IL CORSARO DELLE PUGLIE
di Antonio V. GELORMINI
C’è poco vento qui in Lombardia. E ce n’è ancora meno in Padania. Issare una bandiera, a volte, può essere fatica sprecata. A meno che non riporti la scritta: devolution. E’ sera, si profila qualcosa davvero importante. C’è voglia di dare sfogo ad un grido liberatorio, ma è frenata dalla prudenza della scaramanzia e dall’incredulità che la speranza stia prendendo corpo.
Decido, allora, di partire e andare verso l’estremo lembo padano. Raggiungere l’Adriatico. Alla ricerca di quel vento di mare ricco di profumi familiari, augurandomi che questa volta abbia con sé anche quello di una forte novità.
Viaggio nella notte, con la radio accesa e una tensione altissima. Gli aggiornamenti sono snervanti, le proiezioni altalenanti e ogni tanto incombe l’incubo di una beffarda delusione. Intanto, l’eco di una grande svolta rimanda commenti ricchi di entusiasmo, di critiche e di riconoscimenti. 9 a 2. 10 a 2. 11 a 2, forse.
L’intuizione dell’Unione comincia a dare i suoi frutti, ma la vera notizia, la sorpresa auspicata, il tocco finale a un capolavoro politico, ancor più che elettorale, lo si aspetta dalla Puglia, ma non riesce a concretizzarsi. E’ come quel fascio di luce proiettato dal faro ancora lontano; non fai in tempo a notarlo, che è già scomparso.
Finalmente arrivo. Sono su una spiaggia fredda e ai primi chiarori del mattino il mare è piatto all’inverosimile, blu profondo e nessuna increspatura. Nell’attesa fisso l’orizzonte di questo mare, ponte e collegamento tra Europa e Mediterraneo, lungo il quale l’Italia si allunga in tutta la sua eleganza e in tutta la sua infinita capacità di accoglienza.
E mentre arriva il dato dirompente e i primi raggi infuocano il cielo, è a questo mare che finalmente affido il grido di gioia incontenibile, affinché, di onda in onda, possa arrivare ad infrangersi sugli scogli di casa, lungo la costa pugliese, e liberare l’incitamento soddisfatto a quei moderni corsari, che hanno accompagnato il Capitano alla vittoria mite e gentile di una accesa e brutta battaglia.
Il corsaro di Terlizzi conquista le Puglie con idee, politica e cultura. Issa la bandiera del linguaggio più moderno e più diretto. Dichiara l’amore per la poesia, di cercare un nuovo modo di proporsi e di ragionare, di voler fare tesoro delle emozioni popolari e afferma con forza che: “C’è una Puglia migliore”.
E’ l’alba. Una nuova alba. E insieme al sole, dalla radio, salgono le note di una canzone di Paolo Conte (Sandwich man), che si incastonano a meraviglia in questo cielo benaugurate: “Alla domanda rosso fuoco”, proveniente da ogni angolo della regione, nonché del Paese, “la risposta non poteva essere blu!”
Buon lavoro, Presidente.
(gelormini@katamail.com)