10.07.2005
Il cinema italiano: manifesti fra arte e propaganda 1920 - 1945
La mostra, la settima allestita nella casa natale di Benito Mussolini, rappresenta una nuova realizzazione del progetto avviato dal Comune di Predappio di fare della cittadina un luogo di riflessione, di confronto e di memoria sul Novecento italiano.
L’esposizione rientra nel programma biennale intitolato “Predappio in Luce” che nel corso del 2005 e del 2006 darà vita a molteplici iniziative di carattere culturale, tutte incentrate sul tema del cinema nel Ventennio, volte ad esaminare attraverso diversi strumenti le caratteristiche, il ruolo, l’impatto nella cultura italiana degli anni Venti e Trenta del Novecento di una delle invenzioni che maggiormente hanno segnato il secolo scorso. Parlare del cinema di quegli anni significa necessariamente indagare la complessità del rapporto fra i nuovi mass media e il regime fascista, arte e propaganda, industria e politica, personaggi e ideologie, temi che si intrecciano e si sovrappongono fino a restituire un quadro della realtà italiana decisamente “in movimento”.
Superata la lettura semplicistica che per anni si è fondata sul dualismo cinema storico / telefoni bianchi, gli storici sono ormai unanimi nel sostenere l’essenza tutt’altro che omogenea del cinema del ventennio in se stesso e nel suo rapporto con i modelli coevi (Stati Uniti, Unione Sovietica) e con le tendenze del dopoguerra (neorealismo e cinema popolare). In vent’anni vennero realizzate numerose pellicole: da Camicia Nera a Terra Madre, da Condottieri a Scipione l’Africano, da La segretaria privata a Ossessione troviamo registi, sceneggiatori e attori impegnati ora in rievocazioni storiche, ora in esaltazioni propagandistiche, ora in storie sentimentali e di evasione, ora in trame apertamente pedagogiche. Nello stesso periodo nascono istituzioni essenziali per la promozione del cinema italiano, interpretato dal regime sia nei suoi aspetti imprenditoriali sia sul versante della propaganda: il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Istituto Luce, la mostra del cinema di Venezia; accanto ad essi, quasi a voler emulare i fasti di Hollywood, viene costruita Cinecittà .
La mostra, organizzata dal Comune di Predappio in collaborazione con Publicity and Print Organization di New York, è stata concepita come percorso guidato fra circa sessanta esempi di manifesti dei film maggiormente significativi del Ventennio, intende restituire al visitatore una sintesi di questo mondo così eterogeneo e ricco. Da evidenziare, in particolare, la presenza del manifesto di Thais, film realizzato da Anton Giulio Bragaglia nel 1916 sotto l’influenza del movimento futurista, per il quale Enrico Prampolini creò decorazioni scenografiche tuttora di una modernità sconvolgente.
Infine, alcune precisazioni sono necessarie circa il progetto della mostra: ad eccezione di Thais (un pezzo importantissimo quanto unico all’interno del percorso espositivo) non viene preso in esame il cinema muto, in quanto il rapporto fra cinema e fascismo fino all’avvento del sonoro non fu molto significativo; la mostra inoltre, non esamina il cinema prodotto dalla Repubblica Sociale, sul quale occorrerebbe fare una trattazione a parte. Inoltre, trattandosi di una esposizione di manifesti di film, viene presa in considerazione solo la produzione a soggetto escludendo i cinegiornali, che pure rappresentarono un importantissimo prodotto della cinematografia e, nel contempo, della propaganda.
Fonte: http://www.comune.predappio.fo.it/contenuti.asp?ar=EVENTI&sot=IN%20PROGRAMMA&idp=162
mt
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