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Prodi e la giacchetta, … aspettando gennaio. (di G. Rodriguez)
28.12.2007
La giacca di Prodi è diventata una giacchetta a forza di tirala da tutte le parti.

Non c’è niente da fare, in Italia ha vinto e persevera un sistema che ha generato un popolo dedito all’assistenza sotto tutte le forme, un popolo di assistiti con la mano continuamente stesa,dai lavoratori dell’industria, agli statali, ai pensionati, dai professionisti con le loro categorie ed ordini, agli artigiani ed ai poveri commercianti, e persino ai coltivatori diretti e loro pensioni, in un livellamento verso il basso tale da far paura.

Non si salvano neppure gli onorevoli parlamentari, con continue richieste del tutto particolari, i manager incaricati di salvare questa o quella impresa ,ed in carriera sino a tarda età, dal Parlamento, al Senato, alle Regioni, ai Comuni, province, comunità montane, consorzi e circoscrizioni varie e naturalmente i raccomandati.

Persino gli studenti sono stati assistiti sino ad ora almeno, tutti promossi e nessun ciuccio, il 62% interrogato non ha saputo spiegare il fenomeno della notte e del giorno sulla Terra, ed il furbo e più intraprendente si è persino laureato con pochi esami, e con una laurea cosiddetta breve per scalare livelli e promozioni a scapito di chi ha studiato sul serio.

Le varie categorie e corporazioni di lavoratori a difesa del proprio fortino, non si sono resi conto che quando hanno strappato quei pochi euro al mese, hanno fatto il passo del gambero, due passi avanti e tre dietro,perché ancora non parte l’aumento che tutto rincara.

Quei poveracci dei pensionati cui viene aumentato il minimo, quando gli danno quella manciata di euro, non si rendono conto che in questo modo è come se avessero avuto ancora una volta la patente di”Poveraccio”! E per far ciò si bloccano quelle pensioni che una volta erano buone o bonarelle, commettendo doppio errore: si aumenta così nel numero i poveracci con nuovi poveri,sino ad esserlo tutti!!. Bloccando inoltre salari e pensioni, oppure aumentando i minimi di quel poco, vorrei sapere come si promuove l’ aumento dei i consumi se non con la moltiplicazione dei pani.

Livellamento in basso per tutti, è una politica della solidarietà che scontenta tutti. Ma chi merita e lavora per tre,cosa gli viene di più? Paga per una vita contributi salati , e gli viene infine decurtata la pensione a vantaggio di chi non li ha pagati nella giusta misura o addirittura mai!!

In Italia nelle carriere c’è un livellamento in alto che poi si risolve in basso per tutti. Infatti abbiamo un rapporto lavoratori-dirigenti-quadri, e soprattutto nei governi regionali del sud, improponibile in Europa.

Spazzini e bidelli sono diventati operatori ecologici, basta vedere le squadre che vanno a riparare un servizio o ad alzare un tombino, sei di costoro guardano ed uno lavora.

Ci sono più generali che soldati, ma la guerra chi la fa?

Conoscenti che vanno in pensione da Colonnelli e immediatamente sono promossi Generali della riserva, con relativa pensione.

La prima cosa che fanno dopo la nomina, è il biglietto da visita, senza aggiungerci al generale“ quello della “riserva”, perché sono in servizio ed in attesa ancora per sette anni, e con doppia paga.

Tutti professori, basta un incarico, una volta erano tutti dottori, oggi è diventato un titolo comune, tutti promossi, verso il basso naturalmente. Non si distingue più il dottore commercialista dal ragioniere, sono diventati tutti dottori, un medico che abbia scalato la società con auto e barche, diventa professore o primario, non si distinguono neanche più le donne bionde vere da quelle fasulle, tutte bionde!!

Si pagherebbe a peso d’oro trovarne una bionda originale! Persino rari gli uomini con capelli canuti, belli bianchi, austeri, dignitosi, oggi sono invece quasi tutti fringuelli con capelli tinti e ridicoli quando non riescono a tingersi i baffi.

Qualsiasi cosa si fa a livello di politica viene oramai naturale chiedersi: e poi le masse come reagiranno?

Oramai si parla e si agisce in nome del collettivo, non si parla più dell’individuo, con i sui meriti e responsabilità e doveri e riconoscimenti, ed il disfacimento dei comunismo in Russia ne è un drammatico esempio.

Ecco infine a dove arriveremmo continuando a tirare la giacchetta a Prodi e magari al nascente nuovo partito PD!!

Ma a quando una sterzata salutare ad una filosofia che ci ha arretrato tutti di anni? Ma a quando una politica di risveglio della voglia di lavorare e progredire, quella degli anni 50 quando si ricostruì l’Italia? Ma quando si rimetteranno in piedi quei concetti di merito al merito, e quando si dirà all’individuo: “ora hai questo incarico, sei stato eletto, e siine responsabile, perché se sbagli paghi e te ne vai?”

Perchè non smetterla con la politica del dare ut des? Delle raccomandazioni e delle spintarelle? Gli italiani dell’Ulivo, di quelli che hanno votato per una Italia da sogno, si aspettavano e si aspettano tuttora un cambiamento radicale su tutto, a cominciare dal comportamento di chi ci guida.

E’ assolutamente controproducente farsi tirare la giacca di qua e di là, non è così che si promuove una ”politica di sviluppo economico” se non si spazzano via del tutto le premesse sulle quali è attualmente basato!

Il segnale che si deve dare come premessa a detto sviluppo, è quello che è finita l’epoca di contentare con poco per poi scontentare tutti, di promuovere i nulla facenti, dare retta e seguito alle corporazioni e categorie ritenute indispensabili perché apportatrici di voti.

Cessare l’epoca degli incarichi ad personam, e di partito. E chi non risponde ai piani ed ai programmi nelle dovute scadenze, che finalmente venga rimosso dall’incarico, premessa e condizione al momento del suo conferimento.

E dopo aver rimosso questa finta solidarietà che tende a livellare un po’ tutti nei bisogni e non nei meriti, occorre ripetere ciò che occorre fare?

Da una scuola premiante,ad una giustizia che sentenzi e non rimandi, riducendo drasticamente i suoi tempi prendendo esempio da quelle procure che funzionano, e ce ne sono, alla Sanità nella maggior e cosciente professionalità dei suoi dipendenti e nella drastica riduzione dei sui tempi di attesa, ed ove ancora i suoi cosiddetti manager, non è detto che debbano avere incarichi a vita ed in relazione a chi governa, al sostegno e miglioramento dei trasporti e comunicazioni, riforma della distribuzione sia alimentare per riducendo i cinque o sei passaggi di mano, a quella energetica, ed alla politica della casa.

Questi sono i cinque capisaldi su cui fondare una politica di sviluppo. perché la gente abbia la percezione di un ritorno premiante alla produttività del suo lavoro. Migliorarne i servizi, questo dovrebbe essere l’aumento del suo salario, non dimenticando una sana politica di controllo dei trust su assicurazioni e banche. La gente deve sapere in conclusione che tirare la giacchetta non serve a nessuno, ma questa va tirata solamente quando una giustizia, quella politica, fa dimettere chi non funziona, e quella di Diritto stenta ad intervenire.

Fra i principi enunciati, quella della SCUOLA è assolutamente prioritaria. Bisogna ricominciare a formare quel tessuto di lavoratori professionalmente preparati che si sono persi nel tempo a causa di concetti maturati nella vecchia politica.

Questa è la molla del nostro sviluppo negli anni a venire, lavoratori preparati e motivati, perché il popolo italiano stimolato da giuste misure, e riconoscimento dei suoi meriti, riprenda a lavorare con profitto, e nel contempo accettare anche misure impopolari se controbilanciate da uno sviluppo economico tangibile unitamente al netto miglioramento dei servizi.

Giovanni Rodriguez


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