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Il risparmio delle risorse di danilo d'antonio |
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29.03.2008
Il risparmio di risorse, in assenza di fermo delle nascite,diviene sfruttamento intensivo di dette risorse. La cosa è facile da capire: nei pochi attimi di tempo necessario per leggere la sola frase qui sopra sono nati venticinque nuovi umani. Immaginiamo ogni giorno quanti se ne affacciano al mondo. Ebbene: ciò che alcuni risparmiano, magari pure con sacrificio, viene subito dilapidato dai nuovi arrivati.
Il risultato finale di una politica basata esclusivamente sul risparmio delle risorse è quello di comprimerci tutti dentro recinti fisici, naturali e normativi, artificiali sempre più ristretti che avranno tutt'altro esito che renderci felici.
Questo non significa assolutamente che non sia bene condurre una vita parca. Vi sono tante ragioni per farlo, ragioni d'interesse individuale e collettivo. Significa però pure che si è fuori strada se si pensa di star salvando il mondo limitandosi a dire: giù i consumi, senza dir pure: giù le nascite. Perché i primi, oltre che dal PIL, dipendono altrettanto dalle seconde.
Di recente si vedono sempre più frequenti servizi televisivi che invitano al risparmio ed addirittura se ne son visti anche di quelli che auspicano la decrescita del PIL. Ma nulla di più. Queste trasmissioni dipingono bene il quadro complessivo del progressismo d'oggi: diffusione di informazioni limitate che pur corrette dipingono un quadro parziale e per questo fazioso delle cose.
Dei seri ricercatori scientifici, del loro lavoro, si prendono solo quelle parole che vanno nell'unica direzione che si vuole affermare, rifiutando una visione completa della realtà che viviamo, e che essi invece espongono.
Se questi son gli amici ...
Nella società le molte persone che si trovano culturalmente più indietro continuano a ripetere: vogliamo che il PIL cresca!
Le poche altre culturalmente più avanti si attestano su una posizione opposta: vogliamo che il PIL decresca!
I primi sono avvinti dall'incantesimo della crescita economica: di mente debole, ripetono ciò che ripetono tutti vicino a loro.
I secondi sono avvinti dall'incantesimo della mera decrescita economica: purtroppo, mostrando anch'essi una mente debole, ripetono ciò che viene ripetuto nel loro ristretto ambiente.
Da entrambe le parti nessuno ha la padronanza di sè, l'onestà intellettuale, la dignità di affermare il duplice aspetto di una situazione che in questo caso possiamo con estrema sintesi riportare così:
Il risparmio di risorse, in assenza di fermo delle nascite, diviene sfruttamento intensivo di dette risorse.
Nessuno prova nemmeno la curiosità di guardare oltre il recinto che si è costruito intorno!
Mi si permetta di esprimere una percezione.
Al mondo esistono l'uomo e la donna, il giorno e la notte, il caldo ed il freddo, etc.
Non solo c'è spazio per entrambi ma entrambi, yin e yang, sono necessari.
Potremmo concordare su questo? Penso proprio di sì.
Se fin qui procedessimo uniti, allora facciamo sì da asserire entrambi gli aspetti fondamentali di un generale ridimensionamento: tanto l'aspetto demografico quanto quello economico.
Permettiamo emerga tanto l'aspetto economico del mondo (tuttora di tipico di stampo maschile) quanto l'aspetto demografico, riproduttivo del mondo (direttamente interessante la sfera femminile).
Pur non desiderando certo ridurre tutto ad una categorizzazione sulla base dei sessi, non possiamo non notare che si continua ad affermare una cultura a senso unico, palesemente maschilista, mentre un'assolutamente necessaria cultura riguardante la riproduzione, quindi direttamente la donna, rimane sepolta nell'insensibilità collettiva.
Che gente è allora quella che si spaccia per progressista se continua a negare l'esistenza dello straordinario universo femminile?
E che donne son quelle che si fanno ancora una volta buggerare dal solito limitato approccio maschile alla vita, che riesce a vedere solo la fredda tecnologia del risparmio energetico suggerita loro dagli uomini, e dimenticano l'ancor più importante dimensione, addirittura mistica, misterica, misteriosa, del fenomeno riproduttivo umano che le riguarda direttamente, così intimamente e profondamente?
E' vero: abbiamo cattivi maestri che ci spingono nella sola direzione che la loro pochezza intellettuale permette loro di vedere. E' risaputo che non son tempi di buona filosofia questi. Però per quale motivo alcuni se ne rendono conto e si rifiutano di seguire i cattivi maestri portando invece avanti una cultura che tutto abbraccia e nulla rifiuta, una cultura inclusiva assolutamente non escludente nulla, che abbraccia tanto lo yang quanto lo yin, mentre la maggior parte delle persone ripetono a pappagallo l'affermazione di un solo principio ciecamente o volutamente dimenticando l'altro?
Con l'augurio che la donna si renda conto di quanto si faccia ancora marginalizzare non solo dalla cultura tradizionale ma anche da quella che si definisce progressista, ringrazio per l'attenzione ed auguro buone cose a tutti,
danilo d'antonio laboratorio eudemonia
p.s.: alle poche persone semplici e non irregimentate in alcuna associazione di pensiero, come son pur'io.
Quando ci troviamo a seguire uno dei tanti convegni che la buttano solo sul risparmio, presentiamo questo quesito:
Il risparmio di risorse, in assenza di fermo delle nascite, non diviene forse sfruttamento intensivo di dette risorse?
Perché ci state raccontando una bufala?
Diamoci da fare. Facciamoli uscir allo scoperto questi cattivi maestri.
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