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La Primavera di Divella (di Antonio V. Gelormini)
21.08.2007
Vincenzo Divella ha macinato troppo grano, per non sapere che le stagioni non sono eterne, semmai lo è il loro ciclo. E che alla primavera, che riempie le spighe e le fa crescere, succede sempre l'estate, che è tempo di mietitura e di raccolta. Per poi seminare ancora nel successivo autunno.

A sentire i commenti dei bene informati, il 14 ottobre sarà l'occasione attesa per una nuova semina. E il presidente della Provincia di Bari farebbe bene a non mancarla. Nell'interesse del centrosinistra e dello stesso nascente Partito democratico.

Dell'entusiasmante Primavera Pugliese Michele Emiliano resta, senza dubbio, l'esponente più emblematico. La sua candidatura alla segreteria regionale del "partito nuovo" , è da considerarsi la naturale evoluzione di quel processo politico, che in Puglia, è riuscito a portare esponenti del centrosinistra alla guida di Regione, Province e Comuni. Primo fra tutti quello di Bari.

Un processo avviato qualche anno fa, che i partiti hanno certamente fatto proprio, nell'improbabile tentativo di "metterci cappello". Non riuscendo, in realtà, a condizionarne gli sviluppi. E di cui la scelta di Emiliano in Puglia (così come quella di Veltroni al livello nazionale), diventa la risposta naturale, legata alle aspettative per il varo del Partito democratico.

Troppe primavere sono trascorse discutendo se e quando farlo il Partito democratico. Una sola, invece, quella dedicata alle modalità sul come farlo.

Dopo la liturgia di congressi con esito finale già conosciuto in partenza, nessuna preoccupazione è emersa per la "conversione" in massa al partito nuovo. Anche e soprattutto da parte di quei quadri Ds e Dl, che fino a poche settimane prima, nei gangli vitali delle amministrazioni locali, avevano avversato ogni reale progetto ulivista.

Il conflitto, che ancora oggi stenta ad emergere con chiarezza, tra posizioni politiche diverse, rischia di essere il figlio cieco di un frettoloso amplesso, i cui preliminari sono stati caratterizzati da incertezze ed esitazioni degne del miglior Massimo Troisi, nel suo esilarante "Ricomincio da tre".

Negare alle candidature di Veltroni e di Emiliano (ma ce ne sono di analoghe anche in Trentino o in Sardegna) il legame con progetti politici realizzati alla luce di un disegno, che cominciasse a delineare i contorni del futuro Pd, è alquanto ingeneroso. Stigmatizzarle come il solo frutto di imposizioni giunte dall'alto e non riconoscerne alcuna forza intrinseca, diventa invece strumentale e accende il sospetto di una malcelata sindrome da "la volpe e l'uva".

Vincenzo Divella fa bene a rivendicare attenzione, perché lui al centrosinistra pugliese ha dato una mano importante, mettendo in gioco faccia e nome. Di certo, non un progetto politico autonomo ed innovativo.

Motivo in più per cogliere l'opportunità del Partito democratico, per fronteggiare e bilanciare il peso degli apparati. Ci entri e contribuisca con la sua esperienza a caratterizzarne i solchi per la nuova semina.

L'apporto sarà di sicuro più proficuo in questo campo, che in quello vecchio di partiti dello scorso millennio.

gelormini@katamail.com


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