19.04.2007
Vent'anni fa, il 15 aprile 1987, Federico Caffe' scompariva senza lasciare traccia della sua presenza fisica. Ha lasciato invece tracce incisive nella memoria dei suoi allievi, del mondo degli economisti, di chi lo ha conosciuto. E' ricordato con edizioni manifestolibri, "Federico Caffe'. Scritti quotidiani" (160 pagine, euro 7,90), curato da Roberta Carlini e galapagos, e "Pubblico-Privato", ed. Puntorosso, R.Romano e C. Tajani, 10 euro. Caffè non era comunista. Era un autentico riformista capace di ascoltare. Purtroppo la parola riformista ha assunto implicazioni diverse da quelle che l'avevano sostenuto. Persone come Nenni, Lombardi, Tarantelli non capirebbero questa torsione. La sinistra "alternativa" non ha saputo essere riformista nonostante avesse la possibilità di esserlo. Come ci ricorda Pierluigi Ciocca, Caffè sosteneva che "è preferibile sforzarsi di accendere un lume, anzichè inveire contro le forze oscure del male". Lo stesso amico Galapagos spesso mi ricorda come la qualità di Caffè, soprattutto durante il suo periodo di "alunno", era quello dell'ascolto. A quei tempi la facoltà di Roma era piena di "democristiani" e fascisti. Caffè giocoforza diventa interlocutore. Avrebbe potuto scrivere su tanti giornali, ma amava il manifesto perchè era un luogo in cui era difficile trovare appiattimento. Da non comunista, in questo mi riconosco molto, è stato capace di offrire idee e suggerimenti durante la sua vita e ora con i suoi scritti.
Sarebbe bello se tutta la cgil sapesse ricordarlo, anche attraverso la valorizzazione di chi è ancora scevro da pregiudizi.
Sono passati vent'anni dalla sua scomparsa, ma tutti i suoi alunni e gli alunni degli alunni sono ancora inquieti.
con affetto
roberto romano
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