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Chiariamoci bene le idee.....
6.02.2004

Della serie, chiariamoci bene le idee !

Il punto su Ulivo e Centrosinistra (4 febbraio 2004)

di Luigi Fasce

La storia dopo il 1989 (che continua imperterrita a dispetto dei sogni e delle speranze degli uomini) fino ai giorni nostri si è caratterizzata come fase di crisi strutturale socio-politica e socio-economica. Caduto il sistema URSS , modello di sistema politico-sociale ed economico in antitesi al sistema liberaldemocratico tanto centrato sul modello liberistico USA (welfare residuale) che su quello tendenzialmente liberalsocialista (welfare universale) della U.E., in Italia ma anche nel resto d’Europa (vedi Francia e Germania) invece di rinsaldare la versione liberalsocialista del sistema liberaldemocratico si è rincorso (anno 1995-2000), anche come Ulivo da parte dei loro rappresentanti più significativi italiani (Amato-D’Alema- Veltroni-Fassino-Rutelli), assieme a Blair, il modello liberista tipicamente USA sebbene (era ancora il tempo di Clinton) dal volto più umano (almeno Ilary annunciava la riforma sanitaria) rispetto all’attuale ‘volto duro’ di Bush. Purtroppo, con Bush della riforma sanitaria negli USA se ne è pure perso il progetto. Occorre chiarire che stante l’attuale situazione negli USA non è all’ordine del giorno la presentazione di un programma da parte dei Democratici realmente riformista che significa + opportunità e servizi pubblici per tutti ma in modo particolare a tutela delle fasce più deboli della popolazione. Forse con Jonh Kerry se ne potrebbe, prima o poi, riparlare. Ma quello che disturba non è tanto la questione se gli USA aumentano lo stato sociale anziché andare su Marte. Loro, i cittadini USA, sono assuefatti a una tale situazione di disuguaglianza che non se ne rendono neppure conto. E’ di sabato scorso (31/1/2004) su Il Secolo XIX l’impietosa critica di Ugo Intini a proposito del ‘pazzesco’ meccanismo elettorale degli USA. Anche i più solerti ammiratori della Costituzione americana dovranno pur ammettere che c’è originariamente qualche ’vizio capitale’ di troppo. Ma per tornare a noi, quello che più disturba è che c’è stata una vera e propria sbornia neoliberista nelle sfere alte dell’Ulivo e che si è cercato (oltre alle pratiche liberaliste di governo) di teorizzare la chimerica terza via (Blair- Clintoniana) di cui l’attuale ‘riformismo’, senza aggettivazione alcuna, è il prodotto decomposto finale. Ancora oggi Ostellino sul Corriere della Sera continua a farneticare sulla questione riformista che secondo lui non deve avere aggettivazioni che ci farà totalmente liberisti. A lui piace a noi no. Eppure si possono fare riforme per aumentare i gradi di libertà individuali e in contemporanea avere la possibilità di usufruire dei diritti sociali. Ma ci possono anche essere vere e proprie contro-riforme che riportano indietro il sistema ai tempi del padrone delle ferriere o a quello dello stato etico. Ora anche la Lista Prodi (nel Manifesto Prodi ci si sta ambiguamente tutti) è diventato terreno di scontro tra i riformisti (ambigui) e i riformisti solidali. Non si può accettare alla luce dell’avvenimento storico verificatisi nel 1989, per quanto riguarda le componenti dell’Ulivo, l’etichetta sinistra moderata di governo (politicamente corretta) e quella sinistra radicale antagonista- massimalista (politicamente scorretta). Forse solo Rifondazione Comunista può essere considerata tale (radicale di sinistra) ma con molti dubbi. Comunismo si e no a lotta di classe e violenza no-global ecco il nuovo credo di Bertinotti. E allora, non è forse questo il pensiero dei socialisti riformisti dei primi del 1900, da Berstein che diceva "Non c’è, oggettivamente, nessun concetto liberale che non appartenga anche al bagaglio ideale del socialismo" al nostro Turati ? si allo scopo finale del socialismo ma per via democratica e su basi liberali, gradualisticamente e senza lotta rivoluzionaria.. La differenza i riformisti del passato (transizione democratica al socialismo) e i nuovi riformisti dell’Ulivo, in buona sostanza dopo il 1989, non esiste più e quindi possono benissimo convergere su un programma di governo comune. In questo quadro per tutte le componenti uliviste la discriminante sinistra moderata/ sinistra radicale non regge. Ovviamente non regge meno che meno neppure la categoria politica dei moderati di centro. Certo resta da vedere se i nuovi riformisti non siano riformisti per finta e che nascondano la loro vera natura liberista. In questa malaugurabile ipotesi la discrepanza diventerebbe realmente incolmabile nel centrosinistra e non solo tra Rifondazione e questi falsi riformisti dell’Ulivo.

Nel mondo occidentale oramai la sostanziale discriminante può essere individuata soltanto all’interno della liberaldemocrazia: da un lato il liberalismo di sinistra e dall’altro liberismo di destra. E sui due fronti opposti crescono istituzioni diverse, Parlamenti nazionali e regionali diversi, Governi degli enti locali diversi, welfare diversi, concezione del mondo e stili di vita diversi. E non mi sembra poco.

Su queste basi teoriche tutte le astruserie per mettere fuori campo l’avversario politico all’interno dell’Ulivo è solo gioco di potere. Questa l’ ipotesi benigna. Quella maligna è che ci sia una componente dell’Ulivo, quella che si identifica con la lista Prodi n°1 (DS-DL-SDI-RE), ancora testardamente liberista, l’analogo, nel campo dell’Ulivo, di Forza Italia, che ancora di più e meglio dello stessa FI vuole realizzare in Europa il sistema liberista tipico degli USA. Forse quello che non è riuscito di fare a Forza Italia vorrebbero realizzarlo loro? Penso che questo disegno liberista (il quotidiano Il Riformista è significativo al riguardo) farebbe lo stesso flop di quello che sta facendo con Forza Italia per le defezioni degli alleati UDC-AN. La Lega è una scheggia impazzita di cui non sappiamo niente del suo futuro. Dall’aggregato Riformista (senza aggettivazione) che in ipotesi si potrebbe andare definendo attualmente con la Lista Prodi n.1 defezioni ci sarebbero anche nell’Ulivo al Governo nel prossimo futuro da parte degli alleati AP – IdV – dissidenti DL –La Margherita - Verdi – Correntone DS - Comunisti Italiani che hanno tutti in comune il valore della solidarietà. . Non vogliamo il Polo di Destra non tanto per le furfanterie che commette quotidianamente con politiche di Berlusconi pro domo sua e in favore dei suoi compari ma soprattutto per bloccare definitivamente le disumane politiche liberiste di Forza Italia. Ma non vogliamo neppure l’omologo di Forza Italia annidata nella sinistra che ci faccia ingoiare artatamente il liberismo made in USA. Quindi il baricentro dell’Ulivo si deve ristabilizzare coerentemente sulla base di un liberalismo di sinistra che ha origini storiche (1941) nel manifesto liberalsocialista (Bobbio, Leporini, Capitini Morra, Calogero Guttuso) di cui sotto si riporta il testo e che con il nostro documento-manifesto abbiamo cercato di attualizzare. (vedi www.circoloindromontanelli.it)

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Luigi Fasce

luigi@fasce.it

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