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Washington, messaggio da Medea Benjamin
19.05.2007

Dalle Rete di Lilliput Nodo Cremonese.

Tanto per diffondere ciò che non leggeremo su nessun giornale, o quasi.

Di seguito la traduzione di un messaggio da Medea Benjamin, co-fondatrice di

CodePink, gruppo di donne pacifisti negli USA, sulla loro esperienza

all'ambasciata italiana a Washington DC.

U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome

info@peaceandjustice.it

http://www.peaceandjustice.it

"Tanto per la diplomazia italiana!"

All'Ambasciata Italiana a Washington la giornata delle porte aperte (non

proprio) a tutti

Di Medea Benjamin, CodePink

Sabato 12 maggio, è stata la giornata delle porte aperte per le Ambasciate

dell'Unione Europea a Washington D.C. Un gruppo di donne di CODEPINK ha

deciso di visitare le Ambasciate in modo di poter conoscere alcuni dei

diplomatici.

La nostra prima fermata è stata l'Ambasciata Danese, dove abbiamo avuto una

lunga conversazione con l'Ambasciatore riguardo alla guerra in Iraq. Lui era

piuttosto orgoglioso del fatto che la Danimarca ha 550 truppe in Iraq, e che

sostiene, con gli Stati Uniti la democrazia. Abbiamo insistito che la

maggioranza degli statunitensi, danesi e iracheni vorrebbero che "le forze

della coalizione" lasciassero l'Iraq, e quindi se il governo danese volesse

veramente sostenere la democrazia, dovrebbe ritirare non appena possibile le

truppe. La discussione è diventata piuttosto animata, ma sempre civile. Si

è perfino messo in posa per una fotografia fatta insieme con noi. Nel

congedarci, l'abbiamo ringraziato per il suo tempo e ci siamo dati la mano.

Poi siamo andate all'Ambasciata Italiana. Stavamo facendo la coda in modo

di essere lì per l'apertura alle 12.00, e nella lunga fila di circa 200

persone (eravamo in 20 nel nostro gruppo), c'erano solo 18 prima di noi. A

mezzogiorno hanno aperto il cancello e fatto entrare le prime 18 persone.

Quando toccava al nostro gruppo, vestito per la maggior parte in rosa

vivace, hanno fermato la fila. Uh oh, abbiamo pensato, c'è qualche

problema. Improvvisamente è arrivata una macchina di polizia. Poi un'altra

e ancora un'altra, finché c'erano 8 macchine della polizia!!! Il problema,

come poi sarebbe risultato, eravamo noi! Gli italiani, a quanto sembra,

hanno paura delle donne vestite di rosa che sostengono la pace.

Un piccolo gruppo di donne di CODEPINK era stato all'Ambasciata nella

settimana precedente con una delegazione dall'Italia che sta cercando di

fermare la costruzione di una nuova base militare nella loro bellissima

città di Vicenza, patrimonio UNESCO. Quando la delegazione italiana si era

incontrata all'interno dell'Ambasciata con il personale, circa 7 donne di

CODEPINK erano rimaste fuori dove battevano su pentole e stoviglie, simbolo

delle proteste di Vicenza, in segno di solidarietà.

Il personale dell'Ambasciata era preoccupato che stavamo per protestare di

nuovo, mentre invece avevamo intenzione solo di parlare con loro. Quindi

anziché essere dei diplomatici, che ci davano del benvenuto e parlavano con

noi, ci hanno chiuse fuori e hanno creato una scenata chiedendo alla polizia

di metterci fuori dalla fila, finendo con la minaccia di essere arrestate.

Tanto per la diplomazia italiana!

Scortate dalla polizia, alcune di noi hanno proseguito per l'Ambasciata

Francese per fare le nostre condoglianze per le loro recenti elezioni (e

vedere se ci avessero fatto entrare!). Quando siamo arrivate

all'Ambasciata, ci hanno tirato fuori dalla fila. Ma invece di

estrometterci, ci hanno fatto un controllo di sicurezza e poi accompagnato

dentro, dove abbiamo bevuto champagne e fatto una visita gradevole

dell'Ambasciata. Sembrerebbe che i francesi possano dare agli italiani

qualche lezione in diplomazia!

Tradotto da Barbara Olson Pasqualino


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