27.01.2006
Un'azienda in rosso e il diritto di sciopero
di Fabrizio Solari Segretario generale Filt Cgil
Lo sciopero dei lavoratori Alitalia di giovedì scorso e la decisione di proseguire la mobilitazione con le assemblee permanenti hanno scatenato le reazioni negative di autorevoli commentatori. Rispettiamo tutte le opinioni, quando sono espresse in buona fede, ma per contribuire a fare chiarezza è opportuno ricordare brevemente i termini della vertenza.
Gli accordi tra azienda e sindacati e quello sottoscritto con il governo a Palazzo Chigi, il 15 settembre del 2004, che hanno permesso il salvataggio e la ricapitalizzazione di Alitalia, contenevano un esplicito scambio: l’incremento di produttività e l’abbattimento del costo del lavoro in cambio del mantenimento dell’unitarietà aziendale, del rilancio e dello sviluppo della compagnia. Le intese, però, sono state disattese dall’azienda, mentre, infatti, il contributo del lavoro è stato determinante per evitare il fallimento della compagnia, il rischio “spezzatino” non è stato ancora scongiurato.
Fintecna, con l’espediente del 2% in usufrutto, di fatto ha già il controllo di Az Servizi e la sua partecipazione, almeno nelle intenzioni dell’azienda, è destinata a crescere ulteriormente. A questo si aggiungono altri segnali inquietanti: sulla funzionalità gestionale, dove non sono state ripristinate quelle professionalità specifiche che si sono smarrite nel tempo; e sugli obiettivi strategici a breve e medio termine (Network, alleanze domestiche ed internazionali, modello di business).
A causa delle inefficienze aziendali, l’Alitalia, che chiuderà in rosso anche il 2006, rischia di rendere inutili i sacrifici dei lavoratori e di bruciare rapidamente le risorse fresche della ricapitalizzazione.
Il sindacato da tempo ha lanciato l’allarme e chiesto un incontro al governo, per una verifica dell’accordo di Palazzo Chigi ed un’analisi della situazione, senza però ottenere risposte. Solo dopo la mobilitazione di questi giorni, l’esecutivo ha finalmente deciso di convocare le organizzazioni sindacali, se si fosse mosso per tempo molti disagi per i cittadini si sarebbero potuti evitare.
Vorrei infine ricordare che, tenendo conto della normativa vigente che regola il diritto di sciopero nei trasporti e dei relativi accordi applicativi, i lavoratori di Alitalia, per stare nelle regole, non avrebbero potuto scioperare prima di maggio, quando il futuro della compagnia aerea sarà probabilmente già segnato.
(www.rassegna.it, 23 gennaio 2006)
Welfare Italia
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