Ho letto l'intervista rilasciata dal prof. Gregorio Gitti a pag. 6 del Corriere della Sera del 9 dicembre, che condivido solo in minima parte.
E’ spiacevole doverlo dire, ma da troppo tempo – per comprensibile cautela - è stata messa la sordina alle nutritissime voci che dissentono da quanto viene affermando l’attuale Presidente di 'Associazione per il Partito Democratico 11 febbraio', che usa parlare a nome dell'Associazione.
Non rispettare le regole di democrazia interna é grave per i dirigenti di partito. A maggior ragione diventa inaccettabile che tutto ciò possa accadere nelle Associazioni della cittadinanza attiva, che si presentano come sostenitrici di una profonda riforma della politica, basata essenzialmente sulla correttezza dei rapporti e sul rispetto delle regole della democrazia interna.
Il prof. Gitti ritiene opportuno attaccare frontalmente i massimi dirigenti dei partiti dell'Ulivo? E crede sia giunto il momento di 'sparare sul quartier generale' ? E' convinto che quello sia il modo migliore per costruire il PD? Ne ha la facoltà , é una sua scelta.
Ma il problema é che quelle dichiarazioni non possono essere fatte a nome di organismi associativi a loro insaputa. Non le rilascia, infatti, il segretario generale di alcun partito, ma semplicemente il presidente pro tempore di un'associazione, che non vuole 'diventare' un partito e sicuramente non vuole ripeterne errori e malvezzi. Egli é Presidente ‘pro tempore’ di un’Associazione che – con molta determinazione ma anche "cum grano salis" - vuole contribuire a costruire ed a far nascere un partito nuovo – il Partito Democratico – rifuggendo dall’utilizzo di vecchie modalità del fare politica.
Ed invece é capitato troppo spesso in queste settimane di leggere dichiarazioni in libertà che non possono impegnare in alcuna maniera nessuna Associazione, men che meno l'APD fondata l'11 febbraio a Milano.
Ciò non toglie che non debbano essere sottolineate le attuali difficoltà che si frappongono alla costruzione del Partito Democratico. Difficoltà che sono frutto, spesso, di lentezze e di timori provenienti dall’interno dei partiti, che vanno colte per quello che sono e che non vanno né enfatizzate né sottovalutate.
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione meglio nota come "11 febbraio", costituito dai 15 fondatori dell’Associazione medesima, si é (finalmente!!) riunito qualche giorno fa - dopo mesi di latitanza. In detta riunione il CD non ha né affrontato né discusso, né deciso alcunché di quanto affermato nella citata intervista sul Corriere della Sera.
Ha invece deciso (finalmente !!) di convocare l'Assemblea statutaria dell'Associazione entro il 31 gennaio 2007. E ha discusso una mozione molto critica nei confronti della conduzione dell'Associazione di questi mesi.
La stessa mozione giudica molto positivamente l'evoluzione delle diverse Associazioni per il Partito Democratico sorte in questi mesi nelle varie regioni, fenomeno nei confronti del quale va posto il massimo di attenzione e di impegno. Ed avanza la proposta che l'APD "11 febbraio" ridimensioni il proprio ruolo ad Associazione di servizio e di elaborazione, in appoggio ed a sostegno della crescita democratica di quel vasto percorso di radicamento.
In questa fase ai soci fondatori dell'APD "11 febbraio" – e dunque al suo Consiglio Direttivo - spetta un compito non facile ma decisivo: assecondare il circuito virtuoso che deve portare alla costruzione di una Associazione nazionale che abbia radici vere, profonde e democratiche nei territori e vigilare affinché il percorso che dovrà portare all'Assemblea congressuale dei primi mesi del 2007, sia un percorso davvero rispettoso della democrazia interna e delle regole condivise.
Deo Fogliazza, socio fondatore dell'Associazione per il Partito Democratico "11 febbraio"