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Anche in Italia in commercio le rose equosolidali
20.10.2006
Sono la novità della settimana per il commercio equo e solidale “Io faccio la spesa giusta” e hanno tutto il profumo della dignità e della giustizia. Sono in vendita dal 16 ottobre nei supermercati Pam.

La settimana per il commercio equo e solidale “Io faccio la spesa giusta”, che si sta svolgendo in tutta Italia dal 14 al 22 ottobre, porta con sé una bella sorpresa: l’avvio della vendita anche in Italia delle rose eque e solidali provenienti dal Kenya e certificate Fairtrade.

Da lunedì 16 ottobre sono in vendita in anteprima per la GDO in tutti Supermercati PAM.

Un mazzo è stato donato giovedì scorso a tutte le donne che hanno partecipato alla cena equosolidale di inaugurazione di “Io faccio la spesa giusta”, che sta coinvolgendo tremila punti vendita della grande distribuzione e del dettaglio biologico, cinquanta ristoranti self service, centinaia di bar e macchinette della distribuzione automatica e che prevede nel corso della settimana una nutrita serie di eventi culturali. Una conquista importante, quella delle rose “eque”, che apre l’Italia a un mercato più giusto per tanti lavoratori e lavoratrici kenioti. L’industria di fiori nel Sud del mondo è in forte crescita e tutta votata all’esportazione, ma porta infatti le spine di tanti sfruttamenti.

Nel nostro paese si possono trovare anche fuori stagione splendide rose perché sono coltivate a livello dell’Equatore: essendo un prodotto molto delicati e deperibile devono giungere a destinazione in fretta e per far questo i lavoratori sono costretti a lavorare molte ore, spesso senza essere pagati. Il 65 per cento di chi lavora in questo comparto in Kenya (tre volte su quattro sono donne) sono precari e non hanno diritto ad alcuna garanzia sociale. Problemi gravi sono poi causati dall’espandersi dell’uso di prodotti chimici, utilizzati in quantità sempre più massicce e senza precauzioni pur di far giungere integri i boccioli sui nostri vasi. Alcune di queste sostanze sono vietate nei paesi Occidentali e causano gravi problemi di salute. Infine l’industria intensiva dei fiori rischia di mandare in crisi interi ecosistemi natarali: in un paese povero di risorse idriche come il Kenya, essa consuma infatti grandi quantità d’acqua e le sostanze chimiche utilizzate rimangono nel terreno inquinando l’ambiente circostante.

Le aziende keniote certificate Fairtrade (Osertian Development Company, Ravine Roses, Vegpro Group) dalle quali provengono le rose che sono da oggi in vendita in Italia grazie a Flora Toscana, sono dislocate in diverse zone del Kenya e impiegano circa 5.400 lavoratori e lavoratrici, per un totale di circa 300 ettari coltivati. La scelta di una rosa garantita dal marchio di certificazione equa e solidale Fairtrade permette al consumatore di scegliere produttori che hanno dimostrato concretamente la volontà di rispettare le persone e l’ambiente: senza discriminazioni e senza lavoro infantile, pagando salari dignitosi, trasparenti, regolari e decisi nel quadro di contrattazioni collettive. Gli standard Flo (Fairtrade Labelling Organization) e i costanti controlli puntano anche alla protezione dei lavoratori che utilizzano sostanze chimiche, alla riduzione del loro utilizzo e alla loro sostituzione con sostanze di origine naturale, nonché ad un uso rigoroso delle risorse idriche al fine di preservare l’ambiente circostante.

Grazie alle rose equosolidali da oggi con un fiore si potrà dire non solo una parola di affetto, ma anche una parola di giustizia.


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