11.01.2004
L’Espresso intervista Sergio Cofferati Vi proponiamo il testo dell’intervista uscita sull’ultimo numero de L’Espresso.
“Quel che succede a Bologna è quel che succede nel resto d’Italia, solo che qui succede di più, invecchiamento, inquinamento, deindustrializzazione, tentazione di non far nulla, impossibilità di stare fermi e vivere di rendita. Guazzaloca non è certo la causa prima di tutto, ma lui è la stasi che peggiora e aggrava”. Strano destino il suo, Cofferati. Dover accendere e incarnare il riformismo attivo dopo una vita passata ad impersonare il riformismo che conserva. “Nell’altra mia vita ho conservato, per quanto ho potuto, i diritti e le condizioni materiali di esistenza di chi sopravvive a fatica con il lavoro, sì, insomma, i più deboli ed i poveri, usiamola questa parola scandalosa. Qui a Bologna di poveri e deboli ce n’è ancora per fortuna relativamente pochi, quello che lei battezza riformismo attivo servirà per impedire che il loro numero aumenti”. Le rimproverano una campagna elettorale lenta e incerta. “Non è ancora cominciata, si parte ora, a gennaio. Per adesso ho raccolto e studiato le forze, la forza vera di questa città , le sue decine e centinaia di associazioni, i luoghi dove gli individui diventano cittadini. Le assicuro che questa Bologna non è in declino, anzi è pronta. La Bologna di quelli che io chiamo i corpi intermedi. Il contrario del plebiscitarismo”. Le rimproverano di trascurare il centro della pubblica opinione, di tenere alla sua immagine e sostanza di uomo di sinistra. “Mi sembra un rimprovero ingeneroso che infatti non viene da una città generosa. Io voglio recuperare i voti, il consenso e la partecipazione di chi nel 1999 si è astenuto. Molti stavano a sinistra e non è un peccato volerli rincontrare. Come non mi sembra estremista dire che al traffico vanno posti dei limiti, che la tangenziale deve essere separata dall’autostrada, che la solitudine degli anziani è un problema sociale”. Ancora mesi e mesi prima del voto, non ha troppo tempo libero a Bologna? “A parte il fatto che questa è una città divertente dove ogni giorno scopri cose incredibili, non mi dispiacerebbe fissassero la data del voto, stanno cercando ogni modo per tirarla in lungo. Che voglia dire qualcosa?”
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