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Latte in polvere
6.02.2004
SORGENTI
Parma  tel 329 5917508  fax 0521 284484  e-mail: luigi.boschi@libero.it

Latte in polvere

Dove è finita la tutela costituzionale del risparmio? E' responsabile lo Stato per i titoli presenti sul proprio listino ufficiale che sono oggetto di truffa? Se non lo è, a cosa servono i sistemi di controllo? Solo per la finzione che induce all'investimento facendolo passare come un sistema garantito? Quale credibilità può avere un mercato ufficiale di Stato se non garantisce sulla qualità istituzionale dei propri titoli? O la truffa è una variabile che l'investitore deve prevedere oltre ai rischi di mercato? Ha senso che il risparmio pubblico sia tutelato da un organo, Banca d'Italia, i cui azionisti sono di fatto rappresentanti del potere economico privato? Si parla di Banche Italiane, ma da chi sono detenute le quote azionarie di controllo? O qual è il peso del credito straniero nel capitale del sistema bancario nazionale? Da chi è controllata poi Deuch Bank e Bank of America? Perché il sistema bancario internazionale è stato così "benevolo" verso Parmalat? Quali erano le coperture? Le linee di credito concesse non possono essere ricondotte alla informativa economica, di per sé ricca quantomeno di dubbi, risultata poi falsificata. Come mai i Presidenti di gruppi bancari e di organismi di controllo sono ancora al loro posto? Nella grande finanza, nei Paradisi Fiscali si muovono capitali la cui leicità è dubbia, il riciclaggio e la lavanderia pratiche consolidate: quale ruolo hanno avuto questi capitali nel crac Parmalat?
Poi, la difesa legale di Tanzi non lascia perplessi? Non alimenta almeno un po' di interrogativi?
Questo valore economico che ha generato il crac Parmalat dove si è spostato? Se Parmalat viene definita la più grande truffa del secolo, ha senso ridurre tutto a responsabilità personali di alcuni uomini? Se ciò fosse vero significherebbe che un manipolo di persone ha la possibilità di mettere a sacco il sistema economico della finzione democratica e legittimare la Repubblica delle Banane o dei Fichi d'India! E allora non ha più senso parlare né di Stati, né tantomeno di stato di diritto.
Quale è stato il detonatore che ha fatto esplodere l'ordigno Parmalat? Qual è stato lo sgarro che ha messo alle corde un sistema industriale che, nonostante il crac, attualmente è stimato 4.000 miliardi, composto da 13.000 miliardi di fatturato, 140 unità produttive, 37.000 persone; aggiungiamo pure partecipazioni societarie significative, un polo turistico e una squadra di calcio in serie A. Ora i 28/30.000 miliardi di debiti da cosa sono stati generati? Dal sistema produttivo? Dalle distrazioni personali? Dalle pratiche tangentizie? Dalle operazioni finanziarie sulle borse internazionali? Se si chi sono stati i beneficiari? Dalle acquisizioni decotte? Dalle obbligazioni di relazioni finanziarie e ricattatorie? Forse anche il cambiamento di vento da Clinton a Bush non ha favorito le rotte del Tevega! E guarda caso il crac avviene proprio prima dell'elezioni non solo in America, ma anche in molti Paesi in cui Parmalat è presente. Che ruolo ha avuto ad esempio la multinazionale italiana del latte nel cambiamento di governo in Brasile e in Argentina?
Alla magistratura indagare non solo sulla falsificazione amministrativa o sulla responsabilità distributiva del debito, ormai acclarata, quanto a una mappatura, identificazione e ripartizione dei beneficiari del crac e con quale ruolo. Ecco che è ridicolo parlare di competenze giuridiche territoriali in presenza di un intrigo internazionale. Sarebbe preferibile costituire un pool specializzato in crimini economico-finanziari, anche a livello europeo, vista la reiterazione periodica e l'implicazione internazionale di questi casi: Inghilterra, Germania, Francia, America, ogni Paese ha il proprio latte. Se vi è globalizzazione dei prodotti e della finanza vi è anche quella del crimine; è possibile combattere la globalizzazione del crimine con la giurisdizione territoriale? Il modus operandi dell'illegalità, ampiamente praticato da gran parte del sistema economico (altro che la sbandierata sana competizione!), è lo strumento che viene poi utilizzato per far fuori chi non è più di interesse; ritorno a dire: "un esempio di come il potere ha usato la catena umana della decadenza etica e la getta, dopo essersene nutrito, rifiuto, in discarica". Tanzi, a mio avviso, ha anche commesso l'errore di credere di poter entrare nel sistema finanziario internazionale così come è entrato in quello industriale. Un po' di improvvisazione ha senz'altro svolto il suo ruolo e contribuito al dissesto. Il Gotha finanziario, non è il Gotha dell'antiquariato! A Manhattan viaggiano i cervelli dei migliori Campus unitamente al capitale più spietato, non sono sufficienti i ragionieri di Collecchio, abili forse nelle produzioni o riproduzioni di documenti contabili, ma inadeguati per le visioni strategiche e per gestire posizioni di potere internazionale. La sorte che toccò a Pozzetto contadino quando volle fare l'attore a Milano: fu squattrinato e tornò a fare il contadino! Certo il gruppo di Collecchio ben accetto fu all'inizio quando un sistema si vide entrare una capacità di liquidità di 20/30.000 miliardi di lire per effetto della finanza creativa, capace di produrre un giro di investimenti finanziari penso di 200/300.000 miliardi. Un impresa e un imprenditore che non sapevano o non potevano aspettare e che forse si illudevano, forti delle coperture politiche, che il potere finanziario li avrebbe aiutati a divenire una vera multinazionale alimentare. La necessità di liquidità costrinse il Gruppo a divenire fagocitatore di fatturati da riversare moltiplicati nel circuito finanziario, pena l'esclusione. Il vampirismo finanziario non perdona, vali solo se sei generatore di soldi; devi saper mungere, razziare, riprodurre la mandria! Probabilmente i Cow-Boy hanno più dimestichezza dei Contadini! Così come il sistema industriale può reggere le perdite annuali di gestione, il sistema finanziario non perdona, le perdite divengono esponenziali e la bassa redditività industriale non consente al Cavaliere la copertura, probabilmente, di speculazioni sbagliate. Tanzi quindi ha premuto sull'acceleratore dell'illegalità: da una parte per le necessarie coperture (di cui aveva da tempo pratica anche per lo sviluppo industriale), dall'altra per drenare liquidità dal sistema produttivo e immetterlo nel circuito finanziario per recuperare le perdite subite e mantenere credibilità. E' stata l'ultima spremitura. Tanzi ha perso la Parmalat nel casinò della finanza internazionale! Di chi sarà ora la nuova Parmalat? Potrebbero esserci ancora grandi operazioni finanziarie in corso e riservare anche risvolti positivi, bisognerà essere in grado però di scovarle! Ecco perché sostengo l'importanza di conoscere il "percorso del denaro": se Calisto ha perso, c'è chi ci ha guadagnato! Se lui l'ha fatto c'è chi l'ha voluto! Dicevo in un mio articolo: "così come si insiste sulla cronaca della gestione del gruppo, di come erano falsificati i dati, nulla o poco si dice, per ora, sulla attività finanziaria praticata, sulle distrazioni e l'utilizzo della liquidità, sulla speculazione internazionale, sulle operazioni nei derivati. Chi ha tratto beneficio dalle disinvolte operazioni finanziarie? A quanto ammontano? Chi garantiva le coperture? Quanto ha reso Tanzi alla finanza internazionale? E' nell'intreccio politico internazionale e nella dimensione finanziaria che si svela il giallo Parmalat. E' nell'analisi delle operazioni finanziarie fatte e in corso, i collegamenti.E' nelle pieghe e negli intrecci politico internazionali, nei retroscena di possibili alleanze, che si può conoscere il vero crac". E se ciò è vero questa è la dimostrazione della decadenza politica, o meglio, dove ci porta questa politica asservita al potere finanziario di cui è succube ed espressione, incapace di rigenerazione. E' il collasso di questa democrazia rappresentativa incapace di indirizzo, telediretta dal sistema finanziario e mediatico. C'è chi disse che il denaro in politica è come le armi in guerra: per posposizione di ruoli, ora però lo strumento è divenuto obiettivo; di conseguenza la finanza governa la politica ridotta a strumento per la gestione delle masse. Una politica soccombente, incapace di competere, perché viene usata e utilizzata, incapace di proiezioni future, al servizio dei poteri forti. Poteri spietati, specializzati nel cannibalismo della propria specie. Da più parti si sente il richiamo all'etica, ma nella società delle conoscenze, sostiene Severino, solo la tecnica è in grado di subordinare a sé gli scopi di ogni altra virtù. Ma la politica in Italia, in Europa non ha sostenuto lo sviluppo delle scienza moderna, né l'economia delle conoscenze e quindi è incapace, perché priva dei geni creativi, rigeneratori, pervasa invece dal burocratese, dai boiardi di Stato, dalle logiche di lottizzazione. Scrivevo a Ubaldi nel '98: "Non sarete ricordati alla fine del vostro mandato per le opere di razionalizzazione -mai sufficienti per il precoce invecchiamento dell'esistente- che sarete forse riusciti a realizzare, ma per gli orizzonti e i nuovi riferimenti che sarete stati capaci di dare alla gente. Ridare partecipazione nella consapevolezza di un cambiamento che sarà radicale; chi si troverà sul bagnasciuga e non avrà gli strumenti per navigare o fluttuare rimarrà senza terra sotto ai piedi in balia del riflusso e dello "sbattimento"... dei marosi. Siete Voi che dovete decidere, se avvalervi di quelle forze creative che possono fornirvi le visioni di luoghi sconosciuti che a breve, però, costituiranno il nuovo. Anche i grandi cambiamenti oggi non avvengono in tempi lunghi, stanno assumendo delle accelerazioni incredibili. Sappiamo tutti cosa è successo a Parma negli ultimi anni. E sappiamo tutti benissimo che l'impatto col nuovo non sarà indolore. Tutta la classe dirigente di Parma che continua a ignorare o non vuole ricordare chi, per la miopia politica e il potere oligarchico, ha subito torti, è stata sorda, ha è preferito non dare ascolto, sottraendo così alla collettività il dovuto futuro nell'economia delle conoscenze. Fortunatamente ci ha graziato la Diplomazia europea concedendoci l'Authority.in tempo utile!
Luigi Boschi
Movimento Sorgenti
Parma, 3 febbraio 2004

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