26.03.2008
La ricerca dell’El Dorado, la civiltà dei Muisca di Yuri Leveratto Yuri Leveratto, autore per i tipi di Infinito edizioni di “La ricerca dell’El Dorado. La conquista europea del Nuovo Mondo” (febbraio 2008, pagg. 192, € 14,00), ci ha mandato dalla Colombia, dove vive, un contributo sulla civiltà del popolo Muisca.
L’articolo, di cui pubblichiamo qui di seguito un breve estratto, può essere letto integralmente nella sezione Dal Sud America del sito della casa editrice Infinito edizioni. I colleghi giornalisti possono riportare il pezzo citando la fonte: © Yuri Leveratto 2008 – www.yurileveratto.com
Prima di atterrare all’aeroporto El Dorado di Santa Fe de Bogotà si scorgono immensi prati verdi coltivati ed enormi radure utilizzate per l’allevamento di bovini. Questo dipartimento colombiano, chiamato Cundinamarca, è il cuore del Paese. Santa Fe de Bogotà ne occupa una buona parte; essendo situata a 2.600 metri d’altitudine sul livello del mare è la terza capitale più alta del mondo, dopo La Paz e San Francisco de Quito.
I primi abitanti di questa regione furono i discendenti di popoli di origine mongolica che attraversarono le praterie di Beringia ben 40 millenni or sono. Nel primo secolo dell’era cristiana popoli di origine centro-americana attraversarono l’istmo di Panama; alcuni di essi si stanziarono nel massiccio montuoso oggi conosciuto come Sierra Nevada di Santa Marta, dando origine all’etnia Tayrona, altri proseguirono verso un altipiano dal clima freddo e secco situato circa mille chilometri più a sud, e diedero origine ai Muisca.
Il dominio dei Muisca era ricco di risorse naturali quali il sale, nella zona di Zipaquirà , e gli smeraldi, nelle località di Muzo e Somondoco. Alla base dell’economia vi era l’agricoltura: si coltivavano mais, patate, pomodori, fagioli e frutta, come avocado e guayava. I Muisca si dedicarono anche all’artigianato, producendo ottimi vasi di ceramica e pregevoli tessuti oltre a superbe creazioni di oreficeria. All’arrivo dei conquistadores spagnoli, nel dominio Muisca vi erano delle eccedenze di produzione agricola che venivano consegnate ai capi clan e ai capi tribù come forma di tributo.
Grande importanza aveva anche il Cacique (capo tribù) di Guatavita, lago situato a circa 60 chilometri da Bogotà dove si effettuava la cerimonia sacra conosciuta dagli spagnoli con il termine el indio dorado. In questo rito il Cacique veniva cosparso di polvere d’oro, e si immergeva nelle acque del lago. Inoltre gettava monili d’oro nello specchio d’acqua allo scopo di ingraziarsi le Divinità e fertilizzare la terra. Il lago di Guatavita è il luogo dove ebbe origine la leggenda dell'El Dorado.
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