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Age. Davide Guarneri in audizione in Parlamento
16.09.2008

Il 16 settembre 2008, l'Associazione Italiana Genitori Onlus rappresentata dal Presidente Nazionale Davide Guarneri è stata ascoltata in Commissione Cultura della Camera dei Deputati in ordine al decreto legge 1 settembre 2008, n. 137

 

Intervenendo, sia pur brevemente, in questa sede parlamentare, ringrazio la Commissione e ciascuno di voi per l’invito e l’ascolto che presterete; auspico che l’incontro contribuisca a ripristinare il dialogo necessario fra le istituzioni e i cittadini, a dire il vero assai carente da tempo.

 

I provvedimenti già varati dal decreto legge n 137 e gli intendimenti annunciati dal Governo per la scuola italiana sono, di fatto, una riforma tout court del sistema scolastico: il voto di condotta, l’insegnamento dell’educazione civica, il ritorno al “maestro unico”, la laurea abilitante per l’insegnamento, l’ipotesi di riduzione del monte-ore scolastico sono infatti argomenti che incidono profondamente in ambito scolastico, nell’autonomia, nella didattica, negli ordinamenti, ma anche nei rapporti  scuola-utenza.


In premessa, riteniamo che la loro attuazione non possa darsi in assenza di un reale coinvolgimento sia del Parlamento, sia degli insegnanti, degli studenti, dei genitori.

Poiché il futuro di un paese, sia in ordine alla coesione sociale che allo sviluppo economico, è proporzionato alla qualità dei processi educativi e dipende dall’evoluzione del sistema formativo e scolastico, nessuna riforma può essere affrettata, nessuna riforma può prescindere da una visione di sistema, che ponga le fondamenta per successivi sviluppi.

 

Come Associazione presente nel Paese da quarant’anni, radicata in tutte le regioni, continuamente in rapporto con genitori, enti locali, realtà educative, intendiamo portare il contributo della componente che, anche costituzionalmente (art. 29, 30 e 31 della Costituzione) è deputata ad essere la principale responsabile nei processi educativi: il “Patto di corresponsabilità tra scuola e genitori”, finalmente introdotto nella scuola italiana (DPR 235 del 21/9/07), deve essere modello, a nostro parere, anche per una nuova corresponsabilità fra istituzioni in ordine all’educazione.

 

È necessaria, lo dicono tutti, una scuola di qualità.

 

Per noi genitori qualità della scuola significa:

-           personale motivato e professionalmente competente, anche nella promozione di relazioni positive fra docenti, genitori e studenti. Come genitori ci interessa conoscere, circa i docenti, quale incentivo alla qualità sia previsto nella selezione in ingresso nel sistema scolastico, e quale sostegno alla formazione e alla professionalità si intenda promuovere.

-           processi stabili, che possano giungere a compimento, poiché la scuola e le famiglie sono letteralmente sfiancati dal continuo mutamento di direzioni impresso dai governi al sistema.

-           innovazione che riporti il sistema italiano ai livelli europei, incidendo là dove le indagini individuano gli aspetti più problematici: la scuola secondaria di primo e secondo grado, l’elevata dispersione e l’abbandono scolastico, inaccettabili in una moderna democrazia.

 

Perciò abbiamo già pubblicamente dichiarato che, a nostro parere, hanno certamente carattere d’urgenza, fra gli altri, alcuni temi, che chiamano il Parlamento a scegliere.

 

Essi riguardano:

-           la soluzione del conflitto di attribuzione nelle competenze di Stato e Regioni in materia d’istruzione e formazione. Lì si annida il problema di una formazione professionale che, valorizzata in qualità, potrebbe essere una risposta all’abbandono scolastico

-           Le scelte relative al “governo dell’autonomia”, imprescindibile da organi di partecipazione e cooperazione tra docenti, genitori e studenti, sia a livello d’istituto che territoriale. Da troppi anni la rappresentanza è ridotta a formalità, la partecipazione non è incoraggiata, è spesso mortificata

-           la stabilizzazione del personale docente, limitando un turnover che penalizza soprattutto studenti e famiglie

-           il rilancio dell’autonomia scolastica, da sostenersi attraverso la formulazione di Piani dell’Offerta Formativa e Patti di Corresponsabilità tra scuola e genitori, documenti cui va ricondotta anche la definizione dei criteri per il voto di condotta, che deve essere strumento educativo assai prima che ”punitivo”. Da più parti si sottolinea il bisogno di una effettiva autonomia della scuola, ancora oggi parzialmente inesplorata.

 

Prima ancora di accennare alle specifiche questioni poste dall’articolato del breve decreto n. 137 del 1 settembre 2008, evidenziamo alcuni elementi di preoccupazione circa il metodo con cui le tematiche sono affrontate:

 

1)        è in atto, da più parti, anche con il contributo dei media, un processo di banalizzazione e riduzione del dibattito sulle questioni educative a semplici slogan, a schieramenti di partito. Sappiamo bene che l’istruzione non è riducibile alla sola spesa che comporta, poiché l’educazione è intessuta dalla complessità delle relazioni, dall’investimento di risorse umane ed economiche oggi, per un risultato positivo domani. Sappiamo bene che sulla scuola si riversano aspettative ampie e plurime, talora eccessive quando le si attribuisca responsabilità di molte “educazioni”. Sappiamo, infine, che oggi non solo gli studenti cambiano (d’altra parte, è così da sempre), ma che questo cambiamento è inserito in un complesso intreccio di globalizzazione e rinnovamento scientifico e tecnico accelerato, che richiede negli insegnanti molta cultura, competenza ed equilibrio.

2)        Stupisce che, a fronte degli scenari descritti da autorevoli voci internazionali (cfr. UNESCO, Nell’educazione un tesoro), delle impegnative scelte di strategia fissate dagli Stati europei (Obiettivi di Lisbona), delle molte indagini più volte citate nel nostro Paese (OCSE), lo snodo ineludibile ed essenziale del sistema d’istruzione e formazione venga affrontato, di fatto, a partire dalle necessità di tipo economico e finanziario, e dalla logica di “tagli” al sistema impressa dalla Legge n. 133 del 6 agosto 2008, sulla quale, per le ricadute nell’educazione e nella scuola, avremmo desiderato essere considerati interlocutori significativi. La nostra preoccupazione emerge dal fatto che i tratti di urgenza siano di fatto dovuti ad una crisi economica pesante, più che ad emergenze educative.

 

Il Decreto Legge n. 137, come ogni provvedimento, presenta spunti interessanti ed elementi di maggiore problematicità.
1)        L’attenzione all’acquisizione di conoscenze e competenze relative a “Cittadinanza e Costituzione” auspichiamo incontri il favore dell’intero Parlamento, in risposta agli autorevoli richiami del Presidente della Repubblica. È, a nostro parere, opportuno declinare in modo più specifico le modalità di tale insegnamento (monte ore, raccordi disciplinari, etc.), anche nel quadro di un curricolo implicito che valorizzi la legalità nella scuola, la partecipazione, la corresponsabilità delle diverse componenti, la maturazione complessiva di una cittadinanza degli studenti caratterizzata da diritti e doveri, come descritti nello Statuto delle Studentesse e degli Studenti

2)        La condotta, o meglio, il comportamento, è un aspetto significativo dell’esperienza scolastica e come tale è opportuno che venga valutato collegialmente. Poiché, di fatto, il comportamento ha forti risvolti di carattere educativo, la definizione dei criteri per la valutazione non è solo di stretta competenza dei docenti. Opportuno prevedere azioni di informazione e coinvolgimento degli studenti e dei genitori, affinché, come detto, non sia strumento punitivo, ma educativo.

3)        Riteniamo assai più complessa l’introduzione della valutazione decimale nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Invitiamo la commissione a considerare l’ampio dibattito che condusse alla valutazione con giudizio, soprattutto considerando la totale diversità fra misurazione e valutazione. In ambito educativo i risultati sono parzialmente misurabili, mentre è possibile valutare la crescita globale, il cambiamento avviato. Inoltre, la valutazione decimale riguarda anche l’IRC, normato da accordi internazionali e con la Chiesa cattolica italiana?

4)        Non intendiamo indulgere ad un inutile scontro tra “insegnante unico” e “insegnamento per team” nella scuola primaria. Chiediamo alla Commissione di approfondire ed esplicitare il quadro pedagogico e di sistema che soggiace alla proposta, a nostro parere non espresso dal decreto. Come genitori evidenziamo che molte scelte, spesso compiute nelle singole scuole, hanno interferito con la proposta originaria risalente agli anni 1985-90. L’insegnamento in team ha condotto, talora, ad una sorta di “secondarizzazione della primaria”, alla proliferazione di insegnamenti aggiuntivi, alla continua rotazione del personale docente. La riforma di allora fu, però, il risultato di un lungo dibattito, non solo politico e parlamentare, ma anche della cultura, della scuola, della pedagogia. Si ritiene che il semplice ritorno al “maestro unico” sia risolutivo di problemi che hanno causa altrove? Si è considerato che i bambini incontrano, già nella scuola dell’infanzia, più di una figura educativa di riferimento? Si può ignorare la complessità della composizione delle classi scolastiche di oggi? Si può ignorare il bisogno di alcune competenze specifiche, di tipo scientifico-tecnologico, di tipo relazionale, di tipo linguistico, che chiedono negli insegnanti continua formazione e specifica attenzione? Non ci è chiaro, inoltre, quale modello organizzativo sia soggiacente al termine semplificato dell’insegnante unico: quale rapporto dovrà avere con gli altri “specialisti” previsti nella più ampia articolazione del tempo-scuola, oltre le 24 ore settimanali? Il progetto sarà unitario oppure avremo una nuova pluralità di insegnanti, contrariamente a quanto dichiarato nella legge? La valutazione sarà collegiale? Come genitori vorremmo un impegno del Parlamento perché sorgano “maestri unici”, di qualità, piuttosto che maestri “soli” di fronte a compiti complessi.

5)        Alla nostra associazione pare interessante l’attenzione finalmente posta sul costo dei libri di testo, anche se l’adozione quinquennale dei testi pare di difficile attuazione, alla luce delle molte trasformazioni continuamente in atto nel sapere. Parrebbe, inoltre, opportuno introdurre un cenno all’autonomia e responsabilità degli istituti anche in ordine ai curricoli, sempre meno determinati da “programmi”, quindi meno rigidi (con la necessità di testi, dunque, più essenziali, magari integrati da dispense monografiche).

 

A conclusione di questo intervento, i genitori chiedono che sia esplicitata la strategia complessiva del provvedimento, e quali scelte rispondano alle molte questioni poste dagli scenari nei quali la scuola deve oggi giocarsi. In altre parole, verso quale tipologia di sistema formativo ci stiamo muovendo? Quale rapporto e interazione si sta configurando fra il sistema formativo, il sistema sociale e i cittadini?

 

Inoltre, constatando oggi la forte riduzione di risorse (economiche e di personale) programmata fino al 2012, è dimostrabile che a tale riduzione corrisponda conseguentemente una migliore qualità? Non è forse opportuno ragionare su come spendere meglio, piuttosto che spendere meno? E non è opportuno farlo insieme?

 

 

 

Associazione Italiana Genitori Onlus

Il Presidente

(Davide Guarneri)


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