Circolino della Malpensata cooperativa "Dante Paci e Ferruccio Dell'orto" caduti partigiani - Via Luzzatti 6/b - Bergamo
e associazione musicale Pane e Guerra presentano
little red flags
tante piccole bandierine rosse nella città bianca con gli incontri sul canto libertario e di protesta
giovedi 13 maggio 2004 Dalle ore 20.30
CATERINA BUENO
all'auditorium comunale di Ponteranica (BG)
in via Valbona - alle porte di Bergamo
con il patrocinio e la collaborazione di:
TTB Teatro Tascabile Bergamo
GLI ZANNI compagnia per la cultura e le tradizioni popolari
associazione festival ISOLA FOLK
Rataplam MUSICA TRADIZIONALE BERGAMASCA E LOMBARDA
con il patrocinio dell’ISREC Istituto Bergamasco per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea
e del Comune di Ponteranica (Bg)
l’artista e ricercatrice toscana viene presentata da Roberto Sacchi, direttore della rivista internazionale Folk Bullettin; alla regina della canzone popolare italiana fa corona una schiera di voci femminili di diverse generazioni e stili:
le voci femminili del TTB Teatro Tascabile di Bergamo, de Gli Zanni, dei Rataplam, dei Paneguerra, ed inoltre le voci delle musiciste Simonetta Interlandi ed Isa. Con la partecipazione di Sandra Boninelli ricercatrice dell'Istituto De Martino.
http://www.chansonnier.it/chansonnier/autori.php?ID=61®ione=3
http://www.coopfirenze.it/info/art_1204.htm
http://digilander.libero.it/gianni61dgl/musica%20anni'70.htm
Un profilo di Caterina Bueno, scritto da Marco Pandin per A Rivista Anarchica
La "Raccattacanzoni " nella cinquecento
Comincio col farvi una domanda: avete mai trovato, a casa della nonna, per caso, una vecchia foto di chissà quale vostro lontano parente sulla faccia del quale riconoscete i vostri stessi occhi, o il vostro stesso sorriso? Come vi siete sentiti, nel riconoscere una parte di voi addosso ad un estraneo? Questa domanda, e soprattutto la vostra risposta, potrebbe tornar buona tra poche righe.
Dunque, stavolta racconterò, anche se piuttosto brevemente, di Caterina Bueno: di una persona che da sempre ha deciso di muoversi dentro l'espressione musicale popolare con un atteggiamento al tempo stesso appassionato e rigoroso, scegliendo itinerari tracciati attraverso territori lontani dall'equazione "musica uguale commercio" di così normale soluzione di questi tempi. In particolare, ha scelto di ricercare, studiare e diffondere quella che è un'espressione semplice e rara della musica: quella cantata dalla gente per celebrare sé stessa, non quindi quella inventata e suonata per far divertire i padroni.
Caterina Bueno di questa bandiera ha avvolto la propria vita: quarant'anni di viaggio lungo strade secondarie e sterrati per arrivare nelle piazze di paesi troppo piccoli per essere nominati sulle carte del Touring Club. Un viaggio mai interrotto di paese in paese, a raccogliere nelle osterie e nelle case di campagna e nei posti di lavoro i frammenti del canto direttamente da quelle stesse bocche occupate a bere e a sfamarsi, a bestemmiare e a piangere e a contare le ore che mancano per arrivare a sera.
Negli anni Settanta l'avevano chiamata la "raccattacanzoni": la si sentiva arrivare per il rumore della sua vecchia cinquecento, armata solo di un registratore, d'un blocco per gli appunti e di un inesauribile amore per la Toscana e la sua gente.
Tante volte una canzone Caterina l'ha saputa ricostruire con fatica e a frammenti, come un mosaico prezioso: una strofa -o un mucchietto di parole- così come la ricordavano in una frazione, un'altra è come la cantavano in un'osteria del paese vicino, il ritornello magari veniva fuori a tavola, dopo una battaglia a colpi di ricordi.
Riflettevo, oggi, ascoltando un suo vecchio disco. Mi veniva da pensare che, come per certi vestiti fuori moda o certi oggetti ereditati senza volerli, nella fretta delle nostre giornate "normali" di oggi per canzoni come queste non sappiamo proprio trovare posto. Dalla musica, dalle canzoni adesso siamo abituati a cercare soprattutto un aiuto per far passare senza dolore il tempo, per "andare via" con il pensiero. Canzoni come fuga.
Caterina invece ci riporta violentemente alla riflessione e all'impegno: la sua voce è ruvida e bruciante come uno schiaffo meritato, e le sue canzoni raccontano di situazioni sociali drammatiche, di guerra e di soprusi, di oppressione e miseria.
Non sono cose lontane. Non sono cose vecchie. E, soprattutto, sono le storie che ci hanno portato qui, dove siamo adesso e come siamo adesso. Sono storie che, se smetteremo per un momento di guardare la nostra immagine riflessa nel televisore, scopriremo terribilmente vicine. E, tornando alla domanda che ho fatto proprio all'inizio...
Non sto qui a contare i dischi pubblicati da Caterina: più che altro sono tutti introvabili, e temo rimarranno tali perchè, a differenza di quanto avveniva negli anni '70, i mutamenti del clima politico/culturale hanno fatto estinguere quelle poche etichette discografiche indipendenti interessate ad avventure in questi territori (meglio: in questa esile fetta di mercato, tanto per essere espliciti... La world music è quella degli altri popoli, mica quella di casa nostra!).
Mettamoci alla ricerca: ecco qualche spunto, qualche suggerimento.
Nella prima metà degli anni '70 la Fonit Cetra ha pubblicato una lunga e stupenda serie di album, la cosiddetta "serie folk": tra questi alcuni lavori di Rosa Balistreri, Luisa Ronchini, Roberto Balocco, Canzoniere Internazionale (fra cui spicca una bella antologia della canzone libertaria), Dodi Moscati, Maria Monti, Canzoniere Popolare Veneto. Tra le prime cinquanta uscite, ben tre sono i titoli curati da Caterina Bueno: cercateli, anche se sarete costretti a navigare tra le bancarelle delle fiere del vinile e ad adeguarvi alle quotazioni dei collezionisti, ma forse sarete fortunati e ne troverete qualche copia nel retrobottega di qualche negozio di dischi di paese convertito per forza ai cd.
O magari, assieme ad altri dischi dimenticati, potete farveli registrare dal solito compagno archivista, ma non scordate di farvi fotocopiare le note di copertina.
C'è qualche traccia di Caterina Bueno -registrazioni sul campo risalenti agli anni '60- nei cd della serie "Avanti popolo" (editi a cura dell'Istituto E. De Martino), distribuiti nelle edicole nel corso degli ultimi due anni: in particolare trovate la voce di Caterina nei cd "Addio Lugano bella" e "Se otto ore son troppo poche".
I cd di questa serie mi sembrano ben curati e altrettanto ben realizzati, e costano poco. Se rompete le palle al vostro edicolante, magari... E ancora, provate a cercare i due volumi antologici "Folk festival" dei Dischi del Sole con le voci, oltre che della Bueno, di Fausto Amodei, Milly, Juan Capra (cileno, allievo di Violeta Parra, scomparve dopo il golpe), Peggy Seeger ed Ewan MacColl: sono stati ristampati un paio d'anni fa su di un unico cd a basso prezzo dall'Ala Bianca di Modena (unico esemplare sopravvissuto, mi sa, ...non a caso è l'etichetta del club Tenco).
Ho a casa, ed è stato un regalo della gentilissima Caterina, un cd edito a cura dell'assessorato alla cultura del comune di Siena, purtroppo solo in tiratura limitata e non distribuito commercialmente. Esso contiene alcune registrazioni dal vivo del periodo 1996-97 ed è intitolato "Caterina Bueno in spettacolo: canzoni paradossali e storie popolari toscane di dolente attualità ".
È un album eclettico: ci sono guancia a guancia versioni del "Maschio di Volterra" ed una ninna nanna arcaica, una manciata di strofe dagli "Stornelli d'esilio" di Pietro Gori e persino la filastrocca del grillo e della formica che all'asilo ha fatto impazzire di gioia mia figlia. Al cd è allegato un libretto con i testi e molte note informative e storiche, che si intrecciano alle presentazioni dei vari pezzi fatte dalla viva voce di Caterina, catturate dal vivo in concerto e intrappolate nel cd. Non ho onestamente idea di come quest'opera sia circolata, magari provate a telefonare in comune lì a Siena, forse qualcuno vi saprà dire qualcosa. Infine, un'indicazione che è anche ...un invito! Nel cd "Canti di Maremma e d'anarchia" (a cura di Folkstudio/Avvenimenti, 1997) sono raccolte undici canzoni di provenienza mista: l'edizione, estremamente economica, è abbastanza buona sotto il profilo tecnico acustico ma purtroppo manca qualsiasi nota informativa e storica.