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Riflessioni sulla proposta di legge per le primarie.
20.07.2004
Saluti a tutti.
Vorrei  fare una pausa di riflessione su alcuni punti.
1° ARGOMENTO  - Raccolta firme per una proposta di legge d'iniziativa
popolare.
     a - La raccolta firme comporta un onere non indifferente, sia di tempo
che di costi. Le persone attive sono stimate in 100. Significa che ciascuno
dovrebbe raccogliere almeno un migliaio di firme. Il numero di 50.000 deve
essere superato, molti si perderanno d'animo, ecc. quindi raccogliere 500
firme a testa è troppo poco.
Mille firme autenticate sono parecchie, ci vuole un impegno di circa tre
mesi.
I costi sono difficili da valutare, occorre sensibilizzare la popolazione e
noi non abbiamo mezzi di comunicazione. L'impresa di raccogliere 50.000
firme autenticate la vedo molto ardua, soprattutto perché non abbiamo -
almeno credo - supporti finanziari notevoli.
   b - Una volte raccolte le firme il parlamento non è obbligato a discutere
la legge e tanto meno ad approvarla. E' molto facile, qualora vi fosse un
largo consenso popolare per l'iniziativa, che il Parlamento approvi la
nostra proposta modificandola. Ovviamente con modifiche a favore dei partiti
e contro il popolo.
Ovviamente con i mezzi che possiede il Parlamento riesce facilmente a far
credere che le modifiche sono a favore della gente.
Non è ammissibile che il Parlamento approvi una legge che riduca il suo
potere.  Se studiate attentamente le leggi elettorali noterete che il
sistema ha subito diverse modificazioni, tutte a favore delle segreterie dei
partiti e contro il popolo. L'unico momento a favore del popolo è stato il
referendum Segni dell'11 giugno 1991. Abolizione preferenze multiple e
abolizione della possibilità di scrivere sulle schede. Con il sistema per le
elezioni dei consigli comunali e per l'elezione dei Parlamentari europei i
nostri deputati e senatori hanno ripristinato pari pari la legge che il
popolo aveva abrogato. Credo di essere l'unico italiano che ha fatto delle
formali proteste contro questo sistema, ma ovviamente nessuno mi ha
ascoltato.
Il poter scrivere un nome sulla scheda garantisce il "voto di scambio",
presupposto indispensabile per garantire la corruzione politica. Il nostro
sistema si basa sulla dittatura dei corrotti e dei corruttori e credo che
nessuno voglia cambiarlo.

La strategia proposta (raccolta firme) presenta dei problemi e, a quanto
pare, non sono stato l'unico a sollevarli.

2° ARGOMENTO - PROPOSTA PRIMARIE APERTE PER LEGGE. [contenuto della
proposta]
   La materia elettorale è una materia difficilissima da affrontare.
a - Ogni variazione comporta delle modificazioni enormi nei risultati.
[Tutti i partiti hanno paura di perdere il potere e accettano solo quelle
modificazioni che permettono loro di non perdere potere - quindi accettano
modificazioni minime]
b - Non esiste il sistema elettorale democratico. In Italia si vota con otto
sistemi elettorali diversi. Per la gente che non capisce i sistemi sono
sbandierati tutti come "democratici", in realtà sono tutti oligarchici.
In tutto il mondo si vota con almeno un migliaio di sistemi elettorali.
Occorre avere ben chiaro questo punto  NON ESISTE IL SISTEMA ELETTORALE
DEMOCRATICO.
Sul piano filosofico si può affermare che il sistema di Governo democratico
si caratterizza per le elezioni. Non esistendo un sistema elettorale
democratico, ma esistendo solo dei sistemi che consentono ad una oligarchia
di gestire il sistema elettorale, è logico affermare che LA DEMOCRAZIA NON
ESISTE, ovvero non esiste un Governo democratico.
L'altro punto importante da comprendere è rispondere a questa domanda:  il
sistema elettorale democratico esiste?  Se esiste questo non è mai stato
attuato perché chi detiene il potere non lo vuole attuare?
La risposta è negativa. Il sistema elettorale democratico non esiste per due
ragioni: a) nessuno lo ha mai inventato  e  b) nessuno potrà mai inventarlo.
Questo secondo argomento è difficile da comprendere, richiede delle
conoscenze politiche elevate. E' chiaro che i politici di alto livello e
alcuni professori universitari comprendono questi problemi, ma ovviamente
non li diffondono e fanno finta che non ci siano.
La dimostrazione matematica che un sistema elettorale democratico non esiste
l'ha proposta Kenneth Arrows (*). Questo autore, che è pochissimo studiato
dai politologi è stato il primo, con il suo - teorema d'impossibilità - a
dimostrare che nessuno potrà inventare un sistema elettorale democratico.

(*)  Arrow Kenneth J.: Values and Collctive Decision-Making, in Philosophy,
Politcs and Society, a cura di P. Laslett e W.C.Runciman, Oxford, Basil
Blackwell, 1967, pp. 215-232.  Traduzione italiana in "Equilibrio,
incertezza, scelta sociale." Società Editrice il Mulino, Bologna, 1987




Stabilito che il sistema elettorale democratico non lo possiamo inventare e
non c'è nella proposta di De Simone.
La proposta non è scevra di critiche, andrebbe riletta in modo collegiale,
ma il problema, come ho detto, sarebbe poi senza soluzione.
Occorre quindi prendere atto che lo sforzo che Guido ed altri stanno facendo
è encomiabile.
Interpreto questo sforzo in questo senso: i cittadini avvertono il desiderio
di cambiare le regole elettorali e vorrebbero dei meccanismi nuovi, che
definisco - più aperti -.
Stabilito che io e tanti altri non siamo in grado di scrivere una legge
elettorale democratica [per i motivi di cui ho detto], ma siamo però in
grado di scrivere una legge elettorale diversa da quella vigente. La legge
vigente conferisce un potere immenso alle segreterie dei partiti. Una
oligarchia di una decina di persone decide le candidature e, per almeno il
95%, decide i risultati elettorali. [Le segreterie decidono in quali collegi
si devono presentare i vari candidati, decidono l'ordine delle liste per il
proporzionale, ecc.]  Questa oligarchia decide praticamente chi deve sedere
in Parlamento e chi no, decide chi deve diventare sindaco, ecc.
E' senz'altro possibile un sistema elettorale diverso, per esempio un
sistema più incerto. Il sistema proposto da De Simone sicuramente
lascierebbe lo spazio per salire in Parlamento a  molti neofiti. Non è detto
che questo sia un bene, ma soprattutto che questo coincida con la volontà
della gente.
Il problema lo vedo in questi termini.
Chi scrive e approva la legge elettorale ha il potere di decidere quale
gruppo deve prevalere. Col sistema maggioritario attuale, per esempio, si è
creato un sistema dove la ricchezza e un'organizzazione capillare sono
determinanti per emergere. In pratica nessun gruppo di recente formazione
riesce ad emergere. Le ragioni sono ovvie: di solito hanno pochi soldi e
scarsa organizzazione.
Il risultato è proprio quello che vogliono i politici: chi detiene il potere
continua a mantenerselo. Nessuna voce nuova riesce ad entrare in Parlamento.
Chi ha deciso che il sistema deve favorire i ricchi e i grandi partiti
oragnizzati? L'oligarchia dei segretari e dei boss dei partiti, i quali
hanno dato ordine ai parlamentari di approvare sempre quelle modifiche
elettorali di loro gradimento.
In ultima analisi la questione fondamentale è questa:  è giusto che
un'oligarchia di una decina di persone abbia il potere di decidere   1)il
sistema elettorale,  2) i candidati che devono partecipare alle elezioni e
in quali collegi    e   3) quali candidati devono vincere?
[Se c'è qualcuno che pensa che i candidati sono eletti in virtù dei voti
espressi dai cittadini è fuori strada.]
Mi sembra che questa oligarchia dei segretari di partito  abbia  un potere
eccessivo.
Non si potrebbe pensare ad un sistema dove il sistema per selezionare le
persone lo decide il popolo?
In altri termini la legge elettorale dovrebbe essere predisposta da alcuni
cittadini non parlamentari e approvata dal popolo.
Il discorso di Guido De Simone lo trovo ottimo in questo senso:
sensibilizziamo i cittadini a dire che noi cittadini vogliamo riformare il
sistema elettorale e vogliamo togliere questo potere ai parlamentari.
Questo mi sembra il punto focale.
Io sposterei il problema: riduciamo d'importanza il discorso "primarie" e
diffondiamo il concetto che noi cittadini vogliamo riformare il sistema
elettorale e vogliamo togliere questo potere ai parlamentari.
Mi piacerebbe sentire la vostra opinione.
Se si spostasse il problema in questi termini, forse, si dovrebbe rivedere
la strategia.
Saluti a tutti
Carlo Govoni
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