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Iran, bene la candidatura di Khatami alle presidenziali |
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23.01.2009
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente nota di Antonello Sacchetti (I ragazzi di Teheran e Misteri Persiani, Infinito edizioni) sulla candidatura di Khatami.
La decisione (non ancora ufficiale) di Mohammad Khatami di candidarsi alle elezioni presidenziali del giugno prossimo è sicuramente un bene. L’ex presidente riformista (in carica per due mandati dal 1997 al 2005) può ancora rappresentare un punto di riferimento per i tanti che si oppongono alla deriva populistica iniziata nel 2005 con l’elezione di Ahmadinejad.
La scelta di correre alle presidenziali arriva dopo mesi di incertezza. In questo momento, sembra che la guida suprema Khamenei – il vero capo di Stato e policy maker in Iran – sia propenso a sostenere ancora Ahmadinejad, dopo un periodo di scarsa intesa tra i due.
Non credo che Khatami abbia grandi possibilità di vittoria, continua Sacchetti. Molti iraniani sono ancora profondamente delusi dai suoi otto anni al potere. Promise riforme che non arrivarono mai, bloccate dal veto della Guida Suprema e degli altri organi di governo in mano ai conservatori. Ma è importante che nel confronto elettorale ci sia una figura come quella di Khatami, da sempre promotore del dialogo con l’Occidente. Può essere un termine di confronto anche per Obama, anche se sarei molto cauto sulla possibilità che si apra una nuova stagione nei rapporti tra Washington e Teheran. Come scriveva il dissidente Ganji qualche giorno fa, il nuovo presidente Usa deve rivolgersi alla Guida suprema Khamenei, non ad Ahmadinejad o al suo eventuale successore. È però vero che il presidente continua ad avere – almeno a livello internazionale – maggiore visibilità .
In Iran si continuano a fronteggiare due generazioni e due blocchi di potere: il clero, formato in larga parte da settantenni, e l’ala politico-militare, costituita da pasdaran e basij, cinquantenni. I primi sembrano al momento avere un atteggiamento più pragmatico dei secondi, soprattutto in politica internazionale.
Dobbiamo comunque tenere presente che nella campagna elettorale iraniana i candidati si confronteranno soprattutto sulla politica economica. L’inflazione a due cifre e l’altissima disoccupazione (si parla del 20 per cento), richiedono risposte concrete e rapide. Dalla soluzione di queste incognite dipende molto del futuro dell’Iran.
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