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In questi giorni sta avendo sempre più seguito tra le realtà imp
28.05.2006
In questi giorni sta avendo sempre più seguito tra le realtà impegnate per la pace un appello lanciato dal missionario cristiano Alex Zanotelli. Si tratta di un tentativo di chiamare all'unità movimenti e associazioni di ispirazione religiosa o laica intorno al tema del rischio atomico.

L'appello viene pubblicato all'indomani dell'ultimatum dell'ONU all'Iran, ossia il 28 aprile 2006. Tuttavia questa è solo l'occasione ultima ed inquietante di una situazione che è diventata via via sempre più grave. Veniamo però ai dati di cui questo appello si nutre.

Innanzitutto per quanto concerne l'Europa, sono presenti, secondo un rapporto, U. S. Nuclear Weapons in Europe, pubblicato dal Natural Resources Defence Council (febbraio 2005) 480 testate atomiche, delle quali 90 sono in Italia (50 ad Aviano – Pordenone e 40 a Ghedi Torre – Brescia), con potenze superiori fino 10 e anche 13 volte a quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Ora, l'Italia nel 1970 aderì al TNP (Trattato di Non Proliferazione nucleare), ma tale scelta storica è contraddetta costantemente dalla condotta attuale dell'Italia, trasformata com'è ora in arsenale atomico.

Così comincia l'Appello: “Oggi scade l'ultimatum dell'Onu all'Iran. È un momento grave per l'umanità che potrebbe portarci ad una guerra atomica. Siamo alla vigilia di un'altra guerra preventiva con l'aggravante dell'uso di armi nucleari. I tamburi di guerra continuano a rullare: Bush, Condoleeza Rice, Blair... non perdono occasione per ripetere il loro messaggio di morte. Sono tanti gli esperti che sottolineano la gravita' della situazione in campo atomico. Per citarne uno, il fisico di Firenze, Angelo Baracca, afferma che mai come oggi il mondo è stato così vicino ad una guerra nucleare, neanche durante la guerra fredda. Il dramma è che oggi abbiamo così tante bombe atomiche da far saltare il mondo quattro volte per aria. Esse hanno una potenza pari a duecentomila volte la bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945”.

Questo fatto non si pone solo come problema politico, ma interpella le nostre coscienze e quindi si pone pure ad un livello religioso. Così continua il missionario: “Ecco il Peccato del mondo oggi: l'Uomo può distruggere nel giro di un pomeriggio quello che Dio ha costruito in quattro miliardi e duecento milioni di anni. L'uomo, le chiese, le religioni, si trovano davanti ad una scelta di vita o di morte. "Le bombe nucleari sono un peccato" aveva detto l'arcivescovo di Seattle mons. Hunthausen, "nella societa' moderna, la base della violenza e' data dalla nostra intenzione di utilizzare l'arma nucleare. Una volta accettato questo, qualsiasi altro male e' al confronto un male minore. Fin quando non ci poniamo di fronte al problema del nostro consenso all'utilizzo delle armi nucleari, ogni speranza di miglioramento generalizzato della moralità pubblica è condannata al fallimento".

Da questa valutazione nasce allora un accorato appello, che vede coinvolti di nuovo coloro che storicamente si sono impegnati per il disarmo atomico, negli anni della guerra fredda, e che ora riconoscono nuovamente il segnale che li invita a rimettersi al lavoro in vista di una nuova e non meno rischiosa situazione: “Davanti ad un tale dramma e una così colossale crisi, mi sorprende il vedere la nostra inerzia e le nostre divisioni. Com'è possibile che gloriosi movimenti e associazioni come il Mir, "Azione nonviolenta", la Lega per il Disarmo Unilaterale, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Assopace, l'Unione Scienziati per il Disarmo, il Movimento nonviolento, la Campagna OSM-DPN, il Cipax... non riescano a trovarsi insieme in chiave nazionale per dire una parola forte in questo momento storico? Come mai uomini e donne di grande spessore morale e culturale che lavorano sulla pace e sulla nonviolenza, come Alberto L'Abate, Tonino Drago, Giuliana Martirani, Rocco Altieri, Alfonso Navarra, Lorenzo Porta, Domenico Gallo, Nanni Salio, Mao Valpiana, Giuliano Pontara, don Albino Bizzotto, Angelo Baracca, Enrico Peyretti, Rodolfo Venditti (per citarne solo alcuni), non riescano a darsi un appuntamento nazionale per dire insieme una parola forte: una presa di posizione sulla bomba? Questo sforzo potrebbe essere sostenuto in primo luogo dalla rete Lilliput, insieme con ControlArms, Greenpeace, Peacelink, con il Coordinamento comasco per la pace ed altre organizzazioni e reti che da tempo sono impegnate su questi temi. Un incontro di questo genere sarebbe un grande segno di unità e di coraggio in questo momento così drammatico per l'umanità”.

A queste parole hanno risposto in molti, dando la propria disponibilità a collaborare in vista della campagna. Alcuni di loro infatti si sono ritrovati lo scorso 18 maggio a Roma con lo stesso Alex Zanotelli per decidere le linee direttive e anche altri che non sono potuti essere presenti hanno dato la loro adesione all'iniziativa.

Più avanti potremo conoscerne meglio i dettagli e le strategie. E di conseguenza anche gli indirizzi a cui rivolgerci per dare adesioni e chiedere maggiori notizie a riguardo.

Fonte: http://ecumenici.altervista.org/html/

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