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Per un nuovo percorso di Pace e Giustizia in Medio Oriente
19.11.2006
Per un nuovo percorso di Pace e Giustizia in Medio Oriente

 

Da parecchi giorni ormai assistiamo alle aggressioni dell’esercito israeliano a Gaza; ancora una volta la vita di un intero popolo chiuso in gabbia, derubato di ogni più elementare diritto, ci passa davanti agli occhi.

 

E ormai siamo ad un passo da una guerra civile totale che sprofonderebbe tutto il Medioriente in un terribile buco nero. Ad un passo “dall’orizzonte degli eventi”, oltre il quale il buco nero inghiotte qualsiasi cosa, anche la luce.

 

Ci hanno portato a questo una sciagurata leadership israeliana che in questi anni ha provocato, oltre le continue aggressioni al popolo palestinese, anche il più grave pericolo mai occorso allo Stato Ebraico, alla sua sicurezza, al suo sacrosanto diritto all’esistenza.

Il tutto nell’assordante silenzio, se non aperta condivisione, della politica anglo-americana che ha concesso al Governo israeliano, in nome della guerra al terrorismo, qualsiasi arbitrio.

 

Ci hanno portato a questo anni di sofferenze, umiliazioni ed angosce inflitte al popolo palestinese e al popolo israeliano, in un tragica ed ingarbugliatissima matassa di impotenza ed isolamento da una parte e di militarismo dall’altra che hanno intaccato profondamente, esasperandole, sia la società israeliana che quella palestinese, e trasformandole via via in un sempre più fecondo terreno di proselitismo per la propaganda del fondamentalismo islamico e del nazionalismo ebraico.

 

Se si permetterà che la matassa si ingarbugli ancora di più, la risoluzione “interna” della questione nazionale palestinese e la pace con Israele diventerà impossibile.

Solo un intervento deciso della comunità internazionale può ricondurre la situazione su binari che portino fuori dall’attuale inferno.

 

Noi chiediamo pertanto, come primo segnale forte ed autorevole al Governo Israeliano per indurlo ad interrompere un’aggressione che assomiglia ogni giorno di più ad una pulizia etnica, che il Governo italiano revochi immediatamente ed unilateralmente l’accordo di cooperazione militare sottoscritto con Israele.

 

Chiediamo inoltre che il Governo Italiano, anche come futuro membro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU:

-    recuperi la sua tradizionale influenza nel mondo mediorientale, compromessa dai cinque anni del Governo Berlusconi;

-    promuova il ritorno sulla scena del diritto internazionale nella soluzione della crisi mediorientale, così come fatto, tra inevitabili luci ed ombre, con la costituzione della forza di interposizione in Libano;

-    si faccia promotore dell’indispensabile ruolo di mediazione a cui l’Unione Europea non può esimersi perché la risoluzione del conflitto israelo-palestinese è interesse anche di tutti i cittadini europei;

-    Intensifichi, collaborando attivamente con le numerose Ong presenti sul territorio, l’opera di sostentamento della popolazione civile.

 

Riteniamo che questa politica possa rappresentare non solo una decisa inversione di tendenza rispetto ad un passato colpevolmente “distratto”, ma soprattutto una indispensabile chance in più per la pace.

 

di Giacomo Bazzani

sabato 18 Novembre 2006

Associazione “Movimento RadicalSocialista”

http://www.radicalsocialismo.it/index.php


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