20.12.2010
Sudan Verso il referendum con oltre tre milioni di votanti Donna fustigata per «indecenza», attiviste arrestate Sono più di 3.275.000 i sudsudanesi iscritti a votare per il referendum sull’autodeterminazione del Sud, previsto per il 9 gennaio. Lo ha reso noto l'ufficio per il referendum del Sud Sudan, il quale sostiene che si è iscritto il 96% degli aventi diritti. Mancano ancora – a causa delle difficoltà di comunicazione – i risultati di 11 centri di iscrizione. Secondo Aleu Garang Aleu, portavoce dell’Ufficio per il referendum, le iscrizioni sono state «un successo». Nel Nord Sudan sono stati registrati per il voto 116.890 sudsudanesi che si sono iscritti soprattutto a Khartoum.
In base ai criteri adottati dalla Commissione, al termine di lunghe trattative tra esponenti del Sud e il governo di Khartoum, potranno partecipare al voto solo i residenti permanenti in Sud Sudan dal 1956 – data dell’indipendenza del paese dal dominio coloniale anglo egiziano – e coloro che possono dimostrare di essere discendenti di un'etnia del Sud. Questi ultimi dovranno dimostrare le loro origini attraverso un documento o la testimonianza di un parente.
Il referendum che potrebbe decidere l'indipendenza del Sud Sudan è una parte importantissima dell'Accordo globale di pace firmati nel gennaio 2005 dal governo di Khartoum e dall'Esercito popolare del Sud Sudan (Spla) dopo oltre venti anni di guerra civile.
Per l'Egitto e per il Ncp la secessione del Sud è «probabile». Il 4 dicembre il ministro degli esteri egiziano Ahmed Aboul-Gheit ha dichiarato in una intervista alla televisione egiziana che il referendum del 9 gennaio «probabilmente» sancirà la secessione del Sud Sudan. Il governo del Cairo è considerato tradizionalmente più vicino – e non solo geograficamente – a Khartoum che a Juba; in novembre l'Egitto aveva cercato di veicolare all'interno della comunità internazionale l'idea di rimandare il referendum per «ragioni tecniche».
Ormai sono sempre più numerose le voci che sostengono di aspettarsi un Sud Sudan indipendente, perfino all'interno del Ncp, il partito del presidente Bashir. Nafi Ali Nafi, il capogruppo dei deputati del Ncp, ha dichiarato che il suo partito dovrà rassegnarsi ad «accettare i fatti e la realtà ».
Donna fustigata per «indecenza», attiviste arrestate
Il 14 dicembre le autorità sudanesi hanno arrestato – e successivamente rilasciato - una trentina di donne che protestavano a Khartoum contro le percosse inflitte dalla polizia a una donna, riprese in un video e diffuso su YouTube. Le donne volevano consegnare una lettera al ministero della Giustizia per denunciare il caso. Il video mostra una giovane in ginocchio, che grida e si lamenta, mentre uomini che indossano abiti blu, simili a quelli della polizia, la frustano. Il 13 dicembre le autorità hanno annunciato l'apertura di un'inchiesta. Alcuni articoli del codice penale sudanese del 1991, introdotto due anni dopo il colpo di stato realizzato da Omar al Bashir, prevedono frustate per comportamenti giudicati «indecenti». Abdel Rahmane al-Khidir, governatore dello Stato di Khartoum e alto funzionario del Partito del Congresso nazionale, ha dichiarato: «Questa donna è stata punita nel rispetto della sharia, la legge islamica, ma è stato sbagliato il modo in cui la pena è stata inflitta».
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