Redazione1 |
20.03.2008 21:27
Festa è Festa grande seppure non c’è limite alla scelleratezza umana, nella terra inzuppata di sangue, murata, minata, squarciata, e infine negata.
Festa è Festa grande, nei bambini issati a bandiera, nelle donne a scudi di guerra, da una parte e dall’altra è la morte a dettare i tempi alla ragione, alla politica, alla fede.
Festa è Festa grande, tra un impossibile martirio e una liberazione che è già diventata prigionia.
Festa è Festa grande, nella solitudine affamata di speranza e giustizia, nella disperazione millenaria e recente di milioni di fratelli scomparsi.
Festa è Festa grande, sul baratro di una cittadinanza che non compare in alcun documento di identità , nel presente che ancora non c’è, in generazioni costrette a rimanere invisibili.
Festa è Festa grande, nel rumore delle parole che non si dicono, ma sono lì a restituire con gli interessi, la vergogna del sangue, di tutti quelli che non ne possono più di terrorismo, di menzogne, di tradimenti, ai tavoli di potere, nelle legittimazioni internazionali a comando.
Festa è Festa grande, perfino Lui, su quella Croce, posta a mezz’aria per non perderci d’occhio, china il capo per tanto disamore e tanta indifferenza.
Perfino Lui dispiegato in quell’urlo d’amore, in quel tempo che è oggi, ci ingiunge l’ora del perdono.
di Vincenzo Andraous <vincenzo.andraous@cdg.it>
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