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Se scompare il copyleft |
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12.10.2006
Scrive Stefano Olivieri, 11 ottobre 2006 (da http://aprileonline.info)
Dallo scorso 3 ottobre non è più possibile - senza corrispondere il dovuto compenso all'editore, e le sanzioni sono decuplicate - riportare il testo di un qualsiasi articolo di un qualsiasi giornale pur citando la fonte.
E' in vigore dal 3 ottobre il decreto legge 3 ottobre 2006 n. 262, recante "Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria", con cui vengono anticipate alcune delle misure previste dal disegno di legge finanziaria 2007. Fra le varie misure l'articolo
32 che così recita :
Art. 32.
Riproduzione di articoli di riviste o giornali 1. All'articolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633, dopo il comma 1, e' inserito il seguente:
«1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalita' di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.».
Chi scrive è uno dei numerosi - tantissimi davvero - inserzionisti sul web che malgrado pubblichino ormai da diversi anni i loro articoli su questa o quella testata, non hanno mai ricevuto un euro di compenso, e spesso non lo hanno nemmeno richiesto. Pura passione politica, forse anche un pizzico di civetteria e di esibizionismo, resta il fatto che senza questo imponente esercito di giornalisti a costo zero o quasi il 90 % dei portali di informazione e controinformazione non sarebbe mai nato e nemmeno cresciuto.
Fino al giorno prima del decreto il copyleft era ammesso sul web con la sola restrizione di citare rigorosamente la fonte editoriale e l'autore del pezzo. E' il motivo per cui i miei stessi articoli, dopo qualche giorno che vengono pubblicati su Aprileonline, compaiono anche altrove. E' una cosa che fa piacere, ma a parte la soddisfazione dell'ego personale si realizza in quel modo qualcosa di molto più grande e importante per la democrazia, cioè la libera diffusione di notizie, di opinioni e quant'altro. Se il bavaglio imposto da Berlusconi sui network tv fosse passato anche nella rete, probabilmente non ci sarebbe stato nessun palavobis, non ci sarebbero stati movimenti e girotondi e staremmo ancora oggi in pieno regime.
Ma l'articolo 32 non riguarda soltanto l'aspetto appena descritto. Dal 3 ottobre non è più possibile - senza corrispondere il dovuto compenso all'editore, e le sanzioni sono decuplicate - riportare il testo di un qualsiasi articolo di un qualsiasi giornale pur citando la fonte. Non sarà possibile nemmeno discutere nei forum, proprio un bel problema.
La reazione del web libero per ora è abbastanza blanda. Per ora si registra soltanto una iniziativa di Peacelink, ma la notizia del resto è immersa in un decreto che si occupa d'altro, e l'attenzione politica generale è rivolta al Partito democratico, al TFR, alla Corea etc. etc. Ma io credo sia necessario far salire nella agenda delle emergenze l'immediato approfondimento di questo problema che potrebbe segnare il futuro della libera informazione sul web, a cominciare dalle rassegne stampa.
E' tempo insomma che si apra un dibattito serio, che non riguarda soltanto le penne dorate della stampa nazionale ma il mondo dell'informazione nel suo complesso. Se scompare il copyleft anche il dibattito - apertissimo - su dove si vuole che vada la sinistra italiana potrebbe subire un arresto mortale.
Facciamoci sentire.
da Spaziogiovani mailing list
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