Redazione1 |
31.05.2007 22:36
PROFETI DELLA QUALITA’
di Antonio V. Gelormini
Alessandro Profumo, che ne presiede il Forum, l’ha definita “la lobby per la qualità italiana”. Il ministro Bersani si è dichiarato disponibile a iscriversi. Ermete Realacci, che ne è l’ideatore e fondatore, la inquadra come promotrice del modello di sviluppo della soft economy, in cui i territori incontrano le imprese, dove si stringono alleanze tra i saperi, le nuove tecnologie, la tradizione. E dove la competitività si alimenta di formazione, di ricerca, di coesione sociale e rapporti positivi con le comunità.
Si chiama Symbola. E’ una Fondazione per le qualità, che vuole chiamare a raccolta tutti i talenti del territorio e tutti coloro che puntano sulla qualità, per mettere in comune le loro esperienze, parlare alla politica, all’economia e alle istituzioni, per indirizzare il futuro del Paese verso l’orizzonte ambizioso e vincente della qualità.
Alla Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con Unioncamere ed EXPOCTS-Fiera Milano, Symbola ha presentato il PIQ, Prodotto Interno Qualità, e la relativa ricerca sull’inedito misuratore dell’economia italiana. L’indice capace di determinare la quota di PIL prodotta con indicatori di qualità.
Per l’occasione si sono confrontate personalità dell’economia, delle istituzioni e del mondo scientifico. Da Domenico Siniscalco, responsabile del PIQ e vice presidente di Morgan Stanley e Livio Banrnabò, coordinatore esecutivo del PIQ e amministratore delegato di PE-Group, allo stesso Alessandro Profumo, Amministratore delegato UniCredit Group. Da Carlo Sangalli, Presidente Camera di Commercio Milano e Presidente Confcommercio, a Corrado Pieraboni, Amministarore delegato Expocts. Da Andrea Mondello, Presidente Unioncamere, ad Aldo Bonomi, Direttore Consorzio AASTER, a Luigi Campiglio, Prorettore Università Cattolica Sacro Cuore Milano.
E poi, ancora, Domenico De Masi, Ordinario Sociologia del Lavoro La Sapienza Roma e Presidente Comitato scientifico di Symbola, Vito Di Bari, Docente Progettazione e Gestione dell’Innovazione del Politecnico Milano, Franco Pasquali, Segretario generale Coldiretti e Raffaele Vignali, Presidente della Compagnia delle Opere. I lavori sono stati chiusi dal Ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Barsani.
L’idea del PIQ vuole essere la risposta italiana alla globalizzazione. Nasce dalla considerazione che i Paesi maturi, e l’Italia in primo luogo, possano fare del cambiamento del mix produttivo, a vantaggio della qualità, la chiave della competitività delle imprese, del benessere dei cittadini, della solidità del tessuto sociale.
Non sono mancati esempi di eccellenza nella strategia di filiera, come quella del vino, o nella strategia tecnologica, come il fil rouge che lega Ducati, Ferrari, Luna Rossa e i sistemi frenanti della Brembo. Così come dall’analisi sono emersi, purtroppo, i limiti imbarazzanti del settore turismo. Cenerentola sorprendente in un Paese che vorrebbe vederlo, invece, quale settore trainante del processo di sviluppo nazionale e della sua promozione in generale.
Prossimo appuntamento con la qualità a novembre a Milano, con la prima Fiera Campionaria della soft economy. Un modo per recuperare l’appuntamento più tradizionale tra le manifestazioni fieristiche, per far tornare a sognare l’Italia e accompagnare il nuovo Made in Italy. Perché come ha chiosato alla fine il ministro Bersani:”La qualità è iscritta nel patrimonio genetico dell’italia e il nostro Paese potrà avere un posto e un ruolo autorevoli solo valorizzando quel patrimonio, facendone un trampolino verso il futuro”.
(gelormini@katamail.com)
|