Base Democratica, fin da marzo, ha aderito al comitato
referendario e detto "No al porcellum" con decine di
banchetti, migliaia di firme e di euro raccolti. L'attuale
legge elettorale è stato l'ultimo colpo di coda
dell'agonizzante Governo Berlusconi per assicurare cinque
anni di instabilità politica al'Unione. Ha ridotto al
minimo il distacco tra i due schieramenti e garantito un
peso politico eccessivo ai "partitini" esasperando il
loro potere di ricatto. Il referendum è in grado di
ristrutturare il sistema partitico singendo verso la
formazione di due grandi raggruppamenti.
Finora abbiamo assistito, con un misto di rassegnazione e di
frustrazione, all'incapacità della classe politica di
elevarsi al di sopra dei propri interessi, umiliando gli
interessi del Paese. Siamo consapevoli che il referendum
sulla legge elettorale non rappresenta la panacea, ma a
questa consapevolezza uniamo il nostro fermo rifiuto verso
compromessi al ribasso: il
bipolarismo è l'unico modello che può garantire una
proficua alternanza delle forze democratiche alla guida del
paese e consentire ai cittadini di scegliere tra
orientamenti politici chiari all'interno di diversi
programmi di Governo.
La soluzione alla quale dobbiamo arrivare è una legge
elettorale davvero democratica, con elezioni primarie e
collegi uninominali o circoscrizioni plurinominali di
dimensioni ridotte. Questi sono, infatti, gli unici
strumenti in grado di rendere effettivo il rapporto tra
elettori ed eletti. Pertanto Base Democratica non ammette
terze vie, né soluzioni pasticciate, e chiede alle forze
che lavorano per dar vita al Partito Democratico di
sostenere solo proposte di riforma che consentano ai
cittadini di indicare, con estrema chiarezza, la loro
volontà e vederla, quindi, correttamente tradotta in
Parlamento. Altrimenti, il probabile successo dei referendum
imporrà al sistema politico un brusco risveglio.
Il "popolo del partito democratico" vuole un Partito
Democratico che sia veramente tale e a vocazione
maggioritaria; non può accettare l'idea di un voto senza
partecipazione e senza scelta reale! L'Italia che vogliamo
non ha bisogno di ricette paternalistiche né di partiti
che vogliono deleghe in bianco per poi decidere loro, a
elezioni avvenute, alleanze, organigrammi e programmi, ma di
reale partecipazione e di più democrazia.
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