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Nazionale che la destra vuole tagliare. A partire dalla
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Continua la battaglia contro i ticket Una proposta per limitare i danni
Dopo sei mesi di applicazione del ticket in Lombardia la Giunta
Formigoni continua a incassare soldi e non manifesta alcuna
intenzione di allargare le fasce di reddito per le esenzioni.
Nemmeno le trattative con Cgil, Cisl e Uil hanno finora dato
esito.
Per questa ragione le forze dell’Ulivo con Rifondazione Comunista
hanno presentato un progetto di legge congiunto che rivede il
sistema delle esenzioni dai ticket sanitari.
In particolare prevede:
l’esenzione dai ticket per malati cronici, disoccupati,
cassintegrati e lavoratori in mobilità - compresi i familiari a
carico - e per coloro che percepiscono redditi, in relazione alla
normativa Isee, inferiori ai 15 mila euro all’anno (elevato
dagli 8.000 attuali);
l’esenzione dai ticket sui test di diagnosi precoce per tutti
coloro che sono stati esposti per ragioni professionali ad
agenti tossici e cancerogeni e per i cittadini che vi si
sottopongono all’interno dei programmi delle Asl o su
richiesta del medico curante;
la gratuità delle prestazioni di pronto soccorso;
un ticket massimo di 36 euro per visite e esami.
"Il nostro obiettivo – ha dichiarato Carlo Porcari, consigliere
regionale Ds - rimane sempre l’abolizione di tutti i ticket, anche
perché sei mesi di sperimentazione hanno dimostrato la loro
inefficacia come strumento per la riduzione dei consumi
farmaceutici. Questo, va ricordato, fu l’argomento usato dalla
Giunta Formigoni per giustificarne la reintroduzione. In realtà –
ha proseguito Porcari – servono solo a fare cassa: più di 100
milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno, un costo davvero
elevato per i malati che pagano di tasca propria l’incapacità di
questa Giunta di governare la spesa sanitaria. Una tassa odiosa
perché colpisce i deboli, iniqua perché ricade interamente sui
malati".
25 luglio 2003