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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: Feltre, il restauro del Teatro storico di A.P. Zugni-Tauro
Autore Feltre, il restauro del Teatro storico di A.P. Zugni-Tauro
Redazione1
7.08.2006 21:19
IN ATTESA DEL LA CONCLUSIONE DEI LAVORI DI RESTAURO DEL TEATRO STORICO DI FELTRE di Anna Paola Zugni Tauro.
Risalendo dalla pianura veneta la valle del Piave accade di veder stringere gli ampi meandri del fiume dalle pendici montuose che sbarrano l’accesso alla Val Belluna, di cui Feltre è il primo avamposto. Città particolare, segnata da una storia tradizionalmente nordica fino al 1404 e poi, da quell’anno di dedizione alla Serenissima, legata alle istituzioni e tradizioni della Repubblica Veneta. Ogni anno i Feltrini rievocano sfarzosamente nella prima domenica di agosto il Palio e la cerimonia di quel lontano secolo XV° che modificò profondamente la loro storia. Proprio per fedeltà a Venezia Feltre subì devastazione, saccheggio e massacro nel 1510, all’epoca della guerra cambrica, e fu ricostruita “ex cineribus” con l’aiuto economico, politico e culturale di Venezia. Così la cittadella, arrampicata sul Colle delle Capre e cinta da mura, conservò l’impianto urbanistico medievale, ma fu arricchita di nobili palazzi, di belle case e giardini nel ’500 e nei secoli successivi.
L’edificio più grandioso nella ricostruzione dell’eroica Feltre fu il Palazzo Nuovo o Palazzo della Ragione, concepito da Andrea Palladio, iniziato sotto il reggimento di Jacopo Gabriel probabilmente nel 1548 e completato nella Loggia dieci anni dopo sotto il rettore Lorenzo Donato.
Si è anche pensato di riconoscere in un progetto di Loggia del Palladio (R.I.B.A. XII, 10 ottobre 1548) l’elaborazione di un’idea per il palazzo feltrino ( A.Foscari, 1980), L’edificio conteneva il “ fontico di biave a benefitio della povertà” ( F. da Mosto 1611), la Loggia, stanze di uso pubblico al piano terreno. Al piano superiore nel 1583, sotto il Podestà Andrea Gabriel figlio di Jacopo, fu quasi ultimato un grandioso “ salone “ destinato ad accogliere nelle rare sedute annuali i 70 componenti del Maggior Consiglio; esso fu compiuto soltanto nel 1610. Il Palazzo Nuovo sorge accanto al palazzo dei Veneti Rettori che contiene la superba “ Sala degli Stemmi” con le armi delle famiglie patrizie veneziane che ressero la città, con il leone di San Marco, con lo stemma di Feltre raffigurante il Castello col motto “ nec spe nec metu”, con le immagini dei Santi Patroni Vittore e Corona; il soffitto è decorato con le travature “ alla sansovina” e da due preziosi lampadari di Murano. Invece il “ Salone” del palazzo Nuovo non fu mai adoperato per il Maggior Consiglio, probabilmente a causa dei rigori invernali: “ hanno un bello et gran salone nella città fabbricato con molte spese et lungo tempo, il quale, sebbene destinato a riduzione del Consiglio che non veniva in questo adoperato, ma vi tenevano di continuo una Senna ( scena) per recitar commedie in Carnevale… ( Alojsio de Chà Pesaro, 1621). Il salone fu anche ornato da una ricchissima armeria, purtroppo interamente perduta, che doveva testimoniare la storia guerresca di Feltre e la sua tradizione, con Belluno e Serravalle, di fabbricatrice di armi ricavate dal ferro delle miniere agordine e cadorine.
Nel 1684 furono costruiti nel “ Salone” due ordini di palchi e nel 1741 ne fu aggiunto un terzo. Il 26 luglio 1769, durante la recita delle “ Donne de casa soa” di Carlo Goldoni il “Teatro della Senna” fu colpito da un fulmine che causò cinque morti, lesioni a molti spettatori e gravi danni al fabbricato.
Da allora il Teatro funzionò ben poco e nel 1810 fu adibita a sala teatrale l’aristocratica Chiesa di Santo Stefano ( poi demolita nell’Ottocento), passata al demanio e quindi al signor Tomaso Zerman. Il cosiddetto “ Teatro di Zerman” avrebbe contenuto 28 palchetti e 400 persone.
Il 15 giugno del 1802, sotto la dominazione austriaca, il celebre architetto veneziano Giannantonio Selva ( 1751-1819), progettista del Teatro “ La Fenice” di Venezia, scrive una lettera, tuttora conservata nel Museo Civico di Feltre, nella quale accetta l’incarico di ristrutturare il “ Teatro Sociale” e dà precise disposizioni per l’esecuzione del progetto. Al lavoro contribuirono Giovanni Curtolo di Domenico, detto Bissa, di Feltre e l’architetto Antonio De Boni di Villabruna. Nel 1810 i lavori dovevano essere compiuti. Se si pensa che il Teatro “ La Fenice” di Venezia ( disegni 1788-89, costruzione 1790-92) prima dell’ultimo incendio si presentava alterato rispetto al progetto del Selva in seguito al rifacimento successivo al primo incendio del 1836, che il Teatro Verdi di Trieste ( 1801 ) fu eseguito con grandi modificazioni, che il Teatro di Adria (1811) non fu realizzato e che di un altro grande teatro rimangono solo i disegni progettuali, si capisce come il Teatro di Feltre rivesta un eccezionale interesse nel curriculum del famoso architetto. Nel 1843 il Feltrini invitarono il veneziano Tranquillo Orsi, noto professore di prospettiva, a decorare il Teatro ; egli ornò con raffinati motivi il soffitto, i palchi e con una scena arcadica l’ampio sipario. L’aereo soffitto assomiglia ad un grande “ velario” paragonabile a quello progettato dallo stesso Orsi per il Teatro di San Samuele a Venezia nel 1818, mentre la decorazione degli ordini dei palchetti a medaglione con ritratti di musicisti e di commediografi alternati a lire ricorda la seconda decorazione del Borsato, realizzata nel 1828 per il Teatro “ La Fenice”, distrutta dall’incendio del 1836; la terza fu eseguita nel 1837 proprio da Tranquillo Orsi, genero del Borsato.
A tanta importante storia architettonica e pittorica si aggiunge quella teatrale: Carlo Goldoni nel 1729 venne a Feltre quale coadiutore della Cancelleria. Nelle “ Memorie “ egli racconta che trovò felicemente a Feltre una compagnia di comici diretta dal famoso Pantalone Carlo Veronese ( ch’egli rivedrà trent’anni più tardi nel “Théatre Italien” a Parigi) Aggiunge che mise in scena nel 1730, con una compagnia di filodrammatici feltrini, due melodrammi di Metastasio ( Siroe e Didone) , ma che, non riuscendo nel genere tragico, volle personalmente comporre e recitare due “ intermezzi” in versi : “ Il buon vecchio” ( perduto) e “ La cantatrice” . Egli narra : “ due cose contribuirono alla mia intera soddisfazione in Feltre, la buona compagnia che ho sempre amato e desiderato ed un Teatro nel Palazzo medesimo del Podestà di cui mi servo per poter disporre…e questo é la prima volta che io esposi qualche cosa del mio nel Teatro e là principiai a gustare il piacere dell’applauso e del pubblico aggradimento” .
L’acustica del “ Teatro della Sena” è giustamente famosa e la sua perfezione è prodotta sia dalla curvatura, sia dai materiali usati, sia dalle calibrate proporzioni. Il palcoscenico è notevolmente ampio e si spera che queste qualità vengano garantite dal prossimo recupero funzionale. Lo stesso augurio per le parti della decorazione, dell’arredamento e dell’addobbo, dopo tanti errori già scontati nei decenni precedenti.
Oggi il Teatro di Feltre, dopo il successo di fastose stagioni teatrali durate fino al 1927, nelle quali ai melodrammi ottocenteschi seguirono le operette e la prosa ( penultimo spettacolo “ Se no i xe mati no li volemo” di Gino Rocca ) è muto. Si stanno eseguendo ancora restauri dopo anni di lavori condotti con alterne vicende e lunghe pause fin da quando nel lontano 1966 la locale Sezione di “ Italia Nostra” promosse la campagna di restauro.
I Feltrini di buona volontà, troppo spesso non assecondati da adeguate amministrazioni comunali, hanno compiuto ogni sforzo per salvare per se stessi e per la civiltà artistica, teatrale e musicale il loro Teatro ed ora attendono con ansia la fine dei lavori e quindi il momento capace di far risuonare, come uno strumento resuscitato, la loro magica e affascinante “ Fenice” delle Dolomiti.
Speriamo di non dover affrontare l’ennesima delusione!
Anna Paola Zugni-Tauro
Feltre, 10 luglio 2006.

Cenni Biografici

Anna Paola Zugni-Tauro, nata a Feltre, vive e lavora fra Feltre e Venezia, è critica della storia dell’Arte, docente f.r. di Storia dell’Arte alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano-Feltre. Ha pubblicato libri di pittura, scultura, architettura,iconografia,museografia,ambientalismno e collabora con numerose riviste d’arte, di viaggi e di antiquariato.Ha organizzato mostre, convegni, viaggi di studio in tutto il mondo. E’ membro di istituzioni culturali nazionali ed internazionali.

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