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MA SIAMO DIVENTATI UN PAESE DI BARBARI ? di A.De Porti
7.11.2010

CINTURE DI SICUREZZA, AUTOVELOX, ETILOMETRI. MA SIAMO DIVENTATI UN PAESE DI BARBARI ?
Non voglio apparire un “bastian contrario” ma, alla mia età e soprattutto dopo aver percorso in macchina oltre 5 milioni di chilometri senza incidente alcuno (di cui almeno 1 milione percorsi in diversi anni per conto della mia banca durante la mia attività di produzione e sviluppo in tutta la provincia di Venezia), io anche oggi penso che l’uso delle cinture di “sicurezza” debba essere facoltativo. Di questo problema dibatto sin dal decreto Ferri, ossia da quando è diventato obbligatorio indossarle.
A questo proposito, ma anche per quanto attiene all’assunzione di un bicchiere di vino durante i pasti ed altre cose, vorrei riproporre qualche articolo che scritto verso la fine degli anni 80, con successivi revival, il cui contenuto avrebbe a mio parere la pretesa di fornire alcune mie motivazioni, anche opinabili, in proposito a cinture, analisi alcometriche (si dice così ? bah.), autovelox e quant’altro.
Primo titolo . MA OGGI SERVE ANCORA ALLACCIARE LE CINTURE ??
Dal 26 aprile 1989, come si evince da allegati documenti che produco (Gazzettino 18.5.1989, lettera docente università di Milano 21.9.1989 e mille altre pezze giustificative che non produco perché impossibilitato in questa sede) sono contrario all’obbligatorietà delle cinture di sicurezza in quanto, per una miriade di fatti a cui ho assistito direttamente ed indirettamente, le cinture di sicurezza sono state dei veri e propri “killer” anziché strumenti di difesa per l’automobilista. Se il Ministro Lunardi dice di farne un problema personale circa il loro uso in quanto suo fratello è morto in un incidente stradale per mancanza delle cinture di sicurezza, io gli rispondo che un mio amico è morto annegato sul Brenta (vicino a Mira di Venezia) perché aveva le cinture allacciate.
Per sgomberare comunque subito il campo da chi dice che anche gli altri paesi, fra cui gli USA, Canadà ecc.…., rispondo subito che ..ieri era ieri, mentre oggi è oggi. E mi spiego.
Va detto anzitutto che l’uso delle cinture non riduce il numero degli incidenti, ma cambia semplicemente il tipo delle lesioni nel caso di incidente (spappolamento del fegato, della milza, dell’intestino, lesioni allo sterno, vertebre lombari, annegamenti ecc)., come mi ha scritto personalmente ancora, nel lontano1989, il prof. Paolo Sturlese, Libero docente in Patologia e Clinica chirurgica dell’Università di Milano. Se lo dice un personaggio di questo “standing” mi pare che il suo discorso vada privilegiato rispetto a quello di un politico. Inoltre, anche in base a dati di fatto, l’allacciamento delle cinture sinora non ha prodotto risultati significativi tali da poterli ascrivere a qualche statistica, per cui io sono dell’avviso che, al giorno d’oggi, stante l’assoluta sicurezza che offrono le macchine di cui alcune sono dotate anche di 6-8 “airbags” , le cinture costituiscano solo uno strumento obsoleto, ....afflittivo, liberticida, antigiuridico, pretestuoso, insomma inutile sotto ogni punto di vista. Non è assolutamente vero quanto si accampa a pretesto e cioè che ci sia una motivazione etico-sociale che obbliga lo stato a tutelare in questo modo la salute dei cittadini con l’obbligo di indossare le cinture (art.32 della Costituzione) perché è proprio lo stato, per primo, che produce e smercia sostanze tossiche come il tabacco, legalizza il possesso di droga per uso personale, non pone limiti all’uso dell’alcol pur sapendo che in Italia muoiono più di mezzo milione di persone per etilismo, cirrosi epatica. E ciò senza contare i morti di cancro da fumo e droga.
Di fronte a questa ecatombe, le 500-1000 vittime che si potrebbero scongiurare con l’uso obbligatorio delle cinture – ammesso che siano tali e che non siano controbilanciate da altrettante vittime provocate proprio dalle cinture – sono UN’INEZIA
Un avvocato di Treviso, Sandro Balduzzi, Patrocinante in Cassazione, un giorno mi disse: “ Il rifiuto di usare le cinture non arreca danno a terzi. Quindi, oltre che ipocrita la motivazione etico-sociale di cui sopra, è afflittiva in quanto non tutti sono in grado di sopportare un tale ingombro, specie le persone anziane, con qualche chilo di troppo, oltre che essere antigiuridico. Infatti, egli mi disse, se Tizio vuol ammazzarsi e si butta sotto il treno e, per puro caso, non soccombe, egli non viene processato per questo atto che viene definito “insano gesto”. Se invece Tizio istiga Caio a togliersi la vita e questi finisce per farlo, Tizio risponde di istigazione al suicidio. Trasferito il principio sul piano di guida, se Tizio ha in uggia la cintura di sicurezza perché si sente dalla stessa oppresso, rischia del suo: può aspirare al suicidio –guidando – come quando tentò di buttarsi sotto il treno. Insomma non si può essere obbligati. Semmai, si potrà invocare la facoltatività.
Concludo dicendo che oggi le case automobilistiche costruiscono veicoli tali da poter viaggiare in condizioni di assoluta sicurezza per efficienza frenante e tenuta di strada, 4-6-8 air-bags che prima non c’erano, per cui le cinture non risolvono alcunché. Anzi, essi finiscono per danneggiare quelle persone che finora, nella guida, si sono sempre comportate con il buon senso.
L’ideale sarebbe cambiare la testa di certi italiani. Ma si sa, questo è un discorso difficile, tanto per usare un eufemismo.
Secondo titolo. La patente a punti.
l’articolo apparso sull’Amico del Popolo a titolo “La patente a punti fra disinformazione e paura” ha centrato in pieno il sentimento della stramaggioranza degli Italiani dotati di buon senso, posto che, al giorno d’oggi, si possa parlare ancora di buon senso…..
D’accordo, educare con il metro della paura, è un metodo che fa più danni che altro, specie per coloro che finora hanno fatto uso del buon senso ancor prima delle…cinture di sicurezza, strumento di “sicurezza” che io detesto e sul conto del quale, come ho scritto qualche giorno fa su di un quotidiano locale, vorrei conoscere – con dati oggettivi alla mano che ancor oggi non esistono – se le vittime che si potrebbero scongiurare con l’uso obbligatorio delle stesse (si parla di 500 –1000 vittime) ed ammesso che sia tale il numero delle vittime o che non sia addirittura controbilanciato da altrettante vittime provocate proprio dalle medesime che, in caso di incidente, come mi disse qualche anno fa il Prof. Paolo Sturlese, Libero docente in patologia e clinica chirurgica dell’Università di Milano invocandone solo l’uso facoltativo, se non trasferiscano invece pari pari le lesioni in altre parti del corpo…
E’ meglio buttarla in ridere, come ha fatto don Sandro Vigani, Direttore del settimanale diocesano “Gente Veneta”, con un pezzo che allego con qualche mia aggiunta personale…
“DIAMO LA PATENTE A PUNTI AI GOVERNANTI” , ha proposto don Sandro Vigani, direttore di un importante settimanale diocesano di Venezia, don Sandro Vigani, fra il serio ed il faceto. Dando infatti una patente a punti anche a chi ci governa, si eviterebbe così all’elettore di recarsi alle urne per dare una delega in bianco ai nostri governanti senza poi avere la possibilità di controllare il lavoro che faranno in nome del popolo italiano.
La proposta, anche se risente… dell’afa di questi giorni, a mio avviso potrebbe però essere presa in una qualche seria considerazione, con le stesse modalità con cui si tolgono i punti della patente di guida nel caso di infrazioni. Come ? Ecco la proposta, con qualche modifica da parte mia rispetto a quanto propone don Sandro….
Si diano subito 500 punti a tutti coloro che ci governano. E poi ? Sotto il controllo di una commissione di esperti “super partes” si tolgano 500 punti tutti in un colpo a chi si fa le leggi ad “personam”, si tolgano 400 punti a coloro che fanno fallire l’Italia con la finanza creativa, si tolgono 300 punti a coloro che portano i fazzoletti verdi della cosiddetta Padania in quanto qui siamo in Italia, si tolgono 200 punti a coloro che mentono al popolo italiano, si tolgano 100 punti a coloro che litigano in parlamento, offrendo uno spettacolo indecoroso agli Italiani..
Terzo titolo. ETILOMETRO, LIMITI DI VELOCITA’ E CINTURE DI SICUREZZA.
L’entrata in scena del tanto discusso etilometro e delle sue correlazioni escogitate nei bars, ristoranti, discoteche e quant’altro, mi fa pensare che il mondo stia per andar fuori di senno, posto che non lo sia già.
Che ci siano delle persone che “alzano il gomito” più della loro soggettiva tolleranza sarà anche vero, ma vietare di bere uno-due bicchieri di vino al ristorante perché si ha paura che, uscendo dallo stesso, si potrebbe essere sottoposti ad analisi alcometrica, mi pare un po’ troppo, se non addirittura assurdo in quanto, io per primo, sarei soggetto al ritiro quotidiano della patente, pur essendo sempre assolutamente a posto con i riflessi quando guido: lo testimonia il fatto che, in oltre mezzo secolo di guida, non ho mai trascurato un bicchiere di vino od una birra media, senza avere incidenti di sorta, almeno per mia colpa.
Io penso pertanto che questo divieto dovrebbe essere bandito e che, al suo posto, si debba insegnare l’educazione, obbligando tutti coloro che hanno la patente ad appositi seminari. In difetto, si finirà per accrescere la psicosi del ritiro della patente anche presso le persone a posto, non solo, ma anche a sminuire la già tanto sminuita qualità della vita.
Insomma, a mio avviso, questo divieto, oltre a non aver alcun senso, finisce anche per non aver alcun effetto in quanto, gli alcolizzati, come i drogati, rimarranno la piaga di sempre, a danno delle persone che invece andrebbero premiate per il loro comportamento di guida esemplare.
Che dire poi dei limiti di velocità ? Fissare oggi il limite di 50 Km/h su strade sicure, percorribili anche a 80-90 Km/h, non costituisce certo una remora alla diminuzione degli incidenti, specie con le macchine di oggi sicure sotto ogni aspetto, ma solo un sistema per crearli, e soprattutto uno strumento - purtroppo - mirato solamente a fare cassa per le amministrazione comunali, specie quelle povere e fors’anche eticamente scarse.. Anche qui il discorso abbisognerebbe di qualche sviluppo.
Cinture di sicurezza ? A che servono ? Premesso che so di sollevare un vespaio, io penso - almeno per quanto mi riguarda – che esse costituiscano un serio impedimento alla libertà di guida e che il loro uso non contribuisca affatto ad attenuare il costo sociale nella dinamica complessiva degli incidenti del paese.
A suo tempo, esattamente dal momento in cui gli ex ministri Ferri e Prandini le obbligarono per legge, io feci loro causa col supporto di considerazioni a livello universitario (prof. Dott. Paolo Sturlese, Libero Docente di Patologia e Clinica chirurgica all’Università di Milano data 21.9.1989) il quale mi scriveva : “ le cinture non riducono il numero degli incidenti, ma cambiano semplicemente il tipo delle lesioni. Infatti, dopo il decreto Ferri, sono diminuite le lesioni della faccia del 18 %, ma sono aumentate del 115 % le lesioni dello sterno, del 78 % le fratture costali, dell’8 % delle vertebre lombari…
Altri famosi studiosi, avvocati, medici e giuristi, mi hanno anche scritto che il rifiuto di usare le cinture non arreca danno a terzi. Quindi, oltre ad essere ipocrita il decreto Ferri, è anche affittivo, incostituzionale, liberticida ed antigiuridico. Ed altri aggiungono :….se Tizio vuol ammazzarsi e si butta sotto il treno e, per puro caso, non soccombe, egli non viene processato per questo atto definito “insano gesto”. Se invece Tizio istiga Caio a togliersi la vita e questi finisce per farlo, Tizio risponde di istigazione al suicidio. Trasferito il principio sul piano della guida, se Tizio ha in uggia la cintura di sicurezza perché si sente dalla stessa oppresso, oppure non gradisce che il dispositivo gli…sgualcisca il vestito o il seno (per una donna), rischia del suo: può aspirare al suicidio – guidando – come quando tentò di buttarsi sotto il treno. Insomma, è necessario togliere l’obbligo e rendere facoltativo l’uso di queste maledette cinture.
In conclusione, anche se certe cose nel frattempo possono essere diventate obsolete, (gli articoli infatti datano oltre 20 anni fa), io penso che sarebbe cosa buona e giusta:
- stabilire che l’uso delle cinture debba essere facoltativo in quanto, spesso, sono proprio le cinture a determinare la morte;
- l’etilometro debba essere usato quando necessario, dopo gli incidenti o in flagranza di certe situazioni, in quanto detto strumento, usato indiscriminatamente, finisce per certificare “alcolizzato” chi ha bevuto un bicchiere di vino o di birra a cena e che, dopo mangiato, deve uscir di casa per i suoi motivi;
- quanto al tele-laser, autovelox ecc. si dovrebbe fare un discorso a parte in quanto esso non colpisce, nella stramaggioranza dei casi, chi sbaglia, ma chi magari supera sbadatamente di soli di 10 km un divieto, circostanza assolutamente ininfluente rispetto alla sicurezza stradale. Insomma, esso si trasforma in uno strumento per perpetrare dei furti legalizzati da parte di certe amministrazioni comunali ! Il che non va certo condiviso dalle persone oneste !
Ed infine, lo voglio dire, io penso che questo coacervo di strumenti, alla fin fine, finisce per stabilire il coefficiente di imbecillità del popolo italiano che dovrebbe in ogni caso osservare le regole della convivenza civile, in barba al sempre più farneticante impegno di chi propone stupidi e costosi artifizi, perseguendo solo l’effetto di colpire le persone oneste. Quasi sempre con l’inganno, attraverso quegli autovelox che, come detto poco fa, servono il più delle volte non già educare gli utenti della strada, ma a fare cassa. E questo è un abuso da cui le persone per bene devono prendere le distanze, alzando correttamente la voce !
ARNALDO DE PORTI

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