15.07.2003
Intervista all'attrice MONICA GUERRITORE di Hary Il 22 luglio a Roma si manifesta per la liberà di informazione e di espressione. Questa libertà a suo avviso è davvero a rischio in Italia?
Assolutamente si. E se fino a poco tempo c'era nel Paese un "bilanciamento" tra quelli che non se ne accorgevano e coloro che invece manifestavano fondate preooccupazioni, adesso in Italia la maggioranza della gente comprende e contesta la grave anomalia della concentrazione del potere nelle mani di una sola persona. Un potere che si allarga creando servilismo, vigliaccheria. E' una minaccia vera. Il potere fa paura e rende servi, bisogna liberarsene e ribellarsi a questa specie di circolo vizioso che crea dipendenza, paura. Qual è l'episodio di censura o di omissione, secondo lei, più grave avvenuto negli ultimi tempi? Ho la fortuna di lavorare in teatro, che è uno strumento diretto, più libero e meno filtrato. Ciò che pensi lo esprimi e il pubblico riceve. Recitare in teatro è una forma di espressione artistica in cui non c'è alcun oscuramento, nessun intervallo pubblicitario. Almeno per ora. Ma nel piccolo schermo, di omissioni e censure se ne vedono purtroppo tante. E alla distorsione dei fatti, all'occultamento delle notizie bisogna reagire. In che modo? Facendo sentire la propria voce, partecipando alle manifestazioni e ai dibattiti, discutendo semplicemente con le persone che ti sono vicine e che frequenti quotidianamente. E a livello televisivo, cosa pensa di tutto quello che sta succedendo, ricordando anche le vicende di Biagi, di Santoro, di Luttazzi? E cosa pensa del disegno di legge Gasparri? Parliamo di professionisti che sapevano fare egregiamente il loro lavoro, e il pubblico li apprezzava per la loro capacità comunicativa. Ma l'apprezzamento, ci tengo a precisarlo, non è dato dagli indici di ascolto, ma dalla indiscutibile qualità dei loro programmi. Professionisti validi che non sono state messi in condizione di lavorare… quindi questa è censura. Sul ddl Gasparri, ho letto il botta e risposta, su Repubblica di alcuni giorni fa, tra "il capo" della Fininvest e Giovanni Valentini. "Noi siamo perfettamente in regola - affermava l'amministratore - perché avendo la Mondadori, la Medusa ecc. ecc. possiamo innalzare tutto quello che può riguardare telepromozione e pubblicità , perché abbiamo un bacino d'utenza più ampio…" e mentre leggevo pensavo tra me e me che occorrerebbe affiggere questa dichiarazione dappertutto in modo che la gente possa renderne conto. La risposta di Valentini è esemplare: "Grazie di averci detto così chiaramente quale tipo di ampiezza ha il vostro impero." La gravità di leggi come il Lodo Berlusconi, il Lodo Gasparri, la legge Cirami (e non dimentichiamoci le rogatorie, il falso in bilancio...) é che fanno parte di una unica strategia per consolidare un potere esclusivo di cui si stanno rendendo conto anche coloro che prima non se ne rendevano conto. A questo punto bisogna avere la forza di dire "Vattene a casa, andatevene a casa!" Lei sarà a Roma il 22 luglio alla manifestazione per la libertà di informazione? Verrò di sicuro.
da www.articolo21.com
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