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In soccorso dei politici. di D. D Antonio
9.12.2007
In soccorso dei politici.
Ad osservare i comportamenti dei nostri governanti, pur nella gran confusione dei tempi, si percepisce chiaramente che a volte essi vorrebbero, sì, proporre delle riforme giuste e sostanziose ma non lo fanno per non alienarsi le simpatie dei loro rispettivi elettori, troppo desiderosi di mantenere una qualche condizione esistente nella quale godono di ingiusti privilegi e si sentono sicuri.

Il presente sistema democratico, un vero e proprio esempio di archeologia politica tenuto insieme più dalla paura che si ha ad intervenire su di esso che da un effettivo apprezzamento, rende il dialogo con gli elettori piuttosto pericoloso per il politico, il quale preferisce quasi sempre svirgolare, molto a lato, rispetto alle questioni, quando pure giunge a conoscerle. Si preferisce in somma permanere silenziosi ma potenti sulla scena piuttosto che disposti a parlare ma impotenti fuor della ribalta.


A questo punto però notiamo come sia sopraggiunto un fatto importante. Ogni categoria sociale, a furia di sguazzare in questo sistema retrogrado, si trova ormai comunque in una qualche condizione di malessere, alle prese con miriadi di problemi, per il qual motivo in realtà farebbe bene a tutti che i problemi veri venissero finalmente affrontati e che certe verità tenute finora nascoste uscissero definitivamente allo scoperto.

Ma come fare ad ottenere ciò con questa politica che consta di persone ed istituzioni che risalgono al secolo scorso? Bene, l'opportunità di fatto oggi potrebbe esistere e precisamente potrebbe essere quella di creare una speciale istituzione tramite la quale possano essere i cittadini stessi a proporre, in un nuovo agevole ed efficace modo, nuove idee e regole comuni. Una volta che i cittadini avessero posto le questioni calde all'attenzione dei politici, questi non potrebbero esimersi dal considerarle, nonostante gli sguardi astiosi di qualsiasi altrettanto retrograda categoria sociale che li avesse eletti.


Proviamo allora ad immaginare uno strumento d'interazione sociale tramite il quale noi cittadini potessimo, dopo averli concepiti ed elaborati a puntino, esporre efficacemente i singoli possibili elementi della nuova società, del nuovo Paese, che desideriamo, una vera assemblea democratica plenaria e continua che potesse pure vedere premiate le idee migliori:

http://il-mercato-delle-innovazioni-sociali.hyperlinker.org/

E proviamo ad immaginare anche il modo in cui potessimo da subito confrontarci e prendere posizione su queste nuove proposte:

http://the-patchwork-model.hyperlinker.org


Il "mercato delle innovazioni sociali" ed il "modello patchwork", insieme, potrebbero costituire uno strumento di straordinaria efficacia per condurci fuori dalle secche in cui siamo finiti. Se davvero desideriamo che la nostra società faccia un passo avanti apriamo la porta del Parlamento ai singoli cittadini: eliminiamo il monopolio della politica dei partiti e facciamo sì che ognuno di noi possa apportare il proprio personale contributo alla causa comune.

Teniamo a mente che i gruppi sono, sì, forti (l'unione fa la forza) ma per vari motivi d'ordine burocratico/organizzativo sono anche poco sensibili, mentre il cittadino è, sì, debole (perché solo) ma è l'entità che riesce a godere del maggior livello di sensibilità e di creatività (pensate ai geni nelle varie arti: son sempre singoli cittadini, individui, mai gruppi di persone). Usiamo dunque ognuno al suo meglio, non al suo peggio. Facciamo che ognuno dei 58 milioni di cittadini di questa Repubblica possa ricorrere alla propria originale sensibilità e scatenare la propria creatività per trovare quelle preziose soluzioni che attendiamo da tempo. Infine gli organi tradizionali di governo considererebbero e deciderebbero.

Questa sì che sarebbe Democrazia!


I migliori riguardi,

Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonia

http://eulab.hyperlinker.org

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