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White Earth Land Recovery Project |
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12.06.2007
Winona LaDuke è nata a Los Angeles in California nel 1959 ed è cresciuta nel Sud dell’Oregon; suo padre faceva parte del Makwa Dodaem (Bear Clan) del gruppo del Mississippi della riserva di White Earth, nel Minnesota settentrionale, ed è diventato attore non protagonista di film western nonché attivista a favore degli americani nativi. Sua madre, un’artista, proveniva da una famiglia di ebrei polacchi immigrati. Winona ha assimilato quello che definisce lo spirito attivista dei genitori e durante gli studi all’Università di Harvard ha iniziato a interessarsi ai problemi ambientali degli americani nativi. A diciotto anni è intervenuta davanti alle Nazioni Unite sul problema dei diritti degli indigeni; il suo attivismo e il suo impegno a favore degli Anishinaabe (conosciuti anche come Ojibwe e Chippewa) di suo padre hanno orientato la sua vita fino a farla conoscere a livello nazionale come portavoce degli interessi economici e ambientali degli americani nativi. Nel 1867 il governo degli Stati Uniti costituì la riserva di White Earth riconoscendo la sovranità del popolo Anishinaabe sulle 1300 e più miglia quadrate di territorio ricco di pini bianchi, terreni paludosi e molte altre risorse naturali. Commettendo ripetute violazioni dell’accordo originale, il governo ha poi diviso la terra in appezzamenti di proprietà di singoli individui, ignorando i modelli migratori stagionali di popoli che praticano l’agricoltura tradizionale e aprendo la riserva alle speculazioni fondiarie. Alla fine degli anni Ottanta meno del 10 per cento della terra designata in origine nel trattato del 1867 restava nelle mani degli indiani di White Earth. Tutto il resto era stato loro sottratto mediante confische, restituzione coatta dei debiti e puri e semplici imbrogli di speculatori bianchi e indiani. Negli anni Ottanta LaDuke ha guidato presso le autorità governative statali e federali le azioni legali per riottenere la terra, che hanno avuto un successo solo parziale. LaDuke e gli altri attivisti volevano la restituzione di tutta la terra. Nel 1989, con i 10.000 dollari di un premio della Reebok per chi si batte a favore dei diritti umani, LaDuke ha lanciato il White Earth Land Recovery Project con l’obiettivo di recuperare quanta più terra possibile. Il WELRP si proponeva di ricomprarla dai proprietari non indiani e anche di richiedere donazioni da parte di quelli che non utilizzavano più i propri terreni. Il WELRP non è affiliato ad alcun governo tribale e ha costituito un organismo separato per la terra donata. Grazie a un’articolata attività di raccolta di fondi, è riuscito a riacquistare e affidare a tale ente 1600 acri. Si propone inoltre non soltanto di restituire la terra alle persone che l’abitavano originariamente e a cui era stata promessa, ma anche di restituirla al suo uso originale, promuovendo un’agricoltura che sostiene gli uomini ed è sostenibile per la terra. Nel 2003 il White Earth Land Recovery Project ha ricevuto il Premio Slowfood. Inoltre sul sito del WELRP http://www.nativeharvest.com/ è possibile accedere direttamente ad un catalogo on-line dove poter acquistare prodotti di vario tipo che finanzieranno il progetto, o di fare delle donazioni on-line.
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