Un uomo condannato alla lapidazione per sodomia in Nigeria e 62 arresti in Egitto perché sospettati di essere gay
Un uomo di 43 anni, Jibrin Babaji, è stato condannato a morte per lapidazione dopo essere stato riconosciuto colpevole di sodomia da un Tribunale della Sharia nello Stato di Bauchi, in Nigeria.
La colpa è quella di aver violato l’art.133 del codice penale della Sharia e il capitolo 11 verso 82 del Corano. La condanna fa seguito alla pubblica ammissione del reato resa alla polizia e alla corte da Babaji, il quale ha assistito, tremando, all’ora e mezza di processo.
Il commissario di polizia di Bauchi ha detto alla corte che il condannato era stato arrestato dai membri della squadra per l’applicazione della Sharia, a seguito di una denuncia dei signori Ahamdu e Rabiu secondo cui il condannato aveva adescato alcuni ragazzini ed aveva commesso con loro il reato.
I membri dell’Hisba avevano quindi arrestato il reo il 14 settembre scorso e lo avevano consegnato alla polizia a cui, dopo l’interrogatorio, aveva reso la confessione. Il giudice ha condannato le vittime a sei frustate l’uno per avere accettato il denaro che il condannato aveva offerto loro, sottolineando che tutti i condannati potranno fare appello entro 30 giorni dalla sentenza.
Babaji è il secondo uomo ad essere condannato a morte da quando la legge della Sharia è stata introdotta nello Stato di Bauchi due anni fa. Il primo era stato Rafin Kiyawa, condannato a morte per lapidazione dopo essere stato riconosciuto colpevole di essere fuggito con una donna sposata nella città di Ningi.
Altro arresto di massa Egitto. La polizia ha organizzato una vera e propria spedizione, con appostamenti e circondando un'intera zona, nota come luogo di incontro per gay maschi. Dopo interrogatori e identificazioni hanno arrestato sessantadue uomini, sospettati di omosessualità .
L'arresto sarebbe avvenuto il 26 agosto scorso e sarebbe stato tenuto segreto. Contrariamente a quanto successo con l'ormai famoso arresto "dei 52" avvenuto due anni fa, la stampa egiziana non ha dato nessuna informazione su questo caso.
Dopo tre giorni di interrogatori gli arrestati sarebbero stati liberati sotto osservazione con l'obbligo di non lasciare il proprio domicilio. I processi sono fissati per dicembre tra il silenzio dell'Occidente.
da www.radicalidisinistra.it