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Giustizia: verso il record dei detenuti suicidi
19.08.2009

Giustizia: verso il record dei detenuti suicidi dall'unità d'Italia
http://www.ristretti.it/commenti/2009/agosto/8agosto.htm
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La Rete del Grillo: "CIVILTA' DROGATE DI PROIBIZIONISMO"
http://www.beppegrillo.it/2009/08/agosto_e_il_mes/index.html?s=n2009-08-12
------------------------------------------------------------------------Di fronte ad evidenze come queste non possiamo non pensare che oggi l'obiettivo politico di maggior rilievo dev'essere un complessivo PROCESSO di LIBERAZIONE dall'OPPRESSIONE STATALISTA, di cui quanto sopra è solo una delle innumerevoli espressioni. Nè "destra" nè "sinistra": non son più questi gli schieramenti da individuare, bensì tra esseri umani che giustamente perseguono libertà ed oppressori che vogliono loro toglierla. Tra LIBERI e STATALI!

Il primo passo da compiere è infatti quello di non pensar più che gli unici responsabili di come vanno le cose in Italia e nel mondo siano i politici. Bisogna considerare che, ad esempio qui nel nostro Paese, i politici, pur disponendo, sì, del potere di rappresentanza, son comunque sempre solo poche migliaia di persone a fronte di tre milioni e mezzo di statali, di assunti a vita in quei ruoli che dovrebbero essere pubblici, quindi da redistribuire periodicamente, ed invece sono da loro accaparrati, monopolizzati fin per mezzo secolo.

Queste tre milioni e mezzo di persone compongono una fedelissima cerchia protettiva intorno ai politici, un fossato di sbarramento, una spessa muraglia che isola i cittadini dai governi ed impedisce ogni interazione e ricambio umano. Dobbiamo considerare che son soprattutto gli statali a creare la cultura, a diffonderla, a dire cosa dobbiamo pensare, cosa dobbiamo fare, cosa è giustizia e cosa non lo è, come la si deve applicare e come no, con quali farmaci ci dobbiamo curare, etc. etc. etc. Sono loro, in RAI, nelle Università, nei tribunali, nelle ASL, nei mille e mille Enti ed Uffici pseudo pubblici, a piegare il corso della nostra vita per indirizzarla verso dove voglion loro.


I riflettori dei media illuminano i politici, ma nell'OMBRA vi sono loro, gli STATALI, a disporre di un potere meno evidente ma spesso perfino più marcato di quello dei governanti. Un governante dopo qualche anno deve cedere il suo posto ad altri. Uno statale NO! Gli statali, tre milioni e mezzo di piccoli despoti, rimangono al "loro" posto per tutta la vita e per tutta la vita essi tessono fra loro rapporti di indebito potere che possono giungere perfino a sovrastare il potere dei politici.


In Italia come nel resto del mondo, gli statali rappresentano il più reale, pesante, massiccio, ma anche il più rimovibile! ostacolo alla felicità collettiva. Ai politici noi cittadini non possiamo dir nulla: essi sono regolarmente eletti. Ma gli statali non hanno alcun diritto di appropriarsi di un bene, i ruoli della Funzione Pubblica, che è di PROPRIETA' COLLETTIVA! La Res Publica non può essere COSA LORO perch'é invece un sacro BENE COMUNE!

Bisogna prendere coscienza di questo inceppo all'evoluzione e buon funzionamento sociale, di questo meccanismo decrepito, bisogna produrre materiale, non solo giornalistico o letterario ma d'ogni genere artistico (perché solo l'Arte può risollevare il mondo, non i giuristi ma gli artisti!), per diffondere ovunque questa coscienza ed il progetto di una società rinnovata basata su una reale partecipazione alla gestione della Res Publica.

Non solo l'Italia, ma l'intero mondo attende il VOSTRO CONTRIBUTO.

Buonissime cose, profondamente grato, saluto,

Danilo D'Antonio

Monti della Laga
Teramo - Abruzzo

eulab@hyperlinker.com
tel. 339 5014947

La Questione Pubblica:
http://equo-impiego-pubblico-a-rotazione.hyperlinker.org
http://www.hyperlinker.com/ars/interventi.htm

 

 

 


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