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Mozione sulla centrale biogas da 10 Mw a Romanengo
3.05.2008

I consiglieri provinciali Andrea Ladina (Verdi) e Giampaolo Dusi 8Prc) hanno presentato la seguente interrogazione in merito al progetto per la realizzazione di una centrale a biogas da 10 Mw in territorio di Romanengo. AL PRESIDENTE            DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CREMONA 

Oggetto:  Interrogazione dei consiglieri Andrea Ladina e Giampaolo Dusi riguardante il progetto di centrale a biogas da 10 Megawatt da realizzarsi in comune di Romanengo.

 

E’ in progetto in comune di Romanengo la costruzione di una centrale a biogas da 10 Megawatt per la produzione di energia elettrica destinata lavorare biomasse ed oli vegetali miscelati a liquami e ad una variegata tipologia di altri materiali di scarto.

L’area su cui dovrebbe sorgere questo impianto è di circa 6,5 ettari (sessantacinquemila metri quadri) a qualche centinaio di metri dal territorio del comune di Salvirola.

Un’area, in effetti, piuttosto vasta e giustificata, da parte dei proponenti, dall’entità della potenza dell’impianto.

Un impianto che all’origine doveva essere di un solo Megawatt  (primavera 2007) ma che ben presto, ad inizio 2008, la proprietà ha chiesto che  la potenza venisse aumentata a 10 Megawatt.

Se è vero che l’impegno per la produzione di energia da fonti rinnovabili è un obiettivo senz’altro da perseguire occorre, tuttavia, che tale obiettivo si realizzi all’interno di una rigorosa pianificazione che tenga conto delle materie prime o dagli scarti da utilizzare all’interno di un determinato ambiente.

Un conto, infatti, è sostenere la diffusione di impianti di biogas in tutte le aziende agricole/zootecniche del nostro territorio, in genere con potenza di alcune centinaia di kilowatt e direttamente collegati al ciclo produttivo aziendale.

Un altro è realizzare impianti grandi per dimensione e potenza che richiedono conferimenti di notevole entità (centinaia di migliaia di tonnellate annue da movimentare) provenienti da diversa origine produttiva e da diverse località.

Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile in agricoltura sta nel pensare e nel realizzare impianti di piccole dimensioni proporzionati alle caratteristiche aziendali e di evitare il concentrarsi di grandi impianti che finiscono per essere avulsi da uno specifico territorio produttivo per diventare ricettacolo del conferimento di materiali provenienti da un’area vasta su base interprovinciale se non regionale. Vi sono, inoltre, problemi di trasporto dei materiali da trattare oltre che questioni ambientali per le emissioni in atmosfera da non sottovalutare.

Tutto ciò premesso si chiede alla Giunta provinciale di sapere:

  1. Quali sono le motivazioni addotte dalla proprietà per giustificare la richiesta di aumentare la potenza da uno a dieci megawatt?
  2. Quale tipologia di materie prime o di materiali di scarto tratterà questo impianto e da quale provenienza?
  3. Verranno trattati anche fanghi industriali?
  4. Quali saranno le emissioni in atmosfera (quantitativi, qualità delle emissioni….)
  5. In sede di Conferenza dei servizi la Provincia è intenzionata a chiedere una riduzione della potenza richiesta?
  6. Essendo il Piano Energetico Provinciale in fase di revisione nel corso del 2008, non è il caso che si proceda con cautela nell’autorizzare impianti di così elevata potenza in termini di megawatt?
  7. Nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) era previsto un simile impianto in comune di Romanengo?
  8. Il comune di Romanengo ha già individuato le sue aree agricole in base al suo PGT?
  9. Un tale impianto deve essere considerato come supporto all’attività agricola oppure deve essere considerato, a tutti gli effetti, come impianto industriale?

 

I consiglieri provinciali

Andrea Ladina(Verdi)    Giampaolo Dusi (Prc)


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