Redazione1 |
26.12.2009 15:22
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
Vorrei dire che... si è come persa la poesia della vita... e dobbiamo
riascoltarla per ritrovare i sapori, scoprire la nostra voce.
E' la vita poetica che è venuta meno... non quella sublime dei versi in
metrica, no, non quella, ma quella quotidiana, ritmata dai nostri gesti,
dalle nostre scelte.
Vorrei rivedere la poesia in uno sguardo, in un sorriso, in una stretta di
mano... in una via, camminando, sull'autobus... negli uffici... nel
disappunto... anche nella collera dell'infausto momento.
Si è come smarrita la sobria eleganza nella volgare violenza... e
convenienza.
Sembra ci sia il massimo impegno per rendere la vita insopportabile...
Perché?
Nulla possono fare le regole, troppe, in una società alla deriva etica, dove
l'amore è confuso con il piacere, dove il pregiudizio, le tifose ragioni, le
giustificazioni del proprio interesse, dei propri comodi hanno il
sopravvento, e rendono sordi, sterili.
Vorrei rivedere la poesia nel muso di un cane randagio o metropolitano, o in
quello di una mucca, di un maiale, di un pollo o di un coniglio resi tristi
e disperati, impauriti dalla spietata prepotenza... costretti a vivere per
la nostra rendita nelle gabbie del terrore.
Vorrei rivedere la poesia persa... che ne abbiamo forse paura?
La poesia della vita semplice, della risata di gusto, quella di ogni
giorno...
Trovare quegli spazi della felicità preclusa, anche nel dolore... Vorrei
rivedere la ricerca del senso di vicinanza, di bellezza, di riflessione, di
curiosità ... di verità .
Riscoprire la lentezza, da cui si sprigiona l'intuizione che cambia il
nostro vivere...
Viviamo immersi nella velocità in cui domina la furbizia del riflesso per
farla franca, per evitare gli ostacoli o ti sfracelli... nel baratro della
depressione. Perché questa società produce drogati e malati di mente? Perché
si è resa la vita un corso di sopravvivenza? Dove sta la causa?
Bisogna girare ore per tirar fuori quegli attimi magici di una intervista...
come con la fotografia devi scattarne parecchie per cogliere l'anima. Si
preferisce riprodurre il seriale, non comprendere la passione.
La vita poetica ci insegna che si può vivere senz'auto, con pochi vestiti,
senza conto in banca, future e derivati; senza la finzione del circo
mediatico; senza le lusinghe dello spettacolo...
che non abbiamo bisogno di avvelenarci tutti i giorni con cibi drogati,
basterebbero quelli dell'orto, delle piante, quei prodotti semplici del
campo che stiamo barbaramente desertificando... che possiamo alimentarci
senza uccidere, e che la vita è migliore se non si ammazzano altre vite come
quelle degli animali, ridotti a bestie. Non può esserci poesia di vita
laddove si semina morte.
Abbiamo bisogno di un nulla ma siamo divenuti prigionieri dell'abbondanza
che spesso gronda sangue, ingiustizie... verità nascoste.
Siamo divenuti incapaci di ritrovarci nella riflessione, nel silenzio, nella
musica... stando fermi e ascoltando ciò che ci circonda... da entusiasti
innamorati perdersi nella gioia degli istanti...
Preferiamo annullarci nel rumore dei consumi, di lavori inutili... non
pensiamo più, non diamo ascolto alle emozioni, ai sentimenti... sopraffatti
e soffocati... siamo circondati da violenti ululanti disprezzo, rancore,
odio.
Dobbiamo ascoltare la poesia della vita per ritrovarci felici...
dimenticarci per donarci...
Nella società dei giusti non c'è abbandono, né avarizia... Ma esiste!
Credetemi... basta volerla.
Il mondo del potere, delle costose sovrastrutture, non è mai stato della
gente, ma dei potenti... capaci di prenderselo. E in quella gabbia ci
vivono, è la loro ragione di vita.
I politici di tutte le fazioni non rappresentan più nessuno se non loro
stessi. Un lavoro come un altro ben remunerato.
Possibile chieder a tutti questi, almeno, se vi riescono, di essere giusti e
non prepotenti?... di non addossarci inutili sacrifici per i loro
interessi?... Di pensare al bene comune non ai loro privilegi? E' chiedere
troppo?
Il mondo dei semplici, invece, è di tutti... un fertile campo sterminato,
ognuno pianta il suo seme, i suoi errori... i suoi riscatti... e qui cresce
e vive l'opera, autentica... il raccolto di ogni vita.
Nevica, Buon Natale, Buon 2010, inizio di un prospero, nuovo decennio. *(Parma,
18/12/2009)*
Luigi Boschi
*visita il blog **www.luigiboschi.it
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