4.12.2005
INTERNET E LA DEMOCRAZIA
Il vertice sulla governance della Rete, che si è concluso la scorsa settimana a Tunisi, è stato perlopiù commentato dalla stampa italiana come un incontro terminato con una non-decisione in merito alla guida dell'Icann, l'agenzia che assegna e gestisce i domini (il suffisso .it per l'Italia per esempio). E' certamente vero che gli Stati Uniti, con argomentazioni tecniche peraltro fondate, continueranno a mantenere il controllo di tale funzione, ma è corretto affermare che la governance di Internet, se non è in sè un ossimoro, sicuramente attiene a ben altri problemi, affrontati solo in parte nel corso del summit.
Internet, e l'aumento di produttività , di fornitura di informazione e quindi del tasso di democratizzazione che comporta, ha piuttosto a che fare con la sua diffusione, un problema di tipo economico e sociale spesso trasversale ai Paesi (il "digital divide" non è solo un problema dell'economia dello sviluppo) che può avere risposta solo nella convenienza delle imprese e nell'avvedutezza dei governi e delle loro politiche per la formazione e l'innovazione. L'iniziativa di Nicholas Negroponte di dotare le popolazioni disagiate, grazie a supporti governativi, di un computer portatile a 100 dollari è un segnale in questa direzione.
Internet, se vuole poi essere lo strumento di democrazia che tutti auspichiamo che sia, ha infine a che fare con la censura e molteplici sono gli esempi in cui il processo bottom-up non riesce ancora ad essere attivato. Prendersela con i giganti della Rete (Yahoo! e Google in primis) che non vogliono contravvenire alla regolamentazione cinese è sintomo di ingenuità (rinunciare ad un'immensa opportunità di business non è nel loro DNA) e può servire come presa di posizione personale solo se di pari passo si lavora affinchè a regolamentare Internet sia sempre di più un organismo multilaterale.
Su questo punto Tunisi non ha dato risposte, ma ha iniziato un cammino ...
Andrea Boscaro Addetto stampa Communitas 2002
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