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Per non mollare - Ricordo di Bruno Leoni
3.11.2007
Newsletter per l'azione liberale - Ricordare Bruno Leoni: Liberale d'eccezione
“[…] Nessun uomo o gruppo di uomini debba avere il potere (perché non ne ha la capacità) di decidere quale dovrebbe essere lo status personale di altri uomini: e questa è una condizione essenziale, che non può essere sacrificata neppure all’appagamento del nostro desiderio di giustizia (egualitaria) o della nostra invidia per coloro che stanno meglio di noi.[…]”

(Bruno Leoni “I due individualismi” da Il Mondo”, 18 Marzo 1950 ripubblicato da “Fondazione Liberal” n. 9/2002)

Anno VIII – n. 22bis – 3 novembre 2007

10 novembre 2007 – ore 10:00

Facoltà di Economia Giorgio Fuà di Ancona (ex Caserma Villarey)

Bruno Leoni: Liberale d'eccezione

Ancona, sua città natale, ricorda un grandissimo pensatore del Novecento

Circolo Benedetto Croce di Ancona
Istituto Bruno Leoni
Liberilibri
Interverranno:

Didi Leoni - Tg5

Carlo Lottieri - Direttore del dipartimento di Teoria Politica dell'IBL

Serena Sileoni - casa Editrice Liberilibri

Patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona; della Provincia di Ancona; dell'ISTAO, della Round Table 42 di Ancona, della Regione Marche, dall'Università Politecnica delle Marche.

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BRUNO LEONI: LIBERALE, LIBERISTA E LIBERTARIO

Su “Fondazione Liberal”, la rivista mensile di Ferdinando Adornato, nel settembre del 2002 veniva ripubblicato, su autorizzazione di Silvana Leoni, un vecchio articolo di Bruno Leoni comparso su Il Mondo del 18 marzo del 1950. L’articolo riguardava la segnalazione di un libro di Frederich von Hayek, a quel tempo non ancora pubblicato nella versione italiana. Il libro in questione era intitolato “L’individualismo: quello vero e quello falso” ed è stato pubblicato in italiano da Rubbettino solo nel 1997

Scrive Leoni che “la parola individualismo designa anzitutto il complesso delle dottrine (cui lo Hayek si ricollega) che iniziano il loro sviluppo moderno con John Locke, Bernard de Mandeville e con David Hume, per prendere pieno risalto con Josiah Tucker, con Adam Ferguson, con Adam Smith e con Edmund Burke”. Ebbene von Hayek evidenzia un individualismo vero da quello falso. Quest’ultimo è quello influenzato dal razionalismo francese e continentale.“Rappresentato dal Rousseau, questo «individualismo» tende, in realtà, a trasformarsi in una dottrina opposta, cioè nel socialismo e nel collettivismo, così da costruire una fonte assai importante del socialismo moderno.”

L’individualismo, quello vero ossia di tradizione anglosassone “è una teoria scientifica della società prima ancora che una dottrina politica. Nel suo esame della società, questa teoria scopre che molte istituzioni (il linguaggio, i costumi, le regole spontanee della convivenza umana, il mercato) non sono riducibili ad alcun singolo piano individuale, sebbene sussistano per il concorso spontaneo, attivo e costante, di innumerevoli individui. L’idea … che la spontanea collaborazione degli uomini liberi crei spesso cose più vaste e durature di quanto i loro pensieri individuali possano mai pienamente comprendere, è infatti il grande tema di Josiah Tucker, di Adam Smith, di Ferguson e di Edmund Burke fin dal secolo Diciottesimo: e la scoperta del «mercato» (a opera degli economisti classici) non è che un’applicazione particolare di quest’idea, che è diventata la base della nostra comprensione, non soltanto della vita economica, ma di tutti i fenomeni realmente sociali.”

In realtà i due individualismi sono in realtà i due liberalismi: uno di tradizione francese e continentale e l’altro di tradizione anglosassone. Il liberalismo di cui von Hayek si fa promotore è quello di tradizione anglosassone e tale visione lo accomuna all’italiano Bruno Leoni.

Chi scrive condivide questa teoria perché rende più agevole sottolineare la differenza del liberalismo dall’ideologia socialista. E’ una differenza necessaria per evitare confusioni e rendere omaggio alla chiarezza. Inoltre l’individuazione della differenza tra la teoria liberale e l’ideologia socialista potrebbe anche facilitare una collaborazione, nel rispetto delle peculiari diversità, tra liberali e socialisti per alcune lotte anticonservatrici.

Von Hayek è stato ingeneroso nei confronti di Leoni perché cita la sua opera fondamentale, “La libertà e la legge”, solo in una nota di “Legge, legislazione e libertà”, degli anni settanta.

Si dice che Leoni è l’Hayek italiano. Personalmente convengo più con chi definisce von Hayek il Leoni austriaco.(bl)

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IL RITORNO DI LEONI

LO HAYEK ITALIANO CHE INSEGUIVA IL FUTURO

di DARIO FERTILIO dal CORRIERE DELLA SERA 12/12/01

La rivista "liberal" riscopre il pensatore scomparso, precocemente dimenticato, e le sue provocazioni stranamente attuali

Guarda, avevamo uno Hayek in casa e non lo sapevamo. D'altra parte lo stesso premio Nobel per l'economia, il grande Friedrich, da noi lo conoscono in pochi; c'è da stupirsi dunque del silenzio intorno a Bruno Leoni, che pure si dovrebbe considerare, oltre che suo allievo, una gloria nazionale? Meriterebbe davvero di chiamarsi Bruno il Grande, Leoni. Se non ebbe il tempo materiale di diventare sino in fondo il Friedrich von Hayek italiano (morì tragicamente e assurdamente per un caso banale nel 1967, a soli 54 anni) si affermò comunque come il politologo italiano più conosciuto nel mondo, nonché come segretario prima e presidente poi di quella Mont Pèlerin Society destinata a raccogliere il gotha del liberalismo mondiale.

E' significativo, dunque, che l'ultimo numero della rivista liberal (in edicola da oggi) dedichi una delle sue sezioni più corpose all'uomo che avrebbe potuto cambiare la storia del pensiero politico italiano, liberandolo dai provincialismi socialisteggianti e avvicinandolo ai maggiori pensatori della scuola anglosassone.

Liberal onora la memoria di Leoni con quattro scritti, di taglio ed epoca diversi, aprendo giustamente la rassegna con quello di Raimondo Cubeddu, teorico di scuola libertaria e autore di vari saggi sul pensatore italiano. Cubeddu descrive la parabola di Leoni, nato ad Ancona nel 1913, laureato a Torino, impegnato nella Resistenza quando soccorreva i piloti alleati abbattuti, poi insegnante di diritto a Pavia e soprattutto fondatore della rivista "Il Politico", che presto avrebbe avuto tra i suoi collaboratori un drappello di premi Nobel, dallo stesso Hayek a Buchanan, da Stiegler a Friedman. Cubeddu insiste sulla principale linea di sviluppo del pensiero di Leoni, teso in prospettiva a superare i limiti del liberalismo classico, giudicato troppo vulnerabile ai miti populisti del modello democratico; forse, se ne avesse avuto il tempo, Leoni si sarebbe avviato piuttosto lungo la strada di un libertarismo anticonformista, desideroso di limitare le scelte collettive e il ruolo dello Stato, preoccupato degli esiti perversi legati al concetto di tirannia delle maggioranze, schierato dalla parte della Rule of law , ovvero della superiorità del diritto rispetto alla legislazione parlamentare (giudicata ambigua, instabile e incomprensibile ai cittadini comuni).

Il numero di liberal comprende anche un testo commemorativo di Hayek, l'amico-maestro, in cui viene riconosciuta soprattutto la vastità degli interessi spirituali di Bruno Leoni, aperto com'era all'arte e alla filosofia orientali, oltre che a tutte le occasioni che gli si presentavano per vivere più intensamente le gioie della vita; uno scritto dello stesso Leoni, pubblicato nel 1950 sul Mondo , dove il giurista si sforza di conciliare l'invidualismo liberale con il pensiero sociale cattolico; e un intervento del giovane studioso e giornalista Alberto Mingardi, che puntigliosamente mette in evidenza somiglianze e diversità fra Hayek e Leoni.

Basterà questo omaggio per rimettere in circolazione la moneta intellettuale di Leoni, simile fino ad oggi a quegli assegni eleganti e desueti che si preferisce ammirare sotto vetro piuttosto che portare all'incasso?

Si potrebbe dubitarne se l'esperienza non ci avesse insegnato, e proprio l'individualismo liberale confermato, come le conseguenze non volute e impreviste caratterizzino da sempre l'agire umano, a partire naturalmente dalle opere di genio. Vale a dire che, avendo liberal lanciato la palla, è impossibile dire quali birilli potrebbero cadere domani, quali miti esserne infranti. Di certo, se soltanto i suoi scritti cominceranno a diffondersi, Bruno Leoni potrà finalmente svolgere il suo ruolo distruttore di molti luoghi comuni politici e culturali. Nella convinzione, da lui sempre affermata, che i poteri dello Stato debbano essere ridotti al minimo; che la società civile e la pubblica opinione siano indispensabili correttivi delle rigidità insite nella democrazia maggioritaria; che la Costituzione debba assomigliare a una Bibbia popolare, anziché essere utilizzata come un "oracolo di Delfi" dagli specialisti di diritto; che le leggi non debbano dipendere da un atto d'imperio del legislatore, ma piuttosto da un libero mercato in cui si confrontino "pretese" e interessi dei singoli cittadini; e infine che l'individualismo liberale, tutt'altro che egoista, sia il segno di un profondo rispetto per la persona umana e le sue libertà.

Tutte provocazioni che, ancor oggi, un qualsiasi sondaggio d'opinione seppellirebbe di certo sotto una valanga di rifiuti. Ma idee che, proprio perché controcorrente, potrebbero preparare un cambio di stagione.

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ALCUNI LIBRI DI E SU BRUNO LEONI

Bruno Leoni LA LIBERTÀ E LA LEGGE, con un’Introduzione di Raimondo Cubeddu, Macerata, Liberilibri, 1995 (1961).

Bruno Leoni LE PRETESE E I POTERI: LE RADICI INDIVIDUALI DEL DIRITTO E DELLA POLITICA, con un’Introduzione di Mario Stoppino, Milano, Società Aperta, 1997.

Bruno Leoni LA SOVRANITÀ DEL CONSUMATORE, con un’Introduzione di Sergio Ricossa, Roma, Ideazione, 1997.

Bruno Leoni LEZIONI DI FILOSOFIA DEL DIRITTO, a cura di Carlo Lottieri, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003 (1959) .

Bruno Leoni LA LIBERTÀ DEL LAVORO, a cura di Carlo Lottieri, collana IBL “Diritto, Mercato, Libertà”, Treviglio – Soneria Mannelli, Leonardo Facco – Rubbettino, 2004.

Bruno Leoni LEZIONI DI DOTTRINA DELLO STATO, a cura di Raffaele De Mucci e Lorenzo Infantino, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004 (1957).

Bruno Leoni IL DIRITTO COME PRETESA INDIVIDUALE, a cura di Antonio Masala e con un’Introduzione di Mauro Barberis, Macerata, Liberilibri, 2005.

Antonio Masala, IL LIBERALISMO DI BRUNO LEONI, Soveria Mannelli, Rubbettino 2003

Silvia Menocci, L’ANTIFORMALISMO DI BRUNO LEONI NEI SUOI RAPPORTI CON LE CORRENTI DEL REALISMO GIURIDICO, Siena, DiGips. 2003

Emma Baglioni, L’INDIVIDUO E LO SCAMBIO. TEORIA ED ETICA DELL’ORDINE SPONTANEO NELL’INDIVIDUALISMO DI BRUNO LEONI, Napoli, ESI 2004

Antonio Masala, a cura di, LA TEORIA POLITICA DI BRUNO LEONI, Soveria Mannelli, Rubbettino 2005.

Carlo Lottieri, LE RAGIONI DEL DIRITTO. LIBERTÀ INDIVIDUALE E ORDINE GIURIDICO NEL PENSIERO DI BRUNO LEONI, Treviglio – Soveria Mannelli, Leonardo Facco – Rubbettino 2006

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LETTURE

BRUNO LEONI, “LA LIBERTÀ E LA LEGGE”, con un’introduzione di Raimondo Cubeddu, Macerata, Liberilibri, 1994,

LIBERALISMO LIBERTARIO

Estratto parzialmente da “IDEA LIBERALE” novembre, 1995

“La libertà e la Legge” è da collocarsi, nella biblioteca ideale, a fianco di testi fondamentali quali "La società libera" di Friederich von Hayek e "Capitalismo e libertà" di Milton Friedman.

Il libro era stato pubblicato negli U. S. A. nel lontano 1961 (e solo 33 anni dopo è stato tradotto in Italia), e nasce da una serie di seminari del 1958 tenuti in California, ai quali Leoni partecipò assieme, appunto, ad Hayek e a Friedman.

Il problema essenziale del liberalismo è il controllo del “potere”: come Locke e Montesquieu hanno risposto alla sfida dell’assolutismo con la divisione dei poteri, e Mill e Tocqueville alla sfida della democraticistica tirannide della maggioranza con la valorizzazione delle minoranze non conformiste, i liberali contemporanei devono rispondere alla sfida del totalitarismo con l’esaltazione di tutte le libertà individuali.

Uno dei mezzi che ha il “potere” per creare “l’ordine” è la legislazione: l’inflazione legislativa è una delle sciagure che colpisce il mondo occidentale. Così come la programmazione economica, l’inflazione legislativa non è uno strumento di libertà ma è strumento di costrizione, in quanto volendo controllare le libertà individuali, di fatto le restringe.

Una rivoluzione liberale è essenzialmente antiburocratica e, quindi, mira ad una delegificazione ampia ed incisiva: libertà dai tutori perché i cittadini sono maggiorenni.

Leoni è un maestro di liberalismo, di quel liberalismo che ha superato definitivamente il mito della possibile coesistenza del liberalismo con lo statalismo, mito keynesiano e crociano. Libertà economica, libertà politica e libertà civili sono inscindibili, per cui senza le une non possono esistere le altre.

E’ la “società aperta” di popperiana memoria, l’ideale di Leoni ed il progetto dei liberali contemporanei. (G.L.)

(pnm10/01)

BRUNO LEONI “LA LIBERTÀ DEL LAVORO ” a cura di Carlo Lottieri prefazione di Sergio Ricossa Leonardo Facco Editore, Treviglio (Bg) 2004

SCRITTI SU CONCORRENZA, SCIOPERO E SERRATA - E' DAVVERO UN DIRITTO QUELLO DI SCIOPERO?

Con la pubblicazione di questa antologia di scritti in cui compaiono alcuni importanti testi sui temi del lavoro e dell'economia pianificata, si evidenzia quanto Bruno Leoni fosse schierato a difesa della libertà contrattuale e del principio di responsabilità.

Oltre ad aprire strade nuove e ad elaborare teorie originali nell'ambito della filosofia del diritto e della scienza della politica, l'autore fu sempre molto attento alle esigenze del mondo produttivo, esercitando la professione d'avvocato e d'amministratore di patrimoni, collaborando a quotidiani e periodici, intervenendo nel dibattito politico ed economico.

Nel momento in cui mette in discussione quello che definisce «il cosiddetto "diritto" di sciopero», che da liberale autentico egli considera un'inadempienza contrattuale (al pari della serrata), Leoni compie molto più che una semplice provocazione. In effetti, egli aiuta ad individuare criteri etico-giuridici in grado di difendere la libertà degli individui (imprenditori e lavoratori), sempre più compressa dall'invadenza della legislazione, dagli arbitri del potere politico, dal prevalere di interessi corporativi e sindacali. (Leo Facco)

(da pnm N. 06/04)

ANTONIO MASALA “IL LIBERALISMO DI BRUNO LEONI” Rubettino, Soveria Mannelli (Cz) 2003

LA LIBERTA’ E LA LEGGE

Bruno Leoni ha sostenuto la necessità di un processo di formazione delle norme giuridiche analogo al processo di formazione dei prezzi nel mercato: così come nel mercato l’incontro tra domande permette la formazione del prezzo, nel diritto l’incontro di pretese permette la nascita di norme giuridiche. Solo quel tipo di processo è compatibile con la libertà individuale, intesa non tanto nel senso di libertà dal “bisogno” (come la intendono molti democratici) ma libertà dagli altri uomini. Il principio confuciano-evangelico, “non fare all’altro quello che non vorresti fosse fatto a te”, è la regola aurea che sottende al concetto di libertà, secondo Leoni: libertà quale assenza di coercizione. Di qui la necessità di una unica logica che dovrebbe regolare il mercato, il diritto e la politica: il libero scambio. Di qui la necessità di impedire la pianificazione, diminuire l’inflazione legislativa e limitare le “scelte collettive” per depotenziare la coazione incompatibile con la libertà individuale. In ultima analisi far deperire il potere degli enti collettivi.

In fondo il “modello Leoni”, con la sua parificazione “legislazione-pianificazione”, più che un’alternativa al socialismo è un’alternativa allo stato democratico interventista.

Il libro è illuminante in quanto descrive, attraverso l’esame di vari scritti di Leoni, l’evoluzione della sua filosofia del diritto. E il fatto che il suo insegnamento sia stato ignorato per decenni dai liberali italiani (ad eccezione del piccolo gruppo torinese che si raccoglieva al Centro Einaudi), spiega l’arretratezza del liberalismo nostrano, rimasto inchiodato alla vecchia e stantia polemica tra liberalismo e liberismo, perché incapace di confrontarsi con il “classical liberalism”.

Il merito di Masala, Cubeddu e di altri, e di editori più o meno piccoli ma coraggiosi, è quello di averci permesso di scoprire questo lato del liberalismo che ben si distingue dal democratismo illiberale che ha trasformato i cittadini in sudditi.

Naturalmente questo testo va letto quale introduzione al fondamentale libro di Leoni “La libertà e la legge” del 1961 (cfr. pnm N. 10 – 16 gennaio 2001) e pubblicato in italiano solo nel 1995 (a cura di R. Cubeddu, Liberilibri, Macerata) dopo le edizioni in lingua inglese e spagnola. (bl)

SOMMARIO: Introduzione – Cenni biografici – Cap. I: Razionalità del diritto e pubblica opinione – Cap. II: Il metodo delle scienze sociali – Cap. III: Lo studio delle idee politiche – Cap. IV: I governi, le leggi e le libertà economiche – Cap. V: Stato e potere, scienza politica e scienza economica – Cap. VI: Diritto e libertà, il “modello Leoni” – Appendice: alcune lettere inedite – Bibliografia: 1) Opere di Bruno Leoni 2) Articoli di Bruno Leoni su “24 Ore” 3) Altre opere citate.

(da pnm N. 06/04)

AA. VV. “LA TEORIA POLITICA DI BRUNO LEONI” Rubettino, Soveria Mannelli (Cz) 2005

PER UN LIBERALISMO MODERNO E MODERNIZZATORE

Solo negli anni ’90 del secolo scorso ci si è resi conto dell’importanza del pensiero di Bruno Leoni. E dire che era lo studioso politico italiano più noto all’estero negli anni ’60. Infatti ricoprì l’incarico di segretario e presidente della Mont Pèlerin Society, il sodalizio culturale di liberali costituito da von Hayek. Solo nel 1995 l’editore Canovari (Liberilibri di Macerata) pubblicò in italiano “Freedom and the Law” che aveva visto la luce negli USA nel 1961. Grazie a Leonardo Morlino e a Raimondo Cubeddu il pensiero di questo studioso è stato portato alla conoscenza del grande pubblico. Se fosse stato conosciuto a suo tempo il liberalismo tricolore di tradizione moderata si sarebbe modernizzato da tempo. Prendiamo la diatriba tra liberalismo e liberismo che aveva messo l’uno contro l’altro Croce ed Einaudi, oppure il confronto tra liberali e liberals ed i rapporti tra diritto e mercato. Cubeddu nella introduzione al predetto testo di Leoni sottolinea che “la mitizzazione dello Stato come produttore di ordine tramite la legislazione e la pianificazione economico-sociale…è…uno dei temi sui quali Leoni si concentra, mostrandone le debolezze teoriche e i rischi politici…”. E negli anni ’60 la politica di piano e l’ipertrofia legislativa la facevano da padrone, mentre il normativismo positivista di influenza kelseniana-bobbiana influenzava grandemente anche il pensiero liberale.

Oggi il clima è più favorevole ad un liberalismo che sostenga la centralità del mercato e dell’interesse dei consumatori nonché la concezione dell’ordinamento giuridico volto a tutelare la libertà individuale. Liberale, liberista è libertario è il trinomio necessario per individuare questo liberalismo moderno e modernizzatore che può essere anche utile a quei socialisti che ritengono necessario coniugare la libertà politica con il mercato e la libertà individuale.

Il libro, curato da Antonio Masala e con una introduzione di Angelo Panebianco, raccoglie gli atti di un convegno tenutosi a Forlì il 28 e 29 marzo 2003 dedicato appunto alla teoria politica di Bruno Leoni. Cubeddu ricorda che l’idea del convegno venne a Mario Stoppino che voleva rendere onore al suo maestro. Purtroppo il convegno si è tenuto dopo la morte di Stoppino.

Cubeddu, concludendo il convegno, non può non constatare che a trentacinque anni dalla scomparsa, Leoni ha finalmente conquistato il posto che gli spetta tra i protagonisti della cultura politica e giuridica della seconda metà del Novecento e tra i massimi esponenti del liberalismo italiano. E chi scrive non può non considerare il pensiero di Bruno Leoni una delle “luci” cui affidarsi per l’azione politica, soprattutto in questo periodo in cui la domanda di “cose” liberali sembra non trovare una “offerta” soddisfacente. (bl)

INDICE: Nota del curatore – Introduzione di ANGELO PANEBIANCO – PARTE PRIMA: LA TEORIA DEL DIRITTO. 1. MAURO BARBERIS, La teoria del diritto di Bruno Leoni 2. ALBERTO FEBBRAJO, Diritto, economia e politica in Bruno Leoni. 3. STEFANIA MAZZONE, Bruno Leoni tra Rule of Law e natural rights 4. PIER GIUSEPPE MONATERI, Freedom and the Law nell’epoca della globalizzazione: dalla cittadinanza “politica” alla cittadinanza “sottile”. – PARTE SECONDA: FILOSOFIA E SCIENZA POLITICA. 1. FRANCESCO FORTE, Il pensiero di Leoni sulle decisioni di voto dei rappresentati, degli azionisti e degli elettori e sulla rilevanza della probabilità nelle decisioni individuali e collettive. 2. ANTONIO MASALA, Bruno Leoni e l’Austroliberismo 3. CARLO LOTTIERI Bruno Leoni e l’ombra di Hayek. Libertà individuale, Common Law e Stato moderno 4. GIORGIO FEDEL, Il problema del potere politico in Bruno Leoni e in Mario Stoppino. 5. PASQUALE SCARAMOZZINO, “Il Politico” di Leoni 6. VALERIO ZANONE, Attualità e limiti del liberalismo di Bruno Leoni. 7. RAIMONDO CUBEDDU, Conclusioni – Bibliografia

(pnm A. VII 09/2006)

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COMUNICAZIONE: Il prossimo numero ordinario e' previsto intorno al 10 novembre 2007

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Redazione: Beppi Lamedica - Via Ortigara, 6 31033 Castelfranco Veneto (Tv)
Tel.:+39-0423.49.22.51 Fax.: +39-0423.77.06.16 Cell.: +39-328.973.80.29
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