22.07.2006
IL DIRITTO DI DIFENDERSI di Massimiliano Falcucci La gravissima situazione mediorentale, la strategia siro-iraniana per attaccare Israele indirettamente sotto mentite spoglie e infine la clamorosa crisi degli organismi internazionali ormai incapaci di espletare pienamente i compiti per i quali essi furono costituiti.
In questi tristi giorni di grave crisi mediorentale osservo un dibattito che non esito a definire stucchevole. Da una parte coloro i quali definiscono giustificata la reazione israeliana ai rapimenti subiti a danno dei propri soldati per opera di Hezbollah, dall' altra la schiera dei benpensanti pseudo moderati che definiscono eccessive le contromosse messe in atto dal governo di Olmert per difendere il proprio diritto all'esistenza. Mi pare veramente troppo, non bisogna essere un esperto geopolitico per decodificare quello che sta avvenendo in Libano e più in generale in tutta l'area interessata dagli scontri di questi tristi giorni. Il Libano è uno stato fantoccio che ha potere effettivo nullo all'interno del suo territorio, in particolare nella sua area di confine a sud, dove invece a farla da padrone sono le milizie Hezbollah spalleggiate militarmente dalla Siria e politicamente dall'Iran. Il gran maestro di questo fosco quanto limpido progetto anti israeliano è rappresentato dall'eminenza grigia siro-iraniana che ormai da molti mesi sta costruendo uno scenario che si avvia letteralmente ad incendiare tutta l'area mediorentale, con il doppio scopo di annientare Israele da una parte e di acquistare peso politico internazionale dall'altra; altro che proclami di mediazione ed equidistanza diplomatica. Se non ci caliamo mentalmente in questo scenario non potremo certamente capire la misura del rischio che corre Israele e quindi la sua doverosa e più che giustificata reazione militare. Non si tratta solo dei soldati rapiti, non si tratta solo di rimproverare il mancato controllo da parte del governo libanese dei suoi territori a sud; si tratta molto più concretamente di cautelarsi di fronte a una situazione che ormai da molti mesi sta montando in maniera molto pericolosa e nemmeno troppo discretamente, con operazioni diplomatico-militari e la collaborazione dei servizi siro-iraniani. Israele in questo momento si sente lasciato solo, si sente abbandonato a se stesso e sa benissimo che con questo scenario internazionale le castagne dal fuoco se le dovrà cavare da solo, non potendo contare su nessun tipo di appoggio effettivo, pratico, concreto e soprattutto condiviso da parte degli organismi sovranazionali preposti. A questo proposito l'ingessatura dell'Europa appare assolutamente evidente quanto inaccettabile; si sta cercando di scimmiottare una politica diplomatica che coinvolga chi da diversi mesi va dicendo in giro che l'olocausto non è mai avvenuto e che gli israeliani si comportano come i nazisti nella seconda guerra mondiale (Iran), oppure si cerca di coinvolgere chi arma materialmente gli Hezbollah (Siria). Mi pare assolutamente delirante cercare di coinvolgere diplomaticamente questi soggetti politici che ostentano tali connotati operativi e di assoluto disprezzo nei confronti del primo diritto internazionale proprio di ogni stato e cioè l'autodeterminazione di Wilsoniana memoria. L'Europa appare come una mummia incapace di muoversi, incapace di uscire dal suo sarcofago millenario e di entrare nel vivo dei problemi odierni, come invece avrebbe diritto e dovere di fare. Così come l'ONU che farnetica un suo intervento risolutore a mo di cuscinetto e che invece dimentica l'attuale presenza di soldati suoi, attualmente stanziati in quella parte sud del Libano che dovrebbe essere liberata dagli Hezbollah ma che invece pare fungere da fortino di resistenza per questi ultimi. Fin quando sarà questo lo scenario sovranazionale incaricato di risolvere la questione mediorentale, farà bene Israele a difendersi autonomamente e con ogni mezzo a disposizione, aspettando il risveglio internazionale che non può avvenire attraverso la mediazione con stati che negano la storia e il diritto all'esistenza.
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