Fiera delle autoproduzioni: un’altra economia è possibile L'evento si è tenuto presso Le Macerie- Baracche Ribelli in Via dei Lavoratori, nella Zona Industriale di Molfetta di Antonella Zezza
Anche quest’anno è stata realizzata la fiera delle autoproduzioni, progetto che da tempo viene portato avanti da chi quotidianamente si impegna per promuovere un’alternativa culturale ed economica.
La fiera delle autoproduzioni ribadisce l’intento di favorire un’economia basata essenzialmente sulle persone e sulle relazioni tra queste, partendo dallo sviluppo dell’economia locale.
Il circuito economico e culturale che si innesca sottolinea la reale alternativa che l’autoproduzione rappresenta. La relazione tra produttore e consumatore oltre a favorire maggiori garanzie sul prodotto acquistato favorisce anche la riduzione dello spreco energetico e dell’inquinamento, ottenendo un vantaggio sul prodotto in termini economici e qualitativi.
Ma ad autoprodursi non sono solo i produttori di beni fungibili, ma anche coloro i quali quotidianamente producono Cultura, funzione primaria del progetto economico alternativo.
Nella società in cui è l’economia a dettare le regole della politica, parlare di Cultura e di Scelte Culturali significa parlare di un valore per molti da tempo alienato.
Oggi più che mai la Cultura è il mezzo più potente di controllo della propria vita imbrigliata negli ingranaggi della produzione. Autoprodursi significa autodeterminarsi culturalmente, avere il coraggio delle proprie idee e metterle in pratica a partire dalle proprie scelte quotidiane.
Infatti con la fiera dell’autoproduzione è stato ribadito indirettamente e propositivamente il proprio No alla Società del Profitto spesso venduto in pacchetti di offerta elettorale.
L’evento tenutosi presso Le Macerie- Baracche Ribelli (site in Via dei Lavoratori, Zona Industriale di Molfetta) è stato il frutto di una grande collaborazione associazionistica. L’allestimento e la promozione dell’iniziativa è stata a cura delle Macerie, dell’associazione Arci il Cavallo di Troia , del G.A.S. Nestor Machno e dell’associazione Linea 5.
Inoltre, l’aver realizzato l’iniziativa il 1° maggio, giorno della festa del lavoro, parte dalla consapevolezza che non esiste solo il lavoro salariato capace unicamente di generare disuguaglianza, imbarbarimento e morte, ma esistono una miriade di altre realtà capaci di produrre e pensare in armonia con se stessi, con gli altri e con la natura.
Tali concetti sono stati ribaditi dalle performances teatrali susseguitesi a partire dalle 18.30. Francesco Tammacco (attore) e Federico Ancona (musicista) hanno presentato Abulivia, canto di un pensiero non potato, Giulio Bufo ha presentato la Ballata 990 e Ninnì Vernola la performance La vita..mistero prezioso.
Ma non solo teatro, bensì anche musica dal vivo e proiezioni cinematografiche si sono susseguite dalle 10.00 a notte inoltrata. Numerosissime sono state le videoproiezioni relative alla controinformazione, al boicottaggio di multinazionali, al consumo critico, ai modelli economici e all’antipschiatria.
Interessantissima anche la rassegna di corti nostrani , ovvero cortometraggi e videoclip di autori molfettesi che hanno ribadito quanto sia possibile usufruire di produzioni di qualità senza doversi necessariamente recare presso le multisale ("fabbriche" di cultura).
All’esterno, invece, l’esposizione permanente di bancarelle di cartapesta, sapone e candele artigianali, writing art, bancarelle di baratto di oggetti, ha favorito a chiunque l’approccio con la singola realtà produttiva.
L’evento ha riscosso un grande successo, sottolineando che le idee possono non rimanere solo parole, ma tradursi in fatti e scelte quotidiane tangibili e influenti.
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