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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: La politica lassu nel loggione. Atto III di Luigi Boschi
Autore La politica lassu nel loggione. Atto III di Luigi Boschi
Redazione1
5.06.2004 13:44
La Politica lassù nel Loggione.
Incontro in tre atti con Luigi Boschi

Atto III

Parliamo delle elezioni Provinciali.
Le sembra un modo democratico di come vengono proposte oggi le candidature a seguito dell'iniziativa di quel figlio dell'ex Presidente della Repubblica? Il maggioritario senza le primarie è come un orto senz'acqua. L'aridità è l'anticamera della desertificazione.
Il Loggione: " Pù che pajàs l'é 'na pajasäda!"

Ha dato la stura però alla nuova classe dirigente del Paese?
Guardi, dovrebbe essere interdetto a quel sardo di fare politica! E' il padre della defunta seconda repubblica. Certo gli italiani non hanno versato copiose lacrime per la perdita; forse la non riuscitissima qualità delle figure elette ne ha lenito il dolore. Dopo questi "leader" eletti, della seconda e della terza, si rimpiangono quelli della prima. Non vorrà paragonare, per citarne alcuni, De Gasperi, Togliatti, ma anche i più contemporanei Cossiga, Andreotti, Berlinguer, Almirante a questi qui? Per Cossiga ho particolare simpatia; è uno dei pochi che sa di politica e la continua a fare. In modo apparentemente distaccato.e con quale stile! Ha visto come ha trattato Masera, Brunetta in diretta? E condivido la sua osservazione fatta a Bertinotti sullo stalinismo. E' una persona preparata, acuta e ironica.e con diversi scheletri negli armadi, credo! Ho la sbobinatura del suo intervento a Parma in veste di gatto Felix.Ma si ricorda quando diede a D'Alema il bambolotto di marzapane a seguito del Berlusca pensiero che i comunisti mangiavano i bambini? E il Presidente picconatore? Col gesto poi di rimborso alla Parmalat e l'incontro con Tanzi in carcere ha liquidato di fatto questi pseudopolitici della seconda e terza Repubblica. Dei locali invece! Si ricorda cosa diceva Sciascia a proposito di uomini? Lascio a lei interpretare la mia classificazione di questi qui. Ci sono persone che avrebbero grandi opportunità di crescita politica, mentre non vedo risultati degni in relazione alle esperienze in corso. Cresce però l'individualismo, la faziosità, la piaggeria, la convenienza, non la cultura politica e di statisti. Lei vede qualcuno con aspirazioni e qualità da statista?
Il Loggione: "La clasa la n'é miga acua; sì, e al lat al n'é miga petroli!"

Perché siamo nella terza Repubblica?
Si, col 2001. Ciampi ha permesso che si votasse di fatto il potere esecutivo attraverso il rinnovo del potere legislativo! O è reato contro la Costituzione e andava perseguito (il codice prevede l'arresto immediato), o è cambiata sostanzialmente la Costituzione con un colpo di mano, con l'assenso del Presidente della Repubblica, che in qualità di custode e garante ha legittimato il cambiamento sulla modalità di voto della consultazione elettorale. Si è votato infatti direttamente per il Presidente del Consiglio, poi nominato formalmente dal Presidente della Repubblica. Non so se le è chiaro? La Carta Costituzionale su cui si fonda la convivenza degli italiani recita diversamente; è stata modificata tacitamente attraverso l'assenso consenso della Istituzione della Presidenza della Repubblica, degli Organi di controllo costituzionale, dei Partiti, ossia delle espressioni cosiddette rappresentative democratiche popolari. Mi chiedo cosa ci stanno a fare gli italiani? O rientra anche questo nella delega elettorale?

Si, so che lei si è battuto su questo tema, ma ritorniamo a Parma, come vede il confronto?
Per la logica dell'alternanza dovrebbe essere Lisi, per la logica di equilibrio democratico Bernazzoli. Lei se lo immagina Lisi contestare Ubaldi come fece Borri, a ragione, sul piano regolatore? Lei se lo immagina Lisi denunciare Ubaldi per disastri ambientali?
Poi finché la Destra e la Sinistra continueranno a non far politica, ma preferiranno la gestione d'affari, pronte, per il consenso, a contendersi l'imbarco di qui o di là di Ubaldi, lui farà quel che vuole a Parma. Soprattutto in questo periodo caratterizzato da grandi appalti pubblici.
Il Loggione: "Ubäldi l'é cme 'na préda in t'un stagn ad cärpi, i pess i s'divärton a girärogh d'intórna!"

Ubaldi quindi.
Il Loggione continua e si anima: "Al gh'à al trombòn facil!"
Non ho ancora letto il loro programma elettorale, non conosco qual è il progetto di Lisi né quello di Bernazzoli. Il progetto comunque ce l'ha Ubaldi. Aumentare il suo potere politico per competere con gli altri poteri forti della città e cercare forse un nuovo equilibrio, un cambiamento dell'attuale assetto storico di potere oligarchico che governa Parma e che ha anche portato la nave contro l'iceberg. Non condivido però i modi e il pensiero. Non vedo poi crescere attorno a lui una cultura meritocratica o di apertura democratica. Anzi! Yes men a tutto campo. E quindi si cade nella restaurazione dello stesso. E lui poi è molto abile nel gestire il guinzaglio con cui tiene i suoi adepti. D'altra parte lo stesso produce se stesso. Lui evita persone che potrebbero crescere e adombrare la sua "statura" politica. Ma lei crede davvero che io pensi di essere rappresentato da certi suoi assessori? Ma va là.Con questo non sono a sottrargli meriti che ha, ma sono anche molto critico per la sua prepotenza, cinismo, mancanza di dialogo e soprattutto di partecipazione. "La folla è femmina." lo diceva anche Sordi nella parodia, si ricorda? Ubaldi considera i cittadini dei sudditi. I cambiamenti maturano invece se si coltiva una cultura diffusa, non se imposti dall'alto. Direi che ha adottato come stile dirigismo e decisionismo non mediati da alcuna capacità di ascolto, partecipazione, coinvolgimento: sono le pratiche tipiche del potere individuale o oligarchico. Questo comportamento non solo stimola la violenza, ma nell'era della "rete come sapere" è asociale. Mi ricorda poi nell'uso della propaganda, dei media e del decorativismo scenico il linguaggio di regime. Qualche politologo ha già parlato sulla democrazia di regime. Mi sembra che Ubaldi interpreti perfettamente la parte.
Il Loggione grida: "la misjòn politica incò l'é gnùda 'na komisjòn d'afäri!"

Non ha una immagine positiva dell'Ubaldi pensiero?
Ubaldi è una persona di cui non ho né stima, né fiducia, ciò non toglie che sia abile, furbo e scaltro. Prepotenza e potere arbitrario sono i suoi stupefacenti quotidiani per gestire la stupidità della parvenza democratica. Ricatta dal '98 una Destra pavida, incapace di crescere da sola, con gli appalti (di cui si nutre), qualche posto ben remunerato (sempre efficaci) e la partecipazione illusoria al potere politico, che infatti non ha. Analizzi bene le deleghe distribuite e non potrà che darmi ragione. La tiene poi sempre in scacco sotto minaccia del possibile cambio d'alleati. Per me è uno stalinista-nazifascista, usa la destra come zerbino, tratta i cittadini come zombi con la demagogia e il populismo, riserva alla borghesia un contesto orgiastico godereccio, unitamente a salassate finzioni culturali e poi la fustiga senza risparmio. Non vede poi l'analogia tra Stalin chiamato il costruttore e la città cantiere di Ubaldi?
Sempre il loggione suggerisce: "Ubäldi l'à scambjè i pramzàn par 'na pónta ad formàj, al'ja raza indò 'l vól!"

Civiltà Parmigiana?
E' un bidone aspiratutto! Ha il merito di aver utilizzato bene lo spazio che si era creato in ambito locale, dopo il declino dei partiti nazionali. Chi mi conosce sa che ho simpatia verso questa forma di civismo in politica, anche se ormai le liste civiche sono sorpassate, non svolgono più infatti il ruolo per cui erano nate e mostrano i limiti dovuti alla loro strumentalizzazione.
Dal Loggione: "Italia o Spagna, basta ch's'magna! An l'at ancorà capìda?"

In effetti quasi tutti i Comuni ormai presentano liste civiche
La proliferazione di liste, di fatto anonime, nei Comuni, sta creando solo caos. La gente non ci capisce più niente. Sono divenute liste civetta, attraverso cui i candidati tentano di mascherare la loro area politica. Tornando però a Civiltà Parmigiana, ciò che non condivido è la loro prassi: la riduzione a gestione d'affari ciò che invece poteva essere un nucleo importante di maturazione politica locale, un laboratorio innovativo. E' un "komitato elettorale", di fatto, che si riunisce in occasione delle votazioni. Han ridotto tutto a gestione di "konsenso e affari", come i partiti tradizionali. Quindi, non c'è nulla di nuovo. Non vedo molte persone di levatura politica al suo interno, e, i pochi che forse meriterebbero attenzione, sono demotivati. Con i gerarchi provinciali si va poco lontano! Usano il bastone e la carota come sta facendo l'attuale loro leader. Usa l'Autority come carota e col bastone dice ai parmigiani che sono dei fannulloni e degli incapaci, che il loro modo di lavorare è ridicolo e sorpassato; e lui, in qualità di fustigatore se ne tira fuori, come se in tutti questi anni di partecipazione al governo del territorio, non ne fosse responsabile. E', a mio avviso, tra i maggiori responsabili di questo stato di cose. E' tra coloro che hanno impedito il nuovo e favorito il vecchio. Forse aveva interessi da difendere!
Il Loggione: "At visst, a gh'é dil listi ch'i päron di certificat ad famìja: al marì e la mojéra; al pador e la fjòla; a gh' manca al nonòn e po i s' metton coj pe sotta la tävla e i fan Nadäl!"

Condivide la critica di Ubaldi sull'uso del nome Parma?
E lui cosa fa? Prende l'immagine sacra del Duomo e la usa come simbolo della sua città cantiere.e della speculazione sugli appalti, per non parlare di quel che avviene nei cantieri!! Forse avran bisogno della protezione divina!
Dal Loggione: "Al gh'à fat la céza còmda: un sign ad crosa subitt, prima e dop al pchè!"
Poi, guardi, non più tardi dello scorso agosto Ubaldi ha sostenuto pubblicamente che Parma deve identificarsi nel Prosciutto Parma e il Prosciutto Parma deve identificarsi nella città di Parma. E avevamo già avuto il prosciutto alla diossina! La predica quindi parte da un pulpito sbagliato. Contestai duramente Ubaldi in quell'occasione sia per la sostenuta banalizzazione di una identità politico culturale di Parma con quella consumistica di prodotto, sia per l'uso improprio di quell'area storica pubblica (Piazzale della Pace), sia per i prevedibili danni arrecati al manto erboso, il cui rifacimento, poi, è stato realizzato anche con risorse pubbliche visto che il Consorzio, che ha pagato il ripristino (75.000 euro), riceve ingenti finanziamenti annuali da Regione e Ministeri Statali. Pensi che il budget dell'iniziativa è sforato di 2 miliardi: i 3 previsti sono divenuti 5. Inoltre sollevavo pubblicamente il problema politico (una manifestazione con partecipanti da tutt'Italia che i media locali hanno volutamente sottratto alla cronaca), e le future negative ripercussioni economiche circa l'insostenibilità dell'industria alimentare di derivazione animale per problemi etici, ambientali, sociali, economici, sanitari; un'economia, come ho già detto, che vede Parma fortemente coinvolta, di cui non si vuol però parlare così da arrivare al collasso senza avere poi alternative. E denunciavo forti preoccupazioni. Ma il sindaco se ne guardava bene, dal prendere almeno in considerazione questa posizione. Ciò che gli interessava era il consenso politico che gli sarebbe derivato. Poi gli è arrivato il boomerang Parmalat e la crisi economica in cui versano i produttori del Prosciutto Parma, che ha visto coinvolto lo stesso Presidente del Consorzio. Guarda caso entrambi espressione dell'industria alimentare di derivazione animale! E lui cosa fa? Prende le distanze per il danno di immagine, quando fino a ieri ha cavalcato l'onda. Non so con quale senso, con quale coraggio!
Dal Loggione: "Al bàla in t'al mànogh!"

Cosa ne pensa della sinistra "sgangherata" a detta di Ubaldi?
Se la Sinistra è sgangherata, la Destra è servente; viene usata da Ubaldi come i famosi "rotoloni", per poi finire nella sua "tazza" di Civiltà Parmigiana. L'attuale sinistra è vero ha difficoltà a trovare una sua nuova identità, una sua autorevolezza, che non vada oltre il sociale, un modello politico alternativo che non cada nel confronto ragionieristico amministrativo. Ma è apprezzabile, e penso sia riconosciuto, lo sforzo di evoluzione e di cambiamento in corso. Certo difficile perché è dura da togliere la crosta Jurassica! Un trapasso ostico e reso palese dalle difficoltà incontrate dalla Lista unica presentata in Europa e non alle Provinciali ad esempio. La destra invece fa quello che ha sempre fatto: fare affari con il consenso ottenuto in vari modi (subappalti) dalla sinistra. E' la spinta neoliberista senza attenzione alla solidarietà sociale che preoccupa! I negativi effetti sociali in molti Paesi che hanno adottato questa linea è evidente. E' il pensiero politico europeo, purtroppo, che oggi soffre per sudditanza quasi coloniale! Il principio che vale per ogni società è quello di superare lo stato di natura, l'"homo homini lupus". Il primo diritto di ogni uomo -sostiene André Glucksmann- è quello di lottare contro l'inumanità della sua condizione. Non è l'idea di un bene supremo che mobilita gli uomini, ma la resistenza al male. L'uomo deve sempre avere la possibilità di difendere la propria dignità, pur nella consapevolezza della sua relatività.
Io penso che "conoscenza e solidarietà" devono viaggiare in equilibrio, perché sono i cardini di crescita per una società libera, democratica, responsabile, ad alta riflessività in cui le diversità costituiscono un valore mentre le disparità e l'emarginazione sociale sono i prodromi del conflitto sociale, che devono quindi essere rimossi e non alimentati. Ciò comunque che accomuna oggi la Destra e la Sinistra è il politichese, la partitocrazia, la lottizzazione, la spartizione degli affari. Ecco perché sono poi "lo stesso"!
Non si discute più di modelli sociali, ma solo di economia. Non si discute più della felicità dell'uomo, ma di come far diventare sempre più ricchi pochi. Non si può continuare con questa politica ragionieristica e della sottrazione.
Il Loggione: "A cla Manon chì, a gh' mancäva alméno tri did!"

Lisi?
Non si trattiene il Loggione: "Ubäldi al vriss tutt i pramsàn col braghi lisi, mo dòpa al crac dal lat i gh'j an belé lési!" Ma corre Ubaldi o Lisi? Mi sembra che Ubaldi stia cercando un'elezione per interposta persona. Anche questo non è una novità in politica. Se è Lisi il candidato, non lo conosco. Non ho mai avuto modo di avere con lui, in questi anni, un dialogo politico. Ha preferito negarsi. La mia è una conoscenza indiretta per la sua attività amministrativa svolta.
In Loggione: "I dizòn che a chilù a gh'piäz l'ópra d'la betonjiéra; a pära che da lè la téna su tutt al teàtor!"

Bernazzoli?
La prima volta che ho sentito fare il suo nome, non fu piacevole. Sostenne infatti, per logiche di partito, quel minus habens del sindaco di Felino che, con i suoi compagni di merende, boicottò e cercò di impedire l'edizione 2001 della "Settimana Felinese", cosa al contrario valutata positivamente dal Presidente del Consiglio Provinciale Gianni Riccò (PCI). Quell'edizione era da me organizzata, dopo che il Comune, con un appello pubblico, richiedeva collaborazione e contributi esterni. Poi decidettero che in quell'anno i Felinesi non avrebbero dovuto avere la loro festa annuale estiva: era un rito che durava da 39 anni. Io non capivo il perché e non mi rassegnai a far dipendere una iniziativa popolare dai "tiramenti" di una giunta locale incapace. Non vi erano ragioni plausibili. La feci lo stesso. Volli organizzarla anche senza il loro assenso; e fu la "Rivoluzione del Cremino made in Felino". Me ne fecero di tutte, ma il progetto culturale ebbe la meglio sulla prepotenza degli ignoranti al potere. Mi lasci però dire qualcosa su Felino dove i candidati sono tre persone che invece conosco da tempo e tutte con qualità.

Poi lei è nativo di Felino?
Si. A Felino il problema è nella dirigenza politica che ha governato direttamente o indirettamente il paese, non nella scelta dei candidati sindaco che ritengo abbiano tutti e tre ottime qualità personali e professionali. Le dirò, che li avrei visti bene insieme tutti e tre contro i lestofanti che da troppi anni, usando l'ideologia, hanno reso un paese ricco senza qualità urbanistica e con una grande povertà culturale e sociale. Vede questa è la debolezza delle persone che non uniscono le loro forze, ma si piegano alla stupidità della partitocrazia, e i lestofanti, per interessi di parte, separano, dividono anziché unire e impediscono la formazione di una nuova classe dirigente locale. In questa tornata elettorale, a Felino si sta giocando una partita sporca e il merito di questo è di Ubaldi. Non vado oltre!
Il Loggione: "'N'é miga a Flén indò i dizòn ch'j'apjon robè aj sinngor?"

Torniamo a Bernazzoli
Forse da un punto di vista elettorale i nemici li avrà più in casa che fuori!
Da troppo poco tempo conosco Bernazzoli sia come politico, sia come amministratore. Devo ammettere che mi ha concesso un incontro a differenza di Lisi che mi ha volutamente evitato. Comunque non ho mai avuto neanche con Bernazzoli un vero dialogo politico. Certamente per lui Fontanellato è stata una buona palestra d'inizio, così come l'investitura ottenuta da Borri, dopo Peri, o l'incarico di Presidente facente funzioni. Ma questo non è sufficiente per capire il suo vero pensiero politico e non solo l'abilità amministrativa che ha dimostrato di avere.
E in loggione: "Al vräva arfär al pont ad Brooklynn, mo pr' adés i gh' fan arfär coll dal Tär; i l'àn apén 'na fnì mo l'éra soltant 'na próva!"

Non si sbilancia?
Dai primi sondaggi sembra in vantaggio Bernazzoli. Sarà però una sfida che si risolverà con uno scarto minimo. Poi, non avendo avuto con entrambi un reale dialogo politico e non avendo una conoscenza personale, cosa vuole che le dica? Io non faccio parte delle loro frequentazioni. Quindi.Solo quando uno è insediato e gestisce il potere delegato per la durata del mandato si capisce cosa ha nella testa, qual è il suo progetto e allora se ne comprende l'abilità politica. Prima è campagna di consenso elettorale. E' dopo aver ottenuto il consenso popolare, che si vede veramente chi è. Li si vede come gestisce la sua energia personale, se saprà lasciare un segno di valore, costruirsi una identità e una immagine politica. Dipenderà poi molto dalla squadra di cui si avvarrà il Presidente eletto, se saprà dare entusiasmo e visione al territorio malato di acuta parmigianite secondo Ubaldi, inconsapevole forse di averla anche lui causata.

Che partito vede in difficoltà a Parma
La Margherita, penso, resterà con qualche petalo in meno! Chi non ha condiviso la linea gestionale di partito probabilmente voterà per altre formazioni politiche, non un partito che di fatto è commissariato per incapacità della sua classe dirigente. E per fortuna che era stato nominato un comitato di saggi per la miglior gestione in vista elettorale! Pur sostenendo Bernazzoli, eviteranno la preferenza e se la daranno sarà per altre liste: Socialisti-Repubblicani-Liberali, Ds, Verdi, Di Pietro-Occhetto; alcuni potrebbero pure sostenere Lisi e quindi scegliere Civiltà Parmigiana, lo han già fatto con la Soliani, ricorda? Sono curioso di vedere cosa accadrà dopo, in preparazione delle elezioni regionali? Cosa ne sarà della discussione politica che si dovrà aprire tra i loro dirigenti, coloro che hanno fatto il danno (i nomi sono noti) e coloro che l'hanno subito (Pagliari), con i loro candidati sindaco ottenuti come materiale di scambio politico (esempio di democrazia partecipata popolare!) e i "tentacoli" affaristici. Se non sarà così, beh, si vede che ho una visione limitata e quindi fanno bene gli attuali dirigenti a continuare a prendere a prosciuttate in faccia il proprio elettorato. Ho già detto mesi fa: "dopo Borri il vuoto": la botanica a Parma ha svolto il suo corso. La verità è che si fanno cartelli politici per spacciare elezioni che producono costosi "poltroni numerati".
Il Loggione: " Votär? J'àn scambjè al dovér pr'un piazér par lor!"

Di Democrazia Europea e D'Antoni?
E' Cavitelli che scoraggia alla politica. D'Antoni come segretario di un partito nazionale, in questa attuale palude elettorale istituzionale, si gestisce come può. E' legittimo cambiar coalizione. Pensi però Cavitelli, fino a ieri consigliere provinciale contro Bernazzoli, contro i finanziamenti per la celebrazione della Resistenza -è agli atti il suo intervento in Consiglio Provinciale- poi, per una scelta di strategia politica D'Antoni decide di spostare il suo Movimento nell'area dell'Ulivo, e Cavitelli espressione di Democrazia Europea a Parma, entra in lista come indipendente in Margherita a favore di Bernazzoli. Quale credibilità può avere? Era l'unico candidato possibile di Democrazia Europea? Quale elettorato può rappresentare? E' la farsa! No, sarebbe intelligente. E' l'uso meschino della politica per interessi di parte fregandosene della collettività. Mi piacerebbe sentirlo in un comizio: cosa deve dire ancora uno come lui in politica? Dopo la Lega uno, dopo la Lega due, dopo Democrazia Europea, dopo UDC, è rimasto a culo nudo come in Senato. Solo che qui ci mette la sua faccia.
Il Loggione: "Sì, sta bén; e torna indrè cuand a t'ciamaremma nuätor!"

Concorda con l'articolo di Molossi sui giornalisti impegnati in politica?
Si, in gran parte, tanto è vero che da quando ho deciso di impegnarmi in politica con obiettivi anche elettorali o istituzionali e non solo culturali, mi sono astenuto dalla mia attività di comunicazione e giornalismo, ritenendo l'impegno politico assunto personalmente in conflitto professionale con la mia attività. La libertà di pensiero e d'azione avrebbe subito ostacoli. Non solo, ma non ho nemmeno rinnovato l'iscrizione all'Ordine.
Non condivido invece la possibilità di non ritorno e le motivazioni addotte da Molossi. Innanzitutto perché ogni giornalista purtroppo è oggi "obbligato" sulla linea editoriale della proprietà, quindi è di parte per il fatto stesso di appartenere a una testata o ad un'altra. Si potrà forse dire che vi sono giornali meno di parte di altri, ma non neutri, dove si cerca l'obiettività. Ogni testata ha la sua obiettività, quella della parte in cui sta. Poi la pubblicità è fortemente condizionante, lo sappiamo tutti il ruolo che svolge. Sulla comunicazione però vorrei dire un'ultima cosa.

Cioè?
E' di Mario Perniola: "La comunicazione è l'opposto della conoscenza. E' nemica delle idee perché le è essenziale dissolvere tutti i contenuti. L'alternativa è un modo di fare basato su memoria e immaginazione, su un disinteresse interessato che non fugge il mondo, ma lo muove.Oggi si sostituisce l'educazione e l'istruzione con l'edutainment, la politica e l'informazione con l'infotainment, l'arte e la cultura con l'entertainment, la parvenza democratica diviene democratainment.La nostra età non sarebbe affatto caratterizzata dal tramonto delle ideologie, ma semmai da una loro semplificazione e banalizzazione estrema che fa cadere l'aspetto concettuale a favore dell'emozionalità.L'essenziale è cominciare a sottrarsi nelle piccole come nelle grandi cose a quel pensiero unico che pretende di appiattire sotto il suo rullo compressore dell'economia ristretta e quantitativa, tutti gli aspetti dell'esistenza". Io la trovo condivisibile!

Perché non si è candidato?
E' la partitocrazia che non mi vuole. Lei ha letto il documento pubblico che abbiamo proposto ai candidati Presidente! Non abbiamo avuto risposta, quindi siamo "Loggionisti". Per me è sufficiente questo loro agire per capire il grado di ascolto. E' il consenso elettorale per la gestione del potere: questo è il loro unico obiettivo. Il nostro Movimento non è ancora una organizzazione radicata sul territorio e si limita quindi a un'espressione di opinione. Poi lei lo sa, sarei destabilizzante in quanto rappresenterei l'interesse collettivo, non la fazione, o il particulare speculativo del cittadino o gli interessi di lobby di potere se sganciati da un bene comune. E questo i nostri politici non lo vogliono perché devono autoperpetuare il loro modello: più che il bene comune coltivano l'interesse personale.
Preferisco quindi, per ora, coltivare idee e progetti; sono le idee che muovono il mondo. Le persone impegnate nella Pubblica Amministrazione dovrebbero sostenere e partecipare per dar valore alle idee e a chi le ha pensate, non adoperarsi invece per il culto della persona, come invece accade oggi o peggio al furto dei progetti e alla loro banalizzazione adattandoli alle linee di finanziamento comunitarie, nazionali, regionali. Il furto intellettuale è un crimine, quindi.

Un ruolo inedito per il politico attuale?
E' il mio! Questa mia posizione è imbarazzante, difficoltosa, lo so, perché ti porta allo scontro con i poteri costituiti, che non amano né gli innovatori, né le innovazioni, né il rispetto della proprietà intellettuale. E così non riesci ad avere le informazioni, altro che trasparenza! Lei sa i soprusi che vengono compiuti nell'urbanistica? Bisogna avere coraggio per sostenere questa parte, non tutti sono disposti a rischiare la loro micca quotidiana! Io sì, e questo dà fastidio. Alla gente poi hanno messo il para occhi e li hanno dotati di specchietto retrovisore. Gli hanno fatto perdere la visione. Si fanno meno pensieri.dicono!
Poi ha mai sentito i coccodrilli dei politici per i loro colleghi post morte. Soprattutto quando si incolpano di non averli capiti.Ecco quello è veramente il vomito!
Il Loggione: "Guärda che la gènta l'à voté par Baraba, miga pr'al Sgnor?"

Ma allora non prendete parte?
Non capisco perché dovremmo prender parte noi, quando la nostra posizione non è inclusa, ma è tenuta volutamente esclusa dalla parvenza democratica. Noi, la nostra proposta, l'abbiamo fatta chiara e resa pubblica, aspettiamo risposte o proposte.
Il Loggione: "Il parnìzi bjanchi j'én in estinsjon!"

Ma lei cosa vorrebbe fare se la chiamassero?
Vorrei occuparmi come ho già scritto, della comunicazione, della innovazione tecnologica, delle relazioni internazionali in chiave politica. Saprei dare una svolta, saprei cosa fare, saprei dare, penso, un contributo alla collettività in questo ambito che conosco per esperienze professionali. Ma loro vedrà non me lo permetteranno pur sapendo che avrei un potenziale da esprimere e le credenziali necessarie. La loro idiozia partitocratrica deciderà diversamente! E allora continueremo la lotta.
Il Loggione mi dice: "S'ant gh'è miga di sant in Paradiz, a t'stè frèssch. Mo a ti a t'piäs pu i Maznadjér o la Mèssa da Rechjem?"
La politica è morta, così come è morto il teatro, la poesia, il cinema, le città.Esistono solo circuiti finanziari-consumistici gestiti da oligarchie politico economiche e criminali!!
Oggi sembra -dice Marc Augé- che il solo dovere sia quello di consumare. Bisogna consumare per poter continuare a consumare. I consumatori sono in qualche modo indici di se stessi. Non viviamo nel mondo dell'abbondanza, ma in quello dei cocci, delle eccedenze distrutte e dei modelli superati.
E' della partitocrazia poi la riduzione dei politici all'esercizio della prepotenza sull'intelligenza. E i "mercanti in fiera", sono sempre pronti a respingere il viandante verso il basso costringendolo verso il sentiero del vizio anziché della virtù, immergerlo nelle selve delle pratiche ricattatorie e del non ritorno. Speriamo che Virgilio ci aiuti a ritrovare l'etica e l'estetica perduta. L'umanità ne ha bisogno!

Un filosofo contemporaneo in cui si ritrova?
Emanuele Severino. Senta cosa scriveva anni fa sulla società della tecnica: "Il tramonto che porta verso la civiltà della tecnica passa attraverso il grigiore crescente della fase in cui si sta lasciando il vecchio, ma il nuovo non è ancora maturo. Oggi viviamo visibilmente circondati dall'ottusità, dalla volgarità e dalla superficialità, che però non stanno sospese nel vuoto, ma sono i parassiti delle ideologie al tramonto e delle forme immature che la maturazione della nuova forma di civiltà toglie di mezzo. L'ottimismo riguarda comunque la capacità del processo in atto di arrivare alla meta, alla configurazione matura della civiltà della tecnica."
Ho sempre trovato questa sua interpretazione del presente che stiamo vivendo molto efficace e in linea con quanto io stesso ho potuto constatare e vivere in prima persona. Mi piace ricordare infatti il mio incontro personale con De Kerckhove (connective intelligence) e lo scienziato Kevin Warwick (chip sottocutaneo) qui a Parma, li accompagnavo per i luoghi della città. Due intellettuali che interpretarono anticipatamente la rivoluzione digitale. Andammo a cena una sera dal vecchio buon Cerati, un'altra da Romeo. Pensi che né il Sindaco, né il Rettore, né il Presidente della Provincia, né i Presidenti delle Associazioni, né le imprese vennero ad incontrarli, a conoscerli durante la Biennale di Cybercultura, pur consapevoli della rivoluzione tecnologica in atto. Nemmeno l'ospitalità fu data loro. Quando si parla di classe dirigente! Non dovrebbero essere loro a dare la visione, le linee strategiche, gli indirizzi su cui si sviluppa la progettualità del territorio, la cultura di sussidiarietà del luogo, l'interazione col cittadino? Vede il grave non è solo nella mancanza di stile civico e nemmeno nel non aver saputo cogliere il nuovo in tempo (già di per sé imperdonabili), ma l'ignoranza di non saper riconoscere gli errori commessi e porvi rimedio, nel non saper riconoscere il danno arrecato, nel perseverare, con ostinazione da regime, nel tenere isolato chi ha sostenuto e creduto in quei saperi. Questa è la classe dirigente di Parma. Le è sufficiente! Quando il sindaco parla, mi sembra di sentire la sua "opera buffa".
Senta il Loggione cosa dice: "Dòpa chil tre botillj chi, arvemma la cuärta, mo l'bvemma in-t-l'andär a ca. L'é mag'e magari a catèmma n'a cuälca lussa ch'a s'compagna. A mi a m' pjäz sémpor la Travjata! Tant lor i fan coll ch'i vólon e nuätor coll ch'a podemmà: i la ciàmon democrazia! Vot veddor che Stalin e Mussolini i podrisson dvintär, col témp, di principjant?"(fine)

Parma 19 maggio 2004

Movimento Sorgenti
tel 338 7152065 luigi.boschi@libero.it

Terza pagina
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15.11.2010
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