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Forum :: La vetrina di Penna d' Oca :: E' meglio essere precisi :: Congo, elezioni regolari
Autore Congo, elezioni regolari
Redazione1
19.11.2006 21:50
Resi pubblici nella serata di mercoledì 15 novembre i risultati delle presidenziali del 29 ottobre. Il Presidente Kabila vince con il 58,05% dei voti. L'Est del Paese festeggia la vittoria del suo candidato; nell'Ovest e nella capitale Kinshasa, dopo gli scontri di sabato 11 e nonostante le contestazioni, regna la calma.
Gli osservatori italiani che si sono recati in Congo per monitorare le elezioni:
“Possiamo affermare di aver osservato elezioni libere e trasparenti”
Gli scontri scoppiati sabato 11 a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo,
avevano fatto temere il peggio. Ma la situazione è velocemente rientrata; le contestazioni e le accuse sono rimaste verbali, sebbene la tensione sia salita ad altissimi livelli lunedì e martedì. In particolare, una dichiarazione resa dal Cardinale Etsou a Radio France International sembrava accusare apertamente il Presidente della Commissione Elettorale Indipendente di brogli per
favorire il candidato Kabila. Intanto lo sfidante, il Vice Presidente Bemba, presentava già le sue contestazioni sulla base dei dati parziali resi pubblici man mano che i Centri di Compilazione dei Risultati completavano il loro lavoro.
L'intera Presidenza della Commissione Elettorale Indipendente, composta da nove persone nominate da ciascuna delle componenti delle Istituzioni della Transizione, compresi quindi i rappresentanti dei due partiti dei candidati, ha annunciato nel corso di una riunione al Grand Hotel nella tarda serata di mercoledì 15 i risultati provvisori: Joseph Kabila Kabange: 58,05%; Jean-Pierre Bemba Gombo: 41,95%. I risultati saranno resi definitivi solo dopo che la Corte Suprema avrà esaminato gli eventuali ricorsi e contestazioni.
Il Vice Presidente Bemba ha dichiarato oggi pomeriggio: "Non posso accettare questi risultati che sono lontani dal riflettere la verità delle urne. Mi impegno a usare tutte le vie legali per fare rispettare la volontà del nostro popolo."
Al ballottaggio del 29 ottobre (le prime elezioni libere del Paese da oltre 40 anni) avevano assistito un migliaio di osservatori internazionali, dispiegati per monitorare le elezioni e garantire credibilità a livello internazionale, con il compito di vigilare sul corretto svolgimento delle votazioni. Tra di loro, un gruppo di volontari italiani che ha risposto all'appello dell'associazione “Beati i costruttori di pace” (www.beati.org).
Si trattava dell'unico gruppo di osservatori internazionali partito dall'Italia, e l'unico formato da volontari che hanno autofinanziato il loro viaggio. Sono 35 persone, di età compresa tra i 24 e i 63 anni, provenienti da ogni parte del Paese.
Sono stati inviati in 14 differenti destinazioni, nel cuore della regione del Kivu, a Est della Repubblica Democratica del Congo. I luoghi delle osservazioni sono stati scelti poiché si trattava di territori dove si sono scatenati gli scontri durante la guerra, e dove tuttora persistono tensioni, oppure perché particolarmente significativi dal punto di vista sociale e politico. Sono anche destinazioni dove difficilmente si sarebbero recati osservatori di altre missioni internazionali.
Dal loro lavoro è scaturito un primo rapporto preliminare che l’associazione ha già inviato alla Cei e alla missione Onu in Congo (Monuc).
Dalle osservazioni registrate, l’associazione sostiene che quelle congolesi sono state “elezioni libere e trasparenti”.
E oggi in una nota gli osservatori italiani affermano: “Abbiamo portato a termine una missione di osservazione elettorale nell'est del paese. Lo abbiamo fatto come nostro piccolo contributo alla pace nell'RDC. Abbiamo conosciuto le zone della guerra, durante le guerre. Abbiamo visto la determinazione delle popolazioni civili di quelle zone ad uscire dalla guerra con la costruzione della democrazia. A conclusione del nostro rapporto preliminare abbiamo scritto di aver assistito ad elezioni libere democratiche e trasparenti. Ed abbiamo esteso a tutti i candidati, ai due candidati alle presidenziali come a tutti i candidati alle provinciali, un appello ad accettare i risultati delle urne, ma anche a fare proprio lo spirito con il quale il popolo congolese ha costruito ed ha partecipato da protagonista al processo elettorale. Uno spirito che vuole porre la parola fine ad una storia di guerra. Che vuole costruire pace nella democrazia, che vuole dare la parola alle urne e non più alle armi”.
……………………………………

Ecco una sintesi del loro rapporto preliminare:



(…) “La prima considerazione che vorremmo fare è di complimentarci per i grandi sforzi fatti da tutte le strutture della CEI nel miglioramento delle procedure e nella risoluzione di ambiguità nelle istruzioni per il voto, modifiche suggerite da noi e dalle altre missioni internazionali di osservazione.

La Circolare della CEI sull'assistenza da fornire agli elettori analfabeti è stata chiaramente oggetto di approfondimento nei corsi di aggiornamento del personale di numerosi seggi. Nelle località più isolate, questa Circolare è arrivata con ritardo. Tuttavia, là dove è stata ricevuta in tempo utile, i nostri osservatori hanno notato una ridotta presenza di accompagnatori dietro gli “isoloirs”, con alcune eccezioni che persistono negli ambienti rurali. In alcuni casi l'applicazione della nuova procedura ha significato una ridotta assistenza ai votanti; in altri, si è sacrificata la segretezza del voto. Complessivamente, però, la nuova procedura è stata applicata dal personale dei seggi in uno spirito di trasparenza e di chiarezza. Crediamo che la garanzia del diritto di voto per gli elettori analfabeti potrebbe ancora essere migliorata.
I problemi relativi alla dichiarazione di nullità delle schede votate, durante la fase dello spoglio, sono stati ampiamente superati da nuove istruzioni diramate al personale dei seggi, che hanno permesso di risolvere alcune ambiguità osservate in luglio. I nostri osservatori hanno notato una generale unanimità di valutazione. La chiarezza delle istruzioni ricevute (arrivate ai membri dei BVD e ben comunicate da questi agli elettori) ha aiutato i votanti: il numero delle schede nulle è stato ovunque minore rispetto a luglio.



Media e campagna elettorale: il sistema introdotto dalla Haute Autorité des Médias (HAM) di sanzioni positive e negative sembra aver contribuito ad una sensibilizzazione etica di giornalisti e media.



Atmosfera generale prima del giorno del voto. Nelle città la campagna elettorale si è svolta in un clima rumoroso, con molti cortei, ma senza animosità tra i sostenitori dei diversi candidati. In alcuni ambienti rurali, invece, la campagna elettorale è stata pressoché inesistente.

Il silenzio elettorale della vigilia è stato complessivamente rispettato. A differenza di luglio, si sono, però, osservati dei casi di mancato rispetto: i nostri osservatori hanno notato ancora la presenza di manifesti e striscioni elettorali in alcune località e anche la distribuzione di T-shirts elettorali il sabato 28 ottobre.



Il giorno del voto. Nella città di Bukavu si è osservata una grande calma, tanto da far temere un'affluenza molto ridotta di votanti. Ma gli elettori erano meglio organizzati rispetto a luglio, e si sono recati ai seggi in orari diversi lungo l'arco della giornata. Non si sono più viste le lunghe code all'apertura dei seggi, come a luglio, ma il tasso di partecipazione non si è ridotto di molto. Nel Territorio di Masisi i nostri osservatori hanno avuto l'impressione di una affluenza molto più bassa che in luglio: sebbene non abbiano avuto la possibilità di verificare con testimonianze dirette, è ipotizzabile che alcune forze politiche abbiano scoraggiato la partecipazione al voto. Negli ambienti rurali di Walungu, invece, l'affluenza è stata uguale o superiore a luglio.



Il personale dei seggi. Tutti i nostri osservatori hanno constatato un alto livello di competenza, accompagnato da grande gentilezza, da parte di tutti i membri dei BVD.

In tutti i seggi osservati i materiali elettorali erano arrivati per tempo.



I voti per deroga. Le nuove procedure di voto per deroga erano ben conosciute dal personale dei seggi e sono state ben applicate. Il grande numero di votanti in deroga, però, ci ha reso più difficile una esatta valutazione dell'affluenza per seggio e potrebbe anche aprire la strada a irregolarità.



Nei due casi di incidenti osservati, le tensioni si sono create e sviluppate al di fuori dei seggi. Suggeriamo una presenza più numerosa e coordinata di Mediatori di Conflitti fuori dai seggi, affinché possano intervenire tempestivamente a dissipare le tensioni che si propagano facilmente tra la folla.



La polizia ha assolto ai suoi compiti in maniera esemplare, senza mai mostrare atteggiamenti autoritari o di violenza.



I Rappresentanti di lista (témoins) e gli Osservatori nazionali erano molto più numerosi che a luglio: a volte questo ha obbligato i Presidenti di seggio a chiedere ad alcuni di questi di uscire dal seggio poiché la loro presenza troppo numerosa interferiva con il regolare svolgimento delle operazioni di voto.



La nostra Missione è terminata il 1 novembre. Di conseguenza, l'osservazione delle operazioni nei Centres Locaux de Compilation des Résultats (CLCR) è stata solo parziale. Possiamo solo affermare di aver osservato un grande sforzo, rispetto a luglio, per organizzare in modo più ordinato ed efficiente la ricezione dei plichi sigillati e il lavoro di compilazione dei risultati.



(…) Possiamo affermare di aver osservato elezioni libere e trasparenti. Ringraziamo la CEI, la MONUC e tutte le organizzazioni di società civile e le confessioni religiose che hanno lavorato per permettere alle donne e agli uomini della Repubblica Democratica del Congo di esprimersi liberamente.



Facciamo appello ai candidati affinché rispettino le scelte e la volontà del popolo. Chiediamo loro di rispettare il risultato delle urne, ma anche di capire lo spirito con il quale il popolo si è impegnato nel processo elettorale. E di rispondere così alla grande speranza di pace nella democrazia che queste elezioni hanno acceso nelle donne e negli uomini di questo Paese”.













Ufficio stampa Beati i Costruttori di Pace

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