di Francia, ma molto più somiglianti ai mitici “Moschettieri”, i famosi guasconi di Alessandro Dumas.
Antoine Riboud, (Danone), Gilbert Trigano (Club Med) e Edmond de Rothschild (Banque Rothschild) sostenevano tutti la necessità per un’azienda di affiancare alla gestione economica una politica sociale. Il loro “Dartagnan”, oggi, sarebbe in Italia e avrebbe le fattezze di Giovanni Bazoli (Banca Intesa-Sanpaolo), convinto sostenitore del medesimo principio e della responsabilità sociale delle aziende leader e dei loro proprietari.
Un solo erede, oltralpe, per un tale vaste program: Franck Riboud alla guida del colosso alimentare Danone. Che/ pur accrescendo la redditività del gruppo, attraverso il rilancio delle nuove linee di business (prodotti lattiero-caseari freschi, bevande, biscotti e cereali), non ha mai mancato di puntare sullo sviluppo nei mercati emergenti.
La folgorazione arriva quando riflessa nei cristalli della Piramide del Louvre, Frank Riboud nota, abbandonata su una panchina, la pagina di un giornale con una grande foto di Muhammad Yunus, il Nobel per la Pace e fondatore della Grameen Bank, su cui è appiccicata la stagnola col marchio Danone di uno dei suoi yogurt. L’immagine lo accompagnerà per diversi giorni. E quasi spontaneamente si ritroverà in ufficio, di fronte alla foto di suo padre, a riflettere su grafici, piramidi e terzo mondo.



Le frequenti visite al Louvre lo avevano portato a guardare più spesso la piramide dal basso. E il primo passo, verso le fasce più larghe della piramide dei mercati, era stato già fatto alcuni anni fa, con gli analisti economici della Danone, quando decise di aggredire non solo la punta degli abbienti, ma anche la parte più bassa indubbiamente meno ricca, ma decisamente più numerosa. In Africa o in Indonesia fare business con 30 o 40 milioni di persone era l’impegno quotidiano. Riuscire a farlo, magari con margini più contenuti, ma con altri 230 milioni di potenziali clienti era una sfida dal fascino e dagli stimoli più che entusiasmanti.



“Do.potutto”, sosteneva Frank Riboud, “la missione di Danone è quella di diffondere una sana alimentazione al più gran numero di persone”. E dopo l’Indonesia, infatti, è la volta del lancio delle “Danone Ladies” in Sudafrica. Le donne che a Johannesburg vendono porta a porta, non cosmetici dell’Avon, ma gli yogurt a dieci centesimi di euro. E’ stata definita strategia di “accessibilità” (affordability), ora il modello sarà esportato in Bangladesh, per conquistare mercati ancora più poveri, vendendo prodotti a pochi centesimi di euro.



Dopo quella di Bogra, 150 km. a nord di Dacca, sono circa cinquanta le fabbriche di yogurt previste in Bangladesh, con l’approvazione del fondo Danone Communities da parte dell’assemblea generale degli azionisti. Un fondo che investirà in attività sociali e finanzierà la costruzione delle fabbriche. Presieduto da Riboud, con Yunus vice-presidente, conta di garantire ai sottoscrittori un ritorno del 3-4%. Una nuova forma di dividendo sociale, che ha visto fra i primi aderenti lo stesso personale della multinazionale francese.



“Se il modello funziona”, ha pensato Riboud, “ci sono 3 miliardi di persone sul pianeta che vivono con meno di 2 euro al giorno, con cui possiamo fare business”. E per garantire durata a un prodotto venduto a cinque centesimi di euro, in un’area priva della cosiddetta catena del freddo, la sua azienda è riuscita ad elaborare uno yogurt che per tre giorni mantiene inalterato il potere nutrizionale e dopo la scadenza non presenta alcun pericolo di natura batteriologica.
Un tempo si cercava di unire l’utile al dilettevole. Chapeau, a chi oggi unisce l’utile al sociale!
(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
2.07.2007 02:59

Redazione1
2.07.2007 21:22
Lieve e Ambizioso di A. V. Gelomini

LIEVE E AMBIZIOSO
di Antonio V. Gelormini
E’ la riedizione della “forza tranquilla” di Francois Mitterand. La sintesi di un approccio non violento, che fonde la passione di Luter King e la tenacia del Mahatma Ghandi. E’ il pragmatismo del rifiuto dello scontro, per sottrarre un’arma determinante alla strategia dell’avversario, non più vissuto come nemico. Anzi, in quanto prossimo, meritevole di ascolto e di confronto intellettuale.

Walter Veltroni dal Lingotto di Torino si conferma leader lieve ed ambizioso. Gli stessi caratteri che intende far assumere alla sua politica moderna ed alle proposte programmatiche conseguenti. L’essenza della sua azione e del futuro Partito democratico è riassunta nella frase più importante di tutto il suo discorso.

“Pensando e ripensando - è stato detto - non trovo altro fondamento della democrazia che questo: il rispetto di sé. La democrazia è l'unica forma di reggimento politico che rispetta la mia dignità, mi riconosce capace di discutere e decidere sulla mia vita pubblica. Tutti gli altri reggimenti non mi prestano questo riconoscimento, mi considerano indegno di autonomia fuori della cerchia delle mie relazioni puramente private e familiari. La democrazia è, tra tutti, l'unico regime che si basa sulla mia dignità in questa sfera più ampia... Essere democratici vuol dire assumere nella propria condotta la democrazia come ideale, come virtù da onorare e tradurre in pratica".

Una citazione che non proviene dal passato. Parole moderne di un contemporaneo torinese come Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, tratte dal suo “Imparare la democrazia”. Che mettendo al centro la dignità della persona e il rispetto dell’altro, individuano la frontiera lunga la quale si dipana l’incontro di culture politiche, storie, percorsi ed identità plurali, formatesi attorno a comuni valori.

Un modo laico, per il Sindaco di Roma, di riconoscere anche nell’azione della Chiesa la pietra angolare, su cui quei valori hanno potuto poggiare. Dimostrando, implicitamente, di cogliere ed apprezzare, dal Concilio Vaticano II, la lungimiranza e la forza delle dichiarazioni sulla libertà religiosa, contenute nella Dignitatis humanae.

Il resto è, e sarà, conseguenza. L’approccio sereno e determinato farà bene all’Italia, farà bene agli italiani e predisporrà gli animi ad una leggerezza creativa, capace di volare e spingere in avanti il Paese. Altro che la banalità delle polemiche e la desolazione dell’eterno conflitto.
(gelormini@katamail.com)




Redazione1
8.07.2007 19:12
Dominus Vobiscum di A.V.Gelormini

DOMINUS VOBISCUM
di Antonio V. Gelormini
“Et cum spiritu tuo”. Era la corale risposta di un’assemblea di fedeli, che il latino non l’aveva mai studiato, ma che interagendo col celebrante faceva propri i passaggi significativi della messa. Acquisendo un patrimonio di espressioni e di vocaboli preziosi, anche fuori dal contesto prettamente liturgico.
La disponibilità al recupero di un fascino del rito, promulgato da Giovanni XXIII nel 1962, quale aggiornamento di quello risalente a San Pio V e al Concilio di Trento, non va ascritto come una prova del tradizionalismo di Joseph Ratzinger. Al contrario, favorendo la libertà della scelta, il Papa intende evitare al massimo le controversie. Nel momento stesso che alleggerisce molte delle problematiche poco significative, che affliggono la Chiesa, dà prova, ancora una volta, di lucidità, saggezza e moderna elasticità mentale.
Dal prossimo 14 settembre, festa dell’esaltazione della Santa Croce, secondo il Motu proprio di Benedetto XVI: “Summorum Pontificum”, ci sarà una sorta di liberalizzazione nel modo di celebrare la Santa Messa. Sia quella scaturita dal Concilio Vaticano II, secondo il messale di Paolo VI in idioma locale, che quella cosiddetta tridentina, in latino e aggiornata nel 1962, sono considerate forme diverse dello stesso rito romano. In pratica, le facce di una stessa medaglia.
Abolite le dispense vescovili e quelle della Santa Sede. Per le celebrazioni cicliche e permanenti saranno le stesse parrocchie ad organizzarsi per un’armoniosa attività pastorale, per favorire l’unità della Chiesa. La celebrazione, ove richiesta, potrà avvenire nei giorni feriali e una sola volta la domenica e nei giorni festivi. Data la difficoltà della lingua, sarà consentito che le letture (epistole e Vangelo) avvengano in lingua locale.
Il documento papale, inoltre, prevede l’estensione dell’utilizzo del vecchio messale anche per battesimi, matrimoni, cresime, unzione degli infermi e celebrazione delle esequie. E qui bisognerà che i parroci stiano molto attenti, per evitare che il ricorso alla deroga sia generato da inconsistenti motivi di tendenza e di mera scenografia.
L’occasione sarà propizia, anche solo per la necessaria familiarità, a un riavvicinamento alla lingua madre, alquanto sconosciuta alle nuove generazioni. Per quelle un po’ più anziane sarà anche un ritorno ad antiche musicalità della parola, come l’Oremus, il Kyrie eleison, il Christe eleison, l’Orate fratres e, all’esortazione finale dell’Ite missa est, alla risposta decisamente più liberatoria: “Deo gratias”.
(gelormini@katamail.com)





Redazione1
15.07.2007 17:56
Fiat 500, star fra 2 millenni di A.V.Gelormini

FIAT 500, STAR TRA DUE MILLENNI
di Antonio V. Gelormini
Il suo arrivo, sulle strade di un’Italia che si apprestava a vivere il boom economico dei famosi anni ’60, fu come l’irrompere sul parterre di Sanremo, all’epoca di Nilla Pizzi, Luciano Taioli e Gino Latilla, della carica entusiasta e rivoluzionaria di Domenico Modugno. Ed è stato ancora la voce dell’italiano più cantato nel mondo a salutare, a Torino, il ritorno atteso della Nuova 500.
Certo la 500 non poteva “Volare”, ma tra un mix di passato, ricordi e futuro è proprio da uno dei paesi più moderni, la Nuova Zelanda, che ci viene rimandato il legame senza tempo tra due amori tipicamente italiani, come il cantante di Polignano a Mare e l’auto cult diventata un’icona. La “Bambina”, la chiamarono laggiù. Ispirando tenerezza e simpatia che la resero popolare, poi, fino in Australia.
Le note di “Ciao ciao bambina”, il motivo che la lanciò nel paese dei kiwi, l’hanno salutata nel fantasmagorico scenario preparato sulle rive del Po, per un evento volto a sottolineare la rinascita di un modello, di un’azienda e di una città. Ma che vuole essere anche paradigma di speranza per l’intero Paese.
Note a cui hanno fatto eco le canzoni che l’hanno accompagnata attraverso generazioni e stili di vita. “Romantica” di Tony Dallara o “Andavo a cento all’ora” di Gianni Morandi. “Abbronzantissima” di Edoardo Vianello o “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli. In una marcia di avvicinamento che passava dal “Cin Cin 500” di Enrico Ruggeri ai “500 sogni per una sola 500” di Eugenio Finardi.
Fino ad arrivare alle sofisticate scelte musicali, che hanno sottolineato, più recentemente, la rivoluzione Fiat. Fatta di tenacia, impegno, modernità e mentalità vincente. Prerogative inconcepibili senza umiltà, dedizione, formazione e cultura. Manifesti sonori ed ideali come “Meravigliosa creatura” di Gianna Nannini, “Un senso” di Vasco Rossi, “Somewhere over the rainbow” nella versione dell’hawaiano Israel Kamakawiwo’ole e della raffinata “Back to Life” di Giovanni Allevi, che enfatizzerà lo spot pubblicitario della Nuova 500 (l’autore delle musiche anche di quello magnifico della BMW).
Uno spot voluto, suggerito e coordinato dall’uomo simbolo della nuova Fiat, Sergio Marchionne. Il racconto di un orgoglio italiano, lungo 50 anni, attraverso figure esempio come Falcone, Borsellino, Ciampi, Valentino Rossi e Giorgio Gaber. L’entusiasmo italiano per una vittoria tutta racchiusa in quel braccio sollevato al cielo dal mito dei ragazzi su due ruote.
La Nuova 500 è stata presentata sul Po. Il nome più piccolo per il fiume più grande. La macchina più piccola per i progetti più ambiziosi. La sintesi di un contrasto, che indica un grande futuro per l’azienda un tempo piccola, nel panorama mondiale dell’auto e che, già oggi, vale più della somma di General Motors e di Ford.
Con effetto slow motion il “Cinquino” in 50 anni resta sempre e comunque la 500. Un nome che non sarebbe piaciuto a Massimo Troisi, la cui celeberrima raccomandazione indicava nei nomi brevi il segreto del buon carattere ed dell’agile prontezza. Sergio Marchionne vede la Nuova 500 come “l’iPod” di una Fiat intesa come la Apple dell’auto. Decisamente è sulla buona strada.
(gelormini@katamail.com)






Welfare Italia
15.07.2007 17:56

Redazione1
29.07.2007 14:17
Continuate,continuate di L.Boschi

CONTINUATE...CONTINUATE
Il Po che non arriva al mare e il film denuncia sulla carne!! Quando ho scritto l'articolo "L'aridità cambierà l'economia " la stampa e le Tv locali (Parma) si sono ben guardati dal pubblicarlo, dal promuovere un dibattito sul tema nella città. Così come non ho ricevuto risposte dall'Assessore Provinciale all'Ambiente Gian Carlo Castellani a cui avevo inviato una lettera: "Acqua che fare?" in cui ponevo una serie di domande e considerazioni; mi avrebbe fatto piacere conoscere la sua opinione in merito.
Comunque ora questi temi sono nelle sale cinematografiche e sulla stampa nazionale. Auguri!! Personalmente è dal 2002 che sollecito un confronto aperto su questi aspetti che ora divengono sempre più palesi e pressanti...ma è tabù nel Ducato!
Continuate invece a incentivare consapevolmente l'insostenibile economia di derivazione animale...è così che si costruisce una società responsabile! Continuate volutamente a tacere i problemi generati dalla nostra industria e di cui oggi è essa stessa vittima. Continuate a promuovere il futuro sulla violenza perpetrata all'etica della vita, all'ambiente, alla salute, all'economia, alle società più povere... continuate a dar valore all'economia di cadaveri e lager zootecnici... continuate in quest'opera educativa e informativa...continuate!
Che il risveglio sia solo possibile dopo la catastrofe? Saluti. (Parma, 15/07/2007)

Luigi Boschi

visita il blog: www.luigiboschi.it

Welfare Italia
29.07.2007 14:17

Redazione1
2.08.2007 18:50
Il festival dei cadaveri di Parma di L.Boschi

IL FESTIVAL DEI CADAVERI STAGIONATI DI PARMA
Decima edizione. Finestre aperte sui cadaveri tipici: i prosciuttifici si aprono ai visitatori

Eccoli tutti in concerto a presentare il loro Festival del Prosciutto di Parma, pezzi di cadavere macellati e messi a stagionare. C'erano tutti i rappresentanti politici, nella sala Savani della Provincia di Parma, i promotori della carneficina per l'assurdità alimentare: Sindaci, Assessore Regionale, Presidente Comunità montana, Direttore del Consorzio. Un festival che dal 1998 si tiene a Langhirano, con un intermezzo a Parma, in piazzale della Pace, nell'estate del 2003.
250.000 euro il budget stimato per l'iniziativa, con contributi per il 50% di risorse pubbliche. Poi si sa come vanno queste cose, la lievitazione non guasta...vedi appunto 2003. Una filiera che deve essere sostenuta!!

Splendidi paesi di collina, divenuti, in particolare Langhirano, grandi cimiteri industriali di cosce di maiali nazionali (quasi 10 mln) ed esteri (circa 20 mln). Sono lì, le cosce, in questi enormi mausolei dell'essiccazione per evitare la normale putrefazione di carni cadavere in attesa poi di essere vendute col nome prosciutto.
Dalle finestre aperte, sembra che in quei giorni, sorridenti maiali insieme ai loro carnefici e custodi cimiteriali invitino allo spettacolo: "Venite bambini, venite -fa un maialetto felice di farsi sgozzare, tagliare a pezzi-...venite ad assaggiarmi! Sono proprio bravi qui a Parma, ci trattan meglio da morti che da vivi. Essere macellati è un sollievo! Il sabato e la domenica però non si macella, altrimenti ve la farei vedere".

Oltre alla nefasta scelta etica e le negative conseguenze ambientali, salutistiche, sociali e economiche, i contenuti diseducativi del Festival sembrano essere completamente ignorati.
"No non c'è un problema etico! Quale problema ambientale? Perché diseconomico? Cosa centra la scarsità idrica? Cosa centra la fame nel mondo? Un prodotto salutistico! Siamo in linea con le direttive Europee! Il festival del Prosciutto deve diventare una iniziativa internazionale! E' un tassello importante per lo sviluppo dell'economia enogastronomica regionale". Ecco questo è ciò che balla per la mente dell'Assessore Regionale Raboni sollecitato sull'inopportunità di tal Festival. A lui si unisce il direttore del Consorzio: "Si è finalmente aperto il mercato cinese! L'affettato sta riscuotendo un grande successo sui mercati ed è in forte crescita!"

Mentre nel mondo si sviluppa l'economia della conoscenza qui nella Food Valley si foraggia con risorse pubbliche e si continua giornalmente a praticare l'economia del massacro di animali e loro derivati. I numeri della filiera sanguinaria del Consorzio Parma: 1.300 mln di euro il giro d'affari al consumo in Italia, 400 mln quello estero; 171 aziende produttrici, 5.386 allevamenti suinicoli; 139 macelli; 3000 addetti alla lavorazione.

E così con l'appoggio di tutta la classe politica e dirigente tra consumatori ignoranti, disinformati e menefreghisti Il Festival del disgusto andrà in onda il 1-2 Sttembre a Neviano degli Arduini e a Calestano; il 7-8-9 Settembre a Langhirano, Lesignano de'Bagni , Tizzano Val Parma; 15-16 Settembre a Collecchio, Felino, Sala Baganza; 22-23 Settembre a Parma.

J.M. Coetzee (Premio Nobel per la letteratura 2003): "Permettetemi di dire con franchezza una cosa: siamo circondati da un'impresa di degradazione, crudeltà e sterminio che può rivaleggiare con ciò di cui è stato capace il Terzo Reich, anzi, può farlo apparire poca cosa al confronto, poiché la nostra è un'impresa senza fine, capace di autorigenerazione, pronta a mettere incessantemente al mondo conigli, topi, polli e bestiame con il solo obiettivo di ammazzarli." ("La vita degli animali" - Adelphi 2003)
(Parma, 01/08/2007)

Luigi Boschi

visita il blog: www.luigiboschi.it
festivaldelprosciuttodiparma.com

Redazione1
9.09.2007 14:03
Belluno, gli arpioni della politica. di A.de Porti

GLI ARPIONI DELLA POLITICA, ANCHE A BELLUNO, SEGUONO IL PIU’ FORTE, ED I MASS-MEDIA FANNO IL LORO GIOCO
(Arnaldo De Porti)
Certe cose, come giornalista, non le dovrei dire in quanto sarebbe come mettersi di traverso alla categoria, peraltro costituita da persone colte ed intelligenti, fatte salve le eccezioni che peraltro esistono in ogni contesto professionale.

Ma il pretesto per fare questa affermazione mi viene giusto giusto da questo e cioè dalla constatazione che, sulla stampa, si parla solo di Walter Veltroni quale candidato alla segreteria nazionale del partito democratico, mentre degli altri (eccezion fatta per Rosy Bindi che, seppur in misura minore, ancora fa parte del potere forte), regna un silenzio tombale. Perché ? Forse perché, nel pensiero del grande apparato romano, frammentare democraticamente i candidati alla segreteria nazionale, potrebbe comportare l’assunzione di qualche rischio ?

Vi pare che non sia il caso di parlare anche di Enrico Letta, se non altro per la sua politica pulita, etica, giovane, ambientalista, innovativa ed europea, come sostengo – inascoltato – da tempo ?

E’ davvero grave che quasi tutti i mass-media oggi parlino dei più noti in quanto solo parlando di essi si fa notizia, senza rendersi conto - quando non lo fanno addirittura perché schierati a livello di redazione - di esercitare una funzione antidemocratica e servile ? Che alla fin fine si traduce in un male per il paese ? Altro che “cani da guardia della democrazia”, come dovrebbero essere oggi i giornalisti !

Proprio ieri, a questo proposito, ho ricevuto tre messaggi che riporto pari pari nel più rigoroso anonimato :



Il primo, da un referente di Letta: “Ma Letta non si vede mai, io non ho mai sentito un suo discorso in TV. Veltroni e la Bindi si vedono spesso, ma di Letta si sa poco o niente, perché i giornali non ne parlano ?”



Il secondo, addirittura da un comitato del Pd bellunese : “ad ogni buon conto, noi di etico ci troviamo ben poco dell'attuale processo di costituzione del pd calata dall'alto, ma manchiamo talmente di rappresentatività che ci tocca per forza trovare una qualsiasi soluzione, anche opportunistica, che ci consenta di portare persone della ns. idea nella costituente regionale “



Il terzo, da un noto sindaco della mia provincia : “… ho visto la tua scelta per Letta, mi sembra una buona cosa, rifiuto questo sgangherato centro-sinistra, mi sa che prima o poi ci ritroveremo nel Pd…”

Più eloquenti di così !



Non è uno sfogo il mio, ma un monito per tutti. A qualche settimana dalla costituzione del partito democratico per il quale, mi sia consentito, invito tutti a parlare democraticamente anche di Enrico Letta !

Arnaldo De Porti – Referente per Belluno di INNOVATORI EUROPEI a sostegno di Enrico Letta


Welfare Italia
9.09.2007 14:03

Redazione1
9.09.2007 14:09
La secolare storia Cgil di Pordenone

La secolare storia della Cgil nel Friuli Venezia Giulia in omaggio alle
biblioteche della provincia di Pordenone. In questi giorni la Camera del Lavoro
della Cgil di Pordenone sta completando l'invio alle biblioteche della provincia
dei due volumi del libro "La Cgil e il Friuli Venezia Giulia 1906-2006 - Il
rapporto tra territorio, società e movimento sindacale dagli inizi del Novecento
alla recente attualità", la ricerca promossa in occasione dei cento anni della
Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Il libro, curato da Gian Luigi
Bettoli e Sergio Zilli, viene consegnato gratuitamente dall'organizzazione
sindacale a tutte le biblioteche comunali ed a quelle delle scuole medie
superiori. Nel caso del capoluogo, il volume è già a disposizione anche nelle
biblioteche delle circoscrizioni.

La monumentale opera, articolata in due volumi e finanziata dall'Amministrazione
regionale del Friuli Venezia Giulia, costituisce una rilevante iniziativa
storica nell'ambito delle celebrazioni del centenario della più antica ed
importante organizzazione sindacale italiana.

I curatori Gian Luigi Bettoli e Sergio Zilli (cooperatore e collaboratore
dell'Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine
l'uno, docente di Geografia Storica all'Università di Trieste l'altro) hanno
inteso realizzare un'opera collettiva, ben amalgamando i contributi di affermati
esperti della materia e di giovani ricercatori. Un percorso che ha portato
all'unione delle conoscenze storiografiche acquisite con una nuova opera di
scavo, sia su materiale archivistico sia su testimonianze dei diretti protagonisti.

Oltre ai saggi di Zilli e Bettoli , il lavoro raccoglie i contributi di Alberto
Mauchigna, Gabriele Donato, Marco Puppini, Anna Di Giannantonio e Ariella
Verrocchio. Le vicende sindacali costituiscono nel testo la chiave di lettura
della storia nei vari territori che compongono la regione. Un'opera che è anche
un tassello significativo di quella storia delle classi subalterne che è ancora
oggi poco coltivata dagli studiosi e trascurata dal mondo delle istituzioni
culturali.

Il lavoro, promosso dalla Cgil regionale ha l'obiettivo di fornire un testo di
dignità scientifica alla numerosa platea delle migliaia di delegati di base
eletti nelle Rsu, per ricostruire il legame fra l'azione odierna del sindacato
con la storia delle idee, dei programmi, dell'operato delle generazioni precedenti.

Fabio Della Pietra

Redazione1
9.09.2007 14:39
Italiani con un po' di masochismo. di A.de Porti

ITALIANI MEA-CULPISTI CON UN PO’ DI MASOCHISMO… CHE FARE ? (Arnaldo De Porti)L’eccezione è d’obbligo, ma non troppo. Il popolo italiano, quanto a politica, non ha ancora imparato abbastanza in direzione del cambio degli eventi: infatti, anche ora, malgrado la grande potenzialità offerta dal costituendo Partito democratico, essi si mostrano assenti lasciando alla solita casta politica il quasi-diritto di fare tutto ciò che vuole in base al solito consolidato refrain: “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Per poi recitare il “mea-culpa”.

Eppure la storia di questo ultimi decenni ci ha insegnato che così il paese andrà sempre peggio, malgrado le immani risorse ed anche le buone recenti dosi di fortuna fiscale.

In pratica che succede ? Che i soliti noti si fanno eleggere, mentre chi non viene eletto vive in attesa della propria rivalsa utilizzando il tempo d’attesa denigrando l’avversario. Oggi ci sono le carte in regola per poter cambiare regole e classe dirigente. Ma così non si vuole dall’alto per cui, in silenzio, dietro alle quinte, i vecchi arpioni della politica trovano il modo di riciclarsi, qualche volta magari anche attraverso altri “ego”, dando così i natali ad una parvenza di volontà di cambiare che in effetti poi si traduce nel non cambiare nulla: dicevo l’altro ieri, durante un convegno, che si cambia solo il nome dello spartito musicale, in questo caso… del partito, lasciando immutati gli orchestrali, alias politici : come dire che allo “spartito-partito”, ad esempio, Nabucco di Verdi si attribuisce all’autore il nome di….Rossi, lasciando invariato il testo, “ Va’, pensiero, sull’ali dorate”, quando addirittura non lo si peggiora…

Ora, avanti tutta con Veltroni, dicono da Roma, in quanto – come da mail che ho ricevuto anche stamattina da una frangia politica del Cadore a seguito mia argomentazione precedente - leggo : ….” noi di etico ci troviamo ben poco dell'attuale processo di costituzione del pd calata dall'alto, ma manchiamo talmente di rappresentatività che ci tocca per forza trovare una qualsiasi soluzione, anche opportunistica, che ci consenta di portare persone della ns. idea nella costituente regionale “

Ed allora, perché gli Italiani non si muovono ? Mi sgolo da tempo dicendo che fra i tre papabili Veltroni-Bindi e Letta, c’è uno che non è figlio degli apparati romani, e cioè Letta, ma tutti stanno fermi.

La mia scelta per Enrico Letta, lo dico anche nella mia veste di Referente per Letta di Innovatori Europei per Belluno, si concretizza dalla convinzione che egli mi pare meglio attrezzato per parlare al Nord-Est, avendo saputo capirne ed interpretarne le esigenze e le ragioni di un disagio che va assolutamente affrontato con determinazione. Veltroni, di certo, non conosce i problemi del Cadore o del bellunese in generale: forse capirà più di mostre del cinema ed arte…ivi compresa quella della politica.

Non è uno sfogo il mio, ma un invito alla riflessione in quanto abbiamo le armi in mano per cambiare le cose in meglio (non quelle vere di Bossi, ma questa è una battuta finale che potrebbe avere proporre un …“memento homo”).

Suvvia, coraggio e azione !
Arnaldo De Porti – Referente per Belluno di INNOVATORI EUROPEI a sostegno di Enrico Letta.




Redazione1
23.09.2007 21:31
La metamorfosi di Visco ( A.V.Gelormini)

LA METAMORFOSI DI VISCO
di Antonio V. Gelormini
Vincenzo Visco non smette di sorprendere. Al vice ministro dell’Economia, con delega alle Finanze, a furia di mordere gli si sono arrotondati i denti. Gli si attenua il tasso di aggressività e diventa l’uomo dalle mille risorse.
A lungo nel mirino dell’opposizione, per le vicende del generale Speciale, il contestato Comandante della Guardia di Finanza, e sempre descritto come il famelico cacciatore degli evasori di tasse, oggi diventa il paladino degli sgravi fiscali su Irpef, prima casa, affitti e piccole attività commerciali.
Il ministro con la più tecnica delle attività di governo, si riappropria della capacità di un’azione politica tipica di un dicastero che ha la prerogativa di riuscire ad arrivare alle tasche dei cittadini italiani. E mentre Valentino Rossi, nel suo spot telefonico, si lamenta di essere passato dalle stelle alle stalle, Vincenzo Visco fa il percorso inverso e, dopo tante amarezze, quasi si vede assegnato il titolo di salvatore della patria.



A Bruxelles, all’ultima riunione dell’Ecofin, Tommaso Padoa Schioppa è riuscito ad evitare la stessa strigliata riservata alla Francia di Nicolas Sarkozy, anche grazie a un ulteriore surplus di entrate fiscali, che Visco è riuscito a mettere a disposizione delle risorse del Paese. Rendendo più credibile l’intero impianto strategico per il rientro nei parametri europei. Un nuovo tesoretto raccolto grazie alla maggiore coscienziosità dei contribuenti.



Un cambio di atteggiamento, che incrementa l’extragettito e crea le premesse, secondo Visco, per interventi di alleggerimento dell’imposizione fiscale. Padoa Schioppa frena. Gli impegni presi in Europa lo rendono più prudente e più attento a destinare buona parte di queste nuove risorse alla riduzione del debito pubblico. Si prevedono novità sul fronte dell’Ici sulla prima casa. E si raccomanda a Visco di non mollare la presa.
Dipende da lui, per quanto ora si sforzi di diventare farfalla, la crisalide è destinata a rimanere tale ancora a lungo. Per poter re-distribuire bisogna continuare a produrre risorse e portare la croce fino in fondo. Chiamarsi Visco e fare rima con il fisco sa troppo di condanna divina.
(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
23.09.2007 21:31

Redazione1
23.09.2007 22:25
Berlusconi si lamenta della RAI (A.De Porti)

SILVIO BERLUSCONI ORE 21.30 DI IERI 21.9.2007 SU CANALE ITALIA E POI SI LAMENTA DELLE NOMINE RAI
Spesso mi capita di ascoltare e vedere l’emittente TV CANALE ITALIA, anche perché mi piacciono alcuni dei suoi personaggi, in particolare Morini, Miliani e Versace anche se, a mio avviso, mi riferisco a quest’ultimo, questi spesso fa sfoggio di troppa cultura non dimenticando che il suo successo, sempre a mio avviso, gli è arrivato soprattutto dopo il grave episodio di violenza in diretta, tutto da dimenticare, fra il prof. Carlo Pelando e Adel Smith, presente l’ex Direttore del Gazzettino Bacialli.
Detto questo mi chiedo, con riferimento, alla trasmissione di cui a titolo, se non solo sia di buon gusto ma anche legalmente corretto, che il direttore della trasmissione abbia concesso ieri sera a Silvio Berlusconi di intervenire durante una festa da ballo e conviviale, per fare propaganda politica a favore di Forza Italia. Invito ad ascoltare la registrazione…
Ora se la campagna elettorale è già iniziata quattro anni prima della scadenza naturale del governo, posto che Prodi non cada prima, io penso che gli Italiani non ce la faranno ad arrivare… con questa nauseante, scorretta ed avvilente prospettiva, con la correità di emittenti televisive compiacenti...
D’accordo, non è tempo legale per gli effetti della par condicio, ma ciò che sta succedendo ora vanifica anche gli effetti della stessa par condicio. E Gentiloni dove sta ? E poi in Forza Italia si lamentano delle recenti nomine RAI quando loro utilizzano questi sistemi vili in quasi tutte le occasioni, anche di festa, come ci ha fatto vedere ieri sera Canale Italia ? ARNALDO DE PORTI
Feltre, sabato 22.9.2007

Redazione1
29.09.2007 18:56
Due semplici parole su E. Letta di A.De Porti

DUE SEMPLICI PAROLE SU ENRICO LETTA…di Arnaldo De Porti
Oggi è difficile parlar bene della politica. Essa non è più confronto di idee da cui, democraticamente, poi esce ciò che vuole il cittadino a seguito di un risultato elettorale che esprime una maggioranza ed una conseguente opposizione. Nei piccoli centri, come tanti di casa nostra, la politica è ridotta ad una rappresentazione teatrale, di qualità assai miseranda, ove il compito delle opposizioni è solo quello di dire il contrario di quanto dice chi ha vinto le elezioni. In poche parole, se la maggioranza ha detto sì, le minoranze devono dire no. Anche nel caso in cui un atto amministrativo possegga tutti i crismi della logica e della razionalità e fosse condiviso magari in toto da tutti gli amministrati, sia di destra che di sinistra. Questa è senz’altro una brutta cosa da cui non vedo, almeno a breve, una via d’uscita.
Nei grandi centri invece, pur esistendo anche qui il predetto fenomeno, si aggiunge qualcosa di diverso: la necessità di mantenere la cosiddetta “poltrona” con ricatti di ogni genere in senso alla stessa maggioranza di governo, circostanza questa che difficilmente, per ovvie ragioni, può avvenire nei piccoli contesti. Ciò che succede al governo, ne è la rappresentazione più esemplificativa.
Eppure, a questo punto, bisognerà pur trovare il bandolo della matassa per andarne fuori.
Io penso, anzi ne ho la certezza, che gli uomini della politica debbano essere scelti guardandoli in faccia, uno per uno, e non già su ordine delle segreterie dei partiti. Si faccia, per esempio, un excursus, facendo passare attraverso i nostri occhi – così come scorrono le notizie in TV o PC - le varie facce dei nostri politici: io penso che ce ne sarebbe da dire per quasi tutti, fatte salve le solite eccezioni che pur ci sono, seppure da contare sulle dita di… alcune mani, tanto per essere generosi.
Perché tutto questo lungo preambolo ? Per arrivare ad Enrico Letta. Sì a lui.
Guardate la faccia di questo personaggio della politica: sfido chiunque a dimostrarmi che essa non è pulita e che, dal suo parlare, non si recepisca tanta e tanta sincerità, oltre che a tanta professionalità non avulsa dal trasparente desiderio di essere utile agli Italiani.
Questa osservazione non vuol essere propaganda politica per il nuovo Pd, ma semplicemente un suggerimento agli Italiani affinché scelgano secondo questo metro. Si potrà anche incorrere in qualche errore in quanto ci sono anche i “visi d’angelo” che sotto finte spoglie sono dei Luciferi, ma sicuramente, pur dando per scontato qualche errore, le scelte pulite ed oneste prevarranno, come per Enrico Letta a cui deve andare il nostro totale sostegno.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
29.09.2007 19:00
Nuove Frontiere riparte

Nuove Frontiere riparte da dove ha lasciato:
da mesi porta avanti una petizione volta a combattere l'evasione scolastica, soprattutto da parte di minori extra-comunitari (almeno per quanto concerne la realtà di Roma e provincia), sia la chiave di volta per avere non solo un futuro, ma già un presente migliore in grado di riaprire gli animi alla speranza di un domani diverso.
Per questo la petizione chiede al Parlamento italiano che proceda al più presto ad una riforma dell' art 731 c.p. e predisponga un adeguato assetto legislativo con strumenti che possano realmente incidere, sulla base dei seguenti indirizzi:
1) la tutela della libertà individuale del minore e dei suoi relativi diritti;
2) l'irrogazione sia di pene pecuniarie che detentive;
3) l'abrogazione dall'art 731 c.p. dell'inciso "giusti motivi";
4) l'introduzione nell'art su citato della pena accessoria ex art 34 c.p. ovvero la sospensione della patria genitoriale ( in quanto il genitore che non vigila o non manda il minore a scuola, viola i doveri previsti dalla Costituzione agli articoli 2 e 30, doveri ribaditi anche dall'art 147 c.c., e crea un grave pregiudizio al minore);
5) predisposizione delle misure di assistenza alle famiglie per adempiere a questo primario dovere non solo familiare, ma sociale.
Centinaia le firme e fra i firmatari: la Vice Presidente della Camera, on.le Giogia Meloni e l'on.le Gianni Alemanno. La petizione è sottoscrivibile all'indirizzo www.nuovefrontiere.net .
Detto questo, Nuove Frontiere parteciperà con una propria delegazione alla Marcia della Pace Perugia-Assisi che si svolgerà domenica 7 ottobre e invita a parteciparvi tutti coloro che vogliono seriamente lavorare ad una cultura di pace e sviluppo.
Ci sono tanti modi per partecipare alla Marcia. Fare a piedi tutto il percorso da Perugia ad Assisi non è l’unica possibilità. Si può fare a piedi solo il percorso da Santa Maria degli Angeli alla Rocca di Assisi, o aspettare l’arrivo della Marcia sul prato della Rocca di Assisi dove si svolgerà la manifestazione conclusiva come farà l'onlus romana.
Nuove Frontiere sarà presente anche per consentire a quanti ritengano che ai minori vadano garantiti il diritto all’istruzione e la salvaguardia da tutte le forme di discriminazione, sfruttamento e microcriminalità di sottoscrivere la petizione polare che ha lanciato nel febbraio scorso e che sta ottenendo sempre più adesioni.
Gabriele Felice

fonte: www.nuovefrontiere.net - info@nuovefrontiere.net

Redazione1
29.09.2007 19:05
Da Ivrea al mercato globale

Da Ivrea al mercato globale: l’esperienza di Adriano Olivetti
‘La grande impresa nel Mondo’
Torino, 28 settembre - “Nel lavoro intelligente e scrupoloso dei nostri ottocento operai, nello studio metodico
ed incessante dei nostri quindici ingegneri è la certezza di progresso che ci anima. La lealtà dei nostri
lavoratori è il nostro attivo più alto”. Con queste parole, nel 1933, Adriano Olivetti dedicava ai suoi lavoratori
il volume pubblicato in occasione dei 25 anni della fabbrica di Ivrea. Una frase che racchiude alcuni termini
(intelligenza, progresso, lealtà) attorno a cui si è sviluppata la storia stessa dell’azienda. Su questi principi,
infatti, Adriano Olivetti ha improntato le sue fabbriche, dalle fondamenta alla gestione:dall’accurata e
avveniristica progettazione dei luoghi dove avveniva la produzione, alla relazione con il territorio in cui si
andavano ad insediare. L’Associazione Communitas 2002, che ha già affrontato, nelle sedi di Napoli ed Ivrea
le tematiche olivettiane dell’industrializzazione del Mezzogiorno e della sfida dell’innovazione, ha riunito
oggi, a Palazzo Lascaris a Torino, rappresentanti del mondo imprenditoriale e delle istituzioni, studiosi e
manager per discutere del tema della ‘Grande Impresa nel Mondo’. Al centro degli interventi, lo sviluppo
internazionale della Olivetti, prima azienda a ‘dimensione globale’ in Italia. L’appuntamento di Torino è il
terzo organizzato da Communitas 2002 nell’ambito del ciclo ‘La Realtà dell’Utopia’, che proseguirà a Milano
(sulle forme della comunicazione e della cultura proprie della Olivetti) per concludersi a Roma, con un
dibattito su impresa e politica. Al convegno sono intervenuti, Nerio Nesi, Giuseppe Berta, Gianluigi Gabetti e
Giuseppe Rao.
“[...] Io voglio che lei capisca il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il
mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri”. Così il Sindaco di Torino,
Sergio Chiamparino, intervenendo al convegno, cita le parole che Adriano Olivetti ripeteva a Furio Colombo
negli anni in cui la sua azienda era già un colosso internazionale. “A testimonianza – ricorda il Sindaco - del
suo straordinario senso della comunità che unito al suo talento imprenditoriale ne fa, ancora oggi, un modello
per molti”. ”Più che mai utile dunque – ha commentato Chiamparino - la volontà di Communitas 2002 di
divulgare il pensiero di un uomo che oltre ad essere innovatore, riuscì a produrre benessere e a inverare
l’ideale del lavoro come elemento etico.
”Questo convegno dedicato a ‘La grande impresa nel mondo’ fa parte di un interessante
progetto che intende rilanciare, soprattutto fra le nuove generazioni, la figura e il pensiero di Adriano
Olivetti”. Lo ha dichiarato nel suo intervento, Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte. “Uno
dei suoi obiettivi principali – ha ricordato Bresso - era quello di avvicinare le istituzioni e la politica ai
cittadini: un ideale sempre attuale, più che mai in quest’ultimo periodo, in cui crediamo e che sosteniamo con
convinzione, anche con questa iniziativa”.
“Nel momento in cui una grande industria torinese parla di Responsabilità Sociale dell’Impresa, come
differenza tra l’impresa europea e quella americana, apre asili nido ed altri supporti sociali per i dipendenti,
riteniamo che il nostro lavoro di rivitalizzazione dell’Utopia Olivettiana abbia avuto un grande senso sociale
inserito nell’attualità” ha commentato Simona Giovannozzi, Coordinatrice Nazionale di Communitas 2002.

fonte: Communitas 2002

Redazione1
29.09.2007 19:08
Israele, i fatti dimenticati del 1967 di G.Chiari

La tentazione semplicistica è di lanciare queste accuse come "chi versa il sangue di donne e bambini non è giustificato". Il vero problema è che si tende a dimenticare sempre che anche dal lato palestinese, specificatamente dalla striscia di Gaza controllata da Hamas, si versa sangue di donne e bambini con il quotidiano lancio di razzi. Ora,premettendo che il continuo spargimento di sangue sia da fermare, bisogna mettere sul piatto della bilancia l'atteggiamento israeliano che opera solo in risposta ad attacchi sul suo territorio,e l'atteggiamento di Hamas che lancia razzi in una strategia della tensione molto evidente. Giancarlo, sapevi che i razzi sono lanciati sui valichi della Striscia con l'obiettivo di provocarne la chiusura e far cadere la popolazione in uno stato di ancora maggiore indigenza, dato che, se non lo sapessi, Israele provvede giornalmente con tonnellate di aiuti umanitari in un territorio che risponde con lanci di razzi. Sapevi che gli accordi di Camp David furono rifiutati da Arafat che lanciò l'Intifada?
Ora l'obbiettivo è sicuramente arrivare a definire nuovi accordi di pace con la ANP di Abbas, ma ciò non toglie che, se da un territorio arrivano quotidianamente attacchi, dopo che dal territorio ci fu persino il ritiro unilaterale israeliano, uno Stato sovrano abbia il diritto di difendere la sua popolazione rispondendo a questi attacchi nei punti dove i razzi vengono lanciati, sono attacchi mirati, non sono lanciati sui civili a caso. Prova a trasporre la situazione in Italia. Non risponderemmo forse se lanciassero 5 razzi al giorno sul territorio italiano?
Nessuna ragione, nè di stato nè della storia giustifica chi versa il sangue di donne e bambini: la scelta di un paese che si dichiara cristiano è nel vangelo e se le radici dell'Europa son o realmente cristiane il conflitto armato in Israele è in ogni caso inaccettabile
giancarlo chiari

Redazione1
29.09.2007 19:12
Alcuni cenni alla storia di Israele

Innanzitutto, il popolamento da parte ebraica del territorio in questione non fu un invasione ma un acquisto di territori che cominciò in modo massiccio già dalla fine dell'800. Ma il vero nodo della questione è il provvedimento delle Nazioni Unite del 1947 che diede l'avvio allo Stato Israeliano. Nessuno a quei tempi si definiva palestinese, e quei territori, prima turchi poi sotto controllo inglese, vennero smembrati dagli inglesi per l'80% nella Giordania,e l'ONU, nel 1947, decise che il rimanente 20% venisse diviso in due stati, uno per gli arabi e uno per gli ebrei che già risiedevano in quei luoghi.
Allo scoccare del momento in cui il provvedimento diveniva realtà nel 1948, non ci furono "guerre con i palestinesi", come tu erratamente affermi, e non vennero neanche espulsi arabi, ma gli eserciti di Libano, Siria, Giordania, Iraq ed Egitto attaccarono lo Stato Israeliano per conquistarne il territorio e anneterselo. Gli arabi che erano nello Stato Israeliano non furono scacciati dagli ebrei ma, non ascoltando gli appelli a rimanere degli ebrei, fuggirono dalla loro terra spinti dai leader arabi. Se gli ebrei scacciarono gli arabi, come ti spieghi che in Israele viva un milione di arabi, con gli stessi diritti di un cittadino ebreo, rappresentanti persino nel parlamento con loro deputati regolarmente eletti? Questi arabi israeliani sono gli uomini che non ascoltarono gli appelli arabi. Qualche prova.
Il quotidiano del Cairo AKHBAR EL-YOM, il 12 Ottobre 1963 ricordava: "Venne il 15 Maggio 1948… quello stesso giorno il Mùfti (leader religioso Islamico) di Gerusalemme fece appello agli Arabi di Palestina affinchè abbandonassero il Paese, in quanto gli eserciti Arabi stavano per entrare al loro posto…"
Il 6 Settembre 1948, il "Beirut Telegraph" intervistava Emile Ghoury, segretario del Supremo Comitato Arabo: "Se esistono questi profughi, è conseguenza diretta dell' azione degli Stati Arabi contro la partizione, e contro lo stato Ebràico".
Il 19 Febbrajo 1949, il quotidiano Giordano FALASTIN scriveva. " Gli Stati Arabi che avevano incoraggiato gli Arabi di Palestina a lasciare le proprie case temporaneamente per essere fuori tiro degli eserciti d' invasione Arabi, non hanno mantenuta la promessa di ajutare questi profughi….".
Da un rapporto della Polizia Britannica al Quartier Generale di Gerusalemme il 26 Aprile 1948:
"Ogni sforzo è compiuto da parte degli Ebrei per convincere a popolazione Araba a rimanere, e a condurre insieme a loro una vita normale….."
A Haifa il 27 Aprile 1948 il Comitato Nazionale Arabo rifiutò di firmare una tregua, comunicando ai governi della Lega Araba: "Quando la delegazione entrò nella sala delle riunioni, rifiutò con fierezza di firmare la tregua, e chiese che si facilitassero l' evacuazione della popolazione Araba, e il suo trasferimento nei Paesi Arabi circosrtanti…. Le augtorità militari e civili e i vari esponenti degli Ebrei espressero il loro profondo rincrescimento. Il Sindaco di Haifa, Shabtai Levi, aggiornò l' incontro con un appello alla popolazione Araba affinchè riconsiderasse la sua decisione…."
MANIFESTO IN ARABO E IN EBRAICO AFFISSO IL 28 APRILE 1948 dal Consiglio Ebraico dei Lavoratori di Haifa, rivolto ai cittadini Arabi, ai lavoratori, alle autorità:
Da tanti anni viviamo insieme nella nostra città, Haifa. In sicurezza, e in fratellanza e comprensio ne reciproche. Grazie a ciò, la nostra città è fiorita, e si è sviluppata per il bene dei residenti, sia Arabi, sia Ebrei. Così Haifa è stata di esempio per altre città della Palestina. Elementi ostili non sono riusciti a adeguarsi a questa situazione, e hanno dato origine a scontri, minando le relazioni fra voi e noi. Ma la mano della Giustizia è più forte. La nostra città ora è sgombra di questi elementi, che sono fuggiti temendo per la propria vita. Così, una volta di più, l' ordine e la sicurezza hanno il sopravvento nella città. La strada è aperta per la ripresa della cooperazione e della fratellanza fra i lavoratori, Ebrei e Arabi.
A questo punto riteniamo necessario chiarire nei termini più franchi: siamo persone amanti della Pace ! Non c' è ragione per la paura che altri cercano d' instillare in voi. Non c'è odio nei nostri cuori, né astio nel nostro atteggiamento verso cittadini amanti della Pace che, come noi, sono impegnati nel lavoro, e nello sforzo di creare.
Non temete! Non distruggete le vostre case con le vostre stesse mani ! Non troncate le vostre fonti di vita. Non attirate su di vioi, con le vostre mani, la tragedia, mediante un' evacuazione non necessaria, e fardelli da voi stessi creati. Trasferendovi, sarete sopraffatti dalla povertà, e dall' umiliazione. Ma in questa città, vostra e nostra, Haifa, le porte sono aperte alla vita, al lavoro, alla Pace,per voi e per le vostre famiglie.
CITTADINI GIUSTI E AMANTI DELLA PACE
Il Consiglo dei Lavoratori di Haifa, e la Confederazione del Lavoro, la Histadrùth, vi consigliano, per il vostro bene, di restare nella città, e di tornare al vostro lavoro normale. Siamo pronti a venire in vostro ajuto, a ristabilire condizioni normali, a assistervi nell' approvvigionamento di cibo, e a aprire possibilità di lavoro.
LAVORATORI: LA CITTA' CHE ABBIAMO IN COMUNE, HAIFA, FA APPELLO A VOI AFFINCHE' VI UNIATE NELLA SUA COSTRUZIONE, NEL SUO PROGRESSO, NEL SUO SVILUPPO; NON TRADITE LA VOSTRA CITTA', E NON TRADITE VOI STESSI. SEGUITE IL VOSTRO INTERESSE, E SEGUITE LA STRADA GIUSTA !
La Federazione Ebràica del Lavoro in Palestina
IL CONSIGLIO DEI LAVORATORI DI HAIFA

E gli arabi che fuggirono? Vennero sistemati nei campi profughi di Gaza, fino al 1967 sotto controllo egiziano, e in Cisgiordania, fino al 1967 sotto controllo giordano. Quindi gli israeliani non hanno rinchiuso nessuno in campi profughi, ma sono stati sistemati lì dai leader arabi dopo che i loro appelli li avevano spinti a lasciare le loro case. Gli arabi israeliani invece vivono con gli stessi diritti degli ebrei.

Un'altro argomento:
Non fu Sharon a dare inizio all' Intifada come tu affermi ma Arafat, e per questo ti segnalo un'intervista illuminante:
Da un'intervista a Dennis Ross, Fox News Sunday, 21/04/02
Dennis Ross e' stato l'inviato speciale americano per il Medio Oriente fino agli ultimi giorni dell'amministrazione Clinton e in questa veste segui' tutti i negoziati, sia quelli pubblici a Camp David nel luglio 2000, sia quelli riservati che si tennero nei mesi successivi fino al gennaio 2001. In una recente intervista a Fox News Sunday, Dennis Ross ha ripercorso i negoziati che ruotarono attorno alla proposta Clinton del dicembre 2000, offrendo una testimonianza di prima mano su come si comportarono le parti e in particolar modo Arafat .

Dennis Ross: "Ricapitoliamo la sequenza degli avvenimenti per mettere le cose nel giusto conteso. A Camp David nel luglio 2000 noi americani non presentammo un piano complessivo. Mettemmo sul tavolo delle idee relative ai confini e alla questione di Gerusalemme. Arafat non fu in grado di accettare nessuna di queste idee. Per la verita', nel corso di quei quindici giorni di negoziati Arafat non presento' una sola idea alternativa. Ne presentarono alcune i suoi negoziatori, ma lui no. L'unica cosa che Arafat seppe dire a Camp David fu che non e' mi esistito il Tempio ebraico a Gerusalemme. In pratica negava il cuore stesso della fede ebraica.

Dopo il vertice, Arafat ci chiamo' subito per dirci: "Dobbiamo fare un altro vertice". Al che noi rispondemmo: "Abbiamo appena giocato le nostre carte e ci hai risposto con un no. Bisogna che ti preparai a fare un accordo prima di ripetere qualcosa del genere".

Allora Arafat accetto' che venisse aperto un canale riservato fra i suoi e gli israeliani. Ci furono delle riunioni, a cui partecipai anch'io dalla fine di agosto 2000. Le discussioni furono serie e noi eravamo pronti a presentare le nostre proposte per la fine di settembre. Proprio in quel momento scoppio' l'intifada. Arafat sapeva che eravamo pronti a presentare le nostre proposte, e i suoi gli dicevano che le nostre proposte sembravano buone. Noi gli chiedemmo di intervenire per garantire che non scoppiassero violenze il giorno dopo la visita di Sharon [alla spianata del Tempio]. Arafat disse che l'avrebbe fatto, ma poi non mosse un dito.

Ai primi di dicembre [2000], attraverso i canali riservati entrambe le parti ci chiesero di nuovo di presentare le nostre proposte, di presentare un vero e proprio piano. Il 23 dicembre il presidente Clinton presento' il nostro piano, che in sostanza diceva questo. Sui confini: annessione a Israele di un 5% della Cisgiordania e passaggio di un 2% di territorio israeliano ai palestinesi, per cui in totale i palestinesi avrebbero ricevuto il 97% del territorio. Gli israeliani sarebbero usciti completamente da Gaza. E' falso affermare che in Cisgiordania lo stato palestinese sarebbe risultato diviso in parti: vi sarebbe stata continuita' territoriale. E vi sarebbe stato anche un collegamento diretto fra Gaza e Cisgiordania con un'autostrada e una ferrovia sopraelevate, tali da garantire non solo un passaggio "sicuro" [come previsto dagli accordi di Oslo], ma un vero e proprio passaggio libero.

Su Gerusalemme: i quartieri arabi della parte est sarebbero diventati capitale dello stato palestinese.

Sui profughi: vi sarebbe stato diritto al rientro dei profughi nello stato palestinese, non all'interno di Israele. Inoltre sarebbe stato creato un fondo di 30 miliardi di dollari raccolti a livello internazionale per compensazioni e interventi di rimpatrio, reinserimento e riabilitazione dei profughi.

Sulla sicurezza: vi sarebbe stata una presenza internazionale nella Valle del Giordano al posto delle forze israeliane. Il piano non era scritto, ma noi lo enunciammo alle parti come se lo dettassimo, accertandoci che ne prendessero nota accuratamente. Non lo mettemmo per scritto perche', come spiegammo a palestinesi e israeliani, questo era il massimo del nostro sforzo possibile: se non lo avessero accettato, lo avremmo ritirato punto e basta. Volevamo che fosse ben chiaro che non si trattava di una base per ulteriori trattative: si trattava di un piano definitivo. Un piano di proposte complessivo, senza precedenti ed estremamente avanzato. Il massimo che le due parti potevano sforzarsi di accettare, in base al giudizio che ci eravamo fatti dopo migliaia di ore di colloqui e discussioni con ciascuna delle due parti.

[Il governo israeliano accetto' la proposta Clinton il 27 dicembre 2000 "a condizione che la accettino anche i palestinesi"].

I palestinesi ancora oggi sostengono che Arafat accetto' la proposta. In realta' Arafat venne alla Casa Bianca il 2 gennaio 2001 e si incontro' con il presidente Clinton nello Studio Ovale. Ero presente all'incontro. Arafat disse: "si', ma?" e aggiunse una serie di obiezioni che in pratica significavano il rifiuto di ogni singola cosa che avrebbe dovuto accettare. Doveva accettare che a Gerusalemme vi fosse una sovranita' israeliana sul Muro Occidentale che coprisse i luoghi di importanza religiosa per gli ebrei e la rifiuto'. Rifiuto' la proposta sui profughi. Disse che occorreva una formula completamente diversa, come se la nostra proposta non esistesse nemmeno. Rifiuto' le idee fondamentali sulla sicurezza. Praticamente respinse tutte le cose che gli avevamo chiesto di accettare.

Ancora oggi i palestinesi non hanno detto alla loro gente in cosa consisteva davvero quel piano. Sono certo che i negoziatori di Arafat avevano capito che il nostro piano era il massimo che potessero mai ottenere. E volevano che Arafat accettasse. Ma Arafat non era disposto ad accettare.

Perche'? Io credo che fondamentalmente Arafat non possa porre fine al conflitto. C'era una clausola decisiva, nell'accordo da noi proposto.

E la clausola era che l'accordo avrebbe posto fine al conflitto. Arafat ha passato tutta la vita a lottare per la causa. Quello che ha fatto come leader dei palestinesi e' stato lasciarsi sempre aperte delle opzioni, non mettere mai la parola fine. Qui gli veniva chiesto di porre la parola fine. Per Arafat, porre fine al conflitto con Israele significa porre fine a se stesso.

Nel frattempo era scoppiata l'intifada. Puo' darsi che abbia pensato di poter ottenere di piu' con la violenza. Senza dubbio pensava che le violenze avrebbero messo sotto pressione gli israeliani e noi, e forse il resto del mondo.

E poi c'e' un altro fattore. Non bisogna dimenticare che Ehud Barak era riuscito a riposizionare Israele a livello internazionale: Israele era visto come la parte che aveva dimostrato oltre ogni dubbio di volere la pace, e se la pace non era raggiungibile era a causa del rifiuto di Arafat. Arafat aveva bisogno di ristabilire l'immagine dei palestinesi come vittime. Purtroppo vittime lo sono davvero, e ora si vede quanto.".

Fox News Sunday, 21.04.02. Traduzione in italiano a cura di NES, Notiziario di Informazione dell'Associazione Notizie e stampa

numero 5 anno 14 - maggio 2002

Redazione1
29.09.2007 19:15
L'Ultimo Scoop di Kenjii Nagai di A.V.Gelormini

L’ULTIMO SCOOP DI KENJI NAGAI
di Antonio V. Gelormini
Ha fotografato la morte. Il suo slancio eroico è tutto racchiuso in quell’ultimo scatto, nella più scomoda delle posizioni, vittima inerme della violenza dei generali birmani. L’ha incontrata in una strada di Rangoon, aveva una divisa verde militare, il gelido bruciore di una scarica di mitra e, scoop nello scoop, calzava un paio di infradito.
Nessun flash per cercare di abbagliare lo sguardo freddo dell’esecutore, ma la sua raffica di scatti è stato l’ultimo e moderno grido di un patriottismo senza confini. Il gesto impavido di un autentico samurai del reportage di guerra. Kenji Nagai, insieme alla schiera di monaci dal “sanghati” color zafferano, diventerà l’icona indelebile di questa drammatica pagina di storia orientale e il simbolo devastante di una caparbia vocazione, a quella che Alessandro Piperno ha definito: “la religione della libertà”.
Quello scatto fatale, al tempo stesso, diventa un appello al mondo intero, per sostenere l’impari guerra di chi si ostina a combattere, con le armi della non violenza e della dignità, gli abusi della dittatura di una giunta militare, come quella birmana, o le ipocrisie di vicini asiatici in affari come India, Cina e Russia. Un appello soprattutto a quell’Occidente, fortemente smarrito e armato solo della retina di una reflex e di uno zoom non sufficientemente potente.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
13.10.2007 16:04
Le cambiali di Veltroni di A.V.Gelormini

LE CAMBIALI DI VELTRONI di Antonio V. Gelormini
Il re, come è stato più volte detto in questa campagna per le primarie del Partito Democratico, sarà ben presto incoronato. Una regia, non sappiamo quanto attenta, ha voluto che il cerchio si chiudesse ancora a Torino, là dove era cominciata l’ascesa (o la scesa) verso la Segreteria nazionale del partito nuovo, questa volta nella cornice civettosamente consona della splendida reggia sabauda di Venaria Reale.



La sua è sembrata una corsa in solitario, avendo staccato gli avversari già in partenza. E la fuga da ogni confronto diretto con loro ne ha accentuato l’isolamento, spostando l’asse della discussione dalla forma partito immaginata a una sostanziale ipotesi di programma di governo.



Sin dall’inizio l’ecumenismo cardinalizio di Walter Veltroni ha potuto contare, in sostanza, su una sorta di rete di protezione, costituita dall’atteggiamento da “patto di non aggressione” messo in atto dal suo partito.



Digerito con qualche difficoltà il discorso del Lingotto, l’input arrivato dalla dirigenza Ds è stato univoco: tutti allineati e coperti dietro l’unica candidatura del Sindaco di Roma. Consenso tacito anche dalla cresta di petali della Margherita, che facendo buon viso a cattivo gioco, ha preferito concentrarsi sul puzzle strategico delle competenze sulle segreterie regionali del partito nuovo.



Uno dopo l’altro sono arrivati lo stop a Pierluigi Bersani, la poca o nulla visibilità per donne pur in predicato di essere delle outsider, come Anna Finocchiaro o Giovanna Melandri, e il diktat al ritiro anche per candidature più originali e modeste, come quelle a suo tempo annunciate da Furio Colombo per la segreteria nazionale o da Poalo Corsini per quella regionale delle Lombardia.



C’è stata un’enorme apertura di credito politico organizzativo, di cui Veltroni non potrà non tener conto. Una cambiale con troppi avalli, che ben presto sarà presentata all’incasso. Anche per questo va dato atto e riconosciuto il merito delle candidature di Rosy Bindi e di Enrico Letta, sul piano nazionale, così come a quella di Riccardo Sarfatti in Lombardia, per la Segreteria regionale, di avere sparigliato i giochi. E di aver dato alle primarie vivacità competitiva e ricchezza di contenuti. Allargando, in tal modo e per fortuna, il ventaglio delle opportunità ai tanti che fino ad oggi erano rimasti lontano o esclusi dalla vita politica e dai suoi diversi livelli di partecipazione.
(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
13.10.2007 16:04

Redazione1
1.11.2007 11:29
Bazoli, utili col no profit di A.V.Gelormini

BAZOLI, UTILI COL NON PROFIT
di Antonio V. Gelormini
Giovanni Bazoli razzola bene e mette in pratica le sue prediche sul sostegno all’impresa sociale e sull’attenzione al mondo del non profit per il quale, secondo i vecchi parametri bancari, era quasi impossibile l’accesso al credito.

Si chiama Banca Prossima, è il nuovo istituto di credito dedicato interamente al cosiddetto terzo settore, nasce come costola del Gruppo Intesa Sanpaolo e, coi suoi 120 milioni di euro di capitale iniziale, supporterà concretamente lo sviluppo dell’azione di intervento delle Fondazioni bancarie, verso il variegato ed attivissimo mondo del sociale.



Allontanando, quasi con ripugnanza, l’amaro calice delle misere beghe quotidiane legate alle nomine della futura governance di Telecom o a quelle del riassetto per il controllo di Generali, il cattolico e ulivista banchiere di Brescia volge lo sguardo verso quei 50 mila enti non profit, già clienti di Intesa Sanpaolo, e individua un nuovo modo di trarre profitto. In questo caso, creando valore sociale e favorendo col credito il meglio delle iniziative, senza fine di lucro, al centro della più viva e generosa azione del mondo laico e religioso.



Un modo abbastanza innovativo di conciliare “l’utile al dilettevole”, inteso come attenzione doverosa e gratificante verso quelli che potremmo definire i deboli del credito. Perché, come ha sottolineato lo stesso Bazoli: “C’è una sproporzione tra la raccolta bancaria dal non profit e gli impieghi verso il settore”.



Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quando il denaro era considerato lo sterco del diavolo. Lo testimonia l’accordo ad ampio spettro, che vede concordi con Giovanni Bazoli l’intero vertice di Intesa Sanpaolo, Enrico Salza, Corrado Passera e Pietro Modiano, il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guazzetti e il nuovo amministratore delegato di Banca Prossima, Marco Morganti, nell’annunciare che gli utili dei primi dieci anni saranno reinvestiti nel patrimonio e in un fondo per lo sviluppo dell’impresa sociale.



Non è dato sapere se l’iniziativa varrà al guadagno di un posto in Paradiso, certamente servirà per acquisire almeno un congruo numero di indulgenze e di infiniti apprezzamenti di parte di tanti “zucchetti” color porpora.(gelormini@katamail.com)



Redazione1
1.11.2007 12:45
Alternanza di A.De Porti

MEGLIO MAGGIORITARIO O PROPORZIONALE ? NON DIPENDE DAL SISTEMA, MA DALLA TESTA DEL POPOLO ITALIANO, PERCHE’ ALTRIMENTI, ANZICHE’ LA POLITICA DELL’ALTERNANZA, SI METTE IN ATTO L’ALTERNANZA DEL SOLO SISTEMA …

Già lo si sapeva, ancor prima del famoso referendum “prova”, che gli Italiani non sono certo un popolo a vocazione maggioritaria; se allora vinse il sì per dare vita a due poli contrapposti, lo si deve alle stesse ragioni per le quali, anche oggi, con il sistema maggioritario, alcuni continuano come prima ad andare “per conto loro” all’interno delle specifiche coalizioni: la constatazione di questo andazzo in ordine sparso come le pecore (anzi queste ultime sono sempre unite nel gregge) è infatti agli occhi di tutti.

Pur tenendo conto che coloro che anche oggi determinano problemi seri all’attuale governo non hanno sempre torto, andrebbe anche detto che taluni di questi, le giocano tutte pur di restare in sella, giostrando sull’unità di misura della ragione che, soprattutto in politica, può avere un grosso indice di estensione, come quando ci si aggrappa pretestualmente a quel sofismo demagogico che, come si sa, presenta la ragione con diverse sfaccettature a seconda da dove la si osservi, ma soprattutto in funzione di dove si vuol arrivare… Ma qui si entra in campo filosofico e si corre il rischio di aggiungere confusione a confusione. Mastella, Di Pietro, sinistra radicale ed altro ne sono gli ultimi esempi.



Trovo davvero triste il dover fare certe affermazioni nel 2000 corrente, ma ho sentore che almeno la metà degli Italiani non sanno ancora cosa significhi esattamente maggioritario o proporzionale, specie nella nostra provincia montana, addirittura scavalcata in questo contesto dal sud d’Italia ove, sembra proprio così, la politica purtroppo sembra svolgere altri compiti rispetto allo spirito che le si dovrebbe: al sud infatti, i professionisti della politica (e lo sono quasi tutti anche senza aver fatto le scuole alte, ferme restando le eccezioni che pur esistono) sanno dove vogliono arrivare più o meno …lecitamente, mentre al nord sembra prevalere l’immobilismo… (Pd docet!). Ma è meglio sorvolare su questa specie di campo minato in quanto la politica dovrebbe unire e non dividere, attraverso il connotato dello spirito di comune servizio, frase ormai che – ahimè - ha acquisito il senso della mera retorica.



Partendo da questo preambolo, che senso avrebbe riproporre il proporzionale al popolo Italiano (su cui io sarei d’accordo e su cui anche il neo Segreterio nazionale Veltroni non pare sordo), se poi, quando si va a votare, tanto per dirla in modo brutale, non si conosce bene la differenza fra i due sistemi ?



Certamente, il sistema proporzionale, sarebbe più democratico rispetto al maggioritario in quanto prevede il rispetto di tutti, ma se all’eventuale cambio di sistema, non si pone uno sbarramento intorno al 5 %, succederebbero le stesse cose che ora stanno succedendo per il maggioritario che, diciamocelo, non funziona affatto e non ha mai funzionato in Italia, sin da quando è stato voluto dal popolo italiano con tanto di referendum, mi pare nel ’93, con 29 milioni di voti a favore.

Quella volta si è andati al voto (anche allora molto a digiuno di cultura politica rispetto a quanto si andava a fare) perché si sperava che cambiasse qualcosa, eliminando partiti e partitini che, invece, all’Italiana, sono cresciuti come i funghi, ottenendo così il risultato diametralmente opposto !



Ecco perché ho delle perplessità sul cambio del sistema, pur essendo un proporzionalista puro da sempre. A meno che, senza che io me ne sia… accorto (ma questa è una battuta), gli Italiani nel frattempo non siano politicamente maturati.

In caso contrario, purtroppo, anziché la politica dell’alternanza come prevede la democrazia si rimetterebbe in atto l’alternanza del sistema. Come dire: cambiamo il nome dell’orchestra lasciando dentro gli stessi suonatori. O meglio, sarebbe come suonare la stessa musica con uno strumento diverso.



E questa triste eventualità non costituirebbe tanto un’ espressione di un certo masochismo politico, quanto di ignoranza politica. Se non addirittura tutte e due insieme.
E così l’ho detta tutta e per…intero. Scusandomi con chi potrebbe essersi offeso.
ARNALDO DE PORTI





Redazione1
1.11.2007 18:23
Valsusa Filmfest, bando entro gennaio 2008

Valsusa Filmfest
Festival di film e video sul recupero della memoria storica e sulla difesa dell'ambiente
XII Edizione 2008: “Le Alpi e l'Acqua”
Le culture montane e il diritto collettivo all'acqua

da gennaio a aprile 2008 in Bassa e Alta Valle di Susa (TO)
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
È ON-LINE IL NUOVO BANDO DI CONCORSO
scadenza 30 gennaio 2008

Sul sito www.valsusafilmfest.it sono reperibili il Bando di Concorso (scadenza iscrizioni 30 gennaio 2008), la scheda di partecipazione e tutte le informazioni.
Le sezioni competitive sono:
Concorso Le Alpi, Concorso Cortometraggi, Concorso Doc (Memoria storica, La Storia siamo noi, Documentari) e Concorso per le Scuole.

All'interno delle diverse sezioni di concorso i temi privilegiati sono le ALPI e l'ACQUA.

Dalla passata edizione il Filmfest si è rinnovato alzando lo sguardo e scegliendo di avere come tema principale le ALPI e le montagne intese come contesto socioculturale:
catene di vette che racchiudono culture profonde, montagne vissute non come separazione da altre realtà ma come collegamento. Luoghi di tradizioni conservate gelosamente, luoghi di comunità legate al lento scorrere del tempo nell’equilibrio tra uomo e natura ...

Questa nuova edizione del Filmfest è dedicata anche all'ACQUA come diritto pubblico e contro le sue varie forme di mercificazione.
Il Valsusa FilmFest ha deciso di contribuire a far conoscere le attività del Comitato Tutela Rio Fergia contro la Idrea S.p.A. (acque Rocchetta e Uliveto) a Boschetto in Umbria per la tutela della sorgente Rio Fergia e contro lo sfruttamento industriale dell'acqua.
Alcuni esponenti del comitato saranno presenti il 10 novembre 2007 a Condove (TO) alla presentazione ufficiale al pubblico della XII Edizione del Valsusa Filmfest.

La programmazione della XII edizione sarà così articolata:
Gennaio – Febbraio: Cinema in Verticale (rassegna di film e documentari sul tema della montagna) / Marzo: Eventi collaterali / Aprile: Proiezione dei film in concorso

Uno dei nuovi obiettivi di questa edizione è l'acquisto di attrezzature che consentano il riversamento totale delle opere pervenute nelle prime undici edizioni su supporti DVD e la conseguente creazione di un archivio permanente aperto al pubblico.

Il Valsusa Filmfest è soprattutto una rassegna di film e video sul recupero della memoria storica e sulla difesa dell'ambiente ma non solo.
Oltre alle proiezioni dei film in concorso sono molti altri gli eventi che ogni anno vengono organizzati e che da 11 anni animano la Valle e la caratterizzano come spazio aperto d'incontro e di confronto culturale.

Il Valsusa Filmfest vuol far conoscere, con sguardi diversi, come le nuove generazioni intendono raccontare con le immagini i fatti non solo del nostro tempo ma anche della nostra storia, ed essere di stimolo nel cogliere i cambiamenti e le diversità culturali di questo inizio di secolo.

Nella passata edizione del Filmfest ben 240 opere pervenute da tutta Italia, Spagna, Francia e Brasile, cinque nuovi documentari auto prodotti, una mostra fotografica, due spettacoli teatrali, un convegno sulle nobiltà e le miserie dei festival italiani, una notte bianca, il workshop con il regista Giancarlo Bocchi e altro ancora ...




Valsusa Filmfest
Via Roma 1- Condove - Tel e Fax 011 9644707 – 011 755006 Sito web: www.valsusafilmfest.it
Ufficio Stampa – Gigi Piga: tel. 011 755006 cell. 3480420650 ufficiostampa@valsusafilmfest.it

Welfare Italia
1.11.2007 18:23

Redazione1
1.11.2007 18:30
Uno spettacolo di e con Daniele Timpano

Ispirato liberamente all’opera di Go Nagai (Jeeg Robot, Goldrake, Mazinga) lo spettacolo ripercorre per frammenti l’immaginario eroico di una generazione cresciuta davanti alla Tv.
uno spettacolo di e con Daniele Timpano
ROMA Giovedì 15 novembre - ore 23.00
RialtoSantambrogio - via S. Ambrogio, 4
UBUsettete! Fiera di Alterità teatrali
www.ubusettete.it
TRANI (BA) Venerdì 23 novembre - ore 20.00, ore 22.00
Fabrica Famae - Via Papa Giovanni XXIII, 180
IBRIDE-AZIONI 2007

"Ero bambino, tra gli anni ’70 e gli anni ’80, quando arrivarono in Italia i primi cartoni animati giapponesi. Era l'Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse e dell'ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni, ma questo io non lo sapevo ancora. Ignaro di trovarmi nel bel mezzo degli anni di piombo, vivevo l'infanzia tra robot d'acciaio."
drammaturgia, regia, interpretazione di Daniele Timpano
ispirata liberamente all’opera di Go Nagai
musiche originali di Michela Gentili e Natale Romolo
ispirate liberamente all’originale colonna sonora di Michiaki Watanabe
disegno luci e voce narrante di Marco Fumarola
registrazioni audio effettuate presso il Rialto Santambrogio di Roma
montaggio audio a cura di Lorenzo Letizia
editing e missaggio a cura di Marzio Venuti Mazzi
aiuto regia di Valentina Cannizzaro e Marco Fumarola
organizzazione di Maria Rita Parisi
Progetto grafico di Alessandra D'Innella
foto di scena di Antonella Travascio
una produzione di amnesiA vivacE
in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi
Un ringraziamento particolare a
Sara Dicorato, Francesca La Scala, Valerio Cruciani, Marco Maurizi, Marco Pellitteri, Jean Carlo Ripà
etc etc etc etc
Per informazioni e prenotazioni:
amnesiA vivacE/Maria Rita Parisi cell. 347.0069645 - mariaritaparisi@gmail.com
Ubusettete/Laura Neri cell. 347 4716598 - laura.neri@gmail.com
Fabrica Famae tel. 0883/950122 - fabricafamae@yahoo.it
Daniele Timpano Autore-attore, regista. Daniele Timpano nasce a Roma il 18 maggio del 1974. Frequenta il biennio di recitazione presso il Conservatorio teatrale di G. B. Diotajuti e M° Antonio Pierfederici. Seminari con Fiorella D'Angelo (mimica Orazio Costa), Alfio Petrini (drammaturgia- Teatro Totale), Luca Negroni (commedia dell'Arte), Luis Ibar (direzione scenica). Come attore ha lavorato con Michelangelo Ricci (Finale di Partita, La Meglio Gioventù, Ubu Re), Carlo Emilio Lerici, Francesca Romana Coluzzi, Massimiliano Civica (Grand Guignol). Ha collaborato con diverse compagnie, tra le quali il 'Teatro dell'Assedio' (attuale 'Teatro del porto') di Livorno, 'OlivieriRavelli teatro' e 'LABit- Laboratorio ipotesi teatro', di Roma.
Fondatore del gruppo 'amnesiA vivacE', è autore-attore di diversi spettacoli, tra i quali: Storie di un Cirano di pezza; Teneramente Tattico; Profondo Dispari; Oreste da Euripide; caccia 'L drago da J. R. R. Tolkien (spettacolo vincitore della terza edizione del premio Le voci dell'anima - incontri teatrali); Gli uccisori del chiaro di luna - cantata non intonata per F. T. Marinetti e W. Majakovskij ; dux in scatola. Autobiografia d'oltretomba di Mussolini Benito (finalista Premio Scenario 2005 e pubblicato in volume da Coniglio Editore nel 2006); Ecce robot! cronaca di un'invasione. Coordinatore dei laboratori teatrali, letterari e musicali Oreste ex Machina (2003), Gli uccisori del chiaro di luna (2004) e Fiabbe Itagliane (2005), finanziati dall'Università degli studi di Roma "la Sapienza". Un suo testo, Per amarti meglio!, è stato finalista nella rassegna "Napoli drammaturgia in festival 2001". È redattore (e collaboratore) della rivista on line www.amnesiavivace.it e di Ubu Settete, periodico di critica e cultura teatrale sul teatro "underground" romano a diffusione gratuita. È tra gli ideatori e organizzatori della rassegna Ubu Settete – fiera di alterità teatrali romane. Dell’edizione del 2003 è stato direttore artistico.
amnesiA vivacE (area ricerca ritrovamento e altro)
amnesiA vivacE si occupa di teatro, musica, filosofia ma – soprattutto - di altro.
Gli spettacoli di amnesiA vivacE sono tutti concepiti lungo una linea di ricerca anche musicale, di integrazione tra testo/corpo/note in un continuo disequilibrio tra partitura codificata ed improvvisazione. amnesiA vivacE ha tenuto laboratori teatrali, letterari e musicali presso l’Università "La Sapienza" di Roma ed è tra gli organizzatori, assieme ad altre compagnie del Nuovo Teatro romano, della rassegna teatrale UBUsettete! Fiera di alterità teatrali romane, che giunge quest’anno alla sua quarta edizione.
Tra gli eventi extra-teatrali: Scrivere l’Es (ciclo di incontri, performance, concerti sul rapporto tra inconscio e scrittura letteraria e musicale, con interventi di Sylvano Bussotti, Ben Watson, Esther Leslie, Roberto Terrosi); ICE-Z 2 - International Conference of Esemplastic Zappology (la seconda Conferenza Internazionale di Zappologia Esemplastica organizzata in collaborazione con Debra Kadabra e Psicopompoteatro); Impressioni dal cosmo (parole e immagini dai partecipanti per l’Italia alla 11° Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo, Atene 2003); mostre di fotografia, presso la libreria Odradek di Roma (Photo Pride, sul Gay Pride, La Dama e la Candela, Io statua, sul museo della Montemartini, col patrocinio del comune di Roma).
amnesiA vivacE dal 2001 è una associazione culturale, con sede in Roma, che riunisce le esperienze di Daniele Timpano (autore, attore, regista), Marco Maurizi (filosofo, musicista), Valerio Cruciani (autore, fotografo), Costantino Belmonte (poeta, estetica del web), Natale Romolo (musicista, compositore), Francesca La Scala e Valentina Cannizzaro (attrici), Fabio Massimo Franceschelli (autore), con la libera collaborazione di Michela Gentili (cantante, danzatrice), Simone Mancini (grafico), Marzio Venuti Mazzi (musicista, tecnico del suono).
amnesiA vivacE Dal 2002 è anche una rivista on line di teatro, critica dell'arte e della società a cadenza trimestrale (www.amnesiavivace.it)
Amnesia Vivace Rivista on line ISSN 1722-2737
www.amnesiavivace.it
redazione@amnesiavivace.it

Redazione1
1.11.2007 19:16
La Spagna riconosce la Chiesa di Scientology

CHIESA NAZIONALE DI SCIENTOLOGY RICONOSCIUTA IN SPAGNA

Oggi la Corte Nazionale di Madrid ha pubblicato un’importante decisione che afferma il diritto alla libertà di religione in Spagna, riconoscendo che la Chiesa Nazionale di Scientology di Spagna dovrebbe essere iscritta nel Registro degli Enti Religiosi.

“Questo riconoscimento segna la fine di un’era, nella quale gli Scientologist di Spagna erano costretti a lottare per il loro diritto alla libertà di religione. Dà ragione alla Chiesa di Scientology ed è un nuovo inizio per tutti gli Scientologist di Spagna”, ha detto Ivan Arjona, portavoce della Chiesa Nazionale di Scientology di Spagna.

La Corte Nazionale ha esaminato approfonditamente i documenti costitutivi della Chiesa, le mete e gli scopi, giungendo inequivocabilmente a determinare che la Chiesa Nazionale di Scientology di Spagna ha il diritto di essere registrata come religione in base alla legge spagnola.

La Corte Nazionale è giunta a questa decisione tenendo conto anche delle risoluzioni della Corte Europea dei Diritti Umani e in particolare della decisione unanime della Corte per i Diritti Umani dell’aprile 2007, in cui si afferma che la Chiesa di Scientology gode dei diritti e delle protezioni della libertà di religione riconosciuti alle organizzazioni religiose in base all’Articolo 9 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. I principi enunciati in quella decisione affermano la libertà di religione per gli Scientologist e le loro associazioni e si applicano a tutti i quarantasei stati membri che hanno firmato e ratificato la Convenzione Europea per i Diritti Umani per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali.

“Questo è il culmine di una serie di vittorie fondamentali per la Chiesa di Scientology in Europa. Grazie a questo riconoscimento, ora possiamo dedicare i nostri sforzi e la nostra attenzione ad apportare i massimi benefici alla nostra comunità e al nostro Paese, per tutta la nostra gente. La decisione della Corte Nazionale è estremamente significativa perché costituisce il più recente riconoscimento ufficiale della Chiesa di Scientology come organizzazione religiosa in Europa. Essa dispone che agli Scientologist e alle loro associazioni religiose siano riconosciuti gli stessi diritti e privilegi dei membri di altre associazioni religiose registrate nella Comunità Europea e nell’Unione Europea”, ha detto Arjona.

Nel settembre 2004 la Chiesa Nazionale di Scientology di Spagna ha aperto la sua nuova sede nel cuore di Madrid. La nuova chiesa di Scientology rappresenta non solo un luogo di culto per le migliaia di Scientologist del Paese ma anche una risorsa per la comunità e per la nazione tutta. I programmi di miglioramento sociale della Chiesa raggiungono milioni di persone ogni anno.

La religione di Scientology fu fondata da L. Ron Hubbard. La prima chiesa fu istituita negli Stati Uniti nel 1954. Da allora è cresciuta fino ad avere oltre 7.500 chiese, missioni e gruppi e dieci milioni di membri in 163 nazioni.

Scientology è apparsa per la prima volta in Spagna alla fine degli anni ’60.

Per ulteriori informazioni su Scientology, visita www.scientology.org

Per informazioni:
FABRIZIO D'AGOSTINO
339.89.61.401
affaripubbliciroma@tiscali.it

Redazione1
1.11.2007 21:55
SOS Donazioni alla Casa Legalità

SOS DONAZIONI
Per andare avanti occorre lo sforzo di tutti, chi non si piega al Potere (qualunque Potere) non può farcela da solo

Finalmente siamo riusciti a riaprire uno spazio fisico che permetta di autofinanziare la struttura e coprire le spese vive, ma prima che entri a regime e coprattutto prima di coprire i costi sostenuti per aprirlo, dobbiamo, ancora una volta chiedere il sostegno di tutti coloro che vogliono e possono darci una mano. Purtroppo portare avanti le attività degli Osservatori e soprattutto promuovere le denunce pubbliche sui fatti, promuovere le denunce alle autorità competenti e promuovere informazione sui fatti non ci aiuta a reperire quei fondi a cui altro possono attingere quali i contributi pubblici. GRAZIE A QUANTI POTRANNO DARCI UNA MANO CON UNA DONAZIONE
Purtroppo la libertà di dire le cose come stanno ha un prezzo. Noi lo stiamo pagando. Ed è una scelta libera. Vogliamo continuare a combattere contro le mafie, la corruzione, la commistione tra politica & affari, in modo indipendente e disinteressato, ma questo non permette di avere "qualcuno" alle proprie spalle. Non ci sono sostegni, se non le donazioni. Fare inchieste e fare informazione, fare segnalazioni e raccoglierle, comporta dei costi, ridotti al minimo, ma sempre dei costi. Dobbiamo, pagare, ad esempio, la bolletta per il telefono e la adsl. Dipende da voi se possiamo o meno continuare. Vi chiediamo un contributo-donazione (deducibile) per continuare a resistere. Grazie.

BONIFICO BANCARIO:
Banco di Sardegna - Filiale I di Genova
conto corrente bancario n° 70068890 Abi 01015 - Cab 01401 - Cin T
intestato a: Casa della Legalità e della Cultura - Onlus - codice fiscale 95101230100

VAGLIA POSTALE:
Intestato a Casa della Legalità e della Cultura - Onlus
codice fiscale 95101230100
indirizzo: c/o CSI Via Santo Stefano 3/3, 16121 Genova

DIRETTA:
presso la sede del Circolo "liberaMente" in Corso Sardegna 157 B r
tutti i giorni (tranne il mercoledì) dalle 18:30 alle 24

Redazione1
7.11.2007 20:56
UN CAPPUCCINO CON BIAGI di .V.Gelormini

UN CAPPUCCINO CON BIAGI
di Antonio V. Gelormini
Il tempo per bere un cappuccino. Tanto durò il breve e casuale incontro con Enzo Biagi nello storico bar Taveggia, al centro di Milano oltre vent’anni fa. Ero venuto in città dalla Puglia, per promuovere tra gli emigrati del mio piccolo paese il periodico locale “la Refola”. Orgoglio editoriale minore di un gruppo di amici alle prese con la passione e l’amore per i fatti della propria terra.
Vi lascio immaginare la sorpresa nel vederlo entrare e dirigersi alla vetrinetta dei cornetti. I battiti cardiaci cominciarono a tambureggiare a ritmo di carica, per nulla al mondo avrei perso quella occasione. Nella mia cartella avevo alcune copie del giornale e con molto imbarazzo, frammisto a una buona dose di timore reverenziale, mi avvicinai chiedendo scusa per la sfacciataggine.
Mi presentai, riuscii a dirgli perché ero a Milano, a dargli due numeri del giornale e a chiedergli, se avesse avuto voglia e tempo per un’occhiata, di poter sperare in qualche prezioso consiglio. Ricordo ancora il garbo con cui li sfogliò rapidamente. Ne apprezzò la veste grafica e il disegno in copertina di Leon Marino, un artista locale insegnante all’Accademia di Brera. E poi mi disse, come se avesse avuto già modo di leggerne qualche pagina in precedenza: “Non perdetevi troppo nel battibecco politico. Raccontate con amore quel accade dalle vostre parti. Le storie dei vostri compaesani. E’ quello che chi è lontano si aspetta di leggere”. E ringraziandomi, con quel sorriso triste e bonario, si avvicinò al banco per il suo cappuccino.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
17.11.2007 12:14
La corsa di Marchionne di A.V.Gelormini

LA CORSA DI MARCHIONNE
di Antonio V. Gelormini
Andare a “soletta” come una Ferrari, con una Ferrari nel cantone svizzero di Soletta, può riservare brutte sorprese. Soprattutto se davanti ti si para, quasi all’improvviso, il classico e tranquillo prototipo dell’elvetico al volante. Imperturbabile, auto rigorosamente pulita, giubbotto in pelle, guanti a dita mozze e andatura da crociera. L’impatto è inevitabile.
Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, avrebbe voluto evitarlo. Ma non era alla guida di uno dei suoi modelli di successo, sfornato da Mirafiori, da Cassino o da Termini Imerese. La sua Ferrari non gli ha dato tempo, ha tamponato il crocerista inconsapevole, regalandogli il brivido di una spinta mai vissuta, e poi è andata a stamparsi sul guardrail di fronte.
“Wow”, pare abbia esclamato l’impassibile elvetico, scendendo dalla macchina per verificare cosa fosse successo. “Eh sì, wow!”, ha replicato riflessivo un illeso Sergio Marchionne, mentre osservava cosa avesse combinato e quale pericolo avesse scampato.
Una Ferrari distrutta (solo il suo esemplare), ma una precisa quanto utile lezione, fatta propria e messa a profitto al successivo workshop, a cui non è mancato, organizzato nei pressi di Zurigo da un Istituto di credito svizzero. Le vendite della Fiat hanno il vento in poppa. I dati mensili e trimestrali continuano ad essere saldamente positivi. Il successo corre, quasi come una Ferrari. Ma sarà bene che il mercato dell’auto in generale faccia altrettanto.
La corsa in solitario potrebbe illudere di essere su una Ferrari e con l’acceleratore schiacciato a soletta, prima o poi, l’impatto col concorrente troppo lento potrebbe essere, ancora una volta, inevitabile.
(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
17.11.2007 12:14

Redazione1
20.11.2007 20:28
Il male dell'Italia è Berlusconi di A. De Porti

IL MALE DELL’ITALIA E’ BERLUSCONI !VOGLIAMO CAPIRLA SI O NO ?

Come ho già scritto sul quotidiano Europa di oggi 20/11 c’è da chiedersi se gli Italiani si sono resi conto che, se l’Italia non riesce a decollare come si vorrebbe, lo si deve a chi, in continuazione, le mette il bastone fra le ruote, non già nell’interesse del bene comune, ma per uno spirito revanscistico, di supremazia personale, che nuoce terribilmente al Paese, in quanto questo “chi” lo sta infettando di un virus patogeno che sta facendo ammalare tutte le istituzioni democratiche. E’ come se in uno stagno si buttasse un sasso che agita l’acqua, già sporca, sollevando il torbido stagnante: ne consegue che, fintantoché quest’acqua non si ferma per riprendere la sua primitiva calma, alias concordia sociale facendo riferimento al Paese, la politica non può attivarsi in funzione del bene degli Italiani. Ed il signor Berlusconi continua a buttare in continuazione sassi nello stagno: ultimo, quello della fondazione del partito del popolo…circostanza che, al solo pensiero, mi fa venir l’orticaria, stante il fatto che lui non ha mai badato al popolo, salvo in un’occasione, per raccogliere voti autoacclamandosi in maniera ridicola “ presidente operaio”.

Mi scrive un lettore del mio blog, in risposto ad un mio pezzo sull’argomento :

D'accordissimo con il tuo pensiero politico, tant'è che arrivo a dire
che lo "psiconano" è il cancro di questa politica italiana. Non Forza
Italia, ma Berlusconi in persona e quei 3 o 4, compresa la sciura
Brambilla (non Gianni Letta) che lo circondano e lo consigliano, a mio
parere in maniera errata. Se fossi uno di Forza Italia oggi io mi
indignerei, ma come si permette uno del genere di decidere da solo le
sorti di un partito, senza neppure un congresso, ma che dico
congresso, un outing della base? Chi c'ha un minimo di dignità
politica, oggi si dovrebbe dimettere da questo Partito dittatoriale.
Una roba del genere può succedere solo dentro lì. Ma se Bertinotti,
piuttosto che Fassino, piuttosto che Rutelli, o altri, agissero allo
stesso modo di Berlusconi ve lo immaginate che succederebbe? Il
partito, la base, li farebbe fuori 1 minuto dopo, perché per fortuna
sono movimenti democratici in cui esiste un minimo di discussione
politica. Forza Italia invece si sta dimostrando davvero soltanto un
Partito (secondo la più bassa accezione politica) del Capo. Nulla più.
Personalmente spero che sulle riforme, nonostante l'apertura al
proporzionale tedesco dello pisconano, Veltroni tratti anzi con Fini e
Casini e con quei pochi di Forza Italia che non tengono la linea
berlusconiana...D'altro canto non è indispensabile. Sono dell'avviso
che Berlusconi vada emarginato politicamente. Gli italiani, forse,
saranno stufi di Prodi, ma sono stufi anche del raccoglitore di firme
(false!), nonché organizzatore dei banchetti, nonché imprenditore
operaio, etc, etc...

La Politica è un'altra roba, per fortuna

Detto questo, in chiave democraticamente politica ove il popolo italiano non abbia ancora capito come stanno le cose, sarebbe bene rivedere l’excursus berlusconiano che non ha mai giovato all’Italia, ma solo al suo tornaconto personale.

Vogliamo continuare ad essere masochisti ? Se sì, diamogli ancora ascolto.

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
20.11.2007 21:02
Fuggire il dollaro di A.V.Gelormini

FUGGIRE IL DOLLARO
di Antonio V. Gelormini
Non è l’undicesimo comandamento dei mercati monetari, ma un suggerimento, non troppo sussurrato, che da qualche tempo passa con insistenza da operatore ad operatore, lungo le reti connesse delle cattedrali borsistiche e valutarie, sulle piazze più attive del nuovo mondo economico e finanziario.
Nell’agorà della globalizzazione è sempre più evidente che il “Re è nudo”. Dopo decenni di esportazione, insieme alla democrazia, di forti dosi d’inflazione da eccesso di biglietti verdi in circolazione, il dollaro comincia a diventare un problema.
La sua perdita di valore, perseguita anche per sostenere un’economia altrimenti collassata, sta sbiadendo la storica caratteristica di moneta rifugio. Sui forzieri di mezzo mondo si è accesa la lampadina d’allarme. Le riserve sviliscono. Cinque anni fa bastavano 75 centesimi per un euro, oggi ne occorrono 145.
Ben poca cosa la minaccia a suo tempo paventata dal Generale De Grulle, di chiedere la conversione in oro dei crediti in dollari posseduti dalla Francia, a fronte dello tsunami visibile all’orizzonte di paesi come Cina e Giappone. Per anni hanno finanziato il debito americano, facendo incetta di Buoni del Tesoro. Non resteranno ancora a lungo ad assistere, giorno dopo giorno, all’incessante depauperarsi del loro capitale. La fuga dal dollaro è più che prevedibile, gli effetti meno, anche se certamente disastrosi.
Nel frattempo, la ricerca di rifugio ha già trovato nuovi anfratti e darsene più accoglienti, per gli ingenti capitali vaganti. Sono gli investimenti in materie prime, che stanno prendendo il posto di quelli più tradizionali dei diversi strumenti finanziari. Grano, mais, rame, alluminio e lo stesso petrolio hanno già soppiantato biglietti verdi e certificati di credito a stelle e strisce. C’è una nuova frontiera che si delinea anche per euro, yen e yuan, ma non passa più per il meridiano di Washington.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
20.11.2007 21:34
La pagliacciata del Referendum di A.de Porti

LA PAGLIACCIATA DEL REFERENDOM PER MANDARE A CASA PRODI.
ORA FACCIAMO IL REFERENDOM PER MANDARE A CASA BERLUSCONI ?
QUI STA LA PAGLIACCIATA, TUTTA ITALIANA !
Che l’Italia, a causa del potente di turno, sia caduta tanto in basso da non aver per ora le forze per risollevarsi a breve, è agli occhi di tutti. L’ultima sceneggiata del referendum promosso da Berlusconi per mandare a casa l’attuale governo, a mio avviso è solo carta straccia; ma non per questo detta pagliacciata non riveste una pericolosità inaudita, in quanto alimentata, in mala fede, da becero populismo su cui si è voluto far leva: ci cascano, anzi ci sono cascati in tanti, come “peri maturi”, perchè spinti dal fatto che, potenzialmente, siamo tutti più versatili nel lagnarci che nel dire che tutto va bene. E quando il pretesto è falso, il risultato non arriva.
Se ci troviamo in queste precarie condizioni non lo si deve all’Euro, come tanti stupidamente affermano, ma al fatto che il governo Berlusconi, allora appena insediato, non ha saputo, meglio sarebbe dire non ha voluto, controllare la dinamica del cambio euro-lira per non andar contro a quella massa di commercianti che l’hanno votato e che hanno fatto l’alto ed il basso a danno delle persone a reddito fisso, stipendiati e pensionati, dando all’euro il valore di 1000 lire anziché 2000 lire.
A mio avviso questa “pagliacciata” del referendum non ha alcun valore giuridico-istituzionale. Provate ad immaginare cosa succederebbe se ora la controparte, e cioè il centro sinistra, promuovesse un contro-referendum per cacciare Berlusconi Infatti, cosa si farebbe se entrambi i poli, cosa estremamente facile, superano i 5 milioni di voti ? Succederebbe che si proclama esito positivo a tutti e due gli schieramenti ?

Far leva sulla scontentezza degli Italiani chiamandoli per queste cose, costituisce una vile strategia che non porta da nessuna parte, se non alla confusione ed al male del paese. Ormai non se ne può più di Berlusconi; persino i suoi stretti alleati si stanno smarcando da lui e gli stanno accanto solo quando hanno bisogno di un collante che è determinato solo dagli ingenti mezzi ed dalla sua organizzazione aziendale: ricordiamocelo che egli ha potuto mettere in piedi FI duplicando la sua organizzazione già esistente, costituita dai managers delle sue aziende. Non andrebbe sottaciuto che al suo posto, come ho detto più volte, qualsiasi altra persona, con qualche dote ovviamente, avrebbe potuto fare come lui in campo imprenditoriale, in quanto la ricchezza gli è piombata addosso automaticamente (era l’unico allora !) con le televisioni, attraverso l’aiuto dei Craxi, Pilliteri ed altri…e quindi vantarsi di un impero economico, come fa spesso il leader di FI, è mera presunzione !

Per finire andando al sodo: il problema non sta certo su Prodi, ma su Berlusconi. Ben venga Fini al posto di Berlusconi se gli Italiani lo vogliono (io no), ma si cacci questo uomo potente di Arcore che sta infettando politicamente il paese per motivi di solo protagonismo ed interesse personale, fregandosene del popolo italiano, facendo però demagogicamente leva sul populismo di certe fasce che ancora non capiscono. E che forse non capiranno mai..

Almeno questo è il mio pensiero politico.

ARNALDO DE PORTI

.


Redazione1
2.12.2007 13:43
Lotta AIDS, con i numeri non si scherza

1 Dicembre 2007 Giornata Mondiale di lotta all’Aids Con i numeri non si scherza !
“Dati, maneggiare con cura. Rilanciare la lotta all’Aids.”
Un comunicato dell’Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'AIDS
La scorsa settimana, UNAIDS (il Programma delle Nazioni Unite per combattere l'HIV/AIDS) e l'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità), hanno presentato il rapporto epidemiologico 2007, da cui risulta – un po’ a sorpresa - una consistente riduzione delle stime sulla diffusione del virus dell'HIV nel mondo.



Secondo le nuove stime, il numero di persone colpite dal virus nel mondo è passato da 40 milioni (nel 2006) a 33,2 (nel 2007 - 16% in meno). Le riduzioni più consistenti si sono registrate in India, Angola, Kenya, Mozambico, Nigeria e Zimbabwe.



La variazione delle stime rispetto allo scorso anno è, in parte, dovuta all'efficacia dei programmi di lotta contro l'HIV/AIDS; ma la maggior differenza verrebbe dalla migliorata disponibilità di studi specifici sulla popolazione che hanno permesso di rendere più precise – aggiornandole - le precedenti stime.

In particolare, in Kenya e Zimbabwe, dove anche le ONG Italiane dell'Osservatorio operano con ben sette progetti, la diminuizione dipende dal minor numero di nuovi casi, grazie alla riduzione di comportamenti a rischio, effetto delle campagne d’educazione e prevenzione.

L'Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'AIDS accoglie positivamente la correzione delle stime sulla diffusione dell'HIV annunciata - con chiarezza e correttezza -qualche giorno fa da UNAIDS e dall'OMS. I nuovi dati sono certamente un indicatore che le risorse finanziarie fornite dal Fondo Globale per la Lotta all'AIDS, TB e Malaria; il PEPFAR (Piano di emergenza del Presidente degli Stati Uniti per la cura dell'AIDS ); la Fondazione Bill & Melinda Gates e i donatori bilaterali stanno cominciando a dare risultati positivi in alcuni Paesi. Questi dati, sono anche il primo segnale di buon auspicio dopo anni di tentativi, e indicano la possibilità di rallentare se non addirittura arrestare la diffusione della pandemia ma, proprio per questo, non bisogna abbassare il livello di attenzione nei confronti della lotta all'AIDS.



Come sostiene anche Peter Piot, Direttore Esecutivo UNAIDS, "Questi dati ci forniscono un quadro più chiaro dell’epidemia di Aids, rivelandoci le sfide e le opportunità. Senza dubbio stiamo cominciando a vedere il risultato degli investimenti: mortalità e nuove infezioni da Hiv sono in calo, ma bisogna aumentare gli sforzi per ridurre significativamente l'impatto dell'Aids nel mondo".

Secondo l’Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'AIDS è necessario che tutti i donatori, pubblici e privati, non perdano di vista la realtà. Le stime indicano che nel 2007 oltre 33 milioni di persone nel mondo risultano colpite dal virus HIV, i nuovi contagi sono stati 2,5 milionI e oltre 2 milioni di persone sono morte di AIDS.



L'Africa Sub-Sahariana rimane la regione più colpita, con più dei due terzi (68%) delle persone sieropositive a livello globale e più dei tre quarti (76%) di tutte le morti da AIDS nel 2007. Inoltre, a differenza di altre regioni, in Africa Sub-Sahariana degli oltre 22 milioni di persone sieropositive la maggioranza sono donne (61%).


Anche in presenza dei primi, positivi, segnali i Governi non devono abbassare la guardia! Per mantenere la promessa fatta a livello internazionale, di raggiungere l'obiettivo dell'accesso universale alla prevenzione, cura e terapia dell'AIDS entro il 2010, le risorse devono essere ancora incrementate, secondo quelli che erano gli impegni.


Soprattutto in Africa, dove l'epidemia è ancora forte ma nello stesso tempo è stato dimostrrato che con gli sforzi opportuni si possono ottenere risultati concreti, mancano le risorse finanziarie per mantenere questo trend, per garantire attività di prevenzione e medicine anche nelle aree più periferiche e nelle zone rurali spesso, lontane dai servizi sanitari già deboli. In particolare in queste aree, lo stigma dei gruppi vulnerabili è ancora fortemente radicato e la discriminazione delle donne è il problema di fondamentale importanza da affrontare per interrompere il ciclo degli eventi che alimenta l'epidemia.



Bisogna quindi maneggiare con cura i nuovi dati, frutto d’importanti successi nelle metodologie di conteggio e analisi statistica più che indicatori di sconfitta dell’Aids.



L’Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'AIDS è una rete di 23 ONG italiane e internazionali impegnate nella lotta all’AIDS e nella lotta alla povertà attraverso l’attivazione di processi di sviluppo e di interventi umanitari. Nel 2007 le ONG dell’Osservatorio hanno attivato 81 progetti di lotta alla pandemia in 32 paese poveri, raggiungendo oltre 6 milioni di beneficiari.





Per informazioni contattare:

COSV (Giorgio Zucchello): 02 2822852 cosv@enter.it

Stefania Burbo, tel 06 66019189 – cell. 388 8414818: osservatorioaids@ong.it




Welfare Italia
2.12.2007 13:43

Redazione1
2.12.2007 15:17
Lettera aperta a Napolitano di E.Bartesaghi

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana
Sono una cittadina italiana di 53 anni e, le scrivo, per chiederle di intervenire urgentemente in nome ed a salvaguardia della democrazia del paese che lei rappresenta.
Non lo chiedo per me che, dopo oltre sei anni, ho perso ogni fiducia, lo chiedo per mia figlia, per i nipoti che spero un giorno di avere. Per tutti i giovani che vivono in Italia e che vorrebbero continuare a viverci, con la certezza dei diritti (insieme ai doveri) che ogni cittadino si aspetta in un paese democratico.
Nel mese di luglio del 2001 mia figlia, allora ventunenne, è stata massacrata dalla polizia alla Scuola Diaz di Genova, durante il G8, ricoverata in ospedale per le ferite riportate, sequestrata e “desaparecida” nella caserma di Genova Bolzaneto per due giorni, nuovamente sottoposta ad ingiurie e torture. Indagata per anni, sospettata di gravissimi reati, quali l’associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio, l’appartenenza al gruppo dei black-bloc, fino alla completa archiviazione per lei e tutti i 93 della Diaz. I giudici di Genova hanno dimostrato che le prove addotte (le molotov ritrovate nella scuola, l’accoltellamento di un agente e molte altre) erano false, prodotte dalle stesse forze di polizia per giustificare la “macelleria messicana” operata nella scuola.
Da allora mi batto per ottenere verità e giustizia, anche a nome di tutti i cittadini italiani e stranieri che in quei giorni subirono violenze e torture da parte delle forze di polizia, nelle piazze, alla Diaz, nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano. Scrivo a lei, perché intervenga pubblicamente, in nome del popolo italiano, per chiedere scusa a tutte le vittime della repressione di quei giorni, nessuno ancora lo ha fatto e sono passati più di sei anni.
Indirizzo questa lettera direttamente a lei e non al Capo del Governo o al Governo, perché nulla hanno fatto finora per promuovere la Commissione d’inchiesta contenuta nel loro programma. Anzi, hanno approvato le promozioni indecenti di numerosi funzionari imputati o indagati nel processo Diaz in corso a Genova, ultime quelle dell’ex-capo di polizia Giovanni De Gennaro (indagato per “induzione alla falsa testimonianza”) a capo gabinetto del ministero degli interni, e quella di Giovanni Luperi, imputato nel processo Diaz e promosso a capo del Dipartimento analisi dell’ex-Sisde.
Le chiedo di intervenire perché siano immediatamente sospesi l’ex-capo della polizia Giovanni De Gennaro; Spartaco Mortola, nel 2001 capo della Digos genovese e poi assurto al rango di vice questore di Torino; l’ex questore di Genova, Francesco Colucci. Dalle ultime notizie, infatti, c’è il grave sospetto che questi funzionari abbiamo interferito pesantemente nelle indagini e nel processo in corso per i fatti della Scuola Diaz, assicurando impunità e promozioni per i responsabili. Se l’Italia fosse un paese normale avremmo avuto in prima serata e sulle prime pagine dei giornali le prese di posizione, e di distanza da costoro, da parte dell’attuale capo della polizia Manganelli, del capo del governo Prodi, del ministro degli interni Amato. Invece abbiamo il silenzio, che mi fa paura, perché sottende ignoranza o compartecipazione, entrambi inaccettabili.
Scrivo a lei perché siano sospesi tutti i funzionari e gli agenti rinviati a giudizio nei procedimenti in corso a Genova per i fatti della Diaz e di Bolzaneto. Se l’Italia fosse un paese normale, i funzionari imputati, avrebbero fatto essi stessi un passo indietro, invece di occupare posti strategici per la sicurezza e la legalità nel nostro paese.
Amnesty International, nei suoi interventi in tutto il mondo, sottolinea ogni volta che di fronte a processi per abusi commessi dalle forze dell'ordine, e per evitare che violenze sui cittadini si ripetano, è indispensabile agire con il massimo rigore, allontanando ogni ipotesi di impunità.
Amnesty International reputa necessari alcuni atti: la condanna politica delle violenze, condanne penali per i colpevoli degli abusi e sospensione degli agenti sotto inchiesta. Sono passaggi indispensabili per evitare che si crei un clima di impunità, o che qualcuno si senta legittimato a tenere certi comportamenti. Sono misure necessarie a tutelare la qualità della democrazia. In Italia stiamo andando contro tendenza: gli imputati “eccellenti”, invece di essere sospesi in attesa della sentenza, sono addirittura promossi, ricevono premi ed encomi, nel totale disprezzo delle regole minime di correttezza democratica ed istituzionale.
Queste promozioni, insieme alle intercettazioni pubblicate in questi giorni, sono la dimostrazione che ai vertici delle forze dell'ordine e del governo non ci si cura minimamente dei diritti di cittadinanza e della credibilità etica e democratica delle forze di polizia.
Enrica Bartesaghi - Presidente Comitato verità e giustizia per Genova

Italia, 29 novembre 2007
Enrica Bartesaghi <bartesaghie@tele2.it>

Redazione1
2.12.2007 15:20
Genova, Botteghe e servizi

Botteghe e servizi
CHE LUCROSO MERCATO
SUL DISAGIO SOCIALE
Nelle radure africane, jene e avvoltoi sono i primi a percepire la presenza dei corpi senza vita. Nella giungla sociale, altre specie banchettano coi resti di chi si abbatte esausto. Per avere un'idea di ciò che succede intorno a noi, basta osservare come negli ultimi anni si siano moltiplicati i negozi, aperti come fauci sulle strade più frequentate, per contendersi l'acquisto, "pronti contanti", di oro, argenti, gioielli da chi è agli sgoccioli. Si può immaginare il tipo di contrattazione tra un venditore preso dal bisogno e il "samaritano" che sta dietro il banco.
I profitti del libero mercato sono ragguardevoli, a giudicare dall'insistente reclame, su giornali e tv locali, di queste iniziative a carattere filantropico. Se poi qualche volta le saracinesche vengono chiuse per ordine della Questura, dipende da eccessi di… generosità, per cui il titolare nel suo slancio altruistico non sta tanto a indagare sulla provenienza del "pezzo", se sia rubato o sottratto in casa da un minorenne per procurarsi la dose.
La bottega che compra invece di vendere è uno degli ultimi gradini di una scala che sprofonda in basso. Più su troviamo eleganti uffici, le cosiddette finanziarie, con funzionari e impiegate che sembrano impazienti di soccorrere il prossimo in difficoltà prestandogli soldi, "a tasso zero" o giù di lì. Così almeno lasciano intendere gli inviti a grossi caratteri della martellante pubblicità. Una recente inchiesta televisiva della Gabanelli ha messo in luce che queste agenzie si sono centuplicate negli utimi anni all'ombra delle banche, per svolgere quel lavoro meno pulito che gli istituti di credito non possono fare ma non rinunciano del tutto a svolgere, affidandolo a parenti, amici, soci e teste di legno varie.
Nella varietà delle imprese che fioriscono sulle disgrazie altrui, un ruolo non secondario lo hanno gli specialisti in recupero crediti, non solo i ceffi che vanno a minacciare chi non può onorare i pagamenti (spaccandogli talvolta le gambe), ma anche e soprattutto le grosse ditte che ricevono dai Comuni l'appalto di esigere tasse e bollette. Con quali criteri vengano assegnati questi lucrosi incarichi non è sempre chiaro; certo l'ente pubblico abdica a non poco delegando a interessi privati questo rapporto con il crescente disagio sociale. La brutalità di certe vendite forzose ha portato a una prima sterzata: sono stati vietati pignoramenti e ipoteche se il debito (esclusi i balzelli aggiuntivi) è inferiore agli 8.000 euro. Ma Gestline, che ora si presenta col nome impegnativo di Equitalia, non se ne dà per inteso e il garante per i contribuenti, il magistrato Giulio Gavotti, le ha dato torto, aprendo la strada a non pochi ricorsi.
E' una prima buona notizia, seguita da una seconda: il sindaco Marta Vincenzi ha deciso di esaminare i contratti d'appalto dei servizi riscossioni, per vederci finalmente chiaro.
(c.a.)
Newsletter Oli <newsletter-oli@olinews.it>

Redazione1
2.12.2007 15:23
Telecom, i gemelli del gool di A.V.Gelormini

TELECOM, I GEMELLI DEL GOL
di Antonio V. Gelormini
Sette mesi per formalizzare e per trovare un accordo su una decisione già delineatasi all’indomani del controverso ritiro della Pirelli e di Marco Tronchetti Provera dalla guida della Compagnia telefonica nazionale. Sette mesi per nominare Franco Bernabè e Gabriele Galateri di Genola, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Telecom Italia.
E’ tutto in questa statica istantanea il paradosso di un Paese affascinante, per la sua creatività e la sua capacità di sorprendere, ma disarmante, per i suoi perduranti bizantinismi e per la latitanza di un autentico carattere decisionale. Qualità indispensabile in tempi di relazioni globali, sintonizzate sui ritmi del real time e connesse dal flash time della fibra ottica.
Un Paese famoso per le sue giocate incontropiede, che per mesi è tornato invece a praticare il catenaccio difensivo più noioso e scarsamente redditizio. Mantenendo ostinatamente in panchina i suoi pezzi da novanta. Roba da provocare l’esasperazione del nuovo socio di maggioranza, gli spagnoli di Telefonica, abituati al gioco spumeggiante di antica tradizione iberico-catalana ed alle funamboliche estrosità di matrice sud americana.
Agli odierni gemelli del gol, un azionariato piuttosto disomogeneo, chiede di sopperire alla mancanza di rapidità della squadra, con un’intensa azione di rimessa. La sfida che Franco Bernabè e Gabriele Galateri di Genola si apprestano ad affrontare è delle più avvincenti. A cominciare dal rapporto proprio con Telefonica e col suo capitano, Cesar Alierta.
La scelta dei due fuoriclasse vuole far fronte, tra l’altro, all’incognita dei partner spagnoli. Non è ancora chiaro se Telefonica sarà freno o catalizzatore dell’evoluzione della telefonia italiana. Nè se favorirà decisamente la crescita o si limiterà alla mera amministrazione degli interstizi di penetrazione delle sue offerte commerciali.
Bernabè e Galateri sono destinati a diventare il John Charles e l’Omar Sivori di una Juve che fu. Il Boniek e il Platini di un’altra più recente. O più semplicemente, ma molto più efficacemente, il gatto-Graziani e la volpe-Pulici, per far fronte con tenace spirito granata alla vivacità e all’impazienza di una potente compagine madrilena, guidata da uno scaltro capitano di lungo corso, che ha deciso di guadare il Rubicone delle telecomunicazioni italiane.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
4.12.2007 22:04
Berlusconi,Bossi e Casini. Chi li capisce piu' di A.de Porti

BERLUSCONI, BOSSI E CASINI. CHI LI CAPISCE PIU’, POSTO CHE PRIMA CI FOSSE QUALCUNO CAPACE DI CAPIRLI ?
Mi pare che in poco meno di una settimana i tre personaggi di cui a titolo abbiano detto tutto ed il contrario di tutto a seconda del vento. Casini, a Palermo, ha detto che non si assoggetteranno a nessuna annessione col cavaliere di Arcore, mentre Bossi, a Milano, ha detto che “non se ne frega niente di Berlusconi”, salvo poi edulcorare un po’ la sortita dialettica per mera opportunità, mentre Fini ha preso clamorosamente le distanze dal cosiddetto cavaliere, dicendo di non essere stato sdoganato da nessuno, alludendo al fatto che Berlusconi vorrebbe avere le mani libere…

Mi pare di assistere ad una commedia del Goldoni anche se, vedrete, siccome da soli non possono andare da nessuna parte, si daranno baci in…bocca (si fa per dire alla goliardica) per riunirsi; del resto, Bossi un giorno disse che con il cavaliere non sarebbe andato mai più neanche a prendere un caffe’, mentre poi smentendosi, lo ha leccato per anni pur di stare in piedi. Come avverrà anche adesso.

Questo teatro della politica non è significativo tanto per la sua manifesta ipocrisia, quanto per il fatto che Berlusconi è sicuro aprioristicamente di poter manovrare ancora una volta sia Casini che Bossi, (e anche Fini un po’ più tardi, dopo questi ultimi) perché sa che i suoi potenti mezzi economico-mediatici potrà farli rientrare all’ovile, perché da soli, come detto dianzi, sortirebbero lo stesso effetto di neve al sole.

Del resto, Berlusconi, mutuando una frase del Vangelo di Cristo, ha poi detto: “Venite a me”, che è la traduzione latina di “Parvulos, venite ad me”

Come dire, la misericordia del Signore e la mia (di Berlsuconi come Vice-Dio)… sono infinite ed i bambini Bossi.Casini-Fini hanno sempre bisogno di me…”.

ARNALDO DE PORTI

Redazione1
9.12.2007 18:01
L'Opec equo e solidale di A. V. Gelormini

L’OPEC EQUO E SOLIDALE
di Antonio V. Gelormini
La stella cometa apparsa nel cielo di Abu Dhabi, alla fine del 146esimo vertice dei Paesi Produttori di Olio Combustibile, non fa presagire nulla di buono. Non annuncia alcun incremento dei ritmi d’estrazione e mortifica le speranze dei Paesi consumatori, i cui bilanci energetici stanno soffrendo “al freddo e al gelo” della frontiera dei 100 dollari a barile.



I moderni Re Magi, pronti a partire per i presepi di mezzo mondo, sono rimasti a mani vuote. I falchi di Erode hanno tenuto duro e alla fine hanno acconsentito solo a regali da mercato equo e solidale. Il Cartello arrocca e apre alle produzioni dei soli Angola ed Ecuador.



Un modo per non rendere sterile l’avvento di una festa che rievoca antichi rimorsi. Una mossa degna della migliore tradizione “andreottiana”, che concede senza dare. Che mostra e non fa toccare. Ma soprattutto un impulso, per tener alta la domanda e sostenere quotazioni minate alla base dalla debolezza del biglietto verde americano. Dal suo andamento e dalla capacità di recupero delle scorte Usa di petrolio dipenderà l’epifania di un nuovo vertice, già fissato a Vienna tra meno di due mesi.

E’ per vero che la tradizione ortodossa celebra l’arrivo dei Magi il 6 gennaio, ma il percorso deviato verso la capitale austriaca potrebbe vanificare la missione di Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Riaprire i rubinetti ad assideramento in atto, sarebbe come approvare l’indulto dopo la “fuga in Egitto”.
(gelormini@katamail.com)





Welfare Italia
9.12.2007 18:01

Redazione1
9.12.2007 18:08
Tatologie dell'obbedienza di F. Barbero.

Patologie dell'obbedienza
Non sono per nulla un abbonato al diluvio. Anzi, vedo nella società e nelle chiese cristiane anche tanti germi profetici e tanti percorsi positivi. Ma, concentrando per un momento lo sguardo sulla vita della chiesa cattolica istituzionale, vedo una erbaccia pericolosa, anzi una patologia difficile da curare.
Alludo alla costellazione delle patologie da obbedienza. Basta un colloquio con il vescovo e il parroco chiude la porta dell'oratorio ai musulmani per la preghiera del venerdì. Basta un'ingiunzione vaticana e il vescovo di Locri, con sofferta obbedienza, va a Campobasso. Nessuno vuole giudicare le coscienze di benemeriti pastori, ma resta il fatto che un fischio gerarchico riesce a far cambiare strada. Ma quello che più mi ha sconvolto è stata la lettura integrale del saluto che il giorno 8 novembre monsignor Bregantini ha rivolto alla diocesi nel suo congedo: "Al papa non si può dire di no!". E se, anziché invitare all'obbedienza, sollecitassimo una consapevole disobbedienza? E se, anziché negare l'esistenza di "trame oscure" e di " giochi di potere", svelassimo questo squallido sommerso per aiutare la nostra chiesa a liberarsene? Come possiamo sempre mettere in campo "un disegno misterioso del Signore" anziché esplicitare le alleanze manifeste delle mafie che hanno determinato questa "promozione"?
Mi sembra di dover dolorosamente constatare, in troppe situazioni della vita ecclesiale e personale, un arretramento del nostro maturo esercizio della libertà umana ed evangelica. Che senso ha per un prete che si sposa sottoporsi alla umiliazione e alla tortura della dispensa vaticana? Non basta comunicare la decisione? Troppi uomini e donne nella chiesa, docili a questo malcostume clericale, non diventano mai davvero laici, cioè popolo consapevole, persone libere. Troppi continuano a chiedere permesso, a non sentirsi a posto senza l'autorizzazione e la benedizione di un funzionario dell'istituzione.
L'obbedienza non solo non è più una virtù, ma costituisce una grave patologia dell'anima che ingabbia la vita e spegne la comunità. Certo, la disobbedienza evangelica ha i suoi costi e i suoi rischi, ma crescere nel cammino della libertà ci fa gustare anche le più invitanti gioie del convito umano e comunitario.
Occorre scegliere tra una chiesa di minorenni e una comunità di donne e di uomini che tentano l'arduo sentiero della libertà.
Franco Barbero - CdB di Pinerolo

fonte: http://www.cdbitalia.it:80/primopiano.htm

Redazione1
9.12.2007 18:17
Una poltiglia di massa di A.De Porti

LA SOCIETA’ ITALIANA E’ UNA POLTIGLIA DI MASSA
Così, come da titolo, sentenzia appena pochi minuti fa un rapporto del Censis; il guaio è che nessuno se ne accorge di questo in quanto anche l’intelletto degli italiani comincia a risentirne dell’ossidazione contratta a suo tempo da rappresentazioni, immagini, discorsi, interventi che nulla hanno che vedere con la realtà. Ed ora essa ne paga lo scotto, provando un senso di solitudine che cerca inutilmente di compensare col telefonico in mano, come si spiegherebbe in chiave sociologica. Sono in aumento litigiosità ed altro nei rapporti fra la gente, ma ciò non sempre ha come giustificazione l’eventuale lesione di un diritto, quanto invece la necessità di utilizzare qualcuno come strumento allo scopo di sfogarsi. Poi c’è politica che invece di creare le condizioni per far nascere ed alimentare uno stato di concordia e felicità fra la gente, come sarebbe suo compito precipuo, produce tutto il contrario: oggi, i nostri onorevoli se non fanno tristezza solo a sentirli e vederli, poco ci manca, eccezion fatta per qualcuno.

Se a tutte queste defaillances si aggiunge il fatto che la mala politica degli ultimi anni ha favorito i ricchi a danno dei poveri, creando alcuni imperi economici capaci di sopraffare dignità, legalità, tutte le fasce deboli, le quali, ora come ora, non hanno più voce per fare valere anche il più umile diritto, dopo essere state abbagliate da rappresentazioni ingannevoli ed effimere da parte del precedente governo, allora tutto si spiega senza alcuna elaborazione mentale.

Perché questa è la realtà a cui si è pervenuti, come ho scritto ieri in un mio sito web (www.innovatorieuropeibelluno.ilcannocchiale.it)

Ora, se l’Italia è diventata una poltiglia ove non si ha più voglia di fare, di programmare, persino di vivere per taluni, non piangiamoci addosso, ma diamoci da fare buttando politicamente a mare tutti quei personaggi che, anche oggi, fanno il brutto ed il cattivo tempo con la forza dei mezzi economici e non del cervello !
Arnaldo De Porti

Redazione1
6.01.2008 16:51
Piemente. Non vogliamo un PD di seconda mano.

Senatrice Magda Negri (Pd-Ulivo): "in Piemonte non vogliamo un Pd di seconda mano" .
Nel 2008 il Pd nascerà dal basso o non nascerà. Le varie organizzazioni
regionali del nuovo soggetto politico e anche quella piemontese
decideranno in questi giorni come far nascere il Partito democratico a
livello comunale e sovracomunale. Lì, nel territorio, ci sono le energie
nuove e vere, da scovare e fare emergere, non solo l'eredità dei vecchi
partiti. Lì troveremo i giovani e le donne che non sono stati "ex
qualcosa". A una condizione però: che si spalanchino le porte della
democrazia e della vera competizione di idee. Sui problemi concreti dei
territori sia possibile (con le forme già previste a livello regionale)
avanzare candidature per i coordinatori locali, votabili da tutti i
cittadini simpatizzanti del centro sinistra, quelli che hanno votato il
14 ottobre e altri nuovi. Si creino intorno ai coordinatori gruppi di
lavoro e direzioni, su piattaforme politiche, che siano nuovi e liberi
anche dai recenti condizionamenti. In Piemonte il Pd sia una ricchezza e
non una gabbia. Il Pd che nascerà tra gennaio e febbraio nella
dimensione territoriale non deve essere il frutto di una elezione "di
seconda mano".

Magda Negri, senatrice Pd-Ulivo

Info: 347.2221793

Welfare Italia
6.01.2008 16:51

Redazione1
6.01.2008 16:53
Padoa-Schioppa un pagella lodevole di A.V.Gelormini

PADOA-SCHIOPPA, UNA PAGELLA LODEVOLE
di Antonio V. Gelormini
Il Pierino del governo Prodi, nonostante le critiche, gli attacchi e le bacchettate del Tar, continua ad inanellare successi e risultati pesanti, forse non troppo evidenti, ma certamente significativi per lo stato di salute delle casse dello Stato italiano e il riassestamento dei bilanci della Pubblica Amministrazione.
Tommaso Padoa-Schioppa è il generale più fedele all’azione governativa dell’esecutivo guidato da Romano Prodi. Noncurante della serie di imprevisti e di palle avvelenate capitategli fra i piedi, procede spedito nell’attività ministeriale di super responsabile del Dicastero Economico. E chiude l’anno portando a casa l’ennesimo risultato utile sul fronte del risanamento.
Il fabbisogno statale scende a 27 miliardi di euro, uno in meno dei 28 programmati e ben 7,6 in meno di quello fissato lo scorso anno. Il risultato segna la migliore performance dal 2000 e fa ben sperare sulla tenuta della determinazione per il raggiungimento dell’equilibrio dei conti pubblici.
Una bella rivincita per avvalorare, nei fatti e con il canto delle cifre, la tesi a lungo sostenuta: “Della debolezza dei governi, quale causa della loro frammentata vita media. Per cui la pubblica amministrazione si è difesa dall’instabilità lavorando da sola, rendendo pletorici gli uffici, in parte perdendo il costume di una corretta interpretazione della sua dipendenza dal governo politico”.
E’ dimostrato, vedi la Germania, che un governo più solido e più costante nell’azione amministrativa riesce a razionalizzare vistosamente il fabbisogno del settore statale. Il ministro dell’Economia ed il Premier ne sono fortemente convinti e procedono imperturbabili su questo tracciato. Registreranno anche un deficit di consenso e di accettazione. Nonché un elevato tasso di antipatia, tipico di non riesce a “bucare il video”. Ma l’efficacia della loro azione resta innegabile. D’altra parte è anche vero che, da che mondo è mondo, i secchioni non hanno mai goduto di eccessive simpatie.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
15.01.2008 22:17
Annessione alla Fininvest di A.De Porti

QUELL’ITALIA CHE QUALCUNO VORREBBE ANNETTERE ALLA FININVEST…
di Arnaldo De Porti
Ieri sera, 13/1 ore 21.30 circa, su “che tempo che fa” condotto da Fabio Fazio, D’Alema ha fatto l’ennesima ironica, piacevole e veritiera battuta su Berlusconi, dicendo che il cavaliere di Arcore finge di interessarsi dell’Italia avendo però in testa le sue aziende. Il nostro Ministro degli esteri non ha detto niente di nuovo; si tratta infatti di un pensiero che manifesto da anni senza che si trovi politicamente il sistema di emarginare questo potente di turno che, soltanto poche settimane fa, in un blog di IE, è stato così definito:
“”Berlusconi è un flaneur (bighellone e chiacchierone), un vagabondo
(cammina ma non ha una meta precisa), un turista della politica (al
mattino maggioritario e liberale, alla sera proporzionale e popolare),
un giocatore d'azzardo (purtroppo gioca coi soldi dei contribuenti e
delle sue tele"visioni"), l'interprete vero dell'antipolitica, dà dei
punti a Beppe Grillo ecc.ecc. “”
Ora che il segretario del Pd, Walter Veltroni, gli ha offerto democraticamente una sponda per affrontare il problema della legge elettorale, non gli va bene la legge Gentiloni che, secondo quest’uomo, che non ha idee precise, ma mira solo al perseguimento dei suoi interessi personali, causerebbe dei danni alle sue aziende: Esattamente come si evince dalla battuta di ieri sera da parte di D’Alema, secondo cui il cosiddetto cavaliere guarda appunto all’Italia, ma con gli occhi rivolti alla Fininvest.
Ma è mai possibile che il popolo italiano non l’abbia ancora capita che così non si può più andare avanti ? Che un singolo non può fare l’alto ed il basso di un paese civile come l’Italia a causa di questo signore che se lo può permettere solo perché ne ha i mezzi economici, tra l’altro costruiti attraverso la politica pregressa dei Craxi e quella recente dei suoi collaboratori, ex Fininvest, dislocati dalle sue aziende ?
Ma dove ci porterà Berlusconi se non a cambiare il nome dell’Italia in…Fininvest, avocandosene tutte le qualifiche, da presidente ad amministratore unico, ed inoltre quale titolare del consiglio di amministrazione come maggiore azionista e del collegio sindacale ?
In barba a quel conflitto di interessi che è stato ed è una barzelletta tutta italiana ? E che, per l’interessato, forse è acqua fresca ?
Proviamo ad immaginare il nostro Belpaese da rilevarsi un domani attraverso visura camerale presso la C.C.I.A.A, sotto la seguente ragione sociale:
ITALIA S.p.A, Gruppo Fininvest, capitale interamente versato Euro…… amministratore unico Silvio Berlusconi. ?
Se si, avanti tutta, e W il masochismo ! Inseriamoci poi anche nella guida Michelin, come tenuta di Arcore.

Welfare Italia
15.01.2008 22:17

Redazione1
16.01.2008 21:57
L'integralismo illuminista di A.V.Gelormini

L’INTEGRALISMO ILLUMINISTA
di Antonio V. Gelormini
Diciamoci la verità. Gliel’hanno fatta pagare. Galileo non c’entra affatto. La vera colpa, se di colpa si può parare, del professor Joseph Ratzinger, salito al soglio pontificio col nome di Benedetto XVI, è quella di voler sfilare “la ragione” ai laici illuministi, per farne pietra angolare a sostegno della fede.
Una raffinata e certosina azione ai fianchi del pensiero liberale, per fagocitarne il simbolo più intangibile e metterlo laicamente al servizio del credo religioso in senso lato. Evitando che gli eccessi di fede, senza il sostegno della ragione, possano prendere la deriva integralista.
Accecati da una rabbia impotente, di fronte alla disarmante azione del teologo tedesco, i sacerdoti laici della Sapienza hanno peccato di eccesso di razionalità. Smarrito il lume della ragione, si sono persi nella confusione scientifica di calcoli e formule, riversati sulle lavagne scorrevoli delle loro aule. E, dimenticando il giuramento di Voltaire, hanno dato vita all’invenzione del pasticcio più grande del secolo.
Ezio Mauro ha parlato di cortocircuito: “Dove il gesto ha prevalso sul pensiero e la laicità si è ridotta ad una cupa caricatura di se stessa. Preoccupandosi di limitare e restringere il perimetro dell’espressione invece di ampliarlo, garantendolo per tutti”. Il salvavita non è scattato. Il Papa defilandosi ha lasciato tutti di fronte alle proprie responsabilità, di fronte alle proprie ragioni, che sono cosa ben diversa dal rivendicato primato della Ragione.
Col passo falso della Sapienza, la “casta” dei tocchi e degli ermellini universitari italiani decide di auto-svalutarsi, di riconoscersi più nelle lauree honoris causa ai Valentino Rossi, Renzo Arbore e Mike Buongiorno (per carità non me ne vogliano), anziché difendere col valore del coraggio e della forza intellettuale la sacralità della Palestra del confronto del pensiero.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
20.01.2008 19:16
San de Gennaro di A.V.Gelormini

SAN DE GENNARO
di Antonio V. Gelormini
Se riuscirà a sciogliere, come neve al sole o come il sangue miracoloso del Patrono, le montagne di sacchetti di rifiuti che dilagano ed imperversano nelle piazze, nelle strade e nei vicoli di Napoli e dell’intera Campania, magari non un monumento, ma un posto di prim’ordine per la sua effige, accanto al Santo napoletano per antonomasia, non gli sarà certamente negato. Il neo Commissario Giovanni De Gennaro, civil servant in attesa di riscatto, ancora una volta è stato “fregato” dall’alto senso dello Stato (come gli ripetono spesso gli amici più cari). E dopo l’incresciosa storia dell’avvicendamento da Capo della Polizia, il paradosso vuole che il prefetto oggi passi da capo di Gabinetto del Viminale a Commissario straordinario per l’emergenza “monnezza” in Campania.
E’ stato detto che rappresenta la scommessa dell’Esecutivo. Che il suo incarico a tempo è la garanzia dell’incisività voluta dall’intervento del Governo. Sarà un’azione concertata, perché in un certo senso, con la sua nomina, è lo stesso Consiglio dei Ministri ad auto-commissariarsi. Troppi, tra i suoi componenti, hanno a lungo avversato la costruzione di termovalorizzatori e in particolare proprio quello di Acerra. Altri, come Alex Zanotelli, continuano ancora a manifestare per il NO a Pianura.
L’emergenza impone interventi pragmatici, per sgombrare il campo e affrontare, con meno assilli, le ipotesi di soluzioni strutturali a problemi mai affrontati nella loro complessa globalità. Perché è anche vero che ben 1.500 discariche abusive e nocive, chiuse dalla magistratura in Campania negli ultimi anni, non avevano mai provocato alcuna manifestazione di piazza o alcun insorgere di cittadinanze attive.
San De Gennaro, come il Commissario è già chiamato dai suoi conterranei, che per fortuna non perdono quello spirito brillante mai domo e perennemente creativo, avrà bisogno di tutta la collaborazione, responsabilità e solidarietà nazionale, per intervenire con efficacia su uno dei focolai incancreniti del corpo-Paese.
Mentre a Roma Romano Prodi incontrava le Regioni, per coinvolgerle nello sforzo comune, lui a Napoli con pudico imbarazzo incontrava i giornalisti. Anche perché: “E’ necessario inviare messaggi chiari alla popolazione”. E a leggere il piglio preoccupato, che trapelava dallo sguardo forzatamente sereno, il messaggio era davvero chiaro: “Ci mettiamo al lavoro. Molto si può fare, anche l’impossibile. Per questo ci stiamo attrezzando. Per quanto riguarda i miracoli, beh è inutile farsi illusioni!”
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
20.01.2008 19:50
Gli artefici del gran rifiuto di A.V.Gelormini

GLI ARTEFICI DEL GRAN RIFIUTO
di Antonio V. Gelormini
Esseri maestri del “gran rifiuto” non sempre significa vestire il saio nobile e dignitoso di Pietro da Morrone, meglio conosciuto come Papa Celestino V. Una volta presa l’abitudine a dire sempre e comunque NO, il rischio di storpiare ogni buona intenzione e di vestire il mantello vanitoso del censore, ad ogni approccio risolutivo, diventa deriva inevitabile e perigliosa.
Di rifiuti si può soccombere, al meglio soffocare. Oggi ne sanno qualcosa in Campania, ma se l’ostinazione persiste, ben presto sarà l’intero Paese a dover rimodulare le proprie ambizioni di crescita e le proprie speranze di permanenza nel gruppo di testa dei Paesi economicamente più avanzati.
Continuare pervicacemente ad opporre rifiuti al nucleare, ai termovalorizzatori, alla raccolta differenziata, alla TAV o al passante di valico. E poi ancora ai rigassificatori, all’eolico offshore, al carbone e via dicendo, alla lunga genera posizioni di stallo degne della “botte piena e la moglie ubriaca” o della “mandria sazia e il fienile colmo”. Ma per rimanere sulla scia della saggezza popolare, è anche vero che “di buone intenzioni sono lastricate le strade dell’Inferno”.
In queste ore, mentre sul teatro campano è in scena il dramma della “monnezza”, in Germania non solo continuano a far profitti con i rifiuti di gran parte del Sud Italia, ma raccolgono applausi per l’entrata in funzione del terzo impianto di biometano. Solo sei mesi per la sua costruzione, a Muelhaker (Baden-Weurttemberg), la cui produzione coprirà un terzo del fabbisogno della locale municipalizzata del gas.
Il biometano è una fonte di energia pulita. Ha le stesse caratteristiche del gas naturale, ma non è di origine fossile. Viene prodotto partendo da mais, erba e cereali non adatti all’alimentazione umana, tutte materie prime rinnovabili. Macerate e lavorate in assenza di ossigeno, queste subiscono un processo di fermentazione, durante il quale i batteri anaerobi rendono disponibile l’energia contenuta nelle piante sotto forma di metano. Un processo messo a punto nei laboratori bavaresi della Schmack Biogas, un’azienda leader del settore, presente anche in Italia a Bolzano.
A differenza del biogas (che è composto per circa il 55% da metano) anziché essere bruciato sul posto, per produrre elettricità e calore, il biometano viene trattato per eliminare la CO2 e il vapore acqueo, portando così la percentuale di metano al 95%. Che immesso in rete, risulta indistinguibile da quello fossile.
Rifiuti, in senso lato, ed approvvigionamento energetico restano ambiti strettamente correlati. Purtroppo le esitazioni e la mancanza di decisione istituzionale (ad ogni livello, locale e nazionale) sono diventi catalizzatori di un’anomala trasformazione della stentata pianificazione pubblica in un allettante business per le aziende private, che ne hanno condizionato le involuzioni e reso insostenibili le applicazioni territorio per territorio.
Non resta che ritorcere contro l’arma letale. Impedire l’utilizzo del NO e favorire l’approccio pro-attivo, invitando ad usare sempre il “Sì, ma in questo modo” o il “Secondo me, si può fare così”. Il processo perderebbe le sue caratteristiche viziose e inconcludenti, per assumere evidenti tagli virtuosi fortemente risolutori.
(gelormini@katamail.com)






Redazione1
20.01.2008 19:56

PD, DISTONIE DI VECCHIE CAMPANE
di Antonio V. Gelormini
Che gli entusiasmi accesi dall’inaspettato flusso di 3,5 milioni di alieni, lo scorso 14 ottobre, si fossero afflosciati, dando spazio ad un crescente malcontento da deglutizione forzata di minestra precotta, è cosa da tempo percepita con vistoso e comprensibile disagio. E a poco valgono le rivendicazioni orgogliose del Segretario nazionale, Walter Veltroni: dei passi in avanti fatti registrare nei primi quattro mesi di incubazione del Partito Democratico.
La sensazione di un deficit di partecipazione alle decisioni, relative alle nomine dei vari organismi locali del partito nuovo, è abbastanza diffusa e si aggiunge ad una buona dose di confusione del ruolo effettivo dei numerosi suffragati, eletti quali membri di Assemblee Costituenti e non, quali non meglio definiti delegati, in assise elettive o esecutive degli assetti organizzativi del costruendo PD.
Più volte si è fatto riferimento a forti dosi di innovazione da introdurre nella costituzione del partito nascente. Capaci di coinvolgere gli ambiti storicamente funzionali alle vecchie strutture partito, ma anche e soprattutto le cospicue riserve di non iscritti, da tempo vicini alla politica e sempre più determinati a diventarne parte attiva. D’altra parte illudersi di limitare l’azione rinnovatrice al mero traghettamento delle oligarchie di Ds e Margherita, sarebbe stato puro autolesionismo.
E’ impressionante come, lentamente ma con costanza, si allarghi una sorta di ectoplasma colloso, che avvinghia i nuovi gruppi dirigenti. Immobilizzandone l’azione riformatrice e riaffermando antiche e rodate logiche di gestione del partito. A liberarsene si fa una fatica immane. E la risultante è molto simile a una moderna Babele costruita al contrario.
La campana madre del Segretario Nazionale suona e parla di rilancio forte, di salari e di condizione di vita delle famiglie, di precarizzazione giovanile intollerabile, di recupero dei 50enni senza lavoro, di crescita del Paese e di ritrovata capacità decisionale. E ancora, di nuova legge elettorale, di pacchetto di riforme istituzionali, già presentate alla Camera, e di coraggiosa chiusura ad ogni ipotesi di Grande Coalizione (Martina e Penati, in Lombardia, se ne faranno una ragione?).
Le campane delle nomenclature locali, invece, continuano a stonare e a rivendicare tavoli, rimpiangere negoziazioni e “confronto” nel segreto dei partiti, rammaricarsi dell’evanescenza delle sezioni e dei direttivi esautorati. Scambiando la linea politica con i bizantinismi e gli equilibrismi di corrente sulle nomine e dimenticando che in tanti sono rifluiti nel nuovo organismo, ma tutti senza dote. Nessuno a preoccuparsi della fusione fredda a “casse chiuse”. Tutti azionisti senza patrimonio, ma ognuno deciso ad esercitare il proprio diritto di “veto”.
Quello di fronte a tutti i segretari regionali del PD, è un moloch che rende la sfida immane. Ma antidoti miracolosi non ce ne sono. Il rinnovo dei ceti dirigenti è esso stesso percorso riformista. La contendibilità delle leadership e il loro rinnovarsi non possono non essere la cifra del partito nuovo. C’è un vasto mondo fuori dai partiti, che non vuole più contare solo al momento del voto. Anche perché si è accorto di come è facile scavalcarlo con una legge infame, che ha reso possibile la nomina e non la scelta elettorale degli attuali parlamentari.
Un mondo che un po’ ovunque continua a coltivare il confronto sui problemi delle città e della quotidianità di una cittadinanza attiva, stimolando confronto aperto e partecipazione concreta. Gruppi, associazioni e comitati che da tempo sono diventati i nuovi spazi di coinvolgimento, più che complementari all’evanescenza delle vecchie sezioni di partito.
Un mondo che intende farsi sentire e sparigliare la partita giocata ai tavoli riservati. Col chiaro intento di contribuire a rinnovare la politica e di lanciare proposte innovative, nello spirito delle audaci speranze del nuovo Partito Democratico.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
20.01.2008 19:58
Non è accettabile di Vincenzo Andraous

NON E’ ACCETTABILE
Certo che nel nostro paese ogni cosa è al suo posto, proprio per non esserci.
Si varano norme, si scrivono leggi, si sanzionano i trasgressori con voce tonante, da velina consumata, tranne poi dover appurare che a farsi male non è l’uomo, non la persona, non il buon cristiano, neppure il buon musulmano, bensì è l’ amico dell’uomo, l’essere vivente più bistrattato e umiliato dall’universo, quello meno tutelato nei feudi dei primi.
La disamina che fu fatta sullo scempio e sulla indifferenza con cui si brutalizzavano gli animali, portò alla emissione di una normativa sanzionatoria più stringente, non più solamente amministrativa, ma penale, nei confronti di quanti li trattassero con crudeltà o negligenza.
Ogni tanto si odono echi di qualche sonnolenta rimostranza, di qualche velleitaria ammenda, di qualche pubblicità strappalacrime di coccodrillo, infatti i nostri amici animali continuano a rimanere al palo, in attesa della prossima mazzata in capo, e non è un eufemismo.
Con cadenza trimestrale fa capolino la consueta battaglia civico-educativa, per stabilire una volta per tutte chi sporca e chi pulisce le nostre strade, e intanto si notano giovani e meno giovani, attraversati dal disagio di vivere, nella rinuncia di convivere con se stessi e gli altri, se non con droghe, alcol, e la solitudine di un ponte o di una copertura di fortuna per tentare di riposare, all’addiaccio, in balia dell’accidente che non perdona, spesso accompagnati da un cane.
Ebbene noi ben allineati nelle nostre certezze, nelle nostre richieste di fritto misto sicurezza, non ci accorgiamo di cosa accade a un palmo dal nostro naso.
Ma quando sono ubriaco posso diventare violento, quanto meno disattento.
Quando ho assunto sostanze, posso essere disamorato, quanto meno distante.
Quando il freddo, la fame, la solitudine che spesso non ho scelto, mi attanagliano, posso essere disposto a tutto, quanto meno scordarmi della mia dignità e di chi mi è vicino.
Dimenticarmi il rispetto per il mio amico a quattrozampe.
Cani, gatti, animali al laccio del dubbio, della circostanza, della condizione che è tutta un’opzione da verificare, amici dell’uomo, fedeli sino alla morte, fedeli al punto da accettare le ingiustizie del padrone.
Non è accettabile.
Animali fedeli come non è consentito essere, silenziosi nel tormento, nel tremore del terrore, nel morso dello stivale calato con forza sulla testa.
Non è accettabile.
Amici fedeli al piede e nelle tormente dell’anima, fedeli persino nella più feroce indifferenza umana, che li rende poco più importanti di una scrollata di spalle.
Non è accettabile, perché avere dignità significa non guardare da un’altra parte, non alimentare una pratica che ci rende complici passivi di questa infame ingiustizia.
Vincenzo Andraous
Pavia, gennaio 2008

Redazione1
23.01.2008 22:48
O sole mio ! Parmigiano di L.Boschi

O SOLE MIO!...PARMIGIANO
Sembrerebbe che il Regio di Parma abbia qualche problema economico!
A sì? Corrisponde al vero uno "sbilancio" di circa 2.500.000 di Euro Sindaco Vignali? E' lei vero Presidente di "Parma capitale della Musica"? E che capitale!! E' il resto degli otto milioni già spesi per il Festival? Ronchi, l'assessore regionale, che fa, non vi aiuta? Che Regione ingrata!

E il generoso maestro sabbatico di chitarra, sovrintendente Meli, che dice? Mauro, torna forse a Cagliari? O va in qualche città europea? Sempre con Liuzi a fianco? Avrà maggior attenzioni per l'agenzia...tedesca? A proposito come va? I cantanti tutto bene? Sa che avevamo già avuto anni fa un caso simile al suo in Fiera: finì in San Francesco per qualche tempo...poca roba!

Tempi brevi nel ducato! Meli, quanto ci ha lasciato o ci lascerà in eredità! Le sue promesse ci avevano fatto fare un sussulto? Ricordo come fosse ora le mie tre domande che le feci al suo primo incontro stampa. Così puntuali furono le sue risposte! (MELI ATTO III)

Passerà senz'altro alla storia la sua gestione per questi lirici anni, "meravigliòsi"! Ci mancavano, ci mancheranno! Da tempo aspettavamo un Sovrintendente come lei (30 mila Euro al mese)!...incompreso "per i suoi accordi" alla Scala! Ci ha saputo risvegliare i cuori! A Parma con lei si è tornati a respirare Verdi oltre al monossido!

Lei, Proczynski, Pellegrini, Maghenzani un quartetto unico, così armonico, una melodia raffinata. Peccato se ne sia andato Baratta anzitempo (solo trent'anni)! Ben poca cosa sono quei quattro denari ricevuti. Quei resti di bilancio, spiccioli che ripianeremo! Ora però, come faremo senza di lei, di voi? Difficile immaginare la città senza la vostra presenza. La vostra attenzione al foyer, ai melomani, agli studenti del Conservatorio, come faremo senza la vostra direzione al prezioso "gnigognago cittadino" che univa destra e sinistra, che sapeva far stare inoperosi i sindacati, zitti in religioso silenzio! Ma continuerà a chiamare l'orchestra CoCoPro di Pellegrini, vero? non lì lascerà soli...eh Mauro? Così preparato quel clarinetto! Un orecchio così raffinato per le audizioni! Lo porterà ancora a Ravello? D'estate ai bambini fa bene il mare...

Ma non so come faremo senza le sue vivaci interviste Mauro, come quelle storiche rilasciate a Luca Sommi allevato ai grandi eventi, ha preso tutto da lei! Bravo quel ragazzo...impara presto! Veri testi di studio in cui trasparivano le sue intuizioni artistiche da Sovrintendente di razza...se abbinate poi alle interviste passeggiando per la città con Pellegrini o alla autointervista del monegasco amico-agente, firmata Formica, celebrando Toscanini, gran pagina storica!...sono state una vera opera di giornalismo culturale, e poi le sue dichiarazioni illuminate alla fine dell'opera...come faremo senza le sue chiavi di lettura? Ma non avrebbe un altro suo fidato da raccomandarci...Valentin che ci consiglia? Come facciamo a diventar come Salisburgo o Bayreuth? Sono anni che molti vorrebbero...

Si stava costruendo un modello gestionale per il mondo musicale, un modello per tutti, non è vero? Quella formula ossimoro di orchestra stabile a chiamata...un colpo di genio, da sovrintendere! Non si fa a tempo a conoscere uno, che d'improvviso te lo mandano via! Tutta questa fatica in questi anni di studio, di dedizione...una città così sensibile, illuminata...

Ma per la fiera del lusso ci sarà? Realizzerà un programma lirico concertistico, tra le evoluzioni di elicotteri, jet, motoscafi, orologi 1000 carati e hotel a stelle cometa...gente che se ne intende quella! Gente che studia la musica degli euro da una vita, non gli si può dare un'opera da quattro soldi o metterli di fronte alla traviata! Non gli si può dare una lasagna riscaldata! Quelli voglion la duchessa! Mah!...Questa borghesia barocca così incline "al natio bisogno di porgere i polsi ai vincoli!" (Parma, 22/01/2008)

Luigi Boschi

vedi dossier Parmamusica

visita il blog: www.luigiboschi.it

Welfare Italia
23.01.2008 22:48

Redazione1
26.01.2008 21:40

PAESE SFILACCIATO E CHIESA BIIPOLARE
di Antonio V. Gelormini
l’Italia sarà pure un Paese sfilacciato, come dice il cardinale Angelo Bagnasco presidente della Cei, la Conferenza episcopale italiana, ma a leggere con attenzione quanto emerge dalle mosse e contromosse all’ombra della cupola michelangiolesca di San Pietro, siamo di fronte a una vera spaccatura bipolare che attraversa gli schieramenti delle gerarchie vaticane.
La cosa non è bella e a farne le spese è soprattutto il carisma di Benedetto XVI, che continua a sfoderare dolcezza nei sorrisi, fermezza nelle dichiarazioni ed incertezza nell’azione diplomatica, mentre tra i suoi generali volano autentiche sciabolate in punta di spada.
Sono in tanti ad aver storto le labbra sulla sovraesposizione mediatica del cardinale Ruini, nelle ultime settimane, e ad aver intravisto l’influenza dei suoi suggerimenti nell’ammonimento del Pontefice agli Amministratori di Roma e del Lazio in visita al Vaticano. Così come è risultata evidente l’ispirazione del cardinale Bertone nelle dichiarazioni chiarificatrici e riparatrici dei giorni successivi, con la sorprendente e totale inversione di rotta di ogni valutazione e di ogni analisi sui problemi della capitale.
Dopo la decisione di soprassedere all’invito della Sapienza, sono stati lo stesso in molti ad aver capito che la chiamata all’Angelus, di oltre 200.000 fedeli, rappresentava il primo tratto di un asse col cardinale Bagnasco e col ministro dimissionario Clemente Mastella, per dare il benservito al governo Prodi. Le dichiarazioni del capo della Cei sul Paese “ridotto a coriandoli” e la sintonizzata, nonché improvvisa, ritirata dal governo di Mastella, hanno di fatto sancito la sfiducia al premier e l’investitura di un nuovo interlocutore di riferimento al centro.
Alla luce di questo scenario, la lettera pastorale a separati e divorziati dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, assume il carattere di un accorato appello ai cuori sensibili, come quello di Pierferdinando Casini. Per riprendere in mano la situazione ed evitare che una deriva, dagli eccessi conservatori, possa prendere il sopravvento. E già si parla di Prodi 3, pericolo Pecoraro Scanio sventato, governo di responsabilità nazionale e recupero dell’Udeur. Con la benedizione, eminente e non troppo laica, del senatore Andreotti, che sornione afferma: “Non vedo clima di elezioni, Mastella ci ripensi. Non dimentichi la vecchia regola. Ogni Governo è peggiore di quello precedente”.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
26.01.2008 21:42
100 anni fa nasceva l'avventura Olivetti

CENTO ANNI FA NASCEVA L’AVVENTURA POLITICA, IMPRENDITORIALE E SOCIALE DELLA OLIVETTI
Communitas 2002 ha già fatto numerosi convegni sia sul tema della Responsabilità Sociale dell’Impresa, sia sui rapporti di Camillo con i socialisti del primo ‘900, proseguiti poi da Adriano con la fondazione del Movimento Comunità, cui Communitas 2002 si ispira.
L’inizio di questa avventura polico/industriale è iniziata 100 anni fa con la fondazione della prima fabbrica ad Ivrea nel 1908.
Il francobollo che celebrerà questo evento sarà presentato nel corso dell’ultimo convegno del ciclo LA REALTA’ DELL’UTOPIA. L’attualità di Adriano Olivetti che sarà incentrato sul rapporto tra Impresa e Politica, convegno che si terrà a Roma nella Sala delle Conferenze di Palazzo Marini (via del Pozzetto 158) il giorno 12 Febbraio 2008 con inizio alle ore 9.00.
Simona Giovannozzi
22 gennaio 2008
www.communitas2002.it

Redazione1
26.01.2008 21:44
Paese sfilacciato di A.V.Gelormini

PAESE SFILACCIATO E CHIESA BIPOLARE
di Antonio V. Gelormini

l’Italia sarà pure un Paese sfilacciato, come dice il cardinale Angelo Bagnasco presidente della Cei, la Conferenza episcopale italiana, ma a leggere con attenzione quanto emerge dalle mosse e contromosse all’ombra della cupola michelangiolesca di San Pietro, siamo di fronte a una vera spaccatura bipolare che attraversa gli schieramenti delle gerarchie vaticane.



La cosa non è bella e a farne le spese è soprattutto il carisma di Benedetto XVI, che continua a sfoderare dolcezza nei sorrisi, fermezza nelle dichiarazioni ed incertezza nell’azione diplomatica, mentre tra i suoi generali volano autentiche sciabolate in punta di spada.



Sono in tanti ad aver storto le labbra sulla sovraesposizione mediatica del cardinale Ruini, nelle ultime settimane, e ad aver intravisto l’influenza dei suoi suggerimenti nell’ammonimento del Pontefice agli Amministratori di Roma e del Lazio in visita al Vaticano. Così come è risultata evidente l’ispirazione del cardinale Bertone nelle dichiarazioni chiarificatrici e riparatrici dei giorni successivi, con la sorprendente e totale inversione di rotta di ogni valutazione e di ogni analisi sui problemi della capitale.



Dopo la decisione di soprassedere all’invito della Sapienza, sono stati lo stesso in molti ad aver capito che la chiamata all’Angelus, di oltre 200.000 fedeli, rappresentava il primo tratto di un asse col cardinale Bagnasco e col ministro dimissionario Clemente Mastella, per dare il benservito al governo Prodi. Le dichiarazioni del capo della Cei sul Paese “ridotto a coriandoli” e la sintonizzata, nonché improvvisa, ritirata dal governo di Mastella, hanno di fatto sancito la sfiducia al premier e l’investitura di un nuovo interlocutore di riferimento al centro.



Alla luce di questo scenario, la lettera pastorale a separati e divorziati dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, assume il carattere di un accorato appello ai cuori sensibili, come quello di Pierferdinando Casini. Per riprendere in mano la situazione ed evitare che una deriva, dagli eccessi conservatori, possa prendere il sopravvento. E già si parla di Prodi 3, pericolo Pecoraro Scanio sventato, governo di responsabilità nazionale e recupero dell’Udeur. Con la benedizione, eminente e non troppo laica, del senatore Andreotti, che sornione afferma: “Non vedo clima di elezioni, Mastella ci ripensi. Non dimentichi la vecchia regola. Ogni Governo è peggiore di quello precedente”.



(gelormini@katamail.com)

Redazione1
26.01.2008 21:55
La mia povera nonna di C. Porta

LA MIA POVERA NONNA LA GH'AVEVA
di Carlo Porta

La mia povera nonna la gh'aveva
On vignoeu arent ai Pader Cappiscin:
el guardian ghe le benediseva:
i soeu fraa beveven mezz el vin.

La nonna in del morì la me diseva:
Te lassi sto vignoeu, el mè Frnzeschin;
s'el voeur bev el guardian lassa ch'el beva:
usellin tira a casa el porscellin.

Quand ecco tutt a on tratt Napoleon
El dà ona soppressada ai fratarij.
S'ciavo suo, sur vin, la protezion.

Credeva de fann pù nanch on boccaa:
inscambi mò hoo impienii tucc i vassij,
inscambi hoo bevuu anch quell che dava ai fraa.

Eppur in sti agn pasaa
Gh'avarev giugaa el coo che senza lor
No scusavem né nun né nost Signor!

Redazione1
1.02.2008 22:19
Marini. Da lupo della marsica a lupo mare

DA LUPO DELLA MARSICA A LUPO DI MARE
di Antonio V. Gelormini
Con un Presidente della Repubblica proveniente dalle storiche fila della sinistra riformista, l’incarico per un governo, seppur “finalizzato”, che provasse a verificare la possibilità del varo di una nuova legge elettorale, non poteva che essere assegnato all’altra metà dell’universo politico del neo-Partito Democratico.
Oltretutto, era da tempo che un impegno contratto dallo stesso Massimo D’Alema, con l’allora segretario del PPI Franco Marini, aspettava l’occasione propizia per essere saldato. Il Presidente di Palazzo Madama, nell’accettare l’incarico, si è detto consapevole del compito gravoso e della necessità di essere rapidi nonché decisi. E da buon alpino abruzzese si è ripromesso di avere: “D’aquila penne e ‘ugne’ da leonessa”.
Gli effetti non si sono fatti attendere. Non era ancora calata la mezzanotte, che le prime novità sopraggiungevano da casa Udc. I senatori centristi Bruno Tabacci e Mario Baccini lasciano Casini e Buttiglione, per dar vita alla Rosa Bianca, in attesa di poter incrociare altre flotte in cerca di rotta. In particolare, le torpediniere di Savino Pezzotta e i dragamine di Antonio Di Pietro.
Tra appuntamento referendario, scomposizioni e ricomposizioni in vista dell’unanime reclamo di una nuova legge elettorale (anche la Corte Costituzionale ha detto che quella attuale e quantomeno “carente” e presenta presupposti per vizi di legittimità), contestazioni sociali in atto e scadenze internazionali di estrema delicatezza, c’è da affrontare un mare aperto ricco di insidie e imprevisti.
In tempi di questa fattura le sole buone intenzioni non bastano. Tocca ai fuoriclasse fare la propria parte. Il fatto relativamente nuovo, allora, è che il binomio di ferro torna in campo, magari anche per tenere in rotta un Partito Democratico alquanto insubordinato. L’approvazione di Walter veltroni è nei fatti.
Con l’investitura istituzionale, ricevuta da Giorgio Napolitano, la traversata assume tutt’altro aspetto. Difficile, perigliosa, ma non impossibile. La tenacia dell’alpino Marini ha ritrovato una sponda fidata. Sa di poter contare anche sull’esperienza e l’abile uso delle vele del nocchiero D’Alema. E vuoi vedere che alla fine da “lupo della Marsica” non possa diventare anche lui “lupo di mare”?
(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
1.02.2008 22:19

Redazione1
1.02.2008 22:27
L'albero della cuccagna di L.Boschi

L'ALBERO DELLA CUCCAGNA
A noi risulterebbe confermato il buco di bilancio del Teatro Regio di 2.500.000 di Euro; Pellegrini, Maghenzani, potreste confermarci i dati? Sindaco Vignali, in qualità di commercialista professionale, come rappresentante dei cittadini, come Presidente della Fondazione Teatro Regio nonché Presidente della Fondazione Parma Capitale della Musica, potrebbe dirci come sono messi i conti della partita doppia musicale? Sovrintendente Meli, dai suoi trentamila euro mese, vorrebbe darci la sua versione?

Come mai, vista la qualità propagandata, l'Unitel, tra le più importanti case di produzione audiovisive mondiali di musica classica e il produttore Mario Dradi hanno rescisso, dopo il flop dell'Otello del 2007, il contratto stipulato con voi fino al 2013 per le produzioni verdiane? A quanto ammontava il contratto milionario di coproduzione?

Visti i dati che sempre abbiamo puntualmente rilevato, mai smentiti, vorremo ora fare un po' di conti con il "benessere economico" della musica parmigiana, recentemente sotto osservazione anche da altre testate. Aldilà di articoli di propaganda locali e non, ormai tutti sanno come stanno le cose, soprattutto gli addetti ai lavori...l'omertà però è anche musicale...purtroppo!!

Sembra che la "compagnia delle opere" Maghenzani e Pellegrini, rispettivamente ex Radio Popolare e Rifondazione Comunista (dopo la caduta del muro l'ideologia del guadagno conquista tutti!), che utilizza il marchio Orchestra Teatro Regio da tempo in modo molto disinvolto (potreste rendere noti, visto che si tratta di patrimonio collettivo, quali sono i termini temporali ed economici della concessione?), chieda alla Fondazione Teatro Regio il corrispettivo di 150 Euro al giorno per ogni professore d'orchestra impiegato per le esigenze del Teatro.

Il "gatto e la volpe", per elaborare il campo dei miracoli, retribuiscono 7 o 8 prime parti con remunerazioni correnti e il 90% degli orchestrali "a chiamata", 60 euro netti che conteggiando la piena remunerazione di tutti gli altri oneri e contributi ENPALS (ma spesso non è stato così), produrrebbe un costo di 105 euro al giorno pro capite. Ma sappiamo che qualche distrazione è stata fatta, (vedi multa ENPALS di oltre 50.000 Euro, sembra attenuata grazie agli improvvisi cali di memoria), e ciò significa che il costo di ogni singolo musicista è stato spesso inferiore visto che almeno fino al 2005, in regime di associazioni non profit, i musicisti venivano dichiarati al minimo contributivo, 42 euro lordi, e nemmeno per tutti i giorni di lavoro. Comunque il ricavo per la vendita delle prestazioni musicali è di almeno 45 euro a testa che, moltiplicato per una media di 60 professori, è pari a un guadagno per la srl "Maghenzani Pellegrini & C." di 2.700 Euro a giornata. Ammettiamo che l'Orchestra lavori circa 160 giornate anno, è presto fatto l'albero della cuccagna: 432.000 euro (circa 842 mln di lire). Questo se fosse tutto regolare, ma viste le note vicende, molto spesso la srl "Maghenzani Pellegrini &C.", pagando solo 60 euro a professore e un contributo spese non tassabile, si troverebbe un guadagno di 60/70 euro cad che incrementano sensibilmente il risultato economico, ovviamente anche in nero. Questa seconda ipotesi si evince non solo dalla mega multa inflitta dall'ENPALS, ma da cause e rilevazioni presentate da numerosi musicisti in questi anni, spesso, si deve purtroppo dire, non adeguatamente supportati dal sindacato.

A noi risulterebbe infatti che vi sia stato il mancato versamento dei contributi per numerosi professori per cui alcuni hanno perso anche l'indennità di disoccupazione ed inoltre è nota la litigiosità, il malcontento che serpeggia all'interno della compagine...il turnover è una pratica acclarata. Purtroppo bocche cucite per la pagnotta!! O ti va bene così o vai: vedi Buzi! Ma lui se ne è andato!...con coraggio e lasciando, seppur giovane, una sua impronta!

Visti i risultati della sorveglianza musicale, sembrerebbe ora che la nota srl "Maghenzani Pellegrini" avrebbe chiesto alla Fondazione Teatro Regio un aumento da 150 a 170 euro per ogni giornata lavorativa di ciascun professore. Questo ovviamente per aumentare i compensi percepiti dai musicisti...E' vero? Quale nota ci dà in proposito il clarinetto (Pellegrini) del Fantasma dell'opera (Maghenzani)?

Sorge spontanea una domanda: con quale diritto, per quali meriti, una Fondazione di partecipazione pubblica ha consentito prima ad associazioni onlus, ora a una srl, di fatto di due persone, di incassare un valore aggiunto di oltre 432.000 euro anno, derivante anche da risorse pubbliche, senza aggiungere qualità artistica, musicale, organizzativa, ma "caporalato musicale". Ancor più grave è sapere che all'interno della Fondazione ci sono esperienza e competenze per svolgere l'attività di organizzazione artistica di un complesso orchestrale.

A questo punto vorremo sapere quanto costava l'Orchestra Toscanini al Teatro Regio quando partecipava alle sue produzioni, poiché non ci sembra che le cifre che il Teatro Regio paga alla srl del "noto duo parmigiano" siano molto diverse dall'utilizzo di una orchestra stabile, come la Toscanini, che applica il contratto collettivo nazionale del lavoro e di cui è socio anche il Comune (pur se inadempiente da qualche anno per il mancato versamento delle quote associative).

Esìmi rappresentanti della cultura musicale di Parma ben remunerati, vorreste risponderci e darci lumi? Vorreste dirci quali erano i costi e i contratti con la Toscanini all'epoca di Baratta? Giusto per valutare il vantato risparmio!

Anche nella Toscanini il buco che avevamo denunciato unitamente ad altri (Fiorani CISL) si è rivelato poi vero, in particolare per l'utilizzo improprio di risorse della stabile per la Filarmonica di Maazel...e pensare che l'allora Presidente De Rosa eludeva le risposte alle mie denunce con pretesti formali: ciò la dice lunga su questi circhi Barnum.

Non è che con le orchestre ci si "viaggi"? Quando ci darete trasparenza informativa? Vignali, Ronchi, Villani coraggio!! Anziché rimbeccarvi in sterili e stucchevoli polemiche di fazione, "come le nere trame di stecchite piante", dateci i dati!! Villa ci racconti...lei sa!!

Purtroppo, come al solito, è la cultura al servizio del burocrate, che la banalizza e l'utilizza per propri scopi! Pascoli: "E' l'estate fredda dei morti" (Parma, 30/01/2008)
Luigi Boschi
vedi dossier Parmamusica
visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
4.02.2008 22:35
Non posso cederci di A.de Porti

NON POSSO CREDERCI, MA SE SARA’ COSI’, NON PIANGETE ED ARRANGIATEVI, CARI ITALIANI !
Il problema, diciamolo tutto e per intero, sta nel cervello degli Italiani nel caso che ritorni al governo Berlusconi.
Infatti,
- se essi non hanno ancora capito che si andrebbe al voto con una legge definita “PORCATA” dallo stesso governo Berlusconi, per bocca di un suo ex Ministro Calderoli, ideatore della legge stessa;
- se essi non hanno ancora capito che fino all’altro ieri erano divisi su tutto: Casini contro Belusconi, Fini contro Berlusconi, mentre Bossi doveva far di necessità virtù, stando attaccato a Berlusconi su di un filo di ragnatela, pena l’annientamento della Lega;
- se essi non hanno ancora capito che ora si sono riuniti solo e soltanto per non perdere la poltrona;
- se essi non hanno ancora capito che, proprio grazie al governo Prodi, l’Italia sta partendo rimettendo in sesto il disastro lasciato dal centro-destra, ciò sta a significare che il loro indice di capire è ai minimi livelli.
Avranno pertanto il governo che si meritano.
Svegliatevi, svegliatevi, svegliatevi !
Io amo essere schietto, nel rispetto della legalità e delle leggi che non ritaglio certo su…misura. Come andare dal sarto.
ARNALDO DE PORTI

Redazione1
3.03.2008 10:44
Elezioni in Russia, un miracolo di U.Montecchi

Carissime e carissimi amici e compagni,
le urne del colosso RUSSIA hanno dato questi risultati elettorali :

a) Partecipazione al voto : circa il 65% dell'elettorato dai popoli che vivono nella Confederazione , dall'Europa , fino a quelli operanti da Vladivostok fino all'estremo circolo polare Artico.

b) Il Partito di Putin ha ottenuto il 69% del voto dei cittadini attivi
politicamente..

c) Il Partito Comunista della Russia , erede dei Soviet, ha raggiunto il 20%
dell'elettorato : dato abbastanza importante ed omogeneo in tutto il vasto
territorio della Confederazione Russa.

d) Nella Duma entrerà anche il Partito della destra con un circa il 10%.

Attenzione : questi risultati sono straordinari specie in un Paese dove tutti i mezzi di comunicazione di massa sono in mano di chi ha il potere a Mosca.....!

Cordialità da Ugo Montecchi già dirigente della FIOM e della Camera del Lavoro di Genova.

Welfare Italia
3.03.2008 10:44

Redazione1
3.03.2008 10:52
Applicare i diritti umani di Fabrizio Agostino

DIRITTI UMANI: APPLICARLI PER AVERE UNA VITA PACIFICA E RISPETTOSA
I VOLONTARI DI GIOVENTU' INTERNAZIONALE PER I DIRITTI UMANI IN VIA DEL CORSO PER LA DIVULGAZIONE DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DELL'ONU
Roma – Non discriminare. Sull'importante articolo della Dichiarazione dei diritti umani che riguarda anche la libertà di pensiero e di religione è improntata la campagna in difesa dell'informazione sulla Dichiarazione Universale prevista per domani domenica 2 marzo, a Roma, nella centrale via del Corso a partire dalle 18. I volontari di Gioventù Internazionale per i Diritti Umani, supportati dal Dipartimento dei Diritti Umani della Chiesa di Scientology, distribuiranno copie della Dichiarazione Universale ed i biglietti da visita con gli indirizzi web per firmare la petizione on line da presentare al Presidente della Repubblica ed al Parlamento italiano affinché la Dichiarazione Universale sui Diritti Umani venga divulgata e spiegata in tutti gli istituti scolastici del territorio nazionale.
I link alla petizione per la petizione on line:
www.youthforhumanrights.org
www.nsoe.com
www.dirittiumanietolleranza.org
Come ha osservato filosofo e umanitario L. Ron Hubbard, "I diritti umani devono diventare una solida realtà, non un sogno idealistico

affaripubbliciroma@tiscali.it
FABRIZIO D'AGOSTINO
339.89.61.401

Redazione1
3.03.2008 10:55
Storie di droga di V. Andraous

CONGEDARSI DA QUESTE STORIE ANONIME NON E’ FACILE
Lutrec non c’è più, lo hanno trovato privo di vita, riverso sul ciglio della strada, con la siringa nella vena e gli occhi grandi spalancati.
Questa assenza è un dolore che lacera in profondità, perché si tratta di una persona conosciuta, un giovane con tante capacità al fondo recintato delle apparenze.
Lutrec l’ho conosciuto anni fa in un oratorio, aveva 13 anni, tosto al punto giusto da farmi rammentare l’acqua ferma del lago dietro casa, uno scoglio e un ragazzino, una storia anche quella amara, ma in una vita tutt’ora nella ricerca mai stanca di un aggrappo da consolidare, da condividere e consegnare, per resistere alle proprie derive.
Ricordo bene i sussurri, i bisbigli nei riguardi di Lutrec, un presente senza passato, storpiato da chi ha meno, da chi ha poco, da chi ha nulla, come se essere nato con le dita strette a pugno, fosse già condanna, più ancora di una madre che non c’è, di un padre in galera, di un fratello che si fa coinvolgere sempre più spesso dagli spiccioli facili.
Quel giorno ritornando a casa pensavo: destinazione vicolo cieco, mentre una strana sensazione mi aggrediva alle spalle.
Noi, il mondo adulto, così presi dai medagliamenti, dai lavori in corso per ricollocare i luccicanti curriculum, ci siamo disposti in cerchio per consigliare Lutrec, ognuno a fare valere le proprie ragioni, nessuno ad ascoltarlo veramente.
Il piccolo duro se n’è andato giovane, e questo silenzio non rende meno opprimente il carico delle responsabilità, per non essere riusciti a tracciare un percorso di promozione umana, ove riconoscere caratteri emancipanti, aiutando Lutrec a passare da una posizione di rincalzo a una da protagonista della propria crescita personale.
Non è possibile accettare il rifiuto di vivere da parte di un adolescente, senza lottare, insieme, accettarne la resa, prima ancora d’aver iniziato a sognare, prima ancora d’esser stato scalciato da una buona fatica.
Genitori, insegnanti, educatori, impegnati anche con ciò che non vorremmo, con ciò che accentua la nostra incapacità a farci i conti, ma forse quel che è un sogno, sovente è un lamento pietoso, il tentativo di salvare dal proprio destino chi è ripiegato su stesso come Lutrec, a gambe divaricate in mezzo al piazzale dell’oratorio, a sfidare il mondo nei pochi metri di periferia, nei residui di tempo che sta inesorabilmente scemando, senza far rumore, senza dare fastidio.
Congedarsi da queste storie anonime non è facile, per farlo occorre che quel sogno nel petto di ognuno non faccia mai arrendere la volontà a continuare ad allungare la mano in una presa forte, perchè leale, dove l’attenzione sia più tenace dei fallimenti che pure interverranno, più ostinata del cieco apparire.
Lutrec e l’incontro con il vicolo cieco, quello che non fu per scelta, ma corrisposto all’età del fuoco che brucia senza scintille d’avvertimento.
Proprio da questo capolinea di ogni speranza, occorre riconsegnare alle differenze generazionali gli strumenti di difesa per non cadere nella delusione, scandagliando il cuore senza ipocrisie, perché per reggere l’urto delle difficoltà, don Enzo Boschetti ci ha lasciato detto: si educa e si rieduca solo con l’amore a la fiducia.

Vincenzo Andraous
Pavia 2 marzo 2008

Redazione1
4.03.2008 23:17
Frammento di vita ,Beautiful Day . di L.Boschi

Frammento di vita ,Beautiful Day .
Che senso ha fare politica oggi?... Il rappresentante politico? Ridicoli e faziosi portabandiere...Tu li vedi questi qui, mezze cartucce che si pavoneggiano a risolutori di problemi sociali!... e producono luoghi invivibili!...venditori di fumo per accalappiare una poltrona da far fruttare...in mille sedi e in mille modi... realizzatori di skyline abominevoli... Furfanti, affaristi, mentitori anche a se stessi... imbrattacarte e perditempo... inutili al genere umano... produttori di una faraonica, elefantiaca burokratia divenuta una cloaca... una discarica putrida di consorterie. Non abbiamo bisogno di rappresentanti, non abbiamo bisogno di voi ladri! Ma cosa pensate di essere? Miserie... facenti parte di ridicoli circhi barnum... mediatori del niente. Servitori di interessi. Siete parte di un sistema morente... Avete ostacolato e reso impossibile il futuro... avete costretto i cervelli ad andarsene! Un mondo che non ha più bisogno di voi, costosi e inutili farabutti.
Ti chiedi a volte cosa ci stai a fare... come è possibile convivere con questi qui... Preferibile estraniarsi!... la vita li trascende... Quando li vedi in faccia...che facce! Hanno impresso tutto il loro percorso...
Ogni circuito, laddove funziona, è per meriti del singolo, di colui che si è dato un impegno etico, che ha voluto dare un senso alla sua vita, capace di contaminare con il suo agire di "ingenua perizia" la vita e il microcosmo con cui interagisce... con il suo dono rende felici chi la felicità ha perduto o l'ha smarrita, chi si ricerca in altro dalla putrescenza. Persone che donano la vita per una impresa epica, non per un becero servilismo, non per la ricchezza, ma per il senso... spesso vessati e intralciati da queste nullità del consenso.
Perdiamo il rappresentante politico, che vada a farsi fottere!... ricerchiamo l'uomo, la donna, il ragazzo. Ognuno di noi si dia quotidianamente a produrre bene comune, qualità di vita, responsabilità etica imprenditoriale. Ognuno ricerchi con un impegno altruistico un senso per la sua vita.
Quando vado ai Consigli comunali, a quelli provinciali, quando sento parlare nelle riunioni politiche o pseudo tali... i talk show... io mi chiedo a cosa han ridotto la politica... ma non si sentono? Non si vedono? Hanno il coraggio di risentirsi il giorno dopo... i loro sorrisini, le loro frasette, il loro accavallar le gambe... le loro finzioni... quando fra dieci, vent'anni si rivedranno, si sentiranno... queste macchiette!... verranno visti come idioti... loro in questa scatola video che li accomuna... una scatola di merda nazional popolare pagata... da un ignaro ascoltatore che si fa sedurre, istigare, comandare, formare, governare, alimentare, addormentare, intrattenere....e mentre stanno lì a guardare questo mondo beota, perdono la vita, perdono la felicità, perdono l'amore.
Un mondo che non sa più amare, non riconosce più i sentimenti, non vive più, disabitati che galleggiano, annaspano nelle mire mediatiche proposte. Tavolate di donne acide, di uomini volgari, la violenza che imperversa... una decadenza che si manifesta ad ogni gesto ad ogni istante... una incapacità del viversi insieme. Tutti a foraggiare con il liquame il loro orticello contaminato e radioattivo... tutti a coltivarsi idiote speranze perdute... tutti a stroncare con le loro furberie l'altro... tutti a fottersi la vita l'un con l'altro in una pornografia conformistica giornaliera...che li rende sempre più poveri e consenzienti. Un mondo che ha perso il vero, ricerca solo il falso.
Ognuno produca nel miglior modo che può, con il massimo impegno, il suo frammento di vita... e sarà anche nella sua semplicità un gesto artistico, unico, vero... il mondo gliene sarà grato. E' nei frammenti che si ricostruisce la vita. E' nella qualità individuale, nella tenuta etica, negli istanti di vita che si ricostruisce la polis distrutta da bande di gangster, lacerata da questa finzione politica. Dimenticateli!! Ignorateli questi famelici divoratori di umanità che rilasciano esangue, preda di zombies. (01/03/2008)
Luigi Boschi

Redazione1
8.03.2008 11:46
Vedo grande entusiasmo di V. Bertazzini

Vedo con grande soddisfazione che sta ritornando l'entusiasmo.
E spero anch'io tanto, tanto, tantissimo, che si arrivi a rigettare indietro il cavaliere, con tutti i suoi lacchè e
acquisti vari.
Sono perfettamente d'accordo con le motivazioni da dare agli elettori e, soprattutto, alla opportunità di non
aggiungerne di quelle che potrebbero manifestarsi controproducenti.
Tra le più pericolose, a mio avviso, sarebbe la insistente sottolineatura della lotta all'evasione fiscale.
Da realizzare, intendiamoci (sono un pensionato con alle spalle 40 anni di lavoro dipendente) e anche
potenziare, se e quando ritorneremo al governo.
Ma è molto meglio che Veltroni, e gli altri che faranno campagna elettorale, usino in materia fiscale lo slogan
già felicemente pronunciato dallo stesso Veltroni: "non pagare tutti per pagare meno, ma pagare meno per pagare tutti".
Perchè dico questo.
Molto semplice.
Ricordo come sono andate le cose negli ultimi giorni della sfortunata campagna elettorale, che ci ha fatto
"vincere" sulla carta per pochissimi voti, ma perdere di fatto elezioni che fino a pochi giorni prima ci "vedevano"
in vantaggio di diversi punti percentuali (e stravinto da poco le elezioni amministrative ed europee)
Cosa era successo in questi ultimi giorni.
Era successo che Prodi e altri della compagine del centro-sinistra avevano imprudentemente tirato in ballo,
appunto, la lotta all'evasione fiscale e altre delicate questioni riguardanti l'imposta di successione (questultima
addirittura ridicola anche per il suo scarso peso effettivo in termini di gettito fiscale)
Ora dobbiamo fare al riguardo una ulteriore e più approfondita analisi politico-elettorale.
Il Partito Democratico sta andando da solo alle elezioni e se si vuole vincere è chiaro che deve battere il PDL di
Fini e berlusconi per prendersi il premio di maggioranza.
Ciò vuol dire che, non potendo Veltroni contare sulla sinistra dura e pura che va per conto suo (mossa a mio
avviso intelligente e necessaria) deve puntare tutto sulla conquista di quella fascia di elettorato "volatile"; che
era volato, appunto, nelle precedenti elezioni all'ultimo momento, dalla parte di berlusconi, mossa verosimilmente anche dalle suddette esternazioni di carattere fiscale.
Dove possiamo individuare, infatti, questa particolare fascia di elettori "volatili", se non tra i così detti "moderati
di centro"? (dove "centro" sta a significare: ne di qua ne di là, o, indifferentemente: o di qua o di là)
E dove troviamo questi moderati di centro, se non, almeno per una buona maggioranza, tra commercianti,
artigiani, mini industriali, liberi professionisti, ecc.? tutta gente che, magari anche con certe buone ragioni, come parli di fisco e di possibili finanzieri in casa, si prendono l'orticaria e voterebbero il diavolo pur di scongiurare l'ipotetico "pericolo".
E concludo ribadendo insieme sia il concetto che il suggerimento.
Avanti con la lotta all'evasione fiscale, se e quando ritorneremo al governo.
Veltroni: avanti con lo slogan NON: PAGARE TUTTI PER PAGARE MENO, MA: PAGARE MENO PER PAGARE TUTTI. E non parlare di lotta all'evasione. O parlane, dove e quando serve, sottovoce.

E DIAMOCI TUTTI DA FARE!

Ciao a tutti

v.bertazzini

P.S. potrei anche porre qui a voi la domanda:
da dove potrebbero verosimilmente arrivare i "NUOVI" voti utili a vincere le elezioni sotto la
spinta di una pronunciata " lotta all'evasione fiscale".

Redazione1
8.03.2008 15:40
Scontro nell'Arcobaleno sulle candidature di U.Montecchi

Carissime amiche e compagne, amici e compagni di tutte le sinistre,

oggi sul Secolo XIX il compagno Mino Ronzitti (Presidente del Consiglio Regionale della Liguria ) scende in campo sulle "candidature", con una pepata intervista, commentando lo scontro in atto tra l'Arcobaleno locale ed i dirigenti nazionali di questo nuovo raggruppamento della Sinistra.

Ronzitti ha molte ragioni sia per la critica al metodo decisionistico, assunto dal gruppo dirigente nazionale, inerente le scelte : le candidature, " tutte calate dall'alto" con inclusioni ed esclusioni ............. attraverso misteriosi criteri.....! ) , nonchè per il livello, la qualità e la natura di classe ( " conquista " di nuovi potenziali voti per l'Arcobaleno " ) dei compagni/e che attualmente sono candidati in LIGURIA per la lista-Arcobaleno .
Tutto questo, a poche settimane dal voto, ha suscitato una vera "bagarre" e proteste di molti compagni/e dirigenti dei Partiti che hanno dato vita a Genova a questa nuova formazione politica.
Ma vorrei , dato che non è la prima volta, anticipando di molti mesi Ronzitti, alcune di queste critiche nei confronti delle scelte politiche di fondo assunte dalla neo-formazione Arcobaleno , dire la mia su quello che presumibilmente potrà accadere "durante" la campagna elettorale e, soprattutto, " dopo " il voto politico del 13 -14 Aprile .

1°) Questa " bagarre" ( corredata con scioperi della fame e della sete di natura "radicaleggiante") sulle candidature avrebbe dovuto essere accompagnata da integrazioni, precisazioni , sottolineature di natura prioritaria e programmatica : per esempio, sul volantone dei 14 punti del programma elettorale , non c'è nulla rispetto a quello che si vuol fare, con lotte appropriate, per i pensionati, i disoccupati ed i lavoratori dipendenti nei "primi cento giorni" della nuova legislatura.
Ovviamente indipendentemente da che vincerà le elezioni con tanto di premio di maggioranza....!

2°) E' profondamente inaccettabile che il gruppo dirigente nazionale si sia comportato in questo modo con un metodo del " dividi et impera" : infatti come mai ,quelli che sono stati prescelti " da Roma ", in presenza di altri compagni "arcobaleni" che protestano, non si sono ancora ritirati rimettendo le scelte definitive dopo una doverosa discussione di merito ....? Dove è andata a finire la tanto conclamata "partecipazione" dal basso e il tanto denigrato "centralismo democratico" del vetero-comunismo del P.C.I. ?
3°) Questi atteggiamenti e comportamenti segneranno negativamente tutta la campagna elettorale ( che di fatto non si farà sui contenutio programmatici ma al contrario si svolgerà tutta ripiegate sulle beghe personali, cioè su di un fuilm già visto...! )

4°) Ronzitti , in modo appropriato, in questo marasma dell'Arcobaleno , ha evocato un fatto storico e drammatico della storia d'Italia: la sconfitta subita a Caporetto dall'esercito dell'italietta monarchica di Vittoro Emanuele III e degli interventisti fascisti della prima ora .
Sottolineo che, come in quel tempo , il buon senso prevalse e fece decidere al Governo di sostituire quasi tutto lo Stato maggiore dell' Esercito Italiano : oggi , pertanto, si dovrebbe mandare un chiaro messaggio ai dirigenti nazionali dell'Arcobaleno che una sorte analoga sarà loro destinata se non daranno una salutare mossa democratica.
Con ciò non vorrei fare il mena-gramo ma i problemi del Paese, e soprattutto del Mondo del lavoro , sono di una gravità tale che non possiamo ridurci allo scadimento in inutili e paralizzanti faide .

Cordialità da Ugo Montecchi già dirigente della FIOM e della camera del Lavoro di Genova.

Redazione1
8.03.2008 15:41
Lettera aperta a Tina Anselmi

On.le Tina Anselmi,
Già Presidente Commissione inchiesta
Loggia Massonica P2 di Licio Gelli
Carissima on. le Tina Anselmi,
noi ci conosciamo da…molti decenni e, molto probabilmente, alla nostra età, si fatica a focalizzare il volto dei numerosi amici. Per me è più facile in quanto Lei-Tu sei nota ovunque.

Sono un ex funzionario di una banca nazionale e giornalista.

Le chiedo. Perché non rispolvera il discorso P2 di Licio Gelli, proditoriamente insabbiato da qualcuno che ne aveva interesse, per far capire all’elettorato che Berlusconi, già tesserato P2 al n. 1816, ora vorrebbe fare dell’Italia una specie di associazione massonica, con presidenzialismi vari e sottrazione del voto ai cittadini, imponendo i nomi direttamente dalle segreterie dei partiti ?

Un bel intervento sul Gazzettino o altro giornale nazionale, secondo me, non guasterebbe alla nostra causa.

A meno che non si voglia abdicare alla tragedia berlusconismo.

Che ne dice ?

Un cordiale abbraccio, ed auguri per la Festa di oggi.

ARNALDO DE PORTI

Cell. 360-877908

dearstern@hotmail.com

Redazione1
8.03.2008 15:43
Donne appassionate di Cesare Pavese

Donne appassionate di Cesare Pavese
Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti,lungo l'acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant'è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all'aperto, nel lenzuolo raccolto.

Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.

Quell'ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perchè gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.

(Cesare Pavese)

Tantissimi auguri per uno splendido 8 marzo di festa, di ricordo e di speranza.

La presidente Alessia Potecchi e il Consiglio Direttivo del Circolo W. Sabbadin

Redazione1
8.03.2008 15:45
Azione concrete contro la droga

Azione concrete contro la droga: i volontari di "Dico No alla droga" impegnati domani nella rimozione delle siringhe alla stazione metro Monti Tiburtini
ROMA - Secondo l'Osservatorio del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell'Asl di Milano i consumatori di cocaina aumenteranno in Italia del 40% rispetto al 2007; del 20-30% aumenteranno i consumatori di cannabis, invertita anche la tendenza dell'eroina che, per la prima volta, viene segnalata in aumento con l'ipotesi che i consumatori aumenteranno nel triennio 2007-2009 tra il 10-20%. Dati che ribadiscono la necessità di fare più informazione sulle droghe, che non a caso appartengono alla famiglia dei "veleni", e per mettere l'attenzione su questo problema i volontari di "Dico No alla droga, Dico Sì alla vita", la campagna contro la droga promossa dalla chiesa di Scientology di Roma, saranno impegnati domani mattina, domenica 9 marzo, a partire dalle 11, nella rimozione delle siringhe abbandonate alla stazione della metropolitana Monti Tiburtini.
Verranno inoltre distribuite copie degli opuscoli "la verità sulle droghe".
Dico no alla Droga si ispira sin dal 1986, anno della sua nascita, alla frase del filosofo ed umanitario Ron Hubbard: "Le droghe privano la vita dalle gioie e dalle sensazioni, che rappresentano comunque l'unica ragione per vivere".
FABRIZIO D'AGOSTINO
339.89.61.401
affaripubbliciroma@tiscali.it

Redazione1
8.03.2008 22:09
diritti e doveri di d. d'antonio

diritti e doveri
L'assoluto non esiste, ci dicon gli scienziati e con buona probabilità occorre tener conto di questo principio ogni volta che produciamo un pensiero.

Con questa massima in mente è già più facile comprendere che, se nei, e per quei, Paesi ancora in via di sviluppo sociale occorre ancora concentrarsi sulla necessità di attribuzione dei fondamentali diritti umani, nei, e per quei, Paesi come il nostro già abbondantemente sviluppati sotto molti punti di vista, occorre, sì, completare il lavoro sui diritti ma anche porre rimedio ad una imperdonabile pressoché totale mancanza di consapevolezza della necessità di farsi ognuno carico di altrettanti doveri.

Tutto è relativo, dice un importante principio di riferimento, mentre un altro principio dice con ancor maggiore chiarezza che nel procedere occorre equilibrio, altrimenti si finisce per cadere.

Uno dei doveri che urge maggiormente giunga alla luce della pubblica attenzione, ristabilendo così almeno in piccola parte un indispensabile equilibrio tra diritti che vengono chiesti e doveri che responsabilmente non possiamo non offrirci di osservare, viene così proprio oggi, Festa della Donna, presentato da una donna nell'intervento che segue.

I migliori saluti,

danilo d'antonio
laboratorio eudemonia

Redazione1
9.03.2008 21:13
Qunado i giornalisti preferisco tacere di L.Boschi

QUANDO I GIORNALISTI PREFERISCONO TACERE E FAR FINTA DI NIENTE
Ritengo molto grave che nessun giornalista della stampa e tv locale di Parma abbia voluto dedicare un po' di attenzione a quanto sta avvenendo all'Unità residenziale per disabili del Don Gnocchi dopo la pubblicazione sul blog e la diramazione via mail del mio breve articolo "Un saggio di civiltà parmigiana al Don Gnocchi". Nessuno che si sia voluto informare, che abbia chiamato quei ragazzi che giornalmente subiscono vessazioni da una ignobile dirigenza. Lo ritengo imperdonabile che chi è senza sindacato, senza organizzazioni di tutela, sia anche dimenticato. Perché le loro proteste per l'insipienza e la prepotenza di una malaugurata dirigenza non sono rese note alla città? Facciamo in modo che Parma non sappia, grazie al vostro mutismo! Fa comodo non far sapere cosa viene fatto alle spalle di chi non ha voce e deve convivere a vita con una grave malattia invalidante. E' una vergogna che nessun media abbia prestato a questa loro protesta, da me raccolta per caso e successivamente divulgata, attenzione!

Certo per la logica delle vendite è più importante e fa più notizia la ex moglie che cerca di evirare con un morso l'ex marito! Io invece credo sia molto più grave che un dirigente, pagato per adempiere al suo ruolo, tra cui rendere una vita meno amara a coloro che sono costretti per malattia degenerativa su una carrozzina, si permetta di minacciare e aggredire verbalmente un disabile!... E fare con lui la voce grossa!

Non è la prima volta che fatti del Don Gnocchi mi vedono impegnato a scrivere e ad adoperarmi perché le proteste siano ascoltate. Circa quattro anni fa alcuni ragazzi disabili ebbero il coraggio di esternare ciò che non andava e io mi adoperai e li aiutai per far conoscere e divulgare presso le sedi competenti (anche a Mario Tommasini che rimase incredulo!) e alla stampa ciò che stava accadendo. Dopo quelle numerose comunicazioni rese pubbliche tra i ragazzi disabili e la direzione, mi pare che un dirigente e un educatore furono allontanati e qualcosa cambiò in meglio nella gestione della residenza.

Ora si specula sulla assistenza, sul loro cibo, sul come possono viversi la loro convivialità quotidiana... cose di poco conto rispetto alle pagine di propaganda da riempire tutti i giorni con veline di Assessori, Presidenti, Sindaci e altre figurine assimilabili! Per questi ragazzi che vivono su una carrozzina elettrica, che devono farsi aiutare per alimentarsi, (alcuni sono imboccati), per vestirsi, ecc, che devono andare con assistenti al bagno, ma sono lucidissimi, capaci, mentalmente vivaci, sentimentalmente ricchi...no per loro, per le loro proteste non c'è spazio. Lo si dà, lo spazio, quando si devono fare infrastrutture cittadine...e beh se non c'è un appalto di mezzo chi se ne frega! E' una vergogna giornalisti di Parma e provincia.

Provate a smuovere il culo dalla sedia e non andare solo in altre già prenotate delle inutili conferenze stampa perditempo della Provincia, del Comune o di Enti a loro riconducibili. Sono già sufficienti le loro veline...bastano e avanzano! Ma devono farsi fare lo spot! E allora fotografi, cameraman, redattori tutti al servizio del niente... del volto del giorno prima, per riempire la sala, darsi alle rotative e all'etere!

Cosa accade al Don Gnocchi? Ve lo scrivo io per voi!

-Accade che non possano mangiare nelle loro camere, ma siano costretti tutto l'anno con i degenti ospedalizzati;

-Accade che ricevano cibo scotto, a volte crudo, inadeguato a garantire una dieta equilibrata, corretta e sana cosa che la loro particolare condizione richiederebbe; anche tra i parenti dei degenti comunque c'è chi si lamenta della qualità del cibo (vedi commento);

-Accade che se protestano siano soggetti a aggressioni verbali, minacce e ritorsioni dalla dirigenza;

-Accade che spesso non abbiano assistenza adeguata e subiscano scorrettezze dal personale addetto;

-Accade spesso che debbano fare lunghe attese, a volte aspettare anche quaranta minuti/un'ora, per andare in bagno;

-Accade che possano usufruire di un solo sollevatore per 17 ragazzi; immaginatevi la mattina per le alzate, per le richieste della messa a letto o per il bagno;

-Accade che spesso non vi sia una sollecita risposta alle richieste da parte di alcune operatrici;

-Accade che in gennaio siano rimasti per due settimane senza acqua calda per lavarsi: per l'igiene a letto le assistenti prendevano l'acqua della macchinetta del caffè;

-Accade che paghino anche dai 3000 ai 4500 euro al mese per avere soggiorno (stanze a due o tre posti letto), vitto, assistenza 24 ore;

-Accade che siano stati donati 10.000 euro al reparto ragazzi disabili, ma tali fondi sembrano siano stati destinati a ripianare i debiti del Don Gnocchi;

-Accade che non abbiano il collegamento ad internet nelle loro camere non potendo così usufruire dei loro computer o di quelli concessi in comodato ad esempio dall'Università. Ed è a tutti nota l'utilità della rete per sentirsi collegati al mondo.

Accade tutto questo e voi della stampa, radio e tv locali state zitti? Ad assecondare questa prepotenza a danno di poche e deboli persone?

Ma oltre al silenzio stampa, gli assessorati preposti del Comune, della Provincia fan finta di niente? Eppure leggete internet, le mail le avete ricevute... Perché non vi fate vivi? Non vi informate? Non verificate con i ragazzi disabili ciò che accade? Non monitorate le loro condizioni di residenza? Sono o non sono diritti calpestati? Insomma cosa fate?

Questa è testimonianza storica, spia di un sistema complice, omertoso che copre le nefandezze. Vergogna! (03/03/2008)

Luigi Boschi


visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
9.03.2008 21:22
Canale Zero di Giuletto Chiesa

Canale Zero Appello per una informazione libera di G.Chiesa
Cari amici e amiche, compagne e compagni di un'Italia che non si arrende. Lo sfacelo della situazione e della classe politica e una vera e propria emergenza democratica impongono di rompere indugi e timidezze, divisioni e recriminazioni.

Dobbiamo, in primo luogo, difenderci. E possiamo contr’attaccare.

Per farlo è ormai indispensabile dotarci di strumenti di comunicazione di massa che realizzino un'informazione democratica e che ingaggino una battaglia per la difesa della democrazia e del Bene Comune.

Noi riteniamo che milioni di persone, in Italia, aspettino questa proposta e siano pronti a sostenerla.

Ma farla richiede un impegno finanziario non indifferente. Non vi sono partiti, sindacati, imprenditori disposti a finanziarla. Se vi fossero vorrebbero controllarla. Cioè non servirebbe allo scopo. Quindi dobbiamo fare per conto nostro. Ciascuno di noi, di voi, diventi editore e protagonista.

E' tra voi, tra i cittadini, che dobbiamo raccogliere la somma necessaria per avviare l'esperimento. Che è grande, immenso, ma che dobbiamo fare con gli spiccioli. Un Davide contro i sette Golia. Ma non occorre avere decine di miliardi di euro per fare una informazione decente e libera. Anzi, i miliardi di euro sono proprio quelli che la imbavagliano e la impediscono.

Noi riteniamo che lo si possa fare anche con una cifra modesta di partenza. Per farlo occorre una struttura organizzativa essenziale. Anche questa costa. Per avviare questa macchina di raccolta è indispensabile sapere in anticipo quanti siamo, quante persone e gruppi sono disponibili.

Non chiediamo, per ora, denaro.

Chiediamo, a tutti coloro che sono disposti a versare almeno 100 euro a fondo perduto, di comunicarci il loro impegno, con una semplice e-mail, accompagnata dai dati essenziali: nome e cognome, e-mail, luogo di residenza ed eventuale recapito telefonico.

I dati raccolti resteranno riservati. Verranno resi noti, nel corso dei tre mesi necessari per questa "campagna di impegno", soltanto i totali, per aree geografiche, con cadenza settimanale.

Al termine dei tre mesi valuteremo se esistano le condizioni di partenza e, in caso affermativo, avvieremo la raccolta del denaro. E useremo questi mesi per definire tutti gli aspetti amministrativi, legali, organizzativi necessari.

Il sito di riferimento per la "campagna di impegno" sarà www.megachip.info che riporterà in maniera centralizzata le informazioni essenziali. Ma coinvolgeremo una serie di siti amici, di blog, di emittenti radiofoniche e mezzi di comunicazione che vorranno appoggiare e diffondere il messaggio della raccolta.

Le tappe

Stiamo definendo una redazione giornalistica che lavorerà a tempo pieno, e i cui componenti avranno un contratto di collaborazione regolare per l’intera durata iniziale del progetto: 18 mesi.

La redazione avrà un direttore, nominato da questo collettivo e da un ampio gruppo di sostenitori, con analoga, elevata professionalità. E che non avrà altri vincoli che quelli di una corretta deontologia professionale e quelli dettati da un semplice documento d'intenti comprendente questi punti:

1) Difesa della Costituzione e della legalità democratica.

2) No a ogni guerra.

3) Difesa dei diritti sociali e civili dei cittadini.

4) Difesa dell'ambiente e del territorio.

5) Difesa della laicità dello stato.

Prevediamo di definire, in base a una ampia consultazione, un comitato di garanti, super partes, scelti tra le personalità democratiche che godono della fiducia generale per le loro qualità professionali, culturali, scientifiche, di azione sociale. Il loro compito sarà di verificare che queste impostazioni ideali siano rispettate. A tal proposito vi chiediamo sin d’ora di esprimere il nome di una persona che, secondo voi, possa assicurare l’applicazione dei principi di cui sopra.

L’indipendenza degli operatori sarà totalmente garantita. Ogni fase della costruzione del progetto sarà resa pubblica nel più totale rispetto della trasparenza, attraverso strumenti di verifica diretta dei suoi finanziatori. In primo luogo attraverso la Rete, ma anche con una articolazione di comitati e di assemblee nei territori.

Primi firmatari

Giulietto Chiesa, don Aldo Benevelli, Anna Maria Bianchi, Caparezza, Sergio Cararo, Franco Cardini, Paolo Ciofi, Tana de Zulueta, Arturo Di Corinto, Laura Di Lucia Coletti, Claudio Fracassi, Luciano Gallino, don Andrea Gallo, Udo Gumpel, Sabina Guzzanti, Serge Latouche, Lucio Manisco, Gianni Minà, Roberto Morrione, Diego Novelli, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Carlo Petrini, Lidia Ravera, Ennio Remondino, David Riondino, Roberto Savio, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Vauro, Elio Veltri, Dario Vergassola, Alex Zanotelli

(L’elenco è aperto ad altre adesioni, che saranno tempestivamente rese note).

Redazione1
9.03.2008 21:26
Il discorso di Teresa Cordopatri

Il discorso di presentazione di Teresa Cordopatri, candidata capolista in Calabria al Senato per l'Italia dei Valori.

"Ringrazio il Ministro onorevole Di Pietro, l’Italia dei Valori ed i suoi massimi rappresentanti, che mi danno la possibilità, che io considero un grande onore e un ben preciso impegno morale, di rappresentare la Calabria nel loro programma, atto al risanamento della vita politica e quindi sociale della nostra bella Italia, nello spirito di una cooperazione che mira solo e soltanto al bene finale della qualità e stabilità della vita di tutti gli italiani.

Dire che sono orgogliosa di essere cittadina italiana, quanto lo sia di essere cittadina calabrese, potrebbe essere un’affermazione scontata, e solo per questo banale. Allora lasciatemi aggiungere che amo la mia terra di un amore antico e forte, ed è questo amore che affonda le sue radici nel rispetto delle genti che oggi mi induce ad aderire con orgoglio e fermezza all’Italia dei Valori, al suo programma di risanamento delle sperequazioni della vita dei cittadini italiani, al suo credo nella giustizia, con le valenze stabili ed inoppugnabili della sua incorruttibilità, ed uguaglianza di tutti gli italiani, affinché ogni cittadino veda nello Stato il punto sicuro e fermo del rispetto, tutela e sicurezza della sua persona, del rispetto, e quindi tutela dei suoi diritti, dell’operatività delle leggi che tutelano la sua dignità.

Signori, a voi grazie per avermi concesso di esprimere la mia volontà di operare nell’Italia dei Valori, ed a Dio, come sempre nella quotidianità della mia vita, chiedo la forza e capacità di operare per i valori che per me hanno valenza genetica e per i quali la mia famiglia ha sempre lottato, dando il contributo di una vita umana. Parlo dei concetti etici del rispetto delle genti, nella loro diversità, e della giustizia libera.

Grazie."

Redazione1
10.03.2008 12:31
.FINI LASCI STARE IL 25 APRILE di A.V.Gelormini

FINI LASCI STARE IL 25 APRILE
di Antonio V. Gelormini
Gianfranco Fini farebbe bene a lasciar stare il 25 aprile e a tenere lontana la tentazione di vestire i panni del galoppino di turno, che si fa carico di aprire l’ennesima via di fuga a chi da sempre vanta, con calcolata ripugnanza, una forte allergia a quella ricorrenza.

Farebbe bene, invece, quale emerito vice presidente del Consiglio ed altrettanto Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana a prepararsi, insieme a Silvio Berlusconi, non importa se da esponenti della maggioranza o dell’opposizione, per celebrare con la dovuta solennità una data basilare per l’unità nazionale.


Per il Cavaliere si tratterebbe di una prima in assoluto, ma per chi da tempo si affanna a traghettare gran parte dell’orgoglio missino sulle sponde più moderate di un moderno centrodestra, dovrebbe trattarsi di un approccio scontato. In particolare, quando i debiti con la storia registrano una spunta ancora troppo fresca, al loro ripianamento, per potersi ritenere consolidati ed archiviati.

L’anniversario della Liberazione, per questo Paese, è cosa troppo seria per essere banalizzato a strumento o battuta della campagna elettorale di chicchessia. Dire di voler fare del 13 aprile la vera festa di liberazione dalla sinistra, a meno di due anni dalla fine del quinquennio litigioso del centrodestra, oltre che a evidenti vene di faziosità, colora a tinte plumbee il concetto di alternanza di ogni buona democrazia. E tradisce, ancora una volta, l’idea mai abbandonata di “non preferire prigionieri”.

L’auspicio di Fini, insieme al gesto plateale del programma stracciato da Berlusconi, fanno pensare più a un mai sopito spirito eversivo, magari imbellettato e attenuato da pesanti strati di cerone, piuttosto che alla maturazione di una vera forza popolare, capace di rappresentare i valori più tradizionali del moderatismo europeo.

(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
10.03.2008 12:31

Redazione1
10.03.2008 15:38
Privatizzazioni di leonardo castellano

Vedo che sulla questione privatizzazioni siamo tutti imbevuti di cultura da "industriali-di-mammà", categoria presente e prosperante esclusivamente in Italia.
Per essere breve ricorderò solo due cose:

1) il gigantismo dell'industria di Stato è stata conseguenza del ricatto degli industriali da operetta dell'Italia post-boom ! finita l'epoca dei mega-guadagni per la diffusione del benessere anche negli strati sociali più poveri nel periodo post-bellico, arrivò il ricatto: se non ho aiuti dallo Stato metto sulla strada i lavoratori. Anzi, che lo Stato si prenda tutto (nel frattempo indebitiamo ancora di più l'azienda) e ce lo paghi (accollandosi anche i debiti appositamente moltiplicati portando i soldi prima nei conti di mogli, figli e amici e poi all'estrero). E per la pace sociale l(visone iniziale) e per la possibilità di intrallazzi venali e politici (visone sucecssiva) lo Stato così fece (la DC con il concorso di tutti; Destra inclusa.....malgrado le sceneggiate di Malagodi)

2) la nazionalizzazione dell'ENEL è stata una delle più meritevole imprese di unificazione della Nazione oltre che una delle più notevoli imprese industriali del Paese. Il sistema elettrico nazionale, prima della nazionalizzazione, era tecnologicamente obosleto, enormemente disuniforme sul territorio e ignobilmente cupo, rapa e iresponsabile (ricordare la SADE della tragedia del Vajont ?). Grandi meriti nello sviluppo nazionale ha avuto anche ENI, per altro già nazionalizzaya da Mussolini

3) privatizzazione ? benissimo ! ma perché farle cannibalizzando quel poco di buono e di dimensione internazionale che esisteva (e, fortunatamente, almeno in aprte, esiste ancora) ? Se il sistema imprenditoriale è capace che si dia da fare ! se certe imprese più o meno ex-statli sono inefficienti che problema c'è a "mangiarsele" con sana concorernza in pochi anni ? evidentemente o quelle imprese non sono così inefficienti oppure è inefficinete il sistema industriale privato (comuqnue più inefficiente di quello di certe imprese pubbliche). E mi pare che le storie di Fiat, Pamalat, Telecom (quest'ultima interamente privatizzata con i ridsultati che abbiamo sotto gli occhi !) dimostrino la fondatezza del mio ragionamento. Circa l'elettricità, poi, nessuno vuole ricordare che Fiat, ad esempio, mise in piedi una società che vendeva solo energia importata dalla Francia (quindi senza l'onere di produrla) e se la faceva pagare esattamente come l'ENEL (poi ha venduto , questa scatolo puramente commerciale, non ricordo esattamente a chi, forse alla svizzera Atel o a Edison, per ripianare un po' dei giganteschi debiti che aveva quando è arrivato Marchionne). La stessa AEM Milano (ora A2A), che produce la maggior parte dell'energia con l'idroelettico (quindi a costi bassissimi), se la fa pagare esattamente come l'ENEL. E allora, la concorrenza dov'è ? perché non c'è ? chi la impedisce ?

Allora, amiche e amici, vogliamo anche noi giocare, come si dice per i calciatori, alzando la testa e non con gli occhi abbassati sul pallone ?

leonardo castellano

Redazione1
10.03.2008 15:48
Intervento di Elio Lannutti di IDV

Pubblico il discorso di presentazione di Elio Lannutti, candidato capolista in Veneto al Senato per l'Italia dei Valori.

"Ringrazio Antonio Di Pietro, l’Italia dei Valori, gli amici.

E’ un ritorno a casa: già nel 2001 sono stato candidato con Di Pietro, quindi sono molto onorato di rientrare a far parte di un partito che si batte per la legalità e per la difesa dei diritti.

Come tutti sanno, mi occupo della difesa dei consumatori. Saluto anche Rosario Trefiletti, presidente della Federconsumatori, che è stato mio compagno di tante battaglie contro le banche e lo strapotere di chi non rispetta la legge.

Molto brevemente, sarò candidato grazie all’onorevole Massimo Donadi. Lo ringrazio.
Tre cose voglio portare all’attenzione: questo è un Paese dove sono le corporazioni che comandano, questo è un Paese dove c’è la repubblica delle banche che detta le leggi, e quando ci sono anche le leggi dello Stato, come il decreto Bersani sulla portabilità dei mutui e sulla sinergia degli interessi che non vengono rispettate e non accade nulla.

Nel rispetto del programma dell’Italia dei Valori e del Partito Democratico cercherò di battermi per la difesa del potere d’acquisto: ricordo che i prezzi delle tariffe assicurative sono aumentate del 158%. Dovrebbero scendere, ma non scendono, cosi come i servizi bancari.
Con il prezzo dell’euro è stato trasferito dalle tasche dei cittadini, dei consumatori, dei lavoratori a reddito fisso, dei pensionati che si devono addebitare e che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, qualcosa come 137 miliardi di euro. Se sarò eletto, nel rispetto del programma, l’impegno non è quello di fare tante annunciazioni, ma quello di restare con i piedi per terra e difendere la povera gente che non ce la fa e che è costretta ad indebitarsi.

Ringrazio ancora una volta Antonio Di Pietro e l’Italia dei Valori."

Redazione1
15.03.2008 11:38
Le primarie americane di A.Peruzzi

Stavo parlando proprio di crescita che si misura in PIL.
I due americani non parlano di crescita perchè non hanno ancora la ricetta giusta, esattamente come tutti gli economisti, ma perchè non parlarne.
Come tu affermi, anche a me sembra che Obama sia molto fumoso, mentre la Clinton mi pare più pragmatica. Non parlano di crescita perchè è vero che si prospetta un periodo difficile, è che hanno paura di afre proimesse non mantenibili, ma a mio avviso bisogna pensare alle possibili soluzioni perchè la crescita mondiale si è assestata sul 4% per effetto di Cina e India....
La Fed agisce per ora, non alzando i tassi di interesse non ripetendo l'errore del '29, e vedo che sei d'accordo con me nel ritenere sbagliato l'aumento dei salari. La BCE assolve bene il suo mandato, purtroppo invadendo anche altri campi che non le sono propri, ma dopo Maastricht questo è quello che abbiamo.
Io poi ho affermato che è necessaria una "ottimizzazione della spesa pubblica" che tu chaimi "riqualificare" e sono d'accordo con te, anche se la resa produttiva è molto complicata e
lunga.
Che il lavoratore crei ricchezza è una cosa giusta, che le nostre aziende siano competitive ed efficienti è ben altra.
Il livello salariale può essere alzato, ma senza aumentare produttività e competitività delle aziende italiane è difficile. L'utile da raggiungere è un must, sopratutto quando bisogna sviluppare in innovazione dato che abbiamo imprese cinesi che fanno lo stesso a prezzi più bassi. Ora come ora, alzando i salari senza un sistema impresa vivace e competitivo si rischia di affidarsi ad un mercato interno con poca capacità di assorbimento per sua stessa natura, che non riuscirebbe a compensare le ingenti uscite di capitali dall'Italia con il rischio di essere superati dai paesi come Cina e India. Senza aiuti alle imprese, ci troveremmo con imprese poco competitive nello scontro con l'estero, che però avrebbero l'aggravio dei salari più alti cosa che che tra le altre cose, aumenterebbe l'inflazione.
Se non si passa attraverso ulteriori sgravi alle imprese e aiuti non sarà certamente l'aumento del salario a risolvere il problema, anzi lo peggiorerebbe. Dopo si passerà ai salari, con imprese competitive, che potranno reggere l'aumento. (uno dei migliori esempi di questo meccanismo è, in piccolo, la Tod's di Della Valle.
Saluti
Alessandro Peruzzi

Redazione1
15.03.2008 12:11
Le elezioni sono una brutta bestia di V.Agnoletto

“Le elezioni sono una brutta bestia” di Vittorio Agnoletto
Questa frase me la sono sentita ripetere decine di volte da un compagno con qualche anno in più di me e con il quale dagli anni '70 in poi ho condiviso per lungo tempo la militanza politica.
Tale lapidaria asserzione esprimeva già allora la consapevolezza di tutta la demagogia, la retorica, l'opportunismo e le falsità che si nascondevano dietro le promesse elettorali. Gli anni, i decenni sono passati e la situazione non è certo migliorata, anzi.
La politica è diventata sempre più spettacolo, trasformata in un vero e proprio lavoro per professionisti; il mezzo televisivo ha sostituito il contatto diretto tra gli esseri umani, il lavoro volontario dei militanti, fondato sul porta a porta nei quartieri, è stato sostituito dal “Porta a Porta” di Vespa.
La caduta del governo Prodi è stata indubbiamente provocata dal voto contrario di Mastella e Dini, ma non vi è dubbio che la relazione preferenziale costruita da Veltroni con Berlusconi sulla legge elettorale (e non solo) ha fortemente contribuito nel porre termine alla legislatura.
Nei 18 mesi di governo l'ala sinistra della coalizione ha fornito una prova di fedeltà verso il programma comune precedentemente sottoscritto che l'ha condotta sull'orlo del suicidio, grazie alla spudorata infedeltà mostrata dagli alleati.
Dalla permanenza nella missione in Afghanistan, al vertiginoso aumento delle spese militari, dalla presentazione del progetto TAV all'Unione Europea agli scalini sulle pensioni, dall'accordo sul welfare alla base Dal Molin, dalle promozioni di De Gennaro alla mancata commissione d'inchiesta su Genova, uno dopo l'altro sono stati sacrificati tutti i principali contenuti che giustificavano la presenza della sinistra politica nel governo. Ed è stato sacrificato anche il rapporto con i movimenti e con le aree più impegnate della sinistra sociale. Oggi si torna a votare con la medesima legge elettorale, senza alcuna norma sul conflitto d'interessi e senza alcuna legge di riordino dell'emittenza radiotelevisiva.
Ammettere senza perifrasi il fallimento del governo Prodi costituisce non solo un'opera di verità, ma anche un'indispensabile azione per poter provare a ripartire su un percorso differente. In questi due anni di governo la responsabilità di evitare un ritorno di Berlusconi è stata lasciata interamente sulle spalle della Sinistra; infatti i giochi che hanno preceduto l'apertura formale della crisi politica e le modalità con le quali il PD ha scelto di affrontare in (semi)solitudine il confronto elettorale non lasciano dubbi a questo proposito.
Berlusconi è stato sdoganato, la sua anomalia e pericolosità sono d'incanto scomparse; per il PD è un interlocutore politico come tanti altri.
Da questo drammatico precipitare degli eventi sembra almeno emergere un aspetto positivo: le imminenti elezioni hanno obbligato i gruppi dirigenti delle quattro formazioni a sinistra del PD ad accelerare la costruzione di un soggetto unitario: “la Sinistra, l' Arcobaleno”.
La ricostruzione di un soggetto di sinistra ampio e rispettoso del pluralismo al suo interno è un'esigenza avvertita da tempo tra le mille realtà della sinistra sociale diffusa che, ad esempio, hanno organizzato il 10 febbraio a Roma l'assemblea autoconvocata.
Non vi è dubbio che il percorso avviato corrisponde poco alle attese di molti di noi. La scadenza elettorale infatti fornisce un ulteriore alibi a coloro che già precedentemente avevano mostrato di essere poco inclini ad un percorso che irrompesse fuori dalle mura dei quattro partiti. Le realtà di movimento e della società civile, tanto corteggiate a parole, sembrano nei fatti essere lasciate ai margini.
Questo mi pare sia evidente.
Ma sarebbe profondamente sbagliato reagire abbandonando a se stesso questo progetto, ritirandosi nell'Aventino della lotta sociale e culturale. Ritengo che, nonostante tutto, vi sia l'inderogabile necessità di un soggetto politico plurale ed ampio a sinistra; superate le elezioni il dibattito dovrà per forza riaprirsi e si dovrà fare tutto il possibile per modificare il percorso avviato e per segnarlo in modo ben più profondo attraverso una reale apertura alle istanze dei movimenti e dei settori più attivi della società civile.
Ma fin da subito è necessario essere chiari sulla strategia elettorale. Non ho condiviso l'avvio di una campagna timida, quasi timorosa e ammiccante verso il PD. Fortunatamente, anche se in ritardo, mi pare che questo errore sia almeno parzialmente stato compreso.
Se vogliamo provare a recuperare i tanti, tantissimi, che, giustamente delusi dalla prova di governo, oggi pensano di astenersi dobbiamo non solo ammettere onestamente gli errori compiuti in questi 18 mesi, ma anche spiegare chiaramente quali sono state le responsabilità degli attuali leader del PD nel bloccare qualunque scelta di sinistra: dalle droghe all'immigrazione, dai Dico alla redistribuzione sociale delle risorse. Individuarne le responsabilità per evidenziarne i legami sociali ai quali, non da oggi, fanno riferimento. Senza quest'opera di verità risulterebbe ancor più incomprensibile spiegare il fallimento del governo Prodi.
Se non esplicitiamo fino in fondo i contenuti che ci separano dal programma del PD e dai 12 punti di Veltroni saremo destinati a soccombere di fronte al richiamo al voto utile, nonostante la sue evidente strumentalità: prima il PD contribuisce ad affossare Prodi, poi sceglie di andare da solo e quindi agita il richiamo al voto antiberlusconiano.
Ma non è sufficiente svelare il cinismo di questa operazione: è necessario rendere visibile la nostra idea differente di società, spiegare come la nostra scelta antiliberista si discosti profondamente da chi pensa che il liberismo, le sue strutture di comando e le sue rigidità economiche, siano l'unico mondo possibile e che il terreno del contendere sia limitato a chi debba sedere ai posti di comando della macchina liberista considerata immodificabile. La candidatura di Massimo Calearo, ex presidente di Federmeccanica disvela, non solo simbolicamente, questa convinzione profondamente radicata nel gruppo dirigente del PD.
Ci aspetta un lavoro molto difficile e certamente non possiamo negare a noi stessi la sensazione che un'occasione sia stata sprecata, che tante speranze siano state bruciate.
Ma lasciare che la Sinistra Arcobaleno precipiti non fa bene a nessuno di noi. Certo un' elezione non è mai l'ultima spiaggia, ma se riuscissimo almeno a non farci del male da soli sarebbe meglio. Credo.

Redazione1
15.03.2008 12:38
Partito telematico: il tempo è ormai maturo

Partito telematico: il tempo è ormai maturo
-------------------------------------------
Nel salutarla cordialissimamente,
e profondamente grato per il suo impegno civile,mi azzardo a chiederle un po' d'attenzione per qualcosa che potrebbe, almeno spero, esser di comune interesse.

Grandi cose per formarsi abbisognano di diversi elementi di grandezza minore. Sono del parere, e spero perdonerà il mio entusiasmo forse un po' fastidioso ma sicuramente onesto e verace, che potremmo avere davanti a noi materia a sufficienza per costruire qualcosa di altamente innovativo ed allo stesso tempo buono e grande.

Col permesso che spero mi concederà riporto di seguito i vari componenti.

Tanto in ambito nazionale che estero, allo stato attuale delle cose disponiamo di:

- varie iniziative per coinvolgere il cittadino in questioni di governo;

- vari tentativi di realizzare delle assemblee on line;

- altre iniziative ancora tese a costituire un vero e proprio movimento politico che si realizzi attraverso l'aggregazione di persone in Internet;

- alcuni nuovi accordi statutari che obbligano la persona delegata a rappresentarne altre nei luoghi istituzionali a perseguire esattamente gli scopi decisi in precedenza dai cittadini stessi.


In più, pur trovandosi ancora solo ad un livello progettuale ma ritendendole indispensabili per far sì che quanto sopra possa evolvere a sufficienza evitando il fenomeno comunemente detto fuoco di paglia, mi permetto di ricordare due proposte tratte dal mio personale apporto ideativo, precisamente:

- un progetto per un nuovo strumento istituzionale in grado di incentivare la partecipazione popolare al punto che il cittadino non provi solo un limitato interesse d'ordine contingente ma si adopri continuativamente in uno studio alacre delle varie questioni di interesse comune per poter giungere ad una complessiva preparazione che gli/le permetta di presentare proposte di elevato valore, ciò grazie alla concreta possibilità che il Governo infine "acquisti" il suo prodotto, sarebbe a dire grazie alla garanzia che gli/le verrà concessa adeguata ricompensa in denaro sonante nel caso la proposta venisse approvata dapprima dagli altri cittadini ed infine dai tradizionali organi di Governo;

- un progetto per uno strumento telematico di proposizione e delibera che si differenzia da tutti gli altri, permettendo esso di esprimere non un voto chiuso, morto, sterile, bensì aperto al confronto, vivo e capace di sviluppi: fino alla data di chiusura stabilita per la votazione i partecipanti possono interagire con facilità focalizzandosi su ogni singolo voto intervenendo dialetticamente con la persona che l'ha espresso, ognuno accresciute le informazioni in suo possesso potendo cambiare parere fino al raggiungimento di un accordo completo.


Ora: so bene che occorre del tempo per conoscere ed assimilare queste diverse, complesse e ricche iniziative e progetti (link a pie' di foglio), ed ancor più per mettere bene a fuoco il disegno complessivo che son qui a chiedere di considerare, forse spudoratamente ma pure con la convinzione che tutto ciò potrebbe innescare una evoluzione a catena impossibile da non desiderare. Sperando quindi le sia possibile farlo, provo ad accennare una sintesi della nostra situazione:

- come ben sappiamo la presente politica non permette grandi avanzamenti e quindi il sistema dei partiti, all'origine della scomposta e faziosa azione dei governi, non può essere scavalcato, per la qual cosa noi cittadini dobbiamo almeno momentanemente uniformarci ad esso;

- l'evoluzione, realizzata per lo più dalle sopraddette iniziative tese a coinvolgere i cittadini, avanza con difficoltà, in quanto è difficile accettare l'idea che gente espressamente pagata per far certe cose d'interesse comune (politici e statali a vita) non solo non le fa ma fa esattamente il contrario, pure spesso arricchendosi indebitamente con raggiri e truffe, mentre noi "persone comuni" dovremmo darci tanto da fare per cercare di porre rimedio ai problemi sociali senza aver alcun potere e senza ricevere altra ricompensa se non quella di poter sopravvivere fino alla prossima lotta;

- in Rete un cospicuo numero di progressisti, di attivisti, di ricercatori e di persone comuni, molti essendosi già raccolti ed aggregati intorno a qualcuno o qualcosa altri procedendo ancora in solitaria, letteralmente scalpitano attendendo il momento in cui potranno passare dalle parole ai fatti concreti, mancando loro, a noi tutti mancando ancora uno strumento d'importanza primaria che ci faccia non più soltanto esprimere le nostre idee ma propriamente costruire qualcosa di buono.


La proposta che mi azzardo allora a presentare è quella di costituire un "partito" che dalla Rete tragga elementi umani e modi tecnologici, servendosi anche dei due nuovi strumenti da me sintetizzati dopo prolungata considerazione dei limiti mostrati dai moderni fenomeni politici. Il sistema partecipativo del "mercato delle innovazioni sociali", su cui questo progetto si baserebbe, darebbe infatti motivazioni forti abbastanza da spingere non solo gli adepti del volontariato, non solo i tradizionali attivisti politici, per altro spesso compromessi da pesanti archeismi ideologici, ma anche e soprattutto le più fresche, genuine e spontanee persone comuni (la cui partecipazione è ciò che ancora maggiormente manca ed è attesa) a coinvolgersi, a studiare, ad analizzare, a prepararsi ed infine a sintetizzare e proporre loro stessi e votare in merito alle proposte altrui. Il "patchwork model" concederebbe invece estrema attrattiva e facilità d'uso al modulo WEB necessario a questo progetto per realizzarsi.

Ciò cui qui oso quindi accennare è il progetto non di una tradizionale "forza politica", che basa il suo successo sul numero delle persone che ignorano i fatti potendo così essere tranquillamente plagiate e pilotate dai leader, bensì di una nuova struttura che potremmo definire di "intelligenza politica", che prevede che ogni avente diritto al voto disponga di ogni informazione necessaria a permettergli di esprimersi genuinamente in base alle ragioni obiettive. Se oggi lobby e cricche appendono pesantemente la politica dalla loro parte, sbilanciando il nostro avanzare, facendoci dolere e rischiando di farci cadere ad ogni passo, scomponendo le vecchie aggregazioni e riconducendoci ad essere semplici individui e persone alla pari, ognuna di eguale peso politico rispetto all'altra, potremo ottenere una politica ben più raffinata, oggettiva, sensibile e funzionale, ed enormemente più avente diritto di esser definita democratica.

Se fino ad oggi al centro dell'attenzione vi sono state le persone, i personaggi, le macchiette, da domani potranno invece esservi le idee, le creazioni dell'intelletto, le serietà, una sana competizione avvenendo dunque tra queste ultime, piena pace potendosi invece stabilire tra le prime. Ognuno potrà dire la sua e le questioni che più ci importano, quei temi tanto importanti quanto finora evitati, avranno finalmente occasione di salire alla ribalta con beneficio collettivo. Finalmente non avrà più tanta importanza il nome di chi presenterà la mozione quanto il contenuto ed il senso della mozione stessa.

Finalmente si potrà dire: entrino le idee e vincano le migliori!


La complessità dell'intero meccanismo qui proposto è facilmente immaginabile. Tuttavia costruire insieme questo nuovo partito non di parte bensì autenticamente democratico sarà per i più un sicuro piacere, oltre che un serio dovere.

Con estrema sintesi allora la proposta è questa:

- riuniamoci on line ed iniziamo a delineare punto per punto il progetto del futuro partito telematico o come altro si deciderà di chiamarlo;

- stiliamo il suo statuto comprendente il fondamentale patto che tanto il partito quanto le persone che verranno prescelte a rappresentarci s'impegneranno per veder realizzate le riforme più votate dai cittadini sul sito, rispettando anche un ordine di priorità, che di sicuro emergerà una volta rimosso il tappo del leaderismo, espresso sempre dagli stessi cittadini;

- contestualmente uno degli scopi primari del partito sarà quello di garantire ai proponenti i progetti di legge, d'innovazione sociale, di regole comuni, un adeguato premio in denaro allo scopo di mettere in moto un motore partecipativo che non si spegnerà mai più;

- autofinanziamo il progetto per realizzare il sito web strumento fondamentale del partito telematico e per le altre esigenze;

- diamoci da fare per farlo conoscere ed iniziamo a riversarvi dentro le nostre proposte;

- attiviamo la procedura per renderlo legalmente operativo prima che sia possibile.


Posso solo immaginare quanto lei abbia da fare, ma dedicarci collettivamente a questa cosa potrebbe risultare grandemente fertile tanto per le singole giuste cause di cui ci facciamo ognuno portavoce quanto affinché la società di cui siam parte possa compiere un complessivo buon passo in avanti, per cui spero non la disdegnerà ma vorrà analizzarla a fin di realizzazione.

Profondamente grato per l'attenzione, la saluto caramente rimanendo in attesa di graditissime sue parole di risposta.


Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M.
TE - Abruzzo - Italy

tel. 328 0472332
tel. 339 5014947

Redazione1
16.03.2008 12:13
Per Marisa Corazzol di Sandro Cecchi

Caro amico,
il problema di queste elezioni politiche non è solo che non ti viene
concesso di esprimere una preferenza sui candidati ma che non ti è permesso
neanche di sceglierli.
Comunque nella circoscrizione Europa-Russia-Turchia i nostri connazionali
possono esprime due preferenze nella scheda.
Per questo è importante che ci mobilitiamo tutti per fare eleggere Marisa
Corazzol nella lista Sinistra Arcobaleno.
Una che si è battuta con le unghie per le primarie aperte e per l'onestà dei
candidati.

Abbiamo grande bisogno di persone competenti ed oneste al Parlamento, Marisa
Corazzol è una di queste.
Questa volta non dobbiamo farci scappare l'occasione dato che è stata
candidata da La Sinistra l'Arcobaleno nella circoscrizione Europa - Russia -
Turchia.
E' importante che Marisa arrivi in Parlamento per cui

TI CHIEDO DI DARE LA MASSIMA VISIBILITÀ ALLA SUA CANDIDATURA TRA I TUOI
CONOSCENTI RESIDENTI IN EUROPA, RUSSIA E TURCHIA ISCRITTI ALL'AIRE
(Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) che potrebbero votare per lei
inviando per posta il plico entro il 10 aprile.

Finalmente avremmo una persona preparata e competente per riscattare
l'Italia all'Estero e per far crescere questo paese che sta sempre più
scendendo nella graduatoria mondiale del progresso e della legalità.
Marisa non ce l'ha fatta per pochi voti nel 2006 quando era candidata, unica
donna, per l'Unione di Romano Prodi. Allora aveva ricevuto 17.315 preferenze
dai nostri connazionali residenti in Europa facendosi conoscere dai nostri
connazionali senza nessun supporto di patronati come hanno avuto quelli che
sono stati eletti.
Ora ce la può fare e con lei ce la faremo tutti noi perché la sua vittoria
sarà la nostra vittoria.
Finalmente avremo una persona seria e competente che ci ascolterà e che
riuscirà a far valere i diritti della dignità di un paese e dei suoi
cittadini.

Oggi Marisa è a Bruxelles, poi sarà nel Benelux, a Zurigo e in Germania.
A fine mese Londra, Parigi, Lione.
Sarà un tour de force ma questa volta ce la deve fare.
Peccato che non posso votare per Marisa dato che non sono iscritto all'AIRE
ed ormai non faccio in tempo.
Avrei spostato volentieri la mia residenza all'estero pur di votarla.
In allegato trovi il suo profilo ed il suo programma, damme la massima
diffusione.

Un abbraccio

Sandro Cecchi

cell.3489355169 (per qualsiasi info su Marisa ed il suo programma)

Redazione1
16.03.2008 12:17
I vantaggi cinesi di G. Esposti

La Tod's di Della Valle per me è il peggior esempio di come si sfrutta il vantaggio di costo cinese. Produco lì tutto e mi costa 10 e vendo qui in Italia che se le comprano a 120. Furbo. Poi mi vengono anche a fare le paranoie i leghisti sui cinesi che avendo capito l'antifona fanno la stessa cosa ma a un prezzo più basso e devi pure gestirli a Milano. Lì il disastro è il tasso di cambio che è ancora "fissato" entro una certa banda nei confronti del dollaro. Quando vogliamo farci promotori pro UE per correggere questi squilibri siamo ancora in tempo ...
Quanto gli aiuti alle imprese andrei molto cauto. L'aiuto lo si può dare in una pubblica amministrazione efficiente e al servizio in grado di controllare bene l'operato. Lo si può dare in termini di apertura alla concorrenza nei settori ove può svilupparsi in un certo qual modo questo concetto. Lo si può fare attaccando rendite di posizione monopolistiche passate da pubblico a privato. Lo si può fare insegnando a fare impesa ai ragazzi di oggi in un contesto competitivo e non insegnandogli a fare i furbetti e a cercare le raccomandazioni in settori protetti per lasciare gli altri alla precarietà. Tra l'altro fa ridere vedere la precarietà in settori PROTETTI. Il massimo del paradosso!! Lo si può fare diffondendo una cultura diversa verso l'impresa e soprattutto una maggiore responsabilità degli stessi lavoratori nelle imprese al fine di chiedere quanto di più l'impresa a prodotto e dividere la torta dell'utile. Ecco in questo senso magari c'è tanto da fare. Ma eviterei di dire che i salari non possono essere aumentati perchè non sono affatto d'accordo. Devono subire un progressivo aumento (vedi l'accordo diluito in tre anni) soprattutto per la parte "variabile" che spesso non esiste e che invece può rilanciare produttività. Nella PA ... ma quando aspettiamo a dare premi ai più bravi in termini di denaro ? E' una questione di filosofia e di approccio al lavoro che deve cambiare, visto che è vero l'assunto che "a nessuno piace lavorare" ...

a presto.
Gianni Esposto

Redazione1
16.03.2008 12:47
Intervista a A.Di Pietro sulla Prescrizione dei reati

Riporto una mia breve intervista, rilasciata lo scorso 14 marzo a Taranto, sul tema della prescrizione.

Giornalista: Con la ex Cirielli, a Taranto, si rischia la prescrizione per molti importanti processi. Lei che cosa intende fare, qualora andasse al Governo?

Antonio Di Pietro: Innanzi tutto, ad una domanda di questo genere, tutti i politici risponderebbero allo stesso modo: “C’impegneremo affinché non avvenga”. Ma non ci credete, e guardate chi ha fatto veramente qualcosa nella scorsa legislatura: ad impedire l’indulto c’eravamo io e pochi altri, a dire che la ex Cirielli, la legge sulla prescrizione, andava modificata c’ero soltanto io, non ce n’erano altri. Tutti dicevano che bisogna ridurre i tempi della prescrizione.
L’impegno concreto che io prendo con l’Italia dei Valori, se mi lasciate andare in Parlamento, è proprio questo, però ci vogliono i numeri. Ecco perché ci vuole il voto, perché ci vogliono i numeri, perché lì, in Parlamento, se ne fregano. Oggi dicono una cosa e ne fanno un’altra. Ci vogliono i numeri.
L’impegno concreto è questo: eliminazione della legge che preveda la prescrizione breve e introduzione di una norma che preveda che, dopo il rinvio a giudizio, non ci sia più prescrizione. Non ci sia più tempo di prescrizione dopo il rinvio a giudizio, cioè dopo che c’è un capo d’imputazione e inizia un processo. L’assoluzione non può essere che il merito: o sei innocente, o sei colpevole. Non deve accadere che, prima che si decida se uno è innocente o colpevole, si dica: “non si procede più”.
Questo giochino di dare un tempo entro il quale, se nulla è deciso, non si decide più, è diventato uno strumento, grazie alla legge che si è fatto Berlusconi, per arrivare prima all’impunità, poi alla verità.
Questo, con me, non potrà capitare.

Redazione1
17.03.2008 16:13
Dico no alla droga,bonificata area Tiburtina a Roma

Azione concrete contro la droga: i volontari di "Dico No alla droga"
Hanno ripulito l'area della stazione metro di Monti Tiburtini
ROMA - Anche ieri mattina, domenica 16 marzo, i volontari di "Dico No alla droga, Dico Sì alla vita", la campagna contro la droga promossa dalla chiesa di Scientology di Roma, sono stati impegnati nella bonifica dell'area della stazione della metropolitana di Monti Tiburtini dove hanno raccolto una ventina di siringhe abbandonate e tanti altri rifiuti di ogni genere. Successivamente è stata perlustrata un'altra zona di alto degrado a Ponte Mammolo verso Colle Aniene, dove i volontari torneranno per fornire questo utile servizio sociale. E' stata inoltre effettuata la distribuzione degli opuscoli informativi "La verità sulle droghe" ed a tal proposito va segnalata la possibilità di sponsorizzare la ristampa degli opuscoli, scaricabili dal sito www.diconoalladroga-dicosiallavita.blogspot.com
Dico no alla Droga si ispira sin dal 1986, anno della sua nascita, alla frase del filosofo ed umanitario Ron Hubbard: "Le droghe privano la vita dalle gioie e dalle sensazioni, che rappresentano comunque l'unica ragione per vivere".
FABRIZIO D'AGOSTINO
339.89.61.401
affaripubbliciroma@tiscali.it

Welfare Italia
17.03.2008 16:14

Redazione1
17.03.2008 16:16
Una sfida per i giovani: la Costituzione ha ancora ragione?

Una sfida per i giovani: la Costituzione ha ancora ragione?
La mattinata di venerdì 9 maggio a Civitas sarà completamente dedicata ad un grande compleanno, festeggiato nel giorno della Festa dell’Europa con un evento promosso dal Tavolo di Indirizzo Culturale: Le parole ritrovate: Lavoro, Pace, Ambiente - A 60 anni dalla costituzione italiana.
Il convegno si articolerà secondo un taglio dedicato in particolare ai giovani. Mossi dall’obiettivo di offrire in modo dinamico le radici della Nazione alle nuove generazioni, i relatori si alterneranno al ritmo di tre degli articoli più importanti ed attuali della nostra Costituzione:
il lavoro: art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
l’ambiente: art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
· la pace: art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Modulata in tre momenti distinti, seguendo gli spunti offerti, l’iniziativa vuole coinvolgere i giovani – ma non solo loro – in una riflessione sul potere “profetico” della nostra Carta Costituzionale, chiedendo di ripensare e provare riscrivere, attualizzandoli, i tre articoli in oggetto.
Il Tavolo di Indirizzo Culturale di Civitas promuove così l’esercizio della Solidarietà come colla del mosaico, riconoscendo che il futuro va costruito attraverso un reale e deciso coinvolgimento delle nuove generazioni.

fonte:www.civitasonline.it

Redazione1
17.03.2008 19:54
Si sopravvive solo se si cambia di G.Chiesa

Si sopravvive solo se si cambia
di Giulietto Chiesa – Megachip da La stampa
Bali è tornato un posto di vacanze, comunque è “ieri”, e la crisi ambientale e energetica è già domani. Tutto si muove a velocità pericolosa. La Commissione Europea , per esempio, non ha perso tempo e ha già varato, il 23 gennaio, un pacchetto di proposte per il contenimento del cambiamento climatico del pianeta, in linea con le decisioni del marzo 2007, cosiddette del “20-20- 20” . Cioè 20% di riduzione del gas “serra”, 20% di incrementi dell'efficienza, 20% di energie rinnovabili, il tutto entro il 2020. Il Parlamento Europeo, tramite la Commissione Temporanea sul clima, sta esaminando il pacchetto mentre ascolta scienziati e parti sociali. Sembra di poter dire che il legislatore europeo è consapevole dell'urgenza e dei pericoli che ci attendono se non agiremo in tempo.
Eppure ci sono molti “ma”. Uno dei quali è che il tempo è davvero ristretto: solo 15 anni, all'incirca, dopodiché le buone intenzioni saranno da gettare alle ortiche e il riscaldamento climatico andrà oltre i 2 gradi che appaiono la soglia massima sopportabile dall'economia mondiale e dalla normale prosecuzione della vita umana sul pianeta.
Ipoteca gigantesca, accompagnata da altri “ma”. Uno è che, invece di “progredire nel ridurre”, l'umanità del XXI secolo “regredisce nell'aumentare” (l'emissione di gas serra). Cioè si va allegramente verso il disastro. I virtuosi che hanno ridotto sul serio (dati Ocse 2005) sono solo quattro: Germania, meno 15,9% nel periodo 1990-2005; Regno Unito, meno 5%. L'Europa, grazie ai due suoi membri virtuosi, scende dell'1,3%, con una produzione globale annua di 3854 milioni di tonnellate di Co2. Il quarto è un virtuoso involontario, la Russia , che è scesa verticalmente più di tutti, addirittura del 29,5%. Ma è stato per il collasso della produzione industriale e agricola subito dopo la fine dell'Urss.
Gli altri giganti mondiali hanno tutti ignorato gli avvertimenti di Kyoto. Gli Usa (che sono i primi produttori di Co2 con 5817 milioni di tonnellate) sono saliti del 19,9% e la Cina , che in valori assoluti è ancora indietro, è balzata a un incremento del 128,9%. Gli altri sono tutti molto poco virtuosi, inclusa l'Italia.
Come si potrà negoziare un nuovo accordo mondiale in queste condizioni, anche se Cina, india e Brasile accettassero di partecipare, nessuno è in grado di spiegare. La crisi petrolifera farà il resto. Notizia tra il curioso e l'agghiacciante. Pechino ha un mare di carbone per fare fronte al suo fabbisogno energetico. E apre una nuova centrale elettrica a carbone ogni settimana in media. Purtroppo, per loro e per noi, bruciare carbone è una delle fonti più altamente produttrici di Co2. Gli Stati Uniti, dal canto loro, non parteciperanno allo sforzo comune.
E gli altri “ma”, quali sono? Sono i nostri e di tutti. Perché la situazione è altamente asimmetrica. Il legislatore dovrebbe agire in base all'interesse comune e alla necessità imposta dai numeri. Ma gli interlocutori sociali rispondono in termini corporativi, difendendo ciascuno i propri interessi. Che sono reali, sia ben chiaro, ma non quadrano con le necessità oggettive. Gli industriali dicono che non ce la fanno a riorganizzare i processi produttivi e che, anche se ci fosse il tempo, i costi sarebbero troppo alti e perderebbero in competitività rispetto a chi non farà nulla. Quindi, se si preme troppo, loro minacciano di andarsene, delocalizzando. Anzi lo fanno già. E là dove vanno fanno peggio di qua. I sindacati, quando parlano di questi temi, e lo fanno con molta reticenza, si preoccupano dei posti di lavoro. E, del resto, i lavoratori non si delocalizzano.
Cioè stiamo andando verso una situazione insostenibile. In cui nemmeno il migliore, il più onesto e competente dei governanti (e la materia scarseggia su questi fronti, come ben si sa) potrà prendere le decisioni drammatiche che c'impongono quando si troverà a dover fronteggiare una opinione pubblica che, non sapendo il perché (visto che nessuno glielo spiega), sarà ostile e riottosa su tutti i fronti.
Così i cambiamenti s'imporranno drammaticamente, al di sopra e al di fuori della volontà di tutti. Perché in tutta questa storia c'è un protagonista assoluto, che non ascolterà nessuno perché è del tutto sordo, senza pietà e senza morale. La Natura non tratta con noi e non aspetterà le nostre decisioni in ritardo.

Redazione1
17.03.2008 22:10
La Rosa Bianca siamo noi. di G.Villa

Carissime e carissimi,
in questo periodo in cui abbiamo visto il nome dell'Associazione utilizzato, strapazzato nel nome di un'altra Rosa abbiamo raccolto segni di ombre, ma anche segnali di luce.

La campagna elettorale sta muovendosi lentamente e non è senz'altro un buon segnale il fatto che vengano riproposte (con nostalgia) scelte passate: si va dal recupero dello scudo crociato (con tutte le campagne anti annesse) fino al recupero delle vecchie ricette liberiste reaganiane e tatcheriane.

L'invito di Berlusconi al matrimonio d'interesse e le pallide reazioni dei politici maschi di turno, anche quelli che ci apprestiamo a votare, (con qualche lodevole eccezione), più preoccupati a difendere il precariato che l'onore delle "proprie donne", almeno come risarcimento della loro condanna all'invisibilità e dello squallore dei criteri di scelta utilizzati nella formazione delle liste, diventa un fatto simbolico che si aggiunge al ritorno della caccia alle abortiste ed all'aumento della violenza come sopraffazione della libertà femminile.

La Chiesa italiana nella sua voce ufficiale tace imbarazzata, costretta ad una non ingerenza, almeno fino ad oggi, non già per una ripresa di consapevolezza sul valore della laicità della politica, ma per il disorientamento provocato dalla non riuscita operazione del centro, compresa la meteora della povera Rosa Bianca bacciniana, dalla candidatura Ciarrapico (conservatori-moderati, sì, ma così fascistoni, come si fa?), dalla lista pro-life che rompe le uova nel paniere con una maldestra reductio ad unum dei valori non negoziabili, il "cadde, risorse e giacque" dei teodem nel PD, la sparizione mediatica dei bindiani, la vergognosa liquidazione di Prodi, ecc.

Il tutto condito anche con le nostre difficoltà, i nostri silenzi o per certi versi la nostra impotenza a far sentire una flebile voce.

Di certo, però, ciò che non ci possiamo permettere è lo scoraggiamento, la dismissione, la rassegnazione: abbiamo ricevuto troppo per non restituire, abbiamo gli strumenti per poter reagire, abbiamo le risorse di pensiero, relazioni, storie, coraggio per poter riprendere e/o continuare il nostro cammino di testimonianza e fedeltà

Tornando alla nostra piccola storia, chissà, se in un'Italia in cui il problema della "monnezza" è esploso ci sia da sperare che il letame possa concimare la rosa.

Mentre, infatti, continuano ad arrivare agli indirizzi di posta elettronica dell'associazione richieste di candidature, di sottoscrizione di programmi, di raccomandazioni che dovevano essere indirizzate ai Tabaccini & Co, ci sono pervenute diverse richieste per incontri sul territorio con la Rosa Bianca (quella vera) a partire dalle presentazioni di pubblicazioni recenti e passate.

Per questo sono stati proposti diversi incontri di presentazione del volumetto della casa editrice il Margine "Aldo Moro e Vittorio Bachelet – Memoria per il futuro".

A Roma l'11 marzo si è tenuta la prima presentazione: una rilettura da parte di testimoni diretti e di giovani di generazioni successive (nati negli anni '80 e '90).

La presentazione verrà riproposta a Bologna sabato 29 marzo alle ore 21 presso la parrocchia della Dozza. Parteciperanno oltre a Grazia Villa, Paola Gaiotti De Biase, Tommaso Giuntella e Vincenzo Passerini.

Il 9 maggio 2008 - 30° anniversario dell'assassinio di A.Moro - il volumetto sarà presentato al salone del libro di Torino. Saranno presenti Grazia Villa, Vincenzo Passerini e il prof. Traniello.

Altri incontri sono da programmare in Toscana, a Lugano, in Sicilia, ecc.

VI RICORDIAMO POI CHE:

Il 30 marzo a Bologna, sempre presso la Parrocchia di Sant'Antonio di Padova a La Dozza (in Via della Dozza 5/2) si terrà l'incontro del Consiglio Nazionale. Date le questioni affrontate, l'invito viene esteso ai simpatizzanti.

Il programma prevede:

- h. 9.15 Ritrovo
- h. 9.30 Inizio incontro
- h. 11.15 Ss.Messa celebrata da don Giovanni Nicolini

seguirà pranzo e ripresa lavori

- h. 17.30 Conclusioni



A titolo indicativo i punti che verranno affrontati saranno i seguenti:
1) Breve resoconto delle iniziative in corso;
2) Punto sulla situazione politica in prossimità delle elezioni;
3) Organizzazione della scuola estiva di formazione;
4) Proposte per iniziative locali di presentazione;
5) Aggiornamenti e contributi per il sito;
6) Rendiconto economico.

Per segnalare la propria presenza: rosabianca@rosabianca.org. Fabio Caneri (348 4526033).

A Bologna sarà l'occasione per valutare le ipotesi sul programma della scuola.

Per la scuola estiva siamo alla ricerca della disponibilità di una struttura. Vi chiediamo di far pervenire in anticipo eventuali indicazioni. Il punto di riferimento per l'organizzazione della scuola è Roberto Rossi (roberto.rossi@unipd.it)

Vi dobbiamo anche dare un aggiornamento sul procedimento avviato contro Rosa per l'Italia. Vi segnaliamo peraltro che un articolo dal titolo "La Rosa Bianca in tribunale" è stato pubblicato quest'oggi 17 marzo su l'Unità a cura di Maurizio Chierici.
Come è ormai noto l'iniziativa di Baccini, Pezzotta e Tabacci ha creato una gravissima confusione con l'identità dell'Associazione Rosa Bianca, associazione di cultura politica operante sul territorio italiano da oltre trent'anni., mettendone a rischio la reputazione.
Il 24 febbraio a Montecatini Terme, nel corso della convention della Rosa per l'Italia abbiamo fatto un volantinaggio ai convenuti (trovate un resoconto sul sito).
Nonostante la sbandierata decisione di nominarsi "Una Rosa per l'Italia - Libertà e Solidarietà" l'uso illegittimo del nome Rosa Bianca è perdurato sia da parte dei fondatori del neo movimento politico, direttamente e tramite l'apertura di un sito con la medesima denominazione, sia da parte dei media, senza alcuna smentita pubblica, comportando un aggravamento del danno all'immagine, connesso alla maggiore visibilità della campagna elettorale.
Nemmeno la presunta fusione con il Partito U.D.C. ha condotto alla soluzione del problema , rimanendo intatta la denominazione Rosa Bianca per le elezioni amministrative siciliane ed in altre realtà locali (ad es. Comune di Roma), con la conseguenza che nei sondaggi, nei lanci di agenzia, sulle testate giornalistiche continua l'utilizzo del nome, facilitato dalla scelta di inserire nel simbolo del movimento una rosa bianca.
Per tutti questi motivi l'Associazione Rosa Bianca ha promosso un'azione giudiziaria d'urgenza a tutela del nome. Il 12 marzo c'è stata a Roma l'udienza di comparizione innanzi al Giudice competente, il quale, dopo aver sentito le parti, si è riservato ogni decisione.

Abbiamo lanciato per l'occasione una campagna straordinaria di raccolta fondi per far fronte alle spese sostenute in questo periodo. Per adesioni o per un contributo spese legali vi ricordiamo che i versamenti potranno essere effettuati sul conto corrente postale n. 17173600 intestato a Paolo Pizzichini, via Martiri della resistenza 34 - 60015 Falconara (AN).

Come avete probabilmente avuto modo di vedere il sito (http://www.rosabianca.org) rappresenta un'opportunità significativa per far circolare testi, interventi, riflessioni. Nel caso abbiate contributi significativi (testimonianze, documenti, immagini) che possono essere riportati, fateceli pervenire.

Vi aspettiamo numerosi a Bologna.

Un abbraccio

Grazia Villa
Fabio Caneri

Redazione1
17.03.2008 22:44
No agli antidepressivi di :Pellegrino

Egregio Direttore,
ho sentito al telegiornale la notizia del chirurgo Brandimarte di Taranto che dopo aver ucciso barbaramente la moglie e le due figlie ( di 11 e 14 anni), si è tolto la vita. Il giornalista alla fine del servizio, puntualmente, come nei tanti altri casi simili, ha concluso dicendo che il medico soffriva di depressione. La domanda che mi sono posta è stata:
"Qual' è l’antidepressivo che stava assumendo questa persona ?".
Da quando qualche hanno fa ho letto di 800 famiglie che negli USA hanno fatto causa alla casa produttrice del P. (un antidepressivo denominato anche “la pillola della felicità"), perché aveva indotto i loro parenti a commettere omicidio e/o suicidio. Da quando ho visto alcuni servizi televisivi americani, nei quali mariti, mogli, madri di pazienti e le stesse persone che erano state in cura con il P. , R. , P. ed altri psicofarmaci, raccontavano come era cambiata la loro personalità, degli incubi , degli impulsi omicidi e/o suicidi, avuti dopo l’assunzione di tali sostanze e di quanto fossero diventate violente, mi domando: "La stessa cosa si sta ripetendo da noi, perché nessuno fa niente ?".
Perché non viene aperta un’inchiesta e fatte ricerche per accertare la relazione tra il gesto omicida/suicida commesso dalla persona e lo psicofarmaco assunto? Quanti bambini, mogli o parenti devono ancora morire prima che le autorità preposte alla tutela della salute dei cittadini facciano qualcosa a riguardo?

E’ da diversi anni ormai che nel nostro paese assistiamo a stragi come quella di cui sopra, in ognuno di questi casi ci sono due fattori sempre presenti: la persona era sotto cure psichiatriche ed assumeva psicofarmaci. Perché 20, 15 anni fa queste cose non succedevano, cosa è cambiato?

Il tutto diventa inaccettabile quando si leggono i risultati di ricerche, come quella recentemente condotta dal gruppo di Irving Kirsch della Hull University assieme a canadesi e statunitensi, che dopo aver messo a confronto gli effetti di un gruppo di antidepressivi (P. e affini, cioè oltre alla fluoxtetina, anche paroxetina, venlafaxtina e nefazodone) con il placebo, hanno evidenziato che sono inefficaci nella cura della depressione, che sono migliori le cure alternative. E come qualche giornale ha titolato riferendosi al P. : “E’ inutile, come una caramella”. Peccato che gli gli effetti collaterali di questi psicofarmaci (allucinazioni, confusione, nausea, pensieri suicidi , ostilità, comportamento violento, per citarne alcuni di quelli scritti sui bugiardini (foglio allegato ad ogni medicina) influenzano pesantemente il paziente.

Si resta sconcertati quando legittimamente qualche giornalista solleva il sospetto che dietro tutto ciò ci sia un’operazione di marketing, vengono pubblicati studi negativi sugli psicofarmaci in questione a brevetto scaduto, quando ormai questi farmaci sono diventati generici , a costo più basso e non più fonte di grossi introiti per le case farmaceutiche, mentre contestualmente escono sul mercato nuovi farmaci sotto brevetto. (Corriere della Sera del 27/2/2008).

Si resta senza parole quando si leggono i commenti fatti dalle autorità del settore, in merito alla pubblicazione dei risultati degli studi sugli psicofarmaci , tra questi il Presidente della Società mondiale di psichiatria, Mario Maj, sul Corriere della sera del 27/3/08, che dice : “ Sicuramente il peso dell’industria si fa sentire nella letteratura sui farmaci antidepressivi (…)". "Non è escluso ma nemmeno dimostrato che in questa fase il “publication bias”, intervenga in senso opposto, cioè, nel senso di favorire la pubblicazione di quei dati che documentano l'inferiorità dei farmaci in scadenza di brevetto rispetto ad altri di più recente introduzione". E parlando di questa "prassi" che sembra consolidata nel settore, il “publication bias”, dice che : “E’ quel fenomeno per cui gli studi che portano a risultati positivi sono più frequentemente pubblicati di quelli che hanno esito negativo. Il fenomeno si spiega con la minore motivazione dei ricercatori e degli sponsor a pubblicare i dati negativi".



Alla luce di ciò non ci si può non chiedere: è scienza tutto ciò’?

Dove è finita la verità , l’oggettività e l’onestà scientifica? Questa gente si sta rendendo conto di avere a che fare con la sanità mentale e la vita di milioni di persone o pensano veramente che stanno vendendo Caramelle?

Perché medici e psichiatri prescrivono psicofarmaci nonostante sia espressamente indicato (nei bugiardini), che possono indurre la persona al suicidio? Perché non vengono immediatamente tolti dal mercato? Forse questi avvertimenti servono solo per tutelare le case farmaceutiche da eventuali azioni legali?

Prof.ssa Margherita Pellegrino

Redazione1
19.03.2008 19:10
Manuale, fare il giornalista o il cameriere

Manuale
FARE IL GIORNALISTA
O IL CAMERIERE
Mario Bottaro, giornalista di lungo corso, che mentre era vicedirettore del Secolo XIX ha scelto per così dire la libertà, ossia di fare il free-lance, ha concentrato buona parte della sua esperienza nell'insegnamento universitario, quale docente di teoria e tecniche del linguaggio giornalistico presso la Facoltà di Scienze politiche. Ora ha scritto "Nascita, vita e morte della notizia - Manuale per fare il giornalista (e per difendersi dai media)", libro che come dice il sottotitolo è rivolto non solo ai giovani che vogliono entrare in redazione, ma anche all'utenza, ai lettori, cui non è mai troppo tardi dare qualche arma in più di legittima difesa.
La sua è un'analisi approfondita che affronta il tema centrale, quello di chi detiene il potere reale dell'informazione, smontando i congegni interni del meccanismo e mettendone in vista punti di forza e debolezze: dalla linea editoriale alla formazione del giornalista e sua trasformazione in corso con la diffusione delle nuove tecnologie, dalla costruzione della notizia ai rapporti con le fonti, quindi il do ut des quotidiano per avere la novità, il titolo, fino al peso della pubblicità e all'incidenza sempre maggiore di pr e comunicazione aziendale per promuovere o addomesticare i fatti. Già il fatto di contribuire a creare nuove leve "imparate", è un meritevole passo avanti, rispetto all'era naif della vecchia e unica scuola di redazione, dove l'obbedienza e la soggezione erano le regole.
E' pur vero che i manuali, per quanto scientifici, non possono dar tutto e che il resto viene dalla scuola materiale dell'esperienza sul campo. Dove è importante sul piano formativo trasmettere ai giovani la dote o il difetto della dignità che per taluni è impertinenza. Esemplare al riguardo (utile forse per un prossimo manuale) è un episodietto accaduto in questi giorni in un periodico specializzato, dove un manager marittimo ha fatto sapere che sarebbe stato disposto a concedere un'intervista su argomenti da lui scelti, dopo avere preventivamente scelto anche l'intervistatore. La proposta, riferita in redazione dall'addetta alla pubblicità, interessata a sottoscrivere un contratto, è stata respinta al mittente: "Quel signore si è sbagliato: cercava un cameriere…" Mestiere, quest'ultimo, decorosissimo, se dichiarato.
(c.a.)
fonte Newsletter Oli <newsletter-oli@olinews.it>

Redazione1
19.03.2008 19:12
I laici per Grillini sindaco e il voto disgiunto

Critica liberale
I laici per Grillini sindaco e il voto disgiunto
A Roma, nelle prossime elezioni comunali, si svolgerà un inconsueto esperimento politico. Proprio nella città che ospita il Vaticano si candida a sindaco Franco Grillini, protagonista delle più coerenti battaglie laiche in difesa di quei diritti civili così osteggiati dalle forze e clericali e presidente onorario dell’Arcigay. Nel frattempo i partiti della Sinistra arcobaleno e i radicali si sono accordati col candidato sindaco del Pd, Francesco Rutelli. L’ex leader della Margherita è stato già sindaco di Roma e ha dato particolare prova di remissività e connivenza nei confronti degli interessi della Curia. D’altronde Rutelli è colui che si è fatto strumento di Ruini nell’allargare prima la Margherita e poi il Partito democratico alla componente fondamentalista dei teodem. Ci rincresce che, per puro opportunismo politico, le nomenclature di partiti che pure hanno promosso o sono protagoniste di grandi battaglie laiche, fin dal primo turno, indichino come loro candidato questo campione del clericalismo. Roma ha bisogno di un Sindaco laico, ma ancor di più ha necessità di chiarezza, di leale confronto tra le idee e tra i programmi. Non è con i pasticci, né con le false promesse che si può risollevare la Capitale.
La stessa storia della città ci ricorda, da una parte, come modello luminoso di buona amministrazione il laicissimo Ernesto Nathan e, dall’altra, come esempi scandalosi di malgoverno tutti i vari sindaci democristiani del “sacco di Roma”, portati in Campidoglio dalla gerarchia vaticana. Il neodemocristiano Rutelli non sarà meno remissivo rispetto al potere ecclesiastico e ai comitati d’affari a esso contigui, che soffocano da decenni lo sviluppo della Capitale. Far finta di illudersi del contrario fa parte dell’ipocrisia che sta uccidendo il centrosinistra e la sinistra italiana.
Roma può costituire un esempio di virtuosa unità di tutti i laici. Ci appelliamo quindi ai romani, che pure hanno deciso di votare secondo le loro appartenenze, dell’opportunità offerta dal “voto disgiunto” per scegliere sì la propria parte politica ma anche per affermare una considerevole presenza di laicità. Votando Grillini sindaco.
www.criticaliberale.it – info@criticaliberale.it

Redazione1
19.03.2008 19:45
Cpt Corelli, Agnoletto e due avvocati denunciano

Cpt Corelli, Agnoletto e due avvocati denunciano:

«UNA MAMMA DI TRE BIMBI RINCHIUSA ILLEGALMENTE NEL CPT,

RISCHIANO TUTTI L’ESPULSIONE DA UN MOMENTO ALL’ALTRO!

NON CE NE ANDREMO DAL CPT FINCHÈ NON SARÀ LIBERATA»



Milano, 19 marzo 2008 – «Una madre di tre bambini di 12, 7 e 4 anni (l’ultimo è nato in Italia, tutti e tre frequentano regolarmente le scuole nel nostro Paese), incensurata, sposata con un cittadino italiano, è detenuta illegalmente nel Cpt di Milano: rischia di essere espulsa, insieme ai suoi figli, da un momento all’altro!». Lo denuncia Vittorio Agnoletto, eurodeputato della Sinistra Arcobaleno, che si trova proprio in queste ore dentro al Cpt per cercare di risolvere la situazione della donna e dei tre bambini, insieme ai due avvocati della signora, Giusy Borella e Sabrina Greco. Agnoletto e i due avvocati hanno chiesto al prefetto e al ministero dell’Interno l’immediato rilascio della donna.

«La signora, V.M., è coniugata dal 2006 con un italiano; sua madre, suo fratello e sua sorella vivono in Italia con regolare permesso di soggiorno. I suoi tre figli frequentano regolarmente le scuole in Italia e vivono con lei in provincia di Milano: la procedura di espulsione per tutti e quattro è già partita, visto che proprio stamattina alla donna è stato chiesto l’indirizzo di residenza e i nomi dei bimbi. Agnoletto e gli avvocati non usciranno dal Cpt «finchè non saremo sicuri che non verranno espulsi: è illegale e inaccettabile prendere tre bambini che vanno regolarmente a scuola, che hanno una vita “normale”, e cacciarli dall’Italia!

Lo scorso 16 marzo la donna è stata convocata presso la Questura di Milano poiché avrebbe dovuto ricevere il permesso di soggiorno (in quanto moglie di un cittadino italiano): invece è stata prelevata e portata al Cpt di Corelli e ora rischia l’espulsione! Una situazione gravissima, considerato che la detenzione della donna è illegale, non esistendo i presupposti di legge per l’espulsione e soprattutto se pensiamo ai diritti dei tre bambini della signora, che vengono calpestati. Per questo la donna ha già fatto ricorso al Tribunale dei Minori, al Giudice di Pace e al Tribunale ordinario». In queste ore Agnoletto e gli avvocati della donna si trovano all’interno del Cpt e hanno avviato una trattativa con il prefetto per chiedere «l’immediato rilascio di V.M.».



Vittorio Agnoletto, europarlamentare de La Sinistra L’Arcobaleno, cell. +39 335 6356978



PER CONTATTARE LA SIGNORA V.M., AGNOLETTO E GLI AVVOCATI CHE SONO DENTRO AL CPT,

TEL. 02 70001417 INTERNO 621

Ufficio stampa: Barbara Battaglia, tel. 02 87395155 cell. +39 348 4374046

www.vittorioagnoletto.it

Redazione1
20.03.2008 19:27
LIBERATA LA DONNA RINCHIUSA NEL CPT

LIBERATA LA DONNA RINCHIUSA NEL CPT: GRANDE VITTORIA DI CIVILTÀ
Milano, 19 marzo 2008 - «Dopo oltre sei ore di occupazione di una stanza del Cpt – dichiarano Vittorio Agnoletto, eurodeputato della Sinistra Arcobaleno, e Luciano Muhlbauer, consigliere regionale di Rifondazione Comunista - la questura ha dovuto prendere atto della totale illegittimità del provvedimento di reclusione nel centro di via Corelli e la signora V.M. è stata liberata. Implicitamente è stato riconosciuto che la signora non poteva essere espulsa, in quanto coniugata con un cittadino italiano e, in virtù l’articolo 31 del testo unico di legge, e considerata la presenza di tre minori regolarmente inseriti in ambito scolastico, che avrebbero subito un grave danno psicologico qualora fossero stati espulsi.

Potrà tornare così a casa a festeggiare il compleanno del più piccolo dei suoi figli, che compie gli anni proprio oggi.

Resta dunque in Italia in attesa delle risposte ai ricorsi da lei presentati davanti al giudice di pace e al tribunale dei minori.

Certamente è incredibile che, se non fossimo intervenuti immediatamente, e non avessimo compiuto un’azione irrituale come l’occupazione del Cpt, a quest’ora la signora sarebbe già stata espulsa con i suoi tre bambini. Ci chiediamo quante altre persone siano nella sua situazione e siano esposte all’arbitrio di singoli pubblici ufficiali, a causa di una legge che alimenta i presupposti per tali illegalità».
Contatti:
Vittorio Agnoletto, cell. +39 335 6356978
Ufficio stampa: Barbara Battaglia, tel. 02 87395155 cell. +39 348 4374046

Redazione1
20.03.2008 21:27
Festa è Festa grande di Vincenzo Andraous

Festa è Festa grande seppure non c’è limite alla scelleratezza umana, nella terra inzuppata di sangue, murata, minata, squarciata, e infine negata.
Festa è Festa grande, nei bambini issati a bandiera, nelle donne a scudi di guerra, da una parte e dall’altra è la morte a dettare i tempi alla ragione, alla politica, alla fede.
Festa è Festa grande, tra un impossibile martirio e una liberazione che è già diventata prigionia.
Festa è Festa grande, nella solitudine affamata di speranza e giustizia, nella disperazione millenaria e recente di milioni di fratelli scomparsi.
Festa è Festa grande, sul baratro di una cittadinanza che non compare in alcun documento di identità, nel presente che ancora non c’è, in generazioni costrette a rimanere invisibili.
Festa è Festa grande, nel rumore delle parole che non si dicono, ma sono lì a restituire con gli interessi, la vergogna del sangue, di tutti quelli che non ne possono più di terrorismo, di menzogne, di tradimenti, ai tavoli di potere, nelle legittimazioni internazionali a comando.
Festa è Festa grande, perfino Lui, su quella Croce, posta a mezz’aria per non perderci d’occhio, china il capo per tanto disamore e tanta indifferenza.
Perfino Lui dispiegato in quell’urlo d’amore, in quel tempo che è oggi, ci ingiunge l’ora del perdono.
di Vincenzo Andraous <vincenzo.andraous@cdg.it>

Redazione1
21.03.2008 18:05
Berlusconi ed i figli di L.Castellano

Berlusconi ha detto: "se esistono in Italia degli imprenditori con un minimo di orgoglio si devono fare avanti con un'offerta ed un progetto industriale per evitare una fine così ingloriosa della nostra Compagnia di bandiera". E ha aggiunto, "potrebbero parteciparvi anche i miei figli".
Benissimo ! Rispettoso del criterio secondo cui non si può criticare uno se una cosa non la fa e poi anche se la fa, non commento "ma dove era Berlusconi fino a ieri ? in meditazione al Polo Nord ?" e gli faccio osservare che i 139milioni di euro che AirFrance è disposta a pagere per Alitalia costituiscono poco più del valore di due-o-tre delle sue ville. Mrno di dieci volte della casa sul lago che ha appena annunciato di voler comprare. Quindi, che problema c'è: faccia fare ai suoi figli un piccolissimosacrificio e gli faccia comperare la compagnia di bandiera.
Se convince anche alcuni suoi amici, tipo Gonfalonieri e Doris, si tratterebbe come per noi una spesa del sabato al supermercato. Ma forse è consapevole di non saper fare un piano industriale su cose che non siano pure onde immateriali. Il fallimento della sua avventura in Standa, da lui profeticamente chiamata "La Casa degli Italiani" (da anni sta distruggendo anche quella vera e se malauguratamente dovesse vincere con Bossi e Lombardo ci riuscirà), ne é una prova

leonardo castellano

Redazione1
24.03.2008 09:59
L' indipendenza del Kosovo dalla Serbia di F.Saddi

L' indipendenza del Kosovo dalla Serbia: governo sciolto ed elezioni alle porte. Le accuse di Kostunica a D'Alema.
Sabato pomeriggio l’onda d’urto dell’indipendenza kosovara si è fatta sentire. Governo sciolto ed elezioni all’inizio di maggio per coronare una crisi politica che tiene in pugno la Serbia da settimane.
Il Partito Radicale aveva proposto una mozione che impegnava il governo a negoziare l’ingresso in Europa solo in caso di unità territoriale. Il premier Kostunica si è trovato a votare da solo a favore, incassando il niet del resto dell’esecutivo, che ha scritto la parola fine alla sua coalizione filoeuropeista. “Non esiste più una politica comune” ha dichiarato Kostunica appena uscito dall’aula “e un governo senza politica non può vivere”.
Il Kosovo ha fatto la sua prima vittima politica, dunque, ed è lo stesso primo ministro ad ammetterlo: “Tutti vogliono entrare nella UE, ma solo noi (riferito al suo partito) vogliamo entrare con il Kosovo”. È l’Unione stessa, adesso, a correre ai ripari, perché Kostunica e il suo governo erano l’unica forza in grado di impedire ai nazionalisti radicali di prendere il potere. Appena due mesi fa, alle elezioni presidenziali, Boris Tadic riuscì a vincere contro l’ultranazionalista Tomislav Nikolic, superandolo di meno di 120 mila voti. Il premier serbo, nel discorso di chiusura del suo governo, ha usato parole dure per i Paesi europei che hanno riconosciuto il Kosovo, accusando in particolar modo il ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema, reo di aver permesso che “un’organizzazione militare assumesse un ruolo preponderante rispetto alle Nazioni Unite”. Secondo Kostunica D’Alema, nella riunione della Nato tenutasi a Bruxelles, avrebbe sostenuto che l’indipendenza del Kosovo sarebbe figlia dell’operazione Nato del ’99 quando, cioè, l’attuale vice premier italiano era presidente del Consiglio. Se si votasse adesso, nazionalisti e conservatori avrebbero una maggioranza di oltre il 60%.

Non tutto è perduto, però.
L’11 maggio, al momento del voto, gli elettori non sceglieranno solo un governo, ma dovranno pensare a chi questo governo dovrà sottostare, da una parte Nikolic e dunque Putin, dall’altra Tadic, una maggioranza instabile, ma la costante speranza chiamata Europa.

Francesco Saddi
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Politica Estera e Politiche Carcerarie
francesco.saddi@radicalidisinistra.it
http://www.radicalidisinistra.it/
http://www.radicalidisinistra.it/forum/

Redazione1
24.03.2008 10:00
Italiani sempre più timorati di Dio di E.Melandri

Italiani sempre più timorati di Dio. La sconfitta della vera politica.
L'Italia sale velocemente il suo Calvario, in una Via Crucis fatta di miti caduti, superstizioni e perdite di valori, in cui, a giudizio dei RS, anche la politica una particina ce l'ha.
Che l'Italia sia un paese di fedeli, con quasi il 93% della popolazione che si dichiara credente, è risaputo, ma il dato più allarmante è che il 67% ripone ampia fiducia ('molta o abbastanza' citando il sondaggio) nella Chiesa come istituzione, superando il dato precedente del 56% del 1984. Cresce anche, arrivando al 43,5% nel 2004, la percentuale di coloro che la ritengono adatta 'a risolvere problemi sociali'. Aumenta anche, però, la religiosità vissuta intimamente, con il 79% degli italiani che dichiara di avere momenti di preghiera individuale.
Dato un pò ironico ed ottimistico, è quello relativo alla vita dopo la morte: aumentata dal 57 al 72% la percentuale di chi ci crede, e, mentre il 58% di questi accetta l'esistenza del paradiso, il 49% non fa altrettanto per l'infermo.
Mettendo da parte osservazioni per la laicità e contro le ingerenze, come Radicali di Sinistra riteniamo che questi dati siano la diretta conseguenza della perdita di dignità e di autorevolezza delle istituzioni (quelle vere), del qualunquismo e della banalità imperanti nella politica. Cadute le grandi formazioni aggregative della prima repubblica, il popolo spaesato si appoggia ai solidi valori delle fedi, religiose, culturali, artistiche e di massa, e fugge una politica vacua e traballante, senza più appeal e richiami. Anche su questo gioca l'attuale campagna elettorale, che ha riportato al centro della scena i temi 'eticamente sensibili' e cerca di ricostruirsi la facciata su questo.

Come gruppo politico, anche se non ancora diffuso e conosciuto, è nostro compito ridare un pilastro progressista alla cultura politica italiana, e risvegliare le anime radicali assopite dagli avvenimenti degli ultimi 20 anni.

Enea Melandri
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Politiche Sociali
enea.melandri@radicalidisinistra.it
http://www.radicalidisinistra.it/
http://www.radicalidisinistra.it/forum/

Redazione1
24.03.2008 10:02
Abruzzo e l'inquinamento: di M.Santoro

Abruzzo e l'inquinamento: tra scelte politiche nefaste e progetti ad alto impatto ambientale.
L’Abruzzo, un po come la Puglia, è in una situazione disastrosa. Come in Puglia, ma per altri motivi, detiene i suoi record, ovviamente negativi, a livello ambientale. È una regione affascinante ma che detiene il primato dei depositi di rifiuti tossici più grandi d’Europa. È una regione che, l’amministrazione locale ed interessi nazionali, stanno distruggendo nel silenzio, anche, della campagna elettorale. Chi lo nomina l’Abruzzo. E la Puglia? Chi parla di ambiente, ecologia in questa campagna elettorale? Noi, i Radicali di Sinistra.

Quello che avviene in Abruzzo è quello che succede, con diverse intensità e modalità, in altre regioni d’Italia. Acqua contaminata da sostanze chimiche, l’utilizzo di impianti per lo smaltimento della spazzatura irregolari gestiti in maniera assurda e perciò messi sotto sequestro dalla magistratura. E che dire dello sfruttamento selvaggio e del degrado dei fiumi, nonchè l’autorizzazione e la realizzazione di cave senza un piano regionale. Forse il fatto più clamoroso fu il sequestro, un anno fa, delle discariche di Bussi con le loro 250 mila tonnellate di morte sepolti a 5 metri di profondità nelle zone limitrofe al fiume Pescara. A distanza di un anno gli abruzzesi sono terrorizzati dal nuovo progetto per la creazione di un insediamento petrolchimico ENI, in zone perlopiù utilizzate all’agricoltura ed al turismo. Anche con la complicità di alcune organizzazioni sindacali come la Uil Abruzzo per la quale una possibile convivenza tra regione Abruzzo ed ENI è possibile. Questo è quello che il segretario generale Roberto Campo e il segretario di Chieti della stessa Uil, Antonio Cardo dicono a riguardo:

"L’Abruzzo ha dedicato ampie porzioni del proprio territorio a parchi e riserve: nelle restanti aree, ambiente, agricoltura e turismo non possono essere intesi come alternativi allo sviluppo industriale, ma vanno ricercate compatibilità e punti di equilibrio tra le diverse esigenze. È noto, del resto che i territori più forti dal punto di vista economico e sociale sono quelli che presentano un insieme variegato di attività, mentre più vulnerabili sono le monoculture. Nel caso dell’area di Ortona, poi, la necessità di far convivere diverse economie è ancora più forte, vista la scelta strategica, condivisa dalla politica, dalle istituzioni e dalle organizzazioni sociali, di fare del porto di Ortona il porto commerciale e industriale d’Abruzzo”.
La scelta è anche condivisa dalla popolazione locale? Ma ci rendiamo conto? Vogliono fare il porto commerciale ed industriale dell'intera regione Abruzzo ad Ortona, cittadina di appena 23 mila abitanti e con delle spiagge bellissime.

Ora, non vorremmo che tale progetto, o simili iniziative, andassero ad incrementare la quantità di sostanze tossiche presenti, come i nitrati ed i composti nocivi presenti nel 50% delle falde, oppure a peggiorare la qualità dell’acqua del mare che risulta tra il mediocre ed il fortemente contaminata, oppure incrementare la quantità di terreno dato alla ricerca per lo sfruttamento degli idrocarburi. Ovviamente un cambio radicale di rotta è indispensabile.

Manuel Santoro
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Giustizia, Mass Media, Concorrenza e Libero Mercato
manuel.santoro@radicalidisinistra.it
http://www.radicalidisinistra.it/
http://www.radicalidisinistra.it/forum/

Redazione1
26.03.2008 20:26
Centro Commerciale Carrefour di S.Sarti

Possibile realizzazione Centro Commerciale
Carrefour a Romito Magra (Arcola, SP)

Ci sembra incredibile la notizia che il Comune di
Arcola vedrebbe con favore la proposta della Società
Francese “Carrefour” d’installare uno dei suoi
ipermercati in una delle ultime piane agricole
pregiate del Comune di Arcola, a Romito Magra, subito
a valle della pizzeria Old Bridge, a ridosso di
un’area ecologicamente delicata e sensibile come
quella del fiume Magra.
Ci sarebbe già un primo sì dal Comune, il quale
affermerebbe di avere risolto il contenzioso con
l’Autorità di bacino Interregionale del Magra per il
centro direzionale che comunque vorrebbe realizzare in
tale zona, a prescindere.
Una simile idea sarebbe a nostro parere insensata per
tutta una serie di motivi inconfutabili:
- la prossimità con l’ambiente fluviale che, anche a
prescindere dai problemi idraulici con l’Adb, che
parrebbero essere risolti a priori, è comunque
generatrice di enormi problematiche ambientali: sia
per la delicatezza ecologica dell’area, ultimo breve
tratto fluviale ad avere caratteristiche di acque
dolci planiziarie, visto che subito a valle le acque
sono troppo salate per garantire un tale ambiente, e
subito a monte troppo torrentizie per essere
planiziarie; sia perché, soprattutto, tale area in
parte ricadrebbe nel Parco di Montemarcello – Magra e
nel suo Sito d’Interesse Comunitario, e in parte
comunque in un’area che per la sua contiguità, formale
e/o sostanziale, è comunque da preservare allo stato
naturale; non si può certo fare un ipermercato, con il
caos che ne è corteggio, ai confini di un’area
naturale protetta e di un SIC!
- La piana agricola che si stende tra il fiume e
l’abitato di Romito, fungendo anche da cuscinetto
verde tra due realtà ambientalmente avulse e
incompatibili, è uno degli ultimi esempi, nel Comune
di Arcola e non solo, di piana agricola perifluviale,
retaggio storico – paesaggistico di un ambiente, anche
socio – culturale, ormai in via di estinzione: non va
assolutamente toccata, semmai messa in salvaguardia,
laddove già non la sia.
- L’insensatezza del progetto è anche dimostrata dal
fatto che tale ipermercato verrebbe realizzato a
nemmeno 20 km da un altro ipermercato della stessa
catena, a 2 km. Dall’Ipercoop di Sarzana, e a 6-7 dal
nuovo Superconad di Santo Stefano! È il colmo: in una
valle di pochi km., come la Val di Magra, anche se
densamente abitata, ben 3 ipermercati con Centro
Commerciale annesso; è vero che l’ipermercato, ahimè,
ha sostituito le vecchie piazze di paese per la
socializzazione, ma una nuova struttura a Romito Magra
è oggettivamente troppo! Già è stata compromessa
Sarzana, vogliamo compromettere anche gli altri Comuni
della valle? Ormai la Vallata del Magra sta diventando
un grosso “paese dei balocchi” senza alcun rispetto
per il retaggio storico – ambientale, e per i valori
paesaggistici vera ricchezza dell’estremo levante
Ligure; andrebbero valorizzati Soggetti come il Parco
di Montemarcello – Magra, o i numerosi centri storici,
o le aree archeologiche, anziché assediarli con
ennesimi centri commerciali…
- La proliferazione di centri commerciali aumenterebbe
il traffico e le necessità viarie in un’area, come la
Val di Magra, già soffocata dall’attuale viabilità e
dall’attuale uso dei mezzi su gomma, e laddove,
quindi, anche i progetti di nuova viabilità andrebbero
rivisti in senso restrittivo e sfruttando la rotaia
(Ferrovia Urbana Veloce), e non incentivati dalla
realizzazione di sempre nuove aree di attrattiva
commerciale.
Per tale motivo chiediamo agli Enti deputati di
bloccare tale iter progettuale, rivedendo sia, nello
specifico, le destinazioni d’uso della piana di
Romito, in senso della salvaguardia ambientale, sia i
progetti d’area per la Val di Magra, sia, in senso più
generale, frenando la proliferazione di aree
attrattive per il commercio nell’intera vallata,
bloccando anche la redazione dei progetti di nuova
viabilità programmati dal PRUSST (Programma per la
Riqualificazione Urbanistica e lo Sviluppo Sostenibile
del Territorio), anche perché di realmente
“eco-sostenibile” in quel programma c’è ben poco.

Stefano Sarti, Presidente di Legambiente Liguria
Alessandro Poletti, Responsabile Aree Protette e
difesa suolo di Legambiente Liguria

Welfare Italia
26.03.2008 20:26

Redazione1
27.03.2008 21:23
Oltre il Vesuvio di A.V. Gelormini

OLTRE IL VESUVIO
di Antonio V. Gelormini
C’è un’altra Campania al di là dei cumuli di “monnezza” di Napoli e dintorni. E’ una Campania silenziosa e dignitosa, laboriosa e fantasiosa. Che non ama il lamento apatico della sirena più bella del golfo e che non si rassegna alla “croce e delizia” dell’ammaliante prossimità al capoluogo partenopeo.



E’ una Campania discreta ed elegante, quasi una piccola Svizzera. Che invita al sorriso con i colori dei suoi limoni e delle sue arance, e nel contempo rende invisibile ogni cassonetto. Che sfida il turista a trovare per terra il classico pezzetto di carta e presenta, con orgoglio, i suoi scorci mozzafiato e i suoi intramontabili e romantici paesaggi.



E’ la Campania di Sorrento, Amalfi, Positano, Capri, Ravello, Maiori, Minori e Vietri. Quella che guarda il Vesuvio da un’altra prospettiva. Che ne subisce il fascino e il persistente timore di una indomata minaccia e, forse proprio per questo, preferisce rimanerne con rispetto a debita distanza. Quella adatta all’inquadratura più suggestiva, quella giusta per coglierne al meglio le molteplici “sfumature”.



Una Campania che, come la Torre Normanna a Maiori o il Faro di Sorrento resistono ai tempestosi flutti di una ciclopica risacca, per garantire una raffinata proposta gastronomica all’insegna della genuinità, della freschezza e dei sapori talvolta perduti.



Un grappolo di bellezze, la cui visita meriterebbe ben altre carrozze che quelle fatiscenti ma funzionali della Circumvesuviana. Una miscellanea di tradizioni, riti, tentazioni, espiazioni, creatività, maestria, sonorità ed emozioni di ogni sorta, che rapiscono il turista andando oltre le aspettative, sorprendendolo ad ogni angolo e conquistandolo ad ogni occasione con apprezzata cortesia e tipica simpatia.



Uno scrigno di tesori a partire da quella Villa Crawford, che si staglia sulla costiera sorrentina, come la vittoria alata prorompente dalla prua di antichi velieri. Un patrimonio, tra tanti, da preservare e riqualificare. Una signora dell’accoglienza, a cui le cure amorevoli e dolci di sette sorelle salesiane, col tempo, potrebbero rivelarsi non più sufficienti.



Ecco, il riscatto della Campania potrebbe cominciare da qui. Da un giardino di fronte al mare, dove si specchia il cratere del vulcano. Dove, tra arance e limoni, l’operosità tipica delle formiche continua ad essere la migliore risposta al lamento accidioso delle cicale. Dove la tenacia e la forza della passione, con l’ausilio dello spirito e dell’amore per il bello, possono rivelarsi determinanti per la speranza di una rinascita comune.



Altro che pizza, mozzarella e pomodori. Altro che la furbizia di Pulcinella. Solo la forza di spirito e la fiducia in se stessi, tradotti in un sano “darsi da fare”, potranno essere i veri ambasciatori nel mondo di una Campania rigenerata, capace di scrollarsi di dosso ogni cenere decadente.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
27.03.2008 21:55
La retorica della lotta alla mafia di M.Santoro

La retorica della lotta alla mafia in campagna elettorale. Veltroni e la mancanza di proposte serie e radicali. Alcuni punti certi dei Radicali di Sinistra.
I siciliani da ieri hanno una iattura in più. Un Veltroni in veste elettorale che ieri a Caltanissetta ha affermato che nel caso dovesse vincere le elezioni, il suo governo si impegnerebbe a combattere la mafia, la camorra e la 'ndrangheta. Come? Con quali proposte? Mistero.
Un vago accenno ad un "maxi voto di scambio" che andrebbe spezzato, l'importanza dell'applicazione del carcere duro, il cosiddetto '41 bis', "più opportunità per i collaboratori di giustizia" e, per concludere, la realizzazione "di un'agenzia" che si occupi della confisca dei beni dei malavitosi. Tutto qui. Il tutto condito da un'analisi "nuova" della realtà mafiosa, vale a dire che "la mafia non è solo orrenda per i mascalzoni che hanno ucciso e sciolto nell'acido i bambini, i mafiosi sono criminali, assassini e vigliacchi". Grazie Veltroni. Senza di lei non sapremmo come fare.

Non scherziamo. Questa è un'idea marginale e di comodo del fenomeno mafioso. La mafia non è solo una realtà fatta di famiglie, di cosche ma di intrecci profondi con l'impreditoria, il sindacalismo, la politica sino ai livelli nazionali. La mafia non è un fenomeno locale ma globale, quindi, non bisognerebbe parlarne solo in campagna elettorale e, soprattutto, non solo nelle regioni del Sud. La mafia è al Sud quanto al Nord. Certo in forme diverse ma non per questo meno pericolose. E' proprio questo approccio elettoralistico la iattura dei siciliani, come del resto dei calabresi, dei campani e, forse in forma minore, dei pugliesi. Politici che d'incanto si svegliano dal torpore del palazzo e sparano frasi fatte come "i bambini sciolti nell'acido" che, seppur vere, non sono una novità per quei cittadini nati e cresciuti in ambienti difficili come le regioni del Sud. Non ce niente di nuovo, caro Veltroni. Il nuovo sta nelle proposte "radicali" che si fanno. Ed allora, iniziamo col dire alcune verità semplici. Solo quattro punti semplici ma efficaci.

Prima di tutto, la politica deve uscire a tutti gli effetti dalla magistratura. Iniziando dal Consiglio Superiore della Magistratura. E' evidente che questo organo dei magistrati preposto a nomine, trasferimenti, promozioni, formazione professionale, sanzioni disciplinari ecc, non si può permettere di avere al suo interno una parte, quella togata cioè eletta dai magistrati, sempre più politicizzata. I Radicali di Sinistra sono favorevoli a prendere in considerazione l'importante proposta del procuratore torinese Bruno Tinti di sorteggiare i togati fra i 10 mila magistrati in servizio. Questo punto è importantissimo visto che le nuove regole del nuovo ordinamento giudiziario, o legge Mastella, prevedono una "valutazione di professionalità " in cui la valutazione negativa ripetuta più volte può diventare motivo valido di licenziamento dei magistrati. E' evidente, allora, come sia essenziale avere un organo giudicante, come il Csm, il più possibile estraneo agli aspetti politici delle inchieste in corso, soprattutto a quelle direttamente indirizzate all'intreccio tra il mondo politico e la criminalità organizzata.

Secondo, è importantissimo spezzare il legame tra criminalità organizzata ed appalti. Come? Seguire l'esempio isolato, di cui nessuno parla, del comune di Gela in cui le gare d'appalto avvengono non più nel segreto delle stanze comunali ma davanti a carabinieri e polizia. Dopo cinque anni l'infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici nel comune di Gela è quasi inesistente.

Terzo, il nostro Paese è in una situazione economica disastrata e la macchina della giustizia non è da meno. Il deficit in termini di risorse umane e logistiche è impressionante. Inoltre, la lentezza dell'azione giudiziaria è insopportabile. Per questi motivi sarebbe importante varare una revisione del Codice di Procedura Penale che porti i gradi di giudizio da tre a due, abolendo quindi il grado d'appello (salvo in caso di nuove prove). In effetti, attualmente, le diverse fasi per arrivare alla Cassazione sono cinque: indagini preliminari, udienza preliminare, primo grado, appello e Cassazione. E' evidente che questa riduzione nei gradi di giudizio libererebbe risorse, sia in termini di magistrati sia di finanziamenti, capaci di aumentare e migliorare l'azione di contrasto sul territorio al legame tra politica e mafia attraverso il voto di scambio. Questo permetterebbe, inoltre, un miglioramento nell'azione di confisca dei beni delle famiglie mafiose.

Quarto, annientare il sistema di collusione tra l'apparato mafioso ed i partiti dove il voto di scambio si basa sul riconoscimento di subappalti ed assunzioni nel settore della sanità. Quindi, dalla gestione dei fondi per le spese sanitarie, alle assunzioni di affiliati alla mafia all'interno delle strutture sanitarie, alla gestione di appalti di servizi. In altre parole, spezzare il circolo vizioso in cui amministratori pubblici, in cambio di voti, cedono benefici sottoforma di subappalti ed assunzioni ai membri, agli affiliati ed ai parenti delle famiglie criminali. Cosa fare? E' urgente una nuova normativa che tenga conto del fatto che il voto di scambio non si basi più sul passaggio del denaro in cambio di voti, ma sul passaggio di appalti e di assunzioni (controllo amministrativo della sanità) in cambio di voti. In questo contesto, il 416 ter non è più efficace. Va varata al più presto una nuova normativa che tenga conto di queste diverse realtà. Ma questo è un problema anche politico. Bisognerà valutare chi avrà la volonta' politica di agire in questo senso.
I Radicali di Sinistra senz'altro.


Per il Comitato Politico dei Radicali di Sinistra

Pietro Affaiati,
Fabrizio Cianci,
Pierfrancesco Lorenzini,
Enea Melandri,
Giacomo Orsucci,
Francesco Saddi,
Manuel Santoro


--------------------------------------------------------------------------------

Radicali di Sinistra . libertari laici ecologisti

www.radicalidisinistra.it



--
Manuel Santoro
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Nazionale dell'Organizzazione

http://www.radicalidisinistra.it/

manuel.santoro@radicalidisinistra.it
sanchopanzalino@googlemail.com

Redazione1
27.03.2008 21:58
Lettera all'Ambasciatore Cinese

Lettera all'Ambasciatore Cinese Dong Jinyi
Ambasciata Cinese
Via Bruxelles, 56
00198 Roma Italia
Mail: chinaemb_it@mfa.gov.cn
Fax 0039 06 85352891
Oggetto: Libertà per il Popolo Tibetano

Esprimiamo la nostra preoccupazione per gli
incresciosi fatti che stanno accadendo
a Lhasa in Tibet con la feroce e ingiustificata
repressione di manifestanti pacifici che
chiedono il giusto riconoscimento del loro diritto
all'Autonomia nella loro patria e
terra Tibetana.

Chiediamo che la repressione cessi e che si apra un
dialogo con le popolazioni locali
per il riconoscimento dei loro diritti di vivere in
pace e per il rispetto della loro cultura
e tradizione.

CITTADINI ITALIANI PER LA SOLIDARIETA' CON IL POPOLO
TIBETANO

inviate la lettera con le vostre firme all'Ambasciata Cinese

Redazione1
27.03.2008 22:33
Canale Zero. Appello per una informazione libera

Canale Zero. Appello per una informazione libera . Cari amici e amiche, compagne e compagni di un'Italia che non si arrende. Lo sfacelo della situazione e della classe politica e una vera e propria emergenza democratica impongono di rompere indugi e timidezze, divisioni e recriminazioni.
Dobbiamo, in primo luogo, difenderci. E possiamo contr'attaccare.
Per farlo è ormai indispensabile dotarci di strumenti di comunicazione di massa che realizzino un'informazione democratica e che ingaggino una battaglia per la difesa della democrazia e del Bene Comune.
Noi riteniamo che milioni di persone, in Italia, aspettino questa proposta e siano pronti a sostenerla.
Ma farla richiede un impegno finanziario non indifferente. Non vi sono partiti, sindacati, imprenditori disposti a finanziarla. Se vi fossero vorrebbero controllarla. Cioè non servirebbe allo scopo. Quindi dobbiamo fare per conto nostro. Ciascuno di noi, di voi, diventi editore e protagonista.
E' tra voi, tra i cittadini, che dobbiamo raccogliere la somma necessaria per avviare l'esperimento. Che è grande, immenso, ma che dobbiamo fare con gli spiccioli. Un Davide contro i sette Golia. Ma non occorre avere decine di miliardi di euro per fare una informazione decente e libera. Anzi, i miliardi di euro sono proprio quelli che la imbavagliano e la impediscono.
Noi riteniamo che lo si possa fare anche con una cifra modesta di partenza. Per farlo occorre una struttura organizzativa essenziale. Anche questa costa. Per avviare questa macchina di raccolta è indispensabile sapere in anticipo quanti siamo, quante persone e gruppi sono disponibili.
Non chiediamo, per ora, denaro.
Chiediamo, a tutti coloro che sono disposti a versare almeno 100 euro a fondo perduto, di comunicarci il loro impegno, con una semplice e-mail, accompagnata dai dati essenziali: nome e cognome, e-mail, luogo di residenza ed eventuale recapito telefonico.
I dati raccolti resteranno riservati. Verranno resi noti, nel corso dei tre mesi necessari per questa "campagna di impegno", soltanto i totali, per aree geografiche, con cadenza settimanale.
Al termine dei tre mesi valuteremo se esistano le condizioni di partenza e, in caso affermativo, avvieremo la raccolta del denaro. E useremo questi mesi per definire tutti gli aspetti amministrativi, legali, organizzativi necessari.
Il sito di riferimento per la "campagna di impegno" sarà www.megachip.info che riporterà in maniera centralizzata le informazioni essenziali. Ma coinvolgeremo una serie di siti amici, di blog, di emittenti radiofoniche e mezzi di comunicazione che vorranno appoggiare e diffondere il messaggio della raccolta.
Le tappe:
Stiamo definendo una redazione giornalistica che lavorerà a tempo pieno, e i cui componenti avranno un contratto di collaborazione regolare per l'intera durata iniziale del progetto: 18 mesi .
La redazione avrà un direttore, nominato da questo collettivo e da un ampio gruppo di sostenitori, con analoga, elevata professionalità. E che non avrà altri vincoli che quelli di una corretta deontologia professionale e quelli dettati da un semplice documento d'intenti comprendente questi punti:
1) Difesa della Costituzione e della legalità democratica.
2) No a ogni guerra.
3) Difesa dei diritti sociali e civili dei cittadini.
4) Difesa dell'ambiente e del territorio.
5) Difesa della laicità dello stato.
Prevediamo di definire, in base a una ampia consultazione, un comitato di garanti, super partes, scelti tra le personalità democratiche che godono della fiducia generale per le loro qualità professionali, culturali, scientifiche, di azione sociale. Il loro compito sarà di verificare che queste impostazioni ideali siano rispettate. A tal proposito vi chiediamo sin d'ora di esprimere il nome di una persona che, secondo voi, possa assicurare l'applicazione dei principi di cui sopra.
L'indipendenza degli operatori sarà totalmente garantita. Ogni fase della costruzione del progetto sarà resa pubblica nel più totale rispetto della trasparenza, attraverso strumenti di verifica diretta dei suoi finanziatori. In primo luogo attraverso la Rete, ma anche con una articolazione di comitati e di assemblee nei territori.
Primi firmatari:
Giulietto Chiesa, don Aldo Benevelli, Anna Maria Bianchi, Caparezza, Sergio Cararo, Franco Cardini, Paolo Ciofi, Giorgio Cremaschi, Tana de Zulueta, Arturo Di Corinto, Laura Di Lucia Coletti, Claudio Fracassi, Luciano Gallino, don Andrea Gallo, Giuliano Giuliani, Udo Gumpel, Sabina Guzzanti, Serge Latouche, Empedocle Maffia, Lucio Manisco, Gianni Minà, Roberto Morrione, Diego Novelli, Moni Ovadia, Riccardo Petrella, Carlo Petrini, Lidia Ravera, Ennio Remondino, David Riondino, Roberto Savio, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Vauro, Elio Veltri, Dario Vergassola, Alex Zanotelli
(L'elenco è aperto ad altre adesioni, che saranno tempestivamente rese note) .

Redazione1
29.03.2008 14:33
L’INCREDIBILE CAVALIERE di Antonio V. Gelormini

L’INCREDIBILE CAVALIERE di Antonio V. Gelormini
E’ una sorta di sindrome di Sansone. Con l’inclemente avanzare dell’età risulta arduo ogni tentativo per arginare l’attenuazione della tenuta dei capelli e con essa l’inevitabile calo di tonicità generale, nonché l’affievolirsi della forza nell’azione. La perdita di lucidità, ai vari livelli cutanei, richiede maggiori quantità di bronzo nelle creme ricostituenti facciali. La tendenza a ripetersi si accentua, gli eccessi di autostima diventano incontrollabili e il tasso di credibilità, di conseguenza, fa il pari con le temperature delle due calotte polari.



Da tempo la sicumera del Cavaliere sfiora il patetico, dato che ogni sua assicurazione viene smentita dai fatti o dai diretti interessati a strettissimo giro di comunicato stampa. Il gioco è stato capito e, per quanto cerchi di tenerle nascoste, le carte del Cavaliere sono ormai un libro aperto per ogni altro giocatore al tavolo della politica nazionale e non solo.



Per scongiurare l’esaurirsi della spinta propulsiva confindustriale di Vicenza, dal solenne pulpito di Porta a Porta aveva dato per certa l’accettazione della candidatura dell’ex presidente Antonio D’Amato. Smentito, ha dovuto ripiegare su alternative altrettanto non disponibili. Non contento, ha diabolicamente perseverato e si è detto disponibile a qualsiasi confronto con Veltroni. Salvo rimangiarsi la parola al momento di fissare la prima data del faccia a faccia.



Adesso la cordata nazionale per Alitalia. Ricordiamo tutti la non necessaria chiamata in campo dei suoi figli, tra i probabili salvatori della compagnia di bandiera. Naturalmente scherzava, non è mica scemo. Sarà una banca la capofila di un gruppo di investitori, che uno dopo l’altro si stanno scapicollando per smentire qualsiasi coinvolgimento. E’ proprio vero, le bugie hanno le gambe corte e a poco vale cercare di camuffarle con un rialzo dei tacchi.



E poi, quale dovrebbe essere la banca in questione? E’ vox populi che si tratta di Banca Intesa. Sì proprio l’Istituto che fa capo a Giovanni Bazoli. Ma tutti insieme, sulla fronte, cosa portiamo scritto: “Giò Condor”? Firmassero al più presto con Air France, e lo facessero senza tanta “ammuina”, prima che anche loro aprano l’armadio e si guardino allo specchio!
(gelorminikatamail.com)





Redazione1
29.03.2008 14:43
La stampa estera promuove l'Ecopass,

La stampa estera promuove l'Ecopass, una tassa iniqua ed ingiusta.
"Un'iniziativa irrinunciabile". Così il quotidiano il tedesco Bild giudica l'introduzione dell'ecopass a Milano, come a Stoccarda, a Colonia, ad Hannover, Mannheim, Berlino e Londra. "Una giusta tassa sul traffico" è il commento del New York Times, che con questa frase cancella ogni riferimento ecologista o ambientalista che il provvedimento deve o dovrebbe avere. "Uno strumento per vincere l'inquinamento dell'aria", quello dello svizzero Blick, nonostante l'ecopass non sia ancora servito a risolvere il problema.
Altro che targhe alterne o blocchi al traffico. Metodi troppo sociali e antidiscriminatori, aggiungiamo.

Noi Radicali di Sinistra giudichiamo superficiali questi apprezzamenti, e velati solo di un avido arrivismo, mossi verso una misura che non distingue le persone in base a quanto possono inquinare, ma sulla base solo di una tassa che si rivela, nonostante i meritevoli propositi, iniqua ed ingiusta.
"Chi inquina deve pagare" tuona il quotidiano Der Standard. Più che giusto, ma prima di andare a vessare i piccoli lavoratori che, volenti o nolenti, non possono cambiare mezzo o accollarsi altre spese, sarebbe il caso di intervenire sui trasporti pubblici in modo efficace, ed investire su un valido piano di ricerca alternativa, contro smog, polveri sottili, inquinamenti aerei, idrici e terrestri.



Per il Comitato Politico dei Radicali di Sinistra

Pietro Affaiati,
Fabrizio Cianci,
Pierfrancesco Lorenzini,
Enea Melandri,
Giacomo Orsucci,
Francesco Saddi,
Manuel Santoro


--------------------------------------------------------------------------------

Radicali di Sinistra . libertari laici ecologisti

www.radicalidisinistra.it



--
Manuel Santoro
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Nazionale dell'Organizzazione

http://www.radicalidisinistra.it/

manuel.santoro@radicalidisinistra.it
sanchopanzalino@googlemail.com

Redazione1
29.03.2008 14:59
IX edizione 2008 del Premio Letterario

IX edizione 2008 del Premio Letterario Internazionale di Poesia
" Tra le parole e l'infinito "
Ideato da Nicola Paone
Il premio nasce nell’anno 2000 per una cultura del terzo millennio vera e per puro amore della parola.
Disposizioni di partecipazione:
Sez. Poesia – inviare 1 poesia Max 30 versi.
Sez. Autori Stranieri: Inviare le opere di Poesia,assolutamente con traduzione in Italiano
Sez. Autori già premiati: Vi partecipano gli autori che hanno conseguito dal 1° al 3° premio in altri concorsi Letterari, allegando doc. del premio già ricevuto.
Tutti gli Autori dovranno inviare:
Quattro copie dei lavori firmandone una sola, dichiarando l’autenticità, includendo le generalità complete, un recapito telefonico e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, Inviando una foto colore, e copia della Poesia anche via email, Per eventuale pubblicazione nell’antologia a colori del Premio Letterario.
I partecipanti tutti, dovranno allegare un contributo di €10,00 (diecieuro) a sezione, per spese di segreteria, e due affrancature di posta prioritaria.
L'importo dovrà pervenire SOLO in contanti al seguente indirizzo:
Segreteria del premio " Tra le parole e l'infinito " Via G. Amendola, 7
80023 Caivano Napoli Italia.
Scadenza degli invii 30 maggio 2008.
Le Poesie devono essere inedite, Ai vincitori di ogni sezione sarà assegnato il nuovo trofeo Internazionale
. " Tra le parole e l'infinito"
Oltre ai primi 9 classificati d’ogni sezione, ci saranno premi di: Benemerito Culturale d’Onore e Speciali, Segnalazioni e premi di rappresentanza Istituzionale e Privata. A tutti artistica pergamena personalizzata. Gli elaborati non saranno restituiti. Sì potrà delegare per il ritiro del premio, previo contatti scritti.
Gli autori non presenti alla serata di premiazione, potranno richiedere i premi, con spese di spedizione a loro carico. Anche quest’anno si assegnerà un premio alla Carriera. Giornalistica – Letteraria – Scientifica Storica – Artistica Forense - Forze di Polizia e Forze Armate.
A Personalità e Istituzioni, distintesi in ambito Socio-Culturale. Il Gala di premiazione, si terrà nel mese di settembre 2008, alla presenza del mondo Istituzionale, Culturale, Privato e degli Enti Locali, in Napoli (Italia), sede da definirsi.
La segreteria lo comunicherà in forma: E-mail e/o telefonicamente a tutti i partecipanti.
I lavori finalisti, quelli con maggiore punteggio, e le classifiche saranno pubblicati nel sito del premio, e in un’Antologia pubblicata e distribuita gratuitamente in tutta Europa
Info - line: 3338646774 - nicpao1@libero.it www.traleparoleelinfinito.com

Redazione1
30.03.2008 18:57
Mezzogiorno,il patto con diavolo di A.V.Gelormini

MEZZOGIORNO, IL PATTO COL DIAVOLO
di Antonio V. Gelormini
Apprezzo la ricerca del dialogo del vincente. Sono più guardingo sulla scontata disponibilità del perdente. Di solito il piede di partenza è cosa fondamentale, per la tenuta e il dipanarsi del filo sottile di un’intesa. Per questo avrei voluto che la proposta, sul fronte comune Mezzogiorno, fosse piuttosto partita da Francesco Boccia, e che il tempo non gli fosse stato opportunamente rubato da Raffaele Fitto.



Ha ragione da vendere Michele Emiliano nel dirsi allarmato e preoccupato per le avances presentate dagli alleati degli allergici al Sud, e di chi farebbe volentieri a meno di tutto quello che si trova da Roma in giù.



La ricerca di attracchi della destra magari moderata, nei golfi mediterranei del Partito Democratico, evidenzia in effetti l’esigenza di sponde amiche, per capitani coraggiosi con peso specifico leggero, sulla bilancia delle scelte che contano nella compagine berlusconiana nazionale.



Offrirsi al dialogo a macchia di leopardo, incuranti del quadro nazionale, rischia derive gattopardesche. Non capire, o far finta di non capire, che il movimento autonomista di Raffaele Lombardo potrebbe diventare il catalizzatore di un processo da tempo auspicato dalla Lega (Voi preoccupatevi del Sud che al Nord ci pensiamo noi), non è affatto tranquillizzante. E mette a rischio non solo la gallina, ma l’intero pollaio, nell’accontentarsi con irresponsabile pragmatismo di un’immediata raccolta di uova.



L’ambizione del Mezzogiorno è sentirsi risorsa attiva in un ambito di unità nazionale, nel quadro ancora scomposto di una realtà mediterranea ed europea, che vuole assumere i caratteri di autentico protagonista e di interlocutore privilegiato dei colossi emergenti orientali.



La questione meridionale non si risolve tra noi. In troppi sperano che questo accada, col proposito di favorire ed accelerare ondate emotive secessioniste. Capisco che è difficile porre condizioni alla Lega, soprattutto quando il suo appoggio è di vitale importanza, ma il servire due padroni sarebbe fatale alla commedia e la trasformerebbe in dramma o tragedia.



Non si tratta di gelosia o di poema cavalleresco. Soprattutto al Sud i personaggi non possono essere sempre in cerca di autore. Di fronte agli elettori le parti in commedia vanno rispettate. Certo, l’interpretazione del copione resterà soggettiva, la diversità d’accento e d’inflessione dialettale farà la differenza, ma la bravura si misurerà sulla capacità di farsi capire al Nord come al Sud. E soprattutto di dimostrare, coi fatti, di reggere il confronto faccia a faccia. Da pari a pari. L’applauso seguirà scrosciante.
(gelormini@katamail.com)






Redazione1
31.03.2008 22:18
Rinvio a giudizio di De Gennaro di G.Bazzani

Anche in occasione del rinvio a giudizio del prefetto De Gennaro per le note
vicende riguardanti l'inchiesta sul massacro alla scuola Diaz durante il G8
del 2001 a Genova, Veltroni non perde l'abitudine "cerchiobottista".
Ci ha già annunciato che i temi dei diritti civili, dell'autodeterminazione
delle donne, della laicità e quant'altro non sono oggetto di campagna
elettorale (e c'è da capirlo; altrimenti gli si sfascia il partito), ma su
questa faccenda bisogna dire onestamente che sta rasentando il ridicolo.
Nell'intervista mandata in onda da Sky Tg24 un paio di giorni fa ha
dichiarato che "la vicenda del G8 va tenuta separata" da quella dei rifiuti.
Forse Veltroni dimentica che De Gennaro è attualmente capo gabinetto del
Ministero dell'Interno, ed una volta terminato l'incarico "a tempo" di
Commissario Speciale dei rifiuti in Campania rientrerà nei ranghi.
A mio modestissimo parere chi è accusato di istigazione alla falsa
testimonianza perde ogni credibilità per poter continuare ad esercitare una
funzione destinata a garantire la sicurezza e il rispetto delle leggi, e
dovrebbe essere automaticamente almeno sospeso in via cautelativa da ogni
incarico.
Come del resto accade in simili circostanze in qualunque paese occidentale
compreso quel pericolosissimo paese comunista che si chiama Stati Uniti
d'America, citato ad ogni piè sospinto come modello non solo da Veltroni "ma
anche" da Berlusconi.
Mi sovviene un libro di Massimo D'Alema di qualche anno fa: "Un paese
normale". Visto l'andazzo conformistico del "Veltrusconi", direi che il
titolo più adatto sarebbe "Un paese normalizzato".
Meditate gente, meditate.

Giacomo Bazzani
Sinistra l'Arcobaleno

Redazione1
1.04.2008 12:13
EXPO 2015, LA STRANA COPPIA di A.V.Gelormini

EXPO 2015, LA STRANA COPPIA
di Antonio V. Gelormini
Letizia Moratti è raggiante, e lo è a ragione. Fa bene ad abbracciare Romano Prodi all’annuncio a Parigi per l’assegnazione alla città di Milano dell’Expo 2015. Lo abbracci forte e continui a farlo a lungo, perché, soprattutto nelle ultime settimane, l’impegno profuso da molti lombardi eccellenti era stato piuttosto volto allo sfascio, anziché al sostegno della candidatura meneghina.



In tanti, senza nasconderlo troppo, si stavano già preparando al peggio individuando, con anticipo strumentale, capri espiatori come la “monnezza” di Napoli, l’immancabile incapacità del Governo e l’inadeguatezza dei nostri rappresentanti all’estero. Senza parlare di Malpensa e del mancato hub, dell’Alitalia e delle sue sorti, di Air France e dei nazionalismi padani.



Tutti smentiti, per fortuna. Perché il lavoro di concerto delle istituzioni, ad ogni livello dal Governo al Comune di Milano, si è dimostrato davvero vincente. E non è assolutamente detto che, a parti politiche invertite, sarebbe stato lo stesso. Le inopportune dichiarazioni a caldo del Cavaliere lo testimoniano amaramente.



Perché con la proclamazione di Milano, Città Expo 2015, si caratterizza ancora di più la funzione di grande aeroporto internazionale di destinazione di Malpensa, e non certo di scalo transitorio e di raccordo per altre mete commerciali. Perché viene messo a nudo il paradosso della difesa nazionalistica della Compagnia di bandiera, che ne avrebbe causato l’isolamento (preambolo al fallimento), praticato in quegli stessi ambienti candidati ad essere sede della più universale delle manifestazioni espositive. Pertanto, potenzialmente più interessati ad una reale riqualificazione internazionale di Alitalia.



Una vittoria dell’Italia e di quello spirito tipico, che gli italiani sono in grado di tirar fuori nel momenti più decisivi, a cui più volte ha fatto riferimento, con orgoglio, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ora la palla passi in mani creative più giovani e più ricche di entusiasmo. Perché molti degli attori sia della vittoria odierna, che della sottaciuta e scansata sconfitta da rinfacciare, nel 2015 saranno pressoché ottantenni. E per quanto l’Italia sia sempre più un Pese di anziani, il futuro va affidato a quell’esile filo di speranza rappresentato dai nostri figli.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
2.04.2008 13:27
Confronto Veltroni-Berlusconi:un nostro diritto

Egregio Direttore,
la base fondamentale della democrazia é che gli elettori siano informati, ma anche che possano mettere a confronto diretto sia le idee che il carisma e la capacità di dialogo-confronto di chi si candida a governare il Paese.
Il tutto il mondo a questo riguardo, hanno una funzione fondamentale i confronti diretti in TV.
Veltroni ha detto e confermato che é pronto a confrontarsi ovunque con il suo diretto avversario, anche sulle reti Mediaset. Il leader del Partito Democratico afferma di non temere il libero confronto ma, soprattutto, dice che gli italiani hanno diritto a poter assistere ad un simile dibattito.

La coalizione di destra ed il suo capo, invece, dicono che a loro piacerebbe tanto fare il dibattito ma che non si può perché "la legge non lo consente".

Eppure questa affermazione viene smentita tutte le sere dai confronti che vediamo in ogni trasmissione televisiva.

Ricordo, solo per fare qualche esempio, un faccia a faccia Bertinotti-Santanché su AnnoZero; oppure un Casini-Bertinotti da Vespa; un Boselli-Casini a Ballarò e chissà quanti ne dimentico! Tutti confronti diretti tra candidati leader, non seconde o terze figure!

Quindi, una delle due: o quelle trasmissioni erano abusive e fuori legge (cosa poco probabile....), oppure quella del capo della coalizione di destra é una scusa pietosa o, anche, una balla clamorosa.

Berlusconi dimostra così di far prevalere la sua (comprensibile) paura del libero confronto piuttosto che rispettare un diritto di ciascuno di noi elettori: poter giudicare liberamente, con la nostra testa, per chi votare, assistendo ad un libero confronto diretto, di idee, di proposte e di carisma.

Adriano Ferrazza

Redazione1
2.04.2008 17:55
A qunado la variante Adriatica ? di

A quando la variante della statale Adriatica SS16? I Radicali di Sinistra si schierano con i cittadini di Mezzano, Ravenna.

I Radicali di Sinistra si schierano con i cittadini di Mezzano (RA), che da anni ormai chiedono all'Anas una variante della statale Adriatica (SS16), la più lunga strada statale della rete con oltre 1000 km, per dirottare fuori dal paese il traffico pesante e industriale.
Nella giornata di sabato 29 marzo ho partecipato ad una riunione organizzata da un comitato del paese e dalla Sinistra Arcobaleno, tra gli ospiti alcuni esponenti locali, consiglieri ed assessori.
La richiesta della cittadinanza è semplice: creare una variante della SS16, che ad oggi è una delle principali arterie commerciali del paese, che sposti camion e tir dal centro. Le tratte di cui si vuole una variante sono tre: quella più a nord, a Taglio Corelli (RA), quella che va Alfonsine a Ravenna, e quella di Savio/Fosso Ghiaia che porta a sud. Ad oggi, mentre sono praticamente realizzate la prima e la terza, quella che attraversa il piccolo borgo di Mezzano (tra Alfonsine e Ravenna) non è nemmeno ancora stata inserita negli ultimi piani quinquiennali dell'Anas. Il primo progetto costò circa 70 milioni di euro, e ne saranno necessari altri 21 per aggiornarlo. Valentina Morigi, consigliere comunale di Ravenna del PRC, ha esposto questo desolante quadro dei fatti, sottolinenado come l'ente stradale preferisca occuparsi dello sviluppo italiano della Strada Europea E55, dorsale Nord - Sud che collega Helsingborg a Kalámata, favorendo gli interessi di sviluppo industriale e commerciale alle esigenze umane. La situazione a Mezzano è molto preoccupante:le case sorgono ai margini della strada, senza spazio per piaste ciclabili o marciapiedi, il che rende impossibile anche un suo adattamento o la sua messa in sicurezza successiva.

I Radicali di Sinistra comprendono appieno le ragioni dei cittadini e si uniscono al coro del comitato per chiedere una strada alternativa e più agevole per il passaggio dei mezzi pesanti.



Per il Comitato Politico dei Radicali di Sinistra

Pietro Affaiati,
Fabrizio Cianci,
Pierfrancesco Lorenzini,
Enea Melandri,
Giacomo Orsucci,
Francesco Saddi,
Manuel Santoro


--------------------------------------------------------------------------------

Radicali di Sinistra . libertari laici ecologisti

www.radicalidisinistra.it



--
Manuel Santoro
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Nazionale dell'Organizzazione

http://www.radicalidisinistra.it/
http://www.radicalidisinistra.it/forum/

manuel.santoro@radicalidisinistra.it
sanchopanzalino@googlemail.com

Redazione1
2.04.2008 20:24
ERA UNO DI QUELLI di Vincenzo Andraous

ERA UNO DI QUELLI
Su un quotidiano c’era un articolo posizionato in modo da esser letto poco e male, diceva che nella parte abbandonata di un Ferrotel, era stato trovato sopra un materasso lacero e sporco, un extracomunitario privo di vita.
E’ trascorsa una settimana per scoprire nei sotterranei di una mensa-accoglienza, il corpo senza vita di una persona, di un ultimo perfino nella malattia.
E’ quanto meno indecente che un episodio del genere passi sotto silenzio, come fosse la risultanza di un dazio collaterale da mettere in conto, da sopportare e digerire, a fronte di un’inondazione dell’essere “diverso”, che tanto fa adirare e imprecare chi in casa propria non ha più diritto di vivere in sicurezza.
E’ formidabile l’atteggiamento indifferente e anche intimidatorio dei mass-media, quando intendono cavalcare la tigre nazional-popolare, che vorrebbe le strade pulite, mai più auto in doppia o tripla fila, ma anche e soprattutto poter mandare a quel paese il vigile che redige l’eventuale sanzione.
Indifferenza come strumento di difesa al dilagare della minaccia incombente, del bisogno di sicurezza e protezione, indifferenza verso chi muore senza fare baccano, verso chi disturba da vivo e finalmente diparte senza più scocciare alcuno.
E’ indifferenza a voler allontanare un peso, un carico, perfino il ritaglio di un giornale, è fastidio per quanti s’affannano a non volersi mischiare nelle differenze, quelle che tracciano un confine alle parole spese male, avvinghiate con il filo spinato delle bugie, quelle che non concedono scampo, non consegnano giustizia, invece lacerano disponibilità e buoni sentimenti, menzogne come gli atteggiamenti mentali volutamente disattenti.
E’ morto un immigrato, non un clandestino, un uomo in possesso del necessario permesso di soggiorno, con i requisiti richiesti ben conservati al fondo delle tasche.
Intimidazione mascherata dalla tragicità dell’evento, perché nelle poche righe a epitaffio, c’è malcelata e irriverente la stoccata alla cultura dell’accoglienza, verso quella politica eretta a norma da rispettare, nei riguardi della fede e delle fratellanze allargate, c’è intimidazione oltre che indifferenza, nella facilità con cui dividiamo, sommiamo, per meglio rendere conforme e accettabile un onere fastidioso.
“Lavora e non commettere reati, il resto è affar tuo, chiaramente anche il morire, nel massimo rispetto della pace altrui”.
Un piccolo articolo a margine, in fin dei conti se ne è andato uno dell’est, uno di quelli regolari, che fatica davvero nei cantieri, nelle fabbriche, uno di quelli che non ha creato disturbo precario, né problemi all’imprenditore di turno per qualche sfortunato incidente.
Uno di quelli che non intaccava la libertà degli altri, di coloro che neppure lo vedevano, un uomo invisibile, di quelli usati per le braccia sempre pronte all’alzo, quelli delle otto ore di lavoro, e delle altre più dure, a comando.
E’ morto uno di quelli che non consumava la cena in famiglia, lavorava di giorno e arrancava la notte nel sonno, nel tentativo di rimettere insieme qualche nuova speranza.
Della sua storia personale, della sua dignità e di noi stessi sparsi all’intorno, non interessa a nessuno.
Vincenzo Andraous
Pavia 2 aprile 2008

Redazione1
2.04.2008 21:50
Sentenza della Corte Costituzionale

I Radicali di Sinistra appoggiano la sentenza della Corte Costituzionale sulla illegittimità dei finanziamenti alle scuole private.

Finalmente una buona notizia.
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi i finanziamenti alle scuole private con una sentenza dello scorso 27 febbraio, pubblicata due settimane fa sulla Gazzetta Ufficiale.
Secondo il recente pronunciamento sono, infatti, le Regioni e gli enti locali (Province e Comuni) le uniche titolate a finanziare le scuole private. Il provvedimento dovrebbe mettere la parola fine alla lunga querelle sulle competenze in materia di istruzione fra Stato e Regioni a seguito delle modifiche costituzionali introdotte nel 2001.
Le scuole private che hanno già ricevuto i finanziamenti, in ogni caso non dovranno restituire i fondi ottenuti; denaro che il governo Prodi aveva previsto per le scuole dell'infanzia paritarie (100 milioni di euro).
Ulteriori fondi però non arriveranno poiché la Corte. ha sottolineato che il settore dei contributi relativi alle scuole paritarie è competenza delle Regioni e il finanziamento in questione invade l'ambito di competenza legislativo della regione. In pochi anni i finanziamenti dello stato a favore delle scuole paritarie si sono triplicati. Nel 2000 il sistema delle scuole paritarie, in base alla legge (sulla parità) approvata dal governo D'Alema, riceveva poco più di 179 milioni di euro. Alla fine del 2006 la cifra si è moltiplicata per tre arrivando a sfiorare i 567 milioni. Ci sono poi tutti i finanziamenti delle regioni e degli enti locali.
La scuola privata, per le sue stesse ragioni sociali, non può essere equiparata alla scuola pubblica, perché le scuole non statali o religiose nascono con scopi che sono di parte. Le scuole cattoliche, rivendicano, come ovvio, il loro diritto di mantenere al centro della loro azione educativa i principi del cattolicesimo, ma questo le porta ad assumere posizioni ovviamente imparziali nell'istruzione che uno stato laico, come dovrebbe essere il nostro, non può accettare.

I Radicali di Sinistra appoggiano la sentenza della Corte Costituzionale ed esprimono la loro convinzione nel proporre l'immediata abolizione della legge 10 marzo 2000 che istituisce la parità scolastica ed i relativi finanziamenti statali alle scuole private.




Per il Comitato Politico dei Radicali di Sinistra

Pietro Affaiati,
Fabrizio Cianci,
Pierfrancesco Lorenzini,
Enea Melandri,
Giacomo Orsucci,
Francesco Saddi,
Manuel Santoro


--------------------------------------------------------------------------------

Radicali di Sinistra . libertari laici ecologisti

www.radicalidisinistra.it



--
Manuel Santoro
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Nazionale dell'Organizzazione

http://www.radicalidisinistra.it/
http://www.radicalidisinistra.it/forum/

manuel.santoro@radicalidisinistra.it
sanchopanzalino@googlemail.com

Redazione1
4.04.2008 20:36
Air France lascia di A.V.Gelormini

I sindacati raddoppiano, Air France lascia
di Antonio V. Gelormini
Chi troppo vuole nulla stringe. Alla fine la corda che teneva Alitalia si è
spezzata. A furia di tenderla era prevedile che accadesse. Paradossale che a
tirarla troppo siano stati proprio coloro che avevano più interesse a che
gli eventi non prendessero tale piega. Troppi anni di botte piena e moglie
ubriaca hanno inebriato gli animi, ed illuso che l'atmosfera di ebbrezza
potesse perpetuarsi.

Sono lontani i tempi di un sindacato che aveva scolpito nel suo DNA
l'imperativo "Trattare, trattare, trattare, per arrivare comunque ad un
accordo". A lungo una folta schiera di irriducibili ha lavorato, per
modificare geneticamente l'organismo e riprogrammarne gli obiettivi. Fino a
compiacersi del primato di non aver mai raggiunto un accordo.

Il proliferare di sigle di settore, anche nel gran mondo del movimento
sindacale, ha lentamente sgretolato lo spirito solidale che ne cementava la
base. Generando rivendicazioni di nicchia che, se un tempo facevano da
apripista alla contrattazione collettiva, oggi si sforzano di salvaguardare
particolari situazioni acquisite, percepite in genere come privilegi.

I piloti peggio dei metalmeccanici. Nel parafrasare Churchill sui valorosi
aviatori d'Inghilterra, Massimo Riva ha stigmatizzato perfettamente la
situazione: "Mai in tanti hanno dovuto versare lacrime e sangue, per così
pochi".

Si abbia ora il coraggio delle proprie responsabilità. Il presidente di
Alitalia, Maurizio Prato, ha già presentato le sue dimissioni. Otto sigle su
nove, dopo l'abbandono di Air France-Klm, hanno chiesto un incontro con
Governo e Compagnia di bandiera. Dopo averlo ottenuto, facciano l'unica cosa
seria che resta a loro disposizione: deleghino la nona sigla a trovare un
onorevole accordo per tutti.

Quando si sbaglia, si paga. Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, lo ha
sottolineato senza giri di parole: "Il rilancio che è stato fatto all'ultima
ora da parte dei nostri colleghi è stato veramente incredibile. Non si fanno
trattative rilanciando all'ultimo minuto".

(gelormini@katamail.com

Welfare Italia
4.04.2008 20:36

Redazione1
4.04.2008 21:43
Appello per Grillini

APPELLO PER GRILLINI SINDACO DI ROMA
A Roma, nelle prossime elezioni comunali, si svolgerà un inconsueto esperimento politico. Proprio nella città che ospita il Vaticano si candida a sindaco Franco Grillini, protagonista delle più coerenti battaglie laiche in difesa di quei diritti civili così osteggiati dalle forze e clericali nonché presidente onorario dell’Arcigay.

Nel frattempo i partiti della Sinistra arcobaleno e i radicali si sono accordati col candidato sindaco del Pd, Francesco Rutelli. L’ex leader della Margherita è stato già sindaco di Roma e ha dato particolare prova di remissività e connivenza nei confronti degli interessi della Curia. D’altronde Rutelli è colui che si è fatto strumento di Ruini nell’allargare prima la Margherita e poi il Partito democratico alla componente fondamentalista dei teodem.

Ci rincresce che, per puro opportunismo politico, le nomenclature di partiti che pure hanno promosso o sono protagoniste di grandi battaglie laiche, fin dal primo turno, indichino come loro candidato questo campione del clericalismo. Il neodemocristiano Rutelli sarà oltremodo remissivo rispetto al potere ecclesiastico e ai comitati d’affari a esso contigui, che soffocano da decenni lo sviluppo della capitale. Far finta di illudersi del contrario fa parte dell’ipocrisia che sta uccidendo il centrosinistra e la sinistra italiana.
Invitiamo quindi i romani, che pure hanno deciso di votare secondo le loro appartenenze, ad avvalersi dell’opportunità offerta dal “voto disgiunto” per scegliere sì la propria parte politica ma anche per affermare una considerevole presenza di laicità. Votando Grillini sindaco.




Promotori:

Mario Di Carlo

Giovanni Franzoni

Daniele Garrone

Luisa La Malfa

Enzo Marzo

Beatrice Rangoni Machiavelli

Mirella Sartori

Andrea Spalletti

Maria Gigliola Toniollo

Per adesioni: info@criticaliberale.it

Redazione1
5.04.2008 10:43
l rilancio del nucleare all'italiana di F.Valerio

l rilancio del nucleare all'italiana parte da lontano e più
precisamente dalle sponde dell'Atlantico.
Negli Stati Uniti, dopo il grave incidente del reattore di Tree Mile
Island avvenuto trenta anni fa e che ha decretato la bancarotta della
socirtà che lo gestiva, nessun imprenditore privato ha investito un
dollaro nel nucleare.
E la Casa Bianca ha deciso di dimenticare il liberismo e le ferre
leggi del mercato sovvenzionando con danaro pubblico la realizzazioni
di nuove centrali nucleari.
La principale scelta del governo americano che ha scosso il mercato
statunitense e ha ridato fiato a livello internazionale alle lobby
del nucleare è stata quella che accolla allo stato gli oneri
assicurativi a copertura di incidenti disastrosi per l'impianto e per
la popolazione; alla faccia del nucleare sicuro!

In una sua nota, il Rachel's Democracy and Health News (www.precaution.org/lib/07/prn_nuke_news.070927.htm)
si chiede i motivi di questa scelta dello zio Sam.

La risposta è che Washington e Wall Street hanno deciso che l'energia
nucleare è preferibile alle fonti di energia rinnovabile perchè in
questo modo la politica e la finanza continuano a controllare
direttamente e da soli il mercato mondiale dell'energia; nel caso
delle fonti energetiche rinnovabili, necessariamente diversificate,
adattate alle singole realtà locali e con produzioni fortemente
delocalizzate ( la microgenerazione diffusa sui tetti e nelle cantine)
è la famiglia , l'azienda proprietaria dell'impianto di
autogenerazione a controllare l'uso del finanziamento e dell'energia
prodotta.

In gioco è il controllo oligarchico del potere contro la democrazia
diffusa che passa anche per il controllo dell'energia e delle risorse.

Questa grande partita si sta giocando anche in Italia, dove il
Nucleare nostrano sarà ancora una volta sovvenzionato con danaro
pubblico, sono pronto a scommettere, assimilando il nucleare a fonte
di energia rinnovabile.
La storiella che il nucleare costa poco e contribuisce a ridurre le
emissioni di gas serra è già stata preparata e molti stanno abboccando
fonte: federico.valerio@fastwebnet.it

Redazione1
6.04.2008 13:23
Lettera al Prof. Barberis di U.Montecchi

Caro prof. Barbaris,
tra non molto potremo continuare la nostra discussione (ed i nostri dissensi) sull' ALITALIA "di persona" poichè tutto procede bene per la discusione sulla difesa della COSTITUZIONE .
Infatti è confermata l'iniziativa per Lunedì 7 Aprile 2008 ore 17-20 presso il Circolo ARCI- Zenzero in Via Giovanni Torti N° 35 .

Ma io "non mollo" a fronte della "montagna" delle dimostrate incapacità ed errori gestionali e strategici dei dirigenti ALITALIA , da ben tre Governi ed infine dal disimpegno del mondo imprenditoriale italiano ( comprese le pagliacciate dell'imprenditore Berlusconi) .
Mi domando : si può, in verità , pensare che la colpa del fallimento della trattativa con i francesi sia il frutto della rigidità dei Sindacati che stà faticosamente cercando di difendere il posto di lavoro dei 10.000 dipendenti della compagnia di bandiera ?
Uno stormo di personaggi ( come Prodi e Padoa Schioppa nonchè moltissimi giornalisti ) hanno scoperto la pagliuzza nell'occhio dei Sindacati ma hanno perso di vista il magazzino di travi in cui da anni sono immersi e soffocati...........!
Questi personaggi mi sembra si comportino come i sommi sacerdoti del Sinedrio che, di fronte all'alternativa posta da Ponzio Pilato : "la morte di Gesù o quella di Barabba" ?, si sono messi a gridare ,inferociti , "crocifiggi Gesù Cristo ...........
L' impegno del Sindacato, in questa situazione di oggettiva debolezza ( l'azienda è ormai allo stremo e forse non avrà neppure i soldi per pagare i prossimi stipendi ed il cherosene per far volare i "suoi" aerei....) , se producesse anche un modesto recupero occupazionale rispetto al durissimo dictat francese, insieme alla salvezza delle più importanti strutture produttive ALITALIA, avrebbe svolto un giusto ed apprezzabile lavoro per il Paese.
Infine, il Governo Prodi ( anch'esso allo stremo....) prima di sborsare a chichessia il ventilato prestito " ponte " , dovrebbe invogliare le altre grandi imprese del settore (europee ed americane) ad entrare in campo : nel Mondo non esiste soltanto AIR-FRANCE.

Cordialità ed arrivederci a Lunedì pomeriggio.

Ugo Montecchi.

Redazione1
6.04.2008 13:25
Craxi (Ps): “Stop alla politica in economia

Craxi (Ps): “Stop alla gestione
‘elettorale’ dell’economia” “Il fondo monetario internazionale ha stimato una crescita del nostro prodotto interno lordo pari allo 0,3%. Praticamente, è stagnazione. Gli effettivi più negativi di essa si potrebbero tuttavia affrontare delineando con coraggio una rivoluzionaria politica dei redditi in grado di difendere, quanto meno, i consumi interni durante tutta la fase di crisi congiunturale e anche oltre”.
“A dire il vero, ciò andava fatto prima. E tale responsabilità ricade sia sui governi di centrosinistra, sia su quelli di centrodestra. I primi hanno sostanzialmente favorito la ‘colonizzazione’ della grande distribuzione, la quale ha danneggiato seriamente, da un punto di vista microeconomico, il commercio al dettaglio, per cui già da alcuni anni assistiamo al fenomeno di molte famiglie che si recano quotidianamente nei supermercati, dove i prezzi sono più contenuti, solo al fine di acquistare quei beni di prima necessità - pane, latte, verdura, uova - che compongono il ‘paniere’ della spesa di tutti i giorni”.
“I governi di centrodestra, per parte loro, si sono dimostrati inefficaci nel combattere le gravi speculazioni avvenute durante la gestione dell’entrata dell’euro, un fenomeno che ha indebolito vistosamente il potere di acquisto delle famiglie italiane e che, da un punto di vista prettamente monetario, ha determinato un’impennata di tutto il nostro sistema dei prezzi”.
“Le cause della recessione io credo siano anche queste, insieme ad una serie di ‘tare di fondo’ del nostro ‘tessuto produttivo’. A fronte di un debito pubblico spaventoso, l’unica cosa da fare è dunque un vero ribaltamento di molte nostre analisi, al fine di avviare un robusto sostegno della curva di domanda, incentivando i consumi ed evitando di gestire l’economia sulla base di presupposti ‘parziali’, per non dire squisitamente elettorali”.
Così Bobo Craxi, del Partito socialista, in merito alla crisi economica che si profila innanzi all’intera Unione europea.

Roma, 5 aprile 2008

Redazione1
6.04.2008 13:36
IDV.per una informazione indipendente di A.Di.Pietro

Idv: unico partito per un'informazione indipendente
Nel Consiglio dei Ministri del primo aprile è stato varato il decreto per l’esecuzione delle sentenze della Corte Europea di Giustizia. Non è stata inclusa, nonostante la contrarietà dell’Italia dei Valori, la sentenza del 31 gennaio 2008 che dichiara illegittime le leggi italiane sulle radio televisioni perché consentono a Rete4 di trasmettere sulle frequenze analogiche che spettano a Europa7.

Gli italiani devono sapere che pagheranno per questa decisione una multa di 300 mila euro al giorno, retroattiva dal luglio 2006. Qualche centinaio di milioni di euro per consentire a Fede di fare propaganda elettorale a tempo pieno.

L’ho già detto e lo ripeto ancora. In caso di vittoria del centro sinistra l’Italia dei Valori porrà nella sua agenda, come primo punto, il taglio del nodo incestuoso che lega l’informazione alla politica. Partendo da Rete4.

Riporto l'articolo di Marco Travaglio, dal titolo "Vieni avanti decretino".

"Ottime notizie dal loft del Pd. Pessime invece da Palazzo Chigi. L’entourage di Veltroni, scrive il Corriere, si è reso conto che l’ultima settimana di campagna elettorale dev’essere giocata all’attacco di Berlusconi, per «mobilitare gli indecisi».
«Il buonismo ­ avrebbe detto Goffredo Bettini ­ mi ha rotto le scatole». Meglio tardi che mai. Ora però il rischio è che, dopo mesi di dialogo dissennato con l’avversario che rispondeva a colpi d’intrighi e insulti, un’improvvisa impennata polemica suoni fasulla. E non sortisca l’effetto sperato. Dopo aver rimosso per anni i rapporti del Cainano con la mafia, le mazzette ai giudici, i bilanci truccati, le leggi vergogna, le menzogne su tutto e su tutti (da Alitalia alla statura: ha ricominciato a dire di esser alto 1 metro e 71, quando supera a fatica il metro e 60), rispolverarli a freddo prima del voto sarebbe controproducente. Come attaccare, allora? Anzitutto sottolineando l’impresentabilità di certe new entry nelle liste del Pdl, che renderebbero ridicolo qualunque programma elettorale, anche il migliore. Anche chi crede ciecamente alle promesse del Cavaliere e dei suoi alleati potrebbe nutrire qualche dubbio sulla possibilità di realizzarlo con Ciarrapico (camicia&fedina nera), il generale Speciale (spigole di Stato e voli di Stato a spese dei contribuenti), gli amici dei mafiosi e dei camorristi (l’ultimo l’han beccato l’altroieri a Milano), lo sputacchiere Barbato, il mortadellaro Strano, il fantasmagorico Pizza, la fisioterapista personale del Capo e le bonazze di contorno. Un po’ di sana pubblicità negativa non ha mai guastato, in campagna elettorale. E poi c’è un tema che tutti capiscono e molti condividono, non solo a sinistra: la liberazione della tv dalla politica. Fuori i partiti dalla Rai, fuori Berlusconi da Mediaset o dalla politica, tetto antitrust di una rete per ogni soggetto privato, mercato aperto a nuovi soggetti. E qui veniamo alla cattiva notizia da Palazzo Chigi: il 1° aprile (e quando, se no?) il Consiglio dei ministri ha varato un decreto per l’immediata esecuzione di tutte le sentenze della Corte europea di giustizia di Lussemburgo. Tutte tranne una: quella del 31 gennaio 2008, che dichiara illegittime le nostre leggi sulla tv perché consentono a Rete4 di trasmettere sulle frequenze analogiche che spettano a Europa7 in virtù della celebre gara per le concessioni nazionali del 1999, vinta da Europa7 e persa da Rete4. Perché mai quella sentenza no e tutte le altre sì? «Perché ­ spiega il ministro Emma Bonino - non aveva carattere di urgenza. Se si trova una soluzione, può essere presa in considerazione più avanti o in un secondo decreto». Più avanti? Secondo decreto? Ma il governo è agli sgoccioli e tra un mese ­se tutto va male­ potrebbe insediarsi il governo Berlusconi III. La lasciamo eseguire a lui la sentenza che manda Rete4 su satellite? Cos’è, un pesce d’aprile? Proprio l’altroieri, sul Sole-24 ore, il consigliere di Mediaset Gina Nieri dettava la linea ai partiti. Questa gente è talmente abituata a scriversi le leggi su misura, da avere smarrito ogni pudore. «Nella vulgata dei Grillo e dei Di Pietro ­dice la Nieri- Rete4 è illegale e usurpa le frequenze di Europa7. Ma non lo è affatto: lo provano le leggi approvate dal 2003 in poi». Cioè il decreto salva-Rete4 e la Gasparri, fatte da Berlusconi pro domo sua e bocciate dalla Corte europea, come pure la Maccanico del ‘97 e il principio ispiratore della Gentiloni, per via dell’infinita «fase transitoria» che mantiene lo status quo in attesa del mitico, anzi mitologico digitale terrestre. Aggiunge la Nieri: «Dai programmi del Pd e del Pdl Mediaset non ha nulla da temere». Anzi quello del Pd le piace tanto perché «non c’è il tetto del 45% alla pubblicità». Insomma, sarebbe ancor più favorevole a Mediaset della già blandissima Gentiloni (peraltro mai approvata).
Ecco cosa potrebbe dire Uolter, facendo un po’ di compagnia a Di Pietro: che Berlusconi e le sue Gine non han capito nulla: il primo decreto del suo governo raderà al suolo la Gasparri (risparmiando all’Italia l’annunciata supermulta europea di 300 mila euro al giorno, retroattiva dal luglio 2006), libererà la Rai dai partiti e dalla loro Vigilanza, e applicherà la sentenza europea e le due note sentenze della Consulta: cioè leverà le frequenze a Rete4 e le darà a Europa7. Vedi mai che, parlando chiaro sulla tv, si conquistino molti incerti di sinistra e pure qualcuno di destra."

Redazione1
7.04.2008 21:05
Gli ambientalisti non bloccano le istituzioni

Sono convinto che noi Ambientalisti non bloccheremo mai le Imprese e le
Istituzioni che
valutano la convenienza di un progetto, non per i posti
che occuperanno nell'immediato,
ma che valutano la convenieza del
progetto con la possibilta' di sfociare in altri piu' progetti, con
uguale spesa, ma piu' usuali alla popolazione, all'ambiente e
coseguenti a piu' occupazione.
In Val Bormida e' meglio spendere 4-6
miliardi di euro per una nuova autostrada (Carcare-Predosa), con una
forte opposizione ambientalista o riabilitare e rivitalizzare il
trasporto su rottaia che ritorni a funzionare con l'orologio a cipolla
come una volta e se la media possibile e di appena 100 Km/h, per la
nostra tipologia di ferrovie di valico, purche' si possano instradare
diversi treni sulla stessa linea e quindi il raddoppio delle medesime.
Oppure pensare al presupposto di altre moltecipli opere che si possono
fare con questa enorme somma di denaro. E' quello che la Provincia di
Savona politicamente
disfattista non considera assolutamente le
aspettattive degli abitanti, desiderosi di un'ambiente sano e con piu'
occupozione.
La piattaforma a Vado ne e' l'esempio. Con tutti quegli
euro cosa si puo' fare di diverso che crei piu' occupazione e che non
rappresenti pericolo agli immediati abitanti e confusione nei mezzi di
trasporto di una Liguria che soffre di spazii ed ha valici Alpini e
Appenninici alle spalle?
A Ferrania, domani, speriamo che fissino
finalmente i LIMITI UTILI POSSIBILI nell'ennesimo protocollo.
Ho paura
che si stia dando l'opportunita' alla costruzione di una grande
centrale a metano.

Personalmente in autostrada e solo per brevi
tratti, sono riuscito ad arrivare ai fatidici 130 Km/h, ma se si riesce
a rimanere in una media di 90-100 Km/h, se ne fa di strada. Ora perche'
c'e' assoluto bisogno di andare a 300 Km/ in ferrovia? Le merci, se
viaggiano in orario a 100 Km/h o a singhiozzo a 300 Km/h poco importa,
certo devono arrivare nel tempo stabilito a destinazione. E chi vuol
far prima prenda l'elicottero o l'aereo.
L'ARCOBALENO e' conseguente
sempre a una tempesta e grazie alle maggiori forze in lizza chisa' non
capiti anche a cel sereno, visto il palesare obbiettivi poco
Ambientalisti delle medesime.
germano
fiz1csj@virgilio.it

Redazione1
8.04.2008 22:22

DOV’E’ FINITO FINI? di Antonio V. Gelormini
Nervosismo e paura di Silvio Berlusconi, di ritrovarsi con la macchina in avaria e il motore in “fiamme”, a qualche chilometro dal traguardo, non sono provocati né dalla silenziosa e costante rimonta del Partito Democratico, né dalle intemperanze dell’irascibile leader della Lega Nord. Da qualche giorno l’incubo della sconfitta si chiama Movimento Sociale Italiano.
Una fiamma mai spenta, una fiaccola ben più viva anche del bistrattato simbolo dei Giochi Olimpici, che dal bagno purificatore di Fiuggi ne era uscita avvolta col velo moderato di Alleanza Nazionale. Un orgoglio indomito, che ha guardato con invidia lo sganciamento liberatorio di Francesco Storace e che avverte con mortificazione il perpetuarsi di una nuda proprietà, scambiata con l’anima del partito, in un patto che rischia di rivelarsi demoniaco col leader di Forza Italia.
Le intenzioni dichiarate del Cavaliere, di non voler sentir parlare di successione, sono state un ulteriore campanello d’allarme per l’ennesima tattica dilatoria. “Il potere logora chi non ce l’ha”, recitava l’adagio sornione di Giulio Andreotti. Gianfranco Fini lo sa bene e il partito lo sta vivendo sulla propria pelle. L’ipotesi è che si faccia strada la convinzione che solo una sonora sconfitta possa aprire la strada del rinnovamento nel già vecchio Popolo della libertà.
Si ha l’impressione di una frenata. Di una sorta di partecipazione a distanza nella campagna elettorale. Anche perché tra la base del partito è tornato lo spettro gelido della funzione “frigorifero di voti”. Si sono quasi perse le tracce dei Ronchi, Nania, Baldassarri, Alemanno e dello stesso La Russa. Resistono Matteoli e Gasparri.
Come spesso accade in questi casi, nel vuoto di presenze di Alleanza Nazionale ha cominciato ad imperversare la Lega Nord, sventolando già da oggi i crediti federalisti e secessionisti che intende portare all’incasso. Saranno titoli a corso forzoso, soprattutto se il peso nella coalizione continuerà a crescere, per l’assenza degli altri.
E’ proprio vero, fra una settimana le sorprese potrebbero essere tante. E nella precocità di una stagione sempre più pazza, come le ciliegie, l’una potrebbe tirare l’altra.
(gelormini@katamail.com)





Redazione1
12.04.2008 11:05
La forza di Veltroni di A.V.Gelormini

LA FORZA SERENA DI VELTRONI
di Antonio V. Gelormini
E’ credibile, non usa gira di parole, ha coraggio e, da quando ha cominciato questa lunghissima campagna elettorale, non ha perso una briciola dell’entusiasmo iniziale. Con tali propulsori e con l’audacia di una speranza mai affievolitasi ha dato vita ad una rimonta dalla portata storica. Impensabile solo qualche mese fa.
Ed ora può davvero farcela. Lo si legge negli occhi della gente che lo ascolta. Lo dicono le piazze che tornano a riempirsi, ma soprattutto la serenità che le pervade. Lo testimonia il nervosismo che serpeggia nelle file degli avversari, che vedono svanire il poderoso vantaggio dell’uomo solo al comando e sentono di poter fare poco per la volata finale.
Tra chilometri percorsi, città visitate, animi accesi e affluenza ai comizi, i numeri sono da capogiro. Sin dal principio ha imposto l’agenda, dettato i temi e fissato i ritmi della contesa elettorale. Ha saputo utilizzare con profittevole sagacia il sistema mediatico, chiuso gli spazi agli avversari nei momenti cruciali, costretto questi ultimi a reazioni scomposte che hanno ulteriormente confuso la proposta alternativa all’innovazione del Partito Democratico.
Le polemiche ed i tentativi di spostare il dibattito su brogli, schede da ristampare, avviso di sfratto al Quirinale, sedi secondarie partenopee di Palazzo Chigi e quant’altro, non hanno fatto breccia. Veltroni ha tirato dritto lungo un percorso fatto di toni pacati, decisi e sempre aperti al confronto sul merito dei contenuti.
Si ha l’impressione che alla fine il metodo abbia pagato. Le centomila persone di Napoli (una piazza difficile, dati i tempi) sono solo l’ultima prova di una sfida vinta senza ombra di dubbio. Rappresentano una forza per sottolineare che eroi sono persone come Falcone e Borsellino, Calabresi o Ambrosoli e non certamente altri, checché ne dicano Dell’Utri e lo stesso Berlusconi. E danno il coraggio per chiamare i capi-cosca col proprio nome, uno ad uno, per fargli sapere che i loro voti non sono graditi.
Si è replicato a Milano e poi a Roma. Ogni volta oltre centomila persone e questa volta è per far sapere alla Lega che all’Umberto irascibile che incita ad imbracciare i fucili, il Partito Democratico contrappone un altro Umberto: lo scienziato che combatte i tumori e che incita ad imbracciare bel altre armi, per dar man forte alla ricerca e sollevare il più possibile le sofferenze da malattie. Ma anche per ribadire che Totti è meglio lasciarlo stare e che: “Le larghe intese non rientrano nella prospettiva del Pd, lo voglio dire a lettere cubitali”. Chi vince, quindi, governa.
Ancora poche ore e poi si tireranno le somme. Veltroni avrà l’età del suo avversario nel 2026. Negli ultimi giorni la cosa è diventata più evidente. E c’è una vena patetica nel vecchio che si sforza di apparire giovane, ma poi fugge dal confronto diretto. Sono debolezze che si pagano. Con serenità, pacatamente. Ma si paganao.
(gelormini@katamail.com)










Welfare Italia
12.04.2008 11:05

Redazione1
12.04.2008 11:32
Analisi programmi partiti sulla droga

Analisi dei programmi dei partiti sul tema delle droghe. Proposte serie e dettagliate dei Radicali di Sinistra.
Ci stiamo avviando alla chiusura di una campagna elettorale molto deludente, dove molti temi etici o altrettanto importanti sono stati deliberatamente evitati dai candidati premier. In particolare il tema delle droghe è praticamente assente da una delle meno entusiasmanti campagne elettorali del dopoguerra. Vediamo cosa dicono, o vorrebbero dire, i programmi dei partiti che si presentano alle politiche del 13 e 14 aprile.
Partito delle Libertà: non poteva non confermare la legge Fini-Giovanardi, e continuare nell'opera di nasconderne gli effetti. "Attuazione della legge contro le droghe e potenziamento dei presidi pubblici e privati di prevenzione e di recupero dalle tossicodipendenze" si legge nella sezione salute. Riforma della legge "Basaglia" ed inasprimento delle pene per i reati contro le forze dell'ordine.
Lega Nord: sulle droghe non troviamo nessun esplicito riferimento nel programma, ma viene proposto un test antidroga per tutti i cittadini per punire anche i consumatori.
Partito Democratico: nel programma nessun accenno alle droghe, forse c'era anche, ma evidentemente la mediazione fra Bonino e Binetti ha portato all'usanza tutta italiana di rimuovere il problema. Evidentemente per il partito democratico non esistono milioni di consumatori che vengono trattati come criminali.
Italia dei Valori: idem PD.
Sinistra Arcobaleno: la Sinistra Arcobaleno propone di abrogare la Fini-Giovanardi sulle droghe, superando in una prospettiva non proibizionista la normativa vigente.
Partito Socialista: al di là delle dichiarazioni di alcuni suoi candidati, nulla dice nel programma di che fine far fare alla Fini-Giovanardi.
La Destra: tolleranza zero contro lo spaccio di stupefacenti; innalzamento della pena fino all'ergastolo per i grandi spacciatori; previsto recupero di emarginati e tossici.
Sinistra Critica: politica antiproibizionista e rifiuto della criminalizzazione del consumo di droghe. Proposta per la liberalizzazione di quelle leggere e la legalizzazione delle altre.
Lista per il bene Comune: la lista del senatore Rossi non dice nulla sulle droghe.
Ed i Pannelliani? Hanno deciso che qualche posto in parlamento era più importante dei diritti dei cittadini.
I Radicali di Sinistra invece non ci stanno e propongono una forte politica antiproibizionista. Siamo convinti delle inutilità e nocività di politiche proibizioniste che non solo aumentano la solitudine dei tossicodipendenti, ma li spingono verso la microcriminalità che si abbatte su tutti i cittadini.
Il punto di partenza per una nuova politica sulle droghe è l'immediata abolizione del DDL Fini ed il superamento delle politiche basate solo sulla riduzione del danno per arrivare ad una legislazione che abbia come finalità:
-liberare i consumatori dal rapporto con lo spacciatore;
-sottrarre il mercato delle droghe alla criminalità;
-controllare e garantire la qualità dei prodotti;
-pianificare una rete pubblica di sostegno e di recupero per i tossicodipendenti.
Per questo proponiamo:
- l'eliminazione di qualsiasi sanzione per l'uso di droghe e la legalizzazione e liberalizzazione di quelle leggere;
- la legalizzazione della produzione di droghe, a patto che la raffinazione avvenga in laboratori italiani, dello Stato o concessionari di licenza ministeriale e sotto stretto controllo scientifico;
- la legalizzazione del commercio, attraverso una licenza conseguibile e dietro una specifica formazione per l'ambito produttivo;
- la costruzione di una rete socio sanitaria pubblica finalizzata al sostegno e al recupero finanziabile con il gettito derivante dalla produzione e il commercio legalizzato.
Per il Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Pietro Affaiati,
Fabrizio Cianci,
Pierfrancesco Lorenzini,
Enea Melandri,
Giacomo Orsucci,
Francesco Saddi,
Manuel Santoro

Radicali di Sinistra . libertari laici ecologisti
www.radicalidisinistra.it

Redazione1
12.04.2008 12:18
L'anima e il suo destino

“L’anima e il suo destino” Il libro di Vito Mancuso “L’anima e il suo destino”, del quale tanto si è parlato in questi ultimi mesi, ha alcuni meriti indubbi: primi fra tutti avere elaborato una risposta ragionevole all’antica domanda circa le nostre origini, il nostro essere e il nostro destino ed avere rimosso, per aprire questa strada, cumuli di macerie ideologiche. Il tutto con un linguaggio accessibile anche a non specialisti e con una trama ben intessuta, che coinvolge il lettore.

Intendiamoci, il discorso di Mancuso non è tutto originale (e quale libro, oggi, lo è?) ma nuovo è l’incastro dei diversi dati di partenza (storici, scientifici, filosofici, religiosi) e originale è – per quanto mi risulta – la via di uscita da lui proposta verso una possibile continuità dell’essere oltre la morte. Questa via naturalmente sarà accettata o no dal lettore, ma è comunque assai più plausibile di quelle finora proposte e dai più rifiutate per la loro evidente assurdità. Del resto, anche se alla fine il lettore non si sentirà convinto dalla prospettiva futura, sarà comunque grato all’autore per quanto costui ha fatto con questo libro per la libertà della nostra vita presente.

Se il ragionamento sulle cose “metafisiche” è infatti plausibile (assai più plausibile di certi nichilismi pregiudiziali) ma resta in ultima istanza opinabile, assai meno opinabile è la critica di Mancuso alle proposte di soluzione fin qui avanzate e imposte dalla tradizione cattolica. Non reggono, di fronte alla sua costruzione logica, né il mito della creazione contenuto nella Genesi (e questo era già chiaro dopo Darwin) né quello, connesso, del peccato originale, né tutto il castello dei novissimi (ciò che ci attende dopo la morte), né l’idea, ancora dominante in moltissime manifestazioni private e pubbliche del mondo cattolico, di possibili interventi di Dio nella storia. L’unico intervento di Dio, secondo Mancuso, è anticipato all’inizio della creazione, come potenzialità evolutiva della materia primordiale esplosa con il big-bang, fino alla comparsa della nostra specie che, unico esempio nell’universo conosciuto, è non solo oggetto, ma anche soggetto dell’evoluzione.

Il fatto che Dio – secondo questa ricostruzione – abbia affidato se stesso, sotto forma di energia creata e creativa, alla materia per ritrovarsi problematicamente in noi, espressione più alta di quell’energia, anticipa in un certo senso l’incarnazione di Gesù, la quale non diventa inutile, ma assume un carattere “rivelatore” di Dio, e di un certo tipo di Dio, più che essere “costitutiva” di salvezza. Se questo è vero, a maggior ragione la Chiesa (tutte le Chiese e tutte le religioni) non sono necessarie ma possono essere utili tutte le volte che aiutano l’essere umano, rispettandone la libertà, a sintonizzare la propria energia sull’onda creativa e non su quella distruttiva entrambe presenti nell’evoluzione, cioè ad impegnarsi positivamente nella storia, nella quale e nei cui protagonisti, uomini e donne, è il trascendente. Se vi pare poco!

Quello di Mancuso è dunque un libro che va letto per fare il punto (provvisorio) della nostra situazione e riprendere coraggio nella navigazione tra tanti scogli antichi e nuovi.

Di fronte a tale ricchezza di suggestioni, mi pare che passino in secondo (o terzo, o quarto) piano alcune singolarità del personaggio, come il fatto che scriva sul “Foglio”, cioè, secondo noi, in partibus infidelium, o che ogni tanto si spenda in lodi di papa Ratzinger e della sua pretesa accettazione dell’importanza della ragione come ancella della fede. Proprio questo libro dimostra dove porta la ragione, se esercitata senza pregiudizi: in luoghi dove un tempo ci sarebbe stata una bella abiura o un bel rogo (si fa per dire).

Antonio Guagliumi

CdB di San Paolo - Roma

Redazione1
17.04.2008 19:29
No, Franco Marini no !! di L.Castellano

No, Franco Marini no ! Marini presidente del PD ? sarebbe una sciagura, una catastrofe, un suicidio.........
Marini ha già distrutto due partiti, il PPI e la Margherita, e partecipò in modo decisivo alla distruzione del primo governo-Prodi !
E non ha fatto tutto questo per lungimirante e paziente cammino verso il PD ma per suoi disegni personali.
Se analizzo la sua storia, posso tracciare uno scenario futuro di alta probabilità: usa la rappresentanza "nobile" del PD per un inciucio che, con la foglia-di-fico della rappacificazione nazionale, secondo i suoi calcoli, lo porterebbe ad accreditarsi come possibile successore di Napolitano.
Questa, per altro, sarebbe anche una illusione fallace (così come risultò quando tentò di farsi eleggere al posto di Ciampi); il berlusca ha ben altri piani sul Quirinale...........ma Franco Marini seguirebbe lo stesso quella strategia in quanto è un pertinace teorico del "in politica non si sa mai" e comunque poi, qualcosa a casa porterebbe in ogni caso.

leonardo castellano

Redazione1
17.04.2008 22:01
IL PD ha comunque ottenuto il 34%

Il Partito Democratico ha comunque ottenuto il 34,5% e penso che l'orizzonte massimo che potrà toccare sarà al massimo il 37% come soggetto unitario. Trovo anche io poco saggio inseguire su determinate questioni il centro-destra. Poco saggio perchè per l'appunto non porta alcun voto in più. Diverso è invece il discorso sul come comunicare non solo che le proprie idee sono migliori ma dimostrarglielo.
Ribadisco quel che penso da tempo: per dimostrare la bontà del progetto PD bisogna al NORD avere la pazienza, la forza e la volontà di lanciare l'idea di un ricambio generazionale forte che sappia però essere tenuto assieme da un progetto con orizzonte di medio termine e che punti a far fare esperienza nelle amministrazioni locali ai 30 enni di oggi. Bisogna al NORD dimostrare che i rappresentanti del PARTITO DEMOCRATICO sui tre pilastri fondanti uno stato (ISTRUZIONE, SANITA', PUBBLICA SICUREZZA) ed una collettività pongono in essere le adeguate azioni affinchè la cittadinanza riceva gli adeguati servizi che chiede. In Spagna ZAPATERO su questi tre temi è stato semplicemente impressionante.
Questo per costruirsi la credibilità per un vero ricambio generazionale. Per configuare il PARTITO DEMOCRATICO come partito capace di governare, bhe tocca agli specialisti delle regole interne costruire un partito che sappia premiare il merito ed il confronto, che coinvolga gli iscritti nelle proprie decisioni e che sappia essere presente nei territori.
Ripeto, secondo me l'obiettivo è quello di rivolgersi totalmente alle nuove generazioni. Forse oggi sono maturi i tempi per riavvicinare i giovani alla politica e dare il segnale di cambiamento.
Secondo me non è dire "LOTTA AL PRECARIATO" che convinci un giovane a votarti, ma avere un circolo tematico che ti istruisce per fare i colloqui, fa corsi di informazione sul diritto del lavoro, sulla normativa sulla sicurezza sul lavoro, è presente in caso di dubbi con consulenze. Insomma fa politica nelle istituzioni ma all'esterno fornisce servizi alla cittadinanza. Tutte le competenze che sono presenti tra gli iscritti vanno tirate fuori proprio con quella stessa dedizione con la quale essi fanno le campagne elettorali.
I fondi pubblici devono essere utilizzati per questo. Anche questo fa CRESCITA.
Magari la segreteria ci ha già pensato. Non lo so ... però quando bisogna votare per la segreteria di un partito di solito si valutano le proposte per il funzionamento del partito.

A presto.
Gianni Esposto

Redazione1
18.04.2008 12:44
Cosa significa essere di sinistra? di A.Giovannini

Da un po' di tempo, quando qualcuno mi chiede cosa significhi essere di sinistra, rispondo con le parole di una canzone di Luciio Dalla:
"Capitano che hai trovato principesse in ogni porto
pensi mai al rematore che sua moglie crede morto".
Questa è la mia idea di sinistra.
I rematori da soli non possono mandare avanti il mondo (e neanche i capitani).
Tra loro va trovato un accordo (società) per il benessere comune (spingiamoci oltre, per un mondo migliore).

La mia idea di destra, invece, è che il capitano vuole dominare i rematori per il proprio esclusivo benessere senza curarsi delle conseguenze a volte frustandoli a volte facendoli rincitrullire (perdere coscienza del proprio stato) purché continuino a remare.
Del mondo migliore non se ne parla proprio.

Io sono di sinistra e del PD.
Voglio dire, però a PD che, se si sposta ancora un po', potrebbe ritrovarsi distrutto dalla mancanza di identità.
Andrea Giovannini

Redazione1
18.04.2008 14:30
Pari opportunità di Gian Luca Borghi

Pari opportunità e contro le discriminazioni a cura di Gian Luca Borghi.
È iniziato in Commissione il percorso del progetto di legge regionale
per l’affermazione dei diritti di tutte/i le/gli emiliano-romagnoli.
Sottoscritto da numerosi consiglieri regionali
del centrosinistra, il progetto di legge
"Pari opportunità e contro le discriminazioni"
si propone di contrastare ogni discriminazione,
promuovere le pari opportunità, accogliere
e valorizzare le differenze fra le persone, quali risorse
per la crescita della società, secondo i principi
contenuti nel preambolo dello Statuto della
Regione Emilia-Romagna.
In un contesto di grandi trasformazioni sociali e
demografiche come l’attuale, questi temi assumono
un rilievo sempre maggiore rispetto alla
necessità di garantire ai cittadini i propri diritti.
L’Unione Europea pone infatti i principi di non discriminazione
e parità di trattamento al centro del
propriomodello sociale e ne fa un caposaldo dei
diritti fondamentali dell’individuo.
Di concerto con gli Enti locali e col coinvolgimento
delle parti sociali e dei soggetti del terzo
settore, l'Emilia-Romagna si impegna quindi a
promuovere azioni positive per il superamento di
eventuali condizioni di svantaggio derivanti da
pratiche discriminatorie.
In particolare il progetto di legge si pone l'obiettivo
di eliminare ogni forma di discrminazione nell'accesso
ai servizi pubblici e privati, nell'inserimento
al lavoro e nei percorsi di istruzione e formazione,
che devono rappresentare l'ambito privilegiato
per la realizzazione di un sapere multiculturale,
basato sull’integrazione, sulla conoscenza delle
diversità, sul rispetto delle differenze.
Inoltre il progetto di legge intende contrastare
ogni forma dimobbing e di discriminazione sulla
base dell’orientamento sessuale, garantendo parità
di trattamento nell’inserimento lavorativo,
nella permanenza nel mercato del lavoro, nei
percorsi di carriera e nella retribuzione.
Infine sono riconosciute in ogni ambito pari opportunità
tra donne e uomini e viene sostenuta
l’integrazione sociale delle persone diversamente
abili attraverso un potenziamento ed una maggiore
personalizzazione degli interventi finalizzati
a migliorare le opportunità di vita indipendente
ed a definire un progetto di vita individuale.
Al fine di favorire la corretta applicazione della
legge, è prevista l'estensione delle competenze
dell'Ufficio delDifensore civico regionale che potrà
intervenire anche nei casi di discriminazione per
accogliere e valutare segnalazioni di persone nonché
istituzioni, associazioni e organizzazioni non
governative che svolgano attività di promozione
del principio della parità di trattamento.
Il testo del PdL è consultabile sul sito www.
gianlucaborghi.it, dove nelle prossime
settimane verrà reso noto l'iter della legge
con particolare riferimento all'udienza conoscitiva.
gb

Redazione1
18.04.2008 14:44
La raccolta differenziata di Emilia Parodi Pedrina

Noto come fra le elucubrazioni "per sentito dire" sotto citate...ci sia
anche Ottawa. Forse posso essere d'aiuto essendomi proprio recata là, in
Canada, lo scorso novembre.
Mi consta che Ottawa non vada più verso lo "Zero Waste", inteso come volontà
di oltrepassare l'80% di raccolta differenziata con tendenza allo 0 grazie
all'analisi dei materiali con una concreta riduzione alla fonte.

Ottawa ha portato avanti per anni una politica virtuosa tanto che la
quantità di rifiuti prodotta è circa la metà della nostra e la RD si attesta
intorno al 65%. Poi 3 anni fa i canadesi hanno optato per "la soluzione
tecnologica" al fine di smaltire il residuo. E questa scelta ha di fatto
bloccato la crescita in percentuale della RD a fronte della costruzione di
una torcia al plasma (ricordo a tale proposito di aver pubblicato anni fa
sul giornale un pezzo inviatomi da Bruno Rapallo) che in fase sperimentale
lavorava circa 50 tonn/giorno.

Poi, come progetto "definitivo", ne è stato costruita una di dimensioni
"doppie" da 100 tonn/giorno.

Considerato che la torcia è un impianto modulare, nulla impedisce di
ampliarla alla bisogna.

Non vorrei che questo pensiero venisse da qualcuno inteso come "malafede".
Si tratta di una semplice constatazione relativa al fatto che Ottawa lega il
proprio progetto "Zero Waste" alla presenza della torcia...deviando da una
"sana" applicazione della strategia "Zero Waste" stessa.
Brucia o "dissolve" i rifiuti. Uno modo curioso per azzerarli. Anzi no. Il
più antico del mondo.
L'affermazione "nulla si crea e nulla si distrugge" credo valga anche per la
torcia.
Emilia Parodi Pedrina

Redazione1
18.04.2008 15:35
Corri con l'esercito di Andrea Agostini

Domenica 20 aprile si svolgerà a Genova "Corri con l'esercito", una delle tante competizioni sportive sponsorizzate o organizzate dalle forze armate.
Poiché non possiamo né vogliamo dimenticare che le forze armate italiane sono oggi in guerra in Afghanistan, invitiamo tutti e tutte ad unirsi a noi per distribuire questo testo, ed esporre striscioni pacifisti.

Appuntamento alle ore 8.45 al Porto Antico sotto la statua di Gandhi. ( sono gradite tuta e scarpe da ginnastica alla pettorina pensiamo noi )



Corri con l'esercito?

Le forze armate italiane costeranno nel 2008 ben 23 miliardi e 352 milioni di euro, l'11% in più rispetto allo scorso anno. Sono soldi che sarebbero stati meglio impegnati se destinati alla scuola, alla sanità, alle pensioni.



Le forze armate italiane sono impegnate in Afghanistan al fianco degli Stati Uniti in una guerra

illegale, perché esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione ("L'Italia ripudia la guerra....")

Inutile, perché intrapresa con il pretesto di dare la caccia a Bin Laden (delle due l'una: o il pretesto era falso, o i generali della NATO non sono poi così abili)

criminale, perché moltiplica lutti, distruzioni ed odio; ed è condotta, come tutte le guerre "moderne" soprattutto contro i civili.



Le forze armate italiane devono "reclutare" e far dimenticare che la loro vera funzione è la guerra: ecco perché sono presenti sempre più spesso all'interno delle scuole, ed in occasioni culturali e sportive.

Come dimostrano gli ospedali di Emergency in zone di guerra non sono necessari gradi ed armi per distribuire aiuti umanitari; così come non c'è bisogno di portare le stellette per organizzare competizioni sportive

Redazione1
18.04.2008 21:52
Veltroni non ha dato tutta la colpa a Prodi

Per la verità non mi sembra che Veltroni abbia mai addossato la colpa della sconfitta a Prodi. Riporto la sua risposta presa dall'intervista a Repubblica :

Lei sta dicendo quindi che avete perso per colpa dell'eredità del governo Prodi?
"Io su Prodi continuo a distinguere. C'è un Prodi uomo di Stato, uno dei più grandi che la storia repubblicana abbia conosciuto. E c'è la vecchia maggioranza, che in questi due anni ha scontato, suo malgrado, una caduta oggettiva di consensi, dall'indulto alla prima Legge Finanziaria. Prodi, e noi con lui, abbiamo pagato una conflittualità permanente dentro una coalizione paralizzata dalla cultura dei no. Ecco perché i partiti della ex Unione hanno ottenuto risultati pessimi. Ma guarda caso, tutti tranne uno: il Pd. È questo, oggi, che mi fa dire che la nostra scelta di discontinuità è stata giusta, e che il nostro coraggio è stato premiato. Se domenica scorsa ci fossimo ripresentati agli elettori con l'assetto del 2006, oggi saremmo stati travolti da uno tsunami dal quale il centrosinistra non si sarebbe mai più ripreso".

Ecco credo che in questa risposta semplice e chiara, come del resto è sempre stato in tutta la campagna elettorale del PD il messaggio di Veltroni, ci sia il significato del vero cambiamento necessario perché in futuro non ci siano più condizionamenti dettati da massimalismi e particolarismi che a me appaiono davvero inaccettabili in una formazione che punta al governo del paese.

Un saluto a tutti
Luigi Campi

Redazione1
19.04.2008 16:59
Il mio partito ideale di A.Peruzzi

Mi è stato risposto a più riprese che la mie impressioni avrebbero fatto perdere di identità il PD.
Qual'è questa identità?
Questo è il problema principale.
Il mio partito ideale sarebbe un partito che ricalcasse quell'idea che dovrebbe contraddistinguere i partiti di sinistra (ammesso che abbia ancora senso, come è stato ben detto, parlare di sinistra) cioè un soggetto riformista impegnato nella realizzazione di riforme che non prescindano mai dai valori di uguaglianza solidarietà e giustizia sociale.
Se si riconosce un soggetto da quello che fa, allora posso dire senza dubbio che il PD non ha questo tipo di identità. Le primarie con le liste bloccate, le votazioni plebiscitarie, la fregatura del partito fluido, sono sotto gli occhi di tutti.
Il mio altro ragionamento, il mio "spostarsi al centro", era un modo per dire che, per riuscire ad affermare un PD con l'identità ideale che ho appena menzionato, bisogna allontanarsi da vecchi schemi per i quali è un tradimento di pretese identità assoldare in lista uomini di confindustria oppure menzionare in modo più forte la meritocrazia o delineare in modo più duro e rigoroso il tema della sicurezza.
Ad esemio, perchè avere spesso un comportamento di accondiscendenza con un sindacato come la CGIL la cui spina dorsale sono i pensionati e che quindi nella pratica trascura i problemi del precariato giovanile?

Alessandro Peruzzi

Welfare Italia
19.04.2008 17:00

Redazione1
19.04.2008 17:17
Partigiani i9n caserma, un bel giorno di Kiro

Oggi noi rappresentanti delle associazioni partigiane, per la prima volta, siamo entrati in una Caserma - la "Manfredini" - ed abbiamo incontrato i militari, parlando con loro di Resistenza.

Davanti agli ufficiali e ai soldati mi son sentito di dire: "questo incontro è uno dei fatti più belli della mia vita, dopo la Liberazione. Parlare dell'antifascismo e della Resistenza ai soldati dell'Esercito delle Repubblica Italiana nata dalla Resistenza, é un'esperienza assolutamente inedita, non mi era mai capitato nella mia lunga attività nell'Anpi e nelle formazioni resistenziali. Abbiamo spesso sfilato insieme, ci siamo ritrovati spesso insieme in occasione delle celebrazioni, ci si stima e si rispetta, ma guardare negli occhi questi ragazzi, parlare con loro, rispondere alla loro curiosità mi ha reso veramente contento".

Devo dunque ringraziare la sensibilità del Ten. Col. Maurizio Patané, Comandante della "Manfredini", per aver voluto organizzare questo incontro (che ripeteremo martedì prossimo) mosso dalla necessità di conoscere e di sentire dai testimoni la storia di quel periodo, troppo spesso stravolta e mistificata.

Mi ha dato una forte sensazione vedere l'interesse e l'attenzione, con cui tutti hanno seguito l'ottima relazione del prof. Mario Coppetti sui fatti del 25 luglio 1943 e dell'otto settembre.

Oggi ho potuto provare sentimenti analoghi a quelli che ho vissuto a Torino, nei giorni della Liberazione, quando noi partigiani abbracciamo finalmente uomini in divisa che avevano sperato e lottato per la libertà; oppure quando mi capitò di sfilare, nelle primissime manifestazioni del 25 aprile di quegli anni del dopoguerra, a Cremona, con a fianco l'Avv. Francesco Frosi, Presidente del CLN, il Sindaco Avv. Bruno Calabroni, il Prefetto dr. Gerolamo Speciale e il gen. Escalar, i rappresentanti del Parlamento e delle Istituzioni, delle organizzazioni sindacali, dei partiti politici, del nostro popolo festante, uniti agli ufficiali ed ai soldati delle varie caserme in una atmosfera di grande rispetto e solidarietà, felici della pace e della libertà riconquistate.
.
Con il prof. Mario Coppetti e la Vice Presidente dell'ANPI Mariella Laudario Santini, su gentile invito del Tenente Colonello Patané, e da lui accompagnati, abbiamo visitato la Caserma, che é una perla di bellezza nelle sue strutture, nell'ambiente esterno ma soprattutto al suo interno: dai chiostri delle monache di qualche secolo fa, ai mobili, alle sculture, alle sale e saloni addobbati con sobrietà e con gusto.

I cremonesi dovrebbero conoscere, dovrebbero poter vedere questa parte della loro città, considerata spesso purtroppo soltanto come la zona dei "sùuldàt".

Credo che da questa esperienza nasca forte l'esigenza di una rifoma urgente, che i parlamentari appena eletti dovrebbero far propria: andare ad una modifica della legislazione che regola il rapporto tra le città e le Caserme che nelle città sono ospitate. Per mettere mano ad una regolamentazione nuova, moderna, all'altezza delle nostra Repubblica, che possa prevedere un rapporto aperto, democratico tra l'Esercito della Repubblica e la Società civile. Sarebbe uno dei modi più produttivi per festeggiare il 60° anniversario della nostra Costituzione.

on. Enrico "Kiro" Fogliazza, Presidente dell'ANPI Provinciale

Redazione1
19.04.2008 17:35
Analisi del voto di Franco Modiglia.

Analisi del voto di Franco Modiglia.
Sono due milioni gli italiani che hanno cambiato partito domenica
scorsa. La stragrande maggioranza è rimasta all'interno dei vecchi
schieramenti, come se le grandi coalizioni del centro-destra e del
centro-sinistra esistessero ancora. Ma una parte più piccola,
concentrata al Sud, ha saltato il fosso, o è passata dal partito
invisibile dell'astensione al centro-destra. Sono stati loro a
consegnare la vittoria elettorale al Popolo della libertà. Non le tute
blu di Mirafiori folgorate da Bossi e in qualche caso persino dalla
Santanchè, non i camalli genovesi saliti sul Carroccio, non gli ex
rifondaroli nordestini migrati alla Lega. Loro hanno rafforzato un
muro che già c'era e che è stato costruito dai fedeli elettori
settentrionali del centro-destra. Lo aveva anticipato Roberto
D'Alimonte (si veda il Sole -24 Ore del 16 aprile) e lo conferma
l'analisi dei flussi elettorali svolta da Paolo Natale dell'Università
di Milano, che ha elaborato i dati delle 1.300 sezioni-campione
monitorate da Ipsos.
L'Arcobaleno vira al verde
«Al Nord – osserva Natale – la Sinistra Arcobaleno ha tenuto un po' di
più nei confronti del Pd, ma al tempo stesso ha regalato il 10% dei
voti ottenuti alle ultime elezioni alla Lega Nord». Se gli operai con
la tessera Cgil e il cuore leghista sono ormai tra le specie più
studiate dai sociologi della politica, su scala nazionale l'ultimo
"tradimento" vale il 6%, circa 283mila persone. C'è una differenza tra
i due Nord: in Veneto e Friuli-Venezia Giulia il Carroccio ha
penalizzato soprattutto Rifondazione, in Lombardia, Piemonte e
Liguria, invece, la trasfusione è venuta da Verdi e Pdci. Ma la Lega
ha "incassato" anche dagli alleati: isolando il Nord, si scopre
infatti che quasi un quarto degli elettori Fi del 2006 è passata con
Bossi, mentre al Sud la fedeltà del voto azzurro è stata totale. Anche
gli elettori delle forze minori del centro-destra, poi, hanno
privilegiato al Nord la Lega e al Sud il Pdl. Natale non crede,
invece, in un passaggio di voti anche da alleanza nazionale alla Lega,
come evidenziato da altre analisi sui flussi elettorali.
Destra e sinistra, poli virtuali
In queste elezioni hanno cambiato bandiera circa un elettore su 25.
Tradire con un alleato o un ex alleato si può, dunque, ma passare al
nemico resta tabù. Si conferma cioè il teorema bipolare della "fedeltà
leggera", ideato da Natale, in base al quale alla fine, in cabina
elettorale, anche i più indecisi scelgono all'interno del proprio
tradizionale schieramento. Come se centro-destra e centro-sinistra
esistessero ancora. Ma con due importanti eccezioni: quel
5-9%(rispettivamente al Nord e al Sud) di elettori di An che hanno
scelto Veltroni. Probabilmente per quell'attrazione che Veltroni
esercita, insieme a Gianfranco Fini, sul voto "orientato al leader". E
poi il voto nel Mezzogiorno, fluido per tradizione, con i due casi
eclatanti di Campania e Calabria, infedeltà "pesante" il primo,
ritorno agli antichi amori per il centro-destra il secondo. Due
regioni sottolinea Natale, «dove il voto non è di opinione ma di
aggregazione: gli elettori si schierano per passaparola, si
riorientano in anticipo verso il probabile vincitore, che ottiene
molti più voti del previsto». Da sempre, sottolinea lo studioso di
flussi, «i destini delle elezioni politiche italiane sono determinati,
oltre che dall'astensione, dagli elettori del Sud. Nel 2008 come nel
2006 e nel 2001». Al Sud, fra l'altro, l'Ulivo ha perso più voti a
favore della sinistra e dell'astensione, oltre che dell'alleato di
Pietro, rispetto al Nord.
I cattolici e l'Udc
L'elettorato cattolico non ha concesso monopoli. Ha preferito il
centro-destra, ma non l'Udc, che ha goduto di una certa fedeltà al
Nord, mentre al Sud ha visto quasi un terzo dei suoi voti traslocare
nel Pdl. Scomparsi i due poli, l'elettorato Udc si è diviso tra
fedeltà al partito e fedeltà alla coalizione, spaccandosi a metà.
Di Pietro mette radici
L'Idv di Di Pietro ha portato a casa, nel Mezzogiorno, il 10% dei voti
ulivisti, il doppio rispetto al Nord. Giocando in casa nel Molise,
certo, ma capitalizzando una grande fedeltà. Indice di un processo di
radicamento, sottolinea Natale, molto più intenso che in passato,
quando lo penalizzava l'intrinseca natura fluttuante del voto
"giustizialista" e di protesta contro "la casta" e i vizi della
politica.
Il verdetto degli indecisi
È dal Sud che è partita la crescita dell'astensionismo di quasi 4
punti. Ma soprattutto, è stato il partito dell'astensione
intermittente a scendere in campo nel Mezzogiorno decretando la
vittoria del Pdl. Il 15% di coloro che si sono astenuti nel 2006,
infatti, domenica scorsa è andato a votare. E lo ha fatto per Silvio
Berlusconi. Questo è accaduto in particolare in Campania e in Sicilia.
Un supporto che è completamente mancato a Walter Veltroni, al Sud come
al Nord. «L'astensione degli ex ulivisti – calcola Natale – può aver
sottratto al Pd 1,1 milioni di voti».

Le regioni centrali
Hanno registrato meno tradimenti elettorali. Un piccolo passaggio di
voti da Rifondazione e Pdci verso la Lega c'è stato. «Ma i più forti –
sottolinea Natale – sono avvenuti da Fi verso la Lega, anche nelle
"zone rosse". Come se l'elettorato di Fi, deluso sulla reale volontà
politica di una svolta sul federalismo fiscale e la lotta
all'immigrazione, avesse scelto una forza che lo garantiva
maggiormente». Gli operai con la doppia appartenenza
sindacal-leghista, aggiunge, esistono dall'inizio degli anni 90. La
novità è semmai che ora il fenomeno si è esteso alle Regioni
dell'Italia centrale. Un'altra ipotesi è che il passaggio anche qui
avvenga in due tappe: dalla sinistra al Pdl e poi alla Lega. Ma nelle
regioni rosse c'è maggior "copertura sociale" rispetto al Nord, e
questo renderà più difficile l'espansione leghista.
Il voto, è la conclusione, restituisce l'immagine di un'Italia più
simile a sé stessa di quanto indurrebbero a credere i cambi di
bandiera partitica. In cui le ferite del Sud, dal caso Campania alla
sicurezza, dall'emergenza lavoro alla pedita di potere d'acquisto e di
competitività, possono aver trovato espressione nel voto tanto quanto
i sintomi della "questione settentrionale" e dei malesseri della parte
più avanzata del Paese.

POST SCRIPTUM
A quel signore, qui iscritto, di cui non faccio il nome per carità
cristiana, che mi invia in posta privata messaggi di insulti, ricordo
che il codice penale della Repubblica Italiana prevede, all'articolo
594, il reato di INGIURIA, previsto anche per la corrispondenza
elettronica via internet. Mi riservo di tutelarmi, quindi, in sede
legale.

Cordiali Saluti

Flavio Mobiglia

Redazione1
20.04.2008 18:17
Nuovi strumenti di D.D'Antonio

Nuovi strumenti: nuove strategie:verso un intervento risolutivo di Danilo D'Antonio
In condizioni politiche complesse e confuse come quelle in cui ci troviamo può apparire difficile, quasi impossibile, liberarci dei tanti problemi che abbiamo e fare dei passi avanti verso una società più evoluta, complessivamente migliore.

Ci troviamo al punto che politica essenzialmente non vuol dir altro che l'insieme dei giochi compiuti per accontentare le varie lobby, caste, mafie e cricche di vario livello ed ambito che si sono formate un po' ovunque all'interno di una società sprovvista di una buona guida morale.

E gli attuali politici, tranne rare eccezioni comunque impotenti, non sono null'altro che gli agenti rappresentativi di queste diverse, ma comunque corrotte in vario grado, parti sociali. Coloro che son rimasti esclusi od integri non disponendo dei mezzi per raggiungere una forza rappresentativa consistente tantomeno riuscendo a trovare alcuno in grado di rappresentarli in modo completo e valido.


Il fatto importante, e pure divertente, è che molte parti sociali, non solo quelle escluse dal sacco ma anche diverse tra quelle compromesse, rimangono vittime dell'incapacità e dei privilegi delle altre parti! Mentre quasi tutte inequivocabilmente risentono in qualche modo e misura dell'inerzia governativa, trovandoci ormai davvero in tanti al punto di star solo sopravvivendo, da tempo non potendo più vivere pienamente e felicemente.

Pur essendoci questo scontento diffuso, nessuna parte compromessa è però disposta a correggersi ed a rinunciare ad alcuno dei propri privilegi e tantomeno i politici, loro agenti, si azzardano a presentare, e tantomeno voterebbero, anche una sola minima riforma degna di nota, essendo i primi a rimetterci perdendo voti, sostegno e quant'altro di cui si cibano.


Ed allora: come fare per presentare riforme di rilievo, che rimuovano le ingiustizie, che mettano da parte il vecchio e spalanchino le porte al nuovo? E soprattutto: come fare per mettere insieme una maggioranza in grado di condurre al successo queste riforme?

La soluzione, onorando quel paradosso che sempre caratterizza la realtà di cui siam parte, si trova proprio in quello stesso rapporto che lega coloro che godono di privilegi e coloro che ne sono privi. Il mutamento, che con tanto desiderio stiamo aspettando, potrà avvenire per la stessa legge del privilegio che si basa sul contento di pochi e sullo scontento di molti.


Infatti: ogni cricca privilegiata od in difetto è in netta minoranza rispetto al resto della popolazione che avrebbe ogni interesse ad eliminare quel privilegio od a veder sanato quel difetto. Non potendo essere i politici a presentare mozioni nè potendo essi esporsi contro i loro stessi votanti, semplicemente occorre dotare i cittadini stessi di un sistema di proposizione e delibera ben più moderno, efficiente e potente dei tradizionali sistemi d'intervento popolare (Art. 71 della Costituzione, referendum, petizioni).

Con un adeguato strumento di democrazia diretta, facilmente attuabile tramite il mezzo telematico che in questo momento ci permette di comunicare, sarebbe possibile trovare ampie maggioranze favorevoli in quelle persone che (ricordiamo: son sempre la grande maggioranza) non beneficiano di quel dato privilegio. Permettendo al cittadino di esprimersi direttamente, tanto nel proporre riforme e nuove regole comuni quanto nel votarle, vi sarà sempre una maggioranza ridondante rispetto alle necessità deliberative per quanto riguarda il procedimento di rimozione di un privilegio od il risanamento di un servizio.


Ed una volta che una netta maggioranza si fosse espressa in favore di una sensata proposta di legge, quali politici avrebbero il coraggio di opporvisi? Così, grazie ad una assemplea popolare permanente (che per una partecipazione elevata in numero ed in livello dovrebbe necessariamente prevedere una consistente ricompensa per gli autori delle proposte approvate) si avvierebbe una reazione a catena che potrebbe crescere al punto da eliminare una volta per sempre tutti i privilegi ed i difetti della nostra società, ognuno trovandosi ad eliminare i difetti ed i privilegi degli altri! Senza contare le mille idee creative migliorative del nostro status che sicuramente inizierebbero a fiorire una volta avviato questo processo.

Questa sì che sarebbe vera democrazia! Precisamente nella sua versione 1.0, la precedente essendo stata solo un insufficente preliminare.


Oggi, tanto da parte dei politici professionisti tanto di quelli dilettanti che li affiancano, è in uso stringere continue alleanze mirando a fare corpo unico a favore o contro interessi di parte e grossi, vecchi, inutilizzabili blocchi ideologici. Tutto viene condotto all'attenzione del Parlamento tranne ciò che la situazione richiede. La vecchia politica chiusa nelle sedi di partito e delle associazioni culturali che li supportano non è in grado di far fronte alla realtà che viviamo semplicemente perché non è in grado di vederla. E sono proprio le rigide coalizioni che si formano intorno a quegli interessi di parte ed a quelle vecchie ideologie ad impedirci di tornare alla vita ed alla felicità.

Sia allora concessa ai singoli cittadini, che trovandosi sul campo conoscono bene per viverli in prima persona problemi ed opportunità del mondo d'oggi, la possibilità di esporre la loro visione delle cose in un modo che possano presentare proposte di legge, nuove regole comuni, indirizzi da seguire, mozioni, e quant'altro necessario a dare alla nostra società una brillantezza che non ha mai potuto avere finora perché mai l'originale sensibilità e creatività di ogni singolo suo componente ha avuto via libera in campo politico e di governo. Allo stesso tempo sia concessa ai singoli cittadini la possibilità di raccogliersi in maggioranze fresche e spontanee, di volta in volta diverse, intorno alle singole proposte da essi stessi presentate.


Possiamo intraprendere questa strada almeno in due modi. Una è quella di chiedere con sufficiente spessore di voce una:

http://assemblea-popolare-permanente-premiata.hyperlinker.org/

ad una o più forze politiche che hanno posto in Parlamento, od alle Camere della Repubblica. L'altra via è quella di costituire noi stessi un

http://partito-telematico.hyperlinker.org/

che al suo interno contenga l'assemblea sopra citata. In questo modo nascerebbe un partito/non-partito che si farebbe portavoce di quanto emerso nell'assemblea, quindi senza un leader nè un programma preconfezionato, al contrario venendo esso scritto giorno dopo giorno dagli stessi cittadini.


Certamente per il buon procedere della vita è indispensabile disporre di un set di strumenti quanto più ricco sia possibile, nessuno dei quali avrà mai valore assoluto ed ognuno invece potendo esser d'aiuto. Non v'è dubbio però che uno strumento di democrazia diretta come quello qui proposto abbia tutto quanto necessario per rivelarsi un mezzo di partecipazione ed evoluzione sociale in grado di trasformare ed arricchire la società oltre ogni misura oggi immaginabile.

Sarebbe imperdonabile se, potendo noi dotarci di questo nuovo strumento, non ci dessimo tutti intensamente da fare per offrirci questa possibilità.

Ringrazio coloro che mi hanno fatto compagnia sin qui, vive cordialità,

Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M.
TE - Abruzzo
tel. 339 5014947
tel. 328 0472332

Redazione1
1.05.2008 10:31
Gli elettori non hanno votato Rutelli di M. Lauladio

A Roma l'elettorato che prima votava per il cs questa volta non solo ha considerato Rutelli una minestra riscadata,ma ha anche ricordato il suo atteggiamento a dir poco ambiguo sui temi etici negli ultimi anni(vedi posizione sul referendum legge 40),non ha gradito il giochetto dello scambio di poltrone con Veltroni,non ha gradito che si dipingesse Roma come una città senza grossi problemi,e tanto altro.
Non è il momento per processare i vertici,è vero,sarebbe un suicidio;però non dimentichiamo che fra un anno ci sono amministrative in molte zone e poi le europee.Se non vogliamo commettere gli stessi errori c'è un gran lavoro di ascolto del territorio da fare;e poi,in base a questo,preparare le nostre proposte politiche alternative nella modernità e gli uomini adatti a metterle in pratica,senza dimenticare che l'elettore non ha l'anello al naso;un po' di umiltà non guasterebbe.
Mariella Laudadio

Welfare Italia
1.05.2008 10:31

Redazione1
1.05.2008 10:36
I redditi on line di R.Scaffardi

Dico subito che sono favorevole alla pubblicazione in rete dei redditi di TUTTI gli italiani.
Ma siamo italiani....... Alcune ore dopo l'OK di Visco alla Agenzia delle Entrate,entra in azione il Garante dellaPraivacy cheimpone all'Agenzia di fermare tutto....E l'Agenzia,purtroppo, trovando scuse di ordine tecnico, blocca tutto..
Siamo italiani....
Di fronte a un atto di vera cultura democratica insorgono con varie scuse quasi tutte le associazioni di consumatori,naturalmente il PDL che ovviamente trova il suo foraggio nel blocco sociale di chi vuole evadere il più possibile,e guarda, guarda......il Masaniello de noantri Beppe Grillo, di cui mi vergogno di essere compaesano che sul suo blog chiama questo atto di civiltà "follia" e... guarda... guarda... chiama in aiuto Tremonti dopo averlo insultato per anni.....Per tanti troppi, pecunia olet: del miglior profumo del mondo.
Qulli contrari parlano di violazione di privacy, di aiuto alla criminalità, di incentivo al pizzo e via discorrendo.... come se la delinquenza senza questi elenchi cercasse le vittime a caso, sull'elenco telefonico, oppure suonando i campanelli e chiedendo informazioni.......Ma via, siamo seri....
Da questo fatto si vede benissimo che questo Paese deve farne di strada prima di essere civilmente maturo....

Romano Scaffardi

Redazione1
1.05.2008 10:39
PRESO IL GOVERNO, MA ANCHE ROMA di A.G.

PRESO IL GOVERNO, MA ANCHE ROMA
di Antonio V. Gelormini
La vignetta più bella, quella di Giannelli: “Saluti da Roma, Papa tedesco e sindaco Alemanno”. Lo striscione più irridente e, per certi versi più irritante, come sale sulle ferite, quello posizionato sui gradini del Campidoglio dai ragazzi del fronte della Gioventù: “Walter, santo subito”.
E’ una sorta di Via Crucis differita quella che Walter Veltroni sembra affrontare con la rassegnazione di chi ha capito che il calice amaro, a questo punto, va bevuto fino in fondo. A poco serve sapere che la storia prevede un finale con risurrezione. Adesso bisogna affrontare il Golgota. Mentre la folla osanna ed acclama il suo nuovo Re di Roma e il passaggio dal Calvario si fa frustrante in tutta la sua drammaticità, nonché angosciante nella sua tragica solitudine.



Di Cirenei, disposti a condividere il peso della croce, nemmeno l’ombra. Di centurioni, invece, ansiosi di sferrare l’ultimo colpo nel costato, se ne contano forse anche troppi. Una storia che torna, come nella vecchia pellicola di un film, alla sua ennesima replica, l’immagine ora è ferma sul corpo di Cesare esposto sul sagrato del Senato. Prima o poi arriverà Antonio a cantarne l’elogio di uomo d’onore.



Il Partito Democratico, oltre le conseguenze dell’anomala percezione dell’attività governativa precedente, sconta un deficit di credibilità costruito su scelte sabbiose dal sapore decisamente ambiguo e da un tasso reale di rinnovamento piuttosto evanescente. Ci voleva più coraggio, per contrapporre a una legge elettorale, dichiarata infame, liste formate con le primarie e candidati espressi dai territori. Troppo in fretta è stata liquidata la richiesta di Michele Emiliano, sindaco di Bari e segretario di Puglia.



La stessa scelta di Francesco Rutelli è apparsa contraddittoria, con lo spirito innovativo proclamato dal Pd e con le vicende controverse che ne hanno accompagnato il percorso evolutivo. Ricordiamo tutti il “bel guaglione” tra i frenatori più appassionati di quel processo. E come tanti altri dirigenti a livello locale, sia Ds che Margherita, certo non era tra le figure più spendibili per testimoniarne la novità. Monito utile per le prossime elezioni amministrative del 2009.



Gianni Alemanno l’ha spuntata perché percepito più autentico, più diretto, più semplice, e alla fine più affidabile. Immacolato da precedenti esperienze di governo locale, aveva dalla sua il credito acquisito con quella nazionale al Dicastero dell’Agricoltura. Espressione da combattente, tenacia da scalatore, coraggio delle proprie scelte e piglio volitivo sono state le credenziali, che hanno dato all’elettore capitolino la sicurezza cercata, per una decisione altrettanto coraggiosa.
Sembrava Barabba, potrebbe rivelarsi un moderno Ben Hur, voglioso di tranquillizzare le inquietudini più nascoste, di dialogare con gli avversari e capace di dar corpo a progetti imponenti come si conviene ad ogni Re di Roma.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
1.05.2008 10:46
Rimini, convegno sulel figure sociali

FIERA DI RIMINI, MERCOLEDÌ 4 GIUGNO - ORE 15.00
CONVEGNO NAZIONALE
"Le figure professionali sociali nel welfare italiano"
A distanza di otto anni dalla Legge-quadro sui servizi sociali, in un dibattito che ha stimolato l'implementazione del concetto di qualità
nei servizi alla persona, resta da affrontare la questione strategica della codifica dei profili professionali. La qualità nel settore dei servizi
al cittadino, più che in altri, dipende infatti dalle risorse umane ivi impegnate, essendo l'aiuto in sé imprescindibile dalla qualificazione,
dalla motivazione e della gestione di detto personale. L'assenza della codifica dell'art 12. della L 328/00 e la deregulation dei welfare locali
in ordine ai profili sta infatti offuscando la stessa qualità delle politiche sociali. L'evento vuole fare il punto sulla questione e riempire di
contenuti il concetto di qualità percepita in rapporto all'agito professionale nei servizi di cura.
L'incontro con
delle politiche sociali
i decisori
Fiera di Rimini
4-7 Giugno 2008
L'incontro con
delle politiche sociali
i decisori
Fiera di Rimini
4-7 Giugno 2008
Programma

Introduce i lavori della giornata: Dott.ssa Laura Brizzi, SUNAS

RELAZIONI
"I profili professionali del welfare: attuazione art. 12 L. 328/00"


Prof. Ugo Ascoli, Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Marche
Docente Università di Ancona

"Professioni sociali: fattori di criticità e prospettive per il futuro nel welfare italiano"

Dott. S. Casadei, Ricercatore ISFOL

"L'assistente sociale: una professione tra le figure professionali sociali"

Prof. Valeria Fabbri, Docente Università di Firenze e LUMSA di Palermo

Tavola Rotonda:
"Facciamo il punto sulla realtà delle professioni. Quali prospettive?"


Modera: Prof. Luigi Bucci, Giornalista e Direttore del Notiziario SUNAS

Intervengono:

Prof. F. Dente, CNOAS
Dott. A. Cascarano, ANEP
Dott. A. Rulli, ANPE
Dott. D. Mantovani, ANSDIPP
Dott. L. Gusperti, ASNOSS
Dott. P.N. Mengozzi, Federsanità ANCI
Dott. B. Benigni, Centro Studi Basaglia – Provincia di Arezzo

Conclusioni

Sviluppo Sociale si svolge all'interno di


Strumenti e soluzioni per l'innovazione Prodotti, tecnologie e servizi
e la gestione dei servizi alla persona per la Pubblica Amministrazione

Per ulteriori informazioni ed aggiornamenti sul programma www.euro-pa.it

Redazione1
2.05.2008 22:03
Ha lavorato tutta la notte, por nanu! di A,Ferrazza

Ha lavorato tutta la notte, por nanu!
Il Presidente del Consiglio in pectore ci tiene a far sapere, con una dichiarazione "rubata" dalle TV mentre sorridente saluta i suoi fans, che ha lavorato tutta notte per preparare i primi provvedimenti. Tra questi l'abolizione dell'ICI.
Forse non tutti sanno che il 40% dell'ICI é già stato abolito da tempo, per decisione assunta dal Governo Prodi. Era la parte che essenzialmente riguardava le abitazioni "normali", quelle di pregio "normale". Sulle abitazioni "normali", dunque, l'ICI non si paga più da tempo.
Ma Berlusconi abolirà anche il restante 60%. E lo dice come se fosse una genialata!
Questa misura avrà, invece, un effetto limitato sulle case di valore catastale medio e andrà a vantaggio essenzialmente dei possessori di case con valore catastale elevato. Con il risultato che non andrà ad aumentare immediatamente la domanda interna, perché le famiglie che ne trarranno vantaggio hanno una propensione al consumo inferiore alla media e sono coloro che in misura minore trasformeranno questo maggior reddito disponibile in aumento di domanda interna.
Per una simile genialata, era meglio se dormiva.

Adriano Ferrazza

Redazione1
2.05.2008 22:14
Coloro che possono farti credere assurdità possono farti commettere atrocità".

François Marie Arouet, detto Voltaire, che coniò lafamosa massima: "Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo" è anche autore di una massima forse meno conosciuta: "Coloro che possono farti credere assurdità possono farti commettere atrocità".
Se riescono a passare tramite i media di stato e di mediaset (che ora sono una unica centrale di informazione) i concetti della "Giustizia fai da tè" del "Sindaco Sceriffo", delle ronde Padane e nulla si fa o si dice sui tempi biblici della giustizia, sulle storture burocratiche, sulla carenza di organico (Polizia e Magistratura), ecco che il gioco è fatto, la gente è pronta a commettere o ad avvallare atrocità, senza per altro risolvere i veri problemi, che non sono solo quelli di una buona vivibilità ma anche quelli della qualità e della aspettativa di vita che ci attende. Cito ad esempio alcuni dati che dovrebbero far riflettere e spostare l'attenzione dei media dai ROM (che pure meritano di essere costretti come tutti gli altri cittadini a rispettare le nostre LEGGI ) a problemi ben più gravi e degni di soluzione prioritaria :

1280 MORTI ANNO per NON SICUREZZA SUL LAVORO
6850 MORTI ANNO per NON SICUREZZA SULLE STRADE
150 MORTI ANNO (solo in LIGURIA) PER ASBESTOSI (AMIANTO)
I MORTI PER MALA SANITA' sono difficilmente QUANTIFICABILI, ma superano le DECINE DI MIGLIAIA PER ANNO.

Purtroppo queste morti non si vedono o non si vogliono vedere, I ROM e gli extracomunitari invece, li vediamo quotidianamente e pretendiamo soluzioni certe ed immediate.
Ed è proprio su queste aspettative che chi governa fa leva, perchè è molto più semplice "BASTONARE" i "DIVERSI" ( non sradicando il problema) che risolvere le migliaia di MORTI per anno dovute alle inefficienze causate da persone che sono "UGUALI" a noi e ben INDIVIDUABILI.
Cordiali Saluti
Filippo Bozzano

Redazione1
3.05.2008 16:23
TURISMO, OSTENSIONE DEI LIMITI di A.V. G

TURISMO, OSTENSIONE DEI LIMITI
di Antonio V. Gelormini
C’è qualcosa che non va in questo avvio di primavera per il turismo in Puglia, che quasi manda in tilt, per eccesso di numero, il tabellino degli arrivi. Ma che, ancora una volta, nonostante l’incremento degli scali delle navi-villaggio da crociera a Bari, l’ostensione di S. Pio a S. Giovanni Rotondo e il pienone dei ponti festivi di fine aprile, rischia di rimanere impermeabile a queste maree di flussi. Incapace di trattenerle e trasformarle in proficue seppur minime permanenze.



C’è qualcosa che non va se le Apt, preposte a promuovere i rispettivi ambiti provinciali e le relative offerte turistiche, sono costrette a trasformarsi in Operatori Turistici e a confezionare pacchetti o itinerari per far fronte, come accade in questi giorni a quella di Foggia, a una domanda straripante dalle colonne in fila di pellegrini, accorsi sul Gargano al richiamo del Santo più amato. Soprattutto quando quest’attività provoca immotivati malcontenti campanilistici, di chi non riesce ad ammettere l’inefficacia di una proposta omnicomprensiva. O non riesce a cogliere l’importanza della priorità di un effetto volano utile, se avviato, all’intero comprensorio provinciale.



Prima ancora delle sacre spoglie, si ha la sensazione di essere dinanzi all’ostensione di una serie preoccupante di limiti. A cominciare da quelli di un’imprenditoria del turismo abituata a sfruttare i flussi, senza spendere o investire alcunché per favorirli, determinarli e alimentarli. Per continuare con quelli delle istituzioni locali, sempre in affanno nel fronteggiare eventi ed effetti pur annunciati per tempo. E finire alle stesse gerarchie ecclesiastiche, non sempre all’altezza di gestire le evoluzioni di straordinarie manifestazioni di fede che, senza l’aiuto di una “ragionata” organizzazione, tendono a perdere la loro naturale carica spirituale. Per scadere in un banale presenzialismo, individuale o di gruppo, alimentato dalla reazione a catena di distorti effetti mediatici relativi.



Se è vero che l’ostensione si protrarrà per circa un anno e mezzo, fino a settembre 2009, c’è tempo per correre ai ripari. Per pensare ad un’azione di sistema volta a garantire da un lato una sana catechesi, delle rispettose liturgie, nonché autentica pratica religiosa. E dall’altro soddisfare esigenze di carattere logistico, favorire servizi ricettivi che durino almeno o più di una notte, assicurare un’accoglienza propedeutica ad un virtuoso effetto di fidelizzazione verso il Gargano e verso la destinazione Puglia in generale.



Da sempre l’ostensione, quella che rimanda all’ostensorio, sublime teca del Corpo più prezioso, è pratica finalizzata al tempo lungo del raccoglimento, della preghiera, della contemplazione e della riflessione. Nulla a che vedere col fugace passaggio, magari dedicato allo scatto di un’istantanea, dopo interminabili ore di coda. Meglio sarebbe, forse, una sorta di percorso indirizzato che parta da una Confessione (proprio come suggeriva Padre Pio), prosegua sul pendio penitenziale della Via Crucis, preveda la partecipazione ad una S. Messa e, solo dopo, consentisse l’accesso ad una visita al Santo più partecipata e meglio preparata. Il sussurro iniziale sulla dubbia genuinità dell’evento, così com’è, ci ha messo poco a diventare un vocio. E in questi casi, si sa: “Vox populi, vox Dei”.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
3.05.2008 16:40
NOANIMALCIBUS A PARMA

10 MAGGIO: NOANIMALCIBUS A PARMA
INCONTRO/RADUNO Animalisti, Vegani, Vegetariani, Ambientalisti a Parma in Piazzale della Pace e in Pilotta.
Punti informativi al Parco Ducale, Cittadella, Auditorium Paganini, nei Piazzali dei principali Supermercati

NOANIMALCIBUS cambia programma dovuto alla concomitanza di festività e a una serie di situazioni che purtroppo si sono verificate. In particolare:
a) l'improvviso e ingiustificato oscuramento del blog e dei siti collegati, quindi anche di Noanimalcibus, da parte di Rodrigo Vergara, patron di Arcoiris e Logos;
b) l'impegno profuso per riattivarci online quanto prima ripristinando tutto presso il server del nuovo provider;
c) la indisponibilità del Comune di Parma che non ci ha concesso le aree richieste per il Forum (Auditorium e Centro Congressi Paganini unitamente al Parco Eridania) nel periodo 5-8 maggio destinate invece alle iniziative collaterali e complementari di Cibus...ovviamente! Tutta l'area fieristica non bastava...quando si parla di monocultura!!!

Ma NOANIMALCIBUS si farà ugualmente! E' una occasione per incontrarci personalmente, conoscerci, distribuire materiale informativo alla città, incontrare persone, informarle, con iniziative anche artistiche... proporci con tutta la nostra gioia e il nostro messaggio alimentare propositivo senza prodotti di derivazione animale.
Andiamo incontro alla gente e informiamola di ciò che stanno causando i loro consumi, cerchiamo di sensibilizzarli... renderli consapevoli!

Abbiamo quindi optato per un Raduno/Incontro preparatorio al Forum che vorremmo realizzare nel Settembre prossimo sempre che le Istituzioni ci concedano gli spazi attrezzati così che il mondo vegano/animalista possa anche a Parma, capitale della sicurezza alimentare, confrontarsi culturalmente e divulgare il proprio verbo senza quelle preclusioni che una visione miope e irresponsabile sta producendo. Tutti sanno del danno prodotto e dell'insostenibilità etica, ambientale, economia, salutistica, sociale dell'economia di derivazione animale!!... ma tutte le istituzioni pur consapevoli tacciono, fanno orecchie da mercante, manipolano la realtà e finanziano iniziative non più proponibili.

Una forte presenza e partecipazione collettiva a questo meeting preparatorio al forum indurrà le istituzioni a riflettere e spero a voler concedere spazi pubblici che rientrano nei diritti dei cittadini poter avere. Così pure le persone avvicinate e informate potranno almeno interrogarsi e porsi forse qualche dubbio di coscienza.

N.B.
A) Portiamo con noi, se possibile, una maschera di animali da fattoria, indossate magliette con scritte e immagini, indumenti che sveglino le coscienze e le menti!!! Utilizziamo liberamente il logo: "NOANIMALCIBUS";
B) Evitiamo banchetti fissi, in modo da sottrarci alla domanda di occupazione di spazio pubblico. Rendiamoci indipendenti dai vincoli delle Istituzioni. Dimostriamo il senso propositivo e di libertà! Ogni persona si attrezzi in modo semplice per essere portatore e divulgatore di materiale informativo. Andiamo noi per la città a portare il messaggio non aspettiamo che vengano gli altri a richiederlo.
C) La Questura di Parma e il Comine di Parma sono già stati informati dell'Incontro/Raduno.

Luigi Boschi

Programma provvisorio della giornata:

-ore 10 -13 Incontro/Raduno in Piazza della Pace - Pilotta.
Distrubuzione materiale informativo nelle vie attigue: nel mercato della Ghiaia, via Verdi, via Cavour, via e piazza Garibaldi, Via Mazzini
-ore 13 Performance artistica collettiva in Piazza della Pace
-ore 15 Punti informativi al Parco Ducale, Cittadella, Parco Eridania, Esselunga di via Emilia, Coop Centro Torri, Standa via D'Azeglio, Panorama (Palazzetto dello Sport);
-ore 18 Ritrovo in piazza della Pace e distribuzione materiale informativo in via Farini
-ore 22 Concerto musicale in piazza della Pace (ancora da definire) o incontro con i giovani in piazza della Pace

visita il sito: www.noanimalcibus.it

visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
3.05.2008 17:08
La vittoria della Lega di Stefano Sylos Labini,

La vittoria della Lega di Stefano Sylos Labini,
Le elezioni del 13 e del 14 aprile sono state caratterizzate dall'affermazione della Lega Nord, che, insieme al Partito di Berlusconi e Fini e al gruppo siciliano guidato da Lombardo, è ritornata al governo del Paese. L'ottimo risultato della Lega può essere considerato come la conseguenza del procedere della crisi economica internazionale la quale ha spinto la popolazione del Nord nel suo insieme a puntare su un Partito che rappresentasse gli interessi territoriali oltre che quelli sociali, dal momento che il disagio sociale dipende anche dal grado di sviluppo del territorio circostante.


La paura di un ulteriore peggioramento economico ha così accentuato l'arroccamento delle regioni più ricche e produttive del Paese che sono la fonte della parte preponderante del gettito fiscale che si riversa nelle casse nazionali e che consente la redistribuzione delle risorse verso le regioni meridionali. Nella Lega Nord sono riposte grandi aspettative per la salvaguardia del tenore di vita delle popolazioni settentrionali, un tenore di vita che può essere difeso in primo luogo facendo sì che la ricchezza prodotta al Nord rimanga nelle aree di origine. Dunque il successo della Lega può essere visto come un effetto dell'evoluzione dell'economia internazionale dove l'aumento dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, la crisi del credito e del settore immobiliare stanno determinando un consistente rallentamento della crescita. Se questa interpretazione fosse verosimile, una recessione dell'economia farebbe aumentare la pressione politica della Lega sul governo nazionale per far rimanere una parte maggiore delle risorse nel settentrione. Di conseguenza, tra il partito del Nord e il governo nazionale si aprirebbe un conflitto che potrebbe essere nefasto per la tenuta del governo stesso. In un tale scenario Berlusconi e Fini sarebbero indotti ad aprire un canale di collaborazione con i Democratici e con l'UDC, due partiti che non rappresentano interessi territoriali così radicati e che potrebbero permettere di realizzare una politica economica di respiro nazionale e di evitare il dissesto dei conti pubblici.

Nella politica economica del centrodestra si collocano i grandi progetti per rilanciare la crescita del Paese, e cioè l'energia nucleare e il Ponte di Messina. A mio avviso, si tratta di scelte estremamente costose, impraticabili, con tempi lunghi e dai ritorni incerti che non garantirebbero un effetto volano sull'economia ma che certamente provocherebbero un abnorme espansione della spesa pubblica nel breve periodo. D'altra parte, gli obiettivi europei sulla produzione di energia rinnovabile, sulle emissioni di anidride carbonica e sul risparmio energetico condizioneranno in modo rilevante la politica energetica e industriale del futuro governo.

Che dire a questo punto del vecchio centrosinistra ? Il PD, che non si è voluto alleare con la sinistra, non ha sfondato al centro ed è rimasto su percentuali simili a quelle delle elezioni precedenti. La sinistra, dal canto suo, ha messo in piedi un progetto improvvisato senza aver effettuato delle consultazioni sul territorio ed avere elaborato una seria piattaforma programmatica. Tutto questo ha portato al disastro ed alla chiusura della parabola del grande Partito Comunista Democratico che aveva avuto un ruolo determinante nell'emancipazione delle fasce sociali più deboli sino alla prima metà degli anni '80.

Oggi l'errore che devono evitare i raggruppamenti della sinistra è quello di tornare a rinchiudersi nei vecchi recinti e quindi di disgregarsi ulteriormente in mille sigle e partitini che si richiamano al passato e sono scarsamente predisposti verso il futuro. Si tratta confrontarsi con nuovi problemi e di concepire un nuovo modello di sviluppo in cui una politica di programmazione orienti l'iniziativa privata verso obiettivi che abbiano ricadute positive sull'intera collettività.

Perché è ormai evidente che le risorse naturali, come l'energia, le materie prime, l'acqua, il suolo coltivabile, e i prodotti cerealicoli – grano, riso, mais - stanno diventando sempre più scarsi a fronte di una domanda in continua crescita. A ciò si aggiunge che l'impatto ambientale generato dalla produzione e dal consumo è sempre maggiore e sta influenzando sia l'evoluzione del clima del pianeta sia la sostenibilità a scala più locale. Quindi, il procedere della globalizzazione; la persistenza di enormi sacche di povertà nel continente africano e in vaste aree dell'Asia e dell'America Latina; l'inasprimento dei conflitti militari nelle aree di estrazione del petrolio; l'innalzamento del livello dei mari per effetto del riscaldamento del pianeta, stanno determinando lo sradicamento e la migrazione di grandi masse di persone verso i Paesi ricchi. La coesione sociale e la convivenza civile vengono messe sempre più a rischio anche dai processi di privatizzazione, dalla precarizzazione del lavoro e dall'inarrestabile processo di finanziarizzazione dell'economia. Si tratta di fenomeni che alimentano l'individualismo e la frantumazione dei rapporti sociali e che tendono ad accentuare le diseguaglianze sia nei Paesi ricchi che in quelli ad elevato tasso di crescita.

Dunque, il processo di sviluppo oggi dominante rischia di divorare sé stesso se non sarà elaborata una strategia per sostituire i combustibili fossili con altre forme di energia rinnovabile, per ridurre l'impatto ambientale della produzione e del consumo, per avere una più equa distribuzione della ricchezza sia tra paesi ricchi e paesi poveri sia all'interno degli stessi paesi ricchi e per porre un argine alla crescita quantitativa ed al consumismo “usa e getta”. Compito di una nuova forza di sinistra sarà quello di concepire un progetto politico all'altezza su cui raccogliere il consenso della maggioranza della popolazione a partire dagli strati sociali più deboli e dalle forze imprenditoriali più illuminate.

Fonte: da http://www.eticaeconomia.it/

Redazione1
3.05.2008 17:10
Contratto delle Cooperative Sociali

Sindacato della Cooperazione sociale
Itaca a Cgil, Cisl e Uil: “Apriamo un confronto”
Pordenone
Il sindacato della Cooperazione sociale deve nascere all’interno dei sindacati confederali. Il presidente della Cooperativa sociale Itaca di Pordenone, Leo Tomarchio, rilancia e nel ribadire le considerazioni già espresse sulle organizzazioni sindacali in merito alla rottura delle trattative ed al conseguente sciopero del 4 aprile scorso, sottolinea di non aver “mai parlato di un sindacato autonomo. La nostra richiesta alle organizzazioni sindacali confederali è, invece, quella che le stesse si adoperino per far nascere al loro interno il comparto della Cooperazione sociale. Per questo motivo siamo più che aperti ad un confronto ed invitiamo Cgil, Cisl e Uil a discuterne attorno ad un tavolo”.
Tomarchio torna poi sulla questione del rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro delle Coop sociali e ribadisce il giudizio negativo sulle ultime mosse dei sindacati. “Giudichiamo assolutamente immotivata anzitutto la rottura delle trattative decisa unilateralmente dalle organizzazioni sindacali, ma anche la conseguente proclamazione dello sciopero”. Riguardo agli aumenti di stipendio, il presidente di Itaca evidenzia che “i sindacati non possono far finta di dimenticarsi che chiedere il 25% di aumento sul Contratto alle Cooperative sociali significa chiedere il 25% in più allo Stato. Ciò anche a fronte del fatto che dal tavolo delle trattative è sinora mancata proprio la Conferenza Stato-Regioni”. Tomarchio sottolinea infine che “fosse per noi e se ciò fosse possibile, le paghe le aumenteremmo non del 25%, che è anche poco per i lavoratori delle Cooperative sociali, ma del 30%, soltanto per allinearle a quelle dei loro colleghi dell’ente pubblico”.


Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it

Redazione1
3.05.2008 17:16
Elezioni. Riflettere di Bobo Craxi

Craxi (Ps): “Dobbiamo riflettere su come riorganizzare una forza autenticamente socialista in Italia”

“La cultura socialista e democratica sopravviverà anche fuori dalle istituzioni, poiché la nostra sconfitta è anche quella di una certa sinistra che sarà costretta per forza di cose a porsi il tema della ‘questione socialista’ in Italia”.
“Detto questo, dobbiamo partire da un dato inconfutabile: Berlusconi ha fornito un contributo decisivo alla nostra scomparsa proprio perché ritenuto ‘vicino’ alle posizioni del Psi e, anziché sostenere una nostra rinascita, si è preoccupato soprattutto di dividerci, di sottrarci voti, quadri dirigenti e financo il giornale che, con grande sacrificio, eravamo riusciti a difendere”.
“Ma una forza autenticamente socialista è destinata a rinascere nel nostro Paese: l’esperimento della Costituente è risultato fallimentare soprattutto perché andava ripensata da capo e con maggior coraggio una nuova formazione organizzata dei socialisti italiani”.
“Io escludo che il Congresso del prossimo mese di giugno possa non prevedere posizioni politiche diverse, pur mantenendo inalterato lo spirito unitario di un soggetto politico che ha ottenuto una sconfitta netta, di cui dobbiamo farci carico tutti assieme”.

Bobo Craxi

Redazione1
3.05.2008 20:45
La Pugli va, ma l'italia Frena di A.V.Gelormini

LA PUGLIA VA, MA L’ITALIA FRENA
di Antonio V. Gelormini
Se è vero che il futuro dell’industria del turismo è strettamente legato ad una consapevole e diffusa assunzione di una logica di sistema, non bisognerebbe abbandonarsi ai facili entusiasmi accesi dai pienoni in Puglia dei ponti primaverili.

Per carità, il dato è positivo nonché gratificante. Ed è la risultante da accreditare, con merito, all’azione promozionale che da tempo le istituzioni locali stanno perseguendo. Primo fra tutti l’Assessore Regionale al Turismo e Industria alberghiera, Massimo Ostillio, insieme all’intera organizzazione territoriale del suo assessorato.



Ma gli studi internazionali e gli ultimi rapporti sul turismo parlano di un’Italia che arranca. Di una sensibile flessione nel tasso medio di crescita dei visitatori. Solo l’1,1% la crescita fatta registrare nel decennio 1995/2006. Un potenziale attrattivo che scema e passa dal 6,8% al 4,9% sul totale mondiale. Una frenata che blocca l’Italia al quinto posto tra le mete mondiali, superata in progressione dalla Spagna ed ora anche dalla Cina.



E se non bastasse, perfino il Fondo Monetario Internazionale ci fa sapere che, sul fronte turismo, l’Italia è il fanalino di coda addirittura nel Mediterraneo. Non riusciamo a tenere il passo con Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. Rallenta la competitività e perdiamo quote di mercato nei servizi per il turismo. In particolare, perdiamo terreno sia sul versante quantitativo dei visitatori, sia sulla spesa media per singolo turista.



Se non vogliamo continuare a guardarci l’ombellico, sulle nostre spiagge affollate solo alcune settimane nel cuore dell’estate, sarà bene davvero abituarsi a ragionare in termini di prospettiva, di programma e di pianificazione pluriennale. Ma soprattutto ad imparare a far fronte comune, a rompere le resistenze campanilistiche o nazionalistiche e a non accontentarsi del solo turismo di prossimità. Ad esortare con determinazione i nostri imprenditori a riappropriarsi della prerogativa “rischio d’impresa”, vero valore aggiunto di ogni iniziativa industriale di successo.



Il palcoscenico internazionale esige attori di prim’ordine. E se non si può essere tutti fuoriclasse o mattatori, è solo la forza della compagnia, nel suo insieme, che riuscirà ad affermarsi e conquistare un pubblico sempre più esigente e sempre più critico. La Commedia dell’Arte, una delle eccellenze della tradizione artistica italiana, nella pluralità di identità trova linfa e forza per la trama teatrale. Il tipico vestito di Arlecchino ne fa la sintesi più evidente.



Fino a quando continueremo a perderci in guerre tra poveri sui natali del Nero di Troia (se risalenti a Diomede o alla cittadina pugliese nel foggiano), anziché farne blasone per la Daunia insieme agli altri autoctoni di Murgia e Salento, o a pensare che il piccolo e anonimo museo civico o diocesano possa, da solo, dare origine a flussi turistici significativi, potremo solo continuare a pedalare. Mentre gli altri riusciranno a volare anche senza la spinta delle ali.
(gelormini@katamail.com)



Redazione1
9.05.2008 17:18
Importanza delle primarie di Paolo Orioli

L'articolo del deputato Salvatore Vassallo (già presidente della
Commissinone Statuto Nazionale del PD) apparso su "La Repubblica" ci stimola
a "socializzare" quello stiamo spiegando da tempo (insieme alla Rete
Nazionale dei Cittadini per l'Ulivo), non solo a Bologna, sulla fortissima
valenza politica delle PRIMARIE.

Il Partito Democratico, va ricordato, è l'unico Partito Italiano che prevede
le Primarie nel proprio Statuto.
E questo è un forte merito. Quindi a Bologna, in Emilia Romagna, in Italia,
è un dovere da parte degli Organismi Dirigenti del PD convocare, per tempo,
le Primarie attraverso appositi Regolamenti Operativi.

Buona Festa dell'Europa e un "Pensiero alla Giornata della Memoria"

p. Comitato Promotore Nazionale per le Primarie
www.perleprimarie.org - info@perleprimarie.org
Paolo Orioli (Coordinatore)


Bologna, 9 maggio 2009



PERCHE' LE PRIMARIE

Le primarie aperte a tutti gli elettori sono un meccanismo elettorale che
serve a:- conoscere, scegliere ed eleggere buoni amministratori- sostituire
gli eletti che durante il loro mandato hanno lavorato male- vincolare gli
eletti allo svolgimento di un'attività al concreto servizio dei cittadini.
L'Italia ad oggi non ha una legge nazionale che renda obbligatorie elezioni
primarie aperte nelle varie tipologie di elezioni.Le primarie non sono un
fatto puramente tecnico, ma al contrario un procedimento significativamente
politico. Consentirebbero, infatti, ai candidati alle varie cariche di farsi
conoscere dai cittadini i quali potrebbero, proprio grazie alle primarie,
scegliere e valutare i propri rappresentanti. I candidati così non sarebbero
scelti e conosciuti soltanto all'interno di gruppi ristretti, ne tantomeno
come si suol dire potrebbero "piovere dall'alto". Le primarie, certamente da
regolamentare con strumenti che garantiscano quanto possibile equità e
correttezza, avrebbero risalto sui mezzi di comunicazione di massa. Dunque,
sarebbero capaci di diffondere il programma politico e chiarire priorità e
proposte dei vari candidati. Le primarie consentirebbero ai cittadini di
scegliere il candidato preferito, perché sarebbero meglio informati. Le
primarie rappresentano un nuovo rapporto di responsabilità civile e
partecipazione politica, basati su di un metodo semplice, trasparente,
democratico che garantisce una sana competizione elettorale, tra persone,
proposte ed idee.

"PRIMA LE PRIMARIE"

PRIMA LE PRIMARIE per contribuire a completare la transizione politica
italiana: i cambiamenti che hanno investito il nostro sistema politico e la
distanza tra i cittadini ed i loro rappresentanti nelle istituzioni chiedono
un cambiamento nel sistema della selezione delle candidature che valorizzi
la richiesta di partecipazione di tante cittadine e cittadini. Le primarie
completano questo aspetto della transizione italiana, quello della scelta
'diretta' da parte dei cittadini di chi li rappresenterà e governerà,
anticipando la partecipazione dei cittadini al momento della selezione dei
candidati.


PRIMA LE PRIMARIE perché aiutano a selezionare nuove rappresentanze
politiche: le primarie possono far emergere nuovi amministratori grazie
proprio alla 'battaglia sul campo in cui si affrontano vecchi e nuovi
possibili candidati, senza certezze, con la possibilità di comunicare idee,
programmi, critiche a chi governa.


PRIMA LE PRIMARIE perché favoriscono l'alternanza: perché nelle primarie il
consenso degli elettori si concentra sui candidati che hanno maggiori
possibilità di sconfiggere i loro avversari appartenenti agli schieramenti
contrapposti.


PRIMA LE PRIMARIE perché accorciano la distanza tra i cittadini e la
politica: troppe volte abbiamo notato delusione o disinteresse tra i
cittadini a causa di candidature estranee al territorio, casuali, talvolta
addirittura osteggiate. Con l'introduzione delle primarie gli elettori
avranno a disposizione lo strumento per proporre e scegliere i candidati: la
politica si avvicina ai cittadini quando offre momenti per decidere, oltre
che per elaborare programmi, discutere idee, manifestare posizioni
politiche.


PRIMA LE PRIMARIE perché rafforzano i partiti politici e le coalizioni: da
un lato li costringono a presentare i loro uomini e donne migliori, legati
al territorio, e li sottraggono al gioco senza regole della selezione delle
candidature come lo conosciamo oggi. Dall'altro e' un'occasione per tutte le
forze politiche di costruire un rapporto diretto con gli elettori,
coinvolgerli nella elaborazione dei programmi, raccogliere idee e adesioni.


PRIMA LE PRIMARIE perché sono uno strumento di verifica dell'operato degli
eletti e degli amministratori: con le primarie i cittadini potranno
sostituire i loro rappresentanti che non hanno rispettato gli impegni presi
con gli elettori.


PRIMA LE PRIMARIE perché danno spazio alla società civile: attraverso le
primarie potranno emergere candidature che siano espressione diretta di
movimenti e gruppi o semplicemente cittadini che hanno le idee e la capacità
di comunicarle per attrarre consenso all'interno del loro schieramento. Con
le primarie diminuiscono gli ostacoli e aumentano le opportunità di una
politica migliore.

Welfare Italia
9.05.2008 17:18

Redazione1
15.05.2008 18:01
Il travaglio di Sgarbi di L.Boschi

IL TRAVAGLIO DI SGARBI
Triste, patetico, sorpassato. Uno che cerca con tutti di alzare la voce, offendere, imporre la propria prepotenza... la rissa televisiva, un ridicolo massmediatico clown.

Ad "Annozero", non una volta che nelle sue maleducate e inopportune sovrapposizioni, impedendo ad altri di dire la loro opinione, avesse avuto ragione nel merito... non una volta. Se questo si chiama responsabilità di ruolo come Assessore alla cultura di Milano, veramente c'è di che essere preoccupati di questa classe dirigente incapace il cui solo scopo è celebrare se stessa.

Rincresce vedere soprattutto l'intelligenza e i saperi mortificati dalla volgare prepotenza. Vedere come la cultura si prostituisce e si annulla nella violenza.
Questi deliri non sono più tollerabili!

E' triste vedere tanto potenziale consumarsi in urla e sgarbi. Uno scempio. Mi rincresce vederlo ridotto così, a servo urlante. E pensare che lo avevo ritenuto degno di attenzione politica quando si presentò alle Europee per un progetto della cultura del paesaggio, delle bellezze artistiche, collocandosi con i Liberali Democratici Europei (ELDR) e affrancandosi dai colossi del PPE e PSE.

Non credo si possa coltivare nulla in quel modo, ma solo riprodurre un esempio di cosa non fare: le risse!! Si chiede sicurezza: sì anche da chi usa i mezzi televisivi per divulgare violenza. Se la violenza la si vuole stemperare nella società, si inizi a dare esempi di non violenza... soprattutto da parte di chi ha responsabilità pubbliche... e ciò non vuol dire appiattirsi! C'è bisogno di dialogo alto, semplice...di stile nella capacità di argomentare e dissentire. Se uno così si può permettere questi atteggiamenti di fronte a milioni di persone, immaginiamoci che cosa può essere lecito fare per chi non ha casa, da mangiare, di che lavorare...e figli da mantenere!

Una considerazione, questa, a freddo, meditata, dopo Annozero di giovedì primo maggio, avendo visto di cosa è capace un Assessore alla cultura di una tra le più importanti città Europee nei confronti di un giornalista di cui non si può dire che non sia preparato e che soprattutto non mente. Si potrà essere di diversa opinione, ma i fatti, i dati con la pacata e lucida ragione esposti, erano veri!
Eppure era così interessante sentirlo parlare d'arte quell'Assessore!...esporre la sua lettura delle opere del Parmigianino... Anche la sua iniziale ironica vis polemica televisiva poteva avere un senso. Ciò che si è visto in televisione il primo maggio è un inutile, pericoloso decotto. E' il declino di un clown!
Mi pongo però una domanda: "Quanta premeditazione c'era nel far tracimare l'Assessore compiaciuto del suo delirio?" (Parma, 02/05/2008).

Luigi Boschi




visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
17.05.2008 18:53
Ispirazione provvidenziale di Vincenzo Andraous

LA GRATITUDINE UNA ISPIRAZIONE PROVVIDENZIALE
Ogni uomo nella propria vita deve ringraziare qualcuno che lo ha aiutato, magari anche salvato dal proprio destino.
Spesso non c’è tempo per pensare, per riflettere, per essere grati a chi si è fatto così vicino da avere compassione e cura di te.
Eppure occorre trovare lo spazio per recuperare equilibrio e consapevolezza, avvicinare le nostre dimenticanze alla gratitudine per l’altro che si è trovato là quando abbiamo avuto bisogno.
Sono trascorsi anni da quando fui letteralmente raccolto da don Franco Tassone, dai fratelli e dalle sorelle della grande Casa del Giovane, anni uno sull’altro, un viaggio intero di scoperte, di esperienze, di obiettivi vicini e lontani, finalmente chiari alla mente e al cuore.
A volte si dice grazie allo stesso modo di come agisce la robottistica in una catena di montaggio, è un grazie sonnolento, senza entusiasmo, come certe verità sono segrete solo per chi non le vuole proprio vedere.
Un uomo pensa alla vita che scorre e a quella che verrà, difficilmente riflette su quanto gli è stato insegnato, su come è stata costruita la sua maturità e capacità di vivere in armonia con gli altri.
Si dice grazie ma molto raramente si fa grazie per il bene ricevuto, il tempo passa e noi cambiamo con la nostra età, la nostra tristezza, la felicità, invece la gratitudine disconosce stanchezza, né ha la criniera grigia a causa degli anni che fuggono via, i più importanti perché non ritornano.
La gratitudine è qualcosa che nasce, cresce e si espande, legge intorno a sè le righe che la fanno emozionare, è quello il momento di fare grazie, di essere grati a qualcuno, a chi in questi anni con pazienza ha educato a non rassegnarci alla ingiustizia dei diritti negati e di quelli diseguali, promuovendo impegni costruttivi nelle scelte di bene, che sono difficili, ma consentono di giocare la nostra libertà nelle responsabilità che non è più possibile truffare.
A volte è difficile essere uomini perché scavalchiamo le verità che invece esistono, è un malessere che assomiglia all’intensità di una delusione frustrata, di una illusione che si spezza, ma è questa la somma degli errori per ritornare con i piedi per terra.
A quante persone sono grato e non ho mai detto grazie, a mia moglie, a mia figlia, a don Franco, a quanti altri ho fatto davvero grazie per avermi insegnato a vivere?
Forse non sono stato capace di farlo, ma è attraverso queste persone che ho compreso il valore della volontà che deve esser allenata al suo uso, alla ragione che deve sapere quanto sono importanti i cammini che si stagliano all’orizzonte, una nuova punteggiatura da cui ripartire, approfittando di quanto la vita ci fa dono di scoprire, perché la gratitudine non solo è un’ispirazione provvidenziale che riconcilia al bello, ma ci induce a essere noi stessi.

Welfare Italia
17.05.2008 18:53

Redazione1
18.05.2008 16:21
Le malattie rare di F.Leno

Le malattie rare, e le difficoltà per arrivare ad una diagnosi precocemente, e le difficoltà anche per avere tempestivamente le cure necessarie.

Le malattie rare sono tante e complesse, e se ritardata la diagnosi, aumentano, le complicazioni per la salute dei malati, in tanti casi anche gravi. In questo mio semplice scritto vorrei, portare l’attenzione in particolare su una di queste malattie rare, la malattia di Behcet. Leggendo le dichiarazioni delle associazioni di questa malattia, pubblicate su siti inernet, e su qualche giornale, i malati rischiano delle complicazioni gravi alla vista, neurologiche, e tante altre. Dicono per colpa della burocrazia, e delle istituzioni sanitarie nazionali che non accelerano i tempi di registrazione del farmaco. Per poter poi segnarlo come prescrivibile per la malattia di Behcet. Il farmaco si chiama infliximab.

Ora questo farmaco non avendo l’indicazione per la malattia di Behcet, non può essere rimborsato all’ A.S.L., agli Ospedali, e ai centri universitari. In Italia esistono tre centri clinici, in cui viene, somministrato questo farmaco infliximab, sotto la propria responsabilità e a loro spese . Questo farmaco dicono i medici e malati che da risultati molto buoni, ritardando, bloccando, le complicazioni e anche ricuperando la funzionalità, di tanti organi gia lesi, migliorando la salute la qualità della vita dei malati della sindrome di Behcet. I tre centri sono a Reggio Emilia, Prato, e Potenza.

E si che nella nostra bella costituzione Italiana sta scritto che , il diritto alla salute deve essere garantito a tutti i cittadini, in uguale misura di trattamento, anche per chi ha una malattia rara,

Le normative che hanno istituito il nostro Servizio Sanitario Nazionale, contengono dei principi ottimi, di uguaglianza di trattamento, principi universalistici di solidarietà su tutto il territorio italiano, normative che contengono anche degli obiettivi, di prevenzione, cura e riabilitazione per tutti. Questi malati con la sindrome di Behcet, trovano tante difficoltà nel giungere velocemente ad una diagnosi, tempi di attesa per visite specialistiche impossibili, quattro, cinque, sei, sette mesi, anche più, c’è carenza di informazione sul territorio, carenza di cure, costi alti dei farmaci in alcuni casi, disomogeneità della disponibilità di trattamento e di assistenza.

Faccio un grande appello, per un impegno concreto, forte, da parte di tutti, dalle istituzioni sanitarie preposte, sia a livello nazionale, regionale, provinciale, all’A.S.L., alle Aziende Ospedaliere, ai Comuni. Un forte appello anche ai mezzi di informazione, dai giornali, televisione, radio, siti internet, di dedicare più tempo, più spazio per la salute dei cittadini, per le malattie rare, per questi malati , per i loro bisogni, di prendersi maggior impegno, invitare a qualche trasmissione televisiva, alla radio, più spazio sui giornali, alle associazioni delle malattie rare, ai malati ai loro famigliari, che purtroppo sono lasciati quasi soli, nelle loro sofferenze, nelle loro richieste, per il diritto alla salute. Un maggiore impegno dobbiamo farlo tutti insieme, per far si che l’obiettivo di un Servizio Sanitario Nazionale sempre migliore, con meno ostacoli burocratici, con meno tempi di attesa per esami e visite diagnostiche, e le cure efficaci già esistenti siano disponibili gratuitamente per tutti i malati di malattie rare in uguale misura su tutto il territorio nazionale, e i principi di uguaglianza di trattamento sia veramente attuati, e il diritto alla salute per i cittadini, sia veramente raggiunto e garantito. Se faremo questo contribuiremo a costruire e a raggiungere l’obiettivo di una società migliore, più giustizia sociale, e piena di valori veri, dove la salute, la vita siano messi al primo posto nella scala dei valori.

Francesco Lena Via Provinciale,37

24060 Cenate Sopra Bergamo Tel. 035 /956434

Redazione1
18.05.2008 17:21
Liberazione e Revisionismo di A.Salvatori

LIBERAZIONE E REVISIONISMO
Approfondire gli studi sulla Resistenza Italiana, non solo è lecito, soprattutto è doveroso.
Oggi circolano sull’argomento visioni meno idealistiche o ideologizzanti di quanto fino ad oggi accaduto, sono valutazioni più critiche, più storiografiche meno celebrative. Tutto ciò non autorizza nessuno a visioni totalmente revisionistiche, come, nonostante le recenti plateali dichiarazioni, provengono dalla destra, oggi di Governo, o da certa pseudosinistra.



Riprendiamo oggi un articolo apparso sul Corriere della sera (17/05/08) a firma di Sergio Luzzato.



COSA SIGNIFICA OGGI LIBERAZIONE?



‘’ Fu liberazione con la elle maiuscola, quella che permise ai 30.000 ebrei italiani, di rientrare nelle proprie case.

Fu liberazione quella che permise a 12 milioni di italiani, donne comprese, di scegliere la Repubblica contro la Monarchia e di eleggere un’Assemblea Costituente della quale non abbiamo finito, sessant’anni più tardi, di misurarne i meriti storici’’



Qualsiasi approfondimento critico sulla Resistenza non può che partire da questi dati, e quindi vanno respinte con forza tutte le visioni acriticamente revisioniste.



E’ per questa ragione e per molte altre, che ci permettiamo di chiedere a tutti coloro che hanno a cuore i destini della Repubblica e delle sue basi storiche, di contribuire attivamente a questa difesa, dando il proprio contributo del 5 per mille all’ANPI, iscrivendo nella propria casella della Dichiarazione dei Redditi il Codice Fiscale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia: 00776550584



Un modo semplice per dare forza e consistenza al nostro essere Democratici.



Angelo Salvatori



17 Maggio 2008

Redazione1
20.05.2008 12:54
A quarant'anni dal '68 di Alessandro Cisilin

A quarant'anni dal '68 di Alessandro Cisilin, Megachip - da Galatea
“Io sono uno splendido quarant'enne”, rivendicava Nanni Moretti nel suo Diario, protestando contro l'endemica depressione autoreferenziale degli odierni cineasti italiani di sinistra. Colpevoli di ridurre la linfa vitale di una gioventù che sognava un altro mondo in una sterile psicanalisi della propria disillusione. Non si ha niente da dire, ma anziché tacere e far parlare coloro che da dire ne hanno ancora e magari di più, ci si affretta a raccontare quel vano e narcisistico vuoto interiore. E, più o meno sottilmente, li si zittisce. Politicamente, culturalmente.


Magari il problema della memoria del maggio 1968 fosse Sarkozy, come in Italia lo è la Chiesa. Il capo dell'Eliseo lo aveva esplicitamente cancellato dalla storia francese sin da quando si candidava alla presidenza, ossia con un anno di anticipo rispetto al quarantennale. Ma la ridicolizzazione di quell'eredità non è merito suo, è un lavoro ai fianchi esercitato da generazioni di intellettuali, senza esclusione per i sessantottini.

“ Una generazione che ha vissuto la gioventù come un momento forte di trasgressione e ha poi faticato a invecchiare ”, ha detto in un'intervista a Libération Jacques Le Goff, spiegando: “ Bloccando l'immaginario sul passato, una parte di questa generazione ha saturato lo spazio pubblico delle immagini e della riflessione ”. Più pesante ancora “ la generazione successiva, gli ‘eredi impossibili', che non hanno conosciuto direttamente l'evento, hanno un'immagine mitizzata e si ergono a custodi del tempo ”. Il principe degli storici francesi ha naturalmente ragione, così come nel riconoscere al contempo che “ c'è il campo dei reazionari, dei revisionisti, che fanno del sessantotto il capro espiatorio di tutti i problemi odierni. Entrambe le tendenze hanno largamente strutturato quarant'anni di dibattito pubblico sulla base di un ricatto implicito: scegliete il vostro campo! ”

L'egocentrismo degli umani, del resto, è un fatto pressoché inevitabile, antico quanto l'umanità. Ognuno tende a considerare se stesso e il proprio tempo come il culmine della storia, un vertice che si identifica alternativamente nella conquista del paradiso terrestre, nelle epoche positivistiche, oppure in una sorta apocalisse, nei tempi e nei luoghi del pessimismo, a meno che quest'ultimo non sconfini nell'assoluta negazione della storia. In tutti i casi, e in particolare nelle filosofie occidentali, è una mentalità che riconosce la centralità dell'evento storico, anziché della struttura. Quell'evento è a tutt'oggi riconosciuto nel maggio francese, con i suoi paralleli oltre le Alpi e l'Oceano. Ma, paradossalmente, si ritiene al contempo che il presente sia già di un'altra epoca. “ Il sessantotto è finito ”, ama ripetere il suo leader riconosciuto Daniel Cohn-Bendit, consegnando le sue istanze ideali ai verdetti degli intellettuali e degli altri ex militanti. “ La rivoluzione sessantottina ha spalancato le coscienze, ma ha fallito in economia e in politica ”, sentenzia nel suo ultimo scritto un portabandiera italiano quale Mario Capanna. Su una linea analoga il testo appena pubblicato dal docente universitario Massimo Bontempelli, che valuta il movimento nei termini della conclusione epocale, più che dell'inizio di una “ nuova sinistra ”, data la scarsa capacità sessantottina di analisi delle problematiche della società dei consumi.

In mezzo a tante sentenze, quel che si finisce col perdere di vista è che il sessantotto fu una mobilitazione ideologicamente variopinta, non strutturata, anzi anti-strutturale. E tra le strutture bersagliate c'era anche la politica dei partiti, coi loro “padri”, i loro ritardi e le loro rigide chiusure, ideologiche e organizzative. E sono proprio i partiti a ergersi oggi a giudici supremi del movimento (pro o contro) dimenticando di esserne il bersaglio. E quell'oblio ne conduce a un altro, ovvero a non accorgersi che la storia è ancora la stessa, dalle guerre in Asia alle chiusure ecclesiastiche, dalla corsa al riarmo delle superpotenze all'ingiustizia economica. Quell'epoca è strutturalmente immutata nelle ragioni di coloro che protestano e muovono il loro attivismo civico e politico lontano dall'oligarchia partitica e mediatica dei loro censori.

acisilin@yahoo.it

Redazione1
1.06.2008 16:37
Italiani brava gente di G.Natta

“Italiani brava gente”
Ne è passato di tempo da quando si potevano fare film come il famoso “Italiani brava gente” nel quale si denunciava l’assurdità della guerra attraverso episodi di solidarietà tra poveri (anche se sappiamo che in altre circostanze gli italiani non sono stati migliori di altri in fatto di atrocità). Mi è venuto in mente questo film pensando alle tante persone che durante la seconda guerra mondiale sono state capaci di aiutare gente in pericolo, nascondere intere famiglie di ebrei, a rischio della propria incolumità. E questo avveniva a volte anche all’interno di relazioni che si instauravano tra persone obbligatoriamente nemiche perché i loro Stati erano in guerra l’uno con l’altro.

La situazione di oggi denuncia episodi di segno opposto: negozi gestiti da immigrati distrutti, mendicanti cacciati dai sagrati delle parrocchie. Ma che sta succedendo a Roma e in tante altre città d’Italia dopo la vittoria elettorale della Destra? Ci si sente legittimati e coperti dalle nuove dichiarazioni di fermezza, dalle promesse di sicurezza, dall’accenno all’imbracciare i fucili? Certo, questo è l’elemento predisponente, ma quanta intolleranza e quanto rancore covavano da tempo, nati dalla paura del diverso che è venuto a depredarci del nostro?

Sappiamo come si sta rapidamente evolvendo il mondo occidentale sul piano identitario e relazionale con gli spostamenti delle popolazioni e con l’avvento delle nuove tecnologie della comunicazione ma, tralasciando le analisi sociologiche, vorrei dire solo questo: mi sembra difficile che la famiglia, la scuola, lo Stato possano efficacemente intervenire per contrastare la tendenza che ci porta verso una individualismo sempre più esasperato, eppure non rinuncio a credere nella possibilità di un mondo migliore e sono convinta che proprio in questo momento in cui le relazioni tra le persone sono così in crisi, sia indispensabile puntare tutto sulle relazioni, ricominciando dal basso, da noi.

Alcune filosofe femministe insistono sul fatto che cambiando il proprio rapporto con il mondo cambia il mondo stesso e che questo è un agire politico.

Le relazioni, i legami affettivi, abitano uno spazio aperto dentro di noi che dobbiamo aiutare rispettandolo, senza invaderlo o distruggerlo. Immagino questo spazio, questa stanza vuota, come il luogo dove si svolge un ballo latino-americano, uno di quei balli durante i quali a volte ci si tocca, ci si fa vicini, ci si guarda negli occhi, altre volte invece si fanno passi avanti e indietro o di lato, separatamente ma in armonia, dando spazio all’altro/a, a volte porgendo la mano, a volte ritraendosi, il tutto perché c’è una musica che muove il desiderio, invitando al movimento spirito e corpo. Come si potrebbe altrimenti ballare?

Gabriella Natta

della CdB di S. Paolo - Roma

Welfare Italia
1.06.2008 16:37

Redazione1
1.06.2008 16:47
Buone notizie per i cittadini tartassati

BUONE NOTIZIE PER I CITTADINI TARTASSATI

Il Codacons: e ora la restituzione delle multe pagate
Le strisce blu cancellate a Roma dal Tar
«Delibera non motivata». Alemanno: troveremo nuove regole per l'equilibrio
tra posti gratuiti e a pagamento

ROMA — Il Tar del Lazio cancella le strisce blu in tutta la capitale: la
sosta a pagamento dei 95.653 posti auto vale 29 milioni di euro l'anno. E
ora? Il sindaco Gianni Alemanno, per colmare il vuoto legislativo,
annuncia «in tempi strettissimi nuove regole per ristabilire un equilibrio
tra parcheggi a pagamento e quelli gratuiti». Nel frattempo è stata
disposta la disattivazione di tutti i 2.619 parcometri: ieri sera, però,
in molte zone della città le macchinette erano perfettamente in funzione.

Come sostituirà il Campidoglio gli inevitabili minori introiti? «Ne
discuterò con l'assessore al Bilancio, Ezio Castiglione», ha risposto
Sergio Marchi, assessore comunale alla Mobilità. Il terremoto dei
parcheggi tariffati è stato innescato dalla II sezione del Tribunale
amministrativo del Lazio, presieduta da Luigi Tosti: i giudici hanno
accolto il ricorso presentato dal Codacons e da un Comitato di residenti
nel quartiere Ostiense contro le aree a pedaggio e le relative delibere
comunali. Alemanno ha subito detto che non farà ricorso al Consiglio di
Stato perché, durante la giunta Veltroni, dai banchi dell'opposizione si
era sempre espresso, insieme a tutto il centrodestra, contro le strisce
blu e ne aveva denunciato «il carattere vessatorio » nei confronti dei
cittadini. Il Tar ha bocciato in particolare la delibera 104 dell'aprile
del 2004, una delibera quadro che regolamentava la sosta tariffata in
tutto il territorio comunale «in mancanza di una idonea istruttoria».

I giudici hanno respinto la richiesta di Carlo Rienzi, presidente del
Codacons che voleva la restituzione delle multe inflitte a fronte
«dell'illegittimo aumento del numero delle aree riservate al parcheggio a
pagamento». L'associazione dei consumatori, senza perdersi d'animo, ha
annunciato di avere avviato una «class action» contro l'Atac per chiedere
la restituzione ai cittadini delle multe illegittime pagate. La decisione
del Tar ha scatenato polemiche nel mondo politico: «La sentenza conferma
quello che, dall'opposizione, abbiamo sempre sostenuto: le strisce blu,
così come Rutelli prima e Veltroni poi le hanno pensate, sono illegittime
e vessatorie », commenta Fabio Rampelli, deputato Pdl. E Vincenzo Piso,
anche lui deputato Pdl, rincara la dose: «La politica della sosta deve
avere come obbiettivo primario non più il semplice far cassa, come ha
fatto il centrosinistra di Veltroni, bensì una reale fluidificazione del
traffico». Replica Roberto Giachetti, deputato Pd: «Roma torna al far west
del racket dei parcheggiatori abusivi».

Francesco Di Frischia (TRATTO DA CORRIERE DELLA SERA)
30 maggio 2008

---------------

mondonuovonews@yahoo.it

Redazione1
1.06.2008 17:36
Le associazioni romene scrivono a Napolitano

I rappresentanti delle varie Associazioni e Chiese romene presenti in Italia, al termine del primo Forum, che si è svolto a Milano il 24 e 25 maggio alla presenza del rappresentante del Presidente della Romania Trainan Basescu, del Segretario di Stato Mihai Gheorghiu, dell'Ambasciatore di Romania in Italia Razvan Victor Rusu, del Console generale Tiberiu Mugurel Dinu, e delle autorità governative romene e italiane, hanno inviato un messaggio al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

"Ci sono sempre presenti le Sue parole dell'autunno 2007, quando apprezzò la presenza della comunità romena nella Penisola come una fonte di ricchezza per l'economia italiana. Tale espressione ha rispecchiato il valore umano e lavorativo della maggior parte della nostra realtà. Riuniti a Milano, una volta capitale dell'Impero Romano, ribadiamo il nostro desiderio di contribuire allo sviluppo e alla serenità dell'Italia, Paese al quale siamo uniti da antichi vincoli culturali e spirituali. I singoli atti antisociali non devono mai essere attribuiti ad un'intera comunità. Siamo tutti d'accordo che per integrazione si intende il rispetto delle leggi e delle tradizioni dello Stato che ci ospita. La delinquenza deve essere combattuta ed eliminata in quanto è e sarà una piaga per l'intera società umana. I nostri antichi e forti legami di popoli neolatini non potranno mai essere messi sotto l'ombra della cronoca nera. Sono tanti i nostri connazionali, siano essi ricercatori, medici, imprenditori, infermiere, semplici muratori o badanti, che apportano un valore aggiunto all'economia e allo sviluppo dell'Italia, nonchè sono un reale elemento di coesione tra i nostri due Stati. Confidando nella Sua simpatia, ribadiamo la nostra stima e lealtà nei confronti dello Stato italiano e del Suo rappresentante. Ringraziando per la Sua fiducia, gradisca Signor Presidente delle Repubblica, i nostri sensi di profonda considerazione".

Hanno firmato la lettera, condivisa dalle Associazioni e dai partecipanti al Forum, l'Associazione "Vocea Romanilor" Roma presidente Iulian Manta, "Diaspora romana" Latina presidente Costantin Ciltea, "Imprenditori romeni in Italia" Milano presidente Ciprian Manoliu, "Spirit romanesc" Roma Roma presidente Dana Mihalache, "Fratia" Torino presiente Aurelia Mirita, "Nicolae Balcescu" Palermo presidente Crina Suceveanu, "Romeni in Italia" Milano Romulus Popescu, Lega dei Romeni in Italia presidente Marian Mocanu

Redazione1
2.06.2008 16:28
Bolivia.Infranto il mito del libero mercato

INFRANTO IL MITO DEL LIBERO MERCATO di Gianfredo Ruggiero
In Bolivia il Presidente Morales ha nazionalizzato la società di telecomunicazioni ENTEL controllata dall’italiana TELECOM. I boliviani, stanchi delle vessazioni economiche praticate dalla compagnia telefonica italiana che imponeva le tariffe più alte, e non giustificate, dell’intera America Latina, l’hanno cacciata riprendendosi il controllo dell’importante servizio pubblico.

In Italia, invece, Telecom e le altre compagnie telefoniche con cui è in finta concorrenza, continua imperterrita ad esercitare il suo strapotere, agevolata in questo dai governi Berlusconi, Prodi ed ora ancora Berlusconi che non ha nessuna intenzione di porre fine al monopolio dei privati per non turbare il mercato.

Detto questo va precisato che in Italia, nell’attuale situazione, una qualunque Azienda statalizzata diventerebbe terra di conquista dei partiti, dei super raccomandati e dei fannulloni (vedi le Partecipazioni Statali di democristiana memoria) e farebbe la fine dell'Alitalia che rischia di essere svenduta ad una società straniera o regalata ai soliti amici banchieri nella speranza che qualcuno la salvi dal tracollo.

La risposta per salvaguardare l'Italianità e l'efficienza dei nostri servizi essenziali e strategici quali comunicazioni, trasporto, sanità, difesa, scuola, giustizia ed energia e per il rilancio delle nostre industrie passa attraverso il coinvolgimento di tutte le parti in causa: lavoro, capitale e Stato. Vediamo come:

Proviamo a pensare una fabbrica senza operai, potrebbe esistere? No, come non potrebbe esistere un’Azienda senza il capitale necessario per impiantarla. Entrambe le componenti, lavoro e capitale, sono indispensabili. Perchè allora a decidere le sorti dell'Azienda deve essere solo il "padrone" che, da dittatore, decide vita, morte e miracoli dell’Impresa e dei suoi dipendenti?

Proviamo a pensare un Consiglio d’Amministrazione in cui oltre ai referenti del capitale (nelle grandi aziende sono quasi sempre i grossi gruppi bancari, spesso stranieri) siedano i rappresentanti liberamente eletti degli impiegati, operai e dirigenti, ossia di tutta la realtà articolata di una grande Impresa, certe operazioni avventate di tipo finanziario (vedi Parmalat e Cirio) o certe decisioni che portano beneficio solo agli azionisti, quali il trasferimento all’estero della produzione, non passerebbero di certo.

Non basta: proviamo anche a dare a tutti i lavoratori una busta paga in cui una parte, diciamo il 70%, è il classico salario, ma la restante parte derivi dalla suddivisione degli utili tra il capitale finanziario e tutti i lavoratori dell’Azienda. Ogni lavoratore darebbe il massimo di sè perché consapevole che il suo destino è legato a quello della “sua” fabbrica, nel bene come nel male, e sarebbe rassicurato dalla presenza dei suoi rappresentanti nel Consiglio d’Amministrazione.

Non basta ancora. Come la famiglia rappresenta la cellula base della società, allo stesso modo l’Azienda costituisce l’elemento strutturale del tessuto economico della Nazione e, anche in questo caso, lo Stato ha il dovere di tutelare, di aiutare a svilupparsi e d’intervenire in caso di difficoltà.

Se un’Azienda con migliaia di dipendenti per ragioni contingenti o per manifesta incapacità della dirigenza si ritrovasse in uno stato di crisi lo Stato, che non dovrà essere spettatore ma parte attiva, interviene e, a seconda delle circostanze, la sostiene con interventi economici o strutturali, fino al caso estremo della nomina di un nuovo amministratore, che non necessariamente dovrà essere espressione del capitale.

Lo sciopero, un metodo incivile retaggio dell’era preindustriale ottocentesca, non avrebbe più senso perché le eventuali controversie sarebbero risolte all’interno del Consiglio d’Amministrazione in cui, come detto, sono presenti stabilmente, con pari dignità e pari poteri tutte le componenti dell’Azienda. Quella che i politici e sindacalisti chiamano concertazione si realizza con il principio della “partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’Impresa”.

Oggi il dipendente lavora per lo stipendio e il padrone per il profitto in un’ottica egoistica e spesso conflittuale, domani - con la socializzazione delle imprese - entrambi opereranno per il bene dell’Azienda e, cosa non secondaria, nell’interesse supremo della Patria. In un clima di concordia e pace sociale.

Proviamo, una volta tanto, ad ipotizzare un diverso modello di sviluppo, svincolato dalle logiche del libero mercato e distante dalle suggestioni di un decrepito marxismo. Una nuova forma di società basata sulla partecipazione (concetto che va ben oltre il principio della democrazia, ossia della rappresentanza parlamentare affidata esclusivamente ai partiti), che consenta finalmente di realizzare quella giustizia sociale senza la quale nessuna comunità civile può esistere.

In sintesi: freniamo il capitale e ricostruiamo uno Stato Sociale.

Gianfredo Ruggiero

(presidente Circolo Excalibur - Varese)

Redazione1
10.06.2008 09:34
La sinistra ha anche perso, perchè crede di essere sempre "immacolata

La sinistra ha anche perso, perchè crede di essere sempre "immacolata", e quando scopre che qualche malandrino c'è l'ha anche lei, allora salvati o cielo..

Quì si fa il gioco del nemico (come tale lo definisco..) senza tanti eufemismi. Abbiamo dato all'italia la visione che la rovina campana e tutta da addebitare a Bassolino e compani, quando sappiamo che è trasversale..la responsabilità.

Ora ci accaniamo sulla liguria a Genova..ed il gioco è fatto. Il gioco del "cavaliere" intendo.

Lui che fa piroette varie, e intanto ci ripiazza i sui intrallazzi. Non a caso quella sulle intercettazioni, con malessere ad arte. Così tutta la casta..alla fine si converrà che bassta essere intercettati.

Quello che la sinistra...o centro a sinistra deve fare, è di sospendere nell'immediato le persone che solo vengono coinvolte. Poi se risulteranno estranee, allora si reintrega.

Se solo avessere cacciato Bassolino e Jervolino, la campania non l'avrebbe beccata il "nano".
Invece..polemiche..polemiche..polemiche.

La gente di sinistra vuole fatti..nei confronti di chi sbaglia in casa propria.

E.C

Welfare Italia
10.06.2008 09:35

Redazione1
11.06.2008 16:52
Il Sogno Americano di G.Ruggiero

IL SOGNO AMERICANO
di Gianfredo Ruggiero
--------------------------------------------------------------------------------

in occasione della vista del Presidente americano Bush in Italia ci permettiamo di tracciare un breve profilo dell'America, un Paese che pretende di cambiare i destini del mondo.

---------------------------------------------

L’America è comunemente conosciuta come la patria della libertà, come la nazione che più di ogni altra ha contribuito all’affermazione della democrazia nel mondo.

Il suo modello di società è considerato dai suoi estimatori come l’unico in grado di assicurare al mondo intero pace e benessere e di stabilire un nuovo ordine mondiale basato sulla concordia e sulla fratellanza.

Ma è proprio così? Siamo proprio sicuri che questo quadro sia reale e non dipinto ad arte?

Partiamo dalle origini: nel nuovo mondo venivano spediti direttamente dalle carceri i delinquenti di ogni risma, gli ergastolani, gli emarginati e gli avventurieri pronti a tutto. Puritani fanatici e vogliosi di rinverdire i fasti della Santa Inquisizione, cattolici perseguitati dai protestanti, ebrei vittime dei pogrom, affamati, asociali e spostati di ogni sorta, da tutto ciò nasce la "civiltà" americana.

Ha mosso i primi passi massacrando 10milioni di pellerossa per sottrarre loro la terra, lasciandoli morire di fame, di inedia e di alcolismo dopo averli ristretti in riserve sempre più piccole e prive di pascoli, unica loro fonte di sostentamento.

E’ diventata potente con il lavoro di 14milioni di africani strappati con la forza alla loro terra e trattati alla stregua di animali domestici su cui esercitare diritto di vita e di morte (mentre l’Europa romano-cristiana, vera culla di civiltà, si avviava a cancellare per sempre la schiavitù). Si sono dovuti attendere gli anni '60 per porre fine alla segregazione razziale in vigore in molti Stati USA.

Durante il secondo conflitto mondiale, il cui ingresso è stato fortemente voluto dall’influente apparato industriale americano per superare la crisi economica che si protraeva da dieci anni - dal fatidico venerdì nero di Wall Street - l’America ha massacrato milioni di civili inermi nei bombardamenti a tappeto delle città tedesche e italiane. Ad Amburgo come a Dresda perirono, bruciati vivi dagli ordigni incendiari o mitragliati dal volo radente dei caccia, oltre duecentomila civili, per poi completare l’opera con le bombe atomiche gettate su due delle più popolose città del Giappone (non ne bastava una?) oramai prossimo alla capitolazione.

I prigionieri tedeschi della Wehrmacht, ragazzi di 15 e 16 anni, rinchiusi nei campi di concentramento americani e inglesi venivano volutamente lasciati morire di fame, di malattie e di stenti. Costretti a scavarsi con le mani delle buche dove ripararsi dal freddo, sotto lo sguardo indifferente dei carcerieri alleati.

A guerra finita i “liberatori” si girarono dall’altra parte quando i partigiani comunisti massacravano i fascisti o presunti tali, familiari compresi. Quando riempivano le fosse comuni con i corpi straziati dei giovani soldati della Repubblica Sociale Italiana arresisi dopo il 25 aprile.

Nel dopoguerra, dopo averci distrutto le città con i bombardamenti terroristici del ’44, l’America, con il piano Marshall, ha investito in Italia grandi capitali per farci diventare una sua docile e redditizia colonia (cambiano i tempi, mutano gli scenari ma la logica statunitense è sempre la stessa: distruggere per poi gestire il business della ricostruzione come sta avvenendo in Iraq e Afganistan). Al riguardo si parla tanto degli aiuti americani, ma si dimenticano gli enormi contributi, veramente disinteressati, provenienti dall’Argentina. Ogni giorno navi stracolme di ogni cosa hanno fatto la spola tra il Paese di Evita Peron e l’Italia, ma di questo nessuno ne parla.

Durante la guerra del Vietnam per stanare i vietcong gli americani non esitarono a bruciare con le bombe al napalm interi villaggi, con le persone dentro. Tali operazioni venivano cinicamente chiamate “disinfestazioni”.

Negli anni settanta e ottanta l'America ha sostenuto le più sanguinose dittature militari sia in sud America, dove la CIA ha organizzato e finanziato i più cruenti colpi di stato, sia in Grecia e in Turchia con i regimi dei colonnelli. Salvo poi disconoscerli dopo che ebbero fatto il lavoro sporco o essere diventati poco utili ai suoi disegni geopolitici.

L’Iraq, per giungere ai giorni nostri, era uno Stato sovrano, retto da una dittatura non tanto diversa da quella che possiamo trovare nei Paesi islamici amici dell’America come l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi e sicuramente meno feroce di quella cinese con la quale l’amministrazione Bush e l’Italia intrattengono ottimi rapporti d'affari. Le varie etnie e religioni coesistevano pacificamente (l’ex vice di Saddam Aziz è cristiano) anche grazie al pugno di ferro del Rais. Con gli americani non c’è più un edificio in piedi, neppure i luoghi di culto sono risparmiati e lo spettro della guerra civile è alle porte. Per non parlare dell’economia divenuta totalmente dipendente dall’America dopo che questa si è impadronita del petrolio iracheno.

Sotto le macerie delle loro abitazioni, distrutte dalle bombe a stelle e strisce, sono morte 162mila persone e almeno 30mila bambini; un’intera città, Falluja, è stata bombardata giorno e notte con armi al fosforo che hanno bruciato vivi e corroso migliaia di uomini, donne vecchi, e bambini; ai posti di blocco i soldatini di Bush dal grilletto facile uccidono decine di persone al giorno (come è successo al nostro povero Calipari). Nelle carceri americane in Iraq e a Guantamano la tortura non è una novità.

In Afganistan, per rimanere nel campo delle guerre preventive, con l’occupazione americana è ripresa con vigore la produzione di oppio.

L’America conserva un poco invidiabile primato, quello di essere la prima produttrice e utilizzatrice al mondo di armi di distruzione di massa, una vera e propria democrazia a mano armata: dalle bombe atomiche gettate sul Giappone, che ancora oggi mietono vittime a causa delle radiazioni, alle armi chimiche utilizzate in Vietnam e Iraq e per finire agli ordigni all’uranio impoverito utilizzati nei Balcani, causa primaria delle morti per cancro tra la popolazione e tra gli stessi soldati, molti dei quali italiani.

Il bussines degli armamenti rappresenta una voce primaria del bilancio USA: le armi americane sono esportate in tutto il mondo, ovunque vi siano focolai di guerra. Nei paesi poveri scarseggiano il cibo e le medicine ma non le pallottole made in Usa. Non è un caso che negli ultimi vent’anni la fame del mondo invece di diminuire è aumentata ed è tutt’ora in costantemente crescita, come la diffusione delle armi.

La cultura e lo stile di vita americani sono intrisi di violenza: un’arma non si nega a nessuno, neppure agli adolescenti. Nei sobborghi delle città americane, all’ombra degli sfavillanti grattacieli, l’emarginazione, la violenza e l’alcolismo sono di casa. La stessa cinematografia è imperniata sui gangsters, sui cow boys che uccidono gli indiani e sulla forza bruta del potere.

Non è un caso che l’America è oggi l’unico paese del mondo occidentale a praticare la pena di morte. Come nei tanto osteggiati Paesi islamici e nelle peggiore dittature comuniste e militari.

Venuta meno la minaccia sovietica ci saremmo aspettati un progressivo disimpegno militare americano in Europa, invece la Nato (leggi America) ha mantenuto sul nostro suolo il suo enorme apparato bellico fatto di 113 basi militari - mantenute con i nostri soldi - alcune delle quali nucleari (alla faccio del referendum che lo ha bandito). A quale scopo? Per difenderci dalla Svizzera o per rimarcare, anche militarmente, il nostro stato di impotenza e di dipendenza dagli USA?

L’America è sicuramente un grande Paese, sotto il profilo economico e, soprattutto, militare, ma dal punto di vista umano e civile non ha proprio nulla da insegnarci. E rattrista vedere i nostri politici e intellettuali, di destra ma anche di sinistra, guardare con simpatia e ammirazione all’America, come se noi europei, maestri di cultura e civiltà, noi europei, che abbiamo insegnato al mondo a camminare, non fossimo in grado sviluppare un nostro modello di società, ancorato ai nostri valori di umanità e di giustizia sociale.

Gianfredo Ruggiero

(presidente Circolo Excalibur - Varese)

Redazione1
12.06.2008 11:39
la Sinistra per rinascere deve essere "Proteo o Anteo" ?

Cari amici e compagni, carissime amiche e compagne,
ho letto, d'un fiato, il documento del Centro Riforma dello Stato : gli undici punti di analisi della sconfitta "campale" subita dalla Sinistra e dal centro-Sinistra nelle recenti elezioni politiche di Aprile.
Il Manifesto ,provocatoriamente, titola il documento con un mitologico interrogativo " PROTEO o ANTEO ? " riferito alla caratteristica di fondo che dovrebbe avere una nuova "potente", e soprattutto "vincente", Sinistra in Italia : personalmente scelgo una sinistra con le qualità del mitico ANTEO poichè ritengo che, per sostenere e salvare il nostro povero Mondo , queste siano le più adatte allo scopo :
cioè qualità indispensabili per vincere le guerre ed affermare la PACE, bloccare le distruzioni ecologiche, alleviare la fame , superare le morti sul lavoro e le malattie professionali , mandare in galera (ed educare ) i medici che perseguono il massimo profitto uccidendo i malati con operazioni inutili e di morte, per adeguare le condizioni dei lavoratori ponendo fine ad uno sfruttamento senza fine che fa crescere in maniera macroscopica le differenze tra i profitti padronali rispetto ai salari e le pensioni, .ecc. ecc..
Affermo ciò poichè ANTEO ,figlio della Terra ,è stato strozzato da Ercole poichè riuscendo ,nella lotta a sollevarlo,ed a staccarlo dalla madre che gli forniva l'energia necessaria per vincere tutte gli avversari, e sono altresì consapevole che Berlusconi , l'attuale vincitore della Sinistra, non è , e non sarà mai, l'Ercole mitologico............!
La Sinistra , come Anteo ,si è lasciata staccare ( abbagliata dalla congiunta politica di Berlusconi e di Veltroni ) dalla sua naturale madre che è la realtà sociale , la vita delle masse popolari e proletarie , le esigenze primarie degli operai e dei pensionati, dei giovani , degli studenti,............
Premesso tutto ciò elenco di seguito alcune lacune che ho riscontrato negli undici punti :

1°) Aggiungerei, nei primi punti, l'esigenza di discutere ( per capire ) a livello di massa ( o meglio delle masse ) i nuovi strumenti usati dal captalismo italiano per aumentare sia la "proletarizzazione" dei ceti medi e piccoli borghesi e sia lo sfruttamento di tutti i lavori ( tradizionali e quelli derivanti dalla crescente globalizzazione ) .

2°) Definire con puntigliosità e con proposte alternative tutte le pericolosissime cavolate del Governo Berlusconi su :
a)- lo smaltimento dei Rifiuti non solo a Napoli.......
b)- il regime inquisitorio come il potere della Magistratura di
intercettare le telefonate degli inquisiti.
c)- esprimere precise opinioni sul potere contrattuale dei
Sindacati : poter rinnovare i Contratti Collettivi di Lavoro
a livello nazionale non è un elemento secondario per un
serio Partito della Sinistra.
d)- gli scandali dell'ALITALIA, della RAI non possono essere
affidati alle scermaglie parlamentari del Governo Ombra
di Veltroni.
e)- la riforma della Scuola deve poter riprendere il suo percorso
anche attraverso una seria opposizione con un collegamento
organico con gli studenti e gli insegnanti.
f)- i problemi della politica internazionale, del disarmo e degli
interventi militari italiani all'estero devono trovare un esplicito
irrevocabile ripudio della politica del Governo Prodi che si
è messo sotto i piedi gli accordi pre-elettorali .

3°) Un Partito della Sinistra non può esplicitare una sua politica "internazionalistica" e, quindi, non può avere un atteggiamento come "don Abbondio " intravvede in distanza "i bravi" che lo attendono dal famoso tabernacolo..........Veltroni e D'Alema non sanno che fare con il Partito Socialista Europeo : siamo alla vigilia di una scissione del P.D.
Non dimentichiamo che tutte le grandi famiglie della sinistra italiana sono legate al Comunismo ed al Socialismo e per queste radici il marxismo è una cosa seria : l'internazionalismo, come il passato può essere un GRANDE FATTORE DI UNITA' DELLA SINISTRA O DI FRATTURA DEFINITIVA..

4°) Il problema dei rapporti Stato - Vaticano non può più essere rinviato : noi stiamo assistento ad una vanificazione della Costituzione Repubblicana nonostante l'indicazione , chiarissima, del popolo italiano che, con il Referendum , ha difeso il testo ed i contenuti che i costituenti hanno voluto darle.

Cordialità da Ugo Montecchi già dirigente della FIOM e della Camera del Lavoro di Genova.

Redazione1
15.06.2008 19:42
Ci sono ferite e ferite e tanti alberi spogli. di N.Lisi

Ci sono ferite e ferite e tanti alberi spogli.
Il sei mattina di questo mese di giugno, la radio ha dato una notizia: un vescovo – mi pare di Viterbo - ha negato le nozze a due giovani innamorati, perché lui, ridotto su di una sedie a rotelle per un incidente d’auto, era dubbio che potesse procreare. Giusto: la norma dice che fini del matrimonio sono la procreazione, l’educazione dei figli e, terzo, pudicamente scritto in latino anche nei testi italiani, remedium concupiscientiae. E la norma non sopporta ferite.
Un amore così grande, invece sì.
E due essere umani, innamorati, sfortunati e coraggiosi, pure.
Sull’ultimo numero di Carta, a proposito delle dichiarazioni del papa circa le ferite inferte dalla 194 alla società italiana, don Sardelli ricorda un episodio di 46 anni fa: “un giorno, la povera Teresa si trovò incinta. Sbiancò e arrossì… Dopo qualche mese di angoscia” si inerpicò per una mulattiera sino ad una praticona perché la “liberasse”. E la praticona la liberò davvero, anche di tutto il suo sangue. Il parroco negò i funerali religiosi. Così “Teresa, passando per la mulattiera, fu portata direttamente al camposanto”. Giusto: la norma dice che chi muore di aborto i funerali in chiesa non può averli. E la norma non sopporta ferite.
Teresa invece sì. Abbandonata dal marito emigrato in Germania che l’aveva lasciata a tirar su da sola i loro due figli, invece poté essere ferita. E i suoi parenti, straziati tre volte, dal dolore, dalla “vergogna” (per un amore illecito), dal rifiuto dei “conforti religiosi”, pure.
Anche a Pier Giogo Welbi i funerali furono negati in chiesa. Per lo stesso motivo: la norma non li consente ai suicidi . Ed allora per ricordarlo, per pregare insieme, i familiari vennero in comunità.
Ed in comunità, un paio di decenni prima, erano pure venuti a sposarsi due giovani innamorati cui era stato negato il diritto di amarsi essendo terribilmente spastici. Anche in quel caso alla norma non era stato possibile infliggere una ferita. Ma a quell’amore così terribilmente bello, sì. E a due esseri umani, tanto sfortunati e forti, pure.
Sabato 7 al gay pride è stato inibito l’accesso in piazza San Giovanni. Il diritto di amarsi, “ognuno come gli va” non può essere invocato nei pressi della Basilica. Vi si può eseguire un concerto; ma non la celebrazione di amori che feriscono la norma. Milioni di uomini, di donne e di trans, invece sì, possono essere feriti tutti i giorni. Anche dalle norme di santa romana chiesa.

Ma Gesù – a quanto mi spiegò un giorno un prete – non aveva detto che non l’uomo (e la donna) è fatto per il sabato, ma questo per l’uomo? Ma allora: sbaglio io nel ricordo, sbagliava forse quel prete a spiegarmi così, oppure al papa, al vescovo di Terni, a un po’ di cardinali e di parroci non l’hanno spiegato cosa ha detto e fatto Gesù?

E per questo sono tante le ferite. Mi fanno venire in mente i versi di Davide Turoldo:

…. Solamente so che per questi

pertugi – quasi ferite

al costato – ho potuto

esprimere pensieri come fiori

dire segreti negati a me stesso

seminare speranze fino

a rimanere tu

- passata la tempesta –

albero spoglio.



Quanti alberi spogli ci sono nel mondo. E la tempesta non ancora è passata.

Nino Lisi

Comunità di San Paolo – Roma

Fonte: http://www.cdbitalia.it:80/primopiano.htm

Redazione1
15.06.2008 19:43
Solitudine di Luigi Boschi

SOLITUDINE Dopo la pioggia, scrosciante... dopo l'impeto del temporale... si respira!... si libera l'aria che sferza il viso e la mente. Sono affascinato dalla pioggia. Quando abitavo in campagna, andavo fuori a correre per le strade tra i campi o mi lasciavo volutamente sorprendere dall'acquazzone. Un bagno naturale di energia e purezza.

Finestra aperta, sui tetti di Parma, seduto sul davanzale mi godo la luce del tramonto e l'aria che mi accarezza... sorrido ai miei ricordi... scrivo appunti nella mia solitudine; un mondo che se lo vivi, è difficile da abbandonare, facile da perdere nei tentacoli del potere e dei balocchi. Troppa è la gioia che ti dà, tanta la passione che ti concede: impari ad amare e a sorridere. Con lei scrivi favole!
La solitudine unica vera amante. C'è sempre, se la sai ascoltare. La sua fantasia diviene tua. Ti dona amore semplice, intenso, se la sai capire. La sua sensibilità... introvabile! Non fa scempio di tulipani.
Sono gocce vere di vita. Sono attimi di purezza: il niente nel suo immenso amore.
Devi saperla ascoltare: difficile in mezzo a tanta banalità! Ma soprattutto la devi apprezzare, una ricchezza piena di sentimento che nessuno ti può dare. Ritrovi te stesso di ritorno dal prosciugante sociale, impoverito dagli zombie. Ti rigenera nel prezioso ascolto.

Ricordi di amore in piena solitudine: un piacere che non compri, non trovi alla movida, nei circoli, agli stadi... è la gratuità dell'amore che si concede senza controdono alcuno, devi solo sentirlo... basta!
La solitudine, una madre ritrovata quando la società ti abbandona, quando la famiglia ti delude, quando gli amori ti tradiscono, quando gli amici svaniscono, quando ritorni alla dolcezza della vita senza intrusi.
Lasciati accarezzare, tu non puoi nemmeno sfiorarla, lei ti avvolge, ti protegge.
Devi aprirti, cogliere il momento, lasciare che dentro di te cresca la sua attenzione.

Un amore per tutti, ma voluto da pochi... molti ne hanno paura, temono il vuoto di se stessi. E' schiva e affascinante. Si muove con grazia e eleganza in un minimalismo semplice, ma sofisticato... raffinato... lirico... ha i profumi dei fiori, delle piante, della neve, del mare, del bosco, del muschio, della pioggia, del fuoco, dei libri... si nutre di racconti, di poesia, di fantasia. Ti parla nel silezio con le note della musica. Con lei non ci sono barriere, ma solo visioni... il volo del vivere. E' leale, vera, non mente... ogni indelicatezza può esserle fatale, si dissolve.

Lascia tutto, non temere, la solitudine ti cura le ferite se cadi nell'altro dissipativo, incapace di generare energia, ma solo consumo e rifiuto.
La solitudine è una intensità di vita che si concede, dolce, gelosa della tua intimità, del tuo sentire.
Quando il vuoto cade su di te la solitudine ti riempie di gioia vera.
La solitudine non lascia banalizzare il tuo amore per la vita. E' la distanza dalle infestanti, forzate, costose ragnatele sociali; dall'inutilità dell'intrattenimento quotidiano; dallo starnazzare bulimico e anoressico; dall'inquietudine dell'orgia del pieno; da chi è incapace di capire e ascoltare il silenzio; da chi vive nell'illusione della convenienza del momento... o dell'ipocrisia... da chi deturpa la bellezza, la baratta o la tradisce.
La solitudine è libertà vera, non spreca parole, ma alita sentimenti.
La solitudine è un bacio di passione per pochi. (Parma, 13/06/2008)

Luigi Boschi

visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
20.06.2008 16:10
Foggia,l'Authority esautorata di A. V. Gelormini

FOGGIA, L’AUTHORITY ESAUTORATA
di Antonio V. Gelormini
Ormai è evidente. E’ solo questione di tempo, le “arpie” hanno ripreso a volteggiare sul capoluogo dauno, in attesa del vento propizio, per portar via da Foggia e dal suo Tavoliere l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare. Attratte dal canto ammaliante di sirene scaligere, l’intento è di depositarla sulla mensa fastosa dei potenti di Verona.
Affiora inclemente l’allergia già a sole piccole tracce di “federalismo solidale”, recepito in qualche modo dalla legge istitutiva dell’Authority nazionale, che assegnava a Foggia la sede, dopo aver registrato l’insediamento a Parma dell’omologa e superiore Agenzia internazionale. Nonostante le rassicurazioni di rito, l’impressione è che sia in atto un depotenziamento della nascente struttura pugliese, che gode di formale copertura finanziaria (2milioni e mezzo di euro per il 2008 e altrettanti per il 2009), ma che potrebbe vederla svanire, a seguito di urgenti e necessarie “sforbiciate” del ministro Tremonti. Magari suggerite da influenti colleghi e sottosegretari padani.
La Regione Puglia, sollecitata dai consiglieri di Capitanata, ha provveduto a stanziare 300mila euro per cercare di avviare un processo virtuoso, che colmi il gap nazionale dell’unico Paese, tra i 27 dell’Unione europea, ad aver scelto la sede, ma a non essersi ancora dotata dell’Authority.
Non basta. All’azione istituzionale locale, governativa ed europea è necessario che corrisponda una sensibilità operativa del territorio, nelle sue espressioni produttive, associative, amministrative, culturali e formative più significative. La scelta dell’Authority alimentare a Foggia va supportata da un contesto territoriale consapevole, per meglio difenderla, qualificarla e potenziarla. Il solo lamento darebbe appena forma all’immagine infernale dantesca, che vede le arpie rompere i rami e mangiare le foglie degli alberi, dove si trovano le anime dei suicidi.
Lo sforzo corale, esteso all’intero sistema Puglia, deve tendere al riscatto di un territorio già troppo martoriato da continue incursioni di ogni tipo. Deve vincere l’abitudine accidiosa, su cui altri costruiscono le proprie fortune. L’azione di concerto faccia perno sull’orgoglio di tutti e sull’impegno di ognuno. Riqualificare la Fiera Internazionale dell’Agricoltura, estendendone i confini all’Agroalimentare mediterraneo. Sviluppare in forma ambiziosa il progetto del Polo zootecnico e di allevamento di Segezia. Stimolare le produzioni e i marchi di qualità, dando vita e diffusione a protocolli e standard di lavorazione rigorosi, per la tutela del patrimonio alimentare.
Prodotti e sistemi di lavorazione rispettabili, e già in funzione, non mancano. Per contare su fondamenta solide e lavorare a un distretto allargato della qualità garantita, che possa dare linfa quotidiana e faccia da cornice all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare. In tal caso sì, voluta e difesa a Foggia.
Dalla filiera dell’asparago, che parte da quello selvatico del Gargano, alla cipolla di Margherita di Savoia. Dalla selezione dei pomodori, al grano e alle paste del Tavoliere. Dal Nero di Troia al carciofo del Subappennino. Dal prosciutto di Faeto, alla patata al selenio di Orsara di Puglia. Dal caseario podolico, alle tradizioni dell’olio e del sale. Dalla transumanza degli ovini, a quella dei cefali. Dalle “pagliare” ai trabucchi, dalla poesia del mare al fascino della collina, fino a perdersi negli orizzonti larghi e profondi del Tavoliere e dell’Adriatico. La sinfonia ha tutti requisiti e tutte le premesse per non rimanere incompiuta. Questa volta dipende da noi. Facciamo in modo che l’ombra del “Gino Lisa” non aleggi anche sull’Authority a Foggia.
(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
20.06.2008 16:10

Redazione1
20.06.2008 16:24
Melieuro per Melidranna di L. Boschi

MELIEURO PER MELIDRAMMA
Musica canaglia: il lato oscuro del nuovo Festival Verdiano
Finché Meli riceverà 30.000 euro al mese non sarà un Festival musicale ma degli euro. Una vergogna sociale parteciparvi! E' una legge non per le eccellenze culturali ma per finanziare la ristretta "cosa delle musica".

Non sono risorse per Parma, ma per le tasche di pochi che usano Parma e il suo orgasmo melomane. Parma funge da immagine... Città transito... Fa comodo a molti...

Temirkanov pagato via Proczynski... siamo alle solite: ai politici piace Montecarlo!! Sono così affezionati a quei luoghi!

"I sacerdoti del bello!!!" Basta vederli in faccia! Sacerdoti degli euro per sé!!

Se l'impiegato Meli riceve 30.000 euro mese, quanti ne percepisce Temirkanov per la sua indiscussa competenza e qualità artistica? Sbaglio se azzardo 700.000 Euro l'anno?

D'altra parte Maazel quanti ne percepì per un anno alla Toscanini? 1.5 Mld di lire circa e la casa nei boschi di Carrega... Che musica, che bacchetta quel maestro!!

Ormai la spettacolarizzazione sostituisce ogni forma di virtuosismo. Ogni atto deve essere ipermediato, ricoperto da una montagna di euro, che arricchisce pochi e impoverisce molti, e che hanno tutti la stessa strada e alimentano una società stile medioevale con una élite spietata al potere finanziario, signorotti al servizio, cortigiani e una plebe telediretta bramosa di miti, intrattenimenti, consumi autodistruttivi e alimentatori dello stesso disastro: drogati! Un sistema suicidario a circuito chiuso.

Il Festival Verdiano ridotto a kermesse e non a progetto culturale! In stile attuale! Così van le cose!

Si riempiono la bocca di progetto musicale, Parma come Salisburgo.... Ma va là! Pierre da discoteca!... Sono rimasti lì! E' così che usano il teatro... al posto dei jeans e della minigonna mettono smoking, sfoggiano abiti e gioielli... il contenuto non cambia. Non si può certo dire che Verdi sia per la sua innovazione, sia per lo spirito di ribellione che la sua musica generò, interpreti il pensiero di questi parrucconi che oggi lo celebrano o frequentano il Festival: potremmo dire una traviata culturale!

-Quale progetto c'è per il Conservatorio in declino da anni?

-Quale progetto musicale verso il mondo dei giovani... che li renda culturalmente sensibili e partecipi alle note, non solo verdiane, alle arie e agli strumenti? C'è una conoscenza musicale pari a zero!!! Anche nella città del cigno. Che poi sia la sua città? Fa comodo dirlo, ma non la è! E il maestro non è mai stato amante dei parmigiani...

-Quali progetti per favorire la crescita della Toscanini relegata a uno scialbo e derelitto capannone per le prove, impossibilitata di performance al Regio, senza un direttore d'orchestra stabile, indebitata dall'astro Baratta & C. Eppure è una Fondazione partecipata da Enti pubblici (Regione, Comune e Provincia di Pr, ecc) riconosciuta e finanziata dallo Stato Italiano come una delle più grandi Istituzioni concertistiche orchestrali italiane!

Visto che Temirkanov è pagato con risorse pubbliche, perché non gli si chiede di dirigere la Toscanini unitamente alla Filarmonica e a quella del Regio?

Le due organizzazioni musicali a Parma: Toscanini e Regio, servono solo per i burocrati, i politici e non per la musica. Se si volesse affrontare un serio progetto musicale, bisognerebbe partire proprio da qui. Come ho già proposto in un mio intervento precedente un'unica Fondazione con strutture orchestrali differenziate che sappiano sviluppare un vero progetto e coltivare in Parma un humus qualitativo radicato...e magari, caro Gabbi (Fondazione Cariparma) visto che lei sottolinea le tradizioni come prodromo per l'innovazione, dico, forse si riuscirebbe a dar vita anche a una orchestra barocca, capace di interpretarne l'essenza della tradizione.

I vostri Festival sembrano le partite di calcio. Con l'avvento dello spettacolo, il calcio non c'è più e lo stesso dicasi della musica. Esistono solo comitati d'affari che in nome della musica o del calcio gestiscono gli euro utilizzando media e tifosi... Si creano i miti per gli allocchi che ignari o meno fanno incetta della loro droga.

Strano a dirsi, ma non ho letto un commento, un rigo, un trafiletto in tutti i giornali in cui oltre a pompare un Festival dai contenuti banali, (il potere della pubblicità!) facesse chiarezza economica. Tremonti, glielo provi dire tu al tuo sottoposto senza portafoglio, che le spese devono essere rese note? Brunetta fatti sentire come rendere trasparente la cosa musicale pubblica!!

Pensando che quasi un terzo delle risorse statali assegnate (3,5 milioni di euro l'anno) per i prossimi tre anni al Teatro Regio, vanno nelle tasche di due persone, dico due: Meli e Temirkanov, e che tutto il costo della produzione viene stimato tra 1,5/2 mil di euro, mi chiedo a chi e a che cosa siano destinate le altre risorse, visto che l'anno scorso per il Festival si sono rastrellati 8 milioni?

Certo ci sarà da coprire il buco del Teatro Regio (2 o 4 milioni di euro?), foraggiare l'orchestra di Pellegrini e Maghenzani... Quel Maghenzani che in qualità di consigliere Provinciale dai banchi della cosa pubblica reclama soldi per la sua orchestra che paga in media 60 euro al giorno gli orchestrali e ne incassa 180...

Ma per aver un quadro economico reale bisognerebbe forse chiedere lumi a lui, però, al monegasco che in questo ha molta competenza, vista la reticenza dei sacerdoti del bello o dell'elusione a darci qualche informazione economica così disdicevole... preferiscono la pubblicità del cartellone!

Presentare una chiarezza economica? No! Non si può! Nella musica non è elegante... in cultura non si parla di soldi. E' indelicato! Meglio la spartizione tra pochi delle risorse pubbliche! E così nel concertato perbenismo si cerca di rendere tutto il meno palese possibile!

Alla fine vogliamo dire ciò che rimane a Parma dopo l'orgasmo in termini di ricchezza generata dai finanziamenti pubblici funzionali ai conti correnti dei soliti noti?

Non si fa cultura musicale in un mese, la musica non è un'orgia! Non bastano i disegni leggi ad hoc, non bastano i soldi, occorrono persone capaci, dedicate, con passioni vere. Ma qui si vorrebbe continuare a giocare in seria A e nelle coppe Europee via Cayman.

Interpreti di Verdi nel mondo? Mi sembra vi siano altre città non solo italiane che ad oggi lo sappiano fare meglio! Vedi...Milano, la Fenice, Firenze...Berlino, Francoforte, Londra, Parigi

Capitale culturale si diviene prima in altro modo, come fece appunto Salisburgo a cui voi vi ispirate... Ma "c'è chi serve la cultura e chi se ne serve!" Altro che sacerdoti del bello! Amore dell'euro in primis!! E il Paese allo sfascio. La musica verdiana? La cultura verdiana? Un orpello per ingannare i gonzi, far divertire i signorotti, e riempirsi le tasche. E chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdiammoce il passato paesà! Tutti insieme: "Va' pensiero, sugli euro dorati!!!" (18/05/2008)


Luigi Boschi

visita il blog: www.luigiboschi.it

vedi anche dossier "Parmamusica"

Redazione1
20.06.2008 17:17
Ma a Parma le vacche sono sempre...

Ma a Parma le vacche sono sempre più grasse

Enrico Votio del Refettiero

Si continua a dire che i tempi sono duri per tutti, ma a Parma non si direbbe. Cambiano i Governi, cambiano i Ministri ma continuano a piovere euro a milioni sul Teatro Regio e sul suo Festival Verdi, saldamente nelle mani del sovrintendente più pagato del mondo, Mauro Meli da Cagliari. Questa volta il colpo l'ha fatto davvero grosso, tanto che ne riferisce perfino la Gazzetta dello sport che titola "Il Maradona dei direttori a Parma" : e giù lodi per Meli, del quale apprendiamo pure l'essere stato in passato sportivo militante ("campione regionale sardo sui 50 e 100 metri stile libero e corridore in moto")...

E' successo che alla presentazione del Festival Verdiano di Parma del 2008 - dal 1 al 28 Ottobre con il solito programma modesto alquanto, riprese di vecchi allestimenti, qualche gloria sempre più vecchia e un po' di gioventù non proprio all'altezza - il nuovo Ministro Bondi ha annunciato una nuova valanga di finanziamenti per il Teatro Regio, che andranno ad arricchire il già ricchissimo portafoglio del Sovrintendente più invidiato (perché più pagato) d'Italia e addirittura un ddl speciale per sancirne una volta per tutte la "rilevanza nazionale e internazionale". Non che Verdi non lo meriti, anzi. Ma vale forse la pena di ripercorrere la storia di questi ultimi anni per far luce su uno delle tante anomalie di questo nostro Paese, sempre più anomalo...

La città di Parma è stata protagonista di investimenti pubblici importanti fin dall'anno delle celebrazioni per il centenario verdiano quando fu deliberato un contributo speciale davvero imponente - si parlò al tempo di 100 miliardi delle vecchie lire - fortemente voluto dall'allora potente Direttore del Teatro Due, Walter Le Moli e concesso dall'allora Ministro Melandri. Va pur detto che da questa poderosa iniezione trassero indubbi vantaggi tutte le infrastrutture culturali della città: dal Teatro Regio (ampie opere di ristrutturazione del palcoscenico e restauro conservativo della sala e degli esterni), all'Auditorium Paganini (nuova sala per concerti sinfonici), allo stesso Teatro Due (ampi rifacimenti interni, ampliamento degli spazi, il ridesign della facciata), alla realizzazione della Casa della Musica, fino alle ristrutturazioni dei vari monumenti principali dei luoghi verdiani.

Nell'estate del 2005 poi, nel corso di una singolare conferenza stampa più affollata di Ministri che giornalisti, veniva annunciato dalla coppia Lunardi (Ministro delle Infrastrutture) - Buttiglione (Ministro dei Beni Culturali) un finanziamento speciale di 10 milioni di Euro in tre anni per il progetto "Parma Capitale della Musica" - soldi che arrivavano al Teatro Regio di Parma per la gestione di Mauro Meli, neolicenziato Sovrintendente della Scala e neoassunto Sovrintendente del Regio. Si trattava di una manovra resa possibile dall'esistenza di una misteriosa struttura - sopravvissuta altrettanto misteriosamente a tre governi e alle ripetute censure della Corte dei Conti - chiamata ARCUS SpA, una curiosa società per azioni finanziata con una percentuale fissa calcolata sull'importo complessivo delle opere pubbliche deliberate dal Ministero per le Infrastrutture (allora guidato da Lunardi appunto) che andava a finanziare la città di Lunardi (Parma). Proprio qualche settimana prima (a metà giugno del 2005) un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi (su proposta del Ministro per i Beni e le Attività culturali, ancora per poco Giuliano Urbani), prevedeva l'innalzamento dal 3 al 5 per cento della quota destinata ai beni culturali dagli investimenti infrastrutturali collegati alla legge obiettivo. A Parma era nel frattempo atterrato un prestigioso comitato d'affari, nel quale spiccavano le figure di Fedele Confalonieri (i cui rapporti con il Presidente del Consiglio allora in carica sono evidenti anche ai marziani) e l'Aga Khan (galeotta fu la Sardegna), oltre naturalmente al Ministro Lunardi, che per Parma aveva fortemente voluto - e fatto approvare dal CIPE poco prima della fine della XIV Legislatura - il progetto della Metropolitana (con la relativa dotazione da oltre 300 milioni di Euro). Andiamo avanti...

Nonostante i rilievi pesantissimi della Corte dei Conti che censurerà entrambi gli esercizi del 2005 e del 2006 di ARCUS, i contributi continueranno ad essere erogati a Parma : anche dopo la durissima relazione del Prof. Paolo Baratta che Francesco Rutelli - nel frattempo divenuto Ministro della Cultura del Governo Prodi - aveva chiamato alla Presidenza di una sorta di Commissione di inchiesta sulle malefatte di ARCUS. Ebbene, la relazione di Baratta, mai resa pubblica, sostanzialmente tacciava di aperta incostituzionalità l'operato di ARCUS che aveva gestito ingenti somme di denaro che avrebbero dovuto essere destinate a investimenti strutturali e che invece furono usate per la spesa corrente, come nel caso del finanziamento di Parma. In pratica, come se un prestito (perché tale è la fattispecie delle somme messe a disposizione di ARCUS SpA dalla Cassa Depositi e Prestiti) che venisse erogato ad un privato per l'acquisto di un immobile (destinato a fungere esso stesso da garanzia del credito) fosse stato invece utilizzato per finanziare una milionaria vacanza in un paradiso caraibico. Insomma nulla riesce a fermare il flusso di denaro che si muove verso Parma.

Ma questo contributo era triennale e quindi nel 2008 si sarebbe di fatto interrotto anche in forza della insostenibilità della situazione operativa di ARCUS (davvero uno dei misteri italiani sui quali un giorno varrebbe la pena di indagare): ed ecco quindi venire in aiuto di Parma - e delle sfrenate ambizioni del Comitato d'affari - il Ministro Bondi con l'annuncio addirittura di una legge speciale. Che a Parma continuerà a portare i soldi che servono, sempre di più. E per finanziare che cosa? Parma come Salisburgo, recitano i titoloni sulle cronache giornalistiche locali, ma a giudicare dal programma pare più una dichiarazione di intenti chissà quanto futuri, che una realtà. E questo nonostante gli oltre tre anni di presenza del Sovrintendente Meli in città, con relativo esborso di - se le informazioni di cui disponiamo non sono errate - quasi un milione di Euro. Il programma 2008 è invero modesto, dicevamo: si parte con un decano come Bruno Bartoletti (che ha da un pezzo passato gli ottanta), per Giovanna d'Arco, con un nuovo allestimento affidato a Gabriele Lavia la cui esperienza nel mondo dell'opera si limita a un non memorabile allestimento dei Lombardi alla prima crociata alla Scala all'inizio degli anni '80 e con un cast che presenta ancora una volta Renato Bruson (glorioso pezzo di storia della musica ma ormai settantenne) contornato da artisti non proprio di primissimo piano nel panorama internazionale. Si passa al Rigoletto di Samaritani che io vidi a Parma che ero ragazzino (ora ho quasi 50 anni) e già allora mi pareva vecchiotto affidato a Stefano Vizioli, che non mi pare un astro nascente della regia nazionale e neppure una nostra vecchia gloria. Direttore è Massimo Zanetti, direttore rappresentato dalla IMG Artist di Londra, una carriera nata e abortita in Italia alla metà degli anni '90 quando fu fischiato alla Scala in una sfortunata edizione di Elisir d'amore e poi rinata all'estero, dove è stato direttore musicale dell'Opera delle Fiandre e poi all'Opera di Brema (insomma non parliamo proprio di istituzioni musicali di primo livello). Nel cast, accanto all'altro decano Leo Nucci - anche lui prossimo ai 70 (ovvero largo ai giovani) - un po' di ragazzotti di belle speranze ma, certo, nessuna vera star. E poi Il Corsaro affidato a Lamberto Puggelli (ovvero nulla di nuovo sotto il sole) e diretto da Carlo Montanaro, reduce da una Traviata alla Scala non proprio di successo per quanto lo riguarda (anche lui rappresentato dalla IMG Artists di Londra) e affiancato da buoni giovani della nuova guardia. E si finisce con un Nabucco tutto nostrano, con la regia di Daniele Abbado - direttore artistico del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia e riesumazione del "dove mangiano tutti non si lamenta nessuno" di Barattiana (Gianni intendo) memoria - e la direzione del giovane e talentuoso Michele Mariotti, di fresca nomina al Comunale di Bologna dove lavora regolarmente (a 90 kilometri di distanza). L'Orchestra poi, è quella dei poveracci della cooperativa di Pellegrini & Maghenzani, pagata a colpi di 60 Euro lordi al giorno e quindi certamente non la Filarmonica di Vienna... (giusto per stare al paragone con Salisburgo).

E allora, tutti quei soldi? V'è il più che fondato sospetto che sia ben altre le partite che si giocano sotto lo sguardo sempre più accigliato del povero Verdi ... e con l'inconsapevole complicità di Yuri Temirkanov, senza dubbio uno dei più grandi direttori d'orchestra viventi ma che - nonostante il pomposo annuncio sul comunicato stampa del Teatro Regio - amico di Meli non è mai stato ne' probabilmente si è reso conto di essere stato usato come "utile idiota" per giustificare i traffici parmigiani. E il fatto che la gestione dell'affare sia stata portata a termine da Valentin Proczynski - l'agente monegasco che da ormai oltre un ventennio funge da cloaca del sistema musicale italiano, al quale tempo fa la Gazzetta di Parma ha dedicato addirittura un'intera pagina - lascia presagire che siamo solo all'inizio. Non sono bastate le immense perdite che la Filarmonica Toscanini, grazie al combinato disposto dell'opera del Sovrintendente Gianni Baratta e dello stesso Valentin Proczynski - che della Toscanini con Lorin Maazel organizzava in esclusiva le tournée in Italia e all'estero (con il sollecito e costante appoggio dei Ministeri degli Affari Esteri - si segnala in tal senso l'opera inesausta di Franco Frattini - e dei Beni Culturali, soprattutto grazie alla complicità del nostro grosso grasso Direttore Generale) - ha creato nelle casse della Fondazione Toscanini di Parma (ancora aspettiamo di conoscerne l'esatta entità) in una vicenda dai contorni davvero inquietanti che da qualche settimana è tornata alla ribalta con l'ennesimo fallimento della nuova impresa messa in piedi - questa volta a Roma - dal medesimo Baratta con la versione rimaneggiata della Symphonia Toscanini.

Ci aspettano certamente altri mirabolanti annunci di collaborazioni artistiche, l'arrivo di altri "Maradona della Musica" e altre montagne di soldi destinati a Parma... E, temo, altre voragini finanziarie che nel silenzio complice degli amministratori locali e statali dovranno poi essere colmate con il danaro sottratto alle tasche degli ignari italiani.

visita il blog: www.luigiboschi.it

Rubrica di Enrico Votio del Refettiero

Redazione1
20.06.2008 22:35
Ma i cittadini devono sapere di S.Giovannozzi

MA I CITTADINI NON DEVONO SAPERE

Quello che si profila è mettere il bavaglio alla stampa, preoccuparsi che i cittadini non sappiano nulla di quello che sta accadendo in sede di Istruttoria, quando si profila un processo.

Molti dei nostri connazionali non vuol sentire parlare di politica: ci pensano altre istituzioni (si fa per dire), loro la politica non la seguono.
Si sta profilando un nuovo fascismo, di coloro che non vogliono sapere, conoscere e......delegano. Non importa a chi, ma a qualcuno che pensi per lui. E se uno è bravo e ha fatto tanti soldi (a spese di chi?) gli lasciano il POTERE perchè lui è abituato al potere.

Che poi si cauteli per non passare nelle mani della Giustizia, ebbene avrà fatto il suo dovere, cosa c'è di più ''legittimo'' quando si ha il potere in mano?
Non sappiamo dove rivolgerci: fare manifestazioni è inutile, protestare è impopolare, rivolgerci al Capo dello Stato, forse, è l'unico modo per essere tutti cittadini normali e uguali di fronte alla Legge.

Simona Giovannozzi

Redazione1
21.06.2008 09:27
Intercettazioni di A.Ferrazza

Egregio Direttore,
le norme che il Parlamento sta introducendo sui limiti all'uso delle incercettazioni telefoniche, sulla sospensione e sopratutto sul rinvio della celebrazione di processi concernenti reati definiti di minor allarme sociale (?) sono molto gravi.
Mi sfuggono, tuttavia (ma credo di essere in buona compagnia) gli effetti concreti che queste "innovazioni" avranno sulle indagini e sui processi.
Occorre evitare - ad esempio - che si ripeta la situazione dell'ultimo indulto, quando una legge fu approvata senza che nessuno - nè i parlamentari nè l'opinione pubblica - si rendesse conto della sua effettiva portata.
La stampa può svolgere un ruolo utilissimo, estendendo a questi specifici aspetti le informazioni che pubblica sui fatti di cronaca.
Sarebbe molto utile, ad esempio, poter leggere - quando in cronaca si dà la notizia di un reato (non l'omicidio, che non genera dubbi, ma la truffa a un anziano o il reato colposo) - volta per volta la precisazione se nelle indagini sarà consentito ai magistrati, all'occorrenza, l'uso di intercettazioni, o quale priorità avrà il procedimento penale conseguente.
Sono convinto che anche solo brevi accenni, in questo senso, potranno ricevere dai lettori un forte apperzzamento e molta attenzione.
Non crede anche lei?
Adriano Ferrazza

Redazione1
21.06.2008 13:31
Ferrovie,divergenze parallele di A. V.Gelormini

FERROVIE, DIVERGENZE PARALLELE
di Antonio V. Gelormini
Non potrebbero essere più divergenti i binari di India ed Italia, lungo i quali viaggiano non solo treni, più o meno moderni, ma anche metodi e programmi di risanamento e rilancio dei rispettivi sistemi ferroviari.
Una visione diametralmente opposta. Tanto innovativa, ambiziosa e gratificante quella orientale, quanto meschina, rinunciataria e improduttiva quella nostrana. In genere, in situazioni difficili riusciamo a dare il meglio. Non in questo caso. Dove prevale l’atteggiamento d’attesa apatica (tipico delle sale tristi e squallide delle stazioni italiane) e il ricorso alla soluzione più immediata che non risolve il problema, ma lo cestina.
Da tempo, dappertutto nel mondo, le ferrovie sono un ottimo affare. Soprattutto dopo l’impennata dei prezzi dei carburanti e l’intensificarsi di politiche ambientali sostenibili a lunga prospettiva. Nel segmento mobilità su rotaia, in particolare, è il trasporto merci a far registrare gli indici di redditività più alti. E non è per caso che investitori “eagle”, dalla vista acuta come Warren Buffet, hanno trasferito sui binari gran parte delle loro attenzioni concrete, quantificabili in milioni di dollari. Ma se questo è vero altrove, per le Ferrovie Italiane è come acqua che scorre sul marmo. La loro crisi è atavica. La sindrome da sportello biglietteria è ormai patrimonio genetico dell’intera struttura. Scarsa attenzione al servizio, parco clienti trasportato e gestito –in taluni casi- a livello di mandrie in transumanza, politica commerciale da sclerosi, tariffe inadeguate: buone a fissare lo sguardo sull’Europa solo quando si preparano i listini, mai quando si valutano le prestazioni. E se una tratta non va, perché continuare a perdere soldi? Meglio reciderla, anziché renderla più profittevole.
Tutt’altra aria sulle sponde del Gange. A guardare da lontano si direbbe un’enorme e sonnacchiosa sala d’aspetto a cielo aperto. Avvicinandosi con lo zoom della ripresa, invece, ci si accorge di quanta operosità, silenziosa e rivoluzionaria, si nasconde dietro sorrisi e gentilezze tanto disarmanti quanto accattivanti.
Le Indian Railways sono un pachiderma da 1,4 milioni di dipendenti e oltre 63mila chilometri di strada ferrata. Il loro risanamento, che oggi consente un esubero di cassa, prima della distribuzione dei dividendi, di 250 miliardi di rupie (3,7 miliardi di euro), si è materializzato lungo i binari di una formula semplice ed efficace: “Treni più veloci, più pesanti e più lunghi”.
Dietro il fischio trainante di treni comodi ed essenziali, capaci di coprire i 410 km. da Delhi a Jhansi
(nord India) in meno di 5 ore, la ristrutturazione delle ferrovie è passata attraverso un ampliamento dell’offerta e non da dolorosi processi di ridimensionamento. Da queste parti non ci pensano nemmeno a licenziare, alzare le tariffe o tagliare le tratte.
Il Paese va, il Pil cresce e le ferrovie cavalcano la tigre del trasporto merci, in vistosa crescita esponenziale (il 65,2% dei ricavi totali), per contenere i picchi di una politica tariffaria nel segmento passeggeri. Fatti due conti, si sono accorti che era possibile aumentare i convogli più popolari da 16 a 24 carrozze. I costi sono lievitati del 28%, ma i ricavi oltre il 73%. Sono aumentati i controlli e, nel Paese a più elevato tasso di intelligenza informatica, è stato varato un sistema automatico di prenotazione, che riassegna i posti vuoti nei vagoni migliori, ai possessori di biglietti di classe immediatamente inferiore. Liberando a cascata disponibilità per le fasce a richiesta più alta. Una sorta di “Yield management” per poveri, che produce profitti e consente investimenti insperati.
Intanto in Italia le cimici saltano, la Tav arranca, il Mezzogiorno inesorabilmente si allontana. In compenso, i capitreno sono dotati di divise nuove e di una tecnologia all’avanguardia.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
29.06.2008 18:32
Lettera aperta al Sindaco di Fiesso D'Artico

c.a. Sindaco Comune di Fiesso D'Artico
Oggetto: conferenza in sala consigliare del 25/06/2008
Ieri sera ero presente all'assemblea e prendo atto dell'attività svolta da parte della sua giunta per governare il problema idraulico.
Peccato che la ricalibratura del sistema scolante necessiti di 5 anni.
1 anno per definire la parte burocratica
2 anni per aumentare la sezione del Castellaro
2 anni per ripristinare la rete caditoie/fossati/tubazioni/idrovore
Questo per mettere in condizioni di tranquillità il territorio, fermando i calcoli alle condizioni meteoriche del 18/06/2008.
Una dichiarazione del commissario ieri sera è stata " Il 50% delle acque bianche proviene dai tetti dei fabbricati costruiti".
Mentre, Lei ha continuato a difendere le scelte di città diffusa sul territorio,ribadendo che vi è una spinta notevolissima da parte dei proprietari dei terreni e della popolazione.
Và da se che i volumi d'acqua meteorica da gestire tra 5 anni, saranno di gran lunga maggiori rispetto a quelli del 18/06/2008.
Fino a che le opere infrastrutturali per la messa in sicurezza non possono essere cantierizzate, la giunta dovrebbe fermare le cause che provocano il problema : bloccando le nuove costruzioni.
Altrimenti quello che ieri è stato eposto risulta assolutamente insufficiente.
Distintamente
Masiero Orlando

Polo Nord: e intanto il ghiaccio se ne vaIl tasso di scioglimento della copertura glaciale artica ha raggiunto un nuovo recordPubblicato il 24/06/08 in Scienze e tecnologie|TAG: polo nord, artico, global warming, riscaldamento globale




Gli effetti devastanti del riscaldamento globale dagli anni '70 a oggiIl mitico passaggio a nord-ovest rischia di diventare una passeggiata o meglio, una piacevole crociera. Secondo l'ultima ipotesi, prospettata alla rivista National Geographic da alcuni esperti, lo strato di ghiaccio stagionale che circonda il Polo Nord geografico potrebbe sciogliersi nei prossimi mesi.

Ciò non significa, come hanno riportato alcune testate, che il Polo Nord si squaglierà nei prossimi quaranta giorni, ma che lo spessore di ghiaccio annuale formatosi durante l'inverno potrebbe non sopravvivere all'estate.
Nulla toglie alla gravità del fatto. Tanto più che l'inquietante previsione non contraddice i recenti modelli che prevedono lo scioglimento dei ghiacci dell'Artico fra il 2013 e il 2030.

La scorsa estate la banchisa artica ha raggiunto un minimo storico: 4,13 milioni chilometri quadrati. Rispetto al 2005, anno del precedente record negativo, il calo è stato del 24%. E se si guarda all'estesione media dei ghiacci, il deficit è del 38%.
Oggi il tasso di scioglimento della copertura glaciale dell'emisfero settentrionale ha raggiunto un livello mai visto e in appena un anno è andata persa il 65% della superficie: "Non pensavamo neanche che il sistema potesse perdere una così grande quantità di ghiaccio tutto insieme", spiega David Barber, dell'Università di Manitoba.

Le osservazioni sul campo e le immagini satellitari permettono di valutare la situazione con lucidità e il quadro che gli esperti si fanno dimostra che le calotte polari vengono influenzate dai cambiamenti climatici più in fretta del previsto. A causa dell'effetto causato dall'albedo (la capacità riflettente) del ghiaccio, infatti, l'aumento delle temperature avrebbe un tasso tre volte superiore a quello nelle altre zone del globo.

L'area più sofferente è quella in prossimità della Siberia. In questa zona sono anni che le temperature stanno subendo il maggiore rialzo, anche durante l'inverno. Secondo gli studiosi è già in atto il progressivo scioglimento del permafrost, la crosta di terreno ghiacciato, dove si trovano intrappolate enormi quantità di gas, tra cui il metano. Ciò causerà l'immissione in atmosfera di quantità enormi di gas serra, che a loro volta contribuiranno all'aumento della temperatura del globo, in un circolo vizioso dai funesti presagi.

Orlando

Welfare Italia
29.06.2008 18:33

Redazione1
3.07.2008 12:06
Da Atene una forte richiesta di pace di Bobo Craxi

Dal XXII Congresso dell’Is
una forte richiesta di pace per il Medio Oriente
Dal XXII Congresso dell’Internazionale socialista, in corso in questi giorni ad Atene, parte un messaggio molto forte per il conseguimento della pace in Medio Oriente. La presenza simultanea di Abu Mazen ed Ehud Barak e i loro discorsi promuovono la speranza che si raggiunga un obiettivo comune senza dover attendere gli esiti delle elezioni americane.
La delegazione del Partito socialista, composta da Luca Cefisi, Pia Locatelli e Bobo Craxi ha avuto diversi incontri bilaterali con esponenti politici dell’area mediorientale, come ad esempio con Mustafa Barghouti di ‘Palestina indipendente’.
A margine dei lavori congressuali, Bobo Craxi ha inoltre incontrato il leader del Partito socialista progressista libanese, Walid Jumblatt.
“Gli sforzi operati con gli accordi di Doha, allo stato non sembrano sorretti dalla realtà”, ha riferito il leader druso, “poiché il Libano è ancora senza un Governo ed appare difficile, al momento, riuscire a trovare un accordo globale per tutta l’area”.
“C’è un interesse mediterraneo e di tutte le forze di progresso internazionali a sostenere le aree più moderate del mondo arabo”, ha sostenuto Craxi, “ma rimaniamo assai preoccupati dal fatto che molti sforzi, anche quelli italiani, rischiano di essere vanificati”.


Atene (Grecia), 1 luglio 2008

Redazione1
3.07.2008 14:48
Genova, un'occhiata al presente di m.c.

Genova
UNA OCCHIATA AL PRESENTE
PER DISEGNARE IL FUTURO
Una o due volte al mese, P. Arvati, manda a Repubblica alcune osservazioni frutto della sua attività di responsabile della statistica comunale. Lo fa con garbo e cercando di non sommergere di cifre il lettore. Per sapere chi siamo - osserva Arvati - e come in parte andranno le cose e come e su cosa intervenire, le statistiche comunali potrebbero aiutare. In altre parole: per compilare i libri dei desideri, è utile prima di ogni cosa, prendere atto della città com'è, di quali attrattive e di quali energie disponga.
Una città che nel 2007 è tornata a perdere abitanti dopo 4 anni che il suo saldo naturale era tornato positivo (Repubblica 15 maggio '08). Ma attenzione, fa notare Arvati, non si tratta di un ritorno al passato. Perché gli stranieri che pesano sulla popolazione residente per circa il 6% incidono con percentuali molto più significative sulla nuzialità (il 25% tra coppie miste e immigrate) e sulla natalità (di nuovo il 25 %). In altre parole il saldo negativo sottolinea piuttosto la decrescita della componente autoctona. Infatti, mentre la popolazione della città diminuisce, la percentuale delle nuove famiglie e dei nuovi nati riferibile agli immigrati è 4 volte più grande della quota che essi rappresentano nella popolazione residente.
L'incidenza straniera sulla popolazione da 0 a 18 anni (Repubblica 29 maggio '08) è salita dal 2% nel 1997 al 9% nel 2006 (ben superiore al 6% della presenza straniera in città). E' un fatto che tra l'altro ha permesso di contenere l'età media della città, di poco sotto i 50 anni, che diversamente sarebbe di gran lunga superata. E che sta cambiando la scuola dove gli studenti stranieri (2006-7) sono il 10% alle elementari, l'11% nella media inferiore e il 5% nella media superiore. Percentuali destinate a crescere molto rapidamente essendo la natalità meticcia il 25% del totale.
Costruire previsioni sulle serie statistiche non è facile: molte variabili intervengono a modificare i comportamenti demografici. Arvati ne ha ad esempio indicato uno (Repubblica 12 giugno '08) giudicato rilevante dagli statistici: si tratta della "attrattività". A fronte di un movimento migratorio all'interno dei confini nazionali tornato a crescere - ci si muove alla ricerca del "meglio" - Genova risulta poco appetita. Prevalgono gli stranieri che se ne vanno rispetto a quelli che arrivano. E' la conferma della condizione periferica di Genova e della Liguria al confronto di altre città grandi e piccole del Nord Est e del Nord Ovest.
Arvati non scrive della città - banche, assicurazioni, traffici - che hanno i forzieri pieni di soldi ma di quella che giornalmente si svolge sotto gli occhi di tutti. E suggerisce che per ragionare di cultura, ricerca, scuola e di altro ancora sarebbe opportuno prendere atto, e alla svelta, di quali e dove siano oggi parte delle e nergie interessate alla città di domani.
(m.c.)

Redazione1
3.07.2008 15:13
Cicero Pro Domo Sua di A. V. Gelormini

CICERO PRO DOMO SUA
di Antonio V. Gelormini
No, non è uno statista. Non lo è mai stato e non credo possa più diventarlo. Non ne ha la statura. E in questo caso non si tratta certo della misura fisica, quanto delle qualità e doti coltivate, per metterle al servizio degli affari dello Stato, piuttosto che a tutela di interessi strettamente personali.
Non ne fa uno statista il pur largo consenso popolar-elettorale ottenuto. Né la gestione furbesca e unidirezionale delle acquisite prerogative istituzionali. Tanto meno il potersi fregiare del titolo di Cavaliere. Non può essere definito “statista” un Presidente del Consiglio che persegua, quasi con ossessione, il conflitto fra poteri costituzionali e istituzioni. O che addirittura dia l’impressione di viverlo come una sorta di linfa vitale, per la sopravvivenza (magari in eterno) della carica ricoperta.
Non ne fanno uno statista i rapporti amichevoli e le pacche sulla spalla con governanti del calibro di Bush, Putin o Erdogan. Buoni per arricchire il palmares personale di relazioni internazionali e i reciproci ammiccamenti occasionali, ma niente affatto utili - allo stato dei fatti – a un più proficuo peso dell’Italia nei raffinati ed evolventi equilibri diplomatici intercontinentali.
Non ne fa uno statista l’irrinunciabile voglia di voler marcare continuamente il punto e il non sapersi contenere nemmeno di fronte alle esortazioni e agli atti formali del Capo dello Stato. Insomma, il profilo basso non gli si addice. E se non fossero noti debolezze e istinti caratteriali, verrebbe da pensare che le irrituali “invasioni di campo” siano, piuttosto, mosse studiate scientificamente, per scardinare l’assetto costituzionale e istituzionale del Paese.
Terrorizzato, dopo le prime pubblicazioni di intercettazioni, da quanto potrebbe diventare di dominio pubblico, rischia di essere travolto dallo stesso “tsunami” di intimità in piazza, che le sue televisioni da tempo producono. Dopo i Grande Fratello, le Isole e le Fattorie dei famosi, gli Amici e le piazze di Maria e tutto quello che ne è seguito, non si capisce perché solo i fatti degli altri possano e debbano diventare palinsesto mediocre per milioni di spettatori.
E’ proprio questo che si dovrebbe riuscire a scrollarci di dosso. Le vicende, più o meno incresciose, di una persona non possono diventare il problema di un intero Paese. Non devono diventare il suo palinsesto quotidiano. Semmai il contrario, i problemi di milioni di cittadini siano la preoccupazione quotidiana del Presidente del Consiglio. Qualunque statura raggiunga, lungo quel metro virtuale che misura l’autentico statista.
Tra i paradossi della vita c’è anche quello di un Cavaliere, lancia in resta versa la Dea con la Bilancia, protagonista dell’ennesima invasione di campo. Per difendere la propria causa, non esita a far suoi i panni esaltanti di moderno Cicerone, uno dei padri del diritto e, già tra i Romani, icona sacra del sistema giudiziario.
(gelormini@katamail.com)






Redazione1
4.07.2008 16:08
Ragazzi, la vita non è un palcoscenico di V. Andraous

RAGAZZI LA VITA NON E’ UN PALCOSCENICO Una classe di un liceo lombardo, adolescenti molto colorati, qualcuno incuriosito, in attesa di saperne di più di quest’incontro.
Il luogo del confronto la Comunità Casa del Giovane, i temi da trattare bullismo, droga e carcere, argomenti di una socialità vissuta sopravvivendo, nella sfrontatezza degli anni corti, quelli che non posseggono ancora residenza.
“Avete sentito di quei ragazzi che hanno menato un compagno fino a mandarlo in ospedale?
Sì, a volte succede, bisogna vedere cosa ha fatto il ragazzo, sarà sicuramente il solito sfigato”.
Il solito sfigato è chiaramente quello più debole, più fragile, out rispetto al gruppo in agguato, è quello lasciato indietro.
Qualche canna me la faccio, ma non sono un tossico, il fumo non è droga pesante, somiglia a un paio di birre bevute in fretta, è roba normale”.
Normale come guidare un auto “prelevata” e andare a sbattere a 140 all’ora contro un platano, tra una risata sguaiata e l’altra, mentre l’amico seduto al tuo fianco, meno fortunato di te, c’è rimasto secco.
A 14 anni è facile indossare l’abito del duro, per essere ammirati all’interno di quel recinto che viene prima di ogni altra cosa, della famiglia, il cui rapporto è rarefatto, con gli insegnanti è fittizio, mentre con gli “amici” è vitalizzato da “segni e scatti” che caratterizzano il plotone, al punto da relegare in un angolo il morso della colpa, della vergogna, un fastidio delle regole percepite per ripudiarle alla bisogna.
“Io non ho paura di niente, non mi fido di nessuno, il mondo è popolato di gente che è lì per fregarti”.
Proprio questo modo di pensare e di agire nell’illusione di risolvere da soli i problemi, conduce allo sbaraglio, a imbattersi improvvisamente con la realtà aspra dei dazi da pagare, perché questo è certo, prima o poi si pagano e molto pesantemente.
Il carcere non è quello della televisione, non sbarra il passo ai soliti che non siamo noi, spesso al più furbo toccherà conoscere la solitudine di una cella, le miserie che vi sono ristrette e contenute, se continuerà a guarderà allo sfigato di turno come a una cosa, a un animale, a cui è possibile rapinare la dignità e il rispetto, intesi come prodotti reperibili al supermercato dei sentimenti.
Non ci troviamo casualmente in questa comunità, dove centinaia di ragazzi affrontano quotidianamente la salita, per affrancarsi dall’abbandono a se stessi, dalla rabbia di un momento o di anni umiliati e sconfitti.
“Tu a 14 anni hai capito tutto quanto, io che ti sto parlando ho impiegato una intera vita spesa male per rendermi conto che il futuro non è un palcoscenico da cui puoi salire e scendere a piacimento, o un’ abitudine a privilegiare la via più corta e facile, ma lastricata di sfigati, come dici tu, lasciati indietro senza un sussulto di DIGNITA’.

di Vincenzo Andraous

Redazione1
6.07.2008 09:12
Fcl aderisce alla manifestazione dell' 8 luglio 2008

Linee di Orientamento della Fondazione Critica liberale (2008-07-04/N.14)
Adesione alla manifestazione contro le leggi-canaglia di Berlusconi
“Critica liberale” aderisce alla manifestazione dell’8 luglio 2008 contro le leggi-canaglia di Berlusconi, contro il monopolio televisivo, contro il conflitto d’interessi, per la libertà di stampa, contro il tentativo non solo di infangare ma di far sprofondare nel fango la democrazia italiana. Perché è ora che la società civile riprenda il suo ruolo di supplenza democratica di fronte all’ambiguità e alla latitanza della classe politica che avrebbe il dovere di opporsi al berlusconismo.

In riferimento alle tante polemiche della vigilia (che hanno diviso gli stessi organizzatori della manifestazione tra di loro e da alcuni partiti come Pd, radicali, Rifondazione e Sinistra democratica), noi, da liberali, facciamo notare:

1) Il degrado democratico è talmente grave che è davvero irresponsabile dividere le forze dell’opposizione. Tutto il paese civile (esisteranno – ne siamo sicuri – anche elettori di destra non insensibili alla strage di legalità e di senso dello Stato che l’attuale premier va operando da sempre) deve unirsi per espellere questa indecente “anomalia” e per ricostruire le basi di una sana dialettica politica. Per questo motivo non ci lasciamo spaventare da compagni di strada come i populisti di Di Pietro e i qualunquisti di Grillo.

2) La protesta contro il governo Berlusconi ripropone come essenziale il giudizio sulla strategia dell’opposizione. Quando si denuncia l’opposizione mancata e ondivaga (e quindi priva d’ogni credibilità) del Pd, non si fa riferimento solo all’attuale gestione parlamentare ma alla negazione delle caratteristiche profonde e permanenti del berlusconismo. La sottovalutazione, persino la legittimazione del berlusconismo, e la rinuncia “ufficiale” di descriverlo e quindi di contrastarlo sono la causa dello svuotamento di forza elettorale, di valori e di impegno non solo del centrosinistra e della sinistra, ma anche di vistose componenti dell’establishment italiano. Di fronte ai consueti modi di governare di questa destra illiberale e anti-europea, la parte non asservita del paese non si meraviglia affatto, come accade a troppi dirigenti del Pd, ma chiede una nuova stagione politica che veda sia un rovesciamento di quella strategia che ci ha portato al disastro sia un mutamento profondo di classi dirigenti. Rinunciare a chiedere questo, solo per un incongruo senso di fair play, significa aiutare Berlusconi sostenendo “avversari” e “politiche” che continuerebbero a farlo vincere.

3) L’opposizione a Berlusconi deve assolutamente affrancarsi dal vacuo spettacolarismo e dalla retorica. Quindi, rispetto al ventilato ricorso ai referendum popolari, sarebbe sconsiderato promuoverli contro le leggi-canaglia, perché le ultime prove hanno dimostrato che l’attuale normativa sul referendum avvantaggia gli autori delle norme da abrogare consentendo loro la possibilità di “barare” (come ha fatto il cardinal Ruini) annettendosi la quota di assenteismo “fisiologico”. In più, a rendere ancora più impari il confronto, ci sarebbe il permanere del monopolio dell’informazione televisiva. Bisogna affrancarsi dal masochismo e smetterla di elargire vittorie a Berlusconi.

fcl fondazione critica liberale
via delle Carrozze 19 00187 Roma
tel-fax. 06.6796.011
info@criticaliberale.it - www.criticaliberale.it

Welfare Italia
6.07.2008 09:12

Redazione1
15.07.2008 14:39
G8: La verità resta è ancora lontana.

G8: La verità resta è ancora lontana.
www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=&idart=11629
Lunedì 14 luglio, dopo le 22.00. L’agenzia Ansa: “Ventitré anni e nove mesi di reclusione per quindici 15 imputati e assoluzione per 30: è la sentenza emessa questa sera dopo 11 ore e mezza di camera di consiglio dalla terza sezione del tribunale di Genova presieduta da Renato Delucchi. I Pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati avevano chiesto condanne nei confronti di 44 imputati per oltre 76 anni di carcere con pene variabili da 6 mesi a 5 anni e 8 mesi di reclusione e una sola assoluzione. In pratica i giudici hanno ridotto di un terzo sia le richieste di condanna che il numero dei condannati. Non hanno inoltre confermato per la maggior parte degli imputati il reato di abuso d' ufficio doloso, contestato dai pm in sostituzione del reato di tortura non ancora previsto dal nostro ordinamento giudiziario”

Le storie, i resoconti di chi è passato da Bolzaneto – molti arrivavano dalla macelleria della Diaz – non hanno bisogno di trovare conferme sulla loro veridicità. Quello che è accaduto ormai si sa, le responsabilità sono chiare . Il problema, però, è che i cittadini di uno Stato di diritto, quelli che credono nel rispetto delle leggi e che non cercano giustizia con le ronde auto-organizzate, vorrebbero capire come mai su un caso di così inaudita violenza in divisa, o in camice militare, ci si possa mettere sette anni per arrivare a una sentenza risibile nel suo essere drammaticamente grottesca.

Possiamo ricordare quelle giornate. Lo facciamo. Ma c’è una ferita che non si può chiudere fra cittadini, forze di polizia, politica e magistratura. Manca il reato di tortura, dal processo Bolzaneto, e da quello della Diaz. Manca perché Lega e Alleanza nazionale si sono messe di traverso nell’ultimo scorcio di legislatura Prodi. E la discussione in aula su un testo di compromesso è saltata per la crisi di governo. Non ci sono norme per la riconoscibilità degli agenti in tenuta antisommossa, i difensori hanno fornito in questi anni foto degli imputati di piccole dimensioni, rovinate, che hanno reso praticamente impossibile i riconoscimenti. Eppure, l’accusa pubblica nel processo aveva chiuso la requisitoria con toni duri contro le divise sotto processo e documentato ampiamente la notte, e i giorni, del black-out democratico in Italia.
Ma la sentenza dice un’altra cosa, anche se a onor del vero si dovrà attendere il dispositivo per capire la scelta dei giudici. Le vittime hanno un risarcimento monetario, i ministeri di Giustizia e Interni devono risarcire. Questa forse è l’unica buona notizia: non per i soldi, ma perché il risarcimento dice di chi è stata la responsabilità politica: c’erano Roberto Castelli, l’ingegnere leghista, e Claudio Scajola, di Forza Italia. Anche se a Genova, in visite alle caserme, c’era Gianfranco Fini, con il suo codazzo di Alleanza Nazionale.

Quando viene meno la fiducia del civis nelle istituzioni che lo rappresentano, il cittadino si sente suddito. Perché da suddito viene trattato. I ragazzi usciti da Bolzaneto non hanno dimenticato, ancora oggi.
I risarcimenti sono dovuti, ma non sono la pozione dell’oblio. E, nonostante la fragilità della memoria collettiva, anche solo a pochi anni di distanza e con casi come quello di Federico Aldrovandi a Ferrara ammazzato di botte dalla polizia, piazza del Municipio di Napoli prima del G8 genovese, i soprusi denunciati all’interno delle carceri, i pestaggi nei Cpt, la sentenza di queste ore pone seri interrogativi al mondo politico, su come recuperare la fiducia del civis nelle sue istituzioni. Dal 2001 a oggi nessuno è riuscito – ha voluto – chiarire quella pagina buia della democrazia italiana. Il rischio è che ciò che non viene metabolizzato possa prima o poi tornare galla, perché irrisolto. Ecco perché il comunicato del Comitato verità e giustizia per Genova ha un titolo che colpisce per la gravità, al primo colpo d’occhio. Ma pone con forza un interrogativo che andrebbe risolto con chiarezza il prima possibile.

A BOLZANETO UNA PAGINA NERISSIMA, L'ITALIA E' ANCORA UNA DEMOCRAZIA ?
Un totale di "soli" 24 anni di pene per i maltrattamenti fisici e morali inflitti ai detenuti nella caserma di Bolzaneto è certamente poco, ma intanto il tribunale ha condannato 15 persone, fra agenti e personale sanitario, confermando che in quella caserma è stata scritta una delle pagine più nere nella storia recente delle nostre forze dell'ordine.
Quel che emerge e spaventa è come il nostro paese considera le violazioni dei diritti fondamentali: un reato lieve e destinato alla prescrizione per i tribunali, niente di rilevante per la politica, incapace in questi anni di approvare una legge sulla tortura e di sospendere dal servizio i funzionari (spesso addirittura promossi!) imputati nei processi seguiti al G8 di Genova. A Bolzaneto furono commessi abusi inaccettabili: i maltrattamenti dei detenuti sono del tutto incompatibili con una democrazia. In questi anni è stato favorito in modo irresponsabile un clima di impunità. Alle forze politiche e al parlamento chiediamo: l'Italia è ancora una democrazia?

Enrica Bartesaghi ,
Lorenzo Guadagnucci

Welfare Italia
15.07.2008 14:39

Redazione1
15.07.2008 14:51
Il fallimento della politica di L.Boschi

IL FALLIMENTO DELLA POLITICA
Assistiamo al fallimento della politica. Ormai è palese, il cambiamento passa attraverso la consapevolezza individuale. La politica ha decretato la sua condanna, incapace di visione, solo gestione di potere con prepotenza, arroganza, ignoranza: uno strumento funzionale a chi la fa.

Il cambiamento generazionale in atto propone un salto qualitativo individuale: nell'individuo c'è il tutto! Nell'io ribelle è la rigenerazione, non nella restaurazione di piazza. Il salto di qualità come Paese non lo si fa con la politica, ma con la consapevolezza individuale, con le coscienze delle persone. La chiave di volta è nella nuova coscienza di sé.

La vita diventa leggera e in ognuno di noi sta il cambiamento. E' la globalizzazione dei saperi, della solidarietà, delle diverse spiritualità, non della finanziarizzazione dei profitti.

Che significato può avere una economia che produce povertà? Che valore può avere una economia incapace di garantire qualità sanitaria, di dare la prima a casa a tutti, di creare filiere delle conoscenze, della creatività. La dignità della vita è continuamente sotto tortura. Assistiamo a clandestini che muoiono nei campi (Salina- MN). Una economia che non si evolve, ma subisce e con le unghie difende il suo disastro e nel disastro rapina.

Il fallimento lo dichiara quella classe dirigente ignorante che ha impedito il nuovo e ripropone il vecchio, che si è ingozzata di ricchezze personali senza qualità, da riversare nei vari circhi dei balocchi... per poi magari finire in carcere.
Istituzioni e risorse pubbliche utilizzate per l'interesse privato! Sembra che a Parma un architetto (Vittorio Guasti, ex Senatore) abbia fatto periziare all'Ordine una sua parcella di 1.600.000 euro per sue competenze (pare in lavori pubblici) mentre era membro della Commissione Affari Pubblici!!!

Assistiamo quotidianamente a Amministrazioni che si preoccupano dell'intrattenimento, fatto passare per cultura, producono disastri urbanistici, luoghi di combutte affaristiche... Con la musica a Parma fanno di tutto!! Proczynski imperat.
Istituzioni vecchie, che arrivano sempre, se arrivano, dieci anni dopo... Non danno la visione, le linee strategiche di un Paese, ma deprimono il vivere e depotenziano le menti... che devono cercare altri lidi in cui esercitarsi... Insomma un carrozzone della stupidità da tutti pagato per produrre danni.

Non si preoccupano questi lestofanti di coltivare la cultura del benessere, delle conoscenze, della leggerezza, ma sono proni a economie distruttive, superate, incentivano il danno, sollecitano la prostituzione. Li vogliono drogati, alcolizzati, obesi, telediretti, psicofarmaco dipendenti i loro sudditi... facilmente addomesticabili... gli riescono meglio le manovre!! Interpretano, questi, forse, i valori costituzionali?
La politica ridotta, quando va bene, a mala amministrazione... E' lo scoramento del vivere.

Una società senza relazioni, che ha perso il senso dell'amore, dei sentimenti, orientata all'iperconsumo... ed è lì che si abbuffa... per star male e alimentare un sistema che li perseguita.
Gli ospedali traboccano di malati patologici per abbondanza di consumi idioti. Non si può scaricare sul bilancio della società le conseguenze di comportamenti scellerati... questi non sono diritti, ma usurpazione dei diritti civici. L'alimentazione negli ospedali è senza criteri salutistici. Dico, almeno che negli ospedali si rispettino logiche di alimentazione corretta, cibi che aiutino una minima consapevolezza nutrizionale. Quando saranno messi al bando, almeno nelle mense ospedaliere, gli alimenti di derivazione animale? Viene in aiuto la UE che li finanzia, ridicolo (!), non solo, ma propone alimenti nelle scuole con latte e formaggi... operazione fatta passare come necessità salutistica!!

Perché per la legge non è ammessa l'ignoranza, mentre sulla alimentazione, fondamento di vita individuale, non vi è lo stesso rigore? Perché si lascia che ogni persona si nutra in modo sbagliato? Eppure ne va della sua vita, della qualità di vita collettiva! Certo il sistema economico preferisce che l'ignoranza produca consumi idioti!! E la politica che fa? Lascia che il fiume scorra elargendo risorse per prodotti mortiferi e sostenendo gli apparati farmacologici.
Sulla prevenzione educativa? Si lascia che gli allevamenti producano gonzi e zombi! Più carne, più alcol, più latte... per poi intervenire con la repressione o le raccomandazioni. Quanti conoscono i danni provocati dall'alcol, dalla carne? Eppure si vorrebbe più consumo di birra, carni, ecc. L'ignoranza è funzionale al potere... si preferiscono inconsapevoli a liberi. Una classe dirigente che strangola la vita e rapina stando in ufficio.
La politica? Una cosa antiquata... antiquariato decorativistico... Le cose vecchie, e la politica la è, sono tutte stravecchie... Il mondo ha altra sostanza... altro senso. Addio deficienti! (Parma,14/07/2008)

Luigi Boschi


visita il blog: www.luigiboschi.it

Sezione racconti LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/7
Sezione articoli LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/6

Redazione1
15.07.2008 14:57
Genova,operaio in fin di vita

Operaio in fin di vita: «Tragedia nascosta»
da: Il Secolo XIX
Un operaio dell'Ilva di Cornigliano è in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. Da sabato sera. La notizia è trapelata soltanto ieri tra le maglie del riserbo nel quale è rimasta avvolta per due giorni, riserbo sindacale, istituzionale, aziendale, sanitario, giudiziario. Il lavoratore, che stava andando verso la mensa, è stato investito sul piazzale degli imbarchi marittimi delle acciaierie da uno dei carrelloni su gomma che trasportano le bobine di lamierino. Si chiama Giuseppe Pastorino, ha 53 anni, un figlio di 23 e una moglie, Lorella Bozzano, infermiera, la cui vita da quell'istante è come sospesa sul nulla.
«Mi hanno chiamata per dirmi che era accaduto un piccolo incidente e che mio marito se l'era cavata con un braccio rotto - racconta, con un filo di voce al telefono - quando finalmente sono riuscita a parlare con il primario ho saputo che aveva quasi perso il braccio sinistro, si era rotto una vertebra, uno zigomo, una clavicola e otto costole, oltre ad avere complicazioni renali e polmonari. Se questo è un piccolo incidente».
La donna è infuriata e al contempo annientata dal dolore. Per questo ha deciso di chiamare il giornale: «Ho comprato i quotidiani domenica e lunedì e non ho letto la notizia - racconta - sono convinta che vogliano coprire questo incidente, che vogliano insabbiarlo. Invece tutti devono sapere che cosa accade là dentro, i rischi ai quali sono sottoposti gli operai. Voglio che tutti sappiano, perché incidenti così non accadano più».
Il caso, nascosto ai media da tutte le fonti ufficiali della città, come se non fosse un diritto essere informati di fatti di questo genere, è stato affrontato dall'unità operativa della Asl specializzata in sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. «Siamo intervenuti subito dopo nell'area dove l'incidente è avvenuto - conferma il responsabile del servizio Attilio Busnelli - sono in corso accertamenti per capire se esistano delle responsabilità».

Il conducente del mezzo che ha travolto l'operaio ha raccontato di non essersi accorto della presenza in banchina di Pastorino. Non ha potuto abbozzare nessuna manovra per evitare l'impatto. È bastato sfiorare il corpo dell'uomo, che si trovava a piedi sul molo, perché le tonnellate di acciaio producessero sul suo corpo ferite e traumi gravissimi.

Gli ispettori della Asl hanno acquisito dall'Ilva tutti i documenti relativi alle procedure per il trasporto delle bobine di acciaio e quelle relative agli spostamenti a piedi degli operai, dettagli tutt'altro che secondari che sono stati allegati alla relazione trasmessa in procura. Già nelle prossime ore, come atto tecnico, dovrebbe essere iscritto nel registro degli indagati (per lesioni gravissime) il conducente del mezzo che è stato al centro dell'incidente. Ma è chiaro che le cause di quanto è accaduto sono molto più profonde, vanno cercate alla radice. Si tratta ora di capire se i regolamenti interni siano lacunosi o insufficienti oppure se siano stati violati, a un prezzo altissimo. E prima ancora bisogna che siano predisposte misure idonee affinché quello che è accaduto non si ripeta.

Come prima misura operativa, in via di urgenza, la Asl ha imposto che per gli operatori appiedati sia predisposto un percorso stradale alternativo, un tracciato interno all'Ilva che eviti ogni potenziale e micidiale contatto con i mezzi pesanti, gru o altro.

Il pericolo è rappresentato non solo dalla movimentazione delle merci per mezzo degli elevatori, ma anche dagli spostamenti interni, in un mondo chiuso fatto di strade e percorsi ad alto rischio. E quando si movimentano tonnellate di metallo, ogni errore (di chi organizza come di chi esegue e mette in pratica le disposizioni operative) rischia di portare alla tragedia.

fonte: mery43 <mery43@email.it>

Redazione1
15.07.2008 15:32
Dal G8 al Club Med di A. V. Gelormini

DAL G8 AL CLUB MED
di Antonio V. Gelormini
Si definiscono G8, ma a contarli sulle foto ufficiali sono in nove. Dovrebbero rappresentare le prime otto economie al mondo, ma contano le assenze vistose di Cina, India, Brasile e Australia. Si riuniscono, almeno una volta l’anno, per decidere i destini della Terra, facendo spendere al Paese ospitante di turno budget da capogiro, per la sicurezza e l’organizzazione dell’incontro. In realtà, così conciati, da tempo non riescono a mettersi d’accordo nemmeno sulle sorti dei loro vicini.



Neppure i movimenti no-global lo prendono più di mira. Il Gruppo degli 8 si delegittima da sé, mostra la corda e dà l’impressione di non riuscire a produrre altro che foto di rito e scambio di cortesie. Troppi gli interessi contrapposti, piuttosto pesanti quelli assenti. Tanto da rendere alquanto evidente l’anomalia della persistente presenza di Francia, Germania, Italia e Inghilterra insieme a quella di Barroso, candidato a rappresentare l’intera Europa.



La sopravvivenza del G8 non passa attraverso un suo ulteriore allargamento, magari a 13, per salvaguardare sedie storiche o strapuntini di emergenza. Quanto per un inevitabile rinnovamento dei Paesi membri, più consono al reale rapporto di forza economico, politico, industriale e monetario, quotidianamente rilevabile.



Lo ha capito da un pezzo Nicolas Sarkozy. Primo fra tutti, si è dato da fare per non rimanere spiazzato dagli eventi in prospettiva. Fedele alla massima che questi: “è meglio determinarli che subirli”, ha giocato d’anticipo per assegnare alla Francia il ruolo di protagonista nello scenario internazionale, che prende forma sul palcoscenico sempre più strategico del Mediterraneo.



Il vertice di Parigi, con ben 43 Stati, è un’importante operazione di politica estera, ma prim’ancora è una mossa di raffinato marketing politico. Definendo felicemente il gruppo nascente: Club Med, il sinonimo di uno dei marchi più conosciuti ed affermati della marca transalpina, ha suggellato in maniera indelebile la matrice francese dell’iniziativa. Ne ha assunto la guida ed ha reso sterili le analoghe ambizioni di quei Paesi, che volessero accampare meriti per investitura storica. A cominciare dall’Italia, che del Mediterraneo è stata sempre fulcro e crocevia.



In altre parole Sarkozy, con piglio pragmatico, ha fatto suoi l’idea e il progetto di Romano Prodi per l’Europa, e l’avvio, la promozione e il perseguimento delle relazioni europee con i cosiddetti Paesi di prossimità. L’assenza di Gheddafi la dice lunga sulla “furbata” del presidente francese.



Nicolas Sarkozy mette a segno il suo colpo nel vuoto di una presidenza americana a fine mandato, che mai come questa volta si rispecchia nella similitudine dell’anatra zoppa. Fa quello che Bush non può o non si sente di fare. Dopo il gelo di Chirac, recupera il rapporto con Assad e la Siria, favorisce lo storico riconoscimento siriano del Libano (con relativo scambio di ambasciatori) e apre un fronte ben visto anche da una parte degli strateghi di Washington, che potrebbe portare alla scissione dell’intesa Damasco-Teheran. Ma soprattutto, isolando l’Iran, si potrebbero addolcire i rapporti arabo-israeliani, creando le premesse per una risoluzione della questione palestinese e dell’atavico conflitto medio-orientale.



All’ombra dell’Arco di Trionfo, mentre i francesi celebrano il loro 14 luglio, il Presidente Sarkozy può mostrarsi decisamente soddisfatto. Intanto in Italia ci si avvita sui preparativi per il prossimo G8, che potrebbe anche non tenersi più alla Maddalena, dove i lavori hanno assunto i caratteri di una Salerno-Reggio Calabria. Di politica estera si sono perse le tracce. Anche D’alema e la sua Fondazione Italianieuropei, hanno spostato l’attenzione sul fronte strategico nazionale. Le note della Marsigliese salgono di tono, e a noi non resta che l’evanescenza eterea del ministro Frattini e i sorrisi da parata del Presidente del Consiglio.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
26.07.2008 20:56
Una tragica spirale di morte e di violenza

Una tragica spirale di morte e di violenza accompagna l’inizio dell’estate.
Considerazioni e domande dei genitori.

I 589 morti per ecstasy in Italia nel 2007, le violenze subite soprattutto dalle giovani, il dramma degli incidenti sotto effetto di alcool e droga… pongono inquietanti domande ai genitori, agli educatori, alle scuole, alla politica: il successo e l’eccellenza in ogni campo, il superamento del limite e della fatica, il progresso senza sviluppo, hanno un prezzo? Perché i costi più pesanti di questo modello di vita devono essere pagati soprattutto dai giovani?

Pare che una tragica spirale di morte e di violenza accompagni l’inizio dell’estate. Come in altre estati, la cronaca è stata segnata dalla morte, in Costa Brava, di Federica Squarise. Ieri quella di una ragazza di 16 anni, a Venezia, a seguito dell’assunzione di un micidiale cocktail a base di ecstasy. E, nello stesso giorno, le gravi ferite di Luna, bimba di 4 anni alla quale il padre ha violentemente sbattuto la testa per tre volte sul marmo dell’Altare della Patria, a Roma.
“Cosa lega questi, e altri episodi, fra di loro?” – si chiede Davide Guarneri, il Presidente nazionale dell’A.Ge., l’Associazione Italiana Genitori che riunisce circa 300 associazioni locali, in tutta Italia – “Il nulla, il vuoto ad ogni costo da riempire. La considerazione delle persone come merce, oggetto, cliente. Un divertimento che è fuga, parentesi in una vita frenetica, senza relazioni significative. Solitudine fra solitudini, fra scenari di vita sempre più violenti, conflittuali, anonimi”.

I genitori dell’A.Ge. (Associazione Italiana Genitori), esprimendo la loro vicinanza alle famiglie colpite dal dolore, proseguono il loro impegno silenzioso per tessere legami di vicinato, di solidarietà, di reti educative. Perché le famiglie non siano sole, spesso additate ad uniche colpevoli, di fronte alle difficoltà dell’educare.

L’A.Ge., nel contempo, - conclude Guarneri – “disposta al confronto con tutte le istituzioni, chiede a tutti gli adulti non solo interventi estemporanei, effimeri allarmi, ma proposte serie di vita integra, stili di vita alternativi, più rispettosi e creativi, all’interno di comunità solidali e progettuali nelle quali il tempo non sia bruciato nella fretta e nel consumo”.

Valeria Gasperi
Redazione A.Ge. Stampa
A.Ge. Nazionale
www.age.it
347.1005831

Welfare Italia
26.07.2008 20:56

Redazione1
26.07.2008 22:14
Rigassificatore: la Brindisi Lng come contropotere?

Rigassificatore: la Brindisi Lng come contropotere?
Sulla questione del rigassificatore la Brindisi Lng ha scatenato negli ultimi tempi con dovizia di mezzi una campagna persuasiva utilizzando, a suo modo, l’esito degli incontri con alcune organizzazioni sociali e promuovendo improprie iniziative pubblicitarie atte ad accreditare prodotti prettamente commerciali. L’ingegnere Giorgio Battistini poi con una serie di dichiarazioni tenta, contro l’evidenza dei fatti, di sostenere l’assunto secondo il quale questa campagna avrebbe sortito effetti in qualche modo favorevoli agli obbiettivi perseguiti. Non è vero: non ha spostato di un millimetro le posizioni già note che fanno registrare la netta opposizione al rigassificatore degli Enti locali, delle forze politiche e della stragrande maggioranza delle espressioni della società civile.

Ma cosa vuol dimostrare la Brindisi Lng? Presume forse di porsi come un contropotere di stampo colonialistico, alternativo a quello delle Amministrazioni locali? Dimentica che tali Istituzioni rappresentano legittimamente e democraticamente la volontà popolare? Insegue l’assurdo sogno di poter umiliare le legittime rappresentanze della nostra comunità? Si tratta di comportamenti che dimostrano un’incompatibilità culturale fra la società inglese e la nostra realtà. Un insanabile contrasto che vistosamente si aggiunge all’incompatibilità ambientale del nefasto impianto.

Le nostre associazioni stanno svolgendo gli incontri annunciati alcuni giorni addietro, per discutere dei temi cruciali legati allo sviluppo del nostro territorio. Stiamo incontrando intanto le istituzioni locali per approfondire le tematiche legate ad un diverso sviluppo dell'economia.

Durante l’incontro con l’Amministrazione Provinciale, svoltosi in apertura di questo ciclo, vi è stato un fruttuoso scambio di idee sulle iniziative di tale ente rivolte a promuovere un assetto dell’economia locale rispondente alle esigenze e alle potenzialità del nostro territorio. Il Presidente Errico ha, in particolare illustrato i risultati recentemente ottenuti in un comparto strategico ed importante come quello aeronautico, dagli importantissimi potenziali economico-occupazionali senza aggressioni al territorio e moltiplicazione dei fattori di rischio. Ha poi sottolineato il fattivo impegno per la tutela dell'ambiente e per l'avvio di una storica stagione di bonifiche in cui siano giustamente affrancate del relativo onere le piccole e medie aziende locali non colpevoli dell'inquinamento. Infine ha ribadito la ferma e coerente posizione della Provincia contro la pretesa di realizzare un impianto di rigassificazione che oltre ad essere estremamente pericoloso, vanificherebbe le iniziative ed i progetti rivolti a far decollare Brindisi e il suo territorio rispetto alla crisi economica e sociale prodotta dallo sviluppo eterodiretto mendicato per decenni. circa il rigassificatore, il Presidente Errico ha illustrato le recenti iniziative in tema di V.I.A., con il parere prodotto di concerto con il comune, e in tema di sicurezza, con la "partita" del Nulla Osta Di Fattibilita' ancora non affatto chiusa.

La Brindisi Lng riporta alla fine di ogni incontro generiche dichiarazioni di plauso al dialogo avviato, noi riportiamo il fermo impegno di chi rappresenta democraticamente i brindisini ad opporsi in ogni modo ad un progetto catastrofico per l'economia e la sicurezza della città e dell'intera provincia.





Brindisi, 18 luglio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

Redazione1
28.07.2008 22:18
Craxi (Ps): “Il Governo rischia esiti opposti a quelli sperati”

Craxi (Ps): “Il Governo rischia esiti opposti a quelli sperati”
“Le nuove norme sul precariato sembrano partorite da una ‘mente’ dotata di alta inciviltà giuridica e politica: emerge ormai chiaramente la necessità di varare un nuovo Statuto dei lavoratori, che dedichi particolare attenzione e cura ai lavoratori precari”.
Così Bobo Craxi, del Partito socialista, in merito alle recenti polemiche esplose, anche all’interno del Governo, in materia di regolamentazione dell’occupazione cosiddetta ‘precaria’.
“L’offensiva contro il lavoro precario e le inefficienze della Pubblica amministrazione”, ha inoltre commentato l’esponente socialista, “rischia di produrre una reazione politica conservatrice, soprattutto per il fatto che tali questioni sono state poste nel peggiore dei modi possibili”.

Roma, 28 luglio 2008

Redazione1
28.07.2008 22:20
Finalmente una bella notizia!

Finalmente una bella notizia!
Ma è vera visto che non si capisce se:
1) è stato misurato, per un periodo di tempo prolungato, l'inquinamento
atmosferico (polveri, PM10, PM2.5, PM1, PM0.1, VOC, metalli pesanti, ecc. )
nell'area abitata;
2) la misurazione non ha identificato almeno 3 livelli di differente
inquinamento;
3) la mortalità della popolazione inquinata è stata confrontata con quella
della popolazione NON inquinata (Il confronto è essenziale per eliminare il
dubbio)
un caro saluto
valerio gennaro

Da Liguria informa web, il giornale della giunta

Studio Ist e Arpal su Savona

17 Luglio 2008
Prima indagine a livello nazionale che incrocia ricerche epidemiologiche e
monitoraggi ambientali. La mortalità per tumore non dipenderebbe da fattori
ambientali.

Nei comuni della provincia di Savona non risulta esserci un particolare
rischio per la salute derivante dalle condizioni dell'ambiente. Si possono
sintetizzare così i risultati dello studio condotto su incarico della
Regione da parte dell'Ist (Istituto nazionale per la ricerca sul Cancro) e
dall'Arpal su tutto il territorio provinciale (68 comuni più le cinque
circoscrizioni in cui è diviso il capoluogo) e presentato questa mattina
nella sede della Provincia di Savona, tra gli altri, dall'assessore
regionale all'Ambiente Franco Zunino, dal presidente della Provincia di
Savona Marco Bertolotto, da Marina Vercelli dell'Ist e da Giovanni
Peverello, direttore del dipartimento Arpal di Savona. "I dati confortanti
- ha sottolineato l'assessore Zunino - non devono naturalmente far
trascurare la necessità di un continuo monitoraggio e miglioramento della
qualità ambientale e della correlata qualità di vita nel territorio
savonese. Per questo la Regione proseguirà con i monitoraggi ambientali
ordinari e nel caso questi evidenziassero un trend negativo si
realizzeranno gli interventi necessari". "Risulta indispensabile - continua
Zunino - progettare un futuro sostenibile per il territorio ligure,
percorrendo la strada della riduzione degli impatti ambientali negativi, a
cominciare dal sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili in
alternativa a quelle fossili".
"L'indagine, a quanto risulta la prima a livello nazionale ad incrociare
ricerche epidemiologiche con monitoraggi ambientali - ha continuato
l'assessore - è stata commissionata in accordo con i sindaci dei comuni del
savonese, per approfondire la conoscenza della situazione ambientale e i
suoi eventuali effetti sulla salute dei residenti".
Lo studio è stato suddiviso in due filoni. L'Ist ha condotto un'indagine
epidemiologica sulla mortalità in relazione alla causa tra i residenti dei
vari comuni della provincia. Arpal si è invece occupata dell'analisi della
qualità dell'aria, approfondendo in particolare, con misure molto
sofisticate, la ricerca di polveri sottili (pm10, pm2,5 e pm1).
I dati riscontrati non presentano particolari criticità. Da un raffronto
con dati nazionali le zone oggetto dell'indagine presentano una situazione
analoga, ed in alcuni casi migliore, rispetto a zone dell'Italia simili per
concentrazione di insediamenti urbani e industriali.
L'indagine Ist, condotta con gli stessi metodi già utilizzati in campagne
precedenti, ha evidenziato che nella provincia di Savona la mortalità è
associata prevalentemente alle patologie del sistema circolatorio, come
noto più correlate agli stili di vita che ai fattori ambientali. In
generale risulta allineata con i dati nazionali e regionali (o inferiore)
la mortalità per tumore. L'indice di mortalità per tumore in alcuni
distretti della provincia si presenta positivamente in lieve decrescita.
Importante la correlazione tra incremento del rischio di mortalità e
condizioni socioeconomiche. L'indagine Ist ha stabilito una apparente
correlazione statistica tra debolezza socioeconomica ed esposizione al
rischio per la salute. Scarsità di reddito, abbandono familiare, difficoltà
nel trovare lavoro sono tutti fattori che incidono sulla salute, aumentando
il rischio di patologie con esito negativo.
L'età mediamente più avanzata dei residenti spinge la mortalità generale in
provincia di Savona, come in altri contesti della costa ligure, al di sopra
della media nazionale. Anche in questo caso lo studio effettuato non ha
evidenziato un particolare relazione con le cause ambientali, quanto
piuttosto con l'elemento anagrafico. Dal punto di vista, infine, del
rischio di tumore di possibile origine professionale, i dati si confermano
in linea con contesti similari presenti a livello nazionale. Tale rischio
colpisce in maniera più evidente la popolazione di sesso maschile della
provincia, a causa della scarsa numerosità delle addette-donna nelle
professioni maggiormente coinvolte.
ambiente_liguria@yahoogroups.com

Redazione1
28.07.2008 22:30
L’ARROCCO DEI TARTARI di Antonio V. Gelormini

L’ARROCCO DEI TARTARI di Antonio V. Gelormini
Gli ultimi pugni chiusi ad essere celebrati con qualche dignità erano stati quelli di Tommie Smith e John Carlos sul podio olimpico di Città del Messico, nell’ottobre del 1968. Quelli ostentati ieri a Chianciano sanno invece di patetico, rasentano il ridicolo, ma testimoniano un dato di fatto ineccepibile: Rifondazione Comunista esce dall’ambigua ambizione bertinottiana di provare ad essere forza “di lotta e di governo”. Prende il largo dagli approdi governativi e sceglie di aggrapparsi ai relitti di una lotta di classe, dai contorni identitari nostalgici e piuttosto decadenti.



Ferrero e compagni hanno deciso l’arrocco e si preparano a presidiare la fortezza-partito in strenua solitudine. Unico baluardo di orgoglio, ancora apprezzato, nel microcosmo intellettuale e proletario di un anacronistico pensiero comunista. Come gli ufficiali nel deserto di Buzzati, il nuovo gruppo dirigente si appresta a dare senso all’attesa fatale, con la testa rivolta rigorosamente all’indietro, verso icone di sale come Marx, Lenin o Trotsky. Lo sguardo è sorridente, quasi beffardo, ma nervoso. E tradisce l’ansia per l’incursione finale e liberatoria, che renda merito alla pervicace testimonianza d’azione e ne perpetui l’improduttiva fedeltà ideologica.



Che il nuovo gruppo dirigente si predisponga a combattere fantasmi è sottolineato con stizzita provocazione da uno sconfitto, ma battagliero, Nichi Vendola: “Il documento della maggioranza, che viene fuori da questo congresso, si apre indicando come avversario il governo ombra di Veltroni. Il nostro, invece, si apre indicando come avversario il governo”. E poi ha aggiunto: “Noi non intendiamo abbandonare la battaglia, che non è equilibrio di potere in Rifondazione, ma la ricostruzione di una sinistra che parla al Paese”. Dando il via alla sua corrente “Rifondazione per la sinistra”, pronta a mobilitarsi in tempi brevi forse già a settembre.



Bandiera rossa esaurisce la sua carica propulsiva di riscatto e di speranza, per diventare strumento di minaccia congressuale. “Un brutto spettacolo”, ha chiosato un deluso Fausto Bertinotti. Le note dell’Internazionale perdono accento intercontinentale, per assumere toni nazionalistici ed autocelebrativi di scarsa tenuta e di corta prospettiva. Da domani, meno Europa, meno global e meno tv. Locale è meglio, quindi più sezioni, più patronato e un sano ritorno al conflitto, che come ha indicato Angela Scarparo, compagna del neo-segretario: “Va di nuovo provocato e non più solo gestito”.



La risposta dalle stanze del governo non si è fatta aspettare. Mentre a Chianciano celebravano la svolta, salutando coi pugni tesi il nuovo segretario, Paolo Ferrero, la maggioranza parlamentare ha dato il via allo scempio della legge sui precari e il ministro Tremonti ci mette il carico, blindando il decreto “salvaPoste”. Tanto per far capire che a provocare conflitti si è bravi in tanti. Mentre a saperli gestire, molti di meno. Forse, davvero in pochi.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
28.07.2008 22:32
Il biologico Alce Nero in vendita negli USA

IL BIOLOGICO DI ALCE NERO IN VENDITA NEL MERCATO USA
E' sugli scaffali dei DeCicco Family Markets, nella contea di Westchester
Debutta negli USA il cibo “sano, pulito e giusto” di Alce Nero. Lo storico marchio, che da trent'anni rappresenta il meglio del biologico italiano e che oggi è un gruppo composto da decine di produttori “bio”, si propone al pubblico americano con le sue eccellenze e in particolare con l'olio extravergine di oliva e le paste, il riso, i cereali, i sughi, le polpe di pomodoro, i legumi e i mieli biologici. Prodotti che sono proposti in queste settimane per la prima volta in due punti vendita “DeCicco Family Markets” nella contea di Westchester, appena fuori New York. Un progetto, questo, che pone le basi per lo sviluppo di Alce Nero nel mercato nordamericano.

I DeCicco Family Markets, presenti in alcune cittadine della contea, sono di proprietà di una famiglia di italo-americani immigrati dalla Calabria a New York cinquant'anni fa: il capostipite e i sei figli sbarcarono infatti con la nave “Queen Frederica” nel marzo del '58. Oggi i punti vendita, che propongono prodotti di qualità, sono gestiti dai figli e dai nipoti in cittadine con un livello di reddito abbastanza elevato. “Siamo costantemente alla ricerca di prodotti di alta qualità da portare sulle tavole dei nostri clienti e quando abbiamo provato quelli Alce Nero non abbiamo avuto dubbi nel decidere di inserirli, perchè rispettano in pieno i nostri criteri di qualità ed hanno il sapore della genuinità italiana. Siamo orgogliosi di essere i primi a proporli sui nostri scaffali” affermano John e Luisa De Cicco, responsabili dell'importazione.

La scelta di esportare anche negli Usa prodotti italiani, sani, biologici e rappresentativi dei diversi territori conferma l'obiettivo di Alce Nero di affermarsi nei mercati esteri. Il marchio del “bio italiano” vanta infatti da più di dieci anni una presenza consolidata in Giappone, e sta puntando con decisione anche all'export in altri paesi, come la Francia, l'Ungheria, la Danimarca, la Germania, la Russia, la Svizzera e la Spagna.

“Nonostante le difficoltà legate al valore del dollaro e alla difficoltà di esportare negli Stati Uniti, ci siamo imposti l'obiettivo di entrare in questo mercato con molta determinazione – spiega l'amministratore delegato di Alce Nero & Mielizia Spa, Massimo Monti – e vogliamo diffondervi i prodotti Alce Nero in misura comparabile a quanto succede oggi in Italia e nel Far East, e ciò entro i prossimi cinque anni. E' un obiettivo ambizioso, ma siamo sicuri che l’eccellenza della nostra proposta, il suo posizionamento coererente con il valore offerto, nonché i suoi contenuti di tipicità e di eticità, costituiscano elementi che possono far breccia nel nostro target di consumatori, che riteniamo essere trasversale rispetto alla collocazione geografica. Di certo partiamo da punti vendita ideali: i due supermercati della famiglia De Cicco che ho visitato sono probabilmente i più belli che abbia mai visto girando il mondo!”.

Protagonismo dei produttori e dei territori, ricerca della qualità, valorizzazione dei consumatori, rispetto dell’ambiente: sono questi i pilastri di Alce Nero & Mielizia, l'azienda, proprietaria del marchio Alce Nero, composta da agricoltori, apicoltori e trasformatori biologici. Con sede sulle colline di Bologna, rappresenta la produzione biologica italiana di qualità, attenta anche ai temi etici. La filosofia del gruppo comprende infatti anche il lavoro a fianco dei coltivatori equosolidali dell’America Latina e la promozione dei prodotti Libera Terra, realizzati sulle proprietà confiscate alla mafia.
----------------------
UFFICIO STAMPA
Koiné Comunicazione - tel. 0445 1888703
Mariagrazia Bonollo - mob. 348 2202662
koine@koinecomunicazione.it
grazia@koinecomunicazione.it

Redazione1
28.07.2008 22:34
AI SULUTUMANA IL "PREMIO LO CASCIO 2008"

AI SULUTUMANA IL "PREMIO LO CASCIO 2008"
OSPITE GIANMARIA TESTA
PREMIO "GIORGIO LO CASCIO" PER LA CANZONE D’AUTORE
Quarta edizione
Sant’Andrea apostolo dello Ionio (Cz)
8 e 12 agosto 2008
Si terrà l’8 e il 12 agosto a Sant’Andrea apostolo dello Ionio (Cz) la quarta edizione del Premio "Giorgio Lo Cascio", iniziativa che vuole valorizzare importanti esponenti della nostra canzone d’autore che non hanno ancora avuto significativi riscontri dal punto di vista commerciale. Il Premio, organizzato dal Comune di Sant’Andrea, con il patrocinio della Regione Calabria e della Provincia di Catanzaro, viene assegnato ad un cantautore che si è particolarmente distinto per la sua opera nel corso dell’ultimo anno. Per la terza edizione i vincitori sono i Sulutumana, che si esibiranno il 12 agosto, mentre l'8 agosto sarà di scena Gianmaria Testa.
I Sulutumana sono stati indicati da una prestigiosa giuria presieduta dal direttore artistico del Festival, Enrico Deregibus, e comprendente: Marcello Barillà (direttore di "Obiettivo Calabria"), Alberto Bazzurro (direttore artistico di "Jazz fuori tema" e "Linguaggi d'autore"), Mario Bonanno (direttore "Musica e parole"), Alessandro Calzetta (Bravonline.it), Lucia Carenini (Bielle.org), Enrico de Angelis (Responsabile artistico Club Tenco), Paola De Simone (Radio in Blu), Mauro Gagino (Responsabile "L’Isola in collina – tributo a Luigi Tenco"), Jonathan Giustini (Radio Città futura), Annino La Posta (Autore di "Il suono intorno alle parole - Rapporto confidenziale sul lato nascosto della canzone d'autore", Editrice Zona, 2006), Luisa Melis (responsabile Premio De André), Bruno Palermo (Giornalista), Rosario Pantaleo (L’Isola che non c’era), Fausto Pellegrini (RaiNews), Silvano Rubino (Vita), Giordano Sangiorgi (Responsabile MEI – Meeting Etichette Indipendenti), Paolo Talanca (studioso), Gianluca Veltri (Diario). Negli anni scorsi il Premio è andato a Max Manfredi, Pino Marino e Rudy Marra.

IL PROGRAMMA
8 Agosto, ore 21, S. Andrea Ionio, Piazza Martin Luther King
Concerto di Gianmaria Testa con Gabriele Mirabassi
12 agosto, ore 21, S. Andrea Ionio, Convento delle Suore Riparatrici
Concerto dei Sulutumana
Durante la serata, consegna Premio "Giorgio Lo Cascio alla canzone d’autore".
In apertura set acustico di Francesco Lo Cascio
PREMIO "GIORGIO LO CASCIO" ALLA CANZONE D’AUTORE
Due giorni di canzone d’autore
Direzione artistica di Enrico Deregibus
Sito ufficiale: www.premiolocascio.it
E-mail: comsanandrea@infinito.it
Tel. 096/744102
Fax 096/747158

Redazione1
28.07.2008 22:39
Fagnano Olona, bella la festa di Sant'Anna

La Pro Loco di Fagnano Olona non finisce mai di lavorare e di stupire il suo paese rendendolo sempre più bello, migliore ed accogliente.
Stamane infatti nella celebrazione della Santa Messa è avvenuta la cerimonia di benedizione dell’antica campana della Villa Ferrari, lo storico edificio settecentesco di fronte alla Cappella di Sant’Anna in via Verdi.
La tradizionale festa di Sant’Anna ha previsto l’apertura della Cappella durante tutta la settimana, uno splendido concerto tenutosi il sabato sera con l’esibizione del gruppo dei “not only brass” e la recita del Santo Rosario la sera successiva.
La campana situata sulla sommità del tetto della Villa Ferrari ha una sua storia derivante dalla cappella privata della nobile famiglia che vi risiedeva, ed è stata al centro dell’attenzione e dei rilievi effettuati da Marco Righetto e da Roberto Luigi Botta, Presidente dell'Associazione nazionale di Campanologia, un'ente senza scopo di lucro che si occupa dello studio, tutela e valorizzazione delle campane.
Il bronzo ha un diametro alla bocca di 286 mm e uno spessore del punto di battuta di 21 mm. Il suo peso, approssimato secondo gli standard produttivi dei fonditori italiani, è di circa 20 kg.
Al tocco emette la nota RE crescente dell’ottava sopracuta, RE 5 secondo la classificazione campanologica e il numerale ne indica la posizione della nota musicale sulla tastiera del pianoforte.
Pur presentandosi oggi la campana munita di un battaglio in ferro battuto dalla caratteristica forma “a pera” di foggia antica, la parete interna è completamente priva di tracce di usura del battaglio, mentre in un punto dello spigolo superiore all’esterno della bocca campanaria si riscontra una notevole consunzione, dovuta probabilmente alla percussione di un battente esterno, del tipo usato per i rintocchi delle ore, o allo sfregamento contro di esso.
L’aggancio del vaso bronzeo con il ceppo di sostegno presenta la tradizionale forma di fiore a tre petali, tipico delle campane antiche di piccola taglia.
Lungo la circonferenza della testa della campana corre la scritta ET VERBUM CARO FACTUM EST MDCCX , tradotto in “Il Verbo si fece carne - A.D. 1720”.
Inserita tra due linee orizzontali. Subito sotto vi è una decorazione di festoni vegetali intercalati da testine di angioletti ai lati.
Tre righe parallele sul bordo inferiore e quattro righe più ravvicinate immediatamente sopra completano, in basso, l’essenziale decorazione della campana.
Nella sezione centrale del vaso, completamente liscia, compaiono, una opposta all’altra e subito sotto la decorazione vegetale, una figura femminile eretta e un sole.
Viene indicato chiaramente l’anno di fusione, 1720, e l’iscrizione dal versetto 14 del cap. I del Vangelo di Giovanni, “il Verbo si fece carne” legato alla figura femminile, fanno propendere per una dedicazione del piccolo bronzo proprio alla Vergine Maria.
Ipotesi che troverebbe sostegno anche nella raffigurazione del sole ridente, simbolo di Gesù Cristo che rivestendo la carne umana risplende, secondo le profezie, come “Sole che sorge dall’alto”.
Sono stati eseguiti sulla campana alcuni interventi tutelativi di recupero e di salvaguardia per conservare al meglio il prezioso tesoro che racchiude in se.
Dopo esser stato sostituito integralmente il meccanismo di sostegno ormai severamente compromesso, la campana ha subito diversi trattamenti di pulizia, di sabbiatura, di cromatura, di verniciatura e di lucidatura per darle un ottimo risultato finale.
“Nei vari sopralluoghi e nelle visite ai campanili delle chiese delle e campane delle villefagnanesi, effettuati dai tecnici con Fausto Bossi, sono stati raccolti molti dati .
Ringraziamo sentitamente per questi lavori Cirillo Cova, la ditta Covemar, la Fonderia Caprioli, Marco Righetto e Roberto Botta dell'IAssociazione nazionale di Campanologia, Remo Farè, Barbara Mascheroni e Fausto Bossi per la realizzazione di un libretto illustrato riassuntivo e molto apprezzato, andato letteralmente a ruba ed in un attimo sono esaurite le quattrocentocinquanta copie stampate per l’occasione.
Siamo lieti di condividere con tante persone presenti questo momento di carattere storico, artistico e culturale nella salvaguardia del patrimonio locale, invitando tutti ad amare la nostra Fagnano come dimostra il tutto il nostro lavoro svolto fino ad oggi”, conclude la Presidente Armida Macchi Porta.
Autorità civili e religiose hanno seguito dopo la santa Messa il corteo dei figuranti dei vari rioni ed associazioni con i loro fantastici costumi medievali fino alla Villa Ferrari dove si sono intrattenuti nel cortile e nel parco con stupenda vista sulla valle.
Questo oggetto prezioso che la Pro Loco ha provveduto a restaurare, riportando alla luce un altro piccolo gioiellino della storia locale fagnanese tornata alla sua bellezza originale, bisognerebbe lasciarlo in vetrina sia per gli alunni delle scuole e sia per i tanti devoti ed appassionati prima di far ritorno nel “suo” posto originale della storica Villa che domina la Valle.
Qualche foto della grande festa è già inserita nel sito www.proloco-fagnanoolona.org e un pregevole libretto racconta la storia dell’antica Campana e secondo gli studi degli esperti potrebbe esser addirittura la più antica campana del paese e per tutti gli interessati è possibile inoltre richiederlo direttamente alla Presidente della Pro Loco, oppure scrivendo via e-mail a presidente@proloco-fagnanoolona.org

Redazione1
28.07.2008 22:49
Giorgio Cremaschi critica intesa del 31 luglio 2008

Trattativa sul modello contrattuale. Giorgio Cremaschi: “Inquietante e negativo un accordo di principio il 31 luglio”

I segnali che vengono dalla trattativa Confindustria-sindacati sono preoccupanti e negativi.

Mentre l’inflazione ufficiale in Italia si attesta attorno al 4% e quella europea è in crescita, si prendono a riferimento indici che sono già oggi al di sotto di essa. Così si entra nella logica dell’inflazione programmata, cioè della riduzione del potere d’acquisto dei salari, semplicemente con un livello leggermente più alto di quello previsto dal governo. Le dichiarazioni che annunciano una possibile intesa di principio per il 31 luglio sono ancora più inquietanti. A parte la ricorrenza con il più catastrofico accordo sindacale degli ultimi trent’anni, quello del 31 luglio 1992, non si capisce quali accordi di principio si possano fare a meno che l’unico principio concordabile sia la programmazione della riduzione dei salari.

A questo punto è ancora più evidente che è giusta la posizione di chi chiede alla Cgil di venire via da un tavolo che sta prefigurando un accordo in pura perdita per i lavoratori. L’assemblea del 23 luglio di tante e tanti militanti e dirigenti della Cgil è stata su questi temi chiarissima.

Roma, 25 luglio 2008

Redazione1
29.07.2008 16:49
SFIDA incontro Dirigente USP

Lunedì 28.07.2008, le famiglie dei disabili rappresentate dal sindacato SFIDA e una nutrita delegazione di docenti precari messinesi hanno incontrato il Dirigente dell’U.S.P. dott. Gustavo Ricevuto, per affrontare i problemi legati alla riduzione dei posti di sostegno decisa dal Ministero della Pubblica Istruzione.

In occasione dell’incontro i genitori dei ragazzi disabili ed i docenti hanno manifestato il loro disappunto contro l’ingiustificato taglio che ancora una volta li vede coinvolti. Il Dirigente dell’USP , ha mostrato disponibilità, ma non ha potuto far altro che constatare che i tagli rientrano in una logica di politica nazionale, per cui le decisioni della Direzione Scolastica Regionale hanno avuto ricaduta sul territorio Provinciale.

I rappresentanti del Sindacato SFIDA hanno rilevato che non concordano sulla quantità dei posti decurtati, 23 secondo l’Ufficio Scolastico Provinciale, ed hanno fatto presente che in realtà il numero dei tagli è superiore ai 166 denunciati nelle settimane precedenti.

Dopo aver ascoltato le ragioni delle famiglie e dei docenti presenti, il dott. Ricevuto sì è impegnato a rappresentare presso il Direttore Scolastico Regionale le istanze di famiglie e docenti.

La delegazione, a conclusione dell’incontro, ha deciso di continuare in maniera civile a manifestare il proprio dissenso, per questo invita famiglie e docenti a partecipare alla manifestazione che domani martedì 29-07 alle ore 10:00 si svolgerà davanti al Palazzo della Provincia Regionale di Messina.



Il Segretario Provinciale

Maria VITALE MERLO



S F I D A

Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità

Segreteria Nazionale

Infoline 338 45 20 976 fax 0882 991017 e-mail: infosfida@tin.it

www.sindacatosfida.it

Redazione1
29.07.2008 17:01
La battaglia vintadel Morellino la difesa dei vigneti

La battaglia vintadel Morellino la difesa dei vigneti
Il Consiglio di Stato sconfessa il parco eolicodi Scansano. La Regione: «Non è illegittimo»
dalla prima pagina
Biondi Santi parla da uno dei luoghi più incantati del mondo, dove la mano dell'uomo, nei secoli, ha soltanto arricchito le grazie della natura. «Non si può invadere un paesaggio ricco di storia, di arte, di cultura con installazioni industriali così invasive. Quello che mi colpisce è che sia la Regione, sia Legambiente si sono limitate a dire che per il 2009 sarà tutto a posto. Loro il parco lo hanno già fatto. Io, comunque andrò sino in fondo. Vede, nessuno mi ha mai cercato né prima della costruzione né dopo, non si gestisce il potere in maniera così impositiva. Perché - mi chiedo - le pale dell'eolico non se le mette Ermete Realacci vicino a casa sua? Se mi dicessero, per assurdo: guardi, Jacopo, si deve costruire una centrale nucleare a Scansano, per ragioni di Stato, io cercherei di dialogare, non sono un tipo che si arrocca. Ma l'eolico, in questo modo... Non si fa così, andrò avanti sino a che non mi avranno risarcito tutti i danni».
Il parco di Scansano, a Poggi Alti, sorge a ridosso del castello medievale di Montepò, dove nascono i grandi vini supertuscan e il Morellino di Scansano. Detto di Bacco e Eolo, resta l'aspetto pirandelliano della storia dell'energia eolica in Italia.
Scorrendo le motivazioni del Consiglio di Stato, uno pensa: ora l'impianto verrà smantellato. E invece, Legambiente e la Regione Toscana danno una lettura diversa. «Quella di Italia Nostra e Biondi Santi - commenta Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - è solo una vittoria di Pirro. Siamo certi che l'unico vizio sia nel metodo e non nel merito in quanto il parco di Scansano non crea alcun impatto all'avifauna (gli uccelli, ndr) come già verificato da un monitoraggio già effettuato. Siamo convinti - chiude Gentili - dell'importanza di un parco eolico come quello di Scansano che produce una quantità significativa di energia rinnovabile anche alla luce del piano energetico della Regione Toscana».
Un anno fa, in un'inchiesta sull'eolico firmata da Ferruccio Sansa e Marco Menduni, il Secolo XIX ha avuto modo di rilevare come la quantità di energia che si produce o si potrebbe produrre in Italia con il vento non sia una panacea all'eterna crisi energetica nazionale. La Regione Toscana, al di là di valutazioni e note del Consiglio di Stato, continua a difendere la scelta del Parco di Poggi Alti. «Da una prima analisi - afferma l'assessore all'ambiente Anna Rita Bramerini - fatti salvi gli approfondimenti dei nostri legali, emerge che non è in discussione la decisione assunta a suo tempo dalla Regione di avere escluso il progetto dalla valutazione di impatto ambientale dell'impianto eolico».
A conferma di questo a pagina 16 della sentenza si legge che «la normativa europea detta una disciplina di maggior favore per gli impianti eolici, ammettendo la loro realizzazione senza la predetta valutazione, purché venga verificata preventivamente la sua necessità. La normativa relativa agli impianti eolici stabilisce, quindi, un'eccezione alle disposizioni generali in tema di valutazione di impatto ambientale».
Allora non è successo niente? No, qualcosa è cambiato pure per la Regione. «Ad oggi - fanno notare - quello che possiamo evidenziare è che sicuramente andrà rinnovata l'autorizzazione all'impianto per eliminare il vizio che ha portato al suo annullamento da parte del Tar, confermato dal Consiglio di Stato, ovvero quello relativo al monitoraggio dell'avifauna. Questo potrebbe comportare una sospensione dell'impianto in attesa del rinnovo dell'autorizzazione, ma dovrebbe escludere l'ipotesi di un suo smantellamento.
E viene confermata in ogni caso la validità del percorso intrapreso col nuovo Pier (Piano di indirizzo energetico) prevedendo lo sviluppo dell'eolico in Toscana, che sarà accompagnato dall'approvazione delle nuove linee guida per la valutazione di impatto ambientale e della nuova legge regionale che dovrà essere approvata entro il prossimo febbraio».
Nella regione cara a Bacco per i suoi vini, qualcuno sembra essersi innamorato del vento, o meglio delle pale eoliche. Comunque, se lo smantellamento dell'impianto non avverrà, Jacopo Biondi Santi è pronto a continuare la sua battaglia a oltranza. Nell'Italia di Pirandello: cosi è (se vi pare).
Massimiliano Lenzi

Redazione1
29.07.2008 17:02
Liguria. Riordino del servizio idrico

Care amiche e cari amici,
in questi ultimi tempi la Regione Liguria ha presentato un disegno di legge di riordino dell' Autorità d' Ambito dei servizi idrico e rifiuti.
Diteo una proposta di riordino in realtà si rischia una conferma dei processi di privatizzazione in atto.

NESSUNA INDICAZIONE VIENE DATA A FAVORE DELLA GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO MA SI LASCIANO I COMUNI , COMPONENTI GLI ATO, LIBERI DI SCEGLIERE LA FORMA DI GESTIONE TRA GARA FRA SOGGETTI PRIVATI E L' EVENTUALE FORMA IN HOUSE.

Noi invece vorremmo proporre alcuni emendamenti su cui discutere:
a) Indicazione preferenziale a favore della gestione pubblica ed eventualmente specifica motivazione per gli ATO, che optano per la gara privatistica;
b) individuazione in ogni ATO di una Consulta/ Consiglio di sorveglianza di cittadini e lavoratori del settore per un efficace controllo della gestione e per un reale modello partecipativo;
c)fissazione di un obbligo per ogni ATO per giungere in un certo numero di anni sulla base di uno specifico programma alla gratuità della quota individuale necessaria alla vita umana.
Se ne può parlare in autunno?
danilo bruno - responsabile beni comuni Verdi Liguria

Redazione1
29.07.2008 17:04
La cicogna che sconfisse l’aviaria

La casa editrice
Infinito edizioni
segnala in libreria
La cicogna che sconfisse l’aviaria
di Paolo Moretti
prefazione di Marco Scarpati
postfazione di Stefano Zecchi
Il diario-manuale di un giornalista per guidare le coppie
che vogliono effettuare un’adozione internazionale



“Leggendo questo racconto scoprirete che le at­tese hanno una loro logica, e che devono essere vissute, assaporate con lentezza, metabolizzate e confrontate. Che alla fine tutto ha un senso e che negli occhi del bambino che avrete la fortu­na d’incontrare ci sono le risposte a tutte quelle attese e frustrazioni che avrete vissuto” (dalla prefazione di Marco Scarpati).

“Questo libro racconta; rappresenta una storia con amore e molta delicatezza e ci avvicina al sentimento più vero sia del bambino, sia dei suoi nuovi genitori. Non ci sono teorizzazioni ma esperienza di vita vissuta che fanno pensare più con il cuore che con la testa. E proprio questo è il vero mistero dell’universo dell’adozione: le storie sempre diverse eppure accomunate da un dramma originario, in cui bambini e genitori sono chiamati a recitare ruoli imprevedibili eppure attraversati sempre dallo stesso sentimento di generosità e dal sogno di felicità” (dalla postfazione di Stefano Zecchi).



Con il patrocinio dell’Associazione Mehala - Sostegno Infanzia e Famiglia



L’autore:

Paolo Moretti, giornalista professionista, ha lavorato per Radio Popolare di Milano. Dopo numerose collaborazioni con televisioni e agenzie di stampa, è stato per undici anni corrispondente del Corriere della Sera e per dieci redattore al Corriere di Como. Ora è cronista al quotidiano La Provincia.



Il libro:

Titolo: La cicogna che sconfisse l’aviaria

Autore: Paolo Moretti

Caratteristiche: formato cm 15x21, filo refe, copert. plastif. colori

Pagine: 96

Prezzo: euro 12.00

Isbn: 978-88-89602-32-4

Collana: iSaggi

In libreria da: febbraio 2008



Per informazioni, interviste e organizzare presentazioni:

Infinito edizioni 06 93162414

320 3524918 (Maria Cecilia Castagna)

347 3807428 (Luca Leone)

info@infinitoedizioni.it

www.infinitoedizioni.it

Redazione1
29.07.2008 17:17
Verdi ad una svolta ? Speriamo

VERDI AD UNA SVOLTA? SPERIAMO
Si è aperta in questi giorni l'Assemblea nazionale straordinaria dei Verdi dopo la sconfitta elettorale di aprile.

Alle ultime elezioni i Verdi si sono presentati in coalizione con la sinistra comunista. Questa scelta ha contribuito ad appannare l’immagine dei Gruner italiani che da movimento ecologista è apparso come una variante della sinistra radicale allontanando da se quella parte di elettorato, soprattutto giovane, sensibile alle tematiche ambientali ma che di sinistra non è.

Da ecologisti convinti e schifati per il totale disinteresse della destra politica per l’ambiente, siamo stati tentati più volte a sostenere elettoralmente i Verdi (abbiamo appoggiato la candidatura di Pecoraro Scanio alle primarie dell’Unione e applaudito alla sua nomina al dicastero dell’Ambiente nel precedente governo Prodi), ma ciò che ci ha sempre frenato sono state quelle venature rosse che lo attraversano e che alle ultime politiche sono diventate un manto avvolgente e soffocante.

Siamo convinti che in Italia ci sia bisogno di un forte partito ecologista per frenare le spinte dei liberisti - che vedono nell’ambiente un fastidioso ostacolo allo sviluppo capitalistico del nostro Paese - e per avviare un serio dibattito su un nuovo assetto sociale finalmente rispettoso dell’ambiente; ma per fare questo è indispensabile che i verdi si scrollino di dosso quella immagine di partito di sinistra radicale che usa l’ambiente per fini elettorali e che si aprano al dialogo con tutte le realtà associative senza preconcetti di natura ideologica.

Ci auguriamo che la prossima elezione di Grazia Francescato alla guida dei Verdi possa dare un forte segnale di discontinuità col passato. Da parte nostra non possiamo che ribadire lo slogan che ha caratterizzato Fest’Ambiente Excalibur 2005: se la politica divide l’ambiente unisce.
Circolo Culturale Excalibur, 19 Luglio 2008

Redazione1
29.07.2008 17:20
Dossier caso Rossi e Spinelli

Si vis pacem, para libertatem
Gli Stati Uniti d'Europa
Fondato nel 1868
Ventotene – Bruxelles – Cosmopolis
----------------------------------------------------------------------------------------
Da marzo 2003, come supplemento trimestrale di "Critica Liberale", è pubblicato
"Gli Stati Uniti d'Europa", per rilanciare una politica europea autenticamente federalista.
n. 15 estate 2008
dossier monografico
caro rossi, caro spinelli
epistolario inedito 1944
a cura di piero s. graglia
indice:
piero s. graglia, presentazione
francesco gui, un fascicolo dedicato a spinelli
altiero spinelli, 1. 7 giugno 1944
altiero spinelli, 2. 14 giugno 1944
altiero spinelli, 3. 20 giugno 1944
ernesto rossi, 4. 20 giugno 1944
ernesto rossi, 5. 18 agosto 1944
francesco gui, l’ulisse dalla barba bianca
Supplemento al fascicolo n. 151-152 di “Critica Liberale” - € 5,00
Direzione: Giulio Ercolessi, Francesco Gui, Beatrice Rangoni Machiavelli.
Direttore responsabile: Enzo Marzo
Redazione di Bruxelles: Federica Sabbati
Direzione e redazione: via delle Carrozze, 19 - 00187 Roma - tel. 06.679.60.11
e-mail: info@criticaliberale.it - sito internet: www.criticaliberale.it
Amministrazione e abbonamenti: edizioni Dedalo srl – V.le Luigi Jacobini, 5 – 70123 Bari
tel. 080.531.14.13 – fax 080.531.14.14 - c.c.p. n.11639705
e-mail: info@edizionidedalo.it - sito internet: www.edizionidedalo.it
notizie di “Stati uniti d’Europa” si trovano sul sito www.criticaliberale.it
QUESTO FASCICOLO PUO’ ESSERE RICHIESTO PRESSO LE LIBRERIE FELTRINELLI
O DIRETTAMENTE ALLA CASA EDITRICE

Redazione1
29.07.2008 18:25
Craxi (Ps): “Uno spettro si aggira sull’Italia”.

Craxi (Ps): “Uno spettro si aggira sull’Italia”.
“Ma perché continuiamo a collezionare giudizi negativi da parte della comunità internazionale sulle nostre politiche di integrazione”?
E’ quanto si domanda l’ex sottosegretario agli Affari esteri ed esponente del Partito socialista, Vittorio Craxi.
“Io non credo si tratti solamente di un pregiudizio politico negativo”, spiega Craxi, “bensì del frutto di una crociata ideologica sbagliata e inconcludente del nostro ministro degli Interni, avallata dal nostro ministro degli Affari esteri, già commissario per i Diritti umani in Europa”.
“Si devono fermare finché sono in tempo”, avverte l’ex sottosegretario, “poiché lo spettro di un giudizio irreversibile si aggira sull’Italia con il rischio di conseguenze gravissime per tutti gli italiani”.


Roma, 29 luglio 2008

Redazione1
29.07.2008 22:54
La Wto è crollata: di Monica di Sisto

Tradewatch, Osservatorio italiano sul commercio internazionale
promosso, tra gli altri, da Centro Internazionale Crocevia, CRBM,
Fair, Fondazione Banca Etica, Rete Lilliput, Gruppo d'appoggio al
movimento contadino africano
www.tradewatch.it
info stampa: Monica Di Sisto (fair) + 39 335 8426752 Roberto Sensi
(crbm) + 39 3280687154
-----------------------------------------------------------

La Wto è crollata:
Interessi troppo distanti, la bugia pietosa dello sviluppo non ha retto

Roma, 29 ago - Nel momento in cui vi scriviamo abbiamo appena ricevuto
la notizia che i negoziati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio
in corso a Ginevra sono crollati.
Il tentativo pietoso fatto dal direttore generale Pascal Lamy di
proporre ai Paesi più poveri, preoccupati per i prezzi alimentari che
crescono e per le fabbriche che chiudono, un magro meccanismo di
salvaguardia nel caso in cui le importazioni di alcuni prodotti
crescessero all'improvviso del 40%, è sembrata l'ennesima foglia di
fico
A Ginevra, e attaccati alle chat insieme alle reti internazionali, non
si era in tantissimi quest'anno. I movimenti, i contadini, i
pescatori, i sindacati, però c'erano tutti, e la loro voce era una
sola, la stessa dal 2001: lo sviluppo non c'è tra le carte di Doha.
La crisi economica e la crisi alimentare hanno messo a nudo
l'ipocrisia dei grandi players dell'economia globale, vecchi e nuovi.
Dal fallimento della ministeriale di Cancun nel 2003, assistevamo al
solito teatrino nel quale le grandi potenze e i Paesi emergenti si
accusavano reciprocamente di mancanza di ambizione: chiedevano ingenti
aperture dei mercati, senza poi a loro volta concederle. Anziché
affrontare le questioni chiave per far sì che le regole commerciali
lavorassero a sostegno dello sviluppo dei Paesi poveri, tutta la
contesa si è ridotta alla sola questione dell'accesso al mercato nel
settore agricolo, dei servizi e dei prodotti industriali.
Ma c'è un mondo fuori, e ha detto no.
Oggi si apre una pagina nuova per il multilateralismo, ed è tutta da
riscrivere. Insieme.

---------------------------------------------------
Monica Di Sisto - Vice presidente
[fair] Commercio Equo, Sostenibilità, Comunicazione
www.faircoop.it

leggi [fair]watch, a volo radente sull'economia globale
www.fairwatch.splinder.com

Redazione1
29.07.2008 22:56
Proiezione video sulla Dichiarazione Diritti Uomo

DIRITTI UMANI: APPLICARLI PER AVERE UNA VITA PACIFICA E RISPETTOSA
Per domani è prevista una nuova proiezione del video sugli articoli della Dichiarazione Universale dei diritti umani in occasione della Giornata per i Diritti Umani indetta dall'ONU per il 12 agosto
Roma - Nel pomeriggio di domani, mercoledì 30 luglio a Roma, a partire dalle ore 17, nel Centro di Miglioramento della Vita di Ponte Lungo 1, i volontari di Gioventù Internazionale per i Diritti Umani, supportati dal Dipartimento dei Diritti Umani della Chiesa di Scientology, proporranno la proiezione gratuita del video sugli articoli della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, realizzato come progetto di promozione dei diritti inalienabili sanciti nel 1948 dall'ONU. Verranno inoltre distribuiti i biglietti da visita con gli indirizzi web per firmare la nuova petizione on line.
Come ha osservato filosofo e umanitario L. Ron Hubbard, "I diritti umani devono diventare una solida realtà, non un sogno idealistico
FABRIZIO D'AGOSTINO
339.89.61.401
affaripubbliciroma@tiscali.it

Redazione1
29.07.2008 23:02
Non solo Gregoriano

NON SOLO GREGORIANO
In altre occasioni ci si stracciava le vesti perché si toccavano valori “non negoziabili”. Ora forse, almeno le vesti non sono a rischio. Anzi. A rischiare la pelle oggi sono ... le bandiere. Soprattutto quelle della pace. "Come mai uomini di Chie¬sa ( laici o chierici che siano) hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce come simbolo di pace? Sarebbe interessante inter¬rogare uno per uno coloro che forse anche inconsapevolmente, hanno affisso sugli altari, ingressi e campanili delle chiese lo stendardo arcobaleno", scrive solen¬nemente l'agenzia vaticana Fides.
Per quel che ci riguarda, nessuna difesa d'ufficio. Certo, in quel popolo colorato ci siamo ritrovati anche noi, in più di una circostanza, semplicemente con un 'segno' che parla a tutti al di là di lingua, razza o religione. A Sarajevo con don Tonino Bello, sotto l'assedio del 1992, o in Kossovo, in Iraq, in Palestina, in Congo. In Burun¬di, in Salvador e in tante manifestazioni, come la Perugia-Assisi.
Resta solo un simbolo. Di pluralismo, di rispetto delle diversità, di Pace come valore supremo senza ideologie né steccati. E potremmo benissimo vivere da paci¬fisti anche senza bandiera. Ma senza la Pace proprio no . Perché "la pace non è una delle mille 'cose' che la Chiesa evangelizza. Non è uno scampolo del suo vasto assortimento. Non è un pezzo, tra i tanti, del suo repertorio. Ma è L'unico suo annuncio" (don Tonino Bello).
Mentre, accanto ad Aldo Capitini a noi importa "fondamentalmente l'impiego di questa modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilan¬cia intima della storia il peso della mia persuasione", assistiamo iner¬mi allo sgretolamento della democrazia.
Con applausi tristissimi si calpesta la giustizia e il valore supremo dell'uguaglianza. Con tappeti rossi e passeggiate nei giardini vaticani si incontrano i potenti, men¬tre i poveri della terra continuano a morire di fame.
E poi ricordiamo che la bandiera della pace non è mai stata benedetta da nessuno.
Mentre benedizioni solenni sono state date - usando proprio il simbolo della croce di Cristo - ad aerei militari, carri armati, missili e ogni genere di strumento di guerra!
Di fronte a tutto ciò, ci piace raccogliere segni costruttivi di pace. Mons. Giovan¬ni Nervo, presidente della Caritas Nazionale degli anni Settanta, ha scritto (Setti¬mana n.19-11 maggio 2008): "Come si può dire che sono delinquenti perché clan¬destini? Questa è la linea della Lega, sostenuta anche con il voto di molti cattolici, proprio nei paesi di maggiore frequenza religiosa. Come cristiani non abbiamo nul¬la da dire su questo? Chi respinge l'uomo immagine di Dio, non respinge Dio?".
Per andare oltre i simboli e compiere gesti concreti, ci domandiamo: perché non cogliere questo momento di fatica per fare scelte chiare, di pace? Perché tutte le parrocchie non chiedono, ad esempio, al Presidente del Consiglio di rendere pub¬blico l'elenco delle banche coinvolte nell' export di armi e non scrivono alla propria banca per sapere se anch'essa è coinvolta?
Riprendiamo il lavoro per un nuovo sogno possibile. Oltre ogni paura, perché ¬come scrive il card. Tettamanzi - "militarizzare le città serve solo ad aumentare il senso di smarrimento e la paura. Perché la paura non passa per decreto legge".
E le comunità cristiane hanno un ruolo importante. Per questo abbiamo voluto raccogliere un mosaico di voci, interno alla Chiesa e colorato proprio come una bandiera, per ripartire e continuare a sperare. L'ultimo tassello lo lasciamo al vescovo di Alba, mons. Sebastiano Dho: "Tenendo conto della larga adesione anche nelle nostre terre a forze politiche sociali ispirate a teorie razziste e xenofo¬be, siamo convinti che un serio esame di coscienza s'imponga urgentemente per le comunità cristiane, poiché qui si tratta di veri valori "non negoziabili" (la dignità della persona e la vita stessa) e occorre perciò ricordare a tutti, sma¬scherando ogni ipocrisia o illusione, ciò che ha scritto in tempi drammatici ed eroici il grande martire vittima del nazismo D. Bonhoeffer :”'Chi non grida a dife¬sa degli ebrei non può cantare in gregoriano!”

Redazione di Pax Christi Italia

Redazione1
29.07.2008 23:32
La svolta di Gian Carlo Canuto

La svolta di Gian Carlo Canuto
Antonino Mingolla è morto all’Ilva il 18 aprile del 2006, avvelenato dal gas inodore e mortale col quale era costretto a combattere nel lavoro di manutenzione. Una inchiesta penale, che non giunge ancora neanche a parziali conclusioni come il semplice invio di avvisi di garanzia (mentre all’Ilva si continua a morire ed in altre Procure si chiudono le inchieste e già si celebrano processi per incidenti successivi) accerterà – almeno così lo speriamo – le responsabilità.

Frattanto possiamo solo registrare il dolore senza consolazione di una famiglia che ha perso un marito, un padre, un figlio, un fratello senza potersene mai fare una ragione.

Ma Francesca Caliolo, la moglie di Antonino, trovando dentro di sé energie incredibili e sostenuta dalla serena forza dei giovanissimi figli Gabriele e Roberta, ha avviato la sua battaglia – non solitaria – perché giustizia sia fatta e perché nella coscienza civile della opinione pubblica, nelle leggi che regolamentano la sicurezza sul lavoro, la morte di Antonino e di tutti gli altri lasci un segno indelebile.

Per salvarne altri e per sperare che la coscienza civile di questo Paese, per quella che è sopravvissuta alla rassegnazione ed al cinismo, non si arrenda mai all’idea che, in nome del “dio-Profitto”, tutto è concesso. E la morte di un essere umano è un prezzo da pagare ad una catena inarrestabile.

Francesca ha dato il suo contributo (insieme ai Cobas di Taranto ed altre persone familiari di vittime sul lavoro o semplici volontari) per la creazione di un’Associazione denominata “12 giugno”. Partecipa ad ogni iniziativa dove viene coinvolta e invitata per raccontare una esperienza e lanciare il proprio grido di allarme.

Di seguito vi allego un suo scritto (tra l’altro recentemente premiato in un concorso letterario) che racconta di Antonino, della sua vita, della drammatica esperienza di lavoro all’interno dell’Ilva dissimulata a tutti tranne alla moglie con la quale condivideva il rischio di un incidente evitabile solo andando via per tempo da quell’inferno.

Tempo che mai giunse!

Sono righe struggenti la cui conoscenza mi appare necessaria. Per questo ho chiesto a Franca di poterlo far girare ad una catena di indirizzi di persone che non hanno avuto la fortuna di conoscere la personalità straordinaria di Antonino e che potranno farlo attraverso questo racconto.

Mi permetto però di aggiungere (perché Franca non me lo avrebbe mai permesso) l’occasione consente anche di poter conoscere la straordinaria tenacia di questa donna ferita mortalmente nella perdita fisica dell’uomo che amava e che stretta ai suoi figli prosegue con un coraggio fuori dal comune la sua battaglia doverosa ma non scontata. Perché a nessuno sfugge che al ricordo comunque incancellabile, si aggiunge una quotidiana azione di ricostruzione del drammatico incidente che ancor di più la lascia inchiodata a quel giorno ed alle mille cose che lo avrebbero potuto evitare.



Chi avrà la voglia di leggere il brano che segue, potrà sentire come “propria” la battaglia di Franca e contribuirvi come crede.

Grazie Antonino! Un abbraccio a te e a tutti coloro che sono morti lavorando, in ogni angolo del mondo!

Grazie Franca, Gabriele e Roberta.

Giancarlo Canuto







LA SVOLTA

di Francesca Caliolo





Il giorno in cui misi piede per la prima volta come operaio nel cantiere Ilva di Taranto, fui preso dallo sconforto, come mai mi era accaduto nella mia lunga esperienza lavorativa.

Difficile arrivare alla fine di quella giornata.

Trovare quel lavoro non era stato facile: dopo mesi di mobilità e decine di domande inoltrate a ditte del settore, un contratto a due mesi mi aveva dato respiro. Conoscevo già il cantiere per averci lavorato in trasferta qualche anno prima.

Quella sensazione che avevo ora però, era di definitiva appartenenza a quel luogo e questo mi infondeva pessimismo per il futuro.

Dovevo avere un’espressione molto avvilita se, tornato a casa, mia moglie mi abbracciò forte dicendosi sicura che presto avrei trovato qualcosa di meglio.

Invece restai in quella ditta per due anni, passai in un’altra come caposquadra per

altri due, per poi tornare alla prima divenendo vice-capocantiere circa tre anni dopo. Questo scatto di livello mi gratificò, gravandomi al tempo stesso di una grande responsabilità a causa di lavori molto impegnativi che eravamo chiamati a fare.

Ciò che restava immutato era il paesaggio.

Contro un cielo velato dai fumi, si stagliavano bizzarre architetture: come cattedrali futuriste consacrate alla grande economia, svettavano numerose ciminiere attorniate da condutture metalliche che percorrevano in lungo e in largo la città-cantiere, trasportando enormi quantità di gas, per arrivare ai potenti altoforni capaci di ridurre i metalli in lava incandescente.

A fumi e vapori si aggiungeva il ‘polverino’come lo chiamavano qui, che si sollevava dalle nere colline di carbone dei parchi minerali, in una sorta di moderna rivisitazione dell’Inferno dantesco. Di tanto in tanto, paradossalmente,il tutto era avvolto dalle note dell’”Inno alla gioia” di Beethoven, diffuse dagli altoparlanti per sottolineare il momento culmine della “colata”. A questo scenario pian piano non ci feci più caso se non per il fatto che gradualmente contribuiva ad aggravare la mia allergia.

La prima estate che affrontai in Ilva fu una delle più calde in assoluto, toccò i 40°e a noi toccò ristrutturare un altoforno ancora caldo situato vicino a un altro in funzione, a 1.800°. In seguito bisognò revisionare dei silos contenenti residui oleosi che impregnavano le nostre tute rendendole inutilizzabili; condutture buie e fuligginose che ci rendevano irriconoscibili come minatori a fine turno; strutture poste ad altezze irraggiungibili da chi non avesse una qualche capacità funambolica.

Difficile raccontare questo stato di cose a chi non conosceva quell’ambiente. E infatti non lo raccontavo.

Non lo raccontavo ai conoscenti, non lo raccontavo ai parenti.

Non lo raccontavo agli storici amici insieme ai quali avevo condiviso battaglie sociali: col tempo le nostre vite erano cambiate, dal punto di vista del lavoro però, la mia vita era cambiata più delle loro. Lavoratori per lo più”di concetto”, li ritenevo teorici idealisti, lontani anni luce dal mondo cui accennavo loro con battute ironiche. Mia moglie era l’unica a conoscere nei dettagli la mia realtà lavorativa.

Quasi ogni mattina mi chiamava per un rapido saluto che mi rincuorava e poi, una volta a casa, mi martellava di domande per conoscere tutto della mia giornata.

Benché restìo a raccontare aspetti poco rassicuranti per lei, mi ritrovavo poi a farle un resoconto completo anche di dettagli tecnici.

Questo suo modo di essermi vicina era parte integrante di una condivisione totale della nostra vita e aveva in effetti il potere di alleviare tante giornate difficili, così come mi aiutava il bellissimo, profondo legame con i nostri figli.

Ma anche al lavoro mi aiutavano i contatti umani. Ci tenevo a stabilire rapporti di amicizia prima che professionali; una risata, una battuta, qualche aneddoto ci faceva superare le giornate più pesanti. Avevo buoni rapporti con tutti o quasi e avevo rispetto per i superiori come per l’ultimo arrivato: in passato avevo subito troppe vessazioni solo per essermi opposto a delle ingiustizie da parte di capi tesi ad affermare il proprio ruolo, per non nutrire rispetto per chi avevo di fronte. Oltretutto lavoravo quasi sempre al fianco dei miei operai per condividere rischi e fatica.

Era nel periodo delle”fermate”,vale a dire il blocco produttivo di un settore del cantiere che permetteva a noi di intervenire, che divenivo duro ed esigente, preoccupato che tutto andasse per il meglio.

Ad ogni modo, odiavo quel lavoro.

Non lo lasciavo perché volevo mettere un po’ di risparmi da parte per avviare una attività indipendente, magari nella ristorazione. Cosa non facile con una famiglia monoreddito e due figli in crescita. D’altro canto, per quanto ancora avrei potuto svolgere un lavoro così usurante con due vertebre schiacciate,un menisco lesionato e una tendinite al braccio destro? E comunque sognavo un lavoro che mi lasciasse più tempo per vivere insieme alla mia famiglia e programmare finalmente delle ferie in estate, seguire il calcio, la politica, fare passeggiate senza sentirmi stanco e stressato.

E se la stanchezza era dovuta alla manualità del lavoro, lo stress derivava dal carico di responsabilità per l’esecuzione tecnica secondo precisi parametri e tempi sempre troppo limitati, dettati da gare al ribasso, che ci imponevano turni impossibili, arrivando a volte a lavorare per 16 e addirittura 24 ore di seguito! Nel contempo bisognava fare attenzione che nessuno si facesse male e, a dire il vero, la frequenza degli incidenti in tutta l’Ilva non lasciava ben sperare.

A fine giornata pareva un bollettino di guerra, con incidenti di tutti i tipi: ustioni, intossicazioni, fratture e, qualche volta si moriva anche. Le morti ci lasciavano attoniti a pensare all’esagerato tributo da pagare in cambio di un lavoro di per sé duro e alienante. Eroi, martiri del lavoro? Nessuna medaglia, non funerali di stato.

E credo che nessuno di quegli uomini avesse voglia di immolarsi a un dio che chiedeva sacrifici in nome di interessi economici e non si prodigava ad attuare migliori misure di sicurezza, definendo”morti fisiologiche” quelle 2-3 che in media si verificavano per anno in un cantiere dove operavano circa 20.000 persone.

Ci sentivamo impotenti, rassegnate formiche al cospetto di un colosso; protestavamo e poi, dovendo continuare a lavorare, cercavamo di scongiurare la morte cercando di non pensarci. D’altronde nella nostra ditta non era mai morto nessuno.

Sono passati ormai quasi nove anni dal mio ingresso in Ilva e sono ancora qui, alle prese con un’ennesima”fermata”che si presenta particolarmente complicata e che mi ha caricato di tensione già da qualche settimana.

Neppure questa pausa pasquale è servita a ricaricarmi, neppure la giornata di ieri passata in campagna respirando aria pura, cosa non comune per me. Ho avuto da ridire con mia moglie anche prima di andare a dormire,col pretesto che non aveva sistemato bene la piega del lenzuolo. Lei ci è rimasta male perché era stanca, ma io ero nervoso e intrattabile e non ci siamo neppure dati la buonanotte. Più tardi appena avrò un po’ di tempo la chiamerò per scusarmi, tanto ormai lo sa che se non termina la fermata non torno sereno.

E questo lavoro ci dà già delle noie, un’operazione che non va per il verso giusto, ci tocca smontare e rimontare.

Siamo a venti metri da terra per sostituire delle valvole di un enorme tubo che è stato svuotato, così ci hanno assicurato, del gas che trasportava. Indossiamo maschere collegate a bombole d’aria perché potrebbero esserci residui di gas, non è la prima volta che torno a casa con nausea e mal di testa da scoppiare.

E infatti verso le dieci ho soccorso un ragazzo che si è sentito male. Questo gas è inodore e insapore, perciò più insidioso; un paio di noi hanno il rilevatore ma ormai è certo che da qualche parte c’è una perdita, comincio ad avere mal di testa.

Comunque noi siamo abituati ad operare così, né la ditta né l’Ilva si possono permettere di bloccare i lavori ogni volta che qualcosa non va, non gli conviene. A noi scegliere poi se ci conviene rischiare o non lavorare più.

Meno male almeno che i turni ora sono regolari, in fondo non è la prima volta che respiro questo maledetto gas, mi dà nausea,vertigini, mal di testa, ma una volta a casa mi riprendo, devo resistere fino ad allora.

Intanto il cellulare continua a squillare, sono quelli dell’altra squadra ed io per rispondere e richiamarli devo togliere la maschera, non posso ogni volta scavalcare questo tubo che ha 3m di diametro per raggiungere la postazione di sicurezza, perderei troppo tempo. Anche la scala di accesso è dall’altra parte, così mi allontano del massimo che mi è consentito.

Stiamo lavorando come forsennati, vorrei che Gabriele fosse qui e ci vedesse, capirebbe perché insisto tanto sul fatto che studi; ultimamente sono stato anche un po’duro con lui, ma non vorrei mai che si trovasse costretto un giorno a fare questo. Ora non ce la faccio proprio più, mi sento mancare le forze.

Mi allontano verso l’ufficio, vorrei chiamare Franca ma si accorgerebbe che qualcosa non va, non voglio preoccuparla. Nella mente mi scorrono delle immagini, mi rivedo ragazzino a bottega dal fabbro, durante le vacanze estive, mentre i miei amici giocano nel cortile dell’oratorio vicino. Ma io ho perso mio padre a nove mesi e son dovuto crescere in fretta. Mia madre, contadina, ha dovuto tirare su cinque figli da sola.

Con un diploma professionale, non ho trovato di meglio da fare che il muratore, stringendo i denti per la fatica eccessiva per un fisico esile come il mio. Qualche anno dopo sono diventato un bravo venditore di macchinari per falegnameria, con i cui proventi ho potuto costruire la mia casa.

Dopo nove anni il mercato ristagna, torno così alla condizione di operaio stavolta metalmeccanico, nel Petrolchimico di Brindisi. Dopo altri nove anni la ditta ci impone la condizione di trasferisti; non ce la faccio ad allontanarmi dalla mia famiglia e rifiuto, ritrovandomi così in mobilità. Fino ad oggi ho trascorso quasi nove anni qui in Ilva e chissà, forse la mia vita avrà una nuova svolta.

Non cerco di dare un senso a questa mia vita di fatica e sacrifici. Il senso è gia tutto negli affetti. D’altronde la felicità non è una condizione continua, se non nelle fiabe. Noi dobbiamo accontentarci delle piccole cose e vivere intensamente i momenti di felicità che ci capitano, come dice mia moglie, che sa restituirmi la gioia di vivere. Ora devo tornare al lavoro, non mi sento ancora bene.

Qualcuno mi sconsiglia di risalire, non ho un bell’aspetto, dice.

Non posso, siamo una squadra e io ne sono anche responsabile. Infatti i problemi non sono ancora risolti; insistiamo, ricominciano le telefonate. Cambia il turno, mi sollecitano a lasciare ad altri il completamento del lavoro. Non posso, ci sono quasi riuscito, è un lavoro pericoloso, meglio completarlo.

Stasera a casa voglio abbracciare Franca,Gabriele e Roberta, dire loro quanto li amo, proporgli di fare una crociera, è tanto che ci penso e poi voglio cambiare lavoro, non ce la faccio più, sono stanco, stanco, così stanco che all’improvviso ho voglia di dormire, mi si chiudono gli occhi, squilla il cellulare, dormo.

Amore mio, è passato un anno da quando non ci sei più. Quante volte mi sono chiesta se non sentivi lo squillo della mia chiamata, se proprio in quel momento cadevi, se pensavi a noi.

Di quel giorno posso ricordare tutto, posso anche rivivere lo straziante dolore di una realtà dura da accettare, così dura da far crescere in un attimo i nostri ragazzi, proiettati improvvisamente davanti alla morte, quella del loro adorato papà.

Voglio credere che quel giorno il Signore ti abbia fatto cadere tra le sue braccia, per portarti a vivere una felicità mai provata prima.

Voglio credere che tu sia qui tra noi, che continui a proteggerci col tuo amore e la tua tenerezza.

Dev’essere così, altrimenti non saprei spiegarmi perché continuo ad amarti tanto e ad avere la forza di vivere senza di te.

Aprile 2008

Francesca Caliolo

francescacaliolo@libe

Antonino Mingolla è morto all’Ilva il 18 aprile del 2006, avvelenato dal gas inodore e mortale col quale era costretto a combattere nel lavoro di manutenzione. Una inchiesta penale, che non giunge ancora neanche a parziali conclusioni come il semplice invio di avvisi di garanzia (mentre all’Ilva si continua a morire ed in altre Procure si chiudono le inchieste e già si celebrano processi per incidenti successivi) accerterà – almeno così lo speriamo – le responsabilità.

Frattanto possiamo solo registrare il dolore senza consolazione di una famiglia che ha perso un marito, un padre, un figlio, un fratello senza potersene mai fare una ragione.

Ma Francesca Caliolo, la moglie di Antonino, trovando dentro di sé energie incredibili e sostenuta dalla serena forza dei giovanissimi figli Gabriele e Roberta, ha avviato la sua battaglia – non solitaria – perché giustizia sia fatta e perché nella coscienza civile della opinione pubblica, nelle leggi che regolamentano la sicurezza sul lavoro, la morte di Antonino e di tutti gli altri lasci un segno indelebile.

Per salvarne altri e per sperare che la coscienza civile di questo Paese, per quella che è sopravvissuta alla rassegnazione ed al cinismo, non si arrenda mai all’idea che, in nome del “dio-Profitto”, tutto è concesso. E la morte di un essere umano è un prezzo da pagare ad una catena inarrestabile.

Francesca ha dato il suo contributo (insieme ai Cobas di Taranto ed altre persone familiari di vittime sul lavoro o semplici volontari) per la creazione di un’Associazione denominata “12 giugno”. Partecipa ad ogni iniziativa dove viene coinvolta e invitata per raccontare una esperienza e lanciare il proprio grido di allarme.

Di seguito vi allego un suo scritto (tra l’altro recentemente premiato in un concorso letterario) che racconta di Antonino, della sua vita, della drammatica esperienza di lavoro all’interno dell’Ilva dissimulata a tutti tranne alla moglie con la quale condivideva il rischio di un incidente evitabile solo andando via per tempo da quell’inferno.

Tempo che mai giunse!

Sono righe struggenti la cui conoscenza mi appare necessaria. Per questo ho chiesto a Franca di poterlo far girare ad una catena di indirizzi di persone che non hanno avuto la fortuna di conoscere la personalità straordinaria di Antonino e che potranno farlo attraverso questo racconto.

Mi permetto però di aggiungere (perché Franca non me lo avrebbe mai permesso) l’occasione consente anche di poter conoscere la straordinaria tenacia di questa donna ferita mortalmente nella perdita fisica dell’uomo che amava e che stretta ai suoi figli prosegue con un coraggio fuori dal comune la sua battaglia doverosa ma non scontata. Perché a nessuno sfugge che al ricordo comunque incancellabile, si aggiunge una quotidiana azione di ricostruzione del drammatico incidente che ancor di più la lascia inchiodata a quel giorno ed alle mille cose che lo avrebbero potuto evitare.



Chi avrà la voglia di leggere il brano che segue, potrà sentire come “propria” la battaglia di Franca e contribuirvi come crede.

Grazie Antonino! Un abbraccio a te e a tutti coloro che sono morti lavorando, in ogni angolo del mondo!

Grazie Franca, Gabriele e Roberta.

Giancarlo Canuto







LA SVOLTA

di Francesca Caliolo





Il giorno in cui misi piede per la prima volta come operaio nel cantiere Ilva di Taranto, fui preso dallo sconforto, come mai mi era accaduto nella mia lunga esperienza lavorativa.

Difficile arrivare alla fine di quella giornata.

Trovare quel lavoro non era stato facile: dopo mesi di mobilità e decine di domande inoltrate a ditte del settore, un contratto a due mesi mi aveva dato respiro. Conoscevo già il cantiere per averci lavorato in trasferta qualche anno prima.

Quella sensazione che avevo ora però, era di definitiva appartenenza a quel luogo e questo mi infondeva pessimismo per il futuro.

Dovevo avere un’espressione molto avvilita se, tornato a casa, mia moglie mi abbracciò forte dicendosi sicura che presto avrei trovato qualcosa di meglio.

Invece restai in quella ditta per due anni, passai in un’altra come caposquadra per

altri due, per poi tornare alla prima divenendo vice-capocantiere circa tre anni dopo. Questo scatto di livello mi gratificò, gravandomi al tempo stesso di una grande responsabilità a causa di lavori molto impegnativi che eravamo chiamati a fare.

Ciò che restava immutato era il paesaggio.

Contro un cielo velato dai fumi, si stagliavano bizzarre architetture: come cattedrali futuriste consacrate alla grande economia, svettavano numerose ciminiere attorniate da condutture metalliche che percorrevano in lungo e in largo la città-cantiere, trasportando enormi quantità di gas, per arrivare ai potenti altoforni capaci di ridurre i metalli in lava incandescente.

A fumi e vapori si aggiungeva il ‘polverino’come lo chiamavano qui, che si sollevava dalle nere colline di carbone dei parchi minerali, in una sorta di moderna rivisitazione dell’Inferno dantesco. Di tanto in tanto, paradossalmente,il tutto era avvolto dalle note dell’”Inno alla gioia” di Beethoven, diffuse dagli altoparlanti per sottolineare il momento culmine della “colata”. A questo scenario pian piano non ci feci più caso se non per il fatto che gradualmente contribuiva ad aggravare la mia allergia.

La prima estate che affrontai in Ilva fu una delle più calde in assoluto, toccò i 40°e a noi toccò ristrutturare un altoforno ancora caldo situato vicino a un altro in funzione, a 1.800°. In seguito bisognò revisionare dei silos contenenti residui oleosi che impregnavano le nostre tute rendendole inutilizzabili; condutture buie e fuligginose che ci rendevano irriconoscibili come minatori a fine turno; strutture poste ad altezze irraggiungibili da chi non avesse una qualche capacità funambolica.

Difficile raccontare questo stato di cose a chi non conosceva quell’ambiente. E infatti non lo raccontavo.

Non lo raccontavo ai conoscenti, non lo raccontavo ai parenti.

Non lo raccontavo agli storici amici insieme ai quali avevo condiviso battaglie sociali: col tempo le nostre vite erano cambiate, dal punto di vista del lavoro però, la mia vita era cambiata più delle loro. Lavoratori per lo più”di concetto”, li ritenevo teorici idealisti, lontani anni luce dal mondo cui accennavo loro con battute ironiche. Mia moglie era l’unica a conoscere nei dettagli la mia realtà lavorativa.

Quasi ogni mattina mi chiamava per un rapido saluto che mi rincuorava e poi, una volta a casa, mi martellava di domande per conoscere tutto della mia giornata.

Benché restìo a raccontare aspetti poco rassicuranti per lei, mi ritrovavo poi a farle un resoconto completo anche di dettagli tecnici.

Questo suo modo di essermi vicina era parte integrante di una condivisione totale della nostra vita e aveva in effetti il potere di alleviare tante giornate difficili, così come mi aiutava il bellissimo, profondo legame con i nostri figli.

Ma anche al lavoro mi aiutavano i contatti umani. Ci tenevo a stabilire rapporti di amicizia prima che professionali; una risata, una battuta, qualche aneddoto ci faceva superare le giornate più pesanti. Avevo buoni rapporti con tutti o quasi e avevo rispetto per i superiori come per l’ultimo arrivato: in passato avevo subito troppe vessazioni solo per essermi opposto a delle ingiustizie da parte di capi tesi ad affermare il proprio ruolo, per non nutrire rispetto per chi avevo di fronte. Oltretutto lavoravo quasi sempre al fianco dei miei operai per condividere rischi e fatica.

Era nel periodo delle”fermate”,vale a dire il blocco produttivo di un settore del cantiere che permetteva a noi di intervenire, che divenivo duro ed esigente, preoccupato che tutto andasse per il meglio.

Ad ogni modo, odiavo quel lavoro.

Non lo lasciavo perché volevo mettere un po’ di risparmi da parte per avviare una attività indipendente, magari nella ristorazione. Cosa non facile con una famiglia monoreddito e due figli in crescita. D’altro canto, per quanto ancora avrei potuto svolgere un lavoro così usurante con due vertebre schiacciate,un menisco lesionato e una tendinite al braccio destro? E comunque sognavo un lavoro che mi lasciasse più tempo per vivere insieme alla mia famiglia e programmare finalmente delle ferie in estate, seguire il calcio, la politica, fare passeggiate senza sentirmi stanco e stressato.

E se la stanchezza era dovuta alla manualità del lavoro, lo stress derivava dal carico di responsabilità per l’esecuzione tecnica secondo precisi parametri e tempi sempre troppo limitati, dettati da gare al ribasso, che ci imponevano turni impossibili, arrivando a volte a lavorare per 16 e addirittura 24 ore di seguito! Nel contempo bisognava fare attenzione che nessuno si facesse male e, a dire il vero, la frequenza degli incidenti in tutta l’Ilva non lasciava ben sperare.

A fine giornata pareva un bollettino di guerra, con incidenti di tutti i tipi: ustioni, intossicazioni, fratture e, qualche volta si moriva anche. Le morti ci lasciavano attoniti a pensare all’esagerato tributo da pagare in cambio di un lavoro di per sé duro e alienante. Eroi, martiri del lavoro? Nessuna medaglia, non funerali di stato.

E credo che nessuno di quegli uomini avesse voglia di immolarsi a un dio che chiedeva sacrifici in nome di interessi economici e non si prodigava ad attuare migliori misure di sicurezza, definendo”morti fisiologiche” quelle 2-3 che in media si verificavano per anno in un cantiere dove operavano circa 20.000 persone.

Ci sentivamo impotenti, rassegnate formiche al cospetto di un colosso; protestavamo e poi, dovendo continuare a lavorare, cercavamo di scongiurare la morte cercando di non pensarci. D’altronde nella nostra ditta non era mai morto nessuno.

Sono passati ormai quasi nove anni dal mio ingresso in Ilva e sono ancora qui, alle prese con un’ennesima”fermata”che si presenta particolarmente complicata e che mi ha caricato di tensione già da qualche settimana.

Neppure questa pausa pasquale è servita a ricaricarmi, neppure la giornata di ieri passata in campagna respirando aria pura, cosa non comune per me. Ho avuto da ridire con mia moglie anche prima di andare a dormire,col pretesto che non aveva sistemato bene la piega del lenzuolo. Lei ci è rimasta male perché era stanca, ma io ero nervoso e intrattabile e non ci siamo neppure dati la buonanotte. Più tardi appena avrò un po’ di tempo la chiamerò per scusarmi, tanto ormai lo sa che se non termina la fermata non torno sereno.

E questo lavoro ci dà già delle noie, un’operazione che non va per il verso giusto, ci tocca smontare e rimontare.

Siamo a venti metri da terra per sostituire delle valvole di un enorme tubo che è stato svuotato, così ci hanno assicurato, del gas che trasportava. Indossiamo maschere collegate a bombole d’aria perché potrebbero esserci residui di gas, non è la prima volta che torno a casa con nausea e mal di testa da scoppiare.

E infatti verso le dieci ho soccorso un ragazzo che si è sentito male. Questo gas è inodore e insapore, perciò più insidioso; un paio di noi hanno il rilevatore ma ormai è certo che da qualche parte c’è una perdita, comincio ad avere mal di testa.

Comunque noi siamo abituati ad operare così, né la ditta né l’Ilva si possono permettere di bloccare i lavori ogni volta che qualcosa non va, non gli conviene. A noi scegliere poi se ci conviene rischiare o non lavorare più.

Meno male almeno che i turni ora sono regolari, in fondo non è la prima volta che respiro questo maledetto gas, mi dà nausea,vertigini, mal di testa, ma una volta a casa mi riprendo, devo resistere fino ad allora.

Intanto il cellulare continua a squillare, sono quelli dell’altra squadra ed io per rispondere e richiamarli devo togliere la maschera, non posso ogni volta scavalcare questo tubo che ha 3m di diametro per raggiungere la postazione di sicurezza, perderei troppo tempo. Anche la scala di accesso è dall’altra parte, così mi allontano del massimo che mi è consentito.

Stiamo lavorando come forsennati, vorrei che Gabriele fosse qui e ci vedesse, capirebbe perché insisto tanto sul fatto che studi; ultimamente sono stato anche un po’duro con lui, ma non vorrei mai che si trovasse costretto un giorno a fare questo. Ora non ce la faccio proprio più, mi sento mancare le forze.

Mi allontano verso l’ufficio, vorrei chiamare Franca ma si accorgerebbe che qualcosa non va, non voglio preoccuparla. Nella mente mi scorrono delle immagini, mi rivedo ragazzino a bottega dal fabbro, durante le vacanze estive, mentre i miei amici giocano nel cortile dell’oratorio vicino. Ma io ho perso mio padre a nove mesi e son dovuto crescere in fretta. Mia madre, contadina, ha dovuto tirare su cinque figli da sola.

Con un diploma professionale, non ho trovato di meglio da fare che il muratore, stringendo i denti per la fatica eccessiva per un fisico esile come il mio. Qualche anno dopo sono diventato un bravo venditore di macchinari per falegnameria, con i cui proventi ho potuto costruire la mia casa.

Dopo nove anni il mercato ristagna, torno così alla condizione di operaio stavolta metalmeccanico, nel Petrolchimico di Brindisi. Dopo altri nove anni la ditta ci impone la condizione di trasferisti; non ce la faccio ad allontanarmi dalla mia famiglia e rifiuto, ritrovandomi così in mobilità. Fino ad oggi ho trascorso quasi nove anni qui in Ilva e chissà, forse la mia vita avrà una nuova svolta.

Non cerco di dare un senso a questa mia vita di fatica e sacrifici. Il senso è gia tutto negli affetti. D’altronde la felicità non è una condizione continua, se non nelle fiabe. Noi dobbiamo accontentarci delle piccole cose e vivere intensamente i momenti di felicità che ci capitano, come dice mia moglie, che sa restituirmi la gioia di vivere. Ora devo tornare al lavoro, non mi sento ancora bene.

Qualcuno mi sconsiglia di risalire, non ho un bell’aspetto, dice.

Non posso, siamo una squadra e io ne sono anche responsabile. Infatti i problemi non sono ancora risolti; insistiamo, ricominciano le telefonate. Cambia il turno, mi sollecitano a lasciare ad altri il completamento del lavoro. Non posso, ci sono quasi riuscito, è un lavoro pericoloso, meglio completarlo.

Stasera a casa voglio abbracciare Franca,Gabriele e Roberta, dire loro quanto li amo, proporgli di fare una crociera, è tanto che ci penso e poi voglio cambiare lavoro, non ce la faccio più, sono stanco, stanco, così stanco che all’improvviso ho voglia di dormire, mi si chiudono gli occhi, squilla il cellulare, dormo.

Amore mio, è passato un anno da quando non ci sei più. Quante volte mi sono chiesta se non sentivi lo squillo della mia chiamata, se proprio in quel momento cadevi, se pensavi a noi.

Di quel giorno posso ricordare tutto, posso anche rivivere lo straziante dolore di una realtà dura da accettare, così dura da far crescere in un attimo i nostri ragazzi, proiettati improvvisamente davanti alla morte, quella del loro adorato papà.

Voglio credere che quel giorno il Signore ti abbia fatto cadere tra le sue braccia, per portarti a vivere una felicità mai provata prima.

Voglio credere che tu sia qui tra noi, che continui a proteggerci col tuo amore e la tua tenerezza.

Dev’essere così, altrimenti non saprei spiegarmi perché continuo ad amarti tanto e ad avere la forza di vivere senza di te.

Aprile 2008

Francesca Caliolo

francescacaliolo@libe

Redazione1
29.07.2008 23:49
Rigassificatore Brindisi - Una curiosità

Voglio far riaffiorare alla memoria una delle tante notizie apparse sul Nuovo Quotidiano di Puglia in merito alla vicenda del rigassificatore e più specificatamente all’indagine penale, svolta dalla magistratura, che ha riguardato la “singolarità” del rilascio delle autorizzazioni.. Nulla di particolare, una semplice curiosità, come lo stesso giornale, nell’edizione del 4 novembre 2007 la definì. Ma, oggi, in questa particolare occasione legata alla decisione del Comitato Tecnico Regionale relativamente al Nulla Osta di Fattibilità, mi pare giusto fare.
Ecco la notizia: «“Dovevo acquisire documentazione per mio figlio che stava facendo una tesi sul rigassificatore e per questo dormì a spese della British Gas in un noto hotel di Roma” Un fatto – continua la nota – che di per sé non sarebbe grave se ad aver ammesso di aver dormito a spese della società non fosse stato l’ingegner Francesco Marrazzo, all’epoca dei fatti presidente del CTR (Comitato Tecnico Regionale) di Bari che rilasciò il NOF alla società britannica. Marrazzo era stato chiamato dai magistrati in qualità di persona informata sui fatti, ma il suo esame venne interrotto in quanto a seguito delle sue dichiarazioni si rese necessario svolgere delle indagini nei suoi confronti. “Sono stato presidente fino al mese di luglio del 2003 del CTR di Bari. Mi sono occupato della pratica della BG sino al mese di ottobre 2002. Ho presieduto il comitato che il 16 ottobre 2002 ha concesso il NOF riguardo la realizzazione del rigassificatore. Dopo il mese di luglio del 2003 non ho più avuto rapporti istituzionali con tale società. Ho dormito presso il Jolly Hotel di Roma a spese della predetta società perché dovevo acquisire documentazione per mio figlio che stava facendo una tesi sul rigassificatore”»
La notizia termina così. A parte la curiosità di conoscere se l’impegno paterno abbia prodotto esiti soddisfacenti per la gli impegni universitari del figliolo, vengono naturali e conseguenti alcune considerazioni.
Questo episodio non ha, probabilmente, rilevanza penale, ma è certamente significativo sotto l’aspetto comportamentale e di costume. E questo discorso vale sia per l’ingegner Marrazzo, che ha accettato la disponibilità di una società il cui progetto era “sotto esame” della commissione da lui presieduta, ma anche per la società medesima che a dispetto dei suoi “principi aziendali” predicati e divulgati in cartoncino patinato si scopre agire, nella pratica, visibilmente in modo difforme.
Dopo l’improvvida decisione del CTR sul NOF, le associazioni ambientaliste hanno, con un comunicato, detto la loro. Dal canto suo la Brindisi LNG ha indetto, a tamburo battente, una conferenza stampa per festeggiare il “successo”.
A celebrare questo illusorio successo e altri “riti” ci pensa, come al solito, il suo massimo dirigente, l’ingegner Giorgio Battistini. Codesto dirigente non si risparmia dal magnificare in ogni sede le presunte positività dell’impianto, i buoni propositi e i sani “principi aziendali” della società che presiede con una credibilità, a mio modesto avviso, che può risultare appannata dal fatto - è bene rammentare anche questo – che il dirigente è indagato nell’inchiesta penale per la vicenda del rigassificatore, ed è accusato in concorso con altri massimi dirigenti per aver «occupato in forza di una autorizzazione illecitamente autorizzata e, quindi, arbitrariamente, uno spazio del demanio e delle zone portuali della navigazione interna, siti in località Capo Bianco nel porto esterno di Brindisi, e per aver ivi fatto innovazioni non lecitamente autorizzate», altresì la società è accusata dalla magistratura di avere commesso, un «illecito amministrativo per non avere adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire» alcuni reati commessi «da persone che rivestivano, all’epoca della commissione dei fatti, funzioni di rappresentanza» e di dirigenza traendo dalla loro condotta «un profitto di rilevante entità, consistito nell’ottenimento dell’autorizzazione ministeriale alla realizzazione e all’esercizio di un rigassificatore in Brindisi e nel rilascio da parte della locale Autorità Portuale della concessione demaniale».
Per carità l’ingegner Battistini è liberissimo di farlo, la nostra Costituzione non presume la colpevolezza degli imputati sino alla sentenza definitiva, ma non gli sembra che un minimo di fair play, come dicono proprio gli inglesi, non guasterebbe?
Giorgio Sciarra

Redazione1
31.07.2008 16:01
Anche nel PDsi critica Napolitano

Carissime e carissimi,
anche larga parte dei componenti e dirigenti del P.D. di Veltroni , in queste ore critica l'approvazione del Presidente della Repubblica della Legge ( cosiddetto " Lodo" ALFANO ) che blocca i processi in atto e/o futuri per fatti delittuosi accaduti negli anni in cui questi svolgono funzioni istituzionali nelle 4 più alte cariche dello Stato, coè : Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, presidente della Camera, Presidente del Senato.
La critica a Giorgio Napolitano ( il quale non era costretto da nessuna norma Costituzionale a firmare la legge "lodo" Alfano) nel P.D. è esplosa clamorosamente anche con articoli sull' UNITA'.

Il disagio si stà diffondendo nella opinione democratica ed in larghi strati di cittadini del nostro Paese, in rapporto a questo atto di approvazione di una legge "porcata" che, praticamente, fa sfuggire al giudizio della Magistratura soltanto l'imputato On . Berlusconi .

Tra l'altro questo è un atto che non favorisce nè un armistizio , nè un freno allo spregio, alle denigrazioni senza limiti del "berlusconismo" imperante, contro la Magistratura............................!

Mi sembra alquanto contradditorio l'atteggiamento ufficiale,decisamente contrario del P.D. nelle Istituzioni per il "lodo" Alfano e, in generale, rispetto alle Leggi sulla sicurezza, rispetto al ritegno ossequioso rispetto che abborre una critica rispetto agli atti del Presidente della Repubblica on. Giorgio Napolitano.

Mi sembra doveroso altresì criticare l'atto di G. Napolitano anche per il fatto che una persona di multiformi esperienze "di lungo corso" politico ( ha assunto alte cariche in Partiti quali il P.C.I., il P.D.S., nelle Istituzioni in qualità di Presidente della Camera dei Deputati, ecc. ecc. , non abbia saputo valutare quale devastante fosse, per l'opinione democratica soprattutto nei giovani , "assolvere" d'imperio l'imputato Berlusconi, quando questi sta fomentando artatamente con la politi dell'informazione (T.V., vari media, giornali e nello stesso Consiglio Superiore della Magistratura ) un clima da caccia alle streghe.

Cordialità da Ugo Montecchi già dirigente della FIOM e della Camera del Lavoro di Genova.

Redazione1
31.07.2008 16:05
Brunetta accusato di Assenteismo

Il Ministro Brunetta accusato di assenteismo. Le caste intoccabili: la spada nel burro e la piramide del potere

Il Piccolo di Trieste, citando il sito web radicale "Fai notizia", evidenzia che il Ministro Renato Brunetta, che ha annunciato battaglia contro i fannulloni nella P.A, è stato tra gli euro parlamentari italiani più assenteisti.

Il ministro si piazza al 611/mo posto come presenze tra gli euro parlamentari, con una percentuale del 48,21%. Peggio di lui hanno fatto: Pannella (47,14%), Di Pietro (44,29%), Veltroni (41,79%), Mastella (40%) e Dell'Utri (14,64%).

Ma non è l'unico affondo contro il neo Ministro della Funzione Pubblica. Infatti si registra l'intervento di Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova, che con una lettera al Rettore dell'Università di Roma "Tor Vergata", dove il Ministro è titolare di cattedra, ha chiesto di rendere pubblici i dati relativi all'impegno del professor Brunetta e i relativi compensi, relativamente agli anni in cui era Parlamentare Europeo.

Al Magnifico Rettore dell'Università di "Tor Vergata", il Presidente Repetto, ha chiesto ufficialmente, "nello spirito del principio di leale cooperazione istituzionale sancito dall'art 22 della Legge 241/90, se tra il 1999 e il 2008 il Prof. Brunetta, Professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l'Università romana, abbia preso aspettativa o, in caso contrario, come abbia conciliato tutti i propri incarichi".

"E qualora abbia mantenuto attivo il proprio incarico di professore ordinario, quante ore di presenza abbia garantito e mantenuto a "Tor Vergata", con quali retribuzioni relative ed eventuali ulteriori consulenze".

La richiesta è espressa in rispetto e sintonia con la stessa Operazione Trasparenza promossa e avviata dal neo Ministro.

Continua il Presidente della Provincia di Genova: "In questi giorni è aperto il dibattito sull'efficienza e l'impegno lavorativo dei dipendenti pubblici, un tema portato agli onori della cronaca dal neo Ministro Prof. Renato Brunetta. Ricercando questo spirito nel nostro Ministro, sono rimasto molto colpito dal curriculum del Professor Brunetta, che vanta un passato illustre e prestigioso di attività e incarichi sia politici sia scientifici".

"Scorrendo dunque l'elenco dei rilevanti impegni, risaltano in particolare quelli politici che, a partire dal 1999 fino al 2008, lo hanno visto deputato al Parlamento europeo con l'incarico di Vicepresidente della Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia e membro delle delegazioni parlamentari miste UE-Croazia e UE-Turchia, oltre che della delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese".

Non è tenero col Ministro neanche Francesco Merlo che su Repubblica commenta: ". E basti pensare ai professori universitari - anche Brunetta lo è - che infatti non si contentano del doppio lavoro ma arrivano al triplo e al quadruplo, con le consulenze, gli articoli, la politica".

"Insomma, non si capisce perché il doppio lavoro porti lustro e credito sociale al professore universitario e al barone accademico che tanto più è stimato quanto meno si fa vedere all'università, e porti invece decurtamenti dello stipendio, licenziamento, disprezzo, ammiccamenti e smorfie moralistiche all'impiegato di concetto che di sera si trasforma in piccolo muratore".

"Eppure Brunetta crede di essere il nuovo Falcone italiano perché, nel Paese degli abusivi e degli evasori, dei conflitti di interesse e delle mafie, dichiara guerra al bidello che smonta alle due del pomeriggio e poi, a partire dalle quattro, va a fare le pulizie in un condominio".

"E vuole licenziare non il barone universitario che porta in cattedra moglie, figli e parenti vari, ma l'operaio comunale che, terminato il normale turno, sale sulla sua Ape carica di attrezzi e gira per le case di campagna, e ora aggiusta un rubinetto, ora monta un lampadario, ora sostituisce un interruttore. Il ministro vuol mettere alla gogna l'usciere del tribunale che usa il proprio tempo 'libero' per lavorare e poi ancora lavorare nello studio di un avvocato o in quello di un notaio o, comunque, dove può".

Un attacco concentrico, una reazione "uguale e contraria" come nelle leggi della fisica.

Una riflessione è d'obbligo: nessuno propugna di più l'uguaglianza e la giustizia, di chi ritiene di essere più uguale degli altri. Le regole in fin dei conti valgono per i comuni mortali e non per gli unti dal Signore.

Si apre una stagione di lacrime e sangue per gli impiegati pubblici, ma i baronati non vengono scalfiti, le caste restano immuni e attraversano tutti i governi, di centro, di destra e di sinistra, come la spada entra nel burro.

I moralizzatori salgono sul palco montato dal discredito, e dall'alto di redditi pari a 15/20.000 Euro al mese, arringano le folle e tagliano per Decreto il salario delle guardie carcerarie che hanno uno stipendio di 1.350 euro al mese. Decreto Legge perché il provvedimento è "necessario e urgente". Mentre i prezzi corrono incontrollabili.

Un esempio per tutti. La Finanziaria di Prodi, nel testo originale, prevedeva (per la seconda volta) che gli atti di compravendita di immobili, fino ad un valore di 100.000 Euro, potessero essere conclusi da un pubblico Ufficiale diverso dal Notaio, come i Segretari comunali.

Questo provvedimento è stato immediatamente stralciato (meglio stracciato) dalla Legge e non se ne è più parlato, neanche sui media. La potente casta dei Notai è intoccabile. Prodi e Bersani non ce l'hanno fatta.

E allora cosa rimane delle campagne moralizzatrici? Della caccia al fannullone da dare in pasto al popolo delle Partite IVA?

Rimane il sospetto che tutto sia preordinato a fare cassa, a privatizzare interi pezzi della Funzione Pubblica: a delegittimare l'apparato pubblico, per poterlo sostituire con qualcosa di diverso . e sconosciuto.

La Pubblica amministrazione non piace quando non funziona: piace ancor meno quando fa il suo dovere, quando controlla gli evasori, quando verifica i comportamenti di chi vuole approfittare. E paradossalmente si depotenziano oggi le Strutture cui sono affidati i controlli fiscali.

Tornano in mente le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, rilasciate in più occasioni, in merito alla comprensibilità "morale" dell'evasione a fronte della pressione fiscale esistente in Italia: ma quale è per il Cavaliere il limite sotto il quale evadere il fisco diventa non solo illecito, ma "moralmente" censurabile?

Gli effetti di questa nuova stagione "moralizzatrice" e di ricerca di "efficientismo" della macchina pubblica, non sono ancora del tutto delineati, solo due certezze: il taglio del salario dei pubblici dipendenti e l'orizzonte di un contratto da 60 Euro. Oltre l'orizzonte . l'indigenza.

E' accreditata anche un'altra tesi: si sta stringendo il cerchio sul pubblico impiego, per cambiare le regole contrattuali anche del lavoro privato. E viene subito in mente la scena di Metropolis, con gli operai automi che lavorano 24 ore al giorno.

Ma c'è un'altra certezza: le caste intoccabili possono continuare a dormire sonni tranquilli: nessun divieto di cumulo di incarichi per i Deputati, per i Baroni delle Università e degli ospedali.

Chissà quale altro latinismo si rispolvererà per continuare a consentire agli onnipotenti Primari ospedalieri, di fare il doppio lavoro: intra moenia o extra moenia..come vi piace... come vi pare.

Nessuno "scippo" alle prerogative dei Notai, dei farmacisti, dei..

Sarà sufficiente, per presentarsi immacolati al popolo plaudente, tagliare la testa di qualche impiegato pubblico, fare qualche visita fiscale la mattina di Natale ed il pomeriggio del prossimo Ferragosto, mostrare i sacchetti col denaro tolto dal salario accessorio, per potersi presentare come Robin Hood che ha tolto ai ricchi impiegati per dare ai poveri notai.

Saranno immacolati e senza colpa, i custodi della morale, i sacerdoti della giustizia sociale, incaricati di precipitare dalla piramide del potere i cadaveri dei dipendenti pubblici, per lasciarli cadere verso il popolo che troppo tardi si accorgerà di cibarsi di se stesso. Perché il pubblico impiego, il suo indotto e le famiglie che rappresenta, equivalgono a un terzo della Nazione, assicurano un servizio insostituibile e sono i garanti di una funzione vitale per la democrazia del Paese ... se ancora interessa.

Su www.italiainformazioni.com c'è uno spazio fisso per la rubrica PUBBLICO IMPIEGO (prima pagina lato destro)

Irisnews...groups.
per una rifrazione ecoetica
delle notizie

Redazione1
2.08.2008 11:34
Craxi (Ps): “Sta avanzando un disegno illegittimo”

Craxi (Ps): “Sta avanzando un disegno illegittimo”
“Sta avanzando un progetto di legge elettorale per il parlamento europeo vistosamente omicida nei confronti delle minoranze politiche, un disegno che non poggia su nessuna ragionevole legittimità politica, dato che l’assemblea di Strasburgo non sostiene alcun esecutivo”.
“Di fronte a questo stato di cose diviene necessaria un’opposizione democratica energica, un fronte ampio di partiti politici che abbandonino ogni ‘logica delle convenienze’ e garantiscano la difesa dell’attuale sistema elettorale per l’elezione dei membri del parlamento europeo”.
“I socialisti non possono restare nuovamente senza alleati o privi di ogni strategia di alleanze come alle recenti elezioni politiche, a maggior ragione in una competizione in cui l’elemento dello schieramento internazionale diviene fondamentale”.
“Dunque, un fronte ampio di forze laiche e progressiste dovrebbe decidere di unirsi al fine di impedire il varo di una riforma elettorale illiberale e per condurre una battaglia comune senza pregiudiziali di schieramento politico ‘interno’, nel nome delle libertà democratiche, del riformismo e di un’Europa aperta e plurale”.
Così Bobo Craxi, esponente del Partito socialista.
Roma, 1 agosto 2008

Welfare Italia
2.08.2008 11:34

Redazione1
2.08.2008 11:35
Ambiente. Carrara (PD) bene la Prestigiacomo

AMBIENTE: CARRARA (PDL), BENE PRESTIGIACOMO SU CODICE AMBIENTALE

ROMA, 1 AGO - ''Plaudo alla determinatezza e alla volonta' del ministro Prestigiacomo che con la decisione odierna sulla revisione del codice ambientale riapre lo spiraglio di democrazia anche nei confronti di tante realta' dell' associazionismo venatorio''. Cosi' il senatore del Pdl, Valerio Carrara, responsabile del dipartimento caccia di Fi sulla decisione odierna del consiglio dei ministri. ''A Realacci, che ha parlato di minestra riscaldata rispondo che la minestra, riscaldata, amara e' stata fatta digerire con la forza da due anni e mezzo di governo Prodi - continua Carrara - discriminando e mettendo all' indice tante realta' che vigilavano sul territorio nel rispetto dell' ambiente. Ricordo inoltre all'on. Realacci che i cacciatori sono le prime sentinelle ecologiche e la loro opera a fianco di tanti volontari e' stata essenziale per combattere la distruzione dell'ambiente. Grazie ministro - conclude Carrara - hai ripristinato un po' di democrazia''.

Redazione1
2.08.2008 11:39
Sprechi nella sanità

SPRECHI NELLA SANITA’, SANTANGELO E IOVINO SOTTO ACCUSA
Debiti Asl e sanità in subbuglio: la regione Campania si appresta a sostituire tre manager (Nicola Mininni - Santobono, Armando Poggi – Asl Napoli 3, e Giovanni Russo – Asl Salerno 1) mentre l’assessore Montemarano assicura che non c’è pericolo di commissariamento. Ma la commissione trasparenza del Consiglio Regionale, presieduta da Giuseppe Sagliocco, ha evidenziato numerose criticità al termine dell’audizione del direttore generale del Cardarelli, Enrico Iovino e quello del Pascale, Mario Santangelo. Quest’ultimo, in particolare, nonostante le 5 ore di audizione, non avrebbe opposto documentazioni atte a confutare le critiche mosse nei confronti della gestione. In particolare è stato evidenziato il raddoppio di dipartimenti e una pericolosa presenza di diseconomie collegate ad una mancanza di strategie adeguate per il rientro dal debito. In attesa di costituire un dossier sui conti e le consulenze, è stato messo in evidenza anche il mancato decollo del Crop di Mercogliano, un centro per la ricerca che avrebbe solo inghiottito fondi regionali.
Ad Enrico Iovino è stato imputato, invece, la mancata realizzazione delle strutture previste dal piano di sviluppo dell’ospedale, ritardi e inadempienze che si traducono, oltre che in mancate occasioni, in un vero e proprio spreco di risorse, atteso l’enorme volume di contenzioso sorto con ditte appaltatrici e tecnici progettisti.

fonte: http://www.videocomunicazioni.com:80/2008/08/01/sprechi-nella-sanita-santangelo-e-iovino-sotto-accusa/

Redazione1
2.08.2008 12:22
Mafia genera Mafia

Mafia genera Mafia
Nel ringraziare di cuore tutti coloro che sono impegnati nella lotta contro la Mafia, un impegno di così gran peso e straordinaria importanza, ci permettiamo di notare quanto grande, nella generazione del cruento fenomeno mafioso, sia l'apporto dell'altra, certo più mite ma non per questo meno malefica, Mafia di Stato.
Esiste infatti una Mafia Pubblica ed una Mafia Privata, l'una e l'altra generandosi e rafforzandosi a vicenda. E per questo non possiamo credere sia possibile liberarci dalla seconda, nè d'altronde ne avremmo diritto morale, senza aver preliminarmente liberato il nostro Paese dalla prima.
A questo proposito occorre riconoscere quale sia l'esatta origine della Mafia Pubblica: il fatto che i ruoli e poteri del Pubblico Impiego sono assegnati a vita. Infatti, inevitabilmente, tra persone assunte a vita all'interno di una organizzazione, tendono facilmente a stabilirsi legami distorti, nel migliore dei casi di tipo parentelare nel peggiore di tipo mafioso.
Di fatto, trascorsi un certo numero di anni, tra i pubblici dipendenti a vita si stabiliscono rapporti che minano la democrazia e realizzano invece una iniqua oligarchia. Se si considera poi che molti pubblici dipendenti divengono altrettanto inamovibili politici proprio grazie alle audience e clientele della PA, si comprende bene come la complessiva Mafia di Stato che ne risulta diviene indispensabile terreno di coltura e sostegno del più truculento fenomeno criminale propriamente noto col nome di Mafia.
A questo punto, però, corre in nostro aiuto l'osservazione che le risorse della Pubblica Amministrazione, ruoli, poteri e redditi, appartenendo esse all'intera comunità per loro stessa origine e definizione di pubbliche attività, non dovrebbero, non potrebbero essere assegnate a vita, poiché in questo modo si rende di fatto la cosa pubblica di proprietà esclusiva di una privilegiata minoranza della popolazione.
Ecco allora che se vogliamo vivere in una vera Res Publica libera dalla criminalità organizzata occorre venga presto, effettivamente e finalmente, reso pubblico il Pubblico Impiego, attuando una equa, sana rotazione tra tutti coloro che volessero svolgerlo ed avessero i requisiti necessari. In questo modo, scomparendo la Mafia di Stato, periodicamente rinnovandosi quindi tanto la PA quanto il mondo della politica, ed avendo noi pure realizzato una società più giusta e partecipativa, anche l'altra grande Mafia Privata si spegnerà, non trovando più i presupposti per perpetuarsi.
Nell'interesse collettivo, umilmente chiediamo allora che ognuno rivolga lo sguardo al rozzo, vecchio ed iniquo ordinamento del Pubblico Impiego assegnato a vita, affinché possa notarne le tristi, spesso tragiche conseguenze e rivolgere così una parte del proprio impegno in favore di una fondamentale sua riforma:

http://Equo-Impiego-Pubblico-a-Rotazione.hyperlinker.org

Senza questa riforma si potrà combattere, si potrà lottare, si potrà morire, ottenendo pure qualche temporanea vittoria. Ma non si potrà MAI definitivamente debellare nè l'una nè l'altra Mafia.



Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M.
TE - Abruzzo

tel. 339 5014947
tel. 328 0472332

Redazione1
2.08.2008 12:24
Kaka Mahmud, e' curdo, ha 62 anni ed è senza gambe

Kaka Mahmud, e' curdo, ha 62 anni ed entrambe le gambe amputate al di
sotto delle ginocchia.
Nella primavera del 2003 era seduto davanti alla sua casa di Jalaula, un
pomeriggio come tanti altri, trascorso chiacchierando e bevendo te'.
Improvvisamente il rombo degli aerei da guerra accompagnato da
esplosioni sempre piu' vicine, fino a quando una bomba ha colpito
proprio in quel cortile, causando cinque morti e dodici feriti.
Kaka Mahmud e' stato trasportato dalle figlie presso l'ospedale locale,
dove gli sono stati amputati entrambi gli arti inferiori.
E' rimasto confinato per cinque anni in casa fino a quando un vicino non
gli ha consigliato di rivolgersi "agli italiani che ricostruiscono le
gambe".
I suoi muscoli sono molto indeboliti, ma l'impegno con cui lo vediamo
fare gli esercizi quotidianamente lascia pochi dubbi: tra un po'
tornera' a casa muovendosi autonomamente.
Il suo "compagno di esercizi" e' arabo e viene da Bagdad: si chiama Usam
Saby, un omone di trent'anni, una moglie e una bambina di 3 anni che lo
aspettano a casa.
Usam faceva il tassista nella capitale quando due anni fa e la sua auto
e' stata coinvolta in un attentato suicida e ha perso la gamba sinistra,
amputata sopra il ginocchio.
Tutte le mattine Usam, Kaka Mahmud si incontrano nel Reparto di
fisioterapia e insieme svolgono gli esercizi di rafforzamento dei
muscoli, imparando a ritrovare un equilibrio sulle loro gambe nuove.

Fonte: Emergency

Redazione1
2.08.2008 12:26
Siamo ancora in tempo?

SAVE THE DATE !
Giovedì 18 Settembre 2008 a Roma
Instant talk
SIAMO ANCORA IN TEMPO?
L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo del Millennio
In occasione della "Mid term Conference" che si terra a New York il 25 settembre, ci incontriamo per un importante momento di confronto sugli attori, le strategie, i risultati attesi e conseguiti nell’ambito degli impegni per i "Millennium Development Goals", a partire dal ruolo che l’Italia può svolgere e del contributo che può dare alla lotta contro la poverta.
IN OCCASIONE DELL’INCONTRO
SAVINO PEZZOTTA PRESENTERA’ IL DOSSIER
A CURA DI LINK 2007
Giovedì 18 Settembre 2008 a Roma
dalle ore 17.00
Presso la sede UNICEF di via Palestro 68 (Stazione Termini)
Un’iniziativa LINK 2007
In collaborazione con AGI Agenzia Giornalistica Italia

Redazione1
2.08.2008 12:28
Brindisi. Gli ambientalisti incontrano il Sindaco

GLI AMBIENTALISTI INCONTRANO IL SINDACO MENNITTI
Nel quadro della iniziativa rivolta a rilanciare il confronto sulle prospettive del diverso modello di sviluppo dell’economia locale, le nostre associazioni, dopo aver colloquiato con il presidente della provincia Michele Errico, si sono incontrate con il sindaco di Brindisi Domenico Mennitti per un largo e approfondito scambio di idee.

Durante la riunione il sindaco Mennitti ha confermato la linea di ferma opposizione dell’amministrazione comunale alla realizzazione del progettato rigassificatore a Capobianco ed ha riproposto le linee fondamentali del progetto “Brindisi città d’acqua” che ha caratterizzato in positivo l’impegno della sua gestione amministrativa e che ha già dato segni di promettente avvio. Ha poi ricordato le rilevanti iniziative intese a rilanciare la cultura nella nostra città per il loro valore specifico e per l’impulso che sono destinate a dare allo sviluppo della nostra economia.

Le nostre associazioni hanno espresso il loro apprezzamento per la sensibilità ambientale ancora una volta dimostrata dal sindaco, anche a nome della sua amministrazione, ed hanno seguito con vivo interesse gli impegni da lui illustrati. Esse hanno sottolineato l’esigenza che le amministrazioni locali si adoperino per rilanciare la partecipazione democratica e su questa esigenza è stata registrata la piena convergenza di intenti da parte del sindaco.

Brindisi, 2 Agosto 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

Redazione1
2.08.2008 12:48
Italia concede alta onorificenza a Pellas

Italia concede alta onorificenza a Pellas
A volte ci sono cose piuttosto difficili da comprendere, cose che fanno davvero pensare ad un mondo alla rovescia.
Lo scorso 30 luglio 2008, l'ambasciatore italiano in Nicaragua, Alberto Boniver, ha insignito l'attuale presidente del Grupo Pellas, signor Carlos Pellas Chamorro, con il massimo Grado di Grande Ufficiale dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.

Secondo la pagina web del Quirinale, con Decreto Legislativo n. 812 del 9 marzo 1948 è stato istituito l'Ordine della Stella della solidarietà italiana "quale particolare attestato a favore di tutti coloro, italiani all'estero o stranieri, che abbiano specialmente contribuito alla ricostruzione dell'Italia".
Presidente di tale Ordine è il Presidente della Repubblica italiana e tale onorificenza comprende tre classi: la prima conferisce il titolo di grand'ufficiale, la seconda quello di commendatore e la terza quello di cavaliere.
"Le caratteristiche dell'Ordine della "Stella della solidarietà italiana" saranno determinate con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro per gli affari esteri, e sentito il Consiglio dei Ministri". Una cosa interessante è che "Le spese relative all'Ordine della "Stella della solidarietà italiana" per insegne, diplomi e cancelleria sono a carico del bilancio del Ministero degli affari esteri. Il Ministro per il tesoro è autorizzato ad apportare le occorrenti variazioni al bilancio".

Secondo quanto dichiarato dall'ambasciatore italiano durante la cerimonia di consegna dell'onorificenza, "il Grupo Pellas si è dedicato all'ambito sociale aiutando le persone meno fortunate. Questo aspetto è ammirevole perché non tutti i gruppi economici dedicano tanto tempo e denaro alle opere sociali como fa il Grupo Pellas", riportava l'articolo de El Nuevo Diario.
Al ricevere l'onorificenza, il presidente del colosso economico nicaraguense ha dichiarato che "ringrazio Dio, la mia famiglia ed i miei amici per questo riconoscimento, perché hanno lavorato al mio fianco per trasformare il Nicaragua. Per me - ha continuato Pellas - la cosa più importante non è il successo imprenditoriale, ma ciò che stiamo investendo in Nicaragua per trasformare la società. Ciò che investono Aproquen, American Nicaraguan Foundation ed il Centro Empresarial Pellas per migliorare la nostra società, l'ambiente, questa è per me la cosa più importante. Per questo siamo l'avanguardia della Responsabilità Sociale Imprenditoriale", ha concluso.

L'onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica italiana, su proposta dall'attuale governo (conferita ufficialmente lo scorso 22 aprile 2008 e consegnata il 30 luglio 2008), non sembra però prendere minimamente in considerazione le continue denunce di migliaia di ex lavoratori dell'impresa agroindustriale dello zucchero Ingenio San Antonio, di proprietà della Nicaragua Sugar Estates Ltd (NSEL)., che è parte del Grupo Pellas.
Secondo questi ex lavoratori, l'uso indiscriminato di pesticidi nelle piantagioni di canna da zucchero, di proprietà della NSEL, avrebbe provocato una vera e propria epidemia di Insufficienza Renale Cronica (IRC), a causa della quale negli ultimi anni sono già morte 2.868 persone che avevano lavorato per l'Ingenio San Antonio. Allo stesso tempo sono migliaia i malati di IRC che sopravvivono a stento.
La Asociación Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crónica (ANAIRC) porta avanti da anni una tenace lotta per poter ottenere un indennizzo per i suoi affiliati ed affiliate, avvalendosi della Legge 456 che ha riconosciuto la IRC come malattia professionale e di più di 4.500 pensioni concesse dalla Previdenza Sociale per questo stesso motivo.

Di fronte a questo difficilmente comprensibile gesto della Repubblica Italiana, la presidentessa di ANAIRC, Carmen Ríos, ha commentato alla Lista Informativa "Nicaragua y más" che "non riusciamo a capire come il governo italiano abbia potuto concedere questa alta onorificenza a Carlos Pellas e crediamo che a livello di istituzioni italiane non si conosca cosa stia succedendo nella parte occidentale del Nicaragua. L'uso indiscriminato di pesticidi nella produzione agroindustriale di zucchero e dei suoi derivati, come rum, alcool, melassa ed etanolo, ha provocato quasi tre mila morti negli ultimi anni e migliaia di ammalati di IRC, vedove ed orfani. Non posso davvero credere che sia stato dato questo titolo a chi dirige un gruppo economico chi riteniamo responsabile di questo fenomeno di morte silenziosa.
Invitiamo - ha concluso Ríos - l'ambasciata italiana e il popolo italiano a venirci a visitare a Chichigalpa, per ascoltare la nostra voce e la storia di migliaia di persone ammalate e in fin di vita, che hanno lavorato nell'Ingenio San Antonio con stipendi miseri, facendo ricchi i loro proprietari".


© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

Redazione1
2.08.2008 20:06
Energia eolica.

Energia eolica. Faccio presente che l'attuale obiettivo del Piano Energetico Regionale, approvato dalla Giunta precedente è di 8 megawatt elettrici. Tra quanto realizzato e quanto in via di realizzazione o approvazione abbiamo già superato tale obiettivo, infatti siamo già attorno ai 22 megawatt. Con la nuova delibera si introduce un obiettivo di 60 - 90 megawatt ulteriori, a cui si aggiugono quelli realizzabili in area urbana. Dunque in totale si passa da un obiettivo di 8 MW ad uno di 120 - 150 MW circa, che mi pare equilibrato per una regione delicata e fragile come la nostra. Le aree indicate sono, e nella delibera questo viene rimarcato chiaramente, considerate prioritarie, non escludendo altre aree. Abbiamo inviato a tutti i comuni la delibera LASCIANDO UN MESE DI TEMPO CIRCA PER OSSERVAZIONI E RICHIESTE DI INTEGRAZIONE O MODIFICAZIONI. Se i Comuni hanno proposte che tengano conto della qualità del vento, della presenza di viabilità e di elettrodotti a distanza accettabile, certamente terremo conto di esse, purchè naturalmente non rientranti in aree "rosse", dove per vari motivi (rotte migratorie, emergenze paesaggistiche, etc.) già con la delibera del 2002 era proibito l'inserimento di pale eoliche. Devo altresì informare che altre associazioni ambientaliste (Italia Nostra e WWF in particolare) avanzano critiche opposte e cioè di eccessivo "allargamento" dell'obiettivo del PEAR. Naturalmente sia di queste ultime, sia delle osservazioni di Legambiente, terremo debito conto. Cordiali saluti a tutti, Franco Zunino.
fuser54@libero.it
Genova 2 agosto 2008

Redazione1
2.08.2008 20:08
Chiude la discarica di San Remo?

La situazione della discarica di Collette Ozzotto è piuttosto delicata. L'ulteriore ampliamento richiesto è soggetto a V.I.A. Alcune problematiche intervenute stanno effettivamente ritardando la possibilità d'esame di tale ampliamento. A riguardo dell'impianto di depolimerizzazione non sò nulla. Dovrebbere chiedere in Provincia, oppure ai miei funzionari e dirigenti del settore in Regione: da ieri per un pò di giorni non sarò in ufficio, avendo iniziato le ferie. Può richiedere a mio nome eventualmente. Cordail isaluti, Franco Zunino

Redazione1
3.08.2008 12:24
Estratti del testo presentato dal WWF Liguria

Estratti del testo presentato dal WWF Liguria
Marco Piombo
Oggetto: Osservazioni alla Delibera di Giunta regionale ligure n. 19/2008 in relazione all' aggiornamento degli obiettivi del Piano Energetico Ambientale Regionale Ligure - PEARL - per l'energia eolica: individuazione dei siti potenzialmente idonei all'installazione di impianti eolici.
punto 1)
In merito si ritiene osservare quanto segue:
la Regione Liguria, nel proprio piano energetico regionale approvato dal Consiglio regionale con delibera n.43 del 02/12/03, considera il potenziale eolico ( che non supera infatti i 13 Ktep su base annua, evidenziando che soltanto 17 località avrebbero un potenziale annuo superiore ai 150 Ktep) basso e prevede per l'eolico un potenziale di sfruttamento come Energia rinnovabile pari al 1% complessivo su tutto il territorio regionale !;
- in ogni caso le caratteristiche morfologiche ed orografiche della Regione Liguria portano ad escludere ipotesi di impianti eolici di grandi dimensioni ed una loro capillare diffusione.
- il territorio ligure presente numerose aree sottoposte a vincoli ambientali.
Punto 2)
Osservazioni:
premesso che
La procedura di valutazione d' impatto ambientale (VIA) nasce con la direttiva europea n 85/337/CEE.
All'art. 3 la direttiva europea determina gli aspetti che devono essere esaminati al fine di decidere se un'opera debba essere realizzata con determinate modalità piuttosto che con altre, esaminando dunque le varie alternative, oppure ,se verificata l'impossibilità di abbatterne gli impatti negativi, non debba essere realizzata affatto.
Questo il testo dell'art.3: " la valutazione d'impatto ambientale individua, descrive e valuta, in modo appropriato, per ciascun caso particolare e a norma degli articoli da 4 a 11, gli effetti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori:
- l'uomo, la fauna e la flora;
- il suolo, l'acqua, l'aria, il clima, il paesaggio;
- i beni materiali e il patrimonio culturale;
- l'interazione tra i fattori di cui al primo, secondo, e terzo trattino."
Si chiede pertanto che vengano esaminati tutti questi aspetti, sulla base delle considerazioni e dei criteri di seguito esposti.
Il territorio ligure oltre a presentare notevoli pregi storico-ambientali, archeologici, paletnologici e antropologici, rivela anche caratteristiche geologiche, paleontologiche, floristiche e faunistiche tali da meritare la tutela e la valorizzazione. L'eccessivo utilizzo delle risorse territoriali da parte delle attività umane, ha indebolito gli ambienti naturali esistenti, conseguentemente alterando la naturale dinamica ecosistemica.
Visto che
- un impianto di produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento lo si considera a tutti gli effetti un impianto industriale (D.G.R. N. 551 DEL 23/05/2008) , e che la Regione Liguria con il DGR. n.966/02 già individuava alcuni fattori penalizzanti per la collocazione di impianti eolici;

- trattandosi di interventi che per dimensioni e densità degli elementi che li compongono (gli aerogeneratori) si risolvono in modificazioni rilevanti del paesaggio e del territorio;

Al tal fine

intendiamo integrare la mappatura delle aree idonee alla loro collocazione, suggerendo di tenere in considerazione molte altre aree presenti nel territorio ligure caratterizzate da notevole naturalità ed integrità e già individuate e tutelate da specifiche normative statale, regionale ed infine provinciale (es: aree protette provinciali, rete Natura 2000) che finora hanno consentito e consentiranno in futuro di mantenere i nostri paesaggi di elevatore valore naturalistico-storico-culturale ancora integri;

in particolare :

1) Le aree carsiche. La presenza di numerose aree carsiche tutelate dalla L.R.14/90 assumono un ruolo fondamentale sotto l'aspetto idrogeologico configurandosi come un insostituibile bacino di ricarica delle falde idriche. Una eventuale posa in opera di tali manufatti ( verrebbero eseguiti scavi profondi tali da poter recare danni irreparabili ).

2) I siti di Fauna minore protetta dalla L.R. 04/92.

3) Il Percorso dell'Alta Via dei Monti Liguri e le strade di collegamento ( AVML L.R. 5/93 ).

Altre di notevole interesse vincolistico:

4) I vincoli:

A) Idrogeologico (R.D.3267/1923).

B) Paesistici e Ambientali individuati dal Dlgs 42/04 (D.D.M.M. 24-4-1985-GALASSINI; ex Lege 1497/39; ), ove la Soprintendenza per i beni Ambientali e Architettonici della Liguria ..indica che ogni modifica dell'assetto di tale territorio, nonché opere edilizie o lavori che incidono sull'assetto paesistico, possono essere pregiudizievoli ai valori ambientali dell'area in questione.;

5) Le aree individuate dal Piano Provinciale delle Aree Protette e dei Sistemi Ambientali.

• la legge quadro sulle aree protette n 394/1991 prevede, accanto alle aree naturali protette di interesse internazionale, nazionale e regionale, quelle di interesse locale, la cui classificazione e istituzione spetta alle Regioni (art. 2, c. 8).

• la legge regionale n. 12/1995, all'art. 4, ha disciplinato il procedimento di istituzione delle aree protette di interesse provinciale e locale. Tale disciplina, tuttavia, è stata modificata a seguito del D.Lgs 112/1998, assegnando alla Provincia l'importante funzione.

• L'art. 20 della legge regionale 3/1999, infatti, ha delegato alle Province le funzioni di istituzione delle aree protette di interesse provinciale e intercomunale.

Con la presente si richiede l'inserimento di dette aree all'interno dei siti non idonei.

6) I reticoli idrografici iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e tutelati dal D.LGS 42/04 art.142.

7) altri vincoli imposti dal D.LGS 42/04 art.142

8) Le pareti di Roccia tutelate ai sensi della L.R. 29/94.

9) gli elementi di flora e fauna individuati per singole specie e/o habitat dalla Carta Bionaturalistica regionale e della Carta della Connessioni Ecologiche potenziali tra SIC, in riferimento alle aree IBA, presenza di Habitat naturali (Direttiva 92/43/CEE) con categoria di minaccia alta e medio alta.

10) ad integrazione delle emergenze paesistiche, architettoniche e storiche, ed aree di particolare tutela ai fini paesistici (CE del PTCP), particolare attenzione va posta a quelle aree non insediate da mantenere - (ANI-MA) Assetto insediativo del PTCP ove tali impianti non risulterebbero assentibili in quanto lo stesso PTCP prevede che vengano mantenuti sostanzialmente inalterati i caratteri della zona.": ciò significa non alterare in misura percepibile le connotazioni paesaggistiche dei luoghi quali la morfologia, la copertura vegetazionale, le visuali panoramiche, le linee di crinale.". Idem per quelle aree individuate come "MA" Assetto geomorfologico del PTCP - il Regime normativo di MANTENIMENTO (MA), ove sono consentiti quegli interventi che rispettino l'integrità degli elementi geomorfologici e/o idrogeologici aventi specifico valore ambientale e non compromettano la complessiva configurazione paesistico-ambientale dei contesto in quanto determinata da componenti idrogeo-morfologiche.

11)

Premesso che

in data 20/12/1996 veniva deliberato dal Consiglio Regionale con delib. N. 105, il Piano di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dei pericoli derivanti dall'amianto come previsto dall'art. 10 della L.257/92. A seguito di tale delibera veniva elaborata dalla Regione Liguria cartografia delle aree nelle quali sono presenti concentrazioni di amianti tali da poter costituire potenziali situazioni di pericolo o da richiedere un controllo nel caso di interventi di movimentazioni, con la predisposizione di linee guida;

Visto che

dalla carta geolitologica si evince che le aree sul territorio ligure, a potenziale rischio amianto sono suddivise in tre gruppi: A,B,C;

- Le linee di indirizzo regionale a norma del DPR 8/8/1994 (presente nell'allegato 2 delib. N. 105 Consiglio Regionale del 20/12/1996 ) prevedono tralaltro:

per la realizzazioni di opere edili, realizzazione di scavi, gallerie, etc.. che comportino movimentazioni e sbancamenti, procedure atte ad una maggiore sorveglianza delle possibili situazioni a rischio esposizione a fibre di amianto individuando in particolare alcune fasi di controllo.

In fase realizzativa delle opere è obbligo in caso di lavori su rocce di tipo A,B,C, contenenti amianto, di effettuare misurazioni di fibre nell'aria ai fini della valutazione all'esposizione degli addetti e di notifica all'organo di vigilanza ai sensi del Dlgs 277/91, fornendo informazioni circa le risultanza sulle misurazioni dell'aria effettuate, i procedimenti di lavoro adottati, le misure di protezione previste, la destinazione del materiale di risulta.

Alla luce di quanto si chiede che le aree interessate dalla loro presenza vengano incluse nella mappatura delle aree non idonee.

Punto 3) Osservazioni alla Distribuzione della risorsa eolica dall'atlante del vento CESI 2007; distribuzione per una velocità media annua >= 4m/s, calcolata ad una altezza dal terreno di 25ml.

- I costi - benefici dell'eolico
Il costo odierno di un aerogeneratore installato si aggira intorno a circa 1140 ?/kW. In un buon sito eolico con velocità media del vento superiore ai 5 m/s si può contare annualmente su circa 2000 ore equivalenti di funzionamento a piena potenza. Pertanto ogni kW produce annualmente circa 2000 kWh. Considerando i parametri finanziari (5% interesse reale per la vita operativa di 25 anni) ed i costi annuali di esercizio e manutenzione (circa 3% dell'investimento iniziale), la produzione di ciascun kWh costa circa 6 centesimi di euro (~120 L), costo perfettamente allineato con quello del kWh prodotto nelle centrali termoelettriche. Il costo di produzione è pertanto competitivo, ma il valore per la rete elettrica in cui il kWh viene immesso non è ancora concorrenziale, perché l'energia eolica è intermittente e quindi ha una scarsa affidabilità. Cioè l'energia eolica fornita ha una qualità tecnica inferiore a quella dal kWh convenzionale: il suo flusso segue i capricci del vento e può venire a mancare senza preavviso.
A parte il valore ambientale, il valore economico riconoscibile all'energia intermittente consiste soltanto nel costo di combustibile evitato, che è solo una parte del costo di produzione. Pertanto il costo evitato corrisponde a circa 60-80 L/kWh e questo è il valore attribuito al kWh eolico. E' chiaro che tale cifra non permetterebbe la competitività, se non venisse considerato il valore ambientale aggiunto. E' proprio quest'ultimo aspetto che spiega il successo economico dell'eolico per due ordini di motivi:

• Il primo si collega al valore ambientale. La quantificazione di questo valore ha portato ad una maggiorazione riconosciuta della passata normativa del Decreto CIP6 del '96 per circa 50-60 L/kWh, per cui il valore totale (costo evitato + valore ambientale) viene attualmente riconosciuto a circa 140 L/kWh, cifra che già di per sé giustificherebbe l'impresa. Tuttavia tale margine non è ritenuto adeguato per grandi investimenti, tanto è vero che il settore eolico ha mostrato segni di decollo solo dopo l'intervento dell'incentivazione aggiuntiva dei Certificati Verdi e della relativa normativa.

• Il secondo motivo è collegato al fatto che ogni kWh prodotto con fonti rinnovabili evita la immissione nell'atmosfera di circa 750 grammi di CO2, fatto che dà luogo alla filiera logica: - impegni europei post Kyoto - normativa europea - normativa italiana (Decreto Bersani) - Certificati Verdi - Borsa-mercato dell'elettricità. In base a questa linea, ogni produttore di elettricità in Italia è obbligato a produrre (in proprio o su acquisto) il 2% della sua produzione totale annuale mediante fonti rinnovabili. I prodotti di energia rinnovabile possono cedere il diritto di marchio "verde" dell'energia rinnovabile ai produttori di energia convenzionale. L'elettricità rinnovabile viene suddivisa in pacchetti da 100 MWh, ciascuno rappresentato da 1 Certificato Verde. Tali certificati vengono immessi nella borsa dell'energia elettrica e vengono scambiati secondo le regole del mercato. Il produttore elettrico, che non vuole produrre in proprio l'elettricità rinnovabile imposta dal Decreto Bersani, compra il suo fabbisogno di "verde" sul mercato dei certificati. Dall'incontro tra la domanda e l'offerta si determina il prezzo del titolo. Quest'anno il prezzo è di circa 140 L/kWh. Questo si va ad aggiungere al prezzo spuntato direttamente per la vendita dell'elettricità alla rete, per cui, in conclusione, il produttore di energia elettrica eolica realizza circa 280 L/kWh contro una spesa di circa 120 L/kWh.

Visto che

Per produrre energia elettrica in quantità sufficiente è necessario che il luogo dove si installa l'aerogeneratore sia molto ventoso;

si ritiene opportuno prevedere ai fini dei costi-benefici di tali impianti, la reale produzione e la presenza di ventosità costante, escludendo quelle aree ove la produzione non sia inferiore alle 1900-2000 ore annue pro-aerogeneratore.

Punto 4) Osservazioni al testo allegato alla delibera intitolato "Criteri per la definizione dei siti potenziali allo sfruttamento dell'energia eolica", al punto 5. Verifica dell'accessibilità stradale dei crinali inclusi nei siti potenzialmente idonei alla realizzazione di impianti eolici (strade extraurbane secondarie, non classificate e tracciati di crinale);

Visto che

La viabilità ricopre un ruolo molto importante all'interno di ogni progetto eolico in quanto deve soddisfare i requisiti necessari per il transito dei mezzi speciali che trasportano gli aerogeneratori e che spesso gli itinerari scelti nei progetti di impianti eolici in base a tali caratteristiche, comportano per le nuove opere stradali e/o di adeguamento delle stesse, nonché la creazione dei piazzali circostanti l'aerogeneratore, notevoli incidenze poco mitigabili dal punto di vista paesaggistico-ambientale e di danno agli habitat naturali e/o al sistema delle connessioni ecologiche.

A tal proposito visto che tali interventi comportano notevoli impatti spesso non rispondenti ai criteri di cui alla DGR n. 966/2002;

si chiede di inserire criteri di non idoneità per quelle aree che presentino viabilità esistente inferiore a metri 4 di larghezza del percorso interessato, evitando a priori quelle aree che non presentano viabilità esistente o non adeguata. Inoltre sarebbe opportuno vietare l'utilizzo della viabilità principale e di collegamento individuata dalla normativa regionale sull'Alta Via dei Monti Liguri a tutela degli obiettivi e delle finalità contenute nella stessa normativa (L.R. 5/93).

osservazioni puntuali:
.......omissis......

----- Original Message -----
From: fuser54@libero.it
To: ambiente_liguria
Cc: ambiente_liguria
Sent: Saturday, August 02, 2008 2:52 PM
Subject: Re:[ambiente_liguria] comunicato stampa eolico

Faccio presente che l'attuale obiettivo del Piano Energetico Regionale, approvato dalla Giunta precedente è di 8 megawatt elettrici. Tra quanto realizzato e quanto in via di realizzazione o approvazione abbiamo già superato tale obiettivo, infatti siamo già attorno ai 22 megawatt. Con la nuova delibera si introduce un obiettivo di 60 - 90 megawatt ulteriori, a cui si aggiugono quelli realizzabili in area urbana. Dunque in totale si passa da un obiettivo di 8 MW ad uno di 120 - 150 MW circa, che mi pare equilibrato per una regione delicata e fragile come la nostra. Le aree indicate sono, e nella delibera questo viene rimarcato chiaramente, considerate prioritarie, non escludendo altre aree. Abbiamo inviato a tutti i comuni la delibera LASCIANDO UN MESE DI TEMPO CIRCA PER OSSERVAZIONI E RICHIESTE DI INTEGRAZIONE O MODIFICAZIONI. Se i Comuni hanno proposte che tengano conto della qualità del vento, della presenza di viabilità e di elettrodotti a distanza accettabile, certamente terremo conto di esse, purchè naturalmente non rientranti in aree "rosse", dove per vari motivi (rotte migratorie, emergenze paesaggistiche, etc.) già con la delibera del 2002 era proibito l'inserimento di pale eoliche. Devo altresì informare che altre associazioni ambientaliste (Italia Nostra e WWF in particolare) avanzano critiche opposte e cioè di eccessivo "allargamento" dell'obiettivo del PEAR. Naturalmente sia di queste ultime, sia delle osservazioni di Legambiente, terremo debito conto. Cordiali saluti a tutti, Franco Zumino

Fonte: Piombo Marco piombomarco@libero.it

Redazione1
5.08.2008 21:57
Osservatorio su Media e Sicurezza di P.Marcenaro

Osservatorio su Media e Sicurezza. Cari amici,
l'invito a partecipare al dibattito sul tema sicurezza e immigrazione, avviato attraverso il sito di Pietro Marcenaro (http://www.pietromarcenaro.it/index.php?option=com_content&task=view&id=379&Itemid=120), è proseguito con il dibattito pubblico alla sede del PD dello scorso 14 luglio e con il lavoro parlamentare (vedi l'interpellanza sul trattamento della popolazione ROM in Italia, http://www.pietromarcenaro.it/index.php?option=com_content&task=view&id=409&Itemid=220).
Ora i lavori e il dialogo proseguono con l' "Osservatorio su media e sicurezza", in attesa di ritrovarci a settembre per un prossimo dibattito.
http://www.pietromarcenaro.it/index.php?option=com_content&task=view&id=411&Itemid=120
Qui sotto trovate, da parte di Pietro Marcenaro, un breve resoconto della prima riunione dell'Osservatorio.
Arrivederci a tutti, buona estate!
---
carola casagrande
segreteria sen. Pietro Marcenaro
334-6207258
------------------------------
OSSERVATORIO SU MEDIA E SICUREZZA
Partecipanti al primo incontro (28 luglio 2008): Pietro Marcenaro, Alberto Papuzzi, Pino Riconosciuto, Laura Carcano, Carlo Boccazzi Varotto, Carola Casagrande.
Non hanno potuto intervenire ma hanno dato disponibilità a partecipare ai lavori Marco Bobbio, Stefano Tallia, Massimo Negarville, Paolo Furia.

L'idea, e il perché di questa idea
La percezione di insicurezza è gran parte del problema dell'insicurezza. Si tratta di una cosa molto reale, che ha conseguenze pratiche molto importanti sulla vita e sui comportamenti delle persone. Contrapporre realtà (ad esempio i dati comparati sui reati commessi nel passato e nei diversi paesi) a percezione è un errore. Entrambe devono essere conosciute e considerate.
La percezione di insicurezza ha tante origini e tante ragioni: l'informazione è una di queste. Nel momento in cui si comincia a osservare l'informazione e le sue conseguenze su questo problema, conviene ricordare che essa non solo non è l'unica causa della percezione di insicurezza.
L'idea di costituire un osservatorio sulle caratteristiche della comunicazione su questi temi, sul modo, sul metodo e sul linguaggio con i quali la stampa e gli altri media affrontano e discutono il tema sicurezza vuole essere uno spunto per generare una riflessione nell'opinione pubblica attenta a questi problemi e in primo luogo tra gli operatori dell'informazione. Un contributo a una discussione responsabile, che avvenga ponendo il problema e cercando di farlo emergere e di illustrarlo attraverso l'analisi concreta del prodotto informativo su questi temi a Torino e in Piemonte. In altre parole sollevare una questione e contribuire a tematizzarla, informando sull'informazione e facendone in questo modo un possibile tema del dibattito pubblico.

Cosa si vuole fare
Quel che si vuol fare non è un'analisi scientifica o quantitativa: non c'è né un ruolo, né competenze che giustifichino una tale pretesa. Almeno all'inizio ci si limiterà ad osservare uno o più casi – o le vere e proprie campagne sviluppate nel tempo che i diversi organi di informazione conducono - ad analizzare come sono affrontati , a comparare tra loro sulla stessa notizia i diversi media.

Come
Raccogliendo e segnalando articoli sulla stampa locale torinese (compresi i giornali free press) in modo da predisporre un dossier con una "cronologia" di come un dato caso viene affrontato e discusso nelle varie testate e nelle varie tipologie di articoli (dall'editoriale all'intervista al reportage).

Operativamente…
In attesa di riunirci nuovamente a settembre, anche con chi non è potuto essere presente, leggiamo, raccogliamo, segnaliamo i vari casi e filoni raccontati sulla cronaca locale sul tema sicurezza (e immigrazione).
http://www.pietromarcenaro.it/index.php?option=com_content&task=view&id=411&Itemid=120


Un caro saluto, Pietro Marcenaro

Redazione1
6.08.2008 19:26
Craxi (Ps): “Sui diritti umani, la destra italiana è in contraddizione”.

Craxi (Ps): “Sui diritti umani, la destra italiana è in contraddizione”.
“La Cina sarà il Paese protagonista del futuro economico del pianeta: essa, dunque, non va isolata, bensì incoraggiata nel modificare la propria politica di apertura sui diritti umani”.
“L’evidente ritardo può essere superato proprio grazie a questa nuova ed impetuosa immersione nella globalizzazione, che impone regole e comportamenti comuni. Ma nel nostro Governo non vi sono idee chiare sull’argomento: la destra, i diritti umani li nega in Italia e poi li invoca in Cina”.
“Per coerenza, i membri di Governo di Alleanza Nazionale, dopo la ‘sparata’ contro la decisione di partecipare ai giochi olimpici di Pechino, dovrebbero rassegnare le proprie dimissioni”.
Così Bobo Craxi, esponente del Partito socialista ed ex Sottosegretario di Stato agli Affari esteri.
Hammamet (Tunisia), 6 agosto 2008

Redazione1
6.08.2008 20:57
Boicottaggio olimpico di M.Galletti

Non ci crederete, ma é vero.
Situazione: TG1 delle 13,30 di mercoledì 6
agosto
Soggetto: servizio su boicottaggio olimpiadi. Nessun accenno al
fatto che l'ipotesi di chiedere agli atleti di fare boicottaggio é
stata avanzata dalla ministra Meloni e dal capogruppo PdL Gasparri.
Corrispondenza da Pechino: gli atleti vogliono partecipare alla
sfilata, i dirigenti del CONI polemizzano, giustamente, contro la
"politica che vuol far fare allo sport ciò che non é capace di fare
lei" (nessun riferimento diretto a Gasparri ed alla Meloni)
Si rientra
in Italia.
Commenti dei politici.
Marina Sereni (PD), spiega il suo
disaccordo con l'ipotesi del boicottaggio richiesto agli atleti (ma non
fa riferimenti né a Gasparri, né alla Meloni).
Daniele Capezzone
(presentato nel sottopancia come *Partito delle Libertà*): " Gli atleti
devono essere liberi di esprimere la propria voglia di partecipazione e
di fare sport. Nessun boicottaggio. Siamo contrari a questi boicottaggi
voluti dalla sinistra"
Io e mia moglie ci guardiamo, trasecolati!
Gasparri e la Meloni sono diventati di sinistra?!
No. E' che la
disinformazione avanza come un rullo compressore.
Amen.

Mario Galletti

Redazione1
6.08.2008 21:05
Expo 2015, Penati, passo avanti.

Expo 2015, Penati: “la nuova bozza di Dpcm è un passo in avanti verso una governance condivisa di Expo 2015”
“Con la nuova bozza di Dpcm inviata dal Governo è stato fatto un passo in avanti che dimostra un atteggiamento collaborativo e costruttivo da parte del Ministero dell’Economia, nella direzione di arrivare alla migliore soluzione condivisa”.
Questo il commento del presidente della Provincia di Milano Filippo Penati alla nuova bozza del Dpcm che definisce la governance dell’Expo 2015.
“Il testo – aggiunge Penati - va nella direzione giusta: l’obiettivo deve essere quello di garantire una governance condivisa, in cui si prevede la partecipazione nelle responsabilità di gestione dell’Expo di tutti i principali soggetti che dovranno contribuire ad affrontare una sfida così importante per Milano e per il Paese. Ci sono tutte le condizioni perché lavorando nelle prossime ore sul testo che già prevede un ruolo di un Cipe allargato agli enti locali e confermando per la Soge l’idea di un Cda che veda presenti tutti gli enti interessati, si possa arrivare a una stesura definitiva del Dpcm senza ulteriori rinvii”.
Milano, 6 agosto 2008

Redazione1
7.08.2008 07:23
Villa Rosa: una sconfitta che brucia la Giunta Vincenzi

Villa Rosa: una sconfitta che brucia la Giunta Vincenzi
La vicenda di Villa Rosa dove, nonostante una delibera del
consiglio comunale di Genova, le reiterate esternazioni
della Sindaco di Genova Marta Vicenzi, il comune di Genova
ha consegnato l'area per la costruzione di parcheggi
interrati in un parco pubblico e vicino a due scuole, e' una
sconfitta bruciante perla politica annunciata dalla giunta
Vincenzi e per la maggioranza che la sostiene.
Nonostante che consiglio comunale e giunta si fossero
dichiarati contrari il parchegio si fara': ma in che paese
viviamo? I tecnici e gli azzeccagarbugli hanno un potere
massimo?
Che credibilita' assumono le dichiarazioni politiche? E le
istituzioni democratiche?
Dopo villa Rosa, l'Acquasola (altro parcheggio dentro un
parco cittadino), la Gronda autostradale (il referendum va
fatto anche contemplando l'opzione zero senno' e' una presa
in giro), la lottizzazione di via Liri, il campo da golf
dell'Acquasanta(con speculazione edilizia annessa).
Cosa ci aspetta ancora?
E' evidente che alla ripresa di settembre la sinistra dovra'
valutare la propria partecipazione alle giunte sulla base
della effettiva realizzazione degli obiettivi.
Sempre sperando che prima dell'inizio dei lavori la Giunta
Vincenzi riesca a non far fare il parcheggio di villa
Rosa........

antoniobruno, capogruppo sinsitra europea - PRC

Redazione1
11.08.2008 11:39
Brindisi. L'enel sponsorizza il basket

L’ENEL SPONSORIZZA IL BASKET
Brindisi, 7 AGOSTO 2008.
Apprendiamo, senza la benché minima meraviglia, la notizia secondo cui il nuovo sponsor della società sportiva Prefrabbicati Pugliesi è l’Enel. Dopo il bisogno di cultura ora il maggiore produttore di energia strumentalizza anche la più grande passione dei brindisini: il basket.
Non avevamo mai dato la minima credibilità alle roboanti iniziali notizie fatte filtrare ad arte su sponsorizzazioni da mille e una notte. Più prosaicamente si ricorre all’Enel perché qui questa ha interessi “speciali” da difendere. Tant’è che il presidente della società sportiva in un comunicato afferma tra l’altro che <l’Enel con la nostra città ha un rapporto speciale> e che dopo quattro il “fidanzamento” è stato convertito in “matrimonio” <a testimonianza di una intesa che ci auguriamo possa durare nel tempo>. La soddisfazione, si vede, è reciproca e speriamo che ciò che tale “vincolo” comporta non danneggi un territorio già gravemente compromesso. Vogliamo ricordare che lo sport è una cosa, gli interessi dell’Enel sono altri. Questo tutti i brindisini dovrebbero saperlo molto bene. Di quale colore sarà la maglietta della squadra di basket non si sa, quello della centrale Enel di Brindisi è per il secondo anno consecutivo NERO che con la centrale di Brindisi Sud, la maggiore centrale a carbone in Italia, immette in atmosfera circa 14,2 milioni di tonnellate.
Brindisini non confondete la vostra passione sportiva con gli interessi dell’Enel, ma soprattutto non barattate il diritto alla vostra salute.
NO_COKE_BRINDISI

Welfare Italia
11.08.2008 11:39

Redazione1
12.08.2008 23:11
I meli di Vignali di L. Boschi

I MELI DI VIGNALI!
Qui, quasi immobile, autogambizzato, sui tetti di Parma, mi giungono voci che il nostro sindaco, Pietro Vignali, si incontra a porte chiuse al Ridotto del Regio con la sua Giunta per pianificare PARMA 2020!! Opperbacco! Appalti? No, partecipazione!
Ecco stia ben chiuso, che non le scappi nulla, perché non so proprio cosa possiate pianificare!! E' mai venuto fuori qualcosa dagli eletti!! Questi che dovrebbero occuparsi del bene comune? Ho difficoltà a ricordare! Vediamo: Il Duomo? No, fu l'antipapa... Il Battistero? L'Antelami... sempre su incarico vescovile... La Cittadella? No, i Farnese.. Parco e Palazzo Ducale? No, Ottavio Farnese... La Pilotta? No, i Farnese... Il teatro Regio? No, Maria Luigia...

Di voi amministratori ricordiamo: l'abbattimento delle storiche mura (Mariotti); le nostre sorridenti periferie con un basso coefficiente di cemento... luoghi di ascolto del sé! La tangenziale, durata vent'anni e se la prendi non sai più dove sei!! I piani regolatori!!! Una storia buffa, da lenzuolata!! La chiusura di una piscina storica in centro città per un parcheggio!! La pianificazione ventennale tra progetti a non finire per un prato...
Si ricordano poi in particolare le linee di sviluppo strategico della città: quali? Ora non mi sovvengono!! Oh che sbadato! Come faccio a non ricordare il piano digitale della città, la sua alfabetizzazione, la rete a banda larga per tutti!!

Il Ridotto del Teatro, si addice alle strategie pubbliche... ridotte in contenuti, non in denaro... che mancano sempre per i cittadini, ma sembra, voi ne facciate uso "oculato" sempre! 8.000.000 per il Festival Verdiano: da top ten per il Premio Brunetta!

Mentre era lì al Ridotto, non è che abbia incontrato il suo sovrintendente, il maestro di chitarra?... Come si chiama? Mauro! Sembra ci sia rimasto male dopo quell'uscita brusca dal Palazzo Municipale! Parlavate per caso di contanti o cantanti?
Le ha detto dei conti? Dello sbilancio? Lui che dice? Ne sa nulla? 8.000.000 lo sbilancio? E' vero?

Si dice che il Regio, da un po' di tempo si sia perfezionato in operazioni di dumping teatrale!! Produzioni svendute a città limitrofe... L'eventuale saldo postumo ad opera di chi sarà? Strategia di Barattiana memoria... Chieda a Roi come fa a ripianare il bilancio della Toscanini dell'altisonante duo Maazel-Baratta!! Che musica quel bilancio filarmonico!

A Parma si gira da anni il nuovo film: "Il tempo dei Meli", regista Proczynski, postproduzione a Montecarlo. A che punto è la produzione? Sarà un film da oscar immagino!
Un salto di qualità ha fatto questa città con quel transito di finanziamenti Arcus!!! 10.000.000 di euro se non erro? Non la si riconosce più! Un transito fantomatico... nelle tasche di chi? Come si dice a Montecarlo? Un tourbillon de prestige! (Parma, 28/07/2008)

Luigi Boschi


visita il blog: www.luigiboschi.it

Sezione racconti LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/7
Sezione articoli LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/6
Dossier Parmamusica: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/191

Redazione1
25.08.2008 22:43
Ministro Gelmini,il Sud è scuola di vita

MINISTRO GELMINI, IL SUD E’ SCUOLA DI VITA
di Antonio V. Gelormini
Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, avrebbe fatto meglio a parlare di corsi formativi per i professori in genere. Quel riferimento al Sud è apparso stonato, offensivo ed inopportuno. Una buona idea applicata male. Anche perché, da decenni, il tasso di efficienza della scolarizzazione “nordica” risulta alquanto scialbo ed insipido. Mentre è indubbio che è al Sud che si estrae la maggior parte del sale.



Sarà effetto del sole, delle piogge scarse e dell’abitudine a confrontarsi con la quotidiana lotta per “sbarcare il lunario”. La risultante è un’innata e raffinata arguzia meridionale, nonché una marcata predisposizione a quello che al Nord chiamano “problem solving”.



Checché se ne dica, i ragazzi del Sud risultano “più svegli” e questo è merito anche dei loro insegnanti, che insieme alla strada sono stati sempre maestri di vita. Vogliamo sperare in un lapsus o nella nebbiosa chiarezza del concetto riportato dalle cronache. Vogliamo sperare che il ministro, parlando di corsi intensivi, volesse riferirsi alla necessità di intensificarli in quel bacino-miniera rappresentato dalle regioni meridionali Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata, per potenziarne qualità e ricchezza della risorsa umana e formativa.



In ogni caso, i fugaci scambi di saluto nel condominio varesino di piazza Carducci (quando era responsabile regionale del suo partito) e quella piccola “or” di differenza anagrafica che ci distingue, mi spingono a un triplice e deciso invito-suggerimento.



L’azione sia meno subliminale e più concreta nei provvedimenti. Vanno bene i grembiuli, i sei o i cinque in condotta e l’attenzione al merito. Ma renda la scuola più interessante per i ragazzi. Intervenga incisivamente nei programmi e faccia in modo, per esempio, che nel Paese che detiene oltre il 60% dell’intero patrimonio artistico e culturale mondiale, il numero di ore di Storia dell’Arte, in tutte le scuole e a tutti i livelli, sia pari almeno a quelle di Religione.



Faccia in modo che la Musica e la Storia dell’Opera e del Melodramma, patrimoni nazionali incommensurabili e ambasciatori del marchio Italia nel mondo, abbiano lo spazio adeguato nei percorsi formativi, per diventare variazioni e opportunità sul tema angosciante degli sbocchi professionali.



E se proprio vuole avere cura della funzione unificante nello Stato della scuola, che deve arricchirsi dai diversi contesti territoriali, trovi il modo di prevedere stage, master, colonie e scambi culturali, che favoriscano la permanenza al Sud di alunni, docenti e dirigenti scolastici del Nord. E viceversa, naturalmente. Conoscendosi meglio, frequentandosi spesso, e non soltanto in vacanza, ci si apprezzerebbe senz’altro di più. E sarebbe per tutti autentica scuola di vita.
(gelormini@katamail.com)

Welfare Italia
25.08.2008 22:43

Redazione1
25.08.2008 22:50
Spotorno.La sede A.Ge distrutta da vandali

Anche questo è Ferrragosto!
La sede A.Ge. di Spotorno (Savona) distrutta in un atto vandalico

Episodi di vandalismo, bullismo: sempre più frequenti, sempre insensati. E stavolta l'aggressione è stata sferrata, per paradosso, contro un'associazione impegnata nel sociale, la cui mission sono esplicitamente le famiglie e in particolare i ragazzi.
Nella notte del 17 agosto, infatti, alcuni giovani si sono introdotti nella sede A.Ge. di Spotorno (Savona) devastandola.

"Con coraggio e spirito di sacrificio" ha detto la presidente dell'A.Ge. di Spotorno, Cristina Ricci "eravamo riusciti, in molti mesi, a trasformare un magazzino dismesso in utilizzo agibile e dignitoso. Alla richiesta dei Carabinieri di quantificare i danni" ha aggiunto, dopo che il fermo è scattato per almeno 5 dei ragazzi coinvolti "mi è difficile rispondere. Quello che si è cercato di distruggere era il nostro sogno, quello che è andato perduto è il nostro lavoro quotidiano di volontari: come dargli un prezzo?".

Non diversa la reazione degli soci dell'A.Ge. Spotorno, che si vedono a un tempo vittime di un atto di bullismo e privati del naturale polo aggregativo per l'attività associativa. Ma estremamente a disagio sono apparsi anche i genitori dei colpevoli, posti bruscamente di fronte all'evidenza che qualcosa, nella crescita dei loro figli, non sta funzionando al meglio.

"Dobbiamo credere" ha commentato il Presidente nazionale "che ogni genitore faccia spontaneamente il meglio che può per educare le sue creature. È un fatto tuttavia che nella società moderna, troppi e incontrollabili fattori concorrano all'educazione dei giovani. Sappiamo che l'impegno educativo lascia sempre aperte strade, offre a tutti una possibilità di riscatto: anche questo episodio potrà essere occasione di crescita per tutti, per i ragazzi e per la comunità".

All'espressione dei sentimenti di solidarietà si unisce un augurio e un caldo incoraggiamento all’A.Ge. Spotorno per la rapida ricostruzione di una sede che anche fisicamente simboleggi determinazione e pertinacia nel perseguire i valori dell'educazione, con modalità capaci di coinvolgere fattivamente società e Istituzioni.

Redazione1
26.08.2008 15:44
Discontinuità cercasi di A.Agostini

Discontinuità cercasi in campo urbanistico
ANDREA AGOSTINI
QUELLO TRASCORSO E STATO UN ANNO molto vivace per l'attività dell'amministrazione comunale. Il lodevole tentativo di segnare una svolta con l'amministrazione Pericu si è protratto tra annunci roboanti e frenate imbarazzate, tutta la politicaurbanistica e della mobilità è stata caratterizzata da questa costante. Vi sono diversi nodi che si sono evidenziati: in primis una difficoltà dell'attuale giunta a portare avanti con coerenza e chiarezza un'idea di città diversa. Al di là degli annunci, ben poco è stato fatto in questa direzione e la politica del territorio è stata più un'urbanistica dei tappulli che non un work in progress. Questo è anzitutto dovuto ad una contraddizione di fondo : tra l'idea di città che Renzo Piano e Marta Vincenti vanno raccontando ogni mese nelle loro interviste e quella della macchina comunale c'è un gap tecnico, culturale, giuridico che niente e nessuno sembra poter risolvere.
Gli annunci per Acquasola, Villa Rossi a Pegli, piazza Dante, Uliveto Murato, e le ritirate tanto precipitose quanto incomprensibili ai più sono tutte basate sul medesimo concetto: siamo vincolati dagli impegni presi dalla precedente amministrazione, non abbiamo un soldo per pagare onerosissime penali, faremo il meglio possibile attenuando gli impatti ( tutti devastanti). Ora quei vincoli c'erano ben prima che Marta Vincenzi diventasse sindaco, e quindi delle due l'una: o Marta Vincenzi ha presentato un programma finto e scritto da incompetenti che non hanno saputo valutare questi,
decisivi aspetti oppure fa un bel fascio di tecnici e giuristi cresciuti a pane e Pericu e finalmente porta avanti il suo programma. Lo stesso vale per la mobilità urbana. Il piano di riferimento è quello steso da Merella anni fa e riferirsi a quello, tutto incatenato al sistema Pericu, vuol dire imprigionarsi da soli. Infine la questione della comunicazione. E impensabile che una amministrazione che ha una sindaco che si dichiara ripetutamente di sinistra comunichi l'avvenuto via libera per un cantiere (piazza Merani ) il giorno dopo che questo è stato interessato da un grave incidente con conseguente sequestro del cantiere da parte della magistratura, oppure che si tolleri che il proprietario di un terreno (Uliveto Murato) escluda da un sopralluogo nell'area le controparti che pure erano state invitate dal Comune, o, infine, che il vicesindaco prenda precisi accordi coi cittadini (sullo slittamento dell'inizio lavori a Villa Rosa) e il giorno dopo si scopra che i responsabili tecnici del procedimento avevano già firmato la consegna dei lavori. Ecco, non è solo questione di politica, non è solo questione di etica, è anche questione di stile. Anche a questo decisivo cambiamento chiameremo l'amministrazione alla verifica nei prossimi mesi.

ANDREA AGOSTINI è presidente del circolo Nuova Ecologia di Legambiente

Redazione1
29.08.2008 17:52
ALITALIA, BIANCHINA DEI CIELI di A.V.Gelormini

ALITALIA, BIANCHINA DEI CIELI
di Antonio V. Gelormini
Tutta la vicenda Alitalia ha rappresentato negli ultimi anni una gigantesca “opera buffa”, con risvolti talvolta drammatici e spesso con incursioni nel grottesco sfacciate e senza pudori. L’epilogo, in uno scialbo scenario da commedia all’italiana, tende a scadere nel ridicolo e, non me ne voglia l’ex ministro (persona stimata e capace), l’arrivo caratteristico di Fantozzi, come commissario liquidatore, riassume tutti i fondamentali della tragicomica finale.



Se arrivasse nella sede romana della Magliana, attraversando spedito il GRA (Grande Raccordo Anulare) sull’indimenticabile “Bianchina”, la riaffermazione della difesa di uno strumentale e ambiguo orgoglio nazionale sarebbe davvero completa.



Saranno i venti e gli echi provenienti dell’Ossezia e dalla Georgia, o le piogge disdicevoli e fastidiose delle correnti migratorie, che già sorvolano le piazze e i giardini delle nostre città, fatto sta che per gli italiani la soluzione del piano Fenice, architettato per la compagnia di bandiera, potrebbe rivelarsi come la famosa “Corazzata Potyomkin” di fantozziana memoria.



Nessuno a parole metterà le mani nelle loro tasche, anche perché è molto facile che le trovino vuote o bucate. Si provvederà ad addebitare direttamente il loro conto corrente sociale. Quello che non produce estratti conto individuali e periodici, facilmente controllabili. Quello che indica già alla nascita di ogni cittadino di questo Paese un debito pro-capite di circa 28.000 euro (55 milioni di vecchie lire). Tito Boeri lo ha riassunto in maniera efficace, analizzando cosa intende l’attuale governo per economia sociale di mercato: “un metodo scientifico per socializzare le perdite e privatizzare gli utili”.



La Fenice tornerà a volare minacciosa e magari col nuovo status di razza protetta. Almeno nel recinto dei confini nazionali. Il marchio CAI (Compagnia Aerea Italiana) rimanderà più alle penne di rapaci sui cappelli degli alpini, che alla leggerezza e all’agilità di piume e ali di aironi, fenicotteri e cicogne viaggiatrici. Al di là delle Alpi e dello stesso Mediterraneo però i cacciatori low cost, e non solo, sono all’erta. E la riapertura della caccia è alle porte. Inglesi e irlandesi non aspettano altro che sentire: “Pull”!

(gelormini@katamal.com)






Redazione1
30.08.2008 18:57
Craxi (PS). Positivo l'accordo raggiunto con la lIbia

Craxi (Ps): “Positivo l’accordo raggiunto
con la Libia di Gheddafi”
“Bisogna riconoscere l’importanza degli accordi raggiunti con il Colonnello Gheddafi e la Libia per ragioni storiche, politiche e strategiche”.
E’ quanto afferma Vittorio Craxi, ex sottosegretario di Stato agli Affari esteri del Governo Prodi ed autorevole esponente del Partito socialista.
“Si tratta di una conclusione indubbiamente positiva”, spiega Craxi, “a cui hanno contribuito numerosi elementi ed al quale hanno partecipato, negli anni, diversi Governi e distinti uomini politici”.
“Va dato atto”, ammette l’esponente socialista, “che i personali impegni del nostro primo ministro raggiungono oggi, non senza oneri, un obiettivo importante per l’Italia, il cui interesse per la Libia e per la stabilità e la prosperità del Mediterraneo risulta fondamentale”.
“Sarà dunque necessario”, conclude Craxi, “mantenere tutti gli impegni assunti, senza riserva alcuna”.

Roma, 30 agosto 2008

Redazione1
2.09.2008 08:48
I veri problemi dell'Italia di U.Montecchi

Carissimi, con la ripresa delle attività due notizie non possono richiamare i veri e grandi problemi dell'Italia :
1°) l'INAIL ha resi noti i dati delle malattie professionali nell'anno 2007 .
2°) Aumentano i pensionati che non riescono a sbarcare il lunario e alcuni sono costretti a rubare per sfamarsi: il caso di Rivarolo (non certo caso isolato) del pensionato di 82 anni che per fame è stato costretto a rubare un pezzo di formaggio ( costo €. 6,8 ) in un super-marcato..........!
Nel primo caso ,anche l'INAIL , conferma che non solo i morti sul lavoro aumentano ma anche gli infortuni e le malattie professionali , nonostante la produzione in Italia sia stagnante : infatti nel 2007 si sono avuti ben 2.000 casi in più raggiungendo la cifra record annuale di 28.497 infortuni denunciati.
Questo drammatico dato provoca circa 1.000 morti operai ogni anni in relazione alle malattie professionali ( specie in rapporto alla esposizione dei lavoratori ad agenti chimici nocivi presenti nei cicli produttivi ).
Questi decessi si aggiungono ai circa 1.300 morti annuali per gravi infortuni sul lavoro.
Il fenomeno denunciato dall'INAIL ha avuto un nel 2007 un dato assoluto record con un aumeno del +7% rispetto al 2006 e, addirittura del +13% rispetto al 2003.........!

I due fenomeni congiunti "sfruttamento/miseria" sono le due facce della medesima medaglia della condizione della povera gente .
Condizioni e problemi che dovrebbero essere al primo posto in tutte le lotte e proposte di mobilitazione dei Partiti all'opposizione di Berlusconi e dei Sindacati Confederali.
Pertanto prepariamoci ad un autunno 2008 alquanto caldo.

Cordialità Ugo Montecchi già dirigente della FIOM e della Camera del Lavoro di Genova .

Welfare Italia
2.09.2008 08:48

Redazione1
2.09.2008 08:49
Liguria al primo posto per infrastrutture

Liguria al primo posto per infrastrutture: smentito il luogo
comune di Genova isolata.

L'Atlante delle infrastrutture 2008 dell'Istat, ripreso dal
Sole 24 ore, assegna alla Liguria il primo posto in Italia
per densita' di strade, autostade e ferrovie.
Strade 35,3 km ogni 10 km quadrati di territorio e 1.190
ogni 100.000 abitanti;
Autostrade: 69,2 km ogni 1.000 km quadri e 23 km per 100.000
abitanti(dati nazionali 21,7 e 11)
Ferrovie: 92,4 km ogni 1.000 km quadri (media nazionale
53,6) e 31 ogni 100.000 abitanti (media 27).
Questi dati ufficiali confermano l'analisi secondo cui la
Liguria e Genova in particolre non hanno bisogno di nuove
infrastrutture,ma della riqualificazione delle stesse.
Vanno eliminati (anche con questi con lavori, e' ovvio) i
"colli di bottiglia" in particolare quello del nodo di San
Benigno che e'il principale responsabile delle code che si
registrano in entrata a Genova Ovest, con ripercussioni
sui tratti vicini.
Vanno divisi i traffici merci da quelli dei passeggeri.
Vanno costruiti limitati,ma importantissimi tratti
ferroviari per poter dare alla citta' moderni metro di
superficie.
Vanno bloccati i parcheggi a rotazione in centro e costruiti
quelli alle uscite dei caselli autostradali.
Soprattutto bisogna disintossicarsi dalla retorica della
Genova 'irragiungibile', delle Opere faraoniche
indispensabili (piu' agli interessi dei grandi gruppi
imprenditoriali che a quelli dei liguri), dalla martellante
propaganda di chi da oltre venti anni continua ad
asfissiarci con gronde e tav invece di fare bretelline
ferroviarie e nodo di san benigno.

Genova, 3 settembre 2008

Antonio Bruno, capogruppo Sinistra Europea-PRC 339 3442011

Redazione1
13.09.2008 15:08
Olimpiadi.Stessi errori ripetuti all'infinito di V.Andraous

GLI STESSI ERRORI RIPETUTI ALL’INFINITO
Quando il dolore e le sofferenze delle immagini superano l’inganno del più astuto componimento politico, quello è il momento di fare i conti con la realtà, quella più vicina alla verità, perché rivendica una giustizia che non può essere denudata dei principi fondamentali quali pari opportunità e pari dignità, nei riguardi dell’uomo e della stessa umanità.
Nel mondo ci sono ingiustizie e tormenti istituzionalizzati, dimenticanze studiate a tavolino, una degnazione colpevole al punto da apparire normalità, accettabilità, consuetudine.
Eppure di fronte alle sequenze che ci vengono mosse contro, non è possibile fare spallucce.
Un paese enorme la Cina, invadente e invasivo, per la sua potenza economica e militare, per la sua politica unidimensionale che non arretra neppure al bisogno di se stessa in difficoltà.
La Cina e il Tibet, sembra la favola del gigante e la bambina, ma non si tratta di filmografia né di letteratura, è la scena di una violenza ideologica, è aggressione che non conosce ritardo, a scapito di diritti non meglio definiti, e quando questi non sono del tutto condivisi, diventano motivo di contrasto, al punto da annientare popoli e religioni, la stessa capacità di organizzare il convivere umano.
Business e olimpiadi, censura e ciurma che arresta, tortura, uccide, in nome dell’ordine e dello Stato sovrano, di quanti non rispettano le minoranze destinate all’estinzione.
Il Tibet è lì, in tutta la sua pena, perduto e piagato, all’angolo delle coscienze, con il suo dolore e il suo sangue a rivendicarne la storia, calpestata dalla sordità di chi non sa accoglierne i segni della pace e dell’amore.
Olimpiadi e scelta personale di partecipare, obiettare, rinunciare, condizione del cuore, delle gambe, della testa, dei richiami alla fratellanza allargata, delle eguaglianze, delle mani che stringono altre mani.
Olimpiadi e Tibet in fuorigioco, invisibile testimone del bene e del male che fanno la differenza, debbono esser differenza, per tentare di spiegare le dinamiche, evidenti e mal riposte, che producono violenze inenarrabili, parole e gesti investiti malamente per generare altro male.
Olimpiadi e desiderio di competere, gareggiare, primeggiare, voglia di non esserci alla cerimonia di apertura dei giochi, voglia di dire la mia, di dissentire, voglia di esserci e dare il mio contributo per amore della pace, proprio nel momento in cui si sta consumando un martirio.
Quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che gli uomini intelligenti prendano in mano la propria coscienza e spunto dai propri sbagli per costruire un modo più efficace di funzionare in futuro.
Queste Olimpiadi dovrebbero indurre gli uomini a essere meno arroganti, a percepire il fremito degli atleti che daranno il massimo per vincere non solo una medaglia, non solo un applauso, questi giochi stellari non saranno terreno fertile né facile per chi non si mostra capace di riflessione, riempiendo stoltamente il proprio vivere degli stessi errori ripetuti all’infinito.

Vincenzo Andraous

Welfare Italia
13.09.2008 15:08

Redazione1
13.09.2008 15:10
Fai la cosa giusta

Tra un mese passa a Genova e ritira le tue “istruzioni per il futuro”
Al Porto Antico per la prima volta sbarca
“FA' LACOSAGIUSTA,
fiera ligure del consumo critico e degli stili di vita sostenibili

Dal 26 settembre stand, incontri, progetti, prodotti, orto in piazza, pesca a basso impatto…

e il 28 settembre BIODOMENICA 2008, giornata nazionale dell’agricoltura biologica



27 ago 2008 – Prezzi troppo alti? Prodotti sempre più scadenti? Bollette fuori controllo? Rifiuti ovunque? Ambiente e paesaggi a rischio? Cambiare stile di vita, trovare le risposte e le soluzioni ai problemi di tutti i giorni da soli è molto difficile. Ma farlo insieme a centinaia di altre persone di tutta Italia, in una delle più belle piazze d’Italia… in riva al mare sarà un’esperienza indimenticabile.

Tra un mese esatto, al 26 al 28 agosto al Piazzale delle feste del Porto Antico di Genova sbarca Falacosagiusta, la prima fiera ligure del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che dopo Milano, Trento, Piacenza, Torino e Parma diventerà per un giorno la capitale italiana delle economie sostenibili.

“FALACOSAGIUSTA, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili a Genova e in Liguria” è realizzata da un coordinamento ligure di cui fanno parte Arci, Fair, il gruppo d’Acquisto solidale Birulò, La Bottega Solidale, Legambiente, Mani Tese Genova, il MDC – Movimento difesa del Cittadino, Rete Lilliput Genova e la Circoscrizione Soci di Banca Etica Liguria, su un’idea di Terre di Mezzo Eventi.

Le istituzioni e gli enti locali presenteranno le proprie "buone pratiche" per un cambiamento virtuoso del nostro modo di produrre, consumare, governare e divertirsi.

Volete imparare a costruire un orto urbano che salvi le tipiche (e sconosciute) specie vegetali liguri, comprare il pesce più buono senza danneggiare il bel mare ligure, scegliere l’energia più pulita, combattere l’invasione dei rifiuti, conoscere i produttori e gli artigiani della Liguria e della città più innovativi e responsabili, ma anche conoscere le attività delle associazioni, delle organizzazioni, dei media e delle imprese che tutti i giorni sostengono il consumo critico e le economie solidali? Volete cominciare a comprare, capire, partecipare in modo diverso?

A “FALACOSAGIUSTA” troverete le “istruzioni per il futuro ” in uno spazio aperto alla città, strutturato come una vera e propria mappa della sostenibilità: Viaggiare, Nutrirsi, Vestirsi, Abitare, Divertirsi/Informarsi, Risparmiare/consumare. All’interno di tutte queste aree troverete per tre giorni:

- oltre 70 stand di produttori che si diversificano da aziende agricole biologiche a aziende del settore delle energie alternative, dall’editoria di settore a produttori di servizi (come turismo responsabile, finanza etica, ecc…), dal commercio equo e solidale alla cooperazione sociale e associazionismo di settore.

- Incontri, dibattiti, convegni: per tutti e tre i giorni la fiera proporrà occasioni di incontro e dibattito con esperti nazionali su diversi temi ritenuti centrali. 11 incontri su energia, pace, grandi opere, finanza, agricoltura, beni comuni e molti altri.

- Laboratori per bambine/i, e chiunque voglia sperimentare confrontarsi con idee, tecnologie, tecniche di compostaggio, gestione conflitti, proprietà intellettuale, manutenzione biciclette, orti urbani, software libero.



Assieme a Falacosagiusta Liguria… la Biodomenica!

Quest’anno alla fiera “FALACOSAGIUSTA, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili a Genova e in Liguria” si affianca alla “BIODOMENICA” a Genova, organizzata a livello nazionale dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), per favorire e festeggiare l'incontro tra il mondo agricolo e i cittadini/consumatori, e creare insieme un movimento di opinione in grado di orientare il mercato e le istituzioni.

Chi sostiene Falacosagiusta Genova

L’iniziativa è sostenuta da Regione Liguria, Provincia di Genova, patrocinata dal Comune di Genova e realizzata in collaborazione con Celivo. Main Sponsor della fiera è “I provenzali”, sponsor “Amiu” e “Novamont”. Si ringraziano anche Ecobimbi, Biblioteca Berio, Cecs, Museo dell’Antartide, Biblioteca De Amicis, Muma, Città dei Bambini, Libreria Porto Antico.

Redazione1
13.09.2008 15:12
Croce della pace al Sindaco di Castel del Monte

L'Ambasciatrice di Pace Agnese Ginocchio ha premiato il Sindaco Luciano Mucciante di Castel del Monte(Aq)
E' il primo sindaco in Italia ad essere insignito con la Croce della Pace

Campania (Alife-Ce) - Nell’ambito delle manifestazioni estive programmate dall’Amministrazione Comunale di Castel del Monte, uno dei borghi più belli d'Italia in provincia de L'Aquila, che solo nel periodo estivo registra la media di oltre 5000 visitatori l'anno, particolare importanza e significato ha assunto la Giornata di Domenica 24 Agosto, dedicata alla Solidarieta’ e alla Pace. Tra gli ospiti convenuti la presidente Unicef comitato provinciale L' Aquila dott.ssa Carla Irti e l'Ambasciatrice di Pace campana (nativa di Alife comune dell'alto casertano-matesino) Agnese Ginocchio. Alla presenza delle autorità istituzionali della Regione Abruzzo, nell’aula Consiliare del Comune il Sindaco di Castel del Monte Luciano Mucciante, quale rappresentante della comunità di Castel del Monte, ha ricevuto dal Comitato Nazionale Unicef Italia l' importante nomina di: “Difensore Ideale dell’Infanzia”. La manifestazione istituzionale si è conclusa con una commovente cerimonia, quando la rappresentante del Movimento internazionale Ambasciatori per la Pace, Agnese Ginocchio, ha consegnato al Sindaco Luciano Mucciante (primo Sindaco in Italia a ricevere questa investitura), al Presidente del Comitato Provinciale Unicef Carla Irti e al Presidente dell’Associazione Corale Fonte Vetica Alessandro Petricola la “Croce Missionaria della Pace” per il servizio e l’attenzione dimostrata verso la comunità internazionale, per la difesa del bene comune e la tutela dei valori di pace e solidarietà. Castel del Monte con l'investitura della Croce e le nomine ricevute, é divenuta a tutti gli effetti: "Città per la Pace" (foto cerimonia di premiazione. Autore: Andrea Pioltini)

Redazione1
13.09.2008 15:14
Festival trilingue delle poesie

Serata pierriana a Nova Siri (MT)
Poesia come forma di comunicazione da riscoprire. di Silvia Terribili

E' stata presentata giovedì 14 agosto nella bella cornice del festival Cinemadamare di Nova Siri la prima edizione trilingue in tursitano, italiano e olandese di 39 poesie d'amore di Albino Pierro edite da Archivia Basilicata. Il testimonial e interprete di questa serata dedicata all'oralità e teatralità della poesia è Antonio Petrocelli, noto attore di cinema, teatro e TV, ma soprattutto abile declamatore e fine dicitore, due specializzazioni artistiche tutte da riscoprire. Antonio Petrocelli non si è presentato solo come interprete, ma anche come cotraduttore insieme alla poetessa Maria van Daalen e Silvia Terribili, di questa originale nuova versione in poesia di alcune tra le più belle poesie d'amore del poeta di Tursi.

Antonio Petrocelli, definito da Bellocchio "un grande intellettuale", come ha ricordato il direttore di Cinemadamare , Franco Rina, è un attore di estrema versatilità, una presenza emblematica e inquietante nei principali film di Moretti, che passa con disinvoltura dalla fiction TV (ricordate l'efficace psicologo dei Cesaroni, che spiega ad un imbarazzato Amendola come imparare a pronunciare le parole legate alla sessualità di cui inutilmente ci si vergogna?) a mirabili declamazioni futuriste, una vera e propria orgia sonora, un'esplosione di onomatopee, parole in libertà, colori e sapori volti a incantare e sedurre l'ascoltatore, divertirlo e sorprenderlo.

Per l'attore di origine lucana, una duplice veste dunque di traduttore e interprete pierriano, a nostro avviso il migliore attualmente a livello nazionale grazie alla consolidata professionalità nell'arte della declamazione poetica e alla vicinanza del tursitano con la lingua madre dell'attore, nato a una decina di km dal paese di Pierro.

La poesia va letta, va recitata, come ci insegna la tradizione dell'oralità, ma questa originale arte si è persa nel tempo oppure è stata affidata ai soli lettori scolastici che pure avendo il merito di divulgare nella scuola la conoscenza dei poeti, in genere non sanno leggere teatralmente. Leggono enfatizzando e caricando di accenti con il risultato di suonare stucchevoli, pesanti e di conseguenza noiosi e allontanare lo studente dalla poesia, considerata barbosa, antiquata e fuori del tempo.

Antonio Petrocelli ci ha offerto una dimostrazione di come si legge un testo poetico fornendoci varie possibilità, varie tonalità, varie regie e vari colori.

E' incredibile come si possa giocare con la voce e sono innumerevoli i modi per rendere teatralmente un verso. I momenti più emozionanti della serata sono stati quelli in cui l'interprete ci ha fatto sprofondare con gioco sapiente delle tonalità basse nei burroni e negli strapiombi delle gravine lucane, voce che emerge dalle caverne delle emozioni più profonde che esprimono un indicibile eros. Ma si rabbrividisce anche quando la poesia viene detta "parlata", senza nessuna enfasi, con quell'insostenibile leggerezza dell'understatement petrocelliana che risulta così naturale, ma che può essere raggiunta solo con un lavoro di scavo e "a togliere" di anni che solo un attore e fine dicitore ben oliato è in grado di offrire.

Le lezioni pratiche di lettura pierriana di Antonio Petrocelli dovebbero a mio avviso accompagnare la presentazione in tutta Italia di questa coraggiosa pubblicazione da parte di Archivia Basilicata di Battista D'Alessandro di Rotondella (Matera) di un poeta che a torto non ha avuto una capillare diffusione nazionale forse perche' relegato nell'angolo dei poeti dialettali. Pierro non scrive semplicemente "in dialetto", ma sceglie la sua reinventata lingua tursitana per veicolare un'ispirazione seducente e originalissima.

Cinemadamare ha regalato dunque alla poesia una delle serate del suo festival di cinema, un pubblico attento e emozionato ha ascoltato e seguito con grande attenzione la performance di un grande attore che ha il merito di aver offerto una nuova traduzione di Pierro in italiano e una vasta gamma di possibilità di interpretazione (o di esecuzione come fosse uno spartito musicale) e lettura in pubblico. Arte povera che scaturisce escusivamente dalla forza della voce, dalla capacità di scandagliare con la voce le complicazioni e i tormenti, ma anche le esplosioni di dolcezza dell'animo umano.

La prossima occasione per ascoltare Antonio Petrocelli dal vivo sarà nell'ambito del festival salentino Negroamaro che si terrà nei prossimi giorni, in cui l'attore proporrà una compilation delle sue declamazioni di maggiore successo, tra cui frammenti di alcuni suoi monologhi teatrali.

Ma chi è in fondo Antonio Petrocelli? Un attore con una straordinaria faccia da diavolo, con un sorriso da Apollo di Veio, rigorosamente "ionico" e indecifrabile, bello, un incantatore raffinato della parola e al contempo ragazzino "tristo" e dispettoso, un volto che non si dimentica come Carlo Delle Piane.
Un personaggio cinematografico da riscoprire e da sfruttare a fondo, come Sorrentino ha fatto con Servillo, costruendo un film praticamente solo su di lui.
Così, se io fossi regista, costruirei un film su Antonio Petrocelli, dandogli il ruolo di Principe Rospo (o di Re Pescatore) o anche di "galletto arrabbiato" di Albino Pierro " che le più belle conta contento e a beccate le prende". Eros e ironia in perfetto dosaggio.

Il libro "Il bacio di mezzogiorno" sarà in libreria nei prossimi giorni, non perdetevi l'occasione di avvicinare un grande poeta riscoperto finalmente grazie a Archivia Basilicata.

Per ricevere una copia del volume contattare:

silviaterribili@hotmail.com



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il bacio di mezzogiorno, trenta9 poesie d'amore di Albino Pierro, edito da Archivia Basilicata, Battista d'Alessandro



Traduttori e curatori:

Maria van Daalen è poetessa e autrice. Ha pubblicato sette raccolte di poesie e una di racconti; la sua ultima raccolta poetica è De wet van behoud van energie (La legge di conservazione dell'energia) (Querido 2007). Insegna alla Schrijversvakschool di Amsterdam. Attualmente sta lavorando a un saggio autobiografico sulla religione Vodou (Haiti).

http://www.mariavandaalen.nl

Antonio Petrocelli è attore di teatro e di cinema e ha recitato in più di 50 film con i più importanti registi italiani. Ha scritto Volantini (CalicEditore 2001) ed è attualmente impegnato con il suo secondo romanzo.

www.apetrocelli.blogspot.com

Silvia Terribili è traduttrice e giornalista radio. Lavora presso l'Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam dove è stata per 15 anni coordinatore dei corsi di lingua.

www.ondaitaliana.org

www.youtube.com/liberalaradio

Salvatore Verde è maestro di scuola statale d'infanzia, giornalista e autore del film Modo armonico semplice che descrive la bellezza della scoperta quotidiana del mondo da parte dei bambini di un asilo di Tursi

www.tursitani.it

Maria Carmela D'Angelo è docente e formatore di italiano, inviata dal Ministero degli Affari Esteri per insegnare italiano presso l'Università di Groninga.

Redazione1
13.09.2008 15:16
Capitano coraggiosi, piloti della nuova Alitalia

Capitani coraggiosi, piloti della Nuova Alitalia
On. Antonio Borghesi 30/08/2008

Cordata preannunciata da Berlusconi in campagna elettorale dopo tanti mesi é finalmente realtà. Voglio segnalare, affinché tutti li conoscano, un breve profilo di alcuni tra i “capitani coraggiosi” che piloteranno Alitalia fuori della crisi.

Roberto Colaninno

Da manager diventa imprenditore senza capitali. Conquista Telecom facendo debiti. Insieme a Gnutti e Consorte non hanno soldi necessari, ma agganci politici: le banche concedono mega prestiti milionari e con un sistema di scatole cinesi conquistano il 51% di Telecom. Hopa (controllata al 51% da Colaninno e Gnutti, con dentro Monte dei Paschi di Siena, Unipol e Fininvest, nel miglior spirito bipartisan) possiede il 56,6% di Bell (oscura società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo). Bell controlla il 13,9% di Olivetti, che possiede il 70% di Tecnost, che controlla il 52% di Telecom. Praticamente Colaninno e soci controllano telecom detendone solo il 1,5%. C’è il dubbio che il controllo di Bell su Olivetti sia avvenuto per effetto di notizie riservate di Colaninno (reato di incidere trading, che tuttavia la Consob non ha accertato). Il Financial Times parla di “rapina in pieno giorno”. Telecom viene gestita così bene che dopo due anni affoga nei debiti, ma Colaninno riesce a venderla a Tronchetti Provera (Pirelli) e a Benetton, con una plusvalenza di 1,5 miliardi di Euro (praticamente esentasse). Naturalmente i veri sconfitti sono i piccoli azionisti della società. Nel 2005 la Consob lo condanna al pagamento di una sanzione per conflitto d’interessi.



Marco Tronchetti Provera

Subentra a Colaninno e lascia nel 2006 dopo aver causato danni disastrosi alla società (il titolo crolla) ed ai piccoli azionisti. Certo anche lui come azionista ci rimette (circa 100 milioni di euro), ma ne incassa 295, tra stipendi e stock options.



Carlo Toto

Parte dall’azienda di famiglia, la Toto costruzioni, che sotto la sua guida di Carlo negli anni '60 non perde una commessa da amministrazioni pubbliche (come le Ferrovie) ed enti locali abruzzesi. Carlo Toto è di casa all'Anas e piano piano passa dai semplici rifacimenti stradali alla costruzione di ponti, gallerie e corsie. Tutto fila liscio fino al 1981, quando lo arrestano con un funzionario Anas in una delle poche indagini pre-mani pulite. L'accusa per falso riguarda l'appalto del ponte sul fiume Comano (crollato nel giugno del 1980). Nel 1988 arriva la condanna in appello con i benefici di legge. Patteggia 11 mesi di condanna per le mazzette pagate per l'appalto di un mega-parcheggioNel giugno ‘94 comprò il suo primo Boeing a un fallimento per quattro milioni di dollari. Anche grazie a quel Boeing, che poi fu rimesso a nuovo dalle officine Lufthansa, Toto finì per firmare un preziosissimo accordo di partnership - era il 2000 - con la compagnia tedesca. Al matrimonio con Lufthansa Toto portava una dote ricca: Air One aveva occupato sistematicamente tutte le rotte nazionali «trascurate» da Alitalia. Quando tuttavia Toto si propone come acquirente di Alitalia, le banche che avrebbero dovuto sborsare 2 miliardi di euro, manifestano scarsa fiducia nell’operazione. Vanta una grande amicizia con il segreterio generale della Cisl Bonanni, uno di quelli che ha detto "no" all'accordo con Air France.



Francesco Bellavista Calatagirone

Lo troviamo socio di Hopa, sembra con i finanziamenti erogati dalla ex Popolare Lodi alla società off shore Maryland, utilizzata in passato anche per comprare Rcs e titoli della stessa Popolare Lodi. Risulta indagato nell' inchiesta sull' aggiotaggio Antonveneta. Insieme a Sergio Billè (già Presidente di Confcommercio) risulta coinvolto nelle vicende che riguardano il “furbetto del quartierino” Stefano Ricucci.



Gilberto Benetton

Partecipa con Tronchetti Provera all’operazione Telecom, acquistata da Colaninno. Nel 1999 acquista l’altra grande azienda pubblica privatizzata, cioè la società Autostrade. Anche in questo caso l’operazione avviene attraverso il debito, che poi dovrebbe essere pagato dalla nuova “gallina dalle uova d’oro” (Autostrade appunto). Nel 2005 la società insieme ad Argofin di Marcellino Gavio entra in Impregilo, alla vigilia della gara per il Ponte di Messina.



Marco Fossati

La Star è l’azienda storica della famiglia. La finanziaria Findim entra nel giro Telecom, quando Tronchetti Provera lascia. Si dichiara convinto che la società nei prossimi due anni migliorerà fortemente. Si fa portatore di un piano alternativo per il rilancio Telecom, che prevede l’ingresso nella società di Mediaset. Per convincere Silvio Berlusconi, Fossati ha addirittura portato Alierta (della spagnola Telefonica socia di telecom) ad Arcore appoggiandosi al lavoro diplomatico di Alejandro Agag, genero dell´ex premier spagnolo Aznar ed ex segretario del Ppe, e di Flavio Briatore, entrambi amici del Cavaliere. Gli stessi uomini che tre anni fa fiancheggiavano la scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Ma intanto il titolo scende.



Marcellino Gavio

I suoi successi “autostradali” prendono le mosse dai rapporti politici, in particolare con il Partito Socialdemocratico di Romita e Nicolazzi. All’epoca del Ministro Prandini (pluricondannato) ottiene mille miliardi di appalti pubblici. Nel 1992 il suo amministratore delegato Bruno Binasco è stato imputato in processi per corruzione (è stato infine condannato insieme a Primo Greganti per finanziamento illecito ai partiti, nell'ambito dei processi di Mani Pulite). Su di lui nel 1992 fu spiccato un mandato di cattura, per presunte tangenti a Gianstefano Frigerio, segretario regionale DC, riguardo l'appalto per l'allargamento della Milano-Genova. Gavio si rifugiò all'estero, a Montecarlo, fino al settembre '93, fino a quando decise di presentarsi ai giudici di Milano, dove si salvò grazie alle solite prescrizioni.Interessanti le intercettazioni con il Ministro Lunari ed Emilio Fede: dimostrano il suo metodo di lavoro. Risulta indagato, insieme a Ugo Martinat, nelle vicende della Torino-Lione. Attraverso Argofin controlla un terzo di Impresilo, in cui entra poco prima dell’appalto per il Ponte di Messina.



Salvatore Ligresti

Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, è finito in carcere per l'inchiesta "mani pulite" e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Speculatore su aree edificabili, di lui si sa che passava le mazzette direttamente a Craxi propria manu e che è stato più volte salvato dalle grandi banche, prone la potere politico.Il suo ex rivale in affari Berlusconi lo nomina nel luglio 2004 amministratore delegato della Rcs Media Group, che controlla il Corriere della Sera, guarda caso. Insieme a Gavio e Benetton è socio di Impresilo, coinvolta nella vicenda dell’appalto per il Ponte di Messina.



Salvatore Mancuso

Nel 2007 la sua nomina alla Presidenza del Banco di Sicilia, con il consenso di Totò Cuffaro e le congratulazioni di Francesco Musetto, viene salutata come un evento. Ma di li a poco dovrà dimettersi. Ma il suo fondo Equinox, con sede in Lussemburgo, è presente in molte operazioni discutibili. Così Mittel, finanziaria guidata da Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo), e il fondo Equinox di Salvatore Mancuso hanno sottoscritto un accordo con Banca Mps e Banco Popolare, creditrici di Fingruppo, per liquidare in bonis Hopa, la società della galassia del finanziere bresciano Emilio Gnutti - finito in disgrazia in seguito alla calda estate dei furbetti del quartierino, anno 2005, quando fu coinvolto nella vicenda giudiziaria delle scalate bancarie e delle intercettazioni telefoniche - e degli imprenditori a lui vicini. Qualche giorno prima di partecipare alla cordata Alitalia acquista il 65% di Air Four, compagnia aerea executive con sede a Milano.



Claudio Sposito

E’ uno degli uomini chiave del salvataggio di Finivest dal fallimento all’inizio deglia anni ’90.All’epoca operava come plenipotenziario italiano per conto della banca d’affari Morgan & Stanley ed il rapporto con Berlusconi divenne così solido che nel 1998 diventerà amministratore delegato di Fininvest. Nel 2003 ritroviamo Sposito ed il suo fondo Clessidra ad operare con Gnutti, Presidente di Hopa, con l’intervento di Mediobanca. Sposito controlla oggi ADR, che gestisce gli aeroporti di Roma.



Emilio Riva

E’ il re italiano dell’acciaio. Non è sconosciuto alla giustizia, che lo ha condannato per il reato di inquinamento della Ilva Siderurgica prima a Genova e ora a Taranto. Inoltre nel 2006 veniva riconosciuto colpevole di frode processuale e tentata violenza privata nei confronti di numerosi dipendenti di Taranto. Pene mai scontate grazie ai vari indulti e sconti. Il suo metodo di lavoro è la privatizzazione dei guadagni e la socializzazione delle perdite: In una lettera al Governo del 14 dicembre Emilio Riva avverte che l'eventuale riduzione delle emissioni di anidride carbonica comporterebbe "la necessità di fermare parte significativa degli impianti in uso. Il personale - afferma - colpito da tali riduzioni non potrebbe essere inferiore, anche nell'ipotesi più conservativa, alle quattromila unità".



Conclusioni

Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti; alcuni di questi imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti? Molti di loro sono Cavalieri del Lavoro. Nel sito ufficiale si legge che “ Gli imprenditori insigniti di questa onorificenza, dalla sua istituzione ai nostri giorni, rappresentano l'élite imprenditoriale del paese e che “L'Ordine al "Merito del Lavoro" premia l'insignito non solo per una specifica attività intrapresa, ma lo vincola ad un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del paese.” Complimenti!

1.C’è qualcuno che si aspetta che gli imprenditori siano mossi dall’intento di rendere un servizio alla collettività?

2. C’è qualcuno che non pensa che, comunque vadano le cose, alla fine usciranno dalla vicenda con la loro brava e ingente plusvalenza?



Fonte: On. Antonio Borghesi

http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=114&Itemid=35

Web http://www.antonioborghesi.it

Redazione1
13.09.2008 15:20
GIORNATA IN RICORDO DI LORENZO TOMATIS

GIORNATA IN RICORDO DI LORENZO TOMATIS Cancerogenesi ambientale. Il contributo della scienza medica alla
risoluzione dei problemi di inquinamento ambientale

Promossa da

Associazione Medici per l'Ambiente-ISDE Italia e Istituto Superiore di Sanità

Martedì 4 Novembre 2008

Istituto Superiore di Sanità "Aula Pocchiari", Roma

La misura dell'influenza che Tomatis ha avuto nel settore della
prevenzione del cancro è attribuibile in gran parte a ciò che Sugimura
chiama "la sua vasta conoscenza della cancerogenesi chimica" e la sua
"sincera e nobile personalità come leader scientifico" che gli ha
consentito di guidare e sviluppare una delle più importanti agenzie di
ricerca nel mondo. A livello personale, egli viene descritto dai suoi
colleghi come persona che ha "uno sguardo acuto e buon senso
dell'umorismo…ha una buona percezione della storia dell'arte, così
come un approccio filosofico a molti problemi della vita", qualità che
sicuramente sono servite ad arricchire non solo la sua vita, ma anche
la vita di coloro con i quali egli ha avuto contatto. (H. Vainio & K.
G. Thigpen, Environ. Health Perspect 1994).

La giornata in ricordo di Lorenzo Tomatis commemora l'uomo, lo
scienziato e il contributo umano e scientifico che rappresentano
concretamente la continuazione della sua vita in questo mondo.

Prima Sessione: Giornata in ricordo di Lorenzo Tomatis

9.30 Giornata in ricordo di Lorenzo Tomatis

Enrico Garaci, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità

Roberto Romizi, Presidente dell'Associazione Medici per l'Ambiente-ISDE Italia

9.50 Il rigore morale e la coerenza scientifica di Lorenzo Tomatis

Stefano Beccastrini

10.20 Programma delle monografie IARC

Vincent J. Cogliano

10.40 Potenzialità e limiti dell'epidemiologia

Valerio Gennaro

11.00 Potenzialità e limiti della tossicologia

Morando Soffritti

11.20 I conflitti d'interesse nella ricerca epidemiologica su cancro
e ambiente

Gino Angelo Levis

11.40 Tavola rotonda e Premio Lorenzo Tomatis

Il medico dalla parte della salute dei cittadini e dei lavoratori

Modera: Gianna Milano

Partecipanti: Delia Tomatis; Patrizia Gentilini; Giovanni Alfredo
Zapponi; Felice Casson; Angelo Carere.

13.00 Pausa pranzo

Seconda Sessione: Il contributo della scienza medica alla risoluzione
dei problemi di inquinamento ambientale

14.00 Epidemiologia e cancerogenesi ambientale

Eugenia Dogliotti

14.20 Il paradigma epigenetico nell'ambito della cancerogenesi

Ernesto Burgio

14.40 Il contributo di Lorenzo Tomatis allo studio della relazione
fra esposizione a sostanze diossino-simili e sarcomi dei tessuti molli
a Mantova

Pietro Comba

15.00 Valutazione storica del contributo dell'epidemiologia
all'individuazione del rischio cancerogeno (il caso amianto, il CVM
ect.)

Benedetto Terracini

15.20 Tavola rotonda

La centralità della salute nelle scelte politiche. Strategie di
coordinamento per la ricerca, il principio di precauzione, la
comunicazione.

Modera: Monica Bettoni

Partecipanti: Francesca Racioppi ?; Mariagrazia Petronio; Alberto
Lucarelli, Marcello Buiatti

16.30 Chiusura della giornata


INFORMAZIONI GENERALI

Sede:

Istituto Superiore di Sanità, Aula Pocchiari

Viale Regina Elena 299, Roma


Segreteria:

Associazione Medici per l'Ambiente – ISDE Italia

Via della Fioraia, 17/19

52100 Arezzo

Tel. 0575-22256 – email: isde@ats.it

Redazione1
13.09.2008 15:23
Faenza, ottim ala raccolta diffrenziata 2008

Faenza: ottimi risultati per la raccolta differenziata nel 2008

Nei 19 Comuni nei quali Hera Imola Faenza gestisce il servizio di
igiene urbana, i risultati relativi alla raccolta differenziata del
primo semestre 2008 registrano un andamento positivo, superando quota
40% e arrivando al 41,3%: +8,4 rispetto allo stesso periodo del 2007.

220mila abitanti circa, insieme alle imprese del territorio, hanno
consegnato ai servizi, nei primi sei mesi dell'anno, 74mila tonnellate
di rifiuti, di cui oltre 30mila raccolte in modo differenziato.

La classifica dei materiali raccolti vede al primo posto carta e
cartone, che cresce di 500 tonnellate rispetto al 2007 e rappresenta
un quarto della raccolta differenziata. Al secondo posto, anche questi
in aumento rispetto al 2007, vengono gli scarti della manutenzione del
verde come ad esempio potature, ramaglie, erba, che, una volta
raccolti, subiscono un adeguato trattamento di compostaggio per essere
riutilizzati sotto forma di terriccio; con oltre 400 tonnellate
raccolte in più rispetto al 2007, vetro, plastica e lattine sono
stabili al terzo posto: dopo un'attenta separazione, sono destinati
agli stabilimenti di riciclaggio dei materiali. Seguono poi gli
inerti, il legno, i materiali ferrosi, le apparecchiature elettriche
ed elettroniche, le batterie, etc.

Mettendo a confronto i dati dei primi sei mesi del 2008 con lo stesso
periodo del 2007, nei 6 Comuni del Comprensorio faentino la
percentuale complessiva della raccolta differenziata passa dal 39,1 al
45,3, con un aumento di oltre il 6%.

La leggera flessione che si registra nel Comune di Riolo Terme è
dovuta in particolare ad una riduzione del conferimento di sfalci e
potature alla stazione ecologica, che nel 2007 aveva raggiunto
quantitativi significativi. Sono invece tutte in crescita le altre
tipologie di materiali che in genere contribuiscono maggiormente a
definire la percentuale di raccolta differenziata, come ad es. carta,
vetro, plastica e lattine. "Progressivamente si va riducendo la
quantità di rifiuti solidi urbani conferiti in discarica – commenta il
responsabile ambiente di Hera Imola Faenza Ing. Giovanni Sandei –
grazie ad un incremento consistente della raccolta differenziata,
dovuta ad una crescente sensibilità da parte dei cittadini e ai nuovi
servizi che abbiamo attivato in alcuni Comuni, come ad es. la raccolta
dell'organico presso le grandi utenze e la raccolta vetro plastica e
lattine presso bar e ristoranti con contenitori dedicati ai singoli
clienti. Da giugno poi è partita la raccolta domiciliare della carta
con i sacchi nei Comuni di Riolo Terme, Casola Valsenio, Brisighella e
Castel Bolognese, che coinvolge circa 11.000 clienti. I primi dati
sono positivi e l'esperienza ci porta a dire che nei prossimi mesi la
raccolta di questo materiale incrementerà in maniera sensibile".

Da ricordare che, nei Comuni a tariffa, la raccolta differenziata
permette di ottenere sconti nella bolletta dell'igiene ambientale. Lo
sconto è di circa 15 centesimi per ogni kg di carta e cartone, vetro,
plastica e lattine conferito alla stazione ecologica del proprio
Comune. La raccolta domiciliare della carta permette di ottenere uno
sconto di 0,75 euro per ogni sacco pieno raccolto e il conferimento
nella campane gialle di vetro, plastica e lattine origina degli sconti
collettivi pari a 8 centesimi per kg di materiale. Una ulteriore
possibilità di risparmio è data dall'utilizzo della compostiera (Hera
la mette a disposizione gratuitamente a chi possiede un'area verde),
che permette di avere uno sconto annuale di 5 euro per ogni componente
del nucleo familiare (lo sconto sale a 10 euro se si utilizza la fossa
di compostaggio). Gli sconti sono imputabili fino ad un importo
massimo pari all'intera quota variabile della tariffa rifiuti,
corrispondente a circa i 2/3 dell'intera tariffa di igiene ambientale.

Per avere informazioni sui servizi di igiene ambientale attivi nel
proprio Comune è a disposizione il numero verde gratuito di Hera
800.999.500 e il sito del Gruppo Hera.

http://www.sabatoseraonline.it/home_ssol.php?site=1&n=articles&category_id=190&article_id=112007&l=it

Redazione1
13.09.2008 15:25
I Repubblicani puntano sul nero di A.V.Gelormini

I REPUBBLICANI PUNTANO SUL NERO
di Antonio V. Gelormini
Alla tempesta di messaggi subliminali sfornati dagli agguerriti e brillanti responsabili della comunicazione di Barack Obama, prima o poi bisognava reagire, rispondendo con astuzia e in maniera adeguata. John McCain, o meglio il Partito Repubblicano, ha deciso di farlo dopo la fantasmagorica convention democratica di Denver. E, in particolare, dopo il capolavoro dell’annuncio di Obama che il suo vice presidente sarebbe stato Joe Biden.



Un ticket dalla complementarità a tasso decisamente esponenziale. Il giovane Barack col più maturo Joe. Il nero Obama e il bianco Biden. La capacità oratoria e l’approccio moderno nella vision e nel sociale con la sicurezza dell’esperienza e la competenza in politica estera. Una fusion dal fascino poco evidente, ma dagli effetti dirompenti, che mette insieme le storie più dure dell’emarginazione etnica e fa ritrovare, sul cammino verso la Casa Bianca, i discendenti “black”di Martin Luther King con l’orgoglio kennediano della grande famiglia irlandese. L’audacia della speranza con il fuoco della passione.



Di fronte a tutto questo lo stesso McCain ha capito quanto il colpo gobbo di un vicepresidente amico, ma con sangue democratico come Joe Lieberman, fosse inadeguato. La coppia avrebbe avuto troppi capelli bianchi e un’età media piuttosto spinta. Roba da veterani con vista alquanto miope verso il futuro. Quasi un incubo, che in 48 ore ha fatto correre ai ripari gli strateghi dell’elefantino, per estrarre dal cilindro Sarah Palin.



Una coppia a miscela fredda. Radici scozzesi e tempra polare alaskiana. I guru repubblicani hanno voluto osare dove i democratici hanno invece esitato. Dando spazio ad una donna, provano a far breccia su un largo strato dell’elettorato statunitense. Ha un nome biblico, il piglio decisionista della migliore Hillary, ha dato buona prova di conformismo e di governo, ed ha un aspetto senza dubbio più grazioso e persino più sensuale, che in tempi di raccolta di consensi sicuramente non guasta. E’ la classica fava in grado di far da esca a più piccioni. Un solo rischio, la sua immagine potrebbe mettere in ombra e cannibalizzare quella del candidato McCain.



Consapevoli che dopo 8 anni con Gorge W. Bush, il presidente più impopolare della storia americana, la riconquista della Casa Bianca è diventata impresa ardua, nel Partito Repubblicano vogliono guardare un po’ più lontano. Sanno perfettamente che l’America è magari pronta per un presidente nero, forse non ancora per un presidente donna. Men che meno le due cose insieme. L’asso nella manica, quindi, non andava sprecato. Condoleza Rice è un jolly che non poteva essere giocato in questa mano.



Barack Obama, se riuscirà a diventare presidente degli Stati Uniti d’America, farà compiere un passo dalla portata storica immensa al suo Paese. Se questo accadrà, il resto sarà un processo naturale. Mai come in questo caso procedere “con dolcezza” può portare davvero molto, ma molto lontano.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
13.09.2008 16:38
Il Sindacato SFIDA, augura buon anno scolastico

Il Sindacato SFIDA, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, augura a tutti gli alunni, in modo particolare ai diversamente abili e alle loro famiglie un buon inizio, nonostante la consapevolezza che le aspirazioni, le speranze, l’impegno delle famiglie, il diritto all’istruzione costituzionalmente garantito e l’obbligo dello Stato Repubblicano di assicurare a tutti il godimento pieno di questo diritto, per la maggior parte saranno disattesi, per loro i cancelli della scuola “aperta a tutti” resteranno irrimediabilmente chiusi.

Il pensiero di SFIDA corre alle famiglie di questi alunni, a loro l’invito a non arrendersi, a non restare in silenzio, a trovare la forza per rivendicare a gran voce il diritto all’istruzione, a non perdere la speranza, quella speranza di poter costruire per i loro figli un futuro che trascenda da logiche ragioneristiche e che li consideri persone con “pari diritti e pari dignità”.

Roma lì 08/09/2008 Il Segretario Nazionale Aggiunto
Dino Mauro DI TULLIO

Redazione1
13.09.2008 16:40
Un libro per amico

un libro per amico
campionati scolastici a squadre sul tema della lettura
anno scolastico 2008/2009

In allegato i regolamenti e le schede di adesione per partecipare ai campionati in oggetto:

• Un libro per amico junior per le scuole primarie (2° ciclo)
• Un libro per amico med per le scuole secondarie di I grado
• Un libro per amico senior per le scuole secondarie superiori

Le scuole della Campania interessate a partecipare dovranno far pervenire, esclusivamente via fax, la scheda di adesione entro il 30 settembre 2008 a:

Associazione Galassia Gutenberg
Ufficio Scuola c/o Pigreco s.r.l. – fax 081/7147521

Cordiali saluti.
Pigreco s.r.l.
Ivana Sanna

Associazione Galassia Gutenberg - Ufficio Scuola c/o Pigreco s.r.l.
Ivana Sanna - tel.081/7147521

Redazione1
13.09.2008 16:46
Lettera alla Commissione Giustizia di V. Andraous

Lettera per la Commissione Giustizia al Senato per gli uomini equi che fanno buona Giustizia
Innanzitutto un cordiale saluto.
Colgo l’occasione per formularLe una riflessione in tema di modifiche legislative sull’Ordinamento Penitenziario, specificatamente al disegno di legge n. 623 d’iniziativa dei Senatori Berselli e Balboni.
Le scrive un uomo, detenuto, ergastolano, che ha già scontato effettivamente 33 anni di carcere, che non ha mai goduto di indulti o amnistie, a cui sono anche stati concessi 5 anni di liberazione anticipata, da un decennio usufruisce di permessi premio, di art. 21, di licenze, della semilibertà, senza mai essere incorso in una sola infrazione.
Dunque un uomo ristretto da 38 anni che nonostante alcuni benefici di legge continua essere un cittadino detenuto.
Leggo sul disegno di legge di cui sopra, la proposta di continuare a concedere permessi premio agli ergastolani che però abbiano scontato 20 anni di carcere, mentre verrebbe abrogata totalmente la possibilità di accedere all’istituto della semilibertà.
In queste mie parole non vi è alcuna intenzione di provocare sterili polemiche o confusioni dialettiche, vorrei formulare alla S.V.I. una riflessione sulla Riforma Penitenziaria, attraverso la mia esperienza, senza trincerarmi dietro ai numeri, alle percentuali.
Esperienza che non è sinonimo di parole dette in fretta per non dire niente, tanto meno elaborazioni mentali che nulla hanno a che vedere con il reale intorno.
Il mio percorso umano e esistenziale è verificabile attraverso eventuali dichiarazioni della direzione dell’Istituto in cui sono detenuto, della Magistratura di Sorveglianza da cui dipendo, del mio datore di lavoro in cui presto il mio servizio, della società tutta con cui interagisco da molti anni, senza alcuna presunzione di insegnare nulla a nessuno o di salvare alcuno dal proprio destino.
E' chiaro che questa possibilità di destrutturazione e conseguente ristrutturazione appartiene a molti altri uomini detenuti che non hanno avuto paura di affrontare con lealtà la salita dietro l'angolo.
Quale significato o valore possiede la concessione del permesso premio a un uomo condannato alla pena dell’ergastolo, ma inibendolo dalla possibilità di usufruire della semilibertà, avendo questi dimostrato di possedere nuovamente i requisiti professionali-etici-morali-necessari?
Il permesso premio è una misura transitoria, certamente importante per il detenuto, ma se inquadrata in un progetto di reinserimento lavorativo e affettivo, possibile, e quindi attuabile.
La mia convinzione è che sia la formazione a creare le basi per ogni futuro cambiamento di mentalità e rottura dei vincoli criminali, ecco perché ritengo il permesso premio, unicamente un approccio a una nuova e ben più importante punteggiatura.
La semilibertà, ancor prima l’art.21, sono il punto di partenza su cui poggiare le fondamenta di un progetto esistenziale, di uno stile di vita che insegna a liberare la propria libertà nel rispetto di se stessi e degli altri.
L’istituto della semilibertà mi ha consentito di ritornare a essere il padre che non sono stato mai, di essere un nonno presente, di sposare una donna stupenda, di definire un ruolo sociale a mia misura, per quanto nelle mie capacità.
Prendermi delle responsabilità mantenendo fede a quel patto di lealtà stipulato con la collettività, nel fare fronte a un mutuo, nello scrivere un libro, essere titolare di una rubrica su un quotidiano, nel parlare ai più giovani.
Semilibertà come formazione, servizio, come stile educativo.
Cosa significa concedere il permesso premio e negare la semilibertà, se non rispedire al mittente qualsiasi opportunità di riscatto e consapevolezza degli impegni assunti o di quelli da intraprendere?
Da molto tempo non mi chiedo se merito quanto di buono sto ricevendo, so che più di così non posso dare. Questo non significa che mi sto ponendo ulteriori limiti ma che sono consapevole dei miei limiti. Se lo Stato, la società, non intendono perdonarmi è un discorso, se invece ritengono di aver usato il carcere per percorrere una strada costruttiva, allora credo che il discorso da fare affinché il carcere migliori le persone sia un altro.
Con sincera stima e gratitudine.
Cordialmente
Vincenzo Lettera per la Commissione Giustizia al Senato

per gli uomini equi che fanno buona Giustizia



Innanzitutto un cordiale saluto.
Colgo l’occasione per formularLe una riflessione in tema di modifiche legislative sull’Ordinamento Penitenziario, specificatamente al disegno di legge n. 623 d’iniziativa dei Senatori Berselli e Balboni.
Le scrive un uomo, detenuto, ergastolano, che ha già scontato effettivamente 33 anni di carcere, che non ha mai goduto di indulti o amnistie, a cui sono anche stati concessi 5 anni di liberazione anticipata, da un decennio usufruisce di permessi premio, di art. 21, di licenze, della semilibertà, senza mai essere incorso in una sola infrazione.
Dunque un uomo ristretto da 38 anni che nonostante alcuni benefici di legge continua essere un cittadino detenuto.
Leggo sul disegno di legge di cui sopra, la proposta di continuare a concedere permessi premio agli ergastolani che però abbiano scontato 20 anni di carcere, mentre verrebbe abrogata totalmente la possibilità di accedere all’istituto della semilibertà.
In queste mie parole non vi è alcuna intenzione di provocare sterili polemiche o confusioni dialettiche, vorrei formulare alla S.V.I. una riflessione sulla Riforma Penitenziaria, attraverso la mia esperienza, senza trincerarmi dietro ai numeri, alle percentuali.
Esperienza che non è sinonimo di parole dette in fretta per non dire niente, tanto meno elaborazioni mentali che nulla hanno a che vedere con il reale intorno.
Il mio percorso umano e esistenziale è verificabile attraverso eventuali dichiarazioni della direzione dell’Istituto in cui sono detenuto, della Magistratura di Sorveglianza da cui dipendo, del mio datore di lavoro in cui presto il mio servizio, della società tutta con cui interagisco da molti anni, senza alcuna presunzione di insegnare nulla a nessuno o di salvare alcuno dal proprio destino.
E' chiaro che questa possibilità di destrutturazione e conseguente ristrutturazione appartiene a molti altri uomini detenuti che non hanno avuto paura di affrontare con lealtà la salita dietro l'angolo.
Quale significato o valore possiede la concessione del permesso premio a un uomo condannato alla pena dell’ergastolo, ma inibendolo dalla possibilità di usufruire della semilibertà, avendo questi dimostrato di possedere nuovamente i requisiti professionali-etici-morali-necessari?
Il permesso premio è una misura transitoria, certamente importante per il detenuto, ma se inquadrata in un progetto di reinserimento lavorativo e affettivo, possibile, e quindi attuabile.
La mia convinzione è che sia la formazione a creare le basi per ogni futuro cambiamento di mentalità e rottura dei vincoli criminali, ecco perché ritengo il permesso premio, unicamente un approccio a una nuova e ben più importante punteggiatura.
La semilibertà, ancor prima l’art.21, sono il punto di partenza su cui poggiare le fondamenta di un progetto esistenziale, di uno stile di vita che insegna a liberare la propria libertà nel rispetto di se stessi e degli altri.
L’istituto della semilibertà mi ha consentito di ritornare a essere il padre che non sono stato mai, di essere un nonno presente, di sposare una donna stupenda, di definire un ruolo sociale a mia misura, per quanto nelle mie capacità.
Prendermi delle responsabilità mantenendo fede a quel patto di lealtà stipulato con la collettività, nel fare fronte a un mutuo, nello scrivere un libro, essere titolare di una rubrica su un quotidiano, nel parlare ai più giovani.
Semilibertà come formazione, servizio, come stile educativo.
Cosa significa concedere il permesso premio e negare la semilibertà, se non rispedire al mittente qualsiasi opportunità di riscatto e consapevolezza degli impegni assunti o di quelli da intraprendere?
Da molto tempo non mi chiedo se merito quanto di buono sto ricevendo, so che più di così non posso dare. Questo non significa che mi sto ponendo ulteriori limiti ma che sono consapevole dei miei limiti. Se lo Stato, la società, non intendono perdonarmi è un discorso, se invece ritengono di aver usato il carcere per percorrere una strada costruttiva, allora credo che il discorso da fare affinché il carcere migliori le persone sia un altro.
Con sincera stima e gratitudine.
Cordialmente
Vincenzo Andraous
carcere Pavia e tutor Comunità Casa del Giovane Pavia
7-9-08 Pavia
carcere Pavia e tutor Comunità Casa del Giovane Pavia
7-9-08 Pavia

Redazione1
13.09.2008 17:05
Appello. Visitate il Museo dell'Olocausto

ADAMOLI (PD): “INVITO I CONSIGLIERI REGIONALI A VISITARE IL MUSEO DELL’OLOCAUSTO DI GERUSALEMME PER FAR VIVERE LA MEMORIA CONTRO L’ANTISEMITISMO”

“Ho invitato questa mattina, con lettera, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ad organizzare una visita dei consiglieri al Museo dell’Olocausto, Yad Vashem, a Gerusalemme. E’ una visita che emoziona, che commuove, che fa riflettere, che fa bene a tutti e in modo particolare a chi ha responsabilità pubbliche”, fa sapere Giuseppe Adamoli, consigliere regionale del Pd.



“Lo spunto – spiega Adamoli – mi è stato fornito dalle cronache di questi giorni, ma l’idea l’avevo già lanciata sul finire della scorsa legislatura, non trovando seguito per varie coincidenze e per l’esaurimento del quinquennio”.



Perché l’invito? “Le ragioni di questa proposta sono tante – dice il consigliere –: ricordare l’ignominia delle leggi razziali, far vivere sempre il valore universale della memoria dell’Olocausto, contrastare le spinte antisemite che si scorgono in maniera preoccupante in questo scorcio di secolo”.



“Ho fatto la mia proposta come singolo consigliere proprio perché non voglio che abbia l’imprimatur di un partito o di un gruppo politico – precisa infine Adamoli –. La visita, naturalmente a carico dei consiglieri, potrebbe comprendere tutti i luoghi religiosi di cui Gerusalemme è ricca, con una guida culturalmente e storicamente preparata, onde evitare strumentalizzazioni e polemiche che sarebbero del tutto fuori luogo”.



Milano, 9 settembre 2008



www.giuseppeadamoli.it





Laura Sebastianutti

Ufficio Stampa PD
Consiglio regionale della Lombardia
Via Fabio Filzi, 29 - 20124 Milano
tel. 02.67.48.2826 - 2584
fax 02.67.48.2845


Redazione1
13.09.2008 17:13
Assemblea di LIBERTAeguale

Orvieto 2008 Assemblea annuale di LIBERTA'eguale
decimo anno

Orvieto, Palazzo del Capitano del Popolo
26, 27, 28 Settembre 2008

--------------------------------------

PROGRAMMA

I sessione
Venerdì 26 Settembre
ore 15.00 - 20.00

RIFORMARE LA GIUSTIZIA
Come se Berlusconi non ci fosse

Partecipano

Renato Mannheimer - Illustrazione dei risultati dell'indagine ISPO
Luigi Covatta - Relazione introduttiva

Interventi

Giuseppe Ayala, Claudia Bettiol, Beniamino Caravita, Luigi Compagna, Fernanda Contri, Gustavo Ghidini, Tommaso Giupponi, Carlo Guarnieri, Emanuele Macaluso, Elena Negri, Giovanni Pellegrino, Giuliano Pisapia, Domenico Pulitanò, Mario Ricciardi, Giovanni Salvi, Francesco Sanna, Valerio Spigarelli, Lanfranco Tenaglia, Fulvio Tessitore.


-----------------

II sessione
Sabato 27 Settembre - ore 9.30 - 13.30 / 15.00 - 19.30
Domenica 28 Settembre - ore 10.00 - 14.00

RIFORMISTI AL GOVERNO: OPERAZIONE 2013

Relazione introduttiva di Claudia Mancina

Interventi di Rosy Bindi, Piero Fassino, Enrico Letta, Riccardo Nencini, Arturo Parisi, Claudio Petruccioli, Francesco Rutelli, Michele Salvati

Partecipano al dibattito

Aldo Amoretti, Augusto Barbera, Pierpaolo Baretta, Marcello Basso, Fiorenza Bassoli, Romano Benini, Giancarlo Bosetti, Bruna Brembilla, Vittorio Campione, Marco Cappato, Stefano Ceccanti, Gianni Cervetti, Franca Chiaromonte, Natale D'Amico, Franco Debenedetti, Leopoldo Di Girolamo, Luciano Fasano, Valeria Fedeli, Anna Rita Fioroni, Antonio Funiciello, Renato Galeazzi, Gustavo Ghidini, Paolo Giaretta, Sandro Gozi, Luciano Guerzoni, Giovanni Guzzetta, Berardo Impegno, Leonardo Impegno, Antonio La Forgia, Piera Landoni, Marco Leonardi, Amedeo Lepore, Silvio Mantovani, Luigi Marattin, Giovanni Matteoli, Stefano Menichini, Stefano Mocio, Tommaso Nannicini, Magda Negri, Corrado Ocone, Luigi Olivieri, Maria Grazia Pagano, Leana Pignedoli, Lapo Pistelli, Antonio Polito, Franca D'Alessandro Prisco, Erminio Quartiani, Umberto Ranieri, Giuseppe Rippa, Carlo Rognoni, Marina Salamon, Gian Carlo Sangalli, Mario Segni, Eugenio Somaini, Francesco Tempestini, Alessandro Tesini, Federico Testa, Giorgio Tonini, Carlo Trappolino, Sandro Trento, Tiziano Treu, Lanfranco Turci, Salvatore Vassallo, Roberto Vitali

Relazione conclusiva di Enrico Morando

Redazione1
13.09.2008 17:57
Cappella Cantone. No alla discarica di amianto

Discarica di amianto di Cappella Cantone. Ecco perché non si deve fare. Adesione al convegno di San Bassano.
L’altra Lombardia – SU LA TESTA aderisce al convegno di San Bassano del 12 settembre contro la realizzazione di una discarica di amianto a Cappella Cantone che, se realizzata, provocherebbe un grave danno ambientale, ma soprattutto potrebbe avere gravi conseguenze sulla salute degli abitanti della zona.

Ogni anno l’amianto uccide più di mille persne in tutta Italia. Ricordiamo che è stato dimostrato scientificamente che anche una esposizione di brevissima durata all’amianto puo’ portare al mesotelioma e non si può mai avere la certezza di non essere stati contaminati.

Il rischio principale è legato alla presenza di fibre aerodisperse che possono essere inalate e penetrare negli alveoli polmonari.

Anche con una bassa concentrazione di polveri di amianto nell’aria è possibile che si sviluppi il mesotelioma o il carcinoma polmonare.

Deve prevalere l’interesse pubblico su quello privato. In merito a ciò vediamo di riassumere sinteticamente i termini degli interessi in gioco:

- la ditta Cavenord dei Fratelli Testa aveva già cercato nel 2005 di acquisire il terreno in località Retorto per realizzare la discarica, ma aveva ricevuto il diniego del proprietario, la Fondazione Robbiani. E' tornata poi all'attacco comprando nel 2007 il terreno adiacente da un privato, per una cifra doppia di quella di mercato e poi ha avanzato la domanda in Regione. Ci chiediamo il perché di tanta ostinazione. Evidentemente la ditta aveva già avuto delle assicurazioni;

- il progetto prevede una capienza di 200mila estensibili a 400mila mc di rifiuti e cioé circa la metà dei rifiuti che la Regione Lombardia prevede di smaltire da qui al 2010. Quindi ci sarà un notevole afflusso di camion provenienti da tutte le parti della Lombardia su un'arteria a scorrimento veloce e molto trafficata (SS415 Paullese) aumentando i rischi di incidenti. C'é da considerare che in vicinanza della discarica in progetto, e sempre sulla Paullese, aumenterà il traffico di camion perché è in costruzione una centrale a biomasse, nel comune di Castelleone (comune confinante);

- il progetto sarebbe improponibile se si seguissero le stesse linee guida indicate dalla Regione Lombardia per l'individuazione da parte delle Province delle aree per il recupero e smaltimento dei rifiuti (DGR 8/6581 del 1 febbraio 2008 pubblicata sul BURL 15 febbraio 2008 4°SS);

- gli abitati di Corte Madama (frazione di Castelleone), Oscasale (frazione di Cappella Cantone) e San Bassano sono al massimo fra 1 o 2 chilometri di distanza;

- pensiamo che l’opposizione delle istituzioni locali sia del tutto strumentale (vedi scadenza elettorale). Lo dimostra il fatto che in ogni occasione pubblica gli esponenti delle stesse si premurano e si agitano nell’affermare l’assoluta non necessità che siano costituiti comitati di cittadini che seguano la questione.

- abbiamo la sensazione che se non ci sarà un’opposizione vera sia sul piano sociale che su quello politico la Regione Lombardia darà certamente l’autorizzazione

Invitiamo tutti a partecipare al convegno il giorno 12 settembre 2008 a San Bassano (CR), alle ore 21:00, presso la saletta riunioni dell’Albergo Leon d’Oro, via Roma 69. Interverranno il dott. Fulvio Aurora di Medicina Democratica, Daniela Trollio, esperta del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio e l’avv. Federico Riboldi, legale che ha vinto una causa contro l’utilizzo dell’amianto all’ATM di Milano.

L’altra Lombardia – SU LA TESTA

Redazione1
13.09.2008 18:41
Craxi. Non dimentichiamo Allende

Vittorio Craxi (Ps): “Non dimentichiamo
l’eroico sacrificio di Salvador Allende”

“L'11 settembre del 1973 un colpo di Stato militare rovesciò il Governo democraticamente eletto in Cile e guidato dal Presidente socialista Salvador Allende, il cui estremo sacrificio venne reso alla sua patria ed ai democratici di tutto il mondo togliendosi la vita ed esprimendo un imperituro grido di libertà - “LORO HANNO LA FORZA, NOI LA RAGIONE” - dinnanzi alla violenza dei militari golpisti sorretti dall'allora amministrazione americana”.
“Noi non dimentichiamo Salvador Allende e le vittime del colpo di Stato in Cile durante gli anni della lunga dittatura del Generale Pinochet, sorretto dalle destre di tutto il mondo. Non lo abbiamo fatto negli anni più difficili e non lo facciamo oggi che il Cile, grazie alla solidarietà internazionale e la grande caparbietà del popolo cileno, ha ritrovato la propria libertà, la propria democrazia ed il proprio benessere sotto la guida di un'altra socialista: la presidentessa Bachelet”.
Così Vittorio Craxi, ex sottosegretario di Stato agli Affari esteri ed esponente di punta del Partito socialista.

Roma, 11 settembre 2008

Redazione1
13.09.2008 18:43
Anche l'ONU fa la sua parte

FINALMENTE! ANCHE L'ONU... FA LA SUA PARTE!
"Rinunciare alla fettina almeno una volta alla settimana avrebbe un impatto notevole".

Questo e' l'appello lanciato dall'Onu per bocca di Rajendra Pachauri, presidente dell'Ipcc, il gruppo di lavoro intergovernativo sui mutamenti climatici delle Nazioni Unite. Pachauri lo scorso anno ha ricevuto insieme ad Al Gore il premio Nobel per la pace. http://www.progettogaia.it/stampa/index.asp?id=302

Diciamo la verita': l'Onu non ha proprio aderito alla Campagna "Io Faccio La Mia Parte" ma, con questa dichiarazione, ne ha riconosciuto implicitamente l'importanza.

Progetto Gaia ha lanciato e sostiene la Campagna "Io Faccio La Mia Parte" da oltre 5 anni, dal 2003 proponiamo un consumo equo e sostenibile almeno un giorno alla settimana partendo dal basso (visto che in alto sono come le tre scimmiette, non sentono, non vedono e non parlano).

Le oltre 2.400 persone che, sin dal 10 dicembre 2003, hanno aderito alla nostra Campagna, hanno compreso, da soli, l'importanza dei piccoli cambiamenti, hanno capito che le scelte individuali, se organizzate collettivamente, non sono inutili. Tante piccole gocce producono effetti devastanti per un sistema ormai al collasso!

Se vuoi partecipare anche tu: http://www.iofacciolamiaparte.org


Un saluto a tutti
Associazione Progetto Gaia
http://www.progettogaia.it

Redazione1
13.09.2008 18:56
Una generazione al limite. di C. Giambelli

Una generazione al limite.
Il solleticante articolo di Ezio Mazzi dal titolo “L’ingorgo all’Italiana” mi sfruguglia a provare a scrivere qualche riflessione sul concetto di limite, a me caro, come appassionato di de-crescita, cioè’ di critico della crescita… senza limiti. Il limite ha di per sé un senso negativo e uno positivo che possono invertirsi rapidamente a seconda delle convenienze di chi esprime il punto di vista dominante, dimostrando così, ancora una volta, la mutevolezza delle cose, la relatività dei valori a cui si vuole attribuire una valenza assoluta.

È positivo, per alcuni, il limite all’ingresso degli immigrati: bisogna porre dei limiti, intesi come difese, barriere, sicurezze; dicono: “Adesso basta; abbiamo superato ogni limite”: questa frase segna, per chi detiene il potere, la decisione di un cambiamento apparentemente senza ritorno, con deleteri effetti su altri, quelli che subiscono la decisione. Peccato che le popolazioni disperate, affamate e oppresse che rischiano tutto della propria vita per cambiare la propria situazione non possano ugualmente avere lo stesso diritto di agire sulla base della stessa frase: “abbiamo superato ogni limite”.

Il concetto di limite è un archetipo ben presente nella vita dell’umanità. La storia della Torre di Babele valga come esempio rilevante, ma anche tutta la Bibbia e soprattutto i libri Sapienziali sono un distillato del concetto di limite, applicato alla vita di tutti i giorni: in altre parole si cercava di discernere ciò che è possibile e auspicabile da ciò che è disdicevole, oltre il limite del ragionevole per la convivenza umana.

Nelle condizioni di traffico urbano vediamo bene esemplificato il concetto di limite: limite di velocità, limite del grado alcolico del guidatore sono misure ben condivise quando siamo a casa, comodamente seduti a leggere il giornale, indignandoci per i morti su strada; ma al tempo stesso sono avvertiti come limiti-impedimenti, quando procediamo a velocità sostenuta, con i nostri SUV (si fa per dire….), sempre più… illimitati nella dimensione. E, protestiamo, le strade sono poche e strette e ci limitano nella mobilità e nella velocità! Probabilmente questo era già vero ai tempi dell’Impero Romano, quando si creavano ingorghi di bighe e carri nelle anguste strade dell’epoca e conseguenti liti. Così, come riportano le cronache storiche, succedeva quando due cavalieri a cavallo si trovavano casualmente a voler attraversare uno stretto ponte contemporaneamente dalle due parti: nessuno dei due voleva recedere, né i cavalli sono propensi a indietreggiare; così si finiva a duelli mortali.

E poi esistono le leggi che stabiliscono, una volta per tutte e in modo uguale per tutti, i limiti utili alla convivenza: anche qui, però vale la stessa considerazione, la legge come baluardo dei diritti e doveri dei cittadini ma anche impedimento-limite alla propria azione creativa e libera. Le vicende di Berlusconi ci raccontano molto su questa differenza: propenso a ricusare i giudici e a proclamare di essere vittima di una giustizia distorta è altresì pronto a invocare la legge quando si sente diffamato dall’Economist che lo dichiarava in un suo articolo “inadatto a guidare l’Italia”. Ma in questo caso il limite glielo ha ricordato il giudice affermando nella sentenza che gli argomenti dell'Economist rientrano pienamente nel "libero ed insindacabile esercizio del diritto di manifestazione del pensiero riconosciuto e tutelato dall'art.21 Cost.".

Così converrebbe procedere con molta umiltà e cautela e su questo abbiamo molto da imparare dagli animali che nella loro “sapienza” millenaria conoscono bene il concetto di limite: facciamo quindi tesoro, culturale, della “sapienza” delle formiche che sanno adattare la propria strada agli ingorghi e anche a quella delle lumache che sanno quando fermarsi dall’espandere la propria casa, che altrimenti diventerebbe di un peso e dimensione insostenibili.

Al limite………non facciamo come i cavalli: impariamo a retrocedere, piano piano, per fare spazio agli altri !

Claudio Giambelli

della CdB di San Paolo - Roma

Redazione1
13.09.2008 19:12
Lettera aperta a G.Pasquino

Carissimo Gianfranco e carissimi promotori tutti,
ne stiamo parlando da marzo 2008 da quando a San Giovanni in Fiore (CS)
partecipammo ad una iniziativa comune, proposta dal Comitato per le Primarie
aperte locale, per le Primarie in Calabria.

Alcuni di noi ieri sera ci siamo visti a Bologna con il Prof. Guzzetta che
ci legge in copia, analizzando le questioni sul campo per la stagione
politica in corso: riforma elettorale europea, votazioni amministrative ed
Europee, Referendum per l'abolizione di una parte della legge "Porcellum".

L'ipotesi di lavoro è quella di una manifestazione (Conferenza stampa,
gazebo, ecc) iniziale a Bologna ad inizio ottobre (susseguita da altre in
altre città) che proponga le Primarie al posto delle liste bloccate (e più
in generale delle liste bloccate a tutti i livelli) per le Europee che
sopprimono le preferenze.

Qui però è fondamentale chiarirsi sulle Primarie e quali Primarie: aperte a
tutti i cittadini (sia come elettorato passivo che attivo) sia come supporti
organizzativi ampi dati per legge, su richiesta di un certo numero congruo
di cittadini, dalla pubblica amministrazione (Mortati le voleva in
Costituzione)?
Per inquadrare un pò il discorso Vi allego intanto un articolo sul tema del
nostro Presidente.

Mi fermo qui e in un momento successivo dirò anch'io la mia in merito.
L'aspetto rilevante è che c'è la possibilità seria di condividere, fra i
nostri due Comitati di cittadini, una proposta politica precisa che ci porti
fino a giugno 2009 a lavorare insieme su un filone comune.
Poi si vedrà.

Confido che in tempi rapidi si agisca unitariamente, mettendo nero su bianco
una precisa proposta politica a favore delle Primarie in Italia.

Ciao e a presto.

p. Comitato Promotore Nazionale per le Primarie
www.perleprimarie.org
Paolo Orioli

Redazione1
20.09.2008 19:06
Assato alla diligenza di L.Boschi

ASSALTO ALLA DILIGENZA Ma dov'è finito l'efficientismo del privato, se le Banche centrali devono intervenire? Che ci stavano a fare tutti quei manager alla Lehman e in AIG?... Rubamazzo?... E la bolla dei mutui? Un modo come un altro per far avere capitali a gruppi finanziari e immobiliari attraverso un consumatore (potenzialmente insolvente, non importa) che stipula un contratto di affitto camuffato da illusione di proprietà... Scopa!

L'intrattenimento di ogni genere e grado edulcora lo stato di razzia, con yes men palestrati, culi e tette in bella vista tv... adescamento secondo i costumi dello spettacolo a telecomando, telenovela, telecity.

Gli assets di una nazione sono principalmente quattro:
-il potenziale umano
-il risparmio individuale
-il potenziale economico
-la raccolta fiscale

Ora in Italia:
-il potenziale umano viene continuamente represso e, se va bene, relegato a stupide esercitazioni;
-una ristretta oligarchia affaristica o malavitosa gestisce le leve di comando;
-il risparmio passa dal collettore bancario svuotato dal sistema finanziario creativo (rapina legalizzata!);
-la capacità economica è obsolescente resa ora precoce dall'innovazione tecnologica;
-le economie pubbliche, generatrici di fatturati certi, sono state tartinizzate e fatta razzia dai furbastri di piazza affari;
-la raccolta fiscale è preda di appalti ladrocini.

Quale futuro può avere questo Paese così ben assortito:
- i cui cervelli sono scappati all'estero, perché qui non si investe in ricerca;
- l'etica è un gioco delle tre carte;
- gli investimenti pubblici sono fagocitati da idrovore che alimentano una élite delinquenziale;
- la scuola non esiste più... si riproducono analfabeti d'anticipo e disabitati;
- la famiglia? In due devono precariamente lavorare per quattro per campare... L'imprevisto economico? Una tragedia! I figli? Una bomba a orologeria nelle mani della telebadante! La casa?... condivisa e mobile... se ti riesce!... Insomma della serie: "disperati in famiglia";
- la sanità è in balia di appalti e incapaci;
- il parlamento è rappresentativo di uno società sclerotizzante, dedita alla truffa e all'orgia;
- le amministrazioni locali presidi clientelari;
- la giustizia uno scolapasta ad usum delphini.

E poi si meravigliano del "disagio", parola di moda, come la "sostenibilità"!... se i giovani bevono o si drogano; se omicidi, suicidi e stragi dilagano; se uno improvvisamente dà di matto!
Finché le mafie governano!... e gli zombie imperversano? Questo è il contesto in cui germoglia la vita, in cui il male prevale sul bene! In cui il falso prevale sulla verità! In cui l'imbroglio è lo strumento per l'obiettivo del profitto! E'la società di Caino non di Abele.

Ma tranquilli, i Sindaci sceriffo prenderanno loro le redini del Paese e allora dai Comuni uno slogan che piace tanto: "Tolleranza zero!"... Da dove iniziamo? Basta con le prostitute!... il cambiamento deve venire dal basso... popolare! Lo dice anche la Carfagna... nei suoi calendari!

Esistono poche isole felici, riserve a tempo, insidiate dagli appalti di modernizzazione... è così che oggi vengono mobilitati gli scontri di massa: non più ideologie, ma tipologie d'affari, fazioni divise sulla modalità di modernizzazione... che piace tanto ai manipolatori di appalti! Veri creativi!... E ti ritrovi così in un ospedale nuovo, un labirinto, senza senso... ti puoi anche perdere, girare giorni in cerca di una informazione, di un reparto... Un cantiere permanente... E' vero Giorgi? Tu sai che tutta una città, Parma, ti maledice tutti i giorni appena pensa o mette piede in quel perverso ospedale nuovo che ci hai costosamente costruito con la tua banda e le tue consorterie di malaffare? Ovviamente indebitando il sistema e distruggendo il vecchio... La cui vasta area era appetita!
Un esempio dello spirito di modernizzazione... che tanto piace ai nostri politici, in nome del quale si battono... così dediti al bene comune... (Parma, 18/09/2008)

Luigi Boschi


visita il blog: www.luigiboschi.it

Welfare Italia
20.09.2008 19:06

Redazione1
20.09.2008 19:11
Federalismo Siculo-Lombardo di A.Gelormini

FEDERALISMO SICULO-LOMBARDO
di Antonio V. Gelormini
Dopo le cosiddette leggi su misura, le immunità con taglio sartoriale per le alte cariche dello Stato, i decreti “a la carte” sulle rotte fallimentari di Alitalia, la vena creativa della squadra di governo non cessa di pulsare. Con l’approssimarsi del giro di boa federalista, riconosciuto maturo e sancito ineludibile dallo stesso Capo dello Stato, sul quadro legislativo del Paese si profila un nuovo tocco estemporaneo: la pennellata del federalismo ad personam.



Tito Boeri e Mauro Bordignon hanno indicato come l’articolo 20 della bozza Calderoli sul federalismo fiscale abbia “un nome, un cognome e un indirizzo: Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia”. Ma scorrendo il testo, approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri, l’elenco degli alleati da accontentare si compone come un mosaico bizantino. Non tralasciando nessuno, depotenziando e diluendo la carica innovativa del provvedimento, che in tal modo rischia di trasformarsi nel “trofeo” (magari ammaccato) per la Lega Nord, da esibire ai propri elettori.



Per colmare la diversa “specialità” della Sicilia, rispetto alle altre regioni a statuto autonomo, in una logica tutt’altro che federale, la si rende più speciale e si accetta la richiesta del MPA di trattenere in Sicilia le accise sulla benzina raffinata. Un parametro ben più alto di quello, di solito preso in considerazione, relativo alla benzina venduta in quella regione. Un trasferimento aggiuntivo di quasi un miliardo di euro alla sola Sicilia. Perché con più di 20 miliardi di gettito complessivo all'anno, le accise sugli oli minerali costituiscono la quarta imposta erariale italiana, e ben 5 raffinerie su 6 delle Regioni a Statuto Speciale sono localizzate nella regione di Lombardo.



Si pensava che federalismo fiscale volesse dire ridurre, e non accentuare, particolarismi e specialità regionali. Che il sistema di finanziamento dovesse dipanarsi su indici proporzionali: “risorse ulteriori alle Regioni che svolgono compiti ulteriori”. E invece, per saldare le cambiali elettorali della maggioranza, lo Stato impone le accise sulla benzina e a Bari, a Varese, a Piacenza o a Torino le pagheremo, ma i soldi andranno in parte o del tutto a Palermo. Non è bizzarro come federalismo?



L’ascesa al Campidoglio dell’alleato Alemanno, come d’incanto, ha reso Roma meno “ladrona” alla rancorosa prospettiva padana. Ecco allora, senza problemi, che all’art. 13 si prevedono i soldi per Roma Capitale e il trasferimento, a titolo gratuito, al comune di Roma dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali alle esigenze dell’Amministrazione centrale. Senza contare il maldestro tentativo di recuperare, tramite la tax-service, il gettito dei Comuni, venuto meno con l’abolizione dell’Ici sulla prima casa. Una polpetta-regalo (avvelenata?) che il premier ha dovuto a muso storto rifiutare, per non rovinare la luna di miele con gli italiani. Per il momento non se ne farà nulla, ma la questio è rimandata ai decreti legislativi da emanare entro due anni.



L’impressione è che si navighi a vista e la cosa non tranquillizza. Soprattutto se le nebbie padane continueranno ad addensarsi. Sarà per questo che dalla Fiera del Levante a Bari, il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha deciso di forzare la mano e di dichiararsi pronto a “volerle vedere” le carte del federalismo. Anche subito e a testa alta, ma di volerlo fare alla chiara e luminosa luce del sole di Puglia.
(gelormini@katamail.com)





Redazione1
21.09.2008 00:42
Lotta all'evasione di Ugo Montecchi

Il ruolo della Guardia di Finanza nella lotta all 'EVASIONE FISCALE e...d'intorni..!
Carissimi e carissime,
valutiamo in positivo quelle poche notizie, nel panorama nazionale, su fatti che ci fanno ancora sperare bene per uscire dalla crisi economici-sociale e morale dell'Italia :

1°) Nonostante che nel nostro Paese dilaghi il malcostume relativo ai molti cittadini che continuano ad evadere le tasse ed a farsi beffe di numerose Leggi ( dal pagamento dei contributi INPS ed INAIL ai lavoratori dipendenti, al rispetto delle norme anti-infortunistiche nelle fabbriche e nei cantieri , ecc. ecc.) l'attività della Guardia di Finanza nei primi mesi del 2008 relativamente a quella del 2007 è risultata fortemente efficace.
. Ecco i risultati del lavoro delle Guardie di Finanza:

a) Infatti nei primi 8 mesi del 2008 con ben N° 71.000 verifiche e controlli le " fiamme gialle " sono riuscite a scovare N° 5.100 cittadini "sconosciuti al fisco" e quindi evasori totali ...!

b) L'attività investigativa ha permesso, in talmodo ,di individuare redditi evasi pari a ben 19,5 Miliardi di € . ( il 44% in più rispetto allo stesso periodo del 2007) nonchè una evasione dell'IVA pari a 3,3 Miliardi di €. e rilievi IRAP per 15 miliardi di €. ( pari al consuntivo dell'intero 2007).

c) Si sono scovate ben 21.100 posizioni di lavoratori dipendenti non in regola ( 10% in più rispetto allo stesso periodo del 2007) .

d) Anche nell'evasione negli scambi internazionali si sono registrati ben €. 3,8 Miliardi evasi al fisco pari aldoppio rispetto a tutto il 2007 .
e) Con l'attività della vigilanza repressiva sui crimini perpetuati nella amministrazione della spesa pubblico-comunitaria ,si è riusciti a recuperare €. 668 milioni indebitamente percepiti da fraudolenti amministratori ( incremento del 23% rispetto allo stesso periodo del 2007).

Questi risultati potrebbero ulteriormente migliorare se il Corpo G.d.F. procedesse nella sua duplice riforma relativa al riconoscimento dei suoi addetti ai diritti sindacali nonchè alla relativa e conseguente smilitarizzazione delle proprie strutture come, tra l'altro da anni hanno provveduto i Governi degli altri Paesi della Comunità Europea .

Per questi obiettivi si batte l'Associazione Finanzieri-Cittadini e Solidarietà ( FICIESSE) che, nel mese di Ottobre 2008, svolgerà il proprio Congresso nazionale.

Cordialità da Ugo Montecchi della Segreteria nazionale della FICIESSE .

Redazione1
21.09.2008 19:25
L’antifascismo dei fascisti ed il fascismo dei qualunquisti.

L’antifascismo dei fascisti ed il fascismo dei qualunquisti.
Per rispetto dei morti di ieri e di quelli di oggi.
Difficile stupirsi che un ministro della guerra come La Russa ed un
podestà di Roma come Alemanno approfittino dell’8 settembre (giorno
dello scioglimento al sole dell’esercito della monarchia fascista e
della speculare, e vittoriosa, nascita della Resistenza popolare) per
fare l’apologia delle camicie nere collaborazioniste dei nazisti.
Indignarsi sì, è doveroso, soprattutto con questa Italia di oggi,
ignorante o dimentica di un passato che rappresenta le fondamenta della
Repubblica e della Costituzione.
Difficile perfino stupirsi che – a differenza del capo degli ex (?)
fascisti, Fini, che da anni cerca sempre più solitario di proporre una
svolta del suo partito, puntando a collocarsi nel solco della destra
europea di tradizione liberale ed antifascista - il presidente del
consiglio Berlusconi liquidi la questione sbrigativamente: in fondo, i
peggiori fascisti sono sempre stati quelli che hanno approfittato e
strumentalizzato gli squadristi, lasciando a loro il lavoro sporco e
dedicandosi invece ai propri affari. La storia dell’Italia moderna è
(anche) la storia di classi dirigenti che sono state consecutivamente
monarchiche, fasciste, democristiane ed ora berlusconiane, disposte ad
accettare ogni compromesso, pur di mantenere le mani libere sulla
società e l’economia.
A volte (certo non sempre, né spesso…) è comprensibile parlare di buona
fede delle pedine del movimento fascista, parte delle quali ha chiuso
per tempo con quel passato, rendendosi conto del tragico errore. Ma non
è ammissibile parlare di buona fede per i profittatori, gli
opportunisti, i grandi e meno grandi burattinai. Quelli di ieri, come la
monarchia e le gerarchie statali, economiche e religiose del nostro
paese; quelle di oggi, che sputano sulla memoria del sacrificio di
antifascisti e partigiani e confondono con un interessato disinteresse
le ragioni e le colpe della nostra storia.
D’altronde, come lamentarsi se parte della stessa sinistra italiana –
iniziando dai postsocialisti di Craxi per finire con i postcomunisti
come Violante – ha cercato di accelerare una vana corsa verso il
“potere” gettando le proprie ragioni alle spalle nella smania di
legittimarsi e finendo per avvalorare le non-ragioni dell’avversario,
dal “superamento dell’antifascismo” alla “comprensione per i ragazzi di
Salò” fino alla moltiplicazione astronomica delle foibe e dei “triangoli
della morte”. Fra politici furbetti e storici alla moda si è fatto
strame di ogni principio e dato di fatto.
D’altronde da anni siamo arrivati ai paradossi: come quello dei fascisti
in abito buono diventati i migliori “amici” di Israele, mentre la
sinistra (quella che ha popolato i campi di concentramento ed i forni
crematori nazisti per prima, rispettivamente insieme ai portatori di
handicap ed ai pazienti psichiatrici, e poi agli ebrei, cristiani
evangelici confessanti, testimoni di Geova, omosessuali e nomadi) viene
accusata di antigiudaismo per la difesa dei diritti dei palestinesi,
vittime insieme agli ebrei dell’antisemitismo e del colonialismo
europeo. Vescovi nazisti sono stati proclamati santi (come il croato
Stepinaz), mentre ogni azione partigiana viene messa all’indice.
Intanto, nella nostra “civile” Italia postantifascista, si può di nuovo
dare la caccia liberamente agli omosessuali ed agli stranieri,
incendiando le loro case, ammazzandoli di botte per la strada o
facendoli morire come mosche nei cantieri, dove di “nero” ci sono
soprattutto i rapporti di lavoro. In un paese dove non si sono mai fatti
i conti con le centinaia di migliaia di vittime del colonialismo e delle
guerre italiane, ogni aggressione è derubricata dalla magistratura (ma
come si sono potute – a sinistra – sostituire le inchieste giudiziarie
alla lotta di classe?) a “futili motivi”, “ragazzate”, eccetera. Come
quando, decenni fa, ogni aggressione fascista era liquidata in questo
modo: finché non hanno cominciato ad esplodere le bombe delle stragi nere.
Di che stupirsi, appunto, quando ci sono politici come Bossi che hanno
fatto carriera parlando di armi e di violenza? Finché ci sono
giornalisti, come il direttore di Telepordenone, che di armi parla
sempre, invitando ad usarle? Con simili “educatori” in cattedra, come si
può escludere che qualche scemo ti ammazzi di botte per strada? Se
esprimere opinioni diventa sempre più spesso reato, incitare alla
violenza – evidentemente – è diventata un’opinione.

Gian Luigi Bettoli

P.s.: in tanta tristezza, la notizia della “fuga ingloriosa” dei
trafficoni che cercavano di arraffarsi Alitalia con la protezione del
governo di Bananaland, cacciati a furor di popolo da migliaia di
lavoratori festanti, è un raggio di luce. Meglio il fallimento, che
l’ulteriore massacro dei diritti dei lavoratori. Il neoliberismo
precipita in tutto il pianeta, insieme con i suoi finanzieri d’accatto.
C’è ancora speranza, se la gente è ancora capace di dire no.
Gigi Bettoli Spilimbergo <g.bettoli@itaca.coopsoc.it>

Redazione1
21.09.2008 20:20
A difesa della dignità personale

A DIFESA DELLA DIGNITA’ PERSONALE
Droga sostenibile e droga che uccide, mi pare necessaria una ulteriore precisazione, quanto meno per il largo consumo…di onestà intellettuali, in condanne e conseguenti assoluzioni a poco prezzo.
Quanto meno per rendere giustizia alle parole, quando esse assumono il peso di una sentenza e influenzano le persone, in particolar modo quelle che ancora non hanno una personalità formata, coloro che ancora non hanno pieno il carico della coscienza, cioè l’essere presenti a se stessi; e un bambino sebbene grande, non è cosciente, per diventare coscienti di noi stessi, il primo avvertimento è l’avvertimento dell’esistenza dell’altro.
Noi adulti sappiamo bene che crescita vuol dire differenziazione, affermazione di sé come entità autonoma, attraverso le varie fasi di sviluppo dell’individuo, attraverso le occasioni e le opportunità della vita, ma ciò non autorizza nessuno a rilasciare patenti di maledetto per forza, perché questa è una vocazione destinata al macero, e cosa assai più grave, destina al macero i più deboli.
Avere personalità non significa essere qualcosa per mezzo di una canna, di una pasticca, chi possiede una personalità matura dimostra unità nel comportamento tra ciò che pensa e ciò che fa, valuta in maniera obiettiva la realtà e se stesso, e perciò si rapporta al contesto coerentemente alla propria situazione.
In uno spinello “quotidiano” vi è l’impegno e la fatica per raggiungere una crescita personale accettabile? Oppure in questo atteggiamento vi è una considerevole instabilità emotiva che maschera un disagio con l’avvicinamento ai rischi estremi.
Fallimento degli educatori, di una società che sta a guardare ? Forse questo è il risultato che scaturisce da una sorta di nichilismo congenito a qualche generazione… fortunatamente passata, perché educare non sta più solo per trasmissione di nozioni-conoscenze, ma come formazione alla complessità, come insieme di comportamenti, quanto meno per colmare con il tempo certe carenze, e bisogna riuscirci in tempo affinché non diventino MALEDETTE LUCIDE FOLLIE.
L’uso di roba è prevalentemente una via di fuga senza progettualità, è la rappresentazione dell’impossibilità di trovare una uscita di emergenza, per cui non si può parlare di “prevenzione del danno“, ciò che si deve e si può prevenire è il coinvolgimento nell’uso, soprattutto quello PRECOCE, fornendo ai giovani l’opportunità di trovare risposte più valide ai loro problemi- compiti di sviluppo.
Certe argomentazioni sulla droga che girano e inciampano sulle bocche di tanti adulti, meritano sicuramente attenzione, ma io ho imparato a sfuggire le visioni ed i percorsi unidimensionali, e proprio accogliendo e accompagnando i giovani in difficoltà, sono diventato estremamente attento al disagio che circonda le persone affaticate, al loro bisogno di essere aiutati a entrare un po’ in se stessi, per comprendere che ci si deve impegnare strenuamente per difendere la propria dignità personale.
Vincenzo Andraous

Redazione1
21.09.2008 20:40
Colpi bassi a Brindisi

Continui colpi bassi alla città di Brindisi
Secondo le dichiarazioni rese alla stampa dall’on. Mantovano il treno Eurostar, in partenza da Lecce alle ore 5.39, dovrebbe giungere a Roma alle 10.29 dopo 5 ore e 20 minuti. Senz’altro una notizia degna di nota che purtroppo è resa inaccettabile per un piccolo particolare: Trenitalia elimina la fermata di Brindisi. Una decisione che non tiene in alcun conto, anzi mortifica, il tessuto socioeconomico della città e avrebbe anche ovvie ripercussioni negative sulla competitività del nostro porto come scalo passeggeri. Ormai siamo abituati, ma non rassegnati, ai colpi bassi che quotidianamente sono sferrati alla funzionalità delle nostre infrastrutture: porto e aeroporto in primis.

Questa notizia ci fa porre una domanda maliziosa, ci chiediamo se il sindaco Mennitti era informato di ciò quando ha lanciato la proposta dell’autostrada Bari – Lecce. Un’opera di cui, francamente, non se ne sente il bisogno e non se ne vede l’utilità, che renderebbe oneroso, divenendo a pagamento, un percorso già efficiente così com’è, e che al massimo abbisognerebbe di miglioramenti. Un’opera che, se realizzata, produrrebbe solo uno spreco del territorio senza apprezzabili convenienze rispetto all’attuale situazione.

Crediamo che le priorità siano ben altre. Lo sviluppo, il nostro in particolare, è strettamente legato all’efficienza e all’efficacia dei collegamenti pubblici, per questo bisogna impegnarsi per acquisire nuove tratte aeree e istituire dinamici collegamenti su rotaia, non bisogna tagliare ma investire nella qualità ed efficienza di questi.

Il centro destra ha forse intenzione di mettere Brindisi in un angolo? Faccia sapere, con fatti concreti (possibilmente non come quelli annunciati sinora), quale ruolo intende far svolgere alla nostra città e se ha intenzione di utilizzare al meglio le eccellenti infrastrutture presenti. Se queste devono essere considerate una risorsa, oltre che per il Paese anche per noi, o se sono destinate a essere “rottamate” per utilizzarle, poi, non per gli interessi generali ma per gli scopi particolari di alcuni potentati. Tutto ciò ovviamente a danno della nostra comunità.
Brindisi, 19 settembre 2008
Gruppo Consiliare “Guadalupi per Brindisi”

Redazione1
21.09.2008 20:44
Craxi (Ps): “Il riverbero negativo della vicenda Alitalia

Craxi (Ps): “Il riverbero negativo della vicenda Alitalia ricadrà sull’intera sinistra italiana”. “L’atteggiamento del sindacato sulla vicenda Alitalia avrà un riverbero negativo su tutto il centrosinistra. Noi dobbiamo rispetto alle lotte sindacali quando esse si svolgono per la salvaguardia dei posti di lavoro, ma nel caso di Alitalia non c’era in giorco solamente la sopravvivenza della nostra compoagnia di bandiera e dei suoi dipendenti, bensì l’insieme del Paese, che avverte questo fallimento come un indice di eccezionale gravità dell’attuale situazione economica complessiva”.
“Un atteggiamento positivo del più grande sindacato avrebbe inoltre aiutato la sinistra riformista ad uscire dallo ‘stallo’ in cui si ritrova, esattamente al contrario di quanto pensano molti. Ma se l’opposizione a cui pensiamo è quella di un ex ministro dei Trasporti, responsabile anch’egli del naufragio di Alitalia, che arringa la classe lavoratrie, siamo totalmente fuori strada. Bisogna sconfiggere questi germi populistici, altrimenti siamo destinati ad una sconfitta perenne”.
Così Bobo Craxi, esponente del Partito socialista, commentando l’esito negativo della trattativa per il salvataggio di Alitalia.


Roma, 19 settembre 2008

Redazione1
21.09.2008 21:16
Genova fa la cosa giusta

Genova per la prima volta ... Fa' La Cosa Giusta!
Al Porto Antico per tre giorni "istruzioni per il futuro!
Dal 26 settembre stand, incontri, progetti, prodotti, orto in piazza, pesca a basso impatto…
e il 28 settembre BIODOMENICA 2008, giornata nazionale dell'agricoltura biologica
Lunedì 22 settembre alle ore 11 presso la sala Auditorium, sede della Regione Liguria, Piazza De Ferrari, 5° piano si terrà la conferenza stampa di presentazione di "Fa la Cosa Giusta – Fiera del Consumo Critico e degli Stili di Vita Sostenibili" è organizzata da Arci Genova, Coordinamento Soci Banca Etica Circoscrizione Genova, Fair, Gruppo di Acquisto Solidale Birulò, La Bottega Solidale, Legambiente Liguria, Manitese Genova, Movimento Difesa del Cittadino, Rete Lilliput Genova, da un'idea di Terre di Mezzo Eventi, con il sostegno di Regione Liguria e Provincia di Genova-La Spezia, in collaborazione con Celivo, con il Patrocinio di Comune di Genova. Main sponsor: "I Provenzali".

Alla conferenza stampa interverranno:
- Vicepresidente Regione Liguria - Massimiliano Costa
- Vicepresidente Provincia di Genova - Marina Dondero
- Assessore allo Sviluppo Economico – Comune di Genova - Gianfranco Tiezzi
- Portavoce degli enti organizzatori: Deborah Lucchetti – Presidente Fair, Santo Grammatico, Coordinatore Generale Legambiente Liguria.
- Cooperativa Il Giardino del Borgo - Agririfugio Molini - Andrea Leverone

Saranno inoltre presenti
- Assessora all'Organizzazione Personale con delega alle iniziative per la pace - Provincia di Genova - Milò Bertolotto
- Assessora al Patrimonio Naturalistico e Controlli Ambientali - Provincia di Genova - Renata Briano

Stand, dibattiti, laboratori, proposte per cambiare stile di vita, fare la spesa, scegliere l'energia pulita, comprare il pesce ligure e i prodotti locali biologici, gestire i rifiuti, battere il traffico e tanto, tanto altro ancora


---------------------------------------------------
Communication powered by [fair] Commercio Equo, Sostenibilità, Comunicazione
www.faircoop.it

leggi [fair]watch, a volo radente sull'economia globale
www.fairwatch.splinder.com

Redazione1
22.09.2008 21:10
Berlusconi toglie le preferenze. E il Partito Democratico?

Condivido, sottoscrivo e cerco di dare il mio contributo a questa "campagna" inoltrando a tutti voi,
sperando che possiate fare altrettanto.
Saluti democratici,
Deo Fogliazza, Cremona

*****

Care democratiche, cari democratici,

Berlusconi sembra deciso ad eliminare le preferenze anche dalle
elezioni europee. Il Partito Democratico si è già detto contrario, e si
prepara ad opporsi, ma abbiamo già verificato che questa destra non si
fa scrupoli a cambiare le regole del gioco a colpi di maggioranza:
maggioranza che è molto netta, alla Camera e al Senato.

Di fronte a questa probabile, ennesima riduzione degli spazi della democrazia, noi
crediamo che il PD debba rispondere rilanciando le primarie anche per
scegliere i candidati per le Europee. Se il nostro partito rendesse
noto da subito che, in caso di liste bloccate, queste saranno decise
dagli elettori e non dalle segreterie, allontanerebbe qualunque
sospetto che, sotto sotto, quella soluzione non gli dispiace.

La nostra campagna Primarie vere, primarie sempre - www.primariesempre.org
- raccoglie adesioni per assicurare le primarie anche alle europee. Ci
siamo posti l'obiettivo di arrivare a mille firme entro la fine di
settembre, e questo obiettivo è alla portata: ne mancano meno di 150.
Però ci serve la collaborazione di tutti. Per chi non ha ancora
aderito, questo è il momento giusto per farlo; per tutti, è il momento
di far conoscere l'iniziativa e trovare nuove adesioni.

Vi chiediamo solo due cose: fate girare questo messaggio fra tutti i vostri amici,
conoscenti, fra tutti quelli che hanno a cuore la democrazia. E, se non
lo avete ancora fatto, aderite! Basta andare sul sito della campagna,
oppure mandare un'email con nome, cognome e città a
primariesempre@gmail.com

Diamoci da fare, facciamo capire agli italiani chi sono i veri democratici!

Il gruppo di Primarie vere, primarie sempre

www.primariesempre.org
primariesempre@gmail.com

Redazione1
24.09.2008 07:51
Decadenza

-- DECADENZA --
Ogni società democratica che non abbia saputo far evolvere le proprie organizzazioni, culturali, economiche, politiche, religiose, in un modo che siano le migliori espressioni umane, e non le peggiori, ad affermarsi, perseguendo un facile consenso popolare piuttosto che una più impegnativa elevazione delle masse, finisce inevitabilmente per entrare in DECADENZA. In un tale ambiente degradato si affermano esclusivamente idee di un valore così basso da scadere facilmente nel negativo ma che sole, senza il minimo impegno riflessivo, possono sperare di far presa su un pubblico viziato.

Un esempio per tutti è l'approccio di difesa dell'ambiente basato sul risparmio. Risparmio in realtà è una parola che può essere usata quando NON SI USA una certa quantità di una data risorsa. Tuttavia se la quantità "risparmiata" da qualcuno viene poi usata da altri non si tratta di risparmio ma di SFRUTTAMENTO INTENSIVO, massiccio, totale, fino ad esaurimento della risorsa. Eppure il successo di questo fallace approccio, che viene pure percepito dalla persona non avvezza a riflettere come un effettivo proprio risparmio finanziario, fa presa sulla gente e si afferma senza nemmeno l'onore di una critica.

Conducendoci così tutti sempre più verso il baratro della povertà globale.

Se mi concedesse ancora qualche istante, vorrei mostrare un caso internazionale di affermazione di successo di una idea facilmente recepita dalle masse anche in Italia a fronte del suo basso livello rispetto ad altre idee più difficili da comunicare:

http://Another-prize-for-Rajendra-Pachauri.hyperlinker.org


Qualora ravvisasse ragione di preoccupazione in questo degradato stato di cose, e volesse esprimersi in favore di una rielevazione del pensiero comune, sappia fin d'ora che incontrerà la calorosa gratitudine quantomeno di quelle persone come chi qui le scrive che ancora non solo resistono ma coi pochi mezzi a loro disposizione si spingono all'attacco per cercare di recuperare il salvabile.


Ringrazio molto e cordialissimamente saluto,

Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M.
TE - Abruzzo

tel. 339 5014947
tel. 328 0472332

Redazione1
25.09.2008 23:13
Le vere emergenze italiane di F.Lena

Gentile Redazione Le mando questo mio semplice scritto Veda se ritiene utile pubblicarlo, grazie.

Le vere emergenze dell’Italia, sicurezza sui posti di lavoro, sicurezza sulle strade, aggiungerei anche, salari e pensioni troppo basse.

Viviamo in un periodo e in un sistema sociale, in cui la ricchezza del paese viene distribuita in modo che i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri, pensioni e salari sono del 25% in meno della media europea, invece tante altre categorie si sono arricchite e stanno ai primi posti.

Cari pensionati, cari lavoratori dipendenti, dobbiamo alzare la testa, darsi una mossa in più, impegnarci e prendere di petto il problema, per invertire velocemente la rotta, per fare in modo che quello che produce il nostro bel paese Italia, venga distribuito più equamente, per far si che pensioni e salari siano più alti, e tante famiglie si possano permettere di arrivare a fine mese. Dobbiamo dire con forza al governo, questa è una vera emergenza da affrontare e da risolvere subito. L’Italia è il paese europeo dove il divario tra ricchi e poveri è il più elevato.

Pensionati en lavoratori, per effetto dell’inflazione alta, sono costretti a pagare più tasse, perché non c’è il ricupero dell’inflazione reale su pensione e salari. Allora cari lavoratori e pensionati chiediamo con coraggio, alla classe dirigente del paese, a chi ci governa , la ricostruzione dei salari e pensioni, per ricuperare il potere d’acquisto perduto, e per far si che tante famiglie possano stare un po’ meglio.

Sicurezza sui posti di lavoro, è diventata drammatica, una vera emergenza nazionale, abbiamo il primato negativo in Europa, l’Italia è il paese dove ci sono più infortuni sui posti di lavoro. Qui cari governanti, care istituzioni, care associazioni, cari lavoratori, tutti insieme abbiamo il dovere morale di prendere coscienza del dramma degli infortuni sui posti di lavoro, e prendersi la responsabilità, e con grande impegno, per risolvere il problema, per salvaguardare la dignità dei lavoratori, delle persone, e soprattutto per salvare tante vite umane, e sul posto di lavoro si possa andare per guadagnare il pane per vivere, e non per morire.

Incidenti stradali, altra grande emergenza nazionale. Siamo soliti aprire i telegiornali e giornali,vedere e leggere, tutti i giorni drammatiche notizie di cronaca, di paurosi incidenti stradali, che spesso costano la vita giovani meno giovani e bambini. Le cause sono quasi sempre le stesse, ovvero alta velocità, abuso di alcool, e di droghe, distrazione e non rispetto del codice stradale. Anche su questo tema è urgente prendere coscienza, e mettere in atto tutte le strategie possibili per prevenire, limitare, evitare, incidenti stradali. Le forze dell’ordine intensificare i controlli, e chi trasgredisce le leggi, e mette a rischio la propria vita e quella degli altri, deve pagare severamente. Anche su questo tema , bisogna che tutti insieme, forze dell’ordine, governo, istituzioni, cittadini, mettere in atto velocemente sistemi di prevenzione, promuovere anche nuovi stili di vita meno frenetica, per salvaguardare la salute delle persone, e della vita.

Cari governanti, queste sono alcune delle vere emergenze nazionali, da affrontare prioritariamente, urgentemente da subito.

Nel nostro bel paese, ce ne sono altre emergenze, anche queste molto importanti. Lavoro precario, la mafia, la mala vita organizzata, l’evasione fiscale. Poi lasciatemelo dire c’è bisogno di molta più attenzione per i più deboli, per i più bisognosi, dagli anziani non autosufficienti, ai malati, ai bambini, ai diversamente abili. Qui va fatto qualcosa da subito per migliorare i servizi esistenti, poi creare nuovi servizi socio- assistenziali sul territorio, per cercare di renderli la vita meno difficile, di stare meglio, e di alleviare i loro disagi.

Un forte invito al governo, alla classe dirigente di questo paese, alle istituzioni nazionali e locali, ai sindacati, ai lavoratori ,ai cittadini, tutti insieme di prendere coscienza, delle vere emergenze del paese. Dai morti sul lavoro, ai morti sulle strade, dai servizi sociali per i più deboli, alle pensioni e salari troppo basse. Se ci metteremo con più impegno, con più responsabilità, per risolvere le vere emergenze della gente, potremo dire di avere fatto il nostro dovere da cittadini, di avere fatto la nostra parte per fare stare meglio tanti bisognosi, e per salvare tante vite umane, e reso la vita di tante famiglie più serena.

Potremo dire anche di aver contribuito a costruire una società, più equa, meno individualista, più solidale,

con più giustizia sociale, più solidale, più accogliente, e di aver contribuito a fare la propria parte per costruire e raggiungere l’obiettivo di una società più giusta , piena di diritti e di valori veri, una società dove il valore della vita, sia messo al primo posto nella scala dei valori, una società in cui si possa vivere tutti un po’ meglio.

Francesco Lena Via Provinciale,37 24060 Cenate Sopra Bergamo tel 035/956434

Welfare Italia
25.09.2008 23:13

Redazione1
27.09.2008 23:17
Il monumento ai Ragazzi di Himmler

Il monumento ai Ragazzi di Himmler
Stefano Robecchi sul “Manifesto” scrive “che Manuela Clerici, di An, presidente di Viareggio Versilia Congressi Spa, vuole levare dal palazzo la lapide commemorativa della strage di Sant'Anna di Stazzema, ci ha provato anche con le sue mani,
dopo che i dipendenti si erano rifiutati”.
Credo che dopo la commemorazione della breccia di Porta Pia e lo “sdoganamento“ di Italo Balbo (che pure fu mandante dell'omicidio di don Minzoni, e disse ai suoi squadristi di ‘rompere i crani’ degli oppositori durante le elezioni del 1924) occorra fare un passo coraggioso : erigere una lapide ai “RAGAZZI DI HIMMLER”.
Chi puo’ negare la buonafede e l’entusiasmo giovanile
di questi diciassettenni che caddero per difenderci dal comunismo ?
Certo i trinariciuti diranno che ci furono degli eccessi.
A Oradour, in Francia, conservano ancora la chiesa dove bruciarono vive alcune centinaia di donne e bambini ma si sa che i Francesi faticano a rivedere la loro storia.
Sono certo che questa mia proposta susciterà echi positivi
anche a sinistra (On.Violante penso a Lei).
Il monumento ai “RAGAZZI DI HIMMLER” potrebbe
sorgere all’Expo per dare un segnale all’Europa e al
mondo.

Mimmo Lombezzi mimmolombezzi@gmail.com

Stefano Robecchi sul “Manifesto” scrive “che Manuela Clerici, di An, presidente di Viareggio Versilia Congressi Spa, vuole levare dal palazzo la lapide commemorativa della strage di Sant'Anna di Stazzema, ci ha provato anche con le sue mani,
dopo che i dipendenti si erano rifiutati”.
Credo che dopo la commemorazione della breccia di Porta Pia e lo “sdoganamento“ di Italo Balbo (che pure fu mandante dell'omicidio di don Minzoni, e disse ai suoi squadristi di ‘rompere i crani’ degli oppositori durante le elezioni del 1924) occorra fare un passo coraggioso : erigere una lapide ai “RAGAZZI DI HIMMLER”.
Chi puo’ negare la buonafede e l’entusiasmo giovanile
di questi diciassettenni che caddero per difenderci dal comunismo ?
Certo i trinariciuti diranno che ci furono degli eccessi.
A Oradour, in Francia, conservano ancora la chiesa dove bruciarono vive alcune centinaia di donne e bambini ma si sa che i Francesi faticano a rivedere la loro storia.
Sono certo che questa mia proposta susciterà echi positivi
anche a sinistra (On.Violante penso a Lei).
Il monumento ai “RAGAZZI DI HIMMLER” potrebbe
sorgere all’Expo per dare un segnale all’Europa e al
mondo.

Mimmo Lombezzi mimmolombezzi@gmail.com

Redazione1
28.09.2008 16:05
Craxi (Ps): “Accordo Pd – Ps possibile se..

Craxi (Ps): “Accordo Pd – Ps possibile
se si cancellano gli ‘scempi’ di Veltroni”

“Piero Fassino propone un patto elettorale sotto il segno del riformismo e del socialismo europeo. Ciò diverrebbe un’eventualità anche possibile se riguardasse la prospettiva di un accordo politico di coalizione più ampio, di più lungo termine, che cancelli lo ‘scempio’ compiuto da Veltroni nel mese di marzo e di cui ancora nessuno ha assunto una chiara e formale autocritica”.
“D’Altronde, il Pd è destinato, anzi obbligato, a far parte del gruppo socialista europeo, mentre noi, sul piano elettorale, saremo costretti a subire l’involuzione antidemocratica degli sbarramenti che verranno imposti dal Governo”.
“Dunque, affinché nasca una vera ‘casa dei riformisti e dei democratici’, ritengo vi siano molte cose da rivedere e che il presidente del Partito socialista europeo debba farsi garante di questo eventuale accordo elettorale”.
“E’ giusto che la cultura politica socialista contribuisca a costruire il nuovo nella sinistra italiana, rappresentando la più grande famiglia europea. Ma per far questo non mi pare sufficiente un singolo passaggio elettorale, bensì un lungo e più robusto percorso”.
Così Bobo Craxi, esponente del Partito socialista.

Roma, 28 settembre 2008

Redazione1
28.09.2008 16:08
Laboratorium Teatro a Roma

LABORATORIUM TEATRO Centro Internazionale di Ricerca e Sperimentazione Teatrale
Associazione Claudio Gora
Programma dei laboratori 2008/2009
TEATRO
Laboratorio multidisciplinare [teatro/musica/voce/corpo]
Laboratorio teatrale 1 - per ragazzi
Laboratorio permanente di ricerca teatrale per adulti
PRATICHE PER IL CORPO
Hata Yoga
Riscaldamento muscolare
Improvvisazione e Contact - per adulti
Danza educativa - per bambini e ragazzi [5/10 11/14 15/17 anni]
Contact improvisation - per ragazzi
MUSICA
Corsi individuali e di gruppo
Musica in fasce (AIGAM)
Laboratorio di propedeutica musicale - per bambini [dai 3 anni]
Laboratorio vocale - per adulti principianti
Canto lirico Tecnica vocale
Corso di impostazione vocale
Chitarra classica
Flauto traverso
Clavicembalo
Pianoforte
Fagotto
Violino

Via Leopoldo Ruspoli,87 Roma/Portuense - Tel. 06.45477049 3494678720
Info@laboratoriumteatro.it

www.laboratoriumteatro.it
www.assclaudiogora.it

Redazione1
28.09.2008 16:10
Communitas2002.Dibattito sulla questione settentrionale.

Il Circolo PD COMMUNITAS2002 organizza un dibattito sulla

QUESTIONE SETTENTRIONALE

Lo sviluppo del PD nel Nord del nosto paese è uno dei punti centrali per una ripresa dei consensi verso il

centro-sinistra nelle regioni più sviluppate

Saranno presenti per dare spunto al dibattito:

l'On EMILIA DE BIASI (che fa parte della Presidenza della Camera)

e il Sen LUIGI VIMERCATI

L'appuntamento è per il 2 ottobre 2008 --- Piazza S. Cosimato 63 - Roma (Trastevere) presso la sede del Circolo di Trastevere

L'ora è alle 21,00 (precise)

Redazione1
28.09.2008 16:13
La breccia di Porta Pia di Mimmo Lombezzi

La breccia di Porta Pia di Mimmo Lombezzi
Gent.mo Dott.Saccà,
voglioso di far carriera, Le inoltro codesta proposta che, sono certo, susciterà il Suo entusiasmo. Inserendosi nel proficuo filone delle “Trasmissioni Riparatrici” essa si propone di rialzare il sipario su evento increscioso : la Breccia di Porta Pia.

Ella concorderà con me che questo episodio vada oggi “riletto”alla luce del nuovo clima post-referendario e visto per quello che è stato : l’ultima delle Invasioni Barbariche!

La chiave per spiegarlo al popolo-pubblico sarà una fiction miliardaria (naturalmente in appalto) in cui si narra il dramma di un singolo soldato pontificio, il tamburino catanese Gianfranco Astinenza.

Vedremo Astinenza dare l’ultimo bacio alla fidanzata Carmela dicendole “Sì bedda!” e partire per difendere gli spalti della Città del Vaticano.

Qui la situazione precipita : Astinenza non è un eroe e cerca di imboscarsi nelle cucine ma un gruppo di guardie svizzere (tutte comparse padane) lo circonda e comincia ad allungare le mani ( un po' di sesso alluso fa audience!).
Sullo sfondo si sente la fucileria Sabauda (guidata da un sosia di Pannella) che sta già demolendo Porta Pia….

A quel punto Astinenza reagisce e per difendere l'onore si arrampica su un bastione da dove sventola la bandiera pontificia urlando “Indietro relativisti di m…..!“.

Lì si consuma il dramma : un cecchino Sabaudo lo vede e lo colpisce in pieno petto. Astinenza cade a terra come un embrione sovrannumerario mentre l’orda Sabauda irrompe con le bandiere del laicismo tra le sacre mura.

Carmela viene violentata dal un sergente magro come Fassino e mentre il sole tramonta sulle rovine fumanti della porta

Musica e titoli di coda.

Mimmo Lombezzi

(FICTIONS DELLA SECONDA REPUBBLICA )

Televedova

“COSA PROVA IN QUESTO MOMENTO ?“
Su , la prego, lo dica in diretta....
Ci riveli che soffre. lo sento....
E ci scusi : il Tg ha sempre fretta...

Beh ? ma come ? “Non trova parole?”
Già soffoca per l'emozione..?
Su respiri, si calmi e sia pronta.
La chiamo a fine edizione!..

“OR MI DICA COM'ERA DA VIVO ?”
Che fa ? Non mi sente ? E' un po' sorda ?
“LUI SOGNAVA DI ESSERE UN DIVO ?”
“LEI CI DICA COME LO RICORDA !”....

Signora, già siamo in chiusura
Lei mi tace e passan le ore...
Se ci abbassa gli ascolti : è sciagura !
Lei …deluderà' il direttore !

Su coraggio ! Si calmi : ritento!
Lo dica con le sue parole
Ora il pubblico faccia contento:
“COSA PROVA IN QUESTO MOMENTO” ?

E adesso ? Che fa ? Resta zitta ?
Io mi arrendo, ma sia almeno corretta :
Se la chiamasse la…. concorrenza
LEI RESISTA ! NON PIANGA IN DIRETTA!


M.Lombezzi
(poesie della seconda repubblica)

Redazione1
28.09.2008 17:05
FCL. Nuovo libro, il purgatorio dei laici

Fondazione Critica liberale
Via delle Carrozze n. 19 - 00187 Roma - tel. e fax 06.6796011 – www.criticaliberale.it - e-mail info@criticaliberale.it
“La Fondazione Critica Liberale
È lieta di presentare al pubblico il nuovo libro di
Paolo Bonetti: Il purgatorio dei laici, critica del neoclericalismo
Edizioni Dedalo, Bari, 2008
Ne discute con l’autore Andrea Bitetto, Fondazione Critica liberale
Trieste, Caffè San Marco, martedì 30 settembre 2008, h 17:45”
“Presentazione al pubblico del nuovo libro di
Paolo Bonetti: Il purgatorio dei laici, critica del neoclericalismo
Edizioni Dedalo, Bari, 2008
Ne discutono con l’autore Antonio Tamburini e Romano Vecchiet, direttore della Biblioteca civica Vincenzo Joppi
Udine, Sala Ajace (Loggia del Lionello, Palazzo del Comune), mercoledì 1 ottobre 2008, h 18:00”

Redazione1
28.09.2008 18:46
Rifiuti: un "Modello Genova" per scongiurare un effetto Napoli.

Rifiuti: un "Modello Genova" per scongiurare un effetto Napoli.
Alla Fiera "FA' LA COSA GIUSTA! associazioni, istituzioni ed Amiu per un nuovo piano industriale dei rifiuti.
Il 27 settembre, i riflettori sono sul convegno sui rifiuti a Genova, ma c'è spazio anche per riflessioni sull'acqua bene comune.
E il 28 settembre tutti insieme alla BIODOMENICA 2008,
giornata nazionale dell'agricoltura biologica
26 settembre 2008 – E' il "Modello Genova" la soluzione che potrebbe scongiurare un effetto Napoli nella gestione dei rifiuti nella nostra regione. E' la proposta che le organizzazioni ambientaliste Legambiente Liguria, Italia Nostra e Associazione Amici del Chiaravagna hanno portato sui tavoli tecnici istituzionali e che domani rilanceranno al convegno "Rifiuti a Genova: da Pontedecimo e Sestri Ponente ad un piano industriale per la città", organizzato dalle 17.30 al Piazzale delle Feste del Porto Antico, all'interno della Fiera del Consumo Critico Fa' La Cosa Giusta! al quale parteciperanno tra gli altri. l'Assessore del Comune Carlo Senesi e delle Provincia Sebastiano Sciortino, Pietro D'Alema Amministratore Delegato dell'AMIU e Federico Valerio di Italia Nostra.

E' un modello che parla di un ciclo integrato dei rifiuti, di impianti intermedi di compostaggio, della messa in un cassetto di soluzioni oramai superate come gli inceneritori, di partecipazione dei cittadini e di un serio impegno sulla raccolta differenziata da parte delle istituzioni, e soprattutto di AMIU, che dovrà presentare un vero e proprio piano industriale per affrontare il problema rifiuti.

Genova, secondo i dati recenti diffusi da Legambiente, è una delle città italiane del Nord più indietro, ferma ancora al 17% della raccolta differenziata con le campane, nonostante gli obiettivi posti dalla legge 152 del 2006 parlino di un 65% entro il 2012 e l'impegno dell'Assessore Senesi del Comune di Genova, che ha già deliberato il raggiungimento dell'obiettivo ambizioso del 45% a Genova entro il 2008, e che potrebbe raggiungere il 60% entro il 2009 grazie a progetti di raccolta differenziata attualmente in forma pilota. Come quello sviluppato nella stessa Sestri Ponente dove grazie alla raccolta porta a porta si sono raggiunti livelli del 55% e che devono essere estesi a tutta la città.

"La collaborazione con gli Enti Locali e con AMIU è comunque positiva", spiega Franco Montagnani, di Legambiente Liguria, "ma c'è ancora molto da fare ed il vero punto di svolta sarà la presentazione di un piano industriale dei rifiuti da parte di AMIU, che possa dare gambe concrete a quello che noi chiamiamo Modello Genova".

Ma alla Fiera Fa' La Cosa Giusta! non si parlerà solamente di rifiuti. Quale acqua stiamo bevendo? Meglio l'acqua del rubinetto o quella imbottigliata e, rispetto alla possibile privatizzazione, quali potrebbero essere le conseguenze sulla nostra bolletta?

Se ne parlerà domani al Banano Tsunami dalle 15.30 all'incontro "Nemmeno per tutta l'acqua del mondo…" moderato da Luca Martinelli di Altreconomia, il mensile che ha lanciato oramai da alcuni anni una campagna nazionale a favore dell'acqua del rubinetto rispetto alla minerale imbottigliata. Una riflessione che però tocca questioni come la privatizzazione delle risorse idriche, degli impianti idrici. Una problematica di attualità anche per il capoluogo ligure. E al quale parteciperanno Carlo Senesi, assessore del Comune di Genova al Ciclo delle acque e delle reti idriche, e Renata Briano, assessore al Patrimonio Naturalistico della Provincia di Genova.

Questo mentre tutto attorno si potranno incontrare i protagonisti delle economie alternative e sostenibili: imprese, associazioni, piccoli produttori. Tutte le "istruzioni per l'uso" per un futuro sostenibile che inizia già oggi, nel nostro salotto, all'interno delle mura di casa nostra.

"FA' LA COSA GIUSTA!, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili a Genova e in Liguria" è realizzata da un coordinamento ligure di cui fanno parte Arci, Fair, il gruppo d'Acquisto solidale Birulò, La Bottega Solidale, Legambiente, Mani Tese Genova, il MDC – Movimento difesa del Cittadino, Rete Lilliput Genova e la Circoscrizione Soci di Banca Etica Genova – La Spezia, su un'idea di Terre di Mezzo Eventi.

Comunica - FA' LA COSA GIUSTA A GENOVA
Info: Monica Di Sisto monica.disisto@faircoop.it + 39 335 8426752
da Genova: Alberto Zoratti + 39 3496766540 azoratti@yahoo.it, Enrico Testino + 39 3476419212 posta@enricotestino.net

Redazione1
28.09.2008 18:48
Dal 18 al 28 ottobre faccio la spesa giusta.

DAL 18 AL 26 OTTOBRE AL VIA “IO FACCIO LA SPESA GIUSTA” – SETTIMANA NAZIONALE PER IL COMMERCIO EQUO
Anche l’attore Riccardo Sardonè tra i testimonial di Fairtrade. Reading, degustazioni e promozioni, incontri culturali, cene equosolidali: supermercati, organizzazioni e consumatori insieme per i produttori del Sud del mondo
Ci sarà anche l’attore Riccardo Sardonè (conosciuto per l’interpretazione di “Scusa ma ti chiamo amore” con Raoul Bova) tra i testimonial di IO FACCIO LA SPESA GIUSTA, settimana nazionale per il commercio equo e solidale che si svolgerà dal 18 al 26 ottobre prossimi, organizzata da Fairtrade Italia in collaborazione con Banca Etica, La Feltrinelli e Legambiente. Riccardo, già sensibile ai temi sociali (è testimonial anche dell’associazione “Amici del Benin”) ha deciso di sostenere la scelta del commercio equo a fianco di Amanda Sandrelli, Pietro Sermonti, Josefa Idem, Andrea De Carlo, Massimo Ghini, Paola Maugeri.

Riccardo sarà tra i protagonisti della prima edizione dei Fairtrade Reading. Scrittori del Sud, lettori del Nord, dedicata quest’anno a Eduardo Galeano e realizzata in collaborazione con le librerie Feltrinelli in nove città (da Torino a Bari) dove si alterneranno protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo: da Patrizio Roversi a Pino Cacucci, da Massimo Carlotto a Raymond Dassi, da Lino Angiuli a Saverio Tommasi, da Pino Petruzzelli allo stesso Sardonè, l’occasione della lettura diventa un mezzo per avvicinare i temi più cari al commercio equo: la situazione dei produttori del Sud del mondo e le alternative realizzabili, a partire dal carrello della spesa.

Per la quinta edizione ci sarà infatti una vera e propria mobilitazione con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di persone possibili. Il messaggio: il commercio equo è per tutti, sia per i produttori del sud del mondo, che riescono così a raggiungere un livello più dignitoso di vita; sia per i consumatori che possono acquistare a prezzi accessibili prodotti di alta qualità disponibili nelle maggiori insegne della grande distribuzione italiana.

Io faccio la spesa giusta unisce infatti diverse catene di supermercati: da Coop a Crai, da Lidl a Dico, dai biologici B’io e Naturasì a Carrefour e Auchan. In contemporanea, 50 ristoranti self service Cir Food delle province di Modena e Reggio Emilia replicheranno Fairtrade Break, con un focus sugli ananas equosolidali e nei fine settimana tra il 18 e il 26 ottobre 20 ristoranti in tutta Italia proporranno “Io faccio la cena giusta”, serate con ingredienti del commercio equo. Fairtrade Italia mette a disposizione anche un ricco menù e materiali scaricabili dal sito: un vero e proprio kit completo per chi vorrà fare la cena giusta anche a casa propria. Con la collaborazione dei soci di Fairtrade, sono stati organizzati decine di eventi in tutta Italia: banchetti di Legambiente ed Equobank, occasioni di incontro del commercio equo all’interno delle filiali di Banca popolare Etica. Quest’anno la manifestazione gode della collaborazione del portale www.ilgiornaledelcibo.it che dedicherà uno spazio alle informazioni sull’equosolidale e della media partnership di ecoradio (www.ecoradio.it).

IO FACCIO LA SPESA GIUSTA è una delle molte “Fairtrade week” che si svolgono in diversi paesi europei, venendo incontro alla diffusione sempre più ampia dei prodotti del commercio equo. Basti pensare chein tutto il mondo sono sempre più numerosi coloro che scelgono i prodotti certificati Fairtrade: nel 2007 sono stati spesi in tutto il mondo 2,3 miliardi di euro in prodotti certificati Fairtrade con una crescita del 47% rispetto al 2006 che ha beneficiato un milione e mezzo di produttori e lavoratori di 58 paesi in via di sviluppo. I consumatori italiani nel 2007 hanno acquistato prodotti certificati Fairtrade per un valore di 38 milioni di euro con una crescita del 12% rispetto al 2006.



Per conoscere tutte le iniziative di Io faccio la spesa giusta 2008: www.fairtradeitalia.it – info@fairtradeitalia.it – 049 8750823



Guarda il video di Fairtrade su youtube: http://it.youtube.com/watch?v=Ov7lfqzHHA0



Benedetta Frare
Ufficio stampa Fairtrade Italia
tel 049 8750823
cell 340 9832227
stampa@fairtradeitalia.it
skype: benedetta.frare



Redazione1
4.10.2008 21:24
Tragico Estetico Religioso

Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
Facoltà di Lettere e Filosofia – Dipartimento di Studi Umanistici
Centro Studi Diaphorá
TRAGICO ESTETICO RELIGIOSO
Il tragico dall’antichità alla contemporaneità
Venerdì 10 ottobre 2008 – Vercelli

Venerdì 10 ottobre il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale e il Centro Studi Diaphorá di Vercelli organizzano – con il contributo del Ministero dell’Università e della Ricerca e del Comune di Vercelli nonché il patrocinio della Provincia di Vercelli – un convegno intitolato Tragico Estetico Religioso con la partecipazione dei filosofi Sergio Givone, Mario Costa, Livio Bottani, Gianluca Garelli, Ugo Perone, Claudio Ciancio, Maurizio Pagano, Fabio Galadini, Oswald Schwemmer e Federico Vercellone.

Articolata in due sezioni, Il tragico e l’estetica e Il tragico e la religione, la giornata di studi, che si terrà presso la Sala Convegni della Facoltà di Lettere e Filosofia nella Cripta dell’Abbazia di Sant’Andrea a Vercelli, pone al centro della riflessione il tragico nel passaggio dall’antichità in cui nacque la tragedia classica – intesa come confluenza tra la rappresentazione della percezione tragica della realtà e il religioso – all’epoca cristiana, nella quale il tragico avrebbe dovuto essere negato e al contempo risolto con la promessa della salvezza, e si interroga sul suo senso per il presente nonché sul tragico dell’umanità contemporanea.

Se come evento estetico-religioso la tragedia è morta, il tragico – come consapevolezza di quella cesura originaria della condizione umana che può essere identificata nel “sapere la morte senza saperne il senso” – rimane dimensione ineliminabile delle vite odierne, sempre più lacerate dagli esiti della globalizzazione culturale e della mondializzazione dei mercati.

Il convegno si collega alla pubblicazione dei volumi Il tragico e la filosofia del docente di Estetica Livio Bottani e de Il tragico e l’esperienza estetica, a cura di Livio Bottani con Tommaso Scappini, Mercurio Edizioni.



Venerdì 10 ottobre 2008

Sala Convegni della Facoltà di Lettere e Filosofia

Cripta dell’Abbazia di Sant’Andrea

Via Galileo Ferraris 116

Vercelli



Tragico Estetico Religioso

Convegno



Il tragico e l’estetica

Presiede Ugo Perone

Ore 9,30 Saluti delle autorità: Piergiorgio Fossale (assessore alla Cultura del Comune di Vercelli) e Giacomo Ferrari (Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale)



Ore 9,45 Livio Bottani

Il tragico e la disumanizzazione



Ore 10,15 Sergio Givone

La radice estetico-religiosa del tragico



Ore 11,30 Gianluca Garelli

Il tragico e l’umanesimo (a partire da Jacqueline de Romilly)



Il tragico e la religione

Presiede Claudio Ciancio

Ore 15 Mario Costa

Streghe, eretici, suicidi religiosi... e altre cose



Ore 16,15 Tavola rotonda e discussione conclusiva con:

Livio Bottani (Vercelli), Claudio Ciancio (Vercelli), Mario Costa (Salerno), Piergiorgio Fossale (Vercelli), Fabio Galadini (Salerno), Gianluca Garelli (Firenze), Sergio Givone (Firenze), Maurizio Pagano (Vercelli), Ugo Perone (Vercelli), Oswald Schwemmer (Berlino), Federico Vercellone (Udine).




Coordinamento scientifico: Livio Bottani

_________________________

Ufficio stampa – Bianca Piazzese

339 6838650

Welfare Italia
4.10.2008 21:24

Redazione1
5.10.2008 21:05
Pensieri da "Torino spiritualità" di Doranna Lupi

Pensieri da "Torino spiritualità"
"L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."



Con questa citazione di Italo Calvino, tratta da "Le città invisibili", come fulcro per lavorare sul tema della speranza, si è svolta dal 24 al 28 Settembre, la sesta edizione di Torino spiritualità.

Il centro della città con i suoi grandi palazzi, cortili, resti romani, teatri, conservatorio, accademie e ampie piazze, ha accolto mostre, incontri, lezioni, workshop, spettacoli e visto sfilare migliaia di partecipanti. Nel 2006 trentamila persone, questi pressappoco i numeri.

Antonella Parigi, presidente del comitato organizzatore, sostiene che si tratti di una grande scommessa, quella cioè di rivolgersi ad un popolo eterogeneo e trasversale alle religioni, alle correnti di pensiero e alle filosofie ma che affronta la vita con serietà, ha voglia di capire e non segue solo personaggi televisivi ma si interessa anche a quelli che lavorano nell’ombra con rigore e dedizione. Un popolo questo che però molto spesso non ha voce e per il quale Torino Spiritualità può essere un’occasione di dialogo, ascolto e confronto di grande apertura interreligiosa e interculturale attraverso voci autorevoli di Premi Nobel, personalità religiose, filosofi/e, scrittrici/i scienziati/e e artiste/i di tutto il mondo. Un’esperienza collettiva ma nello stesso tempo intima e individuale, di forte intensità introspettiva, nella convinzione che esista uno spazio per la spiritualità anche in “chi non crede”. L’edizione di quest’anno è stata interamente dedicata al tema della speranza dal punto di vista etico, civile e spirituale e ha visto la partecipazione “molto partecipata” di Leonardo Boff (per il numeroso e inaspettato afflusso di persone ci si è dovuti spostare nel grande cortile di palazzo Carignano) su “prendersi cura del mondo”.

Ed ecco subito polemica da parte della curia torinese contro una manifestazione che non ha mai incontrato particolari opposizioni da parte cattolica. Il nemico da abbattere, lo spettro che si aggira ovviamente: il relativismo, vale a dire “il lasciarsi portare qua e la da qualsiasi vento di dottrina” (omelia del Card. Ratzinger). E’ il cristianesimo ad avere il monopolio della spiritualità e Monsignor Giuseppe Pollano, su la "Voce del popolo", con un articolo dal titolo “Attenti alle parole! Il mare spirituale”, scrive che “la parola spiritualità adottata dal festival, rischia un’interpretazione ridotta e ambigua” e che bisogna vigilare e resistere al relativismo linguistico in atto poiché la parola spiritualità “ha voluto significare fin da principio realtà ed esperienze attinenti al Pneuma della scrittura e dunque ad indicare una precisa relazione con il Dio rivelato”.

Fuori del cristianesimo non si può dunque immaginare una spiritualità.

L. Boff risponde immediatamente: “Chi sostiene che la spiritualità è di esclusiva pertinenza dei cristiani fa della malateologia. Lo spirito è nel mondo, nella storia, in tutte le religioni e anche negli atei”. Inoltre il linguaggio è vivo, aggiungerei io, e dei suoi zoppicanti tentativi di dire il nuovo facendo corrispondere verità ed esperienza alle parole non dobbiamo avere nessuna paura.

Se abbiamo la pazienza, l’attenzione e…. “chi ha orecchie per intendere intenda”, attraverso il linguaggio c’è data la possibilità di creare insieme, nel suo farsi, il quadro di un’umanità che si rinnova, pur tra grandi sofferenze e contraddizioni. Le parole sono belle, hanno sapore, sono sensibili e sensuali, coinvolgono il tatto il gusto e la vista, sono segno diretto della verità e noi ce ne nutriamo. Ma la filosofa Chiara Zamboni, nel suo libro "Il cuore sacro della lingua", sostiene che per accedere alla materia viva della lingua è necessario superare una prova. "Si tratta di attraversare il deserto del senso, di non accettare pensiero già pensato, sospendere le parole dei codici prevalenti, patire il fatto di restare nella situazione di mancare di parole, di frasi adeguate. Di stare in una condizione di povertà e, in un certo senso, di stupidità.”.

Lasciandosi portare qua e la dal vento dello spirito più che dai venti di qualsiasi dottrina, ma in questo non c’è comunque nulla di rassicurante. Doranna Lupi



Redazione1
5.10.2008 21:07
La San Vincenzo lancia la campagna sull'analfabetismo.

La Società di San Vincenzo De Paoli lancia la sua Campagna Nazionale 2008, dedicata ancora una volta al tema dell’analfabetismo, inteso qui non solo come completa incapacità di leggere e scrivere, quanto come l’insieme delle povertà che da essa scaturiscono. Titolo della Campagna, infatti, è «Fatemi studiare, conviene a tutti».
È di nuovo Gianluca Pessotto il testimonial della Campagna, con la sua sensibilità sempre forte alle povertà del mondo in cui viviamo.
Le Campagne Nazionali 2006 e 2007, sempre dedicate al tema dell’analfabetismo, hanno permesso di raccogliere ben 100mila euro che sono stati destinati al finanziamento di diversi progetti in tutta Italia.
Sono molteplici gli obbiettivi che questa iniziativa si pone: sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle povertà relative alla mancanza di istruzione, favorire la nascita di nuovi progetti volti a contrastare questa povertà, denunciare pubblicamente le carenze del mondo politico-istituzionale sul tema.

La presentazione della Campagna Nazionale 2008 si terrà in una scuola media, la "U. Foscolo" di Torino, dove studenti di diverse origini si integrano serenamente. L’appuntamento è per giovedì 9 ottobre alle 14.45, quando lo stesso Pessotto si recherà presso la scuola per incontrare gli studenti. Un momento cruciale, di condivisione e riflessione, a cui prenderanno parte anche gli esponenti della San Vincenzo stessa.
L'obbiettivo è testimoniare nel modo più semplice, informale e coinvolgente l'importanza di un dialogo che consenta agli alunni, attraverso la condivisione, di riflettere sul grande aiuto che ciascuno può dare per combattere le barriere sociali e i rischi dell’emarginazione da analfabetismo. Far riflettere gli alunni e, attraverso le loro famiglie, far riflettere la società.
La testimonianza di Gianluca Pessotto, oltre a facilitare l’attenzione come rappresentante sportivo di valore mondiale, può aiutare infine a far riflettere i tifosi meno aperti a capire i valori umani, portanti della vita sociale.

La Campagna Nazionale della San Vincenzo non prevede costi di pubblicità. La collaborazione creativa e il materiale vengono cortesemente offerti dall’agenzia di pubblicità Armando Testa, così come gratuita è la partecipazione del testimonial.

L’iniziativa gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e del patrocinio della Società Dante Alighieri.


Laura Bosio – Ufficio Stampa S. Vincenzo de Paoli
347/1222005

Redazione1
5.10.2008 21:21
Craxi (Ps): “Quella ‘damnatio memoriae’ trasversale”

Craxi (Ps): “Quella ‘damnatio memoriae’ trasversale”
“A chi recentemente mi ha domandato cosa pensassi dell’idea di una raccolta di firme per intitolare una via o un luogo pubblico milanese alla memoria di mio padre, ho risposto che non solo la ritengo cosa inutile, ma persino dannosa. C’era un impegno, in questa direzione, dell’amministrazione milanese e l’assessore Sgarbi addirittura lo portò in Giunta. Fu risposto, allora, che bisognava attendere i fatidici, canonici dieci anni dalla scomparsa del cittadino illustre. Bene: questi impegni dovrebbero essere solennemente mantenuti. Stupisce piuttosto il fatto che i sedicenti socialisti che militano nel centro-destra, i quali occupano posti di responsabilità e di potere al Governo e nelle Giunte regionali e Comunali, non siano in grado di influenzare la decisione dei Sindaci appartenenti alla loro coalizione, al fine di intestare delle vie o delle piazze a Bettino Craxi”.
“La verità è che la ‘damnatio memoriae’ è trasversale e l’alibi della collocazione innaturale dei socialisti nasconde solo bramosie di potere, con buona pace di vie e di piazze. La raccolta di firme è dunque la spia di un clamoroso insuccesso politico. Per cortesia, si eviti, almeno, di strumentalizzare la memoria”.
Così scrive Bobo Craxi, del Partito socialista, sul blog di comunicazione politica www.bobocraxi.it.

Redazione1
19.10.2008 16:04
La faccia del centrodestra cremonese

Caro Direttore, diciamo che la situazione sta in questi termini: l'aria di Cremona é inquinata, così come é inquinata l'aria di Crema, di Mantova, di Piacenza, di Lodi, di Pavia, di Alessandria, di Asti etc etc. Cioé l'intera Valle Padana ha l'aria inquinata. Basta guardare qualche foto presa dal satellite.

Per superare questo problema ci vorrebbe un Piano antinquinamento di area vasta - sovraregionale o, almeno, regionale.

Ma la Regione Lombardia non ha la forza, il coraggio o l'intelligenza di dotarsi di un vero e proprio Piano regionale antismog, che - ad esempio - blocchi il traffico automobilistico in alcune domeniche su tutta l'area regionale.

Il centrodestra al governo della Lombardia, invece, impone misure tampone, segmentate e fatte a spizzichi e bocconi. Ma che, purtroppo, hanno la forza di norme regionali, e dunque i Comuni sono tenuti ad applicarle. Ben sapendo di applicare "pannicelli caldi".

A questo ci porta l'incapacità di programmazione e di governo del centrodestra lombardo.

Ed a questo punto, si raggiunge il massimo dei massimi: il centrodestra cremonese ed i loro esponenti presenti nel territorio, si permettono il lusso di scrivere lettere ai giornali e diffondere documenti nei quali attaccano il Comune di Cremona perché farebbe poco o nulla contro l'inquinamento.

I loro capi, al Pirellone, non fanno nulla di serio e decisivo contro l'inquinamento .... e la colpa diventa del centrosinistra di Cremona (?!). Che, invece, per quanto é nel suo potere, ha già fatto parecchio, basti pensare che é al terzo posto nazionale come città con il miglior teleriscaldamento.

Ad Oxford direbbero che quelli del centrodestra cremonese hanno la faccia come il ....... , io qui mi limito a chiedere loro se non pròvino, almeno, un po' di vergogna.

Dario Antoniazzi

Welfare Italia
19.10.2008 16:04

Redazione1
19.10.2008 16:14
Craxi (Ps): “La Russa riferisca al parlamento

Craxi (Ps): “La Russa riferisca al parlamento
quanto sta accadendo in Afghanistan”
“Il ministro della ‘guerra’, Ignazio La Russa, dovrebbe riferire al parlamento e all’opinione pubblica italiana le ragioni dei ripetuti episodi sanguinosi che stanno colpendo, ripetutamente, le nostre Forze armate in Afghanistan”.
E’ quanto chiede l’ex sottosegretario agli Affari esteri ed autorevole esponente del Partito socialista, Vittorio Craxi.
“La crisi economica”, sostiene Craxi, “non può diventare un muro di silenzio dietro il quale celare le responsabilità politiche e quelle doverose informazioni che rappresentano un obbligo, in un sistema democratico - parlamentare”.

Roma, 18 ottobre 2008

Redazione1
19.10.2008 16:16
Esposizione Falce e Martello

CARI ARTISTI - eccomi a presentarvi una nuova e importantissima esposizione alla quale non dovete assolutamente mancare, dal titolo FALCE E MARTELLO.

per ora non abbiamo tutte le opere presenti nell'esposizione ma nello spazio dedicato all'associazione culturale bettivo' di roma sul nostro sito namir abbiamo pubblicato il manifesto e i nomi di chi vi partecipa e una mia opera dedicata al tema dal titolo - SCOPAMI - dove spero presto di inserire, in questo spazio web, tutte le altre.

faremo una intervista all'organizzatore dell'esposizione che con assidua pazienza ha chiesto gli interventi agli artisti, raccolto il materiale, progettato il tutto : DOMENICO GIGLIO.

questa e' una esposizione importante per mille motivi legati al simbolo della falce e martello, oltre che per la presenza degli artisti che vi partecipano.

quindi non mi resta che riportarvi il comunicato.

Con il patrocinio del Comune dell'Aquila, della Provincia dell’Aquila e della Regione Abruzzo, il giorno giovedì 30 ottobre 2008 alle ore 18.00, verrà inaugurata presso il MUSPAC - Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea dell’Aquila - la mostra La Falce e il Martello, organizzata insieme all'associazione culturale Horti Lamiani – Bettivò di Roma, promotrice dell'iniziativa. L’evento si interroga su quale sia il futuro della falce e martello, simboli che per due secoli hanno rappresentato per milioni di uomini il riscatto dallo sfruttamento e la speranza in un avvenire migliore, fatto di giustizia e di uguaglianza. Daniele Arzenta, insieme a Giorgia Calò e Roberto Gramiccia, coautori della mostra, partendo dalla falce e martello, intendono proporre un momento di riflessione sull’importanza dei simboli, nell’immaginario collettivo dei popoli.

I curatori della mostra hanno coinvolto 136 artisti di fama internazionale, chiedendo loro di rappresentare, nel linguaggio che gli è proprio, questo simbolo della memoria storica dell’umanità. I simboli si possono dimenticare, si possono trasformare e il tempo può corroderne l’arcano, complice un’organizzazione sociale che, continuamente proiettata verso la spasmodica ricerca di stimoli, si avvale di qualunque mezzo, cannibalizzando la cultura, la religione, la storia, piegando la potenza del simbolo alla logica del merchandising. Molti artisti hanno realizzato opere adottando il simbolo della falce e martello come icona già consacrata dai media e come simulacro di ciò che era stato. Già Andy Warhol aveva avvertito l’esigenza di confrontarsi con falce e martello (Hammer and Sickle), nel tentativo di sottrarli all’uso eccessivo da parte dei mass media. L’artista, pur appropriandosene, non ne modifica lo status ma gli restituisce nuova vitalità. Anche Basquiat mostra rispetto per quello che ha rappresentato il simbolo dell’emancipazione dallo sfruttamento ma, al contrario della classica iconografia, separa la falce dal martello. In Italia basti pensare agli artisti della Scuola di Piazza del Popolo che, come Warhol, erano attratti dai simboli del potere. Si pensi a Franco Angeli o a Mario Schifano e alla sua celebre opera Compagni compagni. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalle Edizioni Horti Lamiani – Bettivò con testi di Carla Subrizi, Roberto Gramiccia, Daniele Arzenta e Enrico Sconci.


per saperne di piu' andate sul sito di namir - cliccate sull'associazione culturale HORTY LAMIANI BETTIVO' - e poi sul manifesto dell'esposizione.

---------------------------------------------------------------

ARTISTI NEL PROPRIO STUDIO

a giorni invece saranno pubblicati in DANNATA la galleria on line presente sul sito namir - i video degli artisti che lavorano nel proprio studio - magie di luci passioni e idee, ma ne parleremo quando sara' tutto pronto.

la novita' e' che abbiamo aggiunto una esposizione di immagini fotografiche.

particolari prelevati da quelle da voi inviateci - in cui cerchiamo di approfondire i gesti - gli occhi lo spazio dell'artista.

e' una impresa a cui stanno lavorando tre fotografi preparatissimi per fare i tagli delle immagini senza sgranarle una volta riportate in internet, mentre nei video lasciamo le foto e le inquadrature esattamente come le avete inviate.

tutto questo a breve sul nostro portale.

-------------------------------------------------------------

ALTRI DUE ARTISTI saranno presenti in namir con il loro sito internet :

la bravissima SEVERINA DI PALMA

e il gestuale GENNARO ESCA

avere un sito internet lo ricordo ancora e' importantissimo per ogni artista averlo sul nostro portale seguito da oltre 15 mila utenti al giorno e' molto meglio. infatti un sito internet non basta se poi non e' visitato on line. inserirlo dove le visite web sono presenti permette di far conoscere le proprie opere e namir ha queste potenzialita'. inoltre noi non pubblichiamo francobolli di immagini ma le vostre opere in formati adatti al fruitore e nei quali non si perdono i particolari della vostra pittura. insomma visionare l'arte sul nostro portale e' un piacere.

per saperne come inserire un vostro sito internet in namir scrivere a - giornale@namir.it

la redazione comunque visionera' il vostro lavoro, non tutti coloro che faranno richiesta del sito potranno essere pubblicati.

Redazione1
25.10.2008 17:19
Analisi del CSC sullo stato di salute del Mezzogiorno

SUD-CSC, CALIPARI: "NECESSARIA BATTAGLIA PER LEGALITA' O E' LA FINE"
SERVE PIANO DI AZIONE NAZIONALE
DICHIARAZIONE DI ROSA VILLECCO CALIPARI
"L'analisi del CSC sullo stato di salute del Mezzogiorno e in particolare
della Calabria è durissima e segnala l'esistenza di una emergenza
nazionale. Una situazione drammatica che non può essere fronteggiata
unicamente in chiave locale ma richiede un vero e proprio piano di azione
nazionale. Ancora una volta è la battaglia per la legalità, dal rispetto
delle regole nei concorsi, negli appalti, in tutto ciò che contraddistingue
il funzionamento dello stato a fare la differenza. La criminalità organizzata
corrompe tutto, falsa le regole di mercato, per questo motivo i cittadini
sono curati da medici incapaci che uccidono o hanno servizi scadenti. Per
questo chi può se ne va o manda i figli a studiare fuori. Così si muore.
Anche per questo l'impresa non decolla e lo Stato si dissolve.
E' una battaglia che richiede una presenza fortissima dello Stato, non solo
nella forma repressiva ma soprattutto in quella formativa. Più forze di
polizia, più intelligence, ma anche e soprattutto più Scuola. Queste sono le
emergenze. purtroppo però il governo ha tagliato le risorse proprio al
comparto sicurezza e alla Scuola. E' indispensabile invertire la tendenza,
perché il fiume carsico che erode il nostro Mezzogiorno sta divenendo una
inarrestabile onda di piena?".

Roma 20 ottobre 2008
Partito democratico
Ufficio stampa
via Sant'Andrea delle Fratte 16 - Roma
tel. 06-695321
ufficiostampa@partitodemocratico.it

Welfare Italia
25.10.2008 17:19

Redazione1
25.10.2008 17:20
Crociera con delitto

Da sabato 6 a martedì 9 dicembre 2008, Il Pozzo e il Pendolo presenta
Crociera con delitto
Un evento unico, da Napoli a Barcellona, con imbarco a Civitavecchia, a bordo della splendida Cruise Barcelona, per un lungo weekend all'insegna del Giallo



E’ fissato per venerdì 31 ottobre 2008 il termine d’iscrizione per partecipare alla Crociera con delitto, il nuovo e singolare evento firmato Il Pozzo e il Pendolo di Napoli, in programma da sabato 6 a martedì 9 dicembre 2008.

La Crociera con Delitto, evento unico nel suo genere, si terrà nel weekend dell’Immacolata a bordo della splendida Cruise Barcelona della flotta Grimaldi, un ‘ponte di lusso’ tra l’Italia e la Spagna. Un collegamento via mare, con partenza da Civitavecchia, che regalerà momenti unici di relax, gioco e divertimento, grazie anche al numero e all’alta qualità dei servizi offerti a bordo.

Un’area piscina con solarium, un grande casinò, un centro benessere con palestra e massaggi, una discoteca, lo Smaila’s Club, bar, ristoranti e molto altro ancora garantiranno il piacere di una crociera indimenticabile,

“La nostra Crociera con Delitto – spiegano gli ideatori Annamaria Russo e Ciro Sabatino - permetterà, inoltre, di visitare la splendida capitale catalana, continuando a giocare e pernottando a bordo della nave ormeggiata nel porto di Barcellona.

Quattro giorni che uniranno l’esperienza della crociera ad una lunga sosta alla scoperta delle ricchezze paesaggistiche e culturali, nonché della movida notturna spagnola. Ovviamente a caccia di emozioni, misteri e delitti”.

Un weekend "lungo" tutto all'insegna del Giallo, un'indagine da vivere in diretta, cullati dalle onde e accarezzati da un soffio leggero che si chiama paura. Un rompicapo infinito, inestricabile che ‘toglierà’ il sonno per quattro giorni e tre notti, senza tregua. Una sfida all’intelligenza per un mistero che parte da Napoli e si perde tra le ramblas del magico capoluogo della Cataloña.

La storia, dal titolo Aveva una Montreal fiammante, ha inizio nell’anno 1973, nel porto di Napoli. La nave è la Cristoforo Colombo, destinazione America. Lui ha il bavero del cappotto sollevato e una sciarpa di seta avvolta intorno al collo, ed è solo. Raggiunge la scaletta della nave e sale a bordo.

Sul ponte un'immagine, veloce, gli accarezza i pensieri. Ma è un attimo, solo un attimo. Quel baule, in fondo alla stiva, per ora è meglio dimenticarlo, meglio per tutti.

Questo è l’incipit, una labile traccia. Ma la storia da inseguire è complessa, difficile, antica. Per mettere insieme i primi tasselli arriveranno una serie di email con i primi indizi, da non perdere. Poi il gioco comincerà a correre veloce. E non si fermerà più, neanche di notte, neanche a Barcellona. Conviene organizzarsi in squadra.

I costi della singolare crociera variano, secondo la sistemazione a bordo, da un minimo di euro 230 ad un massimo di euro 335 a persona.

Il pacchetto comprende una Cena (Salotto del Delitto) di apertura presso il Pozzo e il Pendolo, quattro giorni e tre notti in nave con sistemazione in cabine doppia, tripla o quadrupla, due Cene con Delitto durante la navigazione, un giorno a Barcellona e quattro giorni di gioco/spettacolo ininterrotti.

Le prenotazioni potranno essere effettuate, telefonicamente, chiamando il numero 0815422088.

Il Pozzo e il Pendolo Teatro

Piazza San Domenico Maggiore, 3 - Napoli

Info e prenotazioni al numero 0815422088

email info@ilpozzoeilpendolo.it internet www.ilpozzoeilpendolo.it



Redazione1
25.10.2008 17:21
Il labirinto Agfano di Bobo Craxi

Craxi (Ps): “Il Governo non sa come affrontare il ‘labirinto’ afghano”

“Il ministro della ‘guerra’, Ignazio La Russa, ha finalmente compreso che senza una strategia di dialogo con i talebani, in Afghanistan le cose non potranno che peggiorare”.
E’ quanto sostiene l’ex sottosegretario agli Affari esteri del Governo Prodi ed esponente del Partito socialista, Vittorio Craxi.
“Su questo fronte”, sostiene Craxi, “il Governo sino ad ora ha espresso un vuoto preoccupante, lasciando alla sola forza militare della Nato il compito di regolare un conflitto che non cessa e che non cesserà senza una soluzione politica”.
“Mi domando, a questo punto”, conclude l’esponente socialista, “se su tale terreno l’Italia abbia una politica, o se sia demandato solo alla Difesa il compito di esprimerla”.

Roma, 20 ottobre 2008

Redazione1
25.10.2008 17:24
Primarie che fare di Stefano Consalvi

LETTERA DEL PROMOTORE STEFANO CONSALVI DI ROMA (20-10-2008)
Cari primaristi, io la vedo cosi':
in una fase difficile e confusa sia per i partiti che per i movimenti occorre veicolare messaggi chiari, come questo Comitato ha sempre fatto.
Sulle cariche istituzionali amministrative occorre far passare il concetto che le primarie sono la regola, non l'eccezione e tantomeno un'arma di ricatto fra capiclan.
Immagino la forza innovatrice che avrebbe la convocazione di una giornata unica in tutta Italia in cui i cittadini scelgono il loro candidato sindaco o presidente di regione. Almeno il PD lo puo' fare.
E' bene parlare di primarie non abusando del termine come sta avvenendo nel Lazio per l'elezione dei coordinatori locali del PD e come del resto e' avvenuto anche il 14 ottobre 2007.
Anche allora infatti mancavano le "secondarie", non erano fissate elezioni politiche a breve termine.
Sui parlamentari esiste una proposta di questo Comitato applicabile alla scelta dei candidati con l'attuale legge elettorale.
Si puo' arrivare a una proposta analoga anche per la NUOVA legge elettorale per il parlamento europeo.
Si puo' pensare, ma e' solo un esempio, a suddividere le circoscrizioni elettorali in aree piu' piccole (tante quanti sono i posti in lista) dove scegliere con le primarie i candidati che compongono la lista.
In ogni caso occorre ribadire che non puo' essere riproposto ed esteso il modello delle liste bloccate.
Credo sia un concetto caro anche ai promotori dei referendum sulla legge elettorale che, a mio avviso, sono a forte rischio di non raggiungere il quorum.
Sappiamo infatti che il vero scandalo suscitato dal Porcellum sono le liste bloccate e su questo i referendum "tecnicamente" non incidono.
Cosa voglio concludere?
Credo sia opportuna, e urgente, una convergenza tra i promotori dei referendum elettorali e i promotori delle primarie, convergenza da esprimere con azioni "sul territorio" e con un incontro/evento nazionale, che faccia il "rumore" che merita e al quale partecipino, ovviamente, i due presidenti Pasquino e Guzzetta.
Per il lancio dell'evento penso sia utile "sfruttare", nel senso piu' pulito del termine, e vi assicuro senza nessuna dietrologia, la campagna promossa dal gruppo del sito "primarie vere, primarie sempre".
Se siete d'accordo si potrebbe chiedere l'opinione degli altri promotori via mail e magari parlarne a Roma sabato 25 a margine della manifestazione.
con amicizia
Stefano Consalvi
Roma

Redazione1
25.10.2008 17:27
Qualità della vita a Savona

QUALITA’ DELLA VITA A SAVONA
Le notizie recenti secondo cui il comune ha incaricato un architetto paesaggista per la completa trasformazione del prolungamento, la posizione dei commercianti savonesi a favore della pedonalizzazione di piazza del popolo e delle vie adiacenti oltre alla proposta di spostare nelle vie cittadine il mercato del lunedì aprono finalmente un nuovo dibattito sulla qualità della vita in città.
Se a ciò aggiungiamo il recente dibattito e le proposte avanzate per una oasi naturalistica alla foce del Le timbro si può cominciare a pensare che finalmente i temi della mobilità sostenibile e più in generale della qualità della vita vengano posti a centro del dibattito politico cittadino.
I Verdi, che avevano costruito la propria proposta politica per il governo della città su alcune idee come:
• Trasferimento del mercato in centro;
• Progressiva pedonalizzazione del centro ottocentesco;
• Riqualificazione dei giardini del prolungamento attraverso l’ eliminazione dell’ asfalto ed il loro ritorno ad oasi verde;
• Creazione di una oasi ambientale alla foce del letimbro, quale elemento per favorirne la riqualificazione ambientale e migliori condizioni per gli animali, che vi stazionano,
ritengono estremamente positivo il dibattito che finalmente si sta avviando in città in particolare per la presa di posizione dei commercianti, che finalmente sostengono la necessità di una stretta connessione fra commercio, pedonalizzazione e migliore qualità della vita cittadina.
I Verdi ritengono ora quanto mai necessario che sia il comune ad assumere un ruolo di direzione politica nelle scelte che verranno assunte poiché è finalmente indispensabile che in città ed in un quadro di partecipazione democratica l’ ente pubblico riconquisti un proprio ruolo rispetto alle scelte fondamentali sulla città, evitando di dimostrarsi supino a decisioni urbanistiche prese da privati come spesso è avvenuto in questi anni.
I Verdi sono disponibili fin da ora a dare il proprio contributo di idee rispetto ai progetti in campo.
L’ ASSOCIAZIONE COMUNAL DEI VERDI SAVONESI
Info 3292239928

Redazione1
25.10.2008 17:28
Contro la politica dei NO di Marilù Anaclerio

“Contro la politica del NO a prescindere”
Come molti di voi sapranno, Oliviero Diliberto ieri ha annunciato con orgoglio la nascita della prima tv comunista. Una televisione che si pone come uno degli obiettivi quello di perseverare nell’innalzamento di quel muro già abbastanza alto nei confronti del Partito Democratico.



Diliberto lo dice chiaramente nella puntata di apertura, quando condanna la possibilità che il nostro partito sigli un accordo con l’Udc, in vista delle amministrative del prossimo anno. “Noi non saremo mai alleati con chi stringe intese con l’Udc”, dichiara fiero il leader dei Comunisti Italiani. Probabilmente ritiene più efficace una politica autoreferenziale e di isolamento, rispetto all’apertura e alla necessità di ampliamento del consenso.



Come è possibile che non si riesca a comprendere che l’unico modo per cercare di risalire la china è quello della COSTRUZIONE di una realtà che coinvolga più interlocutori, più istanze per raggiungere quella stabilità che sola potrà permettere al PD di raggiungere una massa critica per candidarsi a governare il Paese?!?



Ritengo sia comodo assumere, sempre e comunque, atteggiamenti di protesta, di delusione, di sconforto, di polemica fini a se stessi, che non hanno evidentemente come primario obiettivo quello dell’abbattimento di una maggioranza che tanto sta danneggiando il Paese.



Se si ponessero primariamente questo obiettivo, capirebbero infatti che il vero coraggio è quello del riformismo democratico di cui ognuno di noi dovrebbe sentire il dovere di farsi portavoce. Il coraggio di estenderlo non solo agli attuali aderenti, ma a tutti i potenziali futuri sostenitori.

E questo risulta difficile realizzarlo, attraverso la politica del no.



Marilù Anaclerio

www.pd.communitas2002.org

Redazione1
25.10.2008 17:33
Rischiamo il collasso sociale di Lioni

OCSE: LIONI (PD), RISCHIAMO COLLASSO SOCIALE, GOVERNO INDIFFERENTE

Dichiarazione di Gianluca Lioni, responsabile Terzo settore del Partito
Democratico


I dati dell'Ocse segnalano una emergenza che richiede risposte immediate e
forti da parte di chi governa. Non è certo possibile chiedere alle famiglie di
aspettare che si riprenda il sistema economico prima di mettere in campo
iniziative di sostegno.

Oggi rischiamo che tante, troppe famiglie del ceto medio si ritrovino sotto la
soglia di povertà. E, in una situazione del genere, il ruolo svolto dagli
stessi corpi intermedi rischierebbe di non essere sufficiente ad arginare
questa pericolosa deriva.

Se non si inverte il processo rischiamo che si determini un vero collasso
sociale. Un pericolo enorme a cui la politica deve dare una risposta, poiché è
in gioco il suo stesso ubi consistam.

Preoccupa quindi che il governo Berlusconi continui ad ostentare una
inaccettabile indifferenza di fronte alla portata del problema e degli allarmi
che provengono da tutte le parti. Il Partito Democratico ha avanzato le sue
proposte, il governo dimostri maturità e raccolga i nostri suggerimenti per il
bene del Paese.









Roma 21 ottobre 2008




--------------------------------------

Partito democratico
Ufficio stampa
via Sant'Andrea delle Fratte 16 - Roma
tel. 06-695321
ufficiostampa@partitodemocratico.it

Redazione1
25.10.2008 17:40
Pompei. Premio speciale Giovanni Paolo II

Premio speciale Giovanni Paolo II a Giada Nobile

POMPEI – Reduce dallo straordinario successo del musical “Forza venite gente” nell’impegnativo ruolo di madre Teresa di Calcutta, Giada Nobile è tra gli artisti dichiaratamente cattolici più popolari, soprattutto in quanto interprete della canzone di Giovanni Paolo II “Never terrorism, never war”, che ha eseguito per la prima volta il 28 novembre 2004 nel sagrato della basilica vaticana alla presenza del compianto pontefice subito dopo l’angelus. Sarà lei a ricevere il premio speciale nell’ambito della cerimonia conclusiva della seconda edizione del Premio Giovanni Paolo II, ideato da Pio Pinto. L’evento è atteso per sabato 25 ottobre, a partire dalle ore 20, presso il teatro Di Costanzo - Mattiello.

Nato nel 2006 dalla multiforme creatività di Pio Pinto, il Premio Giovanni Paolo II, promosso dall’Associazione Moda Italia e realizzato da Les protagonistes, si avvale quest’anno di prestigiosi riconoscimenti, tra i quali, oltre ai patrocini della delegazione pontificia per il santuario della Beata Vergine del Rosario e dell’Azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo di Pompei, il patrocinio del consolato della Repubblica di Polonia in Napoli e l’adesione della presidenza della Repubblica italiana, che ha conferito la targa d’argento del Presidente. Tra gli altri spiccano il premio di rappresentanza della presidenza della Camera dei deputati e quello della presidenza del Senato della Repubblica.

Il premio Giovanni Paolo II è rivolto a scultori, poeti, pittori e fotografi, invitati a realizzare opere che hanno per tema la pace. Su oltre quattromila candidature la commissione giudicatrice ne ha selezionati 68, che ritireranno il premio durante la cerimonia di sabato. Le loro opere, com’è accaduto per la prima edizione, saranno raccolte in un libro che sarà pubblicato in trentamila copie e sarà spedito a ministeri, biblioteche, accademie e istituti d’arte e altre istituzioni ecclesiastiche e civili.

A condurre la serata sarà come di consueto la poliedrica Teresa Ciardi, affiancata da Ivana Fusco e Francesco Cicchella nelle vesti di declamatori.

Alterneranno le premiazioni la corale polifonica Pompei gospel, diretta dai maestri Pino Russo e Vincenzo Porzio, e i ballerini Mena di Maso e Michele Orefice con una rivisitazione moderna del Bolero di Ravel.

Tra gli ospiti nel parterre Aniello Tuorto, console onorario della Repubblica di Polonia a Napoli, Giuseppe Tortora, presidente della quarta commissione del consiglio della Provincia di Napoli, e Nello di Nardo, senatore della Repubblica. Sono inoltre attese numerose delegazioni da parte dei comuni di residenza e di origine degli artisti vincitori.

Partners dell’evento Ennestudio advertising, Zeus sport, Allestimenti Di Paolo, Del Gaudio flora, agriturismo Vivi natura, Ideal film di Lello Orefice.

L’ingresso è ad invito.







Dove e quando
Teatro Di Costanzo – Mattiello
Pontificio istituto “Bartolo Longo”
via Sacra - Pompei (di fronte stazione Fs - parcheggio in via Adriano Celentano)
25 novembre 2008 ore 20.00

Ufficio stampa (solo per contatti da parte di operatori dell’informazione; si prega di non pubblicare)
Amedeo Francesco Mosca
tel. 3472210103 – 3803115107

Redazione1
25.10.2008 17:41
Genova, abitanti di oggi e di domani

Genova
ABITANTI DI OGGI
E DI DOMANI
"Solo vent'anni per salvare Genova": titolo a piena pagina di Repubblica 30 settembre. Numeri alla mano, uno studio della BEI (Banca Europea degli Investimenti), conferma che Genova è la seconda città più vecchia d'Europa, che continua a perdere abitanti specie nella fascia d'età tra i 20 e i 40 anni, quella che mette su famiglia. Situazione che peggiorerà se anche la popolazione immigrata decidesse di cercare altrove. Ne hanno parlato a un convegno -"Le frontiere della nuova cittadinanza"- dove era presente anche la sindaco che ha sospirato: "Non ci sarà sviluppo se si continua a investire nell'esplosione delle città. Occorre lavorare per aumentare la capacità di attrazione... Se continuiamo con le politiche attuali nel 2031 saremo una piccola città e non ci sarà lavoro per i giovani".
Parole sante: con meno enfasi e, in compenso, con maggiore attenzione alle dinamiche genovesi, sullo stesso giornale ne ha scritto, in più occasioni, Arvati. I saldi della città sono negativi: il maggiore contributo alle nascite viene dalla popolazione immigrata, che però fatica a trovare case ad affitti decenti e, essendo le occasioni di lavoro modeste, sta da tempo prendendo la strada di una seconda migrazione verso città italiane che offrono di più. Osservazioni pacate e incontrovertibili a suo tempo lasciate cadere che la politica torna a scoprire grazie alla gran cassa d'un convegno.
Lo scenario della Genova del 2031 è del genere "Fuga da New York. Per immaginarlo non ci vogliono sforzi di fantasia. Basta dare una occhiata alla Genova d'oggi. Una città di anziani, di colonie di badanti (sempre di più) che li accudiscono, sede di società finanziarie, immobiliari, commerciali e di quelle specializzate a fornirgli i servizi necessari (notai, procuratori legali, periti ecc.), appendice di un Nord laborioso che, a un paio d'ore di macchina, ha la seconda casa, il posto barca e un po' di negozi che propongono griffe raffinate. Principale attività manifatturiera locale sono le costruzioni e le ristrutturazioni: palazzi, quartieri, park e simili. Gli immigrati confinati alle sue impalcature.
E i giovani? Ecco, appunto, i giovani. Giovani vuol dire lavoro, abitazione, trasporti, cultura. Ne girano per la città alcune decine di migliaia che arrivano qui per studiare: assaggiano la città già da oggi, le sue stanze, i suoi trasporti a cominciare da quelli ferroviari, i suoi prezzi, la sua "offerta culturale". Qualcuno si è chiesto che esigenze hanno, cosa pensano, se di fronte ad una occasione interessante - di lavoro, di residenza... - tornerebbero ad abitare in questa città?
Una città dove la lungimiranza politica ha voluto dire lasciare mano libera al cemento e costruire box, affitti alle stelle come pensa di poter ringiovanire?
Pazienza che il presidente di Carige continui a ripetere - dice sempre le stesse cose, se ne sono accorti al Lavoro? - che il destino di Genova e della Liguria siano le case, specie le seconde, i posti barca e una autostrada per fare più in fretta ad arrivarci. Ma chi la pensa diversa cosa ha intenzione di fare?
(m.c.)

Redazione1
25.10.2008 17:47
Lettera a Sarkozy di Paolo Bolognesi

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE NICOLAS SARKOZY IL 14 OTTOBRE 2008
Al Presidente della Repubblica Francese
Monsieur Nicolas Sarkozy

Egregio Presidente,

abbiamo appreso con grande sconcerto della sua decisione di impedire l'estradizione della terrorista Marina Petrella in Italia dove è stata condannata all'ergastolo per svariati reati.
Questa sua decisione è in contrasto con le sue dichiarazioni di lotta al terrorismo, ed è un appoggio a quel revisionismo che in Italia e anche in Europa tende ad ammantare di innocentismo romantico le truci imprese compiute da quei loschi figuri che cercavano vigliaccamente di ammantare politicamente il loro operato di squallidi assassini.
Signor Presidente, Le ricordo che la battaglia contro il terrorismo non è solo un vano esercizio di parole, ma ha la sua concretezza in fatti ed atti formali.
Signor Presidente, questa sua decisione le farà avere il plauso, dei terroristi,dei loro sostenitori e dei radical-chic, ma , avrà la disapprovazione totale dei familiari delle vittime del terrorismo.

Il Presidente
Paolo Bolognesi
Presidente Associazione 2 agosto 1980 bologna@stragi.it

Redazione1
25.10.2008 18:24
Craxi (Ps): “Una destra che sbanda

Craxi (Ps): “Una destra che sbanda
tra garantismo e Stato di polizia”

“Gli studenti che esprimono il proprio disagio non sono come i camorristi di Napoli e della provincia di Caserta o i teppisti da stadio: come fa il Governo a non rendersi conto di una differenza del genere”?
E’ quanto si chiede l’esponente del Partito socialista, Bobo Craxi, tornando a riflettere sulle intenzioni espresse ieri dall’Esecutivo al fine di contrastare le crescenti proteste studentesche.
“Si tratta”, spiega Craxi, “di un errore di presunzione capitale da parte di un ceto politico giunto al potere totalmente privo di una seria cultura politica: non si possono invocare giuste garanzie da parte del potere giudiziario e poi regolare ogni forma di conflitto sociale con i metodi dei regimi polizieschi”.
“Saremo anche di fronte”, conclude l’esponente socialista, “ad una destra moderna e mediatica, ma sempre destra è…”.


Roma, 23 ottobre 2008

Redazione1
25.10.2008 18:32
Il via a 200 mila licenziamenti di G.Cremaschi

Giorgio Cremaschi: “Dai leader della Confindustria il via al licenziamento dei precari: almeno 200mila persone rischiano il posto”
È necessario lanciare un allarme per le centinaia di migliaia di lavoratori precari che rischiano il posto, o che lo stanno già perdendo nel sistema industriale.
Solo nell’industria in senso stretto, sono almeno 200mila i precari che rischiano di essere lasciati a casa, è bene ricordarlo senza alcun ammortizzatore sociale.
Se si estende la stima a tutto il sistema produttivo e dei servizi si rischia di arrivare a cifre spaventose, che sommate ai precari a rischio posto nella pubblica amministrazione preparano un autentico disastro occupazionale, che aggraverà la recessione.
Gravissime sono le responsabilità delle imprese, che, dalla Fiat alla Brembo del Vice Presedente della Confindustria, hanno già cominciato a lasciare a casa i precari. È un segnale di totale sintonia tra la Confindustria e un governo che sta ancor più precarizzando tutto il mondo dell’istruzione e che minaccia l’uso della polizia contro gli studenti.
Cosa faranno in futuro, manderanno i carri armati contro il dilagare del conflitto sociale da essi stessi provocato e aggravato?
È evidente che occorre un radicale cambiamento di politiche pubbliche e private rispetto alla precarietà. Tutta la legislazione e le scelte di questi ultimi anni mostrano la loro stupidità e dovranno essere profondamente riviste, pena la catastrofe sociale.

Redazione1
25.10.2008 18:33
Veline contro la droga

Veline contro la droga
No alla droga, si allo spettacolo! Le Veline di Striscia la Notizia, Costanza Caracciolo e Federica Nargi, grazie alla loro apparizione presso il noto centro commerciale bresciano “Le Porte Franche”, da domenica sono entrate a far parte degli artisti dell’Albo d’Onore del “Dico No alla Droga, Dico Si alla Vita”.

Alla presenza dei loro fan più affezionati e di un ampio pubblico, le Veline hanno infatti firmato l’albo dedicato agli artisti, mostrando a tutti che il loro successo è avvenuto anche perché sono state capaci di tenersi lontane dalle droghe.

“Come persona e artista, riconosco che è anche mio dovere contribuire a migliorare questa società, con il mio esempio....”, è una parte dell’impegno sociale che si sottoscrive con l'Albo d'Onore che annovera tra i nomi celebri Nek, i Nomadi, Claudio Baglioni e Tiziano Ferro, per citarne solo alcuni.

Con l’appoggio delle Veline, la campagna “Dico No alla Droga” vede infatti ormai ben oltre cento artisti appoggiare il proprio messaggio, promosso da oltre vent’anni dalla Chiesa di Scientology in tutto il mondo.

“Le droghe privano la vita delle gioie e delle sensazioni che sono comunque l’unica ragione di vivere” è la frase del filosofo ed umanitario L. Ron Hubbard che motiva i volontari nelle loro attività di prevenzione e informazione.

Redazione1
25.10.2008 19:51
Progresso in 4 punti Danilo D'Antonio

Progresso in 4 punti
In merito a quanto accade in questi giorni nelle Scuole ed Università, si spera che i fatti contingenti si risolvano nel modo migliore e nel tempo più breve. Superata l'emergenza, occorrerà però iniziare a considerare questioni di base mai affrontate prima, senza risolvere le quali non si può minimamente sperare in una evoluzione sociale.

Gentilmente mi si permetta di esporre in quattro soli punti quanto si ritiene un auspicabile progresso:

1) Il pubblico impiego assegnato a vita è ANTIDEMOCRATICO ed ANTIREPUBBLICANO: tutti gli incarichi dello Stato, dalla Presidenza della Repubblica e del Consiglio ad ogni altra carica, devono essere rimessi al POPOLO dopo un certo numero di anni, mentre i ruoli del Catasto, del Comune, della Provincia, della Regione, della Pubblica Istruzione, dei tanti Uffici dello Stato, dell'ASL, della RAI, delle Forze dell'Ordine, etc. possono essere ricoperti, di fatto accaparrandoli, dai pubblici dipendenti per tutta la loro vita lavorativa, a volte perfino trasferendoci poi i propri figli! Nei fatti l'Italia non è ancora del tutto una Res Publica bensì è per gran parte Cosa Loro, dei pubblici dipendenti a vita.

2) Quando nacque la nostra Costituzione c'era urgenza di riprendere il normale corso delle cose e l'ordinamento del pubblico impiego non potè essere sviluppato come avrebbe dovuto. Tuttavia i padri fondatori della nostra Repubblica, consapevoli della necessità di una evoluzione, scrissero apposta il benedetto Articolo 3: "... E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese ...".

3) E' proprio questa ANOMALIA DEMOCRATICA, questo retaggio d'epoca borbonica, questo rimasuglio oligarchico dell'assegnazione a vita di un BENE COMUNE, della proprietarizzazione di una PUBBLICA RISORSA, a creare la quasi totalità dei problemi d'oggi. Questo è l'elenco delle pubbliche amministrazioni: http://www.istat.it/strumenti/definizioni/elenco_amministrazioni_pubbliche/elencoS13.pdf ed è pure l'elenco degli Enti che andrebbero completamente reinterpretati nelle organizzazioni, nei metodi e negli scopi sotto ben altri influssi e con ben altre visioni che quelle attuali.

4) ATTENZIONE! Si badi che il pubblico impiego a rotazione non licenzia bensì ASSUME!!! Infatti esso prevede il riassorbimento nel settore pubblico di molte delle attività economiche oggi private. Questa è l'estrema sintesi del complessivo progetto: PUBBLICO IMPIEGO A ROTAZIONE COMPRENDENTE ATTIVITÀ ECONOMICHE PER UNA METÀ DELL'INTERO. La nostra economia è fortemente squilibrata verso il privato proprio perché anche il solo pensare ad un pubblico impiego più corposo, mentre è ancora sottomesso all'assegnazione a vita, alla CASTA PUBBLICA, alla MAFIA di STATO, quindi ad ogni genere di chiusura mentale e partecipativa nonché di corruzione, è qualcosa che fa immediatamente male al cuore! Ma, una volta restituito alla cittadinanza, il pubblico impiego potrà riprendere ampia consistenza, riacquisendo tante attività di primaria importanza come la gestione dell'acqua, dell'energia, della telefonia, dei trasporti, etc.


Ecco allora che il progetto di un pubblico impiego a rotazione si rivela portatore del sacro diritto di ogni cittadino all'effettiva partecipazione all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese, proprio come auspicato dalla Costituzione. E si rivela pure unica possibilità di un http://lavoro-minimo-garantito.hyperlinker.org assistito a sua volta dal più tradizionale reddito da cittadinanza.

Per tutto ciò son lieto oggi di offrire uno stupendo progetto forgiato negli anni, ricco e generoso ben oltre quanto qui sia possibile mostrare, avendo l'obiettivo di realizzare ciò che, nella generale e più gran confusione dei tempi, può apparire impossibile: condurre TUTTI, nessuno escluso, nel giro di pochissimi anni, ad un grado di FELICITA' e SICUREZZA straordinariamente di gran lunga superiore ad oggi, pure permeando la società di un forte sentimento di soddisfazione per un realizzato ideale di eguaglianza e giustizia.


HTTP://EQUO-IMPIEGO-PUBBLICO-A-ROTAZIONE.HYPERLINKER.ORG


Ringrazio ed auguro buone cose.

Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M.
TE - Abruzzo

tel. 339 5014947
tel. 328 0472332

Redazione1
29.10.2008 19:22
«Crisi, l’errore dei leader liberisti» di V.Agnoletto

«Crisi, l’errore dei leader liberisti»
Di Vittorio Agnoletto
La Stampa, mercoledì 29 ottobre 2008
Mi rivolgo ai leader economici, culturali e politici del nostro Paese, e attraverso di voi alle leadership del mondo occidentale. Chiedete scusa. Avevate torto e i vostri errori ci hanno reso tutti più poveri, ma alcuni più di altri.
Quando da anni, in tutto il mondo, nei Social Forum, nei movimenti, nelle università, nei sindacati, in migliaia elaboravamo proposte competenti per affrontare le più svariate emergenze del pianeta, ci descrivevate come utopisti, statalisti, nemici del progresso.
Quando contrastavamo l'autonomizzazione dei mercati finanziari dall'economia reale, la delocalizzazione selvaggia della produzione, quando rivendicavamo a istituzioni elette democraticamente il diritto d'intervenire con un ruolo regolatore sulla volatilità del mercato voi esaltavate la capacità di autoregolazione del mercato e la necessità di liberarlo dai “lacciuoli” dello Stato. Oggi le vostre stesse decisioni ci danno ragione. Anche se non lo ammetterete mai.
Per evitare il crollo del sistema finanziario e il congelamento del mercato del credito, che rischiano di coinvolgere l’insieme delle attività economiche, le autorità statunitensi hanno proposto che la finanza pubblica, cioè il contribuente, riscatti i crediti bancari problematici fino a un tetto di 700 miliardi di dollari e un senatore americano ha parlato di «socialismo finanziario». In Gran Bretagna e in Francia si parla di «nazionalizzazione» delle banche, mentre in Italia Berlusconi annuncia «aiuti di Stato» per le industrie in difficoltà e la presidente di Confindustria li pretende. Oggi non c’è commentatore politico che non esprima la sua condanna contro la straripante finanziarizzazione che danneggerebbe l’economia reale. Ma dove eravate in questi anni?

Ricordo, per esempio, la sufficienza con cui veniva considerata la nostra proposta della Tobin tax, l’ipotesi cioè di una minima imposizione fiscale sulle operazioni speculative che servisse come strumento di regolazione dei mercati finanziari: se fosse stata applicata, sarebbe stata un utile strumento di limitazione dell’impatto dell’attuale crisi.

Ma oggi non mostrate alcuna vergogna nello stravolgere le regole che fino a ieri avete decantato.

Al tanto vituperato Stato chiedete di risanare le banche mandate in crisi dagli speculatori, usando denaro pubblico. Quei soldi non virtuali in qualche modo bisognerà procurarseli. E come? Tagliando la spesa (scuola, sanità, welfare…), aumentando il debito pubblico (e togliendo risorse all’economia reale), aumentando le tasse. Come mai si deroga così facilmente alle regole del liberismo, ai vincoli di Maastricht, per correre al capezzale della grande finanza, mentre ciò è «vietato» per difendere il welfare pubblico? Il lavoro degli insegnanti è veramente meno efficace, e quindi meno meritevole di attrarre risorse, del lavoro dei banchieri?

Oggi servono risorse per sostenere i redditi e le pensioni, perché le conseguenze della crisi colpiscono innanzitutto i ceti popolari.

Servono cambiamenti strutturali che liberino la nostra quotidianità dai rischi della crescente finanziarizzazione e che pongano al centro la difesa dei sistemi pensionistici e dei beni comuni, come l’acqua, l’istruzione e la salute che devono essere accessibili a tutti e quindi sottratti alle logiche della privatizzazione e non sottoposti ai rischi della speculazione.

Spero che questa drammatica crisi almeno ci insegni qualcosa per il futuro.

«Un altro mondo è possibile» è lo slogan del popolo di Porto Alegre su cui in tanti avete ironizzato: ora,sappiamo che «un altro mondo è necessario».

Il più presto possibile.



*già membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale – europarlamentare PRC – Sinistra Europea


Redazione1
1.11.2008 16:45
La cgil deve ritirare la firma sugli accordi Alittalia di G.Cremaschi

E necessario che la cgil ridiscuta la firma apposta al diktat di cai e berlusconi che impone ai lavoratori alitalia clausole brutali discriminatorie e ai limiti della costituzionalità. Purtroppo una campagna riuscita di criminalizzazione dei lavoratori ha impedito qualsiasi serio confronto sulle ragioni e le soluzioni della crisi alitalia mentre tutte le responsabilità gestionali son state cancellate. Ora pagano tutto i lavoratori e tutto il sindacato subisce una sconfitta umiliante che cancella rappresentanza e democrazia sindacale. Nessuna emergenza nessun ricatto giustificano un cedimento che in ogni caso lascia totale incertezza sul futuro dell alitalia.

Giorgio cremaschi
[Rete28Aprile]

Roma 1 novembre 2008

Welfare Italia
1.11.2008 16:45

Redazione1
15.11.2008 22:40
IL CREPUSCOLO DI BRETTON WOODS di A.V.Gelormini

IL CREPUSCOLO DI BRETTON WOODS
di Antonio V. Gelormini
Impensabile che a riscrivere le regole dell’economia mondiale, per una “nuova Bretton Woods” (secondo gli auspici di tanti e in particolare di Nicolas Sarkozy), possano essere gli stessi artefici del dissesto finanziario planetario, che da mesi ha sconvolto la quotidianità dei mercati, i listini delle borse e la serenità di milioni di piccoli risparmiatori.



Al vertice del G-20 a Washington si presentano con pudore tutti Paesi in recessione, che faranno fatica a conciliare le istanze nazionalistiche e protezioniste crescenti nei rispettivi territori, con gli incitamenti del principale protagonista di tale sconvolgimento, a cercare soluzioni per il futuro senza tradire il liberismo economico. Seppure con un tardivo ricorso a nuovi strumenti di regolamentazione dei mercati nella loro globalità.



Barack Obama reduce da una scalata, cha ha ancora dell’incredibile, si è opportunamente defilato da un summit che rischia di produrre ben poco. Evitando di legare la prima uscita da presidente-eletto all’inconcludenza di un appuntamento che non cambierà alcunché. Ha preferito lasciare George W. Bush e il Segretario al Tesoro, Henry Paulson, di fronte al baratro diventato voragine, anche per la mancanza di coraggio dimostrata da entrambi nella seconda parte del mandato presidenziale.



Sa bene che il vertice di Washington è in sostanza il prodotto di un’azione di concerto fortemente voluta dall’Europa, la sola ad essere riuscita a dare indicazioni concrete nei momenti più critici. Per la prima volta i modelli risolutivi di crisi hanno invertito la rotta e dall’Europa si impongono negli Stati Uniti. Giusto lasciare ad essi il palcoscenico. Dopotutto la resa senza condizioni della coppia più imbarazzata della storia economica americana, e la ratifica da destra di un inconcepibile intervento statale nell’economia, ha dato una spinta non indifferente alla sua corsa verso la Casa Bianca.



E’ l’inizio di un processo, che come promotore del “cambiamento” sarà pronto a favorire e a caratterizzare nelle evoluzioni. In un rinnovato rapporto degli Stati Uniti con l’Europa, per fronteggiare meglio e insieme la poderosa avanzata delle nuove economie asiatiche. Bretton Woods ha fatto il suo tempo. La nuova frontiera della globalizzazione non sarà tracciata a Washington, ma tutti sanno che non potrà essere disegnata altrove.
(gelormini@katamail.com)



Welfare Italia
15.11.2008 22:40

Redazione1
21.11.2008 21:28
Noi di Scarpino facciamo i conti con il centesimo

Mi fà rabbia pensare che Noi di Scarpino dobbiamo fare i conti con il
centesimo,e riusare il retro dei volantini vecchi (..lodevole...)
stampati col vecchio ciclostile,per diffondere il verbo,mentre Crivello
e Legambiente,tappezzano con manifesti a colori Genova e uno splendido
pieghevole da 8 facciate sempre a colori un iniziativa che a mio parere
personale è una " CAZZATA PAZZESCA " che si aggiunge alla "FREGATURA
GALATTICA" rifilataci dal "MAGNIFICO PRESIDENTE" con la
"VERTICALIZZAZIONE" della nostra scuola 2 Giugno.
Quanti modi ci sono per sprecare i pochi soldi che le Municipalità
dicono di avere?
Non ci sono soldi per la Scuola,la raccolta differenziata,asili
nido,assistenza agliu anziani e così via,ci sono invece per "SPREMERE UN
OLIO" che tuttalpù potrebbe condire il pesce pescato nel canale di calma
tra ILVA e diga foranea proprio dove scarica il percolato che fuoriesce
dalla discarica di Scarpino.
Giusto per fare polemica,Felice da Scarpino

Welfare Italia
21.11.2008 21:28

Redazione1
21.11.2008 21:38
Il “buco” dei condoni di www.nens.it

Il “buco” dei condoni rilevato dalla Corte dei Conti Una lezione imparata male
La recente approfondita indagine della Corte dei Conti sugli effetti del condono fiscale 2003-2004 voluto dal secondo Governo Berlusconi conferma autorevolmente quanto già era stato denunciato da Nens: la politica dei condoni ha prodotto gravi danni alla finanza pubblica e ha aggravato l’iniquità del prelievo fiscale, avvantaggiando ulteriormente gli evasori e di fatto aumentando l’onere per i contribuenti onesti.
L’indagine ha confermato il carattere lassista delle norme grazie alle quali molti evasori hanno potuto beneficiare degli effetti favorevoli della sanatoria senza in realtà pagare neppure le somme, ampiamente scontate rispetto a quanto originariamente dovuto, che si erano impegnati a versare con la dichiarazione di condono. Il buco è stato stimato in 5,2 miliardi di euro, pari al 20% delle entrate a suo tempo annunciate.
Particolarmente rilevante è risultato il mancato gettito relativo alla sanatoria degli omessi versamenti (3,5 miliardi di euro).
Ma la vicenda del mancato pagamento delle rate successive alla prima non è che il più evidente tra i guasti determinati dalla legge 289 del 2002: basti ricordare le dichiarazioni riservate, la possibilità di mantenere il credito IVA anche in presenza di fatture false, la rottamazione dei ruoli, nonché lo ‘scudo fiscale’ che ha consentito gravi aggiramenti della normativa senza peraltro raggiungere risultati significativi in termini di effettiva regolarizzazione dei capitali all’estero. A ciò si aggiunga, come puntualmente rilevato nella relazione della Corte, la grave distrazione di risorse amministrative, tenuto conto che per oltre due anni l’Agenzia delle Entrate è stata in gran parte distolta dal suo compito istituzionale di contrasto all’evasione per gestire la farraginosa legislazione del condono.
Addesso le affermazioni di numerosi esponenti della attuale maggioranza sembrano testimoniare, sul tema del rigore fiscale, una vistosa inversione di rotta rispetto al passato. Tuttavia, la flessione del gettito tributario che già si registra quest’anno, a pochi mesi dall’inizio della legislatura, solo in parte riferibile alla sopravvenuta crisi economica, mostra (come Nens ha rilevato nel suo “Rapporto sulla Finanza Pubblica” presentato martedì scorso) una preoccupante ripresa dell’evasione indotta anche dall’eliminazione delle più importanti misure di contrasto che erano state adottate dal governo Prodi.
fonte: www.nens.it

Redazione1
21.11.2008 21:41
Capisco chi mette in campo la passione di G.Morando

Capisco la percezione di chi quotidianamente mette in campo passione, tempo e denaro per una lotta che ritiene giusta nei confronti di eventi percepiti come fatui o inutili o dannosi alla salute..........., ma se l'idea fosse nata da un comitato di pensionati di Certosa a parità di visibilità mediatica lo avreste criticato così se dentro non ci fosse pure Legambiente?
L'idea di fondo di recuperare coltivazioni in disuso, l'autoproduzuione, gli orti urbani, raccogliere fondi e consentire come in questo caso a persone psichicamente indietro rispeto a noi (?) di conoscere "la Terra" non la vedo così male. La visibilità data all'Evento dal Municipio potrà sembrarvi eccessiva o dispendiosa rispetto ad altre priorità? Su questo mi trovate d'accordo,tante volte si buttano via denari pubblici per fare-farsi propaganda, far lavorare tipografie per poi buttare via migliaia di depliant..........non mi sembra questo il caso. Sull'inquinamento del terreno o ambientale ci sono enti preposti a monitorarli, questo può essere considerato progetto-pilota se esteso ovviamente a orti urbani o scolastici il controllo dovrà per forza essere puntuale. Ne approfitto per ringraziare chi si è speso volontariamente nella realizzazione del progetto "Certolio"invitando tutti a partecipare alla Festa di domenica soprattutto gli scettici in maniera da potersi confrontare direttamente su problemi che a volte risultano comuni. gianni morando

Redazione1
21.11.2008 21:58
Il mito di Orfeo ed Euridice rivive

Martedì 25 novembre 2008, Nuovo Teatro Nuovo
Lei dunque capirà di Claudio Magris
Il mito di Orfeo ed Euridice rivive in un monologo al femminile struggente, impietoso ed intenso, restituito dalla suggestiva regia di Antonio Calenda
Dopo il grande successo segnato dalla messinscena de La Mostra, il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia conferma con Lei dunque capirà, in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli da martedì 25 novembre 2008 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 30), il bellissimo e significativo ‘incontro’ con l’autore Claudio Magris, in questo monologo scritto per l’attrice Daniela Giovanetti e per la regia di Antonio Calenda. Per l'allestimento, l’impianto registico si è avvalso dell'apporto di Pier Paolo Bisleri, per la creazione della scenografia, di Elena Mannini, per i costumi, e di Nino Napoletano per la concezione del disegno luci.
Lei dunque capirà è il racconto di un amore totale e fallito, di un'unione struggente e rifiutata. La donna, che parla da un'oscurità misteriosa, mostra una forza tenera e spietata nello svelare la grandezza e le meschinità della vita e della morte.
Il testo ripercorre, in modo assolutamente attuale, il mito di Euridice, uccisa dal morso di un serpente, e di Orfeo, che, sceso nell'Ade per riportarla sulla terra, la perde per sempre, vinto dalla tentazione di voltarsi a guardare la sposa prima di uscire dagli Inferi.
Di questo toccante e antico racconto, l'intellettuale autore e saggista triestino coglie e restituisce il senso profondo e universale, scorgendo e offrendo al pubblico anche un vortice di piccoli frammenti quotidiani, veri, palpitanti. Euridice è prigioniera di un Ade talvolta kafkiano e angosciante, talvolta rassicurante.
È’ la rappresentazione attuale dell’Averno, così come lo intuisce Magris, così come lo sente Calenda: una casa silenziosa e grigia, essenziale negli arredi e labirintica negli spazi, inquietante talvolta. Un ospedale, o forse una casa di riposo eterna, gestita da un Presidente invisibile, misericordioso e severo.
Un posto, comunque, ove si entra per non uscirne più: come capita a Euridice, la figura monologante, impegnativa e di straordinaria bellezza, che intreccia appassionate memorie e malinconica dolcezza, a una lancinante, femminile determinazione.
Attraverso le parole della donna si comprende ogni vibrazione del loro animo: la felicità, il vuoto, la catastrofe, la pienezza insostenibile di stare insieme.
Rispetto al resto dell’opera di Magris, Lei dunque capirà appare sorprendente, nuovo: i topoi della sua scrittura come il tema del disincanto, i richiami alla cultura mitteleuropea, percorrono un testo che si incentra, però, su una storia intima ed avvincente, sulla verità e l’impossibilità di un amore struggente e totale, raccontato in una dimensione che gioca continuamente sul filo fra realtà e metafora.
Suggestioni che Calenda ha tradotto sul palcoscenico attraverso un universo di spazi, luci, ombre, suoni, ove continuamente il realismo si fonde al mistero, all’impalpabile.
Un profondo omaggio ad una figura femminile, ed implicitamente alla femminilità tutta, che diviene canto d’amore e di nostalgia, intriso di ricordi felici e di dolore.
Lei dunque capirà, di Claudio Magris
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 25 al 30 novembre 2008
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it

Redazione1
21.11.2008 22:17
1976 – 2008: TRENTADUE ANNI DI SPORT

1976 – 2008: TRENTADUE ANNI DI SPORT
La passione ha dato vita alla continuità!
Era il lontano 1976, quando Pierino Fusco patron di Radio Caserta Nuova, propose al suo valente e giovanissimo collaboratore Enzo Di Nuzzo la realizzazione di un programma sportivo. L’ idea fu geniale, ed il pubblico gradì molto l’iniziativa. Spinti dall’ entusiasmo Fusco e Di Nuzzo ottennero l’ esclusiva assoluta delle radiocronache della Casertana, la loro squadra del cuore. Il contributo di Rodolfo Maisto ( che niente aveva da invidiare ai più famosi cronisti RAI) fu determinante, per le partite giocate in trasferta. La più entusiasmante di queste fu quella disputata nel settembre del 1987 al comunale di Torino contro la Juventus, gara di coppa Italia finita 0 a 0 ( 4 a 2 dopo i calci di rigore). Nel corso degli anni il programma ha avuto vari conduttori, da Luigi Russo a Marco Tennerello per finire in ordine di tempo a Mimmo Testa. Quest’ ultimo avvalendosi della collaborazione di vari colleghi (Marco Maffongelli, Andrea Ferraro, Lucio Bernardo, Pino Pasquariello, Massimo Casertano, Sante Roperto, Domenico Birnardo, Marco Falco, Vincenzo Sollitto e tanti altri) ha ottenuto dal 2003 ad oggi un grande successo. Nell’ edizione di quest’anno il team si è arricchito ulteriormente, grazie alla collaborazione di INTERNO18.IT e del suo direttore Giuseppe Frondella, anch’esso presente nella puntata di lunedì 17 novembre. Nella quale Massimo Iannitti e Gianni Fiorentino hanno presentato il libro” 1908 – 2008 una storia in rossoblu” che sarà in vendita a partire dal 12 dicembre, nei luoghi storici del tifo casertano e in tutte le librerie. Sono passati trentadue anni e la passione per lo sport e per la radio continua...
Te.Am.
Fonte: ndrippa@infinito.it

Redazione1
22.11.2008 18:09
Quiliao e Vado. Richiesta di impatto ambientale

Nicola Isetta chiama in campo i movimenti.
E insieme al collega di Vado Giacobbe si affida
a un legale

22/11/2008
Quiliano. I comuni di Quiliano e Vado hanno deciso di affidare ad uno studio legale il caso del parere favorevole che la commissione ministeriale per la valutazione di impatto ambientale ha dato al progetto di potenziamento presentato da Tirreno Power per la centrale termoelettrica.
L'incarico formale è stato conferito all'avvocato Giancarlo Bonifai, che già seguì la stesura delle controdeduzioni al momento della presentazione del progetto e che anche stavolta avrà il supporto dei ricercatori degli istituti di prevenzione delle malattie. «Dovremo inoltre cercare di presentarci con un fronte comune e non frammentato - spiega il sindaco quilianese Nicola Isetta - con tutti i soggetti, anche non politici. Chiederemo che le valutazioni di impatto ambientale relative alla centrale e all'ampliamento portuale procedano in modo coordinato e non separate. Si tratta di due interventi impattanti che gravano sullo stesso territorio».
Il consigliere regionale Carlo Vasconi, che è anche presidente della Federazione dei Verdi savonesi, ha presentato al presidente del consiglio regionale, Mino Ronzitti, un'interrogazione urgente per chiedere un intervento deciso sulla questione. «Il parere contrario degli enti locali - spiega Vasconi - è stato completamente ignorato dalla commissione. Chiediamo anche di verificare perché la Regione non sia stata convocata a Roma. Ricordiamo che in Liguria sono presenti tre centrali a carbone che esportano fuori dalla regione oltre il 50% della produzione». Anche Greenpeace, Italia Nostra, Legambiente e Wwf hanno lanciato l'allarme per le emissioni di impianti che producono una quantità di energia tre volte superiore al fabbisogno. Gli ambientalisti chiediamo alla Regione di opporsi con forza e di impugnare il parere della commissione nelle sedi politiche nazionali ed europee, ma soprattutto in quelle giudiziarie ed amministrative. Il Moda di Savona chiede che gli enti locali ricorrano al Consiglio di Stato per la non applicabilità del procedimento autorizzativo richiesto da Tirreno Power in quanto non sussisterebberno le condizioni tali da poter applicare le "misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale" e di presentare ricorso all'Unione Europea. Intanto l'associazione "Uniti per la salute" di Quiliano ha organizzato per lunedì sera un'assemblea pubblica (società Aurora di Valleggia, ore 21) per creare un fronte comune contro il progetto. All'incontro parteciperanno associazioni, gruppi, società e semplici cittadini che si vogliono opporre a questo progetto.
Giovanni Vaccaro

Redazione1
22.11.2008 18:33
Craxi (Ps): “Nel Pd stanno prevalendo posizioni velleitarie e isolazioniste”

Craxi (Ps): “Nel Pd stanno prevalendo posizioni velleitarie e isolazioniste”
“La scelta del Pd di non sottoscrivere il Manifesto del Pse a Madrid all’inizio del mese prossimo, proprio per la sua gravità non sarà priva di conseguenze politiche”.
E’ quanto afferma Bobo Craxi, del Partito socialista.
“Lo sforzo operato dai compagni D’Alema e Fassino di mantenere vitale un rapporto coi socialisti europei e internazionali”, afferma Craxi, viene vanificato da posizioni velleitarie ed isolazioniste”.
“Questa rottura internazionale”, conclude il dirigenze nazionale del Ps, “può e deve produrre una necessaria presenza socialista italiana in campo europeo che sia frutto di diverse convergenze di personalità e partiti”.


Roma, 22 novembre 2008

Redazione1
29.11.2008 16:41
La forma mentis di Tremonti di Arnaldo De Porti

FORMA-MENTIS MUSSOLINIANA DI TREMONTI
SOCIAL CARD, COME LE TESSERE ANNONARIE DI UN TRISTE PASSATO
Soltanto coloro che hanno la mia età, unica cosa che purtroppo ho in comune con Berlusconi, possono ricordare le cosiddette “tessere annonarie”, argomento che ho trattato proprio ieri rispondendo ad un lettore di un quotidiano locale. Premesso che :
annonario sta per intero anno solare, parola coniata dagli antichi romani, per i beni primari provenienti dall'agricoltura, la tessera annonaria (da cui prende il nome), era uno strumento utilizzato in dittatura e nei momenti bellici. In Italia viene reintrodotta nel 1941 con decreto ministeriale. La tessera veniva rilasciata dal comune ed era nominativa: su di essa vi erano dei bollini rappresentanti il totale consumo mensile di pasta, olio, zucchero, escluso il pane, ed il latte,

(il pane veniva distribuito giornalmente, non piu' di 500g, mentre il latte veniva distribuito solo per bambini con prescrizione medica). Tutti questi beni primari rappresentavano le risorse alimentari dei vari paesi, che lo stato aveva confiscato, distribuendole in piccole porzioni. Con la tessera annonaria nasce in contestualità anche il mercato nero, dando inizio ad un decennio oscuro della storia “”.

Così, detta in breve, ma bisognerebbe aver vissuto questi momenti per capire meglio…

Ebbene, non credo che ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni per capire che la social-card, voluta dal Ministro Tremonti, è sorella recente di quella triste “carta annonaria” del passato da dimenticare per sempre.

A parte l’assoluta inefficacia della stessa perché l’essere umano non ha bisogno di mangiare una volta….al mese, non rappresentando essa uno strumento strutturale, ma con effetto simile ad un litro d’acqua versato in un oceano, io mi domando ancora come sia possibile, nel 2000 inoltrato, far rivivere strumenti di un triste passato riconducibile alla guerra di quegli anni, quando ci sarebbero state alcune opzioni migliori da scegliere: ci sono infatti miliardi di euro “fermi” in attesa di utilizzo, mezzi che avrebbero potuto essere dirottati altrove, stante l’emergenza unica e sui generis che ha investito il paese. Invece no, perché Tremonti pensa che facendo il Ponte sullo Stretto di Messina o qualche pezzo di infrastruttura che ormai è in attesa da anni, si risolva il problema dell’economia.

Ora, notizia dell’ultima ora, il governo sta capendo che il momento è grave, tant’è che Berlusconi sta chiedendo collaborazione alle opposizioni.

Domanda: “ Ma come si fa ad offrire collaborazione su iniziative che non risolvono i problemi e che, tra l’altro, richiamano il periodo fascista, con la sola differenza che allora il supporto dei bollini delle carte annonarie era di natura cartacea, mentre ora, per quanto riguarda la social card, essa è di natura diversa grazie all’avvento dell’informatica ?

Suvvia, Ministro Tremonti, riascolti le spiegazioni che ieri ha dato in Tv per spiegare gli aiuti alla povera gente e vedrà che, quasi sicuramente, sono più simili alle favole della nonna, alle quali, almeno lo spero, anche Lei più non crederà…

ARNALDO DE PORTI

Welfare Italia
29.11.2008 16:41

Redazione1
29.11.2008 18:19
Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchere di G.Cremaschi

Giorgio Cremaschi .
Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi. Per ora non c'è un solo paese occidentale che abbia deciso misure per far aumentare i salari e fermare i licenziamenti. Anche Obama tace sul salario minimo di legge, che negli Usa è fermo al 1998. Al contrario tutte le decisioni che vengono concretamente varate servono a sostenere le banche, la finanza, i programmi d'investimento, di ristrutturazione, di licenziamento delle imprese. Sotto l'onda dell'emergenza globale si affermano criteri sociali che sono quelli di una vera e propria economia di guerra. E anche gli investimenti militari veri e propri aumentano. Mentre i poveri reali crescono a dismisura, si definiscono ristrette categorie di poveri ufficiali. In Italia stiamo sperimentando l'elemosina di stato che tocca, con la carta sociale del governo, un milione e duecento mila persone.
C'è del metodo in questa follia. Si usa la crisi per selezionare un nuovo tipo di lavoratore, e costruire attorno ad esso una società ancora più ingiusta e feroce di quella attuale. Da noi hanno cominciato con la scuola e l'Università. Le controriforme del governo sono state scritte su dettatura della Confindustria e partono dall'assunto che è impossibile avere una scuola di massa pubblica ed efficiente. Così si abbandona a se stessa gran parte della scuola pubblica e si seleziona, assieme alle imprese, l'élite per il mercato e per il profitto. In Alitalia si è fatto lo stesso. L'intervento pubblico è servito a socializzare le perdite, che pagheremo tutti noi. I padroni privati invece potranno scegliere dal contenitore della vecchia società il meglio delle rotte, delle strutture, e naturalmente dei lavoratori. E chi non ci sta attenta all'interesse nazionale.
Il Sole 24 ore ha dedicato un editoriale ai nuovi nemici del popolo, piloti, musicisti, lavoratori specializzati, che pretendono di difendere il proprio status. La macina del capitalismo diventa ancora più dura quando questo va in crisi. Nel 1994 la Fiat buttò in Cassa integrazione gran parte di quegli impiegati e capi, che sfilando a suo sostegno nell'ottobre del 1980, le fecero vincere la vertenza contro gli operai. Oggi si parla tanto di merito, ma tutte le categorie professionali subiscono gli effetti di un'organizzazione del lavoro sempre più parcellizzata e autoritaria, mentre l'unico merito che davvero viene riconosciuto è quello della fedeltà e dell'obbedienza.
L'amministratore delegato della Fiat vuole che la sua azienda somigli sempre di più alla catena di supermercati Wall-Mart. Si dice che Ford abbia installato le prime catene di montaggio ispirandosi a come si lavorava nei magazzini della carne di Chicago. Il modello giapponese a sua volta nasce copiando la logistica dei moderni supermercati. Ora la Fiat annuncia un futuro copiato dalla più grande catena di supermercati a basso costo. Ma Wall-Mart è anche una società brutalmente antisindacale, che schiavizza i propri dipendenti. Il programma di Marchionne è dunque anche un programma sociale, che prepara ulteriori assalti all'occupazione e ai diritti dei lavoratori Fiat.
Le leggi sul lavoro flessibile che centrosinistra e centrodestra hanno varato in questi anni, ora mostrano la loro vera funzione. Esse permettono di licenziare centinaia di migliaia di persone senza articolo 18 o altro che l'impedisca. E così la tutela contro i licenziamenti diventa un privilegio, quello che permette di essere almeno dichiarati come esuberi. E i soliti commentatori di entrambi gli schieramenti annunciano che con tanto precariato, i privilegi non si possono più difendere. Per i migranti la perdita dei diritti sociali diventa anche distruzione di quelli civili. Chi viene licenziato, grazie alla Bossi-Fini, diventa clandestino e con lui tutti i suoi famigliari.
E la crisi avanza. Che essa fosse ben radicata nell'economia reale e non solo in quella finanziaria, lo dimostra la velocità con cui si ferma il lavoro, si licenziano o si mettono in cassa integrazione i dipendenti. Una velocità superiore a quella della caduta della Borsa.
Le ristrutturazioni nelle aziende non sono solo crisi. Esse, come sostengono tanti dottori Stranamore dell'economia, hanno una funzione "creatrice". Esse servono a frantumare le condizioni sociali e di lavoro, a dividere e contrapporre gli interessi, a fare entrare nel Dna di ogni persona che la sconfitta e di uno è la salvezza di un altro. La riforma del modello contrattuale vuole suggellare questa situazione. Distruggendo il contratto nazionale e limitando la contrattazione aziendale al rapporto tra salario e produttività, essa punta a selezionare una nuova specie di lavoratori super flessibili, super obbedienti e super impauriti. E per il sindacato resta la funzione della complicità, come è scritto nel libro Verde del governo.
Se è vero che le crisi sono occasioni, quella italiana sta delineando la possibilità di distruggere ogni base materiale dei principi contenuti nella Costituzione della Repubblica. Bisogna fermarli, bisogna travolgerli come stava scritto in uno striscione degli studenti. Non ci sono mediazioni rispetto al disegno di selezione sociale che sta avanzando sotto la spinta della Confindustria e del governo. O lo sconfiggiamo o ne verremo distrutti. Per questo lo sciopero del 12 dicembre non può concludere, ma deve dare l'avvio a un ciclo di lotte in grado di imporre un'altra agenda politica e sociale. Alla triade privato, mercato, flessibilità, bisogna contrapporre la difesa e l'estensione del pubblico sociale, dei diritti e dei salari. E l'Europa di Maastricht è nostro avversario così come il governo Berlusconi. C'è sempre meno spazio per quella cultura riformista che pensava di coniugare liberismo economico ed equità sociale. Per questo ci paiono sempre più stanchi e inutili i discorsi sull'economia sociale di mercato di tanti benpensanti di centrosinistra e centrodestra.
Solo un cambiamento radicale nell'economia e nella società può sconfiggere il disegno reazionario dei poteri e delle forze che ci hanno portato alla crisi attuale e che pensano di farla pagare interamente a noi. O si cambia davvero, o si precipita in una società mostruosa che avrà come necessario corollario l'autoritarismo nelle istituzioni. Forse è proprio la dimensione e la brutalità delle alternative che ci spaventa e frena, ma se questa è la realtà allora è il momento di avere coraggio.



--------------------------------------------------------------------------------


--
Newsletter di del sito Rete28aprile.it
web: http://www.rete28aprile.it
Iscrizioni: retenews-subscribe@liste.rete28aprile.it
Cancella: retenews-unsubscribe@liste.rete28aprile.it

Redazione1
29.11.2008 18:36
Lidl: sentenza tribunale sul demansionamento

Due addette alla vendita - cassiere della LIDL ITALIA SRL della filiale di Bollate hanno promosso azione avanti al Tribunale di Milano perchè venisse accertata la nullità e/o illegittimità delle sanzioni disciplinari comminate dalla società e la dequalificazione professionale dalle stesse patita a causa della richiesta della LIDL di adibirle a mansioni di pulizia durante l’orario di lavoro.

Ed infatti la società, sin dalla loro assunzione ma con maggior “ accanimento “nel periodo compreso tra il novembre 2006 e l’aprile/ giugno 2007, le ha assegnate al servizio di pulizia della filiale - sanificazione delle toilette dei clienti e del personale, pulizia del magazzino, del parcheggio e del punto vendita, pulizia della pavimentazione con l’utilizzo di macchine professionali (lavasciuga) e attrezzi ( scopa a forbice, mocho, taglierino per la rimozione del chewingum) - non per rispondere a particolari esigenze organizzative o circostanze eccezionali ma per sopperire ad una carenza organizzativa esistente in tutte le filiali LIDL di Milano e provincia, ovvero l’assenza di personale con inquadramento nel 7° livello ccnl di settore ovvero di“ lavoratori che svolgono mansioni di pulizia o equivalenti e cioè: addetto alle pulizie anche con mezzi meccanici “.

Allorquando le ricorrenti - supportate dal funzionario della Filcams CGIL - hanno espresso il loro dissenso e hanno cominciato a contestare l’assegnazione al servizio di pulizia, attività del tutto estranea a quella di addetta alle vendite propria del livello di appartenenza ovvero il 4° ccnl di settore, la LIDL ha attivato nei loro confronti una compagna intimidatoria e ritorsiva volta a screditare le lavoratrici e il ruolo di RSA di una delle due.

Sono infatti stati contestati alle ricorrenti fatti falsi ed inveritieri e comminate diverse sanzioni disciplinari (multa e della sospensione del lavoro e della retribuzione) in violazione dell’art. 217 ccnl di settore.

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano – Dott. Riccardo Atanasio – ha pronunciato sentenza dando lettura del dispositivo, dichiarando che le lavoratrici sono state demansionate per alcuni mesi dalla società convenuta, che le sanzioni disciplinari comminate dalla LIDL sono illegittime e che debbano, quindi, essere restituiti gli importi di retribuzione illegittimamente trattenuti a seguito dell’applicazione delle predette sanzioni.

Il Giudice di Milano ha così parzialmente accolto le domande delle lavoratrici - e le motivazioni si potranno leggere solo allorquando verrà depositata la sentenza integrale - con le quali chiedevano che si pronunciasse sulla legittimità della richiesta della società convenuta di poter adibire le lavoratrice assunte in qualità di addette vendita con inquadramento nel 4°/ 5° livello ccnl terziario a mansioni di pulizia presso il punto vendita Lidl di Bollate.

La ricostruzione dei fatti, confermata anche dalla testimonianza dei testi – ha dimostrato che LIDL Italia srl ha costantemente adibito le lavoratrice assunte in qualità di cassiere – addette alla vendita, a mansioni di pulizia ovvero a mansioni inferiori rispetto a quelle di assunzione in violazione del disposto dell’art. 2103 c.c.
Avv. Lucia Aurola
Avv. Giovanni Furfari

Redazione1
29.11.2008 19:28
Sit in davanti alla prefettura di Genova

il Movimento Federalista Europeo con la Federazione Verdi Liguria,
Legambiente Liguria ed Arci Liguria hanno organizzato un sit-in
davanti alla Prefettura di Genova mercoledi 3 dicembre dalle 10 alle
13 per chiedere che il Governo italiano approvi il pacchetto energia e
clima dell'Unione Europea e rinunci alle minacce di veto.

La data del 3 dicembre è scelta perché il 4 e 5 si riuniscono a
Bruxelles i ministri dell'Ambiente mentre la decisione finale spetterà
poi al vertice dell'Unione europea dell'11-12 dicembre. Il 2 dicembre
il Consiglio comunale di Genova dovrebbe approvare un ordine del
giorno che riprende il testo del volantino che sarà distribuito
durante l'iniziativa e i cui contenuti verranno presentati da una
delegazione al Prefetto di Genova.

Per aderire e partecipare all'iniziativa scrivere entro la giornata di
lunedì (per i comunicati stampa) a genova@mfe.it oppure telefonare al
3313983112 - 3470359693

Nicola Vallinoto,
Movimento Federalista Europeo
via di Porta Soprana, 1/2a - 16123 Genova

Redazione1
30.11.2008 11:04
Santoro non menta di L.Boschi

SANTORO NON MENTA!!... Peggio non faccia finta di niente!
Caro Santoro,
basta con l'indicare la mancanza di consumo di carne come emblema di povertà! E' un falso storico!
Non ce n'è già abbastanza di telemeat promotion? Che ci si mette anche lei? Veramente increscioso, offende la sua intelligenza e mette in ridicolo la sua credibilità di giornalista. Che lei politicamente sia di parte va bene, ma che lo sia, irresponsabilmente, anche sulla tipologia dei consumi, questo "nuoce gravemente alla salute e alle tasche di tutti". Ma non solo!
Lei sa che significa mangiare carne sotto l'aspetto etico, ambientale, sociale, economico... le conseguenze! Perché non prova a leggersi i libri di Singer o Tom Regan, se non lo ha già fatto? Le lascio per ultimo il tema salutistico dove può chiedere direttamente al prof. Veronesi, alla dottoressa Luciana Baroni, al dottor Vaccaro e a numerosi altri studiosi. Ma perché lei si ostina sempre su questo tasto della carne? Che è sponsorizzato da Cremonini o da McDonald's.

Anzi visto proprio le difficoltà economiche perché non porta a paragone i costi dei legumi come proteine vegetali con quelli della carne? Perché non invita la sua redazione a documentarsi in merito e a proporre tabelle informative?

Perché non ospita in trasmissione persone del mondo scientifico e sociale ad argomentare sulla materia? Chieda a Padre Zanotelli che significa mangiare carne in occidente per il terzo mondo! Chieda a Rifkin sulle conseguenze ambientali! Chieda ad altri esperti... alla psicologa Annamaria Manzoni, al filosofo Gino Ditadi, allo zoologo Carlo Consiglio, allo zooantropologo Roberto Marchesini, ai ricercatori Massimo Tettamanti e Stefano Cagno.

Con le sue trasmissioni, non faccia anche lei passare gli animalisti e i vegani per fanatici, sono molto più responsabili e consapevoli di quanto voi operatori mediatici abbiate fatto in questi anni! Soprattutto di come avete trattato le loro tesi! Quante volte lei ne ha invitato uno a parlare nelle sue trasmissioni? Perché non ne garantisce la presenza ogni qualvolta si toccano argomenti in cui i consumi alimentari di derivazione animale sono chiamati in causa? La RAI non è televisione pubblica? Perché gli argomenti e le proposte degli animalisti vengono sistematicamente da lei esclusi e le loro testimonianze ignorate? Questo si chiama editto bulgaro, istigazione alla violenza e incitamento alla imbecillità!

Pensi che in alcune città, come Parma, il film Fast Food Nation non è neppure stato proposto nei cartelloni dei cinema!!
E voi quante volte avete mandato in onda i filmati dei mattatoi, degli allevamenti... Come si può stare dalla parte degli ultimi sostenendo, e indirettamente proponendo, come anche lei ha fatto, il consumo di carne? O i consumi di prodotti di derivazione animale, come il latte, che sappiamo tutti poi che significa! Lo stesso vale per i pesci, una mattanza vergognosa!

Vada lei una volta ad uccidere un maiale o un vitello e capirà che cosa vuol dire farlo per 250 giorni l'anno? Cosa vuol dire alzarsi tutte le mattine per andare a metter il coltello nella gola degli animali, a decapitare polli e tacchini, a imbrattarsi di sangue! Udire quelle urla di dolore... tutto per la fettina di vitello, di prosciutto o un petto di carne bianca!... e se non ci sono i soldi le zampine o il fegato!! Bella roba! E se non ci vanno i nostri indigeni, si reclutano gli immigrati, magari destinando i musulmani al trattamento delle carni di maiale... come avviene a Parma.

La saluto, mortifficato per la sua visione, per come lei concepisce la vita di esseri senzienti distrutti nella loro dignità fin dal loro concepimento; non sono nati per essere allevati in batteria, né per essere destinati al macello. No, non lo sono! E non lo dico io, ma già nella storia, riconosciuti personaggi di saperi, di indiscussa consapevolezza e umanità, delle scienze, delle arti, della letteratura. (29/11/2008)

Luigi Boschi

Sezione racconti LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/7
Sezione articoli LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/6
Sezione poesie LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/513

Redazione1
30.11.2008 21:26
Mezzo secolo da " La dolce vita " di Fellini

Rimini per Federico Fellini: Mezzo secolo da “ La dolce vita” di Anna Paola Zugni-Tauro

Una memorabile manifestazione di affettuosa riconoscenza e di elevata qualità è stata offerta anche quest’anno al grande regista di Rimini dalla Fondazione Fellini, Presieduta da Pupi Avati.
Nei giorni 14 e 15 novembre 2008 è stato realizzato il Convegno < Mezzo secolo da “La dolce vita”> a cura dell’impareggiabile Direttore Vittorio Boarini.
Dopo l’introduzione di Francesca Fabbri Fellini, nipote del Maestro, il Convegno ha visto alternarsi in due giorni di conferenze importanti personaggi quali Tullio Kezich e Sergio Zavoli , il quale ha rimarcato l’eclisse della RAI nel ricordare quest’anno Fellini ed ha citato una riflessione del regista, per fortuna celebrato dalla sua città natale, “ tutto può essere e diventare diverso” .
L’aiuto regista Gian Franco Mingozzi ha rievocato in modo vivo e toccante la sua esperienza sul set de “ La dolce vita” e l’amore che legava Fellini ai suoi attori, soprattutto Marcello Mastroianni e Anita Ekberg.
John Francis Lane, giornalista e attore, ha ricordato con divertente humor l’esperienza del doppiaggio in lingua inglese a Londra de “ La dolce vita”:
Il famoso regista portoghese Manoel de Oliveira, cui quest’anno è stato assegnato il Premio della Fondazione, consegnatogli solennemente da Zavoli, ha tenuto un’impegnativa Conferenza-stampa, dimostrandosi sempre brillante e profondo nel suo intramontabile e personalissimo umanesimo, fisicamete un giovanotto che compie 100 anni l’11 dicembre 2008!
L’anno scorso il Premio Fondazione Fellini fu attribuito ad Ermanno Olmi.
Il tema del 2007 era dedicato alla monumentale pubblicazione “ Il libro dei sogni”, di cui Vittorio De Seta scrisse con entusiasmo “ Mi pare che questo libro da solo consacri Federico tra i grandi artisti del secolo”
Quest’anno ha segnato un’altra tappa, un altro importante evento per la memoria di Federico, cioè la pubblicazione del volume “ I libri di casa mia. La biblioteca di Federico Fellini” in parallelo con la Mostra dallo stesso titolo inaugurata il 14 novembre 2008 e aperta fino al 13 aprile 2009.
Si tratta di oltre duemila volumi, provenienti dalla biblioteca personale nell’abitazione romana, ordinati dall’amico Vincenzo Mollica su incarico di Giulietta Masina, poi catalogati dalla Fondazione Federico Fellini di Rimini che li conserva ed ora li ha esposti nella Mostra elegantemente allestita.
Gli argomenti spaziano dalla psicoanalisi, alla narrativa, alla pittura a fumetti e sono stati distribuiti in tre categorie: “Un’infanzia lunga una vita”, “ Nulla si sa, tutto si immagina”, “Cosa si prende da un libro”? A questo proposito è bello citare un pensiero di Federico “Se leggi non sei mai solo”
I numerosi giornalisti accreditati e convenuti a Rimini sono stati ospitati con la tradizionale cordialità e l’ultima sera sono stati invitati alla “cena di gala” nel felliniano Grand Hotel, uno degli ambienti storici più evocativi e noti d’Italia.
E non si finisce qui, in quanto la Cineteca di Rimini in collaborazione con la Cineteca di Bologna proietterà in dieci serate la retrospettiva dei film di Manoel de Oliveira, in aggiunta ai tre visionati dai congressisti il 14 e 15 novembre : Il passato e il presente (1971), Douro, ansa fluviale (1931), Ritorno a casa (2001).

Venezia, 25 novembre 2008 Anna Paola Zugni-Tauro

Redazione1
1.12.2008 20:55
Convegno MOPAmbiente 2008

Al convegno MOPAmbiente 2008, mercoledì prossimo alla Sala delle
Conferenze, verrà presentata la rilevazione di GFK Eurisko, sulle
opinioni dei cittadini in fatto di ambiente ed energia

Il tema è di scottante attualità. Primo, perché quella del clima è
un'emergenza primaria a livello globale. Secondo, perché dallo stile
di vita e dal modo di consumare energia da parte dei singoli, dipende
buona parte dei consumi e dell'inquinamento. Terzo, perché proprio su
questo tema in questi giorni, si sta consumando una polemica tra
governo Berlusconi e Commissione Ue in merito al costo del pacchetto
clima-energia del programma europeo "20-20-20".
"Gli italiani sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali e la
grande maggioranza si dice disposta a pagare una bolletta più 'salata'
se questo servisse ad incentivare le energie rinnovabili".
È quanto emerge dal Rapporto 2007 MOPAmbiente (Monitoraggio degli
Orientamenti e delle Politiche per l´Ambiente), l'iniziativa della
RISL, patrocinata dal Ministero dell'Ambiente, rappresentativo della
popolazione italiana maggiore di 18 anni
Anticipiamo qui alcuni dei passi più significativi della rilevazione
GFK Eurispes, che saranno presentati e discussi.

Dall'indagine risulta che l'86% degli italiani si dice molto (29%) o
abbastanza (57%) sensibile all'ambiente: il 16% dichiara di parlare
"molto frequentemente" di ambiente, il 37% "abbastanza
frequentemente", il 25% "abbastanza raramente", il 14% "molto
raramente" e l´8% "mai".

Invece da un punto di vista politico, alla domanda a quali fonti si
debbano dare priorità tramite incentivi, per ridurre l'inquinamento,
il 59% indica l'energia solare, il 13% quella eolica, l'8% il nucleare
e un altro 8% l'idroelettrico, mentre solo il 2% punta sui
biocombustibili, e per il petrolio si registra un analogo 2%.

Nonostante il periodo di crisi, il rilevamento evidenzia una forte
propensione a sostenere direttamente l'energia pulita: ben il 77% si
dichiara disponibile a pagare di più (per una media 23 euro l'anno)
per favorire la diffusione delle fonti rinnovabili.

Tra chi è disposto a pagare di più ci sono gran parte degli italiani
con meno di 35 anni (93%), i laureati (87%), i diplomati (86%), gli
abitanti delle città con oltre 100 mila abitanti (83%): Le
appartenenze politiche incidono poco: infatti sarebbe disposto a
pagare di più l'87% degli elettori di centrodestra e l'86% di quelli
di centrosinistra. I meno disponibili sono le persone sopra i 54 anni
(37%), chi ha solo la licenza elementare (33%) e chi non è schierato
politicamente (31%).

Sui rigassificatori il 55% degli intervistati sa cos'è e si dichiara
disposto anche all'installazione di uno nella zona dove abita. Ma non
senza condizioni. Il 75% è pronto ad accettarli se ci sono garanzie
totali di sicurezza, il 59% con costante monitoraggio da parte di
terzi, il 40% con compensazioni economiche, sociali ed ambientali,
sempre il 40% con motivazioni chiare e convincenti sul perché è scelta
la loro zona di residenza, il 24% solo se c'è la possibilità di
partecipare a decisioni importanti e tra questi ultimi due segmenti
del campione il 15% chiede un coinvolgimento diretto nelle decisioni.

Per quanto riguarda la propensione ad informarsi, il 56% degli
intervistati dichiara di seguire l'informazione scritta e
radiotelevisiva sulle tematiche ambientali, con un incremento del 14%
rispetto ai dati del 2005. Tuttavia il 44% degli italiani è ancora
poco o per nulla interessato dalle tematiche ambientali. Forse anche
perché la soddisfazione per come viene comunicato l'ambiente è bassa:
più del 75% degli intervistati si ritiene insoddisfatto ed un terzo
addirittura molto insoddisfatto.

E' allo Stato, invece, che i cittadini chiedono di avere
un'informazione maggiore, soprattutto sulla gestione dei rifiuti e
sulla raccolta differenziata (34%).

Ma quello che desta le maggiori preoccupazioni è soprattutto
l'inquinamento delle città e in particolare le polveri sottili (30%).
A tutta questa richiesta di informazione, le istituzioni preposte, a
quanto indicano le risposte degli intervistati, addirittura non sanno
rispondere e infatti, conclude il Rapporto: ben l'80% degli italiani
si dichiara insoddisfatto dello stato attuale dell'informazione
sull'ambiente da parte dello Stato.

Nella Tavola Rotonda che seguirà verranno commentati i risultati della
rilevazione con la partecipazione tra gli altri, di Agostino Ennio la
Scala, Associato di Diritto Tributario dell'Università' di Palermo, il
Presidente Erg Spa Edoardo Garrone ed Beppe de Santis, Capo Segreteria
Tecnica del Presidente della Regione Sicilia.

In una seconda tavola rotonda si affronteranno i temi delle energie
rinnovabili in merito alla programmazione regionale ed agli obiettivi
dell'Unione Europea per l'attuazione del Protocollo di Kyoto. Qui
assisteremo agli interventi dell'Amministratore Delegato Erg Power &
Gas, Raffaele Tognacca, di Nando Pasquali, Amministratore Delegato
Gestore Servizi Elettrici GSE S.p.A. e di Luciano Calvarese, della
Regione Marche, che coordina la Commissione Energia della Conferenza
delle Regioni.

http://www.rinnovabili.it/cittadini-italiani-e-la-questione-clima-energia-505461


Redazione1
2.12.2008 20:29
Appello. Ripristinare incentivi ecologici

Ho captato i primi segnali negativi sulle energie rinnovabili. Mi sembrerebbe opportuno rivolgere un appello alle associazioni della piccola proprietà edilizia affinchè si attivino a far ripristinare gli incentivi per il risparmio energetico. Siamo un paese dove il pannello solare per la produzione di acqua calda iniziava a partire (anche se in ritardo rispetto ad altri).
Siamo di fronte ad una ulteriore disincentivazione all'installazione da parte di piccoli proprietari e di penalizzazione delle piccole imprese installatrici...a vantaggio naturalmente di chi non vuole lasciare neppure le briciole.
Un modo di agire che va di gran moda nei nostri giorni...per dare la possibilità di creare un monopolio dei pochi con ampie finalità di spennatura e di scarsa concorrenza a chi vuole cimentarsi nello sprint di utilizzare le energie rinnovabili.
Una riedizione negli impianti solari e affini simile alla Bossi Fini nei flussi regolatori dei migranti...
Mario Cicchetti <mario.cicchetti@fastwebnet.it>

Redazione1
2.12.2008 21:34
SOLLAZZO, PS: PD IN SOCCORSO DEI MILIARDARI

SOLLAZZO, PS: PD IN SOCCORSO DEI MILIARDARI
Fa specie la reazione di Walter Veltroni sul raddoppio dell'aliquota IVA sulle televisioni satellitari – ha dichiarato Angelo Sollazzo, della Segreteria Nazionale del Partito Socialista.
Il provvedimento governativo di adeguamento dell'IVA per le TV satellitari, costituisce una iniziativa giusta che non va stigmatizzata in quanto ristabilisce un equilibrio sulle tassazioni per le emittenze televisive ed elimina un privilegio che era stato concesso al gruppo per il lancio della sua piattaforma.
Ora SKY è una grande realtà, con milioni di abbonati, con utili spaventosi e che può benissimo accollarsi il costo maggiore dell'IVA senza modificare le tariffe degli abbonamenti.
Il multimiliardario Murdoch non ha bisogno di solidarietà e per il suo impero, il riallineamento dell'IVA sulla sua pay-tv rappresenta poco più di un solletico.
Veltroni parla di danno ai tifosi di calcio rasentando il ridicolo.
Che il Segretario del più grande partito di opposizione debba soffermarsi su tali questioni, significa che la politica ha toccato il fondo.
Non è ancora chiaro se il provvedimento colpisce anche le reti di Berlusconi, ma parlare di conflitto di interessi dopo che due governi di centro-sinistra non sono stati capaci, nel recente passato, di approvare uno straccio di legge denota la mancanza di pudore.
Il conflitto di interessi è cosa grave, più grave è il fatto che il centro-sinistra non l'abbia eliminato.

p. l'Ufficio Stampa
Andrea Nesi
M. 335.6359382
T. 06.6861231
--
W. www.partitosocialista.it
W. www.angelosollazzo.it

Redazione1
2.12.2008 21:54
Pietà per l’elettorato progressista di M.Di Schiena

Pietà per l’elettorato progressista
Ma i gruppi dirigenti dei partiti del vecchio centrosinistra riescono ad immaginare la delusione, la mortificazione e persino la rabbia di tanti cittadini nel momento in cui apprendono dalla televisione o dai giornali le imprese di questi campioni del doppio gioco e dello sgambetto che si consumano in interminabili diatribe mentre la casa brucia e vanno in rovina speranze e progetti di ripresa? Si rendono conto di quanto le loro ambizioni ed i loro personalismi, che non hanno nulla a che fare con una corretta dialettica interna, sono lontani dai drammi sociali del nostro tempo e dalle attese dei lavoratori e dei cittadini meno tutelati? Di seguito articolo di Michele Di Schiena.

Pietà per l’elettorato progressista

La sinistra radicale, che ha pagato nelle ultime elezioni politiche con l’esclusione dal Parlamento il prezzo di certe ambiguità e di certe discutibili scelte, invece di riprendere il processo unitario all’insegna della solidarietà tra le sue componenti e dell’innovazione politica, si divide aspramente fra le formazioni che ne fanno parte e all’interno di alcune di esse fra coloro che vagheggiano un coagulo di forze comuniste tutte centrate sulla propria identità con un forte richiamo al passato e quanti vorrebbero costruire un soggetto unitario alternativo al sistema dominante ma pluralistico nelle sue componenti culturali ed aperto al confronto col Partito Democratico. Voci diverse, accese rivalità ed assenza di un cammino comune necessario per interpretare la domanda di un radicale cambiamento proprio nel momento in cui questa domanda riceve credibilità e forza dagli esiti drammatici di una crisi finanziaria e di una recessione economica che mettono a nudo il pauroso fallimento delle politiche liberiste.

Per il momento quindi nessuna schiarita a sinistra ma tempo cupo e fortemente perturbato anche nel Partito Democratico sul quale grava la responsabilità di gestire in modo appropriato il consenso del 33% dell’elettorato ottenuto nelle recenti elezioni politiche nonché il dovere, assunto esplicitamente all’indomani del voto, di dare voce nella Camera e nel Senato alle sensibilità e agli umori della sinistra di alternativa rimasta priva di rappresentanza parlamentare. E’ davvero desolante lo scenario dei conflitti scatenati nel citato partito da aree interne che, ben oltre la vecchia esperienza delle correnti, si costituiscono in una sorta di “partiti nel partito” sotto le mentite spoglie di associazioni culturali. Aree che, andando alla strumentale ricerca di fantomatici dissensi dalla linea dell’on.le Veltroni che tutti avevano in qualche modo chiamato alla guida del partito, spendono le loro energie per mettere in difficoltà l’attuale leadership. E lo fanno mentre la segreteria del PD è faticosamente impegnata a costruire la struttura del partito ed a misurarsi con gli errori e le arroganze del Governo e con i gravi problemi provocati da una crisi economica che scuote l’intero pianeta.

E’ come se l’on.le Veltroni sia stato mandato ad affrontare una difficilissima campagna elettorale dall’esito negativo scontato da chi cerca oggi di togliergli il terreno sotto i piedi per costringerlo alla resa senza avvertire la minima preoccupazione per le conseguenze del proprio operato facendo così un ambitissimo dono all’on.le Berlusconi proprio mentre incomincia a scricchiolare, sotto il peso di una crescente protesta popolare, il trono sul quale il Cavaliere si era baldanzosamente assiso. Quel Berlusconi che tenta in ogni modo di isolare il PD definendo incompatibili o eversive tutte le forze che potrebbero con esso allearsi: ieri la sinistra radicale, oggi l’Italia dei Valori dell’on.le Di Pietro e domani in ipotesi l’Udc dell’on.le Casini. Ciò che accade nel PD appare allora davvero sconfortante: da una parte, offerte di collaborazione condite da malcelate minacce, interviste aspramente critiche che indeboliscono la guida del partito, manovre sottobanco, suggerimenti ad avversari su “pizzini” di giornale nel corso di trasmissioni televisive, scoperto sostegno a parlamentari come il sen. Villari in conflitto con le scelte della segreteria e, dall’altra, reazioni a volte scomposte che superano l’ambito della legittima difesa e che finiscono comunque per alimentare un’inammissibile rissa interna. «E se non piangi (elettore di sinistra ed elettore riformista) di che pianger suoli?» .

Ma si domandano i gruppi dirigenti dei partiti del vecchio centrosinistra nel suo complesso, dalle frange più radicali della sinistra alle aree più moderate del Partito Democratico, come reagiscono di fronte a questo deprimente spettacolo i loro elettori? Riescono ad immaginare la delusione, la mortificazione e persino la rabbia di tanti cittadini nel momento in cui apprendono dalla televisione o dai giornali le imprese di questi campioni del doppio gioco e dello sgambetto che si consumano in interminabili diatribe mentre la casa brucia e vanno in rovina speranze e progetti di ripresa? Si rendono conto di quanto le loro ambizioni ed i loro personalismi, che non hanno nulla a che fare con una corretta dialettica interna, sono lontani dai drammi sociali del nostro tempo e dalle attese dei lavoratori e dei cittadini meno tutelati? Domande destinate a restare senza risposta che sfociano in un’accorata richiesta: gli autori di questi malinconici comportamenti abbiano finalmente pietà dell’elettorato progressista e sappiano trarre da questo virtuoso sentimento le doverose conseguenze.

Brindisi, 26 novembre 2008

Michele DI SCHIENA

Redazione1
2.12.2008 22:16
Anch'io preferisco la preferenza

www.mondonuovonews.com
INCONTRO-DIBATTITO SUL TEMA: "ANCH'IO PREFERISCO LA PREFERENZA"
RASSEGNA STAMPA WEB
(Tempostretto)
Politica
02/12/2008
"Anch'io preferisco la preferenza!": incontro dibattito a Milazzo
Si è svolto sabato scorso, coordinato dal presidente dell'associazione culturale Mondo Nuovo Giovanni Frazzica
Si è svolto sabato 29 novembre 2008 nell'Aula Magna dell’Istituto Tecnico Commerciale “Leonardo Da Vinci” di Milazzo l'incontro-dibattito sul tema: “Anch’io preferisco la preferenza!”. I lavori sono stati introdotti e coordinati da Giovanni Frazzica, Presidente dell’Associazione culturale Mondo Nuovo, che ha sottolineato la necessità di riaffermare i valori e le metodologie della democrazia anche attraverso il mantenimento e la reintroduzione del voto di preferenza.
La relazione introduttiva è stata tenuta dal prof. Antonio Saitta, Docente di Diritto costituzionale e Diritto pubblico comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo di Messina. Il prof. Saitta ha illustrato ordinandoli cronologicamente, tutti i passaggi che, nel corso degli ultimi 18 anni, hanno prodotto, mediante leggi ordinarie, profonde trasformazioni dell'impianto legislativo riguardante gli strumenti elettorali per il rinnovo della rappresentanza parlamentare. L'abolizione del voto di preferenza e l'assenza di primarie, determinano un Parlamento che si limita a ratificare le Leggi proposte dal Governo.

Nel successivo dibattito sono intervenuti Franco Scicolone, Filippo Panarello, Pippo Isgrò, Maurizio Ballistreri, Pippo Morano, Benito Gagliardo, Gaetano Caliò e Nino Nastasi. L'interesse riscontrato sul tema della preferenza ha indotto gli organizzatori a riproporre l'iniziativa anche in altre località della provincia di Messina e nel Comune capoluogo.

--------

SE SEI FAVOREVOLE AL MANTENIMENTO, DOVE C'E', ED ALLA REINTRODUZIONE, DOVE NON C'E' PIU', SCRIVI A: mondonuovonews@yahoo.it

Redazione1
7.12.2008 20:37
Craxi (Ps): “Capezzone è nel giusto

Craxi (Ps): “Capezzone è nel giusto,
peccato quell’appello finale”

“Daniele Capezzone ha espresso giustamente, a grandi linee, la richiesta che anch’io, a nome dei socialisti tutti, avevo rivolto al Partito democratico: quello di un solenne riconoscimento dell’errore compiuto con la criminalizzazione di mio padre, Bettino Craxi”.
“Le sue parole non possono che confermare questo auspicio, che venga cioè perseguita la verità nella chiarezza”.
“Una sola nota stonata: il riconoscimento politico e storico delle ragioni di Bettino Craxi e il comportamento conseguente di molti elettori socialisti e laici non possono essere confuse con l’intruppamento dentro il Popolo delle Libertà e l’adesione al Partito popolare europeo: ciò non c’entra veramente nulla e quell’appello finale era fuori luogo”.
Così Bobo Craxi, del Partito socialista.

Roma, 7 dicembre 2008

Welfare Italia
7.12.2008 20:38

Redazione1
7.12.2008 20:40
Si vede che i tempi stanno cambiando.

Si vede che i tempi stanno cambiando.
Siamo un popolo sprecone; ogni anno trasfomiamo in rifiuto 1,5 milioni
di tonnellate di cibo, per un valore pari a 4 miliardi di euro; motivi
di questo colossale spreco: spese poco accorte, sempre meno tempo da
dedicare alla cucina, perdita della memoria storica delle ricette a
base di avanzi e la paura di fare brutta figura al ristorante se, alla
fine del pranzo, chiediamo al cameriere di farci un pacchetto (la
mappatella) con gli avanzi.
Per rimediare a questo spreco ed porre un freno alla smania
inceneritorista che attraversa il Paese il COMIECO, il Consorzio per
il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base di cellulosa, ha
avuto due belle pensate.
Per la prima pensata COMIECO ha invitato sei famosi cuochi a creare
dei menù a base di avanzi e le ricette sono state inserite in un
calendario (GUSTOCOSI') che è stato presentato al recente Salone del
Gusto di Slow Food.
La seconda pensata è ancora più carina: la progettazione di due
contenitori in cartone riciclata,funzionali e belli da vedere
(PORTATECO) , da usare per portarsi a casa tutto quello che non si è
riusciti a mangiare (e si è pagato), come pure la bottiglia di vino
che saggiamente è stata lasciata piena a metà.
Aggiungo una terza pensata personale: applicare una congrua riduzione
sulla Tariffa Rifiuti a tutti i ristoranti che pubblicizzano ed
offrono ai lori clienti questo utile servizio che ci aiuta ad essere
più saggi, più sobri e a produrre meno rifiuti.

Federico Valerio

Redazione1
7.12.2008 20:47
L'ISOLA DI SANTORO di L. Boschi

L'ISOLA DI SANTORO di L. Boschi
Santoro, l'amico degli animali, il vegano convinto, il difensore di chi non ha parola, colui che sta con gli ultimi (sé!!), il giornalista che informa sul genocidio animale quotidiano, sui consumi nefasti della carne o dei prodotti di derivazione animale... sulla vergognosa vivisezione... Santoro che ha voluto e ottenuto il reintegro in RAI e che colpevolizza altri di editto bulgaro... E lui che fa? Peggio, favorisce il delinquere animale... se ne frega lui!! Ma che importa, vero? "Annozero" è lui, la sua cultura.
Pur di non parlare di un argomento angoscioso che coinvolge tutti, i devastanti e macabri consumi di tutti, la stupida credenza popolare, gli interessi di chi con gli animali delinque, lui Santoro pontifica con "L'isola di Obama". Una idiozia fin dal titolo: come banalizzare tutto e tutti.
I reality un gioco di prepotenza dove anziché sviluppare un senso di comunità e di chiamata aggregativa si premia chi si sbarazza dell'altro. Un gioco a farsi fuori a vicenda! Una tristezza umana. Non c'è argomento che giustifichi il parteciparvi. Se i reality intingono nella "pornografia dei sentimenti", tu con la tua trasmissione hai celebrato l'iperponografia.

Caro Santoro, non rispondere alla mia precedente lettera è la tua sconfitta. E' una sconfitta come persona, come giornalista, anche come uomo di spettacolo (perché tale sei!). Sì, sì solo spettacolo. Le tue vittime uno strumento da usare per l'audience. Niente di più. Uno spettacolo integrato, una bulimica riproduzione di interessi particulari... e nel caso degli animali tacendo e, sapendo di mistificare, falsificare la realtà.
Non mi aspettavo grandi cose, ma una presa di coscienza sì, quella la dovevi! Ma d'altra parte che coscienza può avere un uomo di spettacolo televisivo se non quella di riprodursi... e dove c'è spettacolo non c'è comunicazione.

E capisco sempre più che chi non è attento alla vita degli animali non può esserlo per quella degli uomini. Quanto spazio hai dato in questi anni dal tuo teatrino alle proposte degli animalisti? Alla filosofia di vita dei vegani? Niente!! Anzi semmai hai favorito il consumo di carne indentificandola come alimento indispensabile: "Nemmeno i soldi per la carne".

E' inutile che vieni, come hai fatto, in Santa Cristina a Parma ospite di don Luciano Scaccaglia, a parlare dal pulpito incatenato. Quelle catene tu le metti agli altri... anche a chi non ha voce! Non ne sei degno di quelle catene! Pura ipocrisia.

Mi dispiace, pensavo tu fossi persona capace di lotte, di combattere battaglie impopolari, invece mi sbagliavo... capita! Tutto gira intorno al tuo interesse, al tuo spettacolo. Un conduttore di bollite manipolazioni sociali.
Stai ingannando tutti, forse anche te stesso... ma la tua maschera televisiva rivela la tua identità.
Animali, finché c'è Santoro non vi sarà per voi vita... solo spettacolo, macabro!
(Parma, 7/12/2008)

Luigi Boschi

Sezione racconti LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/7
Sezione articoli LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/6
Sezione poesie LB: http://www.luigiboschi.it/?q=taxonomy/term/513

Redazione1
7.12.2008 22:07
Bari, una città in lutto di A.V.Geloormini

BARI, 6 DICEMBRE UNA CITTA’ IN LUTTO
di Antonio V. Gelormini
Doveva essere un giorno di festa per Bari, e per l’intera Puglia. Una sorta di Special-day per il capoluogo levantino, che prevedeva il concentrarsi di una serie di eventi, capaci di farne il centro di un vortice straordinario di attenzioni locali, nazionali e internazionali. E farlo diventare la meta più ambita di questo lungo ponte dell’Immacolata.



L’arrivo a Bari di Capi Stato, Ministri degli Esteri, Delegati Pontifici, Eminenze della Chiesa Ortodossa, Organismi diplomatici; e poi ancora Ministri del Governo italiano, festeggiamenti del Santo Patrono, l’Orchestra del Maggio Fiorentino, il Direttore Zubin Metha, il tenore Placido Domingo e tante altre personalità della politica, della finanza, dello spettacolo e della cultura in genere, tenevano alti lo stato d’ansia e i timori diffusi per un appuntamento di tale portata.



Nel contempo, aspettative tradite, diktat ministeriali, rivalità mai sopite, appelli cittadini, tensioni organizzative, sgomitate per la conquista di un’imperdibile occasione di visibilità, avevano riacceso fiammate polemiche, che non riuscivano ad essere sopite e che si allungavano minacciose sul buon esito e sulla serenità di una giornata così particolare.



Deve essere stato San Nicola a zittire tutti. L’intero apparato si è improvvisamente sgonfiato, come colpito da un’invisibile cerbottana. Il succedersi di colpi di scena, di cui l’ultimo fatale ed imprevisto, come nella più classica trama da palcoscenico, ha trasformato la rappresentazione in dramma. Cancellando uno ad uno gli appuntamenti, e facendo decidere al Sindaco di Bari di decretare il lutto cittadino per questa “benedetta” giornata del 6 dicembre.



I primi colpi di scena sono stati quelli inferti alla riapertura del Teatro Petruzzelli (uno dei pochi al mondo ancora di proprietà privata), 17 anni dopo la sciagurata notte in cui fu avvolto dalle fiamme di un terribile incendio doloso. Con l’esproprio per bene di interesse pubblico si dette il via, circa due anni fa, al conto alla rovescia per la riapertura del nuovo Teatro il 6 dicembre 2008, festa di S. Nicola, che sarebbe stato il primo spettatore ad entrare, benché nella sua classica posa statuaria. Vizi di forma e di metodo motivarono l’annullamento dell’atto da parte della Consulta. Dando vita al paradosso di una ricostruzione effettuata con soldi dei cittadini (53milioni di euro) e a rinnovate pretese degli eredi proprietari, a cui non sembrava vero di tornare in possesso del gioiello restaurato. Oltre ad aprire il varco a un angosciante limbo di indecisione governativa.



Il teatro è pronto. Un’intera città si mobilita per sostenerne l’apertura in occasione di S. Nicola, ma le squallide ripicche politiche prendono il sopravvento. Riaprire il Teatro nei termini previsti diventa un palcoscenico troppo evidente per il Sindaco Michele Emiliano (tra i pochi politici, caparbiamente risoluto, a voler rispettare un impegno preso con i cittadini e con l’intero mondo dello spettacolo). Ma il ministro Sandro Bondi, mettendo in campo un’insolita puntigliosità, fa sapere che prima di marzo 2009 non se ne parla. A Venezia, però, cinque anni fa fu usato tutt’altro metro.



Il Teatro “La Fenice”, durante il ministero ai Beni Culturali di Giuliano Urbani, venne consegnato parzialmente l’8 dicembre 2003, per consentire le manifestazioni programmate per la sua inaugurazione. Soli sei giorni più tardi, il 14 dicembre, senza il certificato del collaudo statico (che il Petruzzelli invece ha già avuto), ma con l’agibilità verificata dalla commissione prefettizia, e tanto meno col fatidico collaudo tecnico amministrativo, Riccardo Muti dava il via al primo di diversi concerti inaugurali, per un programma lungo ben sette giorni. Il teatro venne poi riconsegnato all’impresa, per completare i lavori ed essere definitivamente inaugurato solo a novembre dell’anno successivo.



Rinviata l’apertura del sipario del Politeama barese, l’evento della riconsegna del complesso ortodosso di S. Nicola (conosciuto meglio come “Chiesa russa”), da parte dello Stato italiano a quello russo, prendeva l’intera scena di queste festività patronali. Il presidente Giorgio Napolitano ne avrebbe consegnato le chiavi simboliche a quello russo, Dmitry Medvedev, sotto l’occhio vigile ed ammonitore del santo di Myra, venerato e amato da entrambe le comunità. Con l’occasione le luci del Petruzzelli si sarebbero accese provvisoriamente per la visita presidenziale a cui, con sorniona e furbetta opportunità, si sarebbe accompagnata quella del ministro ai Beni Culturali, forse per rimanere al riparo di eventuali contestazioni, dato il comprensibile ed evidente malcontento diffuso.



La morte del cosiddetto “Papa ortodosso”, il Patriarca Alessio II, sopravvenuta inaspettatamente alla vigilia della storica cerimonia, ha azzerato tutto. Il presidente russo, in visita in India, annulla tutti gli appuntamenti e rientra precipitosamente a Mosca. Quello italiano immediatamente fa sapere che non si muoverà da Roma ed esprime cordoglio e vicinanza al popolo russo. La comunità ortodossa barese si raccoglie in preghiera e altrettanto fa quella cattolica, in un abbraccio di conforto che testimonia la concretezza del cammino reciproco sul sentiero del dialogo tra le due culture religiose.



In segno di rispetto per i fedeli ortodossi locali, per la scomparsa del Patriarca della Chiesa ortodossa russa, anche il rettore della Basilica Pontificia di San Nicola comunica l’annullamento della tradizionale processione della statua più venerata a Bari. Quindi neanche il santo, per il momento, entrerà nel Petruzzelli. Quasi a voler testimoniare una sorta di consolidata solidarietà con i suoi fedeli baresi: “Se non possono farlo loro, perché dovrei farlo solo io?”



Al Sindaco non resta che tirare le somme e decretare il lutto cittadino, per manifestare la vicinanza della città e dell’intera Amministrazione al popolo russo, colpito dalla scomparsa della propria guida spirituale. La tristezza delle luci spente del Teatro testimonierà il dolore soffocato del momento. Quelle che si accenderanno domani, sull’ultimo atto di una “notte lunga tre lune”, la Puglia Night Parade, che dopo i capoluoghi di provincia e i siti Unesco pugliesi, approderà a Bari col suo carico di attrazioni e di emozioni, serviranno a rianimare e tenere vivi sentimenti di fiducia e di riscatto, per una città che non si stanca di sperare e che non è abituata certamente a rimanere con “le mani in mano”.
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
7.12.2008 22:08
Primarie del PD di Bologna

PRIMARIE DEL PD DI BOLOGNA
Leggiamo con stupore e tristezza le dichiarazioni rese da Flavio Delbono,
nostro compagno di Partito, a Luciano Nigro nell'intervista realizzata da
Luciano Nigro per La Repubblica Bologna a pag. V del 3 dicembre u.s..

Ne riportiamo uno stralcio:
D. Ha speso molto ed usato elenchi riservati (per le Primarie del PD in
corso)?
R: L'inchiesta interna ha confermato la mia correttezza e lealtà.

Uno di noi (Paolo Orioli) come membro effettivo da giugno 2008 del Comitato
per le Primarie del PD di Bologna (avendone richiesto al Partito il suo
insediamento prima ancora delle disposizioni nazionali e regionali in
materia) ha partecipato a tale inchiesta, che non si è manifestata come
tale, ma piuttosto come una difesa a tavolino del candidato alle primarie.
La buona fede non si nega a nessuno, anzi è dovuta. Ma la giuria non è stata
estratta a sorte, ad esempio fra i circa 50.000 votanti delle Primarie del
PD del 14 ottobre 2007: in quel caso il verdetto sarebbe stato frutto di una
inchiesta vera (o almeno democratica) come accadeva nell'antica Grecia!
Nella riunione del 1 dicembre u.s. del Comitato Organizzatore delle Primarie
del PD sempre Paolo Orioli, insieme ad Anna Alberigo, ha votato contro
"l'assoluzione" di Delbono in quanto oggettivamente non si hanno avuti gli
elementi per confermare (o meno) la sua buona fede.
Gli elementi di prova (che dovrebbero essere alla base di un'inchiesta),
come richiesto dal Presidente del Comitato Organizzatore delle Primarie del
PD (Prof. Carlo Galli), dovevano essere 50.000 testimonianze scritte e/o
orali di elettori del 14 ottobre 2007.
La nostra conoscenza, da promotori, poi militanti e dirigenti del PD, è che
sia stata commessa una grave leggerezza da parte del Comitato Delbono. Si
sono utilizzati gli elenchi incriminati senza chiederne il formale consenso
al PD (al suo Comitato Organizzatore delle Primarie). Ipotesi questa (della
leggerezza) sconfessata con decisione da parte del Comitato Delbono, che ha
asserito di aver fatto un collage di migliaia e migliaia di indirizzi
postali (compresi di CAP, numerazione progressiva, ecc.).
A questo punto dobbiamo partire da questa dichiarazione (presentata in forma
scritta il 1-12 al Comitato Organizzatore).
Il Comitato Forlani dice di aver già individuato diverse decine di elettori
che dichiarano di aver ricevuto un invito per via postale (per una
iniziativa al cinema Parrocchiale Perla di Bologna) da parte del Comitato
Delbono. Il consigliere provinciale Andrea De Pasquale ha scritto una lunga
lettera sulle Primarie di Bologna, vedendo una grande ombra sulle Primarie
stesse!
Da parte nostra noi possiamo confermare che: non abbiamo mai autorizzato
l'utilizzo (stante le attuali leggi italiane sulla privacy) dei nostri "dati
sensibili" al Comitato Delbono o a nessuno dei suoi componenti. Ad esempio
nel caso di Paolo Orioli si aggiunge che l'indirizzo della sua residenza
privata (dove è stata appunto consegnata la lettera, codificata al numero
76/21


0010076) non è visibile nemmeno sugli elenchi telefonici on line o stampati
di Telecom o altri enti (essendo stata richiesta la privacy dal 1993).

Affidare la gestione della cosa pubblica significa, a nostro modesto parere,
non ingannare nemmeno un cittadino!
Noi ci sentiamo ingannati e delusi.
E per questo, per ridare credibilità alla Politica con la P maiuscola, al
Partito Democratico e soprattutto per dare una speranza vera ed effettiva di
buona amministrazione ai tanti cittadini di Bologna, continueremo a vigilare
sulla correttezza formale e sostanziale delle Primarie del Partito
Democratico di Bologna (come diceva Cofferati primo atto interno al PD per
selezionare il suo successore).

Speriamo che anche gli altri Comitati Promotori delle candidature (Merola,
Cevenini e Forlani) rispettino le regole vigenti per la consultazione
popolare.
Nei prossimi giorni si dovrebbe predisporre, anche in collaborazione con
altri iscritti del PD di Bologna ed elettori del PD di Bologna, una
relazione dettagliata della vicenda (non ultima la questione economica,
lasciata, per il momento, in sospeso).
Contrariamente a quanto ha provocatoriamente auspicato Romano Prodi, non
vogliamo litigare con nessuno!
Intendiamo essere laici e cristiani nel giusto e a posto con l'etica, la
morale e la coscienza.
Nella sfera pubblica come in quella privata.

Buon lavoro a tutti.


Paolo Orioli
(Presidente Associazione per le Primarie, membro del Comitato Organizzatore
per le Primarie del PD di Bologna, responsabile delle Associazioni per il PD
di Bologna e delegato PD di Bologna)

Isabella Filippi
(Presidente del Comitato Insieme e delegata PD di Bologna al Circolo
Passepartout)

Redazione1
14.12.2008 18:54
Craxi (Ps):Spalanchiamo le porte del Ps a Del Turco

Craxi (Ps): “Spalanchiamo le porte del Ps
a Ottaviano Del Turco”
“Penso che a Ottaviano Del Turco, che ha espresso la sua volontà di riprendere un cammino politico, vadano spalancate le porte dell’unica formazione sinceramente riformista del Paese, che resta quella del Partito socialista”.
E’ quanto affermato oggi Bobo Craxi, dirigente nazionale del Partito socialista.
“Credo infatti”, ha aggiunto Craxi, “che la sua battaglia politica garantista possa trovare maggior coerenza ricollegandosi alla propria storia personale”.


Roma, 14 dicembre 2008

Welfare Italia
14.12.2008 18:54

Redazione1
14.12.2008 19:02
Cosa accede nelle scuole? di una mamma

COSA STA ACCADENDO NELLE SCUOLE?
La testimonianza di una mamma
“Abito a Campolongo al Torre (UD) e sono una mamma di un bimbo di 4 anni e mezzo che frequenta il secondo anno della scuola materna. Le maestre di questa scuola sono delle buone insegnanti ma, come ormai ovunque, sono state indottrinate con la psicologia, tanto è vero che esse stesse mi hanno esplicitamente detto che loro rispondono ad una circolare inviata a tutto il comprensorio delle scuole, che prevede “l’inquadramento” di tutti i bambini. Pertanto le schede vengono valutate e quelle “preoccupanti” vengono subito prese in esame da un referente del distretto sanitario preposto; non mi hanno chiarito tutti i passaggi, ma sono automatici.

Ma veniamo al punto: secondo le maestre mio figlio non arriva neppure a soddisfare le aspettative di un bimbo di un anno! Mi hanno presentato delle schede di valutazione, a detta loro studiate da varie equipe di psicologi infantili, con due colonnine in parte, la prima segnata con un sì, l’altra con un no, a secondo di cosa lui sapesse o non sapesse fare. Mi hanno detto che non erano nemmeno costrette ad avvertirmi prima di mandare le schede all’equipe, ma che il loro compito era esclusivamente quello di informarmi che mio figlio ha un urgente bisogno di essere sottoposto ad una visita neurologica e di iniziare così un iter che lo porterà attraverso psicologi, visite, encefalogramma, logopedia… Ma a me sa di fregatura. Alla fine, se non sto con loro, sto contro di loro e mio figlio ne pagherà le conseguenze, facendomi capire che il mio rifiuto di proseguire in tale procedura le esonererebbe dall’impegno di aiutare mio figlio… Hanno addirittura affermato che alle scuole elementari la situazione potrebbe peggiorare, perché, testuali parole, “le scuole dell’obbligo bisogna farle, altrimenti le mandano la polizia a casa, le tolgono il bambino e lo affidano agli assistenti sociali”. Certo che le scuole sono obbligatorie, non ho detto alle maestre che non lo volevo mandare più a scuola… questa mi sembra un’intimidazione! Ho molte amiche nelle mie stesse condizioni e per tutte vale lo stesso discorso: se non fai quello che ti dicono, trattano tuo figlio come uno di serie B: lo escludono e lo abbandonano, probabilmente per ripicca e per dimostrare alle madri che avevano ragione e “in questa guerra” gli unici che ci perdono, in un modo o nell’altro, sono i bambini! Sono veramente molto affranta. Mi sento spodestata della mia figura genitoriale, non ho più voce in capitolo. Mio figlio non parla benissimo, ma chiunque, sentendolo parlare, capisce il suo discorso. E’ un po’ timido e non ama giocare con i bimbi che lo picchiano e lo tirano per un braccio, ma penso sia normale. Certe volte non risponde alla domande in modo esaustivo, ma in generale è un bambino tranquillo e felice. Per me non ha nessuna importanza che mio figlio sia più o meno intelligente, più o meno furbo, più o meno fenomenale: voglio solo che sia felice! Anche mio marito, che conosco dall’infanzia, ha avuto molti più problemi di mio figlio, era chiuso, introverso… Ma comunque, bene o male, ha finito le scuole, è diventato un adulto responsabile e serio… è un marito esemplare, è paziente e passa il sabato sera a giocare con suo figlio. Questa è la verità! Nessuno può decidere che persona sarai un domani. Non dai risultati psicologici o scolastici. Lo dimostrano Einstein, somaro fino alle scuole medie, Leonardo da Vinci considerato un eccentrico, al limite della pazzia, Newton, figlio di contadini, ritenuto alquanto strano. Che ne sarebbe stato di loro se fossero dei bambini oggi?” (lettera firmata)



Questa è solo una delle tante testimonianze che riceviamo da genitori preoccupati.

Il Piemonte e il Trentino sono le prime due regioni italiane che hanno approvato una legge che pone il divieto assoluto dei test psicologici nelle scuole; ora questa legge è approdata in Parlamento.

Per poter crescere felici, i bambini devono essere responsabili delle loro azioni senza dipendere da cure psicologiche o psicofarmaci per essere dei “bravi bambini”. I bambini d’oggi saranno i futuri leader del domani!

Ogni genitore ha il diritto di rifiutare il permesso alla scuola di sottoporre suo figlio a qualsiasi questionario psicologico o psichiatrico, test o valutazione (VADEMECUM PER I GENITORI www.ccdu.org). E’ il futuro dei nostri bambini che è in gioco.



Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

ccdutrento@tiscali.it

www.ccdutrento.org

Redazione1
14.12.2008 19:03
Romeo e Giulietta da William Shakespeare

Venerdì 19 dicembre 2008, Nuovo Teatro Nuovo
Romeo e Giulietta da William Shakespeare

Solo cinque personaggi in scena per l’adattamento del testo shakespeariano ad opera del regista Pino Carbone, al suo debutto in prima nazionale assoluta



E’ programmato per venerdì 19 dicembre 2008 alle ore 21.00 (in replica fino al giorno 29) al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, il debutto, in prima nazionale, di Romeo e Giulietta, adattamento del testo di William Shakespeare a cura di Pino Carbone, che ne cura anche la regia e la messinscena.

Lo spettacolo, presentato dal Nuovo Teatro Nuovo, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Mondragone, si avvale della presenza, in scena, di Francesca De Nicolais, Marco Fubini, Luca Mancini, Francesco Moraca, Fabrizio Nevola. Il suono è affidato a Davide Viola e Camera, i video sono a cura di Luigi Pingitore.

Romeo e Giulietta è la storia di un’iniziazione. In essa Shakeaspeare esplora un confine, una linea di passaggio: quella tra l’adolescenza e l’età adulta. Di questa transizione, l’amore è strumento indispensabile, insieme alla sessualità, all’odio, all’inevitabile violenza. Ma è anche la scoperta, la ricerca di emozioni, di relazioni ed un forte senso d’abbandono e di solitudine.

Quest’ultimo aspetto, nell’adattamento di Pino Carbone, è esasperato dalla totale assenza dei personaggi adulti. Assenza che lascia, però, una traccia nei personaggi superstiti, poichè è presente in scena, dolorosamente tangibile.

“L’idea di questo allestimento – spiega il regista - nasce dall’esigenza di un confronto con un testo intessuto da relazioni forti e da sentimenti assoluti, per verificare se Amore, Odio, Onore, Amicizia, Violenza, conservino ancora tutta la loro forza, la loro brutalità.

Un percorso lungo più di un anno, iniziato con un corso di formazione per attori e sviluppato attraverso più punti, più passaggi, focalizzando tutto il lavoro sulla possibilità di attraversare concretamente e fisicamente l’intera storia, il testo e i suoi personaggi”.

I cinque personaggi in scena, Romeo, Giulietta, Tebaldo, Mercuzio e Paride, vivono la condizione dell’abbandono. La profonda assenza li ha resi orfani, costretti, pertanto, a prendersi cura l’uno dell’altro, a darsi da sé le regole e l’esempio, ad essere genitori e figli allo stesso tempo.

Insieme imparano a soffrire, ad amare, ad avere paura, ad odiare. Assecondano, inconsapevoli, istinti primordiali come la sessualità, la violenza, essendone attratti, affascinati, ingenuamente incuriositi. Scoprono la diversità, il dolore, l’impossibilità, la delusione, ma anche le emozioni forti, come la gioia, l’attrazione verso l’altro, una sensazione di completezza che è l’amore.

Riconoscono e giocano con le emozioni. Si spaventano di fronte ai loro corpi che cambiano, di fronte agli eventi di cui sono protagonisti e che non possono evitare ne modificare.

Il loro è un mondo ristretto, circoscritto. Il loro mondo è lo spazio scenico e le relazioni, che di volta in volta si instaurano tra i cinque, sembrano le uniche possibili.

La “realtà”, anch’essa assente in questo spazio ma pressante, è l’unica incognita, che entra, violenta e improvvisa, dalla spaccatura che la verità delle emozioni crea in una struttura apparentemente solida e rassicurante. Invade lo spazio rendendo i personaggi più umani e per questo più deboli e, paradossalmente, più tragici.

Romeo e Giulietta, da William Shakespeare

Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 19 al 29 dicembre 2008

Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali) ore 19.00 (festivi)

Redazione1
14.12.2008 20:16
PS. Questione morale e Pd

COMUNICATO STAMPA: SOLLAZZO, PS: QUESTIONE MORALE E PD

I socialisti ricominciano da Napoli. In svolgimento la Conferenza Nazionale di Organizzazione a Napoli per definire le linee guida della forma partito per il futuro del socialismo italiano.

Angelo Sollazzo - della Segreteria Nazionale del Partito Socialista - nella relazione ha indicato i temi della riforma delle strutture del Partito e del nuovo Statuto che dovrà regolare la vita interna del Partito.

In particolare Sollazzo ha polemizzato duramente con il PD, ha rilevato la questione morale che lo investe. I socialisti sono stati crocifissi negli anni di una tangentopoli di misura nettamente inferiore a quella che oggi investe il PD.

Cirio, Parmalat, Unipol, Banca Popolare, ed altre ancora sono la nuova tangentopoli. Oggi i socialisti per quanto subito devono alzare la bandiera della moralità e dell'etica in politica.

E' necessario farla finita con i partiti personali e padronali con l'applicazione dell'art 49 per la regolamentazione della vita interna dei partiti e con la certezza di democrazia interna e di controlli veri da parte degli aderenti.

E' necessario escludere dai finanziamenti pubblici i partiti che non consentono la democrazia.

In tale direzione per una politica pulita e morale è necessario chiedere le dimissioni di tutti i politici, sindaci, presidemti, etc, implicati in reati contro la Pubblica Amministrazione.

p. l'Ufficio Stampa
Andrea Nesi
335.6359382

--
W. www.partitosocialista.it
W. www.angelosollazzo.it

Redazione1
14.12.2008 20:27
LA VERITA' FA “PIAZZA PULITA” SULLE DROGHE

LA VERITA' FA “PIAZZA PULITA” SULLE DROGHE
Appuntamento domenica mattina a Villa Gordiani al Prenestino con la prevenzione e la raccolta delle siringhe abbandonte
Roma – Continua da oltre 20 anni l'impegno di sensibilizzazione dei volontari di “Dico no alla droga, dico sì alla vita” per un mondo libero dall'uso di stupefacenti. Durante la mattina di domenica 13 dicembre, i volontari di questa campagna, nata nel 1986 e ispirata dagli studi umanitari di L. Ron Hubbard, procederanno alla perlustrazione e bonifica dalle siringhe abbandonate nell'area della Villa Gordiani, al Prenestino; ma soprattutto faranno prevenzione con i nuovi video informativi “La verità sulle droghe”, “documentari flash” sugli effetti fisici e morali devastanti causati dagli stupefacenti sulle persone, e di riflesso sulla società. “Dico no alla droga, dico si alla vita”, coordinata in tutto il mondo dalle Chiese di Scientology, è un'iniziativa laica ed apolitica che persegue attraverso l'azione concreta l'obiettivo di tenere lontano dalle droghe, soprattutto i giovani, grazie alle corrette informazioni sugli stupefacenti, e per questo pubblica, anche on-line (www.drugfreeworld.org) opuscoli con la verità sulle droghe più diffuse.

DICO NO ALLA DROGA
Campagna coordinata dalla Chiesa di Scientology
Roma, 13 dicembre 2008
Per Informazioni:
Fabrizio D’Agostino
339.89.61.401

Redazione1
25.12.2008 21:58
Genova. Forum della sinistra europea

FORUM SINISTRA EUROPEA SULLA SITUAZIONE POLITICA A GENOVA E IN LIGURIA I prossimi mesi saranno molto importanti al fine di definire una strategia politica per la Liguria e Genova, in vista in particolare delle elezioni regionali del 2010.
Come Forum per la Sinistra Europea Socialismo XXI – uno dei soggetti che nel 2007 presentò, alle elezioni amministrative, proprie candidature nell’ambito della lista PRC-Sinistra Europea, esprimendo un Consigliere comunale, Antonio Bruno, ed alcuni Consiglieri di Municipalità – riteniamo utile fornire il nostro contributo al dibattito in corso, al fine di pervenire ad un quadro più chiaro della situazione politica.
È innegabile che le esperienze di governo del centro sinistra abbiano evidenziato in questi anni, come del resto nelle previsioni, non pochi problemi e contraddizioni.
In particolare, il Partito Democratico, che esprime i livelli apicali di Regione, Provincia di Genova e Comune di Genova, si caratterizza da sempre per una concezione del progresso della regione e delle città ispirata allo sviluppo capitalistico concepito esclusivamente in termini di grandi opere infrastrutturali, cementificazione,privatizzazioni della “cosa pubblica”, pur se, in alcuni casi, temperato attraverso l’ambiguo concetto della sostenibilità ambientale e sociale. Va peraltro detto che l’aspettativa di operare per uno sviluppo meramente quantitativo della Regione frequentemente non lascia indifferenti le principali forze sindacali e anche settori consistenti della stessa sinistra politica.
Noi, dal canto nostro, pensiamo che prefigurare, per il futuro, una Regione che sia una mera piattaforma logistica, collettore di milioni e milioni di container provenienti dal Sud del Mondo e da instradare verso il Nord Europa e gli USA, sia insostenibile dal punto di vista ambientale e territoriale, poco lungimirante sul piano occupazionale e sociale e, non ultimo aspetto, eticamente e politicamente inaccettabile poiché ignora la grave crisi “sistemica” che pone in evidente discussione l'attuale modello di mercato con i suoi paradigmi di sfruttamento e violenza nei confronti dei paesi del Sud del mondo.
Per quanto riguarda, in particolare, l’operato della giunta Vincenzi nei quasi due anni trascorsi dal suo insediamento, riteniamo necessario che si apra una fase di verifica politica da portare a termine prima della fine di gennaio, al fine di definire le criticità ed avendo ben presente il fatto che la linea programmatica di fondo dichiarata a suo tempo dalla candidata sindaco era stata quella della “discontinuità” rispetto alla precedente amministrazione.
I punti fondamentali su cui pensiamo si debba focalizzare maggiormente detta verifica sono i seguenti:
Ex-municipalizzate e privatizzazioni
Ciclo dei rifiuti
Infrastrutture
Assetto del territorio ed edilizia
Riconversioni industriali
Mobilità
Diritti e cittadinanza
Spesa sociale
Questione morale

Si tratta di tematiche relativamente alle quali si evidenziano chiaramente qualche luce e non poche ombre che vanno comunque valutate in un quadro generale e non limitandosi, in maniera che apparirebbe meramente strumentale, solo ad alcuni aspetti. Analogamente e contestualmente, non si può prescindere da un esame dell’operato politico anche relativamente agli altri livelli delle amministrazioni locali, si pensi ad esempio al ruolo che svolge la Regione riguardo a questioni importantissime quali le infrastrutture, la gestione del territorio e la sanità.
Come Forum per la Sinistra europea siamo, pertanto, assolutamente consapevoli di essere di fronte alla necessità di ripensare le alleanze locali, subordinando queste ultime a programmi precisi e reali dimostrazioni di rottura con i poteri forti; questo però non può significare automatici comportamenti in ogni dove, a volte con motivazioni poco coerenti.
Siamo in un momento politico delicatissimo: terminato il “rigurgito” dell'esperienza del governo Prodi, si sta palesando tutta la politica della Destra di governo che riporta all'esigenza fondamentale di resistere, anche attraverso la continua ricerca di alleanze con i settori più avanzati della società civile, a politiche autoritarie e violente, micidiali per la gran parte dei cittadini italiani.

Genova, 25 dicembre 2008

Forum per la Sinistra Europea – Socialismo XXI
Nodo di Genova

Welfare Italia
25.12.2008 21:58

Redazione1
25.12.2008 22:32
Auguri da Elio Carozza

Auguri del Segretraio Generale Consiglio Generale degli Italiani all’ Estero
Care e cari Consiglieri,
l’anno che sta per chiudersi è stato intenso per tutti e, senza alcun dubbio, positivo.
Abbiamo finalmente raggiunto l’importante traguardo della Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo, alla cui felice riuscita ha contribuito tutto il Consiglio Generale attraverso il grande impegno profuso in particolare negli ultimi due anni.
Grazie al Vostro puntuale e generoso lavoro, in ogni Paese è stato possibile indire e coordinare le riunioni che hanno costituito la base di questo importante incontro a livello mondiale, oltre al coinvolgimento dei giovani rappresentanti a partecipare ed intervenire per far sentire la loro voce nelle Assemblee Plenarie e nelle Commissioni Continentali. D’altro canto, è sotto gli occhi di tutti la risposta fornita dai giovani delegati, che ha reso tutti noi fieri della maturità, determinazione e consapevolezza dimostrate.
Un grazie particolare va alle Consulte regionali,ai Presidenti e Consiglieri dei Comites ed a tutta la rete Associativa, quella che opera nel Mondo ed in Italia, tutte e tutti hanno assunto un ruolo importante durante tutto il percorso preparatorio della Conferenza.
Abbiamo continuato e consolidato il raccordo con le Istituzioni Italiane ed in particolare con i Parlamentari eletti nel collegio estero, con i Comites e le Associazioni.
Vorrei rilevare il lavoro svolto da ognuno di voi nei Paesi di residenza, come quello delle Commissioni tematiche e Continentali.
Coralmente siamo riusciti a rimettere in primo piano le questioni relative agli Anziani ed all'Associazionismo.
Questa é l'occasione più propizia per ringraziare Piero, Aurora, Cinzia, Maddalena, Chiara, Francesca .
Senza la loro totale disponibilità, dimostrata in ogni occasione, che é andata molto spesso oltre ogni limite, non avremmo mai potuto raggiungere i nostri obbiettivi.
Grazie.
A tutte e tutti cosi come ai vostri cari gli auguri più belli, più sentiti e più veri per le prossime festività.
Elio Carozza

Redazione1
25.12.2008 22:51
NUova luce d Luigi Boschi

NUOVA LUCE Con questa nuova rubrica fotografica "parmigiana",
Buon Natale e un Gioioso 2009
con solidarietà e amicizia,
senza maschere e finzioni,
leali e sinceri.
Non cessiamo mai di produrre bene,
non causiamo danno e dolore,
non alimentiamo miserabili dicerie:
con coraggio difendiamo il diritto alla felicità
e il bene comune...
Aspiriamo alla luce,
che nel suo splendore è uguale per tutti.
L'asprezza della critica
non alimenti risentimento e odio
ma ridia valore al giusto
e riparo ai torti.
Non lasciamo che potere, interessi e profitto
devastino, menti, cuori e territori.
Diventiamo orgogliosi della nostra vita,
che è opera preziosa,
non tramutiamola in spazzatura.
Adoperiamoci senza dietrologie e preconcetti
a ritrovare i percorsi dell'amore,
da innamorati determinati,
sempre, della vita,
anche nelle avversità più atroci.
Qualcosa allora può cambiare:
ritornano i profumi,
l'aria è respirabile
e i sogni non svaniscono all'alba...
Ricordiamoci degli animali,
non son nati per essere ammazzati,
né maltrattati.
Ridiamo loro dignità di vita
e ritroveremo i valori dimenticati.
(Natale 2008)

Luigi Boschi

Redazione1
25.12.2008 22:56
Genova. L' acqua al pubblico

Il Consiglio Comunale di Genova ha approvato un ordine del
giorno in cui si chiede, con linguaggio un po' burocratico,
la permettere agli enti locali affidare in house (cioe' a
soggetti di esclusivo diritto pubblico, senza privati) i
servizi pubblici locali (acqua, trasporti, manutenzioni
etc.)
sotto il testo dell'odg.
antonio bruno
------------------
odg 180

Il consiglio Comunale,

premesso che
- la legge 6 agosto 2008, n.133 di conversione del Dl 25
giugno 2008, n 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo
economico, la stabilizzazione della finanza pubblica e la
perequazione tributaria" continene una disposizione
finalizzata al riordino della materia dei servizi pubblici
locali, che all'articolo 23 bis, comprime in maniera molto
significativa lo spazio di autonomia degli enti locali in
materia di gestione dei servizi pubblici locali in quanto
detta una disciplina stringente che quasi impone - come
obbligo - la messa a gara dei servizi.

- in particolare la gestione a favore di imprenditori e
societa' individuati mediante procedure competitive ad
evidenza pubblica, infatti, viene espressamente definita
come modalita' "ordinaria" di gestione dei SPL.

- al contrario il medesimo articolo qualifica espressamente
il modello in house quale ipotesi residuale e derogatoria
delle altre due ipotesi contemplate dalla norma (ossia la
gara e la societa' mista) da quella dell'autonomia degli
enti locali e della correlativa liberta' di autoproduzione
deiservizi di interesse generale.

Sottolineato come sia, invece, opportuno garantire
l'autonomia discrezionale degli enti locali in ordine
all'organizzazione e alla produzione di servizi di interesse
economico generale;

chiede al Parlamento e al Governo Italiano le opportune
risoluzioni atte a garantire l'autonomia discrezionale degli
enti locali in ordine all'organizzazione e alla produzione
di servizi di interesse economico generale.

antonio bruno (Sinsitra europea - prc)

Redazione1
26.12.2008 10:21
Rifiuti Zero aChiaravagna

Diciamo che, se gli Amici del Chiaravagna voglionoi davvero tendere a
Rifiuti Zero, allora faranno bene a capire che la strada da loro percorsa
non è quella produttiva, perchè a Rifiuti Zero si arriva solo tramite
politiche di raccolta differenzita finalizzata alla riduzione.
Probabilmente hanno fatto il passo più lungo della gamba pensando di sapere
ciò che invece non sanno.
Si può essere in buona fede e contemporaneamente avere la presunzione di
saper fare ciò che non si conosce! Se sono in buona fede, allora questo è il
caso, scarsa conoscenza!
Personalemnte crederò ad un qualsiasi progetto solo quando partirà da
precisi impegni di politica aziendale di AMIU. La situazione è troppo seria
e complessa, anche dal punto di vista economico e di tutela del lavoro, non
possiamo andare a casaccio. AMIU deve partire da ptrecisi impegni ed
investimenti sulla raccolta, secondo regole di qualità e finalizzazione al
riciclo.
Bolognini è un carissimo amico, anche lui sa bene quali possono essere le
conseguenze di tavoli tecnici ed imbarazzanti coinvolgimenti che seguono....
..la stessa Rete "rischia" a Capannori e Campi Bisenzio, per questo bisogna
avere le idee chiare e sapere bene cosa si vuole.
Anna Stramigioli (Rete Liguria Rifiuti Zero)

Redazione1
26.12.2008 10:51
Settimana corta di Giorgio Cremaschi

Giorgio Cremaschi: “Settimana corta: finora solo un chiacchiericcio mediatico”

E’ incredibile la bolla mediatica che si sta creando attorno a una presunta, in realtà inesistente, trattativa sulla crisi per la riduzione dell’orario di lavoro. L’idea è ovviamente giusta, e viene da lontano, dalle richieste e dagli accordi sindacali per la Cassa integrazione a rotazione e per i contratti di solidarietà. Sono sempre state le imprese, soprattutto le grandi, a respingere tali accordi perché hanno preferito ridurre il personale attivo con l’uso, spesso discriminatorio, della Cassa integrazione a zero ore e della mobilità. Se davvero le imprese saranno disponibili a generalizzare i contratti di solidarietà, sarà un passo avanti, ma perché questo sia reale occorre che le grandi imprese siano le prime a muoversi. La Telecom, la Fiat ad esempio, devono non ridurre il personale, né quello a tempo indeterminato né quello precario e usare i contratti di solidarietà. Il governo deve a sua volta finanziare questi strumenti, facendo in modo di garantire ai lavoratori la copertura salariale adeguata. Finora, di tutto questo, non c’è traccia né ci sono tavoli aperti, le trattative in corso sono quindi un puro chiacchiericcio mediatico, i cui danni saranno a carico dei lavoratori che tra breve rischiano di scoprire che da tanto fumo non è uscito nulla.

Roma, 23 dicembre 008

Redazione1
26.12.2008 10:54
Diritti civili. La chiesa distratta

Diritti civili
LA CHIESA DISTRATTA
Non c’è dubbio che l’ultima esternazione dell’on. Fini sulle responsabilità della Chiesa di fronte alle leggi razziali del 1938 sia una delle tante pedine strumentali che il parlamentare semina da tempo sul suo percorso allo scopo di procurarsi una credibile cintura di castità. Questa volta ha osato di più: attaccare una istituzione che al suo principale porta consenso. Quello che sorprende però sono le motivazioni della difesa che prontamente ha fatto scudo: la Chiesa ha salvato migliaia di ebrei dando loro ospitalità, facendoli espatriare ecc. Il predecessore di pio XII, Papa Ratti, è stato durissimo col Fascismo ecc. Sono cose che chiunque un po’ al corrente della nostra storia recente conosce, ma devianti rispetto al problema sollevato da Fini. Le ragioni del contendere stanno nel silenzio ufficiale della Chiesa sull’aberrazione delle leggi razziali, nel senso che non ci fu una condanna, con tanto di scomunica, come accadde per il Comunismo ann i dopo. Ora - se il silenzio di Pio XII nei confronti di Hitler e del suo programma di sterminio è stato spiegato con una logica storica credibile o no, sulla quale è difficile giudicare perché nessuno sa come sarebbe andata a finire se il pronunciamento ci fosse stato - sulla mancata condanna della nefasta opera del Fascismo quando emanò le leggi razziali non si può tacere. Le leggi del ‘38 non erano un attentato ai diritti civili e alla vita di migliaia di famiglie, la premessa alla soluzione finale arrivata da lì a non molti anni? Stupisce che la Chiesa, tanto sensibile ai valori etici, sempre pronta a salire sulle barricate per difendere la vita in tutte le sue forme, dal concepimento alla morte e della famiglia tradizionalmente intesa, taccia di fronte ad aberrazioni della storia che vanno nella direzione esattamente uguale. Guardando all’oggi, la famiglia italiana, specialmente con i tempi che verranno, non è costantemente minacciata dall’usura? Anche in questo caso la Chiesa si mobilita con interventi a sostegno di chi viene taglieggiato dagli usurai, ma una voce di condanna, diciamo pure di “scomunica” (parola che piace poco, ma è stata ampiamente usata in tempi storici per meno…) non si è ancora fatta sentire. Alberto Saviano in "Gomorra" cita il caso di don Peppino Diana, mandato a governare la parrocchia di Casal di Principe. Il giovane sacerdote non si arrese di fronte alla camorra e alla malavita locale, non tacque, condannò, negò i funerali religiosi a mafiosi notoriamente conosciuti, impedì che gli stessi fossero chiamati a fare i padrini di battesimo, limitò lo sfarzo in chiesa alle nozze di sospetti taglieggiatori. “Don Peppino, scrive Saviano, scavò un percorso nella crosta della parola, erose dalle cave della sintassi quella potenza che la parola pubblica, pronunciata chiaramente, poteva ancora concedere.” (pag. 244). Ci rimise la vita, ma chi ha mai detto che i cristiani devono sopravvivere a tutti i conti alle persecuzioni?
(Giovanni Meriana)

fonte: Newsletter Oli <newsletter-oli@olinews.it>

Redazione1
26.12.2008 11:10
Due punti per la gronda genovese

LEGAMBIENTE: DUE PUNTI PER LA GRONDA GENOVESE

E' totalmente condivisibile e coerente con i pronunciamenti fatti che il dibattito sulla gronda di ponente assuma un carattere pubblico, partecipato e di massima trasparenza. Tutti devono essere ascoltati e tutti i punti di vista saranno vagliati e soppesati.

A nostro giudizio due sono i punti decisivi che segnano la linea tra una coraggiosa scelta di apertura alla cittadinanza e una politica di marketing sponsorizzata dalla azienda privata di turno.

Innanzitutto la questione dei dati. E' del tutto evidente che una ipotesi cosi' importante e cosi' gravosa per il suo impatto ambientale e per i suoi costi economici debba essere attentamente valutata e soppesata alla ricerca delle soluzioni migliori col minor impatto possibile e il minor costo.

In questo senso la presentazione dei dati sulle entrate e uscite dai caselli autostradali e le provenienze e sui punti di arrivo dei flussi di traffico sono essenziali.

Legambiente chiede che nel corso del Debat Public sulla gronda siano messi a disposizione tutti i dati disponibili, ad iniziare di quelli in possesso dalla Società Autostrade.

Infatti discutere di una infrastruttura della portata della gronda di ponente non ha alcun valore scientifico, meno che meno partecipato, in mancanza di quei dati e della loro analisi, servirebbe solo a finanziare ancora una volta con danaro pubblico in eccesso (come ha ben documentato il sole24 ore pochi giorni or sono per il supertreno veloce comparando i costi italiani a quelli di altre nazioni europee) chi le grandi opere le costruisce, non rispondendo minimamente alla reale domanda di mobilità delle persone e delle merci.

E dunque sulla trasparenza e sul confronto sui dati noi pensiamo di misurare la credibilità della Amministrazione e la correttezza degli imprenditori interessati. Niente di piu', niente di meno di cio' che avviene da molti anni in Francia e in Inghilterra dove queste procedure sono state rese legge (e sottolineiamo da goverdi di destra).

La seconda questione che poniamo è quella del doveroso rispetto della legge.
Infatti nel decreto legislativo 4 del 2008 sta scritto che la VAS - Valutazione Ambientale Strategica - deve essere prevista per tutte le varianti che ricomprendono le opere previste negli allegati ( tra cui la nostra Gronda ). Ma leggendo un poco piu' in basso si puo' leggere anche che il ricorso alla Vas per le infrastrutture non ha limiti ( che si parli di 100 km o dieci metri bisogna farla ) e quindi la Vas deve essere prevista come da legge dello stato.

Leggendo la legge si evince anche che nella procedura della Valutazione Ambientale Strategica è prevista anche l'opzione zero (che vuol dire tenere in considerazione lo stato attuale delle cose come elemento comparativo rispetto alle altre opzioni, e che questa comparazione può anche portare alla fine alla decisione di non realizzazione dell'opera).

Legambiente, nel ritenere uno squisito diritto democratico l'inserimento di questa opzione tra quelle dibattute nel Debat Public (è evidente che questo prescinde da una valutazione nel merito delle scelte da fare, noi di Legambiente non siamo necessariamente per l'opzione zero, vogliamo però discutere di tutte le opzioni) chiede che la nostra Sindaco e l'Assessore comunale facciano altrettanto.

Quindi è necessario che negli atti amministrativi che fondano il prossimo dibattito pubblico questo vincolo giuridico sia recuperato , esplicitato e votato nelle sedi istituzionali opportune onde evitare di impantanarsi in ricorsi e beghe che in questo momento siamo tutti concordi nel voler evitare.

Ecco i nodi in fin dei conti non sono tanti. Cerchiamo di scioglierli.

Stefano Sarti Presidente Regionale Legambiente
Giovanni Spalla Presidente Comitato Scientifico Regionale Legambiente
Andrea Agostini Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente

Redazione1
26.12.2008 11:28
I fascisti che hanno le sovvenzioni del Comune di Roma

Nei giorni scorsi è apparsa sulla stampa la notizia che i terroristi fascisti Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, da tempo godono del sostegno e delle sovvenzioni del Comune di Roma, in quanto animatori di una serie di associazioni ONLUS.
La notizia ha provocato in moltissimi cittadini l'indignazione che merita: in tanti- e li ringraziamo tutti di cuore.- hanno voluto scriverci e manifestarci la loro solidarietà, perché per l'ennesima volta si concedono le luci della ribalta a degli infami assassini; perché in un Paese che si dice civile, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sono liberi, dopo aver scontato appena due mesi di reclusione per ogni morte causata; perché il Sindaco Alemanno , fra le tante associazioni meritorie che operano nel territorio di Roma, ha scelto di sovvenzionare proprio quelle dei suoi ex camerati; perché in Italia sembra sempre più drammaticamente vera la sensazione che vivere onestamente sia inutile.
Tra le tante persone che ci hanno contattato, ci ha colpito una signora di Roma, che vedendo in Piazza Navona la signora Mambro che promuoveva una ONLUS a favore dei bambini , ha ricordato a lei e agli astanti chi fosse quella donna apparentemente per bene,che tra l'altro nella sua lunga e sanguinosa carriera criminale ha causato la morte di parecchi bambini ( otto sono i minori uccisi nella strage del 2 agosto 1980) e molti ne ha resi orfani.
Francesca Mambro, senza scomporsi e con l'arroganza di chi sa di poter contare su potentissime protezioni, ha apostrofato quella coraggiosa signora dandole della "maleducata".
Se il vizio della memoria e dell'onestà significa essere maleducati, allora siamo tutti maleducati.
Il Presidente
Paolo Bolognesi


Redazione1
26.12.2008 19:29
.PULITZER A MUNTADAR AL-ZEID

PULITZER A MUNTADAR AL-ZEIDI
di Antonio V. Gelormini
In pochi secondi e con una capacità di sintesi impressionante Muntadar al-Zeidi, reporter della tv irachena Al Baghdadia, ha dato corpo alla voglia inconfessata non solo di una gran quantità di iracheni, ma anche di larga parte della pubblica opinione mondiale, ben al di là dei soli avversari della disastrosa politica interventista americana: prendere idealmente a calci George W. Bush.



Non potendo e non volendolo fare canonicamente, si è limitato a scagliare le sue scarpe contro il Presidente americano, durante una improvvisata conferenza stampa a Bagdad. Accompagnando il gesto con due invettive chiarificatrici: "Questo è il regalo degli iracheni, il tuo bacio d'addio, cane", ha gridato il giornalista iracheno, lanciandogli addosso la prima scarpa. "E questo proviene dalle vedove, dagli orfani e da coloro che sono stati uccisi in Iraq", ha poi aggiunto, lanciandogli contro anche la seconda.



Il Presidente è riuscito a schivarle entrambe, ma la scena è stata implacabilmente ripresa dalle telecamere e rimandata immediatamente dalle emittenti di mezzo mondo. C’è chi dice che Bush se l’è cercata. Dopo aver riconosciuto, di recente, l’infondatezza delle premesse su cui fu basato l’intervento americano in Iraq, ha voluto ostinatamente insistere sulla sua “necessità”. Andando a motivarla fino a Bagdad: “per la sicurezza americana, la speranza irachena e la pace nel mondo”. E quando caparbiamente ha aggiunto: “La guerra non è ancora finita”, una dopo l’altra sono volate le scarpe di Muntadar al-Zeidi.



Un gesto carico di risentimento per la tradizione locale. Lanciare delle scarpe contro qualcuno è per un iracheno una maniera per esprimere il suo massimo disprezzo, vuol dire che il destinatario sta ancora più in basso delle scarpe. Così come pesante è il riferimento-insulto al “cane”, animale considerato impuro dalla cultura araba. Roba da far rabbuiare qualsiasi espressione e giustificare ogni seria preoccupazione. Guardando il filmato, si nota invece che il Presidente ostenta un compiaciuto sorriso (forse per la prontezza del riflesso), tra lo smarrito e il beffardo. Assumendo, davanti al mondo intero, la tipica “faccia da schiaffi”.

(gelormini@katamail.com)



Redazione1
26.12.2008 19:41
Analfabetismi affettivi di V. Andraus

ANALFABETISMI AFFETTIVI E CONTAMINAZIONI SUBLIMINALI
Se mai qualcuno abbia svolto servizio di volontariato in un dormitorio, saprebbe come la figura del clochard sia distante da quella raccontata in certa letteratura romantica, che lo vorrebbe felice e contento del proprio abbrutimento psico-fisico.
Il clochard, il barbone, adagiato sul cartone o sulla panchina è soltanto un uomo solo, impreparato alle nuove sfide, oppresso dalle proprie lentezze e stanchezze, fragile e ultimo davvero, per questo dovrebbe suscitare il rispetto dovuto.
In quattro si sono adoperati per estinguere il clochard di turno, per arrostirlo e spedirlo all’altro mondo, in quattro per uccidere un uomo inerme e inoffensivo, ma colpevole di essere una persona abbandonata.
Hanno cosparso di benzina una persona adagiata su una panchina, hanno tentato di farne un bel falò, non per fanatismo religioso, nè per razzismo congenito, lo hanno preso di mira perchè tanto è una “cosa” senza valore, anzi un fastidio da scacciare via, in fin dei conti è uno di quelli non bello da vedere, da sloggiare in fretta dai parchi, dalle vicinanze dei cassonetti, dalle chiese, perché no anche delle città illuminate.
Quattro “bravi” ragazzi, ciascuno con il suo bel pedigree, fornito dalla scuola, dal datore di lavoro, dalla famiglia, ognuno con in tasca un pezzo di futuro già bello e confezionato.
Quando si è dei mentecatti in quattro il coraggio lo si trova nella fisicità di un sorriso, di una smorfia, la sfrontatezza dell’intesa è sottotraccia al tubo di birra, di una canna, di uno sniffing, sopra il palcoscenico dove inizia la recita, al nastro di partenza, per la finale assoluta, per uscire finalmente dalla maledetta anonimia, dalle stramaledettamente uguali serate al bar a fare niente, se non a costruire percorsi di guerra mentali, tanto per non restare schiacciati dalla propria insignificanza.
In quattro a pensare di annientare chi sta dietro, per la paura di esser conciati peggio.
Forse accade per assenza di un tempo e di un impegno che riesca a sdoganare l’emozione di una relazione importante, di un incontro da ricercare per non esser costretti alla resa di fronte al niente di una coscienza infantilizzata.
Il barbone brucia, l’adrenalina sale fino a stracciare gli analfabetismi affettivi, le contaminazioni subliminali, il reality non è solamente di casa in tv, nei tiggì, nelle pagine patinate, è qui e ora, e noi finalmente siamo i protagonisti, chi se ne frega se attraverso le sofferenze di un poveraccio.
Emergenza educativa? In questa constatazione c’è tutta l’impresentabilità del mondo adulto, da quello genitoriale a quello professorale, impegnato a fare cassa piuttosto che fatica preventiva, per inchiodare alle proprie responsabilità chi pensa che esistono persone diverse e quindi di minore importanza, di così basso profilo da risultare insopportabili.
Questi quattro “bravi” ragazzi ci fanno comprendere che questa mimetizzazione di normalità malata crea inquietudine, attese, desideri che divengono indicibili, fino a relegare in un angolo una parte di umanità, quella più giovane, inconsapevole di erigere rifiuto e distanza nella comprensione degli altri, soprattutto di quelli meno fortunati.

articolo sul clochard a falò

Amicizia

Vincenzo Andraous



Redazione1
26.12.2008 19:43
Uno scopo nella vita evita l'ictus

Uno "scopo nella vita" evita l'ictus
I risultati di uno studio giapponese hanno dimostrato che avere uno
"scopo nella vita" potrebbe abbassare il rischio di ictus cerebrale.
Lo studio, effettuato da un team della Akita University, ha coinvolto
1600 uomini e donne nella città di Omori (ora fusa con Yokote) ed ha
messo in evidenza come uno scopo, e la gioia, nella vita puo' evitare
il manifestarsi dell'ictus in tarda eta' anche se, al momento, non
sono state chiarite le cause di questa correlazione.

I 1600 i residenti di Omori sono stati sottoposti ad un esame della
salute nel lontano 1988, quando erano di età compresa tra 40 a 74, e
durante i test ad i partecipanti era stato chiesto domande del tipo:
"Avete qualche scopo nella vita?" o "Lei pensa di avere una vita
stressante?"

Il team ha seguito il gruppo fino al 2003 e, considerando che nel
frattempo 249 persone erano morte, si e' potuto dimostrare che dei 355
uomini che aveva risposto dicendo di avere uno scopo nella vita ne
erano deceduti 58 (16%). Di questi, solo quattro per ictus cerebrale
(circa 7%).

A titolo di confronto, e per comprendere la portata della scoperta,
dei 477 uomini che aveva invece sostenuto di non avere particolari
scopi, e sottratti i 114 decessi per altre cause (23%), ne sono
deceduti 19 di ictus (16%).

In altre parole, il team ha riscontrato che gli uomini con uno scopo
nella vita hanno il 38% delle probabilita' in meno di morire per ictus
rispetto agli uomini che ne sono privi.

In questa casistica dei decessi non sono stati conteggiati altri
fattori quali, ad esempio, l'eta', problemi di pressione sanguigna,
fumo, etc. Yutaka Motohashi, il professore di salute pubblica che ha
condotto lo studio, ha sostenuto che il progetto potrebbe essere
ulteriomente esteso nella prevenzione e migliorare cosi' la "salute
collettiva" giapponese. Infatti, il professore spera di poter condurre
una simile indagine anche nelle aree urbane dove i fattori di stress
potrebbero essere superiori.

http://www.ciaonippon.com/


__._,_.___

Redazione1
26.12.2008 19:52
Inceneritori e diassine negli alimenti

Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute

Firenze,
dicembre 2008

COMUNICATO STAMPA

Inceneritori e diossine negli
alimenti

Da dove viene la diossina nella carne? Ci dicono dai
mangimi. E nei mangimi come ci arriva? Solo, "accidentalmente" da olii
contaminati? E gli animali contaminati dove vanno a finire? Chi ci
assicura che non diventeranno nuovi mangimi direttamente o ancor più
con l'incenerimento? La notizia che anche questa volta non èstata data
nellavicenda dei "maiali (e non solo) alla diossina" è che la diossina
proviene per la maggior parte dall'incenerimento di rifiuti urbani,
ospedalieri ed industriali.

Da qui la follia di di volere costruire
nuovi inceneritoried ampliare quelli esistenti con la inevitabile
conseguenza di aumentare la diossina che va a finire nei nostri piatti.

Medicina Democratica ribadisce la sua assoluta contrarietà a questi
impianti nocivi, costosi ed assolutamente inutili

Medicina Democratica
denuncia, inoltre, come pericoloso il consumodi alimenti di qualsiasi
tipogià contaminati essendo la diossina un contaminante persistente che
si accumula nei viventi.

In particolare non esiste una esposizione
"accettabile" alle diossine o ad altri inquinanti cancerogeni aldi
sotto della quale non vi sia rischio per le persone.

Il Comitato
Direttivo di Medicina Democratica

www.medicinademocratica.
org

--
SITO WEB MEDICINA DEMOCRATICA:
www.medicinademocratica.org

Redazione1
26.12.2008 21:19
L’ ora dei THINK TANKS. Massimo Nanni Velletri

L’ ora dei THINK TANKS. Il sostituto del deceduto Heider è un giovanotto di 27anni senza ne arte ne parte che non fa che confermare che il partito di Heider era Heider stesso, il partito viveva di luce riflessa del leader ,si incarnava nella sua persona e non c’era nessun partito al di fuori della sua persona. Populismo ,senz’altro, demagogia ,anche ,ma è ormai evidente che la crisi dei partiti ,così come siamo stati abituati a conoscerli, è ormai un fenomeno mondiale e anche in democrazie proporzionali si inseriscono vieppiù elementi plebiscitari , basti come esempio per tutti come in Germania il segretario della SPD ,i socialdemocratici tedeschi, Beck sia stato allontanato a favore di Steinmeier ,più mediatico ,meglio piazzato nei sondaggi e scelto pur non essendo un politico di formazione , ad ennesima riprova che anche in Germania ,come oramai in tutto il mondo occidentale , l’era dei partiti come li conoscevamo è finita , ed il centrosinistra a livello mondiale ha vinto ,ad esempio in Australia, o come con Obama negli USA, se si inserisce in dinamiche maggioritarie e non si rinchiude in fortini identitari ormai assediati, d’altre parte a destra ,l’abbiamo visto, vi è la presenza di elementi populistici e plebiscitari nelle campagne elettorali che fanno si che i candidati si connettano direttamente ,senza filtri partitici , con l’elettorato .Pulsioni populiste da contrastare evidentemente ,ma con cui si deve necessariamente fare i conti e che non si possono affrontare nella società mediatica con strumenti inadatti , basti pensare alla campagna elettorale Presidenziale Americana in cui i due contendenti hanno fatto a gara a prendere le distanze da “Washington” ,noi diremmo da “ROMA”dall ’establishment ,e a presentarsi agli occhi degli elettori come outsider pur rappresentando entrambi ormai due partiti leggeri ,ma che ,nonostante tutto ,rappresentano comunque una zavorra insormontabile per qualunque candidatura che voglia essere minimamente competitiva.La crisi dei partiti ,della partitocrazia secondo una fortunata espressione , non è quindi una prerogativa Italiana ,anzi , nell’ultima tornata elettorale nell’arco alpino ,Austria ,Svizzera ,Baviera, c’è stata la contemporanea frana dei partiti storici e l’avanzata di nuove formazioni che con i partiti storici hanno poco in comune, si dirà ,invece, che ,in Italia , ben più pesanti ,lugubri e minacciosi sono gli elementi populistici e plebiscitari rappresentati da Berlusconi ,con una deriva che non ha eguali ,questa si ,nel mondo occidentale ,ma che proprio per questo richiede una risposta all’altezza delle sfide. Il partito democratico, nato non dimentichiamolo mai , dall’evoluzione dell’Ulivo ,geniale intuizione di Prodi difesa con perdite ,ma con successo dalla nomenklatura partitica testarda ed ottusa, non è stato invece all’altezza delle temperie in cui ci troviamo , le primarie sono si state recepite ,ma non comprese quasi che potessero inserirsi in continuità nelle politica dei vertici chiusi e delle decisioni prese da pochi e non rappresentare un momento di rottura con la politica fino ad allora praticata. Come era prevedibile le primarie, nonostante Veltroni ,hanno terremotato la riserva indiana della sinistra , legata a modalità di fare politica antidiluviane ,ma hanno intaccato solo in minima parte il recinto della destra proprio perché il confronto è stato vissuto nel centrosinistra ancora nello schema della forma partito , credendo che con la nascita del partito democratico non si fosse fatto solo il primo passo di un lungo cammino,ma si fosse giunti già all’approdo.
Il partito democratico infatti coltiva la pericolosa illusione da una parte di aver sterilizzato i contrasti , mentre inevitabilmente i contrasti sono destinati sempre a venire alla luce perché sono il sale della democrazia, e dall’altra di poter rimanere in mezzo al guado nella forma partito , con tessere e tesserine ,segreterie ,circoli e circoletti .Si crede ,infatti, che tutto il”kit” ,tutto l’occorrente per affrontare la realtà esterna sia presente nelle risorse interne dei partiti ,partiti che come vediamo tutti i giorni in tutto il mondo sono sempre più screditati , e ,soprattutto, in Europa si rinchiudono in se stessi invece di aprirsi alle realtà esterne. In tutte le democrazie inoltre ,anche in quelle bipartitiche, le differenti visioni del mondo ,gli scontri ,le dure lotte sono all’ordine del giorno ,quello che conta sono in realtà le regole d’ingaggio che permettono di sciogliere i nodi politici , non bisogna perciò aver paura dei contrasti ,ma semplicemente trovare le modalità democratiche per risorverli ,modalità che in realtà sono già presenti ,le primarie, ma di cui non si sono comprese le conseguenze .Un esempio aiuta a chiarire meglio la situazione a Firenze ,come in molte altre realtà, l’anno prossimo si vota, il sindaco uscente al termine dei due mandati non è più ricandidabile ,bisogna quindi trovare un nuovo candidato ,tutti i termini della situazione sono perciò ampiamente conosciuti ,si sa quando si vota , si sa che il sindaco uscente non è ricandidabile ,eppure il partito democratico si incarta in una spirale senza uscita quando i termini del problema sono apparentemente semplici, prima ,infatti , propone di tenere primarie solo per il partito democratico ,di fronte al fatto che con molte forze si andrà poi uniti alle elezioni comunali pare logico andare alle primarie aperte ,ma ecco l’apparente problema ,troppi candidati sembrano troppi ,vanno ridotti , magari con manovre d’apparato,mentre non ci si preoccupa minimamente di assicurarsi che il vincitore rappresenti almeno il 50% degli elettori ,con modalità sperimentate come la legge elettorale australiana ad esempio o il doppio turno in modo che sia veramente il candidato “migliore” a presentarsi alle comunali con maggior chance di successo, poi si preparano le primarie nel recinto del pd ,infine di fronte agli scandali si “ripiega” finalmente sulle primarie di coalizione con necessario doppio turno.Cosa si dovrebbe fare a Firenze e dappertutto invece dovrebbe essere chiaro ,stabilire con largo anticipo la data delle primarie ,primarie aperte a tutti,affinché outsider ,anche Obama all’inizio era un outsider, abbia aggio di crearsi una organizzazione in grado di intercettare voti ,la vera chiave da ora in poi di fare politica, e rendere la sua candidatura competitiva facendo inizialmente un favore naturalmente a se stesso ,ma poi in definitiva alla stessa coalizione poiché può portare valore aggiunto e soprattutto voti aggiuntivi. Il partito democratico perciò è chiamato a decidere se vuole essere in grado di immettere nel circuito della politica i valori le abilità e le competenze della società civile ,ovvero invece utilizzare le primarie come mero strumento per dirimere nodi ormai non più diversamente scioglibili .
La fine dei programmi e l’ora dei THINK TANKS.
Sono comprensibili le obiezioni di chi lamenta ,di fronte alla turbopolitica, la perdita dei programmi ,la coperta di linus della cosiddetta sinistra radicale, se contano i candidati ,le persone secondo la vulgata popolare, quale spazio c’è per programmi ben meditati e concertati ? A ben vedere questa età dell’oro dei programmi non è mai esistita ,come sa bene chi ha partecipato a qualunque livello alla stesura di un programma , con trattative in bilico fra il suk ,la farsa e la sceneggiata ,trattative farraginose e confusionarie che producono programmi altrettanto confusi o al massimo adatti ai libri dei sogni ,ma non si può necessariamente derubricare questa obiezione nel novero di quelle che non meritano risposte .Innanzitutto nella politica maggioritaria ,e maggioritaria è volente o nolente anche nel proporzionale o si governa o si sta all’opposizione tertium non datur, il candidato ,diremmo quasi il corpo del candidato , è politica ,lo è il suo modo di parlare ,di gesticolare lo è il modo di esporre che veicola un universo di valori che di per se già è in parte un programma ,la sobrietà di Prodi ,ad esempio, già indicavano un modo di governare che si sarebbe realizzato nell’azione di governo e dubitiamo che molti abbiano letto pienamente il programma di Berlusconi nondimeno si sono ritrovati nei suoi valori nei suoi disvalori e nelle sue televisioni senza bisogno di leggere una riga del programma , non c è nessuna necessità quindi di analisi ,report , paper position ,tutto dovrebbe essere affiditato unicamente ad una politica plebiscitaria senza spazio per la discussione? Ma quando mai, proprio questa modalità ,se ben utilizzata e compresa, offre la possibilità per una analisi raffinata e precisa anche se necessariamente conflittuale soltanto bisogna cambiare luogo di osservazione . Un think tank (letteralmente "serbatoio di pensiero") è un organismo ,un gruppo di lavoro o una società tendenzialmente indipendente dai partiti politici ,anche se spesso collaterale ad essi che si occupa di analisi delle politiche a qualsiasi livello a partire del livello locale fino al livello internazionale, producendo dati ,informazioni ,dando consigli e fornendo previsioni ,non è,come erroneamente si pensa una prerogativa del mondo anglosassone basti pensare alle Stiftung tedesche , un think tank ha un ruolo perciò di trasmissione di idee ,un ruolo non inteso in senso assoluto poichè i think tanks anche all’interno di uno stesso schieramento “lottano” nel senso buono del termine l’un l’altro per ottenere attenzione ,autorevolezza e per realizzare le politiche da loro proposte ,,”lottano” in maniera reattiva e veloce e contemporaneamente in maniera riflessiva e con un orizzonte di lungo periodo producendo sia soluzioni pret a porter che analisi per problemi dei decenni a venire. In questa ottica i politici sono le diramazioni finali di un organismo politico ,sono uno strumento necessario ,non sempre utili idioti come dice l’assessore regionale Di carlo, che però acquisiscono informazioni non più necessariamente in prima persona ,ma attraverso la mediazione di associazioni ,comitati ,istituti,reti che in qualunque modo li si voglia chiamare sono serbatoi di pensiero, e che ,spesso, in maniera informale e senza esserne pienamente consapevoli sono di fatto think tanks .In futuro quindi è del tutto evidente che questa modalità di fare politica si espanderà ,che lo si voglia o no, perché in una situazione di continuo cambiamento i partiti possono solo rispondere necessariamente in maniera non flessibile e quindi devono acquisire flessibilità presso attori esterni. In poche parole non esisterà più ,ma di fatto gia non esiste più, un programma unico ,una sorta di assicurazione casco ,un programma omnicomprensivo, in grado di proteggere la politica dai rischi degli imprevisti ,ma esisterà invece una serie di attori in concorrenza più o meno felice fra loro che discutono ,gareggiano fra loro con diverse interpretazioni della realtà non necessariamente incompatibili fra loro ,ma necessariamente diverse fornendo letture alternative e concorrenziali della realtà e basando il proprio successo unicamente sulla propria autorevolezza e non su posizioni di potere .In questa ottica perciò si incastrano primarie e think tanks ,distruzione creativa alla Schumpeter per il personale politico con la continua affermazione di volti nuovi e conseguentemente ,cosa più importante, con nuovi modelli di organizzazione politica ,la vera lezione che ci viene da Obama è questa , ,ma distruzione creativa anche per le idee in continuo e fecondo confronto fra loro ,il partito democratico può diventare ,deve diventare per la sua stessa sopravvivenza oltre che per il bene del sistema paese , il partito del centrosinistra non un partito del centrosinistra ,deve contenere al suo interno i cosiddetti riformisti e radicali , regolando di volta in volta secondo le contingenze di tempo e luogo con le primarie ,momentaneamente sempre momentaneamente i risultati non saranno mai definitivi, i rapporti di forza e facendo nel contempo continuamente affluire con i think tanks nuove idee .Il partito democratico così delineato è in realtà un campo di forze mai definitivamente strutturato in cui gli obiettivi ed i valori vengono scelti sempre unicamente dagli elettori e non dagli stati maggiori e che attraverso le primarie delimitano in maniera temporale e temporanea lo spazio fisico e valoriale del campo del centrosinistra .Solo ed unicamente in questo modo in Italia e ,oramai ,non soltanto in Italia, si potrà attrarre quell’elettorato non partitico decisivo in ogni elezione . Massimo Nanni Velletri
Il sostituto del deceduto Heider è un giovanotto di 27anni senza ne arte ne parte che non fa che confermare che il partito di Heider era Heider stesso, il partito viveva di luce riflessa del leader ,si incarnava nella sua persona e non c’era nessun partito al di fuori della sua persona. Populismo ,senz’altro, demagogia ,anche ,ma è ormai evidente che la crisi dei partiti ,così come siamo stati abituati a conoscerli, è ormai un fenomeno mondiale e anche in democrazie proporzionali si inseriscono vieppiù elementi plebiscitari , basti come esempio per tutti come in Germania il segretario della SPD ,i socialdemocratici tedeschi, Beck sia stato allontanato a favore di Steinmeier ,più mediatico ,meglio piazzato nei sondaggi e scelto pur non essendo un politico di formazione , ad ennesima riprova che anche in Germania ,come oramai in tutto il mondo occidentale , l’era dei partiti come li conoscevamo è finita , ed il centrosinistra a livello mondiale ha vinto ,ad esempio in Australia, o come con Obama negli USA, se si inserisce in dinamiche maggioritarie e non si rinchiude in fortini identitari ormai assediati, d’altre parte a destra ,l’abbiamo visto, vi è la presenza di elementi populistici e plebiscitari nelle campagne elettorali che fanno si che i candidati si connettano direttamente ,senza filtri partitici , con l’elettorato .Pulsioni populiste da contrastare evidentemente ,ma con cui si deve necessariamente fare i conti e che non si possono affrontare nella società mediatica con strumenti inadatti , basti pensare alla campagna elettorale Presidenziale Americana in cui i due contendenti hanno fatto a gara a prendere le distanze da “Washington” ,noi diremmo da “ROMA”dall ’establishment ,e a presentarsi agli occhi degli elettori come outsider pur rappresentando entrambi ormai due partiti leggeri ,ma che ,nonostante tutto ,rappresentano comunque una zavorra insormontabile per qualunque candidatura che voglia essere minimamente competitiva.La crisi dei partiti ,della partitocrazia secondo una fortunata espressione , non è quindi una prerogativa Italiana ,anzi , nell’ultima tornata elettorale nell’arco alpino ,Austria ,Svizzera ,Baviera, c’è stata la contemporanea frana dei partiti storici e l’avanzata di nuove formazioni che con i partiti storici hanno poco in comune, si dirà ,invece, che ,in Italia , ben più pesanti ,lugubri e minacciosi sono gli elementi populistici e plebiscitari rappresentati da Berlusconi ,con una deriva che non ha eguali ,questa si ,nel mondo occidentale ,ma che proprio per questo richiede una risposta all’altezza delle sfide. Il partito democratico, nato non dimentichiamolo mai , dall’evoluzione dell’Ulivo ,geniale intuizione di Prodi difesa con perdite ,ma con successo dalla nomenklatura partitica testarda ed ottusa, non è stato invece all’altezza delle temperie in cui ci troviamo , le primarie sono si state recepite ,ma non comprese quasi che potessero inserirsi in continuità nelle politica dei vertici chiusi e delle decisioni prese da pochi e non rappresentare un momento di rottura con la politica fino ad allora praticata. Come era prevedibile le primarie, nonostante Veltroni ,hanno terremotato la riserva indiana della sinistra , legata a modalità di fare politica antidiluviane ,ma hanno intaccato solo in minima parte il recinto della destra proprio perché il confronto è stato vissuto nel centrosinistra ancora nello schema della forma partito , credendo che con la nascita del partito democratico non si fosse fatto solo il primo passo di un lungo cammino,ma si fosse giunti già all’approdo.
Il partito democratico infatti coltiva la pericolosa illusione da una parte di aver sterilizzato i contrasti , mentre inevitabilmente i contrasti sono destinati sempre a venire alla luce perché sono il sale della democrazia, e dall’altra di poter rimanere in mezzo al guado nella forma partito , con tessere e tesserine ,segreterie ,circoli e circoletti .Si crede ,infatti, che tutto il”kit” ,tutto l’occorrente per affrontare la realtà esterna sia presente nelle risorse interne dei partiti ,partiti che come vediamo tutti i giorni in tutto il mondo sono sempre più screditati , e ,soprattutto, in Europa si rinchiudono in se stessi invece di aprirsi alle realtà esterne. In tutte le democrazie inoltre ,anche in quelle bipartitiche, le differenti visioni del mondo ,gli scontri ,le dure lotte sono all’ordine del giorno ,quello che conta sono in realtà le regole d’ingaggio che permettono di sciogliere i nodi politici , non bisogna perciò aver paura dei contrasti ,ma semplicemente trovare le modalità democratiche per risorverli ,modalità che in realtà sono già presenti ,le primarie, ma di cui non si sono comprese le conseguenze .Un esempio aiuta a chiarire meglio la situazione a Firenze ,come in molte altre realtà, l’anno prossimo si vota, il sindaco uscente al termine dei due mandati non è più ricandidabile ,bisogna quindi trovare un nuovo candidato ,tutti i termini della situazione sono perciò ampiamente conosciuti ,si sa quando si vota , si sa che il sindaco uscente non è ricandidabile ,eppure il partito democratico si incarta in una spirale senza uscita quando i termini del problema sono apparentemente semplici, prima ,infatti , propone di tenere primarie solo per il partito democratico ,di fronte al fatto che con molte forze si andrà poi uniti alle elezioni comunali pare logico andare alle primarie aperte ,ma ecco l’apparente problema ,troppi candidati sembrano troppi ,vanno ridotti , magari con manovre d’apparato,mentre non ci si preoccupa minimamente di assicurarsi che il vincitore rappresenti almeno il 50% degli elettori ,con modalità sperimentate come la legge elettorale australiana ad esempio o il doppio turno in modo che sia veramente il candidato “migliore” a presentarsi alle comunali con maggior chance di successo, poi si preparano le primarie nel recinto del pd ,infine di fronte agli scandali si “ripiega” finalmente sulle primarie di coalizione con necessario doppio turno.Cosa si dovrebbe fare a Firenze e dappertutto invece dovrebbe essere chiaro ,stabilire con largo anticipo la data delle primarie ,primarie aperte a tutti,affinché outsider ,anche Obama all’inizio era un outsider, abbia aggio di crearsi una organizzazione in grado di intercettare voti ,la vera chiave da ora in poi di fare politica, e rendere la sua candidatura competitiva facendo inizialmente un favore naturalmente a se stesso ,ma poi in definitiva alla stessa coalizione poiché può portare valore aggiunto e soprattutto voti aggiuntivi. Il partito democratico perciò è chiamato a decidere se vuole essere in grado di immettere nel circuito della politica i valori le abilità e le competenze della società civile ,ovvero invece utilizzare le primarie come mero strumento per dirimere nodi ormai non più diversamente scioglibili .
La fine dei programmi e l’ora dei THINK TANKS.
Sono comprensibili le obiezioni di chi lamenta ,di fronte alla turbopolitica, la perdita dei programmi ,la coperta di linus della cosiddetta sinistra radicale, se contano i candidati ,le persone secondo la vulgata popolare, quale spazio c’è per programmi ben meditati e concertati ? A ben vedere questa età dell’oro dei programmi non è mai esistita ,come sa bene chi ha partecipato a qualunque livello alla stesura di un programma , con trattative in bilico fra il suk ,la farsa e la sceneggiata ,trattative farraginose e confusionarie che producono programmi altrettanto confusi o al massimo adatti ai libri dei sogni ,ma non si può necessariamente derubricare questa obiezione nel novero di quelle che non meritano risposte .Innanzitutto nella politica maggioritaria ,e maggioritaria è volente o nolente anche nel proporzionale o si governa o si sta all’opposizione tertium non datur, il candidato ,diremmo quasi il corpo del candidato , è politica ,lo è il suo modo di parlare ,di gesticolare lo è il modo di esporre che veicola un universo di valori che di per se già è in parte un programma ,la sobrietà di Prodi ,ad esempio, già indicavano un modo di governare che si sarebbe realizzato nell’azione di governo e dubitiamo che molti abbiano letto pienamente il programma di Berlusconi nondimeno si sono ritrovati nei suoi valori nei suoi disvalori e nelle sue televisioni senza bisogno di leggere una riga del programma , non c è nessuna necessità quindi di analisi ,report , paper position ,tutto dovrebbe essere affiditato unicamente ad una politica plebiscitaria senza spazio per la discussione? Ma quando mai, proprio questa modalità ,se ben utilizzata e compresa, offre la possibilità per una analisi raffinata e precisa anche se necessariamente conflittuale soltanto bisogna cambiare luogo di osservazione . Un think tank (letteralmente "serbatoio di pensiero") è un organismo ,un gruppo di lavoro o una società tendenzialmente indipendente dai partiti politici ,anche se spesso collaterale ad essi che si occupa di analisi delle politiche a qualsiasi livello a partire del livello locale fino al livello internazionale, producendo dati ,informazioni ,dando consigli e fornendo previsioni ,non è,come erroneamente si pensa una prerogativa del mondo anglosassone basti pensare alle Stiftung tedesche , un think tank ha un ruolo perciò di trasmissione di idee ,un ruolo non inteso in senso assoluto poichè i think tanks anche all’interno di uno stesso schieramento “lottano” nel senso buono del termine l’un l’altro per ottenere attenzione ,autorevolezza e per realizzare le politiche da loro proposte ,,”lottano” in maniera reattiva e veloce e contemporaneamente in maniera riflessiva e con un orizzonte di lungo periodo producendo sia soluzioni pret a porter che analisi per problemi dei decenni a venire. In questa ottica i politici sono le diramazioni finali di un organismo politico ,sono uno strumento necessario ,non sempre utili idioti come dice l’assessore regionale Di carlo, che però acquisiscono informazioni non più necessariamente in prima persona ,ma attraverso la mediazione di associazioni ,comitati ,istituti,reti che in qualunque modo li si voglia chiamare sono serbatoi di pensiero, e che ,spesso, in maniera informale e senza esserne pienamente consapevoli sono di fatto think tanks .In futuro quindi è del tutto evidente che questa modalità di fare politica si espanderà ,che lo si voglia o no, perché in una situazione di continuo cambiamento i partiti possono solo rispondere necessariamente in maniera non flessibile e quindi devono acquisire flessibilità presso attori esterni. In poche parole non esisterà più ,ma di fatto gia non esiste più, un programma unico ,una sorta di assicurazione casco ,un programma omnicomprensivo, in grado di proteggere la politica dai rischi degli imprevisti ,ma esisterà invece una serie di attori in concorrenza più o meno felice fra loro che discutono ,gareggiano fra loro con diverse interpretazioni della realtà non necessariamente incompatibili fra loro ,ma necessariamente diverse fornendo letture alternative e concorrenziali della realtà e basando il proprio successo unicamente sulla propria autorevolezza e non su posizioni di potere .In questa ottica perciò si incastrano primarie e think tanks ,distruzione creativa alla Schumpeter per il personale politico con la continua affermazione di volti nuovi e conseguentemente ,cosa più importante, con nuovi modelli di organizzazione politica ,la vera lezione che ci viene da Obama è questa , ,ma distruzione creativa anche per le idee in continuo e fecondo confronto fra loro ,il partito democratico può diventare ,deve diventare per la sua stessa sopravvivenza oltre che per il bene del sistema paese , il partito del centrosinistra non un partito del centrosinistra ,deve contenere al suo interno i cosiddetti riformisti e radicali , regolando di volta in volta secondo le contingenze di tempo e luogo con le primarie ,momentaneamente sempre momentaneamente i risultati non saranno mai definitivi, i rapporti di forza e facendo nel contempo continuamente affluire con i think tanks nuove idee .Il partito democratico così delineato è in realtà un campo di forze mai definitivamente strutturato in cui gli obiettivi ed i valori vengono scelti sempre unicamente dagli elettori e non dagli stati maggiori e che attraverso le primarie delimitano in maniera temporale e temporanea lo spazio fisico e valoriale del campo del centrosinistra .Solo ed unicamente in questo modo in Italia e ,oramai ,non soltanto in Italia, si potrà attrarre quell’elettorato non partitico decisivo in ogni elezione . Massimo Nanni Velletri

Redazione1
26.12.2008 21:22
PD, LA SOLITUDINE DEL LEADER d.Gelormini

PD, LA SOLITUDINE DEL LEADER
di Antonio V. Gelormini
Alla fine il cerino gli si è spento in mano. Confuso non dalle poche idee, come avrebbe detto Ennio Flaiano, ma dalla buona maniera dei troppi “ma anche”, Walter Veltroni si ritrova suo malgrado nel mezzo del guado di un Partito Democratico che fa acqua da più parti. Paralizzato dall’abbraccio ipnotico dei vecchi apparati, nonché indebolito dall’inconcludente e bizantina ricerca di sofisticati ed incerti equilibri al suo interno.



Che tristezza, ascoltare l’assordante e improvviso silenzio che circonda il leader. Che tristezza, dover riscontrare le facili e infauste previsioni di un partito-gattopardo, che vedeva in prima fila, a dettare la nuova linea politica, gli stessi funzionari e quegli stessi dirigenti Ds e Margherita contrari al processo dell’Ulivo e della sua evoluzione nel nuovo Pd.



Che tristezza e che rabbia veder disperdere un patrimonio di entusiasmi e di consensi e tradire miserabilmente speranze taciute, auspici dichiarati e aperture di credito incondizionate. Quanta tristezza, nell’assistere alla cocciuta difesa di compromesse dignità amministrative o di improbabili

quote Cencelli, sul ciglio di un baratro senza fondo. Come abbiano fatto non lo sappiamo, ma quel fondo sono riusciti a trovarlo e a toccarlo.



Stante così le cose, lo scossone da più parti atteso non potrà che avere la forza di un vero e proprio maremoto. Forse è arrivato il momento per verificare chi davvero tiene al partito e agli interessi comuni. Una generale presa di distanza di gran parte dell’attuale classe dirigente, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, non potrebbe che far bene alla salute cagionevole del cosiddetto “partito nuovo”. Verrebbe da dire, lanciando la sfida con piglio severo: “qui si parrà la vostra nobilitade!”



Gli scenari da Resistenza appartengono alla Storia. Così come la gloriosa azione partigiana. La sfida come testa d’ariete, sarà pur triste riconoscerlo, non può presentare uno schieramento di “teste d’argento”. L’impresa esige “teste di cuoio”, vigore giovanile e capacità di reazione in sintonia con i tempi della fibra ottica. Più veloci della luce, prima che qualcuno stacchi la spina!
(gelormini@katamail.com)

Redazione1
26.12.2008 21:37
Craxi (Ps): “La Direzione del Pd non convince

Craxi (Ps): “La Direzione del Pd
non è stata convincente”
“Il Partito democratico si difende, come è logico, ma non pare possedere il sufficiente profilo riformista per assumere un carattere maggioritario, né nella sinistra, né nel Paese”.
E’ quanto afferma in una nota Bobo Craxi, dirigente nazionale del Partito socialista.
“Sono stati commessi troppi errori in questi ultimi quindici anni”, prosegue Craxi, “e la loro crisi preannuncia una crisi più larga della democrazia italiana”.
“Devono esser capaci”, conclude l’esponente socialista, “di uscire dal ‘lager’ di Di Pietro, di cui sono prigionieri, e sciogliere il nodo europeo: su questi punti, la Direzione non è stata convincente”.

Roma, 19 dicembre 2008

Redazione1
27.12.2008 10:15
Il miracolo di Silvio di A.Ferrazza

Caro Direttore,
ha sentito? C'é stato un altro miracolo di re Silvio.
Ora dice che ha aumentato la lotta all'evasione fiscale perchè, nei primi undici mesi dell'anno, le riscossioni da accertamento hanno raggiunto i 2,3 miliardi (+46% rispetto allo stesso periodo del 2007), di cui 1,5 miliardi provenienti da strumenti deflativi (+54%) e oltre 800 milioni derivanti da ruoli (+33 per cento).

Come sempre, una mezza verità che, in bocca a lui, diventa una evidente bugia. Perché? Perchè quei dati non sono una vittoria del suo governo, ma sono riferiti all'attività di accertamento svolta nel 2007, quando al governo - fino a prova contraria - c'era Prodi.

Silvio ha sempre detto che l'evasione fiscale non é un problema. Ma visto i risultati di Prodi e visto che gli italiani alla lotta all'evasione ci tengono, eccome, quale miglior occasione? Appropriarsi del merito e sottrarlo al legittimo detentore.

Così tutte le televisioni ieri sera hanno parlato del "suo" merito, che suo non é.

Adriano Ferrazza

Redazione1
30.12.2008 16:20
Craxi. Nuova grave assenza di Frattini a Parigi

Vittorio Craxi: “Grave una nuova assenza
di Frattini al vertice straordinario di Parigi”
“Se fosse confermata, una nuova assenza di Frattini dal vertice straordinario di Parigi sarebbe un gesto di insensibilità grave, per le implicazioni che l’estendersi del conflitto avrà nei prossimi mesi”.
E’ quanto dichiara in una nota Vittorio Craxi, dirigente nazionale del Partito socialista ed ex sottosegretario di Stato agli Affari esteri.
“Il Governo italiano”, sottolinea inoltre Craxi, “non può dimostrarsi fragile o unilaterale sulla guerra in Medio Oriente: per ora, ha dimostrato di essere entrambe le cose”.

Roma, 30 dicembre 2008

Welfare Italia
30.12.2008 16:20

Redazione1
30.12.2008 16:22
La situazione politica a Genova

FORUM SINISTRA EUROPEA
SULLA SITUAZIONE POLITICA A GENOVA E IN LIGURIA
I prossimi mesi saranno molto importanti al fine di definire una strategia
politica per la Liguria e Genova, in vista in particolare delle elezioni
regionali del 2010.
Come Forum per la Sinistra Europea Socialismo XXI - uno dei soggetti che nel
2007 presentò, alle elezioni amministrative, proprie candidature nell'ambito
della lista PRC-Sinistra Europea, esprimendo un Consigliere comunale, Antonio
Bruno, ed alcuni Consiglieri di Municipalità - riteniamo utile fornire il
nostro
contributo al dibattito in corso, al fine di pervenire ad un quadro più chiaro
della situazione politica.
È innegabile che le esperienze di governo del centro sinistra abbiano
evidenziato in questi anni, come del resto nelle previsioni, non pochi
problemi
e contraddizioni.
In particolare, il Partito Democratico, che esprime i livelli apicali di
Regione, Provincia di Genova e Comune di Genova, si caratterizza da sempre per
una concezione del progresso della regione e delle città ispirata allo
sviluppo
capitalistico concepito esclusivamente in termini di grandi opere
infrastrutturali, cementificazione,privatizzazioni della "cosa pubblica", pur
se, in alcuni casi, temperato attraverso l'ambiguo concetto della
sostenibilità
ambientale e sociale. Va peraltro detto che l'aspettativa di operare per uno
sviluppo meramente quantitativo della Regione frequentemente non lascia
indifferenti le principali forze sindacali e anche settori consistenti della
stessa sinistra politica.
Noi, dal canto nostro, pensiamo che prefigurare, per il futuro, una Regione
che
sia una mera piattaforma logistica, collettore di milioni e milioni di
container
provenienti dal Sud del Mondo e da instradare verso il Nord Europa e gli USA,
sia insostenibile dal punto di vista ambientale e territoriale, poco
lungimirante sul piano occupazionale e sociale e, non ultimo aspetto,
eticamente
e politicamente inaccettabile poiché ignora la grave crisi "sistemica" che
pone
in evidente discussione l'attuale modello di mercato con i suoi paradigmi di
sfruttamento e violenza nei confronti dei paesi del Sud del mondo.
Per quanto riguarda, in particolare, l'operato della giunta Vincenzi nei quasi
due anni trascorsi dal suo insediamento, riteniamo necessario che si apra una
fase di verifica politica da portare a termine prima della fine di gennaio, al
fine di definire le criticità ed avendo ben presente il fatto che la linea
programmatica di fondo dichiarata a suo tempo dalla candidata sindaco era
stata
quella della "discontinuità" rispetto alla precedente amministrazione.
I punti fondamentali su cui pensiamo si debba focalizzare maggiormente detta
verifica sono i seguenti:
Ex-municipalizzate e privatizzazioni
Ciclo dei rifiuti
Infrastrutture
Assetto del territorio ed edilizia
Riconversioni industriali
Mobilità
Diritti e cittadinanza
Spesa sociale
Questione morale

Si tratta di tematiche relativamente alle quali si evidenziano chiaramente
qualche luce e non poche ombre che vanno comunque valutate in un quadro
generale
e non limitandosi, in maniera che apparirebbe meramente strumentale, solo ad
alcuni aspetti. Analogamente e contestualmente, non si può prescindere da un
esame dell'operato politico anche relativamente agli altri livelli delle
amministrazioni locali, si pensi ad esempio al ruolo che svolge la Regione
riguardo a questioni importantissime quali le infrastrutture, la gestione del
territorio e la sanità.
Come Forum per la Sinistra europea siamo, pertanto, assolutamente
consapevoli di
essere di fronte alla necessità di ripensare le alleanze locali, subordinando
queste ultime a programmi precisi e reali dimostrazioni di rottura con i
poteri
forti; questo però non può significare automatici comportamenti in ogni
dove, a
volte con motivazioni poco coerenti.
Siamo in un momento politico delicatissimo: terminato il "rigurgito"
dell'esperienza del governo Prodi, si sta palesando tutta la politica della
Destra di governo che riporta all'esigenza fondamentale di resistere, anche
attraverso la continua ricerca di alleanze con i settori più avanzati della
società civile, a politiche autoritarie e violente, micidiali per la gran
parte
dei cittadini italiani.

Genova, 25 dicembre 2008

Forum per la Sinistra Europea - Socialismo XXI
Nodo di Genova
--------------------
Il bilancio presentato dalla Giunta Vincenzi e' tutt oteso a garantire il
piu' possibile i servizi sociali.
Il governo ha tagliato l'entrato dell'ICI sulla prima casa e nello stesso
temp o ha rimborsato solo la meta' del gettito, assicurando che coprira'
la quaota restante.
Ma non c'e' certezza e c'e 'il forte rischio di ulteriori tagli.
inoltre il Governo ha impedito con la legge finanziaria che gli enti
locali potessero decidere una tassa di scopo che potrebbe essere usata
come una patrimoniale per cercare di aumentare i fordi dell'intervento
pubblico.
Nonostante questo non solo si cerca i mantenere la stessa cifra per i
servizi alla persona dell'anno scorso ne l bilancio preventivo (75 milioni
di euro), ma un nostro emendamento a destinato un ulteriore milione di
euro alla spesa sociale.
Gli ordini del giorno da noi proposti e approvati chiedono di coinvolgere
la regione liguria nel tentativo di aumentare durante l'anno la spesa
sociale per arrivare almeno alla cifra usata questo anno nel bilancio
assestato (81 milioni di euro)
Il Consiglio Comunale su nostra sollecitazione ha deciso di garantire i
livelli occupazionali e i contratti nell'area delle cooperative sociali
(oggi in grande sofferenza).

E' per questo che abbiamo votato a favore.

--
antonio bruno

capogruppo Sinistra Europea - Prc
+393393442011
-------------------------------

"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)

-----------------------
antonio bruno FORUM VERSO LA SINISTRA EUROPEA 339 3442011
genova@forumsinistraeuropea.it
http://versose.altervista.org
---------------------------------
http://notavgenova.altervista.org
---------------------------------

Comitato Verità e Giustizia per Genova www.veritagiustizia.it, con
aggiornata rassegna stampa.
per aiutare le vittime della violenza delle forze dell'ordine a Genova
(luglio 2001).
ccp 34566992 ABI 07601 CAB 01400 intestato Comitato Verità e Giustizia per
Genova
per aderire alla mailing list: messaggio vuoto a
veritagiustiziagenova-subscribe@yahoogorups.com

Redazione1
1.01.2009 18:42
Lo schiaffo di Israele di Bobo Craxi

Vittorio Craxi: “Quello di Israele è uno schiaffo in faccia agli amici della sua stessa sicurezza”
“Il rifiuto del Governo israeliano alla proposta Ue di una tregua di 48 ore è uno schiaffo dato in faccia ad amici della pace e a interlocutori politici preziosi per la salvaguardia della sicurezza e dell’integrità di Israele”.
“Emerge, chiarissima ora, la vera ragione della mancata partecipazione del ministro Frattini al vertice di Parigi, essendo già a conoscenza del rifiuto israeliano ad accettare le proposte Ue”.
“La posizione italiana in questa vicenda appare infatti piena di ambiguità e di contraddizioni”.
Così Vittorio Craxi, ex sottosegretario di Stato agli Affari esteri ed autorevole esponente del Partito socialista.

Roma, 31 dicembre 2008

Redazione1
1.01.2009 18:48
Aumenta il costo della missione italiana in Afghanistan

Per la cultura e l'istruzione non ci sono soldi , per l'entrata in guerra degli i taliani in
Afghanistan invece ................. e qualcuno la chiama " missione "
Aumenta il costo della missione italiana in Afghanistan
Nonostante il testo del decreto-legge sulla 'Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali', approvato in Consiglio dei Ministri, reso pubblico solo il 30 dicembre, PeaceReporter ha scoperto che nel 2009 il costo della missione militare in Afghanistan subirà un incremento del 43 per cento rispetto all'anno passato. 147 milioni in più. L'anno passato, per la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, il governo aveva stanziato 337 milioni di euro (a cui si sono aggiunti altri 12 milioni di finanziamento-ponte lo scorso novembre), il che significa una spesa mensile di 28 milioni.

Quest'anno, solo per i primi sei mesi, la cifra stanziata è di 242 milioni di euro, che vuol dire 40 milioni di euro al mese. Su scala annuale farebbe 484 milioni: 147 in più rispetto al 2008.

Più uomini e mezzi. Le ragioni di questa impennata dei costi sono l'invio di quattro caccia-bombardieri Tornado del 6° stormo 'Diavoli Rossi' di Ghedi - che da sola costerà in un anno 52 milioni di euro - e di altri 500 soldati - il battaglione Feltre del 7° reggimento Alpini della brigata Julia, in partenza per la provincia 'calda' di Farah. Uomini e mezzi che, con la rimozione dei 'caveat' annunciata da Berlusconi, parteciperanno attivamente alla guerra contro i talebani.
luciano bini

fonte : http://it.peacereporter.net/articolo/13318/Caro+guerra

Redazione1
6.01.2009 10:33
La svolta del Pd "Niente alleanze con i No-Tav"

La svolta del Pd "Niente alleanze con i No-Tav"
I comitati e sinistra preparano liste contro l'Alta Velocità
Morgando convoca i sindaci della Val Susa "Alle comunali solo con chi
vuole l'opera"
MAURIZIO TROPEANO
TORINO
La linea ufficiale del Pd sulle alleanze elettorali in Val Susa sarà
decisa nel corso di un vertice che il segretario regionale Gianfranco
Morgando ha convocato per il 7 gennaio, a cui parteciperanno i sindaci
della Bassa Valle, i presidenti della Regione, Mercedes Bresso, della
provincia, Antonio Saitta, e il primo cittadino di Torino, Sergio
Chiamparino. Morgando ha una sua idea: «È evidente che non possiamo fare
alleanze con chi non vuole realizzare la Tav». Aggiunge: «Ci muoviamo nel
solco del percorso che punta alla realizzazione dell'opera valorizzando il
suo territorio. Da questo punto di vista il ruolo dell'Osservatorio è
centrale così come è molto importante il contributo offerto dai sindaci
attraverso la presentazione del loro progetto denominato Fare».

Morgando, dunque, da una parte dà pieno appoggio al lavoro di Virano ma,
nello stesso tempo, cerca di dare una mano anche ai sindaci che del Fare
hanno fatto il loro cavallo di battaglia e che proprio sulle mancate
risposte del governo alla loro proposta hanno congelato i lavori
dell'Osservatorio determinando le dimissioni del commissario
straordinario. Morgando si muove cercando di conciliare una linea
nazionale con le esigenze degli amministratori locali. In ogni caso, se i
paletti che ha piantato saranno confermati nel corso della riunione del 7
gennaio, si segnerà la rottura definitiva tra gli amministratori locali
del Pd con il movimento No Tav. I comitati stanno lavorando per presentare
liste civiche e candidati sindaci che «nel programma abbiano un chiaro
riferimento al No alla Tav e al No al fare», spiega Lele Rizzo, del centro
sociale Askatasuna.

Del resto queste erano le parole d'ordine della manifestazione del 6
dicembre che ha messo proprio la maggioranza dei primi cittadini del
centrosinistra nel mirino. Liste civiche ispirate dai comitati si
presenteranno sicuramente a Bussoleno, Bruzolo, Sant'Ambrogio e Vaie. E
proprio a Bussoleno i comitati cercheranno di fare il colpo e di mettere
nell'angolo il Pd. E in questo contesto il ruolo giocato da Rifondazione
Comunista sarà centrale. Al momento la lista nasce su posizione
a-partitiche ma la ricerca di un'intesa con la sezione guidata da
Nicoletta Dosio è quasi scontata. Soprattutto i comitati non perdonano ai
sindaci la scelta della linea del dialogo: «Ora i nostri primi cittadini
si renderanno finalmente conto di aver sbagliato ma è tardi», spiega
Alberto Perino. Prc sembra avere una linea diversa. Ieri le dichiarazioni
del consigliere regionale Alberto Deambrogio e dell'europarlamentare
Vittorio Agnoletto, lasciavano la porta aperta ai sindaci.

Secondo Deambrogio, infatti, dopo la rottura dell'Osservatorio occorre
tentare «con pazienza, capacità di apertura, democraticità e nonviolenza
di riannodare i fili unitari di una opposizione ampia, che deve
ridislocarsi fuori dalle logiche di esperienze come l'Osservatorio di
Virano». Aggiunge Agnoletto: «Mi auguro che i sindaci abbandonino
definitivamente l'Osservatorio e ricerchino un rapporto positivo con il
movimento della valle». In ogni caso se questa è la posizione di Prc
diventa difficile per i Democratici pensare di allearsi con il partito di
Paolo Ferrero. Ne è consapevole il presidente della Provincia, Antonio
Saitta, che commentando le dimissioni di Virano spiegava: «Chi si assume
la responsabilità di affossare il lavoro dell'Osservatorio non fa
l'interesse della comunità e dei cittadini perché ci riporta indietro ai
tempi di Venaus e riapre la strada a tentativi di soluzioni muscolari che
riteniamo inefficaci e pericolose.

Chi prosegue su questa strada non farà parte della mia coalizione nella
prossima scadenza elettorale». Sul fronte opposto il centrodestra punta a
sfruttare le divisioni tra il centrosinistra, il movimento No Tav e la
sinistra radicale. Agostino Ghiglia e Caterina Ferrero per la Pdl e
Stefano Allasia per la Lega Nord stanno lavorando alla presentazione di
liste civiche «chiaramente riferibili al centrodestra sicuramente con una
posizione favorevole alla Tav ma con la concertazione del territorio»,
spiega Ghiglia. E il segretario leghista aggiunge: «A livello
amministrativo locale è decisivo battersi per ottenere i maggiori benefici
quantitativi e qualitativi dalla realizzazione di quest'opera».
L'obiettivo del centrodestra è di consolidare il risultato elettorale
delle politiche del 2008 per cercare di dare la spallata al presidente
Saitta. Da qui la scelta di mettere in campo liste civiche riconducibili
immediatamente al centrodestra e al governo Berlusconi per sfruttare il
voto politico delle Europee che si svolgeranno in contemporanea il 6 e il
7 giugno.

--
fonte:
Forum per la Sinistra Europea Genova
http://versose.altervista.org/
Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocita'
http://notavgenova.altervista.org/
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200901articoli/9149girata
asp

Welfare Italia
6.01.2009 10:33

Redazione1
7.01.2009 20:41
Vittorio Craxi: “L’irrilevanza politica dell'Italia

Vittorio Craxi: “L’irrilevanza politica
dell’Italia lascia allibiti”
“La posizione internazionale dell’Italia nelle vicende che stanno scuotendo il Medio Oriente, purtroppo verrà ricordata per la sua irrilevanza. Ciò rappresenta un fatto che lascia allibiti tutti coloro che, per amore della verità e della Storia, sanno quanto il passato politico del nostro Paese annoveri uomini di Stato che hanno condotto, per la pace e la stabilità di quell’area, grandi ed importanti iniziative. Se, come tutti auspicano, si arriverà ad una possibile tregua e ad un cessate il fuoco, lo si dovrà alle iniziative coraggiose e coerenti di un presidente europeo, il francese Sarkozy, che si è dimostrato attento sia alle ragioni della sicurezza di Israele, sia alla giusta e doverosa richiesta di un popolo sofferente come quello palestinese. Aggiungo una nota di rammarico: l’immobilismo italiano avrebbe dovuto essere sottolineato da chi, attualmente al Governo, ha titoli e tradizione familiare per farlo rilevare”.
Così Vittorio Craxi, ex sottosegretario di Stato agli Affari esteri ed esponente del Partito socialista.

Roma, 7 gennaio 2009

Redazione1
17.01.2009 20:26
Gaza. I torti e le ragioni di Communitas 2002

Come in ogni conflitto, ciascuno ha dei torti e delle ragioni. Ma un conflitto non può essere risolto se non con una pace da tutti accettata (anche se a malincuore).

a.. Se una delle due parti vuole distruggere o nemmeno riconoscere la esistenza dell’altra , vuo dire che non vuole la pace: e allora non c’è niente da fare. Hamas è restata sola a non voler riconoscere Israele, come si sono rassegnati a fare, dopo cinque guerre, sia gli stati arabi sia la stessa autorità palestinese. E Gaza non può pretendere di essere una provincia secessionista del futuro e auspicato stato palestinese, che per giunta vuole seguitare la guerra da sola !
b.. Cosa avrebbe detto il mondo se noi avessimo tenuto i profughi giuliani e dalmati in campi a ridosso della frontiera, incoraggiandoli anche a sparare dall’altra parte? Il diritto di ritorsione è espressamente previsto dal diritto internazionale !
c.. Detto questo, è anche vero che il mondo non tollera le stragi (almeno quelle troppo sotto gli occhi) E perciò Israele deve essere costretta (e solo gli USA possono farlo) a trattare realisticamente, togliendo ogni blocco economico alla striscia, con l’unica eccezione delle armi. E siccome bisogna che qualcuno garantisca questa “eccezione “, Gaza (la provincia secessionista) deve tornare sotto la gestione della autorità palestinese e accettare il controllo dell’ONU. A quel punto gli aiuti economici dovrebbero essere immediati e generosi, ma rigidamente vincolati al controllo dell’ONU. Come del resto è avvenuto per l’Italia con gli aiuti dell’UNRRA, nel dopo guerra.
d.. Ci vorrà molto tempo perché israeliani e palestinesi imparino a convivere pacificamente. Ma gli stati europei hanno imparato a farlo, dopo essersi massacrati per secoli. Forse un giorno degli israeliani potranno vivere tranquillamente nel futuro stato palestinese, così me avviene in Israele per il 20% della sua popolazione palestinese.
Giorgio Cigliana

www.pd.communitas2002.org

www.communitas2002.it

Welfare Italia
17.01.2009 20:26

Redazione1
17.01.2009 20:30
Le vere amicizie durano anni...

Le vere amicizie durano anni...
...richiedi la tessera AMICI DI EMERGENCY e sostieni in modo
continuativo gli ospedali, i progetti e le attivita' di Emergency in
Afganistan, Cambogia, Iraq, Italia, Repubblica Centrafricana, Sierra
Leone e Sudan.

Alcune catene di negozi, cinema e teatri concedono agevolazioni ai
tesserati di Emergency, praticando sconti a coloro che esibiscono la
tessera "Amici di Emergency" completa del bollino dell'anno in corso.
La tessera ha validita' da gennaio a dicembre 2009.

Per saperne di piu':
http://www.emergency.it/menu.php?A=004&SA=021&P=160&ln=It

Redazione1
17.01.2009 20:53
Progetto Ab-uso, due spettacoli di Tim Crouch

Giovedì 22 gennaio 2009, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
Progetto Ab-uso, due spettacoli di Tim Crouch
In scena due testi del caustico autore-regista-attore britannico, coniugati,
da Accademia degli Artefatti, in un ab-uso attoriale e testuale di rara
'pericolosità'



Il palcoscenico del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli ospiterà, da giovedì 22 a
domenica 25 gennaio 2009, il Progetto Ab-uso, apprezzatissima operazione
drammaturgica ad opera di Accademia degli Artefatti di Roma, che continua la
propria ricerca/necessità di indagine sui meccanismi della comunicazione,
territorio dove si costruisce l'idea di realtà, e dove si contratta
quotidianamente il concetto di verità e finzione.

Il collettivo romano prosegue questo percorso, iconoclasta e anti
spettacolare, già condotto attraverso i testi di Crimp, Kane, Pirandello e
Handke, con due esercizi, due piccoli esperimenti, mutuati dalla scrittura
mordace e acuta di Tim Crouch: My Arm, in scena giovedì 22 e venerdì 23 alle
ore 21.00, e An Oak Tree, in scena sabato 24 alle ore 21.00 e domenica 25
alle ore 19.00 e alle ore 21.00.

Drammaturgie contemporanee, entrambe allestite e dirette da Fabrizio Arcuri
e tradotte da Luca Scarlini, che impongono un ripensamento dell'attore in
scena ed un'invenzione di rapporto con lo spettatore che sia quasi di
complicità. Due atti di 'potere' esercitati attraverso il linguaggio, due
abusi: abusi nei confronti di sé stessi, degli attori, e degli spettatori,
perchè quello che succede, nella realtà come sulla scena, è tutto vero ma
impreciso. E' tutto falso ma reale, come un'ipnosi.

My arm, interpretato da Matteo Angius ed Emiliano Duncan Barbieri, è il
monologo di un trentenne che ha sfidato se stesso, le proprie possibilità,
la propria noia e quella universale. Avendo alle spalle esperienze di lavoro
coi bambini, l'autore si è ispirato ad uno di quei capricci così frequenti
nell'adolescenza. Dopo aver dimostrato di riuscire a stare per quattro mesi
senza andar di corpo e per un periodo, più o meno simile, senza parlare, per
un'altra sfida immotivata il protagonista una mattina porta un braccio sopra
la testa e prova a verificare per quanto tempo riuscirà a tenercelo. L'uso
che fa di un pupazzetto inquadrato da una videocamera e di una serie di
oggetti che prende in prestito dagli spettatori, sono pezzi di un gioco
manipolatorio gelidamente astratto, di una rappresentazione che, forse,
"nulla" ha da raccontare. I video sono a cura di Lorenzo Letizia, gli
ambienti di Dario Labonia.

Più complesso, An Oak Tree, interpretato a rotazione da Matteo Angius,
Gabriele Benedetti e Pieraldo Girotto, incrocia i piani di realtà tra uno
spettacolo (lo stesso spettacolo che lo spettatore vede, ma che accadrà tra
un anno) e quello di un incidente, che fa incrociare le esistenze dei suoi
sfortunati protagonisti.

Una struttura drammaturgica sempre ambigua, aleatoria e spaesante, anche
perchè il secondo interprete è, ogni sera, diverso, nonché ignaro della
storia e delle battute che interpreterà.

Quest'ultimo, interpretato a rotazione da Valentina Capone, Fortunato
Cerlino e Michelangelo Dalisi, riceve il copione solo durante la
messinscena, senza istruzioni registiche o informazioni sui movimenti, che
gli vengono comunicati, live, dal primo attore, creando momenti di grande
pathos e lampi di humour nero, a seconda degli interpreti e delle loro
reazioni. I passaggi sonori sono a cura di Dj Rasnoiz, gli ambienti di Dario
Labonia.

In ambedue i lavori, al centro ci sono i meccanismi della comunicazione,
scomposti e resi visibili in ciò che accade sulla scena. Un processo che è
indagine sul potere (o ab-uso) del linguaggio, ma in grado d'innescare,
altresì, un meccanismo che riporta la storia raccontata in una dimensione
"emotiva", al di fuori della sua (im)possibile rappresentazione.



Progetto Ab-uso, a cura di Accademia degli Artefatti

Napoli, Nuovo Teatro Nuovo - dal 22 al 25 gennaio 2009

Info e prenotazioni al numero 0814976267 email
botteghino@nuovoteatronuovo.it

Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali) , ore 19.00 e ore 21.00
(domenica)

Redazione1
28.02.2009 21:31
Craxi. Siamo noi la terza sinistra

Craxi (Ps): “Noi siamo la ‘terza’ sinistra”
Intervenendo al VII Congresso dei Radicali italiani, in corso in questi giorni a Chianciano Terme, il dirigente nazionale del Partito socialista, Bobo Craxi, ha sostenuto che “noi della sinistra laica, liberale, radicale, socialista e ambientalista siamo la ‘terza sinistra’, diversa da quella comunista e da quella cattolico – post comunista dominante nel Pd. Far rivivere lo slancio vitale dell’esperienza della ‘rosa’ in un’alleanza per le europee deve e può essere un obiettivo comune. La ‘terza sinistra’ e la ‘quarta opposizione’: questo può dare una risposta alla crisi di laicità, di democrazia politica ed economica del nostro Paese”.
Bobo Craxi ha poi ricordato le importanti battaglie vinte nella comune recente esperienza nel governo di centro – sinistra, “innanzitutto quella ottenuta davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla pena di morte: una vittoria storica”.

Chianciano Terme (SI), 28 febbraio 2009

Solidarietà a Beppino Englaro
“Esprimiamo la nostra più convinta solidarietà a Beppino Englaro, protagonista e testimone di una drammatica battaglia umana e politica per l’affermazione di un principio di libertà individuale garantito dalla Costituzione ed oggi sottoposto ad un inverosimile ed ingiusto procedimento giudiziario”.
E’ quanto si legge in una dichiarazione congiunta firmata da Bobo Craxi, Claudio Martelli, Rino Formica, Paolo Pillitteri, Biagio Marzo, Carmelo Conte, Saverio Zavettieri, Ugo Intini, Raffaele Gentile, Carlo Fontana, Nicola Carnovale, Francesco Gennaro, Mauro Del Bue e Franco Simone.
“Sul terreno della difesa dei diritti individuali e della laicità dello Stato”, prosegue la nota, “vogliamo testimoniare e confermare il nostro impegno, che risponde alla radice culturale e storica alla quale oggi ci sentiamo legati, in questi giorni così bui per la libertà del nostro Paese, e testimoniamo, da socialisti, la nostra solidarietà”.

Welfare Italia
28.02.2009 21:31

Redazione1
11.03.2009 16:49
Rete 28 Aprile nella FILCEM

Rete 28 Aprile nella FILCEM
Nel 2009 andranno in scadenza importanti contratti della categoria: elettrico, energia e petrolio, gas-acqua, chimico-farmaceutico, biennio economico gomma-plastica. Questi appuntamenti assumono una rilevanza fondamentale soprattutto dopo l’accordo separato sui modelli contrattuali del 22 gennaio. Quale sarà il comportamento della FILCEM in queste scadenze? Sull’altare dell’unità sindacale, quali contenuti, che hanno portato la CGIL ha non firmare quegli accordi, rischiano di essere sacrificati?
La Rete 28 Aprile nella FILCEM ha deciso di preparare questa importante stagione di rinnovi contrattuali discutendone in una riunione nazionale, alla quale si invitano a partecipare tutte le delegate e i delegati, le lavoratrici e i lavoratori, le funzionarie e i funzionari, che si svolgerà

venerdì 27 marzo alle ore 10
presso la Camera del Lavoro di Milano

per dire:
NO alla triennalizzazione
NO ad aumenti che non garantiscano il contrasto alla crisi
NO all’estensione degli enti bilaterali
NO alla possibilità di derogare il contratto nazionale
NO alla rinuncia del voto vincolante delle lavoratrici e dei lavoratori su piattaforme e accordi


introduce Giuseppe Stoppini FILCEM Lodi

interverranno Dario Filippini segretario generale FILCEM Brescia
Leonardo Baratto coordinamento nazionale CF Gomma
Marcello Andreozzi segretario FILCEM Molise

Giorgio Cremaschi



Welfare Italia
11.03.2009 16:49

Redazione1
11.03.2009 16:55
"Twitterface" un neologismo naturale di L.Boschi

"Twitterface" un neologismo naturale, notturno, dall'incrocio di due
socialnetwork. Sto trafficando su questi nuovi aggregatori di comunità in
rete... E anche stanotte in homepage fisso sul blog!!!!... a pubblicare, e
in rete per capire... Non dormire!! Occhi pesti... Stacco verso le 11 di
sera: un riso rosso cotto con le mele, condito con olio di oliva
extravergine toscano e limone. Una insalata e un po' di fagioli con una
macinata di pepe nero. Pane azzimo. E poi riprendo e mi ritrovo che son già
le due del mattino.

Sono alcuni giorni che sto manovrando con Facebook e Twitter. Il primo lo
conoscevo da tempo per le cronache e alcuni amici che lo utilizzavano, ma
non lo praticavo. Un conto però è parlarne da fuori, altro operare
dall'interno. Si capiscono le logiche e se qualcuno ha masticato un po' di
comunicazione resta entusiasta per la potenzialità ancora inespressa, in
particolare unendo le diverse componenti in cui si opera e che si stanno tra
loro connettendo.

Twitter è abbastanza nuovo in Italia. In America spopola sta avendo un
successo strepitoso.. Molti sono i politici a partire dal Presidente Obama
che lo utilizzano per comunicare con i loro elettori. Twitter: il
cinguettio.
Si basa sul concetto di raggiungere in istantanea, con un messaggio breve di
140 caratteri max, chi è iscritto alla propria lista (alcune sono centinaia
di migliaia) che a sua volta si incrocia con altri. E sul medesimo messaggio
è possibile rispondere. E' semplicissimo e estremamente efficace.

E' uno strumento in rete potentissimo per la comunicazione istantanea di
brevi messaggi e link. Qui in Italia è ancora molto sconosciuto, ma presto
esploderà.
Lo usano già il Time, Guardian, NYT ecc. Attraverso questi brevi annunci con
i link si va direttamente ad approfondire la notizia sul giornale online.
Non costa niente e per imparare ad usarlo basta qualche ora. Diciamo che è
un organizzato indice incrociato multicontenuto, portatile (può essere messo
anche sul cellulare) per le comunicazioni tra persone o gruppi. Uno
strumento che è poi declinabile in moltissimi altri scopi.

E' evidente come le comunità si stanno ricostruendo su altre logiche e altri
linguaggi, e altre modalità di aggregazione...
Pensate che è l'e-mail, i blog, i giornali online, Facebook, Twitter,
Youtube, Google... Tutto in circa 10/15 anni. E noi a farci colonizzare per
i prossimi 50 anni senza partecipare allo sviluppo, ma reclusi a
consumatori. Un mondo che è stato tenuto frenato dai Jurassici prepotenti e
ignoranti, che hanno mantenuto nell'ignoranza e nel servilismo almeno una o
due generazione e impedito lo sviluppo culturale... ma gli sta esplodendo
anche contro voglia: 10 anni e questa società imbalsamata sarà totalmente
disgregata e superata. La crisi è lo spartiacque!!

Immaginiamo cosa tutto questo svilupperà abbinato ai microchip collegati al
sistema nervoso, agli ambienti intelligenti, alla rivoluzione dei materiali,
alla miniaturizzazione degli oggetti, degli strumenti... è un altro mondo!!!
Pensiamo al cambiamento degli stili di vita, dell'abitare,
dell'alimentarsi... del fare Comunità senza confini geografici.
I denigratori parlano di contenuti scadenti, ma è il neorealismo digitale...
Pensiamo forse che nelle osterie si praticasse la lingua di Beccaria? Del
Manzoni? Lessico Zingarelli? Nelle interviste agli Italiani degli anni '60
Pasolini aveva rivelato da chi era abitata l'Italia! E oggi è la società
nella sua declinazione culturale che si intreccia e si sta costruendo con i
suoi nuovi linguaggi e tecniche... i suoi costumi.
L'uomo è sempre stato un adattogeno allo stato della tecnica dominante. E se
è vero che la tecnica libera l'uomo dalle fatiche è altresì vero che l'uomo
deve ricercarsi la vita nella poetica (che è scoprirsi e dare il meglio di
sé), nella volontà di conoscenza. *Severino*: "Il grande stile della tecnica
guidato dalle scienze e dalla filosofia, decreta il tramonto della
tradizione".

Navigando in queste comunità si capisce cosa sono invece i nostri partiti e
i politici!!! E la classe dirigente non è da meno!! Il loro degrado! Una
zavorra!!!... inutile. Ho inviato ad alcuni di "peso" nazionale l'articolo
sui "Saldi musicali <http://www.luigiboschi.it/?q=node/20998>" (da inchiesta
Parlamentare, della Corte dei Conti, della Procura): che tempestività di
risposta!!!... hanno una capacità di stare in rete come un elefante sui
ghiacciai.
Parlano di partiti in rete, nel web? Questi non sanno neanche che vuol dire
e se lo sanno, come alcuni, si celano... per interessi.

Ecco diciamo che i partiti sono morti e questi sono gli esempi del nuovo: i
socialnetwork sono i dopo partiti! Ma dirò di più è lo Stato nel suo farsi
che diviene una "digital machine" (Digitalcity 1999).
Pensare alla vecchia politica delle fumanti segreterie... degli intrighi,
degli accordi sottobanco, sembra di parlare della preistoria. Se poi si cade
sulla visione dei politici: beh dire che sono stati ciechi e che parlano
senza senso è essere generosi!! Progressisti, riformisti... si fan chiamare,
roba da far inorridire "Devoto Oli"... O Piduisti, da colpo di Stato... Roba
da Terzo mondo!
Siamo messi così!
Ecco questo è il vecchio: un gelato nella minestra calda! Con i loro
discorsi... li chiamerei sproloqui con cui travestono l'affarismo a tutto
campo e deprimono i talenti. Un dato su tutti, i costi della TAV in Italia:
secondo le Ferrovie, in *Francia* il costo medio al chilometro è stato di *10
milioni* di euro. In *Spagna* di *9*. In *Italia* di *32*. Che dire? Si
sottraggono risorse e si impedisce il nuovo che però da altri lidi
inesorabilmente avanza.
Abbiamo a che fare con decerebrati dal pensiero unico: arricchirsi!!! *(Parma
10/03/2009)*
*Luigi Boschi**
*
visita il blog: www.luigiboschi.it

Redazione1
2.04.2009 17:51
C'è da rimanere straniti ... di Luigi Fasce

C'è da rimanere straniti ...
prima Tremonti Colbertista e il PD ancora liberista, a Genova
Gagliardi socialdemocratico per il welfare municipale tutto
ovviamente pubblico in tema di energia, trasporti, rifiuti e
...ACQUA, ACQUA ACQUA e il PD con la sua (tutta sua)
sindaco, liberista anch'essa.
Cosa si aspetta come partiti politici della sinistra - che hanno
fatto eleggere detta sindaco a chiedere tutti assieme un incontro
per farle fare inversione di marcia dall'attuale azione
amministrativa liberista (finte liberalizzazioni, reali
privatizzazioni, nessuna partecipazione dei lavoratori e dei
cittadini alla gestione del servizi pubblci e dei beni di pubblica
utilità) all'azione di politiche di welfare municipale totalmente in
mano pubblica e .. dei lavoratori dei servizi e aziende e di
cittadini.
Se il PD non fosse d'accordo lasciare al solo PD l'appoggio in
consiglio comunale dell'attuale sindaco. Intanto l'attuale giunta è
tutta PD.
Se poi dovesse cadere la giunta (non è da escludere) per poi
perdere le elezioni non c'è da preoccuparsi troppo, Gagliardi
garantirà lui una gestione socialdemocratica di beni e servizi
pubblici.
Luigi Fasce - PS/Sinistra e Libertà

Welfare Italia
2.04.2009 17:51

Redazione1
2.04.2009 17:53
Roma, si riflette sui dogmatismi e laicità

Per riflettere su dogmatismi, diritti umani, laicità, la Consulta Romana per la laicità delle Istituzioni
propone per venerdì 17 aprile 2009, il film: WATER, di Deepa Mehta, per il ciclo di Cineforum intitolato "Cinema laico a Roma".
Al dibattito parteciperà la giornalista Rai Marcella Sansoni.
In allegato la locandina.
Il Cineforum si svolgerà presso la Biblioteca Comunale Elsa Morante di Ostia Lido con inizio alle ore 17.00.
Diffondete e . venite al cinema !
INGRESSO LIBERO

Cari saluti
Consulta Romana per la laicità delle Istituzioni

Redazione1
2.04.2009 22:34
Crociera con delitto nel weekend di Pasqua

Da sabato 11 a martedì 14 aprile 2009, Il Pozzo e il Pendolo presenta
Crociera con delitto nel weekend di Pasqua
Visto l'enorme quantità di richieste, fino ad esaurimento disponibilità,
sarà possibile effettuare prenotazioni per partecipare all'originale
avvenimento
Per cercare di soddisfare le numerose richieste di prenotazione, pervenute
ben oltre la prima scadenza d'iscrizione, Il Pozzo e il Pendolo di Napoli e
la flotta Grimaldi hanno deciso di offrire ulteriori possibilità
d'iscrizione per partecipare alla seconda Crociera con delitto, il singolare
evento firmato Il Pozzo e il Pendolo di Napoli, in programma da sabato 11 a
martedì 14 aprile 2009.
"Siamo riusciti ad ottenere dalla Grimaldi - spiegano gli ideatori Annamaria
Russo e Ciro Sabatino - nuove possibilità d'imbarco fino ad esaurimento
delle disponibilità, viste le continue richieste delle tante persone che non
sono riuscite a prenotarsi. Con questa ulteriore possibilità speriamo di
accontentare, a seconda dalle sistemazioni disponibili, il maggior numero
possibile di richieste pervenuteci negli ultimi giorni".
Il secondo appuntamento con la Crociera con Delitto si terrà nel weekend di
Pasqua, a bordo della splendida Cruise Roma della flotta Grimaldi, un 'ponte
di lusso' tra l'Italia e la Spagna. Un collegamento via mare, con partenza
da Civitavecchia, che regalerà momenti unici di relax, gioco e divertimento,
grazie anche al numero e all'alta qualità dei servizi offerti a bordo.
Un'area piscina con solarium, un grande casinò, un centro benessere con
palestra e massaggi, una discoteca, bar e ristoranti garantiranno il piacere
di una crociera indimenticabile,
Un weekend "lungo" tutto all'insegna del Giallo, un'indagine da vivere in
diretta, cullati dalle onde e accarezzati da un soffio leggero che si chiama
paura. Un rompicapo infinito, inestricabile che 'toglierà' il sonno per
quattro giorni e tre notti, senza tregua. Una sfida all'intelligenza per un
mistero che parte da Napoli e si perde tra le ramblas del magico capoluogo
della Cataloña.
La nuova storia che accompagnerà gli aspiranti investigatori è intitolata La
maledizione della J27. "Il primo fu Johnson, mentre suonava l'armonica. Poi
toccò a Brian, galleggiare in piscina. A faccia in giù. Per Janis e Jimmy
tutto sembrava già scritto. Fu solo quando trovarono il Re Lucertola nella
sua vasca da bagno che qualcuno cominciò a pensare al Demonio! Fu allora che
si convinsero. Fu allora che cominciarono a chiamarla la Maledizione della
J27. Ma ora non ci pensare, guarda stiamo sfiorando le Bocche di Bonifacio".
Questo è solo l'incipit della storia, una labile traccia. Ma la storia da
inseguire è complessa, difficile, antica. Per mettere insieme i primi
tasselli arriveranno una serie di email con i primi indizi, da non perdere.
Poi il gioco comincerà a correre veloce. E non si fermerà più, neanche di
notte, neanche a Barcellona. Conviene organizzarsi in squadra.
I costi della singolare crociera variano, secondo la sistemazione a bordo,
da un minimo di euro 250 ad un massimo di euro 400 a persona.
In allegato il programma della crociera che comprende happy hour e
presentazione evento subito dopo l'imbarco, quattro giorni e tre notti in
nave con sistemazione in cabina doppia, tripla o quadrupla, cene e colazioni
durante la navigazione, un giorno a Barcellona e quattro giorni di
gioco/spettacolo ininterrotti.
Le prenotazioni potranno essere effettuate telefonicamente, chiamando il
numero 0815422088.

Crociera con delitto nel weekend di Pasqua
Il Pozzo e il Pendolo, P.zza San Domenico Maggiore, 3 - Napoli
Info e prenotazioni al numero 0815422088

email mailto:info@ilpozzoeilpendoloteatro.it
internet www.ilpozzoeilpendolo.it

Redazione1
4.04.2009 13:00
Scaiola "Terzo Valico arrivano i libici"

Scaiola "Terzo Valico arrivano i libici"
Nell'accordo economico che il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scaiola e' andato a discutere a Tripoli con il governo libico potrebbe entrare anche Genova.
Il neo segretario degli affari esteri Moussa Kusache ha infatti sottolineato l'opportunita' perla Libia di investire nel nostro paese nella rotta che da Tripoli porta a Genova e da Genova a Rotterdam, per permettere alle merci provenienti dalla Libia di arrivare piu' facilmente in Centro e Nord Europa.
Tra i temi il ministro e' andato a discutere in Libia c'e' anche il capitolo Fondi Sovrani Libici in Italia
"I libici hanno gia' una presenza significativa nel nostro paese - ha detto Scaiola - ma potrebbero intervenire anche a sostegno di grandi opere comme il Terzo Valico."

Redazione1
5.04.2009 20:02
GRONDA "IL PROGETTO STRESSA" di Luigi Fasce

Visto che i COMITATI DEI
CITTADINI PER LA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
hanno di fronte (al momento più controparte che co-partecipante alla
deliberazione condivisa per la definizione della scelta comunale
per la cosiddetta gronda) il prof. Luigi Bobbio in rappresentanza
DELLA DEMOCRAZIA ELETTIVA
della nostra amministrazione comunale genovese,
democraticamente eletta, ma sulla base di un vizio originario per il
correntto confronto, ovvero da parte dei rappresentanti del Comune è
implicito e dichiarato che si tratta di scelta senza opzione zero
mentre da parte dei comitati si parte giustamente dalla opzione zero,
non si dovrà più continuare con il confronto se non si cambia
cantratto da parte dell'Amministrazione Comunale.
Pertanto a mio parere occorre che alla prossima assemblea convocata
da Bobbio si risponda con un odg. così inteso
La giunta comunale accetta di partire per il confronto sulla base
della opzione zero.
e non viene accettata l'opzione zero da parte
dell'amministrazione non si procede con il scioccamente cosiddetto
"débat pubblic" con la presenza del Prof. Bobbio delegato dalla
sindaco Vincenzi. Punto.
Il dibattito si continua senza i rappresentanti della signora Sindaco
e sarà in chiara contrapposizione con le deliberazioni della Giunta e
annessi e connessi affaristi, non ultima quella della Società
Autostrade che come sappiamo fa affari per dare dividendi a privati
con infrastrutture di pubblica utilità costruite con soldi pubblici.
Non riusciremo a fermare la costruzione della Gronda ma non saremo
copartecipi della scelta, perché restando a dibattere sulla base di
questo contratto comunque si a un percorso di gronda, è questo che si
porteranno a caso Bobbio e Signora.
Propongo invece che se ne esca con un proclama cittadino che pretendo
il ritorno "in casa" municipale di gestione dell' acqua e di tutti i
servizi pubblici annessi e connessi, nonché la richiesta di ri-
pubblicizzazione di Ferrovie e Autostrade e di perseguire tale
obiettivo da qua alle elzioni, prima europee, poi regionali infine
... comunali, poi infine, nazionali e mandare a casa Berlusconi e i
suoi accoliti neoliberisti-teocon tanto di destra che di
centrosinistra.
Buona politica democratico-partecipata a tutti.
Luigi Fasce

Welfare Italia
26.04.2009 01:12

Redazione1
26.04.2009 21:54
Aborto. Relazione al Parlamento

Aborto. Relazione al Parlamento del ministero della Giustizia... e quella del ministero della Salute? Interrogazione. I medici che denunciano le immigrate irregolari favoriranno l'aborto clandestino

Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita'

Ancora una volta dobbiamo registrare come la relazione annuale al Parlamento sullo stato di applicazione della legge 194 in materia di aborto, non venga consegnata nei tempi previsti dalla legge.
L'articolo 16 della legge prevede che entro il mese di febbraio i ministeri della Salute e quello della Giustizia, per quanto di loro competenza, facciano il punto sullo stato di attuazione. In barba alle scadenze previste dalla legge il ministero della Salute ha adottato la prassi di consegnare la relazione in autunno; solo l'anno scorso come eccezione alla regola, il ministro Livia Turco la consegno' in primavera.
Mentre, insieme al senatore Marco Perduca, sollecito con una interrogazione il ministero del Lavoro, Politiche Sociali e Salute al rispetto della legge, registriamo che il ministero della Giustizia ha gia' consegnato la sua relazione da cui emergono dati interessanti.
Nella relazione presentata al Senato risulta che nel 2008 i procedimenti penali iscritti nelle Procure siano 173 (erano 84 nel 1995) e 302 le persone iscritte (erano 145 nel 1995). I procedimenti per aborto clandestino sono 57 e 103 le persone iscritte. Sempre nell'anno 2008 la percentuale degli stranieri sul totale delle persone iscritte presso le Procure e' stata del 34,5%, gli iscritti per reato di aborto clandestino sono il 45,3%.
La relazione evidenzia che si tratta di un dato percentuale molto alto se paragonato ad una presenza di popolazione straniera del 6,5% al primo gennaio 2009 rispetto al totale dei residenti in Italia.
Se questa e' la situazione, mi auguro che questo documento serva alla Camera dei Deputati perche' venga eliminata la norma del ddl sicurezza 733 in cui si prevede che i medici denuncino gli immigrati irregolari: gli aborti illegali sono molto praticati dalle immigrate clandestine, ma per ora in quantita' ancora sotto controllo che pero' potrebbe esplodere a fronte della denuncia di clandestinita'... con buona pace della salute delle donne e dell'equilibrio sanitario in generale.

Qui il testo dell'interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=600

Welfare Italia
26.04.2009 21:56

Redazione1
26.04.2009 21:56
Un'idea di paese di Communitas

Palazzo Ex-Bologna, Senato della Repubblica
Via Santa Chiara 5 - Roma - Pantheon
Ciclo di Convegni sul tema del Riformismo organizzati da PD Communitas 2002
UN’IDEA DI PAESE
14 maggio 2009
ore 17
QUALE LAVORO NELLA GRANDE CRISI
Flessibilità e Garanzie per Sconfiggere la Precarietà
Introduce e coordina:
Gianluca Bontempi, Pd Communitas 2002
Intervengono:
Pietro Ichino Partito Democratico
Pier Luigi Bersani Partito Democratico
Giorgio Santini Segretario Confederale CISL
Prenotate il Convegno: gianluca.bontempi@inwind.it
www.pd.communitas2002.org

Redazione1
26.04.2009 21:58
Staminali cordone ombelicale.

Staminali cordone ombelicale. Governo contro la liberta' di cura e ulteriore spreco di soldi? Interrogazione

Intervento della senatrice Donatella Poretti parlamentare Radicali - Partito Democratico, segretaria della Commissione Sanita'

E' urgente che il Governo fornisca alla Commissione Igiene e Sanita' del Senato lo stato dell'arte sulla raccolta delle staminali del cordone ombelicale prima di procedere, ancora una volta, con provvedimenti che rispondono solo a logiche e pressioni delle corporazioni e non alle esigenze dei cittadini.
Il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha annunciato di aver stanziato 18 milioni per aumentare le donazioni e potenziare la rete di banche pubbliche e centri di raccolta. Ma sull'intera faccenda si continua ad alimentare disinformazione e mistero: opuscoli informativi fuorvianti distribuiti dal Ministero, incertezza dei costi delle prestazioni di raccolta per l'esportazione all'estero (che sempre piu' italiane chiedono); oltre ad una rete che funziona a singhiozzo dove, per esempio, nei week-end le donazioni sono impossibili perche' i centri di raccolta sono chiusi.
Per fare chiarezza su una situazione grottesca e lesiva di diritti fondamentali dei cittadini, insieme al senatore Marco Perduca, abbiamo rivolto un'interrogazione al Ministro del Lavoro, Salute e Welfare, perche' faccia il punto:
- della situazione sul numero dei campioni attualmente conservati nelle 16 biobanche pubbliche;
- quante richieste al Ministero, e quante accolte, da parte di coppie portatrici di malattie genetiche per la conservazione autologa;
- quante le richieste di autorizzazione all'esportazione nelle biobanche private all'estero;
- come verranno spesi i 18 milioni di cui parla il sottosegretario Eugenia Roccella;
- come si intende aumentare i centri di raccolta, gli orari in cui e' possibile effettuare le donazioni e le tipologie di campioni conservabili;
- e in particolare se non sia il caso di diminuire il numero di banche pubbliche, costose e inutili, e attivare il servizio presso le numerose strutture private titolate a svolgerlo.
Cosi' come si sta muovendo fino ad oggi in materia, il Governo appare solo schierato in una guerra ideologica, carica di arroganza clericale e schizofrenica contro il diritto alla liberta' di cura e alla salute futura dei nuovi italiani.

Qui il testo dell'Interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=598

Redazione1
26.04.2009 22:01
LIBRI: ESCE 'JUNGER E SCHMITT.DIALOGO SULLA MODERNITA'' DI LUIGI IANNONE

LIBRI: ESCE 'JUNGER E SCHMITT.DIALOGO SULLA MODERNITA'' DI LUIGI IANNONE
INDAGINE SU DUE TRA I MAGGIORI E PIU' CONTESTATI PENSATORI DEL 900'

Roma, (Adnkronos) - Ernst Junger e Carl Schmitt, pur avendo fatto parte di quella grande corrente di pensiero anti-moderno che fu la Rivoluzione Conservatrice, hanno avuto come tratto comune l'aver anticipato le trasformazioni e le pulsioni del nuovo secolo. Questi due grandi pensatori tedeschi si sono lasciati alle spalle, almeno da un punto di vista dell'elaborazione teorica, l'esperienza traumatica dei conflitti mondiali e dei totalitarismi e, sin dal primo dopoguerra, sono andati oltre, intercettando le degenerazioni e le fughe in avanti della modernita'. Lo hanno fatto con stili diversi, pur percorrendo per larghi tratti sentieri paralleli. Un libro di Luigi Iannone, 'Junger e Schmitt. Dialogo sulla modernita'' (introduzione di Marcello Staglieno, Armando Editore), e' un tentativo di riproporre in maniera non apologetica due tra i maggiori e piu' contestati pensatori del Novecento, e nello stesso tempo di vantare i loro meriti pionieristici: Schmitt
e' un pensatore che critica aspramente la modernita' e lo fa sin dai suoi scritti giovanili; Junger ha invece letto nella paura uno dei segnali di questo nostro tempo.
In queste pagine Iannone, studioso del pensiero conservatore e gia' autore di altri apprezzati contributi tra i quali 'Giuseppe Prezzolini, intellettuale politicamente scorretto' e 'Storia, Europa e Modernita'. Intervista ad Ernst Nolte', fa notare come il senso di angoscia e l'accrescersi dell'ansia ma anche un sentimento di sradicamento, di cui ha parlato Simone Weil, tolgano all'uomo contemporaneo ogni certezza. I due giganti del pensiero hanno letto la modernita' da postazioni diverse: Schmitt si e' servito del linguaggio giuridico, Junger utilizzando una nuova semantica. Entrambi consapevoli che ormai siamo costretti ad inseguire la Tecnica e che non la governiamo. L'uomo dunque che abdica di fronte al progresso. Questi due intellettuali sono riusciti a leggere in controluce le prospettive del mondo moderno, senza l'imposizione di un metodo rigoroso, almeno per quanto riguarda Junger, ma grazie a un ventaglio di variazioni
ideologiche.

in allegato prima e quarta di copertina

Armando S.r.l.
Sede editoriale e commerciale
Viale Trastevere 236
00153 Roma
Tel. 06 5894525
Fax 06 5818564SCHMITT.DIALOGO SULLA MODERNITA'' DI LUIGI IANNONE
INDAGINE SU DUE TRA I MAGGIORI E PIU' CONTESTATI PENSATORI DEL 900'

Roma, (Adnkronos) - Ernst Junger e Carl Schmitt, pur avendo fatto parte di quella grande corrente di pensiero anti-moderno che fu la Rivoluzione Conservatrice, hanno avuto come tratto comune l'aver anticipato le trasformazioni e le pulsioni del nuovo secolo. Questi due grandi pensatori tedeschi si sono lasciati alle spalle, almeno da un punto di vista dell'elaborazione teorica, l'esperienza traumatica dei conflitti mondiali e dei totalitarismi e, sin dal primo dopoguerra, sono andati oltre, intercettando le degenerazioni e le fughe in avanti della modernita'. Lo hanno fatto con stili diversi, pur percorrendo per larghi tratti sentieri paralleli. Un libro di Luigi Iannone, 'Junger e Schmitt. Dialogo sulla modernita'' (introduzione di Marcello Staglieno, Armando Editore), e' un tentativo di riproporre in maniera non apologetica due tra i maggiori e piu' contestati pensatori del Novecento, e nello stesso tempo di vantare i loro meriti pionieristici: Schmitt
e' un pensatore che critica aspramente la modernita' e lo fa sin dai suoi scritti giovanili; Junger ha invece letto nella paura uno dei segnali di questo nostro tempo.
In queste pagine Iannone, studioso del pensiero conservatore e gia' autore di altri apprezzati contributi tra i quali 'Giuseppe Prezzolini, intellettuale politicamente scorretto' e 'Storia, Europa e Modernita'. Intervista ad Ernst Nolte', fa notare come il senso di angoscia e l'accrescersi dell'ansia ma anche un sentimento di sradicamento, di cui ha parlato Simone Weil, tolgano all'uomo contemporaneo ogni certezza. I due giganti del pensiero hanno letto la modernita' da postazioni diverse: Schmitt si e' servito del linguaggio giuridico, Junger utilizzando una nuova semantica. Entrambi consapevoli che ormai siamo costretti ad inseguire la Tecnica e che non la governiamo. L'uomo dunque che abdica di fronte al progresso. Questi due intellettuali sono riusciti a leggere in controluce le prospettive del mondo moderno, senza l'imposizione di un metodo rigoroso, almeno per quanto riguarda Junger, ma grazie a un ventaglio di variazioni
ideologiche.


Armando S.r.l.
Sede editoriale e commerciale
Viale Trastevere 236
00153 Roma
Tel. 06 5894525
Fax 06 5818564

Welfare Italia
27.04.2009 13:08

Welfare Italia
3.05.2009 16:19

Welfare Italia
8.05.2009 18:18

Welfare Italia
13.05.2009 20:31

Welfare Italia
13.05.2009 20:35

Redazione1
16.05.2009 16:32
DI LELLO, PS/SEL: RAI: PER IL PDL IL PUBBLICO E' PRIVATO

DI LELLO, PS/SEL: RAI: PER IL PDL IL PUBBLICO E' PRIVATO
"Ancora una volta le questioni delle nomine e degli assetti interni alla Rai vengono discusse dalla maggioranza nel salotto di casa Berlusconi. In attesa di smentite e di comunicati ufficiali in cui si racconterà di aver esaminato altri problemi credo si possa dire, senza paura di sbagliare, che il Pdl ha dimostrato per l'ennesima volta di considerare come privato un bene pubblico. Salvo poi inalberarsi e considerarlo pubblico solo in occasione delle trasmissioni di Santoro". Lo ha affermato, a nome di Sinistra e Libertà, il coordinatore della segreteria del Partito Socialista Marco Di Lello.

Ufficio Stampa

Noisocialisti

Welfare Italia
16.05.2009 16:32

Redazione1
16.05.2009 16:35
IL NUOVO GALLIERA A GENOVA di A.Agostini

IL NUOVO GALLIERA A GENOVA: MATTONE, FINANZA E TAPPULLI
Niente di nuovo sul fronte urbanistico a Genova: continua la pratica ormai collaudata dell' "urbanistica del tappullo" , quella che fa pagare al territorio e agli edifici storici il costo della speculazione.
Così anche per il Nuovo Galliera la ricetta è sempre la stessa: prendere un progetto di fortissimo impatto sulla città, un progetto che non si può o non si vuole fermare, cercare di ridurne gli impatti più vistosi con interventi mirati, infine vendere il tutto come una grande affermazione del controllo pubblico sulle voglie speculative dei privati, non importa se cooperative o cardinali.. e magari uscirne con tanti ringraziamenti di cittadini contenti.
Il tutto, ovviamente, deve basarsi su affermazioni giuridicamente e tecnicamente ineccepibili che "guidino" la soluzione verso l'esito voluto.
Se per Boccadasse i vincoli erano grandi e reali, già con il Lido l'operazione di maquillage mostra la corda.
ma con il Galliera proprio non sta in piedi, come dimostrano anche cittadini e associazioni tutt'altro che festanti.
In sostanza, il vincolo della pianificazione regionale è da riferirsi alle politiche sanitarie, non certo a quelle urbanistiche; approntare quindi una singola variante urbanistica o meglio una serie di varianti urbanistiche diventa un non-senso proprio dal punto di vista urbanistico.
La Regione Liguria ha in animo di rivoluzionare la politica ospedaliera del capoluogo e intende intervenire su tutti gli ospedali: al Galliera col Nuovo Galliera, a San Martino col nuovo monoblocco, gli ospedali di Voltri, Sestri e PonteX dovrebbero essere soppressi e sostituiti da un nuovo ospedale del Ponente ancora da costruire, con ulteriore dismissione dell'ospedale di Sampierdarena.
Il tutto, ovviamente, con un ampio ricorso alle finanze pubbliche e il sostanziale aiuto di privati volenterosi, disposti a comperare le aree e (previa approvazione da parte delle Istituzioni della necessaria variante di destinazione d'uso..) a farci casette a schiera, o case di lusso.
Ora questa operazione del Nuovo Galliera, seppure validata dal conforto del Consiglio Regionale, per la parte urbanistica è tutta di competenza Comunale; e non si capisce come si possa pensare di intervenire nel corpo vivo di una città senza che ogni singolo intervento sia inserito in un contesto ( il nuovo Piano Urbanistico Comunale ) le cui linee di indirizzo sono state approvate dal Consiglio Comunale, ma che è ancora ben lungi dall'essere scritto, discusso ed approvato.
Per analogia, e per comprendere, ogni studente di architettura che proponesse uno o più interventi ad un esame verrebbe rispedito a casa con la raccomandazione di seguire il corso e attenersi ai testi dell'urbanistica moderna e scientificamente validata.
Gli ospedali sono eccezionali ricettori/produttori di traffico e di rumori, sono fonti di primissimo livello per l'inquinamento ambientale di ogni luogo della terra dove li si voglia costruire: figurarsi se si pensa di intervenire nei prossimi anni su tutti gli ospedali genovesi senza uno straccio di piano che ne analizzi le interazioni e gli impatti con la città, e détti soluzioni urbanisticamente accettabili.
Nel nostro caso, l'Ospedale Galliera è senza dubbio un carico da novanta nei fragili equilibri di Carignano e di tutto il centro cittadino. Quindi vanno studiate tutte le ipotesi alternative e le possibili soluzioni per attenuarne gli impatti e migliorare al contempo la situazione del quartiere.
Ritenendo necessaria una moratoria alla variante proposta, proprio in attesa dell'approvazione del nuovo PUC (ma in ottemperanza alle linee di indirizzo approvate in Consiglio Comunale ) ci limitiamo qui a produrre qualche idea per la soluzione di alcuni dei problemi esistenti, in piena coerenza con gli indirizzi succitati.
In primo luogo riteniamo che i volumi a progetto debbano essere tutti destinati ad una fruizione ospedaliera (con esclusione quindi della prevista destinazione a civile abitazione): questa norma permetterebbe di attenuarne sensibilmente gli impatti, senza aumentare (e di molto) la pressione antropica sul territorio.
Nello stesso tempo, l'accorgimento di far contare il vecchio ospedale come servizi, per costruire il Nuovo Galliera ex-novo, e' un modo un po' furbesco per giocare sui numeri e sugli standard urbanistici: il saldo finale sarebbe comunque molto negativo in termini di impermeabilizzazione superficiale e cementificazione volumetrica.
E', questo, un modo di fare urbanistica a dir poco "pigro", riproponendo vecchie ricette che ormai sono totalmente superate dalle attuali cognizioni culturali e professionali in campo architettonico ed ingegneristico.
Noi infatti riteniamo che la struttura attuale e storica dell'ospedale vada tutelata, salvaguardata e valorizzata, mantenendola all'uso originario, pur con la necessaria, anzi indispensabile rifunzionalizzazione.
Si tratta allora di procedere alla demolizione dell'edilizia frantumata di contorno, compatibilmente con le preesistenze storiche.
Questi spazi liberati dovrebbero essere destinati a un parco (non a qualche aiuoletta), una grande area verde che, in applicazione della legge sugli standard urbanistici, sia utile al nuovo ospedale e sia di libera fruizione per il quartiere, che consenta di attutire gli impatti e di accrescere sensibilmente gli indicatori di sostenibilità dell'intero ambito.
L'accorpamento di volumi e la loro destinazione devono essere pertinenti e circoscritti alle esigenze ospedaliere da ottimizzare, e vanno pianificati anche in base all'utilizzo di strumenti tecnologici in campo architettonico e biomedicale: sono scelte che saranno facilitate anche dalla prevista riduzione dei posti letto a favore di altri interventi (tecnologici e non), dunque in assoluta e reale compatibilità volumetrica e spaziale con l'area ospedaliera esistente.
Infine, la ricomposizione architettonica e il riassetto dell'area andrebbero operati con coerenza urbanistica e tipologica, in modo da fluidificare i canali tecnologici, per proporsi alfine in tutta Italia come modello innovativo negli interventi sui grandi servizi (non solo ospedalieri) nei centri storici.

Andrea Agostini
del circolo nuova ecologia legambiente genova

Redazione1
16.05.2009 16:36
Bollette telefoniche gonfiate.

Bollette telefoniche gonfiate. Il Consiglio di Stato rinvia decisione su blocco automatico numeri 899

Firenze, 16 maggio 2009. Il Consiglio di Stato, martedi' 12 maggio, ha rinviato la decisione sulla delibera Agcom che ha imposto il blocco automatico dei numeri 899 e similari. E' quanto risulta ad Aduc Tlc. Nel dicembre scorso il Tar del Lazio aveva in parte bocciato (1) i provvedimenti dell'Autorita' delle comunicazioni che puntava a porre termine al fenomeno truffaldino delle bollette telefoniche gonfiate. Il blocco automatico riguarda numeri come 899, 892, satellitari e prefissi internazionali con tariffe superiori a quelle praticate per la zona telefonica 6, e per i numeri che iniziano per 4 (per quest'ultimi solo quelli a pagamento). Non rientra tra i numeri bloccati il 'nuovo' 895, destinato, come da piano di numerazione nazionale, ad erogare servizi di natura professionale (consulenza giuridica, ingegneristica, ecc.). Come prevedibile (2) se ne sta facendo un uso illegittimo: in televisione viene usato dai professionisti del gioco del lotto per dare i "numeri magici".
Le
violazioni sono tanto palesi (basta accendere la tv), quanto ignorate da chi dovrebbe controllare.
E nel ruolo di mancato controllore continua a spiccare l'assenza del ministero della Sviluppo economico (che assegna le numerazioni speciali). E infatti non ci stupisce che ancora non abbia risposto ad un'interrogazione in materia presentata dai senatori Donatella Poretti e Marco Perduca:
http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=243863

(1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=243710
(2) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=250952


Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it
Email aduc@aduc.it
Tel.055290606

Redazione1
16.05.2009 20:24
Nessuno può dire domani “io non c’ero”.

«Nessuno può dire domani “io non c’ero”,
“io non sapevo”» Alla vigilia delle elezioni studentesche Piero
Graglia, candidato del Partito democratico alle elezioni europee nella
circoscrizione Nord Ovest scrive agli studenti universitari per
sottolineare l’importanza delle elezioni studentesche per il futuro
dell’università e della ricerca. Cari studenti, tra pochi giorni
si vota per le elezioni studentesche. Un momento che, da ricercatore,
attendo sempre con ansia perché partecipo dei timori e delle
preoccupazioni dei miei studenti circa il futuro dell’università.
Da quando l’Onda ha fatto sentire la sua voce, dal giugno 2008 in
poi, alcune cose sono cambiate. Voi, studenti, lo sapete. Sapete
quanto si è parlato di voi, di noi. Sapete quanto abbiamo fatto paura
ai soloni della Ricerca con la R maiuscola, quelli che la usano come
una clava buona per ogni occasione. Siamo andati in piazza, abbiamo
espresso idee e fatto proposte, ma i tagli a istruzione e università
sono rimasti. Qualche soldo per l’edilizia scolastica, qualche borsa
di studio, e intanto la mannaia che vuole colpire e smembrare il
sistema dell’istruzione universitaria pubblica è restata affilata;
la prospettiva delle università fondazione non è stata accantonata;
il sistema di governo degli Atenei resta in mano ai soli professori
ordinari, con l’emarginazione dei ricercatori e degli associati, che
invecchiano senza possibilità di carriera.Un solo esempio: qualche
settimana fa ho presentato nel mio Consiglio di facoltà, una proposta
per abolire il costume medievale di far uscire dalla sala del
Consiglio ricercatori e associati quando si parla di chiamate di
professori di prima fascia: l’hanno definito un emendamento
“irricevibile”, mentre si tratta di una elementare misura di
trasparenza amministrativa già esistente, ovunque l’espressione
“comunità di ricerca” abbia un senso.Per questa e per tante altre
manifestazioni di arroganza, vi invito a stare vigili e attenti.
Diffidate di chi, da posizioni di potere, vi dice che sa come
promuovere la ricerca ma non vi dice una parola sul problema della
trasformazione delle università in fondazioni private e sul
necessario ampliamento degli spazi di partecipazione nel governo degli
Atenei; diffidate di chi si definisce scienziato solo per fare affari
migliori e speculare sul presente di chi si attende un futuro.Anche il
continuo ricorso alla parola Europa come una sorta di parolina magica
che risolve tutto deve essere evitato. Il settimo programma quadro
dell’Unione europea sulla ricerca rappresenta un investimento di 50
miliardi e mezzo di € nel periodo 2007-2013, per tutti i 27 Paesi
dell’UE; il ministro Gelmini, nella sola Italia, per il periodo
2008-2013 taglia 14 miliardi di € di risorse alla scuola e
all’università italiane. In queste condizioni, l’Europa può solo
lenire i danni fatti, ma non risolvere molto. E voi sapete quanto il
sogno europeo sia presente nei miei studi e nella mia esperienza di
uomo e di docente, quanto io creda a un continente in cui il ruolo
degli stati nazionali sovrani sia ridimensionato a favore di
un’unione federale. Tuttavia non dimentico che bisogna evitare di
cullarsi col ritornello “ci pensa l’Europa” o con altri slogan,
perché nessuno fa beneficienza a un Paese che dimentica il dovere di
mantenere pubblico il sistema dell’istruzione e della ricerca.
Allora votate per le vostre rappresentanze pensando a ciò che state
facendo, perché nessuno può dire domani “io non c’ero”, “io
non sapevo”. Chi non c’è non ci sarà, ragazzi. Stiamo in campana
Piero Graglia

Redazione1
16.05.2009 20:35
Taleggio e Provolone Valpadana al giro d'Italia

Taleggio e Provolone Valpadana protagonisti al Giro d'Italia, sport e qualità a braccetto
I due formaggi DOP, presenti a tutte le tappe del Giro d'Italia, saranno degustati in particolari ricette che li uniscono ad altri prodotti di origine protetta e controllata delle diverse tradizioni locali. Sabato 16 maggio protagonista anche la Valtaleggio, con assaggi e degustazioni inedite

Treviglio, 13 maggio 2009 - In ciascuna tappa del Giro d'Italia, grazie alla stretta collaborazione tra il Consorzio Tutela Taleggio e il Consorzio Tutela Provolone Valpadana con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Buonitalia e AICIG - Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, saranno proposti assaggi di Taleggio e Provolone Valpadana DOP con l'obiettivo di valorizzarne valenze e peculiarità legate al territorio e alla comprovata tradizione storica.
"La qualità del Giro" è un evento che unisce 177 prodotti a marchio Dop e Igp, 477 vini Doc, Docg, Igt e 4500 prodotti agroalimentari tradizionali, unendo dunque le eccellenze dei migliori prodotti italiani ad uno degli sport più popolari. Ogni mattina, all'interno del villaggio di partenza della manifestazione sportiva saranno servite, secondo la ricetta del giorno, prodotti e vini di qualità di ciascuna regione attraversata, cucinati dal famoso chef Fabio Campoli.
In queste occasioni, saranno anche ideate una serie di ricette ad hoc che uniranno Provolone Valpadana e Taleggio Dop ad un connubio di altri sapori delle diverse cucine locali al fine di promuovere un utilizzo sempre più ampio di questi due formaggi, che ben si coniugano alle molteplici proposte gastronomiche locali del Bel Paese.

Sabato 16 maggio, il Giro d'Italia attraverserà anche la Val Taleggio, in provincia di Bergamo, culla dell'omonimo formaggio che, per l'occasione, farà da padrone di casa con degustazioni inedite tra i banchetti organizzati alla partenza.

"La cultura del cibo d'eccellenza- ha affermato Vittorio Emanuele Pisani, Direttore del Consorzio Tutela Taleggio e Consorzio Tutela Provolone Valpadana - è storicamente per il nostro Paese un motivo d'orgoglio riconosciuto a livello internazionale. L'obiettivo

congiunto dei due Consorzi è di elevare la conoscenza e la fruibilità del Provolone e del Taleggio come due prodotti dal forte valore identitario e culturale, legandoli alle migliori proposte della cucina made in Italy".

Consorzio Tutela Provolone Valpadana
Costituito nel 1975, il Consorzio Tutela Provolone Valpadana ha sede a Cremona. Tra i suoi compiti, quelli di fornire servizi di tutela e di vigilanza e volti a migliorare la qualità del prodotto e la commercializzazione. Grande importanza è quindi attribuita all'attività di ricerca e sviluppo, alla formazione per gli associati e alla promozione internazionale. Dal 1996, il Provolone Valpadana ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) da parte dell'Unione Europea.

Consorzio Tutela Taleggio
Il Consorzio Tutela Taleggio è stato costituito come ente senza scopo di lucro, nel 1979, nove anni prima del formale riconoscimento della denominazione d'origine. Le attività del Consorzio sono volte alla tutela, al miglioramento qualitativo e alla promozione della produzione e del commercio del prodotto. Per le proprie attività il Consorzio lavora in stretta collaborazione con Istituti di ricerca, Istituti universitari, con il Servizio Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e i NAS (Nuclei Anti Sofisticazione) dell'arma dei Carabinieri.













Ufficio Stampa Consorzio Tutela Taleggio e Provolone Valpadana:
Simona Bravi - sbravi@consiliumcom.it

02 36565485 - 347 0603586

Welfare Italia
24.05.2009 00:09

Welfare Italia
30.06.2009 12:56

Redazione1
5.07.2009 22:10
Piantimao Ulivi , Il circolo Nuova Ecologia

Piccole azioni di cittadinanza attiva ecologica ed etica:
LA DOVE REGNAVANO I SUV ...... PIANTIAMO GLI ULIVI

Lunedì prossimo 6 Luglio in mattinata, dalle 10.30 , in uno spiazzo con splendida vista mare sulla nuova strada che da S.Ilario conduce a S.Rocco, verranno collocate, da parte di Aster, due panchine e verranno messi a dimora due ulivi. Ciò fa seguito a un sopralluogo effettuato tempo fa dai Consiglieri del Municipio Levante, durante il quale il Consigliere dei Verdi Stefano Stefanacci ( membro attivo di Legambiente da tempo )lanciò questa idea da tutti condivisa.
Sempre lunedì, ancora su iniziativa del suddetto consigliere, con la gradita collaborazione di Aster, di alcuni volontari del posto e del Circolo Nuova Ecologia di Legambiente, verranno sitemati alcuni tavoli e panchine nella vicina piazzetta della chiesa di S.Rocco. Siete invitati a partecipare e a festeggiare.

il Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova

Welfare Italia
5.07.2009 22:10

Redazione1
5.07.2009 22:16
Amici di lazzaro ricerca 12 sostenitori a distanza

L'ass. Amici di Lazzaro ww.amicidilazzaro.it

ricerca 12 sostenitori a distanza per altrettanti bambini
provenienti da situazioni di abbandono, attualmente ospitati in una casa famiglia di Timisoara in Romania.
La casa è gestita da suore romene che da anni si occupano della cura di bimbi abbandonati.

L'associazione sostiene la casa insieme ad altri benefattori dal 2003, e vi svolge ogni anno
dei campi estivi di volontariato con giovani provenienti da tutta Italia.

La quota annuale per il sostegno a distanza è di 300 euro (anche in due rate da 150 euro)
e permette di sostenere necessità dei bimbi e al loro futuro: assistenza medica adeguata, cibo, istruzione con particolare attenzione a chi ha difficoltà scolastiche o di apprendimento.

Ovviamente è possibile sostenere il progetto anche con cifre minori di quella del sostegno a distanza,
in particolare nei prossimi mesi contiamo di ristrutturare i bagni e altri locali della casa che versano in pessime condizioni.

Per sostenere il progetto è possibile usare il conto corrente postale 27608157 o inviare offerte tramite bonifico o via web.
C/C BANCARIO "Amici di Lazzaro" codice IBAN IT 98 P 07601 01000 0000 27608157

Per maggiori informazioni tel. 3404817498 info@amicidilazzaro.it

Redazione1
5.07.2009 22:22
Farmaci On Line

Farmaci online. Audizione Aduc in Senato: dilagano truffe e falsi. Alto rischio sanitario. Legalizzare per piu' sicurezza e risparmio!!

Firenze, 4 Luglio 2009. Lo scorso 30 giugno, l'Aduc, per voce del suo segretario Primo Mastrantoni, e' stata audita dalla commissione Igiene e Sanita' del Senato che sta facendo un'indagine conoscitiva sul mercato dei farmaci venduti attraverso Internet. Segue il testo di quanto abbiamo detto:

Se Internet rappresenta un fattore importante nel processo informativo, preventivo e di aggiornamento su numerose patologie, anche gravi, occorre prestare, invece, la massima attenzione all'acquisto di farmaci. L'avvertimento e' della European Alliance for Access to Safe Medicines (Eaasm), che si definisce associazione indipendente sopranazionale che raggruppa i portatori d'interesse nel settore della medicina e della salute e ha fra i finanziatori numerose aziende farmaceutiche.
Secondo Eaasm 6 volte su 10 il farmaco proposto non e' originale, e 3 volte su 5 l'acquisto e' operazione a rischio. Secondo una sua indagine, condotta su un campione di oltre 100 siti per la vendita di prodotti farmaceutici online, il 62% delle medicine acquistate online o presso farmacie virtuali sono prodotti contraffatti. Inoltre, ben il 95,6% delle farmacie che operano online lo fanno senza autorizzazione; il 94% dei siti che gestiscono questa tipologia di attivita' non ha al suo interno personale farmacista; il 90% delle farmacie analizzate vende e consegna al domicilio dell'acquirente prodotti per i quali non e' stata presentata la necessaria ricetta medica. Infine, nel 30% degli acquisti il prodotto non viene recapitato all'indirizzo del destinatario o arriva un prodotto diverso da quello richiesto. L'indagine evidenzia quindi che solo il 38% delle specialita' acquistate si sono dimostrate corrette; nel 16% dei casi i farmaci non erano autorizzati alla vendita nell'U
nione
Europea e nel 33% dei casi mancavano le informazioni per il paziente.
Questi dati sono stati confermati dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) al SANIT - Forum Internazionale per la Salute (Palazzo dei Congressi - Roma Eur - dal 23 al 26 giugno 2008): il 70% dei medicinali contraffatti acquistati via Internet sono potenzialmente pericolosi. Lo studio, promosso da IMPACT Italia (composto da AIFA, Istituto Superiore di Sanita', Carabinieri NAS, Ministero della Salute e lAlto Commissario per la lotta alla contraffazione) in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanita', contiene dati allarmanti: in 6 mesi sono stati effettuati circa 60 acquisti su siti che si dichiarano americani o canadesi (ma in realta' operanti anche in Europa).
Nel 50% dei casi l'acquisto si e' concluso con il prelievo dei soldi da parte della farmacia online senza l'invio di alcun prodotto. Si e' trattato quindi di vera truffa, spesso collegata anche al furto dell'indentita' digitale dell'acquirente o all'uso illegale dei codici della carta di credito, ma nel 50% dei casi l'arrivo del prodotto non ha certo messo al riparo l'acquirente, anzi. Per l'acquisto di steroidi anabolizzanti, nel 100% dei casi il prodotto non conteneva nessun principio attivo. Acqua fresca insomma. Nei farmaci per disfunzioni erettili, forse i piu' diffusi, nel 70% dei casi si trattava di cloni illegali, non controllati. E quindi molto pericolosi.
In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, contrariamente all'Italia, le compagnie farmaceutiche possono vendere medicinali direttamente ai pazienti tramite consegna a domicilio. Questa pratica e' utilizzata in gran parte per pazienti affetti da malattie croniche che richiedono la somministrazione continuata e regolare di medicinali su ricetta, come Hiv, artrite reumatoide, emofilia e sclerosi multipla.
Secondo una indagine del quotidiano The Times (Gb) del 28.08.2007, la vendita diretta a domicilio permette ai pazienti, alle compagnie farmaceutiche e al sistema sanitario britannico di risparmiare centinaia di milioni di euro ogni anno. Tale pratica, infatti, elimina i costi della grande e piccola distribuzione, oltre a facilitare ed incoraggiare il trattamento a domicilio di pazienti che altrimenti richiedono una frequente ospedalizzazione. Sempre secondo il Times, grazie alla vendita diretta a domicilio di farmaci, il costo del trattamento dell'Hiv puo' diminuire fino a 2.000 euro l'anno per ogni paziente curato a casa propria.
La vendita diretta a domicilio facilita la consegna di prodotti farmaceutici biologici di nuova generazione -estratti da materiale biologico vivente, come vaccini, anticorpi, interleukins- che richiedono refrigerazione e consegna rapida. Il passaggio dalla grande alla piccola distribuzione, oltre ad aumentare i costi di tali prodotti (e quindi i costi per il Sistema sanitario), ostacola la rapida consegna di tali medicinali.
Da quanto esposto e' evidente che occorre intervenire per legalizzare la vendita online dei farmaci. Legalizzare significa ricondurre nell'alveo della legalita' e della sicurezza la vendita diretta dei farmaci. Questo sistema puo' essere attuato direttamente dai medici o dai pazienti opportunamente informati.
Nei Paesi dove questo e' possibile, i costi della distribuzione sono fortemente diminuiti, costi che in Italia ricadono sul sistema sanitario nazionale, e quindi sulle tasche dei cittadini (si eviterebbero i costi intermedi di distribuzione e vendita).
Parallelamente va avviata una campagna di informazione sui rischi di acquisto di prodotti farmaceutici tramite siti non sottoposti a verifica delle competenti autorita'. In questo modo si potrebbero ottenere due sostanziali benefici per il cittadino: quello relativo alla propria sicurezza e all'efficacia sanitaria e quello di un consistente risparmio che avrebbe ricadute positive per le tasche del contribuente.

Redazione1
5.07.2009 22:29
XIV edizione Pomigliano Jazz Festival

XIV edizione Pomigliano Jazz Festival
da giovedì 9 a domenica 12 luglio 2009
Parco Pubblico, Pomigliano d'Arco, Napoli
Quattro intensi giorni di concerti e sorprese:
guide all'ascolto, laboratori creativi per bambini, mostre e performance artistiche


Ingresso gratuito
www.pomiglianojazz.com
Pigreco s.r.l.
via A.Manzoni, 120
80123 Napoli
tel. e fax 081 7147521
sanna@pigrecoeventi.it
www.pigrecoeventi.it

Redazione1
5.07.2009 22:32
ermania,ecco i condizionatori ad energia solare

GERMANIA, ECCO I CONDIZIONATORI A ENERGIA SOLARE /in produzione dal 2010 per climatizzare edifici a 5 cent. chilowattora
GERMANIA (UnoNotizie.it)

Stare al fresco in casa e in ufficio d'estate? Merito del condizionatore. Che pero' sfrutta una tecnologia standard piuttosto insensata: il sole splende, la casa si riscalda e l'impianto produce calore aggiunto. Molto meglio un sistema di raffreddamento ad energia solare che non rilascia Co2. La nuova tecnologia esiste, ma e' ancora ai primi passi e costa.

Ora, l'azienda Thermodyna di Amburgo sta per darle nuova linfa. Il suo obiettivo e' di costruire un impianto capace di generare elettricita', caldo, freddo -in base alle esigenze di ognuno. Il cuore del progetto si chiama motore Schukey, che converte i raggi solari in aria fredda per poter climatizzare gli edifici, e a soli 5 centesimi a chilowattora, anziche' 12-14 di un impianto tradizionale.

"Non c'e' elettronica e solo pochi pezzi singoli", spiega il direttore della societa', Volker Bergholter. Per produrre il freddo servono due motori: il propulsore trasforma il vapore prodotto dal coll! ettore solare in energia meccanica, e questa muove la macchina del freddo che assorbe l'aria caldo umida dell'ambiente, la comprime e la diffonde, riuscendo a ridurla a 20 gradi. Thermodyna pensa di poter cominciare a vendere i primi condizionatori solari nel 2010.

Aduc
Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori
http://www.aduc.it

Redazione1
6.07.2009 15:28
La strage di Viareggio

LA STRAGE DI VIAREGGIO
Tra privatizzazione del settore e sfoltimento feroce degli organici, sono 140 mila i posti di lavoro in meno nelle Ferrovie rispetto a 20 anni fa.
E le conseguenze si vedono: assenza di manutenzione e di controlli, insicurezza crescente, non solo per gli addetti ma anche per chi ogni giorno si serve di mezzi pubblici sempre più logori e inaffidabili, sporchi e lenti (con ritardi, anche notevoli, che ormai sono la “regola”), treni soppressi all’improvviso.
Finché accadono gli incidenti e con loro, talvolta, la strage, come a Crevalcore alcuni anni fa (17 morti e l’assoluzione totale dei dirigenti delle FS) o come a Viareggio il 29 giugno (22 morti bruciati vivi e carbonizzati e decine di feriti, di cui una parte in condizioni drammatiche).

Chi denuncia l'assenza di sicurezza, chi porta alla luce incidenti, come circa un anno fa Dante De Angelis, delegato alla sicurezza nelle FS, o come i quattro ferrovieri intervistati in TV da “Report” alcuni anni fa, viene licenziato.
E pensare che il capo supremo delle FS è un certo signor Moretti, amministratore delegato proveniente dal sindacato dei trasporti della Cgil!!!

Un clima da caserma nei luoghi di lavoro (pubblici o privati, ormai non fa differenza): chi protesta rischia il posto o, se gli va bene, una sanzione salariale, un trasferimento.
Ma il Governo e i mezzi d’informazione ci raccontano storie di un altro Paese, un Paese che non esiste, dove tutti sorridono inondati da pubblicità e messaggi rassicuranti del presidente del Consiglio.
Eppure, sono centinaia di migliaia i posti di lavoro persi negli ultimi mesi, mentre il Governo continua a fare regali agli industriali (come la detassazione dei profitti delle imprese decisa alcuni giorni fa: una vera beffa per i nostri salari, attaccati spietatamente dalle tasse e dall’inflazione e condannati a non recuperare il loro potere d’acquisto a causa del rinnovo vergognoso dei contratti nazionali, pure vantati come successi da Cgil-Cisl-Uil!!!) e la qualità della vita è sempre più scadente.

Ma, in “compenso”, dopo averci terrorizzato con la paura dei “lupi mannari”, cioè dei migranti trasformati indistintamente in criminali, ci offrono la “sicurezza di Stato”, quella scritta nel cosiddetto “pacchetto sicurezza” approvato dal Senato qualche giorno fa.


Una legge che cancella i diritti più elementari della persona del migrante e legalizza quelle squadracce di facinorosi che sono le “ronde”, una legge di stampo razzista, per certi aspetti perfino peggiore di quella che, durante la dittatura fascista, perseguitò gli Ebrei.

Un insulto alle esigenze di sicurezza vera, quella di cui necessitano i lavoratori: la sicurezza di una istruzione e di una sanità di qualità, di trasporti che non siano delle trappole, di un costo della vita che non strangoli retribuzioni come le nostre, che sono tra le più basse dei Paesi industrializzati.
E soprattutto la sicurezza di un posto di lavoro che non sia continuamente a rischio di licenziamento o, peggio ancora, di infortunio, spesso anche mortale (chi non ricorda i sette operai della Thyssen-Krupp trasformati in torce umane? Quasi una specie di prova generale della strage di Viareggio).

Ma anche qui il Governo va dalla parte opposta a quella giusta per i lavoratori: sta riscrivendo il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, per renderlo completamente conforme agli interessi delle imprese e condannare al peggio l’incolumità e l’integrità fisica, la vita di chi lavora.

Per rivendicare un’immediata inversione di tendenza rispetto ai problemi della sicurezza nei trasporti, il sindacato ORSA della Toscana ha proclamato uno sciopero di 24 ore a partire dalle ore 21 di domenica 5 luglio, con presidio alla stazione di Pisa alle ore 9,30 del 6 luglio.
Sullo stesso obiettivo, per il 7 luglio i sindacati di base (tra cui il Cobas) hanno proclamato sciopero nel settore dei trasporti in tutta una serie di grandi città.
Sono scioperi da sostenere da parte di tutti i cittadini, perché sono l’unico strumento per andare avanti nella sicurezza dei trasporti.

Per impedire che i funerali di Stato diventino un ignobile teatrino governativo e siano invece un momento di vera solidarietà con le vittime e i loro familiari, troviamoci il 7 luglio alle ore 9,30 presso la stazione di Viareggio, per recarci da lì tutti insieme alla cerimonia funebre.


Confederazione COBAS-Pisa
5 luglio 2009)

Redazione1
6.07.2009 15:30
Alitalia. Voli Roma-Cagliari, 100% di ritardo

Alitalia. Voli Roma-Cagliari: 100% di voli in ritardi .Un bel primato. I voli Alitalia da Roma a Cagliari di ieri hanno registrato il 100% di ritardo nella partenza. La durata del volo e' di 65 minuti a cui vanno aggiunti i ritardi cronici che ormai sono diventati standard. Il volo delle 9.05 e' partito con 28 minuti di ritardo, quello delle 17.30 e' partito con 70 minuti di ritardo (piu' della durata del volo!!), quello delle 21.50 e' partito con 30 minuti di ritardo. Meno male che l'Alitalia e' stata affidata alla gestione privata che, in teoria, doveva essere piu' efficiente. Ci sembra che di efficiente ci sia il profitto per pochi e le perdite per molti, cioe' gli utenti. Non sappiamo i motivi dei ritardi, ma se si verificano "puntualmente" ci domandiamo perche' non venga modificata l'orario di partenza cosi' da evitare inutili tempi di attesa. Ci chiediamo, inoltre, a cosa serva l'Enac, l'ente preposto alla vigilanza e controllo, e quali provvedimenti abbia assunto per riportare a norma un disservizio cronico. La Sardegna e
'
ancora considerata regione marginale?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it
Email aduc@aduc.it
Tel.055290606

Redazione1
6.07.2009 15:32
Processi civili.I decreti attuativi

PROCESSI CIVILI: DECRETI ATTUATIVI SUBITO PER RENDERE OBBLIGATORIA
CONCILIAZIONE

Pochi lo sanno ma, la riforma del processo civile e le nuove regole
per scongiurare il fallimento del progetto di "deflazione dei
processi pendenti e aumento di quelli nuovi" , entrata in vigore il 4
luglio con la legge 69, si pu autorevolmente imporre solamente con
l'attuazione reale della "delega concessa al Governo, di introdurre e
presto la norma obbligatoria sulla mediazione civile per favorire la
conciliazione stragiudiziale delle parti".

Occorrono, queste nuove regole per questi processi civili, per fare
in modo che ottimismo e speranze si contrappongano al pessimismo di
quelli che hanno difficolt a comprendere la portata innovativa.

La legge 69/2009, cos come concepita e' gi ricca di movimenti, ma
la maggiore novit, come affermato dal presidente dell'associazione
nazionale per l'arbitrato e la conciliazione (A.N.P.A.R.), Dott.
Giovanni Pecoraro consiste nell'aver saputo mettere assieme criteri
validi per indurre le parti a concludere con la conciliazione una
controversia, piuttosto che incorrere in sanzioni, quale parte che ha
causato, adottando condotte o tecniche dilatorie, per allungare i
processi.

Sarebbe un errore gravissimo se in questo momento si ritardasse anche
di un solo giorno l'emanazione di regolamenti attuativi che servono a
regolare l'istituto della conciliazione.

Cosa deve fare chi gi vuol fare affidamento sulla bont della
conciliazione?

Secondo quanto affermato dal presidente Pecoraro, la conciliazione
pu essere gi attivata, indipendentemente dai regolamenti attuativi.
Ad esempio, se, le parti in lite, sottoscrivono un verbale di avvenuta
conciliazione - alla presenza di un conciliatore, nominato da un
organismo di conciliazione - questo accordo gi titolo idoneo ad
accorciare i tempi di durata di un processo ordinario . Questo, per
esperienza pregressa, afferma Pecoraro non avviene quasi mai, anzi le
parti che prima erano in lite, spesso trasformano e consolidano il
rapporto litigioso in un rapporto di amicizia.

Sono molte le parole del ministro Alfano, continua ancora Pecoraro,
che lasciano intravedere che la mediazione civile e la conciliazione
sono apprezzabili nei contenuti e nello stile perch: per primo
consentono una riduzione del carico di lavoro dei giudici ordinari,
per secondo rendono protagonisti e partecipi gli avvocati e aiutano i
giovani laureati in materia giuridiche ed economiche a specializzarsi
senza lunghi tempi di attesa per l'inizio di una nuova professione.
Dunque, benevenuta sia la mediazione e la conciliazione idonea a
tutelare tutti i diritti disponibili di ognuno di noi senza spese di
giustizia ed in poco tempo (max 4 mesi).

Ufficio stampa N. Iannone

CONF.AS (CONFEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI)

http://www.confas.org

info@confas.org <mailto:info@confas.org>

tel. 089.274305

Redazione1
6.07.2009 16:11
Soldà contro le ronde nere a Roma

Soldà contro le ronde nere a Roma

Il vice presidente dell'Italia dei Diritti: "Assurdo proclamare delle squadre specializzate, quando sarebbe più opportuno impiegare le forze dell'ordine"

Roma, 6 luglio 2009 - "Sembra che il fascismo non sia ancora morto. Nel 2009 si proclamano ancora squadre specializzate per effettuare ronde, senza pensare che queste possano creare ulteriori disordini". Questo il commento polemico di Roberto Soldà, vicepresidente del movimento Italia dei Diritti, riguardo alla presentazione delle "squadre della Guardia Nazionale" nella Capitale. Come ha spiegato ieri la presidente nazionale dell'Msi-Destra Nazionale Maria Antonietta Cannizzaro alla presentazione a piazza Barberini, i volontari, dotati di divise scure con stemmi tricolori e aquile appuntate al petto con su scritto SPQR, spray urticanti e torce, avranno il compito di portare la sicurezza nella città, soprattutto nelle zone periferiche e abbandonate. "Siamo di fronte all'ennesima soluzione fuori tempo, fuori epoca, fuori dal normale. Invece di investire nelle forze dell'ordine- prosegue l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - c'è ancora chi pensa a spendere soldi inutili, che in realtà non sappiamo ancora chi dovrà pagare. Auspichiamo che le istituzioni percepiscano l'inutilità di questa scelta, che a mio avviso, oltre ad essere un ulteriore deterrente per la democrazia e la libertà dei cittadini, rischia di creare gruppi organizzati di persone violente, giustificati dal ruolo di tutori che dovrebbero coprire".


Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Alberto Maria Vedova - Silvestro Bellobono
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 - 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web: www.italiadeidiritti.it . Il vice presidente dell'Italia dei Diritti: "Assurdo proclamare delle squadre specializzate, quando sarebbe più opportuno impiegare le forze dell'ordine"

Roma, 6 luglio 2009 - "Sembra che il fascismo non sia ancora morto. Nel 2009 si proclamano ancora squadre specializzate per effettuare ronde, senza pensare che queste possano creare ulteriori disordini". Questo il commento polemico di Roberto Soldà, vicepresidente del movimento Italia dei Diritti, riguardo alla presentazione delle "squadre della Guardia Nazionale" nella Capitale. Come ha spiegato ieri la presidente nazionale dell'Msi-Destra Nazionale Maria Antonietta Cannizzaro alla presentazione a piazza Barberini, i volontari, dotati di divise scure con stemmi tricolori e aquile appuntate al petto con su scritto SPQR, spray urticanti e torce, avranno il compito di portare la sicurezza nella città, soprattutto nelle zone periferiche e abbandonate. "Siamo di fronte all'ennesima soluzione fuori tempo, fuori epoca, fuori dal normale. Invece di investire nelle forze dell'ordine- prosegue l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - c'è ancora chi pensa a spendere soldi inutili, che in realtà non sappiamo ancora chi dovrà pagare. Auspichiamo che le istituzioni percepiscano l'inutilità di questa scelta, che a mio avviso, oltre ad essere un ulteriore deterrente per la democrazia e la libertà dei cittadini, rischia di creare gruppi organizzati di persone violente, giustificati dal ruolo di tutori che dovrebbero coprire".


Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Alberto Maria Vedova - Silvestro Bellobono
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 - 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web: www.italiadeidiritti.it

Redazione1
23.07.2009 21:17
Stabilizzare il 5 per 1000

STABILIZZAZIONE DEL 5 PER MILLE: LETTERA A TREMONTI
"C'E' LA VOLONTA' POLITICA, VENGA DEFINITA LA COPERTURA FINANZIARIA"
Con una lettera inviata oggi il Forum del Terzo Settore ha chiesto al Ministro Tremonti la definizione urgente della copertura finanziaria del 5 x mille, indicazione necessaria ed essenziale per avviare l'iter di stabilizzazione.
"Un atto da noi annunciato e dovuto - afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore - dopo le rassicurazioni avute pochi giorni fa dal Vice Presidente del Senato, ospite del nostro Convegno al Cnel, sulla volontà politica bipartisan di giungere rapidamente alla stabilizzazione della norma".
Il Senatore Chiti e l'On Lupi sono stati i primi firmatari della proposta di legge e - si fa presente nella lettera al Ministro dell'Economia - hanno confermato che "le Camere sono pronte a fare la loro parte, con un iter accelerato".
Per il testo completo della missiva cliccare qui
Comunicato stampa 27/09
Roma, 23 luglio 2009
Paola Scarsi
ufficio stampa e comunicazione
Forum Permanente del Terzo Settore
tel 06 68892460 fax 06 6896522
stampa@forumterzosettore.it

Welfare Italia
23.07.2009 21:17

Redazione1
23.07.2009 22:09
Roma. Chiude posto di Polizia Centocelle

Chiude posto di Polizia Centocelle, il dissenso di Calgani iIl responsabile romano dell'Italia dei Diritti: "A causa di queste decisioni Roma si sta trasformando in una realtà in cui le periferie sono considerate zone di serie B"

ROMA, 23 luglio 2009 - Lasciando una zona problematica e causando nuovi disagi ai cittadini, chiude il posto di Polizia Centocelle. La chiusura, prevista per questa mattina, era già stata criticata nei mesi precedenti dai cittadini che temono per un abbassamento del livello di sicurezza nel quartiere. Il questore di Roma Giuseppe Caruso, per placare le polemiche, annuncia a breve la presenza di due ulteriori pattuglie che potenzieranno i sistemi di controllo della zona.
Alessandro Calgani, responsabile romano dell'Italia dei Diritti, ha commentato: "Si tratta dell'ennesima risposta politica che viene a mancare da parte dell'amministrazione. Nei giorni precedenti era stata approvata una mozione del Municipio al fine di non costringere i cittadini a raggiungere Tor Tre Teste, dove è situato il posto di polizia più vicino, obbligandoli quindi ad attese interminabili per l'unico mezzo di trasporto che collega Centocelle alla zona; tuttavia la mozione non è bastata per bloccare questa decisione insensata. Come Italia dei Diritti continueremo a sostenere l'esigenza di tenere conto delle centinaia di firme raccolte all'atto della decisione mesi orsono".

Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Chiara Landi - Gianluca Barletta
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 - 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web www.italiadeidiritti.it

Welfare Italia
24.07.2009 02:26

Welfare Italia
9.08.2009 15:03

Welfare Italia
15.08.2009 14:07

Welfare Italia
15.08.2009 14:08

Welfare Italia
25.08.2009 23:25

Redazione1
29.08.2009 20:44
Come cambiare il mondo: lezione n. 1 di Valter Romani

Come cambiare il mondo: lezione n. 1 Sognatori di tutto il mondo uniamoci di Valter Romani
Cari amici sognatori mentre vi scrivo sto nel mio camper (non guido io ;-) ). Ho portato mio figlio Pierluigi e la sua cuginetta Giorgia a Gardaland… a proposito di sogni. Per un giorno intero ci siamo lasciati andare al gioco, alla fantasia. Adulti e bambini ognuno ha vissuto un altro pezzettino d’infanzia.
E si… proprio così. In ognuno di noi c’è un bambino che sogna e non smette mai di farlo. Ogni tanto è bene lasciarlo esprimere. Altrimenti se la nostra fantasia si inaridisce, se il sogno scompare… che ne è della nostra vita? Un mero susseguirsi di compiti da svolgere, come le galline d’allevamento: mangiare; fare uovo.
Per fortuna ancora non siamo a questo punto. Io ho fiducia nella gente. Non penso che il bene stia da una parte e il male dall’altra. In ognuno di noi ce n’è un po’ di entrambi. Basta aiutare le persone a tirare fuori il bene che è in loro e il gioco è fatto, il mondo è cambiato.
Si… ma come si fa a tirare il bene fuori dalla gente?
In ognuno di noi c’è un insieme infinito di atteggiamenti. Alcuni ci piacciono altri non piacciono neanche a noi. Quando agiamo in modo che non ci piace, noi lo avvertiamo, ci sentiamo a disagio. Quando facciamo qualcosa che non si confà a quei valori universali a cui siamo stati educati, non stiamo bene con noi stessi. A quel punto abbiamo bisogno di giustificare il nostro comportamento: “Tanto lo fanno tutti…”, “Nella vita ho preso tante fregature…”, “Mi sono fatto raccomandare, altrimenti cosa lo faccio a fare il concorso?”…
Per cambiare il mondo l’ostacolo più grande è cambiare noi stessi. E’ la cosa più difficile… quella che separa il dire dal fare. Molti si chiedono e come si fa? Semplicissimo. Basta cominciare a fare ciò che è giusto e non fare ciò che non lo è.
Una parola! Mi dirai… E come si fa a sapere ciò che è giusto? Semplicissimo. Ascolta il tuo cuore. Quando fai una cosa giusta, una buona azione, senti un calore dentro, un’emozione che ti scalda l’anima. E TI SENTI BENE, NEL PROFONDO, perché le endorfine che liberi donano al tuo corpo e alla tua mente un benessere unico.
Quando sei in quello stato psico fisico il tuo sistema immunitario diventa più forte e ti ammali di meno. Per questo dico che fare il bene ti fa star bene.
E’ grazie alle endorfine che fare del bene può diventare una droga, una SANA droga. Più ne fai e più vorresti farne. Prova a fare dei gesti gentili per due o tre giorni e vedrai come starai meglio. Vedrai che bella sensazione quando la gente ti sorride piena di gratitudine.
Ci sono persone così abituate a fare del bene che non possono più farne a meno.
Quando fai qualcosa di sbagliato che è lontano da quei valori che nel profondo del tuo animo sai essere giusti, stai male. Quali sono i valori universalmente accettati dall’umanità? Ma non saprei… forse l’amore? L’amicizia? … Ma dai che li conosciamo tutti: amore, amicizia, fratellanza, uguaglianza, dignità, onestà, carità, solidarietà, generosità, … Ce ne sono tanti e nel profondo di noi tutti sappiamo quali sono. Così tutti sappiamo quali sono i disvalori universalmente riconosciuti. Non li elenco nemmeno perché non mi piace neanche pensarci.
Cambiare noi stessi vuol dire sentirsi LIBERI di cominciare ad agire come ci fa sentire meglio, come è più giusto. Ognuno di noi ha come una BUSSOLA MAGICA a cui possiamo affidare la guida della nostra vita. E’ la bussola della saggezza.
Stiamo parlando di self leadership, la capacità di guidare noi stessi. E se diventiamo persone migliori sai cosa succede? Il nostro viso diventa più sorridente e la gente comincia a guardarci con uno sguardo incuriosito. Qualcuno penserà: “Deve aver cambiato spacciatore. Mi sa che qualcuno gli dà della roba veramente buona!”
E’ vero. Abbiamo cambiato spacciatore. Ci droghiamo di quelle endorfine che ci fanno star bene, di cui dicevamo prima.
E se la gente ci vede spesso sorridere qualcuno magari ci vorrà emulare, vorrà star bene anch’egli. E allora ci chiederà l’indirizzo del nostro nuovo spacciatore. E noi gli insegneremo come usare la sua bussola.
Allora mentre guidi te stesso ti troverai a guidare qualcun altro che si vuole affidare a te perché tu lo fai star bene. Ma se guiderai altri allora vuol dire che sarai un leader e sarai il miglior leader perché il migliore stile di leadership è quello che si basa sul “servire”.
Non serve avere una fede religiosa per fare tutto questo (io non ce l’ho). Non serve avere una fede politica per fare tutto questo (io non ce l’ho). Non serve avere fede nei falsi miti di oggi, come il denaro, il possesso, l’apparire (io non ce l’ho). Basta avere fede nell’animo umano e credere che anche negli altri come in te stesso c’è del bene.
Certo non sta ne a me ne a te andarlo a scovare. Noi non vogliamo evangelizzare nessuno, vogliamo solo mostrare con il nostro esempio sincero che si può stare meglio con se stessi e con gli altri, basta volerlo. Poi ognuno sceglierà per se.
Ma se conosci l’effetto virale c’è da essere ottimisti. Dato che… insegna più un buon esempio che mille parole… vedrai che il tuo buon esempio andrà mille volte più lontano delle tue pur belle parole.
Purtroppo tentare di essere un buon esempio nel “deserto” è difficile, anche se il sorriso degli altri ti incoraggerà. Se però sceglierai di vivere BENE, immerso nel benessere psico fisico
Per fortuna però, tra questa schiera di sognatori, ci saranno tante persone disposte a seguire la BUSSOLA MAGICA. Insieme sarà più facile.
Spero che questa prima lezione non vi abbia annoiato. Fatemi sapere…
Un abbraccio a voi tutti
Valter Romani
http://www.facebook.com/inbox/readmessage.php?t=1210278370062&mbox_pos=0

Welfare Italia
29.08.2009 20:44

Welfare Italia
4.09.2009 09:37

Welfare Italia
11.09.2009 15:36

Welfare Italia
11.09.2009 18:07

Redazione1
20.09.2009 18:08
Respingimenti”: l’Italia viola il diritto di Borghi Gian Luca

“Respingimenti”: l’Italia viola il diritto
L’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione
(asgi), anche a nome
e per conto di altre associazioni, ha
portato all’attenzione della Commissione europea
e del Comitato ONU per i Diritti Umani
le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate
e rivendicate come legittime da parte delle
Autorità italiane.
Il giorno 7 maggio 2009, 227 persone (40
donne di cui 3 incinte) a bordo di 3 barconi
sono state soccorse in zona SAR maltese da
motovedette italiane, a 35 miglia marittime
dall’isola di Lampedusa. Per quanto è dato
sapere, a seguito di accordi con la Libia, i comandanti
di alcune navi militari italiane hanno
accolto a bordo tutti i migranti per poi riportarli
immediatamente in Libia, ove sono stati
consegnati alle autorità libiche.
L'8 maggio è avvenuto un secondo respingimento
dopo che un rimorchiatore italiano in
servizio su una piattaforma dell'ENI ha intercettato
un barcone con 77 persone e lo ha
riportato in Libia.
Analoghe operazioni sono state compiute
anche nei giorni successivi, come affermato
agli organi di stampa dal Ministro dell’interno
italiano, il quale, al 10 maggio, indica in circa
500 i migranti riconsegnati alla Libia, qualificando
gli episodi come “risultato storico”.
Nessuna delle persone trasportate in Libia è
stata ufficialmente identificata, né è stata rilevata
la nazionalità, la minore età, lo stato di
gravidanza delle donne, le condizioni di salute
dei migranti, né verificate eventuali richieste
di protezione internazionale.
Operatori umanitari e giornalisti hanno raccolto
numerose testimonianze su tali episodi
consultabili sui siti di Migreurop (Parigi), di
Picum (Bruxelles), di Borderline Europe (Berlino)
e di Fortress Europe (Roma); testimonianze
confermate anche da rapporti di
agenzie internazionali come Amnesty International
e Human Rights Watch (HRW). E’ ragionevole
e verosimile ritenere che tra i migranti
riportati in Libia vi fossero anche rifugiati che
avrebbero avuto il diritto – inviolabile - di accedere
alla procedura per il riconoscimento della
protezione internazionale in Italia.

Welfare Italia
20.09.2009 18:08

Redazione1
20.09.2009 18:12
Libertà d'informazione di Critica Liberale

COMUNICATO STAMPA DI CRITICA LIBERALE E DELLA SOCIETA' PANNUNZIO PER LA
LIBERTA' DI INFORMAZIONE
La Fondazione Critica liberale e la "Società Pannunzio per la libertà di
informazione" hanno dato mandato ai propri legali per denunciare alla
Procura della Repubblica il dott. Vittorio Feltri in relazione agli
artt. 294, 336, 610, 612 e 339 del codice penale, per le minacce
contenute nell'articolo "Il Presidente Fini e la strategia del suicidio
lento" pubblicato su "Il Giornale" del 14 settembre 2009. Ugualmente la
"Società Pannunzio per la libertà di informazione", per le medesime
minacce e per la pubblicazione di un documento anonimo falsificandone la
provenienza ("Giornale, 28-8-09), ha deciso di presentare all'Ordine dei
giornalisti di Milano una denuncia contro Vittorio Feltri avendo egli
così palesemente violato sia il Codice deontologico sia la legge
costitutiva dell'Ordine là dove nell'art.48 prevede un procedimento
disciplinare per i giornalisti che si "rendano colpevoli di fatti non
conformi al decoro e alla dignità professionale". enzo marzo

Redazione1
20.09.2009 19:31
Bond Argentina

INVIATO A TUTTE LE AMBASCIATE STRANIERE A ROMA
oggetto: bond argentina
Apprendiamo dai giornali della possibilità argentina di ottenere finanziamenti da parte del Fondo Monetario Internazionale. Tanti italiani , che hanno perso i loro risparmi per l' inadempienza di questa
nazione con i "bond argentina", chiedono alla S.V. un intervento presso il FMI , volto al congelamento
di tali fondi sino a che l'Argentina non onori i propri INVIATO A TUTTE LE AMBASCIATE STRANIERE A ROMA


oggetto: bond argentina


Apprendiamo dai giornali della possibilità argentina di ottenere finanziamenti da parte del Fondo Monetario Internazionale. Tanti italiani , che hanno perso i loro risparmi per l' inadempienza di questa
nazione con i "bond argentina", chiedono alla S.V. un intervento presso il FMI , volto al congelamento
di tali fondi sino a che l'Argentina non onori i propri debiti. Ricordiamo che le sentenze emanate da tribunali tedeschi e degli Stati Uniti D'America , a favore dei risparmiatori , condannano
il paese a pagare per inadempienza volontaria e non oggettiva.
Pertanto, tale nazione deve essere esclusa dai circuiti finanziari internazionali. In attesa di una risposta in merito e a nome dei risparmiatori "bond argentina" italiani Le porgo distinti salutidebiti. Ricordiamo che le sentenze emanate da tribunali tedeschi e degli Stati Uniti D'America , a favore dei risparmiatori , condannano
il paese a pagare per inadempienza volontaria e non oggettiva.
Pertanto, tale nazione deve essere esclusa dai circuiti finanziari internazionali. In attesa di una risposta in merito e a nome dei risparmiatori "bond argentina" italiani Le porgo distinti saluti

Welfare Italia
26.09.2009 06:17

Redazione1
26.09.2009 21:14
Uisp. Week End dell'integrazione

WEEK END DELL'INTEGRAZIONE IL 3 E 4 OTTOBRE: L'UISP ORGANIZZA ATTIVITA' SPORTIVE IN OTTO CITTA' PUNTANDO AL COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITA' DI STRANIERI


Il ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, alla luce del successo dei Tornei dell'Integrazione organizzati dall'Uisp lo scorso anno, ha deciso di continuare a valorizzare il ruolo dello sport come strumento di politiche di inclusione sociale per immigranti attraverso l'organizzazione di un weekend dedicato a varie attività sportive. L'Uisp organizzerà iniziative in otto città il 3 e 4 ottobre: Milano, Roma, Torino, Genova, Modena, Venezia, Pescara, Catania.
L'obiettivo è quello di promuovere e organizzare attività in ciascuna città attraverso il contatto diretto con le comunità straniere e la distribuzioni di materiale informativo, coinvolgendo squadre miste composte da giocatori italiani e stranieri.

Redazione1
26.09.2009 21:27
Un papa fomnfamentalista

PAPA: DI LELLO (PS/SL), IN BENEDETTO XVI PREVALE ANIMA FONDAMENTALISTA
piace molto sottolineare come il Pontefice vada accentuando la sua vena
fondamentalista esercitandola contro tutto ciò che gli appare come farina
del positivismo. Ora è il turno del divorzio che, a suo dire, con le
cosiddette "famiglie allargate", "provocherebbe nei figli in modo
irreversibile una tipologia alterata di famiglia". Che il divorzio non sia
propriamente una festa per i figli è ovvio, ma non lo è neppure la
situazione dei "separati in casa" forse meno visibile all'esterno, ma
sovente, però, assai più violenta e drammatica". *E' l'opinione di Marco di *
*Lello Coordinatore nazionale del PS ed esponente di Sinistra e Libertà.*
Non è facendo battaglie di retroguardia, ieri contro l'uso dei preservativi,
oggi contro il divorzio, nè limitando le libertà civili, che si fa crescere
una comunità che si vuole <incerta>: in ogni caso, *ha concluso Di Lello* -
noi ci opporremo con ogni mezzo al tentativo di mettere in discussione
diritti, come aborto e divorzio, oramai entrati nel patrimonio comune degli
*italiani"
p. l'Ufficio Stampa
Andrea Nesi
335.6359382
*

Redazione1
27.09.2009 16:39
Socialista cercasi

COMUNICATO STAMPA
PDL: DI LELLO E DEL BUE (PS/SeL): CERCASI EXSOCIALISTI DISPERATAMENTE

"Ma dove sono finiti gli ex e post socialisti che stanno nel PdL? - se lo
chiedono in una nota congiunta Marco Di Lello e Mauro Del Bue
rispettivamente coordinatore e componente della segreteria nazionale del PS
-. Ieri il caso Englaro, oggi la discussione sul testamento biologico, temi
eticamente sensibili e cartina di tornasole per misurare il tasso di cultura
laica nella maggioranza, sono caratterizzati dall'assordante silenzio di
tutti quei parlamentari che, non comparendo neppure tra i 20 parlamentari
che hanno sottoscritto la lettera al Presidente Fini, hanno l'impudenza
politica di dichiararsi "ancora socialisti".
Non basta -proseguono gli esponenti del PS - si segnala come il più solerte
a prendere le distanze dai tentativi di esternare un sia pur timido dissenso
laico nel gruppo parlamentare quel Fabrizio Cicchitto, in gioventù brillante
esponente della sinistra socialista di Riccardo Lombardi.
Parafrasando il titolo di un noto film di Madonna - concludono Di Lello e
Del Bue- potremmo dire che nel PdL "cercasi exsocialisti disperatamente".

Welfare Italia
28.09.2009 12:56

Redazione1
13.10.2009 13:46
Uno scatto di Democrazia. di Roberto Orsatti

Uno scatto di Democrazia.........le primarie del 25 ottobre
Si uno scatto, non di 100 metri ma uno scatto che porti lontano, uno scatto che sia anche uno strattone che ci liberi da questo stato di cose, ci liberi da questa cappa che ci opprime, da questo senso d’impotenza che accomuna molti di noi. Non è solo Berlusconi, la crisi la continua successione di disastri naturali che poi tanto naturali non sono. L’Aquila e Messina ad esempio, gli ultimi disastri in ordine di tempo è chiaro che hanno subito un ingigantimento a causa dell’ incuria e speculazione dell’uomo. Non sono solo i bavagli ed i lacci e laccioli che cercano di mettere all’informazione tanto da scatenare la reazione perfino dei giornalisti del TG1 che certo non possiamo dire dei comunisti rivoluzionari. Non sono solo le continue morti sul lavoro, le violenze sui bambini, il continuo disprezzo ed emarginazione dei “diversi o non omologati da questa società da vomito”, le continue e sistematiche violenze fisiche e psicologiche sulle donne, il disprezzo per l’anziano o il disabile visti come improduttivi o esteticamente non presentabili ad una platea televisiva/civile che oggi guarda con interesse solo il gradevole d’aspetto e magari con i soldi. Non è solo la preoccupazione per la scuola e l’università pubbliche smantellate, non è solo la preoccupazione per il lavoro, non è solo il vedere continuamente il precario, l’operaio o l’ingegnere che prende la scala e va sul tetto per gridare la sua disperazione. Non è solo questo o quest’altro è l’insieme, tutto l’insieme che non va, c’è bisogno dello scatto, del colpo di reni, dello scatto di carattere. C’è bisogno del coraggio di rispondere a quello che non va colpo su colpo, senza fare sconti a nessuno, neanche in casa nostra. C’è bisogno di freschezza e di fantasia, c’è bisogno di spazio per questa fantasia ed i più intelligenti, gli intellettualmente onesti debbono lavorare ora per creare spazio a questa fantasia, bisogna ora lavorare e gettare le basi per liberare il futuro! C'è bisogno di DEMOCRAZIA ed incominciamo ad applicarla il 25 ottobre andando a votare alle primarie!
Roberto Orsatti

Welfare Italia
13.10.2009 13:46

Redazione1
13.10.2009 13:53
MEETING ANNUALE DEI RADICALI DI SINISTRA 2009

MEETING ANNUALE DEI RADICALI DI SINISTRA 2009
Da venerdì 30 ottobre a domenica 1 novembre si terrà a Civitavecchia il meeting annuale dei Radicali di Sinistra.

Inviamo in allegato il modulo di partecipazione.
Al seguente link puoi visualizzare la locandina

www.radicalidisinistra.it/add2009/meeting2009.pdf


dove ci troviamo:

a Civitavecchia, Via delle Rose, 28
dal pomeriggio di venerdì 30 ottobre fino al primo pomeriggio di domenica 1 novembre


su cosa lavoreremo:

il Meeting è finalizzato alla discussione della piattaforma 2009 - 2010 dei Radicali di Sinistra: programma politico, iniziative, azioni, priorità per intervenire con proposte nuove sui principali nodi che caratterizzano l’attualità sociale e politica.


chi può partecipare:

tutti gli aderenti al Movimento e chiunque sia animato da un’idea di politica intesa come strumento di cambiamento e di servizio al Paese. Chiunque sia alla ricerca di un nuovo luogo della politica, di nuove idee, di vero cambiamento.


quanto costa:

la partecipazione al Meeting è libera e gratuita.
Il pernotto è organizzato presso l’Hotel Faggeto ad Allumiere, a pochi chilometri da Civitavecchia. I costi relativi al pernotto sono:
-singola 35 euro (inclusa prima colazione)
-doppia/matrimoniale 27,5 euro a persona (inclusa prima colazione)
-tripla 25 euro a persona (inclusa prima colazione)


informazioni:

posta@radicalidisinistra.it
www.radicalidisinistra.it
392.1572684 Michele Pascale

Redazione1
13.10.2009 14:18
Licantropi e dintorni.....

Licantropi e dintorni, una lettura di Halloween al Minotauro di Verona
Data: sabato 31 ottobre 2009
Ora: 17.30 - 19.30
Luogo: Libreria Il Minotauro, Verona, Via Cappello

L’associazione culturale Lupo della Steppa, ti invita ad una lettura sul tema: Licantropi e dintorni

sabato 31 ottobre 2009 - alle ore 17.30
presso la libreria Il Minotauro di via Cappello - Verona

Racconti di: Riccardo Coltri, Simona Cremonini, Giuliana Borghesani, Roberto Bonadimani, Emanuele Delmiglio, Sonia Salgari, Giuseppe Fioraso e molti altri

Leggerà: Marco Ongaro

dopo la lettura, degustazione vini della Cantina Salgari

Hai un racconto sul tema non superiore a due cartelle (3600 battute)?
Invialo a giuliana@steppa.net entro il 24 ottobre e potrebbe essere letto in occasione dell’evento

info sul sito www.steppa.net - presso la libreria il Minotauro - o telefonando allo 045 8781118
Mer alle 15.21

Welfare Italia
14.10.2009 18:02

Redazione1
25.10.2009 11:19
Sbarca a Lucca Games Cooperabula!,

IL COSV A LUCCA CON AFFARISTI, DITTATORI E CASCHI BLU
Sbarca a Lucca Games Cooperabula!, il gioco nato dalla collaborazione tra COSV, ONG italiana attiva nel campo della cooperazione internazionale dal 1968, e DaVinci Games, una delle case editrici ludiche piu note in Italia. All’interno di Lucca Comics and Games, la piu importante manifestazione italiana per il fumetto e il gioco intelligente, ospite della citta di Lucca dal 29 ottobre al 1 novembre, il COSV – Comitato di Coordinamento delle Organizzazioni per il Servizio Volontario – propone nuove sinergie tra cooperazione, gioco e fumetti.

L’appuntamento con Cooperabula! e sabato 31 ottobre, alle ore 15.00, presso lo stand di DaVinci (A202), dove giocatori esperti, dilettanti e neofiti potranno cimentarsi nel gioco della cooperazione. Rivisitando il popolare Lupus in Tabula, Cooperabula lancia una sfida tra “cooperanti” e “opportunisti” nell’attualissima ambientazione internazionale di lotte per il potere tra mafiosi e dittatori, ostacolati dalla societa civile che, in vista del 2015, cerca di realizzare quanti piu Obiettivi del Millennio possibili! Un tentativo di mettere sul tavolo del mondo ludico temi attuali e sensibili, come gli obiettivi del millennio proposti dall’ONU, e ribadire, tra divertimento, estrosita e informazione, le potenzialita del gioco come veicolo di sensibilizzazione.

Affaristi, dittatori e caschi blu presidieranno per tutti i quattro giorni della manifestazione lo stand del COSV, nel Cortile degli Svizzeri, dove sara possibile incontrare gli autori di Cooperabula e gli operatori dell’ONG, per scoprire l’arcano collegamento tra cooperazione e gioco e conoscerne i prossimi appuntamenti. Lo stand del COSV sara anche il punto di ritrovo per tutti i gruppi interessati ad organizzare “Cooperabula! Intrighi contemporanei” una giornata di gioco nelle varie citta italiane.

Un’apposita sezione sui fumetti consentira, inoltre, a tutti i visitatori di partecipare direttamente alla kermesse di Lucca, con un proprio intervento: lasciando una frase, disegnando un fumetto o lanciando un messaggio. Anche qui il gioco si mescola alla cooperazione dato che nello spazio fumetti si parlera di “Dialogue through Comics”, il libro frutto di un workshop internazionale svoltosi in Libano con giovani fumettisti danesi, italiani e libanesi. L’obiettivo di costruire dialoghi interculturali attraverso il linguaggio fumettistico proseguira anche nello spazio del COSV, dove i sei personaggi ideati a Beirut si presteranno per nuove e inattese comunicazioni “tra le nuvole”.

Per informazioni: Federica Besana – 02.2822852 - cosv@enter.it

Welfare Italia
25.10.2009 11:19

Redazione1
25.10.2009 11:49
Milano: animali meglio omosessuali

In Provincia di Milano si vota contro la violenza agli animali, ma non contro quella agli omosessuali. L'opposizione: "Una vergogna"
La solidarietà non si nega a nessuno, questo devono aver pensato i consiglieri del centro destra in consiglio provinciale a Milano. Ma di chiedere un impegno per porre un freno a questi fenomeni di intolleranza omofobica non se ne parla.
Così oggi è stata bocciata una mozione, primo firmatario Luca Gandolfi dell'Italia dei Valori, che proponeva che il consiglio esprimesse la sua piena solidarietà nei confronti delle vittime d'intolleranza rivolta contro gli omosessuali, che condannasse con fermezza ogni forma di violenza, in special modo quando essa è motivata da forme di intolleranza ed infine che chiedesse al Parlamento Italiano di impegnarsi da subito per porre un freno a questi fenomeni che sono in preoccupante aumento.
Come si vede dalla formulazione i consiglieri dell'opposizione avevano tentato di far approvare l'ordine del giorno all'unanimità, togliendo ogni riferimento alla legge sull'omofobia che aveva creato divisioni in parlamento. Non solo, rispetto alla formulazione originaria è scomparsa anche la parola omofobia per far posto ad un più politically correct 'intolleranza rivolta contro gli omosessuali'.
Ma nemmeno questo è bastato. Il centrodestra in Provincia di Milano ha quindi scelto di non prendere nessun impegno perché la violenza scomparisse.
Una scelta che ha lasciata sconvolta l'opposizione: "una posizione vergognosa che dimostra solamente l'intolleranza che serpeggia nel centrodestra" ha detto Matteo Mauri, capogruppo del Pd. Della stessa opinione anche Filippo Penati che ha commentato: "anche a Milano Pdl e Lega dimostrano la volontà di non proceder contro l'omofobia". Rincara la dose il capogruppo dell'Italia dei Valori, Roberto Biolchini, "la maggioranza si è trincerata dietro bizantinismi che nascondono una cultura purtroppo ancora molto intollerante".
Benedetta Tobagi, Lista Penati si dice "stupita, le motivazioni espresse dalla maggioranza sono francamente incomprensibili. Il tema dell'intolleranza contro gli omosessuali è di stretta attualità" e Massimo Gatti, di Prc e Un'altra Provincia che afferma "una posizione farisea che ha paura delle parole e soprattutto non ha neppure il coraggio di reagire alla violenza".
L'ironia della sorte vuole che la mozione successiva, quella contro la violenza agli animali, è stata approvata all'unanimità.

Fonte: Partito Democratico pd@provincia.milano.it
Milano, 22 ottobre 2009

Redazione1
25.10.2009 12:00
Appello dei territori, per una nuova politica

Appello dei territori, per una nuova politica
Siamo un gruppo di persone animate da passione civile e seriamente preoccupate per la crisi che attraversa il nostro Paese.
Rappresentiamo esperienze politiche, amministrative e sociali diverse radicate nel territorio e siamo convinti che il crescente distacco tra i Cittadini e le Istituzioni e la deriva individualista e populistica che caratterizza il quadro politico possano costituire un pericolo per la democrazia.
La difficoltà dell’attuale sistema a fornire risposte credibili ed efficaci alla diffusa domanda di riforme, indispensabili per arrestare la tendenza ad un progressivo declino, sono a tutti evidenti.
Con l’ambizione di contribuire a ristabilire un clima di normalità e concorrere a costruire il domani del nostro Paese, avvertiamo il dovere e l’urgenza di chiamare a raccolta le donne e gli uomini che desiderano di impegnarsi nell’affermazione del bene comune.
In questa prospettiva, come rappresentanti di forze politiche, reti civiche e movimenti territoriali che operano nelle Regioni del Nord Italia, abbiamo deciso di stabilire un forte raccordo tra le nostre esperienze per rendere più efficace il nostro lavoro nell’analisi dei problemi, nell’individuazione di proposte concrete ed innovative e sui temi del rinnovamento della politica.
Il nostro coordinamento si mette al servizio di coloro che anche in altre Regioni intendono partecipare alla costituzione di un soggetto politico su scala nazionale, ma su basi autenticamente federali, che si alimenti alle radici dei valori fondamentali e sempre attuali della Carta Costituzionale e si richiami alla concezione degasperiana di servizio e responsabilità per rispondere ai nuovi bisogni di giustizia, welfare e modernizzazione della società italiana.

Documento politico allegato all’ “Appello dei territori”
Siamo un gruppo di persone animate da passione civile, sinceramente preoccupate per la crisi istituzionale, politica e sociale che travaglia il nostro Paese, per affrontare la quale riteniamo del tutto inadeguata l’attuale offerta politica. Per questo motivo intendiamo lavorare con quanti saranno disponibili a costruire un nuovo soggetto politico locale e nazionale.
Proveniamo e rappresentiamo esperienze politiche, amministrative e sociali diverse e plurali, ma profondamente radicate sul territorio. Siamo impegnati in contesti regionali, ma riteniamo indifferibile il bisogno di portare il nostro contributo ad un progetto nuovo e nazionale.
Viviamo come una minaccia, per le sorti delle nostre comunità locali e ancor più di quella nazionale, il crescente distacco tra i Cittadini e le Istituzioni democratiche e la difficoltà dell'attuale sistema politico di fornire risposte credibili ed efficaci alla grande domanda di futuro che proviene dalle singole persone, dalle famiglie, dalle imprese e dalle comunità.
Per questo avvertiamo come un dovere e una urgenza chiamare a raccolta le donne e gli uomini animati dal sincero e disinteressato desiderio di impegnarsi nell’affermazione del bene comune, in dichiarata alternativa alla cultura individualista e populista che limita il potenziale di innovazione e modernità delle nostre comunità. Lo vogliamo fare, ciascuno in virtù di un impegno nelle singole realtà territoriali, concorrendo a costruire il domani del nostro Paese.
In questa prospettiva, noi sottoscritti, rappresentanti di forze politiche, reti civiche e movimenti territoriali, che operano nelle Regioni del Nord Italia, riteniamo necessario un forte raccordo tra le nostre esperienze. Un metterci in rete che vuole rendere più forte ed efficace il nostro impegno - nelle diverse realtà regionali - sui temi del rinnovamento della politica, della modernità della proposta, della capacità di sapere intercettare i problemi veri e di fornire risposte innovative.
Come rappresentanti di Regioni del Nord, ci pare indifferibile il bisogno di una politica migliore, che sappia esprimere valori condivisi e promuovere importanti percorsi di riforma: un reale sviluppo istituzionale nell’ottica del federalismo responsabile e solidale, politiche di welfare nell’interesse dei cittadini e delle famiglie: garanzie di efficienza dei servizi pubblici e di sostegno al sistema delle imprese, interventi coordinati e coerenti in tema di sicurezza, dell'integrazione e dei diritti di cittadinanza.
Ciò però non può limitarsi al solo livello locale. Sentiamo il bisogno di contribuire anche alla costituzione di un soggetto nazionale, nuovo e plurale, unitario e confederale.
Una esperienza politica che - richiamandosi alla concezione degasperiana, di servizio e responsabilità - sappia concretizzare il valore della centralità di una forza pluralista, autonomista, comunitaria e che afferma il primato della persona; sensibilità oggi minate da un bipartitismo forzato, spesso incompreso e comunque lontano dalle sensibilità del Paese.
Riteniamo importante che questo progetto possa alimentarsi alle radici dei valori fondamentali e sempre attuali della nostra Carta Costituzionale e delle culture politiche che hanno guidato la ricostruzione e lo sviluppo dell’Italia, all’indomani degli immani disastri provocati dalla guerra: ci riferiamo al popolarismo, al cattolicesimo democratico e liberale, al riformismo laico e liberaldemocratico.
Oggi ci poniamo al servizio di un progetto nuovo, moderno, aperto, plurale ed ambizioso per contribuire a dare vita ad un soggetto politico nazionale, capace di fare e di essere sintesi delle storie e delle identità di quelle culture, ma anche delle nuove sensibilità e dei nuovi bisogni di giustizia, sobrietà e coesione sociale di una comunità spaesata e in rapida trasformazione.
Vogliamo rispondere alle tensioni ideali e alle domande esigenti delle nuove generazioni; e alle istanze di protagonismo della società civile, spesso realizzate attraverso importanti esperienze civiche; al bisogno di valorizzare e rappresentare la territorialità in un Partito confederale, strutturato su base regionale, preannuncio e anticipazione di un’Italia federale fondata sulla solidarietà e sussidiarietà.
Facciamo dunque appello a tutti coloro che ritengono oggi doveroso un impegno, per scrivere una pagina nuova nella politica locale e nazionale, legata agli imprescindibili scenari valoriali della Costituzione: per costruire insieme un Partito che per la sua ispirazione, per i comportamenti dei dirigenti, per la concretezza e l'innovazione delle proposte programmatiche, sappia essere credibile e capace di coinvolgere tutti i cittadini che intendono concorrere a rendere migliori e più giuste le nostre comunità locali e quella nazionale.
Un Partito su base regionale, ma non localista; un Partito in condizione di potersi autoregolare e scegliere la propria classe dirigente, con uno stile di ragionevolezza, ascolto, dialogo, confronto, concretezza di soluzioni; un Partito sollecito verso i grandi e gravi problemi nazionali, europei e mondiali, qualificato e distinto dalla propria autonomia territoriale, intesa come opportunità per poter meglio mettersi in ascolto delle singole comunità e con esse stabilire un rapporto vero e concreto. Un Partito di uomini liberi, dedicati al bene comune.

Del Coordinamento operativo fanno parte, Giorgio Lunelli (Upt), Marco Zabotti (Veneto Insieme), Battista Bonfanti (Centro-sinistra per la Lombardia), Giuseppe Torchio (lista civica Cremona), Piero Colussi (Lista Cittadini, Friuli Venezia Giulia), Elvio Ubaldi (Lista Civica per Parma) e Alberto Rovida (Gente di centro, Liguria).

fonte: Lista Torchio listatorchio@fastpiu.it

Redazione1
25.10.2009 12:34
riflettere su dogmatismi, diritti umani,

Per riflettere su dogmatismi, diritti umani, laicità, la Consulta Romana per la laicità delle Istituzioni propone per venerdì prossimo,
30 ottobre 2009, il film:

LA VIA LATTEA, di Luis Buñuel,
per il ciclo di Cineforum intitolato "Cinema laico a Roma".

Parteciperà al dibattito il Prof. ELIO RINDONE
In allegato la locandina.

Il Cineforum si svolgerà presso la
Biblioteca Elsa Morante di Ostia Lido,
Via A. Cozza, 7
con inizio alle ore 17.00.
Diffondete e . venite al cinema !

Redazione1
25.10.2009 12:36
Caos rifiuti nel Salento

Caos rifiuti nel Salento, la Bellantuoni solidale con la popolazione

La responsabile pugliese dell'Italia dei Diritti: "A pagare è sempre il cittadino"

Bari, 20 ottobre 2009 - Lo spettro dell'emergenza rifiuti rischia di colpire anche il verde Salento. L'amministrazione di Cavallino, in risposta all'ordinanza dello scorso settembre del governatore Vendola, con la quale impone alla discarica presente nei pressi della cittadina leccese di accogliere i rifiuti biostabilizzati dalla vicina Poggiardo, ha disposto, attraverso un provvedimento del capo della polizia municipale, gravosi vincoli per il transito degli automezzi lungo la strada che permette l'accesso proprio al sito di smaltimento. Tale replica, oltre a scatenare i forti dissidi tra le autorità competenti, ha bloccato i veicoli di trasporto della società che gestisce gli impianti, creando un maleodorante stallo burocratico.
"A pagare è sempre il cittadino. Non mi è possibile entrare nel merito delle ragioni e dei torti che hanno causato questo strappo, - commenta Manuela Bellantuoni, responsabile per la Puglia dell'Italia dei Diritti - quando gli abitanti di una zona d'Italia celebre per il territorio florido e accogliente sono costretti a vivere vicende paradossali che, sino a poco tempo addietro, sembravano riguardare soltanto altri sfortunati connazionali. Per quanto possa sembrare ripetitivo, - aggiunge l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - lancio un appello alle istituzioni perché rivedano la brutta esperienza campana come monito per evitare simili disavventure. Come rappresentante dell'Italia dei Diritti e come cittadina implicata per ragioni territoriali nel dissidio, - termina la Bellantuoni - auspico che cessino i dissapori per il benessere della comunità intera".


Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Gianluca Barletta - Francesca Paolini - Fabrizio Battisti
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 - 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web www.italiadeidiritti.it

Redazione1
25.10.2009 12:39
Rappresentante di classe

RAPPRESENTANTI DI CLASSE, IL PIÙ BEL MESTIERE DEL MONDO. I CORSI DELL'A.GE. TOSCANA
Rappresentanti di classe, ogni anno la consueta liturgia: si eleggono i genitori più disponibili, promettendo non più di un paio di riunioni in un anno, e poi si abbandonano questi volonterosi a se stessi. Molti ne soffrono, tanti abbandonano.
Eppure, come dicono i più navigati, fare il rappresentante di classe è il più bel mestiere del mondo. E vedi che gli brillano gli occhi e che ci credono davvero. Quale sarà il loro segreto?

Per scoprirlo l'Associazione Genitori A.Ge. Toscana in collaborazione con gli Istituti Comprensivi di Chiusi e di Torrita di Siena organizza due incontri pensati per sostenere l'impegno dei genitori che si mettono volontariamente al servizio delle famiglie e della scuola.
Lo scopo ultimo è quello di costruire quella 'comunità educante' che tutti vorremmo per i nostri giovani, per consentire loro di vivere al meglio la loro esperienza scolastica.

"Rappresentante di classe: il più bel mestiere del mondo"
ex Cinema Eden, Via Cassia Aurelia a Chiusi Scalo
Sabato 24 ottobre 2009 dalle ore 15:00 alle 17.00
(sarà disponibile un servizio di animazione per bambini)

"Mi hanno eletto: e adesso che faccio?"
Scuola Primaria "E. De Amicis", Via Mazzini a Torrita di Siena
Sabato 7 novembre 2009 dalle ore 16:30 alle 18.30

e ancora ad Arezzo, in collaborazione con la Consulta dei Genitori:
"Rappresentare i genitori: come e perché"
Aula magna dell'Istituto Tecnico Commerciale "Michelangelo Buonarroti" piazza della Badia 1 Sabato 7 novembre 2009 dalle ore 10,00 alle ore 12,00

Gli incontri, partendo da una breve ricognizione della normativa vigente, si baseranno sulla concreta esperienza dei presenti, dando ampio spazio agli esempi pratici e alle domande. In veste di relatrice Rita Manzani Di Goro, presidente dell'A.Ge. Toscana e autrice dei manuali "Come rappresentare i genitori .e vivere felici" e "Come coinvolgere i genitori" (Bignami Editore), che già da numerosi anni si occupa della formazione dei genitori impegnati nella scuola.

Questo ciclo di incontri fa seguito ai quattro tenuti in provincia di Grosseto in collaborazione con il Forum dei Genitori e l'Ufficio Scolastico Provinciale e a quello svolto a Portoferraio in collaborazione con la locale Associazione Genitori A.Ge. "Arcipelago Toscano". Altri incontri sono previsti a Carpaneto (PC) e in altre province della Toscana.


agetoscana@age.it
www.agetoscana.it
328 8424375

Redazione1
25.10.2009 12:42
Chiude la Fiera della qualità a tavola

Chiude la Fiera della qualità a tavola
Successo di pubblico per Good 2009

Obiettivo raggiunto per Good, la fiera della qualità a tavola: con un +35% di visitatori rispetto all’edizione di lancio del 2007 e +30% per il numero di espositori presenti in quartiere. Pubblico soddisfatto e partecipe per questa fiera che sostiene il settore agroalimentare e la ristorazione

UDINE - Obiettivo raggiunto: con un +35% di visitatori paganti rispetto all’edizione di lancio del 2007, si è conclusa domenica 18 ottobre a Udine Fiere la 2ª edizione di Good, la Fiera della qualità a tavola. Il segno più va messo davanti anche al numero di espositori presenti in quartiere: +30% visto che nel 2007 erano 240 e quest’anno 344. Ma a questi dati, che già delineano il successo, la validità del progetto e il futuro del Salone che ha cadenza biennale, si aggiungono altre componenti positive da non sottovalutare: maggiore e più consapevole è stato il coinvolgimento del pubblico durante la visita in Fiera; più domande agli espositori-produttori, più tempo dedicato a capire, ascoltare, imparare partecipando direttamente alle dimostrazioni, ai corsi e ai laboratori; più interesse e più attenzione sulla qualità del prodotto, fatta non solo di gusto e piacevolezza, ma anche di tutte quelle fasi che dall’origine lo accompagnano sulla nostra tavola, nella nostra bocca come ingrediente fondamentale di salute e benessere.

Un pubblico soddisfatto quello che ha visitato Good nei giorni scorsi e che oltre agli acquisti fatti in Fiera tra una vastissima offerta di prodotti unici, tipici ed eccellenti (molto appezzata e particolarmente percepita come qualità è stata l’area del Buon Mercato, realizzata in collaborazione con Slow Food), si è portato a casa quel qualcosa in più che fa la differenza: il sapere cosa c’è dietro a un alimento, dal più semplice come il pane, al più complesso e raffinato come il vino.

La soddisfazione è anche degli espositori che in tre giorni di intenso lavoro hanno potuto entrare in contatto con le esigenze e le richieste di una domanda ampia ed eterogenea per età, gusti, provenienza e settore professionale di appartenenza.

«Good è la strada giusta per rilanciare un settore chiave come l’agroalimentare e la ristorazione - afferma convinto il presidente di Udine e Gorizia Fiere Sergio Zanirato - avevamo visto giusto e con noi anche i partner che hanno sostenuto questo evento, vale a dire la Regione con Turismo Fvg ed Ersa, la Camera di commercio di Udine e una banca importante, particolarmente attiva e propositiva su questo settore come la FriulAdria Crédit-Agricole. L’importanza dell’enogastronomia e la collocazione strategica di Good sono connotati fondamentali per far sì che questa manifestazione raggiunga risultati ed evidenze ancor maggiori nell’area dell’euro-regione sviluppando potenzialità ancora inespresse. Senza nulla togliere alla miriade di micro-eventi che si svolgono sul territorio per promuovere l’agroalimentare regionale, il ruolo e l’attività della Fiera hanno presupposti, contenuti e finalità diverse che portano gli interessi delle imprese e degli operatori oltre i confini regionali e nazionali come ha saputo fare Good intercettando e raccordando gli interessi delle istituzioni e dei partner economici locali con quelli delle Camere di commercio, delle fiere, dell’ambasciate e degli Istituti per il commercio estero delle regioni di Alpe Adria. Su questa prospettiva di apertura dobbiamo continuare a muoverci insieme per svolgere pienamente quel ruolo di promozione dell’economia regionale che spetta ad una realtà fieristica come la nostra, nel cuore di una Regione che - come ha sottolineato il ministro agli Affari esteri Franco Frattini durante l’inaugurazione - “è crocevia dell’Europa” e Good ha tutte le carte in regola per essere crocevia della qualità e dei prodotti d’eccellenza della Mitteleuropa».

Soddisfazione per i risultati raggiunti da Good è stata espressa anche dall’amministratore delegato di Udine e Gorizia Fiere Claudio Gottardo, soprattutto per quanto attiene il contributo dato da questa giovane e promettente manifestazione al processo di internazionalizzazione della Fiera: «Maggiore e fortemente rappresentativa è stata infatti la partecipazione di espositori esteri rispetto al 2007 e questo evidenzia i tratti e la vocazione internazionale del Salone come baricentro di riferimento per il settore enogastronomico nell’area geografica ed economica di Alpe Adria. Il successo di pubblico va ricondotto non solo alla più ampia e internazionale offerta commerciale degli espositori, ma anche alla formula che è stata maggiormente messa a punto e curata dalla Fiera per far sì che gli oltre 100 eventi in programma siano stati tutti delle vere e proprie opportunità per essere protagonisti in Fiera ma soprattutto per essere consumatori informati e consapevoli».

Redazione1
25.10.2009 15:24
Napolitano e Letta a Napoli per Valenzi

Giorgio Napolitano e Gianni Letta il 15 novembre a Napoli per i cento anni
dalla nascita di Maurizio Valenzi
Lucia Valenzi: “L’evento sarà preceduto da un fitto programma di iniziative
nelle scuole e nei luoghi della cultura. Vogliamo tenere vivo il ricordo e
coinvolgere con il messaggio di mio padre centinaia di giovani”



Saranno il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta a concludere domenica 15 novembre
la commemorazione per i cento anni dalla nascita di Maurizio Valenzi, organizzata
dalla Fondazione Valenzi, in collaborazione con la Fondazione Premio Napoli.

L’iniziativa,sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, inizierà
alle 11 e si svolgerà nella Sala dei Baroni di Castel Nuovo, aprendo così il
programma delle celebrazioni di Maurizio Valenzi.

Condotto dal Segretario Generale della Fondazione Valenzi Roberto Race, l'evento
si aprirà con i saluti del Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino, del Presidente
della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, del Presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino e del Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo Gianni
Pittella.

Seguirà l’intervento del Presidente della Fondazione Premio Napoli Silvio Perrella
che presenterà “L’alfabeto di Maurizio”: una lettura, per voce degli attori
Mariano Rigillo e Cristina Donadio, di testi di Maurizio Valenzi, selezionati
dai figli Lucia e Marco.

Preceduto da un ricordo di Antonio Ghirelli, seguirà l’intervento di Lucia
Valenzi, che presenterà il programma delle attività future della Fondazione.


A chiusura delle celebrazioni, gli interventi di Gianni Letta e di Giorgio
Napolitano.

Nel corso dell’incontro, Napolitano consegnerà ilPremio Napoli Speciale 2009
alla memoria di Maurizio Valenzi ai figli Lucia e Marco. Sarà inoltre presentato
un libro, curato da Lucia Valenzi e Roberto Race, in cui sono raccolti i ricordi
di tanti amici ed anche avversari politici, capi di Stato e di Governo, politici,
intellettuali, imprenditori, artisti. Il volume sarà pubblicato in due edizioni:
una rilegata a tiratura limitata, stampata da Arti Grafiche Boccia, ed una
in brossura, edita da Tullio Pironti Editore.

A fine evento sarà inaugurata, nella Cappella Palatina, la mostra fotografica
“La Napoli di Maurizio”, curata da Vera Maone con allestimento progettato da
Salvatore Velotti, con immagini di alcuni tra i più importanti fotografi napoletani
.

“L’evento - dichiara Lucia Valenzi - sarà preceduto nelle scuole e nei luoghi
della cultura da un fitto programma di iniziative, che si è aperto domenica
27 settembre ad Ischia con il ricordo organizzato dall’ex eurodeputato Franco
Iacono, cui ha partecipato anche il sindaco di Torino e presidente nazionale
dell’Anci Sergio Chiamparino, e con la presentazione che si svolge oggi a Napoli
nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angiono del volume “Maurizio Valenzi.
La ragione, la passione”, realizzato dall’Istituto Campano per la Resistenza
in collaborazione con la Fondazione.

Vogliamo tenere vivo il ricordo e dare continuità al messaggio di mio padre
affidandolo a centinaia di giovani. Vogliamo dare vita ad una memoria attiva
che si traduca anche in iniziative di interesse sociale; un contributo concreto,
che pensiamo sia utile per Napoli, la città che lui ha amato e per la quale
si è impegnato.”



Per ulteriori informazioni:

Roberto Race

Segretario Generale

Fondazione Valenzi

M 3470885233- 3339064533

segreteria @ fondazionevalenzi.it
T 081 569 47 70
F 081 569 47 80



Segue il profilo della Fondazione:

La Fondazione Valenzi

Costituita nel maggio 2009 dai figli di Valenzi Lucia e Marco che ne sono anche
rispettivamente il presidente e vicepresidente, la Fondazione nasce con l’obiettivo
di tutelare e consolidare ilpatrimonio culturale e politico di Maurizio Valenzi
e di creare a Napoli un’istituzione internazionale, non schierata politicamente,
attiva nella cultura e nel sociale.

Sono coinvolte negli organi della Fondazione personalità italiane e straniere
della politica, della cultura e dell’imprenditoria, attraverso il Comitato
d’Onore, il Comitato di Indirizzo ed i Comitati Scientifici (che saranno presentati
prima dell’evento del 15 novembre). Segretario Generale è Roberto Race, Vice
Segretari Generali Luca Borriello e Alessandro Nardi, Tesoriere Luigi Caputo,
Coordinatore delle attività e Responsabile degli allestimenti Salvatore Velotti,
Responsabile delle attività culturali Gina Annunziata, Responsabile affari
europei Emilia Belfiore e Assistente della Presidenza Valentina Calvanese .

Hanno aderito al Comitato d’Onore i Presidenti Emeriti della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi e Francesco Cossiga, l’Ambasciatore del Cile negli USA Josè
Goni Carrasco, l’ex Ministro della Cultura e dell’Educazione della Repubblica
Francese Jack Lang, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri Gianni Letta, il Vicepresidente del Consiglio Superiore della
Magistratura Nicola Mancino, l’ex Presidente della Commissione Europea e già
Presidente del Consiglio Romano Prodi, il Principe Amedeo di Savoia, il Sottosegretario
al Ministero degli Esteri Vincenzo Scotti, l’ex Presidente del Parlamento Europeo
e Presidente Onorario della Fondation pour la Mémoire de la Shoah Simone Veil
e il presidente della Commissione Vigilanza Rai Sergio Zavoli.

Hanno aderito al Comitato d’Indirizzo Abdon Alinovi, Orazio Boccia, Ferdinando
Bologna, Francesco Paolo Casavola, Bice Chiaromonte Foà, Roberto Ciuni, Lidia
Croce Herling, Guido D’Agostino, Vezio De Lucia, Domenico De Masi, Roberto
De Simone, Gianfranco Dioguardi, Giuseppe Galasso, Pietro Gargano, Andrea Geremicca,
Ezio Ghidini Citro, Massimo Ghiara, Antonio Ghirelli, Ugo Gregoretti, Denis
Krief, Franco Iacono, Antonello Leone, Luigi Lombardi Satriani, Emanuele Macaluso,
Vincenzo Mattina, Gerardo Marotta, Gilberto Antonio Marselli, Aldo Masullo,
Gustavo Minervini, Antonio Parlato, Eleonora Puntillo, Ermanno Rea, Francesco
Rosi, Eirene Sbriziolo, Maurizio Scaparro, Lucien Sfez, Vincenzo Siniscalchi,
Sandro Temin e Luciana Viviani.

Welfare Italia
27.10.2009 13:58

Welfare Italia
31.10.2009 06:16

Redazione1
1.11.2009 17:09
Ora c'è bisogno di fare.........di Roberto Orsatti

Ora c'è bisogno di fare.........
Sono stati mesi importanti, importanti per il Partito Democratico, importanti per i dirigenti del partito, importanti per tutti noi, per chi ha fatto sempre politica, per chi ci si era allontanato ed ora ci si è riavvicinato, per chi si interessa di politica adesso, per la prima volta. In questi mesi si è parlato di crisi, di lavoro, di perdita di lavoro e di chi non è mai o non ha ancora raggiunto una occupazione stabile e sicura. Si è parlato di industria, di scuola, di università e di ricerca. Si è parlato del futuro e di chi si sente oppresso e vuole liberarlo o di chi vuole dare un senso al proprio futuro. C’è stata un bel po’ di gente impegnata, la maggior parte proveniente dal territorio. Le discussioni spesso sono state aspre ma senza rabbia, non c’è scoramento, c’è molta voglia di dire, di fare e di proporre. Tutti hanno voluto e vogliono giustamente dire la propria opinione, portare istanze. Ora si è votato, siamo stati in tanti, tantissimi ed è stato importante stare in fila al Gazebo vicino a persone che hanno molto in comune con te, ci ha fatto sentire vivi, importanti, molto meno soli. Due anni fa avevamo immaginato un partito come si diceva? A si “liquido” Il liquido è andato in ebollizione e stava per evaporare, Dario Franceschini ha il grande merito di aver messo il coperchio e di aver fatto capire a tanti che il PD non è una utopia perche la gente ha bisogno di vederti, di toccarti, di parlarti, di capire che ci sei, non che “si può fare” ma che tu “puoi fare” qualche cosa per loro. Ora tocca a Pierluigi Bersani continuare, c’è bisogno d’organizzazione e di circoli, sezioni, chiamatele come vi pare, non scendiamo sullo stesso piano dell’avversario, non parliamo del vago, non andiamo alla continua rissa televisiva, sono più forti sul quel piano, lo hanno dimostrato, erano anni che si preparavano e li vincono non certo per miglior dialettica o proposta ma perché riescono a non far arrivare il tuo messaggio che è migliore. Organizziamoci amici e compagni e lavoriamo, lavoriamo sodo è questo che vogliono i tre milioni delle primarie, facciamolo!

Roberto Orsatti

Welfare Italia
1.11.2009 17:09

Redazione1
1.11.2009 17:18
Il lavoro all'art. 1 della Costituzione di A.Pileggi

Il lavoro all'art. 1 della Costituzione di Antonio Pileggi
Un amico di facebook ha voluto, con cortesia, farmi notare sue critiche al modo come sia stato formulato l'art 1 della Costituzione. Testualmente, scrive: " l'italia è una repubblica fondata sul lavoro....mi sembra una amenità frutto di quel periodo di fortissimo travaglio in cui è nata la nostra costituzione.....suonerebbe molto meglio se si cambiasse in ..l'italia è una repubblica fondata sulla liberta e sul rispetto di ogni singolo individuo....lo troverei più coerente ed adatto ai tempi"...

Ho interloquito con l'amico rispondendo subito nel modo seguente:

"altro che amenità. C'è stato un gran dibattito nell'Assemblea costituente su questo articolo 1. E' un dibattito consegnato alla Storia. Le Carte Costituzionali non sono un calzino che si possano rivoltare non si sa bene perché e nell'interesse di chi (o forse si sa). La scelta del lavoro e l'intero impianto della nostra Costituzione non sono frutto di una visione "sovietica" come qualche personaggio (che non voglio chiamare in causa) vuol far credere. Basta leggere gli atti della discussione preparatoria per la scelta dell'art. 1. E basta vedere cosa hanno detto gli autorevolissimi rappresentanti di varie culture, da quella liberale a quella cattolica, a quella socialista. Fuori da questo alto dibattito, io di mio e molto umilmente ci aggiungo qualche domanda alla luce di quanto sta avvenendo in Italia dopo più di 60 anni: può esistere libertà senza lavoro? Di che libertà parliamo? Libertà per chi? E per cosa? La nostra Costituzione è impregnata di libertà. Quella vera. E i limiti alla libertà sono ben definiti. Quanto al lavoro, nella Costituzione ci sono tantissimi altri importanti principi che discendono dall'art. 1 (diritto AL lavoro, diritto DEL lavoro, etc). Il discorso sarebbe lungo. Grazie per l'attenzione e cordiali saluti."

Spero proprio di aver spiegato con parole appropriate la portata e il significato dell'art. 1, comma 1 della Costituzione.
Con nota a parte proverò a soffermarmi sul comma 2 dell'art. 1 che, guarda caso, ci dice che "la sovranità APPARTIENE al popolo". Ne dobbiamo discutere perché c'è chi sta tentando di sostenere la tesi secondo cui questa "appartenenza" valga solo per un solo giorno ogni 5 anni, cioè il giorno in cui il popolo si reca alle urne. Poi, chi venga eletto, si "appropria" della sovranità e la esercita per i successivi 4 anni, 11 mesi e 29 giorni. A buon rendere!

Redazione1
1.11.2009 17:37
Secondo appuntamento con "Nomad Voices of Central Asia"

Secondo appuntamento con "Nomad Voices of Central Asia"
Organizzatore:: ATLANTI Interazioni Culturali
Tipo: Musica/arte - Concerto
Data: mercoledì 25 novembre 2009
Ora: 20.30 - 22.30
Luogo: Roma - Teatro Palladium
Indirizzo: P.zza Bartolomeo Romano 8
Città/Paese: Rome, Italy
DescrizioneSecondo appuntamento musicale del progetto "Nomad Voices of Central Asia", a cura di Eclettica&Media in collaborazione con con l’Aga Khan Foundation e con il festival Romaeuropa, il concerto di mercoledì 25 novembre al teatro Palladium nell'ambito del Romaeuropa festival è dedicato alla tradizione della musica di corte delle regioni dell'Asia Centrale.
A sud del Kazakistan, nell’area corrispondente alle attuali repubbliche di Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan, tra il Cinquecento e il Seicento sorsero una serie di regni islamici (khanati). In questi centri fiorirono generi musicali legati alla vita sociale cittadina e di corte, eseguiti spesso da professionisti riuniti in ensemble dal carattere più stabile. La fruizione musicale, soprattutto in ambito cortigiano, rimase sempre legata agli eventi sociali, indirizzandosi tuttavia anche ad uno squisito godimento estetico.
In questa secondo appuntamento di "Nomad Voices of Central Asia", a queste tradizioni che includono brani devozionali sufi, preghiere, musica per le feste e le cerimonie, danno voce le tre cantanti Farhad Davlatov, Mahmudjon Tojibaev e Nodira Pirmatova interpretando un repertorio storicamente riservato agli uomini. Un repertorio che nel corso del tempo si è evoluto fino allo status di maqâm (canone) dell’Asia Centrale, attraverso lo studio e la riscoperta (obiettivi principali, questi, dell’azione dell’Aga Khan Music Initiative in Central Asia – AKMICA) di idiomi musicali che hanno rischiato di scomparire per sempre e che oggi vivono un’autentica rinascita. Un patrimonio che per l’ascoltatore occidentale deve il suo fascino non solo all’esotismo sonoro, ma soprattutto alla varietà e alla raffinatezza dei linguaggi musicali che vivono di estetica tradizionale e di riletture contemporanee.Secondo appuntamento con "Nomad Voices of Central Asia"
Organizzatore:: ATLANTI Interazioni Culturali
Tipo: Musica/arte - Concerto
Data: mercoledì 25 novembre 2009
Ora: 20.30 - 22.30
Luogo: Roma - Teatro Palladium
Indirizzo: P.zza Bartolomeo Romano 8
Città/Paese: Rome, Italy
DescrizioneSecondo appuntamento musicale del progetto "Nomad Voices of Central Asia", a cura di Eclettica&Media in collaborazione con con l’Aga Khan Foundation e con il festival Romaeuropa, il concerto di mercoledì 25 novembre al teatro Palladium nell'ambito del Romaeuropa festival è dedicato alla tradizione della musica di corte delle regioni dell'Asia Centrale.
A sud del Kazakistan, nell’area corrispondente alle attuali repubbliche di Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan, tra il Cinquecento e il Seicento sorsero una serie di regni islamici (khanati). In questi centri fiorirono generi musicali legati alla vita sociale cittadina e di corte, eseguiti spesso da professionisti riuniti in ensemble dal carattere più stabile. La fruizione musicale, soprattutto in ambito cortigiano, rimase sempre legata agli eventi sociali, indirizzandosi tuttavia anche ad uno squisito godimento estetico.
In questa secondo appuntamento di "Nomad Voices of Central Asia", a queste tradizioni che includono brani devozionali sufi, preghiere, musica per le feste e le cerimonie, danno voce le tre cantanti Farhad Davlatov, Mahmudjon Tojibaev e Nodira Pirmatova interpretando un repertorio storicamente riservato agli uomini. Un repertorio che nel corso del tempo si è evoluto fino allo status di maqâm (canone) dell’Asia Centrale, attraverso lo studio e la riscoperta (obiettivi principali, questi, dell’azione dell’Aga Khan Music Initiative in Central Asia – AKMICA) di idiomi musicali che hanno rischiato di scomparire per sempre e che oggi vivono un’autentica rinascita. Un patrimonio che per l’ascoltatore occidentale deve il suo fascino non solo all’esotismo sonoro, ma soprattutto alla varietà e alla raffinatezza dei linguaggi musicali che vivono di estetica tradizionale e di riletture contemporanee.

Redazione1
1.11.2009 17:40
Nomad Voices of Central Asia

Nomad Voices of Central Asia
'Bardic Divas' e 'Tengir Too' al Romaeuropa festival
Organizzatore:: ATLANTI Interazioni Culturali
Data: martedì 24 novembre 2009
Ora: 20.30 - 23.00
Luogo: Roma - Teatro Palladium
Indirizzo: P.zza Bartolomeo Romano 8
Città/Paese: Rome, Italy
Le sterminate regioni dell’Asia Centrale hanno sviluppato nel corso dei secoli una tradizione musicale multiforme che continuamente torna a sedurre il pubblico occidentale. Eclettica&Media in collaborazione con l’Aga Khan Foundation e con il festival Romaeuropa propone due concerti dove si intrecciano l’epica e la lirica, le musiche dei nomadi e quelle delle corti di paesi che, a dispetto della globalizzazione, sono ancora avvolti nel fascino del mistero.
Il primo concerto del progetto "Nomad Voices of Central Asia", che si terrà martedì 24 novembre al Teatro Palladium di Roma nell'ambito del Romaeuropa Festival, si ispira alle antiche tradizioni musicali dei gruppi nomadi che abitavano le regioni settentrionali dell'Asia Centrale. Per tali popolazioni la musica aveva una funzione fondamentale: all'epica musicale era infatti affidata la trasmissione della memoria storica, sociale e filosofica di una popolazione.
Durante questa prima serata, tale repertorio trova nelle interpreti dell'ensemble Bardic Divas (Ulzhan Baibussynova, Ardak Issataeva, Raushan Orozbaeva, dal Kazakhstan, e Byambajargal Gombodorj, dalla Mongolia) e nei Tengir-Too (Kirghizistan), artisti che alla passione uniscono lo studio di questa complessa tradizione che oggi viene tramandata anche dai gruppi divenuti ormai stanziali ma che non hanno rinunciato alla loro cultura nomade.

Redazione1
1.11.2009 22:29
La Solvay a Spinetta

Mentre attendiamo che la Magistratura apra un altro prioritario filone di indagine per il gravissimo inquinamento da PFOA acido perfluorottanoico in atto a danno dei fiumi e dei lavoratori: come documentato nel nostro esposto anche con le analisi del sangue dei dipendenti, con soddisfazione rileviamo che la Procura della Repubblica di Alessandria, con i suoi 38 indagati per avvelenamento doloso e mancata bonifica (fino a 15 anni di reclusione), ha accolto i tre punti cardine dell'altro esposto presentato l'anno scorso da Medicina democratica. Vale a dire: 1) non solo cromo esavalente ma almeno altri 20 veleni tossici e cancerogeni sono sotterrati per 500 mila metri cubi (o forse il doppio?) sotto lo stabilimento di Spinetta Marengo. 2) La Solvay (e prima di lei Arkema) ne era perfettamente a conoscenza, come tutti, e più di tutti: non a caso avendo acquistato il complesso chimico per un tozzo di pane. 3) La Solvay ha nascosto e contrabbandato le discariche, ha ingannato le amministrazioni e omesso la bonifica.
Dunque le aziende dovranno pagare i danni alle persone, alle falde, agli acquedotti, e soprattutto i costi della bonifica, intendendo per bonifica -aggiungiamo noi- l'eliminazione dei veleni sotterrati e giammai il costoso piano AMAG di inutile "lavaggio" delle acque.

Come avevamo annunciato nel nostro esposto, al processo per il disastro ecologico ci presenteremo quale parte civile, insieme agli ammalati e ai famigliari dei cittadini e dei lavoratori deceduti. In quella sede cercheremo di individuare, insieme alle responsabilità dei dirigenti aziendali, anche le responsabilità di amministratori ed enti di controllo pubblici. Responsabilità penali, perché quelle morali e politiche sono evidenti: se i politici avessero realizzato l'Osservatorio ambientale della Fraschetta da noi rivendicato da 30 anni, non saremmo arrivati a questo drammatico punto: le indagini idrogeologiche ed epidemiologiche erano infatti al primo punto dell'Osservatorio. Se i sindacati avessero sostenuto l'Osservatorio piuttosto che le direzioni aziendali, avrebbero difeso i posti di lavoro del futuro.

Lino Balza Medicina democratica

Redazione1
2.11.2009 19:33
naugurazione "Il mio amico Sole" a Frosinone

Invito speciale - inaugurazione "Il mio amico Sole" a Frosinone
Organizzatore:: Vogliamo cambiare il mondo in meglio. Sognatori di tutto il mondo uniamoci.
Data: sabato 7 novembre 2009
Ora: 16.00 - 21.00
Luogo: Frosinone, via Mola Vecchia, 2 - palazzi di vetro dietro lo Stadio
Questo è un invito speciale per te.
Sabato 7 novembre alle ore 16.00 ci sarà l'inaugurazione del primo negozio "Il mio amico Sole".
Questa attività si dedicherà a tutto ciò che riguarda le energie rinnovabili, il risparmio energetico, la bioedilizia e tutto ciò che può far bene all'ambiente e al futuro dei nostri figli.
Alle 17.00 terrò una conferenza sulle energie rinnovabili.
I motivi per venire sono tantissimi:
1) Potresti imparare cose nuove
2) Possiamo incontrarci
3) Puoi essere interessato a collaborare con me in qualche modo
4) Puoi essere interessato a capirci di più sui contributi statali
5) Potresti voler fare un impianto e cerchi un interlocutore fidato
6) Puoi incontrare tanta gente interessante
7) Potresti essere interessato ad avviare un negozio "Il mio amico Sole" nella tua città
8) ,,, o anche solo per passare del tempo insieme
Porta gli amici se vuoi... si divertiranno.
Ti aspetto
Un abbraccio
Valter Romani

Redazione1
7.11.2009 15:40
Exposcuola & YOUng 2009

Exposcuola & YOUng 2009
www.giovaniprotagonisti.org <http://www.giovaniprotagonisti.org/>

Provincia di Padova e reti scolastiche di orientamento: scegliere del
proprio futuro non è più un salto nel vuoto.**

Liceo classico o scientifico? E se fosse un istituto per geometri?
Però diventare perito chimico...

Sono questi i dubbi che molti dei nostri giovani, e le loro famiglie,
devono affrontare prima di terminare gli studi secondari di primo
grado.

Dubbi e domande che non sempre lasciano ragazzi e genitori sereni
nella scelta finale.

E allora perchè non chiedere una mano?

Dal 2001 la Provincia di Padova ha collaudato un efficace sistema per
l’orientamento scolastico, composto da otto reti territoriali (e
coinvolgente 118 tra scuole medie inferiori, scuole superiori e centri
di formazione professionale del Padovano, circa il 70 per cento del
totale), per offrire ai ragazzi e alle loro famiglie numerosi servizi
utili per scegliere, e mantenere, il percorso scolastico e formativo
più appropriato.

L’obiettivo primario del servizio offerto dalla Provincia è quello
di presentare al meglio l’intera offerta scolastico-formativa del
territorio, dai vari indirizzi proposti dagli istituti superiori fino
alla formazione professionale e all’apprendistato, per fare in modo
che la scelta sia la più consapevole possibile.

Un’altra azione importante è contrastare il fenomeno della
dispersione scolastica, attraverso la realizzazione di percorsi di
riorientamento e rimotivazione per gli studenti delle superiori e dei
centri di formazione professionale che non sono soddisfatti della
strada intrapresa.

Le otto reti di orientamento si occupano anche di favorire
un’adeguata scelta della facoltà universitaria o guidare i ragazzi
verso un impiego che corrisponde alle loro maggiori aspirazioni.

Se le reti territoriali operano dal 2001, è da un paio di anni che
esiste un coordinamento, finanziato dalla regione Veneto, che si
occupa di tenere le fila di questo collaudato sistema.

Se il sito www.orientapadova.it <http://www.orientapadova.it/>
contiene alcune informazioni su ciascuna delle otto reti territoriali,
Exposcuola & YOUng 2009 è l’appuntamento fondamentale per conoscere
il dettaglio di questa offerta scolastica e formativa presente sul
territorio.

Redazione1
7.11.2009 15:43
Impatto ambientale per inceneritori

CALCOLO DELL'IMPATTO SANITARIO
CORRELABILE AL FUNZIONAMENTO DELL'INCENERITORE DA 103.000 TONNELLATE/ANNO DI
RIFIUTI SOLIDI URBANI PREVISTO A TRENTO.

Il dibattito sui rapporti fra inquinamento ambientale e salute soffre in
Italia di un alto tasso di provincialismo scientifico-culturale, per cui,
ogni volta che si affronta il problema dell'impatto ambientale e sanitario
di un inceneritore, si mette in dubbio il rapporto emissioni >
inquinamento > danni alla salute, trascurando linee guida internazionali che
ormai su questo argomento hanno scritto parole inequivocabili, grazie a
studi molto complessi (basti pensare al progetto europeo Externe o a quelli
della scuola di salute pubblica dell'Università di Harvard (39), che sono in
grado di determinare con certezza questo tipo di rapporto e anche di
quantificarlo in termini di costi economici.
Nel nostro Paese, invece, chi propone la realizzazione di un insediamento
altamente inquinante, si può permettere di dichiarare, senza tema di cadere
nel ridicolo, che l'impatto ambientale è nullo o quasi, così come le
conseguenze sulla salute.
Ecco allora che amministrazioni locali, spesso dietro la spinta di comitati
civici preoccupati per i rischi sanitari connessi, commissionano studi
spesso inadeguati, e, qualora questi studi, inadeguati, rassicurino
sull'inesistenza di un rischio sanitario, si giunge invariabilmente alla
conclusione, errata, che non esiste impatto, mentre invece la causa è da
ricercarsi nell'inadeguatezza dello studio stesso, che non è in grado di
mettere in evidenza il danno per la salute.
Contemporaneamente si propongono studi di monitoraggio ambientale ed
epidemiologico, spesso anch'essi inadeguati, per verificare l'assenza di
conseguenze per la popolazione.
Tutto questo modo di procedere, spesso avvallato anche dalle istituzioni
preposte alla protezione dell'ambiente e della salute (ARPA, ASL, Ordini dei
Medici) è da considerarsi errato, perché, allo stato attuale, i danni di un
inceneritore sono prevedibili a priori in base alle metodiche scientifiche a
nostra disposizione, e non è necessario ricorrere a studi "fatti in casa"
per capire concetti che già ampiamente fanno parte della letteratura
scientifica internazionale.
Sappiamo, infatti, che per qualunque tipo di inceneritore, anche dell'ultima
generazione, a parte i costi dovuti al riscaldamento globale, causati dalle
emissioni di CO2, CH4 e NO2, più del 95% dei costi esterni sono dovuti
all'impatto sulla salute, specialmente in termini di mortalità. La morbilità
(principalmente bronchite cronica, ma anche asma, perdita di giorni
lavorativi, ricoveri ospedalieri ecc.) ammonta ad almeno un terzo dei costi
causati da PM10, NOx e SO2. (32)
Questi costi sono correlati o alle tonnellate di rifiuti bruciati, tenendo
conto dell'attuale normativa Europea maggiormente restrittiva (32), o in
base alle emissioni previste (per gli inceneritori in progetto), o
dichiarate (per quelli già esistenti e funzionanti) di sostanze inquinanti
(39).
In base agli studi Externe della Comunità Europea, l'incenerimento di 103
000 t/anno di rifiuti può comportare una spesa per i danni provocati alla
salute di 2.183.600 Euro.
Dopo 20 anni di attività, pari alla combustione di 2.060.000 tonnellate di
rifiuti, la spesa sanitaria provocata sarà stata di 43.672.000 euro.
A queste cifre si giunge tramite una quantificazione della spesa ottenuta in
base ad una sorta di "tariffario", che prevede diecimila euro per ogni punto
di Q. I. perso nei bambini, cinquantamila euro per ogni anno di vita perso
ecc.
Questo significa, per fare un esempio, che se si tramutassero le cifre da
milioni di euro in anni di vita persi, si arriverebbe, nei 20 anni di
attività prevista per l'inceneritore, alla perdita di ben 873 anni di vita
(essendo pari a cinquantamila euro il costo attribuibile alla perdita di un
anno di vita).
Ora è su questi dati, e non su altri, che chi deve decidere se costruire un
inceneritore di rifiuti solidi urbani deve basare le proprie scelte. La
cittadinanza esposta deve essere debitamente informata, per sapere quale sia
veramente l'elevatissimo prezzo da pagare, chiedendosi se è realmente
disposta ad immolare una cifra così mostruosamente elevata di anni di vita
solo per aver scelto una metodologia di trattamento dei rifiuti altamente
nociva per l'uomo.
La metodica sviluppata presso la Scuola di Salute Pubblica dell'Università
di Harvard (39), allo scopo di studiare i danni alla salute provocati dalle
emissioni delle centrali a carbone, può essere applicata anche agli
inceneritori, perché si limita a stimare il danno causato dai 3 inquinanti
principali che sono PM 2,5, SO2, NOx. (cfr tabella).
Pertanto, disponendo di questi dati di emissioni, si può risalire ai costi
esterni di tipo sanitario stimati per quella determinata fonte di emissioni.
In queste osservazioni ci limiteremo soltanto alla valutazione dei costi
sanitari correlati alle emissioni dei 3 inquinanti considerati dallo studio
di Harvard, pur essendo evidente che in questo modo una parte dei danni
sanitari dovuti alle altre cause non viene stimata.
La tabella riporta la mortalità in dollari per ogni tonnellata di inquinanti
emessa.
Moltiplicando le quantità emesse per le cifre in dollari riportate si
ottengono i costi sanitari stimati riferibili a questi inquinanti.

INQUINANTEMORTALITA' IN DOLLARI PER TONNELLATA DI INQUINANTI EMESSA
PM 2,5 PRIMARIE30.000500.000
SO2 6.000 50.000
Nox 500 15.000


La marcata variabilità di costi stimati dipende dalla differente
localizzazione delle fonti di inquinamento: una fonte di inquinamento posta
al centro di una zona a bassa densità di popolazione avrà costi sanitari
minori rispetto ad una posta in aree ad altra densità di popolazione.
In base ai dati riportati nel progetto per l'inceneritore di Trento, si può
risalire ad un costo indicativo, causato dai soli tre inquinanti succitati,
con una variabilità da un minimo di 293.000 dollari ad un massimo di 2.700
000 dollari/anno.
· PM 2,5: 1.9 ton/anno: da 57.000 a 950.000 dollari
· NOx: 38 ton/anno: da 19.000 a 570.000 dollari
· SO2: 23.6 ton/anno: da 217.600 a 1.180.000 dollari

Poiché lo studio vale per gli Stati Uniti, dove la densità della popolazione
è estremamente più bassa che in Italia (circa 6,5 volte), si può ipotizzare
che i costi sanitari di un inceneritore come quello di Trento siano almeno 6
volte maggiori rispetto ai valori minimi e massimi stimati.
Infatti gli effetti degli inquinanti sulla salute dipendono in maniera
precipua dalla densità della popolazione esposta.
Pertanto i costi per la situazione italiana andrebbero così ricalcolati: da
1.758.000 a 7.080.000 dollari all'anno.
Per l'area di Trento appare molto cautelativa una stima intermedia dei costi
sanitari pari 4.419.000 dollari all'anno, pari a 88.380.000 dollari dopo 20
anni di attività.
A questi costi vanno aggiunti i danni dovuti ai microinquinanti (metalli
pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine) e quelli dello
smaltimento delle ceneri derivanti dalla combustione dei rifiuti: per ogni
3-4 ton di rifiuti si ottiene circa 1 ton di ceneri. Queste ceneri vanno
smaltite in discariche speciali per rifiuti tossici nocivi, che sono più
costose e pericolose delle altre discariche.
La Germania e la Svizzera mettono le ceneri volatili dentro sacchetti di
nylon immagazzinati in miniere di sale. In Giappone alcuni inceneritori
vetrificano le ceneri. In Danimarca le spediscono tutte in Norvegia.

Welfare Italia
16.11.2009 16:31

Redazione1
23.11.2009 12:25
Genova . Parcheggi in centro.

Genova . Parcheggi in centro. Piazza dante e l'urbanistica dell'ingorgone.
La ventilata costruzione del parcheggio in piazza Dante si avvia a
incarnare perfettamente la politica urbanistica fatta di annunci,
certezze e rapide ritirate di cui e' piena la ( breve ) storia della
nostra Sindaco, Vogliamo ricordare qui gli annunci programmatici della
" nuova stagione " : niente parcheggi in centro, prevalenza del
trasporto pubblico, cura del ferro.
Dopo una rapida approvazione del Pum - piano della mobilità -
( per altro predisposto dall'assessore Merella
punta di diamante della vecchia stagione ) l'arretramento e' stato a
tuttocampo. Il tram da Brignole a Molassana s' e' perso per strada, le
corsie gialle si son fermate e son state aperte ai motociclisti, le
bici elettriche sono sparite dallo scenario cittadino sopravvivendo in
sparute unita' per i fan irriducibili, dell'Acquasola da salvaguardare
sono rimasti gli annunci mentre la Amministrazione continua a
costituirsi in tribunale contro i difensori del parco.
Ed ecco che torna in pista il mega parcheggio sotterraneo in piazza Dante,
parcheggio e' bene dirlo, decisamente avversato a parole dalla
Amministrazione coerentemente al suo programma. E puntualmente e' avvenuta
la ritirata davanti alle argomentazioni dell' architetto Grattarola e dei suoi
committenti.
Partito del cemento? Ma certo! Ha sempre governato Genova
e la Liguria non sara' certo la flebile voce di una sindaco (avversata da
sempre dai dirigenti del suo stesso partito che certamente non la volevano)
in arretramento su tutti i fronti a fermare l' ennesimo scempio
camuffato da riqualificazione e servizi ai residenti nel centro
storico.
Due bufale al prezzo di una.
La prima e quella che dice: riqualifichiamo la piazza lasciata al
degrado. Ma chi sono i responsabili? E lampante: l'Amministrazione che
ha tollerato che una piazza storica diventasse un parcheggificio
caotico in mano a centinaia di motociclisti che parcheggiano in ogni
pertugio in barba alle regole e con la complice copertura della
Polizia Municipale che non vede e non sente e sopratutto non multa
infischiandosene che giovani anziani handicappati e passeggini per
attraversare siano costretti a slalom pericolosi invadendo gli spazi
delle automobili di passaaggio. Ma si sà, in Italia c' e' chi ha diritti
e chi ne ha di piu. Ed ecco che una ipocrita commistione di tecnici
imprenditori e amministratori spaccia per riqualificazione un affare
utile solo a loro.
E i residenti, i residenti dove li mettiamo?
Anche la retorica e demagogia per coprire gli affari. I soli residenti
nel centro storico sono oltre 25.000. Se ci aggiungiamo i clandestini
e i lavoratori che ci gravitano andiamo a raddoppiare. Ora neanche un
urbanista della sagra di guerre stellari puo' pensare di creare 50.000 posti
macchina nel centro storico di Genova ( le statistiche ci dicono che abbiamo
una macchina per persona nella nostra città, a cui possiamo aggiungere moto,
motorini e quant'altro di mobile ).E' evidente quindi che dietro alla
retorica del levare le macchine dalle piazze e di garantire i diritti dei
residenti e dei lavoratori c'è ben altro: la copertura di una pratica
speculativa a favore della lobby del cemento. Il prezzo di vendita 100.000 a
box ( prezzo degli ultimi box costruiti in centro ) taglia fuori il 90% dei
residenti che non possono certo pagare quei prezzi e nello stesso tempo
scarica i disagi su tutti i cittadini , che dovranno sorbirsi fumi e
ingorghi senza nulla in cambio, né spazi pubblici per la vivibilità, né un
servizio di trasporto modulare ed adeguato alle esigenze di chi lo paga (
il 90% di cui sopra ).
La logica degli spazi pubblici e il sistema di mobilità e accessibilità, nel
rapporto tra zone per pedoni e zone per auto private e mezzi pubblici,quando
mai verrà definita?
Com'è possibile inserire nei sotterranei di piazza Dante mille posti-parcheggio,
70% moto e 30% auto,di cui in maggioranza a rotazione, senza aver valutato in
anticipo gli effetti che questo pesante e ingiustificato intervento avrà sull'ambiente
del centro storico e della città di Genova?
L'Urban Lab ci assicura che finalmente saranno adottati nella formazione del nuovo
piano urbanistico i principi e metodi della VAS.
Bene! Perché non hanno cominciato ad applicarli a questo Park di piazza Dante e
agli altri interventi già approvati, come quello del Galliera o in corso di approvazione,
come quello abnorme di Erzelli?
Sono principi e metodi, ben inteso, che non solo discendono da una direttiva europea del 2001, ma soprattutto sono coerenti con l'attuale proposta di legge sulla VAS della Regione Liguria.
Si tratta proprio di ribaltare la prospettiva, procedere con la generalizzazioni delle
pedonalizzazioni ( era prevista quella di largo XII ottobre, si potrebbe
farlo in piazza Dante e altrove ) che in San Lorenzo, al Quadrilatero, in
San Vincenzo hanno portato socialità, ricchezza e qualità ambientale, si potrebbe
garantire ai residenti e ai lavoratori una possibilità di accesso con mezzi
pubblici potenziandone le infrastrutture e la qualità, ma soprattutto
cominciare a pensare in maniera europea alla mobilità, e badate quando diciamo
europea non diciamo ambientalista, non diciamo di destra o di sinistra, ci muoviamo
proponendo linee urbanistiche e di mobilità approvate dall'Unione, quelle che portano avanti la pedonalizzazione dei centri storici, la prevalenza del mezzo pubblico, il blocco della costipazione cementizia, la qualificazione ed espansione del
verde. A Milano con un accordo tra Claudio Abbado ( che fara' in cambio un
concerto alla Scala ) e il comune verranno piantati 10.000 alberi ( regia di
Renzo Piano ) anche in piazza Duomo. A Genova non abbiamo ancora un
regolamento del verde, non voluto dalla precedente giunta e rifiutato dagli
stessi tecnici che ora gestiscono la " riqualificazione " senza regole e
diritti scritti.
Per fare questo sarebbe necessario una grande operazione partecipata, come
con la gronda, sarebbe necessario che fossero messi a disposizione dei
cittadini i numeri dei flussi, le analisi costi benefici, i dati ambientali
e sanitari, che venisse riesumato dalle cantine di tursi il risultato del concorso
di idee sulla sistemazione della piazza che ha visto coinvolti architetti e ingegneri
e che tutto questo venisse assunto e trasformato in piani
urbanistici, del verde, della mobilita', del commercio, piani verificati e partecipati
secondo i principi e metodi della VAS.
Ma tutto cio' è fortemente osteggiato dal partito del cemento che in maniera
bipartisan cerca di imporci a colpi di varianti e di regole che non ci sono, una idea di
città che serve solo agli interessi dei pochi e dei loro servitori e che si
prende la vita e il futuro di generazioni di genovesi.
betty taglioretti
ester quadri
giovanni spalla
vittorio bigliazzi
andrea agostini

del circolo nuova ecologia legambiente genova

Welfare Italia
23.11.2009 12:25

Redazione1
23.11.2009 20:32
Insoddisfatti dalle risposte di Cannatelli:

Insoddisfatti dalle risposte di Cannatelli: la relazione del direttore generale di Niguarda non basta a fugare i nostri dubbi sulla gestione dell'ospedale svelata dagli ispettori ministeriali
Siamo insoddisfatti perché le spiegazioni del dottor Cannatelli non fugano i dubbi sulle irregolarità sollevate dagli ispettori del ministero dell'Economia sulla gestione dell'ospedale Niguarda e sul progetto di riqualificazione".
Lo dichiara Carlo Monguzzi, Consigliere regionale Verdi e democratici, commentando l'incontro di oggi in Commissione regionale sanità con il direttore generale di Niguarda Pasquale Cannatelli, che ha sintetizzato le ragioni per le quali ritiene infondati tutti gli addebiti sollevati dagli ispettori ministeriali sulla gestione 2007 e 2008 dell'ospedale milanese.
"Rimaniamo in attesa di leggere tutte le controdeduzioni, ma fin d'ora - spiega Monguzzi - non possiamo che ritenerci insoddisfatti. La relazione degli ispettori ministeriali (ritenuta illegittima da parte di Formigoni) ha svelato, tra l'altro, alcune indiscutibili verità: 1) tra la Regione, le aziende ospedaliere e gli enti pubblici del Servizio sanitario Lombardo, ad esempio gli Irccs, vi sono flussi di denaro che non trovano giustificazione né nella misura né nella motivazione 2) si sono create società che non hanno alcuna apparente utilità 3) è stata retribuita una consulenza che non trova giustificazione, quella al dottor Maurizio Mauri 4) vengono utilizzati fondi destinati alla spesa corrente per l'assistenza sanitaria per scopi e finalità diverse".
"I consiglieri regionali - conclude Monguzzi - attendono ancora che vi sia chiarezza su queste modalità di gestione e su questi rapporti ma soprattutto su come sia possibile che queste società regionali abbiano piena libertà di retribuire professionisti e subappaltare compiti e lavori senza alcun possibilità di controllo".


L'Ufficio stampa

Marcello Volpato
Consiglio regionale della Lombardia
Gruppo Verdi e Democratici
Tel 02 6748.2232 Fax .2848
mob 333 3417564
Via Fabio Filzi 29 - 20124 Milano

Milano, 23 novembre 2009

Welfare Italia
3.12.2009 23:05

Redazione1
6.12.2009 21:36
Grave attentato a Mogadiscio

GRAVE ATTENTATO A MOGADISCIO. UN ATTENTATO ALLA SPERANZA.
INTERSOS esprime ferma condanna e le piu vive condoglianze per la morte degli studenti, docenti, ministri e operatori della comunicazione.
Il commento di Nino Sergi
La Somalia continua a perdere i suoi figli migliori. Un paese in agonia. Una nazione che non si riconosce piu, tanto e' cambiata, in una lenta decomposizione che porta con sé sofferenze, lutti, disperazione, esodi di persone, da quasi vent’anni.
E’ per noi il simbolo del fallimento della politica, del trionfo dell’insipienza internazionale, della sconfitta dell’intelligenza (prendendo la definizione da Angelo Del Boca). Superficialita ed errori sistematici, arroganza, incapacita di analisi e lettura della realta, mancanza di serieta nella valutazione ed autocorrezione, con una presenza “assente”, un impegno “disimpegnato” e comunque centrato sempre su interessi diversi da quelli somali.
I somali ci hanno messo del loro, certamente, con le loro continue lotte intestine, la bloccante visione clanica, divenuta man mano smodata visione dell’interesse personale, la svendita della propria cultura e della propria liberta. Ma anche l’”aiuto” esterno ha approfittato di questo smarrimento, approfondendo il baratro in cui la Somalia stava precipitando.
Ahmed Wayel, Ibrahim Addow, Qamar Aden, Suleyman Roble, quattro ministri; Mohamed Shahiid ottimo medico e microbiologo; Mohamed Amin giornalista di radio Shabelle e Hussein Zubeyr di al Arabiya; almeno una decina di studenti in attesa di ricevere il diploma di laurea nella cerimonia organizzata dalla facolta di medicina all’Hotel Shamo di Mogadiscio. Tutti uccisi dalla bomba umana infiltratasi in mezzo a loro. Altri, tra medici, studenti e invitati sono gravemente feriti.
Ci si e' abituati ai morti, a Mogadiscio. Le raffiche dei kalashnikov e i colpi delle granate non fanno piu paura, nella speranza di non esserne colpiti. Questa volta e' proprio la speranza, quel minimo di speranza che ancora restava, che si e' definitivamente spenta. Si tratta di giovani neo laureati, a Mogadiscio. Si stava cioe assistendo ad un miracolo. Un vero miracolo, costruitosi negli anni, con grandi sacrifici, impegno, perseveranza, coraggio. E’ stato distrutto, in un momento, per sempre.
Ancora una volta staremo a guardare. Inorriditi per qualche ora, per il tempo di qualche comunicato, per poi guardare da un’altra parte. Senza accorgerci che la Somalia, quella Somalia dove si parla ancora italiano, dove c’e' gente che guarda ancora a noi (sempre meno, ormai) e ai nostri valori, pur sentendosi tradita, abbandonata, da noi italiani, dalla ormai insignificante “comunita internazionale”. Non ci accorgiamo che la Somalia, senza che i somali lo vogliano (e per questo lanciano un ultimo grido disperato) sta diventando, giorno dopo giorno, un nuovo
Afghanistan, quello dei metodi e della cultura talebana. Metodi e cultura che, sempre senza volerne prendere coscienza, si sono cosi avvicinati di qualche migliaia di chilometri a questa parte del mondo. Ma noi abbiamo altro a cui pensare. L’intelligenza continua ad essere sconfitta e molti di noi, purtroppo, ne sono anche fieri. Auguri, allora. Si puo continuare a ballare anche se la nave sta affondando.

Nino Sergi
INTERSOS, 3 dicembre 2009

Welfare Italia
6.12.2009 21:36

Redazione1
6.12.2009 21:38
Campagna pro barboni di Telefono Blu,

Campagna pro barboni di Telefono Blu, l'opinione di Soldà .
Il vicepresidente dell'Italia dei Diritti:" Fondamentale il ruolo degli enti locali"
Roma, 3 dicembre 2009- "L'encomiabile cordialità dei cittadini romani non deve sostituire il ruolo degli enti locali". Questa la nota del vicepresidente dell'Italia dei Diritti Roberto Soldà in merito all'appello dell'associazione di consumatori 'Telefono Blu', che lancia la campagna 'Adotta un barbone', affiancandosi ad analoghe iniziative da anni appannaggio quasi esclusivo di organizzazioni cattoliche come Caritas e Comunità di Sant'Egidio.
" E' lodevole - ha poi aggiunto l'esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - il fatto che soggetti del Terzo Settore si mobilitino per dare assistenza ai bisognosi, ma sono le istituzioni a dover farsi carico per prime delle situazioni di indigenza e marginalità sociale. Devo purtroppo constatare l'insufficiente supporto da parte degli amministratori nel rendere attuabili politiche di sostegno e di assistenza".
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Valentina De Cave- Michele Ferrelli
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 - 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web www.italiadeidiritti.it

Redazione1
6.12.2009 21:41
Il sindacto e i diritti sociali

IL SINDACATO E I DIRITTI SOCIALI NELL’UNIONE EUROPEA
Dopo le sentenze nei casi Laval, Viking, Rüffert, Lussemburgo
In occasione della presentazione dei volumi:
Bruno Veneziani e Amos Andreoni (a cura di), Libertà economiche e diritti sociali nell’Unione europea (Ediesse 2009) - Umberto Carabelli, Europa dei mercati e conflitto sociale (Cacucci 2009)

Roma, venerdì 11 dicembre, ore 14.30
Sala Santi – CGIL Nazionale, Corso d’Italia 25
Presiede
Silvana Sciarra, Università di Firenze

Presentazione dei volumi
Giuseppe Bronzini, Magistrato, Corte di Cassazione
Interventi programmati
Thomas Blanke, Università di Oldenburg
Walter Cerfeda, Segretario CES
Antonio Lo Faro, Università di Catania
Massimo Luciani, Sapienza Università di Roma
Nicola Nicolosi, Responsabile Segretariato Europa CGIL

Conclusioni
Nicoletta Rocchi, Segretaria confederale CGIL

Un’iniziativa promossa da Segretariato Europa CGIL, Consulta Giuridica CGIL, Casa editrice Ediesse, Cacucci editore.

Redazione1
6.12.2009 22:40
Vuoto indietro diventa proposta di legge,

Vuoto indietro diventa proposta di legge, Vedova soddisfatto. Il responsabile per l'Ambiente dell'Italia dei Diritti: "Il riciclo e il riutilizzo sono pratiche sostenibili, le uniche in grado di garantire il rispetto ambientale"

Roma, 3 dicembre 2009 -"Una buona strategia che permette di rispettare l'ambiente, produrre meno rifiuti ed emissioni di C02". Alberto Maria Vedova, responsabile per l'Ambiente dell'Italia dei Diritti ha commentato così "Vuoto Indietro", la proposta di legge presentata ufficialmente ieri alla Camera, firmata dall'Onorevole Antonio Mazzocchi, Questore della Camera dei Deputati, e dall'Onorevole Fabio Gava, membro della X° Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. La proposta di legge, promossa da Italgrob - Federazione Italiana Grossisti e Distributori di Bevande, intende promuovere e stimolare il ritorno volontario all'utilizzo di contenitori in vetro "a rendere" mediante l'istituzione di vere e proprie filiere di recupero degli imballaggi, la creazione di sistemi di cauzioni più moderni, ma soprattutto l'incentivo, per i soggetti aderenti, di sgravi fiscali sulla Tarsu e dilazioni di pagamento dell'IVA. Per arrivare alla proposta di legge sono serviti tre anni di trattative e analisi che hanno visto la stretta collaborazione di realtà come Fipe-Confcommercio, Legambiente, Sanpellegrino, Peroni, Pago, Savno, gestore dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano, riuniti nel Comitato Vetro Indietro e coadiuvati dal supporto scientifico dell'Università Ca' Foscari di Venezia. "L'Italia dei Diritti - ha continuato il responsabile del movimento che fa capo ad Antonello De Pierro - appoggia sempre queste iniziative che possono permettere al nostro Paese di mettersi al passo degli altri Stati europei. Il riciclo e il riutilizzo sono pratiche sostenibili, le uniche in grado di garantire il rispetto ambientale".

Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetto Stampa
Luigi Petullà
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli
Via Virginia Agnelli, 89 - 00151 Roma
Tel. 06-97606564; cell. 347-7463784
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web: www.italiadeidiritti.it

Redazione1
6.12.2009 22:50
Il reality scolastico su "Rai Educational"

Il reality scolastico su "Rai Educational"
Gli studenti della 4B "seguiti" anche a casa, in palestra ed in una serata al pub Road 66
Il Costa di Lecce è una scuola "FuoriClasse"
...parola di Rai Educational!
Una settimana di riprese per un docu-racconto di 30 minuti
sul reality scolastico "Class Action" inventato dalla scuola salentina
I docenti lo sapevano da tempo, ma per gli alunni della classe 4B dell'Istituto "Costa" di Lecce è stata una vera e propria sorpresa vedersi entrare in aula (e nella loro vita) il gruppo di Rai Educational, giunto a Lecce per realizzare un'intera puntata della famosa trasmissione "FuoriClasse - Canale Scuola-Lavoro" - (www.fuoriclasse.rai.it) sul reality scolastico formativo inventato presso la più antica scuola tecnica del Salento.
La troupe, guidata dal regista Massimo Terranova e comprendente i tecnici Marcello Di Noto, Alessandro Gugliara e Floriana Cosentino, è giunta a Lecce lunedì scorso ed è ripartita a fine settimana, dopo aver ripreso tutte le situation necessarie per raccontare al grande pubblico lo svolgimento del rivoluzionario reality scolastico "Class Action - Azione di classe per fare impresa" - www.classactionreality.it.
A spingere i curatori della trasmissione a realizzare una puntata sull'attività della scuola leccese è stato l'interessante sbocco occupazionale che il reality offre, in quanto gli studenti, una volta terminati gli studi, potranno proseguire il "gioco" applicando nel mondo reale tutto ciò che hanno acquisito in termini di capacità imprenditoriale e di marketing know-how. Ricordiamo che il reality ha come contenuto la spinta e la crescita del brand "Repubblica Salentina" ed è composto da dieci micro società che si occupano di altrettanti aspetti dedicati alla promozione del territorio (turismo, prodotti, musica, eccellenze, gadget, formazione, etc.).
Nei diversi giorni di permanenza sono stati intervistati i docenti della classe ed il dirigente Nicola Greco, anche se i veri protagonisti sono stati i 26 alunni della classe coinvolta quest'anno nel game formativo. Le telecamere hanno seguito i ragazzi durante il loro lavoro a scuola, sia in aula che nell'attrezzato laboratorio di informatica, dove si svolge la maggior parte delle mansioni richieste per "gareggiare" al reality. Ma le scene non si sono fermate lì, la troupe ha infatti esplorato anche le varie realtà legate alle attività esterne alla scuola, sia quelle richieste dal game (interazione con gli artigiani ed i commercianti della città) che quelle relative alla vita extrascolastica di alcuni alunni, sono andati infatti un pomeriggio a casa di Federica, alla scuola di canto di Michela e all'allenamento di pallavolo di Roberta. Il picco del divertimento si è però avuto quando le telecamere della Rai sono entrate giovedì sera presso il noto pub Road 66 per seguire gli alunni della 4B che avevano il compito di "studiare" ed incontrare una band salentina di musica country e west coast che si esibiva presso il locale. Questa azione fa parte della cura da parte dei ragazzi del portale "Rusci Nosci", il sito che intende promuovere la musica "made in Salento".
Questi i nomi dei giovani "protagonisti" del Costa: Martina Barba, Marco Barletti, Alessandro Bisconti, Elisabetta Caretto, Fatima Chaddadi, Andrea Contino, Roberta Cosimo, Gregory Dell'Angelo Custode, Antonio De Pascalis, Tommaso Ingrosso, Matteo Leone, Marco Leuzzi, Albino Manca, Alessia Mancarella, Federica Mazzotta, Michela Mazzotta, Gianmarco Morello, Valentina Panarelli, Luca Parlangeli, Matteo Perrone, Martina Rizzello, Michela Romito, Giorgia Strafella, Irene Suffianò, Eleonora Tortora, Ismaela Trevisi.

I.T.C. "Costa"
Piazzetta De Sanctis, 10 - 73100 Lecce
Tel. 0832/306014 - Fax: 0832/303935
www.costa.clio.it - itc.costa@clio.it

Redazione1
6.12.2009 23:04
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini

L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Sarà pur vero che lui "la Puglia la gira su e giù da quando questi ragazzi
non erano ancora nati", come ha rinfacciato con stizza Massimo D'Alema a
quegli irrispettosi Giovani Democratici, rei di aver evidenziato, con quanta
puntualità, la storia del "popolo dei fax" torni sempre a ripetersi, quando
di mezzo ci sono i suoi baffi. Altro che discontinuità e rinnovamento della
politica.
La segreteria regionale e i delegati del Pd decidono di ricandidare Nichi
Vendola alla presidenza della Regione Puglia, e Roma o la Direzione Centrale
del partito virano vele e timone da tutt'altra parte. Puntando le sorti di
questa regione sul tavolo verde di strategie nazionali, che ne vedono i
destini segnati e perennemente messi all'asta dall'astuzia tattica del
banditore di turno.
Ma è altrettanto vero che ogni qualvolta la Puglia è stata al centro delle
alchimie elettorali di Massimo D'Alema, al suo governo è poi arrivata
puntualmente la compagine avversaria. Una sorta di maledizione ancestrale,
che la relega da sempre alla preziosa funzione di "pedina di scambio" sulla
scacchiera politica nazionale.
Questa volta, però, la sensazione è che la corda sia stata tirata troppo.
C'è in giro una più concreta consapevolezza delle proprie potenzialità. La
Puglia che va, la Puglia modello, quella in controtendenza e quella ambita,
la Puglia moderna, capace di risollevarsi, e quella innovatrice, orgogliosa
di un riscatto dolce, sono i riflessi migliori di una Puglia decisamente più
matura.
Quelli di un "laboratorio", che si propone canovaccio innovativo per i
futuri progetti sugli assetti politici nazionali. E non viceversa. Che possa
essere sponda cruciale per l'auspicato riscatto dell'intero Mezzogiorno. Una
Puglia stanca di essere zavorra per equilibri politici più lontani. Che
rivendica, invece, la centralità di un confronto politico sulla
discontinuità perseguita nel modulo amministrativo, e sulla riaffermazione
coerente e prioritaria del presidente in carica. Anziché quello tutto
strumentale sulla sola cosiddetta "intesa elettorale".
La Puglia riassunta, e percepita anche all'esterno, nella personalità del
suo presidente Vendola è una "realtà" come l'uccello di Gaber: vogliosa di
volare, immaginando bene da che parte vuole andare. Un ponte su un futuro da
attori protagonisti. La ricerca di approdi ed incontri lungo i nuovi
orizzonti delle generazioni a venire.
La Puglia riproposta da incursori fedeli e affezionati, nelle loro storiche
e avvincenti battute di caccia, invece, è di nuovo il mezzo per fini dal
sapore bizantino e dalle architetture machiavelliche. Un tacco su cui
continuare a far presa, per rendere ancora elegante una gamba non più
seducente. Il ritorno ad un catenaccio difensivo, da palla in tribuna,
piuttosto che la ricerca di geometrie innovative per segnare più goal
dell'avversario.
Chiedere di ritirare la candidatura al presidente Vendola è un preoccupante
segno di debolezza della politica. Ha il piglio minaccioso ed autoritario di
una "normalizzazione" e di una sfuggente sintonia con il popolo. E' come
sparare a pallettoni sulle speranze di una Puglia migliore e sulla
leggerezza di un aquilone, la cui traiettoria è da tempo seguita dagli occhi
ammirati e dai respiri sospesi di un Mezzogiorno, finalmente "rapito" e non
soltanto ripetutamente "rapinato".

(gelormini@katamail.com)

Redazione1
6.12.2009 23:07
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi

LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
*Gentiluomini della crudeltà a cui sta a cuore la salute e l'ambiente
I produttori di cadaveri freschi e stagionati, i responsabili del genocidio
animale, i forieri del disastro ambientale, gli avvelenatori della salute, i
corresponsabili della fame nel mondo... ecco questi generosi individui con
le loro sigle di appartenenza (Assalzoo, Assica, Assocarni, Una) si
permettono di scrivere a Emma Marcegaglia, come se fosse stato fatto loro un
torto, per chiedere un intervento sulla linea editoriale del Sole 24 ore!!
Per cosa? Per la dichiarazione di Paolo Barilla al "Pasta Day di New York"
sulla necessità di moderare il consumo di carne, causa di dannose
conseguenze sotto vari aspetti.
Non c'è ricerca scientifica onesta che non possa non rilevare questo
disastro generato dall'economia di derivazione animale. Ma questi signori
della morte si sentono offesi. Questi amici degli animali farebbero bene a
guardare al disastro generato. *Bisognerebbe intentare contro di loro una
class action per danno alla salute pubblica e all'ambiente. *

Una vera lobby di mistificatori. Hanno il coraggio di chiamarla *"campagna
diffamatoria e diseducativa"*. Sono ignoranti fuori di senno, uno stato puro
di egoismo economico! Chi se ne fotte delle conseguenze!
E che fanno? Denigrano imbufaliti, senza alcuno straccio di prova
scientifica che dimostri il contrario, la redazione del giornale che si è
permessa di pubblicare dichiarazioni, a loro parere, oggetto di oltraggio al
settore... adducendo la pseudoscientificità dei dati portati in evidenza. Ci
mancava che il direttore del giornale fosse pure moderatore del primo forum
sull'alimentazione e sulla nutrizione organizzato a Roma il prossimo 3
dicembre 2009 di *"Barilla center for food & nutrition"* ... sembra sia un
scandalo!
E pensare che non c'è giorno che una trasmissione televisiva non mandi in
onda una ricetta con le loro preziose salme!! Questo invece farebbe bene
all'educazione alimentare? Una vergogna!

Poi, questi gentiluomini della crudeltà a cui sta a cuore la salute e
l'ambiente, gli animali sono un gadget di consumo, prendono in mano le cifre
attraverso cui si sentono protetti e legittimati: *700 aziende, 130.000
addetti, 23 miliardi anno il giro d'affari.*
Numeri che si commentano da soli. *A cosa è ridotto il Paese! A una
carneficina seriale che sta a indicare questa economia insostenibile. *
Perché non vengono a dirci quanto ci costa la loro opera e quanto ci è
costato il loro profitto? Hanno avuto accesso a mani basse a tutti i fondi
pubblici possibili, hanno avuto interi stabilimenti della vergogna regalati,
con finanziamenti a fondo perduto o agevolato. Comparti e distretti che
hanno usufruito di risorse pubbliche di ogni tipo per lo stoccaggio, per la
pubblicità, istituzioni ad hoc per la promozione all'estero. Per non parlare
dei costi indiretti sociali e ambientali!
Hanno messo le mani nelle tasche degli italiani non solo per i consumi, ma
per poter produrre e sostenere le loro imprese, i loro nefasti profitti e
come compenso gli hanno affibbiato la facilitazione a un malanno: ictus,
infarto, diabete, cancro... a voi la scelta! E un costo della sanità che
esplode per irresponsabilità oltre alla probabile corruzione!
Hanno il coraggio di inveire contro un coraggioso industriale che ha detto
quel che è!! E in minima parte. Pur non essendo un vegano. Che ha portato
dati, rilevazioni scientifiche. Cito. *"Malattie non contagiose come
l'obesità, le disfunzioni cardiovascolari, il cancro e il diabete
rappresentano ormai il maggior rischio per la salute degli esseri umani,
sono patologie che causano 35 milioni di decessi all'anno, pari al 60% del
numero dei morti su scala mondiale in un anno".*
Che si è limitato a dire "*ponete attenzione allo smodato consumo". *L'OMS
da anni sostiene la necessità di diminuire drasticamente le carni nella
dieta. Avrebbe forse dovuto dire di aumentarne il consumo?
*
*
Incredibile! Ben altre sono le accuse che vi meritereste predatori di vite!!
Insostenibile razza di un profitto sanguinario, fatto sulla pelle di esseri
senzienti e di ignari, drogati consumatori. E non mi soffermo sui dati della
salute e ambientali, ormai di dominio pubblico, ma sugli animali, queste
vite ridotte solo a cibo.

Basta vedere i vostri allevamenti, i vostri macelli per provare disgusto
della vostra suicidaria economia! Questa filiera di morte infinita!!... dal
concepimento al consumo.
Perché non dite delle sevizie che questi animali subiscono? Perché non
citate le torture da lager inferte? Le modifiche genetiche? Animali allevati
nella privazione di ogni loro istinto, desiderio, affettività... Gli è tolto
dalla nascita ogni forma di dignità. Avete costruito luoghi della
invivibilità... Batterie seriali in cui sono stipati, legati o relegati...
luoghi infernali, virali... esseri cresciuti nella degradazione di ogni
forma di vita; resi immobili, annientati e in efficienza economica ad
aspettare, ormai folli, la morte in un tunnel di tortura sanguinaria: la
slauthering machine. Uomini tutti i giorni con il coltello in mano... con le
mani sempre nel sangue, nelle viscere... ogni giorno l'ennesima sgozzatura,
il taglio delle zampe, lo squartamento... Comprate pagine del vostro
giornale confindustriale per pubblicizzare la vostra mattanza quotidiana
così come avviene, diffondete l'urlo di disperazione che si leva.

Avete trasformato un doloroso sacrificio dell'aia, determinato dalla
ignoranza e dalla miseria, in un macabro processo riproduttivo: la spietata
crudeltà del massacro ripetitivo senza limiti, l'olocausto degli animali
programmato in grandi numeri.
Ai maiali, appena nati tagliate i coglioni, gli avete ridotto le spalle e
aumentate le cosce, ai vitelli riservate nove mesi da inferno, alle vacche
ingrossate le mammelle: da 12 litri ai 40, ai 70...si vorrebbe quasi una
bestia tutta mammella! Ai polli tagliate il becco da pulcini... i maschi li
tritate vivi. Catene di montaggio e smontaggio d'animale, trasporti bestiame
globali, infestazioni, epidemie, stragi... erbivori che diventan carnivori,
volatili chiusi in gabbie, pesci ammassati in colture putride, liquami
infestanti terreni e falde, e gas di miliardi di animali ammassati che
inquinano più dei trasporti... E' la catena della riproduzione, macellazione
e lavorazione di vite animali, ora non più tali, solo un processo di
profitto. Denaro ad ogni costo per alimentare stili di vita idioti e
distruttivi per una obesità da stupidità! E si riducono persone a pratiche
quotidiane del degrado... uomini e animali nella stessa forzata gabbia della
maledizione!...della follia! Una idrovora economica.

La carne a tutti! Una promessa demagogica idiota che celava alle masse
affamate la carneficina e il profitto dei pochi. La carne ha costituito una
conquista, un riconosciuto status symbol: è stato facile ottenerne
l'approvazione, è stato facile indirizzare il consumo, è stato facile
immettere individui a lavorare nella filiera economica industriale del
disgusto, immatricolarli e assoldarli nella catena riproduttiva del
genocidio animale, dello stupro ambientale. Gli esseri umani sono
assurdamente facili da ammaestrare... ne vanno quasi in cerca! Amano essere
guidati. Diciamolo!

Al peggio non c'è limite. L'iniezione fatale è arrivata con la
finanziarizzazione del cibo: un ottovolante macabro per gli animali, una
accelerazione nucleare, una forza spietata per rafforzarne la presa sulle
masse. Si sono inventati i *"future"* dove i prodotti animali sono venduti
prima ancora che questi nascano. Il pensiero finanziario ha unificato
animali e persone riducendoli ad un unicum generatore di ricchezza. La
dignità di vita dei primi e la salute dei secondi sono complementi
insignificanti.

L'olocausto degli animali è la metafora dell'uomo.

Quel che è fatto agli animali vien riversato su loro, i consumatori di
cadaveri. Una umanità oggi ferita e malata, divorata da malattie per
alimentazione di derivazione animale, volutamente drogata, incapace di
andare oltre il "mi piace", disabitata, conformata alla violenza, alla
prepotenza, alla insensibilità. Un mondo di alieni allevati in assenza
d'amore. Sembra così difficile trovare il coraggio per sconfiggere gli
errori radicati!

*Alcune testimonianze scientifiche (volutamente non ho citato Veronesi in
quanto fa parte del Consiglio scientifico della Fondazione Barilla center
for food & nutrition):*

*Alberto Sobrero*, primario di oncologia medica all'ospedale San Martino di
Genova, afferma: *"La carne rossa, soprattutto se ben cotta o bruciacchiata,
è quanto di peggio si possa mettere in bocca, mentre la dieta mediterranea
ricca di frutta, verdura, pane, pasta e pizza è il miglior antidoto".*

Dice il dr. *Milner Forthergill*: *"Tutte le vittime cagionate dalle imprese
belliche di Napoleone sono un nulla in paragone delle miriadi di persone che
sono scese nella tomba per la loro cieca fiducia nel supposto valore
alimentare di una fetta di carne di vacca".*

Il dr*. Josiah Oldfield*, professore di chirurgia al Collegio dei Chirurghi:
*"La carne è un cibo innaturale per l'uomo e perciò tende a produrre
disturbi nell'organismo. Quella carne che si intende mangiare nella società
moderna è altamente affetta da malattie terribili (facilmente trasmissibili
all'uomo) come il cancro, la tisi, la febbre, i vermi intestinali ecc. Nn
c'è dunque da meravigliarsi se il mangiar carne è una delle più gravi cause
delle malattie che conducono alla tomba il 99% dei nati".*

Sir *Eduard Saunders*: *"Ogni sforzo che tenda a dimostrare all'uomo che un
pezzo di vacca o di cervello non è necessario alla salute o alla forza
fisica, sarà altamente giovevole e condurrà al risparmio e al benessere dei
popoli. Moltiplicandosi questi sforzi si udrà meno parlare di gotta, di
malattie del fegato e dei reni; vedremo meno brutalità, meno spose
oltraggiate e meno assassinii. Credo che il mondo tenda verso
l'alimentazione vegetariana la quale si dimostrerà come la migliore e la più
razionale. E non è molto lontana l'idea che il cibo animale sarà considerata
cosa ripugnante e detestabile per l'uomo civile".*

Prof*. Gamgee*: *"Una quinta parte della carne consumata deriva da animali
uccisi mentre erano affetti da malattie maligne".*

Dr. *M. F. Coomes*: *"Ci sono molte sostanze che possono sostituire
degnamente la carne e che non si accompagnano con le deleterie conseguenze
che essa comporta, specialmente il reumatismo. La gotta e altre analoghe
infermità, senza contare le congestioni cerebrali che spesso si risolvono in
apoplessia e malattie venefiche, d'una o d'altra specie, emicranie e molte
altre specie di mal di testa, tutto causato dall'eccessivo uso della carne e
talvolta anche quando la carne è mangiata senza alcun eccesso".*

Scrive *Maria Stecchini* docente di patologia animale ed ispezioni delle
carni ad Udine: *"Non esiste mangime di pollo che non contenga antibiotici e
il pollame macellato è inquinato al 70-80% da un batterio come la
salmonella".*

*Luciano Picchiai*, primario patologo ed ecologo alimentare, aggiunge: *"I
farmaci nei mangimi sono diventati per il bestiame come i diserbanti per le
colture: gli agricoltori non possono più farne a meno. Competitività e
necessità che gli allevatori conquistano ed esercitano sulla pelle dei
consumatori".* *(29/11/2009)*

*Luigi Boschi*
*DATI DA CONOSCERE: AMBIENTE E ANIMALI UN DISASTRO
VOLUTO<http://www.luigiboschi.it/AMBIENTE%20E%20ANIMALI:%20UN%20DISASTRO%20VOLUTO%21>

*
*visita il blog **www.luigiboschi.it
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
*Gentiluomini della crudeltà a cui sta a cuore la salute e l'ambiente
I produttori di cadaveri freschi e stagionati, i responsabili del genocidio
animale, i forieri del disastro ambientale, gli avvelenatori della salute, i
corresponsabili della fame nel mondo... ecco questi generosi individui con
le loro sigle di appartenenza (Assalzoo, Assica, Assocarni, Una) si
permettono di scrivere a Emma Marcegaglia, come se fosse stato fatto loro un
torto, per chiedere un intervento sulla linea editoriale del Sole 24 ore!!
Per cosa? Per la dichiarazione di Paolo Barilla al "Pasta Day di New York"
sulla necessità di moderare il consumo di carne, causa di dannose
conseguenze sotto vari aspetti.
Non c'è ricerca scientifica onesta che non possa non rilevare questo
disastro generato dall'economia di derivazione animale. Ma questi signori
della morte si sentono offesi. Questi amici degli animali farebbero bene a
guardare al disastro generato. *Bisognerebbe intentare contro di loro una
class action per danno alla salute pubblica e all'ambiente. *

Una vera lobby di mistificatori. Hanno il coraggio di chiamarla *"campagna
diffamatoria e diseducativa"*. Sono ignoranti fuori di senno, uno stato puro
di egoismo economico! Chi se ne fotte delle conseguenze!
E che fanno? Denigrano imbufaliti, senza alcuno straccio di prova
scientifica che dimostri il contrario, la redazione del giornale che si è
permessa di pubblicare dichiarazioni, a loro parere, oggetto di oltraggio al
settore... adducendo la pseudoscientificità dei dati portati in evidenza. Ci
mancava che il direttore del giornale fosse pure moderatore del primo forum
sull'alimentazione e sulla nutrizione organizzato a Roma il prossimo 3
dicembre 2009 di *"Barilla center for food & nutrition"* ... sembra sia un
scandalo!
E pensare che non c'è giorno che una trasmissione televisiva non mandi in
onda una ricetta con le loro preziose salme!! Questo invece farebbe bene
all'educazione alimentare? Una vergogna!

Poi, questi gentiluomini della crudeltà a cui sta a cuore la salute e
l'ambiente, gli animali sono un gadget di consumo, prendono in mano le cifre
attraverso cui si sentono protetti e legittimati: *700 aziende, 130.000
addetti, 23 miliardi anno il giro d'affari.*
Numeri che si commentano da soli. *A cosa è ridotto il Paese! A una
carneficina seriale che sta a indicare questa economia insostenibile. *
Perché non vengono a dirci quanto ci costa la loro opera e quanto ci è
costato il loro profitto? Hanno avuto accesso a mani basse a tutti i fondi
pubblici possibili, hanno avuto interi stabilimenti della vergogna regalati,
con finanziamenti a fondo perduto o agevolato. Comparti e distretti che
hanno usufruito di risorse pubbliche di ogni tipo per lo stoccaggio, per la
pubblicità, istituzioni ad hoc per la promozione all'estero. Per non parlare
dei costi indiretti sociali e ambientali!
Hanno messo le mani nelle tasche degli italiani non solo per i consumi, ma
per poter produrre e sostenere le loro imprese, i loro nefasti profitti e
come compenso gli hanno affibbiato la facilitazione a un malanno: ictus,
infarto, diabete, cancro... a voi la scelta! E un costo della sanità che
esplode per irresponsabilità oltre alla probabile corruzione!
Hanno il coraggio di inveire contro un coraggioso industriale che ha detto
quel che è!! E in minima parte. Pur non essendo un vegano. Che ha portato
dati, rilevazioni scientifiche. Cito. *"Malattie non contagiose come
l'obesità, le disfunzioni cardiovascolari, il cancro e il diabete
rappresentano ormai il maggior rischio per la salute degli esseri umani,
sono patologie che causano 35 milioni di decessi all'anno, pari al 60% del
numero dei morti su scala mondiale in un anno".*
Che si è limitato a dire "*ponete attenzione allo smodato consumo". *L'OMS
da anni sostiene la necessità di diminuire drasticamente le carni nella
dieta. Avrebbe forse dovuto dire di aumentarne il consumo?
*
*
Incredibile! Ben altre sono le accuse che vi meritereste predatori di vite!!
Insostenibile razza di un profitto sanguinario, fatto sulla pelle di esseri
senzienti e di ignari, drogati consumatori. E non mi soffermo sui dati della
salute e ambientali, ormai di dominio pubblico, ma sugli animali, queste
vite ridotte solo a cibo.

Basta vedere i vostri allevamenti, i vostri macelli per provare disgusto
della vostra suicidaria economia! Questa filiera di morte infinita!!... dal
concepimento al consumo.
Perché non dite delle sevizie che questi animali subiscono? Perché non
citate le torture da lager inferte? Le modifiche genetiche? Animali allevati
nella privazione di ogni loro istinto, desiderio, affettività... Gli è tolto
dalla nascita ogni forma di dignità. Avete costruito luoghi della
invivibilità... Batterie seriali in cui sono stipati, legati o relegati...
luoghi infernali, virali... esseri cresciuti nella degradazione di ogni
forma di vita; resi immobili, annientati e in efficienza economica ad
aspettare, ormai folli, la morte in un tunnel di tortura sanguinaria: la
slauthering machine. Uomini tutti i giorni con il coltello in mano... con le
mani sempre nel sangue, nelle viscere... ogni giorno l'ennesima sgozzatura,
il taglio delle zampe, lo squartamento... Comprate pagine del vostro
giornale confindustriale per pubblicizzare la vostra mattanza quotidiana
così come avviene, diffondete l'urlo di disperazione che si leva.

Avete trasformato un doloroso sacrificio dell'aia, determinato dalla
ignoranza e dalla miseria, in un macabro processo riproduttivo: la spietata
crudeltà del massacro ripetitivo senza limiti, l'olocausto degli animali
programmato in grandi numeri.
Ai maiali, appena nati tagliate i coglioni, gli avete ridotto le spalle e
aumentate le cosce, ai vitelli riservate nove mesi da inferno, alle vacche
ingrossate le mammelle: da 12 litri ai 40, ai 70...si vorrebbe quasi una
bestia tutta mammella! Ai polli tagliate il becco da pulcini... i maschi li
tritate vivi. Catene di montaggio e smontaggio d'animale, trasporti bestiame
globali, infestazioni, epidemie, stragi... erbivori che diventan carnivori,
volatili chiusi in gabbie, pesci ammassati in colture putride, liquami
infestanti terreni e falde, e gas di miliardi di animali ammassati che
inquinano più dei trasporti... E' la catena della riproduzione, macellazione
e lavorazione di vite animali, ora non più tali, solo un processo di
profitto. Denaro ad ogni costo per alimentare stili di vita idioti e
distruttivi per una obesità da stupidità! E si riducono persone a pratiche
quotidiane del degrado... uomini e animali nella stessa forzata gabbia della
maledizione!...della follia! Una idrovora economica.

La carne a tutti! Una promessa demagogica idiota che celava alle masse
affamate la carneficina e il profitto dei pochi. La carne ha costituito una
conquista, un riconosciuto status symbol: è stato facile ottenerne
l'approvazione, è stato facile indirizzare il consumo, è stato facile
immettere individui a lavorare nella filiera economica industriale del
disgusto, immatricolarli e assoldarli nella catena riproduttiva del
genocidio animale, dello stupro ambientale. Gli esseri umani sono
assurdamente facili da ammaestrare... ne vanno quasi in cerca! Amano essere
guidati. Diciamolo!

Al peggio non c'è limite. L'iniezione fatale è arrivata con la
finanziarizzazione del cibo: un ottovolante macabro per gli animali, una
accelerazione nucleare, una forza spietata per rafforzarne la presa sulle
masse. Si sono inventati i *"future"* dove i prodotti animali sono venduti
prima ancora che questi nascano. Il pensiero finanziario ha unificato
animali e persone riducendoli ad un unicum generatore di ricchezza. La
dignità di vita dei primi e la salute dei secondi sono complementi
insignificanti.

L'olocausto degli animali è la metafora dell'uomo.

Quel che è fatto agli animali vien riversato su loro, i consumatori di
cadaveri. Una umanità oggi ferita e malata, divorata da malattie per
alimentazione di derivazione animale, volutamente drogata, incapace di
andare oltre il "mi piace", disabitata, conformata alla violenza, alla
prepotenza, alla insensibilità. Un mondo di alieni allevati in assenza
d'amore. Sembra così difficile trovare il coraggio per sconfiggere gli
errori radicati!

*Alcune testimonianze scientifiche (volutamente non ho citato Veronesi in
quanto fa parte del Consiglio scientifico della Fondazione Barilla center
for food & nutrition):*

*Alberto Sobrero*, primario di oncologia medica all'ospedale San Martino di
Genova, afferma: *"La carne rossa, soprattutto se ben cotta o bruciacchiata,
è quanto di peggio si possa mettere in bocca, mentre la dieta mediterranea
ricca di frutta, verdura, pane, pasta e pizza è il miglior antidoto".*

Dice il dr. *Milner Forthergill*: *"Tutte le vittime cagionate dalle imprese
belliche di Napoleone sono un nulla in paragone delle miriadi di persone che
sono scese nella tomba per la loro cieca fiducia nel supposto valore
alimentare di una fetta di carne di vacca".*

Il dr*. Josiah Oldfield*, professore di chirurgia al Collegio dei Chirurghi:
*"La carne è un cibo innaturale per l'uomo e perciò tende a produrre
disturbi nell'organismo. Quella carne che si intende mangiare nella società
moderna è altamente affetta da malattie terribili (facilmente trasmissibili
all'uomo) come il cancro, la tisi, la febbre, i vermi intestinali ecc. Nn
c'è dunque da meravigliarsi se il mangiar carne è una delle più gravi cause
delle malattie che conducono alla tomba il 99% dei nati".*

Sir *Eduard Saunders*: *"Ogni sforzo che tenda a dimostrare all'uomo che un
pezzo di vacca o di cervello non è necessario alla salute o alla forza
fisica, sarà altamente giovevole e condurrà al risparmio e al benessere dei
popoli. Moltiplicandosi questi sforzi si udrà meno parlare di gotta, di
malattie del fegato e dei reni; vedremo meno brutalità, meno spose
oltraggiate e meno assassinii. Credo che il mondo tenda verso
l'alimentazione vegetariana la quale si dimostrerà come la migliore e la più
razionale. E non è molto lontana l'idea che il cibo animale sarà considerata
cosa ripugnante e detestabile per l'uomo civile".*

Prof*. Gamgee*: *"Una quinta parte della carne consumata deriva da animali
uccisi mentre erano affetti da malattie maligne".*

Dr. *M. F. Coomes*: *"Ci sono molte sostanze che possono sostituire
degnamente la carne e che non si accompagnano con le deleterie conseguenze
che essa comporta, specialmente il reumatismo. La gotta e altre analoghe
infermità, senza contare le congestioni cerebrali che spesso si risolvono in
apoplessia e malattie venefiche, d'una o d'altra specie, emicranie e molte
altre specie di mal di testa, tutto causato dall'eccessivo uso della carne e
talvolta anche quando la carne è mangiata senza alcun eccesso".*

Scrive *Maria Stecchini* docente di patologia animale ed ispezioni delle
carni ad Udine: *"Non esiste mangime di pollo che non contenga antibiotici e
il pollame macellato è inquinato al 70-80% da un batterio come la
salmonella".*

*Luciano Picchiai*, primario patologo ed ecologo alimentare, aggiunge: *"I
farmaci nei mangimi sono diventati per il bestiame come i diserbanti per le
colture: gli agricoltori non possono più farne a meno. Competitività e
necessità che gli allevatori conquistano ed esercitano sulla pelle dei
consumatori".* *(29/11/2009)*

*Luigi Boschi*
*DATI DA CONOSCERE: AMBIENTE E ANIMALI UN DISASTRO
VOLUTO<http://www.luigiboschi.it/AMBIENTE%20E%20ANIMALI:%20UN%20DISASTRO%20VOLUTO%21>

*
*visita il blog **www.luigiboschi.it

Redazione1
6.12.2009 23:10
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario

L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario

A volte mi chiedo perché in Italia, come altrove, la cosiddetta
"meritocrazia" venga invocata solo nei riguardi dei lavoratori subordinati,
che sono sempre più soggetti e vincolati a parametri di efficienza
produttiva, evidentemente per costringerli a farsi sfruttare in modo
crescente, mentre tali principi meritocratici non valgono e non sono
applicati nei confronti dei livelli padronali, ossia i megadirigenti e i
supermanager che percepiscono compensi abnormi a prescindere dal rendimento
e dai risultati ottenuti. Si pensi, ad esempio, al caso dei quadri dirigenti
responsabili del fallimento dell'Alitalia o ad altri scandali e bancarotte
indubbiamente eclatanti nella recente storia nazionale.

E' evidente che un sistema economico sociale che pretenda di essere
meritocratico, solo a chiacchiere, non potrebbe conciliarsi con la realtà di
un paese clamorosamente ingiusto e sperequato, eccezionalmente sprecone,
corrotto e mafioso come l'Italia.

Il nostro Paese si regge su un assetto economico privo di ogni criterio di
giustizia sociale e materiale, di democrazia economica e di equa
redistribuzione del reddito nazionale, è uno Stato in cui si evidenziano
comportamenti furbeschi, spregevoli e cialtroneschi, in cui si registra il
primato mondiale dell'evasione fiscale, in cui si pretende di imporre ai
lavoratori, già fortemente precarizzati e sottosalariati, uno standard di
meritocrazia e di efficienza produttiva in senso unilaterale, rischia di
degenerare in modo ineluttabile, causando drammatiche iniquità,
divaricazioni crescenti e sperequazioni assolutamente inaccettabili,
scatenando dunque contraddizioni sociali esplosive. A maggior ragione in una
fase storica contrassegnata da una gravissima recessione economica come
quella attuale, una crisi di sistema che è di natura strutturale ed è estesa
su scala globale.

Pensare (ingenuamente) di introdurre una concezione meritocratica in Italia,
come altrove, equivale a compiere una vera rivoluzione sociale e materiale,
etica e culturale.

Per adottare un regime di autentica meritocrazia, credo che occorra
promuovere una profonda trasformazione, in senso egualitario, della
struttura economico-sociale e della mentalità comune, attuando un
cambiamento epocale sul piano politico e culturale.

In altri termini, la vera meritocrazia è possibile e praticabile solo in una
società formata da lavoratori liberi ed uguali, in una società
autenticamente comunista: "una società dove ognuno produce secondo le sue
possibilità e riceve secondo i suoi bisogni". Questo è un modello di
società estremamente meritocratica, prima ancora che democratica.

Dunque, l'antitesi tra comunismo e meritocrazia è solo apparente. Con buona
pace (e scandalo) dei ciarlatani e dei farisei dell'ideologia
filo-capitalista: mi riferisco ai falsi liberisti, ai finti apologeti e
fautori del sistema meritocratico quali, ad esempio, Berlusconi, Tremonti,
Brunetta e i loro lacchè.

Lucio Garofalo

Welfare Italia
20.12.2009 10:53

Redazione1
26.12.2009 15:04
Buon che? di Danilo D'Antonio

Buon che? di Danilo D'Antonio
Non esiste periodo dell'anno migliore di questo per capire appieno quanto sia grande
lo scollamento della società dal mondo reale.

Quattro giorni fa la Terra compiva il suo ennesimo anno, girando ancora una volta intorno alla boa del Solstizio d'Inverno. Ed infatti le persone di scienza hanno degnamente celebrato questa data nel loro ristretto ambiente, senza disturbarsi a far notare a noi gente comune la rilevanza di essa.

Pochi giorni dopo, oggi, miriadi di persone dedite alla superstizione stanno invece facendo gran festa per una data cui non corrisponde alcunché nel reale bensì solo nelle leggende da essi stessi tramandate. E proprio quelle persone, il cui dichiarato scopo di vita sarebbe la ricerca della verità, stanno tranquillamente continuando a celebrare la finzione, traendo pure ricco quanto ingiusto alimento da essa.

Trascorreranno pochi altri giorni ancora e la quasi totalità della società si dovrà fermare ad osservare un'altra data che non segna anch'essa null'altro se non una convenzione, null'altro che una sterile usanza priva di contenuto. Quella gente che pretende governare il Paese nemmeno essendosi posta il problema del dovere di rinnovare la società all'insegna della realtà delle cose, l'unico riferimento dal quale e nel quale possiamo capire, imparare e migliorare.


Scienziati che se la prendono a volte con qualche maghetto ma si guardano bene dal denunciare l'abbindolamento di massa perpetrato dai grandi istituti superstiziosi, i rappresentanti di questi ultimi che avendo fatto dell'irrealtà il loro dogma continuano a propinarla a masse di creduloni, politici comodamente assisi in pompa magna sul grande carro dell'ignoranza collettiva, e tanta gente comune che, magari pur consapevole di come stanno le cose, continua a fare come si è sempre fatto, a fare quel che fan tutti gli altri, semplicemente attratta dal can can diffuso, non pensando invece a quanto sia deleterio indulgere in comportamenti errati.


Eppure: pensiamo forse
che il mondo s'aggiusterà da solo
senza un minimo sforzo
da parte nostra?

Davvero lo vogliamo vedere
rovinare ancora più in basso
sotto il peso della nostra
superficialità?


Gradiamo notare che tutto è collegato, tutto è interconnesso, e non si può pensare di risanare la società continuando a giacere nel pagliericcio della superstizione e della convenzione, l'evoluzione umana e sociale essendo possibile solo astenendosi da ciò che è errato ed imboccando con decisione ed umiltà la via del reale.

Non pensiamo che si tratti di errori di poca rilevanza. Una società che celebra, che rende ancora più celebri ed affermate, cose irreali mentre dimentica un fatto importante come il compleanno dello stesso Pianeta di cui è figlia e sul quale vive, non dura a lungo e di sicuro continuerà a soffrire sempre più tutti quei mali che i media ci riportano (ed invero merita di soffrirli perché altri possano essere aiutati a trovare una corretta morale: nove volte su dieci, sofferenza equivale a dire errato comportamento).


Facciamo allora che l'anno appena trascorso sia stato l'ultimo che ci ha visti deboli cedere alla facilità dell'errare di massa, vergognamocene e ripromettiamoci di trovare nuovi comportamenti corretti. Abbiamo Internet! Ci troviamo davanti al meglio ed al peggio del mondo. Cerchiamo allora anche questa volta il bene, scoviamolo perché è divenuto raro, rarissimo, come lo è un diamante nascosto tra tonnellate di materia priva di valore, ripuliamolo, valorizziamolo ed allora, sì, del vero bene facciamoci vanto.

Coi migliori auguri e ... buon compleanno appena trascorso, Terra!


Danilo D'Antonio

tel. 339 5014947
skp hyper.linker

Welfare Italia
26.12.2009 15:04

Redazione1
26.12.2009 15:09
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi

Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Rossi, Murri e Lombardi new entry
Nuovi ingressi nell’elenco dei candidati in lizza per il titolo di “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e ristorazione”: Gilberto Rossi, Osvaldo Murri e Mario Giorgio Lombardi. Il numero totale di voti espressi continua a lievitare, superando quota 15mila. Sempre in testa Giorgio Calabrese
Nuovi ingressi (gli ultimi) nell’elenco dei candidati in lizza per il titolo di “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e ristorazione” scelto attraverso il sondaggio proposto da “Italia a Tavola” insieme ai partner Yubuk, Consultazienda e Oliovinopeperoncino. Dopo i cuochi Filippo La Mantia, Sergio Maria Teutonico e GianMaria Le Mura, il popolo dei lettori, web-nauti e appassionati ha acclamato la candidatura di altre tre grandi personalità: il cuoco Gilberto Rossi (nella foto, in alto a sinistra), che è ormai presenza fissa nello staff della popolare trasmissione televisiva di RaiUno “La prova del cuoco”; il degustatore ed esperto enogastronomico Osvaldo Murri (nella foto, in alto a destra); e il governatore dell’Accademia italiana gastronomia storica Mario Giorgio Lombardi (nella foto, in basso a sinistra). Si tratta degli ultimi tre candidati entrati a far parte dell'elenco, che in vista dell'imminente chiusura delle votazioni non consentirà ulteriori inserimenti.
Intanto il numero totale di preferenze espresse continua a lievitare, superando quota 15mila. Sempre in testa alla classifica provvisoria Giorgio Calabrese, neo presidente dell’Onav, seguito da Vittoria Brancaccio, che guadagna sempre più voti, e Mario Caramella che al momento sembra contendersi la terza posizione con GianMaria Le Mura, in rapida e costante ascesa. C’è grande attesa per l’esito finale e, a una settimana dalla chiusura ufficiale del sondaggio, molto fermento per far guadagnare voti al candidato preferito.
Ricordiamo che si può votare fino al pomeriggio del 31 dicembre.

fonte: http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=13590

Redazione1
26.12.2009 15:13
Romea Commerciale di Orlando Masiero

Romea Commerciale di Orlando Masiero
L'Italia è' un'asta bagnata dal mare ed ha a disposizione 17.000 Km di
strada ferrata. Un Paese con la P maiuscola trasporterebbe il 90% delle merci
utilizzando il cabotaggio e la ferrovia. In Italia no, perchè si decide di
trasportare tutto mediante camion e TIR distruggendo ambiente e riducendo a
camere a gas la maggior parte dei centri abitati.
Con infrastrutture che costano tre o quattro volte rispetto al resto
d'Europa (vedasi alta Velocità 54 milioni km contro i 12 dei francesi)
Non sarebbe il caso di invertire strategia. Utilizzando quello che già
esiste (navi e ferrovie) e potendo già oggi trasportare il 50% delle merci.
In Veneto in queste ore si vanno a dare i placet per la Romea Commerciale e
successivamente alla Camionabile.
Opere inutili! Doppioni di un sistema trasportistico non organizzato ed
utilizzato. Basterebbe a livello strade togliere la barriera di Villabona ed
arrettrarla a Padova Est rendendo libera da pedaggio questo tratto di
MEGAinfrastruttura. Ma così,garantendo la mobilità delle merci, ci guadagnano
solo i cittadini residenti, replicherà qualcuno. Meglio (?)Distruggere aree
agricole , l'aspetto paesaggistico di Dolo,Fiesso,Paluello;Fosso,Pianiga ,
mettendo una pietra sopra al turismo di gran parte della Riviera. Partiranno
dalla Germania per vedere il "Casello di Albarea, la Romea commerciale,o la
camionabile?
Sono opere di cui il Veneto può fare benissimo a meno, necessarie (?) solo
se si vuole allontanare da Marghera e da Padova i flussi di traffico,
concentrandoli sulla linea di periferia.
Tolgo le spine a Padova e Venezia per piantarne una corona al popolo
considerato di periferia.
Orlando Masiero

Redazione1
26.12.2009 15:19
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili

La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Oggi vorrei fare un discorso natalizio improntato al buonsenso, da persona matura che invita alla calma e al ragionamento.
L’incolumità del premier e la sua salute non è una sua faccenda privata, ma riguarda lo stato anche perché è lo stato (quindi noi cittadini) a pagare il premier per svolgere il suo lavoro.
Il nostro premier tiene una condotta estremamente imprudente nel momento in cui si avvicina senza protezioni alla folla di persone che non conosce, tra i quali potrebbero sempre nascondersi degli psicopatici, dei mitomani, dei mafiosi o dei terroristi.
Tutti i VIP lo sanno e per questo sono ben guardati e scortati dai body guards.
A quanto pare i 30 giganti che circondavano il premier non sono stati in grado di tutelarlo a sufficienza per il semplice motivo che il comandante della Securitas di Silvio Berlusconi non è un professionista della sicurezza, ma lo stesso premier, che si stabilisce quindi da solo le regole di sicurezza (stando a quanto viene riferito dalla stampa).
Questo è un errore gravissimo e inaccettabile nel momento in cui lo stato diventa responsabile della sicurezza del premier. Come si può essere responsabili per l’incolumità di un premier che viola apertamente e sistematicamente le più elementari norme di sicurezza ?
Questa tematica era stata già sollevata a proposito dei frequenti flussi incontrollati di ragazze nelle residenze del premier. Ragazze che non vengono perquisite, che il premier non conosce e di cui si fida a priori senza nessun controllo.
Come si fa a garantire la sua sicurezza se lui stesso fa entrare indisturbatamente persone munite di cellulari che fanno riprese audio e video a loro piacimento e che potrebbero avere tranquillamente delle armi con sé? Chi controlla ?
Terzo e ulteriore fattore di rischio. Dalle telefonate intercorse tra Giampaolo Tarantini e Patrizia D’Addario, di professione escort, risulta che il premier non utilizza il preservativo durante i rapporti sessuali. Tale notizia non è stata a tutt’oggi smentita dal premier. Ebbene, qualsiasi persona dotata di buon senso e di una minima esperienza di vita sa che il rischio di contagio da AIDS è altissimo tra chi ha frequenti rapporti sessuali promiscui senza protezione.
Credo che sia responsabilità di tutti insegnare ai giovani e agli adulti che hanno rapporti sessuali promiscui (quindi con partner diversi e occasionali) che il preservativo è l’unica forma di protezione dall’AIDS.
Concludendo, il buon senso suggerisce al premier di tenere uno stile di vita meno rischioso e spericolato e di farsi scortare da professionisti che escludano tutti gli inutili pericoli.
Naturalmente ribadiamo ancora una volta l’assoluta distanza e condanna da parte di Italia dei Valori di qualsiasi forma di violenza o anche semplice giustificazione di atti violenti. La violenza è sempre sbagliata. I valori cristiani e i valori umani condivisi da chi fa parte del nostro partito ci impediscono di accettare qualsiasi ideologia che giustifichi anche il minimo ricorso a atti di violenza, di repressione, di mancato rispetto delle opinioni del prossimo.
Per finire auguro Buon Natale e Felice Anno Nuovo alla redazione e ai lettori della vostra testata

www.silviaterribili.org
www.youtube.com/idvolanda

Redazione1
26.12.2009 15:22
POESIA DI VITA di Luigi Boschi

POESIA DI VITA di Luigi Boschi
Vorrei dire che... si è come persa la poesia della vita... e dobbiamo
riascoltarla per ritrovare i sapori, scoprire la nostra voce.
E' la vita poetica che è venuta meno... non quella sublime dei versi in
metrica, no, non quella, ma quella quotidiana, ritmata dai nostri gesti,
dalle nostre scelte.
Vorrei rivedere la poesia in uno sguardo, in un sorriso, in una stretta di
mano... in una via, camminando, sull'autobus... negli uffici... nel
disappunto... anche nella collera dell'infausto momento.
Si è come smarrita la sobria eleganza nella volgare violenza... e
convenienza.
Sembra ci sia il massimo impegno per rendere la vita insopportabile...
Perché?
Nulla possono fare le regole, troppe, in una società alla deriva etica, dove
l'amore è confuso con il piacere, dove il pregiudizio, le tifose ragioni, le
giustificazioni del proprio interesse, dei propri comodi hanno il
sopravvento, e rendono sordi, sterili.
Vorrei rivedere la poesia nel muso di un cane randagio o metropolitano, o in
quello di una mucca, di un maiale, di un pollo o di un coniglio resi tristi
e disperati, impauriti dalla spietata prepotenza... costretti a vivere per
la nostra rendita nelle gabbie del terrore.
Vorrei rivedere la poesia persa... che ne abbiamo forse paura?
La poesia della vita semplice, della risata di gusto, quella di ogni
giorno...
Trovare quegli spazi della felicità preclusa, anche nel dolore... Vorrei
rivedere la ricerca del senso di vicinanza, di bellezza, di riflessione, di
curiosità... di verità.
Riscoprire la lentezza, da cui si sprigiona l'intuizione che cambia il
nostro vivere...
Viviamo immersi nella velocità in cui domina la furbizia del riflesso per
farla franca, per evitare gli ostacoli o ti sfracelli... nel baratro della
depressione. Perché questa società produce drogati e malati di mente? Perché
si è resa la vita un corso di sopravvivenza? Dove sta la causa?
Bisogna girare ore per tirar fuori quegli attimi magici di una intervista...
come con la fotografia devi scattarne parecchie per cogliere l'anima. Si
preferisce riprodurre il seriale, non comprendere la passione.
La vita poetica ci insegna che si può vivere senz'auto, con pochi vestiti,
senza conto in banca, future e derivati; senza la finzione del circo
mediatico; senza le lusinghe dello spettacolo...
che non abbiamo bisogno di avvelenarci tutti i giorni con cibi drogati,
basterebbero quelli dell'orto, delle piante, quei prodotti semplici del
campo che stiamo barbaramente desertificando... che possiamo alimentarci
senza uccidere, e che la vita è migliore se non si ammazzano altre vite come
quelle degli animali, ridotti a bestie. Non può esserci poesia di vita
laddove si semina morte.
Abbiamo bisogno di un nulla ma siamo divenuti prigionieri dell'abbondanza
che spesso gronda sangue, ingiustizie... verità nascoste.
Siamo divenuti incapaci di ritrovarci nella riflessione, nel silenzio, nella
musica... stando fermi e ascoltando ciò che ci circonda... da entusiasti
innamorati perdersi nella gioia degli istanti...
Preferiamo annullarci nel rumore dei consumi, di lavori inutili... non
pensiamo più, non diamo ascolto alle emozioni, ai sentimenti... sopraffatti
e soffocati... siamo circondati da violenti ululanti disprezzo, rancore,
odio.
Dobbiamo ascoltare la poesia della vita per ritrovarci felici...
dimenticarci per donarci...
Nella società dei giusti non c'è abbandono, né avarizia... Ma esiste!
Credetemi... basta volerla.
Il mondo del potere, delle costose sovrastrutture, non è mai stato della
gente, ma dei potenti... capaci di prenderselo. E in quella gabbia ci
vivono, è la loro ragione di vita.
I politici di tutte le fazioni non rappresentan più nessuno se non loro
stessi. Un lavoro come un altro ben remunerato.
Possibile chieder a tutti questi, almeno, se vi riescono, di essere giusti e
non prepotenti?... di non addossarci inutili sacrifici per i loro
interessi?... Di pensare al bene comune non ai loro privilegi? E' chiedere
troppo?
Il mondo dei semplici, invece, è di tutti... un fertile campo sterminato,
ognuno pianta il suo seme, i suoi errori... i suoi riscatti... e qui cresce
e vive l'opera, autentica... il raccolto di ogni vita.

Nevica, Buon Natale, Buon 2010, inizio di un prospero, nuovo decennio. *(Parma,
18/12/2009)*
Luigi Boschi
*visita il blog **www.luigiboschi.it

Welfare Italia
5.01.2010 18:41

Welfare Italia
22.01.2010 06:31

Welfare Italia
7.02.2010 11:59

Welfare Italia
23.02.2010 18:30

Welfare Italia
11.03.2010 23:53

Welfare Italia
28.03.2010 16:10

Welfare Italia
29.03.2010 11:21

Redazione1
7.04.2010 22:15
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti

UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO
NON CONVINCE. CON RIFERIMENTO ALLA PILLOLA ABORTIVA

Vorrei fare una considerazione politica su quanto sta dicendo la Lega con riferimento alla pillola abortiva RU 486, sperando che le alte sfere del Vaticano non siano così ingenue da credere che, improvvisamente, il partito di Bossi si sia convertito alle problematiche della vita, sin dal suo concepimento. A meno che, il successo ottenuto dalla Lega alle regionali, non autorizzi Bossi ed accoliti, come sta facendo il neo governatore del Piemonte, Roberto Cota, di dire tutto ciò che vogliono "ad libitum", a seconda della convenienza politica, galvanizzati come sono da un successo che, a mio avviso, incomincia già a incrinarsi con l'alleato Berlusconi.
E' infatti di ieri sera l'affermazione di Calderoli secondo cui la Lega sarebbe il salvavita di Berlusconi. Ricordiamoci che a suo tempo Bossi si scaraventò contro Berlusconi, facendolo addirittura cadere il governo, dicendo che con l'attuale premier non sarebbe mai andato a prendere neanche un caffè, per poi accoglierlo nelle braccia come un santo.
O gli Italiani, come sembra, hanno la memoria corta ?
La realtà è che, la mossa di Roberto Cota con cui improvvisamente si mette in sintonia con il Papa a difesa della vita altro non sta a significare se non una strategia per ingraziarsi il Vaticano allo scopo di ottenere una sorta di captatio benevolentiae per non avere inceppamenti politici. Infatti, la Lega, che io definisco un partito leninista, cosi come lo ha definito poco fa anche l'ex Sindaco Cacciari su Rainews 24, cos'è se non un partito che dipende dall'egemonia del capo ? Realtà questa che fa anche a pugni con il discorso federalismo. o no ?
Anch'io sono a difesa della vita e sono del parere che la pillola vada usata solo come ultima ratio nel caso di pericolo per la madre del concepito, ma ergersi improvvisamente come baluardo di ogni utile opportunità, come nel caso di specie, mi sembra , come minimo, uno strumento più strategico che etico.
E' chiaro infatti che il Papa è a favore della vita, come lo sta predicando da anni, per cui è impossibile che Sua Santità, possa affermare il contrario di quanto ora dice la Lega. Più strategia di questa, volta ad aumentare l'egemonia del partito di Bossi anche in questo contesto, presentando, come da titolo, una natura strettamente leninista.

Non mi meraviglierei che, di questo passo, il neo governatore del Piemonte, Roberto Cota, (che, dieci minuti dopo il risultato elettorale ha sparato a zero contro tutti, compreso Sergio Chiamparino, persona meravigliosa, laboriosa e trasparente che ho conosciuto quando lavoravo a Torino), venisse ad insegnare al Papa anche la politica dell'accoglienza. a fini egemonici.

(Arnaldo De Porti con il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino)


Statene certi, ne vedremo delle belle a breve. Soprattutto con il principale alleato della Lega. E cioè Berlusconi, che ora dipende in toto da Bossi.


Arnaldo De Porti, Belluno-Feltre

Welfare Italia
7.04.2010 22:15

Redazione1
7.04.2010 22:17
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi

NO LEADER, NO PARTY
*I Comuni si alleano con altri Comuni per fare Stato e non viceversa.*
*Lo Stato è sovrano se il popolo è sovrano, ma oggi non lo è più, quindi
neppure lo Stato lo è!*

Finita l'ideologia, sono rimasti i tifosi nostalgici.
Finiti i partiti, sono rimaste combriccole dedite agli affari e alle
lottizzazioni.
Finiti i leader, sono rimasti i guitti dell'ipocrisia.
Hanno tolto il progetto di vita alle persone ridotte a zombi di servizio...
disposti a tutto per la loro convenienza.
Interpretano modi di pensare e di vivere una realta' che non esiste gia'
piu'.
La politica non è più politica e i politici non sono più tali.
Un senza senso. Svelati dalla rete. Finalmente!! La realtà adesso è
un'altra.

Il digitale e l'erosione del senso rendono obsolete queste categorie.
Il "*comando - controllo*" fisico degenerato in "*telecomando*" è alla resa.
Vive sul residuale ignorante e nostalgico. Una classe dirigente e politica
incapace di generare futuro, perché è un sistema che non ha futuro. E'
finito nonostante le cariatidi, ancorate nelle fazioni, faccian di tutto per
tenerlo in vita. Ma sono esangui.* L. Feuerbach*: *"Se vuole dar vita ad una
nuova epoca, l'umanita' deve rompere con il passato senza rimpianti..."*

La rete costituisce il nuovo modo di interagire. Loro, i politici, sono
inutili. Semmai vi sarà un altro modo di far politica e un altro modo di
amministrare la cosa pubblica... come già è avvenuto in passato.
Ora è solo un nostro problema culturale. Politici e burokratia sono
sostituiti dal saper fare rete.
Tutte le sovrastrutture politico-burocratiche sono divenute un museo di come
era!! Sono come le stazioni dei cavalli dopo la ferrovia. Musei del passato.
Ma non vedete quando questi apron bocca? Patetici!!... e perseverano
impuniti nel danno.

E' la comunità che deve appropriarsi della politica, come scelte di
convivenza, non come concessione a pochi di dettare la loro "carta"
funzionale a sé e alle lobby di comodo. E' la Comunità che decide cosa fare
dei propri luoghi.
Non si demanda, ma si dialoga e si decide dando voce anche alle minoranze e
alle diversità. I veri leader sono quelli che agevolano la volontà e il fare
collettivo, non quelli che impongono la loro visione o quella delle lobby.
Le Comunità (i Comuni) si alleano con altre Comunità per fare Stato e non
viceversa.
Non è lo Stato che decide, ma sono i cittadini.
Lo Stato è sovrano se il popolo è sovrano, ma oggi non lo è più, quindi
neppure lo Stato lo è!
L'attuale sistema è volutamente complesso per non consentire la comprensione
e la facilità di accesso. Sono tutti predoni e predatori di vita altrui.
Perché non ho quasi mai visto un giudice dimettersi consapevole che il
sistema non può più generare giustizia? Cosa ci stanno a fare? E parlo dei
giudici che dovrebbero essere l'espressione morale più alta del Paese.

Questa politica e questi politici hanno tenuto una società allo stato della
regressione per dominarla più facilmente.
Hanno boicottato i saperi, le intelligenze per fini miserevoli, interessi
personali.
Per questi politici le elezioni sono una vincita alla lotteria. Ci
costeranno 1.250.000 euro cadauno per i prossimi 5 anni questi fantocci
eletti alle regionali. In cambio di che? Il niente!! Solo un costo.
Generatori di un indotto burocratico moltiplicato esponenzialmente.
Tutto il sistema è occupato da lottizzati, tifosi e affaristi. In nome della
comunità!! Ridicoli falsari!!

La gente vorrebbe cose semplici:
casa, sanità, conoscenze, esercizio del sé, giustizia.
La base del vivere civile. Altrimenti che civiltà è? Sono i diritti di
civiltà. Ed è per salvaguardare questi diritti che ogni persona si dà dei
doveri di civiltà:
responsabilità, consapevolezza, impegno, rispetto dell'altro e
dell'ambiente.

I miti indotti dalle sottoculture contemporanee stanno distruggendo le
menti, l'anima delle persone.
Nessun politico che ha portato a questo sfacelo può essere idoneo per essere
rappresentativo di coscienze, ma solo di malaffare. Una società depressa, in
balia di alcol, stupefacenti, malata da cibo, impoverita delle proprie
abilità, inquinata all'inverosimile, imprigionata in un ambiente e in un
contesto annichilente, non ha futuro.

Si deve avere il coraggio di staccare la spina, cambiare se stessi,
liberarsi da consumi diabolici, togliersi da questa palude di servi di un
sistema in putrefazione che ha tolto ogni profondità all'azione per
l'esercizio della banalità e sopraffazione. *(03/04/2010)*

*Luigi Boschi*

**
*

visita il blog www.luigiboschi.it

Welfare Italia
13.04.2010 19:59

Welfare Italia
30.04.2010 12:00

Welfare Italia
17.05.2010 05:44

Welfare Italia
30.05.2010 18:21

Welfare Italia
14.06.2010 12:41

Welfare Italia
30.06.2010 18:36

Welfare Italia
15.07.2010 13:22

Welfare Italia
17.07.2010 00:53

Redazione1
22.07.2010 15:37
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?

Mafia, Alfano (IdV), Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
Palermo, 21 Lug. "C'e' una realtà in questo Paese che e' diventata incontrovertibile: chi dice la verità si becca una querela". E' questa la risposta di Sonia Alfano (IdV), al parlamentare del PdL Pippo Fallica, che ha annunciato di aver dato mandato ai propri legali per agire nei confronti dell'europarlamentare. "Sarei curiosa di sapere se Fallica ha mai denunciato il Corriere della Sera, il quotidiano La Sicilia e le tante testate online che fanno il suo nome in merito alle indagini che hanno portato all'arresto del suo collega di partito Giovanni Mercadante -sottolinea- o se intende farlo adesso. Dalle notizie riportate dagli organi di stampa si evince infatti -prosegue la Alfano- non solo che Mercadante fosse stato incaricato dai boss di fare da tramite tra le cosche e Fallica, ma anche che il nome del deputato del PdL ricorra spesso nelle intercettazioni del boss Cina' insieme a quello di Micciche'".

Welfare Italia
22.07.2010 15:37

Redazione1
22.07.2010 15:42
Salotti culturali dell'Estate bolognese

Da Comune di Bologna, Quartiere Saragozza, Ass. Cult. Via de'Poeti, www.viadepoeti.it, Parole in Circolo, i Salotti culturali dell'Estate bolognese (Undicesimo appuntamento): Giovedi 22 luglio, ore 21,oo Corte del Quartiere Saragozza, Via Pietralata 60, Bologna, Ingresso Libero, Grande Finale di SLA!M Disfida Poetica a Squadre ad Alto Coinvolgimento di Pubblico.
Ci siamo, ecco la Grande Finale di SLA!M, Disfida Poetica a Squadre ad Alto Coinvolgimento di Pubblico, organizzata per l'anno 2010 dall'associazione Via de'Poeti e che vede la sua conclusione alla Corte del Quartiere Saragozza di Bologna, con la collaborazione, il patrocinio e l'ospitalità del Quartiere Saragozza del Comune di Bologna. Nel corso dell'anno si sono svolte 11 manifestazioni di selezione a Bologna ed in altre città italiane, alle quali hanno partecipato 59 squadre e 157 componenti tra poeti, scrittori, musicisti, attori, registi, pittori, video makers e altri artisti. Nel mese di luglio si sono svolte le semifinali a Bologna, con la partecipazione di 24 squadre e 10 di queste si sono qualificate per la Finalissima del 22. Grande attenzione si sta avendo in Italia ed all'estero (Berlino, Parigi, Barcellona, Stoccolma, ecc.) per questa iniziativa unica ed originale e, oltre le richieste di organizzarla ancora in molte città italiane, ci sono stati suggerimenti pressanti per farla diventare un Progetto Europeo, la cui fase finale dovrebbe svolgersi in Italia nel prossimo anno (Bologna, se ci sarà attenzione dalle istituzioni, o altra città). La peculiarità della partecipazione del pubblico nelle selezioni e nelle decisioni finali, la particolarità del Progetto-Laboratorio per tutti gli artisti che partecipano e che vedono in tempo reale la rispondenza alle loro opere poetico/letterarie, musicali, video, ecc, ma soprattutto la ricerca di nuovi mezzi e linguaggi espressivi multimediali adeguati ai tempi e che superano la ristrettezza della sola scrittura, ne fanno una eccezionale occasione per lanciare una nuova era di promozione culturale e di crescita artistica. Giovani e meno giovani, italiani, stranieri, gente di tutte le estrazioni sociali e di varia formazione culturale hanno formato e vanno via via formando un "Nuovo Pubblico": non più i soli addetti ed i cultori, gli accademici ed i difensori di forme e presunte purezze elitarie, ma tanti che fino ad ora non seguivano poesia e letteratura, proprio perchè ristrette nei circoli canonici, retoriche, autoreferenziali e senza la spinta del rivolgersi a tutti. E' quasi un'utopia in Italia (All'estero invece sta diventando o è già prassi comune) e noi ci stiamo provando.. Aiutateci a non fare cadere tutti questi nostri sforzi volontari nell'imbuto del disinteresse per la difesa di vecchie pratiche oramai sterili. Ci rivolgiamo specialmente agli enti (Comune, Provincia, Regione) ai grandi sponsor (Fondazione Carisbo e Fondazione del Monte), che dovrebbero aiutare la promozione culturale più diffusa possibile, invece di sprecare risorse in mega eventi di facciata o in strutture di promozione contemporanea, che di promozione e di contemporaneo hanno veramente poco, se non l'intreccio propagandistico e politico, all'università, alle grandi aziende come Coop Adriatica, Unipol, ecc., e, perchè no, alle forze politiche: sentite almeno quello che abbiamo da proporvi, poi decidete in merito e rendete pubbliche le motivazioni. Noi ci siamo, venite a vederci giovedì.
Le gare poetiche a squadre sono ormai diffuse in tutta Europa (Francia e Germania soprattutto) ; la grande novità è la PERFORMIZZAZIONE del testo poetico: infatti ogni squadra (composta da 2 a 5 elementi) arricchisce il testo poetico con l’intervento di musicisti e/o attori, video istallazioni, mimi, basi, quadri, o solamente con lettura espressiva, creando una vera e propria MINI PIECE TEATRALE sui versi degli autori in gara, presenti. Tutto il Pubblico vota per esprimere il proprio gradimento e una giuria di Qualità altamente rappresentativa forma una classifica a parte. L’effetto è altamente spettacolare ed assolutamente innovativo e ne sono riprova i teatri pieni a Berlino, Parigi, Barcellona e tante altre città europee. Tutti gli AUTORI, i POETI; gli SCRITTORI; i MUSICISTI; gli ATTORI; i VIDEO MAKER; i PITTORI; i MIMI; i REGISTI; ecc, di tutta Italia e d'Europa, Possono Partecipare formando una squadra di almeno due persone, fino ad un massimo di cinque.
Il regolamento di S L A ! M per gli autori, gli artisti , gli enti ed i locali privati che volessero partecipare o ospitare è scaricabile dal sito www.viadepoeti.it
Lupo Angel (Luciano Posti), presidente Associazione Culturale Via de'Poeti, Bologna e coordinatore della rassegna "Parole in Circolo", Estate 2010.
Per la Stampa: a richiesta invio foto di tutti i partecipanti.

Giovedi 22 luglio, ore 21,oo
Corte del Quartiere Saragozza, Via Pietralata 60, Bologna
Ingresso Libero
Grande Finale di SLA!M
Disfida Poetica a Squadre ad Alto Coinvolgimento di Pubblico
Organizzata dall’associazione VIA DE’ POETI, nell'ambito di Parole in Circolo, I Salotti Culturali dell'Estate bolognese (Undicesimo appuntamento):

Le 10 squadre in gara, provenienti da tutta Italia, sono capinate da:
Valeria Contavalli, Pierluigi Tedeschi, Riccardo Paccosi & Francesca Rossi, Valentina Gaglione, Roberto Carboni, Salvo Quinto & Antonio Masella, Francesco Gentile, Gianmarco Basta, Eleonora Galliani, Attori Vaganti.
Il pubblico dovrà votare per designare la squadra vincitrice, Venite a votare!.
Una giuria di qualità composta da Personalità della cultura formerà una classifica particolare.
La squadra con i migliori risultati nelle due classifiche sarà decretata vincitrice assoluta.

Intermezzi musicali di Licenza Acustica, Manuel Bedetti, Rapsomodica.
Intermezzi ironico/satirici e vignette di ZAP & IDA, EROS DRUSIANI ed altri.
Presenta: FRANZ CAMPI
Notai del concorso: Alfredo Stori, Michela Martelli, Claudia Piaz e Oliviero Pianca
Presidente Giuria di Qualità: GREGORIO SCALISE
Scene e suoni a cura di: FUZZ
Servizio BAR
Nel corso della serata anteprima del nuovo libro:
"Se i cani non ci fossero, i gatti sarebbero felici?" di Oliviero Pianca / Oliver (Associazione Via de'Poeti), con la possibilità di acquisto a euro 10, anzichè 12,50.

Prossimi appuntamenti di Parole in Circolo:
Venerdì 23 luglio, Porto Recanati (vedi sotto)
Mercoledì 28 luglio, Cortile del Cinema Lumiere, Via Azzo Gardino, Bologna, con "Ci mangiamo la Poesia" per "Parole in Circolo" L'IMMAGINE e L'IMMAGINAZIONE, scorpacciata gratuita di maccheroni e versi.

L'ass.Via de'Poeti parteciperà alla: Gara tra singoli Poeti "ALAdiLUNA"
Venerdì 23 luglio e Mercoledì 11 agosto, ore 20 in poi
Giardini Diaz di PORTO RECANATI
Ass.culturale Leopardian Community, Coro a Più Voci, Comune di Porto Recanati, ass.cult. Via de'Poeti.
Master of cerimony (EmCee) LUPO ANGEL, musica e tanti ospiti illustri, premi ai primi 3 classificati e partecipazione al reading del 12 agosto.
I poeti e gli autori che volessero partecipare possono chiedere info ai numeri in calce o rivolgersi direttamente all'organizzazione.
L'appuntamento vale come prima selezione per il Campionato Nazionale di Poesia Orale 2010/11.
Il Primo classificato nell'anno 2010 sarà da noi accompagnato come rappresentante e concorrente italiano, tra 12 diversi paesi europei, a:
"Slam d'Europe", Reims (Francia), 15 e 16 dicembre 2010, per designare il Campione d'Europa.


Per info: tel. 3403479570 mail: lupoangel@fastwebnet.it , postapoeti@libero.it

Welfare Italia
2.08.2010 12:03

Welfare Italia
2.08.2010 12:23

Welfare Italia
18.08.2010 16:53

Welfare Italia
3.09.2010 23:54

Welfare Italia
20.09.2010 06:05

Welfare Italia
6.10.2010 21:14

Redazione1
10.10.2010 22:34
La voce del padrone di Lucio Garofalo

La voce del padrone

Come volevasi dimostrare. Alla prima verifica parlamentare i finiani sono
rientrati puntualmente nei ranghi, come era prevedibile. Dopo aver abbaiato
nel periodo estivo, muovendo accuse (senza dubbio giuste) contro Berlusconi,
criticando apertamente il suo modo di intendere la politica e i rapporti di
governo, gestiti alla stregua di un'azienda, è bastata la minaccia di
elezioni anticipate, pronunciata dalla voce del padrone, per metter loro la
museruola. L'asprezza degli attacchi sferrati dai finiani (cito su tutti il
più agguerrito, Fabio Granata) faceva immaginare chissà cosa, invece la
polemica si è spenta alla prima prova dei fatti, dimostrando che si trattava
di chiacchiere fumose.

Pareva che l'antipatia verso Berlusconi e il suo strapotere
politico-economico fosse diventato un sentimento diffuso anche in settori
della destra, ma ogni veleno si è dissolto in una semplice verifica
parlamentare. Pur volendo ammettere la serietà delle posizioni dei finiani,
è evidente che la netta presa di distanza sulle questioni etiche e
legalitarie non ha impedito agli esponenti di Futuro e Libertà di rinnovare
la fiducia a Berlusconi, perseverando in un errore riconosciuto apertamente
dagli stessi. La coerenza dei finiani è venuta meno nel momento decisivo
della fiducia concessa al governo.

Pertanto, risultano astruse e bizantine le giustificazioni di chi ha prima
criticato duramente il premier e gli aspetti più discutibili della politica
del governo, inducendo a credere che fosse nata una vera e credibile forza
di opposizione interna al centro-destra, mentre ha semplicemente illuso
l'opinione pubblica con un fuoco di paglia, in quanto alla prima importante
verifica parlamentare le lacerazioni sono state ricucite.

D'altronde cosa ci si poteva attendere da un politico machiavellico ed
opportunista come Fini, ex delfino di Giorgio Almirante (fondatore e leader
del Movimento Sociale Italiano, erede del fascismo repubblichino), poi di
Berlusconi, che negli anni '90 sdoganò e traghettò i fascisti al governo,
oggi Fini è diventato una sorta di animale anfibio.

Malgrado le atrocità e i misfatti del regime mussoliniano, gli odi generati
dalla guerra civile, i contrasti e i veleni del dopoguerra, la repressione
contro i movimenti sociali degli anni '60 e '70, quando lo squadrismo
neofascista fu determinante, malgrado le porcate legislative varate dai
post-fascisti al governo (cito solo le leggi che recano il nome del
Presidente della Camera: la "Bossi-Fini" sull'immigrazione e la
"Fini-Giovanardi" sul tema delle tossicodipendenze), i sentimenti
antiberlusconiani ridestati in gran parte del cosiddetto "popolo di
sinistra" oltrepassano i sentimenti antifascisti.

Negli ultimi mesi il quadro politico nazionale ha accusato un'escalation di
dossier, polemiche, ricatti, scandali, fino alla reiterata minaccia di
elezioni anticipate, lo scontro aperto tra finiani e berluscones, sguazzando
tra la compravendita di deputati e l'incalzante squadrismo mediatico della
stampa filo-berlusconiana, che hanno suscitato reazioni di sdegno. E'
evidente a tutti chi ha voluto scatenare una feroce campagna infamante
contro il presidente della Camera, diventato un facile bersaglio per le sue
esplicite divergenze con le posizioni del premier. Questo è un dato di fatto
oggettivo.

Un tempo erano frequenti i contrasti tra i rivali interni alla Democrazia
Cristiana, si pensi ai dissidi fra Andreotti e Fanfani, che si contendevano
la leadership del partito e del governo azzuffandosi a colpi di ricatti e
dossier predisposti da giornalisti prezzolati o dai servizi segreti deviati,
ma la dialettica, pur aspra e spregiudicata, si sviluppava in modo sobrio e
velato, ricorrendo ad un codice cifrato ed allusivo, mai troppo esplicito.

Il clima già acceso della bagarre politica si è ulteriormente acuito per
alcuni episodi. In uno scenario di tensioni e contestazioni a leader
sindacali e politici (si pensi a Bonanni e Schifani), in una commedia di
finta dialettica parlamentare, segnata da aspetti surreali e grotteschi,
"casualmente" si è offerto l'attentato (fallito) contro Belpietro, una
vicenda che per certi versi rasenta la farsa. E' noto che la storia si
ripete sempre, la prima volta in tragedia, la seconda in farsa. E' la storia
della "strategia della tensione", la cui logica cinica e criminale si rivela
nello slogan "destabilizzare per stabilizzare".



E' ormai accertato che la "strategia della tensione" costituisce un rimedio
portentoso per un governo in crisi. Per riacquistare i consensi basta un
semplice attentato fallito, la minaccia di una bomba, o l'ipotesi di
un'escalation terroristica, l'importante è allestire una campagna mediatica
che esageri ed insista nei toni allarmistici. Come accadde a favore della
Dc, che intorno alla metà degli anni '70 era travolta dagli scandali ed era
precipitata in una crisi irreversibile che avrebbe condotto al crollo,
eppure il sequestro Moro riuscì a salvare il sistema di potere
politico-affaristico imperniato sulla Dc.



Oggi la parabola del berlusconismo sembra essere sprofondata in una fase
discendente con un'improvvisa accelerazione temporale, per cui solo una
sorta di accanimento terapeutico potrebbe prolungare la sopravvivenza del
governo nei prossimi mesi. Tuttavia, il potere di Berlusconi rischia di
durare almeno fino a quando l'evanescente opposizione parlamentare insisterà
sulle battute volgari e sulle bestemmie, sugli scandali e sulle abitudini
sessuali del premier, invece di coniugare i sentimenti antiberlusconiani con
l'antifascismo e l'anticapitalismo, per avanzare una critica radicale ed
alternativa rispetto ad un modello di società, di Stato e di democrazia di
matrice autoritaria e populista, insomma ad un regime neoimperialista e
neofascista.

Lucio Garofalo

Welfare Italia
10.10.2010 22:34

Welfare Italia
22.10.2010 22:19

Welfare Italia
8.11.2010 08:33

Welfare Italia
24.11.2010 14:02

Welfare Italia
10.12.2010 10:42

Welfare Italia
26.12.2010 18:21

Welfare Italia
12.01.2011 04:56

Welfare Italia
28.01.2011 07:59

Welfare Italia
13.02.2011 07:35

Welfare Italia
3.03.2011 21:19

Welfare Italia
20.03.2011 11:31

Welfare Italia
20.03.2011 12:55

Welfare Italia
6.04.2011 02:03

Terza pagina
9.12.2010
ZEUS News 9 Dicembre 2010
15.11.2010
Seconda edizione del concorso di fotografia
15.11.2010
Master di I livello in “Medicina naturale"
8.11.2010
A TAVOLA CON GLI ETRUSCHI
28.10.2010
ZEUS News numero 1592
21.10.2010
RIFIUTI: DI LELLO, PSI: LA CARFAGNA SI RIVOLGA A CHI L'HA VISTO
21.10.2010
Terzigno, Alfano (IdV): “Escalation violenza è frutto ......
19.10.2010
Giustizia, Alfano (IdV): "Lodo Alfano? Vince l'ipocrisia
19.10.2010
Vittorio Craxi: “L’Expo di Milano salvata in zona Cesarini”
18.10.2010
Sonia Alfano e Antonio Di Pietro il 28 ottobre a Giampilieri

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicit | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti