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La qualità dell'ambiente non migliora
12.03.2005

La qualità dell'ambiente non migliora
I dati forniti dal Secondo Rapporto sulla sicurezza in Italia dimostrano che il problema della sicurezza ambientale in Italia è ancora aperto: meno di un quarto dei periti industriali interpellati ritiene migliorata la situazione rispetto a tre anni fa, oltre la metà la considera invariata

Resta un problema aperto, quello della sicurezza ambientale in Italia, stando a quanto affermato dai periti industriali interpellati per fornire una valutazione complessiva sull´evoluzione della qualità dell´ambiente rispetto a tre anni fa: secondo il 50,1 per cento degli interpellati, la situazione sarebbe rimasta la stessa, mentre sono il 26,3 per cento quelli che la ritengono peggiorata ed appena il 23,6 per cento quelli che riscontrano dei miglioramenti.

I dati, risultati delle interviste effettuate a 1.000 Periti Industriali italiani, si trovano nella ricerca "Rileggere l´ambiente. La centralità dei ruoli tecnici. Secondo Rapporto sulla sicurezza in Italia", svolta dal Censis per conto del CNPI (Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati).

L´attenzione del sondaggio si è catalizzata in primo luogo sui problemi legati alla qualità dell´aria che respiriamo: il 52,2 per cento degli intervistati pensa che nell´area in cui vive ci sia un problema rilevante di inquinamento atmosferico, e, in secondo luogo, di inquinamento acustico (39,7 per cento) ed elettromagnetico (36,6 per cento). Avvertiti, invece, con minore urgenza, i rischi legati all´inquinamento idrico (27,2 per cento), chimico (26,6 per cento), idrogeologico (23,7 per cento) e luminoso (23,6 per cento).
E´ sempre l´eccesso di traffico presente nelle strade italiane il principale imputato dell´inquinamento del sistema, stando al giudizio del 47,7 per cento degli intervistati; seguono i comportamenti irresponsabili dei cittadini (28,3 per cento), il mancato rispetto delle normative in materia, da parte delle imprese (19,6 per cento) e un´eccessiva concentrazione di imprese che inquinano (17 per cento).

Secondo l´opinione dei periti industriali agli italiani la questione ambientale interessa davvero l´opinione pubblica: il 72,5 per cento pensa che sia cresciuto il numero di italiani che fa ricorso alla raccolta differenziata dei rifiuti e al risparmio energetico (61,9 per cento). Gli intervistati, inoltre, dichiarano che la questione della tutela dell´ambiente per le imprese, viene considerata soprattutto un costo (per il 40,6 per cento) e solo per il 19,2 per cento un vantaggio.

La quota più consistente di aziende certificate a norma risiede al Nord (31,9 per cento al Nord-Ovest e 22 per cento al Nord-Est), il 33,7 per cento al Sud e il 12,5 per cento al Centro. Anche se queste due aree del Paese tra 2003 e 2004 hanno assistito all´incremento più consistente del numero delle certificazioni (del 66 per cento circa contro il 41,5 per cento del Nord-Ovest e il 37,5 per cento del Nord-Est), con dinamiche particolarmente significative nelle Marche (+85,7 per cento), in Sardegna (+85,2 per cento), Puglia (+82,9 per cento) e Lazio (+79,6 per cento).

L´analisi provinciale mostra una situazione molto articolata, con livelli di incidenza delle aziende certificate ogni 1000 aziende estremamente eterogenea, con punte in alcune aree del Sud, come Campania e Basilicata. Positivo, inoltre, anche il giudizio della maggioranza dei testimoni sulla riduzione avvenuta in questi anni dei consumi di emissioni inquinanti e materie prime (55,8 per cento), e sul risparmio energetico (55,7 per cento).

fonte: http://www.netmanager.it

gcst


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