Una volta la Finanziaria era chiamata (dai detrattori) "Stangata". Oggi qualcuno la chiama "Catastrofe". Siamo alla vigilia di qualcosa di terribile. Almeno così appare ascoltando le voci di destra, anzi di centrodestra. E' una gragnola di tremende profezie L'ultima a parlare è una signora d'Alleanza Nazionale, Adriana Poli Bortone: "Il governo "Prodi-Bertinotti-Fassino vuole affossare il Sud ed affamare tutte le famiglie italiane". Immaginiamo il verificarsi di disordini da Napoli a Reggio Calabria, con saccheggio dei panifici nonché delle salumerie. L'ex ministro Alemanno, accompagnato dal suggeritore Paolo Guzzanti invoca i girotondi di destra. La direzione di un partito, il partito repubblicano, quello che un tempo era di Ugo La Malfa e Spadolini, ha lanciato un appello: "Ribellatevi". Il Veneto, sotto la guida di un forzaitalista, tal Remo Sernagiotto, prepara una sommossa a Vicenza. L'indimenticabile Renato Schifani, con quell'espressione leale che lo caratterizza, dichiara solennemente che il governo Berlusconi "ha lasciato i conti in ordine e le entrate fiscali in forte aumento". Il centrosinistra potrebbe diffondere a piene mani, brioches, sussidi e lavoro invece delle tasse.
Chi usa il fioretto in questa disputa è naturalmente il leghista Roberto Calderoli che si limita a sostenere come la legge finanziaria "massacrerà il Paese". E' un feroce grido d'allarme che percorre il Paese. Un lettore impressionato ci ha scritto sostenendo che lui teme l'avvento di uno stato di polizia. Magari verrà ripristinata anche l'uso della tortura e delle sevizie corporali. A nulla serve l'intervento di qualche moderato come Luca Volontè (Udc) che invita il governo a raddrizzare la rotta. Le modifiche già annunciate lasciano indifferenti gli agit-prop alla Guzzanti.
È una canea che mette in difficoltà anche i molti che nel centrosinistra non sono felici e contenti della Finanziaria. Perfino i sindacati a volte sembrano impacciati. Per non parlare della sinistra sindacale che prepara una manifestazione per il 4 novembre. Il rischio è quello di confondere le piazze. Oppure di adottare slogan ambigui del tipo "Né con Prodi né con Berlusconi".
In tutto questo a noi non sembra che sia vera la storia che anche i ricchi piangono. I ricchi, i veri ricchi, quelli che se ne fregano di 300 o 400 euro in più da pagare, magari perché tanto loro le tasse non le pagano, stanno ridendo.