Sulla Casa del Mutilato a Genova c'è scritto: "La guerra è l'eterna lezione della storia che i popoli non ricordano mai abbastanza". Quando la lessi per la prima volta nel 1948 mi si stampò nella mente e da allora ho sperato che questa follia non avesse mai più a ripetersi. Eravamo reduci dalla seconda guerra mondiale ed in Italia non c'era più pietra su pietra, ma la gente gioiva per il cessato allarme e per lo scampato pericolo. Chiunque ripeteva: "Mai più una guerra." Ti lecchi le ferite ed i tuoi sono ancora dispersi in Russia o in Yugoslavia; allora vai tutti i giorni alla stazione se arriva un treno carico di reduci; l'acqua scarseggia ed il cibo pure. D'inverno fa un freddo cane ed in casa vivi col cappotto addosso, se ce l'hai. Nella stufa metti le palle di carta che prima hai bagnato e poi messo ad asciugare. Ma sei vivo! E questo basta e avanza. Ricordi ancora quando la bomba cadde a duecento metri da casa tua e tutto andò in frantumi,
quando la zia ed i cugini persero ben due case in cui vivevano in seguito ai bombardamenti, quando tuo padre ed i tuoi fratelli andavano a lavorare in porto o in fabbrica o a cercar patate e farina in Piemonte e la mamma non sapeva se avrebbero fatto ritorno a casa. E questo tutti i santi giorni che faceva il Signore; la vicina di casa ti diceva che i tedeschi avevano fatto un rastrellamento in città e che deportavano in Germania gli uomini che avevano preso, e così fin che non ritornavano i tuoi la vita era un incubo: LI AVRANNO PRESI?
Possibile che gli italiani si siano dimenticati tutto questo? Non sanno che per un semplice calcolo delle probabilità tutto potrebbe ripetersi? E allora perchè all'unisono il popolo non grida più "basta con le guerre"? Perchè si mandano truppe a combattere e si assiste all'orrendo spettacolo di corpi dilaniati dalle bombe ancora oggi?
Ma la vogliamo capire un buona volta questa eterna lezione della storia? Vogliamo almeno ricordarcela prima che tutto si ripeta?
Giovanni Battista Calvillo da Genova