Martedì 1 aprile 2008, Nuovo Teatro Nuovo Terra di nessuno di Harold Pinter Uno fra i testi più emblematici e denso di risvolti dell’autore inglese: oscuri giochi di specchi in cui verità e illusione, finzione e memoria si confondono.
La parola come emblema della dannazione: questo è Terra di nessuno, del drammaturgo britannico Harold Pinter, che il Teatro OutOff di Milano presenterà , da martedì 1 aprile 2008 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 6) al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, nella traduzione di Alessandra Serra e la regia di Lorenzo Loris.
L’essenza di Terra di nessuno, scritta nel 1975, è racchiusa nello stile tipico e riconoscibile di Pinter, definito negli anni pinteresque, ovvero la tendenza a rappresentare una situazione apparentemente "normale" che, nel corso della messinscena, si trasforma in una condizione assurda, se non vagamente inquietante.
Un ricco e affermato scrittore e critico letterario, Hirst (interpretato da Gigio Alberti), dopo essersi ubriacato al pub ed aver fatto amicizia con un poeta vagabondo, Spooner (Mario Sala), lo porta a casa sua, in uno dei quartieri più esclusivi della città . La notte è ancora lunga, i due continuano a bere, la gradazione alcolica è altissima ed il tono dei loro dialoghi raffinati diventa sempre più esilarante e ricco di osservazioni divertenti.
Forse i due si conoscevano da diverso tempo, ma il destino ha riservato loro vite diversissime: uno è famoso e molto abbiente, mentre l'altro è costretto a lavorare nei pubs come cameriere per riuscire a sopravvivere. In casa di Hirst vivono anche Brigs (Massimo Greco) e Foster (Alessandro Tedeschi), due ambigui aiutanti tuttofare che tollerano a fatica l'arrivo di quell'intruso. Spooner viene chiuso a chiave nel salotto di casa e gli viene impedito di andarsene. Arriva il mattino, Hirst e tutti gli altri riprendono a bere come se la notte non fosse mai passata.
Terra di nessuno è considerato uno dei capolavori dell’incomunicabilità , in cui Pinter scandaglia il "proprio rapporto" fra arte e vita e, principalmente, sviscera il senso di un'esistenza prossima alla fine, in cui anche i ricordi perdono consistenza e svaniscono nell’ indeterminatezza.
In scena ci sono quattro personaggi, ma forse uno solo è reale. Gli altri tre non sono altro che la proiezione di se stesso, dei suoi fantasmi. Pinter compose questo dramma per fare un bilancio con se stesso e per raccontare la parte più oscura della propria anima.
La messinscena di Loris, segnata di grottesco, evidenzia i meccanismi più reconditi della drammaturgia pinteriana, ponendo l'accento sul profondo disagio, la sconfitta cocente di intellettuali che sembrano non avere più nulla da dire, con gli occhi sempre rivolti al passato e mai al presente. Un tema quanto mai attuale.
Si ritrovano, incredibilmente, potenti, in questo lavoro, le ragioni che "regalarono", nel 2005, il Premio Nobel a Pinter: "A colui che nelle sue commedie discopre il precipizio sotto le chiacchiere quotidiane e costringe ad entrare nelle stanze chiuse dell'oppressione".
L’allestimento si avvale delle scene di Daniela Gardinazzi, i costumi di Nicoletta Ceccolini, le luci di Luca Siola, il progetto visivo di Dimitris Statiris, le musiche di Ariel Bertoldo e Andrea Mormina.
Terra di nessuno, di Harold Pinter
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dall’1 al 6 aprile 2008
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it
Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (martedì, sabato) e ore 18.00 (domenica)