9.04.2008
“PASSIO”: BLASFEMO E OSCENO FILM GAY-PORNO SULLA PASSIONE DI CRISTO: COMPLICE UNA CERTA POLITICA Osceno. Blasfemo. Volgare. Senza nessun pudore. Davvero violento. Ma forse non sono definizioni sufficientemente efficaci da attribuire al film porno-gay del regista Mattias Von Fistemberg che “rifà il verso”, in versione “hard” alla pellicola di Mel Gibson “La Passione di Cristo”. Titolo della squallida operazione:“Passio”. Sottotitolo: “Domini nostri secundum Mattheum”, che ricalca anche con gli stessi caratteri tipografici, i titoli del film “The Passion”. Per documentarsi basta collegarsi con il sito internet che è stato appositamente allestito per pubblicizzare la pellicola di Von Fistemberg: www.passiothemovie.com, o anche direttamente con la casa cinematografica che lo produce, un nome, un programma: “Dark Alley Media” (Traduzione: vicolo nero, vicolo buio). Stavolta si è davvero superato ogni limite. Difficilmente si puo’ pensare a qualcosa di piu’. Il film, è interpretato da Danny Fox nel “ruolo” di Gesù Cristo e da un’altra serie di attori gay più o meno barbuti e tatuati che rappresentano gli “apostoli”: Adam Faust, Hant Ducthc, John Mattews, Bruck Hatcher, Dimitri (nomignolo noto…) Santiago, altri che con i soli nomi: Demetrius, Rick
Appena ci si collega con il sito compare una sorta di paradossale accostamento blasfemo alla icona del film di Mel Gibson “La Passione di Cristo”: una scritta che riprende le parole della Bibbia., dal libro del Levitico, al capitolo 20, versetto 13: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio….” si vede completamente nudo, legato su una croce, un giovane dal fisico atletico (l’interprete principale), man mano che scorrono le immagini su musiche di Sebastian Bach, cori, in un ambiente semioscuro illuminato solo da tanti lumini e candele accese, un uomo con la barba, Adam Faust, vestito da sacerdote, si avvicina al “crocifisso” e comincia a fustigarlo nelle parti intime, di qui in poi iniziano una serie di orge e atti osceni tra il falso cristo e i falsi apostoli. Inutile e inopportuno andare avanti con le descrizioni, ma a che si deve volgare blasfemia? Cosa si nasconde dietro a questa operazione che come al solito (in casi analoghi, ma mai fino a questo punto) che viene contrabbandata come “opera artistica”? Cosa ha di artistico un film oltre che blasfemo, marcatamente violento nelle sue immagini gay-hard?
Si è discusso molto sul fatto che il film di Mel Gibson fosse troppo cruento. I sostenitori nel mondo cristiano hanno sottolineato a proposito che egli ha semplicemente fatto vedere come Gesù Cristo abbia sofferto per la salvezza di ogni uomo caricandosi su di se’ ogni peccato: Egli stesso si è fatto peccato, il Figlio di Dio. Nella pellicola di Mattias Von Fistemberg non si vede una goccia di sangue, (si ricorda le Sacre Scritture sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento dicono chiaramente che l’uomo è salvato esclusivamente in virtu’ del sangue di Gesù Cristo), ma c’è una enorme carica di violenza di sesso contro natura. A chi giova? Solo ai “fantasmagorici e multicolori” movimenti gay di tutto il mondo? Questo film come tutta una pseudocultura “laicista” ormai da tempo stanno introducendo nel pensiero della gente comune la convizione che tutto è lecito, che non ci sono regole da rispettare che la “libertà ” dell’uomo non ha limiti. Qui ogni tentativo di voler giustificare la leggittimita’ di una presunta diversita’ quasi “fatale”, e non solo, che questa “natura diversa” deve essere anche tutelata da ben specifiche leggi, è letteralmente vanificato dalle esplicità del messaggio. Non a caso il film, nelle immagini iniziali è ambientato in una sorta di “rito sacro” al contrario, quasi da essere paragonato, se non proprio lo è, ad sorta di messa nera. “Siamo gay e ce ne vantiamo, non abbiamo rispetto per nessuno”, sembra trasparire dai primi messaggi, per niente subliminali stavolta ma piu’ che palesi, lanciati nelle immagini di “Passio”. Questo film è il prodotto finale di una escalation senza ritegno portata avanti da lobby gay che hanno l’appoggio palese di ben chiare forze politiche, anche in Italia ben chiaramente schierate. E’ quel buonismo, modernismo, che mette tutti sullo stesso piano che ha permesso all’Arci- gay romana di fare proselitismo nelle scuole, è il doppio petto, di chi dice che i problemi etici non devono entrare nella competizione politica, quando invece è propria l’etica che va riformata. Si fa finta di non comprendere che non è sufficiente provvedere, (peraltro sfogliando improbabili libri di sogni) ai bisogni materiali delle persone, che alla base dell’esistenza c’e’ una profonda radice che si relaziona con l’Immanente e che vi sono delle regole che prescindono dall’uomo. Neanche la “natura” , (ovviamente), contempla un tipo di comportamenti e società come quella ipotizzata dai moderni “anticristri”. “Passio” è un film che supera ogni limite, ma di fatto in linea con la tendenza “culturale” che attraversa oggi gran parte del mondo. Cio’ che lascia meravigliati è che fino a questo momento nessuna voce di protesta, ( almeno nota), di indignazione si sia levata dai 3 miliardi di cristiani che popolano il pianeta. “Domini nostri Secundum Mattheum” è solo la punta di un icesberg.
Non è solo una offesa a Dio e a tutti i cristiani del mondo, a qualsiasi denominazione appartengano, ma è un oltraggio alla dignità umana (ridotta al rango di bestia), al buon senso, all’intelligenza, una offesa alla cultura e all’arte.
Giancarlo Padula, Premio astro nascente, per una trilogia di libri sul film di Mel Gibson
“La Passione di Cristo”
giancarlopadula@email.it
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