29.12.2005
A un anno dal maremoto che ha colpito il Sudest asiatico, le organizzazioni non governative fanno il punto sui progetti. Il bilancio dell’Associazione Ong - dopo la grande solidarietà dimostrata dai cittadini italiani e del mondo intero - parla di 120 progetti di tipo socio-sanitario, educativo e di tutela dei minori rimasti orfani che vedono impegnate le Ong italiane in 7 Paesi colpiti dallo Tsunami: India, Indonesia, Thailandia, SriLanka, Maldive, Birmania e Somalia. Sono 120 i volontari e cooperanti impiegati nei progetti e 750 i collaboratori locali. La cifra stanziata per gli interventi è di 71 milioni di Euro di cui il 10% è stato impiegato per la prima emergenza e il resto per progetti di ricostruzione e sviluppo (di questi è già stato speso 50 per cento). "Tornare a parlarne - afferma Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG Italiane - può contribuire a rafforzare l'azione che si svolge ininterrottamente da un anno e che si protrarrà ancora per anni". Medici Senza Frontiere (MSF) ha pubblicato un rapporto sulle sue operazioni. Dopo una prima valutazione dei bisogni, MSF aveva deciso di concentrare le proprie azioni principalmente nella provincia di Aceh, a nord dell’isola di Sumatra, in Indonesia, e lungo le coste settentrionali, orientali e meridionali dello Sri Lanka. Sono stati 200 i volontari internazionali che nei primi mesi dell’emergenza hanno aiutato le popolazioni colpite a ricostruire una vita “normale”, fornendo accanto all’assistenza medica e psicologica necessaria, tonnellate di materiale tra cui farmaci, ripari, cibo, servizi igienico-sanitari. Per sostenere le operazioni d’emergenza, MSF aveva lanciato una campagna di raccolta fondi straordinaria con l’intento di raccogliere almeno 1,5 milioni di euro per avviare i primi soccorsi: l’immediatezza dell’intervento avrebbe potuto fare la differenza nel salvare la vita a migliaia di persone. La risposta dei cittadini di tutto il mondo, e in particolar modo degli italiani, è stata straordinaria. In pochi giorni, MSF aveva già ricevuto oltre 90 milioni di euro a livello internazionale, fino ad arrivare alla raccolta finale di circa 110 milioni di euro. Solo in Italia, erano stati raccolti 9 milioni di euro. Cifre che superavano i bisogni finanziari preventivati da MSF per fare fronte alle conseguenze dello Tsunami: MSF, in quanto organizzazione di soccorso medico, è infatti intervenuta in risposta all’emergenza umanitaria, e non in un’ottica di ricostruzione e sviluppo di lungo periodo, ambiti di competenza di altre organizzazioni e degli stati. Per questo motivo, con una decisione assai controversa e dibattuta in Italia e nel resto del mondo, MSF, già il 4 gennaio 2005, e cioè dopo soli 9 giorni dallo Tsunami, aveva annunciato la sospensione della raccolta fondi dedicata all’emergenza. MSF ha chiesto ai propri donatori, in Italia e nel resto del mondo, il consenso ad allocare parte dei loro contributi su altre importanti emergenze, in corso e future, dichiarandosi altresì pronta a restituire le donazioni qualora i donatori lo avessero richiesto. Solamente l’1,1% dei donatori ha richiesto indietro i propri soldi. Invece per Terre des hommes la fase di ricostruzione è stata ormai avviata. Sono circa 300mila le persone che hanno finora beneficiato dei programmi di emergenza e riabilitazione messi in atto da Terre des hommes nei luoghi colpiti dallo tsunami, oltre la metà dei quali sono sono bambini. Terre des hommes sta lavorando per migliorare le condizioni di vita delle comunità di pescatori e per la ricostruzione di case e scuole nei villaggi, offrendo un supporto psicosociale ai bambini attraverso attività didattiche e pedagogiche finalizzate al superamento del trauma e del lutto.
"Nei luoghi colpiti dal maremoto ci vorrà ancora del tempo per ricostruire una buona qualità di vita”, dichiara Raffaele Salinari, Presidente della Federazione internazionale Terre des Hommes, “ma fin dalle prime fasi dell'intervento la nostra maggiore preoccupazione è stata di garantire alle persone di poter rimanere nel loro Paese. Abbiamo provveduto inoltre a fornire un supporto psicosociale ai bambini per aiutarli a superare il trauma, e offerto un supporto alle comunità per la riabilitazione delle attività di pesca severamente colpite dallo tsunami”. Terre des hommes opera in accordo con le realtà locali e interviene coinvolgendo le comunità nell'opera di ricostruzione dei loro villaggi.
Anche Mani Tese vuole raccontare quello che ha fatto per sostenere le comunità , passata la fase di emergenza. Grazie all’impegno dei partner locali attivi nelle zone colpite dal maremoto (Assist, Assefa, Peace Trust e Magres) sono stati portati avanti 4 progetti lungo le coste del Tamil Nadu e Andhra Pradesh, i due stati indiani più colpiti. Concretamente, i principali destinatari degli interventi sono stati le donne, i pescatori e i bambini. Sono state sostenute le attività di pesca e agricoltura attraverso l’acquisto di barche, reti e attrezzi per la lavorazione della terra. Mani Tese presenta una versione fiabesca di una catastrofe che avrebbe potuto essere affrontata in modo diverso se solo si fosse mantenuto il contatto con la natura. Una piccola fiaba “Tikki e l’onda” racconta in chiave molto delicata il viaggio di una mangusta e di un bambino in India. I colori, i frutti e gli animali dell’India accompagnano il racconto dell’arrivo dell’onda dello tsunami. Agli abitanti del villaggio non accade nulla perché Tikki li avvisa per tempo. Insieme, poi, ricostruiscono il villaggio con l’aiuto degli animali. [AT]
Fonte: http://unimondo.oneworld.net/article/view/124752/1/
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